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Piano Strutturale del Comune di Lamporecchio – Valutazione Integrata degli Effetti Ambientali PREMESSA Il Piano Strutturale è stato impostato, a livello progettuale, secondo gli schemi e le finali- tà dettate dalla Legge Regionale 1 del gennaio 2005, con una attenzione al rispetto dei concetti e finalità propri dello sviluppo sostenibile e al ruolo assunto dal comune nei confronti degli altri enti. Nel corso della fase ricognitiva, che ha portato alla definizione del Quadro delle Cono- scenze, e della fase più prettamente progettuale si è tenuto conto delle indicazioni con- tenute nel PTC della Provincia di Pistoia (2003) e degli altri atti pianificatori a livello so- vracomunale ricevendone un insieme di indicazioni e di scelte sulle questioni territoriali significative d’area vasta. Il Quadro delle conoscenze (o Quadro di riferimento ambien- tale) riguarda la gran parte delle componenti ambientali, è stato redatto tramite l’esecuzione di rilievi e monitoraggi diretti e integrato dalle informazioni derivanti dagli atti pianificatori e progetti sovracomunali; il “Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2004” della Provincia di Pistoia ha fornito indicazioni utili su alcuni settori investigati. La Valu- tazione Integrata Strategica degli Effetti Ambientali si adatta al livello conoscitivo di ba- se che, per gli aspetti locali, è paragonabile alla scala di dettaglio 1:10.000, per quelli provinciali 1:25.000. In questo dossier si tratta quindi della valutazione degli effetti prodotti sull’ambiente fisi- co e socioeconomico dalla messa in opera delle proposte di Piano; la fase di analisi tie- ne conto della precedente fase conoscitiva del territorio: quadro di riferimento ambienta- le e delle indagini relative alla individuazione delle aree e dei beni di rilevanza naturali- stica e ambientale, dello stato delle risorse soggette a modificazione, dei fattori di ri- schio ambientale presenti nel territorio di Lamporecchio, infine, dello stato generale dell’ambiente. Le valutazioni delle interazioni fra previsioni Urbanistiche e territorio è essenzialmente legata alla loro localizzazione geografica e morfologica, alle relazioni di distanza e inter- ferenza per la compartecipazione all’uso di risorse e servizi. Il livello di approfondimento richiesto è proprio delle valutazioni di tipo qualitativo, si è comunque scelto di seguire le linee metodologiche proprie della più complessa Proce- dura di Valutazione di Impatto Ambientale (terminologia alla quale tutte le valutazioni di questo tipo, comunque si definiscano, si rifanno) tenendo conto anche delle indicazioni contenute nel “Manuale per l’applicazione della valutazione. Procedure per la valutazio- ne degli atti di programmazione e di pianificazione territoriale di competenza degli enti locali ai sensi della l. R. 16 gennaio 1995 n.5”, edito dalla Regione Toscana nel dicem- bre 1999. Lo scopo principale è quello di individuare le principali problematiche connesse con la messa in opera del Piano, nei confronti delle risorse disponibili e delle criticità caratte- rizzanti il territorio, valutando, di massima, l’entità delle modificazioni e individuando le misure idonee a rendere sostenibili gli interventi. Più in particolare si forniscono indica- zioni sulla possibilità di realizzare gli insediamenti in funzione della esistenza o realizza- zione delle infrastrutture che consentano la tutela delle risorse essenziali del territorio; inoltre che siano garantiti i servizi essenziali (approvvigionamento idrico, capacità di de- purazione, smaltimento rifiuti), la difesa del suolo, la disponibilità di energia, la mobilità. D.R.E.AM. Italia Soc. Coop. – 2006 Pagina - 1

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Piano Strutturale del Comune di Lamporecchio – Valutazione Integrata degli Effetti Ambientali

PREMESSA Il Piano Strutturale è stato impostato, a livello progettuale, secondo gli schemi e le finali-tà dettate dalla Legge Regionale 1 del gennaio 2005, con una attenzione al rispetto dei concetti e finalità propri dello sviluppo sostenibile e al ruolo assunto dal comune nei confronti degli altri enti. Nel corso della fase ricognitiva, che ha portato alla definizione del Quadro delle Cono-scenze, e della fase più prettamente progettuale si è tenuto conto delle indicazioni con-tenute nel PTC della Provincia di Pistoia (2003) e degli altri atti pianificatori a livello so-vracomunale ricevendone un insieme di indicazioni e di scelte sulle questioni territoriali significative d’area vasta. Il Quadro delle conoscenze (o Quadro di riferimento ambien-tale) riguarda la gran parte delle componenti ambientali, è stato redatto tramite l’esecuzione di rilievi e monitoraggi diretti e integrato dalle informazioni derivanti dagli atti pianificatori e progetti sovracomunali; il “Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2004” della Provincia di Pistoia ha fornito indicazioni utili su alcuni settori investigati. La Valu-tazione Integrata Strategica degli Effetti Ambientali si adatta al livello conoscitivo di ba-se che, per gli aspetti locali, è paragonabile alla scala di dettaglio 1:10.000, per quelli provinciali 1:25.000. In questo dossier si tratta quindi della valutazione degli effetti prodotti sull’ambiente fisi-co e socioeconomico dalla messa in opera delle proposte di Piano; la fase di analisi tie-ne conto della precedente fase conoscitiva del territorio: quadro di riferimento ambienta-le e delle indagini relative alla individuazione delle aree e dei beni di rilevanza naturali-stica e ambientale, dello stato delle risorse soggette a modificazione, dei fattori di ri-schio ambientale presenti nel territorio di Lamporecchio, infine, dello stato generale dell’ambiente. Le valutazioni delle interazioni fra previsioni Urbanistiche e territorio è essenzialmente legata alla loro localizzazione geografica e morfologica, alle relazioni di distanza e inter-ferenza per la compartecipazione all’uso di risorse e servizi. Il livello di approfondimento richiesto è proprio delle valutazioni di tipo qualitativo, si è comunque scelto di seguire le linee metodologiche proprie della più complessa Proce-dura di Valutazione di Impatto Ambientale (terminologia alla quale tutte le valutazioni di questo tipo, comunque si definiscano, si rifanno) tenendo conto anche delle indicazioni contenute nel “Manuale per l’applicazione della valutazione. Procedure per la valutazio-ne degli atti di programmazione e di pianificazione territoriale di competenza degli enti locali ai sensi della l. R. 16 gennaio 1995 n.5”, edito dalla Regione Toscana nel dicem-bre 1999. Lo scopo principale è quello di individuare le principali problematiche connesse con la messa in opera del Piano, nei confronti delle risorse disponibili e delle criticità caratte-rizzanti il territorio, valutando, di massima, l’entità delle modificazioni e individuando le misure idonee a rendere sostenibili gli interventi. Più in particolare si forniscono indica-zioni sulla possibilità di realizzare gli insediamenti in funzione della esistenza o realizza-zione delle infrastrutture che consentano la tutela delle risorse essenziali del territorio; inoltre che siano garantiti i servizi essenziali (approvvigionamento idrico, capacità di de-purazione, smaltimento rifiuti), la difesa del suolo, la disponibilità di energia, la mobilità.

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1- METODOLOGIA DI STUDIO L’analisi degli impatti ambientali viene espressa attraverso la relazione fra AZIONI im-pattanti ed EFFETTI che esse provocano. I - Viene proposta, sotto forma di liste, un’analisi sistematica degli elementi caratteriz-zanti lo studio d’impatto ambientale, ovvero l’elenco delle proposte di Piano, le compo-nenti ambientali interessate, gli impatti, gli indicatori (qualitativi) disponibili. In questo modo è possibile inquadrare le principali problematiche poi oggetto di analisi d’impatto. II - Vengono quindi analizzati i rapporti fra proposte di Piano e l’ambiente che portano alla origine di un effetto ambientale, riferendole ai caratteri del territorio, ai vincoli, alle risorse e alle criticità. III - Disponendo di tutti gli aspetti che caratterizzano il problema del rapporto “CAUSE-EFFETTI” e tenendo come riferimento la lista, nell’ultima parte viene affrontata la vera e propria valutazione degli effetti, che consiste nell’inquadramento degli impatti in relazio-ne a ciascuna componente ambientale: è in questa sede che vengono effettuate le sti-me, qualitative, dei diversi gradi di impatto ambientale. Da questa fase emergono i limiti alla trasformabilità del territorio. IV - La parte finale riporta un elenco delle possibili misure di mitigazione degli impatti, aggregate in relazione alle azioni di origine che li provocano. Una ulteriore elaborazione trasforma le misure finalizzate a rendere sostenibili le previsioni urbanistiche in norme e prescrizioni facenti parte della Disciplina Strutturale. Le proposte del Piano Strutturale interessano la totalità delle componenti fisiche (legate all’ambiente e al territorio) e delle componenti riguardanti la sfera umana: sociali ed e-conomiche; in questo lavoro viene dato maggiore risalto alle prime, in quanto il grado di interazione fra progetti e ambiente fisico determina la fattibilità reale delle opere. In sin-tesi si individuano due categorie di componenti ambientali: principali (maggiormente im-pattate) e secondarie sia positivamente che negativamente. Tabella 1 - Lista delle componenti ambientali impattate dalle proposte di Piano

LISTA DELLE COMPONENTI AMBIENTALI IMPATTATE

SUOLO VEGETAZIONE

ACQUE SUPERFICIALI ACQUE DI FALDA

FAUNA - ECOSISTEMI PAESAGGIO - ESTETICA

ENERGIA RISORSE NATURALI ED EMERGENZE AMBIENTALI

SERVIZI E INFRASTRUTTURE ASPETTI SOCIO-ECONOMICI

ARIA

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1.1- Elaborati del quadro di riferimento ambientale Nella “fase delle conoscenze” vengono descritti i caratteri principali del territorio, dal punto di vista climatico, geologico, agro forestale, della fauna, delle reti tecnologiche e dei servizi. Allo scopo si sono raccolti i dati disponibili e riorganizzati nell’ambito del si-stema informativo territoriale, operando le necessarie correzioni e mirate integrazioni, il risultato consiste nelle seguenti carte tematiche: Documenti descrittivi dell’ambiente Carta geologica Carta geomorfologica con indicazioni litotecniche Carta idrogeologica Carta dell'acclività dei versanti Carta dei dati di base geologici Carta di vulnerabilità della falda Carta dell’uso attuale del suolo Carta delle reti tecnologiche Carta dei vincoli sovraordinati Le successive cartografie di sintesi descrivono le aree interessate dalle risorse essen-ziali del territorio, le aree critiche e il rischio derivante dai fattori geomorfologici, idrologi-co-idraulici e idrogeologici. Documenti di sintesi ambientale Carta di pericolosità per fattori geomorfologici Carta di pericolosità per fattori idraulici Carta delle criticità del territorio Carta delle emergenze ambientali e delle risorse naturali L’aspetto morfologico di maggiore rilevanza è riferibile alle due principali suddivisioni del territorio che si ritrovano anche chiaramente negli atti pianificatori: − la Collina del Montalbano − la Pianura della Valdinievole

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1.2- Elaborati di progetto Dal punto di vista grafico il piano si compone di documenti tabellari e cartografici; le car-te di progetto considerate sono le seguenti: Documenti di progetto INVARIANTI STRUTTURALI

SOTTOSISTEMI TERRITORIALI E AMBITI DI PAESAGGIO

SISTEMA FUNZIONALE PER L’AMBIENTE

SISTEMA FUNZIONALE DEL TURISMO E DELLA MOBILITÀ ECOTURISTICA

INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ

STRUTTURA AGRARIA

INSEDIAMENTI URBANI - U.T.O.E.

La valutazione ha considerato le cartografie di piano e le ha confrontate per sovrappo-sizione con le carte di sintesi ambientale.

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2- OBIETTIVI GENERALI DEL PIANO STRUTTURALE Il PS riceve dal PTC e dagli altri atti di pianificazione sovracomunali un insieme di indi-cazioni e di scelte sulle questioni territoriali significative nell’ambito di area vasta. Di conseguenza Piano Strutturale costruisce il quadro stabile e identificato dal territorio (lo Statuto del Territorio) ed esplicita gli obiettivi di governo (rappresentati in sistemi, subsi-stemi, unità territoriali) introducendo inoltre le salvaguardie per la tutela dei suoli e dei beni. Infine, per rendere possibile la traduzione operativa dei programmi strategici, indi-rizza gli aspetti di competenza del Regolamento Urbanistico. Quest’ultimo disciplina gli interventi che danno concretezza agli obiettivi. Gli obiettivi che l'Amministrazione Co-munale intende perseguire sono descritti nello Statuto del Territorio, fra di essi quelli con maggiore risvolto ambientale, sono i seguenti: − la tutela e valorizzazione delle risorse naturali del territorio (acqua, aria, suolo, ecosistemi) mediante

la difesa del sistema idrografico, degli ecosistemi di flora e fauna, degli usi agricoli del suolo, attra-verso anche l'eliminazione delle fonti di inquinamento e del rischio ambientale;

− la tutela del sistema collinare costituito dai terrazzamenti a coltura di ulivo e vite; − il miglioramento delle condizioni geoambientali dei corsi d'acqua; − l'incentivazione delle forme di presidio del territorio; − la tutela e valorizzazione del paesaggio; − la promozione di attività legate alla bio-agricoltura, agriturismo, turismo di tipo rurale in genere, circui-

ti per attività sportive umane ed animali da articolarsi nell'ambito eco-infrastrutturale del territorio col-linare;

− la limitazione delle fonti di inquinamento generate dalle colture di tipo intensivo - specialistico; − lo sviluppo dell'agricoltura, delle attività connesse e delle altre attività integrate e compatibili con la

tutela e l'utilizzazione delle risorse dei territori rurali, in sostituzione di conduzioni e pratiche colturali ormai non stabilizzanti e relativamente redditizie;

− la delocalizzazione dei siti produttivi ora inseriti o prospicienti alle aree urbanizzate; − la razionalizzazione della rete viaria di collegamento e di servizio, al fine di una limitazione delle criti-

cità e congestioni attuali; − l'incentivazione all’impresa giovanile − l'individuazione di un sistema turistico che costituisca una nuova opportunità per attività economiche

connesse e compatibili con il sistema ambientale di riferimento. − una riorganizzazione dei centri abitati con una riqualificazione tipologica interna ed un riordino delle

funzioni insediate; − un corretta individuazione delle espansioni e dei trasferimenti al fine della limitazione delle criticità

delle risorse naturali; − la riduzione e controllo dei fattori inquinanti; − il recupero del patrimonio edilizio esistente, severo contenimento dei processi di urbanizzazione dif-

fusa e dell'uso del territorio ed ottimizzazione dell'uso di quello già impegnato; − il rafforzamento di una struttura di spazi pubblici (verdi attrezzati, verdi sportivi, attrezzature pubbliche

in genere, parcheggi pubblici) tale da determinare un sistema connettivo su tutto il territorio comuna-le.

− l'alleggerimento del traffico attraverso i centri abitati tramite l'individuazione di percorsi viari esterni; − il collegamento stradale fra l'Empolese e la Valdinievole; − l'adesione al progetto di “grande depurazione” a livello di ATO verso il comprensorio del cuoio e pro-

gressiva ristrutturazione delle reti in tale ottica; − il raggiungimento dell’obiettivo del 40% nella raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani − la progressiva ristrutturazione delle reti acquedottistiche esistenti con potenziamento degli impianti

per gli insediamenti in collina.

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3- STATUTO DEL TERRITORIO Lo Statuto del territorio raccoglie gli elementi storico - naturali che costituiscono le IN-VARIANTI STRUTTURALI del territorio, categorie di beni la cui perdita o trasformazione comporterebbe un impoverimento delle specificità culturali e ambientali del territorio. Lo Statuto, in particolare, fornisce indirizzi diretti alla salvaguardia delle Invarianti. In particolare sono da ritenersi Invarianti Strutturali tutti gli elementi che presentano di-stinte e rilevanti peculiarità paesaggistiche, naturalistiche, architettoniche, storiche e ar-tistiche. - Permanenze storico-ambientali - Emergenze naturali - Emergenze insediative e infrastrutturali INVARIANTI STRUTTURALI:

- AREE PREVALENTEMENTE BOSCATE DEL CRINALE DEL MONTALBANO, - COLLINA ARBORATA DEL MONTALBANO, - PIANURA DELLA VALDINIEVOLE AD AGRICOLTURA PROMISCUA - AREE CONTIGUE ALLA RISERVA NATURALE DEL PADULE DI FUCECCHIO, - CORSI D’ACQUA E FORMAZIONI VEGETAZIONALI D’ARGINE E DI RIPA

Borro di Beboli Borro di Doglio o delle Gorgole Forra di Dorrio Rio di Gerbamaggio o di Bagnolo o di Feroci Borro di Greppiano Rio di Lamporecchio o di Spicchio Borro di Varignano o di Bottaccio Fosso Vinciarello Torrente Vincio Torrente Vincio d'Dorbignano o della Lecceta

- BARCO REALE MEDICEO - AREE AD AGRICOLTURA TRADIZIONALE COLLINARE - BOSCHETTI DI PIANURA - BORGHI PEDECOLLINARI DELLA VALDINIEVOLE Capoluogo e Spicchio - CENTRI COLLINARI DEL MONTALBANO San Baronto, Porciano, Papiano - AGGREGATI RURALI STORICIZZATI Giugnano, Alberghi, Il Poggio, Collececioli, Fat-

toio, Lampaggio, Catolfi - EDIFICI DI RILEVANTE VALORE TESTIMONIALE - COMPLESSO ROSPIGLIOSI - VIABILITÀ STORICA - I VARCHI TERRITORIALI

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AMBITI DI PAESAGGIO: Le aree extraurbane, interne ai Sottosistemi Territoriali che si configurano come “ele-menti territoriali complessi individuati per morfologia, forme d’uso del suolo e caratteri del paesaggio”. I limiti degli ambiti sono individuati anche nella tavola n. 5 di progetto del PS. - Aree prevalentemente boscate del crinale del Montalbano - Collina arborata del Montalbano - Aree ad agricoltura promiscua - Padule di Fucecchio

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4- L’ANALISI DEGLI ASPETTI ECONOMICO - SOCIALI E DEMOGRAFICI

Premessa Negli elaborati del Quadro delle conoscenze si sono descritti i caratteri del territorio dal punto di vista geoambientale; al fine di dare completezza alla fase di valutazione in questo capitolo si tratta, in sintesi, degli aspetti legati alla sfera delle attività umane co-me meglio e compiutamente descritte nella Relazione di Piano.

4.1- Dati demografici Negli ultimi anni si è registrato un lieve ma costante incremento degli abitanti residenti. Da dati I.S.T.A.T si rilevano i seguenti parametri: Tabella 2 - Densità demografica

Anno Terr. Comunale Kmq Abitanti Abitanti / Kmq 1971 22,17 6342 286,0 1981 22,17 6457 291,0 1991 22,17 6512 293,7 2001 22,17 6774 305,5

Tabella 3 - Popolazione residente: serie storica ed incrementi % relativi

1971 1981 1991 2001 1971-2001 Num. Num. Variaz. Num. Va- Num. Va- Variaz.% 6342 6457 +1,2% 6512 +0,85 6774 +4% +6,8

Tabella 4 - Distribuzione della popolazione nei centri, nuclei, case sparse

1991 2001 Variaz.%

Numero % relat. Numero % relat. ‘91-‘01 Centri 5107 78,5 5380 79,42 +5,3 Nuclei 580 8,9 647 9,58 +11 Case sparse 825 12,6 747 11 -9,4 Totale 6512 100 6774 100 +4

Tabella 5 - Famiglie e composizione media (serie storica)

1971 1981 1991 2001 Num. Comp.media Num. Comp.media Num. Comp.media Num. Comp.media 1836 3,46 2046 3,15 2267 2,87 2550 2.66

Tabella 6 - Famiglie: serie storica, ed incrementi percentuali relativi 1971 1981 1991 2001 Variaz Num. Num. Variaz.% Num. Variaz.% Num. Variaz.% ‘81-‘01 1836 2046 +11,4 2267 +10,8 2550 +12,4 +24,6

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In conclusione è possibile affermare che: − Sono presenti all’interno del territorio comunale forti peculiarità storico architettoni-

che da valorizzare e salvaguardare. − Si sono configurati nel corso degli ultimi decenni variegati tessuti insediativi da coor-

dinare organicamente, al fine di uno sviluppo sostenibile. − Il carico insediativo maggiore si localizza in nuclei abitati a carattere prettamente re-

sidenziale, derivati dal costante accrescimento di antichi nuclei rurali che si sono fusi lungo i tratti della viabilità principale e comunale.

− Diminuisce la popolazione residente in case sparse nell’ultimo decennio, dato nega-tivo ai fini del presidio dl territorio.

− È costante la diminuzione del nucleo familiare medio. − È costante l’aumento della popolazione. − In conseguenza è costante la richiesta di spazi abitativi.

4.2- Settore produttivo In occasione dell’avvio al procedimento per la formazione del P.T.C. della Provincia di Pistoia è stata eseguita un’analisi degli aspetti socioeconomici che, relativamente ai trend dell’intero comprensorio della Valdinievole, nell’industria dopo il calo complessivo degli addetti al 1991, si rileva un’inversione di tendenza fino al 1997, con una stabilità degli addetti (12.500) ed aumento delle U.L. Per quanto riguarda Lamporecchio n riferimento allo stato di fatto ed ai trend in essere all’interno della struttura produttiva, è possibile affermare che: Dal 1971 al 1991 si assiste ad una crescita generalizzata in quasi tutti i comparti pro-duttivi (+17% Unità Locali e +20% addetti) ad eccezione dei settori delle costruzioni e dei trasporti. Dal 1991 al 1996 si assiste ad un forte consolidamento della struttura produttiva (+19,7% imprese +21% Unità Locali +13% addetti) e specificatamente si assiste: - Aumento del numero delle imprese. - Aumento del numero delle Unità locali. - Aumento del n° degli addetti. - Lieve calo della dimensione media delle imprese. - Diminuzione dell’incidenza percentuale degli addetti dell’industria manifatturiera sul to-

tale ( dal 54% al 49%. - Consolidamento dell’incidenza percentuale delle imprese afferenti al commercio, al-

berghi e ristoranti (dal 37,9% al 40,9%). Nel breve periodo dal 1996 al 2001, si evidenzia: - Aumento del numero delle imprese (+8%). - Aumento cospicuo delle Unità Locali (+16,8%). - Calo notevole degli addetti (-19,6%). - Forte riduzione della dimensione media aziendale (al 2001 2 addetti per impresa).

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In conclusione è possibile affermare che è in atto: − Aumento del numero delle imprese e delle Unità Locali, con corrispondente calo de-

gli addetti. − Riorganizzazione delle attività manifatturiere con forte calo degli addetti associato ad

una crescita notevole delle unità locali (+20%). − Crescita nel settore commerciale di imprese e unità locali, associato però ad un calo

del 15% degli addetti. − Stasi per il settore terziario (sevizi ecc.).

4.3- Il Turismo All’interno del comprensorio della Valdinievole e complessivamente della Provincia di Pistoia, il Comune di Lamporecchio si evidenzia per una valida infrastrutturazione al-berghiera ed extralberghiera, che appare in crescita tanto negli arrivi che nelle presenze turistiche. Il confronto tra i dati del 2002 e quelli del 2001, lo pone al primo posto come percentuali di crescita in Valdinievole: +12,32% per gli arrivi, +17,69 % per le presenze. Al 2002 gli arrivi sono stati 18.397 (di cui 16.286 stranieri) e le presenze 117.504 (di cui 106.668 stranieri) con una permanenza media molto elevata 6,4 giorni (in crescita a partire dal 1993). Tale flusso è oggi supportato da 4 alberghi con 86 camere e 159 posti letto, 1 campeg-gio con 456 posti letto, 14 agriturismi con 62 camere e 110 posti letto, altre 5 strutture con 72 letti. In totale 24 strutture con 797 posti letto. Capacità ricettiva seconda solo a Montecatini Terme (in Valdinievole), e con trend di sviluppo in termini di arrivi e presenze, in costante aumento.

