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Allegato A
I
COMFORDOT – ND “Battlespace Management”
ya
COMANDO PER LA FORMAZIONE,
SPECIALIZZAZIONE E DOTTRINA DELL’ESERCITO
PIE - 2.01
LA GRANDE UNITÀ DA COMBATTIMENTO
2018
II
COMFORDOT – “Battlespace Management”
PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA
AVVERTENZE
La presente pubblicazione è stata approntata secondo quanto previsto dalla Circ.
1001 “Modalità per l’approntamento delle pubblicazioni dell’Esercito Italiano” ed.
2016 e successive modificazioni e integrazioni.
Fatte salve le esigenze di servizio, ufficio o istituto, nessuna parte di questa
pubblicazione può essere riprodotta in qualsiasi forma a stampa, fotocopia, microfilm,
scansione digitalizzata o altri sistemi, senza l’autorizzazione scritta dell’originatore.
La presente pubblicazione è diramata con la lettera in Annesso I.
PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA
PUNTI DI CONTATTO
Ente Editore:
COMFORDOT – SM Ufficio Dottrina
Caserma ARPAIA
Viale dell’Esercito n. 170, 00143 ROMA
E-mail: [email protected]
Telefono: 06 5023 6635
Sotrin:105 6635
E-mail: [email protected]
Telefono: 06 5023 6617
Sotrin:105 6617
Custode:
Ten. Col. Giuseppe Francesco DI MAGGIO
COMFORDOT – SM Ufficio Dottrina
Sotrin: 1056617
E-mail: [email protected]
Autori
Ten. Col. Giovanni Vincenzo IACONO
COMFORDOT – SM Ufficio Dottrina
Sotrin: 1056616
E-mail: [email protected]
Cap. Andrea STARO
Scuola Sottufficiali dell’Esercito
Sotrin: 1422137
E-mail: [email protected]
Mar. Ca. Giovanni TESORIERE
COMFORDOT – SM Ufficio Dottrina
Sotrin: 1056633
E-mail: [email protected]
PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA
PREMESSA
Approvo la presente Pubblicazione di Impiego
dell’Esercito PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018.
A seguito delle recenti esperienze maturate nei Teatri Operativi e della continua
evoluzione della dottrina, si è andata modificando la concezione della Grande Unità,
prevedendo l’abolizione della vecchia classificazione in complessa ed elementare1, a
favore della Grande Unità da combattimento. Sulla base di tale presupposto va letta
la presente pubblicazione, la quale non si riferisce ad un preciso livello ordinativo, in
quanto la struttura organizzativa è da legare alle variabili di missione2; ciò, al fine di
schierare sul campo un’unità capace di assolvere la missione e perseguire gli obiettivi
assegnati, utilizzando forze leggere, medie e pesanti e prevedendo l’inclusione di
elementi da combattimento, di supporto al combattimento, di sostegno e di supporto
al Comando. Nella prima parte del testo sono trattate le generalità del contesto in cui
operano le Grandi Unità. In particolare, vengono descritte le caratteristiche
dell’ambiente operativo e della Grande Unità stessa: sono illustrati i fondamenti di
impiego che regolano le attività tattiche, sono chiariti gli schemi concettuali
(Conceptual Framework) e le Funzioni Operative Terrestri (Combat Function). La
seconda parte riguarda, invece, specificatamente, le attività tattiche, e, in particolare:
attività tattiche offensive, difensive, abilitanti e di stabilizzazione. Essa ha lo scopo
di:
definire le modalità di impiego del livello ordinativo “Grande Unità”,
riflettendone i principi fondamentali per la pianificazione e la condotta delle
attività di Forza Armata;
fornire ai Comandanti ed agli Staff il quadro concettuale di riferimento per la
pianificazione e condotta delle attività militari legate alla Grande Unità, sia in
operazione che in esercitazione. La vasta gamma delle possibili scelte e l’ampia
libertà d’azione offerta consentono di adottare, caso per caso, non solo la
soluzione più rispondente allo specifico problema ma, anche, la più aderente alla
possibilità od alle limitazioni delle forze disponibili;
offrire una base autorevole di riferimento ed un valido ausilio per
l’addestramento.
1 La Grande Unità complessa era la protagonista della battaglia, che coordinava l’azione delle Grandi Unità elementari e delle unità in supporto. 2 Missione, Avversario, Terreno, Meteo, Truppe, Tempo e considerazione sui Civili.
Il presente documento si propone di rappresentare, quindi, una guida la cui
conoscenza approfondita consenta, ai Comandanti e ai loro Staff, di concepire,
disciplinare e condurre impegni operativi ed attività addestrative.
Essa abroga e sostituisce le Pubblicazioni PIE - 2.01 L’impiego delle Grandi Unità, Ed.
2015 e PIE - 2.02 L’impiego della Brigata Pluriarma, Ed. 2015.
Roma, 12.09.2018
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
INDICE
1. L’AMBIENTE OPERATIVO ...................................................... 1
1.1 GENERALITÀ .......................................................................................... 1
1.2 STRUTTURA E ANALISI DELL’AMBIENTE OPERATIVO .......................... 1
1.2.1 Ambiente socio-culturale ..................................................................... 4
1.2.2 Ambiente informativo .......................................................................... 5
1.2.3 Ambiente geografico ........................................................................... 5
1.3 CONDIZIONI DELL’AMBIENTE OPERATIVO .......................................... 6
1.4 LA MINACCIA ......................................................................................... 7
1.4.1 La minaccia simmetrica ....................................................................... 8
1.4.2 La minaccia asimmetrica ..................................................................... 8
1.4.3 La minaccia ibrida (Hybrid Threat – HT) ............................................... 9
1.5 CARATTERISTICHE DELLE OPERAZIONI ............................................. 11
2. FONDAMENTI DI IMPIEGO ................................................. 15
2.1 MISSION COMMAND ........................................................................... 15
2.1.1 Principi fondamentali del Mission Command ....................................... 16
2.1.2 Attività principali del Mission Command .............................................. 17
2.2 MANOEUVRIST APPROACH ................................................................. 18
2.2.1 Abilità per utilizzare Manoeuvrist Approach ......................................... 20
2.3 PRINCIPI FONDAMENTALI .................................................................. 21
2.4 COMBINED ARMS (COOPERAZIONE INTERARMA) ............................. 22
3. SCHEMI CONCETTUALI ....................................................... 25
3.1 GENERALITÀ ........................................................................................ 25
3.2 SCHEMI CONCETTUALI DI RIFERIMENTO .......................................... 25
3.2.1 Operation framework ................................................................... 26
3.2.2 Geographic framework ................................................................. 26
3.2.3 Functional framework – Core function ........................................ 27
3.3 LE GEOMETRIE DELLO SPAZIO DI BATTAGLIA ................................... 29
3.3.1 Battlespace Fisico ......................................................................... 30
3.3.2 Battlespace Non-Fisico ................................................................. 30
3.3.3 Geometrizzazione del Battlespace............................................... 31
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
4. LE COMBAT FUNCTIONS A LIVELLO TATTICO ..................... 33
4.1 GENERALITÀ ........................................................................................ 33
4.2 COMANDO ............................................................................................ 35
4.2.1 Catena di Comando .......................................................................... 36
4.2.2 Relazioni di comando e controllo ....................................................... 36
4.2.3 Posizione del Comandante................................................................. 38
4.2.4 Battlespace Management (BM) .......................................................... 39
4.2.5 Lo Staff ........................................................................................... 41
4.3 INTELLIGENCE ..................................................................................... 42
4.3.1 Ruolo del Comandante ...................................................................... 43
4.3.2 G2 ................................................................................................... 44
4.3.3 IPOE ................................................................................................ 44
4.3.4 Assetti ISR ....................................................................................... 45
4.3.5 Il Piano di ricerca .............................................................................. 45
4.4 MANOVRA ............................................................................................ 46
4.5 FUOCO ................................................................................................. 47
4.5.1 Generalità ........................................................................................ 47
4.5.2 Fuoco e movimento .......................................................................... 47
4.5.3 Joint Fires Support ............................................................................ 48
4.5.4 Targeting ......................................................................................... 48
4.5.5 Controllo del Fuoco ........................................................................... 49
4.5.6 Misure di controllo del fuoco .............................................................. 50
4.5.7 Integrazione dell’ostacolo e del fuoco ................................................ 51
4.5.8 Integrazione aerea ........................................................................... 51
4.5.9 Controllo dello spazio aereo .............................................................. 51
4.6 PROTEZIONE ....................................................................................... 52
4.6.1 Generalità ........................................................................................ 52
4.6.2 Forme di protezione .......................................................................... 53
4.6.3 Compiti della Protezione .................................................................... 54
4.7 LE ATTIVITÀ INFORMATIVE (INFO ACTIVITIES)................................ 56
4.8 SOSTENIBILITÀ ................................................................................... 58
4.8.1 Generalità ........................................................................................ 58
4.8.2 Sostenibilità Joint, inter-agenzia e multinazionale ............................... 59
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
4.8.3 Pianificazione del mantenimento ........................................................ 59
4.8.4 Ricondizionamento ........................................................................... 61
5. STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DELLA GRANDE UNITÀ DA
COMBATTIMENTO ............................................................... 63
5.1 GENERALITÀ ........................................................................................ 63
5.2 STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UNA G.U. A LIVELLO CORPO
D’ARMATA ............................................................................................ 65
5.3 STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UNA G.U. A LIVELLO DIVISIONE66
5.4 STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UNA G.U. A LIVELLO BRIGATA . 67
6. LE ATTIVITÀ TATTICHE OFFENSIVE ................................... 69
6.1 GENERALITÀ ........................................................................................ 69
6.2 FATTORI CHIAVE PER IL SUCCESSO ................................................... 69
6.3 TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ TATTICHE OFFENSIVE ................................ 72
6.3.1 L’attacco .......................................................................................... 72
6.3.2 Incursione (Raid) .............................................................................. 74
6.3.3 Sfruttamento del successo (Exploitation) ............................................ 75
6.3.4 Inseguimento (Pursuit) ..................................................................... 75
6.3.5 Attacco simulato (Feint) e dimostrativo (Demonstration) ..................... 75
6.3.6 Ricognizione in forze (Reconnaissance in force) .................................. 76
6.3.7 Imboscata (Ambush) ........................................................................ 76
6.3.8 Rottura dell’accerchiamento (Breakout of encicled forces) ................... 77
6.4 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE ................................................... 77
6.4.1 Comando ......................................................................................... 77
6.4.2 Intelligence ...................................................................................... 78
6.4.3 Manovra .......................................................................................... 83
6.4.4 Fuoco .............................................................................................. 90
6.4.5 Protezione ........................................................................................ 92
6.4.6 Sostenibilità ..................................................................................... 95
6.5 CONDOTTA ........................................................................................... 97
6.5.1 Fasi di un attacco ............................................................................. 97
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
7. LE ATTIVITÀ TATTICHE DIFENSIVE .................................. 105
7.1 GENERALITÀ ...................................................................................... 105
7.2 FATTORI CHIAVE PER IL SUCCESSO ................................................. 106
7.3 TIPOLOGIE DI ATTIVITà TATTICHE DIFENSIVE ............................... 108
7.4 DIFESA DI POSIZIONI ....................................................................... 108
7.4.1 Difesa Mobile (Mobile Defence) ........................................................ 109
