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PIANO DI MANUTENZIONE OGGETTO DEI LAVORI: Ampliamento e realizzazione nuovi loculi nel cimitero della Frazione Mussons COMMITTENTE: Comune di Morsano al T. Documenti: I. Relazione II. Schede tecniche III. Manuale d'uso IV. Manuale di manutenzione V. Programma di manutenzione PROGETTISTA: arch. Marchese Daniele Morsano al T., lì 15/09/2016 Firma ____________________________________________ Documento Data Fase Note Nome e firma redattore Versione n. Revisione Data Fase Note Nome e firma redattore N. N. N.

PIANO DI MANUTENZIONE - comune.morsanoaltagliamento.pn.it · Le pareti sono elementi architettonici verticali, formati da volumi piani con spessore ridotto rispetto alla lunghezza

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PIANO DI MANUTENZIONE

OGGETTO DEI LAVORI: Ampliamento e realizzazione nuovi loculi nel cimitero dellaFrazione Mussons

COMMITTENTE: Comune di Morsano al T.

Documenti: I. RelazioneII. Schede tecnicheIII. Manuale d'usoIV. Manuale di manutenzioneV. Programma di manutenzione

PROGETTISTA: arch. Marchese Daniele

Morsano al T., lì 15/09/2016

Firma ____________________________________________

Documento Data Fase Note Nome e firma redattoreVersione n.

Revisione Data Fase Note Nome e firma redattoreN.N.N.

I. RELAZIONE GENERALE

RELAZIONE

Descrizione sintetica dell'operaLe opere in oggetto, riguardanti sia la parte interna che quella esterna del cimitero della frazione di Mussons, di cui costituiscono ampliamento e riqualificazione, si possono sintetizzare inquanto segue:- realizzazione di un nuovo colombario di quaranta loculi in analogia con quelli esistenti;- costruzione di un nuovo servizio igienico fruibile anche da persone diversamente abili;- realizzazione di un ossario comune interrato, attualmente mancante;- riqualificazione della viabilità interna;- realizzazione di una rete di drenaggio delle acque prodotte internamente, sia usate che meteoriche.SCOMPOSIZIONE DELL'OPERA

CODICE DESCRIZIONE CLASSI OMOGENEE

SP Scomposizione spaziale dell'operaSP.01 Parti interrateSP.02 Piano di campagna o stradaleSP.03 Parti aereeSP.04 Interrato e visibile all'esterno

studio arch. Marchese Daniele piazza D. Moro 2/3 33057 Morsano al Tagliamento PN

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RELAZIONE

CLASSI, UNITÀ, ELEMENTI TECNOLOGICI E COMPONENTI

CODICETIPOLOGIA ELEMENTO

U.M. NUMERO DESCRIZIONE

1 O COLOMBARIO LOCULI1.1 CUT STRUTTURE1.3 ET Strutture in elevazione in c.a.1.3.2 C Pareti1.3.4 C Solette1.2 CUT CHIUSURE3.1.12 ET Coperture inclinate3.1.12.10 C Strato di tenuta in lastre di alluminio2 O NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 CUT IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.7 ET Impianto di distribuzione acqua fredda e calda2.7.1 C Apparecchi sanitari e rubinetteria2.6 ET Impianto di illuminazione2.6.11 C Lampade fluorescenti2.3 CUT CHIUSURE1.2.6 ET Coperture piane1.2.6.21 C Strato di tenuta con membrane bituminose1.2.4 ET Infissi esterni3.1.4.8 C Serramenti in materie plastiche (PVC)2 O IMPIANTI TECNOLOGICI2.11 ET Impianto di smaltimento acque reflue2.11.4 C Pozzetti e caditoie5 O OPERE STRADALI9.3 ET Aree per viabilità interna9.3.8 C Pavimentazione pedonale in lastre di pietra10 O DOTAZIONI DI SICUREZZA PER LA MANUTENZIONE10.1 ET Sistemi anticaduta a trattenuta10.1.2 C Dispositivo di ancoraggio

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II. SCHEDE TECNICHE

SCHEDE TECNICHE

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 1.3.2

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.1 Classe di unità tecnologica STRUTTURE1.3 Elemento tecnologico Strutture in elevazione in c.a.1.3.2 Componente Pareti

CLASSI OMOGENEE

SP.01 Scomposizione spaziale dell'opera Parti interrateSP.03 Parti aeree

DESCRIZIONE / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Pareti

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 1.3.4

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.1 Classe di unità tecnologica STRUTTURE1.3 Elemento tecnologico Strutture in elevazione in c.a.1.3.4 Componente Solette

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Solette

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 3.1.12.10

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE

studio arch. Marchese Daniele piazza D. Moro 2/3 33057 Morsano al Tagliamento PN

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SCHEDE TECNICHE

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 3.1.12.10

IDENTIFICAZIONE

3.1.12 Elemento tecnologico Coperture inclinate3.1.12.10 Componente Strato di tenuta in lastre di alluminio

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Strato di tenuta in lastre di alluminio

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 2.7.1

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.7 Elemento tecnologico Impianto di distribuzione acqua fredda e calda2.7.1 Componente Apparecchi sanitari e rubinetteria

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Apparecchi sanitari e rubinetteria

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 2.6.11

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.6 Elemento tecnologico Impianto di illuminazione 2.6.11 Componente Lampade fluorescenti

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SCHEDE TECNICHE

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 2.6.11

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Lampade fluorescenti

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 1.2.6.21

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.6 Elemento tecnologico Coperture piane1.2.6.21 Componente Strato di tenuta con membrane bituminose

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Strato di tenuta con membrane bituminose

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 3.1.4.8

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.4 Elemento tecnologico Infissi esterni3.1.4.8 Componente Serramenti in materie plastiche (PVC)

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

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SCHEDE TECNICHE

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 3.1.4.8

DESCRIZIONE / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Serramenti in materie plastiche (PVC)

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 2.11.4

IDENTIFICAZIONE

2 Opera IMPIANTI TECNOLOGICI2.11 Elemento tecnologico Impianto di smaltimento acque reflue2.11.4 Componente Pozzetti e caditoie

CLASSI OMOGENEE

SP.01 Scomposizione spaziale dell'opera Parti interrate

DESCRIZIONE / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Pozzetti e caditoie

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 9.3.8

IDENTIFICAZIONE

5 Opera OPERE STRADALI9.3 Elemento tecnologico Aree per viabilità interna9.3.8 Componente Pavimentazione pedonale in lastre di pietra

CLASSI OMOGENEE

SP.02 Scomposizione spaziale dell'opera Piano di campagna o stradale

DESCRIZIONE / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Pavimentazione pedonale in lastre di pietra

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SCHEDE TECNICHE

SCHEDA TECNICA COMPONENTE 10.1.2

IDENTIFICAZIONE

10 Opera DOTAZIONI DI SICUREZZA PER LA MANUTENZIONE10.1 Elemento tecnologico Sistemi anticaduta a trattenuta10.1.2 Componente Dispositivo di ancoraggio

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE / RAPPRESENTAZIONE GRAFICA

Dispositivo di ancoraggio

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III. MANUALE D'USO

MANUALE D'USO

ELEMENTO TECNOLOGICO 1.3

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.1 Classe di unità tecnologica STRUTTURE1.3 Elemento tecnologico Strutture in elevazione in c.a.

ELEMENTI COSTITUENTI

1.3.2 Pareti1.3.4 Solette

CLASSI OMOGENEE

SP.01 Scomposizione spaziale dell'opera Parti interrateSP.03 Parti aeree

DESCRIZIONE

Si definiscono strutture in elevazione gli insiemi degli elementi tecnici del sistema edilizio aventi la funzione di resistere alle azioni di varia natura agenti sulla parte di costruzione fuoriterra, trasmettendole alle strutture di fondazione e quindi al terreno. In particolare le strutture verticali sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere i carichi agenti,trasmettendoli verticalmente ad altre parti aventi funzione strutturale e ad esse collegate. Le strutture in c.a. permettono di realizzare una connessione rigida fra elementi, in funzione dellacontinuità della sezione ottenuta con un getto monolitico.

COMPONENTE 1.3.2

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.1 Classe di unità tecnologica STRUTTURE1.3 Elemento tecnologico Strutture in elevazione in c.a.1.3.2 Componente Pareti

CLASSI OMOGENEE

SP.01 Scomposizione spaziale dell'opera Parti interrateSP.03 Parti aeree

DESCRIZIONE

Le pareti sono elementi architettonici verticali, formati da volumi piani con spessore ridotto rispetto alla lunghezza e alla larghezza. Possono avere andamenti rettilineo e/o con geometrie

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MANUALE D'USO

COMPONENTE 1.3.2

DESCRIZIONE

diverse. In generale le pareti delimitano confini verticali di ambienti. Inoltre le pareti di un edificio si possono classificare in:- pareti portanti, che sostengono e scaricano a terra il peso dellecostruzioni (in genere quelle perimetrali, che delimitano e separano gli ambienti interni da quelli esterni).- pareti non portanti (che sostengono soltanto il peso proprio).

MODALITA' D'USO CORRETTO

Non compromettere l'integrità delle strutture. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista. Riscontro di eventuali anomalie.

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

C1.3.2.2 Attraverso un esame visivo del quadro fessurativo approfondire ed analizzare eventuali dissesti strutturali anche con l'ausilio diindagini strumentali in situ.

Tecnici di livello superiore

C1.3.2.3 Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti dell'elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normaleconfigurazione.

Tecnici di livello superiore

COMPONENTE 1.3.4

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.1 Classe di unità tecnologica STRUTTURE1.3 Elemento tecnologico Strutture in elevazione in c.a.1.3.4 Componente Solette

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Si tratta di elementi orizzontali e inclinati interamente in cemento armato. Offrono un'ottima resistenza alle alte temperature ed inoltre sono capaci di sopportare carichi elevati anche per lucinotevoli. Pertanto trovano maggiormente il loro impiego negli edifici industriali, depositi, ecc. ed in quei locali dove sono previsti forti carichi accidentali (superiori ai 600 kg/m2). Possonoessere utilizzati sia su strutture di pilastri e travi anch'essi in c.a. che su murature ordinarie.

MODALITA' D'USO CORRETTO

Non compromettere l'integrità delle strutture. Controllo periodico del grado di usura delle parti in vista. Riscontro di eventuali anomalie.

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MANUALE D'USO

ELEMENTO TECNOLOGICO 3.1.12

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE3.1.12 Elemento tecnologico Coperture inclinate

ELEMENTI COSTITUENTI

3.1.12.10 Strato di tenuta in lastre di alluminio

DESCRIZIONE

Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Lecoperture inclinate (coperture discontinue) sono caratterizzate dalle soluzioni di continuità dell'elemento di tenuta all'acqua e necessitano per un corretto funzionamento di una pendenzaminima del piano di posa che dipende dai componenti utilizzati e dal clima di riferimento. L'organizzazione e la scelta dei vari strati funzionali nei diversi schemi di funzionamento dellacopertura consente di definire la qualità della copertura e soprattutto i requisiti prestazionali. Gli elementi e i strati funzionali si possono raggruppare in:- elemento di collegamento;- elemento di supporto;- elemento di tenuta;- elemento portante;- elemento isolante;- strato di barriera al vapore;- strato di ripartizione dei carichi;- strato di protezione;- strato di tenutaall'aria;- strato di ventilazione

COMPONENTE 3.1.12.10

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE3.1.12 Elemento tecnologico Coperture inclinate3.1.12.10 Componente Strato di tenuta in lastre di alluminio

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Esso è caratterizzato da soluzioni di continuità dell'elemento di tenuta all'acqua. La funzione è legata alla pendenza minima del piano di posa che varia a secondo dei componenti impiegati edal clima.

MODALITA' D'USO CORRETTO

L'utente dovrà provvedere alla pulizia del manto di copertura mediante la rimozione di elementi di deposito in prossimità dei canali di gronda e delle linee di compluvio. In particolare è

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MANUALE D'USO

COMPONENTE 3.1.12.10

MODALITA' D'USO CORRETTO

opportuno effettuare controlli generali del manto in occasione di eventi meteo di una certa entità che possono aver compromesso l'integrità degli elementi di copertura.

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

C3.1.12.10.3 Controllo dello stato generale della superficie. Verifica dell'assenza di eventuali anomalie in particolare la presenza di vegetazione,depositi superficiali, alterazioni cromatiche. Controllo della regolare disposizione degli elementi dopo il verificarsi di fenomenimeteorologici particolarmente intensi. Controllare la presenza di false pendenze e conseguenti accumuli d'acqua.

Specializzati vari

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I3.1.12.10.1 Rimozione di depositi di fogliame e detriti lungo i filari delle lastre di alluminio ed in prossimità delle gronde e delle linee dideflusso delle acque meteoriche.

Specializzati vari

ELEMENTO TECNOLOGICO 2.7

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.7 Elemento tecnologico Impianto di distribuzione acqua fredda e calda

ELEMENTI COSTITUENTI

2.7.1 Apparecchi sanitari e rubinetteria

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

L'impianto di distribuzione dell'acqua fredda e calda consente l'utilizzazione di acqua nell'ambito degli spazi interni del sistema edilizio o degli spazi esterni connessi. L'impianto ègeneralmente costituito dai seguenti elementi tecnici: a) allacciamenti, che hanno la funzione di collegare la rete principale (acquedotto) alle reti idriche d'utenza; b) macchine idrauliche,che hanno la funzione di controllare sia le caratteristiche fisico-chimiche, microbiologiche, ecc. dell'acqua da erogare sia le condizioni di pressione per la distribuzione in rete; c) accumuli,

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MANUALE D'USO

ELEMENTO TECNOLOGICO 2.7

DESCRIZIONE

che assicurano una riserva idrica adeguata alle necessità degli utenti consentendo il corretto funzionamento delle macchine idrauliche e/o dei riscaldatori; e) riscaldatori, che hanno lafunzione di elevare la temperatura dell'acqua fredda per consentire di soddisfare le necessità degli utenti; f) reti di distribuzione acqua fredda e/o calda, aventi la funzione di trasportarel'acqua fino ai terminali di erogazione; g) reti di ricircolo dell'acqua calda, che hanno la funzione di mantenere in costante circolazione l'acqua calda in modo da assicurarne l'erogazionealla temperatura desiderata; h) apparecchi sanitari che consentono agli utenti di utilizzare acqua calda e/o fredda per soddisfare le proprie esigenze.

