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Piattaforma regionale 17NOW | Non scendiamo a patti: vogliamo tutto #pertutti!

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studenti in piazza il 17 novembre in tutta la Puglia durante la giornata di mobilitazione internazionale studentesca, vogliamo tutto #pertutti privilegi per nessuno!

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Unione degliStudenti Puglia

Piattaforma regionale | non scendiamo a patti

Dall’inizio della crisi, con l’applicazione delle misure di austerity spacciate come unica via d’uscita da una situazione ritenuta emergenziale, quello a cui assistiamo è un progressivo processo di spostamento delle ricchezze dal basso verso l’alto. Le risposte date dai governi e dalle istituzioni europee, infatti, sono state risposte tecniche che si sono tradotte nella riduzione del welfare, dei diritti e della democrazia: le riforme approvate l’anno scorso dal governo Renzi (JobsAct, Buona Scuola e Sblocca Italia), in perfetta continuità con quelle dei governi precedenti, ne sono un esempio evidente.In un anno il governo Renzi è riuscito,con un massiccio lavoro di propaganda e un’evidente torsio-ne antidemocratica, a portare a termine il processo di smantellamento del pubblico su tutti i set-tori: nel mondo del lavoro, con la riduzione delle tutele e lo svuotamento dei luoghi collettivi, nella scuola, con l’apertura ai privati e la trasformazione del dirigente in preside-manager, nella sanità, con i tagli alle regioni contenuti nella Legge di Stabilità in discussione in queste settimane. Tutto ciò ha provocato, sostanzialmente, un aumento delle diseguaglianze su tutti i livelli: sot-trarre risorse al pubblico significa garantire l’accesso a una serie di diritti solo a chi può permet-terselo. Proposte del governo come l’eliminazione della tassa sulla prima casa sono ancora una volta emblematiche di una gestione del problema della povertà in un ottica assistenziale e di ricerca del consenso: l’interesse non è assolutamente quello di ridurre le diseguaglianze.E’ centrale a questo punto la totale assenza di fondi sul diritto allo studio all’interno della Legge di Stabilità: ancora una volta, come abbiamo denunciato durante il movimento contro la Buona Scuola, e nelle piazze del 9 ottobre, si sceglie di rendere scuole e università sempre più chiuse ed elitarie. Ciò ha prodotto un evidente aumento della dispersione scolastica, soprattutto per quanto riguarda il sud Italia, dove raggiunge picchi superiori al 30%. Proprio in Puglia, specialmente nella Provincia di Foggia ed a Taranto, la dispersione scolastica ha raggiunto livelli impressionanti: uno studente su quattro abbandona la scuola. I dati più alti si registrano in istituti tecnici e professionali: spesso sono gli studenti provenienti da condizioni più svantaggiate a iscriversi in scuole che consentirebbero un immediato ingresso nel mondo del lavoro - anche se questa è sempre meno una certezza: anche la disoccupazione giovanile è a livelli impressionanti, e in ogni caso si tratta di un mondo del lavoro precario e con sempre meno diritti. La Buona Scuola non fa altro che aumentare il distacco fra gli studenti dei licei, che potranno frequentare l’università, e gli studenti di tecnici e professionali, che verranno inseriti prematura-mente in percorsi di apprendistato-sfruttamento e ai quali sarà nei fatti precluso l’accesso alla formazione universitaria.Non possiamo accettare che siano le condizioni economiche di partenza a determinare la vita e le scelte di uno studente: la formazione dovrebbe essere uno strumento di emancipazione, di possibilità di immaginarsi un’alternativa, di costruire il futuro che si sogna. Ma evidentemente non potrà rappresentare nulla di tutto ciò, fino a che solo chi può permettersi il contributo volontario (troppo spesso imposto dalle scuole) e i costi esorbitanti dei trasporti e dei libri di testo può accedere all’istruzione.Abbattere le diseguaglianze è in primo luogo una questione di democrazia: per questo il finanzia-mento del diritto allo studio e di misure di welfare studentesco, per consentire a tutti l’accesso a scuole e università, non è più rimandabile.

Contro le disuguaglianze: Vogliamo tutto per tutti privilegi per nessuno!