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5- DATI DI PIANO STRUTTURALE

Premessa In questo capitolo e nelle tabelle seguenti vengono evidenziate sinteticamente le princi-pali proposte di Piano. Il territorio comunale è stato suddiviso in tre Sistemi Territoriali (definiti in base ai carat-teri geomorfologici, idrografici, paesaggistici e storico – culturali) e in due Sistemi Fun-zionali, per favorire le relazioni fra i Sistemi Territoriali in rapporto a specifici obiettivi di riorganizzazione delle funzioni. Tabella 7 - Sistemi territoriali

Sistemi Territoriali Sottosistema Territoriale della Collina del Montalbano Sottosistema Territoriale della Pianura Storica della Valdinievole Sottosistema Territoriale della Pianura Umida della Valdinievole

Tabella 8 - Sistemi funzionali

Sistema Funzionale per l’Ambiente Sistemi Funzionali Sistema Funzionale del Turismo e della Mobilità Ecoturistica

5.1- Sistemi territoriali Tabella 9 - Sottosistema 1 Collina del Montalbano SUPERFICIE TOTALE: ha 1.355 61% localizzazione Versante sud ovest del Montalbano superficie 1.355 ha clima temperato fresco umido (Koppen) morfologia Collinare (crinale + versante inciso) Caratteri fisiografici altitudine 70 – 500 m. s.l.m. acclività 3 e 6 classe geolitologia Arenaria Macigno (oligocene Med.<Sup. soprassuolo Bosco e coltivi uso del suolo Bosco misto, oliveti, vigneti sistemazioni Gradoni, ciglionamenti, muri a secco Ambiti di paesaggio Aree boscate del crinale del Montalbano ha 280 Collina Arborata del Montalbano ha 1.001

Giugnano – ha 2,0 San Baronto: ha 46,0 Aggregati rurali Alberghi – ha 1,0 Il Poggio – ha 1,0 Papiano – ha 2,0 Poggio alla Baghera – ha 2 Fattoio – 1,0

Porciano: ha 12,0 Aggregati rurali

Lampaggio – 1,0 La Berga – 2,0

Insediamenti Urbani

Fornello – Orbignano: ha 6,00 Aggregati rurali Catolfi – 1,0 Papone – Carraia: ha 6 Aggregati rurali Carraia – 1,0

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Tabella 10 - Sottosistema 2 Pianura Storica della Valdinievole SUPERFICIE TOTALE: ha 836 37,7% localizzazione Fascia pedecollinare e fondivalle superficie 836 ha clima temperato fresco umido (Koppen) morfologia Pianura e fondovalle stretti Caratteri fisiografici altitudine 20 – 70 m. s.l.m. acclività 1 e 3 classe geolitologia Depositi Villafranchiani e Quaternario soprassuolo Coltivi, uso del suolo Coltivi, aree urbanizzate sistemazioni Sponde e arginature Ambiti di paesaggio Pianura della Valdinievole ad agricoltura Promiscua ha 491

Capoluogo: ha 165 Aggregati rurali Beboli – ha 2 Collececioli – ha 1

Cerbaia - Poggio alla Cavalla: ha 79 Mastromarco – Massaini: ha 64

Insediamenti Urbani

Borgano: ha 37 Tabella 11 - Sottosistema 3 Pianura Umida della Valdinievole localizzazione Margini Padule di Fucecchio superficie 2,6 ha clima temperato fresco umido (Koppen) morfologia Aperta pianura Caratteri fisiografici altitudine 20 – 15 m. s.l.m. acclività 1 classe geolitologia Depositi di bonifica soprassuolo Coltivi, uso del suolo mais sistemazioni arginature Ambiti di paesaggio Padule di Fucecchio ha 26

Insediamenti Urbani Aggregati rurali

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5.2- Sistemi funzionali Tabella 12 - Sistema funzionale per l’ambiente SISTEMA FUNZIONALE PER L’AMBIENTE

Reticoli idrografici minori dei torrenti che scendono dal Montalbano Corridoi di connessione ecologica situati nel fondovalle e delimitati dai versanti col-inari lCorpi d’acqua Parchi e verdi urbani primari Brughiere e cespuglieti Aree boscate di collina e di pianura

Sistema funzionale per l’ambiente co-munale Elementi lineari

Crinale di San Baronto

La Collina arborata del Montalbano CARATTERI

Oliveti, vigneti, boschi di frangia, crinali, versanti acclivi, abitati di antica formazione, centri storici minori, nuclei e aggregati rurali, insediamenti colonici poderali

Il Barco Reale: ha 66 (4.000 totali) CARATTERI

Oliveti, vigneti, boschi, seminativi, elementi di valore sto-rico testimoniale e ambientale

Sistema Funzionale per l’ambiente pro-vinciale Elementi areali

Il Padule di Fucecchio CARATTERI Seminativi, aree umide

Tabella 13 - Sistema funzionale del turismo e della viabilità ecoturistica SISTEMA FUNZIONALE DEL TURISMO

Centri minori di antica formazione Edifici religiosi Ville e fattorie

Turismo culturale e d’arte

Mulini Barco Reale Area a vocazione agrituristica (collina del Montalbano) Padule di Fucecchio Strutture ricettive agrituristiche

Turismo naturalistico ed ecologico

Strutture ricettive connesse/compatibili con il territorio rurale

Turismo della salute e dello sport

Impianti sportivi principali

ATTIVITÀ ED EVENTI DI CARATTERE

TURISTICO

strutture ricettive camping feste e sagre uffici d’informazioni tu-

ristiche attività promozionali

SISTEMA FUNZIONALE DELLA MOBILITÀ ECOTURISTICA

Itinerari escursionistici carrabili di categoria 1 Itinerari escursionistici carrabili di categoria 2 Mobilità ecoturistica Itinerari escursionistici ciclo-pedonali-equestri

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5.3- Sistemi insediativi e U.T.O.E.

5.3.1 Insediamenti residenziali Gli altri sistemi corrispondono in genere a porzioni di territorio ben delineate, differenzia-te tra loro per caratteristiche geografiche, storiche e funzionali, così definite (U.T.O.E.). Il Piano ne individua due descritte nelle tabelle riportate di seguito nel testo; inoltre si forniscono dati descriventi le elaborazioni utili a supportare la successiva fase di valuta-zione. Tabella 14 - Dati demografici e insediativi riferiti alle due U.T.O.E.

U.T.O.E. 1 2004 2025 incremento abitanti alloggi

occ. alloggi disp.

abitanti alloggi occ.

alloggi disp.

totale al-loggi

nuovi alloggi

abitanti Incr. Ab. %

San Baronto 630 236 32 757 303 26 327 61 127Porciano 149 56 8 179 73 6 78 15 30Fornello/Orbignano 156 58 8 187 75 6 80 15 31Aree agricole 380 208 28 457 244 22 286 30 77Totale 1.315 558 76 1.580 695 60 755 121 265 20%

U.T.O.E. 2 2004 2025 incremento abitanti alloggi

occ. alloggi disp.

abitanti alloggi occ.

alloggi disp.

totale al-loggi

nuovi alloggi

abitanti Incr. Ab. %

Papone/Carraia 163 61 8 195 77 7 84 15 32Capoluogo 2.155 808 110 2.587 1.029 89 1.118 200 432Borgano 400 152 21 481 191 17 208 35 81Cerbaia/Pg. Cavalla 1.465 550 75 1.759 700 60 760 135 294Mastrom./Massaini 1.175 441 60 1.411 564 49 613 112 236Aree agricole 405 88 13 487 123 11 134 33 82Totale 5.763 2.100 287 6.920 2.684 233 2.917 530 1.157 20% I dati di progetto vengono rielaborati al fine di definire i volumi e gli edifici effettivamente da realizzare. Per il calcolo si assume che il volume medio abitativo sia pari 360 mc. e che il 30% dei volumi totali previsti al 2025 (220.000 mc.) possano derivare dal recupe-ro di volumi già esistenti. Tabella 15 - Calcolo dei volumi e degli edifici da realizzarsi

U.T.O.E. Volumetrie residuo prg

Volumetrie in itinere

Previsioni di PS

al 2025 nuovi volumi da reperire

Alloggi previsti

Nuovi alloggi

Alloggi da edificare

I 5.500,00 4.900,00 29.600,00 40.000,00 35.100,00 121,00 106 106II 44.700,00 48.800,00 86.500,00 180.000,00 131.200,00 530,00 386 192 50.200,00 53.700,00 116.100,00 220.000,00 166.300,00 651,00 492 298

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I dati essenziali (o indicatori) ai fini della valutazione degli effetti ambientali sulle com-ponenti: acque superficiali, acque di falda, energia, risorse, servizi e infrastrutture, a-spetti socio-economici, aria, rifiuti è rappresentato da:

1. il numero di nuovi abitanti residenti che si prevede di insediare è di 1.422 di cui

UTOE 1 = 265 nuovi abitanti UTOE 2 = 1.157 nuovi abitanti

2. il numero di nuovi alloggi previsti è di 651

di cui UTOE 1 = 121 nuovi alloggi UTOE 2 = 530 nuovi alloggi

3. dei 651 nuovi alloggi previsti il numero effettivamente da edificarsi è di 298

di cui UTOE 1 = 108 nuove edificazioni UTOE 2 = 192 nuove edificazioni

4. le volumetrie totali previste sono pari a 220.000 mc.

di cui UTOE 1 = 40.000 mc. UTOE 2 = 180.000 mc.

5. le nuove volumetrie di progetto sono pari a 166.300 mc.

di cui UTOE 1 = 35.100 mc. UTOE 2 = 131.200 mc.

Nell’UTOE 2: si prevede l'utilizzo di stimati 66.000 mc. edificati già esistenti (30% dei volumi totali previsti), per cui:

6. le volumetrie effettivamente da edificarsi sono pari a 100.300 mc. di cui

UTOE 1 = 35.100 mc. UTOE 2 = 65.200 mc.

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5.3.2 Insediamenti produttivi, commerciali, direzionali, turistico - ricettivi Tabella 16 - Insediamenti non residenziali - P.R.G. Vigente e previsioni

P.R.G. vigente PIANO STRUTTURALE UTOE 2 Superficie prevista Superficie

da edificare Area Prod. Mastromarco In completamento Nessuna previsione 60% Area Prod. Cerbaia 1 In completamento Nessuna previsione 10% Area Prod. Cerbaia 2 In completamento Nessuna previsione 100% Aree commerciali e/o direzionali In completamento Nessuna previsione --------------- Aree turistico ricettive Potenziamento Nessuna previsione --------------- In sostanza, nell’ambito del Piano Strutturale, si prevede solo il completamento delle aree non residenziali all'interno dei lotti già assegnati. Tabella 17 - Insediamenti produttivi, sintesi dei dati secondo progetto

INSEDIAMENTI PRODUTTIVI UTOE 2 PRG in itinere Da edificare

% Da edificare

mc. Cerbaia 1 5.000,00 5.000,00 10,00 500,00 Cerbaia 2 5.000,00 5.000,00 100,00 5.000,00 Mastromarco 10.000,00 10.000,00 60,00 6.000,00 20.000,00 20.000,00 11.500,00

Il dato essenziale (o indicatore) ai fini della valutazione degli effetti ambientali sulle componenti: geomorfologia, vegetazione, suolo, fauna – ecosistemi, paesaggio – este-tica, servizi e infrastrutture, aspetti socio-economici è rappresentato dai volumi di nuova edificazione che andranno a incidere sul territorio; secondo Piano Strutturale questo da-to è zero, non essendovi nuove previsioni, nelle aree produttive già individuate verran-no realizzati a completamento circa 11.500 mc.

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5.3.3 Attrezzature pubbliche Nella tabella seguente si riassumo e sintetizzano i dati relativi alle attrezzature pubbli-che di progetto relazionandoli alle superfici dei sistemi insediativi. Gli standard sono ve-rificati secondo normativa sull'intera popolazione insediabile prevista al 2025; si ritiene utile, comunque, elaborare gli indici riferendoli alle due UTOE evidenziando le variazioni rispetto alla situazione attuale e riferendole agli abitanti previsti e alle superfici dei si-stemi insediativi. Viene fornito sia il dato numerico che la variazione percentuale. Tabella 18 - Attrezzature e sistemi insediativi 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 2004 2025 2004 2025 2004 2025 progetto 2004 2025 progetto

variazio-ne

variazio-ne

Sup. sist. insediativi

Sup. aree urb. attuali

Sp. pubbli-ci esistenti

Sp. pubbli-ci progetto

Abitanti Abitanti riferito a superfici

riferito a superfici

riferito a abitanti

riferito a abitanti

mq mq mq mq N. N. % % % %

u.t.o.e. 1 650.000 335.000 1.315 1.580

scuole 3.780 3.780 1,13 0,58 -0,55 2,87 2,39 -0,48

verde att. 19.308 19.308 5,76 2,97 -2,79 14,68 12,22 -2,46

attrez. Com.

7.610 7.610

2,27 1,17 -1,10 5,79 4,82

-0,97

parcheggi 5.210 6.400 1,56 0,98 -0,57 3,96 4,05 0,09

u.t.o.e. 2 3.520.000 1.765.000 5.763 6.920

scuole 14.985 34.470 0,85 0,98 0,13 11,40 21,82 10,42

verde att. 113.557 113.557 6,43 3,23 -3,21 86,36 71,87 -14,48

attrez. Com.

20.528 24.220

1,16 0,69 -0,47 15,61 15,33 -0,28

parcheggi 20.488 27.680 1,16 0,79 -0,37 15,58 17,52 1,94

Totali 4.170.000 2.100.000 7.078 8.500

Un dato significativo (o indicatore) ai fini della valutazione degli effetti ambientali sulle componenti: servizi e infrastrutture, aspetti socio-economici è rappresentato da quanto si riscontra sulla UTOE 2 con un aumento significativo delle attrezzature scolastiche: ol-tre il 10% di attrezzature scolastiche (riferito ad abitanti previsti nell’ UTOE 2) rispetto all’esistente. Sempre riferiti agli abitanti gli indici relativi al verde attrezzato e attrezzatu-re comuni sono negativi (meno disponibilità di attrezzature per abitante rispetto all’esistente), aumenta l’indice relativo ai parcheggi. Un dato significativo (o indicatore) ai fini della valutazione degli effetti ambientali sulle componenti: paesaggio ed estetica, è rappresentato da quanto si riscontra sulle due UTOE con una variazione dell’indice delle aree verdi attrezzate e delle attrezzature sempre negativo.

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5.3.4 Sistema infrastrutturale Le principali direttrici di collegamento sono il Pistoiese, con la provinciale per S. Baron-to, l’area dell’Empolese, attraverso Vinci, il territorio del Comune di Cerreto Guidi e di Fucecchio, attraverso la vecchia Maremmana, Il Montecatinese attraverso la Via Fran-cesca (unica infrastruttura a livello nazionale – regionale) che interessa del tutto margi-nalmente il territorio comunale presso il limite sud ovest e non è oggetto di pianificazio-ne comunale. Nei paragrafi seguenti si descrivono sinteticamente i caratteri delle infra-strutture viarie sia allo stato attuale che di progetto. 5.3.4.1 Viabilità attuale VIABILITÀ DI INTERESSE NAZIONALE E REGIONALE - ESISTENTI Strada Regionale 436 – Francesca (interessa marginalmente il territorio comunale) VIABILITÀ DI SUPPORTO AI SISTEMI LOCALI - ESISTENTI Le principali direttrici stradali che si sviluppano su due assi ortogonali: Direttrice nord est – sud ovest – Strada provinciale Sanbarontana di collegamento tra Pistoia ed Empoli: da S. Baronto si dirige verso il Capoluogo, lo attraversa e si dirige per Maestromarco, attraversando gli abitati di Tesi, Massaini, Poggio Argentale, diri-gendosi poi verso Empoli. All’altezza di piazza Berni tale direttrice si collega con il Co-mune limitrofo di Larciano attraverso Via Matteotti. Direttrice nord ovest – sud - est - il collegamento della strada provinciale proveniente da Empoli – Vinci, attraversa Papone e Borgano, si immette nella viabilità urbana pres-so Tesi. Il collegamento con la direttrice principale verso Montecatini (Via Francesca) risulta possibile attraverso tre soluzioni alternative:

- A1 - l’attraversamento del centro abitato del Capoluogo, dirigendosi poi verso Larciano,

- A2 - l’attraversamento del centro abitato verso Maestromarco, dirigendosi poi verso la frazione di Cerbaia,

- A3 - il proseguimento verso la località Bontina sempre attraverso parte del centro abitato.

5.3.4.2 Problematiche Nell'ambito della Pianificazione sono state affrontate problematiche principalmente lega-te all'attraversamento del Capoluogo, in sintesi:

− Il traffico di automezzi pesanti non in sintonia con la vocazione turistico-ambientale del territorio;

− la commistione tra traffico di scorrimento urbano e quello extraurbano; − l'insufficienza di parcheggi per residenti e servizi in genere; − l'impatto del traffico sia pesante che leggero con la struttura urbana e la man-

canza di strutture atte a baipassare il centro abitato; − la mancanza di un collegamento diretto, idoneo al traffico pesante, dal Capoluo-

go verso la Strada Francesca; − l'eccessiva edificazione senza soluzione di continuità avvenuta nei trenta anni

precedenti lungo la principale direttrice urbana.

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5.3.4.3 Viabilità di progetto Soluzioni possibili Il PS, riguardo al sistema della viabilità, in generale prevede l'adeguamento dei tratti stradali in ambito urbano e la realizzazione di nuovi tratti stradali extraurbani. Per la ve-rifica e valutazione dei tratti stradali viene fatto riferimento alla Tavola 12 di progetto. Obiettivi del PS:

- la differenziazione tra traffico di scorrimento sovracomunale e quello urbano con il trasferimento del traffico pesante al di fuori dei centri abitati

- interventi di alleggerimento del traffico veicolare urbano (intensità, flusso, tipolo-gia) con razionalizzazione/gerarchizzazione dei flussi

- individuazione a sistema di parcheggi scambiatori per il collegamento interno ai centri abitati

Metodi:

- l’individuazione di una rete infrastrutturale esterna ai centri abitati che consenta: il transito del traffico pesante sulle due principali direttrici individuate il collegamento non “a raso” con la viabilità di scorrimento urbano la graduale attuabilità per stralci funzionali delle infrastrutture

Azioni:

- Alleggerimento del transito sulla provinciale Sanbarontana - Risoluzione “del nodo” in piazza Berni con particolare sensibilità verso il contesto

urbano di riferimento - Razionalizzazione/semplificazione del sistema di accesso alle proprietà private

nel tratto Piazza Berni-via Matteotti

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VIABILITÀ DI SUPPORTO AI SISTEMI LOCALI – DI PROGETTO Tabella 19 - Variante 1 di progetto

VARIANTE MASTROMARCO/MASSAINI sulla S.P. n°9

TIPOLOGIA Strada extraurbana secondaria

CAPISALDI Confine Provincia di Firenze (località Maestromarco S.P. 9) – nuova stra-da di progetto direttrice Vinci-Montecatini Terme

RUOLO Strada a servizio dei sistemi locali

CONNESSIONI Strada Provinciale Empolese n° 9 - nuova strada di progetto direttrice Vinci-Montecatini Terme

INTERCONNESSIONI Collegamento con via Togliatti attraverso Via del Pino e Via Marx BANCHINE 0,70 CARREGGIATA 10,50 N° CORSIE 2 SUPERFICIE 20.000 mq. circa

CARATTERISTICHE

SVILUPPO 1.700 m. circa in territorio collinare NUOVO PROGETTO

PREVISIONI AZIONI PROGRAMMATICHE Eliminazione dell’attraversamento del centro abitato di Mastromarco

Tabella 20 - Variante 2 di progetto

VARIANTE VINCI - MONTECATINI TERME

TIPOLOGIA Strada extraurbana secondaria

CAPISALDI Confine Provincia di Firenze (località Papone S.P.39) – zona industriale Cerbaia

RUOLO Strada a servizio dei sistemi locali

CONNESSIONI Strada provinciale S.P.39 (località Papone), località Borgano, zona pro-duttiva Capoluogo, Variante Mastromarco/Massaini, zona ind. Cerbaia

INTERCONNESSIONI Collegamento con via Via di Borgano, Via Farabonzi, Via Casato Ginan-ni, Variante Mastromarco/Massaini Via Amendola, Via di Varignano BANCHINE 0,70 CARREGGIATA 10,50 N° CORSIE 2 SUPERFICIE 46.000 mq. circa

CARATTERISTICHE

SVILUPPO 4.100 m. circa in territorio collinare NUOVO PROGETTO

PREVISIONI AZIONI PROGRAMMATICHE

Eliminazione dell’attraversamento del centro abitato del Capoluogo e colle-gamento extraurbano Empoli-Vinci con Montecatini Terme

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VIABILITÀ SECONDARIA – DI PROGETTO Il PS prevede la razionalizzazione della viabilità secondaria al fine di migliorare le con-dizioni di vivibilità negli insediamenti esistenti e di progetto. Obiettivi del PS:

- collegamento tra la viabilità interna e quella comprensoriale mediante la raziona-lizzazione e la gerarchizzazione della rete viaria

- decongestione della rete stradale esistente - valorizzazione turistico-escursionistica compatibile con gli usi tradizionali, con le

risorse storico architettoniche, ambientali, naturalistiche e con gli assetti infra-strutturali principali.

Metodi:

- la limitazione delle criticità generate dal consolidamento di insediamenti lineari lungo e negli incroci delle direttrici viarie secondarie, mediante declassificazio-ne/ristrutturazione con creazione di banchine e aree di sosta, inserimento di ele-menti specifici per la riduzione della velocità

- l’inserimento di piste ciclabili ai margini di alcuni tratti della mobilità principale - la previsione di aree di posteggio e di scambio tra viabilità carrabile e ciclo-

pedonale di valenza ambientale, con il raggiungimento di adeguate funzionalità, in termini di sicurezza e accessibilità

- la previsione di punti di sosta attrezzati - la predisposizione di sistemi di guida per la conoscenza del territorio e

dell’ambiente lungo il sistema della mobilità eco-turistica - la tutela e ripristino degli arredi e manufatti esistenti

I dati essenziali (o indicatori) ai fini della valutazione degli effetti ambientali sulle com-ponenti: suolo, acque superficiali, acque di falda, energia, risorse, servizi e infrastruttu-re, aspetti socio-economici, aria, rifiuti è rappresentato da:

1. estensione della rete viaria prevista pari a 5.840 m.

2. superficie interessata dalla rete viaria prevista pari a 66.000 mq.

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6- ANALISI DELLE RELAZIONI FRA PIANIFICAZIONE E AMBIENTE

6.1- Risorse energetiche e disponibilità di energia Nell’ambito della valutazione degli effetti ambientali ci si è posti la domanda se le attività previste dalla pianificazione fossero compatibili, oltre che con la disponibilità delle risor-se ambientali e naturali presente nel territorio considerato, anche con le fonti energeti-che. Le consultazioni tenute con gli uffici interessati hanno fornito dati confortanti, cioè di una disponibilità energetica sufficiente a coprire i fabbisogni stimati nei prossimi 10 anni; si fa notare comunque che tali fonti GAS ed energia elettrica, provengono da aree di approvvigionamento ben al di fuori del territorio comunale (Cavriglia, Area Geotermi-ca Toscana, Montalto di Castro).