COMPONENTE 2.7.1

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.7 Elemento tecnologico Impianto di distribuzione acqua fredda e calda2.7.1 Componente Apparecchi sanitari e rubinetteria

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Gli apparecchi sanitari sono quegli elementi dell'impianto idrico che consentono agli utenti lo svolgimento delle operazioni connesse agli usi igienici e sanitari utilizzando acqua calda e/ofredda. Per utilizzare l'acqua vengono utilizzati rubinetti che mediante idonei dispositivi di apertura e chiusura consentono di stabilire la quantità di acqua da utilizzare. Tali dispositivipossono essere del tipo semplice cioè dotati di due manopole differenti per l'acqua fredda e per l'acqua calda oppure dotati di miscelatori che consentono di regolare con un unico comandola temperatura dell'acqua.

MODALITA' D'USO CORRETTO

Gli apparecchi sanitari vanno installati nel rispetto di quanto previsto dalle normative vigenti ed in particolare si deve avere che:- il vaso igienico sarà posizionato ad almeno 40 cm dallaparete laterale, con il bordo superiore a non più di 50 cm dal pavimento e con il bordo anteriore ad almeno 75 cm dalla parete posteriore; il vaso sarà collegato alla cassetta di risciacquo edalla colonna di scarico delle acque reflue; infine sarà dotato di sedile coprivaso (realizzato in materiale a bassa conduttività termica); il lavabo sarà posizionato con il bordo superiore a nonpiù di 80 cm dal pavimento e con uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 80 cm;

ELEMENTO TECNOLOGICO 2.6

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO

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MANUALE D'USO

ELEMENTO TECNOLOGICO 2.6

IDENTIFICAZIONE

2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.6 Elemento tecnologico Impianto di illuminazione

ELEMENTI COSTITUENTI

2.6.11 Lampade fluorescenti

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

L'impianto di illuminazione consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. L'impianto di illuminazione deve consentire, nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformitàdi illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce, colore e resa della luce. E' costituito generalmente da: a) lampade ad incandescenza; b) lampade fluorescenti;c) lampade alogene; d) lampade compatte; e) lampade a scariche; f) lampade a ioduri metallici; g) lampade a vapore di mercurio; h) lampade a vapore di sodio; i) pali per ilsostegno dei corpi illuminanti.

COMPONENTE 2.6.11

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.6 Elemento tecnologico Impianto di illuminazione 2.6.11 Componente Lampade fluorescenti

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Durano mediamente più di quelle a incandescenza e, adoperando alimentatori adatti, hanno un’ottima efficienza luminosa fino a 100 lumen/watt. L’interno della lampada è ricoperto da unostrato di polvere fluorescente cui viene aggiunto mercurio a bassa pressione. La radiazione visibile è determinata dall’emissione di radiazioni ultraviolette del mercurio (emesse appena lalampada è inserita in rete) che reagiscono con lo strato fluorescente.

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MANUALE D'USO

COMPONENTE 2.6.11

MODALITA' D'USO CORRETTO

Tutte le eventuali operazioni, dopo aver tolto la tensione, devono essere effettuate con personale qualificato e dotato di idonei dispositivi di protezione individuali quali guanti e scarpeisolanti. Evitare di smontare le lampade quando sono ancora calde; una volta smontate le lampade esaurite queste vanno smaltite seguendo le prescrizioni fornite dalla normativa vigente econservate in luoghi sicuri per evitare danni alle persone in caso di rottura del bulbo di vetro.

ELEMENTO TECNOLOGICO 1.2.6

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.6 Elemento tecnologico Coperture piane

ELEMENTI COSTITUENTI

1.2.6.21 Strato di tenuta con membrane bituminose

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Lecoperture piane (o coperture continue) sono caratterizzate dalla presenza di uno strato di tenuta all'acqua, indipendentemente dalla pendenza della superficie di copertura, che non presentasoluzioni di continuità ed è composto da materiali impermeabili che posti all'esterno dell'elemento portante svolgono la funzione di barriera alla penetrazione di acque meteoriche.L'organizzazione e la scelta dei vari strati funzionali nei diversi schemi di funzionamento della copertura consente di definire la qualità della copertura e soprattutto i requisiti prestazionali.Gli elementi e i strati funzionali si possono raggruppare in:a) elemento di collegamento; b) elemento di supporto; c) elemento di tenuta; d) elemento portante; e) elemento isolante; f) strato di barriera al vapore; g) strato di continuità; h) strato delladiffusione del vapore; i) strato di imprimitura; l) strato di ripartizione dei carichi; m) strato di pendenza; n) strato di pendenza; o) strato di protezione; p) strato di separazione o scorrimento;q) strato di tenuta all'aria; r) strato di ventilazione; s) strato drenante; t) strato filtrante.

COMPONENTE 1.2.6.21

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE

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MANUALE D'USO

COMPONENTE 1.2.6.21

IDENTIFICAZIONE

1.2.6 Elemento tecnologico Coperture piane1.2.6.21 Componente Strato di tenuta con membrane bituminose

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Le membrane bituminose sono costituite da bitume selezionato e da armature, quali feltri, tessuti, laminati, fibre naturali. Esse consentono di ovviare in parte agli inconvenienti causatidall'esposizione diretta dell'impermeabilizzazione alle diverse condizioni climatiche. Le membrane bituminose si presentano sottoforma di rotoli di dimensioni di 1 x 10 metri con spessorevariabile intorno ai 2 - 5 mm. In generale lo strato di tenuta ha il compito di conferire alla copertura la necessaria impermeabilità all'acqua meteorica secondo l'uso previsto, proteggendo, nelcontempo, gli strati della copertura che non devono venire a contatto con l'acqua, resistendo alle sollecitazioni fisiche, meccaniche, chimiche indotte dall'ambiente esterno (vento, pioggia,neve, grandine, ecc.). Nelle coperture continue la funzione di tenuta è garantita dalle caratteristiche intrinseche dei materiali costituenti (manti impermeabili). In alcuni casi lo strato puòavere anche funzioni di protezione (manti autoprotetti) e di barriera al vapore (per le coperture rovesce).

MODALITA' D'USO CORRETTO

Nelle coperture continue l'utente dovrà provvedere al controllo della tenuta della guaina, ove ispezionabile, in corrispondenza di pluviali e nei punti di discontinuità della guaina. Inparticolare è opportuno controllare le giunzioni, i risvolti, ed eventuali scollamenti di giunti e fissaggi. Controllare inoltre l'assenza di depositi e ristagni d'acqua. Il rinnovo del mantoimpermeabile può avvenire mediante inserimento di strati di scorrimento a caldo. Invece il rifacimento completo del manto impermeabile comporta la rimozione del vecchio manto e la posadei nuovi strati.

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

C 1.2.6.21.1 Controllare la tenuta della guaina, ove ispezionabile, in corrispondenza di lucernari, botole, pluviali, in genere, e nei punti didiscontinuità della guaina. Controllare l'assenza di anomalie (fessurazioni, bolle, scorrimenti, distacchi, ecc.) Controllo dellegiunzioni, dei risvolti, di eventuali scollamenti di giunti e fissaggi. Controllare l'assenza di depositi e ristagni d'acqua.

Specializzati vari

ELEMENTO TECNOLOGICO 1.2.4

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE

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MANUALE D'USO

ELEMENTO TECNOLOGICO 1.2.4

IDENTIFICAZIONE

1.2.4 Elemento tecnologico Infissi esterni

ELEMENTI COSTITUENTI

3.1.4.8 Serramenti in materie plastiche (PVC)

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Gli infissi esterni fanno parte del sistema chiusura del sistema tecnologico. Il loro scopo è quello di soddisfare i requisiti di benessere quindi di permettere l'illuminazione e la ventilazionenaturale degli ambienti, garantendo inoltre le prestazioni di isolamento termico-acustico. Gli infissi offrono un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale che per tipo di apertura.

COMPONENTE 3.1.4.8

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.4 Elemento tecnologico Infissi esterni3.1.4.8 Componente Serramenti in materie plastiche (PVC)

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Si tratta di infissi in plastica realizzati in PVC (ossia in polivinilcloruro) mediante processo di estrusione. I telai sono realizzati mediante giunzioni meccaniche o con saldature a piastra caldadei profili. Per la modesta resistenza meccanica del materiale gli infissi vengono realizzati a sezioni con più camere e per la chiusura di luci elevate si fa ricorso a rinforzi con profilati diacciaio. I principali vantaggi dei serramenti in PVC sono la resistenza agli agenti aggressivi e all'umidità, la leggerezza, l'imputrescibilità, l'elevata coibenza termica. Difficoltà invecenell'impiego riguarda nel comportamento alle variazioni di temperature e conseguentemente alle dilatazioni; si sconsigliano infatti profilati in colori scuri. Si possono ottenere anche effettolegno mediante l'incollaggio a caldo di un film acrilico sui profilati.

MODALITA' D'USO CORRETTO

E' necessario provvedere alla manutenzione periodica degli infissi in particolare alla rimozione di residui che possono compromettere guarnizioni e sigillature e alla regolazione degli organi

studio arch. Marchese Daniele piazza D. Moro 2/3 33057 Morsano al Tagliamento PN

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MANUALE D'USO

COMPONENTE 3.1.4.8

MODALITA' D'USO CORRETTO

di manovra. Per le operazioni più specifiche rivolgersi a personale tecnico specializzato.

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

C3.1.4.8.19 Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. SerramentistaC3.1.4.8.20 Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo dei giochi e planarità delle parti. Serramentista (Metalli

e materie plastiche)C3.1.4.8.22 Controllo della loro funzionalità. Serramentista (Metalli

e materie plastiche)C3.1.4.8.23 Controllo del corretto funzionamento. Serramentista (Metalli

e materie plastiche)C3.1.4.8.24 Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con

finestra aperta e controllo dei movimenti delle aste di chiusure.Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.25 Controllo dello stato di conservazione e comunque del grado di usura delle parti in vista. Controllo delle cerniere e dei fissaggi allaparete.

Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.27 Controllo della loro funzionalità. Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.30 Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare la presenza di depositi o sporco. Verifica di assenza dianomalie e/o difetti (rottura, depositi, macchie, ecc.).

Serramentista (Metalli e materie plastiche)

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I3.1.4.8.1 Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento. Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.2 Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento. Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.3 Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. GenericoI3.1.4.8.4 Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi. GenericoI3.1.4.8.5 Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni. GenericoI3.1.4.8.6 Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, delle battute. Pulizia del

telaio fisso con detergenti non aggressivi.Generico

I3.1.4.8.7 Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi. Generico

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MANUALE D'USO

COMPONENTE 3.1.4.8

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I3.1.4.8.8 Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi. GenericoI3.1.4.8.9 Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. GenericoI3.1.4.8.10 Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura. Serramentista (Metalli

e materie plastiche)

ELEMENTO TECNOLOGICO 2.11

IDENTIFICAZIONE

2 Opera IMPIANTI TECNOLOGICI2.11 Elemento tecnologico Impianto di smaltimento acque reflue

ELEMENTI COSTITUENTI

2.11.4 Pozzetti e caditoie

CLASSI OMOGENEE

SP.01 Scomposizione spaziale dell'opera Parti interrate

DESCRIZIONE

L'impianto di smaltimento acque reflue è l'insieme degli elementi tecnici aventi funzione di eliminare le acque usate e di scarico dell'impianto idrico sanitario e convogliarle verso le retiesterne di smaltimento. Gli elementi dell'impianto di smaltimento delle acque reflue devono essere autopulibili per assicurare la funzionalità dell'impianto evitando la formazione di depositisul fondo dei condotti e sulle pareti delle tubazioni. Al fine di concorre ad assicurare i livelli prestazionali imposti dalla normativa per il controllo del rumore è opportuno dimensionare letubazioni di trasporto dei fluidi in modo che la velocità di tali fluidi non superi i limiti imposti dalla normativa.

COMPONENTE 2.11.4

IDENTIFICAZIONE

2 Opera IMPIANTI TECNOLOGICI2.11 Elemento tecnologico Impianto di smaltimento acque reflue2.11.4 Componente Pozzetti e caditoie

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MANUALE D'USO

COMPONENTE 2.11.4

CLASSI OMOGENEE

SP.01 Scomposizione spaziale dell'opera Parti interrate

DESCRIZIONE

I pozzetti sono dei dispositivi di scarico la cui sommità è costituita da un chiusino o da una griglia e destinati a ricevere le acque reflue attraverso griglie o attraverso tubi collegati alpozzetto. I pozzetti e le caditoie hanno la funzione di convogliare nella rete fognaria, per lo smaltimento, le acque di scarico usate e/o meteoriche provenienti da più origini (strade, pluviali,ecc.).

MODALITA' D'USO CORRETTO

Controllare la funzionalità dei pozzetti, delle caditoie ed eliminare eventuali depositi e detriti di foglie ed altre ostruzioni che possono compromettere il corretto deflusso delle acquemeteoriche. È necessario verificare e valutare la prestazione dei pozzetti e delle caditoie durante la realizzazione dei lavori, al termine dei lavori e anche durante la vita del sistema. Leverifiche e le valutazioni comprendono:- prova di tenuta all'acqua;- prova di tenuta all'aria;- prova di infiltrazione;- esame a vista;- valutazione della portata in condizioni di tempo asciutto;- tenuta agli odori.Un ulteoriore controllo può essere richiesto ai produttori facendo verificare alcuni elementi quali l'aspetto, le dimensioni, i materiali, la classificazione in base al carico.

ELEMENTO TECNOLOGICO 9.3

IDENTIFICAZIONE

5 Opera OPERE STRADALI9.3 Elemento tecnologico Aree per viabilità interna

ELEMENTI COSTITUENTI

9.3.8 Pavimentazione pedonale in lastre di pietra

CLASSI OMOGENEE

SP.02 Scomposizione spaziale dell'opera Piano di campagna o stradale

DESCRIZIONE

Le aree pedonali insieme ai marciapiedi costituiscono quei percorsi pedonali che possono essere adiacenti alle strade veicolari oppure autonomi rispetto alla rete viaria. Essi vengono previstiper raccordare funzioni tra loro correlate (residenze, scuole, attrezzature di interesse comune, ecc.).