17 now | piattaforma regionale per la mobilitazione internazionale studentesca

Come studenti e cittadini di questa Regione vediamo ogni giorno sempre più le conseguenze tragiche di un modello di sviluppo retrogrado e dannoso, di scelte politiche volte alla conservazio-ne e alla tutela degli interessi di pochi, a discapito dei bisogni collettivi.Da anni ormai è evidente come sul piano Europeo i mercati finanziari abbiano assunto sempre più potere decisionale, incidendo negativamente sulle condizioni di vita di milioni di cittadini e cittadi-ne. L'imposizione delle politiche di austerità è la dimostrazione di quanto gli interessi di pochi oggi prevalicano le disastrose conseguenze che queste politiche hanno sul benessere e sui diritti della popolazione dei nostri territori.E i fatti avvenuti in Grecia la scorsa estate sono il caso emblematico di questo paradosso, la dimostrazione che le volontà popolari sono ormai in secondo piano rispetto alle imposizioni dei mercati e delle grandi potenze finanziarie.Tutto ciò si conferma puntualmente nelle scelte politiche del nostro Governo, perfettamente in linea con i suoi predecessori e con le imposizioni calate dalle governance internazionali.Il modello economico impone scelte politiche ben definite che vanno giorno dopo giorno a sman-tellare i diritti dei cittadini e ridurre gli spazi di democrazia.La antidemocraticità di queste scelte oggi ha ampliato progressivamente le disuguaglianze nel nostro paese, provocando un inasprimento delle problematiche e dei conflitti sociali.E' altrettanto emblematico l'atteggiamento repressivo verso ogni forma di costruzione dell'alter-nativa dal basso, di conflitto sociale in risposta ad emergenze sociali volutamente trascurate dalle Istituzioni responsabili.Su questa linea, nonostante le proteste degli studenti e le mobilitazioni continue di reti e comi-tati per l'ambiente, va l'approvazione dello “Sblocca Italia” da parte del Governo, frutto di una logica di profitto che riproduce un modello di sviluppo antico e retrogrado che sfrutta selvaggia-mente il territorio, favorisce la svendita del patrimonio pubblico, incentiva all'uso di inceneritori e una politica energetica legata ancora ai combustibili fossili.Oggi questa legge non fa altro che togliere alla popolazione e alle stesse istituzioni locali il potere decisionale sul proprio territorio, il proprio diritto all'autodeterminazione, imponendo scelte che di fatto, incidono fortemente sulla vita quotidiana, sulla salute, sul lavoro e su futuro dei cittadini.Nella stessa direzione si colloca il processo di approvazione della tanto discussa riforma della scuola del Governo Renzi. Fin da settembre ci siamo mobilitati per rivendicare un'altra riforma della scuola pubblica, che garantisse realmente il diritto allo studio a tutte e a tutti, ma nono-stante un movimento compatto e partecipatissimo, come dimostra la giornata di sciopero unita-rio del 5 maggio, la riforma é stata approvata a luglio in maniera del tutto antidemocratica.La stessa modalità di approvazione, avvenuta a colpi di deleghe in bianco e mozioni di fiducia, delegittimando la volontà di chi vive realmente la scuola, dimostra l'autoritarismo insito della riforma.Esso all'interno della Buona Scuola si declina in tanti modi, partendo dalla figura del preside mana-ger, padrone della propria scuola come se fosse un'azienda, che accentra in sè tutto il potere, pas-sando per l'ingresso dei privati all'interno delle scuole-aziende, per un'alternanza scuola lavoro senza tutele e senza diritti, e per i comitati di valutazione, lesivi della dignità dei professori, che favoriscono individualismo e competizione.

riappropiamoci della democrazia, riprendiamoci i nostri territori e le nostre vite!