6.1.1 Energia elettrica Nel Rapporto sulla Stato dell’Ambiente della Provincia di Pistoia si forniscono dati sui consumi provinciali di energia elettrica. Tabella 21 - Consumi di energia elettrica (mil kWh) per settore merceologico e consumi procapite. Anni 1996-2003 Settore 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Var.%Agricoltura 14,5 15,7 16,3 17,4 17,0 17,5 18,2 20,2 +39,3Industria 468,4 480,1 499,7 505,5 588,3 597,8 534,0 531,1 +13,4Terziario 253,2 262,2 267,2 282,2 287,2 295,8 304,1 323,6 +27,8Domestico 295,4 298,4 300,8 316,5 310,1 306,2 316,8 331,5 +12,2Totale provinciale 1.031,5 1.056,4 1.084,0 1.121,6 1.202,7 1.217,5 1.173,1 1.206,4 +16,9 Tabella 22 - Consumi elettrici procapite (calcolati su 6.857 abitanti) Consumi elettrici procapite (MWh/ab) 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Var.%

Provincia di Pistoia 3,9 4,0 4,0 4,2 4,4 4,5 4,3 4,4 +12,8Regione Toscana 4,7 4,8 4,9 5,1 5,2 5,4 5,6 5,8 +23,4Lamporecchio 3,288Fonte: GRTN S.p.a. - Gestore Rete Trasmissione Nazionale e nostro riferimento al comune in esame Nella tabella seguente si descrivono le utenze e l’energia distribuita nel comune con da-ti aggiornati al 2003, come forniti dall’ente gestore sulla base di una specifica indagine. Rispetto al 1998 si verificato un incremento di energia distribuita pari a 770.442 KWh. Tabella 23 - Dati aggiornati al 2003

COMUNE DI LAMPORECCHIO Energia Attiva kwh NUMERO UTENZE abitanti

USI DOMESTICI 7.912.529 17.118 ILLUMINAZIONE PUBBLICA 410.754 210 ALTRI USI 14.226.874 5.909 TOTALE 22.550.157 23.237 6.857

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6.1.2 Gas La produzione e distribuzione è affidata a FIORENTINAGAS S.p.A. - Firenze Tabella 24 - I dati economici essenziali riferiti al territorio di Lamporecchio

ANNO: 2004 FATTURATO € 2.930INVESTIMENTI LOCALI € 86.212GAS TOTALE DISTRIBUITO in Lamporecchio mc. 5.930.000ESTENSIONE DELLA RETE GAS LOCALE KM 21PUNTI DI RICONSEGNA TOTALI 1.454

Tabella 25 - Progetti e iniziative locali previste in comune di Lamporecchio

Tipo attività Anno di attivazione 1. estensione della rete 2005

6.1.3 Dati riepilogativi sui consumi energetici Tabella 26 - Incidenza sul territorio dei consumi energetici 2004 - elettrici

Dati per abitante

N. Abitanti totali

Elettrici kwh/ab 3.185,95 22.550.157 Gas distribuito mc 837,80 5.930.000 Estensione rete gas km 0,002966 21 7.078

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6.2- Emergenze ambientali e risorse naturali Il quadro conoscitivo del territorio di Lamporecchio è supportato da diverse cartografie che descrivono gli aspetti fisiografici e ambientali distinti per tematiche; il gran numero delle informazioni e l’estensione delle superfici ha portano alla necessità di redigere do-cumenti che sintetizzano le peculiarità dell’area. Fra questi la Carta delle emergenze e delle risorse naturali individua una serie di elementi strategici e rilevanti in relazione a diversi aspetti o componenti ambientali, la tabella seguente ne descrive i principali, rife-riti agli ambiti naturali, che, a nostro parere, sono quelli soggetti a modificazione. Tabella 27 - Relazioni fra emergenze e le componenti ambientali naturalistiche

EMERGENZE LE PRINCIPALI RISORSE NATURALI paesaggio fauna suolo acque vegetazione I crinali X X X X Il Montalbano X X Le colline di Cerbaia, Mastromarco, Borgano X Alto bacino del Fosso delle Gorgole X X X X Alto bacino del Fosso di Boboli X X X X Alto bacino del Fosso di Giugnano X X X X Alto bacino del Fosso di San Baronto X X X X Alto bacino del Fosso di Greppiano X X X X Fondovalle del Fosso di Lamporecchio X X X Fondovalle del Fosso di Greppiano X X Fondovalle del Fosso di Mezzo X X Fondovalle del Fosso di Borgano X X Fondovalle del Fosso dei Laccioni (Del Santo) X X Fondovalle del Fosso Gorgonesco X X Formazioni di ripa, argine, golena X X Corsi d’acqua arginati Fosso di Mezzo X Gli specchi d’acqua X X Le radure ed aree aperte X X Sorgente Montemagno X X Sorgente Doccelama X X Sorgente Capalle X X Sorgente Triangolo X X Campi pozzi Santona X X Oliveti e vigneti del Montalbano X Parco Rospigliosi X X X Emergenze storiche e architettoniche X Area limitrofa al Padule di Fucecchio X X X

Le cinque componenti sopra indicate sono l’accorpamento e rappresentano più aspetti ambientali: nel paesaggio si comprendono anche valori estetici, storici e architettonici, la fauna comprende gli aspetti ecosistemici in genere, la geologia gli aspetti geomorfo-logici, geotecnici, idrogeologici, le acque si riferiscono sia a quelle superficiali che di fal-da (quantità e qualità), la vegetazione infine quanto riguarda le aree boscate. Con il termine” risorsa” si intende indicare anche quelle direttamente sfruttabili, quali quella idrica o del legname o prodotti del sottobosco, ma anche quelle, quali il paesag-gio, che possono rappresentare un fattore strategico di attrazione e qualificazione dell’ambiente (alla quale del resto concorrono tutti gli elementi). A livello di valutazione degli effetti ambientali si raffrontano le previsioni di piano con la presenza degli elementi sopra descritti in termini di relazioni di distanza e interferenza,

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allo scopo di evidenziare l’eventuale rischio di compromissione o distruzione. Le pro-blematiche riferite alla risorsa idrica vengono meglio descritte oltre nel testo. Dal punto di vista analitico non si fa altro che sovrapporre le cartografie di piano con le carte di sintesi ambientale. Lo scopo principale è evitare, ad esempio, che le aree di crinale vengano attraversate da strutture lineari quali gli elettrodotti, nei fondovalle strategici per la risorsa idrica ven-gano localizzati impianti produttivi fonte di inquinamento, che le sponde fluviali vengano rinforzati con tecniche ecocompatibili piuttosto che con opere “in grigio”.

6.3- Criticità ambientali

Premessa L’analisi delle criticità coinvolge più settori, non solo quelli naturalistici o ambientali ma anche quelli legati ai fattori antropici e all’uso del suolo (quindi economici). La relativa cartografia è stata redatta sulla base delle conoscenze del territorio maturate nel corso dei vari studi effettuati da D.R.E.AM. e dalle informazioni fornite dagli uffici dell’Amministrazione Comunale, della Provincia, A.R.P.A.T. e della Regione Toscana, delle Autorità d’Ambito, presso gli Enti gestori dei servizi essenziali. Il territorio del comune di Lamporecchio non è gravato come altri da forti pressioni indu-striali o significative situazioni di incompatibilità nell’uso dei suoli, per cui sono pochi gli elementi puntuali causa di impatto, ma ben rappresentati. Si fa notare come in questo caso lo stesso fattore può essere sia una criticità che una emergenza. In fase di valutazione la preoccupazione maggiore è verificare che le pro-poste di piano non interagiscano o possano essere significativamente limitate dalla pre-senza della criticità; atti pianificatori a parte, comunque, è ovvio che situazioni di degra-do, fonte di rischio di inquinamento e rischi per la salute debbano essere rimosse. Queste problematiche sono ampiamente descritte nelle carte tematiche allegate al Quadro delle Conoscenze, dall’esame di esse emergono chiaramente i limiti all’utilizzo dei suoli e alla loro trasformabilità; si tenga comunque conto che la fase progettuale e la caratterizzazione geoambientale del territorio sono andate di pari passo per cui il Piano Strutturale è stato redatto tenendo conto dei limiti gravanti sul territorio. Nei paragrafi seguenti si tratta degli aspetti legati alle principali problematiche, per poi commentare i fattori localizzati di impatto.

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6.3.1 Problematiche agronomiche e forestali 6.3.1.1 Utilizzo dei suoli e attività economiche Attualmente la ripartizione colturale sulla S.A.U è la seguente: Tabella 28 - Ripartizione della S.A.U.

ha % Seminativi 315,55 (26,17% ) Colture permanenti 838.26 (69.52%) Prati e pascoli 52 (4.31%)

Il bosco occupa il 20,5% della Superficie Totale; la S.A.U. è il 71,7% della Superficie Totale. L’olivicoltura è, dunque, l’indirizzo colturale prevalente. Conseguentemente all’abbandono del settore agricolo e all’esodo dalle campagne l’agricoltura ha perso il suo ruolo predominante. Coerentemente a quanto avvenuto per la Valdinievole, si assiste:

- -

-

-

alla diminuzione del numero di addetti agricoli, all’aumento delle aziende part-time e delle attività complementari, quali l’agriturismo. alla frammentazione delle aziende di entità piccola (con superficie totale compre-sa tra 5 e 10 ettari), che hanno dato origine all’aumento da un lato del numero delle aziende di piccolissima dimensione (meno di 1 ettaro) e dall’altro all’incremento dellai S.A.U.delle aziende medie (10 – 20 ettari) e medio-grandi (20-50 ettari). In controtendenza con la Valdinievole, è aumentato anche i numero delle suddet-te aziende medie e medio-grandi.

Dagli anni novanta i rilievi censuari evidenziano un aumento della Superficie Totale e della S.A.U, del numero delle aziende, della superficie a colture legnose agrarie e della specializzazione delle colture stesse, ma anche dei prati permanenti e pascoli e del bo-sco e una diminuzione della superficie non coltivabile all’interno delle aziende. Tabella 29 - S.A.U. numero delle aziende

Superficie totale +4,47 %S.A.U. +14,73 %Numero di aziende +21,93 %

• •

L’interpretazione di questi dati deve tenere in conto dell’attuale maggiore precisione del dato aziendale fornito dall’agricoltore rispetto ai decenni precedenti, fatto che ha reso nota una realtà che forse in parte già esisteva.

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Tabella 30 - Variazioni nell’utilizzazione della S.A.U. rispetto al 1990 Seminativi -9,83 % Coltivazioni legnose agrarie +21,87 % Prati permanenti e pascoli +52 %

Tabella 31 - Variazioni dell’utilizzazione della superficie totale

Boschi +18.25%Altra superficie -51,25%

L’allevamento si configura come un’attività di dimensione familiare. Le aziende che de-tengono animali da reddito sono 149, circa il 52% rispetto al 1990; le specie sono ripar-tite come segue: Tabella 32 - Allevamenti

Bovini 17 +13.3%Suini 21 -64.4%Ovini e Caprini 204 -25.3%Equini 9 -74.3%Allevamenti avicoli 2030 -98%

6.3.1.2 Sistemazioni di versante I dati quali-quantitativi esposti in precedenza e in particolare l’incremento delle aziende di piccola dimensione evidenziano la difficoltà a gestire in modo estensivo e unitario le sistemazioni di versante e le opere di regimazione idraulica. 6.3.1.3 Impermeabilizzazione dei suoli In altri territori della Provincia di Pistoia e della Valdinievole uno dei fattori negativi di maggiore rilevanza consiste nell’aumento di impermeabilizzazione dei suoli agrari per l’estendersi delle aree a vivaio e la vasetteria. Questa problematica non interessa in modo significativo il territorio di Lamporecchio, anche se si rileva un aumento, rispetto agli anni passati, delle superfici coperte da serre e tunnel. Il problema derivato dall’impermeabilizzazione dei suoli su vasta scala interessa la ge-stione della risorsa acqua, sia in termini di pressione sulla falde che di diminuzione dei tempi di corrivazione. 6.3.1.4 Consumi idrici in agricoltura L’approvvigionamento idrico ad usi agricoli nelle aree meno declivi o pianeggianti avvie-ne anche e soprattutto da pozzi privati che attingono ad una falda attestata a media pro-fondità (15 - 20 metri dal piano campagna) o da piccoli laghi artificiali, mentre nella fa-scia collinare del Montalbano, le aziende agricole dotate di pozzi o piccole sorgenti ne utilizzano l’acqua esclusivamente per uso domestico. La gran parte delle coltivazioni non sono irrigue, essendo l’olivo la coltura assolutamen-te prevalente. In genere, anche per le necessità relative all’irrigazione dell’orto e dei

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trattamenti antiparassitari, le aziende sono dotate di sistemi di recupero dell’acqua pio-vana in “bozzi” o in cisterne sotterranee. L’impatto di maggiore rilevanza sul “fattore acqua” è quindi limitato alle coltivazioni loca-lizzate nella porzione di fondovalle (Farabonzi, Varignano, Vallicella, Casuccia, sud Bor-gano). Le colture fuori suolo e quelle protette che necessitano di massicci apporti gior-nalieri, sono praticamente assenti nel territorio indagato. L’applicazione generalizzata della Legge 36/1994 (Legge Galli) ha imposto la richiesta di concessione per l’utilizzo agricolo di qualsiasi risorsa idrica, superficiale o profonda. 6.3.1.5 Incendi boschivi

Fonte: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2004 della Provincia di Pistoia

Gli incendi rappresentano una grave calamità per gli ecosistemi forestali. Nel Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2004 della Provincia di Pistoia si fa riferimento ai dati del pe-riodo 1984 –2002, rilevati dai Comandi Stazione del Corpo Forestale dello Stato. Tabella 33 - Dati incendi medi per anno. Anni 1984 – 2002

Superficie media per incen-dio

Numero incendi Superficie totale(ettari)

Superficie boscata (ettari)

Tot. ettari Boscata ettari Pistoia 71 209 165 2,9 2,3 Toscana 747 4.171 2.575 5,6 3,4 Italia 11.063 118.413 51.999 10,7 4,7

Fonte: Corpo Forestale dello Stato, coordinamento provinciale di Pistoia Per quanto riguarda le cause di sviluppo degli incendi nel periodo considerato il 63% degli eventi è stato attribuito alla volontarietà, il 19% alla involontarietà, il 18% a cause dubbie e solo 5 incendi sono stati attribuiti a cause naturali (fulmini). I dati mettono in e-videnza quindi l’origine dolosa della maggior parte degli incendi boschivi. L’elaborazione dei dati ha inoltre messo in evidenza che il fenomeno degli incendi non si riscontra solo in estate, ma anche nei mesi invernali: nel primo trimestre dell’anno gli incendi sono risultati pari al 33,2% del totale, nel secondo al 11,6%, nel terzo al 50,0% e nel quarto al 5,2%. Nel Piano Operativo Antincendi Boschivi 1997-2000 la Regione Toscana ha assegnato a ciascun comune un indice di rischio che esprime la potenzialità di un singolo territorio ad essere interessato da incendi. Nella determinazione di questo indice sono stati presi in considerazione per la superficie boscata parametri relativi al numero di incendi, alla superficie media percorsa e alla superficie massima percorsa. Nella tabella seguente si riportano gli indici di rischio determinati per i comuni della pro-vincia di Pistoia: undici comuni sono classificati nel livello di rischio massimo, fra cui Lamporecchio, sei nel livello di rischio elevato, due moderato e tre vengono indicati co-me non classificati in rapporto alla esigua od inesistente estensione delle superfici fore-stali.

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Tabella 34 - Ripartizione dei comuni della provincia di Pistoia in base all’indice di ri-schio Comune Superficie comunale Superficie boscata Pericolosità incendi

(in ettari) (in ettari) Abetone 3.126 2.100 Moderato Agliana 1.164 - Non Classificato Buggiano 1.612 450 Moderato Chiesina Uzzanese 724 30 Non Classificato Cutigliano 4.382 2.850 Elevato Lamporecchio 2.217 400 Massimo Larciano 2.492 450 Elevato Marliana 4.299 3.600 Massimo Massa e Cozzile 800 Elevato Monsummano Terme 3.277 500 Massimo Montale Massimo Montecatini Terme 1.766 500 Elevato Pescia 7.914 4.700 Massimo Pieve a Nievole 100 Elevato Pistoia 23.677 12.000 Massimo Piteglio 4.000 Massimo Ponte Buggianese 2.947 50 Non Classificato Quarrata 720 Massimo Sambuca Pistoiese 7.754 6.800 Massimo San Marcello Pistoiese 6.500 Massimo Serravalle Pistoiese 4.211 1.400 Massimo Uzzano 200 Elevato Provincia di Pistoia 96.498 50.150 Fonte: Corpo Forestale dello Stato, coordinamento provinciale di Pistoia

Tabella 35 - Superficie ( in ettari) percorsa da incendi. Periodo 1984 - 2002 Superficie percorsa dal fuoco

Comune ST Numero incendi

% incendi sul tot. prov.

Non boscata Totale

% sup. in-cendiata /

ST Abetone 3.126 5 0,4 6,6700 7,7500 0,2 Buggiano 1.612 9 0,7 2,7000 0,5000 0,2 Cutigliano 4.382 16 1,2 18,3500 13,6500 32,0000 Lamporecchio 2.217 46 3,4 107,6900 21,2700 128,9600 5,8

1.601

3.202 2.000

1.271

5.005

4.600

8.475

782

Boscata

1,0800

3,2000 0,7

Larciano 2.492 31 2,3 85.2550 43,4600 128,7150 5,2 Marliana 4.299 88 6,5 201,8100 10,6035 212,4135 4,9 Massa e Cozzile 1.601 24 1,8 38,6700 14,9350 53,6050 3,3 Monsummano T. 3.277 45 3,3 70,5890 33,0500 103,6390 3,2 Montale 3.202 97 7,2 13,7360 261,8960 8,2 248,1600 Montecatini Terme 1.766 32 2,4 41,9150 14,8800 56,7950 3,2 Pescia 7.914 236 17,4 1.299,8250 136,2650 1.436,0900 18,1 Pieve a Nievole 1.271 10 0,7 26,1500 7,8000 33,9500 2,7 Pistoia 23.677 371 27,4 341,7155 85,3635 427,0790 1,8 Piteglio 5.005 44 3,2 161,8700 1,1500 163,0200 3,3 Ponte Buggianese 2.947 2 0,1 0,0000 12,4000 12,4000 0,4 Quarrata 4.600 79 5,8 62,1285 14,9650 77,0935 1,7 Sambuca Pistoiese 7.754 35 2,6 130,1100 101,7100 231,8200 3,0 San Marcello P.se 8.475 71 5,2 140,8400 261,7450 402,5850 4,7 Serravalle Pistoiese 4.211 87 6,4 135,7710 21,6510 157,4220 3,7 Uzzano 782 27 2,0 14,4900 34,7000 49,1900 6,3 Provincia di Pistoia 96.498 1.355 100 3.134,7090 844,9140 3.979,6230 4,1

Fonte: Corpo Forestale dello Stato, coordinamento provinciale di Pistoia

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Tabella 36 - Incidenza sul territorio degli incendi Numero eventi Superfici

ha Superficie comune ha

Relazioni %

46 128,96 5,8% Superfici totali ha 128,96 2.218 100%

I dati di superficie sono stati ricavati da misure effettuate tramite GIS. In circa 10 anni circa il 5,8% del territorio è stato percorso da incendi.

6.3.2 Problematiche faunistiche 6.3.2.1 Ambienti e specie Il territorio del Comune di Lamporecchio presenta una notevole complessità di ambienti naturali, tuttavia, e nonostante l'indubbia varietà di ambienti che caratterizzano le colline del Montalbano e le aree limitrofe al Padule di Fucecchio, la fauna attuale risulta certa-mente impoverita rispetto alle potenzialità del territorio e ai dati che la storia ci ha tra-mandato. In genere si è assistito, negli ultimi decenni, ad un incremento di alcune gravi forme di degrado che condizionano le presenze faunistiche sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo (incendi, pressione venatoria, invadenza dei mezzi fuoristrada). L'area in esame presenta, per quel che riguarda il popolamento faunistico, una serie di potenzialità che non riescono ad esprimersi pienamente a causa dei principali elementi di criticità: - Gestione selvicolturale sfavorevole (frequente ceduazione). - Incendi che periodicamente distruggono vaste superfici boscate. - Frammentazione degli habitat. - Attingimenti abusivi che riducono la portata estiva dei rii. - Forte pressione venatoria e bracconaggio. - Ripopolamenti di selvaggina pronta caccia. - Diffusione illegale di esche avvelenate per i predatori. - Disturbo causato dall'invadenza dei mezzi fuoristrada. - Immissione di specie alloctone. 6.3.2.2 Aree umide All’interno del territorio comunale la presenza delle aree umide è molto marginale in termini di estensione e questo ha un effetto negativo non solo sulla funzionalità degli ambienti ma anche sulla biodiversità globale. Nel contesto trattato possono assumere un ruolo importante anche gli ambienti semina-turali che originano da interventi antropici per la gestione degli ambiti fluviali e delle ri-sorse idriche. Soprattutto la pianura e la media collina sono disseminate di bacini artifi-ciali a scopo irriguo che rappresentano un sistema ambientale utile alle specie animali legate ai luoghi umidi. Molti sono di limitate estensioni e circondate dalle attività agricole quindi non molto idonei per l’avifauna acquatica ma ancora utili per la riproduzione della batracofauna.

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L’area di circa 3 ettari presso il margine sud ovest del comune (individuata anche nella Carta delle Emergenze ….) è la più prossima al Padule di Fucecchio (SIR – pSIC – ZPS n. 34 - Cod. Nat. 2000:IT5130007), a nord è limitrofa alla Paduletta di Ramone (SIR – pSIC – ZPS n. 44 Bosco di Chiusi e Paduletta di Ramone e Bosco di Poggioni - Cod. Nat. 2000:IT5140010). Quest'area è del tutto marginale ed esclusa in passato da qualsiasi previsione diretta, cosa che viene confermata nel presente Piano. È meritevole di tutela in quanto limitrofa a importanti aree protette, per la sua collocazione morfologica; il corso d'acqua che la delimita a nord è il Rio di Bagnolo, che sversa direttamente nel Padule di Fucecchio. Anche non disponendo di dati di qualità delle acque è presumibile ipotizzare che esse siano scadenti in quanto recapito di reflui trattati da impianti inefficienti. Le condizioni peggiorano sicuramente in periodo estivo, quando, come affermato nello studio "Valutazione sul bilancio idrologico del Padule di Fucecchio degli effetti a seguito della riorganizzazione della depurazione nella Valdinievole e interventi di tutela" - marzo 2004 il Padule, se si esclude il Torrente Pescia, viene alimentato principalmente dagli scarichi dei depuratori della Valdinievole. Nell’ambito di questo studio si esaminano gli effetti sul Padule di Fucecchio a seguito della riorganizzazione della depurazione nella Valdinievole con l'obiettivo di pervenire a un quadro progettuale d'insieme che risulti compatibile con le esigenze ambientali del-l'Area Protetta. L'istituzione della Riserva Naturale Provinciale del Padule di Fucecchio associata a quanto prescritto dal D. Lgs. 152/99 (testo unico recante disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento) impone il conseguimento di obiettivi di qualità in tempi rapidi, la scelta di soluzioni finalizzate a tutelare, preservare e se possibile migliorare le attuali condizioni dei corsi d'acqua afferente al Padule, basate su un approccio quali – quanti-tativo di analisi. Le acque dei corsi d'acqua sversanti nel Padule hanno una qualità tale da non essere compatibili con l'ambiente del Padule e dovrebbero quindi essere tenute, per quanto possibile, all'esterno del cratere. Nell'area di Lamporecchio è stato monitorato nell'ambi-to di questo studio, esclusivamente per quanto riguarda gli apporti idrici, il Fosso di Ba-gnolo (detto anche delle Gorgole o di Feroci). 6.3.2.3 Alvei fluviali I torrenti che incidono I rilievi e attraversano la pianura sono elementi che possono offri-re spazi fisici ed ecologici alla fauna selvatica. Il loro ruolo in termini di conservazione è innegabile soprattutto per tutte le forme viventi legate agli ambienti fluviali agendo come corridoio ecologico. Questi torrenti hanno un’aggressione da parte dell’uomo che ne ha limitato la naturalità; gli effetti si sono fatti sentire soprattutto sulla vegetazione delle rive e delle scarpate che è stata in vari tratti rimossa. I corridoi ecologici influiscono positivamente sulla conser-vazione della biodiversità in quanto costituiscono l’habitat elettivo per certe specie e permettono lo spostamento stagionale e giornaliero degli animali, quindi facilitano an-che la dispersione e la ricolonizzazione preservando dall'estinzione le popolazioni di

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piccole dimensioni. Il corridoio ecologico inoltre ha funzione di protezione dei pendii da movimenti erosivi e di fitodepurazione. I corsi d’acqua bordati da corridoi ecologici, infat-ti, non solo hanno una diversità biologica elevata ma anche acque di maggior qualità ri-spetto a corsi d’acqua che ne sono privi. I Fossi di Lamporecchio, Greppiano, Mezzo, Borgano, Laccioni, Gorgonesco fanno par-te dello stesso reticolo idrografico e quindi si può pensare ad un solo grande ecosiste-ma fluviale, dinamico dal punto di vista biologico, dove vi sono scambi di organismi fra i diversi corridoi interconnessi. Tali scambi possono avvenire anche fra i tratti collinari, che attraversano siti a maggior ricchezza faunistica, e quelli di pianura che risentono del maggior impatto antropico. Tutto questo garantisce nell’intero sistema la possibilità di mantenere e potenziare un livello adeguato di presenze animali. Per quanto riguarda i corsi d’acqua in ambito collinare la presenza umana ha sicura-mente un impatto minore rispetto a quanto accade in pianura. La fauna che popola le sponde e gli alvei non soffre un grosso disturbo in quanto la componente vegetazionale è per lunghi tratti mantenuta nelle condizioni semi naturali ed inoltre si trova in continuo con l’ambiente forestale circostante. Tabella 37 - Sintesi delle problematiche e delle soluzioni riferite agli aspetti agricoli e faunistici

PROBLEMATICHE SOLUZIONI Agricoltura di collina Eccessiva frammentazione delle pro-

prietà Forti pendenze e incisioni Difficoltà nel mantenimento delle si-stemazioni idrauliche tradizionali

Favorire l’accorpamento delle superfici (incentivazione e finanziamenti) Vincoli obbligo del miglioramento am-bientale delle pertinenze e della pro-prietà storica

Agricoltura di pianura Usi di fertilizzanti e fitofarmaci Antropizzazione Introduzione di pratiche vivaistiche e colture intensive

Regolamentazione preventiva delle col-ture intensive Recupero delle acque di irrigazione Recupero delle acque reflue depurate Uso di prodotti biologici o ecocompatibi-li

Allevamenti Problematica non rilevante Fauna area collinare Eccessiva ceduazione

Incendi Abbandono dei suoli Fauna infestante Pressione venatoria Automezzi fuoristrada

Mantenimento della biodiversità Tutela dei bacini idrici Tutela alvei fluviali Regolamentazione dei tagli Regolamentazione venatoria e degli accessi ai mezzi a motore Avviamento all’altofusto

Fauna area di pianura Antropizzazione Povertà di varietà di ecosistemi Presenza di aree degradate Infrastrutture stradali

Sviluppo della biodiversità Tutela delle aree umide Tutela dei bacini idrici Tutela alvei e sponde fluviali Realizzazione corridoi ecologici Conservazione degli ambienti relitti Realizzazione ecosistema fluviale Recupero delle aree degradate

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6.3.3 Elementi puntuali di criticità La Carta delle criticità ambientali descrive una serie di elementi puntuali, lineari ed e-stensivi fonte di impatto sull’ambiente che potrebbero rappresentare un limite o una in-compatibilità con gli atti pianificatori previsti nel PS. Anche in questo caso si fa notare la coincidenza geometrica fra alcuni elementi ambientalmente significativi e la criticità La tabella seguente descrive il complesso dei temi rilevati. Tabella 38 - Relazioni fra fattori e motivo della criticità.