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MANUALE D'USO

COMPONENTE 9.3.8

IDENTIFICAZIONE

5 Opera OPERE STRADALI9.3 Elemento tecnologico Aree per viabilità interna9.3.8 Componente Pavimentazione pedonale in lastre di pietra

CLASSI OMOGENEE

SP.02 Scomposizione spaziale dell'opera Piano di campagna o stradale

DESCRIZIONE

Per le pavimentazioni esterne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade oltre che per fattori estetici per la elevata resistenzaall'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc.variano anch'essi in funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo, a meno di ambienti particolarmente sfavorevoli, i graniti; i travertini. Le pietre:cubetti di porfido; blocchi di basalto; lastre di ardesia; lastre di quarzite. Vi sono inoltre i marmi-cemento; le marmette e marmettoni; i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanzasemplice ed avviene per i rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla.

MODALITA' D'USO CORRETTO

Controllare periodicamente l'integrità delle superfici del rivestimento attraverso valutazioni visive mirate a riscontrare anomalie evidenti. Comunque affinché tali controlli risultino efficaciaffidarsi a personale tecnico con esperienza.

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I9.3.8.2 Pulizia delle parti superficiali, rimozione di macchie, depositi e sporco mediante spazzolatura e lavaggio con acqua e soluzioniadatte al tipo di rivestimento.

PavimentistaGenerico

ELEMENTO TECNOLOGICO 10.1

IDENTIFICAZIONE

10 Opera DOTAZIONI DI SICUREZZA PER LA MANUTENZIONE10.1 Elemento tecnologico Sistemi anticaduta a trattenuta

ELEMENTI COSTITUENTI

10.1.2 Dispositivo di ancoraggio

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MANUALE D'USO

ELEMENTO TECNOLOGICO 10.1

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Dispositivo contro le cadute dall’alto destinato ad essere utilizzato esclusivamente con dispositivi di protezione individuale (D.P.I.)

COMPONENTE 10.1.2

IDENTIFICAZIONE

10 Opera DOTAZIONI DI SICUREZZA PER LA MANUTENZIONE10.1 Elemento tecnologico Sistemi anticaduta a trattenuta10.1.2 Componente Dispositivo di ancoraggio

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Bi- ancoraggio puntuale in alluminio in classe A1 conforme alla norma UNI-EN795.Sistema di ancoraggio mediante due barre filettate M12, interasse 100 mm e resina chimica epossidica bi-componente.

MODALITA' D'USO CORRETTO

Controllo periodico delle parti in vista finalizzato alla ricerca di anomalie

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

C10.1.2.3 Verifica della loro stabilità e del corretto serraggio. Tecnici di livello superiore

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IV. MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE

ELEMENTO TECNOLOGICO 1.3

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.1 Classe di unità tecnologica STRUTTURE1.3 Elemento tecnologico Strutture in elevazione in c.a.

ELEMENTI COSTITUENTI

1.3.2 Pareti1.3.4 Solette

CLASSI OMOGENEE

SP.01 Scomposizione spaziale dell'opera Parti interrateSP.03 Parti aeree

DESCRIZIONE

Si definiscono strutture in elevazione gli insiemi degli elementi tecnici del sistema edilizio aventi la funzione di resistere alle azioni di varia natura agenti sulla parte di costruzione fuoriterra, trasmettendole alle strutture di fondazione e quindi al terreno. In particolare le strutture verticali sono costituite dagli elementi tecnici con funzione di sostenere i carichi agenti,trasmettendoli verticalmente ad altre parti aventi funzione strutturale e ad esse collegate. Le strutture in c.a. permettono di realizzare una connessione rigida fra elementi, in funzione dellacontinuità della sezione ottenuta con un getto monolitico.

COMPONENTE 1.3.2

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.1 Classe di unità tecnologica STRUTTURE1.3 Elemento tecnologico Strutture in elevazione in c.a.1.3.2 Componente Pareti

CLASSI OMOGENEE

SP.01 Scomposizione spaziale dell'opera Parti interrateSP.03 Parti aeree

DESCRIZIONE

Le pareti sono elementi architettonici verticali, formati da volumi piani con spessore ridotto rispetto alla lunghezza e alla larghezza. Possono avere andamenti rettilineo e/o con geometrie

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 1.3.2

DESCRIZIONE

diverse. In generale le pareti delimitano confini verticali di ambienti. Inoltre le pareti di un edificio si possono classificare in:- pareti portanti, che sostengono e scaricano a terra il peso dellecostruzioni (in genere quelle perimetrali, che delimitano e separano gli ambienti interni da quelli esterni).- pareti non portanti (che sostengono soltanto il peso proprio).

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi ehanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento adiverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.

Cavillature superfici Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.Corrosione Decadimento delle armature metalliche all'interno del calcestruzzo a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente

(ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.).Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento.Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati

dalla loro sede.Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del

manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso ildistacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essereutilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (causechimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,generalmente causata dagli effetti del gelo.

Esposizione dei ferri di armatura Distacchi ed espulsione di parte del calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura dovuta a fenomeni dicorrosione delle armature metalliche per l'azione degli agenti atmosferici.

Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufattodovute a fenomeni di ritiro del calcestruzzo e/o altri eventi.

Lesioni Si manifestano con l'interruzione delle superfici dell'elemento strutturale. Le caratteristiche, l'andamento, l'ampiezza necaratterizzano l'importanza e il tipo.

Mancanza Caduta e perdita di parti del materiale del manufatto.Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben

riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 1.3.2

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I1.3.2.1 Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difettoaccertato.

Muratore € 200,00

I1.3.2.1 - Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato.

N.R. ARTICOLO DESCRIZIONE E COMPUTO U.M. QUANTITÀ PREZZO IMPORTO

1 01 Ripristini di perdite di materiale strutturale con rimozione delle parti degradate e risarcitura con malteprestazionali previa eventuale passivazione del ferro d'armatura % 1,00 € 200,00 € 200,00Totale € 200,00

COMPONENTE 1.3.4

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.1 Classe di unità tecnologica STRUTTURE1.3 Elemento tecnologico Strutture in elevazione in c.a.1.3.4 Componente Solette

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Si tratta di elementi orizzontali e inclinati interamente in cemento armato. Offrono un'ottima resistenza alle alte temperature ed inoltre sono capaci di sopportare carichi elevati anche per lucinotevoli. Pertanto trovano maggiormente il loro impiego negli edifici industriali, depositi, ecc. ed in quei locali dove sono previsti forti carichi accidentali (superiori ai 600 kg/m2). Possonoessere utilizzati sia su strutture di pilastri e travi anch'essi in c.a. che su murature ordinarie.

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Alveolizzazione Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forme e dimensioni variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 1.3.4

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento adiverticoli si può usare il termine alveolizzazione a cariatura.

Cavillature superfici Sottile trama di fessure sulla superficie del calcestruzzo.Corrosione Decadimento delle armature metalliche all'interno del calcestruzzo a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente

(ossigeno, acqua, anidride carbonica, ecc.).Deformazioni e spostamenti Deformazioni e spostamenti dovuti a cause esterne che alterano la normale configurazione dell'elemento.Disgregazione Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.Distacco Disgregazione e distacco di parti notevoli del materiale che può manifestarsi anche mediante espulsione di elementi prefabbricati

dalla loro sede.Efflorescenze Formazione di sostanze, generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o polverulento o filamentoso, sulla superficie del

manufatto. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvolta avvenire all'interno del materiale provocando spesso ildistacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.

Erosione superficiale Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essereutilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (causechimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).

Esfoliazione Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più strati superficiali subparalleli fra loro,generalmente causata dagli effetti del gelo.

Esposizione dei ferri di armatura Distacchi ed espulsione di parte del calcestruzzo (copriferro) e relativa esposizione dei ferri di armatura dovuta a fenomeni dicorrosione delle armature metalliche per l'azione degli agenti atmosferici.

Fessurazioni Presenza di rotture singole, ramificate, ortogonale o parallele all'armatura che possono interessare l'intero spessore del manufattodovute a fenomeni di ritiro del calcestruzzo e/o altri eventi.

Lesioni Si manifestano con l'interruzione delle superfici dell'elemento strutturale. Le caratteristiche, l'andamento, l'ampiezza necaratterizzano l'importanza e il tipo.

Penetrazione di umidità Comparsa di macchie di umidità dovute all'assorbimento di acqua.Polverizzazione Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea dei materiali sotto forma di polvere o granuli.Rigonfiamento Variazione della sagoma che interessa l’intero spessore del materiale e che si manifesta soprattutto in elementi lastriformi. Ben

riconoscibile essendo dato dal tipico andamento “a bolla” combinato all’azione della gravità.Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli degli elementi in calcestruzzo.

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

C1.3.4.3 Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti dell'elemento strutturale dovuti a cause esterne che ne alterano la normaleconfigurazione.

Tecnici di livello superiore

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 1.3.4

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I1.3.4.1 Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difettoaccertato.

Specializzati vari € 200,00

I1.3.4.1 - Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle cause del difetto accertato.

N.R. ARTICOLO DESCRIZIONE E COMPUTO U.M. QUANTITÀ PREZZO IMPORTO

1 01 Ripristini di perdite di materiale strutturale con rimozione delle parti degradate e risarcitura con malteprestazionali previa eventuale passivazione del ferro d'armatura % 1,00 € 200,00 € 200,00Totale € 200,00

ELEMENTO TECNOLOGICO 3.1.12

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE3.1.12 Elemento tecnologico Coperture inclinate

ELEMENTI COSTITUENTI

3.1.12.10 Strato di tenuta in lastre di alluminio

DESCRIZIONE

Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Lecoperture inclinate (coperture discontinue) sono caratterizzate dalle soluzioni di continuità dell'elemento di tenuta all'acqua e necessitano per un corretto funzionamento di una pendenzaminima del piano di posa che dipende dai componenti utilizzati e dal clima di riferimento. L'organizzazione e la scelta dei vari strati funzionali nei diversi schemi di funzionamento dellacopertura consente di definire la qualità della copertura e soprattutto i requisiti prestazionali. Gli elementi e i strati funzionali si possono raggruppare in:- elemento di collegamento;- elemento di supporto;- elemento di tenuta;- elemento portante;- elemento isolante;- strato di barriera al vapore;- strato di ripartizione dei carichi;- strato di protezione;- strato di tenutaall'aria;- strato di ventilazione

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 3.1.12.10

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE3.1.12 Elemento tecnologico Coperture inclinate3.1.12.10 Componente Strato di tenuta in lastre di alluminio

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Esso è caratterizzato da soluzioni di continuità dell'elemento di tenuta all'acqua. La funzione è legata alla pendenza minima del piano di posa che varia a secondo dei componenti impiegati edal clima.

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Alterazioni cromatiche Presenza di macchie con conseguente variazione della tonalità dei colori e scomparsa del colore originario.Corrosione Corrosione degli elementi metallici in seguito all'azione di agenti aggressivi.Deformazione Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.Deliminazione e scagliatura Disgregazione in scaglie delle superfici.Deposito superficiale Accumulo di materiale e di incrostazioni di diversa consistenza, spessore e aderenza diversa.Difetti di ancoraggio, di raccordo, di sovrapposizione, di assemblaggio

Difetti nella posa degli elementi costituenti il manto di copertura con conseguente errata sovrapposizione degli stessi e rischio diinfiltrazioni di acqua piovana.

Disgregazione Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi.Dislocazione di elementi Spostamento degli elementi costituenti il manto di copertura dalla posizione di origine.Distacco Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.Efflorescenze Formazione cristalline sulle superfici, di colore biancastro, di sali solubili.Errori di pendenza Errore nel calcolo della pendenza (la determinazione in gradi, o in percentuale, rispetto al piano orizzontale di giacitura delle falde)

rispetto alla morfologia del tetto, alla lunghezza di falda (per tetti a falda), alla scabrosità dei materiali, all'area geografica diriferimento. Insufficiente deflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse.

Fessurazioni, microfessurazioni Incrinature localizzate interessanti lo spessore degli elementi.Mancanza elementi Assenza di elementi della copertura.Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La

patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.Penetrazione e ristagni d'acqua Comparsa di macchie da umidità e/o gocciolamento localizzato in prossimità del soffitto e negli angoli per cause diverse quali:

invecchiamento dello strato impermeabilizzante con rottura della guaina protettiva; rottura o spostamenti degli elementi di

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 3.1.12.10

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

copertura; ostruzione delle linee di deflusso acque meteoriche.Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante in prossimità di superfici o giunti degradati.Rottura Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I3.1.12.10.2 Ripristino degli elementi di copertura e loro sostituzione se danneggiati con elementi analoghi. Corretto riposizionamento secondo lagiusta sovrapposizione. Ripristino degli strati protettivi inferiori.

Specializzati vari

ELEMENTO TECNOLOGICO 2.7

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.7 Elemento tecnologico Impianto di distribuzione acqua fredda e calda

ELEMENTI COSTITUENTI

2.7.1 Apparecchi sanitari e rubinetteria

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

L'impianto di distribuzione dell'acqua fredda e calda consente l'utilizzazione di acqua nell'ambito degli spazi interni del sistema edilizio o degli spazi esterni connessi. L'impianto ègeneralmente costituito dai seguenti elementi tecnici: a) allacciamenti, che hanno la funzione di collegare la rete principale (acquedotto) alle reti idriche d'utenza; b) macchine idrauliche,che hanno la funzione di controllare sia le caratteristiche fisico-chimiche, microbiologiche, ecc. dell'acqua da erogare sia le condizioni di pressione per la distribuzione in rete; c) accumuli,che assicurano una riserva idrica adeguata alle necessità degli utenti consentendo il corretto funzionamento delle macchine idrauliche e/o dei riscaldatori; e) riscaldatori, che hanno lafunzione di elevare la temperatura dell'acqua fredda per consentire di soddisfare le necessità degli utenti; f) reti di distribuzione acqua fredda e/o calda, aventi la funzione di trasportarel'acqua fino ai terminali di erogazione; g) reti di ricircolo dell'acqua calda, che hanno la funzione di mantenere in costante circolazione l'acqua calda in modo da assicurarne l'erogazionealla temperatura desiderata; h) apparecchi sanitari che consentono agli utenti di utilizzare acqua calda e/o fredda per soddisfare le proprie esigenze.

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 2.7.1

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.7 Elemento tecnologico Impianto di distribuzione acqua fredda e calda2.7.1 Componente Apparecchi sanitari e rubinetteria

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Gli apparecchi sanitari sono quegli elementi dell'impianto idrico che consentono agli utenti lo svolgimento delle operazioni connesse agli usi igienici e sanitari utilizzando acqua calda e/ofredda. Per utilizzare l'acqua vengono utilizzati rubinetti che mediante idonei dispositivi di apertura e chiusura consentono di stabilire la quantità di acqua da utilizzare. Tali dispositivipossono essere del tipo semplice cioè dotati di due manopole differenti per l'acqua fredda e per l'acqua calda oppure dotati di miscelatori che consentono di regolare con un unico comandola temperatura dell'acqua.

