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1 PIANO DI EMERGENZA E PROCEDURE DI EVACUAZIONE Articolo 18 comma 1, lettere h e t del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. Articolo 5 del D.M. 10/03/1998

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PIANO DI EMERGENZA E PROCEDURE DI EVACUAZIONE

Articolo 18 comma 1, lettere h e t del D. Lgs. 81/08 e s.m.i. Articolo 5 del D.M. 10/03/1998

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Il piano di emergenza è l’insieme delle misure straordinarie, procedure ed azioni da

attuare nel caso in cui si verifichino eventi pericolosi per la salute dei lavoratori.

Nei locali comuni, ed in particolare quelli frequentati dal pubblico, devono essere

collocate, bene in vista, planimetrie idonee con indicati i percorsi per raggiungere le

scale e le uscite, la posizione dei mezzi di estinzione, i luoghi ritenuti sicuri ed i numeri

di telefono utili per le chiamate di emergenza.

Piano di emergenza

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I lavoratori devono essere informati su:

▪ rischi d’incendio legati all’attività svolta in azienda;

▪ rischi d’incendio legati alle specifiche mansioni;

▪ misure di prevenzione e protezione incendi adottate in azienda;

▪ ubicazione delle vie di esodo e delle uscite;

▪ procedure da adottare in caso di incendio;

▪ nominativi degli incaricati di applicare le misure di prevenzione incendi, evacuazione

e primo soccorso.

Piano di emergenza

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DM 10 Marzo 1998

Valutazione del rischio

• materiali combustibili e/o infiammabili

• soggetti di innesco

• personale esposto

• eliminazione o riduzione del rischio

• mezzi di estinzione

• vie di fuga, luci di emergenza ed uscite di sicurezza

• formazione - informazione

Piano di emergenza

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Nel Piano di Emergenza vengono individuati e valutati:

• Configurazione dei luoghi;

• Numero di persone presenti;

• Composizione della squadra di emergenza;

• Scenari di emergenza;

• Processi/lavorazioni/mansioni a rischio;

• Ecc.

Piano di emergenza

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Scenari di emergenza:

• Incendio;

• Terremoto;

• Incidenti ed infortuni sul lavoro;

• Fuga di gas/sostanze pericolose;

• Eventi atmosferici e disastri naturali (tromba d’aria, alluvione, valanga, ecc.)

• Caduta aeromobile/esplosioni/crolli/attentati/rapina;

• Presenza di lavoratore in evidente stato di ebbrezza o intossicazione acuta da

alcol/droghe;

• Ecc.

Piano di emergenza

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Il PIANO DI EMERGENZA deve quindi contenere:

1. l’individuazione degli scenari di emergenza ragionevolmente prevedibili,

2. le azioni che i lavoratori ed i visitatori occasionali devono intraprendere incaso di incendio o altra emergenza,

3. le procedure essenziali di pronto intervento da parte della squadra diemergenza aziendale,

4. le procedure per la messa in sicurezza degli impianti,

5. le procedure per l’evacuazione dal luogo di lavoro che devono essereattuate dai lavoratori e dalle altre persone presenti,

6. le procedure per l’attivazione degli impianti di emergenza e antincendio,

7. le disposizioni per chiedere l’intervento degli Enti di pubblico soccorso e/odi pronto intervento.

Piano di emergenza

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Gli obiettivi da raggiungere durante un’emergenza sono:

• la salvaguardia delle persone

• l’evacuazione di tutto il personale presente

• la salvaguardia, l’evacuazione e il controllo, anche durante le situazioni di pericolo e di emergenza, delle persone ospiti

• la messa in sicurezza degli impianti e delle attrezzature aziendali

• la protezione dei beni e delle attrezzature

• il ripristino delle normali condizioni di attività

Piano di emergenza

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L’INCENDIO è una combustione che si sviluppa in modo incontrollato nel tempo e nello spazio.

La COMBUSTIONE è una reazione chimica tra un corpo combustibile e un corpo comburente chereagiscono in presenza di un innesco o sorgente di energia. L’unione di queste tre componenti daluogo al TRIANGOLO DEL FUOCO.

I COMBUSTIBILI sono numerosi: legno, carta, petrolio, gas combustibile, ecc…

Il COMBURENTE che interviene in un incendio è l’aria, e più precisamente, l’ossigeno presente nell’aria(circa il 12%).

Le FONTI DELL’INNESCO possono essere fiamme libere, scintille di origine elettrica, scintille di origineelettrostatica, scintille provocate da un urto o uno sfregamento, superfici o punti caldi, innalzamentodella temperatura, reazioni chimiche.

L’interruzione del triangolo del fuoco comporta lo spegnimento dell’incendio.

Questa operazione può essere effettuata:▪ Allontanando la sostanza combustibile dal focolaio dell’incendio (principio

della separazione);▪ Dividendo il combustibile dal comburente o riducendo la concentrazione del

comburente in aria (principio del soffocamento);▪ Sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella

necessaria al mantenimento della combustione (principio delraffreddamento).

Rischio incendio

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Cause di innesco Modalità di innesco

Accensione diretta o di origine elettrica

materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di

ossigeno

Accensione indiretta

il calore d'innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento

termico

Attritoil calore è prodotto dallo sfregamento di due

materiali

Autocombustione

il calore viene prodotto dallo stesso combustibile come ad esempio lenti processi di ossidazione, reazione chimiche, decomposizioni esotermiche in assenza d'aria, azione biologica.