FATTORE CRITICO MOTIVO DELLA CRITICITÀ Corsi d’acqua soggetti a inquinamento (Rio di Greppiano)

Inquinamento delle acque superficiali derivanti da attività produttive, rischi patologici

Aree critiche per le relazioni dirette con la fal-da idrica (bacini Rio di Mezzo, Greppiano, Lamporecchio)

Inquinamento delle acque profonde derivanti da attività pro-duttive, rischi patologici

Aree produttive inserite in contesto residen-ziale presso il Capoluogo

Emissioni inquinanti, polveri e gas, inquinamento delle ac-que superficiali, rumori, traffico veicolare, rischio di incidenti, interazione con la falda idrica

Area produttiva sul fondovalle del Rio di Mez-zo

Emissioni inquinanti, polveri e gas, inquinamento delle ac-que superficiali, rumori, traffico veicolare, interazione con la falda idrica

Pozzi uso acquedotto della Santona Vulnerabilità indotta da attingimenti privati limitrofi Ex fornace laterizi di Mastromarco (antica a-rea di cava e produttiva)

Rischio inquinamento delle acque superficiali e profonde, interazioni con la falda idrica, stabilità di rilevati e scarpate

Discarica di Cerbaia Discarica da recuperare ambientalmente, soggetta a monito-raggio ambientale, stabilità di rilevati e scarpate

Aree in dissesto Instabilità dei versanti, frane, dissesti (descritte nella carta di pericolosità geomorfologica)

Aree critiche in relazione al rischio idraulico Alluvionamento e ristagno delle acque (descritte nella carta di pericolosità idraulica)

Elettrodotti (A e B secondo classificazione) Inquinamento elettromagnetico, impatto sul paesaggio Traliccio porta antenne (Montefiore) Inquinamento elettromagnetico, impatto sul paesaggio Stazioni radio (Borgano, Albergo Masetto) Inquinamento elettromagnetico Centrale ENEL (Borgano) Inquinamento elettromagnetico, impatto sul paesaggio Siti sensibili in relazione ai campi magnetici ed emissioni acustiche

Inquinamento elettromagnetico, rischio di patologie

Approvvigionamento della risorsa idrica Insufficienza delle aree di approvvigionamento, scarsità di impianti di approvvigionamento

Distribuzione della risorsa idrica Insufficienza della rete, perdite di carico, perdite di rete Centri abitati dotati di sistemi di depurazione delle acque inefficienti

Rete fognaria mista, assente o insufficiente, sistemi di depu-razione al limite dell’efficienza, non sopportano ulteriori cari-chi abitanti equivalenti

Impianti di depurazione Inefficienza tecnologica, emissioni in atmosfera, rumori, in-quinamento concentrato delle acque superficIali

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6.4- Qualità delle acque superficiali Fonte: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2004 della Provincia di Pistoia Il monitoraggio dei molti corsi d’acqua in Provincia di Pistoia viene effettuato in attua-zione a diversi programmi di indagine condotti dall’ ARPAT con circa 70 postazioni scel-te per garantire rappresentatività ai diversi studi cui le stesse fanno riferimento. Per quanto riguarda Lamporecchio sono state effettuate analisi presso il fosso di Grep-piano, presumibilmente a valla dell’area produttiva del centro capoluogo. L’indice LIM è risultato alto, si tratta quindi di acque superficiali molto scadenti (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori) rappresenta l'indice sintetico derivato dai sette parametri macrode-scrittori chimici e microbiologici (Azoto nitrico, Azoto ammoniacale, Ossigeno disciolto, BOD.5, COD, Fosforo totale, E. coli). Non si dispongono di dati di qualità relativi agli altri corsi d’acqua, si ha ragione di rite-nere che anche il Rio di Lamporecchio si trovi nelle condizioni del Rio di Greppiano, drenando gli stessi territori. Non si dispongono di dati sul Fosso di Mezzo.

6.5- Qualità delle acque profonde Fonte: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2004 della Provincia di Pistoia Per quanto riguarda questo aspetto non si dispongono di dati analitici diretti sulla qualità delle acque di falda; nei documenti raccolti non vi sono riferimenti ad episodi di inqui-namento presso pozzi ad uso pubblico o privato. Si ha comunque ragione di ritenere che la falda idrica freatica localizzata presso i bacini dei corsi d’acqua che drenano le aree soggette a maggiore pressione antropica (Rio di Lamporecchio, Greppiano e di Mezzo, Rio di Bagnolo) sia scadente. La maggiore parte degli attingimenti privati signifi-cativi avviene a profondità maggiori dei 25 metri dalla superficie. I campi pozzi ad uso acquedotto sfruttano falde profonde, strategiche e significative, presumibilmente non sfruttate per tutta la loro potenzialità. Si hanno notizie non validate di episodi di riduzione degli attingimenti presso i pozzi della Santona causati da impianti privati.

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6.6- Siti inquinati da bonificare o potenzialmente inquinati Il "Piano di gestione dei rifiuti - stralcio funzionale relativo ai rifiuti speciali anche perico-losi del territorio della Provincia di Pistoia", correlato al corrispondente Piano Regionale, è stato approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale del 15 luglio 2004 n.190. Di seguito si riportano le schede tecniche riferite ai siti ricadenti in comune di Lampo-recchio, come riportate in normativa.

Tabella 39 - Schede relative ai siti da bonificare censiti o catalogati in comune di Lam-porecchio, come descritti negli allegati al Piano Provinciale delle bonifiche.

Siti con necessità di bonifica o messa in sicurezza urgente SIGLA LOCALITÀ DENOMINAZIONE TIPO STATO CLASS. PRB

PT073 Mastromarco Ex Fornace laterizi Area industriale Piano Caratterizzazione approvato ed eseguito

successivo

Siti oggetto di censimento (ex articolo 27, 28, 33 D. Lgs. 22/97) Cod. id. LOCALITÀ DENOMINAZIONE TIPO

1 Via Ceppeto Azzurra più srl Trattamento RS 15 Via Matteotti Centro Servizi Imprese srl 21 Via Ceppeto Autodemolizioni Leporatti Roberto

Siti oggetto di censimento (ex articolo 33 D. Lgs. 22/97) Cod. id. DENOMINAZIONE

5 Ambiente e vita srl 50 Edilsterri di Sabatini Giacomo 92 Impresa edile Martelli 105 Leporatti Roberto 113 Masi Silvio snc 131 P.C.L. scavi di Cantini Luisa 143 Riplast di Neri Giancarlo 151 Vescovi Renzo spa 156 Tacchificio Montalbano snc

In sostanza il sito significativo oggetto intervento è la sola Ex fornace Laterizi di Ma-stromarco, per la quale si dovrà provvedere alla bonifica. Nel capitolo relativo alla Stima dei fabbisogni sul territorio provinciale vengono fornite indicazioni sommarie sulla tipologia di intervento prevista per la fornace di Mastromar-co. Tabella 40 - Tipologia di intervento prevista Ex Fornace Laterizi COD.

PROV. DENOMINAZIONE ITER PRO-

CEDURALE VOLUME MATRICE

CONTAMINATA TIPOLOGIA MATRICE

CONTAMINATA TECNOLOGIA INTERVENTO

P.I. P.B. PT073 EX FORNACE LATERIZI x mc. 500 TERRENO CONTENEN-

TE HC E METALLI P RIMOZIONE**

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6.7- Siti potenzialmente inquinanti Nel territorio di Lamporecchio vi sono attività autorizzate al trattamento e smaltimento di Rifiuti Speciali Pericolosi e non Pericolosi. Per la tipologia di attività svolta sono da con-sidersi meritevoli di attenzione in relazione al potenziale rischio di inquinamento. Nelle tabelle seguenti si riportano i dati dimensionali come descritti nel Piano Provinciale dei Rifiuti Speciali. Tabella 41 - Ditte autorizzate al recupero di materia da RSNP in procedura semplificata ex art. 33 D.Lgs. n°22/97, al 31/12/2002 nel comune di Lamporecchio

Ditta Comune sede legale

Comune impianto

Attività Tipologia ex DM 05/02/1998

t/a mi-nime

t/a massime

MASI LIVIO s.n.c. Lamporecchio Lamporecchio R5 7 2.900 2.900 P.C.L. SCAVI Lamporecchio Lamporecchio R5 7 2.999 2.999RIPLAST Lamporecchio Lamporecchio R3 vari 1.500 1.500VESCOVI R. S.P.A.

Lamporecchio Lamporecchio R5 7 3.000 3.000

Tabella 42 - Ditte autorizzate al riutilizzo di RNSP come combustibili o come altro mez-zo per produrre energia in procedura semplificata ex art. 33 D.Lgs. n. 22/97

Ditta Comune sede leg. Comune impian-to

Attività Tipologia ex DM

05/02/1998

t/a mi-nime

t/a massime

TACCHIFICO MONTALBANO

Lamporecchio Lamporecchio R1 4 20 20

Tabella 43 - Ditte autorizzate all’esercizio di impianti di trattamento rifiuti ex art. 28 D.Lgs. 22/97 nel comune di Lamporecchio

Discarica Deposito prel. /Messa in riserva

Trattamento /Smalt./Rec.

Ditta Attività Volume-tria resi-dua (m3)

RS (t)

RSNP (t)

RSP (t)

RS (t/a)

RSNP (t/a)

RSP (t/a)

Autodemolizioni Leporatti R.

autodemolizioni 325 2.000

Azzurra più srl D13, D14,D15 55.800 46.500 9.300 Masi A. e G. S. Discarica RSU 37.000 Centro Servizi Imprese Srl D15 Rifiuti agri-

coli 0

Tabella 44 - Ditte autorizzate ai sensi dell’art. 28 del D.Lgs. 22/97 ad effettuare attività di demolizione di veicoli fuori uso

Discarica Deposito prel. /Messa in riserva

Trattamento /Smalt./Rec.

Ditta Attività Volumetria re-sidua (m3)

RS (t)

RSNP (t)

RSP (t)

RS (t/a)

RSNP (t/a)

RSP(t/a)

Autodemolizioni Leporatti R. autodemolizioni 325 2.000

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6.8- Siti oggetto di recupero ambientale In questa categoria ricade la sola Discarica per RSU di Cerbaia. La discarica ha servito i comuni di Larciano e Lamporecchio per diversi anni, ora avviate le procedure di chiu-sura definitiva si deve realizzare quanto previsto nel piano di recupero ambientale.

6.9- Fragilità geomorfologica e idraulica Un altro aspetto sensibile e quello legato al rischio idraulico della pianura e a quello ge-omorfologico delle porzioni collinari. Le cartografie facenti parte del Quadro delle cono-scenze descrivono dettagliatamente questi aspetti che rappresentano una significativa criticità del territorio e un limite alla “trasformabilità”.

6.9.1 Rischio geomorfologico Questa criticità non è stata riportata nella relativa cartografia me è ben rappresentata nella Carta Geomorfologica e nella Carta di Pericolosità per fattori geomorfologici. In questi documenti sono state riportate le aree che presentano caratteri di maggior vulne-rabilità rispetto a fenomeni di instabilità dei versanti. Le aree critiche si riferiscono a zo-ne dove sono presenti fenomeni franosi attivi e fenomeni franosi quiescenti manifestatisi negli ultimi 30 anni. Il criterio principale con cui sono state delimitate le aree è stato quello di correlare le zone in cui si sono manifestati fenomeni parossistici di dissesto con le zone contermini in cui potrebbe verificarsi una evoluzione del dissesto stesso. Le aree in disseto attivo sono da considerasi aree critiche in relazione alle previsioni e agli obiettivi del Piano, in quanto vanno a limitare la possibilità di utilizzo dei suoli. La realizzazione delle previsioni è subordinata alla realizzazione delle opere di bonifica. Tabella 45 - Incidenza sul territorio del dissesto idrogeologico

classi di pericolosità geomorfologica

Superfici ha

Superficie comune ha

Relazioni %

1 0 2 921 41,5% 3 1.237 55,8% 4 60 2,7%

Superfici totali ha 2.218 2.218 100% I dati di superficie sono stati ricavati da misure effettuate tramite GIS.

La tabella descrive come la classe 4 di pericolosità sia estesa su circa il 2,7% del terri-torio (frana attiva o quiescente). Per correlazione tale classe corrisponderebbe alla Pf3 del PAI. Questo valore è piuttosto basso, se confrontato con altre situazioni in territori limitrofi. La classe 3 risulta invece molto rappresentata, anch’essa descrive un rischio alto nell’ambito degli studi urbanistici, moderato riferito al PAI; si tratta di situazioni di paleo-frana, frana inattiva, situazioni al limite dell’equilibrio.

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6.9.2 Rischio idraulico Le aree a rischio potenziale per il verificarsi di eventi alluvionali per piene fluviali con tempi di ritorno di 200 anni (ambiti “B”) sono descritte nella Carta dei vincoli, nello stes-so documento sono riportate le aree classificate P.I3 Nel Piano Stralcio per l’Assetto I-drogeologico dell’Autorità di bacino del Fiume Arno (PAI novembre 2004). Nella carta di pericolosità per fattori idraulici le stesse aree sono indicizzate come 3a, pericolosità ele-vata, essendo poste in posizione morfologica sfavorevole ed essendo state alluvionate. Gli ambiti “B” delimitati interessano ampie porzioni dei principali fondovalle e gran parte del centro abitato di Lamporecchio. Le P.I3 del PAI sono localizzate nel tratto terminale del fondovalle del Rio di Mezzo (zona PIP) e in una limitata area a margine dell’abitato di Lamporecchio (Bivio Tesi). La vera criticità riguarda l’area del PIP in fase di comple-tamento, in quanto non si prevedono significative nuove edificazioni nell’area urbanizza-ta. La verifica rigorosa degli ambiti “B” chiarirà la giusta entità della problematica. Tabella 46 - Incidenza sul territorio del rischio idraulico

classi di pericolosità idraulica

Superfici ha

Superficie co-mune ha

Relazioni %

Ambito “B” 204,44 0,9% pericolosità

1-2 1.972,50 89% 3 245,50 11%

Superfici totali ha 2.218 2.218 100% I dati di superficie sono stati ricavati da misure effettuate tramite GIS.

La pericolosità idraulica elevata caratterizza circa il 11% del territorio; gli interventi in queste aree dovranno essere subordinati alla realizzazione delle opere di bonifica idrau-lica. Le aree soggette a rischio idraulico potenziale (ambiti “B”) interessano circa il 9% del territorio comunale, corrispondono a circa l’83% delle aree di fondovalle poste in condi-zioni sfavorevoli. Gli interventi in queste aree dovranno essere subordinati alla verifica delle condizioni idrologiche e idrauliche reali e alla realizzazione delle eventuali opere di bonifica idraulica. Tabella 47 - Sintesi dei dati riferiti alle UTOE

Previsioni al 2025 Superficie

territoriale. ha

Superfici Sistemi

insediativi

Superfici aree urbanizzate

GIS

Abitanti totali

Nuovi abitanti

Nuovi alloggi

Nuove edifica-

zioni

Dissesto grave

Rischio idraulico

ha ha ha N. N. N. mc ha % ha % U.T.O.E. 1 893 65 33,50 1.580 265 121,00 35.100 37 4,14 U.T.O.E. 2 1.324 352 176,50 6.920 1.157 530,00 131.20

0 23 1,74 204,44 15,44

Totali 2.217 417 210,00 8.500 1.422 651,00 166.30

0 60

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6.10- Problematiche relative ai servizi idrici integrati

Premessa In questo capitolo si descrivono le problematiche riferite alla fornitura dei servizi acque-dotto e fognatura, secondo le ricognizioni effettuate nel corso della stesura del Piano di Ambito (ATO2), del relativo POT e le previsioni riferite al prossimo ventennio. A integrazione di quanto ufficialmente reso disponibile si riporta, inoltre, quanto descritto nella Proposta di Piano Operativo Triennale (POT 2005/2007) Luglio 2005. In questo documento, a livello complessivo di Ambito; si rilevano “criticità rilevanti, pe-raltro comuni a tutti i Piani d’ambito della Toscana e del Paese, che riguardano l’inadeguatezza del volume degli investimenti, generati dal sistema tariffario, rispetto a quanto necessario per rispettare le leggi esistenti e garantire un servizio di qualità”. Tale situazione si è verificata essenzialmente per i seguenti fattori:

1. una rilevante sottostima dei costi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulle dotazioni impiantistiche e infrastrutturali;

2. un aumento del valore dei nuovi investimenti rispetto a quanto definito nel Piano

d’Ambito. Su quest’ultima voce, secondo gli estensori del documento, ha giocato un ruolo rilevan-te la rivalutazione dei parametri di qualità imposti dalla normative nel frattempo promul-gate ed entrate in vigore: D.L. 31/01 (qualità delle acque potabili), D.Lgs. 152/99 e L.R. 64/01 (scadenze per la depurazione e fognatura per insediamenti superiori ed inferiori ai 2000 ab. eq. al 31/12/2005). In sostanza, operando proiezioni anche sui tre prossimi POT (II, III e IV sino al 2013) il totale delle disponibilità (acquedotto e fognatura) pari a 58.678 mila euro è sufficiente per fare fronte alle esigenze ad oggi note per estensioni, risanamenti e sostituzioni, pari a 58.283 mila euro. È evidente, secondo lo studio, che le ulteriori necessità, per estendimenti e/o potenzia-menti ad oggi non previsti, dovranno trovare copertura da parte delle amministrazioni comunali tramite l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione e/o altre risorse. Per quanto riguarda la depurazione delle acque quanto prescritto dal D. Lgs. 152/99 (testo unico recante disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento) impone il conseguimento di obiettivi di qualità in tempi rapidi, la scelta di soluzioni finalizzate a tu-telare, preservare e se possibile migliorare le attuali condizioni dei corsi d'acqua, basate su un approccio quali – quantitativo di analisi. Il progetto di Acque S.p.A. in fase di definizione prevede l'accorpamento dei processi depurativi presso gli impianti civili e industriali presenti nell'area del cuoio con conse-guente riuso delle acque depurate. Il collettamento e il trattamento di depurazione negli impianti della zona del cuoio riguarda la Valdinievole, la Valdera, l'Empolese.

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Sulla Valdinievole insiste un carico di 150.000 abitanti equivalenti, pari a circa 10.000.000 di mc/anno, l'intervento consentirebbe di evitare la realizzazione di due nuovi impianti di depurazione, previsti a suo tempo, e la dismissione di un gran numero di impianti esistenti non idonei a garantire il rispetto dei limiti di legge oltre a essere an-tieconomici, inoltre si otterrebbe un efficace risanamento e regimazione idraulica del Padule. Tabella 48 - II POT – Elenco degli interventi (in migliaia di euro a valori costanti 2005)

II POT 2005 2006 2007 Somma 2008 Interventi generali 3,896 4,957 3,022 11,875 2,672Servizio acquedotto 11,556 11,070 15,020 37,646 14,210Servizio fognatura 7,837 7,504 14,536 29,877 4,746Servizio depurazione 7,163 6,172 15,068 28,403 26,583Elenco speciale 0,105 1,396 1,997 3,498 ---Estensioni 0,578 1,090 1,280 2,948 1,000Totale investimenti in tariffa 31,135 32,189 50,923 114,247 49,211

Per quanto riguarda espressamente gli obbiettivi del Piano Strutturale del comune di Lamporecchio, i dati e le considerazioni di maggiore significatività che emergono dal Piano di Ambito vengono descritte nei paragrafi seguenti.

6.10.1 Servizio di depurazione Ente gestore servizio fognature, smaltimento e depurazione: Società ACQUE S.p.A. Nella tabella seguente si riassumo le caratteristiche degli impianti presenti nel territorio comunale come fornite nell’ambito dell’indagine eseguita di supporto al presente Piano Strutturale. Tabella 49 - Elenco e caratteristiche degli impianti di depurazione pubblici (fonte AC-QUE S.p.A. 2003). N° Denominazione Potenzialità max

(mc/anno) Abitanti equiv. trattati

attualmente Portata attua-le (mc/anno)

Grado uti-lizzo

%

Portata max abitanti eq.

1 Via Volta 182.500 5.940 262.800 144 525/4.200

2 Ponte di Feroce 87.600 3.310 87.600 276 240/1.200

3 Via Amendola 87.600 1.200 87.600 100 240/1.200

4 San Baronto 36.500 720 36.500 144 100/500

5 Orbignano 18.250 720 36.500 288 50/250

6 Porciano 10.950 150 10.950 100 30/150

7 Alberghi 7.300 100 7.300 100 20/100

8 Poggio alla Cavalla 10.950 150 10.950 100 30/150

9 Papone 10.950 170 10.950 113 30/150

TOTALE 452.600 12.460 551.150

Sin da una prima analisi delle informazioni si evince una particolare criticità in relazione

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alle problematiche della depurazione. Con l'attuale strutturazione del servizio depurazione il territorio non è in grado di so-stenere ulteriori carichi insediativi. 6.10.1.1 Superamento delle criticità Nella tabella seguente si descrivono gli interventi principali previsti nel Comune di Lam-porecchio utili a superare le criticità (POT 2003). Tabella 50 - Interventi previsti in Lamporecchio

Servizio Codice Denominazione Importo Totale in tariffa

Elenco Speciale variabile Anno

1 Anno

2 Anno

3 F 61 Adeguamento quadri elettrici

Lamporecchio 16,03 16,03 si 12 16,03 0,00 0,00

F 94 Sostituzione quadri elettrici risol-levamenti fognari (Q.P.)

2,58 2,58 si 12 2,58 0,00 0,00

D 123 Adeguamento Centrifuga Via Volta Lamporecchio

3,00 3,00 no 15 3,00 0,00 0,00

D 133 adeguamento 626 impianti depu-razione Lamporecchio

31,00 31,00 no 15 5,00 26,00 0,00

D 230 Adeguamento linea ossidazione san Baronto

2,500

D 232 Collegamento Via Amendola – Baccane

350,00

D 310 Depuratore Ponte di Feroce otti-mizzazione linea fanghi primari

5,17 5,17 si 16 5,17 0,00 0,00

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6.10.2 Servizio acquedotti Ente Gestore servizio di acquedotti, approvvigionamento e distribuzione: Società AC-QUE S.p.A. Nella tabella seguente sono riportati i quantitativi di risorsa idrica distribuita per area di provenienza riferiti al 2002 in mc/anno. Essi rappresentano quindi il dato più aggiornato a disposizione. Tabella 51 - Le dotazioni idriche nell’anno 2002 riferite al comune di Lamporecchio (Fonte: ACQUE S.p.A.)

Numero abitanti: 6.808 Numero utenti: 2.780 Impianto/area di approvvigio-

namento Portate erogate 2002

Mc Media anno

L/s Integrazione 66.000,00 2,28Acquedotto Pollino 172.923,00 5,48Centrale Doccino 67.970,00 2,16Centrale Greppiano 88.200,00 2,80Acquedotto S. Baronto 112.800,00 3,58Acquedotto Cavalle 34.400,00 1,09Acquedotto Porciano 25.000,00 0,79Acquedotto di Vinci 6.930,00 0,22Totale erogazioni 436.223,00 13,83Rapporto erogazioni l/ab/g 175,5481

La tabella precedente riporta un volume erogato molto maggiore (436.223) di quello in-dicato nella corrispondente tabella riportata nel Piano d’Ambito (299.358) il cui dato de-ve essere errato, a meno che esso non sia depurato dei contributi derivanti dall’Acquedotto del Pollino od altre fonti esterne. In ogni caso la previsione riportata nel-la stessa tabella all’anno 2020 risulta ampiamente inferiore a quella attualmente eroga-ta, fatto che difficilmente può essere giustificato. Il dato più rilevante che emerge è relativo alla produzione idrica dalle fonti situate entro il comune, che ammonta a 328.370 mc. Il comune si approvvigiona da fonti esterne per ben 251.853 mc. quindi per circa il 57% dei fabbisogni. Lo studio di Pranzini prevedeva un incremento dei fabbisogni al 2010 dal 15% al 20%, il Piano d’Ambito al 2020 un incremento del 15% circa, con questa ultima ipotesi al 2020 i volumi di risorsa da erogarsi a Lamporecchio dovrebbero essere pari a 501.656 mc.