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Cedimenti Cedimenti delle strutture di sostegno degli apparecchi sanitari dovuti ad errori di posa in opera o a causa di atti vandalici.Corrosione Corrosione delle tubazioni di adduzione con evidenti segni di decadimento delle stesse evidenziato con cambio di colore e presenza

di ruggine in prossimità delle corrosioni.Difetti ai flessibili Perdite del fluido in prossimità dei flessibili dovute a errori di posizionamento o sconnessioni degli stessi.Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni.Difetti alle valvole Difetti di funzionamento delle valvole dovuti ad errori di posa in opera o al cattivo dimensionamento delle stesse.Incrostazioni Accumuli di materiale di deposito all'interno delle tubazioni ed in prossimità dei filtri che causano perdite o rotture delle tubazioni.Interruzione del fluido di alimentazione Interruzione dell'alimentazione principale dovuta ad un interruzione dell'ente erogatore/gestore.Scheggiature Scheggiature dello smalto di rivestimento degli apparecchi sanitari con conseguenti mancanze.

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

C 2.7.1.1 Verifica e sistemazione dell'ancoraggio dei sanitari e delle cassette a muro con eventuale sigillatura con silicone. IdraulicoC 2.7.1.2 Verifica della funzionalità di tutti gli scarichi ed eventuale sistemazione dei dispositivi non perfettamente funzionanti con

sostituzione delle parti non riparabili.Idraulico

C 2.7.1.3 Verifica della tenuta ed eventuale sostituzione dei flessibili di alimentazione. Idraulico

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 2.7.1

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

C 2.7.1.4 Verifica della tenuta di tutti gli scarichi effettuando delle sigillature o sostituendo le guarnizioni. IdraulicoC 2.7.1.5 Verifica, fissaggio, sistemazione ed eventuale sostituzione dei sedili coprivaso con altri simili e della stessa qualità. Idraulico

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I 2.7.1.1 Disostruzione meccanica degli scarichi senza rimozione degli apparecchi, mediante lo smontaggio dei sifoni, l'uso di aria inpressione o sonde flessibili.

Idraulico € 200,00

I 2.7.1.2 Rimozione di eventuale calcare sugli apparecchi sanitari con l'utilizzo di prodotti chimici. Idraulico

I 2.7.1.1 - Disostruzione meccanica degli scarichi senza rimozione degli apparecchi, mediante lo smontaggio dei sifoni, l'uso di aria in pressione o sonde flessibili.

N.R. ARTICOLO DESCRIZIONE E COMPUTO U.M. QUANTITÀ PREZZO IMPORTO

1 Manutenzione generale degli apparecchi sanitari % 1,00 € 200,00 € 200,00Totale € 200,00

ELEMENTO TECNOLOGICO 2.6

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.6 Elemento tecnologico Impianto di illuminazione

ELEMENTI COSTITUENTI

2.6.11 Lampade fluorescenti

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

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MANUALE DI MANUTENZIONE

ELEMENTO TECNOLOGICO 2.6

DESCRIZIONE

L'impianto di illuminazione consente di creare condizioni di visibilità negli ambienti. L'impianto di illuminazione deve consentire, nel rispetto del risparmio energetico, livello ed uniformitàdi illuminamento, limitazione dell'abbagliamento, direzionalità della luce, colore e resa della luce. E' costituito generalmente da: a) lampade ad incandescenza; b) lampade fluorescenti;c) lampade alogene; d) lampade compatte; e) lampade a scariche; f) lampade a ioduri metallici; g) lampade a vapore di mercurio; h) lampade a vapore di sodio; i) pali per ilsostegno dei corpi illuminanti.

COMPONENTE 2.6.11

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.6 Elemento tecnologico Impianto di illuminazione 2.6.11 Componente Lampade fluorescenti

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Durano mediamente più di quelle a incandescenza e, adoperando alimentatori adatti, hanno un’ottima efficienza luminosa fino a 100 lumen/watt. L’interno della lampada è ricoperto da unostrato di polvere fluorescente cui viene aggiunto mercurio a bassa pressione. La radiazione visibile è determinata dall’emissione di radiazioni ultraviolette del mercurio (emesse appena lalampada è inserita in rete) che reagiscono con lo strato fluorescente.

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Abbassamento livello di illuminazione Abbassamento del livello di illuminazione dovuto ad usura delle lampadine, ossidazione dei deflettori, impolveramento dellelampadine.

Avarie Possibili avarie dovute a corto circuiti degli apparecchi, usura degli accessori, apparecchi inadatti.Difetti agli interruttori Difetti agli interruttori magnetotermici e differenziali dovuti all'eccessiva polvere presente all'interno delle connessioni o alla

presenza di umidità ambientale o di condensa.

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 2.6.11

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

C 2.6.11.1 Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Elettricista

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I 2.6.11.1 Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Nelcaso delle lampade fluorescenti si prevede una durata di vita media pari a 7500 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione.(Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada circa ogni 40 mesi)

Elettricista € 50,00

I 2.6.11.1 - Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dal produttore. Nel caso delle lampade fluorescenti si prevedeuna durata di vita media pari a 7500 h sottoposta a tre ore consecutive di accensione. (Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione della lampada circaogni 40 mesi)

N.R. ARTICOLO DESCRIZIONE E COMPUTO U.M. QUANTITÀ PREZZO IMPORTO

1 30 Sostituzione sorgenti luminose per mancato funzionamento % 1,00 € 50,00 € 50,00Totale € 50,00

ELEMENTO TECNOLOGICO 1.2.6

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.6 Elemento tecnologico Coperture piane

ELEMENTI COSTITUENTI

1.2.6.21 Strato di tenuta con membrane bituminose

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

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MANUALE DI MANUTENZIONE

ELEMENTO TECNOLOGICO 1.2.6

DESCRIZIONE

Insieme degli elementi tecnici orizzontali o suborizzontali del sistema edilizio aventi funzione di separare gli spazi interni del sistema edilizio stesso dallo spazio esterno sovrastante. Lecoperture piane (o coperture continue) sono caratterizzate dalla presenza di uno strato di tenuta all'acqua, indipendentemente dalla pendenza della superficie di copertura, che non presentasoluzioni di continuità ed è composto da materiali impermeabili che posti all'esterno dell'elemento portante svolgono la funzione di barriera alla penetrazione di acque meteoriche.L'organizzazione e la scelta dei vari strati funzionali nei diversi schemi di funzionamento della copertura consente di definire la qualità della copertura e soprattutto i requisiti prestazionali.Gli elementi e i strati funzionali si possono raggruppare in:a) elemento di collegamento; b) elemento di supporto; c) elemento di tenuta; d) elemento portante; e) elemento isolante; f) strato di barriera al vapore; g) strato di continuità; h) strato delladiffusione del vapore; i) strato di imprimitura; l) strato di ripartizione dei carichi; m) strato di pendenza; n) strato di pendenza; o) strato di protezione; p) strato di separazione o scorrimento;q) strato di tenuta all'aria; r) strato di ventilazione; s) strato drenante; t) strato filtrante.

COMPONENTE 1.2.6.21

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.6 Elemento tecnologico Coperture piane1.2.6.21 Componente Strato di tenuta con membrane bituminose

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Le membrane bituminose sono costituite da bitume selezionato e da armature, quali feltri, tessuti, laminati, fibre naturali. Esse consentono di ovviare in parte agli inconvenienti causatidall'esposizione diretta dell'impermeabilizzazione alle diverse condizioni climatiche. Le membrane bituminose si presentano sottoforma di rotoli di dimensioni di 1 x 10 metri con spessorevariabile intorno ai 2 - 5 mm. In generale lo strato di tenuta ha il compito di conferire alla copertura la necessaria impermeabilità all'acqua meteorica secondo l'uso previsto, proteggendo, nelcontempo, gli strati della copertura che non devono venire a contatto con l'acqua, resistendo alle sollecitazioni fisiche, meccaniche, chimiche indotte dall'ambiente esterno (vento, pioggia,neve, grandine, ecc.). Nelle coperture continue la funzione di tenuta è garantita dalle caratteristiche intrinseche dei materiali costituenti (manti impermeabili). In alcuni casi lo strato puòavere anche funzioni di protezione (manti autoprotetti) e di barriera al vapore (per le coperture rovesce).

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Alterazioni superficiali Presenza di erosioni con variazione della rugosità superficiale.Deformazione Cambiamento della forma iniziale con imbarcamento degli elementi e relativa irregolarità della sovrapposizione degli stessi.Degrado chimico - fisico Fenomeni di invecchiamento, disgregazione e ossidazione a carico delle superfici degli strati di tenuta.

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 1.2.6.21

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Deliminazione e scagliatura Disgregazione in scaglie delle superfici.Deposito superficiale Accumulo di materiale e di incrostazioni di diversa consistenza, spessore e aderenza diversa.Difetti di ancoraggio, di raccordo, di sovrapposizione, di assemblaggio

Difetti nella posa degli elementi costituenti il manto di copertura con conseguente errata sovrapposizione degli stessi e rischio diinfiltrazioni di acqua piovana.

Disgregazione Disgregazione della massa con polverizzazione degli elementi.Dislocazione di elementi Spostamento degli elementi costituenti il manto di copertura dalla posizione di origine.Distacco Distacco degli elementi dai dispositivi di fissaggio e relativo scorrimento.Distacco dei risvolti Fenomeni di distacco dei risvolti verticali perimetrali e dei sormonti delle guaine e relative infiltrazioni di acqua nelle parti

sottostanti del manto.Efflorescenze Formazione cristalline sulle superfici, di colore biancastro, di sali solubili.Errori di pendenza Errore nel calcolo della pendenza (la determinazione in gradi, o in percentuale, rispetto al piano orizzontale di giacitura delle falde)

rispetto alla morfologia del tetto, alla lunghezza di falda (per tetti a falda), alla scabrosità dei materiali, all'area geografica diriferimento. Insufficiente deflusso delle acque con conseguente ristagno delle stesse.

Fessurazioni, microfessurazioni Incrinature localizzate interessanti lo spessore degli elementi.Imbibizione Assorbimento di acqua nella composizione porosa dei materiali.Incrinature Incrinature, corrugamenti, lacerazioni e conseguenti rotture della membrana.Infragilimento e porosizzazione della membrana Infragilimento della membrana con conseguente perdita di elasticità e rischio di rottura.Mancanza elementi Assenza di elementi della copertura.Patina biologica Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La

patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio.Penetrazione e ristagni d'acqua Comparsa di macchie da umidità e/o gocciolamento localizzato in prossimità del soffitto e negli angoli per cause diverse quali:

invecchiamento dello strato impermeabilizzante con rottura della guaina protettiva; rottura o spostamenti degli elementi dicopertura; ostruzione delle linee di deflusso acque meteoriche.

Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali

Presenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficiali a carico degli strati impermeabilizzanti per vetustà degli elementi oper evento esterno (alte temperature, grandine, urti, ecc.).

Presenza di vegetazione Presenza di vegetazione caratterizzata dalla formazione di licheni, muschi e piante in prossimità di superfici o giunti degradati.Rottura Rottura degli elementi costituenti il manto di copertura.Scollamenti tra membrane, sfaldature Scollamento delle membrane e sfaldature delle stesse con localizzazione di aree disconnesse dallo strato inferiore e relativo

innalzamento rispetto al piano di posa originario. In genere per posa in opera errata o per vetustà degli elementi.Sollevamenti Formazione di pieghe e microfessurazioni causate da sollevamenti e ondulazioni del manto.

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 1.2.6.21

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I 1.2.6.21.1 Rinnovo del manto impermeabile posto in semiaderenza, anche localmente, mediante inserimento di strati di scorrimento a caldo.Rifacimento completo del manto mediante rimozione del vecchio manto se gravemente danneggiato.

Specializzati vari € 280,00

I 1.2.6.21.1 - Rinnovo del manto impermeabile posto in semiaderenza, anche localmente, mediante inserimento di strati di scorrimento a caldo. Rifacimento completo del manto medianterimozione del vecchio manto se gravemente danneggiato.

N.R. ARTICOLO DESCRIZIONE E COMPUTO U.M. QUANTITÀ PREZZO IMPORTO

1 Riparazione manto o rifacimento manto mq 14,00 € 20,00 € 280,00Totale € 280,00

ELEMENTO TECNOLOGICO 1.2.4

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.4 Elemento tecnologico Infissi esterni

ELEMENTI COSTITUENTI

3.1.4.8 Serramenti in materie plastiche (PVC)

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Gli infissi esterni fanno parte del sistema chiusura del sistema tecnologico. Il loro scopo è quello di soddisfare i requisiti di benessere quindi di permettere l'illuminazione e la ventilazionenaturale degli ambienti, garantendo inoltre le prestazioni di isolamento termico-acustico. Gli infissi offrono un'ampia gamma di tipologie diverse sia per materiale che per tipo di apertura.

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 3.1.4.8

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.4 Elemento tecnologico Infissi esterni3.1.4.8 Componente Serramenti in materie plastiche (PVC)

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Si tratta di infissi in plastica realizzati in PVC (ossia in polivinilcloruro) mediante processo di estrusione. I telai sono realizzati mediante giunzioni meccaniche o con saldature a piastra caldadei profili. Per la modesta resistenza meccanica del materiale gli infissi vengono realizzati a sezioni con più camere e per la chiusura di luci elevate si fa ricorso a rinforzi con profilati diacciaio. I principali vantaggi dei serramenti in PVC sono la resistenza agli agenti aggressivi e all'umidità, la leggerezza, l'imputrescibilità, l'elevata coibenza termica. Difficoltà invecenell'impiego riguarda nel comportamento alle variazioni di temperature e conseguentemente alle dilatazioni; si sconsigliano infatti profilati in colori scuri. Si possono ottenere anche effettolegno mediante l'incollaggio a caldo di un film acrilico sui profilati.

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Alterazione cromatica Alterazione che si può manifestare attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta, chiarezza,saturazione. Può evidenziarsi in modo localizzato o in zone più ampie diversamente a secondo delle condizioni.