Rischio incendio

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L’incendio si può sviluppare:

• Per intervento diretto, dalla combustione di sostanze infiammabili;• Per intervento indiretto, da un guasto nell’impianto elettrico, per altre cause imprecisate e per

intervento dell’uomo.

Le cause dell’intervento indiretto possono essere:

• Corto circuito dell’impianto elettrico;• Scintillio di apparecchiature elettriche in presenza di combustibile e ossigeno, di miscele

esplosive o infiammabili;• Presenza di temperatura elevata;• Combustibilità spontanea di sostanze in presenza di aria, acqua o altri agenti;• Reazione chimica fortemente esotermica tra due sostanze che vengano in contatto casualmente

o per errata identificazione di una o entrambe.

Le cause dell’intervento indiretto sono varie, e dipendono fortemente dall’imprudenza dell’uomo. Tra le più comuni:

• Abitudine a fumare in luoghi con pericolo di incendio o di scoppio;• Abbandonare la sigaretta ancora accesa;• Eccessiva disinvoltura nelle manipolazioni di sostanze infiammabili senza adottare le necessario

precauzioni.

Rischio incendio

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DOVUTI ALLA FIAMMA

Il contatto diretto con la fiamma ed il calore da essa irradiato provano USTIONI

DOVUTI AL CALOREI gas caldi, di combustione e non, da soli possono provocare stress da calore,disidratazione ed edemi.

CONSEGUENTI ALLA CARENZA DI

OSSIGENO

La concentrazione di ossigeno nell’aria, per effetto della combustione, puòscendere sotto il 21% della normalità: alla diminuzione si associano via via,difficoltà di movimento, abbassamento della capacità valutativa, collasso edasfissia.

TOSSICITÀ

I gas prodotti in una combustione possono essere tossici sia in relazione aimateriali coinvolti sia in relazione alla quantità di ossigeno presente nel luogodell’incendio. Al primo posto per numero di vittime è l’ossido di carbonio (CO).L’anidride carbonica (CO2) è un gas asfissiante ad elevate concentrazioni.

FUMI

Il termine fumo indica la fase nella quale i gas della combustione «trascinano»particelle solide o liquide che lo rendono opaco. Il fumo produce un effettoirritante agli occhi e delle vie respiratorie, riduce la visibilità con ostacolo perl’evacuazione e per l’intervento dei soccorsi.

TRAUMIQuando all’incendio è associata un’esplosione, le conseguenti onde di pressionepossono provocare eventi traumatici nei soggetti esposti.

Rischio incendio

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LE CLASSI DI INCENDIO

CLASSE A: materiali solidi, legnami, carta, tessuti, gomma e derivati;

CLASSE B: materiali liquidi come alcoli, solventi, oli minerali, eteri e benzine;

CLASSE C: gas infiammabili come metano, acetilene, propano;

CLASSE D: sostanze chimiche spontaneamente combustibili, metalli come sodio e potassio, magnesioe uranio;

Ex-CLASSE E: apparecchiature elettriche, trasformatori, alternatori, quadri elettrici;

CLASSE F: Fuochi che interessano mezzi di cottura, ad esempio olio da cucina e grassi vegetali oanimali, in apparecchi di cottura

I mezzi di estinzione si classificano in maniera analoga, secondo l’idoneità per classe di incendio.

N.B. USARE UN MATERIALE ESTINGUENTE NON ADATTO PUÒ AVERE COME CONSEGUENZA ILPEGGIORAMENTO DELLA SITUAZIONE E PUÒ ESSERE RISCHIOSO PER L’UTILIZZATORE.

Rischio incendio

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Principali agenti estinguenti:

• Acqua (non utilizzabile su apparecchi elettrici ed elettronici);

• Polveri chimiche (polvere polivalente, urea e cloruro di sodio, quest’ultimo efficace su fuochi generati da metalli);

• Anidride carbonica (da utilizzare con cautela in ambienti chiusi, ha il vantaggio di non lasciare residui e ha una quasi totale assenza di attività chimica);

• Schiumogeni (poco usati negli estintori, ma piuttosto in installazioni fisse e su grandi mezzi mobili di spegnimento).

Rischio incendio

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MEZZO ESTINGUENTE USO

TIPOLOGIA DI INCENDIO

A B C D Ex-E F

ACQUA, VAPORE Dirigere il getto alla base delle fiamme x

SCHIUMA Far cadere dall’alto la schiuma sul fuoco x x x

POLVERE Dirigere il getto alla base delle fiamme x x

POLVERI SPECIALI Dirigere il getto alla base delle fiamme x x x

ANIDRIDE

CARBONICA

Dirigere il getto il più possibile vicino al

fuoco, prima ai bordi, poi davanti e soprax x x x

Rischio incendio

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Gli estintori sono mezzi di estinzione da usare per un pronto intervento su principi di incendio.

Vengono suddivisi, in relazione al loro peso complessivo, in:

• estintori portatilimassa complessiva inferiore o uguale a 18 kg

• estintori carrellatimassa superiore a 18 kg con sostanza estinguente

fino a 125kg

Rischio incendio

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Estintori portatili

▪ Vengono classificati in base alla loro capacità estinguente (Classe "A", Classe "B", Classe"C", Classe "D");

▪ La scelta dell'estintore va fatta in base al tipo di incendio ipotizzabile nel locale daproteggere;

▪ Su ciascun estintore sono indicate le classi dei fuochi e i focolai convenzionali che è ingrado di estinguere (esempio 34A 233 B-C);

▪ Per norma devono essere di colore rosso e riportate una etichetta con le istruzioni e lecondizioni di utilizzo.