7.4.2 Difesa Areale (Area Defence) ........................................................... 110
7.5 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE ................................................. 111
7.5.1 Comando ........................................................................................ 111
7.5.2 Intelligence ..................................................................................... 115
7.5.3 Manovra ......................................................................................... 116
7.5.4 Fuoco ............................................................................................. 120
7.5.5 Protezione ....................................................................................... 122
7.5.6 Sostenibilità .................................................................................... 126
7.6 CONDOTTA ......................................................................................... 128
7.6.1 1^ fase: Shaping e preparazione della battaglia ................................ 128
7.6.2 2^ fase: Approccio .......................................................................... 130
7.6.3 3^ fase: Blocco ............................................................................... 131
7.6.4 4^ fase: Contrattacco – ................................................................... 132
7.6.5 Attacchi di disturbo (Spoling Attack) ................................................. 133
7.7 FRENAGGIO ....................................................................................... 134
7.7.1 Frenaggio da posizioni alternate ....................................................... 135
7.7.2 Frenaggio da posizioni successive ..................................................... 136
7.8 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE DEL FRENAGGIO ..................... 137
7.8.1 Comando ........................................................................................ 137
7.8.2 Intelligence ..................................................................................... 139
7.8.3 Manovra ......................................................................................... 140
7.8.4 Fuoco ............................................................................................. 142
7.8.5 Protezione ....................................................................................... 143
7.8.6 Sostenibilità .................................................................................... 145
7.9 CONDOTTA ......................................................................................... 146
7.9.1 1^ fase: Shaping e preparazione della battaglia ................................ 146
7.9.2 2^ fase: Azione di frenaggio ............................................................ 147
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
7.9.3 3^ fase: Rottura del contatto ........................................................... 147
8. LE ATTIVITÀ TATTICHE DI STABILIZZAZIONE ................. 149
8.1 GENERALITÀ ...................................................................................... 149
8.2 FATTORI CHIAVE PER IL SUCCESSO ................................................. 149
8.3 TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ TATTICHE DI STABILIZZAZIONE .............. 152
8.3.1 Sicurezza e controllo (Security and Control) ...................................... 152
8.3.2 Supporto alla riforma del settore della sicurezza (SSR) ....................... 154
8.3.3 Supporto al ripristino dei servizi essenziali della popolazione .............. 157
8.3.4 Supporto alla ricostruzione del governo locale ................................... 158
8.4 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE ................................................. 158
8.4.1 Comando ...................................................................................... 158
8.4.2 Intelligence ..................................................................................... 159
8.4.3 Fuoco ............................................................................................. 160
8.4.4 Protezione ....................................................................................... 161
8.4.6 Sostenibilità .................................................................................... 161
8.5 CONDOTTA ......................................................................................... 161
8.5.1 Fasi della stabilizzazione................................................................... 163
8.5.2 Modello generico di stabilizzazione .................................................... 163
8.5.3 Sicurezza e controllo (Security and Control) ...................................... 165
8.5.4 Supporto alla riforma del settore sicurezza (Support to SSR) .............. 166
8.5.5 Supporto Iniziale alla Ristrutturazione dei Servizi Essenziali (Support to
initial Restoration of Services) .......................................................... 167
8.5.6 Supporto Iniziale alla Ricostruzione del Governo (Support to Initial
Governance Tasks) .......................................................................... 167
9. LE ATTIVITÀ TATTICHE ABILITANTI (ENABLING) ............ 169
9.1 GENERALITÀ ...................................................................................... 169
9.2 LA RICOGNIZIONE ............................................................................ 169
9.2.1 Scopo e principi ............................................................................... 169
9.2.2 Caratteristiche ................................................................................. 170
9.2.3 Elementi per la pianificazione ........................................................... 170
9.3 SICUREZZA E PROTEZIONE ............................................................... 171
9.3.1 Scopo e principi ............................................................................... 171
9.3.2 Elementi per la pianificazione ........................................................... 171
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
9.3.3 Condotta ......................................................................................... 172
9.4 MOVIMENTO PER IL CONTATTO........................................................ 172
9.4.1 Scopo e principi ............................................................................... 172
9.4.2 Elementi per la pianificazione ........................................................... 172
9.4.3 Condotta ......................................................................................... 179
9.5 COMBATTIMENTO D’INCONTRO (MEETING ENGAGEMENT) ............ 180
9.5.1 Scopo e principi ............................................................................... 180
9.5.2 Elementi per la pianificazione ........................................................... 181
9.5.3 Condotta ......................................................................................... 184
9.6 RICONGIUNGIMENTO (LINK-UP) ..................................................... 185
9.6.1 Scopo e Principi ............................................................................... 185
9.6.2 Elementi per la pianificazione ........................................................... 185
9.6.3 Condotta ......................................................................................... 188
9.7 RIPIEGAMENTO (WITHDRAWAL) ..................................................... 190
9.7.1 Scopo e principi ............................................................................... 190
9.7.2 Elementi per la pianificazione ........................................................... 191
9.7.3 Condotta ......................................................................................... 197
9.8 LA RITIRATA ...................................................................................... 200
9.9 L’AVVICENDAMENTO DI UNITÀ A CONTATTO E DI FORZE
ACCERCHIATE .................................................................................... 200
9.9.1 Avvicendamento dell’unità in posizione (Relief In Place – RIP) ............ 201
9.9.2 Avvicendamento di una unità accerchiata .......................................... 206
9.10 SCAVALCAMENTO (FORWARD PASSAGE OF LINES) ......................... 207
9.10.1 Scopo e principi ............................................................................... 207
9.10.2 Elementi per la pianificazione ........................................................... 207
9.10.3 Condotta ......................................................................................... 210
9.11 RIPIEGAMENTO ATTRAVERSO POSIZIONI PRESIDIATE (REARWARD
PASSAGE OF LINES) .......................................................................... 210
9.11.1 Elementi per la pianificazione ........................................................... 211
9.11.2 Condotta (Figura 55) ....................................................................... 213
9.12 IL SUPERAMENTO E FORZAMENTO DI OSTACOLI (OSTACLE CROSSING
– BREACHING) ................................................................................... 214
9.13 LA MARCIA ........................................................................................ 214
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
9.13.1 Generalità ....................................................................................... 214
9.13.2 Lunghezza della colonna e velocità ................................................... 215
9.13.3 Tecniche di Movimento .................................................................... 216
9.13.4 Itinerari .......................................................................................... 216
9.13.5 Aree di sfogo ................................................................................... 217
9.13.6 Disciplina di marcia .......................................................................... 217
9.13.7 Stazionamento ................................................................................ 217
9.13.8 Elementi per la pianificazione ........................................................... 218
9.13.9 Condotta ......................................................................................... 220
9.14 I CONVOGLI ....................................................................................... 221
ALLEGATI
ALLEGATO “A” - PRINCIPALI COMPITI TATTICI
ALLEGATO “B” - INTEGRAZIONE FUOCO/OSTACOLI
ALLEGATO “C” - IMPORTANZA DEI SITI STORICI E CULTURALI
LISTA DEGLI ACRONIMI
RIFERIMENTI
ANNESSO I: Lettera di diramazione
INDICE DELLE FIGURE
Figura 1: Analisi dell’Ambiente Operativo
Figura 2: L’Ambiente Operativo
Figura 3: Contesto Operativo
Figura 4: Temi della campagna
Figura 5: Attività tattiche terrestri e compiti tattici
Figura 6: Elementi del Mission Command
Figura 7: Manoeuvrist Approch
Figura 8: Conceptual Framework
Figura 9: Operation Framework
Figura 10: Geographic Framework
Figura 11: Functional Framework – Core Function
Figura 12: Battlespace
Figura 13: Lineare, contiguo
Figura 14: Non lineare, contiguo
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Figura 15: Lineare, non contiguo
Figura 16: Non lineare, non contiguo
Figura 17: Combat Power
Figura 18: Fighting Power
Figura 19: Combat Function
Figura 20: Forme di protezione
Figura 21: Gli 11 compiti della Protezione
Figura 22: Modello di ricondizionamento
Figura 23: Impiego delle forze
Figura 24: Elementi che compongono la G.U. da combattimento
Figura 25: Piramide cognitiva
Figura 26: Aree di influenza sul Targeting
Figura 27: Fasi del ciclo D3A
Figura 28: Attacco frontale (Frontal attack)
Figura 29: Penetrazione (Penetration)
Figura 30: Avvolgimento (Envelopment) singolo e doppio
Figura 31: Aggiramento (Turning movement)
Figura 32: Irruzione (break in)
Figura 33: Combattimento ravvicinato (Fight Through)
Figura 34: Accerchiamento
Figura 35: Esempio di Manovra Difensiva in Profondità/Mobile
Figura 36: Esempio di Manovra Difensiva Avanzata/Areale
Figura 37: Esempio di Approccio condotto da una Brigata
Figura 38: Esempio di Blocco condotto da una Brigata
Figura 39: Esempio di un contrattacco condotta da una Divisione
Figura 40: Esempio di Frenaggio da posizioni alternate
Figura 41: Esempio di Frenaggio da posizioni successive
Figura 42: Contributo al SSR
Figura 43: Modello di stabilizzazione
Figura 44: Modello di attività militari di stabilizzazione
Figura 45: L’organizzazione della forza nel movimento per il contatto
Figura 46: Avanguardia in attacco per distruggere una forza nemica contenuta
Figura 47: Esempio di combattimento d’incontro
Figura 48: Esempio di ricongiungimento – Fase I
Figura 49: Esempio di ricongiungimento – Fase II
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Figura 50: Esempio di rincongiungimento tra due forze in movimento
Figura 51: Esempio di Ripiegamento - Fase I
Figura 52: Esempio di Ripiegamento - Fase II
Figura 53: Avvicendamento
Figura 54: Scavalcamento
Figura 55: Ripiegamento
Figura 56: Schema degli ostacoli
Figura 57: L’effetto della disarticolazione
Figura 58: L’effetto della deviazione
Figura 59: L’Effetto del Fissaggio
Figura 60: L’Effetto del Blocco
Figura 61: Designazione e Numerazione dell’Ostacolo
INDICE DELLE TABELLE
Tabella 1: Relazioni di Comando e Controllo
Tabella 2: Comparazione tra i due tipi di manovra
Tabella 3: Schema Comparativo
Tabella 4: Formazioni di marcia
Tabella 5: Schema sinottico
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA
1
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
1. L’AMBIENTE OPERATIVO
1.1 GENERALITÀ
L’ambiente operativo moderno, complesso e mutabile, è formato da un insieme di
elementi diversi, tra loro interagenti, che possono subire e/o produrre un impatto
sulle capacità militari “tout court” e influire sulle decisioni di un Comandante. Nella
condotta delle operazioni terrestri contemporanee, non è più sufficiente, pertanto,
concentrare l’analisi dell’ambiente operativo sui soli aspetti geografici o sulle
caratteristiche delle forze ostili, ancorché questi influiscano profondamente sulle
operazioni a livello tattico. Infatti, se in passato, quando erano predominanti le
campagne di combattimento classico, lo studio di questi aspetti aveva un ruolo
preminente; nel più complesso e moderno contesto operativo assume particolare
rilevanza lo studio dell'ambiente socio-culturale e di quello informativo.