Bolla Rigonfiamento della pellicola causato spesso da eccessive temperatura.Condensa superficiale Formazione di condensa sulle superfici interne dei telai in prossimità di ponti termici.Corrosione Decadimento dei materiali metallici a causa della combinazione con sostanze presenti nell'ambiente (ossigeno, acqua, anidride

carbonica, ecc.).Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dei profili e degli elementi di tamponamento per fenomeni di ritiro quali imbarcamento,

svergolamento, ondulazione.Degrado degli organi di manovra Degrado degli organi di manovra a causa di processi di ossidazione delle parti metalliche ed in particolare di quelle di manovra.

Deformazione e relativa difficoltà di movimentazione degli organi di apertura-chiusura.Degrado delle guarnizioni Distacchi delle guarnizioni, perdita di elasticità e loro fessurazione.Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei quali: microrganismi, residui organici, ecc. di spessore variabile,

poco coerente e poco aderente al materiale sottostante.Frantumazione Riduzione della lastra di vetro in frammenti per cause traumatiche.Macchie Pigmentazione accidentale e localizzata della superficie.Non ortogonalità La ortogonalità dei telai mobili rispetto a quelli fissi dovuta generalmente per la mancanza di registrazione periodica dei fissaggi.Perdita di materiale Mancanza di parti e di piccoli elementi in seguito ad eventi traumatici.

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 3.1.4.8

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Perdita trasparenza Perdita di trasparenza ed aumento della fragilità del vetro a causa dell'azione di agenti esterni.Rottura degli organi di manovra Rottura degli elementi di manovra con distacco dalle sedi originarie di maniglie, cerniere, aste, ed altri meccanismi.

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

C3.1.4.8.21 Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delle guarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo delcorretto inserimento nelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delle guarnizioni.

Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.26 Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.28 Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllo dell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaioal vano ed al controtelaio al muro e dei blocchetti di regolazione.

Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.29 Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. Serramentista (Metalli e materie plastiche)

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I3.1.4.8.11 Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta. Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.12 Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimento nelle appositesedi delle cerniere.

Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.13 Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La verificadell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica.

Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.14 Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti di regolazione e fissaggiotramite cacciavite.

Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.15 Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.16 Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori e lubrificazione degli snodi. Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.17 Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi. Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.18 Sostituzione dell'infisso e del controtelaio mediante smontaggio e posa del nuovo serramento mediante l'impiego di tecniche di Serramentista (Metalli

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 3.1.4.8

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso. e materie plastiche)

ELEMENTO TECNOLOGICO 2.11

IDENTIFICAZIONE

2 Opera IMPIANTI TECNOLOGICI2.11 Elemento tecnologico Impianto di smaltimento acque reflue

ELEMENTI COSTITUENTI

2.11.4 Pozzetti e caditoie

CLASSI OMOGENEE

SP.01 Scomposizione spaziale dell'opera Parti interrate

DESCRIZIONE

L'impianto di smaltimento acque reflue è l'insieme degli elementi tecnici aventi funzione di eliminare le acque usate e di scarico dell'impianto idrico sanitario e convogliarle verso le retiesterne di smaltimento. Gli elementi dell'impianto di smaltimento delle acque reflue devono essere autopulibili per assicurare la funzionalità dell'impianto evitando la formazione di depositisul fondo dei condotti e sulle pareti delle tubazioni. Al fine di concorre ad assicurare i livelli prestazionali imposti dalla normativa per il controllo del rumore è opportuno dimensionare letubazioni di trasporto dei fluidi in modo che la velocità di tali fluidi non superi i limiti imposti dalla normativa.

COMPONENTE 2.11.4

IDENTIFICAZIONE

2 Opera IMPIANTI TECNOLOGICI2.11 Elemento tecnologico Impianto di smaltimento acque reflue2.11.4 Componente Pozzetti e caditoie

CLASSI OMOGENEE

SP.01 Scomposizione spaziale dell'opera Parti interrate

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 2.11.4

DESCRIZIONE

I pozzetti sono dei dispositivi di scarico la cui sommità è costituita da un chiusino o da una griglia e destinati a ricevere le acque reflue attraverso griglie o attraverso tubi collegati alpozzetto. I pozzetti e le caditoie hanno la funzione di convogliare nella rete fognaria, per lo smaltimento, le acque di scarico usate e/o meteoriche provenienti da più origini (strade, pluviali,ecc.).

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Difetti ai raccordi o alle connessioni Perdite del fluido in prossimità di raccordi dovute a errori o sconnessioni delle giunzioni.Difetti dei chiusini Rottura delle piastre di copertura dei pozzetti o chiusini difettosi, chiusini rotti, incrinati, mal posati o sporgenti.Erosione Erosione del suolo all’esterno dei tubi che è solitamente causata dall’infiltrazione di terra.Intasamento Incrostazioni o otturazioni delle griglie dei pozzetti dovute ad accumuli di materiale di risulta quali fogliame, vegetazione, ecc.Odori sgradevoli Setticità delle acque di scarico che può produrre odori sgradevoli accompagnati da gas letali o esplosivi e aggressioni chimiche

rischiose per la salute delle persone.Sedimentazione Accumulo di depositi minerali sul fondo dei condotti che può causare l’ostruzione delle condotte.

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

C 2.11.4.1 Verificare lo stato generale e l'integrità della griglia e della piastra di copertura dei pozzetti, della base di appoggio e delle paretilaterali.

Specializzati vari

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I 2.11.4.1 Eseguire una pulizia dei pozzetti mediante asportazione dei fanghi di deposito e lavaggio con acqua a pressione. Specializzati vari

ELEMENTO TECNOLOGICO 9.3

IDENTIFICAZIONE

5 Opera OPERE STRADALI9.3 Elemento tecnologico Aree per viabilità interna

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MANUALE DI MANUTENZIONE

ELEMENTO TECNOLOGICO 9.3

ELEMENTI COSTITUENTI

9.3.8 Pavimentazione pedonale in lastre di pietra

CLASSI OMOGENEE

SP.02 Scomposizione spaziale dell'opera Piano di campagna o stradale

DESCRIZIONE

Le aree pedonali insieme ai marciapiedi costituiscono quei percorsi pedonali che possono essere adiacenti alle strade veicolari oppure autonomi rispetto alla rete viaria. Essi vengono previstiper raccordare funzioni tra loro correlate (residenze, scuole, attrezzature di interesse comune, ecc.).

COMPONENTE 9.3.8

IDENTIFICAZIONE

5 Opera OPERE STRADALI9.3 Elemento tecnologico Aree per viabilità interna9.3.8 Componente Pavimentazione pedonale in lastre di pietra

CLASSI OMOGENEE

SP.02 Scomposizione spaziale dell'opera Piano di campagna o stradale

DESCRIZIONE

Per le pavimentazioni esterne sono adatti la maggior parte dei materiali lapidei. In genere la scelta su questi tipi di materiale cade oltre che per fattori estetici per la elevata resistenzaall'usura. La scelta dei materiali va fatta in funzione dei luoghi e dei tipi di applicazione a cui essi sono destinati. La lavorazione superficiale degli elementi, lo spessore, le dimensioni, ecc.variano anch'essi in funzione degli ambienti d'impiego. Trovano utilizzo nella fattispecie tutti i tipi di marmo, a meno di ambienti particolarmente sfavorevoli, i graniti; i travertini. Le pietre:cubetti di porfido; blocchi di basalto; lastre di ardesia; lastre di quarzite. Vi sono inoltre i marmi-cemento; le marmette e marmettoni; i graniti ricomposti. La tecnica di posa è abbastanzasemplice ed avviene per i rivestimenti continui ad impasto mentre per quelli discontinui a malta o a colla.

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Degrado sigillante Distacco e perdita di elasticità dei materiali utilizzati per le sigillature impermeabilizzanti e dei giunti.Deposito superficiale Accumulo di pulviscolo atmosferico o di altri materiali estranei, di spessore variabile, poco coerente e poco aderente alla superficie

del rivestimento.Macchie e graffiti Imbrattamento della superficie con sostanze macchianti in grado di aderire e penetrare nel materiale.

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 9.3.8

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Scheggiature Distacco di piccole parti di materiale lungo i bordi e gli spigoli delle lastre.Sollevamento e distacco dal supporto Sollevamento e distacco dal supporto di uno o più elementi della pavimentazione.

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I9.3.8.4 Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativa preparazione delfondo.

Pavimentista

ELEMENTO TECNOLOGICO 10.1

IDENTIFICAZIONE

10 Opera DOTAZIONI DI SICUREZZA PER LA MANUTENZIONE10.1 Elemento tecnologico Sistemi anticaduta a trattenuta

ELEMENTI COSTITUENTI

10.1.2 Dispositivo di ancoraggio

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Dispositivo contro le cadute dall’alto destinato ad essere utilizzato esclusivamente con dispositivi di protezione individuale (D.P.I.)

COMPONENTE 10.1.2

IDENTIFICAZIONE

10 Opera DOTAZIONI DI SICUREZZA PER LA MANUTENZIONE10.1 Elemento tecnologico Sistemi anticaduta a trattenuta10.1.2 Componente Dispositivo di ancoraggio

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MANUALE DI MANUTENZIONE

COMPONENTE 10.1.2

CLASSI OMOGENEE

SP.03 Scomposizione spaziale dell'opera Parti aeree

DESCRIZIONE

Bi- ancoraggio puntuale in alluminio in classe A1 conforme alla norma UNI-EN795.Sistema di ancoraggio mediante due barre filettate M12, interasse 100 mm e resina chimica epossidica bi-componente.

ANOMALIE

Anomalia Descrizione

Corrosione Corrosione degli elementi metallici per perdita del requisito di resistenza agli agenti aggressivi chimici e/o per difetti del materiale.

Deformazione Variazione geometriche e morfologiche dell'elemento a seguito di urti o impatti.

Mancanza Caduta e perdita dell'elemento.

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE OPERATORIIMPORTO RISORSE

I10.1.2.1 Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi. Sostituzione e verifica dei relativi ancoraggi. Specializzati variI10.1.2.2 Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di quelli mancanti. Riparazione della protezione

antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di vernici protettive. Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazionimediante saldature in loco con elementi di raccordo.

Specializzati vari

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V. PROGRAMMA DI MANUTENZIONE

Documenti:

V.I. Sottoprogramma prestazioniV.II. Sottoprogramma controlliV.III. Sottoprogramma interventi

SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI

COMPONENTE 3.1.12.10

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE3.1.12 Elemento tecnologico Coperture inclinate3.1.12.10 Componente Strato di tenuta in lastre di alluminio

REQUISITI E PRESTAZIONI

DESCRIZIONE

(ATTITUDINE AL) CONTROLLO DELLA REGOLARITÀ GEOMETRICA PER STRATO DI TENUTA IN LASTRE DI ALLUMINIOREQUISITO:Lo strato di tenuta in lastre di alluminio della copertura deve avere gli strati superficiali in vista privi di difetti geometrici che possono compromettere l'aspetto e la funzionalità.PRESTAZIONE:Le superfici in vista, di intradosso ed estradosso, delle coperture non devono presentare difetti geometrici che possano alterarne la funzionalità e l’aspetto. Tali proprietà devono essereassicurate dalle caratteristiche della chiusura è dei singoli ponenti impiegati.LIVELLO PRESTAZIONALE:In particolare per i prodotti per coperture discontinue (tegole, coppi, lastre, ecc.) si fa riferimento alle specifiche previste dalle norme UNI relative alle caratteristiche dimensionali(lunghezza, larghezza, spessore, ortogonalità, ecc.).RESISTENZA MECCANICA PER STRATO DI TENUTA IN LASTRE DI ALLUMINIOREQUISITO:Lo strato di tenuta in lastre di alluminio della copertura deve garantire una resistenza meccanica rispetto alle condizioni di carico (carichi concentrati e distribuiti) di progetto in modo dagarantire la stabilità e la stabilità degli strati costituenti. Inoltre vanno considerate le caratteristiche e la densità dello strato di supporto che dovranno essere adeguate alle sollecitazioni e allaresistenza degli elementi di tenuta.PRESTAZIONE:Tutte le coperture devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazioni meccaniche in modo da assicurare la durata e lafunzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti.LIVELLO PRESTAZIONALE:Comunque, in relazione alla funzione strutturale, le caratteristiche delle coperture devono corrispondere a quelle prescritte dalle leggi e normative vigenti.

COMPONENTE 2.7.1

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO

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SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI

COMPONENTE 2.7.1

IDENTIFICAZIONE

2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.7 Elemento tecnologico Impianto di distribuzione acqua fredda e calda2.7.1 Componente Apparecchi sanitari e rubinetteria

REQUISITI E PRESTAZIONI

ATT - FRUIBILITÀ, DISPONIBILITÀ DI SPAZI ED ATTREZZATURE

ATT 01 - Accessibilità, visitabilità, adattabilità

DESCRIZIONE

(ATTITUDINE AL) CONTROLLO DELLA PORTATA DEI FLUIDIREQUISITO:Gli apparecchi sanitari e la relativa rubinetteria devono essere in grado di garantire valori minimi di portata dei fluidi.PRESTAZIONE:Gli apparecchi sanitari e la relativa rubinetteria devono assicurare, anche nelle più gravose condizioni di esercizio, una portata d’acqua non inferiore a quella di progetto. In particolare sonorichieste le seguenti erogazioni sia di acqua fredda che calda:- lavabo, portata = 0,10 l/s e pressione (*) > 50 kPa;;- vaso a cassetta, portata = 0,10 l/s e pressione (*) > 50 kPa;- vaso conpasso rapido (**), portata = 1,5 l/s e pressione (*) > 150 kPa;- idrantino 1/2", portata = 0,40 l/s e pressione (*) > 100 kPa.(*) o flussometro 3/4"(**) dinamica a monte del rubinetto dierogazioneLIVELLO PRESTAZIONALE:Bisogna accertare che facendo funzionare contemporaneamente tutte le bocche di erogazione dell’acqua fredda previste in fase di calcolo per almeno 30 minuti consecutivi, la portata di ognibocca rimanga invariata e pari a quella di progetto (con una tolleranza del 10%).COMODITÀ DI USO E MANOVRAREQUISITO:Gli apparecchi sanitari e la relativa rubinetteria devono presentare caratteristiche di facilità di uso, di funzionalità e di manovrabilità.PRESTAZIONE:I componenti degli apparecchi sanitari quali rubinetteria, valvole, sifoni, ecc. devono essere concepiti e realizzati in forma ergonomicamente corretta ed essere disposti in posizione edaltezza dal piano di calpestio tali da rendere il loro utilizzo agevole e sicuro.LIVELLO PRESTAZIONALE:I vasi igienici devono essere fissati al pavimento in modo tale da essere facilmente rimossi senza demolire l'intero apparato sanitario; i lavabi saranno posizionati a 10 cm dal vaso a 15 cmdalla parete e dovranno avere uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 55 cm; nel caso che il lavabo debba essere utilizzato da persone con ridotte capacità motorie il lavabo saràposizionato con il bordo superiore a non più di 80 cm dal pavimento e con uno spazio frontale libero da ostacoli di almeno 80 cm.