Rischio incendio

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Determinazione del numero degli estintori da installare

▪ E’ sufficiente disporre di un numero di estintori in modo che almeno uno di questipossa essere raggiunto con un percorso non superiore a 15 m circa;

▪ la distanza tra gruppi di estintori deve essere circa 30 m.

Posizionamento degli estintori

▪ Devono essere sempre posti nella massima evidenza, in modo da essere individuatiimmediatamente, preferibilmente vicino alle scale o alle vie di accesso ai locali;

▪ Devono essere posizionati alle pareti, mediante idonei attacchi che ne consentano ilfacile sganciamento.

Rischio incendio

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EMERGENZA INCENDIOINDICAZIONI PER I LAVORATORI, PREPOSTI

E ADDETTI ALLA GESTIONE DELLE EMERGENZE

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Le attività di prevenzione possono essere:

• Contenere il carico d’incendio evitando l’accumulo, anche temporaneo, di sostanze

infiammabili e combustibili in luoghi diversi da quelli predestinati;

• Prestare attenzione nel trasporto e travaso di sostanze infiammabili;

• Segnalare in modo chiaro e visibile le zone destinate allo stoccaggio di materiale

infiammabile;

• Utilizzare idonei contenitori e tutte le cautele in relazione alla pericolosità della

sostanza;

• Non fumare e non usare fiamme libere in prossimità di luoghi definiti con pericolo di

incendio o di esplosione e comunque sempre ove sia esposto il cartello specifico di

divieto;

Prevenzione

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Le attività di prevenzione possono essere:

• Non depositare materiali davanti ai presidi antincendio e di primo soccorso o

comunque non ostacolarne l’accesso;

• Non utilizzare per il riscaldamento dei locali stufette elettriche con resistenza scoperta;

• Spegnere, a fine utilizzo, tutte le apparecchiature elettriche così da ridurre il carico

richiesto dalla linea elettrica di alimentazione: nello sviluppo di un incendio molto

spesso è l’impianto elettrico che è causa di innesco per il surriscaldamento dei cavi di

alimentazione delle utenze;

• Garantire la possibilità di esodo immediato della zona a rischio, tramite porte con

senso di apertura verso l’esodo.

Prevenzione

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In caso di incendio:

• In caso di principio di incendio (o allarme incendio) mantenere la calma, uscire dal

locale in modo ordinato senza correre e avvisare gli addetti antincendio;

• evitare di trasmettere il panico ad altre persone;

• Nelle vie di esodo, in presenza di fumo in quantità tale da rendere difficoltosa la

respirazione, camminare chini ed orientarsi tramite il contatto con le pareti per

raggiungere luoghi sicuri;

• Nel caso in cui il percorso che conduce alle uscite di sicurezza fosse impedito da

fiamme e fumo, dirigersi all'esterno utilizzando vie alternative di deflusso;

• Prestare assistenza a chi si trova in difficoltà, solo se si ha la garanzia di riuscire

nell'intento;

Norme di comportamento

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In caso di incendio:

• Allontanarsi immediatamente secondo le procedure (impianti in sicurezza, registro

presenze, ecc.);

• Limitare la propagazione di fumo e dell'incendio chiudendo le porte di accesso

/compartimenti;

• Attivare, ove esistenti, i sistemi di allarme;

• Intercettare le alimentazioni di gas, energia elettrica ecc;

• Non rientrare nell'edificio fin quando non vengono ripristinate le condizioni di

normalità;

• Avvertire gli occupanti degli altri locali adiacenti;

• Dirigersi verso le scale e le uscite seguendo le indicazioni. Non usare eventuali

ascensori o montacarichi.

Norme di comportamento

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TERREMOTOINDICAZIONI PER I LAVORATORI, PREPOSTI

E ADDETTI ALLA GESTIONE DELLE EMERGENZE

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• In caso di evento sismico, alle prime scosse telluriche, anche di breve intensità,

portarsi al di fuori dell'edificio in modo ordinato, utilizzando le regolari vie di esodo, ed

attuando l’evacuazione secondo le procedure.

• Una volta al di fuori dello stabile, allontanarsi da questo e da eventuali altre

costruzioni. Portarsi in ampi piazzali lontano da alberi ad alto fusto e da linee

elettriche e restare in attesa che l’evento venga a cessare.

• Nel caso che la scossa tellurica dovesse coinvolgere subito lo stabile e dovesse

interessare le strutture, in modo tale da non permettere l’esodo delle persone, è

preferibile non sostare al centro degli ambienti e raggrupparsi possibilmente alle

pareti perimetrali od in aree d’angolo comunque in area ove non sia possibile la

caduta di vetri, arredi ecc.

Norme di comportamento

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INFORTUNIOINDICAZIONI PER I LAVORATORI, PREPOSTI

E ADDETTI ALLA GESTIONE DELLE EMERGENZE

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• Se qualcuno subisce un infortunio, si è tenuti a darne avviso all’addetto al primo

soccorso.

• La persona competente effettuerà una prima medicazione utilizzando i contenuti della

cassetta di primo soccorso, lasciando ai sanitari qualificati il compito di una più risoluta

ed efficace medicazione.