In particolare, la conoscenza delle peculiarità delle diverse componenti di un
ambiente operativo, rappresenta condizione fondamentale per consentire alle unità di
comprenderne i mutamenti e adattarsi ad essi, correggendo al meglio lo
“scostamento” al fine di assolvere la propria missione.
L’impiego di una Grande Unità, quindi, deve essere pianificato solo dopo un’attenta
analisi dell’ambiente operativo, tenendo conto dell’impatto e delle modificazioni che
su di esso apporterà e deve essere costantemente ricalibrato al modificarsi
dell’ambiente stesso, in modo da rimanere efficace, efficiente e consentire
l’adempimento del compito. Ciò implica la necessità di avviare e mantenere un
processo di valutazione3 dell’ambiente operativo che non ammette soluzioni di
continuità, pena la perdita della consapevolezza di situazione (Situational Awareness
- SA) e l’impiego non efficace o, peggio, controproducente delle unità.
Oltre a ciò, è altresì fondamentale conoscere i propri limiti, maturando piena
consapevolezza di capacità, punti di forza e di debolezza per ottimizzare le procedure
e sfruttare vantaggiosamente, in ogni operazione, la combinazione di elementi da
combattimento, di supporto al combattimento, di sostegno logistico e di supporto al
comando.
1.2 STRUTTURA E ANALISI DELL’AMBIENTE OPERATIVO
Quando ci si riferisce ad un particolare Teatro di Operazioni, l’ambiente operativo
include le acque, il terreno, lo spazio aereo, i soggetti (ostili, neutrali e amici), le
infrastrutture, le condizioni meteorologiche, lo spettro elettromagnetico e
informativo, nonché l’interazione reciproca tra tali elementi, compresi sia nell’Area di
Operazioni (Area Of Operation - AOO) sia nell’Area di Interesse (Area Of Interest -
AOI). Nella dottrina NATO tutti gli elementi che compongono un ambiente operativo
3 Attraverso la sua analisi sistematica (Intelligence Preparation of the Operational Environment-IPOE). Per approfondimenti cfr. NATO AJP-2(A), Allied Joint Doctrine for Intelligence, Counter-Intelligence and Security, ed. 2016.
2
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
sono stati classificati e raggruppati in sei sotto-sistemi, al fine di meglio
comprenderne le interrelazioni e il loro impatto sull’ambiente operativo stesso, inteso
come sistema4. Proprio queste complesse interdipendenze combinano tra loro
problematiche di tipo storico, politico, militare, sociale, culturale ed economico e,
spesso, la sfera conflittuale risulta essere solo la parte visibile di crisi ben più
profonde e interconnesse. Se non si comprende appieno quale patologia affligga un
sistema, si rischia di curarne solo i sintomi (il conflitto) senza intervenire sulle vere
cause del male. I sei sotto-sistemi (raggruppati nell’acronimo PMESII5) che
interagiscono tra loro, s’interconnettono, s’influenzano e si modificano sono:
Sistema Politico. Comprende raggruppamenti di soggetti politici (organizzazioni
e istituzioni pubbliche o private) in grado di esercitare una qualche forma di
governo o comunque forme di autorità mediante l’utilizzo di strumenti d’influenza
o di potere entro specifici confini geografici o giurisdizionali. Questo sistema
comprende elementi culturali, storici, demografici, religiosi e fattori che
costituiscono l’identità di una società;
Sistema Militare. Racchiude tutte le entità, i soggetti, le forze e i gruppi
presenti in un Teatro di Operazioni in grado di esercitare la violenza. Il sistema
comprende quindi elementi come le Forze Armate regolari, le milizie armate, i
gruppi paramilitari, le forze di polizia, i gruppi criminali, le compagnie di sicurezza
private, le compagnie di mercenari, ecc.;
Sistema Economico. Comprende tutti gli elementi relativi alle sfere della
produzione, della distribuzione e del consumo di beni e di servizi, il grado di
sviluppo economico e il livello di distribuzione della ricchezza e del benessere;
Sistema Sociale. Ossia la rete interconnessa delle istituzioni sociali che
garantisce il supporto e l’incremento del livello culturale nonché lo sviluppo delle
potenzialità degli individui. Riguarda gli aspetti sociali, quelli religiosi e il sistema
giuridico/ legale;
Sistema Infrastrutturale. Riguarda le strutture di base, i servizi e le
installazioni necessarie per il funzionamento di una società o di
un’organizzazione. Include la logistica, le comunicazioni, il trasporto e i servizi
essenziali per il sostentamento degli elementi appartenenti all'organizzazione;
Sistema delle Informazioni. Include il complesso di infrastrutture,
organizzazioni e personale che provvede alla raccolta, alla elaborazione e alla
disseminazione delle informazioni.
La comprensione dei sistemi che agiscono nell’AOO e la loro interazione consente,
infatti, al Comandante e al suo staff, di visualizzare e descrivere come le azioni
4 Per sistema si intende il gruppo di elementi interagenti o interdipendenti, in modo continuo/regolare, dal punto di vista funzionale, fisico, e/o comportamentale e che vanno a formare un insieme unico (ACO COPD V2.0 ed. 2013). 5 “Politico, Militare, Economico, Sociale, Infrastrutturale e delle Informazioni”, SMD PID-S1 La dottrina militare italiana, ed. 2011 – pag. 98.
3
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
militari possono influenzarli e come questi a loro volta possono influenzare le
operazioni. I sistemi vengono rappresentati da nodi e collegamenti interconnessi
(Figura 1).
La costante e adeguata consapevolezza dell’ambiente operativo in cui si opera
consente di comprendere e di aggiornare la situazione, sia in fase di pianificazione
sia in fase condotta di una campagna o di un’operazione, permettendone la corretta
esecuzione. L’ambiente operativo comprende, include e interseca molteplici e
variegati elementi, che spaziano dalla geografia alle condizioni meteorologiche, dagli
usi e costumi degli abitanti ai loro aspetti culturali peculiari. In ogni campagna i
diversi elementi dell'ambiente operativo possono, per scopi analitici, essere
raggruppati in tre macro-categorie (Figura 2):
ambiente socio-culturale, che include le caratteristiche politiche, culturali ed
economiche, di tutti i soggetti che insistono nell'area delle operazioni inclusa la
popolazione locale, le organizzazioni locali o internazionali, governative o non-
governative e ogni altro soggetto operante nell'ambiente operativo;
ambiente informativo, che comprende tutti i soggetti operanti nel campo dei
media, quindi le TV, le radio, la stampa, internet e i social media;
ambiente geografico, che include tutti gli elementi naturali, climatici e artificiali
nell’area di operazione.
Figura 1: Analisi dell’Ambiente Operativo
4
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
1.2.1 Ambiente socio-culturale
Nell’esame dell’ambiente socio-culturale assume particolare rilevanza l’aspetto
concernente la popolazione civile, poiché la presenza militare ha la possibilità di
influenzare le comunità in maniera costante e significativa, soprattutto a livello
tattico, attraverso rapporti continui e diretti. L’impatto che la popolazione civile ha
sulle operazioni consente di agevolare o compromettere irrimediabilmente gli esiti di
una campagna militare. Gli effetti delle operazioni militari sulla popolazione civile,
costituiscono un fattore chiave della pianificazione e influenzano eventuali
limitazioni/restrizioni alla condotta delle operazioni stesse. Limitare i danni collaterali
e le vittime civili (Civilian Casualties - CIVCAS), piuttosto che focalizzare gli sforzi
sulla protezione della popolazione locale per guadagnarne il consenso nell’ambito di
una campagna contro-insurrezionale (Counter-Insurgency - COIN)6, sono
considerazioni fondamentali nel modo in cui si decide di impiegare le unità e ne
determinano il successo o l’insuccesso. Stesse considerazioni sono da fare per quanto
attiene la presenza, spesso consistente, di altre organizzazioni governative e non
governative, delle compagnie di sicurezza private, di attori armati o di soggetti
operanti nel settore dei media. L’operato di queste entità introduce numerose
variabili, in grado di complicare ulteriormente il quadro generale entro cui le unità
devono vivere, muovere e combattere.