RES - RESISTENZA MECCANICA E STABILITÀ

RES 01 - Sollecitazioni statiche e dinamiche di esercizio

DESCRIZIONE

RESISTENZA A MANOVRE E SFORZI D'USO

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SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI

COMPONENTE 2.7.1

DESCRIZIONE

REQUISITO:Gli apparecchi sanitari e la rubinetteria devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture in seguito ad operazioni di manovra o di utilizzo.PRESTAZIONE:Gli apparecchi sanitari e la rubinetteria, sotto l’azione di sollecitazioni derivanti da manovre e sforzi d’uso, devono conservare inalterate le caratteristiche funzionali e di finitura superficialeassicurando comunque i livelli prestazionali di specifica.LIVELLO PRESTAZIONALE:In particolare tutte le parti in ottone o bronzo dei terminali di erogazione sottoposti a manovre e/o sforzi meccanici in genere devono essere protetti mediante processo galvanico dicromatura o procedimenti equivalenti (laccatura, zincatura, bagno galvanico ecc.) per eliminare l’incrudimento e migliorare le relative caratteristiche meccaniche, seguendo le prescrizioniriportate nelle specifiche norme UNI di riferimento. I rubinetti di erogazione, i miscelatori termostatici ed i terminali di erogazione in genere dotati di parti mobili utilizzate dagli utenti perusufruire dei relativi servizi igienici possono essere sottoposti a cicli di apertura/chiusura, realizzati secondo le modalità indicate dalle norme controllando al termine di tali prove ilmantenimento dei livelli prestazionali richiesti dalla normativa. La pressione esercitata per azionare i rubinetti di erogazione, i miscelatori e le valvole non deve superare i 10 Nm.PROTEZIONE DALLA CORROSIONEREQUISITO:Le superfici esposte della rubinetteria e degli apparecchi sanitari devono essere protette dagli attacchi derivanti da fenomeni di corrosione.PRESTAZIONE:Le superfici esposte dovrebbero essere esaminate a occhio nudo da una distanza di circa 300 mm per circa 10 s, senza alcun dispositivo di ingrandimento, con luce (diffusa e nonabbagliante) di intensità da 700 Lux a 1000 Lux.LIVELLO PRESTAZIONALE:Durante l’esame, le superfici esposte non dovrebbero mostrare nessuno dei difetti descritti nel prospetto 1 della norma UNI EN 248, ad eccezione di riflessi giallognoli o azzurrognoli.RESISTENZA MECCANICAREQUISITO:Il regolatore di getto, quando viene esposto alternativamente ad acqua calda e fredda, non deve deformarsi, deve funzionare correttamente e deve garantire che possa essere smontato eriassemblato con facilità anche manualmente.PRESTAZIONE:Il regolatore di getto quando sottoposto a un flusso di circa 0,1 l/s di acqua calda a 90 +/- 2 °C per un periodo di 15 +/- 1 min, e quindi a un flusso di acqua fredda a 20 +/- 5 °C per unperiodo di 15 +/- 1 min non deve presentare deformazione.LIVELLO PRESTAZIONALE:Dopo la prova (eseguita con le modalità indicate nella norma UNI EN 246) il regolatore di getto non deve presentare alcuna deformazione visibile né alcun deterioramento nelfunzionamento per quanto riguarda la portata e la formazione del getto. Inoltre, dopo la prova, si deve verificare che le filettature siano conformi al punto 7.1, prospetto 2, e al punto 7.2,prospetto 3, e che la portata sia conforme al punto 8.2 della su citata norma.

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SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI

COMPONENTE 1.2.6.21

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.6 Elemento tecnologico Coperture piane1.2.6.21 Componente Strato di tenuta con membrane bituminose

REQUISITI E PRESTAZIONI

RES - RESISTENZA MECCANICA E STABILITÀ

RES 01 - Sollecitazioni statiche e dinamiche di esercizio

DESCRIZIONE

(ATTITUDINE AL) CONTROLLO DELLA REGOLARITÀ GEOMETRICAREQUISITO:La copertura deve avere gli strati superficiali in vista privi di difetti geometrici che possono compromettere l'aspetto e la funzionalità.PRESTAZIONE:Le superfici in vista costituenti lo strato di tenuta con membrane non devono presentare difetti geometrici che possano alterarne la funzionalità e l’aspetto. Tali proprietà devono essereassicurate dalle caratteristiche della chiusura è dei singoli componenti impiegati.LIVELLO PRESTAZIONALE:In particolare per i prodotti costituenti lo strato di tenuta con membrane si fa riferimento alle specifiche previste dalle norme UNI relative alle caratteristiche dimensionali (lunghezza,larghezza, spessore, ecc.):In particolare si fa riferimento alle norme: - UNI EN 1848-1/2;- UNI EN 1849-1/2;- UNI EN 1850-1/2.RESISTENZA MECCANICA PER STRATO DI TENUTA CON MEMBRANE BITUMINOSEREQUISITO:Gli strati di tenuta della copertura devono garantire una resistenza meccanica rispetto alle condizioni di carico (carichi concentrati e distribuiti) di progetto in modo da garantire la stabilità ela stabilità degli strati costituenti. Inoltre vanno considerate le caratteristiche e la densità dello strato di supporto che dovranno essere adeguate alle sollecitazioni e alla resistenza deglielementi di tenuta.PRESTAZIONE:Tutte le coperture costituenti lo strato di tenuta con membrane devono essere idonee a contrastare efficacemente il prodursi di rotture o deformazioni gravi sotto l'azione di sollecitazionimeccaniche in modo da assicurare la durata e la funzionalità nel tempo senza pregiudicare la sicurezza degli utenti.LIVELLO PRESTAZIONALE:In particolare per i prodotti costituenti lo strato di tenuta con membrane si fa riferimento alle specifiche previste dalle norme UNI:- UNI 8202-13 31/07/88 Edilizia. Membrane perimpermeabilizzazione. Determinazione della resistenza a fatica su fessura;- UNI 8202-14 30/09/81 Edilizia. Membrane per impermeabilizzazione. Determinazione della tensione indotta daritiro termico impedito;- UNI 8202-20 02/10/87 Edilizia. Membrane per impermeabilizzazione. Determinazione del coefficiente di dilatazione termica lineare;- UNI 8202-24 31/07/88Edilizia. Membrane per impermeabilizzazione. Determinazione della resistenza all'azione perforante delle radici;- UNI 8202-32 31/07/88 Edilizia. Membrane per impermeabilizzazione.Determinazione della resistenza a fatica delle giunzioni;- UNI 8202-33 FA 258-88 01/07/88 Foglio di aggiornamento n. 1 alla - UNI 8202 parte 33 (apr. 1984). Edilizia. Membrane perimpermeabilizzazione. Determinazione della resistenza allo scorrimento delle giunzioni;- UNI 8202-34 31/07/88 Edilizia. Membrane per impermeabilizzazione. Determinazione dellaresistenza all'invecchiamento termico delle giunzioni;- UNI 8629-1 31/01/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Caratteristiche prestazionali e loro significatività;- UNI 8629

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SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI

COMPONENTE 1.2.6.21

DESCRIZIONE

-2 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BPP per elemento di tenuta;- UNI 8629-3 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione dicoperture. Limiti di accettazione dei tipi BPE per elemento di tenuta;- UNI 8629-4 31/12/89 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione per tipi EPDM e IIRper elementi di tenuta;- UNI 8629-5 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BPP (con autoprotezione metallica) per elemento di tenuta;- UNI 8629-6 31/12/89 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi a base di PVC plastificato per elementi di tenuta;- UNI 8629-7 02/05/92 Membraneper impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BOF (con autoprotezione metallica) per elemento di tenuta;- UNI 8629-8 02/05/92 Membrane perimpermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BOF per elemento di tenuta;- UNI EN 12691. Membrane bituminose, di materiale plastico e di gomma perl'impermeabilizzazione di coperture.- UNI EN 12316-1: luglio 2001. Membrane bituminose per l'impermeabilizzazione delle coperture.

IGI - IGIENE SALUTE AMBIENTE

IGI 02 - Qualità dell'aria: smaltimento dei gas di combustione, portata dalle canne di esalazione e delle reti di smaltimento aeriformi

DESCRIZIONE

RESISTENZA AGLI AGENTI AGGRESSIVI PER STRATO DI TENUTA CON MEMBRANE BITUMINOSEREQUISITO:Gli strati di tenuta della copertura non devono subire dissoluzioni o disgregazioni e mutamenti di aspetto a causa dell'azione di agenti aggressivi chimici.PRESTAZIONE:Sotto l'azione degli agenti chimici normalmente presenti nell'ambiente, i materiali costituenti le coperture devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche, geometriche,funzionali e di finitura superficiale. In particolare gli elementi utilizzati devono resistere alle azioni chimiche derivanti da inquinamento ambientale (aeriformi, polveri, liquidi) agenti sullefacce esterne.LIVELLO PRESTAZIONALE:In particolare le membrane per l'impermeabilizzazione a base elastomerica ed a base bituminosa del tipo EPDM e IIR devono essere di classe 0 di resistenza all'ozono. In particolare sirimanda alle norme specifiche vigenti:- UNI 8202-1 30/09/81 Edilizia. Membrane per impermeabilizzazione. Generalità per le prove;- UNI 8202-34 31/07/88 Edilizia. Membrane perimpermeabilizzazione. Determinazione della resistenza all'invecchiamento termico delle giunzioni.RESISTENZA AL GELO PER STRATO DI TENUTA CON MEMBRANE BITUMINOSEREQUISITO:Gli strati di tenuta della copertura non devono subire disgregazioni e variazioni dimensionali e di aspetto in conseguenza della formazione di ghiaccio.PRESTAZIONE:Sotto l'azione di gelo e disgelo, gli elementi delle coperture devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimico-fisiche, geometriche, funzionali e di finitura superficiale. Iprodotti per coperture devono resistere a cicli di gelo e disgelo senza che si manifestino fessurazioni, cavillature o altri segni di degrado.LIVELLO PRESTAZIONALE:In particolare si rimanda alle norme specifiche vigenti: - UNI 8202-14 30/09/81 Edilizia. Membrane per impermeabilizzazione. Determinazione della tensione indotta da ritiro termicoimpedito;- UNI 8629-1 31/01/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Caratteristiche prestazionali e loro significatività;- UNI 8629-2 02/05/92 Membrane perimpermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BPP per elemento di tenuta;- UNI 8629-3 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti diaccettazione dei tipi BPE per elemento di tenuta;- UNI 8629-4 31/12/89 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione per tipi EPDM e IIR per elementi ditenuta;- UNI 8629-5 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BPP (con autoprotezione metallica) per elemento di tenuta;- UNI 8629-6 31/12/89 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi a base di PVC plastificato per elementi di tenuta;- UNI 8629-7 02/05/92 Membrane per

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SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI

COMPONENTE 1.2.6.21

DESCRIZIONE

impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BOF (con autoprotezione metallica) per elemento di tenuta;- UNI 8629-8 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione dicoperture. Limiti di accettazione dei tipi BOF per elemento di tenuta.RESISTENZA ALL'IRRAGGIAMENTO SOLARE PER STRATO DI TENUTA CON MEMBRANE BITUMINOSEREQUISITO:Gli strati di tenuta della copertura non devono subire variazioni di aspetto e caratteristiche chimico-fisiche a causa dell'esposizione all'energia raggiante.PRESTAZIONE:Sotto l'azione dell'irraggiamento solare, i materiali costituenti gli strati di tenuta costituenti le membrane devono conservare inalterate le proprie caratteristiche chimicofisiche, geometriche,funzionali e di finiture superficiali, in modo da assicurare indicati nelle relative specifiche prestazionali.LIVELLO PRESTAZIONALE:In particolare le membrane per l'impermeabilizzazione non devono deteriorarsi se esposti all'azione di radiazioni U.V. e I.R., se non nei limiti ammessi dalle norme UNI relativeall'accettazione dei vari tipi di prodotto. In particolare si rimanda alle norme specifiche vigenti:- UNI 8202-20 02/10/87 Edilizia. Membrane per impermeabilizzazione. Determinazione delcoefficiente di dilatazione termica lineare;- UNI 8202-34 31/07/88 Edilizia. Membrane per impermeabilizzazione. Determinazione della resistenza all'invecchiamento termico dellegiunzioni;- UNI 8629-1 31/01/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Caratteristiche prestazionali e loro significatività;- UNI 8629-2 02/05/92 Membrane perimpermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BPP per elemento di tenuta;- UNI 8629-3 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti diaccettazione dei tipi BPE per elemento di tenuta;- UNI 8629-4 31/12/89 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione per tipi EPDM e IIR per elementi ditenuta;- UNI 8629-5 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BPP (con autoprotezione metallica) per elemento di tenuta;- UNI 8629-6 31/12/89 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi a base di PVC plastificato per elementi di tenuta;- UNI 8629-7 02/05/92 Membrane perimpermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BOF (con autoprotezione metallica) per elemento di tenuta;- UNI 8629-8 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione dicoperture. Limiti di accettazione dei tipi BOF per elemento di tenuta.