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6.10.2.1 Risorse idriche e previsioni di Piano Strutturale Le informazioni acquisite presso l’Ufficio Ingegneria di Acque S.p.A. nel 2003 – 2004 permettono di individuare una situazione di particolare criticità nella rete di distribuzione, principalmente per perdite di carico, subordinatamente per le perdite di rete valutate in-torno al 30%. Le aree di maggiore “sofferenza” sono la porzione collinare: San Baronto e gli altri centri collinari; nel capoluogo invece la situazione è di buona efficienza, discreta nelle frazioni di pianura. Nelle tabelle seguenti si operano confronto fra disponibilità attuali e fabbisogni futuri come indicati nelle previsioni di Piano Strutturale. Le elaborazioni sono da ritenersi vali-di nei limiti delle seguenti condizioni. CONDIZIONI: − Risorsa complessiva resa disponibile: 436.223,00 mc. − Risorsa resa disponibile per abitante: 175,54 l/g per abitante equivalente (64

mc/anno). − Stabilità dei consumi procapiti. − Incremento residenziale del 20% su tutte le aree secondo PS. − Risorsa da reperirsi al 2020 secondo POT: 501.656 mc. Tabella 52 - Risorsa idrica – Disponibilità attuali e previste U.T.O.E. 1

U.T.O.E. 1 2004 2025 incremento abitanti Disponibili

mc/axarea abitanti Disponibili

mc/axarea Incr. Ab.

San Baronto 630 40.320,00 757 48.448,00 127,00Porciano 149 9.536,00 179 11.456,00 30,00Fornello/Orbignano 156 9.984,00 187 11.968,00 31,00Aree agricole 380 24.320,00 457 29.248,00 77,00Totale 1.315 84.160,00 1.580 101.120 265,00

Tabella 53 - Risorsa idrica – Disponibilità attuali e previste U.T.O.E. 2

U.T.O.E. 2 2004 2025 incremento abitanti Disponibili

mc/axarea abitanti Disponibili

mc/axarea Incr. Ab.

Capoluogo 2.155 137.920,00 2587 165.568,00 432,00Papone/Carraia 163 10.432,00 195 12.480,00 81,00Borgano 400 25.600,00 481 30.784,00 294,00Cerbaia/Pg. Cavalla 1.465 93.760,00 1759 112.576,00 236,00Mastrom./Massaini 1.175 75.200,00 1411 90.304,00 32,00Aree agricole 405,00 25.920,00 487,00 31.168,00 82,00Totale 5.763 368.832,00 6.920 442.880 1.157,00

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Tabella 54 - Risorsa idrica – Disponibilità attuali e previste complessive Abitanti 2004 Risorsa resa

disponibile 2004Abitanti 2025 Risorsa da rendersi

disponibile 2025 Risorsa da

reperire 2025 Totali 7.078 452.992,00 8.500,00 544.000,00 91.008,00 Con l'attuale strutturazione del servizio acquedotti il territorio risulta non autonomo a garantire l'approvvigionamento idrico previsto, si rende necessario quindi ricorrere a fonti esterne. 6.10.2.2 Superamento delle criticità In merito alle iniziative tese al reperimento di nuove risorse e superamento delle criticità dovute alle reti di distribuzione, dall’esame del POT si ottengono i dati, corredati da car-tografie (Piano completamento sistema acquedottistico obiettivo 1 – giugno 2003). Il POT prevede con proiezione ai prossimi tre/quattro anni i seguenti interventi: Tabella 55 - Interventi acquedotto in Lamporecchio

Servizio Codice Denominazione Importo

Servizio Codice Denominazione A 96 Collegamento Santona – Mariani 280,00

A 188 Risanamento rete idrica Via Gramsci 35,00

A 208 Risanamento di tratti rete acquedotto 47,514

A 293 Risanamento di tratti rete acquedotto 37,00

A 208 Potenziamento acquedotto Lamporecchio 446,00

A 304 Sostituzione pompa pozzo Casarossa 455

A 305 Sostituzione pompa pozzo Fontane 705

A 339 Interconnessione acquedotto S. Baronto con rete Capoluogo 16,00

A 373 Estensione rete Via Capalle 472

A 474 Nuovo pozzo Doccino 45A 475 Potenziamento acquedotto San Baronto 150A 476 Adeguamento reti 144,00

6.10.2.3 Dati riepilogativi sui fabbisogni idrici Tabella 56 - Incidenza sul territorio dei consumi idrici - 2004

Dati per Abitantemc/ab/anno

N. Abitanti totali

Risorsa resa disponibile 64 7.078 452.992

Tabella 57 - Incidenza sul territorio dei consumi idrici - 2025

Dati per Abitantemc/ab/anno

N. Abitanti totali

Risorsa resa disponibile 64 8.500 544.000

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6.11- Problematiche relative ai servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti Ente gestore raccolta e smaltimento Rifiuti – Publiambiente SpA Nella tabella seguente sono riportati i quantitativi di rifiuti RSU raccolti per aree di pro-venienza riferiti al 2002 forniti dall’Ente Gestore e dalla Provincia di Pistoia e ARRR. Tabella 58 - Rifiuti RSU raccolti per aree di provenienza (fonte PUBLIAMBIENTE – 2003)

2002 Rifiuti raccolti abitanti 3.035.205 6.808 rapporto 1,22 kg/g

Tabella 59 - Produzione di RSU Anno 2001(Fonte Piano Provinciale 2003)

Comuni Abitanti Produzione rifiuti T/anno

Produzione ri-fiuti T/giorno

Variazione %

Prod. Proca-pite Kg/giorno

Variazione %

Tot. Area Emp. V.d.E. 159.612 91.020 249,37 1,32 1,56 0,65LAMPORECCHIO 6.808 4.167 11,42 0,41 1,68 -0,59Tot. Piana Prov. di Pistoia 240.161 150.905 413,44 4,00 1,72 2,38Tot. Sub ATO Mont. P.se 34.196 22.185 60,78 3,71 1,78 4,09Tot. Piana Prov. PT ed Area Emp. V.d.E.

399.773 241,925 662,81 2,97 1,63 0,00

TOTALE ATO N° 5 433.969 264.110 723,59 3,94 1,67 2,45

Tabella 60 - Produzione di RSU Anno 2002 (fonte ARRR rielaborata 2004) Comuni Abitanti Produzione

rifiuti T/anno Produzione rifiuti

T/giorno Variazione

% Prod. Procapite

Kg/giorno Variazione

% Tot. Area Emp. V.d.E. 161.039 94.876 259,94 4,24 1,61 3,31LAMPORECCHIO 6.857 4.162 11,40 -0,13 1,66 -0,84Tot. Prov. di Pistoia 275.651 178.758 489,75 18,46 1,78 3,21TOTALE ATO N° 5 436.690 273.635 749,68 3,61 1,72 2,96

I rifiuti prodotti giornalmente a persona rientrano nelle medie nazionali: 1,66 – 1,68 kg/giorno per abitante, si fa notare come nell’ultimo anno siano diminuiti i rifiuti smaltiti, probabilemte grazie al consolidamento delle raccolte differenziate. I rifiuti, frazione indifferenziata, vengono conferiti all'impianto di trattamento di Publiam-biente in Montespertoli (compostaggio e discarica), i sovvalli "tornano" in Lamporecchio e smaltiti. Anche per le raccolte differenziate si dispone di dati provenienti dal Piano Provinciale, ARRR e direttamente dal gestore. Nelle tabelle seguenti si riportano gli elementi essen-ziali.

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Tabella 61 - Sintesi dei dati sulla Raccolta differenziata 2001 Comuni Abitanti RSU T/anno RD Totale

T/anno RSU Totale

T/anno % RD su RSU +

RD Totale Area Emp. V.d.E. 159.612 64.600,29 26.452,60 91.052,89 30,26LAMPORECCHIO 6.808 3.124,94 1.042,58 4.167,52 26,06Totale Piana Prov. di Pistoia 240.161 120.846,87 30.058,86 150.905,73 20,75Totale Sub ATO Mont. P.se 34.196 18.120,57 4.065,69 22.186,26 19,09Totale Piana Prov. PT ed Area Emp. V.d.E.

399.773 185.447,16 56.511,46 241.958,62 24,33

TOTALE ATO N° 5 433.969 203.567,73 60.577,15 264.144,88 23,89 Tabella 62 - Sintesi dei dati sulla Raccolta differenziata 2002 (forniti da ARRR)

Comuni Abitanti RSU T/anno RD Totale T/anno

RSU Totale T/anno

% RD su RSU + RD

Totale Area Emp. V.d.E. 161.039 65.154,38 29.721,95 94.876,33 32,63LAMPORECCHIO 6.857 3.035,20 1.126,40 4.161,60 28,19Totale Prov. PT 275.651 139.409,25 39.349,16 178.758,40 22,93Totale Area Emp. V.d.E. 161.039 65.154,38 29.721,95 94.876,33 30,53TOTALE ATO N° 5 Prov. PT, Area Emp. V.d.E.

436.690 204.563,63 69.071,11 273.634,74 26,29

Riferiti al 2002 le raccolte differenziate costituiscono circa il 26% dei rifiuti prodotti. Dati forniti dall’Amministrazione Comunale indicano nel superamento del 30% la raccolta alla data 31/12/2004. Il superamento della fase transitoria prevista nel Piano Provinciale, non dovrebbe pre-sentare particolari problemi. Questo però a condizione che tutto si svolga come previ-sto, che si rispettino gli obiettivi delle raccolte differenziate e, soprattutto, che la realiz-zazione e l'adeguamento del sistema impiantistico avvenga possibilmente nei tempi previsti. Tuttavia, in considerazione dei tempi estremamente ristretti della fase transitoria (dal momento della esecutività del Piano sarà verosimilmente inferiore a due anni) si ritiene che questa, relativamente all'utilizzo degli impianti esistenti e fatti salvi gli obiettivi di raccolta differenziata e di contenimento della produzione dei rifiuti, possa slittare di un anno, fino al 31 dicembre 2005. in ogni caso la discarica di Cerbaia, nella quale si smal-tito sino al 2004 è ora chiusa e l’indifferenziato è già conferito all’impianto di Montesper-toli, come previsto. Tabella 63 - Sintesi dei dati riferiti alle UTOE

2025 2025 2025 Superficie

territoriale Superfici

Sistemi inse-diativi

Superfici aree urba-

nizzate GIS

Abitantitotali

Nuovi abitanti

Nuovi alloggi

Rifiuti prodotti per anno e incrementi previsti

Rifuti smaltiti (al netto delle raccol-te differenziate 35%)

kg ha ha ha N. N. N. kg % kg

U.T.O.E. 1 893 65,00 33,50 1.580,00 265,00 121,00 968.856,00 20,15 629.756,40 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00U.T.O.E. 2 1324 352,00 176,50 6.920,00 1.157,00 530,00 4.243.344,00 20,08 2.758.173,60

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00Totali 2.217 417,00 210,00 8.500,00 1.422,00 651,00 5.212.200,00 3.387.930,00

Con l'obiettivo del 35% di raccolta differenziata si prevede un contenimento dell'incre-mento rifiuti dovuto ai nuovi insediamenti. Tale risultato può essere migliorato introdu-cendo o potenziando la raccolta della frazione umida dei rifiuti e incentivando o prescri-vendo le tecniche di compostaggio verde familiare.

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6.12- Inquinamento acustico Centro sicurezza “Cultura Sviluppo” – aprile 2005 Il Piano Comunale di Classificazione Acustica redatto dal CSCS nel 2005 individua:

1. le classi di destinazione d’uso del territorio e i relativi valori limite di esposizione; 2. i ricettori sensibili e le zone industriali; 3. le strade di grande comunicazione; 4. le aree destinate a spettacolo temporaneo o mobile all’aperto; 5. i piani di risanamento.

Nel corso delle misure su determinati probabili bersagli sono stati individuati i seguenti ricettori sensibili:

1. R.S.A. Ospedale Minghetti (Spicchio), 2. Scuola elementare G. dei (Lamporecchio), 3. Scuola media F. Berni (Lamporecchio), 4. Scuola materna di Borgano, 5. Scuola per l’infanzia di Mastromarco, 6. Asilo nido di Porciano, 7. Scuola Materna di San Baronto, 8. Nuova scuola materna di Mastromarco.

Le aree industriali (Classi V e VI): − Area industriale Lamporecchio − Area industriale artigianale Poggioni − Area industriale artigianale Cerbaia − Area industriale artigianale Mastromarco Le aree destinate alle attività all’aperto: − Piazza Falcone (Lamporecchio), − Via della Chiesa (Porciano), − La Fraschetta (San Baronto). Le principali strade fonte di emissione (C - extraurbana secondaria, Cb – fasce di perti-nenza acustica A = 100, B = 50): − S. P. n. 9 Montalbano − S. P. n. 9 San Baronto − S. P. n. 9 Lamporecchio - Vinci − S. P. n. 9 Cerbaia − S. P. n. 9 Lamporecchio - Mastromarco

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In relazione ai risultati delle misure effettuate si rende necessario procedere al piano di risanamento per i seguenti siti ricadenti attualmente in classe IV per rendere compatibili almeno alcune delle aree interne con la classe II:

1. Scuola elementare G. dei (Lamporecchio) 2. Scuola media F. Berni (Lamporecchio)

Per i seguenti siti, pur ricadenti attualmente, in classe III, non si prevede di effettuare, dato il contesto nel quale si trovano, alcun piano e realizzare opere di adeguamento:

1. R.S.A. Ospedale Minghetti 2. Asilo nido di Porciano

Per i seguenti siti, interessati dall’inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, si dovranno realizzare opere di mitigazione alla sorgente, lungo la via di propagazione del rumore e direttamente sul ricettore:

1. Scuola per l’infanzia di Mastromarco 2. Scuola materna di Borgano

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6.13- Inquinamento elettromagnetico Centro sicurezza “Cultura Sviluppo” – settembre 2004 Lo studio relativo ai rilievi della distribuzione del campo elettromagnetico redatto dal CSCS individua le seguenti sorgenti specifiche:

1. Traliccio porta antenne – Montefiore 2. Elettrodotto A 3. Elettrodotto B 4. Stazione radio – Borgano 5. Tralicci e centrale di trasformazione ENEL – Borgano 6. Stazione radio Albergo Antico Masetto - Lamporecchio

Nel corso delle indagini e misure sono state individuate le seguenti aree potenzialmente sensibili:

1. R.S.A. Ospedale Minghetti (Spicchio), 2. Scuola elementare G. dei (Lamporecchio), 3. Scuola media F. Berni (Lamporecchio), 4. Scuola materna di Borgano, 5. Scuola per l’infanzia di Mastromarco, 6. Asilo nido di Porciano, 7. Scuola Materna di San Baronto, 8. Aree prevalentemente boscate del crinale del Montalbano, 9. Area Verde Giardinetti e Parco Rospigliosi.

Limiti di esposizione: valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, conside-rato come valore di immissione, definito ai fini della tutela della salute da effetti acuti, che non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei lavoratori. Valore di attenzione: valore di campo elettrico. Magnetico ed elettromagnetico, conside-rato come valore di immissione, che non deve essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate. Obiettivi di qualità: − i criteri localizzativi, gli standard urbanistici, le prescrizioni e le incentivazioni per

l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, indicati dalle leggi regionali secondo le competenze definite dall’art. 8 L. 36/2001;

− i valori di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico definiti dallo stato secondo le previsioni di cui all’art. 4 L. 36/2001 ai fini della progressiva miticizzazione della esposizione ai campi medesimi.

Tabella 64 - Limiti di esposizione per la protezione della popolazione dalle esposizioni generate a frequenze comprese fra 100 kHz e 300 GHz (D.P.C.M. 8 luglio 2003)

Limiti di esposizione Intensità di campo elettrico E (V/m)

Intensità di campo ma-gnetico (a/m)

Densità di potenza D(W/mq)

0,1 < f ≤ 3 MHz 60 0,2 - 3 < f ≤ 3000 mHz 20 0,05 1 3 < f ≤ 300 GHz 40 0,01 4

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Tabella 65 - Limiti di attenzione per la protezione della popolazione dalle esposizioni generate a frequenze comprese fra 100 kHz e 300 GHz (D.P.C.M. 8 luglio 2003)

Limiti di attenzione Intensità di campo elettrico E (V/m)

Intensità di campo ma-gnetico (a/m)

Densità di potenza D(W/mq)

0,1 MHz < f ≤ 300 GHz 6 0,016 0,10 (3 MHz – 300 GHz)

Per esposizioni all’interno di edifici adibiti a permanenze non inferiori a 4 ore giornaliere e loro pertinenze esterne, che siano fruibili come ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili. Tabella 66 - Limiti di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni gene-rate a frequenze comprese fra 100 kHz e 300 GHz (D.P.C.M. 8 luglio 2003)

Limiti di qualità Intensità di campo elettrico E (V/m)

Intensità di campo ma-gnetico (a/m)

Densità di potenza D(W/mq)

0,1 MHz < f ≤ 300 GHz 6 0,016 0,10 (3 MHz – 300 GHz)

Tabella 67 - Limiti di esposizione per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50Hz) generati dagli elettrodotti (D.P.C.M. 8 luglio 2003)

Limiti di esposizione Campo elettrico Induzione magnetica 50 Hz 5 kV/m 100 µΤ

Tabella 68 - Valori di attenzione per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50Hz) generati dagli elettrodotti (D.P.C.M. 8 luglio 2003)

Valori di attenzione Induzione magnetica 50 Hz 10 µΤ

Da applicarsi nelle aree gioco per l’infanzia, in ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a perma-nenze non inferiori a 4 ore giornaliere Tabella 69 - Obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50Hz) generati dagli elettrodotti (D.P.C.M. 8 luglio 2003)

Obiettivi di qualità Induzione magnetica 50 Hz 3 µΤ

Da applicarsi nella progettazione di nuovi elettrodotti in corrispondenza di aree gioco per l’infanzia, di ambienti abitativi, ambienti scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori a 4 ore giornaliere per i nuovi insediamenti e delle aree in prossimità di installazioni elettriche già esistenti Secondo CSCS i rilievi effettuati presso i siti potenzialmente sensibili si sono mantenuti al di sotto dei limiti di legge, sia per quanto riguarda limiti di esposizione, attenzione e qualità.

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7- COMPONENTI AMBIENTALI E IMPATTI ATTESI

Premessa In questo capitolo vengono descritti gli effetti prevedibili a seguito della attuazione delle previsioni di Piano Strutturale; in generale una corretta definizione quantitativa degli impatti viene eseguita mediante la definizione di entità misurabili o “indicatori di impat-to”, considerato il livello di dettaglio disponibile è sufficiente e inevitabile procedere ad una analisi di tipo qualitativo. L'indicatore principale e più utilizzabile per la maggior par-te delle componenti è fornito dal numero di abitanti che si intende insediare (depurazio-ne, risorse), quindi il numero di alloggi (suolo, paesaggio), i volumi edificabili previsti (suolo). Lo stesso indicatore quindi può essere comune alle varie componenti.

7.1- Risorse energetiche Gli impatti su questa componente sono direttamente riconducibili all'incremento di popo-lazione insediata. Nella tabella seguente si riportano i dati relativi ai maggiori fabbisogni prevedibili. I valori percentuali di incremento derivano dalla valutazione di quel 20% di incremento di popolazione prevista e dall'andamento dei consumi negli ultimi anni. Tabella 70 - Risorse energetiche e previsioni di Piano 2025 2025 2025 Superficie

territoriale Superfici Sistemi

insediativi

Abitanti totali

Nuovi abitanti Nuovi al-loggi

Nuove edificazioni

Energia elettrica previsione consumi e

incrementi %

GAS previsione consumi e

incrementi % ha ha N. N. N. mc MWh % mc %

u.t.o.e. 1 893,00 65,00 1.580,00 265,00 121,00 35.100,00 5.195,99 1.323.724,00 u.t.o.e. 2 1.324,00 352,00 6.920,00 1.157,00 530,00 131.200,00 22.757,11 5.797.576,00

Totali 2.217,00 417,00 8.500,00 1.422,00 651,00 166.300,00 27.880,00 23,64 7.121.300,00 20,09

Considerando che il consumo medio procapite annuo di energia elettrica si mantenga invariato (3,28 MWh/ab x anno per abitante) al 2025 dovranno essere erogati 27.880,00 MW/h, con un incremento rispetto all’attuale del 23,64%. Il volume totale di gas da erogarsi al 2025 sarà di 7.121.300 mc. Per un incremento di circa il 20%. Occorre evidenziare comunque che gli Enti Gestori non hanno evidenziato particolari problemi all'aumento dei fabbisogni. INDICATORI: 1 energ – abitanti previsti al 2025 2 energ – incremento abitanti (20%) 3 energ – nuovi alloggi

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7.2- Risorse naturali ed Emergenze Ambientali Secondo lo schema strutturato nel Quadro delle Conoscenze e ripreso in questo dos-sier le principali risorse naturali del territorio sono da ricondursi a cinque settori: paesaggio – fauna – suolo – acque – vegetazione. Nel corso della redazione del Piano Strutturale si sono evitate previsioni che potessero in qualche modo causarne danno o comprometterne il valore. Non si prevede la realizzazione di opere e infrastrutture, al di fuori dei sistemi insediati-vi, o l'introduzione di fattori modificanti in modo irreversibile la naturalità dei luoghi. Le aree produttive, a destinazione, commerciale, direzionale rimarranno confinate entro i limiti di quanto già previsto nel vigente strumento urbanistico. Le superficie dei sistemi insediativi sono pari a 417 ha, le aree urbanizzate attuali (mi-surate sulla carta dell’uso attuale del suolo) sono pari a 211 ha. Lo sviluppo maggiore degli insediamenti è previsto nella U.T.O.E. 2 in aree di frangia dell’edificato attuale e in aree prevalentemente agricole. È prevista la realizzazione di 651 nuovi alloggi, di questi 298 sono effettivamente da edificarsi, gli altri risultano da utilizzo di edifici esistenti. I volumi da reperirsi sono pari a 166.300 mc., di questi 66.000mc. derivano da volumi esistenti nella U.T.O.E. 2. La superficie dei sistemi insediativi dell’U.T.O.E. 1 rappresenta circa il 3% del totale del territorio comunale. La superficie dei sistemi insediativi dell’U.T.O.E. 2 rappresenta circa il 16% del totale del territorio comunale. Le superfici boscate rappresentano circa il 13% del totale del territorio comunale. Le a-ree arborate a olivo e vite circa il 45% del totale del territorio comunale Nella U.T.O.E. 1 le principali previsioni riguardano gli insediamenti turistico ricettivi pres-so l’attuale campeggio, andando ad interessare un’area di crinale del Montalbano signi-ficativa per la morfologia, la presenza di radure e spazi aperti, la vegetazione caratteri-stica. Allo stato della pianificazione non è possibile valutare il grado di interazione con le risorse e l’ambiente, in sede di disciplina del P. S. e Norme del Regolamento Urbanisti-co verranno stabiliti i limiti alla attuazione delle previsioni. L’approvvigionamento idrico a uso esclusivo degli insediamenti non dovrà interferire con il campo pozzi dell’acquedotto pubblico. Non si prevede una significativa interazione con le aree boscate e con le colture e vite e olivo. Le nuove previsioni viarie, o varianti, sono localizzate interamente presso l’U.T.O.E. 2, interessano prevalentemente aree marginali all’edificato esistente (variante di Mastro-marco, e territorio a uso del suolo prevalentemente agricolo, non interessano aree bo-scate. La tipologia è a raso e in rilevato, per una lunghezza totale di 5.840 m. per una superficie totale di 65.000 mq.