• Per nessun motivo è consentito l’accompagnamento in ospedale di un infortunato

con auto private.

Norme di comportamento

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Cosa non fare:

• Spostare l’infortunato;

• Rimuovere casco e protezioni;

• Rimuovere oggetti conficcati;

• Usare cotone idrofilo/emostatico;

• Usare disinfettanti.

Norme di comportamento

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Comportamento assistenziale:

• Traumi cranici: far intervenire il pronto intervento.

• Traumi del torace: non spostare la persona, non muovere il tronco.

• Epistassi (sangue dal naso): collocare la vittima seduta e con il tronco lievemente in

avanti, comprimere con pollice e indice le ali del naso per almeno 10 minuti, ghiaccio

su naso e fronte. NON piegare la testa indietro.

• Ustioni: abbassare velocemente la temperatura della zona colpita per limitare il

danno. Solo acqua fredda sulle ustioni, per 10-15 minuti. Proteggere la zona lesa da

possibili complicanze.

• Svenimento: aprire una finestra, mettere la persona supina (se si è certi che non vi è

stato un trauma) e sollevare gli arti inferiori (se questo non provoca dolore).

Norme di comportamento

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Comportamento assistenziale:

• Crisi convulsiva: porre sotto il capo qualcosa di morbido. Terminata la crisi slacciare il

colletto e ruotare la testa di lato per favorire la fuoriuscita di saliva.

✓ NON tentare di aprire la bocca.

✓ NON inserire in bocca oggetti morbidi o rigidi.

✓ NON bloccare le braccia e le gambe.

• Amputazione: distendere la vittima, sciacquare le parti amputate con soluzione

fisiologica, raccogliere la parte amputata avendo cura di porla in un sacchetto pulito e

dopo averla avvolta in un telo sterile. Tale sacchetto, ben chiuso, va inserito in un

secondo sacchetto in cui sia stato posto acqua e ghiaccio.

• Elettrocuzione: NON toccare l’infortunato mentre questo viene attraversato dalla

corrente elettrica.

Norme di comportamento

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Infortunio da esposizione di prodotto chimico:

• Ingestione di prodotto chimico:

✓ Non provocare il vomito;

✓ Non dare da bere e mangiare all’infortunato;

✓ Il latte NON è un “antiveleno”;

✓ Chiamare il pronto intervento (112 o 118);

✓ Ricordarsi di portare il contenitore originale del liquido con l’etichetta e

possibilmente la scheda di sicurezza.

Norme di comportamento

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Infortunio da esposizione di prodotto chimico:

• Contatto di una parte del corpo con liquido irritante:

✓ Mettere un paio di guanti sottili;

✓ Togliere i vestiti delicatamente (rinunciarvi se la pelle rimane attaccata al

tessuto);

✓ Non mettere sulla pelle creme o altro;

✓ Chiamare il pronto intervento (112 o 118);

✓ Ricordarsi di portare il contenitore originale del liquido con l’etichetta e

possibilmente la scheda di sicurezza.

Norme di comportamento

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Infortunio da esposizione di prodotto chimico:

• Schizzo di liquido irritante negli occhi:

✓ Coprirsi gli occhi con una garza o uno straccio pulito;

✓ Lavare abbondantemente e a lungo con acqua (10-15 minuti);

✓ Chiamare il pronto intervento (112 o 118);

✓ Ricordarsi di portare il contenitore originale del liquido con l’etichetta e

possibilmente la scheda di sicurezza.

Norme di comportamento

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Infortunio da esposizione di prodotto chimico:

• Inalazione di vapori irritanti o tossici:

✓ Trasportare l’infortunato all’aria aperta o in locale ben ventilato;

✓ Stendere l’infortunato supino (pancia in alto) e coprirlo;

✓ Se l’infortunato respira a fatica praticare la respirazione artificiale;

✓ Chiamare il pronto intervento (112 o 118);

✓ Ricordarsi di portare il contenitore originale del liquido con l’etichetta e

possibilmente la scheda di sicurezza.

Norme di comportamento

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PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA

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La psicologia dell'emergenza si rivolge alle persone colpite dauna catastrofe, da un lutto, da un trauma, ma anche aisoccorritori, cioè alle persone che intervengono per prime e che,assieme ai sopravissuti, sperimentano sentimenti di impotenza,angoscia, ansia, disperazione.

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L'ansia è una complessa combinazione di emozioni negative come apprensione epreoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni,dolori al petto e/o respiro corto, nausea, tremore interno.

Correlato fisiologico di varie emozioni, corrispondente all’attivazione generaledell’organismo che si prepara ad affrontare un compito.

Ansia

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Emozione derivante dall’essere esposto, o dal pensare di esserlo, a presunte situazioni di pericolo, reputate dall’individuo come minacciose o dannose.

La paura è quindi causata dalla percezione cognitiva di una minaccia; ed è di solito accompagnata da un'accelerazione del battito cardiaco e delle principali funzioni fisiologiche di difesa.

Paura

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Stato di terrore per lo più collettivo e improvviso, non dominato dallariflessione, che nasce a fronte di un pericolo reale o presunto, portandoirresistibilmente ad atti avventati o inconsulti.

Timore improvviso che nasce senza motivo, accompagnato da tentativifrenetici di garantirsi la sicurezza.