17 now | piattaforma regionale per la mobilitazione internazionale studentesca

Nel complesso questa riforma si pone in perfetta continuità con le politiche neoliberiste che da anni ci vengono imposte: smantellamento dei diritti e del welfare a fronte di un sistema sempre più verticistico. Ciò é confermato dalla totale assenza di fondi per il diritto allo studio nella Legge di Stabilità presentata poco meno di un mese fa, ennesima prova della volontà politica del gover-no Renzi.Proprio in contrapposizione a questo modello, noi rivendichiamo con forza una riforma che parta dal basso, dai bisogni reali di chi davvero vive ogni giorno la realtà della scuola, e che non risponda agli interessi e ai profitti di pochi.Scuola per scuola, risponderemo al modello autoritario impostoci dall'alto, riconquistando gli spazi di democrazia che ci hanno sottratto. Ogni scuola sarà una scuola ribelle: costruiremo dal basso l'alternativa, creando modelli di partecipazione attiva e reale degli studenti e restituendo alla scuola il suo valore di palestra collettiva di democrazia.Ancora una volta, come il 9 ottobre, rivendichiamo il diritto ad incidere nelle decisioni che ci riguar-dano, scenderemo in piazza perchè vogliamo potere nelle nostre scuole, nei nostri territori e nel nostro paese.

Per un’istruzione gratuita, per tutti e tutte!

Cosa diventa la nostra società se limitiamo il sapere? Verso quale modello di società andiamo se all’interno delle scuole si insegna a riprodurre l’esistente e non a immaginare un’alternativa? Cosa siamo noi giovani senza la possibilità di formarci a 360°? Sono tutte domande con cui purtroppo gli studenti devono ogni giorno fare i conti perché la possibilità di studiare e di avere un’istruzione di qualità, che dovrebbe essere un diritto, ad oggi non è garantita a tutti, ma solo a chi può permettersela. In quella che chiamiamo scuola pubbli-ca, che appunto nasce per permettere a qualunque studente di studiare a prescindere dalle disponibilità economiche e senza differenze sociali e cultuali, in realtà, è appannaggio solo di pochi, con i suoi costi sempre più elevati e per alcuni, purtroppo, insostenibili. Uno studente per studiare oggi deve potersi permettere una media di 800 euro per i libri di testo, senza contare il resto del materiale scolastico che ad oggi prevede sempre più spesso anche l’utilizzo di com-puter, tablet e linea internet a carico dello studente; fra l’altro, a causa del continuo definanzia-mento della scuola pubblica, anche i progetti di ampliamento dell’offerta formativa, in numero sempre minore, spesso prevedono spese a carica degli studenti: ancora una volta, si precludo-no delle opportunità a chi, per condizione di partenza, non può permettersele.

Ma non è solo la scuola a limitare a pochi le sue opportunità, lo stesso accade per molte altre fonti di cultura all’interno della città, come teatri cinema o musei. Questi luoghi permettono ai giovani di ampliare il loro sapere per non ridurlo semplicemente a ciò che prevede il programma scolastico, ma anche in questo ambito la formazione resta “privilegio” di quei pochi che posso-no permettersela, infatti uno studente con difficoltà economiche non avendo agevolazioni di alcun tipo si vedrà negare questa possibilità.