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Gli effetti negativi che potranno verificarsi riguarderanno le acque superficiali e profon-de, in termini qualità e disponibilità, il consumo di suolo, la riduzione della superficie a-gricola, l’impermeabilizzazione dei suoli, la bonifica dei terreni, l’adeguamento dei servi-zi, la qualità dell’aria. Dalle previsioni vengono interessati porzioni di fondovalle dei principali corsi d’acqua, con particolare riferimento al Rio di Mezzo, al Fosso di Greppiano, al Rio di Lamporec-chio. I previsti insediamenti e la nuova viabilità riguarderanno prevalentemente le aree delle colline di Cerbaia e Mastromarco. INDICATORI: 1 risemerg – abitanti previsti al 2025 2 risemerg – incremento abitanti (20%) 3 risemerg – nuovi alloggi 4 risemerg - volumi delle nuove edificazioni 5 risemerg - territorio interessato da rischio di incendio 6 risemerg - rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi 7 risemerg - quantità di rifiuti prodotti 8 risemerg – capacità di trattamento e depurazione residua 9 risemerg – grado di pressione venatoria 10 risemerg - elementi di criticità coinvolti 11 risemerg - emergenze ambientali coinvolte 12 risemerg - risorse ambientali coinvolte 13 risemerg - estensione della viabilità di progetto

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7.3- Criticità ambientali I sistemi insediativi e la nuova viabilità interessano in vario modo alcuni degli elementi puntuali di criticità del territorio descritti nella relativa cartografia. Fra questi il principale è l’Ex Fornace Laterizi di Mastromarco, sito da bonificare della Regione Toscana, che si trova a ridosso dei sistemi insediativi di Cerbaia e Mastromarco e viene lambito dalla prevista Variante Vinci – Montecatini. Il suo utilizzo a fini produttivi e subordinato alla bonifica integrale dell’area. La Discarica di Cerbaia è limitrofa alla esistente area PIP, il sito è recuperare dal punto di vista ambientale e monitorare come previsto dalla vigente normativa per gli impianti che hanno chiuso l’attività. Le aree produttive e alcuni depositi di materiali rappresentano una criticità relativa, ri-solvibile con azioni che ne favoriscano la delocalizzazione, o riconversione, o li rendano compatibili con il contesto nel quale si trovano. Altre criticità che pongono limiti alla attuazione delle previsioni sono descritte nelle carte dei vincoli e nelle carte di pericolosità geomorfologica e idraulica. Criticità dovute al rischio di incendio presso le aree boscate sono risolvibili con la defini-zione di un piano antincendio e l’introduzione di limiti alla frequentazione con mezzi a motore delle strade di penetrazione nei boschi. Criticità dovute alla presenza di aree in dissesto sono risolvibili con l’approfondimento delle indagini geologiche, la bonifica dei terreni di fondazione, la bonifica dei versanti e regimazione delle acque di scorrimento superficiale. Criticità dovute alla presenza di rischio idraulico sono risolvibili con la realizzazione di opere di regimazione idraulica e interventi strutturali. La criticità maggiore riguarda l’area produttiva di Cerbaia e una porzione dell’area produttiva di Lamporecchio alluvio-nata negli anni ’90. Criticità dovute all’inquinamento dei corsi d’acqua sono risolvibili con l’adeguamento del sistema di depurazione e rinaturalizzazione dei principali corsi d’acqua. 1 crit – distanza fra criticità e sistemi insediativi 2 crit – grado di compartecipazione all’uso di servizi e risorse fra criticità e sistemi inse-diativi 3 crit – numero di elementi di criticità coinvolti 4 crit - emergenze ambientali coinvolte 5 crit - risorse ambientali coinvolte 6 crit – distanza dalla viabilità di progetto

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7.4- Vegetazione e uso del suolo Gli impatti sono riconducibili all'attività edificatoria prevista nell'ambito dei sistemi inse-diativi residenziali, produttivi e del sistema della viabilità. Il Piano comunque non prevede la realizzazione di opere, al di fuori dei sistemi insedia-tivi, o la destinazione del territorio a pratiche d’uso che prevedano il consumo consisten-te dei suoli forestali o l’introduzione di limitazioni d’uso significative. L’introduzione di tecniche agricole ecocompatibili riferite ai sistemi territoriali della Collina del Montalba-no, della Pianura Storica della Valdinievole e della Pianura Umida della Valdinievole do-vrebbero portare benefici e quindi una evoluzione nel senso positivo degli effetti am-bientali. Tabella 71 - Ripartizione delle superfici secondo la Carta dell'uso attuale del suolo

AREE Superfici ha

Urbanizzato 211Aree Boscate e arborate 612Aree agricole 1.326Altre superfici 68Totale 2.217

Le problematiche agronomiche possono essere risolte a livello di normativa; l’inquinamento delle acque e dei suoli può essere limitato tramite l’introduzione di prati-che agricole ecocompatibili. Gli effetti dovuti alla impermeabilizzazione dei suoli, anche se non particolarmente rile-vanti a Lamporecchio, vanno affrontati e risolti quindi in maniera più strutturale tramite azioni combinate, tra le quali:

1. direttive che incentivino il recupero delle acque d’irrigazione a livello aziendale, con la creazione di bacini a duplice funzione (riutilizzo in estate, accumulo in in-verno);

2. creazione di acquedotti irrigui consortili anche basati sul recupero di acque reflue compatibili con l’uso agricolo.

Per i rifiuti prodotti in agricoltura, quali quelli speciali, come i contenitori dei fitofarmaci, esistono norme precise e sul territorio ditte specializzate che forniscono servizi adegua-ti. Per quelli assimilabili agli urbani esiste un problema di aumentare la quantità del rici-clato, soprattutto per i materiali plastici (vasi, teli di copertura per serre, teli pacciaman-ti). Ma l’elemento più interessante è il recupero del materiale vegetale di scarto. Le tec-niche di coltivazione in contenitore, anche se ora modeste, ma delle quali è prevedibile un incremento, comportano una notevole produzione di “rifiuto verde”, come piante sec-che, scarti di produzione e residui di potatura. Il loro smaltimento non può continuare ad essere effettuato in maniera empirica a livello aziendale: occorre invece creare una struttura di stoccaggio e riciclaggio adeguato per la produzione di compost di qualità.

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INDICATORI: 1 veg - volumi delle nuove edificazioni 2 veg - territorio interessato da rischio di incendio 3 veg - rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi L’eventuale realizzazione di interventi strutturali quali casse di laminazione delle piene nel comparto pianura per la riduzione degli ambiti "B", con riferimento particolare all’area produttiva di Cerbaia, sottrarrebbe suoli pregiati all’economia, ma non sarebbe-ro comunque territori perduti all’uso alternativo e controllato.

7.5- Fauna ecosistemi Gli impatti sono riconducibili all'attività edificatoria prevista nell'ambito dei sistemi inse-diativi residenziali, produttivi e del sistema della viabilità. Le problematiche sono quindi le medesime trattate per la vegetazione forestale, essendo fauna e copertura forestale strettamente collegate. Azioni concrete per un concreto miglioramento delle condizioni ambientali e degli habitat potrebbero prevedere: − la progressiva sostituzione del Pino marittimo, soggetto all’attacco della cocciniglia

(nonché facile esca del fuoco), con latifoglie autoctone; − il rilascio della pianta di maggiori dimensioni (da destinarsi ad “invecchiamento inde-

finito”) per ogni ettaro sottoposto a taglio di ceduazione, come previsto dalla legge forestale regionale;

− l’avviamento all’alto fusto, o l’intensa matricinatura, di alcune particelle di ceduo, a prevalenza di specie quercine aventi superato abbondantemente il consueto turno di taglio;

− la ricostituzione di elementi di connessione fra “patch” di habitat frammentati (ele-menti tradizionali del paesaggio rurale, quali siepi ed alberature);

− piccole opere finalizzate all’attraversamento stradale degli anfibi in fase di sposta-mento stagionale verso le aree di riproduzione;

− una più rigida regolamentazione dell'attività venatoria e dal divieto totale di accesso ai mezzi fuoristrada su sentieri e strade forestali.

− divieto su tutto il territorio immissioni di specie o varietà non autoctone e ridurre o e-liminare i ripopolamenti con selvaggina "pronta caccia" (lepri e fagiani) che ottengo-no l'unico risultato di fornire una facile fonte di alimentazione per le volpi ed altri car-nivori, creando ulteriori squilibri;

− promozione del birdwatching e del turismo naturalistico. L’area limitrofa al Padule di Fucecchio, pur non avendo il valore ambientale della vicina area protetta, è meritevole di iniziative di tutela. In generale, per la tutela dell’area palustre si rende necessario: − Eliminazione degli scarichi idrici non depurati o non sufficientemente depurati; − il controllo dell'utilizzo dei prodotti chimici per l'agricoltura e la zootecnia,

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− la gestione della risorsa idrica secondo criteri durevoli e conservativi anche in merito a derivazioni e attingimenti,

− la realizzazione di sistemi di compensazione e per fronteggiare prolungate siccità, − interventi di rinaturalizzazione dei corsi d'acqua per favorire il processo autodepura-

tive e la presenza di comunità animali e vegetali. Lo studio con la valutazione del bilancio idrico (stato attuale e di progetto) del bacino af-ferente al cratere palustre, degli usi antropici della risorsa idrica, del Deflusso Minimo Vitale (pari attualmente a 0,432 mc/sec, corrispondente a 1,25 l/sec kmq) ha indivi-duato una serie di possibili interventi di tutela, capaci di minimizzare gli effetti indotti dal previsto riassetto del sistema di depurazione dal punto di vista della quantità di acqua disponibile per il Padule di Fucecchio, permettendo l'incremento, accumulo e conserva-zione della risorsa, o un deflusso e un esaurimento più lenti:

1. Realizzazione di sottobacini nel cratere palustre

2. Realizzazione di un invaso a monte del cratere palustre

3. Diversa regolazione degli apporti acquedottistici esterni alla Valdinievole Le prime due soluzioni non riguarderebbero il territorio di Lamporecchio, ma i comuni di Pieve a Nievole, Monsummano, Larciano e Fucecchio; la terza soluzione prevedrebbe un incremento degli apporti dall'acquedotto del Pollino e conseguente riduzione dei pre-lievi esterni. INDICATORI: 1 fauna - volumi delle nuove edificazioni 2 fauna - territorio interessato da rischio di incendio 3 fauna - rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi 4 fauna - estensione della viabilità di progetto 5 fauna - grado di pressione venatoria 6 fauna - incremento abitanti (20%) 7 fauna – quantità di rifiuti prodotti 8 fauna - elementi di criticità coinvolti

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7.6- Paesaggio - estetica Gli impatti sono riconducibili all'attività edificatoria prevista nell'ambito dei sistemi inse-diativi residenziali, produttivi e del sistema della viabilità. Le problematiche sono quindi le medesime trattate per la vegetazione forestale, essendo copertura forestale e pae-saggio strettamente collegati. Il Piano comunque non prevede, per il suo grado di approfondimento, la realizzazione di opere, al di fuori dei sistemi insediativi, che producano la distruzione di elementi ed e-mergenze caratteristiche, quali le aree boscate, le radure, gli oliveti e i vigneti. Nella U.T.O.E. 1 le principali previsioni riguardano gli insediamenti turistico ricettivi pres-so l’attuale campeggio, andando ad interessare un’area di crinale del Montalbano signi-ficativa per la morfologia, la presenza di radure e spazi aperti, la vegetazione caratteri-stica. Allo stato della pianificazione non è possibile valutare se verrà mutata l’estetica dei luoghi e compromessi gli elementi caratteristici del paesaggio; in sede di disciplina del P. S. e Norme del Regolamento Urbanistico verranno stabiliti i limiti alla attuazione delle previsioni. INDICATORI: 1 est - volumi delle nuove edificazioni 2 est - territorio interessato da rischio di incendio 3 est - rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi 7 est – quantità di rifiuti prodotti 8 est - elementi di criticità coinvolti

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7.7- Acque superficiali Gli impatti riferiti a questa componente ambientale sono da attribuirsi principalmente al-la immissione di inquinanti nei corpi idrici superficiali da imputarsi ai maggiori carichi in-sediativi previsti. Nelle aree servite da un efficiente sistema di depurazione delle acque è prevedibile un impatto minore; ma come emerge dal Quadro delle conoscenze la de-purazione delle acque nel territorio comunale è una criticità generalizzata e interessa in vario modo i due principali ambiti urbanistici. Tabella 72 - Sistema depurativo e previsioni di Piano

Previsioni al 2025 Superficie

territoriale Superfici Sistemi

insediativi

Abitanti totali

Nuovi abitanti

SISTEMA ATTUALE DELLA DEPURAZIONE

ha ha N. N. denominazione Ab. Eq. trattati

Portata mc/anno

Grado di utilizzo

% u.t.o.e. 1 893 65 1.580 265 San Baronto 720 36.500 144 Orbignano 720 36.500 288 Alberghi 100 7.300 100 u.t.o.e. 2 1.324 352 6.920 1.157 Via Volta 5.940 262.800 144

Porciano 150 10.950 100 Ponte di Feroce 3.310 87.600 276 Via Amendola 1.200 87.600 100 Poggio alla Cavalla 150 10.950 100 Papone 170 10.950 113

Totali 2.217 419 8.500 1.422 12.460 551.150 La totalità degli impianti non soddisfa, attualmente, le esigenze di una adeguata depu-razione. INDICATORI: 1 dep – abitanti previsti al 2025 2 dep – incremento abitanti (20%) 3 dep – capacità di trattamento e depurazione residua

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7.8- Acque profonde Gli impatti riferiti a questa componente ambientale sono da attribuirsi principalmente al-la immissione di inquinanti nei corpi idrici da imputarsi ai maggiori carichi insediativi previsti; per cui valgono le considerazioni espresse al paragrafo precedente, ma con un maggiore valore dell'indicatore nelle aree di fondovalle della UTOE 2, nella quale è maggiormente rappresentata la classe di vulnerabilità alta. INDICATORI: 1 falda – abitanti previsti al 2025 2 falda – incremento abitanti (20%) 3 falda – nuovi alloggi 4 falda – capacità di trattamento e depurazione residua 5 falda – perdite della rete acquedotto 6 falda – estensione classi 3 - 4 di vulnerabilità 7 falda – approvvigionamento idrico da fonti esterne

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7.9- Suolo, rischio geomorfologico e idraulico

7.9.1 Rischio geomorfologico A questa componente competono spesso gli impatti negativi di maggiore importanza, perché molto spesso irreversibili; tuttavia il Piano non prevede opere significative che possano mutare la morfologia dei luoghi e perdita di elementi significativi del paesaggio. Gli impatti maggiori sono riconducibili all'attività edificatoria prevista nell'ambito dei si-stemi insediativi residenziali, produttivi, e del sistema della viabilità. Nella tabella se-guente si mostra la distribuzione delle aree interessate da dissesto attivo e potenziale riferito alle due UTOE. Tabella 73 - Sintesi dei dati riferiti alle UTOE

Previsioni al 2025 Superficie

territoriale. ha

Superfici Sistemi in-sediativi

Superfici aree urba-

nizzate GIS

Abitanti totali

Nuovi abitanti

Nuovi alloggi

Nuove edificazioni

Dissesto Grave

P4

Dissesto Potenziale

P3 ha ha ha N. N. N. mc ha % ha %

u.t.o.e. 1 893 65 33,50 1.580 265 121 35.100 37 4,43 745 83,43 u.t.o.e. 2 1.324 352 176,50 6.920 1.157 530 131.200 23 1,74 492 37,16

Totali 2.217 419 211 8.500 1.422 651 166.300 60

Il dissesto grave (la classe 4 per fattori geomorfologici), come individuato sulla base di studi di superficie, interessa il 4,43% della superficie della U.T.O.E. 1 e il 1,74% della superficie della U.T.O.E. 2; il dissesto potenziale (classe 3), rispettaviamente l’83,43 della U.T.O.E. 1 e il 37,16 della U.T.O.E. 2. La problematica caratterizza essenzialmente l'UTOE 1 e il sistema territoriale della Col-lina del Montalbano. Interessa marginalmente il sistema della viabilità. Le aree in dissesto attivo e quiescente sono localizzate presso i versanti più acclivi e non interessano il sistema insediativo, un tratto di viabilità (da San Baronto a Vinci) è in-teressato da dissesto quiescente. La classe 3 di pericolosità per fattori geomorfologica interessa la gran parte della UTOE 1, in pratica ne risultano esclusi i limiti dell'edificato attuale, circa 37 ha, per cui buona parte dei sistemi insediativi ricadono in aree per le quali le attività edificatorie dovranno essere subordinate alla esecuzione di studi e inda-gini approfondite. INDICATORI: 1 geo - volumi delle nuove edificazioni UTOE 1 2 geo - percentuale di territorio interessato da dissesto potenziale 3 geo - rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi

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7.9.2 Rischio idraulico Gli impatti maggiori sono riconducibili all'attività edificatoria prevista nell'ambito dei si-stemi insediativi residenziali, produttivi, e del sistema della viabilità. Nella tabella se-guente si mostra la distribuzione delle aree interessate da fenomeni di alluvionamento e ristagno delle acque riferito alle due UTOE. Tabella 74 - Sintesi dei dati riferiti alle UTOE

Previsioni al 2025 Superficie

territoria-le. ha

Superfici Sistemi

insediativi

Superfici aree ur-

banizzate GIS

Abitanti totali

Nuovi abitanti

Nuovi alloggi

Nuove edificazio-

ni

Rischio idraulico

"B"

Rischio Idraulico

3a

ha ha ha N. N. N. mc ha % u.t.o.e. 1 893 65 33,50 1.580 265 121 35.100 u.t.o.e. 2 1.324 352 176,50 6.920 1.157 530 131.200 204,44 23,72 245,50 28,48

Totali 2.217 419 211 8.500 1.422 651 166.300 La problematica caratterizza essenzialmente l'UTOE 2 e i sistemi territoriali della Pianu-ra Storica della Valdinievole e della Pianura Umida della Valdinievole. Interessa il si-stema della viabilità per i tratti attraversanti i fondovalle principali. Le aree a rischio idraulico "B" sono contenute nelle 3a, quindi le due superfici non si sommano. La gran parte dei fondovalle è interessata dalla perimetrazioni geometrica degli ambiti di tutela fluviale "B", la verifica rigorosa delle reali condizioni di alluvionabili-tà per eventi di piena con tempi di ritorno di 200 anni ha portato ad una limitazione di dette superfici rispetto ai limiti geometrici imposti dalla normativa, la problematica, pur ridotta, interessa buona parte dei fondovalle, per quanto riguarda i sistemi insediativi, incide su due aree in modo particolare:

1. l'area urbanizzata del capoluogo, 2. l'area produttiva di Cerbaia – Rio di Mezzo.

La prevista viabilità sarà interessata marginalmente dalle problematiche in considera-zione della modesta rilevanza degli interventi previsti. INDICATORI: 1 idro - volumi delle nuove edificazioni UTOE 2 2 idro - territorio interessato da rischio idraulico potenziale 3 geo - rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi

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7.10- Servizi e infrastrutture Gli impatti riferiti a questa componente ambientale sono da attribuirsi principalmente al-la maggiore richiesta di risorsa idrica, risorsa energetica e capacità di depurazione delle acque, alla produzione dei Rifiuti (Solidi Urbani, Assimilabili e speciali) da imputarsi ai maggiori carichi insediativi residenziali e produttivi previsti. La produzione di Rifiuti Speciali Pericolosi e Non Pericolosi riguarda il maggiore carico di insediamenti previsti ma il cui smaltimento avviene essenzialmente fuori comune, ma esistono nel territorio comunale ditte autorizzate al loro stoccaggio, come esistono ditte che trattano e recuperano gli assimilabili.

7.10.1 Approvvigionamento idrico (risorse idriche) Gli impatti riferiti alle risorse idriche sono da attribuirsi principalmente alla maggiore ri-chiesta di risorsa da imputarsi ai maggiori carichi insediativi previsti. Nelle aree servite da un efficiente sistema di distribuzione è prevedibile un impatto minore; come emerge dal Quadro delle conoscenze la disponibilità della risorsa idrica nel territorio comunale è una criticità generalizzata e interessa in vario modo i due principali ambiti urbanistici. Da questo punto di vista l'UTOE 1 è maggiormente interessata da problemi di distribuzione, l'UTOE 2 da perdite della rete. Tabella 75 - Risorse idriche e previsioni di Piano

2025 2025 Superficie

territoriale. ha

Superfici Sistemi

insediativi

Abitanti totali

Nuovi abi-tanti

Nuovi alloggi Volumi resi-denziali

Risorsa Idrica da reperirsi e incrementi

percentuali ha ha N. N. N. mc mc %

u.t.o.e. 1 893 65,00 1.580,00 265,00 121,00 40.000,00 101.120,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 u.t.o.e. 2 1.324 352,00 6.920,00 1.157,00 530,00 180.000,00 442.880,00

0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Totali 2.217 417,00 8.500,00 1.422,00 651,00 220.000,00 544.000,00 24,71

Il dato che emerge dal Quadro delle Conoscenze è che l'attuale strutturazione del ser-vizio acquedotti il territorio risulta non autonomo a garantire l'approvvigionamento idrico previsto, si rende necessario quindi ricorrere a fonti esterne.

7.10.2 Depurazione delle acque Il progetto di Acque S.p.A. in fase di definizione prevede l'accorpamento dei processi depurativi presso gli impianti civili e industriali presenti nell'area del cuoio con conse-guente riuso delle acque depurate. Il collettamento e il trattamento di depurazione negli impianti della zona del cuoio riguarda la Valdinievole, la Valdera, l'Empolese. Sulla Valdinievole insiste un carico di 150.000 abitanti equivalenti, pari a circa 10.000.000 di mc/anno, l'intervento consentirebbe di evitare la realizzazione di due nuovi impianti di depurazione, previsti a suo tempo, e la dismissione di un gran numero di impianti esistenti non idonei a garantire il rispetto dei limiti di legge oltre a essere an-tieconomici, inoltre si otterrebbe un efficace risanamento e regimazione idraulica del Padule.

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Questa può essere una valida soluzione in quanto con l'attuale strutturazione del servi-zio depurazione il territorio non è in grado di sostenere ulteriori carichi insediativi. Oc-corre quindi che vengano definiti tempi e modalità di attuazione delle previsioni impian-tistiche.

7.10.3 Smaltimento dei RSU Le maggiori quantità di rifiuti solidi urbani prevedibili a fronte dei nuovi insediamenti pre-visti dovrebbero essere in parte compensati dalla maggiore diffusione delle raccolte dif-ferenziate. Nell’ipotesi che si mantenga il 35% di raccolta differenziata al 2025 si do-vrà provvedere allo smaltimento di 3.388.000 kg. di cui 630.000 kg. circa nell’U.T.O.E. 1 e 2.758.000 kg. nell’U.T.O.E. 2. Tale risultato può essere migliorato introducendo o potenziando la raccolta della frazio-ne umida dei rifiuti e incentivando o prescrivendo le tecniche di compostaggio verde familiare. Le opere previste dal Piano non si prevede che introducano effetti negativi significativi su altri servizi e infrastrutture, quali quelli legati alla mobilità, alla salute, alle comunica-zioni, semmai introdurranno effetti positivi, nel rispetto degli obiettivi strategici del Piano. INDICATORI: 1 serv – abitanti previsti al 2025 2 serv – incremento abitanti (20%) 3 serv – nuovi alloggi 4 serv – perdite della rete acquedotto 5 serv – approvvigionamento idrico da fonti esterne 6 serv – capacità di trattamento e depurazione residua 7 serv - estensione delle rete viaria in adeguamento 8 serv – standard urbanistici 9 serv – quantità di rifiuti prodotti

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7.11- Aria, rumore, vibrazioni, radiazioni, elettromagnetismo Gli impatti riferiti a queste componenti ambientali sono da attribuirsi principalmente ai maggiori carichi insediativi previsti e di conseguenza alla maggiore richiesta di servizi (mobilità, telecomunicazioni, energia elettrica). Per quanto riguarda la qualità dell'aria non è possibile fare alcuna previsione, lo stato attuale non è studiato, il monitoraggio della Amministrazione Provinciale ha riguardato altri comparti territoriali ben più compromessi; l'area di maggiore rilevanza è senza dub-bio quella del centro Capoluogo per ragioni legate al traffico veicolare, d'altra parte quanto previsto dal sistema della viabilità va nell'ottica di un sostanziale miglioramento della situazione. Un altro aspetto è legato alla presenza dell'area produttiva del capo-luogo stesso a ridosso dell'area residenziale, il Piano pone i presupposti per una sua delocalizzazione. Il Piano Comunale di Classificazione Acustica individua i seguenti ricettori sensibili (in-seriti fra le criticità):

1. R.S.A. Ospedale Minghetti (Spicchio), 2. Scuola elementare G. dei (Lamporecchio), 3. Scuola media F. Berni (Lamporecchio), 4. Scuola materna di Borgano, 5. Scuola per l’infanzia di Mastromarco, 6. Asilo nido di Porciano, 7. Scuola Materna di San Baronto, 8. Nuova scuola materna di Mastromarco.