Panico

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Essendo l’ansia uno stato di attivazione generale dell’organismo che si prepara ad affrontare un compito:

Abbiamo bisogno della massima energia

• Il cuore batte più velocemente

• Aumenta la pressione del sangue

• La temperatura aumenta

• Effetto del sudore freddo

I riflessi devono essere pronti:

• I nervi sono più tesi

• Si pensa solo al compito da affrontare

• Non si riesce a stare fermi

Come si manifesta l’ansia

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Il panico è una reazione ansiosa acuta ed improvvisa dovuta ad una situazione pericolosa inaspettata

L’organismo non si è preparato e va in tilt:

• Il cuore batte fortissimo (cuore in gola)

• L’aumento della pressione provoca giramenti di testa

• Il viso impallidisce

• Difficoltà a respirare, senso di asfissia

• Tremori provocati dall’improvvisa stimolazione muscolare

La mente non preparata va in tilt:

• Sensazione di catastrofe imminente

• Paura di perdere il controllo

• Le azioni sono confuse e illogiche, i pensieri annebbiati

Come si manifesta il panico

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➢ L’organismo si trova in una situazione minacciosa imprevista.

➢ Per salvarsi bisogna reagire in fretta e spesso non c’è tempo per riflettere.

➢ La ragione viene sostituita dall’istintività e dall’emotività che hanno reazioni più veloci.

➢ La persona perde il controllo volontario delle proprie azioni.

Cause del panico

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La paura che deriva dal sentirsi in pericolo è una caratteristicapresente in tutti e, nonostante venga spesso vissuta comeun'esperienza negativa, ha un ruolo fondamentale per la stessasopravvivenza. Essa, infatti, è un riflesso indispensabile cheprotegge la persona, predisponendo il suo organismo allareazione di fronte al pericolo.

Il panico, invece, non protegge la persona dal pericolo, anziinduce spesso a comportamenti controproducenti cheimpediscono ogni reazione di difesa attiva e suscitando l'impulsiincontenibili come la fuga senza meta, la sopraffazione dell'altro,ecc.

Differenze tra panico e paura

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Allenarsi mentalmente a possibili traumi Chiedersi “cosa dovrei fare se mi accadesse?” “cosa non dovrei fare..”

Immedesimarsi nelle persone che hanno vissuto un trauma Cercare di mettersi nei panni di chi ha vissuto personalmente un evento negativo, dimostrare empatia.

Abbandonare il desiderio di controllare tutto Spesso le reazioni sono eccessive e immotivate: è il nostro sistema di convinzioni ed interessi che ci fa interpretare un evento come più disastroso di quanto in realtà lo sia.

Prevenire reazioni incontrollate

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RESPONSABILITA’ ADDETTI EMERGENZE

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I LAVORATORI ADDETTI ALL’ANTINCENDIO E QUELLI ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO DEVONO ESSERE GLI STESSI ?

Gli incaricati per la gestione dell’emergenza possono essere gli stessi per l’antincendio ed il primo soccorso, sempre che siano idonei a svolgere entrambe le funzioni.

Naturalmente vanno adeguatamente formati e provvisti di mezzi.

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QUAL È IL RUOLO DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE NELLA DESIGNAZIONE ?

La designazione degli incaricati è un obbligo del datore di lavoro (o dirigente suo delegato) e non rientra nei compiti del R.S.P.P., il quale deve curare di definire:

• Le procedure operative

• L’organizzazione della formazione

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QUAL È IL RUOLO DEL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA NELLA DESIGNAZIONE ?

Il R.L.S. deve essere preventivamente consultato in merito alla designazione degli addetti alla gestione delle emergenze.

Consultazione non vuol dire né “semplice informazione”, né “co-decisione”, nel senso che comunque la decisione viene presa da parte del datore di lavoro.

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QUALI SONO I GIUSTIFICATI MOTIVI DEL LAVORATORE PER RIFIUTARE LA DESIGNAZIONE A INCARICATO DEL PRIMO SOCCORSO/ANTINCENDIO ?

In assenza di una norma al riguardo, si può ritenere che i motivi sono giustificati serappresentano un ostacolo allo svolgimento dei compiti propri dell’incaricato, ad esempioemotività, sensibilità alla vista del sangue, fobie e altri aspetti caratteriali, permanenti otemporanei, che rendono il lavoratore inidoneo, oltre che ovviamente altre caratteristichefisiche che non favoriscono il pronto intervento e la comunicazione. Un soggetto fisicamenteforte ma impressionabile, se si trova in una situazione di criticità, renderà molto meno di unaltro meno impressionabile.

Il lavoratore potrebbe avere una malattia che non incide sull’idoneità specifica alla funzione incondizioni ordinarie ma incide con riguardo ai “grandi rischi”.

Il concetto è che la designazione non è sottoposta al gradimento del lavoratore, tuttavia èbene tener conto delle sue specifiche caratteristiche: nessuno vorrebbe essere assistito da unsoggetto non idoneo o non motivato. E’ un fatto di reciproca responsabilità: il direttore devescegliere le persone giuste, le persone giuste hanno il dovere di collaborare.

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SE NESSUN DIPENDENTE DÀ LA DISPONIBILITÀ COME SI DEVE COMPORTARE IL DATORE DI LAVORO ?