Lo stesso discorso si amplia al caso delle università: tanto con il crescente numero chiuso nelle facoltà, tanto attraverso la riforma sull’ISEE che ha diminuito vertiginosamente il numero di borse di studio, si rende la formazione universitaria sempre di più una possibilità per pochi . Oggi non si può parlare di ’istruzione gratuita, nè di istruzione di qualità, in quanto più che essere uno strumento di emancipazione diventa uno strumento di discriminazione. Non si può pensare a un futuro migliore per il nostro paese se non si permette ai giovani di studiare, non saremo mai in grado di risollevarci se non avremo gli strumenti per immaginare una società alternativa. E’ solo attraverso i saperi e le conoscenze, svincolati da ogni forma di mercificazione, che si può realmente costruire un’altro modello di società. Per far questo è necessario costruire una lotta a lungo termine verso un’istruzione realmente gratuita per tutti e tutte.Il comodato d’uso dei libri di testo è una rivendicazione che da anni tutti gli studenti d’Italia portano avanti dalle scuole alle città alle province. Molte città come Nardò, Bari e Barletta por-tano avanti con successo questa sperimentazione di welfare indiretto. Rivendichiamo ancora una volta la legge regionale sul diritto allo studio in regione Puglia (n°31 4 dicembre 2009) per permettere a tutti gli studenti della regione, indipendentemente dal merito e dalla condizione familiare di partenza, di poter studiare. Chiediamo quindi l’allargamento del comodato d’uso a tutta la regione Puglia e l’ampliamento della fascia degli idonei a ricevere i libri di testo, in modo da poter coprire tutti gli studenti e le studentesse.Nonostante la mobilitazione del 9 ottobre e le successive denunce e inchieste per il pessimo funzionamento e l’ingiusto rincaro del trasporto pubblico pugliese le varie aziende e le istituzio-ni si sono dimostrate totalmente sorde. Questo è inaccettabile, dimostra come le aziende puntino soltanto al mero profitto e come le istituzioni non prendono come priorità politica un serio impegno sul miglioramento dei trasporti che sicuramente porterebbe un salto di qualità notevole in tutta la regione. Nella fattispecie rivendichiamo ancora più forte la gratuità del trasporto pubblico per tutti quelli studenti e studentesse che ogni giorno macinano km e aspettano ore davanti alle fermate dei pullman o nelle stazione che ogni giorno dai piccoli paesi si spostano per andare a scuola, accedere alla cultura, per fare sport e per vivere a pieno la loro crescita. Parallelamente a questi sistemi di welfare indiretto promuoviamo la rivendicazione del reddito di formazione, una misura già adottata in tantissimi paesi europei che consiste in un’erogazione monetaria agli studenti al fine di coprire tutte le spese che fanno parte del per-corso formativo di uno studente, al fine di emancipare i soggetti in formazione, di slegarli dalle condizioni economiche familiari e di potergli permettere di scegliere liberamente come e cosa studiare. Vogliamo nel nostro paese un’istruzione realmente gratuita e finanziata, nonostante nella Legge di Stabilità si continui a parlare di tagli alla ricerca e alla formazione e non si preveda un euro per il diritto allo studio, vogliamo che la scuola sia luogo di crescita di saperi critici, utili a poter comprendere e analizzare i grandi problemi del nostro territorio e a poterli superarli in maniera alternativa partendo dalla tutela dell’ambiente in cui viviamo e del benessere dei citta-dini. Per troppo tempo una fetta ristretta della popolazione ha determinato, a nome della ricer-ca di profitti a tutti costi, un determinato modello di sviluppo e di società: è il momento di invertire questo processo, a partire dai saperi dobbiamo costruire un mondo all’altezza dei nostri sogni. Vogliamo tutto #pertutti , privilegi per nessuno!

17 now | piattaforma regionale per la mobilitazione internazionale studentesca

Cosa diventa la nostra società se limitiamo il sapere? Verso quale modello di società andiamo se all’interno delle scuole si insegna a riprodurre l’esistente e non a immaginare un’alternativa? Cosa siamo noi giovani senza la possibilità di formarci a 360°? Sono tutte domande con cui purtroppo gli studenti devono ogni giorno fare i conti perché la possibilità di studiare e di avere un’istruzione di qualità, che dovrebbe essere un diritto, ad oggi non è garantita a tutti, ma solo a chi può permettersela. In quella che chiamiamo scuola pubbli-ca, che appunto nasce per permettere a qualunque studente di studiare a prescindere dalle disponibilità economiche e senza differenze sociali e cultuali, in realtà, è appannaggio solo di pochi, con i suoi costi sempre più elevati e per alcuni, purtroppo, insostenibili. Uno studente per studiare oggi deve potersi permettere una media di 800 euro per i libri di testo, senza contare il resto del materiale scolastico che ad oggi prevede sempre più spesso anche l’utilizzo di com-puter, tablet e linea internet a carico dello studente; fra l’altro, a causa del continuo definanzia-mento della scuola pubblica, anche i progetti di ampliamento dell’offerta formativa, in numero sempre minore, spesso prevedono spese a carica degli studenti: ancora una volta, si precludo-no delle opportunità a chi, per condizione di partenza, non può permettersele.