6 SME, Nota Dottrinale “Il contrasto alla minaccia interna”, ed. 2013.
Figura 2: L’Ambiente Operativo
5
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
1.2.2 Ambiente informativo7
È l’insieme degli organi di stampa e dei mezzi audiovisivi (cinema, radio, TV, ecc.)
che sono in grado di raggiungere e influenzare con i loro messaggi un pubblico molto
esteso (mass media). Possono essere distinti tra:
media “tradizionali”, caratterizzati da un numero ristretto di mezzi e messaggi; la
comunicazione fra trasmettitore e ricettore può essere immediata, ma non è
detto che si riesca a ottenere e analizzare immediatamente un feed-back
dell’interazione avvenuta;
nuovi media, caratterizzati, invece, da un numero elevato di mezzi e messaggi
che permettono una comunicazione istantanea. Si può, inoltre, avere un riscontro
immediato e continuo dell’interazione avvenuta.
I nuovi media e, in particolare, i social media, rivestono una certa rilevanza, in
quanto consentono alla massa di condividere istantaneamente idee, contenuti e
pensieri. Tuttavia, il grado di partecipazione degli utenti ai vari social media è
variabile e di conseguenza sarà variabile anche la possibilità di influenzarli attraverso
di essi. Il loro utilizzo deve essere adeguatamente studiato ed analizzato, in modo da
verificare l’opportunità o meno di utilizzarli quale strumento per veicolarne la
comunicazione. Essi, sostanzialmente, rappresentano uno dei mezzi di comunicazione
di massa e possono essere utilizzati vantaggiosamente sia per la comunicazione
interna sia per quella esterna.
1.2.3 Ambiente geografico
Include le caratteristiche fisiche naturali, artificiali e climatiche del Teatro di
Operazione dove un’unità può trovarsi ad operare per la salvaguardia degli interessi
nazionali o della coalizione. Non è più sufficiente la familiarizzazione con le sole aree
prossime ai confini nazionali in quanto le forze terrestri devono essere in grado di
agire in una vasta gamma di aree geografiche, tra cui quelle artiche, costiere e
desertiche, ma soprattutto devono essere in grado di manovrare in terreni complessi,
come quelli urbani, montani o boschivi (giungla e foresta).
Il personale militare, quindi, dovrà essere addestrato e preparato fisicamente e
mentalmente a sostenere gli sforzi intensi e prolungati che tali ambienti richiedono.
In particolare, il clima e gli agenti atmosferici sono parte integrante dell’ambiente
geografico e possono avere un impatto significativo sia sulla capacità di manovra
delle unità sia sul livello di efficienza di armi, mezzi ed equipaggiamenti, nonché sulle
condizioni fisiche e psicologiche del soldato, esaltandone o riducendone, anche
sensibilmente, il rendimento.
7 Per ulteriori approfondimenti Cfr. PDE-1 “La Dottrina dell’Esercito”, ed. 2018, FD.
6
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
1.3 CONDIZIONI DELL’AMBIENTE OPERATIVO
Sulla base del grado di ostilità, e quindi del contesto operativo, l’ambiente operativo
può variare da permissivo a semi permissivo o non permissivo. In particolare il
contesto operativo può essere caratterizzato in:
non bellico, in cui non vi è né una dichiarazione di guerra che coinvolga l’entità
statuale né una situazione di deterioramento dell’ordine pubblico o di conflitto;
prebellico, in cui vi è grave deterioramento dell’ordine pubblico ovvero una
situazione di conflitto interno;
bellico in cui vi è un vero e proprio stato di belligeranza sancito da una
dichiarazione di guerra o un gravissimo deterioramento dell’ordine pubblico
ovvero una situazione di conflitto interno in cui il contesto operativo non può più
ricondursi ad una situazione di normalità (Figura 3).
Naturalmente, il passaggio da una fase all’altra non è immediato e spesso le diverse
condizioni possono sovrapporsi. Durante la fase non bellica, o pacifica, vi può essere
comunque l’attività di determinate forze che, per diversi motivi, tendono a condurre
azioni di destabilizzazione della pubblica sicurezza e/o dell’ordine pubblico, quali per
esempio atti criminali o terroristici (si possono ricondurre, dal punto di vista
operativo, ad assassini, attentati, intimidazioni ecc., condotti con le modalità più
disparate).
Il passaggio da un contesto operativo non bellico a quello bellico può avvenire
attraverso il deterioramento progressivo dell’ordine pubblico di uno Stato causato da
una serie di fattori, come ad esempio catastrofi naturale (Haiti), criminalità
(Colombia), sommosse (primavere arabe), insurrezione (Afghanistan), conflitti etnico-
Figura 3: Contesto Operativo
7
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
religiosi (Bosnia), fallimento di una struttura statale (Somalia), ecc. In un primo
momento si passa attraverso una fase che possiamo definire prebellica, in cui vi è
una prevalenza di attività di destabilizzazione, quindi attacchi, che abbiamo già visto
nelle precedenti fasi ma che possono incrementare nel numero e nell’intensità,
preludio alla successiva fase bellica.
L’ulteriore transizione dalla fase prebellica a quella bellica è altrettanto labile e può
avvenire con una dichiarazione di guerra, nel caso vi siano più entità Statuali
coinvolte nel conflitto, o meno, come nel caso di un conflitto ibrido (hybrid warfare),
dove lo stato di belligeranza è sicuramente immanente, anche se mai ufficiale, in cui
le operazioni condotte dall’avversario sono una combinazione di attività di natura
diversa (militare, terroristica, criminale, ecc.) sviluppate eventualmente da due o più
entità che, seppur differenti per finalità e tipo di organizzazione, hanno in comune il
medesimo obiettivo.
Successivamente alla fase di belligeranza, a cui si pone termine tramite un accordo di
pace (caso dei Balcani) o un intervento armato (Iraq e Afghanistan), vi è una fase
che può essere definita postbellica, in cui comunque le forze avversarie possono
continuare ad agire al fine di far finire l’occupazione o riportare l’ambiente operativo
ad una situazione di belligeranza.
1.4 LA MINACCIA
Una minaccia è una combinazione di attori e/o di forze che hanno la capacità e
l’intenzione di danneggiare la nostra forza militare, gli interessi nazionali o la patria.
Può includere individui, gruppi di individui (organizzati o non organizzati), forze
paramilitari o militari, nazioni o alleanze nazionali. Quando la minaccia non è più
potenziale ma reale coloro i quali la pongono in essere diventano nemici. In generale,
i vari attori presenti in qualsiasi area delle operazioni possono essere così suddivisi:
Nemico, se chiaramente identificato come ostile e contro il quale è autorizzato
l’uso della forza; può anche essere definito combattente.
Avversario, se riconosciuto come potenzialmente ostile e contro cui l’uso della
forza potrebbe essere previsto. L’avversario diventa un nemico quando forze
amiche subiscono atti ostili da parte sua.
Neutrale, se non sostiene e non si oppone alle forze amiche o nemiche.
Nel moderno ambiente operativo le operazioni risultano spesso complesse per la
indeterminatezza della minaccia e degli attori che la pongono in essere, tanto da
risultare difficile categorizzarli secondo quanto precedentemente descritto. Quando vi
è la combinazione diversa e dinamica di forze regolari, forze irregolari, forze
terroristiche e criminali la minaccia prende il nome di “minaccia ibrida”. In questo
caso, il nemico impiega tattiche e metodi convenzionali, non convenzionali e
terroristici per il raggiungimento dei propri obiettivi strategici e politici.
8
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Le unità devono essere in grado di fronteggiare qualsiasi forza di opposizione a
prescindere dalla tipologia e dalla forma di minaccia utilizzata (simmetrica,
asimmetrica e ibrida). Ancora, devono avere la capacità di affrontare anche altri
pericoli che possono coesistere con la minaccia, quali malattie o epidemie su larga
scala, calamità naturali, inquinamento industriale e catastrofi umanitarie come
carestie o siccità.
1.4.1 La minaccia simmetrica
La minaccia simmetrica è costituita dal potenziale bellico dell’esercito, della marina e
dell’aeronautica di un paese dichiaratamente nemico e si traduce in battaglie,
combattimenti e scontri continui. Le forze su ciascun fronte sono ben definite, e
combattono usando armi convenzionali (non quelle nucleari, biologiche o chimiche,
che rappresentano genericamente le non convenzionali) che si rivolgono
prevalentemente contro lo schieramento combattente nemico e non contro la
popolazione civile. Nel caso di impiego di armi non convenzionali nell’ambito di un
conflitto – sia esso originariamente simmetrico, asimmetrico o ibrido – la natura del
conflitto stesso cambia e assume esso stesso una fisionomia “non convenzionale”. Lo
scopo è generalmente quello di neutralizzare o distruggere la forza militare
avversaria, al fine di indurre alla capitolazione il nemico.