Il datore di lavoro dovrebbe far leva sul senso di responsabilità dei lavoratori, dimostrando a sua volta di fare la propria parte fornendo loro condizioni di lavoro sicure, la formazione e i mezzi adeguati per assolvere l’incarico.

E’ anche importante far capire che avere nozioni per affrontare l’emergenza può essere utile anche nella vita privata. L’incarico, potrebbe, a rotazione, riguardare un gran numero di lavoratori.

Va sottolineato che la Legge non pretende dagli incaricati di gettarsi nel fuoco o fare i “medici in prima linea”, ma solo di svolgere quelle azioni (pianificate in procedure d’emergenza) che facilitano l’intervento dei veri professionisti (vigili del fuoco – ambulanza), cercando di tenere sotto controllo la situazione e fornire la prima assistenza alle persone colpite.

Comunque l’incarico, come già detto, non è sottoposto al gradimento del lavoratore, ma solo alla consultazione del R.L.S.: il datore di lavoro deve organizzare il servizio altrimenti incorre in sanzioni penali.

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SE IN QUALITÀ DI ADDETTO ALL’ANTINCENDIO/ PRIMO SOCCORSO CAUSO UN DANNO PUÒ SUSSISTERE UNA RESPONSABILITÀ A MIO CARICO ? IN CASO DI DANNEGGIAMENTO DI APPARECCHIATURE O STRUTTURE SARÒ CHIAMATO A RISARCIRE IL DANNO PROVOCATO ?

Le responsabilità dal punto di vista civile, per tutti coloro che dipendono

da un datore di lavoro, non ci sono mai, nel senso che civilmente il soggetto tenuto al risarcimento del danno è sempre il datore di lavoro.

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QUANDO POTREBBE EVENTUALMENTE ESSERE IPOTIZZABILE UNA RESPONSABILITÀ PERSONALE DEGLI ADDETTI ?

Per quanto riguarda le eventuali responsabilità dell’addetto, è bene ripetere che non deve essere considerato uninfermiere o un vigile del fuoco: la sua preparazione e il suo addestramento sono, giocoforza, sempre limitati.

Pertanto un suo eventuale profilo di responsabilità va valutato tenendo conto che si tratta di personale nonvolontario che riveste un incarico che non può rifiutare in una materia difficile e complessa e per il quale riceve unapreparazione che non può in alcun modo scegliere.

I suoi doveri e possibili profili di colpa appaiono quindi fondamentalmente limitati a possibili condotte imprudenti onegligenti, risultando molto arduo ipotizzare profili di colpa per imperizia (nei corsi si insegnano nozioni di base).

• Nel caso, ad esempio, di intervento di primo soccorso, un addetto che intraprendesse pratiche medichepericolose, non necessarie, non autorizzate e non urgenti, provocando danno all’infortunato, appareipotizzabile un profilo di colpa per imprudenza: in sede di formazione degli addetti al primo soccorso, va quinditenuto ben presente il principio del <<primo, non nuocere>>: di fronte al dubbio si insegna che è meglio nonfare nulla (ruolo di attesa attiva).

• E’ ipotizzabile un profilo di colpa per negligenza quando l’addetto agisca con grave disaccortezza edisattenzione.

• La colpa per negligenza appare coincidere fondamentalmente con l’omissione di soccorso generale. Quindi, adesempio, l’addetto che trovandosi in una situazione in cui, non essendo sicuro sul cosa fare, preferisca astenersidall’intervento, incorrerebbe in una condotta negligente solo qualora non si attivasse per chiamare piùprontamente possibile i soccorsi più qualificati del 118 o del 115.

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ATMOSFERE ESPLOSIVETitolo XI, Dlgs 81/08

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Cosa si intende per atmosfera esplosiva ?

E’ una miscela in aria a condizioni atmosferiche,con sostanze infiammabili allo stato gassoso vapori, nebbie o polveri in cui dopo ignizione la combustione si propaga nell’insieme dellamiscela incombusta

SI TRATTA DI UN PROCESSO CHIMICO ESOTERMICO:

Quando tale reazione avviene in uno spazio confinato,essa provoca un aumentorilevante e tempestivo della pressione,della temperatura o di entrambe

simultaneamente.

N.B. Per confinato si intende un ambiente in cui l’atmosfera è

interamente o in gran parte esplosiva

Introduzione

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Quando può avvenire una esplosione ?

Per avere un’esplosione, il combustibile(gas,vapori,nebbia infiammabili o polveri combustibili) ed il comburente devono trovarsi in particolari condizioni dettate dai seguenti parametri:

Punto di infiammabilità Limiti di esplodibilità ( LEL ….UEL)

Concentrazione limite di ossigeno (LOC)

Punto di infiammabilità

E’ la temperatura minima alla quale un liquido rilascia una quantità sufficiente di gas o vapore combustibile in grado di accendersi all’applicazione di una sorgente di accensione efficace.

Limiti di esplodibilità (LEL e UEL): Sono i limiti estremi di concentrazione in aria di una sostanza alla pressione di 10³Pa e alla temperatura di 15 °C al

di sotto e al di sopra dei quali la miscela non è infiammabile

Introduzione

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L’esplosione si diversifica in:

Deflagrazione: è un’esplosione che si propagaa velocità subsonica qualche centinaio di m/sec velocità della fiamma lenta (< 1000 m/s)effetto di sola spinta(gas e polveri)

Detonazione: è un’esplosione che si propagaa velocità supersonica qualche migliaio di m/sec velocità della fiamma alta (< 1000 m/s)effetto distruttivo(sostanze esplosive)

L’energia per dar luogo a una deflagrazione è dell’ordine dei mJ,per la detonazione è richiestaun’energia più grande.