IGI - IGIENE SALUTE AMBIENTE

IGI 10 - Temperatura dell'aria interna

DESCRIZIONE

IMPERMEABILITÀ AI LIQUIDI PER STRATO DI TENUTA CON MEMBRANE BITUMINOSEREQUISITO:Gli strati di tenuta della copertura devono impedire all'acqua meteorica la penetrazione o il contatto con parti o elementi di essa non predisposti.PRESTAZIONE:Le coperture devono essere realizzate in modo tale da impedire qualsiasi infiltrazione d'acqua piovana al loro interno, onde evitare che l'acqua piovana possa raggiungere i materiali sensibiliall'umidità che compongono le coperture stesse. Nel caso di coperture discontinue devono essere rispettate le pendenze minime delle falde, anche in funzione delle località, necessarie adassicurare la impermeabilità in base ai prodotti utilizzati e alla qualità della posa in opera degli stessi.LIVELLO PRESTAZIONALE:è richiesto che le membrane per l'impermeabilizzazione resistano alla pressione idrica di 60 kPa per almeno 24 ore, senza che si manifestino gocciolamenti o passaggi d'acqua. In particolaresi rimanda alle norme specifiche vigenti:- UNI 8202-27 31/12/82 Edilizia. Membrane per impermeabilizzazione. Determinazione dell'invecchiamento termico in acqua;- UNI 8629-1 31/01/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Caratteristiche prestazionali e loro significatività;- UNI 8629-2 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti diaccettazione dei tipi BPP per elemento di tenuta;- UNI 8629-3 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BPE per elemento di tenuta;- UNI

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SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI

COMPONENTE 1.2.6.21

DESCRIZIONE

8629-4 31/12/89 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione per tipi EPDM e IIR per elementi di tenuta;- UNI 8629-5 02/05/92 Membrane perimpermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BPP (con autoprotezione metallica) per elemento di tenuta;- UNI 8629-6 31/12/89 Membrane per impermeabilizzazione dicoperture. Limiti di accettazione dei tipi a base di PVC plastificato per elementi di tenuta;- UNI 8629-7 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazionedei tipi BOF (con autoprotezione metallica) per elemento di tenuta;- UNI 8629-8 02/05/92 Membrane per impermeabilizzazione di coperture. Limiti di accettazione dei tipi BOF perelemento di tenuta.

COMPONENTE 2.11.4

IDENTIFICAZIONE

2 Opera IMPIANTI TECNOLOGICI2.11 Elemento tecnologico Impianto di smaltimento acque reflue2.11.4 Componente Pozzetti e caditoie

REQUISITI E PRESTAZIONI

ATT - FRUIBILITÀ, DISPONIBILITÀ DI SPAZI ED ATTREZZATURE

ATT 01 - Accessibilità, visitabilità, adattabilità

DESCRIZIONE

(ATTITUDINE AL) CONTROLLO DELLA PORTATAREQUISITO:Le caditoie ed i relativi dispositivi di tenuta devono essere autopulibili per assicurare la funzionalità dell'impianto.PRESTAZIONE:I materiali utilizzati per la realizzazione dei pozzetti devono essere facilmente autopulibili in modo da evitare depositi di materiale che possa comprometterne il regolare funzionamentodell'impianto.LIVELLO PRESTAZIONALE:Per la verifica della facilità di pulizia si effettua una prova così come descritto dalla norma UNI EN 1253-2. Immettere nel pozzetto, attraverso la griglia, 200 cm3 di perline di vetro deldiametro di 5 mm a una velocità costante e uniforme per 30 s. Continuando ad alimentare l’acqua per ulteriori 30 s bisogna misurare il volume in cm3 delle perline di vetro uscite dalpozzetto. La prova deve essere eseguita per tre volte per ogni velocità di mandata e deve essere considerata la media dei tre risultati ottenuti per ciascuna prova.(ATTITUDINE AL) CONTROLLO DELLA TENUTAREQUISITO:Le caditoie ed i relativi dispositivi di tenuta devono essere idonei ad impedire fughe dei fluidi assicurando così la durata e la funzionalità nel tempo.PRESTAZIONE:

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SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI

COMPONENTE 2.11.4

DESCRIZIONE

I materiali utilizzati per la realizzazione dei pozzetti devon assicurare il controllo della tenuta in condizioni di pressione e temperatura corrispondenti a quelle massime o minime di esercizio.LIVELLO PRESTAZIONALE:La capacità di tenuta delle caditoie e dei pozzetti può essere verificata mediante prova da effettuarsi con le modalità ed i tempi previsti dalla norma UNI EN 1253-2. Montare la scatolasifonica (con uscita chiusa e tutte le entrate laterali sigillate) sul dispositivo di prova; sottoporre la scatola ad una pressione idrostatica di 400 Pa utilizzando le valvole by-pass. Chiudere laserranda e aprire lentamente dopo circa 5 secondi; ripetere fino a quando la scatola non perde più acqua (comunque fino ad un massimo di 5 volte).PULIBILITÀREQUISITO:Le caditoie ed i pozzetti devono essere autopulibili per assicurare la funzionalità dell'impianto.PRESTAZIONE:Le caditoie ed i pozzetti devono essere realizzati con materiali e finiture tali da essere facilmente autopulibili in modo da evitare depositi di materiale che possa comprometterne il regolarefunzionamento.LIVELLO PRESTAZIONALE:Per la verifica della facilità di pulizia si effettua una prova così come descritto dalla norma UNI EN 1253-2. Si monta il pozzetto completo della griglia e si versa nel contenitore per la provaacqua fredda a 15-10 °C alla portata di 0,2 l/s, 0,3 l/s, 0,4 l/s e 0,6 l/s. In corrispondenza di ognuna delle portate, immettere nel pozzetto, attraverso la griglia, 200 cm3 di perline di vetro deldiametro di 5 +/- 0,5 mm e della densità da 2,5 g/cm3 a 3,0 g/cm3 , a una velocità costante e uniforme per 30 s. Continuare ad alimentare l’acqua per ulteriori 30 s. Misurare il volume incm3 delle perline di vetro uscite dal pozzetto. Eseguire la prova per tre volte per ogni velocità di mandata. Deve essere considerata la media dei tre risultati.

RES - RESISTENZA MECCANICA E STABILITÀ

RES 01 - Sollecitazioni statiche e dinamiche di esercizio

DESCRIZIONE

RESISTENZA ALLE TEMPERATURE E A SBALZI DI TEMPERATURAREQUISITO:I pozzetti ed i relativi dispositivi di tenuta devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture se sottoposti all'azione di temperature elevate o asbalzi delle stesse.PRESTAZIONE:I pozzetti devono essere realizzati con materiali in grado di resistere alle temperature ed agli sbalzi termici prodotti dalle condizioni di funzionamento senza per ciò deteriorarsi o perdere leproprie caratteristiche.LIVELLO PRESTAZIONALE:La capacità di resistere alle temperature e/o agli sbalzi delle stesse dei pozzetti viene accertata con la prova descritta dalla norma UNI EN 1253-2. Secondo tale prova si fa entrare l’acquaattraverso la griglia o attraverso l’entrata laterale nel seguente modo:- 0,5 l/s di acqua calda alla temperatura di 93 °C per circa 60 secondi;- pausa di 60 secondi;- 0,5 l/s di acqua fredda allatemperatura di 15 °C per 60 secondi;- pausa di 60 secondi.Ripetere questo ciclo per 1500 volte o in alternativa per 100 h.La prova viene considerata valida se non si verificano deformazionio variazioni dall’aspetto della superficie dei componenti.RESISTENZA MECCANICAREQUISITO:Le caditoie ed i pozzetti devono essere in grado di contrastare in modo efficace il prodursi di deformazioni o rotture sotto l'azione di determinate sollecitazioni in modo da garantire la

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SOTTOPROGRAMMA DELLE PRESTAZIONI

COMPONENTE 2.11.4

DESCRIZIONE

funzionalità dell'impianto.PRESTAZIONE:Le caditoie ed i pozzetti devono essere realizzati con materiali idonei ad assicurare stabilità e resistenza all’azione di sollecitazioni meccaniche che dovessero verificarsi durante il ciclo divita.LIVELLO PRESTAZIONALE:I pozzetti sono classificati in base alla loro resistenza al carico nelle seguenti classi:- H 1,5 (per tetti piani non praticabili);- K 3 (aree senza traffico veicolare);- L15 (aree con leggero trafficoveicolare);- M 125 (aree con traffico veicolare).

IGI - IGIENE SALUTE AMBIENTE

IGI 02 - Qualità dell'aria: smaltimento dei gas di combustione, portata dalle canne di esalazione e delle reti di smaltimento aeriformi

DESCRIZIONE

ASSENZA DELLA EMISSIONE DI ODORI SGRADEVOLIREQUISITO:I pozzetti ed i relativi dispositivi di tenuta devono essere realizzati in modo da non emettere odori sgradevoli.PRESTAZIONE:I materiali utilizzati per la realizzazione dei pozzetti non devono produrre o riemettere sostanze o odori sgradevoli durnate il loro ciclo di vita.LIVELLO PRESTAZIONALE:L'ermeticità degli elementi può essere accertata effettuando la prova indicata dalla norma UNI EN 1253-2. Riempire la scatola sifonica con acqua ad una pressione di 200 Pa; dopo 15 minutiverificare eventuali perdite di acqua (evidenziate dalla diminuzione della pressione statica) ed interrompere la prova se dopo 2 minuti la pressione non si è stabilizzata.

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SOTTOPROGRAMMA DEI CONTROLLI

COMPONENTE 1.3.2

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.1 Classe di unità tecnologica STRUTTURE1.3 Elemento tecnologico Strutture in elevazione in c.a.1.3.2 Componente Pareti

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE TIPOLOGIA FREQUENZA gg ANOMALIEMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

C1.3.2.2 Attraverso un esame visivo del quadro fessurativo approfondire edanalizzare eventuali dissesti strutturali anche con l'ausilio di indaginistrumentali in situ.

Controllo a vista

Biennale 1 Deformazioni e spostamentiDistaccoEsposizione dei ferri di armaturaFessurazioniLesioniPenetrazione di umidità

Si Tecnici di livello superiore

C1.3.2.3 Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti dell'elemento strutturaledovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione.

Controllo a vista

Biennale 1 Deformazioni e spostamentiDistaccoEsposizione dei ferri di armaturaFessurazioniLesioniPenetrazione di umidità

Si Tecnici di livello superiore

COMPONENTE 1.3.4

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.1 Classe di unità tecnologica STRUTTURE1.3 Elemento tecnologico Strutture in elevazione in c.a.1.3.4 Componente Solette

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SOTTOPROGRAMMA DEI CONTROLLI

COMPONENTE 1.3.4

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE TIPOLOGIA FREQUENZA gg ANOMALIEMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

C1.3.4.3 Controllare eventuali deformazioni e/o spostamenti dell'elemento strutturaledovuti a cause esterne che ne alterano la normale configurazione.

Controllo a vista

Biennale 1 Deformazioni e spostamentiDistaccoEsposizione dei ferri di armaturaFessurazioniLesioniPenetrazione di umidità

No Tecnici di livello superiore

COMPONENTE 3.1.12.10

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE3.1.12 Elemento tecnologico Coperture inclinate3.1.12.10 Componente Strato di tenuta in lastre di alluminio

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE TIPOLOGIA FREQUENZA gg ANOMALIEMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

C3.1.12.10.3 Controllo dello stato generale della superficie. Verifica dell'assenza dieventuali anomalie in particolare la presenza di vegetazione, depositisuperficiali, alterazioni cromatiche. Controllo della regolare disposizionedegli elementi dopo il verificarsi di fenomeni meteorologici particolarmenteintensi. Controllare la presenza di false pendenze e conseguenti accumulid'acqua.

Controllo a vista

12 Mesi 1 Alterazioni cromaticheCorrosioneDeformazioneDeliminazione e scagliaturaDeposito superficialeDifetti di ancoraggio, di raccordo, di sovrapposizione, di assemblaggioDisgregazioneDislocazione di

Si Specializzati vari

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SOTTOPROGRAMMA DEI CONTROLLI

COMPONENTE 3.1.12.10

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE TIPOLOGIA FREQUENZA gg ANOMALIEMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

elementiDistaccoEfflorescenzeErrori di pendenzaFessurazioni, microfessurazioniMancanza elementiPatina biologicaPenetrazione e ristagni d'acquaPresenza di vegetazioneRottura

COMPONENTE 2.7.1

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.7 Elemento tecnologico Impianto di distribuzione acqua fredda e calda2.7.1 Componente Apparecchi sanitari e rubinetteria

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE TIPOLOGIA FREQUENZA gg ANOMALIEMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

C 2.7.1.1 Verifica e sistemazione dell'ancoraggio dei sanitari e delle cassette a murocon eventuale sigillatura con silicone.

Controllo a vista

Biennale 1 CedimentiDifetti ai raccordi o alle connessioni

No Idraulico

C 2.7.1.2 Verifica della funzionalità di tutti gli scarichi ed eventuale sistemazione deidispositivi non perfettamente funzionanti con sostituzione delle parti nonriparabili.

Controllo a vista

Annuale 1 Incrostazioni No Idraulico

C 2.7.1.3 Verifica della tenuta ed eventuale sostituzione dei flessibili di alimentazione. Revisione Quando 1 Difetti ai flessibili No Idraulico

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SOTTOPROGRAMMA DEI CONTROLLI

COMPONENTE 2.7.1

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE TIPOLOGIA FREQUENZA gg ANOMALIEMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

occorre Difetti ai raccordi o alle connessioniDifetti alle valvole

C 2.7.1.4 Verifica della tenuta di tutti gli scarichi effettuando delle sigillature osostituendo le guarnizioni.

Controllo a vista

Mensile 1 Difetti ai raccordi o alle connessioni

No Idraulico

C 2.7.1.5 Verifica, fissaggio, sistemazione ed eventuale sostituzione dei sedilicoprivaso con altri simili e della stessa qualità.

Controllo a vista

Mensile 1 No Idraulico

COMPONENTE 2.6.11

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.6 Elemento tecnologico Impianto di illuminazione 2.6.11 Componente Lampade fluorescenti

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE TIPOLOGIA FREQUENZA gg ANOMALIEMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

C 2.6.11.1 Controllo dello stato generale e dell'integrità delle lampadine. Controllo a vista

Mensile 1 Abbassamento livello di illuminazione

No Elettricista

COMPONENTE 1.2.6.21

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.6 Elemento tecnologico Coperture piane1.2.6.21 Componente Strato di tenuta con membrane bituminose

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SOTTOPROGRAMMA DEI CONTROLLI

COMPONENTE 1.2.6.21

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE TIPOLOGIA FREQUENZA gg ANOMALIEMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

C 1.2.6.21.1 Controllare la tenuta della guaina, ove ispezionabile, in corrispondenza dilucernari, botole, pluviali, in genere, e nei punti di discontinuità dellaguaina. Controllare l'assenza di anomalie (fessurazioni, bolle, scorrimenti,distacchi, ecc.) Controllo delle giunzioni, dei risvolti, di eventualiscollamenti di giunti e fissaggi. Controllare l'assenza di depositi e ristagnid'acqua.