1.4.2 La minaccia asimmetrica
Tale tipologia di minaccia implica il ricorso a strategie e tattiche di guerra non
convenzionale, in cui i combattenti con più basso potenziale bellico cercano di
compensare le proprie carenze quantitative e qualitative. La NATO riconosce che
l’asimmetricità può essere intrinseca a qualsiasi scontro, poiché sussistono sempre
delle differenze, talvolta significative, tra i diversi contendenti e individua alcune
ragioni che possono determinare una qualche forma di asimmetricità tra l’Alleanza e i
suoi potenziali avversari8:
la natura stessa del nemico, che rende difficile il suo riconoscimento, la sua
identificazione, la sua discriminazione e il suo ingaggio, in quanto tende a
nascondersi tra la popolazione civile;
la natura della cultura, degli ideali e/o degli obiettivi perseguiti dagli elementi
ostili, che non sono compatibili con quelli nazionali, orientati al rispetto di vincoli
morali e legali nella condotta delle operazioni, imposti dal Diritto Internazionale e
Umanitario, ovvero dall’Autorità Politica. Al contrario, i potenziali avversari,
potrebbero invece agire in assenza di vincoli e limitazioni nell’uso della forza, per
trarne un vantaggio sia tattico sia strategico;
i metodi di combattimento non convenzionali impiegati dal nemico, che è
costretto a compensare lo svantaggio qualitativo e quantitativo nei confronti
dell’avversario, utilizzando tattiche, tecniche e procedure irregolari.
8 NATO, AJP-01(E), “Allied Joint Doctrine”, ed. 2017.
9
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
1.4.3 La minaccia ibrida (Hybrid Threat – HT)9
Il termine minaccia ibrida si è sviluppato per comprendere l’effettiva complessità
dell’ambiente operativo e la molteplicità degli attori coinvolti in un conflitto. Una
minaccia ibrida è la combinazione varia e dinamica di forze regolari, forze irregolari,
forze terroristiche e/o elementi criminali uniti al fine di ottenere effetti di reciproco
beneficio. In particolare, la minaccia complessiva si definisce prevalentemente ibrida
nel caso in cui nell’ambito di tali componenti, quella rappresentata dalle forze regolari
rimanga allo stato potenziale. In questo caso la componente “convenzionale”
dell’avversario avrà la capacità di negare il suo intento ostile (“Deniability”) e
conseguentemente di limitare le opzioni militari amiche.
Le interazioni continue dei suddetti attori, ciascuno con i propri obiettivi, interessi e
legami, accrescono la difficoltà di capire il complicato intreccio di relazioni ed
interazioni tra queste figure. Tale comprensione risulta fondamentale per avere,
mantenere e sfruttare l’iniziativa su di essi e per consolidare i risultati ottenuti utili al
successo della missione. La forza militare dovrà essere pronta a sconfiggere qualsiasi
tipo di nemico che combina tattiche e metodi convenzionali e non convenzionali
diretti ad attaccare le vulnerabilità delle nostre unità evitandone i punti forti.
Questi nemici impiegano una serie di contromisure tecnico-tattiche per annullare il
potenziale offensivo della forza militare attraverso operazioni di inganno, dispersione,
occultamento e mescolanza con i civili nel tessuto urbano. Inoltre, utilizzano
contromisure tecnologiche, come attacchi informatici e blocco del sistema di
posizionamento globale, per eludere e interrompere la capacità della forza militare di
comprensione della situazione, cogliere l’iniziativa e consolidare i risultati favorevoli.
Il Comandante e il suo Staff, al fine di capire la tattica, le dinamiche umane e
politiche associate al conflitto armato, dovranno tenere conto delle tre dimensioni
con cui il nemico conduce le proprie operazioni: fisica, psicologica ed informativa e
politica. La comprensione per essere efficace dovrà estendersi oltre le organizzazioni
nemiche e le loro capacità comprendendo i gruppi etnici, le fazioni politiche, le tribù, i
clan, le sette religiose, i movimenti ideologici e i corrispettivi obiettivi. Ciò richiede
informazioni dettagliate e approfondite, possibili solo attraverso un efficace sforzo di
raccolta delle informazioni in ogni fase dell’operazione. Solo in questo modo il
Comandante e lo Staff potranno ottenere la comprensione necessaria per sconfiggere
un nemico adattivo e determinato sui campi di battaglia.
1.4.3.1 Dimensione fisica
Il nemico opera nella e tra la popolazione per sfuggire all’individuazione, preservare il
potere di combattimento e mantenere la libertà di movimento, spesso stabilendo
rapporti con organizzazioni criminali locali, regionali e transnazionali ed organizzazioni
estremiste per finanziare le proprie operazioni e ottenere l’accesso alle reti di traffico
9 COMFORDOT PSE-7.02 “Generic Enemy Forces (GENFOR), ed. 2017 e TC 7-100 “Hybrid Threat”, U.S.A. Department of the Army, ed. 2010.
10
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
illecito per spostare illegalmente armi, munizioni, armi di distruzione di massa,
persone, narcotici o denaro.
Si muove in piccole unità, formazioni, gruppi o cellule, generalmente composte da tre
sino a dieci elementi, in modo diradato, per evitare il rilevamento e condurre brevi
azioni da combattimento cercando di rompere il contatto con la forza militare prima
che possa subire il supporto di fuoco indiretto o aereo.
Aumenta le capacità tattiche combinando le armi in possesso con alcune
contromisure come gli ordigni esplosivi improvvisati, le bombe molotov, gli attentatori
suicidi, i civili come ostacoli (dimostranti e folle per incitare le rivolte) ed il fuoco e il
fumo come ulteriori sistemi d’arma. Allo stesso tempo, cerca di acquisire tecnologie
come i sistemi di velivoli senza pilota (che possono essere equipaggiati con armi ad
alta precisione), immagini satellitari, sistemi e piattaforme di guerra elettronica. È
abile nello stabilire e mantenere le comunicazioni e nel creare disordine nei sistemi di
Comando e Controllo della forza militare.
1.4.3.2 Dimensione psicologica e informativa
Il nemico riconosce l’importanza della percezione pubblica e del suo impatto sulla
condotta delle operazioni per cui, al fine di influenzare la volontà delle popolazioni
degli stati coinvolti nel conflitto, conduce operazioni di propaganda, di
disinformazione e attacchi terroristici contro i paesi delle forze militari intervenuti, la
nazione ospitante e le forze della coalizione. Inoltre, mina gli sforzi di stabilizzazione
in corso, emarginando i successi e sfruttando gli eventuali passi falsi della forza
militare.
Ancora tenta di manipolare le notizie locali, regionali e mondiali per raggiungere i
propri scopi e arruolare nuove reclute alla propria causa.
1.4.3.3 Dimensione politica
La politica e, in particolare, la competizione per il potere, le risorse e la
sopravvivenza guidano i conflitti e sono fondamentali alla loro risoluzione.
Comprendere le dinamiche politiche a livello locale consente al Comandante e al suo
Staff di identificare la strategia, le capacità e le potenziali debolezze del nemico
all’interno dell’ambiente operativo.
Il nemico sfrutta le divisioni sociali lungo linee politiche, economiche, etniche, tribali
e religiose offrendo benefici ai gruppi sostenuti ed ostacolando i gruppi contrapposti.
Queste attività hanno l’obiettivo di proteggere la propria forza, consolidare il potere e
dare vita ad una legittimità politica. Inoltre, promuove istituzioni politiche deboli
attraverso l’interruzione o l’influenza delle elezioni a livello locale, provinciale e
nazionale, la condotta di attacchi contro i siti di voto, l’intimidazione dei funzionari
elettorali, la manipolazione dei distretti politici e il sostentamento di funzionari
corrotti. Inoltre, il nemico può tentare di assassinare e/o rapire leader etnici, politici e
militari per minare la sicurezza e il buon governo, degradare il morale delle forze
11
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
amiche, raccogliere l’attenzione dei media, per ottenere supporto e influenzare
l’opinione pubblica, raccogliere fondi e attrarre nuove reclute.
Questo permette al nemico la libertà, la capacità di deviare risorse statali senza
ripercussioni, di ridurre la capacità della forza militare e locale di fornire servizi
essenziali e sicurezza alienando il supporto della popolazione alle forze amiche. Come
nella dimensione fisica, il Comandante e il suo Staff dovranno riconoscere e
contrastare questi sforzi cercando di mantenere l’iniziativa. Dovranno visualizzare la
minaccia nel contesto politico per comprendere le dinamiche esistenti nell’Area delle
Operazioni e determinare le tattiche e gli obiettivi più opportuni per il raggiungimento
dei risultati politici sostenibili con la missione assegnata. La forza militare, una volta
comprese le dinamiche politiche di un conflitto, può rassicurare e proteggere le
popolazioni indigene ed, infine, identificare, isolare, distruggere e sconfiggere il
nemico.
1.5 CARATTERISTICHE DELLE OPERAZIONI
La Forza Armata, pur avendo il compito fondamentale di difendere l’integrità
territoriale nazionale e dei Paesi dell’Alleanza Atlantica da avversari statuali (NATO
Art. 5), è chiamata a intervenire, spesso, in aree di crisi ove sussiste la necessità di
rafforzare, sostenere o ripristinare condizioni di pace e sicurezza, oppure ricreare
condizioni tali da consentire a governi legittimi amici di esercitare nuovamente le
proprie funzioni e la propria autorità, oppure ancora di fornire assistenza umanitaria
in caso di calamità naturali o catastrofi umanitarie (non-Art. 5 Crisis Response
Operations).
L’insieme degli strumenti utilizzati per la risoluzione di una situazione di crisi
contribuisce dunque alla definizione della Campagna10 che, secondo il concetto
NATO, è possibile classificare sulla base di alcuni fattori mutevoli11, che fanno
riferimento ai seguenti quattro “Temi predominanti (Predominant Campaign
Themes)” (Figura 4):
Combattimento (Combat);
Sicurezza (Security);
Sostegno alla Pace (Peace Support);
Attività Militari in Tempo di Pace (Peacetime Military Engagement).
Differenti temi della Campagna potrebbero rendere necessari differenti approcci alle
operazioni e richiedere la combinazione di differenti capacità o l’impiego di diverse
tipologie di forze, ancorché in ogni caso, le forze militari schierate in qualsiasi tipo di
10 Definita come “Serie di operazioni militari pianificate e condotte per conseguire un obiettivo strategico in un tempo e in un’area geografica stabiliti, generalmente con il coinvolgimento di Forze marittime, terrestri ed aeree”, NATO AAP-06 “NATO glossary of terms and definitions”, ed. 2014. 11 Livello di rischio accettabile, lo scopo della Campagna (End-State strategico), caratteristiche dell’azione militare (in termini di frequenza, scala, intensità dei combattimenti), tipologia di avversario. Cfr. SME, PDE 1 “La Dottrina dell’Esercito”, ed. 2018, FD.