Ma non è solo la scuola a limitare a pochi le sue opportunità, lo stesso accade per molte altre fonti di cultura all’interno della città, come teatri cinema o musei. Questi luoghi permettono ai giovani di ampliare il loro sapere per non ridurlo semplicemente a ciò che prevede il programma scolastico, ma anche in questo ambito la formazione resta “privilegio” di quei pochi che posso-no permettersela, infatti uno studente con difficoltà economiche non avendo agevolazioni di alcun tipo si vedrà negare questa possibilità.

Lo stesso discorso si amplia al caso delle università: tanto con il crescente numero chiuso nelle facoltà, tanto attraverso la riforma sull’ISEE che ha diminuito vertiginosamente il numero di borse di studio, si rende la formazione universitaria sempre di più una possibilità per pochi . Oggi non si può parlare di ’istruzione gratuita, nè di istruzione di qualità, in quanto più che essere uno strumento di emancipazione diventa uno strumento di discriminazione. Non si può pensare a un futuro migliore per il nostro paese se non si permette ai giovani di studiare, non saremo mai in grado di risollevarci se non avremo gli strumenti per immaginare una società alternativa. E’ solo attraverso i saperi e le conoscenze, svincolati da ogni forma di mercificazione, che si può realmente costruire un’altro modello di società. Per far questo è necessario costruire una lotta a lungo termine verso un’istruzione realmente gratuita per tutti e tutte.Il comodato d’uso dei libri di testo è una rivendicazione che da anni tutti gli studenti d’Italia portano avanti dalle scuole alle città alle province. Molte città come Nardò, Bari e Barletta por-tano avanti con successo questa sperimentazione di welfare indiretto. Rivendichiamo ancora una volta la legge regionale sul diritto allo studio in regione Puglia (n°31 4 dicembre 2009) per permettere a tutti gli studenti della regione, indipendentemente dal merito e dalla condizione familiare di partenza, di poter studiare. Chiediamo quindi l’allargamento del comodato d’uso a tutta la regione Puglia e l’ampliamento della fascia degli idonei a ricevere i libri di testo, in modo da poter coprire tutti gli studenti e le studentesse.Nonostante la mobilitazione del 9 ottobre e le successive denunce e inchieste per il pessimo funzionamento e l’ingiusto rincaro del trasporto pubblico pugliese le varie aziende e le istituzio-ni si sono dimostrate totalmente sorde. Questo è inaccettabile, dimostra come le aziende puntino soltanto al mero profitto e come le istituzioni non prendono come priorità politica un serio impegno sul miglioramento dei trasporti che sicuramente porterebbe un salto di qualità notevole in tutta la regione. Nella fattispecie rivendichiamo ancora più forte la gratuità del trasporto pubblico per tutti quelli studenti e studentesse che ogni giorno macinano km e aspettano ore davanti alle fermate dei pullman o nelle stazione che ogni giorno dai piccoli paesi si spostano per andare a scuola, accedere alla cultura, per fare sport e per vivere a pieno la loro crescita. Parallelamente a questi sistemi di welfare indiretto promuoviamo la rivendicazione del reddito di formazione, una misura già adottata in tantissimi paesi europei che consiste in un’erogazione monetaria agli studenti al fine di coprire tutte le spese che fanno parte del per-corso formativo di uno studente, al fine di emancipare i soggetti in formazione, di slegarli dalle condizioni economiche familiari e di potergli permettere di scegliere liberamente come e cosa studiare. Vogliamo nel nostro paese un’istruzione realmente gratuita e finanziata, nonostante nella Legge di Stabilità si continui a parlare di tagli alla ricerca e alla formazione e non si preveda un euro per il diritto allo studio, vogliamo che la scuola sia luogo di crescita di saperi critici, utili a poter comprendere e analizzare i grandi problemi del nostro territorio e a poterli superarli in maniera alternativa partendo dalla tutela dell’ambiente in cui viviamo e del benessere dei citta-dini. Per troppo tempo una fetta ristretta della popolazione ha determinato, a nome della ricer-ca di profitti a tutti costi, un determinato modello di sviluppo e di società: è il momento di invertire questo processo, a partire dai saperi dobbiamo costruire un mondo all’altezza dei nostri sogni. Vogliamo tutto #pertutti , privilegi per nessuno!

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