Controllo a vista

Annuale 1 Alterazioni superficialiDeformazioneDisgregazioneDistaccoDistacco dei risvoltiFessurazioni, microfessurazioniImbibizioneIncrinatureInfragilimento e porosizzazione della membranaPenetrazione e ristagni d'acquaPresenza di abrasioni, bolle, rigonfiamenti, incisioni superficialiRotturaScollamenti tra membrane, sfaldatureSollevamenti

Si Specializzati vari

COMPONENTE 3.1.4.8

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.4 Elemento tecnologico Infissi esterni3.1.4.8 Componente Serramenti in materie plastiche (PVC)

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SOTTOPROGRAMMA DEI CONTROLLI

COMPONENTE 3.1.4.8

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE TIPOLOGIA FREQUENZA gg ANOMALIEMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

C3.1.4.8.19 Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Controllo a vista

Annuale 1 Degrado degli organi di manovraNon ortogonalitàRottura degli organi di manovra

Si Serramentista

C3.1.4.8.20 Controllo delle finiture e dello strato di protezione superficiale, controllo deigiochi e planarità delle parti.

Controllo a vista

12 Mesi 1 Alterazione cromaticaBollaCorrosioneDeformazioneDeposito superficialeFrantumazioneMacchieNon ortogonalitàPerdita di materialePerdita trasparenza

Si Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.21 Controllo dell'efficacia delle guarnizioni. Controllo dell'adesione delleguarnizioni ai profili di contatto dei telai. Controllo del corretto inserimentonelle proprie sedi delle guarnizioni. Controllo dell'elasticità delleguarnizioni.

Controllo a vista

12 Mesi 1 DeformazioneDegrado delle guarnizioniNon ortogonalità

No Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.22 Controllo della loro funzionalità. Controllo a vista

12 Mesi 1 DeformazioneNon ortogonalità

Si Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.23 Controllo del corretto funzionamento. Controllo a vista

12 Mesi 1 Non ortogonalità Si Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.24 Controllo dell'efficacia delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta coltelaio fisso. Controllo degli organi di serraggio con finestra aperta econtrollo dei movimenti delle aste di chiusure.

Controllo a vista

12 Mesi 1 DeformazioneDegrado degli organi di manovraNon ortogonalitàRottura degli organi di manovra

Si Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.25 Controllo dello stato di conservazione e comunque del grado di usura delle Controllo a Semestrale 1 Deformazione Si Serramentista

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SOTTOPROGRAMMA DEI CONTROLLI

COMPONENTE 3.1.4.8

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE TIPOLOGIA FREQUENZA gg ANOMALIEMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

parti in vista. Controllo delle cerniere e dei fissaggi alla parete. vista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.26 Controllo funzionalità degli organi di manovra e delle parti in vista. Controllo a vista

12 Mesi 1 Alterazione cromaticaDeformazioneNon ortogonalità

No Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.27 Controllo della loro funzionalità. Controllo a vista

12 Mesi 1 CorrosioneNon ortogonalità

Si Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.28 Controllo delle asole di drenaggio e del sistema di drenaggio. Controllodell'ortogonalità dei telai. Controllo del fissaggio del telaio al vano ed alcontrotelaio al muro e dei blocchetti di regolazione.

Controllo a vista

12 Mesi 1 Condensa superficialeDeformazioneNon ortogonalità

No Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.29 Controllo dell'ortogonalità dell'anta e dei cavallotti di unione dei profilatidell'anta.

Controllo a vista

12 Mesi 1 Condensa superficialeNon ortogonalità

No Serramentista (Metalli e materie plastiche)

C3.1.4.8.30 Controllo uniformità dei vetri e delle sigillature vetro-telaio. Controllare lapresenza di depositi o sporco. Verifica di assenza di anomalie e/o difetti(rottura, depositi, macchie, ecc.).

Controllo a vista

Semestrale 1 Condensa superficialeDeposito superficialeFrantumazioneMacchiePerdita trasparenza

Si Serramentista (Metalli e materie plastiche)

COMPONENTE 2.11.4

IDENTIFICAZIONE

2 Opera IMPIANTI TECNOLOGICI2.11 Elemento tecnologico Impianto di smaltimento acque reflue2.11.4 Componente Pozzetti e caditoie

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SOTTOPROGRAMMA DEI CONTROLLI

COMPONENTE 2.11.4

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE TIPOLOGIA FREQUENZA gg ANOMALIEMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

C 2.11.4.1 Verificare lo stato generale e l'integrità della griglia e della piastra dicopertura dei pozzetti, della base di appoggio e delle pareti laterali.

Ispezione Annuale 1 Difetti dei chiusiniIntasamento

No Specializzati vari

COMPONENTE 10.1.2

IDENTIFICAZIONE

10 Opera DOTAZIONI DI SICUREZZA PER LA MANUTENZIONE10.1 Elemento tecnologico Sistemi anticaduta a trattenuta10.1.2 Componente Dispositivo di ancoraggio

CONTROLLI

CODICE DESCRIZIONE TIPOLOGIA FREQUENZA gg ANOMALIEMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

C10.1.2.3 Verifica della loro stabilità e del corretto serraggio. Controllo a vista

Annuale 1 CorrosioneDeformazione

Si Tecnici di livello superiore

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SOTTOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

COMPONENTE 1.3.2

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.1 Classe di unità tecnologica STRUTTURE1.3 Elemento tecnologico Strutture in elevazione in c.a.1.3.2 Componente Pareti

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE FREQUENZA ggMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

I1.3.2.1 Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle causedel difetto accertato.

Quando occorre

1 No Muratore € 200,00

COMPONENTE 1.3.4

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.1 Classe di unità tecnologica STRUTTURE1.3 Elemento tecnologico Strutture in elevazione in c.a.1.3.4 Componente Solette

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE FREQUENZA ggMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

I1.3.4.1 Gli interventi riparativi dovranno effettuarsi a secondo del tipo di anomalia riscontrata e previa diagnosi delle causedel difetto accertato.

Quando occorre

1 No Specializzati vari

€ 200,00

COMPONENTE 3.1.12.10

IDENTIFICAZIONE

1 Opera COLOMBARIO LOCULI1.2 Classe di unità tecnologica CHIUSURE3.1.12 Elemento tecnologico Coperture inclinate3.1.12.10 Componente Strato di tenuta in lastre di alluminio

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SOTTOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

COMPONENTE 3.1.12.10

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE FREQUENZA ggMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

I3.1.12.10.1 Rimozione di depositi di fogliame e detriti lungo i filari delle lastre di alluminio ed in prossimità delle gronde e dellelinee di deflusso delle acque meteoriche.

Semestrale 1 Si Specializzati vari

I3.1.12.10.2 Ripristino degli elementi di copertura e loro sostituzione se danneggiati con elementi analoghi. Correttoriposizionamento secondo la giusta sovrapposizione. Ripristino degli strati protettivi inferiori.

Quando occorre

1 No Specializzati vari

COMPONENTE 2.7.1

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.7 Elemento tecnologico Impianto di distribuzione acqua fredda e calda2.7.1 Componente Apparecchi sanitari e rubinetteria

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE FREQUENZA ggMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

I 2.7.1.1 Disostruzione meccanica degli scarichi senza rimozione degli apparecchi, mediante lo smontaggio dei sifoni, l'uso diaria in pressione o sonde flessibili.

Triennale 1 No Idraulico € 200,00

I 2.7.1.2 Rimozione di eventuale calcare sugli apparecchi sanitari con l'utilizzo di prodotti chimici. Semestrale 1 No Idraulico

COMPONENTE 2.6.11

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.2 Classe di unità tecnologica IMPIANTI TECNOLOGICI TRADIZIONALI2.6 Elemento tecnologico Impianto di illuminazione 2.6.11 Componente Lampade fluorescenti

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SOTTOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

COMPONENTE 2.6.11

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE FREQUENZA ggMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

I 2.6.11.1 Sostituzione delle lampade e dei relativi elementi accessori secondo la durata di vita media delle lampade fornite dalproduttore. Nel caso delle lampade fluorescenti si prevede una durata di vita media pari a 7500 h sottoposta a tre oreconsecutive di accensione. (Ipotizzando, pertanto, un uso giornaliero di 6 ore, dovrà prevedersi la sostituzione dellalampada circa ogni 40 mesi)

Ogni 40 mesi 1 No Elettricista € 50,00

COMPONENTE 1.2.6.21

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.6 Elemento tecnologico Coperture piane1.2.6.21 Componente Strato di tenuta con membrane bituminose

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE FREQUENZA ggMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

I 1.2.6.21.1 Rinnovo del manto impermeabile posto in semiaderenza, anche localmente, mediante inserimento di strati discorrimento a caldo. Rifacimento completo del manto mediante rimozione del vecchio manto se gravementedanneggiato.

Qindicennale 1 No Specializzati vari

€ 280,00

COMPONENTE 3.1.4.8

IDENTIFICAZIONE

2 Opera NUOVO SERVIZIO IGIENICO2.3 Classe di unità tecnologica CHIUSURE1.2.4 Elemento tecnologico Infissi esterni3.1.4.8 Componente Serramenti in materie plastiche (PVC)

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SOTTOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

COMPONENTE 3.1.4.8

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE FREQUENZA ggMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

I3.1.4.8.1 Lubrificazione ed ingrassaggio delle serrature e cerniere con prodotti siliconici, verifica del corretto funzionamento. Sessennale 1 Si Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.2 Pulizia dei residui organici che possono compromettere la funzionalità delle guide di scorrimento. Semestrale 1 Si Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.3 Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. Quando occorre

1 Si Generico

I3.1.4.8.4 Pulizia dei residui e depositi che ne possono pregiudicare il buon funzionamento con detergenti non aggressivi. 12 Mesi 1 Si GenericoI3.1.4.8.5 Pulizia degli organi di movimentazione tramite detergenti comuni. Quando

occorre 1 Si Generico

I3.1.4.8.6 Pulizia dei residui organici che possono provocare l'otturazione delle asole, dei canali di drenaggio, dei fori, dellebattute. Pulizia del telaio fisso con detergenti non aggressivi.

Semestrale 1 Si Generico

I3.1.4.8.7 Pulizia dei telai mobili con detergenti non aggressivi. 12 Mesi 1 Si GenericoI3.1.4.8.8 Pulizia dei telai con detergenti non aggressivi. Quando

occorre 1 Si Generico

I3.1.4.8.9 Pulizia e rimozione dello sporco e dei depositi superficiali con detergenti idonei. Quando occorre

1 Si Generico

I3.1.4.8.10 Registrazione e lubrificazione della maniglia, delle viti e degli accessori di manovra apertura-chiusura. Semestrale 1 Si Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.11 Regolazione e riposizionamento delle guarnizioni di tenuta. Triennale 1 No Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.12 Regolazione delle cerniere e della perfetta chiusura dell'anta col telaio fisso. Riposizionamento tramite scorrimentonelle apposite sedi delle cerniere.

Triennale 1 No Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.13 Regolazione di ortogonalità del telaio fisso tramite cacciavite sui blocchetti di regolazione e relativo fissaggio. La Triennale 1 No Serramentista

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SOTTOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

COMPONENTE 3.1.4.8

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE FREQUENZA ggMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

verifica dell'ortogonalità sarà effettuata mediante l'impiego di livella torica. (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.14 Ripristino fissaggi dei telai al vano e al controtelaio al muro e riattivazione del fissaggio dei blocchetti diregolazione e fissaggio tramite cacciavite.

Triennale 1 No Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.15 Ripristino dell'ortogonalità delle ante e fissaggio dei cavallotti di unione dei profilati dell'anta. 12 Mesi 1 No Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.16 Sostituzione delle cinghie avvolgibili, verifica dei meccanismi di funzionamento quali rulli avvolgitori elubrificazione degli snodi.

Quando occorre

1 No Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.17 Sostituzione dei frangisole impacchettabili con elementi analoghi. Quando occorre

1 No Serramentista (Metalli e materie plastiche)

I3.1.4.8.18 Sostituzione dell'infisso e del controtelaio mediante smontaggio e posa del nuovo serramento mediante l'impiego ditecniche di fissaggio, di regolazione e sigillature specifiche al tipo di infisso.

Trentennale 1 No Serramentista (Metalli e materie plastiche)

COMPONENTE 2.11.4

IDENTIFICAZIONE

2 Opera IMPIANTI TECNOLOGICI2.11 Elemento tecnologico Impianto di smaltimento acque reflue2.11.4 Componente Pozzetti e caditoie

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SOTTOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

COMPONENTE 2.11.4

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE FREQUENZA ggMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

I 2.11.4.1 Eseguire una pulizia dei pozzetti mediante asportazione dei fanghi di deposito e lavaggio con acqua a pressione. Annuale 1 No Specializzati vari

COMPONENTE 9.3.8

IDENTIFICAZIONE

5 Opera OPERE STRADALI9.3 Elemento tecnologico Aree per viabilità interna9.3.8 Componente Pavimentazione pedonale in lastre di pietra

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE FREQUENZA ggMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

I9.3.8.2 Pulizia delle parti superficiali, rimozione di macchie, depositi e sporco mediante spazzolatura e lavaggio con acqua esoluzioni adatte al tipo di rivestimento.

1 Si PavimentistaGenerico

I9.3.8.4 Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi previa rimozione delle parti deteriorate e relativapreparazione del fondo.

Quando occorre

1 No Pavimentista

COMPONENTE 10.1.2

IDENTIFICAZIONE

10 Opera DOTAZIONI DI SICUREZZA PER LA MANUTENZIONE10.1 Elemento tecnologico Sistemi anticaduta a trattenuta10.1.2 Componente Dispositivo di ancoraggio

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE FREQUENZA ggMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

I10.1.2.1 Sostituzione degli elementi usurati o rotti con altri analoghi. Sostituzione e verifica dei relativi ancoraggi. Decennale 1 No Specializzati vari

studio arch. Marchese Daniele piazza D. Moro 2/3 33057 Morsano al Tagliamento PN

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SOTTOPROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

COMPONENTE 10.1.2

INTERVENTI

CODICE DESCRIZIONE FREQUENZA ggMAN. USO

OPERATORIIMPORTO RISORSE

I10.1.2.2 Ripristino e/o sostituzione degli elementi di connessione e verifica del corretto serraggio degli stessi e sostituzioni di quelli mancanti.Riparazione della protezione antiruggine degli elementi metallici mediante rimozione della ruggine ed applicazione di vernici protettive.Riparazione di eventuali corrosioni o fessurazioni mediante saldature in loco con elementi di raccordo.

Decennale 1 No Specializzati vari

studio arch. Marchese Daniele piazza D. Moro 2/3 33057 Morsano al Tagliamento PN

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