12
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Campagna, devono essere in grado di operare all'interno di tutto lo spettro delle
operazioni (Full Spectrum Operations), in quanto un conflitto limitato (ad esempio
per scopi e livello delle risorse impegnate) può degenerare, senza significative pause
operative, sino a diventare un conflitto generale. Inoltre, contemporaneamente e
all’interno della stessa Area di Operazioni (Area Of Operations - AOO), ci si potrebbe
trovare di fronte ad una situazione in cui alcune unità potrebbero essere impegnate
contro forze regolari per la conquista di un obiettivo territoriale, mentre altre si
scontrano con gruppi ostili di un movimento insurrezionale per il controllo di un
villaggio ed altre ancora ripristinano i servizi essenziali per la sopravvivenza della
popolazione di una città.
Il Tema della Campagna è dunque, sostanzialmente, uno strumento concettuale utile
per i Comandanti e i loro staff che deve essere analizzato in relazione alle direttive
politico-strategiche, in fase di pianificazione, applicando i principi e i criteri che
governano la condotta delle specifiche Attività Militari ritenute più opportune. Ogni
Campagna, quindi, si traduce sempre nella combinazione – variabile nel tempo,
secondo la situazione contingente – di tutte e quattro le attività militari fondamentali:
offensive (Offensive), volte ad eliminare la minaccia e mirate a distruggere o
neutralizzare le forze nemiche;
difensive (Defensive), volte alla protezione delle proprie forze, della popolazione,
dell’ambiente e condotte quando il nemico detiene l’iniziativa, allo scopo di farne
fallire l’offensiva e impedirgli di conseguire l’obiettivo, riconquistando l’iniziativa;
Figura 4: Temi della campagna
13
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
di stabilizzazione (Stability), che perseguono lo scopo di ridurre il grado di
disordine e violenza e di ricondurre la situazione nell’area ad un accettabile livello
di stabilità, consentendo il ripristino delle funzioni istituzionali dell’organizzazione
statuale in difficoltà;
abilitanti (Enabling), poste in essere tra altri tipi di attività per collegarle o
supportarle.
Ogni tipo di Attività Militare include una serie di Attività Tattiche, che si traducono
nell’esecuzione di una combinazione sinergica di Compiti Tattici (vds Allegato “A”)
che possono essere assegnati alle unità, così come riportato nella Figura 5.
Figura 5: Attività tattiche terrestri e compiti tattici
14
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA
15 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
2. FONDAMENTI DI IMPIEGO
2.1 MISSION COMMAND
Il Mission Command è una filosofia che si basa sul principi della pianificazione
centralizzata e dell’esecuzione decentralizzata della missione, promuovendo la
massima libertà di azione e di iniziativa. Concede ai Comandanti subordinati la libertà
nel modo in cui eseguire le loro missioni. Il grado di libertà e di azione dipenderà dal
tipo di missione. Quando vengono imposte le misure di controllo, necessarie per lo
svolgimento di compiti specifici, non dovranno limitare la libertà di pensiero sul come
raggiungere la missione. Il Mission Command consente ai Comandanti subordinati la
flessibilità e l’autorità per sfruttare le vulnerabilità del nemico man mano che
vengono scoperte.
Il Mission Command è quindi il metodo di comando più adatto alla complessità e
all’incertezza dell’ambiente operativo odierno. Come ogni abilità militare richiede di
essere appresa, applicata e praticata correttamente.
Storicamente, i Comandanti hanno impiegato combinazioni di due filosofie di
comando: Mission Command e Detailed Command. Alcuni eserciti hanno favorito il
Detailed Command ma gli scenari moderni, caratterizzati da caos e incertezza, ci
hanno dimostrato come l’utilizzo del Mission Command sia più vantaggioso.
Il Detailed Command deriva dalla convinzione che il successo in guerra provenga
dall’imponente ordine e certezza sul campo di battaglia. Tecniche di comando
dettagliate possono effettivamente avere un alto grado di coordinamento durante la
pianificazione. Tuttavia, durante l’esecuzione, lasciano poco spazio agli adeguamenti
indipendenti dei Comandanti subordinati che, potranno discostarsi dal piano
originale, solo dopo aver consultato il Comandante superiore. Il Detailed Command
non è adatto per sfruttare/reagire a situazioni in rapido cambiamento. Risulta poco
efficace quando il flusso di comunicazioni e informazioni è interrotto. Infine, inibisce il
giudizio, la creatività e l’iniziativa necessari per il successo di un’operazione militare.
In pratica, nessun Comandante fa affidamento unicamente su una delle due filosofie
sopra descritte. Il grado di inclusione di alcune tecniche di comando dettagliate
dipende da vari fattori quali la natura dell’azione o del compito, le qualità del
personale o dei Comandanti subordinati e la natura e le capacità del nemico. Sulla
base di ciò e in relazione all’esperienza e alla leadership che intende adottare, un
Comandante potrà imporre vincoli ai Comandanti subordinati e quindi limitarne la
loro libertà di azione e di iniziativa.
Il Mission Command sostiene la pianificazione centralizzata, ovvero l’assegnazione di
chiare linee guida e intenti, con esecuzione decentrata basata su ordini di missione.
Una tecnica che descrive il “cosa”, senza necessariamente prescrivere il “come”. La
filosofia del Mission Command sottolinea l’importanza di capire quali compiti/effetti
16 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
devono essere svolti/conseguiti piuttosto che specificare i modi in cui si dovrebbero
eseguire/ottenere.
2.1.1 Principi fondamentali del Mission Command
Il Mission Command esalta l’iniziativa individuale, favorisce processi decisionali rapidi
e incoraggia i Comandanti subalterni a prendere decisioni tattiche basate sia sulla
situazione contingente sia sull’intento dei propri Comandanti, pur in assenza di ordini
dettagliati. Tale approccio si basa sull’importanza dell’esercizio dell’Autorità e del
Comando attraverso ordini basati sulla missione (piuttosto che su modalità esecutive
dettagliate), al fine di abilitare una disciplinata iniziativa, nell’ambito dell’intento del
Comandante, allo scopo di dare il necessario potere/autorità ai Comandanti
subordinati per ottenere, mantenere e sfruttare l’iniziativa.
Questa filosofia ha la necessità di un robusto sistema di Comando sia in pace che in
guerra che sviluppi la fiducia e la comprensione reciproca tra i Comandanti ai vari
livelli lungo tutta la catena di Comando. Gli elementi chiave di tale filosofia che un
Comandante dovrà tenere in considerazione sono:
l’emanazione di ordini chiari in modo da permettere ai subordinati una
comprensione inequivocabile dell’intento del Comandante, della missione e del
contesto in cui si va ad operare;
la condivisione dello scopo della missione e della ragione per cui deve essere
conseguito con i subordinati, assegnando loro le risorse necessarie per eseguire i
compiti tattici;
la riduzione allo stretto necessario delle misure di controllo in modo da non
limitare inutilmente la libertà d’azione delegata ai Comandanti subordinati.
Il Comandante dovrà basare i suoi ordini sulla missione consentendo ai propri
Comandanti subordinati la massima flessibilità possibile per svolgere i compiti
assegnati. Nell’esercizio effettivo del Mission Command, il Comandante dovrà
considerare i seguenti sei principi fondamentali:
coesione attraverso la fiducia reciproca;
comprensione condivisa;
intento del Comandante chiaro;
iniziativa disciplinata;
utilizzo degli ordini basati sulla missione;
accettazione del rischio prudente.
17 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Il Comandante usa il Mission Command come filosofia per sfruttare e migliorare le
abilità umane in modo univoco attraverso il bilanciamento dell’arte del Comando e
della scienza del controllo. L’arte del Comando implica creatività e abilità nell’esercizio
dell’autorità attraverso decisioni tempestive e leadership; la scienza del controllo
attiene, invece, ai sistemi ed alle procedure utilizzate per verificare l’attuazione di
ordini e direttive al fine di garantire il successo dell’Operazione (Figura 6).
Figura 6: Elementi del Mission Command
2.1.2 Attività principali del Mission Command
L’applicazione del Mission Command si basa sulla fiducia reciproca tra Comandanti e
subordinati, sulla condivisone della missione e sulla comprensione dello scopo.
Generalmente i Comandanti devono prendere velocemente decisioni e, pertanto, si
pone quasi l’obbligo di concentrarsi sugli obiettivi di un’operazione e non su come
raggiungerli. Nella stessa ottica pertanto i Comandanti subalterni esercitano
l’iniziativa disciplinata per rispondere velocemente agli scostamenti rispetto alla
situazione iniziale. Di seguito l’elenco delle principali attività da compiere per
l’applicazione del Mission Command:
per i Comandanti:
assegnare risorse;
fornire un intento chiaro e lo scopo dell’operazione;
indicare le attività principali;
promuovere la libertà di azione e di iniziativa, incoraggiando ad agire in modo
audace e accettando un rischio prudente per creare opportunità e per
prendere l'iniziativa;
per i Comandanti subordinati:
18 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
comprendere l’intento del Comandante e l’obiettivo comune generale;
cercare di adattarsi a situazioni in rapida evoluzione e sfruttare le fugaci
opportunità;
agire e sincronizzare le loro azioni con il resto della forza;
per i soldati:
operare con senso di responsabilità;
mantenere l’unità dello sforzo;
agire con prudenza e ingegnosamente nell’ambito dell’intento del
Comandante.
2.2 MANOEUVRIST APPROACH
Il Manoeuvrist Approach è una metodologia di condotta delle operazioni che mira a
frantumare la coesione generale e la volontà di combattere del nemico, piuttosto che
a distruggerne la forza (Figura 7). Come per il Mission Command, rimane centrale la
necessità di cogliere, conservare e sfruttare l’iniziativa. In particolare si punta, più
che alla distruzione dell’avversario nel dominio fisico, alla:
sopraffazione del rivale nel dominio cognitivo, condizionandone la
comprensione dell’ambiente operativo, a vantaggio delle forze amiche;
massimizzazione degli effetti sull’avversario nel dominio morale, attraverso:
l’indebolimento della volontà di opporsi degli elementi ostili;
l’erosione della coesione interna dell’avversario, combinando metodi violenti e
non-violenti al fine di neutralizzarne la capacità di agire/reagire.