Di questi i seguenti sono posti in aree non compatibili con quanto richiesto dalla norma-tiva in materia:

1. Scuola elementare G. dei (Lamporecchio) 2. Scuola media F. Berni (Lamporecchio) 3. R.S.A. Ospedale Minghetti 4. Asilo nido di Porciano 5. Scuola per l’infanzia di Mastromarco 6. Scuola materna di Borgano

Su di essi si dovrà intervenire con opere di compatibilizzazione dirette e indirette. Lo studio relativo ai rilievi della distribuzione del campo elettromagnetico ha individuato le seguenti sorgenti specifiche:

1. Traliccio porta antenne – Montefiore 2. Elettrodotto A 3. Elettrodotto B 4. Stazione radio – Borgano 5. Tralicci e centrale di trasformazione ENEL – Borgano 6. Stazione radio Albergo Antico Masetto - Lamporecchio

Nel corso delle indagini e misure sono state individuate le seguenti aree potenzialmente sensibili (inserite fra le criticità):

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1. R.S.A. Ospedale Minghetti (Spicchio), 2. Scuola elementare G. dei (Lamporecchio), 3. Scuola media F. Berni (Lamporecchio), 4. Scuola materna di Borgano, 5. Scuola per l’infanzia di Mastromarco, 6. Asilo nido di Porciano, 7. Scuola Materna di San Baronto, 8. Aree prevalentemente boscate del crinale del Montalbano, 9. Area Verde Giardinetti e Parco Rospigliosi.

Secondo i rilievi effettuati presso i siti potenzialmente sensibili si sono mantenuti al di sotto dei limiti di legge, sia per quanto riguarda limiti di esposizione, attenzione e quali-tà. INDICATORI: 1 aria – abitanti previsti al 2025 2 aria – incremento abitanti (20%) 3 aria – nuovi alloggi 7 aria - estensione della viabilità di progetto 8 aria – standard urbanistici 9 aria - elementi di criticità coinvolti

7.12- Aspetti socioeconomici Date le premesse e gli obiettivi dichiarati del Piano Strutturale, ci si aspetta che su que-sta componente si verifichino impatti di segno positivo. Questa è una delle componenti di più difficile valutazione, date le variabili in gioco, tutti gli obiettivi del Piano sono dedicati al conseguimento di un migliore assetto socioeco-nomico nel rispetto e valorizzazione dell’ambiente, quindi con segni positivi, d’altra parte la realizzazione delle opere in fase di realizzazione può innescare processi di impatto sulle varie attività di cui si potrebbe risentire per lunghi periodi. INDICATORI: 1 econ – abitanti previsti al 2025 2 econ – incremento abitanti (20%) 3 econ – nuovi alloggi 7 econ - estensione delle rete viaria in adeguamento 8 econ – standard urbanistici

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8- VALUTAZIONE QUALITATIVA DEGLI EFFETTI AMBIENTALI Nelle tabelle seguenti vengono descritte le relazione fra le previsioni di Piano riferite alle due Unità Territoriali Omogenee e ai Sistemi, le componenti ambientali considerate e gli indicatori scelti a rappresentare gli effetti sulle componenti ambientali principali. Il grado di impatto complessivo attribuito deriva essenzialmente da un confronto cartografico fra area interessata dalla pianificazione e presenza di emergenze e criticità descritte nelle relative cartografie. In considerazione del livello qualitativo della valutazione piuttosto che una entità di impatto si è ritenuto opportuno indicare una "grado di attenzione", in-tendendo evitare di esprimere un giudizio di compatibilità o non compatibilità ma piutto-sto evidenziare la necessità di approfondire gli studi e le indagini su certi ambiti territo-riali e su determinate classi di interventi.

Tabella 76 - Lista degli indicatori generici 1. abitanti previsti al 2025 8.500 2. incremento abitanti (20%) 1.422 3. volumi delle nuove edificazioni in mc 100.300 4. nuovi alloggi 651 5. rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi 50,35% 6. perdite della rete acquedotto % 30% 7. approvvigionamento idrico da fonti esterne % 57% 8. quantità di rifiuti prodotti nel 2025 in kg 3.387.93

0 9. capacità di trattamento e depurazione residua % 0 10. territorio interessato da dissesto potenziale in ha 1.237 11. territorio interessato da rischio idraulico potenziale in ha 245,50 12. estensione classi 3 - 4 di vulnerabilità della falda in ha 250 13. territorio interessato da rischio di incendio in ha 608 14. grado di pressione venatoria alto 15. elementi di criticità coinvolti variabile 16. emergenze ambientali coinvolte variabile 17. risorse naturali coinvolte variabile 18. estensione della viabilità di progetto in km 16 19. standard urbanistici riferiti a abitanti scuole 4,52 20. standard urbanistici riferiti a abitanti verde attrezzato 16,16 21. standard urbanistici riferiti a abitanti attrezzature comuni 3,72 22. standard urbanistici riferiti a abitanti parcheggi 4,00 23. standard urbanistici scuole % + 5,20 24. standard urbanistici verde attrezzato % + 57,69 25. standard urbanistici attrezzature comuni % - 1,09 26. standard urbanistici parcheggi % + 1,60

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Tabella 77 - Matrice generale di impatto sistema x componenti ambientali - SISTEMA DELLA VIABILITÀ SISTEMA DELLA VIABILITÀ

VIABILITÀ DI SUPPORTO AI SISTEMI LOCALI COMPONENTI LIVELLO DI ATTENZIONE AI FINI DELLA TUTELA AMBIENTALE

SUOLO MEDIO

ACQUE SUPERFICIALI BASSO VEGETAZIONE BASSO

ACQUE DI FALDA BASSO FAUNA

ECOSISTEMI BASSO

PAESAGGIO - ESTETICA MEDIO ENERGIA BASSO

ARIA MEDIORISORSE NATURALI

EMERGENZE AMBIENTALI MEDIO

SERVIZI - INFRASTRUTTURE MEDIO

VARIANTE MASTROMARCO/MASSAINI sulla S.P. n°9

ASPETTI SOCIO-ECONOMICI MEDIO

SUOLO MEDIO ALTOACQUE SUPERFICIALI MEDIO ALTO

VEGETAZIONE BASSOACQUE DI FALDA BASSO

FAUNA ECOSISTEMI BASSO

PAESAGGIO - ESTETICA MEDIO ENERGIA BASSO

ARIA MEDIORISORSE NATURALI

EMERGENZE AMBIENTALI MEDIO

SERVIZI - INFRASTRUTTURE MEDIO

VARIANTE VINCI – MONTECATINI TERME

ASPETTI SOCIO-ECONOMICI MEDIO

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Tabella 78 - Relazioni di impatto fra previsioni riferite Ai sistemi insediativi, componenti ambientali e indicatori. U.T.O.E. 1 DIMENSIONI DEI NUOVI INSEDIAMENTI COMPONENTI INDICATORI LIVELLO DI ATTENZIONE AI FINI

DELLA TUTELA AMBIENTALE

SUOLO volumi delle nuove edificazioni territorio interessato da dissesto potenziale rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi

MEDIO ALTO

ACQUE SUPERFICIALI

abitanti previsti incremento abitanti volumi delle nuove edificazioni capacità di trattamento e depurazione residua territorio interessato da rischio idraulico potenziale

BASSO

rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi volumi delle nuove edificazioni rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi territorio interessato da rischio di incendio

BASSO

abitanti previsti incremento abitanti nuovi alloggi capacità di trattamento e depurazione residua perdite della rete acquedotto estensione classi 3 - 4 di vulnerabilità della falda approvvigionamento idrico da fonti esterne

BASSO

FAUNA ECOSISTEMI

incremento abitanti volumi delle nuove edificazioni

rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi

territorio interessato da rischio di incendio territorio interessato da rischio idraulico potenziale estensione della viabilità di progetto grado di pressione venatoria

quantità di rifiuti prodotti elementi di criticità coinvolti

MEDIO BASSO

SUPERFICIE: 893 ha Abitanti attuali: 1.315 Abitanti previsti: 1.580 Nuovi alloggi: 121 Nuovi volumi edificabili: 35.100 mc. Superficie sistema insediativo: 65 ha Superficie urbanizzata: 33,50 ha INSEDIAMENTI URBANI San Baronto: 46,0 ha Porciano: 12,0 ha Fornello: 6,0 ha AGGREGATI RURALI Giugnano – ha 2,0 Alberghi – ha 1,0 Il Poggio – ha 1,0 Papiano – ha 2,0 Poggio alla Baghera – ha 2 Fattoio – 1,0 Lampaggio – 1,0 La Berga – 2,0 Catolfi – 1,0 STANDARD DI PROGETTO Scuole: 3.780,00 mq. Verde attrezzato: 19.308,00 mq. Attrezzature comuni : 7.610,00 mq. Parcheggi: 6.400,00 mq.

PAESAGGIO ESTETICA

volumi delle nuove edificazioni territorio interessato da rischio di incendio rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi quantità di rifiuti prodotti elementi di criticità coinvolti

BASSO

VEGETAZIONE

ACQUE DI FALDA

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U.T.O.E. 1 DIMENSIONI DEI NUOVI INSEDIAMENTI COMPONENTI INDICATORI LIVELLO DI ATTENZIONE AI FINI

DELLA TUTELA AMBIENTALE

ENERGIA abitanti previsti incremento abitanti nuovi alloggi

BASSO

abitanti previsti incremento abitanti

estensione della viabilità di progetto elementi di criticità coinvolti standard urbanistici

RISORSE NATURALI EMERGENZE AMBIENTALI

abitanti previsti incremento abitanti nuovi alloggi volumi delle nuove edificazioni territorio interessato da rischio di incendio rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi estensione della viabilità di progetto capacità di trattamento e depurazione residua grado di pressione venatoria quantità di rifiuti prodotti elementi di criticità coinvolti emergenze ambientali coinvolte risorse naturali coinvolte

MEDIO

CRITICITÀ

distanza fra criticità e sistemi insediati grado di compartecipazione all’uso di servizi e risorse fra criticità e sistemi insediativi numero di elementi di criticità coinvolti emergenze ambientali coinvolte risorse ambientali coinvolte

BASSO

SERVIZI INFRASTRUTTURE

abitanti previsti incremento abitanti nuovi alloggi perdite della rete acquedotto approvvigionamento idrico da fonti esterne quantità di rifiuti prodotti capacità di trattamento e depurazione residua estensione della viabilità di progetto standard urbanistici

ALTO

AREE A RISCHIO IDRAULICO: 0 ha AREE A RISCHIO GEOMORFOLOGICO: 782 ha RIFIUTI DA SMALTIRE PREVISTI: 629.756,40 kg. POTENZIALITà DELLA DEPURAZIONE: 0 RISORSA IDRICA DA REPERIRE: 101.120 mc. ENERGIA ELETTRICA: 5.196 Mwh GAS: 1.323.724 mc.

ASPETTI SOCIO-ECONOMICI

abitanti previsti standard urbanistici MEDIO

ARIA nuovi alloggi BASSO

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U.T.O.E. 2 DIMENSIONI DEI NUOVI INSEDIAMENTI COMPONENTI INDICATORI LIVELLO DI ATTENZIONE AI FINI

DELLA TUTELA AMBIENTALE

SUOLO volumi delle nuove edificazioni territorio interessato da dissesto potenziale rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi

MEDIO BASSO

ACQUE SUPERFICIALI

abitanti previsti incremento abitanti volumi delle nuove edificazioni capacità di trattamento e depurazione residua territorio interessato da rischio idraulico potenziale rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi

ALTO

PAESAGGIO ESTETICA

volumi delle nuove edificazioni territorio interessato da rischio di incendio rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi quantità di rifiuti prodotti elementi di criticità coinvolti

BASSO

ACQUE DI FALDA

abitanti previsti incremento abitanti nuovi alloggi capacità di trattamento e depurazione residua perdite della rete acquedotto estensione classi 3 - 4 di vulnerabilità della falda approvvigionamento idrico da fonti esterne

MEDIO

FAUNA ECOSISTEMI

incremento abitanti volumi delle nuove edificazioni territorio interessato da rischio di incendio territorio interessato da rischio idraulico potenziale estensione della viabilità di progetto grado di pressione venatoria rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi quantità di rifiuti prodotti elementi di criticità coinvolti

BASSO

SUPERFICIE: 1.324 ha Abitanti attuali: 5.763 Abitanti previsti: 6.920 Nuovi alloggi: 530 Nuovi volumi edificabili: 131.200 mc. Superficie sistema insediativo: 352 ha Superficie urbanizzata: 176,50 ha INSEDIAMENTI URBANI Capoluogo: 165 ha. Cerbaia – Poggio alla Cavalla: 79 ha. Mastromarco – Massaini: 64 ha. Papone – Carraia: 3,0 ha Borgano: 37 ha. AGGREGATI RURALI Beboli: 2 ha. Collececioli: 1,0 ha. Carraia – 1,0 STANDARD DI PROGETTO Scuole: 34.470 mq. Verde attrezzato: 113.557 mq. Attrezzature comuni : 24.220 mq. Parcheggi: 27680 mq. INSEDIAMENTI NON RESIDENZIALI (invariati) Area Prod. Mastromarco Area Prod. Cerbaia Aree commerciali e/o direzionali Aree turistico ricettive

ENERGIA abitanti previsti incremento abitanti nuovi alloggi

BASSO

VEGETAZIONE

volumi delle nuove edificazioni rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi territorio interessato da rischio di incendio

BASSO

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U.T.O.E. 2 DIMENSIONI DEI NUOVI INSEDIAMENTI COMPONENTI INDICATORI LIVELLO DI ATTENZIONE AI FINI

DELLA TUTELA AMBIENTALE

ARIA

abitanti previsti incremento abitanti nuovi alloggi estensione della viabilità di progetto elementi di criticità coinvolti standard urbanistici

MEDIO

RISORSE NATURALI EMERGENZE AMBIEN-TALI

abitanti previsti incremento abitanti nuovi alloggi volumi delle nuove edificazioni territorio interessato da rischio di incendio rapporto fra superfici urbanizzate e superfici dei sistemi insediativi estensione della viabilità di progetto capacità di trattamento e depurazione residua grado di pressione venatoria quantità di rifiuti prodotti elementi di criticità coinvolti emergenze ambientali coinvolte risorse naturali coinvolte

MEDIO

distanza fra criticità e sistemi insediativi grado di compartecipazione all’uso di servizi e risorse fra criticità e sistemi insediativi numero di elementi di criticità coinvolti emergenze ambientali coinvolte risorse ambientali coinvolte distanza dalla viabilità di progetto

MEDIO

SERVIZI INFRASTRUTTURE

abitanti previsti incremento abitanti volumi delle nuove edificazioni nuovi alloggi perdite della rete acquedotto approvvigionamento idrico da fonti esterne quantità di rifiuti prodotti capacità di trattamento e depurazione residua estensione della viabilità di progetto standard urbanistici

AREE A RISCHIO IDRAULICO: 204,44 ha AREE A RISCHIO GEOMORFOLOGICO: 515 ha RIFIUTI DA SMALTIRE PREVISTI: 2.758.173,60 kg. POTENZIALITà DELLA DEPURAZIONE: 0 RISORSA IDRICA DA REPERIRE: 442.880 mc. ENERGIA ELETTRICA: 22.757 Mwh GAS: mc. 5.797.576

ASPETTI SOCIO-ECONOMICI

abitanti previsti standard urbanistici MEDIO

CRITICITÀ

ALTO

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8.1- Commento dei risultati della fase di valutazione La MATRICE D’IMPATTO mostra come le proposte di Piano non vadano ad impattare significativamente e negativamente emergenze ambientali, alcune di esse però vanno a ricadere in aree sensibili per la conformazione del territorio o l’inefficienza di servizi, al-tre in aree significative ai fini della reperibilità delle risorse naturali, le potenzialità di smaltimento dei reflui (di conseguenza le acque superficiali e di falda) gli elementi di valore storico, architettonico e paesaggistico. Nel corso della redazione del Piano, come già affermato, si è infatti tenuto conto dei limiti e delle particolarità del territorio descritti nelle carte delle emergenze e delle criticità.

-

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9- BILANCIO PRESTAZIONALE DEI SERVIZI

9.1- Bilanci e prestazioni Sulla base dei dati reperiti presso i vari Enti viene effettuata la valutazione che riguarda la garanzia di erogazione dei servizi. Nella elaborazione si è cercato di riferite le quantità, nei limiti del possibile, all’abitante/giorno, c’è però da considerare che la procedura è sta effettuata sulla base di parametri demografici diversi, talvolta le quantità sono riferite alle utenze, in altre occasioni il dato si riferisce alla Valdinievole e non al solo comune di Lamporecchio, quindi certamente soffre di queste incertezze. Inoltre alcuni settori di ricerca prevedono un aumento demografico, altri no, al fine di rendere comunque paragonabili i risultati delle si analisi, in previsione di operare ulteriori correzioni, si è ipotizzato che in un arco al 2025 si preveda un numero di abitanti pari a 8.500.

-

---

Per quanto riguarda la mobilità non si sono reperiti dati significativi sui flussi di traffico, la conoscenza del territorio e delle dinamiche lascia comunque prevedere che nell’arco di tempo considerato non si verifichino particolari incrementi rispetto alla situazione at-tuale, che comunque è piuttosto problematica nelle principali direttrici. Tabella 79 - Bilancio prestazionale senza progetto – stato attuale (dati 2004)

Tipo del servizio Previsioni Demografia Stato di fatto Consumi e produzioni Risorse idriche

potabili

Previsione di consumo (mantenimento attuale)

Mc/anno/ab

Abitanti serviti n.

Disponibilità attuale (immessa in rete)

Mc/anno/ab

Consumi attuali Mc/anno/ab

64 7.078 64 64

Depurazione stato del servizio

Obiettivo del servizio di depurazione

Mc/anno/ab.equiv.

Abitanti

n. Mc/anno equivalenti serviti

Potenzialità di smaltimento

depurazione attuali Mc/anno/ab.servito

adeguamento 12.460 452.699 36,32 Depurazione

stato di efficienza

Obiettivo del servizio di depurazione

Mc/anno/ab.equiv.

Abitanti da servire

n.

Necessità di smaltimento

Mc/anno

Deficit di depurazione Mc/anno/ab

551.150 - 98.550

Obiettivo del servizio di

smaltimento Abitanti attuali

serviti n.

Attuali smaltimenti Ton/anno

Produzioni rifiuti Ton/anno/ab

40% racc. duff. 6.857 4.167 0,60

Disponibilità energia elettrica

Obiettivo di consumo

MWH/anno/ab

Utenti serviti n.

Disponibilità KWH/anno

Consumi attuali KWH/anno/utenza

3,288 23.237 22.550.157 970,44 Disponibilità

energia elettrica

Obiettivo di consumo KWH/anno/ab

Abitanti di riferimento

disponibilità

n. KWH/anno

Consumi attuali MWH/anno/ab

3,288 6.857 Elevata 3,288

Disponibilità gas

Obiettivo di consumo Mc/anno/ab

Utenti serviti n.

Disponibilità Mc/anno/ab

Consumi attuali Mc/anno/utenza

Nessun obiettivo 1.454 5.930.000 4.078,40 Consumi attuali

Abitanti di riferimento

n.

Disponibilità attuale Mc/anno/ab Mc/anno/ab

7.078 Elevata 837,80

adeguamento 14.964

Smaltimento rifiuti

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Tabella 80 - Bilancio prestazionale con progetto

Tipo del servizio Previsioni da PS NOTE

potabili

Abitanti virtuali da servire

n.

Disponibilità prevista Mc/anno/ab

Consumi previsti Mc/anno/ab

8.500 64 64 Risorsa da reperire

Abitanti virtuali

da servire n.

Possibilità prevista Mc/anno/ab

Depurazione necessaria Mc/anno

8.500 Non definita 661.910

PROGETTO CUOIO Servizio da adeguare

Smaltimento rifiuti

Abitanti virtuali

da servire N.

Produzioni rifiuti Ton/anno/ab

Rifiuti da smaltire Ton/anno/ab

398,58

Ipotesi di minima rac-colta differenziata

40%

Disponibilità energia elettrica

Abitanti virtuali da servire

Consumi previsti MWH/anno/ab

n.

Disponibilità prevista KWH/anno/ab

8.500 Non indicato 3,28 Buona disponibilità

Disponibilità gas

Abitanti virtuali

da servire n.

Disponibilità prevista Mc/anno

Consumi previsti Mc/anno/ab

8.500 Non indicato 837,80

Risorse idriche

Servizio da adeguare

Depurazione

8.500 0,6130

Buona disponibilità

NOTE:

-

I valori legati allo smaltimento dei rifiuti sono nell’ipotesi che si raggiunga il 40% di rac-colta differenziata di materiali da avviare al compostaggio dell’organico. Se tale obiettivo non venisse raggiunto le quantità da smaltire sarebbero maggiori.

--

I dati di popolazione attuale cui si sono riferiti i progettisti di Piano sono di 7.078 unità, pur prevedendo un modesto incremento demografico ai fini della valutazione si è ipotizzato un aumento al 2025 sino a 8.500 unità, in quanto le valutazioni fatte sui prevedibili consumi idrici, di depurazione, di smaltimento rifiuti ed energetici sono eseguiti su un aumento del 20%. La disponibilità prevista di risorsa idrica comprende gli attuali approvvigionamenti fuori comune, quindi è virtuale; le problematiche relative alla risorsa idrica sono legate ai vo-lumi immessi in rete riferiti all’anno, agli emungimenti da varie fonti, alla distribuzione e in particolar modo sono legate al deficit estivo, vera criticità del sistema, e nell’ipotesi che rimanga invariata la percentuale di perdita della rete non inferiore al 30%.

Le elaborazioni relative alla depurazione sono state eseguite considerando i volumi trat-tati negli impianti, riportandoli agli abitanti serviti e riferendoli agli abitanti previsti; l'attuale situazione non è sostenibile, gli impianti non assolvono alla funzione per la quale sono stati dimensionati. Al momento attuale sono in corso valutazioni e previsioni di un nuovo assetto complessivo della depurazione che riguarda tutta la Valdinievole. Non sono stati forniti dati di previsione sui consumi energetici, gli enti gestori hanno comunque confermato una buona disponibilità di energia.

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10- CONDIZIONI ALLA TRASFORMABILITÀ

10.1- Bilancio prestazionale complessivo Nella tabella di sintesi si esprime un bilancio prestazionale complessivo, necessario al fine di stabilire l’importante limite fra “il non ammissibile” e “l’ammissibile con riserva”; allo stato attuale per ragioni legate alla depurazione e all'approvvigionamento idrico non sarebbero possibili ulteriori insediamenti; d'altra parte tale previsione va valutata consi-derando anche quanto previsto a livello di Ambito Territoriale Ottimale e stabilito nel POT dell'Ente Gestore per la soluzione delle criticità riferite a questi due servizi strategici (vedi tabella successiva).

-

Tabella 81 - Acquedotto – Interventi previsti

Servizio Codice Denominazione A 96 Collegamento Santona – Mariani

188 Risanamento rete idrica Via Gramsci A 208 Risanamento di tratti rete acquedotto A 293 Risanamento di tratti rete acquedotto A 208 Potenziamento acquedotto Lamporecchio A 304 Sostituzione pompa pozzo Casarossa A 305 Sostituzione pompa pozzo Fontane A 339 Interconnessione acquedotto S. Baronto con rete Capoluogo A 373 Estensione rete Via Capalle A 474 Nuovo pozzo Doccino A 475 Potenziamento acquedotto San Baronto A 476 Adeguamento reti

A

Tabella 82 - Depurazione - Interventi previsti

Servizio Codice Denominazione

F 61 Adeguamento quadri elettrici Lamporecchio F 94 Sostituzione quadri elettrici risollevamenti fognari (Q.P.)

123 Adeguamento Centrifuga Via Volta Lamporecchio D 133 adeguamento 626 impianti depurazione Lamporecchio D 230 Adeguamento linea ossidazione san Baronto D 232 Collegamento Via Amendola – Baccane

310 Depuratore Ponte di Feroce ottimizzazione linea fanghi primari

D

D

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10.2- Condizioni alla trasformabilità riferite alle U.T.O.E.

10.2.1 Condizioni alla trasformabilità U.T.O.E. 1 Determinazione delle condizioni geologico tecniche delle aree di nuova previsione ricadenti in classe di pericolosità 2, 3s e 3m sulla base di studi, indagini e prospezioni dirette.

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o-

Approfondimento delle indagini e degli studi presso le nuove previsioni prospicienti alle aree in classe di pericolosità 4, in particolare: versante sud di San Baronto, versanti di Alberghi e Varazzano. Si dovranno bonificare, anche con interventi strutturali, le aree in dissesto del versante nord del Fosso delle Fontanelle e tratti di versante a ridosso della strada comunale per Poggio della Baghera. Interventi presso il versante est di Papiano dovranno prevede la realizzazione di opere di consolidamento del versante e riduzione dei fattori erosivi. Le medesime considerazioni valgono per versante sud est di Lampeggio.