Introduzione

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Tipi di combustibili per aver un’esplosione

Gas: Sostanza che si trova al di sopra della sua temperatura critica (es. gas naturale a temperatura ambiente)Temperatura critica: temperatura al di sopra della quale una sostanza allo stato gassoso non può essere liquefatta per sola compressione

Vapore: Sostanza che si trova al di sotto della sua temperatura critica ( es. GPL in bombole)

Nebbia: Gocciolina di liquido dispersa in un gas (es. aria) a seguito di forti accelerazioni (es. vibrazioni o per condensa)

Polvere: È costituita da piccole particelle solide presenti in atmosfera, che si depositano per effetto del proprio peso, ma che possono restare in sospensione per un certo periodo di tempo. Si considera polvere un insieme di particelle solide inferiori a 500 micrometro.Provocano esplosioni solo polveri al di sotto dei 200 micrometro.I parametri più significativi delle polveri sono: la granulometria, la temperatura di accensione, illimite inferiore di infiammabilità, l’energia minima di innesco e la conducibilità elettrica.

Introduzione

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Quando si può generare un’esplosione di un GAS E/O VAPORE?

58

Occorre che siano soddisfatte tutte le seguenti condizioni:

1. La sostanza o combustibile è infiammabile;

2. La sostanza ha un giusto grado di dispersione;

3. La concentrazione della sostanza in aria è compresa tra i limiti LEL e UEL

4. L’atmosfera esplosiva è significativa e supportata dal comburente;

5. E’ presente una sorgente di innesco con energia minima di innesco sufficiente

N.B.:

Se manca una delle condizioni elencate da 1 a 4 non si possono formare atmosfere esplosive.

Se manca la condizione 5 l’esplosione non può avvenire.

Introduzione

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Quando si può generare un’esplosione di una POLVERE?

1. La polvere sia combustibile

2. E’ dispersa in modo da formare una nube ben amalgamata

3. La granulometria è tale da propagare la fiamma

4. La concentrazione è tra i limiti LEL e UEL

5. Nell’ambiente vi è sufficiente ossigeno

6. E’ presente una sorgente minima di innesco

(Energia minima di innesco: E’ la più bassa energia elettrica immagazzinata in un condensatore che, al momento della scarica è appena

sufficiente a provocare l’accensione della miscela infiammabile.)

N.B.

Se manca una delle condizioni elencate da 1 a 5 non si possono formare atmosfere esplosive.

Se manca la condizione 6 la sostanza non si innesca

Introduzione

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Esempi di possibili cause di innesco

Fiamme o gas caldi Materiali incandescenti Superfici calde Saldatura e taglio Scintille elettriche Elettricità statica Onde elettromagnetiche e radiofrequenza

Introduzione

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Per poter prevenire un possibile rischio di esplosione si deve fare in modo che non coesistono nello

spazio e nel tempo le condizioni precedentemente illustrate.

TALE PREVENZIONE CONSISTE NELLA:

• Classificazione dei luoghi;

• Scelta ed installazione di impianti e prodotti con adeguati requisiti

I requisiti di sicurezza contro le esplosioni sono stabiliti in

disposizioni legislative e in norme tecniche emanate a

livello europeo dalle

DIRETTIVE ATEX

La sigla ATEX significa: “ Atmosfera Esplosiva ”

Direttiva ATEX 99/92/CE

Direttiva ATEX 2014/34/UE

Prevenzione e protezione

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Il Datore di Lavoro deve:

• Effettuare una valutazione del RISCHIO di ESPLOSIONE, considerando gli ambienti nei quali si può

verificare l’atmosfera esplosiva,

• Classificare le aree in cui possono essere presenti atmosfere esplosive (per gas o polveri);

• Effettuare ripartizione in zone delle aree in cui possono formarsi le atmosfere esplosive,

• Adottare tutte le misure tecniche ed organizzative necessarie per evitare la formazione e l’ignizione di

un'atmosfera esplosiva,

• Valutare l’adeguatezza delle procedure operative di lavoro e manutenzione.

La valutazione dei rischi deve valutare anche i seguenti elementi:

- Probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive;

- Probabilità di presenza di fonti di accensione;

- Caratteristiche degli impianti,delle sostanze,dei processi e loro interazioni;

- Condizioni locali operative;

- Entità degli effetti prevedibili;

- Sistemi di contenimento

Prevenzione e protezione

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COME SI SUDDIVIDE IN ZONE UN’ATMOSFERA ESPLOSIVA?

La Direttiva ATEX prevede due tipi di atmosfere esplosive:

GAS o POLVERI

Le aree esposte a questi due tipi di atmosfere sono suddivise in tre zone ciascuna.

Le caratteristiche di ogni zona sono identiche per il gas e per la polvere,

ma la loro numerazione è differente.

• Le zone 0, 1 e 2 si riferiscono al gas;

• Le zone 20,21 e 22 si riferiscono alla polvere.