La percezione della situazione influenza la volontà; se esso pensa di essere battuto,
il suo morale ne risentirà e le sue eventuali azioni risulteranno meno efficaci.
Un’azione tattica che demoralizza un Comandante nemico riduce la coesione della
sua unità e di conseguenza la sua efficacia. Il Manoeuvrist Approach sarà tanto più
efficace quando si raggiungerà un atteggiamento mentale capace di comprendere e
manipolare la natura umana identificandone le vulnerabilità e i punti di influenza.
Manovrare “con la mente” piuttosto che con le unità sul terreno. Incertezza e
pericolo minano la fiducia e la coesione causando sintomi di avversione al rischio,
scarsa consapevolezza della situazione, procedure lente e decisioni inopportune.
19 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
FORZA MILITARE
Figura 7: Manoeuvrist Approch
Il Manoeuvrist Approach richiede, quindi, un’attitudine psichica tesa a ricercare
soluzioni inattese capaci di destabilizzare il nemico e promuove:
l’emanazione di ordini chiari e sufficientemente flessibili che non vincolino
l’iniziativa e la creatività dei propri Comandanti subordinati, in modo da
consentire di sfruttare le opportunità impreviste e reagire tempestivamente a
minacce inattese;
l’esaltazione del coraggio e della determinazione dei soldati, necessari per agire
anche in assenza di ordini dettagliati, per superare condizioni di isolamento
tattico/operativo, nonché per agire efficacemente nelle situazioni caotiche tipiche
del combattimento dinamico che richiedono la fredda capacità di valutare e
accettare il rischio;
la ricerca della sorpresa e dell’inganno, indispensabili per incrementare
esponenzialmente le probabilità di mantenere l’iniziativa, moltiplicare l’efficacia
delle azioni intraprese e facilitare il successo della misssione;
l’ esecuzione di un ritmo elevato delle operazioni. Chi comprende, decide e agisce
più velocemente ottiene e mantiene l’iniziativa, sbilancia l’avversario e lo
costringe all’errore;
la capacità di manovrare dissimulando le proprie reali intenzioni e mantenendo
aperte più opzioni tattiche per proseguire l’azione, in modo da porre l’avversario
in una condizione costante di incertezza e sovraccarico decisionale.
Applicare questo approccio è un’arte difficile che richiede un investimento
nell’addestramento e una grande flessibilità nel combattimento. Ma, una volta
acquisita, permetterà ad un Comandante di imporre al nemico, ancorchè dotato
anche di una capacità di combattimento maggiore, una serie di azioni rapide,
violente ed inaspettate, trascinandolo in una situazione di confusione,
deterioramento e disgregazione generale, ovvero alla sconfitta.
20 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
2.2.1 Abilità per utilizzare Manoeuvrist Approach
Utilizzare il Manoeuvrist Approach richiede ai Comandanti ed al loro Staff lo sviluppo
di cinque abilità:
comprensione della situazione. Un Comandante dovrà sfruttare
efficacemente le informazioni, l’intelligence e l’intuizione per avere cognizione
della natura del conflitto e del nemico. L’obiettivo è identificare le debolezze
dell’avversario per cercare di interferire con la sua comprensione della situazione
e romperne volontà e coesione;
influenza delle percezioni. Il conflitto è uno scontro tra opposte volontà. Influenzare le percezioni del nemico significa condizionarne il comportamento.
Questa è un’arte sofisticata che richiede una comprensione notevole della forza
contrapposta e del contesto nel quale il condizionamento deve essere raggiunto.
Tale proposito è necessario al fine di individuare il mezzo più appropriato per
influenzare il nemico a nostro vantaggio;
cogliere e mantenere l’iniziativa. Un Comandante dovrà cercare di dettare gli
eventi per agire con più efficacia sull’avversario. Cogliere e mantenere l’iniziativa
richiederà una comprensione del nemico, una volontà di prendere rischi e una
capacità di manovrare in una posizione di vantaggio, concettualmente e
fisicamente, per ottenere shock e sorpresa. In combattimento, se una delle parti
contrapposte agisce per prima e/o minaccia l’utilizzo della violenza, la seconda di
solito reagisce per proteggersi. Questo limita la sua capacità di agire in modo
offensivo. Ottenere l’iniziativa è importante per il successo e, una volta acquisita,
dovrebbe essere conservata in via prioritaria. Se dovesse venire meno o pensare
che presto andrà persa, un Comandante dovrebbe pianificare di riconquistarla.
Questo può essere fatto ritirandosi dal combattimento in modo che un avversario
non possa dettare eventi, sopportando l’attacco del nemico fino a quando non si
esaurisce e aspettando il momento più opportuno per effettuare un contrattacco.
Il contrattacco ha diversi vantaggi: ferma lo slancio del nemico, dal momento che
è costretto a proteggersi; può causare sorpresa e shock nella mente del
Comandante avversario e può anche presentare opportunità di sfruttamento del
successo;
rottura della coesione e della volontà. Richiede una comprensione della
cultura, delle motivazioni, delle capacità e della vulnerabilità dell’avversario. Gli
effetti di rottura della coesione e della volontà dovrebbero essere ricercati
simultaneamente, ove possibile, per sovrastare la capacità dell’avversario di
risposta e di resistenza. Quando possibile, per raggiungere efficacemente questo
obiettivo, un Comandante dovrebbe attaccare il nemico ricercando uno shock,
con i classici sintomi di intorpidimento e comportamento irrazionale, ovvero
ridotta partecipazione al combattimento, panico e/o resa di numeri significativi e
risposte inappropriate alle nostre azioni;
21 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
protezione della coesione e della volontà. Oltre a sopraffare l’avversario, un
Comandante dovrà anche proteggere la coesione e la volontà delle proprie forze
riducendo al minimo le vulnerabilità della forza militare. Misure protettive minime
possono essere adottate attraverso il mantenimento di uno spirito offensivo. La
volontà può essere considerata come la determinazione a persistere di fronte alle
avversità. I comandanti, e più in generale tutti i soldati, dovranno essere in
grado di perseverare di fronte alle difficoltà, non permettendo alle loro paure di
ostacolarli e/o bloccarli. Mentre, la coesione è una condizione essenzialmente
umana, truppe che posseggono tale aggregazione restano unite e continuano a
combattere nonostante avversità e battute d’arresto temporanee. Deriva da una
combinazione di diversi fattori, tra cui morale alto, buona leadership, spirito di
corpo e fiducia reciproca lungo tutta la catena di comando.
2.3 PRINCIPI FONDAMENTALI
Nella pianificazione e nella condotta di qualsiasi operazione militare, sempre
nell’ottica del Mission Command e del Manoeuvrist Approach, è necessario tenere in
considerazione il complesso dei principi fondamentali che, come storicamente
dimostrato, se applicati con capacità di giudizio dai Comandanti, portano al
conseguimento dell’End State desiderato. Non sono regole, ma se non tenuti in
attenta valutazione potrebbero provocare il fallimento della missione. Quelli di
maggior rilevanza sono:
enunciazione dello scopo. In ogni operazione è essenziale selezionare e definire
chiaramente lo scopo della missione che deve essere raggiungibile con le forze
disponibili, deve essere compreso da tutta l’unità e non deve dare adito ad
interpretazioni;
iniziativa. È fondamentale conquistare e mantenere l’iniziativa. Chi ha l’iniziativa,
ha il controllo degli eventi, impone il ritmo dell’azione, sceglie se, quando e dove
ingaggiare l’avversario. Lo costringe inoltre ad agire o reagire in affanno,
incrementando così le probabilità che compia degli errori;
morale. È un fattore estremamente importante che favorisce lo spirito e la
determinazione dei soldati per il raggiungimento della vittoria. Il morale è la
qualità che rende gli uomini capaci di andare avanti nelle condizioni più difficili o
mostrare un grande coraggio quando sottoposti a forte stress o in situazioni di
pericolo. È basato sulla fiducia, disciplina, abilità professionale, condizione fisica e
autostima;
mentalità offensiva. In tutte le operazioni di combattimento, anche quelle in cui
inizialmente il nemico ha la libertà d’azione, i Comandanti devono cercare ogni
opportunità di mantenere o cogliere l’iniziativa per colpire il nemico. Il successo
in battaglia dipende direttamente dalla determinazione dei soldati, individuale o
collettiva, di distruggere la volontà di combattere del nemico. In battaglia è
22 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
frequente il raggiungimento della vittoria grazie allo sfruttamento di una
situazione favorevole colta dai Comandanti subordinati;
sorpresa. Dipende in larga misura dalla raccolta di informazioni sul nemico e dalla
capacità di sfruttare queste informazioni. Se adoperata permette di amplificare gli
effetti delle proprie azioni, minimizzare la capacità di reazione del nemico e
colpirlo nei punti più vulnerabili;
massa. È impossibile essere forti e sicuri ovunque, occorre prendere delle
decisioni su dove impiegare lo sforzo principale. Il successo normalmente deriva
dalla concentrazione della forza nel momento e nel posto decisivo contro il centro
di gravità del nemico. La concentrazione non implica che non ci sia mai
dispersione né che le forze debbano essere ammassate; ma, piuttosto, consente
di avere le unità dispiegate sul terreno in modo da fornire il colpo decisivo
quando e dove sia necessario;
economia delle forze. Un Comandante dovrà assegnare alle sue unità compiti
tattici essenziali, concentrando gli sforzi dove necessario, altrimenti quando sarà
possibile sferrare l’attacco decisivo non avrà le risorse adeguate. Inoltre, così
facendo, eviterà il logoramento delle unità, derivante da sforzi precedenti, e
manterrà alta l’efficienza della forza militare;
sicurezza. Un Comandante dovrà preoccuparsi della sicurezza delle proprie
operazioni, proteggendo le proprie forze e le proprie linee di comunicazione.