Si dovranno bonificare, anche con interventi strutturali, le aree in dissesto del versante nord dell’abitato interessanti tratti della Strada Provinciale Montalbano. Gli interventi di sistemazione, consolidamento e bonifica dei versanti dovranno essere realizzate, se possibile, sulla base dei criteri e metodi propri della Ingegneria Naturali-stica. Sistemazione idraulico forestale dei versanti e dei Fossi di Giugnano, San Baronto, Gorgonesco e del Santo. La previsione di insediamenti turistico ricettivi presso l’attuale campeggio, non dovrà modificare la morfologia caratteristica di crinale dei luoghi, non si dovrà modificare la morfologia caratteristica di crinale dei luoghi con sbancamenti e riporti di terre e rocce; gli interventi non dovranno interessare le testate dei corsi d’acqua. Si prescrive il man-tenimento delle condizioni tipiche di crinale, il mantenimento delle aree a prato e radura, le formazioni arboree di conifere, il miglioramento delle aree boscate.

Si dovranno inoltre promuovere iniziative a livello locale per la tutela alvei e sponde fluviali, la realizzazione corridoi ecologici, la conservazione degli ambienti relitti, la tutela delle aree umide, la tutela dei bacini idrici. Per ogni nuovo insediamento si dovrà provvedere al contenimento degli effetti di im-permeabilizzazione dei suoli e alla tutela del reticolo idrografico minore. Le previsioni non dovranno modificare la morfologia caratteristica dei luoghi, sono da escludersi modifiche derivanti da sbancamenti e riporti di terre e rocce nelle aree limitrfe ai corsi d’acqua, gli interventi non dovranno interessare le testate dei corsi d’acqua, gli interventi di regimazione dei corsi d’acqua che si renderanno necessarie dovranno essere realizzate sulla base dei criteri e metodi propri della Ingegneria Naturalistica. Ulteriori carichi insediativi potranno essere ammessi solo a condizione del riordino della rete fognaria esistente e adeguamento del sistema di depurazione.

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Nelle aree di ricarica della falda e nelle aree di rispetto dei pozzi ad uso acquedotto come definite nella Carta dei vincoli sono escluse le perforazioni profonde oltre 30 metri dal piano campagna.

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I progetti e gli interventi di qualsiasi natura ricadenti all’interno delle aree di rispetto di pozzi e sorgenti utilizzati a fini acquedotto dovranno essere corredati da appositi studi geologici e idrogeologici che escludano l’interazione con la falda idrica sfruttata. Le aree di tutela assoluta di pozzi e sorgenti sfruttate ad uso acquedotto pubblico hanno un raggio della estensione di metri 20. Le aree di rispetto hanno raggio della estensione di almeno metri 200. All’interno delle aree di tutela sono da escludersi gli scarichi diretti sul suolo, nei corsi d’acqua e in falda; I progetti e gli interventi di qualsiasi natura ricadenti all’interno delle aree di rispetto di sorgenti utilizzate a fini idropotabili, anche di uso privato, dovranno essere corredati da appositi studi geologici e idrogeologici che escludano l’interazione con la falda idrica sfruttata. I progetti dei nuovi insediamenti dovranno prevedere, ove possibile, sistemi di produ-zione di energia e riscaldamento alternativi quali sistemi fotovoltaico e a energia solare. Ulteriori carichi insediativi potranno essere ammessi solo a condizione del riordino della rete di distribuzione idrica esistente e adeguamento del sistema di approvvigionamento. I progetti dei nuovi insediamenti dovranno prevedere, ove possibile, sistemi che preve-dano lo stoccaggio delle acque meteoriche in serbatoi e di riciclo integrato delle acque. Si dovrà adeguare il sistema di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, si dovrà provvedere alla organizzazione di un sistema di raccolta differenziata rifiuti che permetta almeno il conseguimento degli obiettivi del Decreto Ronchi, con particolare ri-ferimento alla raccolta della frazione umida dei RSU. Si dovrà promuovere l’uso dei composter per il riutilizzo dei rifiuti verdi/organici in ambito domestico. Si dovrà provvedere inoltre alle azioni di risanamento indicate in detti piani di classificazione acustica e di tutela dalla fonti di inquinamento elettromagnetico, nel caso che si superino i livelli stabiliti dalla normativa. Si dovrà provvedere alle azioni di risanamento indicate in detti piani di classificazione acustica e di tutela dalla fonti di inquinamento elettromagnetico, nel caso che si superi-no i livelli stabiliti dalla normativa. Si dovrà disciplinare la circolazione dei mezzi motorizzati nelle aree al di fuori delle stra-de pubbliche e private.

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10.2.2 Condizioni alla trasformabilità U.T.O.E. 2 Determinazione delle condizioni geologico tecniche delle aree di nuova previsione rica-denti in classe di pericolosità 2, 3s e 3m sulla base di studi, indagini e prospezioni diret-te. Approfondimento delle indagini e degli studi presso le nuove previsioni prospicienti alle aree in classe di pericolosità 4. Si dovranno bonificare, anche con interventi strutturali, le aree in dissesto del versante nord dell’abitato interessanti tratti della Strada Provinciale San Baronto Castelmartini, porzioni di versante del Rio di Lamporecchio e del Santo. Si dovrà provvedere al recupero ambientale della Discarica per RSU di Cerbaia al monitoraggio ambientale secondo quanto previsto dal piano di chiusura.

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-

-

o-

Si dovrà provvedere alla bonifica della Ex Fornace Laterizi e attivare il monitoraggio ambientale secondo quanto previsto dal piano di caratterizzazione ambientale. Si dovranno determinare le condizioni di rischio idraulico e prevedere la successiva messa in sicurezza delle aree di nuova previsione e della variante stradale Vinci Montecatini Terme, ricadenti in classe di pericolosità 3a e nell’ambito di tutela fluviale “B” con riferimento alle aree fondovalle del Fosso del Santo, Fosso Gorgonesco, Rio di Borgano, Rio di Lamporecchio, Rio di Mezzo. Le opere strutturali per la messa in sicurezza idraulica dovranno essere integrate con il progetto di nuova viabilità. Si dovranno determinare le condizioni di rischio idraulico e prevedere la successiva messa in sicurezza delle aree di nuova previsione ricadenti in classe di pericolosità 3b e Pi3 del PAI presso Bivio Tesi. Si dovranno determinare le condizioni di rischio idraulico e prevedere la successiva messa in sicurezza delle aree di nuova previsione ricadenti in classe di pericolosità 3b e Pi3 del PAI del tratto terminale del Rio di Mezzo l’area PIP di Cerbaia. Gli interventi di sistemazione, consolidamento e bonifica dei versanti dovranno essere realizzate, se possibile, sulla base dei criteri e metodi propri della Ingegneria Naturali-stica Si dovrà provvedere alla rinaturalizzazione del Rio di Lamporecchio, Fosso di Borgano, Rio di Mezzo, Rio di Bagnolo.

Si dovranno inoltre promuovere iniziative a livello locale per la tutela alvei e sponde flu-viali, la realizzazione corridoi ecologici, la conservazione degli ambienti relitti, la tutela delle aree umide, la tutela dei bacini idrici. Per ogni nuovo insediamento si dovrà provvedere al contenimento degli effetti di im-permeabilizzazione dei suoli e alla tutela del reticolo idrografico minore.. Le previsioni non dovranno modificare la morfologia caratteristica dei luoghi, sono da escludersi modifiche derivanti da sbancamenti e riporti di terre e rocce nelle aree limitrfe ai corsi d’acqua, gli interventi non dovranno interessare le testate dei corsi d’acqua, gli interventi di regimazione dei corsi d’acqua che si renderanno necessarie dovranno essere realizzate sulla base dei criteri e metodi propri della Ingegneria Naturalistica.

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Ulteriori carichi insediativi potranno essere ammessi solo a condizione del riordino della rete fognaria esistente e adeguamento del sistema di depurazione. Nelle aree di ricarica della falda e nelle aree di rispetto dei pozzi ad uso acquedotto come definite nella Carta dei vincoli sono escluse le perforazioni profonde oltre 30 metri dal piano campagna.

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I progetti e gli interventi di qualsiasi natura ricadenti all’interno delle aree di rispetto di pozzi e sorgenti utilizzati a fini acquedotto dovranno essere corredati da appositi studi geologici e idrogeologici che escludano l’interazione con la falda idrica sfruttata. Le aree di tutela assoluta di pozzi e sorgenti sfruttate ad uso acquedotto pubblico hanno un raggio della estensione di metri 20. Le aree di rispetto hanno raggio della estensione di almeno metri 200. All’interno delle aree di tutela sono da escludersi gli scarichi diretti sul suolo, nei corsi d’acqua e in falda; I progetti e gli interventi di qualsiasi natura ricadenti all’interno delle aree di rispetto di sorgenti utilizzate a fini idropotabili, anche di uso privato, dovranno essere corredati da appositi studi geologici e idrogeologici che escludano l’interazione con la falda idrica sfruttata. I progetti dei nuovi insediamenti dovranno prevedere, ove possibile, sistemi di produ-zione di energia e riscaldamento alternativi quali sistemi fotovoltaico e a energia solare. Ulteriori carichi insediativi potranno essere ammessi solo a condizione del riordino della rete di distribuzione idrica esistente e adeguamento del sistema di approvvigionamento. I progetti dei nuovi insediamenti dovranno prevedere, ove possibile, sistemi che preve-dano lo stoccaggio delle acque meteoriche in serbatoi e di riciclo integrato delle acque. Si dovrà adeguare il sistema di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, si dovrà provvedere alla organizzazione di un sistema di raccolta differenziata rifiuti che permetta almeno il conseguimento degli obiettivi del Decreto Ronchi, con particolare ri-ferimento alla raccolta della frazione umida dei RSU. Si dovrà promuovere l’uso dei composter per il riutilizzo dei rifiuti verdi/organici in ambi-to domestico.Si dovrà provvedere inoltre alle azioni di risanamento indicate in detti piani di classificazione acustica e di tutela dalla fonti di inquinamento elettromagnetico, nel caso che si superino i livelli stabiliti dalla normativa. Si dovrà provvedere alle azioni di risanamento indicate in detti piani di classificazione acustica e di tutela dalla fonti di inquinamento elettromagnetico, nel caso che si superi-no i livelli stabiliti dalla normativa. Si dovrà disciplinare la circolazione dei mezzi motorizzati nelle aree boscate al di fuori delle strade pubbliche e private.

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Tabella 83 - Bilancio prestazionale complessivo riferito alle proposte di Piano Strutturale

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SERVIZIO Ammissibile Non ammissibile Ammissibile con riserva

Approvvigionamento idrico X Depurazione X Difesa idrogelogica X Difesa idraulica X Smaltimento rifiuti solidi X Disponibilità energetica X Mobilità X Il quadro fornito evidenzia in estrema sintesi ma con chiarezza i limiti posti dal territorio, dalle infrastrutture e dai servizi alla trasformabilità del territorio stesso e delle funzioni.

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11- MISURE DI MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI NEGATIVI Nella tabella seguente vengono sinteticamente descritte le misure o iniziative tese alla riduzione degli impatti sull’ambiente derivanti dalla realizzazione delle proposte di Pia-no; il grado di attenzione e l’impatto previsto sulle varie componenti ambientali descritto nelle tabelle precedenti potrebbe ridursi considerevolmente con l’introduzione di questi accorgimenti Tabella 84 - Lista delle misure di mitigazione.

PROPOSTE DI PIANO MISURE DI MITIGAZIONE

1 SISTEMA DELLA VIABILITÀ Realizzazione delle opere di bonifica idraulica e di versante integrata basate sull’uso di tecniche di ingegneria naturalistica

Bonifica delle aree interessate da fenomeni gravitativi ed erosivi rilevanti Realizzazione di opere di miglioramento estetico Adeguamento servizi pubblici Limitazione del traffico veicolare Pianificazione degli interventi in ambito urbano Creazione di un sistema informativo urbano Realizzazione di opere viarie, infrastrutture, servizi transitori in fase di cantiere Realizzazione di opere di limitazione inquinamento acustico

2 SISTEMI INSEDIATIVI

Risorse energetiche I progetti dei nuovi insediamenti dovranno prevedere, ove possibile, sistemi di produ-zione di energia e riscaldamento alternativi quali sistemi fotovoltaico e a energia sola-re.

Risorse naturali Emergenze ambientali Fauna Ecosistemi Vegetazione Paesaggio – estetica dei luoghi

Il mantenimento, presso San Baronto, delle condizioni tipiche di crinale, delle aree a prato e radura, le formazioni arboree di conifere, il miglioramento delle aree boscate, la regimazione delle acque e dei suoli. Gli interventi di sistemazione idraulico forestale dei versanti realizzati sulla base dei criteri e metodi propri della Ingegneria Naturalistica L’introduzione di sistemi di depurazione non meccanici (fitodepurazione). LL’’eesscclluussiioonnee ddeeggllii ssccaarriicchhii ddiirreettttii ssuull ssuuoolloo,, nneeii ccoorrssii dd’’aaccqquuaa ee iinn ffaallddaa..

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Il divieto di immissioni di specie o varietà animali e vegetali non autoctone. La realizzazione di interventi di rinaturalizzazione dei corsi d'acqua.

L’obbligo del miglioramento ambientale delle pertinenze.

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La tutela di pozzi e sorgenti utilizzati a fini acquedotto in modo da escludere l’interazione con la falda idrica sfruttata. La promozione di iniziative a livello locale per la tutela alvei e sponde fluviali, la realizzazione corridoi ecologici, la conservazione degli ambienti relitti, la tutela delle aree umide, la tutela dei bacini idrici. La definizione di norme per la gestione delle aree boscate. La definizione di un Piano di prevenzione degli incendi boschivi. La regolamentazione degli attingimenti dai corsi d’acqua. La riduzione della pressione venatoria. La ricostituzione di elementi tradizionali del paesaggio rurale, quali siepi ed alberatu-re. La realizzazione di piccole opere finalizzate all’attraversamento stradale degli anfibi. Il divieto di accesso ai mezzi fuoristrada su sentieri e strade forestali.

La promozione dell’uso in agricoltura di prodotti biologici o ecocompatibili.

La depurazione del le acque e la r inatural izzazione del Rio di Bagnolo. Interventi di depurazione e rinaturalizzazione dei corsi d’acqua: Rio di Mezzo, Lamporecchio, Greppiano, Borgano.

Criticità

-Interventi di bonifica e miglioramento dei terreni e/o l’adozione di tecniche fondazionali di un certo impegno nelle aree a pericolosità geomorfologica media ed elevata. Interventi di bonifica di versante. Interventi di regimazione idraulica nei tratti di fondovalle interessati da rischio idrauli-co. La bonifica e disinquinamento della Ex Fornace Laterizi. Recupero ambientale della discarica di Cerbaia. Interventi risanamento delle aree sensibili indicate nei Piani di Classificazione Acusti-ca e tutela dai campi elettromagnetici. La definizione di un Piano di prevenzione degli incendi boschivi. Interventi di depurazione e rinaturalizzazione dei corsi d’acqua: Rio di Mezzo, Bagno-lo, Lamporecchio, Greppiano, Borgano. Interventi di messa in sicurezza idraulica dell’area produttiva di Cerbaia.

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PROPOSTE DI PIANO MISURE DI MITIGAZIONE SISTEMI INSEDIATIVI (CONTINUA)

Acque superficiali Acque profonde

Interventi di depurazione e rinaturalizzazione dei corsi d’acqua: Rio di Mezzo, Lamporecchio, Greppiano, Borgano.

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L’introduzione di sistemi di depurazione non meccanici (fitodepurazione). LL’’eesscclluussiioonnee ddeeggllii ssccaarriicchhii ddiirreettttii ssuull ssuuoolloo,, nneeii ccoorrssii dd’’aaccqquuaa ee iinn ffaallddaa..

-

La tutela di pozzi e sorgenti utilizzati a fini acquedotto in modo da escludere l’interazione con la falda idrica sfruttata. La promozione di iniziative a livello locale per la tutela alvei e sponde fluviali, la realizzazione corridoi ecologici, la conservazione degli ambienti relitti, la tutela delle aree umide, la tutela dei bacini idrici. La regolamentazione degli attingimenti dai corsi d’acqua. La promozione dell’uso in agricoltuura di prodotti biologici o ecocompatibili. La bonifica e disinquinamento della Ex Fornace Laterizi.

Suolo Rischio geomorfologico

Bonifica delle aree interessate da fenomeni gravitativi ed erosivi rilevanti.

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Escludere modifiche della morfologia dei luoghi, con particolare riferimento alle aree di crinale del Montalbano; sono da escludersi modifiche derivanti da sbancamenti e riporti di terre e rocce; gli interventi non dovranno interessare le testate dei corsi d’acqua.

Interventi di sistemazione idraulico forestale dei versanti realizzati sulla base dei crite-ri e metodi propri della Ingegneria Naturalistica. Interventi di bonifica e miglioramento dei terreni e/o l’adozione di tecniche fondazionali di un certo impegno nelle aree a pericolosità geomorfologica media ed elevata. Interventi di bonifica di versante.

Suolo Rischio idraulico

Bonifica delle aree interessate da fenomeni di di rischio idraulico per alluvionamento. Realizzazione di opere di regimazione idraulica, interventi strutturali, aree di laminazione delle piene.

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Contenimento degli effetti di impermeabilizzazione dei suoli. Messa in sicurezza idraulica dell’area produttiva di Cerbaia.

Servizi Approvvigionamento idrico Risorsa idrica

Riordino e adeguamento della rete di distribuzione e del sistema di approvvigionamento.

-

Stoccaggio delle acque meteoriche in serbatoi e di riciclo integrato delle acque. La regolamentazione degli attingimenti dai corsi d’acqua. Le aree di tutela assoluta di pozzi e sorgenti sfruttate ad uso acquedotto pubblico hanno un raggio della estensione di metri 20. Le aree di rispetto hanno raggio della estensione di almeno metri 200. La zona di protezione è estesa al bacino idrografico sotteso.

Servizi Depurazione delle acque

Riordino della rete fognaria esistente e adeguamento del sistema di depurazione. Interventi di depurazione e rinaturalizzazione dei corsi d’acqua: Rio di Mezzo, Lamporecchio, Greppiano, Borgano.

Servizi Smaltimento dei rifiuti

Implementazione della raccolta differenziata con riferimento alla frazione umida dei RSU. Introduzione dell’uso dei composter per il riutilizzo dei rifiuti verdi/organici in ambito domestico.

Aria, rumore, vibrazioni, radiazioni, elettromagnetismo

Indicazioni di cui ai Piani di classificazione acustica e di tutela dai campi elettromagnetici.

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Adeguamento servizi pubblici. Limitazione del traffico veicolare. Pianificazione degli interventi in ambito urbano.

2

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L’introduzione di sistemi di depurazione non meccanici (fitodepurazione).

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CONCLUSIONI Questo studio descrive l’analisi degli effetti ambientali del Piano Strutturale del comune di Lamporecchio, la procedura si basa su criteri essenzialmente qualitativi, la definizio-ne del quadro di riferimento progettuale e la scala di conoscenza dell’ambiente non hanno permettono infatti elaborazioni di tipo quantitativo peraltro non richieste e previ-ste dalla normativa; questa fase è rimandata alla stesura del Regolamento Urbanistico e redazione della Carta di Fattibilità in relazione ai fini insediativi. Le elaborazioni eseguite hanno comunque permesso la definizione di un quadro cono-scitivo delle problematiche esauriente e completo, pur nella complessità degli argomento trattati; le tabelle inserite nel testo permettono la individuazione dei comparti proget-tuali maggiormente sensibili e sui quali prevedere gli approfondimenti progettuali e i monitoraggi.

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INDICE

.................................................................................................................. 1 2 3 4 5 6 8 8 8 9

10 11 11 11 13

........................................................................................... 14 14 16 17 18 22 22 22 23 23 24 25 25 26 30 33 34 34 35 36 37 37 37

..................................................................................................... 38

PREMESSA1- METODOLOGIA DI STUDIO .................................................................................1.1- Elaborati del quadro di riferimento ambientale...............................................................1.2- Elaborati di progetto ...........................................................................................................2- OBIETTIVI GENERALI DEL PIANO STRUTTURALE...........................................3- STATUTO DEL TERRITORIO ...............................................................................4- L’ANALISI DEGLI ASPETTI ECONOMICO - SOCIALI E DEMOGRAFICI ...........PREMESSA ..................................................................................................................4.1- Dati demografici...................................................................................................................4.2- Settore produttivo ................................................................................................................4.3- Il Turismo ...........................................................................................................................5- DATI DI PIANO STRUTTURALE.........................................................................PREMESSA ................................................................................................................5.1- Sistemi territoriali..............................................................................................................5.2- Sistemi funzionali ...............................................................................................................5.3- Sistemi insediativi e U.T.O.E.

5.3.1 Insediamenti residenziali.........................................................................................5.3.2 Insediamenti produttivi, commerciali, direzionali, turistico - ricettivi ...................5.3.3 Attrezzature pubbliche ............................................................................................5.3.4 Sistema infrastrutturale ...........................................................................................

6- ANALISI DELLE RELAZIONI FRA PIANIFICAZIONE E AMBIENTE.................6.1- Risorse energetiche e disponibilità di energia .................................................................

6.1.1 Energia elettrica ......................................................................................................6.1.2 Gas...........................................................................................................................6.1.3 Dati riepilogativi sui consumi energetici ................................................................

6.2- Emergenze ambientali e risorse naturali .........................................................................6.3- Criticità ambientali............................................................................................................Premessa.....................................................................................................................................

6.3.1 Problematiche agronomiche e forestali ...................................................................6.3.2 Problematiche faunistiche .......................................................................................6.3.3 Elementi puntuali di criticità ...................................................................................

6.4- Qualità delle acque superficiali ........................................................................................6.5- Qualità delle acque profonde ............................................................................................6.6- Siti inquinati da bonificare o potenzialmente inquinati .................................................6.7- Siti potenzialmente inquinanti ..........................................................................................6.8- Siti oggetto di recupero ambientale..................................................................................6.9- Fragilità geomorfologica e idraulica ................................................................................

6.9.1 Rischio geomorfologico ..........................................................................................6.9.2 Rischio idraulico

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39 39 40 42

....................... 45 47 49 51 51 51 52

...... 54 55 56 58 59

.................................................................................................................. 60 61 61 62 63 63 63 64 65 66 67 73 74 74 76 76 77 77 79 82

........................................................................................................... 84

6.10- Problematiche relative ai servizi idrici integrati...........................................................Premessa.....................................................................................................................................

6.10.1 Servizio di depurazione...........................................................................................6.10.2 Servizio acquedotti..................................................................................................

6.11- Problematiche relative ai servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti6.12- Inquinamento acustico ....................................................................................................6.13- Inquinamento elettromagnetico......................................................................................7- COMPONENTI AMBIENTALI E IMPATTI ATTESI..............................................PREMESSA ................................................................................................................7.1- Risorse energetiche ............................................................................................................7.2- Risorse naturali ed Emergenze Ambientali.....................................................................7.3- Criticità ambientali......................................................................................................7.4- Vegetazione e uso del suolo ...............................................................................................7.5- Fauna ecosistemi ................................................................................................................7.6- Paesaggio - estetica.............................................................................................................7.7- Acque superficiali ..............................................................................................................7.8- Acque profonde7.9- Suolo, rischio geomorfologico e idraulico ........................................................................

7.9.1 Rischio geomorfologico ..........................................................................................7.9.2 Rischio idraulico .....................................................................................................

7.10- Servizi e infrastrutture ....................................................................................................7.10.1 Approvvigionamento idrico (risorse idriche)..........................................................7.10.2 Depurazione delle acque .........................................................................................7.10.3 Smaltimento dei RSU..............................................................................................

7.11- Aria, rumore, vibrazioni, radiazioni, elettromagnetismo ............................................7.12- Aspetti socioeconomici.....................................................................................................8- VALUTAZIONE QUALITATIVA DEGLI EFFETTI AMBIENTALI.........................8.1- Commento dei risultati della fase di valutazione ............................................................9- BILANCIO PRESTAZIONALE DEI SERVIZI .......................................................9.1- Bilanci e prestazioni...........................................................................................................10- CONDIZIONI ALLA TRASFORMABILITÀ.......................................................10.1- Bilancio prestazionale complessivo ................................................................................10.2- Condizioni alla trasformabilità riferite alle U.T.O.E. ..................................................

10.2.1 Condizioni alla trasformabilità U.T.O.E. 1 .............................................................10.2.2 Condizioni alla trasformabilità U.T.O.E. 2 .............................................................

11- MISURE DI MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI NEGATIVI..................................CONCLUSIONI