Classificazione delle zone

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Zona 0/20 :PERICOLO COSTANTEPresenza permanente di gas esplosivi o di polvere combustibile(minimo apparecchiature di categoria 1)

Zona 1/21 :PERICOLO POTENZIALEPresenza occasionale di gas esplosivi o polvere combustibile durante il normale esercizio (minimo apparecchiature di categoria 2)

Zona 2/22 :PERICOLO MINOREPresenza di gas esplosivi o polvere combustibile improbabile o soltanto per un breve periodo di tempo (minimo apparecchi di categoria 3)

COME SI SUDDIVIDE IN ZONE UN’ATMOSFERA ESPLOSIVA?

Classificazione delle zone

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COME GARANTIRE LA CONFORMITA’ ALLA DIRETTIVA ATEX?

Le apparecchiature e le zone devono essere conformi alle Direttive ATEX.La marcatura CE è la prova che l’apparecchiatura in oggetto è stata costruita nel rispetto di tutti i requisiti di base e delle procedure di valutazione applicabili per ogni Stato membro dell’ U. E.

Marcatura

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Una valutazione completa del rischio esplosione da GAS,FUMI o NEBBIE dovrà tenere conto di:

Tipo di emissione

(continuo o per lunghe durate,occasionale o durante il normale funzionamento,raro o dovuto a guasto;

Portata dell’emissione

(geometria della sorgente,velocità,concentrazione,tempera tura di infiammabilità)

Ventilazione (naturale o artificiale) e il suo grado (alto,medio o basso)

Limite inferiore di esplosività della sostanza;

Densità relativa.

Per quanto riguarda le POLVERI bisogna tener conto:

Caratteristiche delle polveri

(grandezza media delle particelle,densità, umidità, limite inferiore di esplodibilità)

Ambiente aperto o chiuso (T max, P atm, ecc ….)

METODO DI VALUTAZIONE DELLE ZONE

Per quanto riguarda il metodo di valutazione e di classificazione delle zone a rischio di esplosine è necessario far riferimento alle norme tecniche CEI 31-30 per i gas e CEI 31-66 per le polveri.

Classificazione delle zone

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ALCUNI METODI PER ABBASSARE IL RISCHIO ESPLOSIVO

Inertizzazione;

Migliorare la ventilazione;

Mantenere la T ambiente ben al di sotto del limite inferiore di esplosività;

Aumentare l’umidità (per le polveri);

Incrementare la granulometria delle polveri;

Coibentare le superfici calde;

Eliminare o ridurre l’elettricità statica migliorando la messa a terra;

Eliminare o ridurre la presenza di radiazioni ionizzanti

QUALI SONO I SETTORI INTERESSATI ?

Verniciatura

Agricoltura

Ind. Legno

Ind. Alimentare

Ind. Metallurgica

Ind. Farmaceutica

Ind. Chimica

Discariche

Smaltimento

Prevenzione e protezione

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Classificazione delle apparecchiature

Apparecchiature per miniere - Gruppo I

Categoria M1 Livello di protezione: Molto elevato. Apparecchiature che possono funzionare anche in presenza di atmosfera esplosivaCategoria M2 Livello di protezione: Elevato. Apparecchiature che devono essere messe fuori tensione in Presenza di atmosfera esplosiva

Impianti elettrici

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Apparecchiature per superficie - Gruppo II

3 categorie, in funzione del livello di protezione (zona di utilizzo)individuate dal numero 1, 2, 3 seguito dalla lettera G (Gas) oppure D (Dust).

Categoria 1 Livello di protezione: Molto elevato presenza di atmosfera esplosiva : sempre, spesso e per lunghi periodi Categoria 2 Livello di protezione: Elevato Presenza di atmosfera esplosiva: probabile Categoria 3 Livello di protezione: Normale Presenza di atmosfera esplosiva: scarsa possibilità e per breve tempo

Le apparecchiature elettriche del Gruppo II, per gas e vapori, sono suddivise nei sottogruppi IIA, IIB e IIC in relazione alla sostanza, dove il gruppo IIC è il più restrittivo e il gruppo IIA è quello meno restrittivo. In base alla sostanza è possibile individuare il gruppo di appartenenza dell’apparecchiatura necessario.

Classificazione delle apparecchiature

Impianti elettrici

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Temperatura di accensione

La scelta dell’apparecchiatura deve essere fatta in base alla temperatura di accensione della sostanze.Il criterio di scelta è differente a seconda che l’apparecchiatura sia prevista per gas oppure per polveri.

POLVERI

GAS

Impianti elettrici

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Contrassegni delle apparecchiature

Impianti elettrici

Page 72: PIANO DI EMERGENZA E PROCEDURE DI EVACUAZIONEdispensecorsi.it/neogamma/rls1618/04_INCENDIO_EMERGENZE_ATEX.pdf1 PIANO DI EMERGENZA E PROCEDURE DI EVACUAZIONE Articolo 18 comma 1, lettere

Per eseguire la corretta installazione di un impianto sono necessarie le seguenti informazioni:- Classificazione dei luoghi- Indicazione del gruppo del gas (IIA,IIB,IIC)- Classe di temperatura (es. T1 … T6) o la temperatura di accensione del gas;- Istruzioni per l’installazione delle costruzioni elettriche;- Attestato di "esame CE del tipo" delle costruzioni elettriche

La scelta delle "costruzioni elettriche Ex" deve essere eseguita in modo che esse non possano innescare i gas previsti nelle zone 0,1 e 2 con riferimento ai gruppi (I e II) e sottogruppi (IIA, II Be IIC) e alle classi di temperature ( T1…T6)

Impianti elettrici