Inoltre, dovrà porre in essere tutte le misure necessarie per negare al nemico le
informazioni e le intenzioni delle proprie forze. Ciò è vitale per il raggiungimento
della vittoria;
semplicità. Un Comandante dovrà ricercare anche la semplicità nella
pianificazione delle operazioni che, associata alla chiarezza dello scopo, faciliterà
le unità dipendenti al raggiungimento della missione assegnata;
unicità di Comando. È un principio che dovrà essere sempre attuato. Le unità
dovranno essere continuamente subordinate ad un unico Comandante. Questo è
l’unico responsabile dell’operazione, avendo ricevuto l’autorità adeguata per
portare a termine una determinata missione. Ne consegue, pertanto, che ogni
Comandante è tenuto a rendere conto, per quanto attiene all’esecuzione degli
ordini ricevuti, al solo proprio superiore diretto. L’unicità di Comando è inoltre il
mezzo per assicurare la chiarezza dello scopo, il coordinamento degli sforzi e
l’annullamento o la minimizzazione dei conflitti interni alla struttura di Comando.
2.4 COMBINED ARMS (COOPERAZIONE INTERARMA)
Il combined arms consiste nell’impiego sincronizzato e/o simultaneo delle armi per
raggiungere un effetto maggiore rispetto a quello raggiungibile dalle stesse
separatamente e/o in maniera sequenziale. È storicamente provato che l’impiego
23 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
combinato della varie tipologie di armi/specialità costituisce un moltiplicatore di
potenza di qualsiasi unità da combattimento.
Le procedure di impiego delle forze “combined” mirano a neutralizzare i punti di forza
del nemico, rendendole inadeguate nel momento più critico del combattimento. Il
primo aspetto da prendere in considerazione è che ciascuna Arma o specialità
(fanteria, cavalleria, artiglieria, ecc.) ha differenti punti di forza e di debolezza. Ad
esempio i carri armati possono muovere rapidamente su terreni aperti e hanno un
ottimo campo di vista e di tiro, ma non sono idonei per l’occupazione ed il controllo
del terreno, sono soggetti a limitazioni di movimento su terreni compartimentati e
sono vulnerabili al tiro da distanze ravvicinate con sistemi controcarri. Ma se i carri
operano congiuntamente alla fanteria, questa può fornire copertura contro il tiro
ravvicinato, mentre i carri possono fornire un efficace fuoco controcarro necessario
per la protezione contro unità corazzate nemiche. Combinando quindi gli elementi da
combattimento in una singola organizzazione, molti limiti delle singole forze possono
essere compensati tramite i punti di forza di ciascuna di esse. Quando impiegati
correttamente, i vari elementi si completano a vicenda in funzione dell’assetto del
nemico, in altre parole, affinché il nemico possa difendersi efficacemente da una
tipologia di unità, sarà costretto ad attuare delle procedure che lo rendono
vulnerabile per un’altra. Combinando le forze, quindi, costringiamo il nemico a
confrontarsi con una gamma completa di assetti complementari, mettendolo in una
situazione nettamente sfavorevole.
La storia supporta la validità delle procedure di impiego delle forze combinate e
mostra che ogni tentativo di sopravvalutare l’uso di una particolare tipologia di unità
in una battaglia o in uno scontro può essere catastrofico. Da tale concetto deriva
anche la possibilità di sfruttare le vulnerabilità del nemico, infatti se dovessimo
attaccare dei carri armati nemici, l’ideale sarebbe portare l’attacco a distanza
ravvicinata su terreni boscosi ed urbanizzati (utilizzando la fanteria supportata da altri
elementi da combattimento) piuttosto che in campo aperto. Allo stesso modo,
bisogna colpire le concentrazioni della fanteria nemica in campo aperto, che
permette l’ingaggio a lunghe distanze, impiegando il fuoco delle mitragliatrici di
bordo e quello delle armi a tiro curvo. In sintesi, occorre evitare di attaccare il
nemico con sistemi simili ai suoi, in quanto ciò gli offrirebbe l’opportunità di uno
scontro alla pari, sfruttando la copertura dell’oscurità o la scarsa visibilità per
penetrare le sue difese e distruggerlo in un combattimento a distanza ravvicinata.
24 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA
25 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
3. SCHEMI CONCETTUALI
3.1 GENERALITÀ
Il successo in qualunque tipo di operazione militare richiede la capacità del
Comandante di valutare e visualizzare le attività tattiche pianificate prima della
condotta. Questo può essere fatto attraverso l’utilizzo di numerosi Conceptual
Framework (Schemi Concettuali)12, i quali concorrono a semplificare la risoluzione
del problema operativo. Il loro impiego consentirà di:
pianificare, organizzare e sincronizzare l’impiego della forza militare;
verificare la sequenza, la sincronizzazione e la complementarità delle diverse
attività tattiche da svolgere;
visualizzare le relazioni tra le attività tattiche e gli effetti connessi;
organizzare la direzione, la coordinazione e il sostegno delle unità subordinate;
condividere con le forze alle dipendenze un linguaggio comune ed una
comprensione univoca di quello che dovrà essere fatto.
I Framework di maggiore utilità per una Grande Unità (Figura 8) sono in relazione:
allo scopo (Operation Framework). Shaping, Decisive e Sustaining;
allo spazio (Geographic Framework). Deep, Close e Rear;
alle attività fondamentali (Functional Framework – Core Function). Find, Fix,
Strike ed Exploit.
3.2 SCHEMI CONCETTUALI DI RIFERIMENTO
I modelli indicati al precedente paragrafo rappresentano, per un Comandante e il suo
Staff, un riferimento logico per tratteggiare il problema operativo ed un aiuto per
ottimizzare il tempo. Ma, nel contempo, non devono assolutamente imbrigliare la
capacità d’intuizione del Comandante e, quindi, nulla vieta allo stesso di concepirne
uno diverso, ritenuto più utile all’analisi della situazione del momento.
12 NATO, AJP 3.2(A) “Allied Joint Doctrine for Land Operations”, ed. 2016
Shaping
Decisive
Sustaining
Figura 8: Conceptual Framework
26 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
3.2.1 Operation framework
Tale modello si focalizza sul “perché” (scopo) di una operazione militare. In
particolare, utilizza un metodo (Figura 9) che identifica tre attività per l’assolvimento
della missione:
di preparazione o preliminare (shaping) data da quel complesso di attività
che mirano a conseguire o preservare le condizioni per il successo delle azioni
decisive; esse possono interessare un’area geografica oppure le forze (proprie,
alleate, multinazionali o avversarie) e potrebbero essere condotte prima, durante
e dopo le attività decisive;
decisiva (decisive) costituita da quelle azioni il cui successo conduce
direttamente al compimento della missione assegnata e alla realizzazione
dell’intento del Comandante superiore;
di sostegno (sustaining) rappresentata dall’insieme di attività che assicurano
ad una forza di disporre di adeguate risorse per operare, muovere e combattere
nella condotta delle azioni preparatorie e decisive per assolvimento della
missione.
3.2.2 Geographic framework
Il modo in cui le operazioni si relazionano, l’una con l’altra, nell’ambiente terrestre
può essere descritto in funzione del loro sviluppo spaziale e geografico, ovvero in
termini di attività in profondità (deep), a contatto (close) ed arretrate (rear). Tale
schema (Figura 10) risulta fondamentale in quanto materializza “il dove” e il
“quando” effettivamente si intende impiegare la forza militare nel tempo e nello
spazio, indipendentemente dalle caratteristiche geometriche dell’Area delle
Operazioni. In particolare, le operazioni:
in profondita (deep) hanno lo scopo, essenzialmente, di scoprire e fissare il
nemico, per impedirgli il conseguimento dei suoi obiettivi e limitarne la libertà
Figura 9: Operation Framework
27 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
d’azione creando, in tal modo, le condizioni favorevoli allo sviluppo delle attività a
contatto. Sono generalmente condotte a lungo raggio e prolungate nel tempo,
hanno natura essenzialmente offensiva e possono sfociare in attività a contatto;
a contatto (close) hanno lo scopo primario di ingaggiare il combattimento con
il nemico per distruggere una parte significativa della sua “potenza di
combattimento”. Sono generalmente condotte a breve distanza, in ristretta
successione temporale ed i risultati conseguiti hanno un riscontro immediato e
tangibile.
arretrate (rear) si prefiggono lo scopo di assicurare la libertà d’azione alla forza
militare, compresa quella non impegnata in combattimento, e di garantire la sua
sicurezza e sostegno.
3.2.3 Functional framework – Core function
Il modello organizzato per funzioni indica il “come” deve essere utilizzata la forza
militare. È un metodo molto efficace e, per questo motivo, trova particolare
applicazione a livello Brigata.
Secondo tale schema (Figura 11), lo sviluppo delle operazioni è scandito da quattro
attività fondamentali (Core Function): scoprire, fissare, colpire e sfruttamento
del successo, le quali dovranno essere condotte simultaneamente e/o in
successione, prevedendone la transizione da una all’altra senza soluzione di
continuità. Ciò richiede un alto livello di addestramento, interoperabilità, capacità
decisionale e determinazione. L’applicazione di questo metodo consentirà al
Comandante di guadagnare tempo, provocare shock e sorpresa nell’avversario ed
ottenere un possibile vantaggio tattico, utile per il successo della missione. Nel
dettaglio:
scoprire (find), è un’attività che si sviluppa per l’intera durata dell’operazione,
mediante l’impiego di fonti informative e dei mezzi disponibili ai diversi livelli
ordinativi. Si prefigge lo scopo di localizzare ed identificare l’avversario,
individuarne le risorse, accertarne il livello del morale e quantificarne materiali ed
equipaggiamenti, al fine di chiarire, per quanto possibile la situazione operativa.
Detta esigenza è particolarmente sentita nelle fasi iniziali dell’operazione militare,
Figura 10: Geographic Framework
28 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
in presenza di ambienti operativi complessi ed in situazioni caratterizzate da
indeterminatezza o fluidità. Una volta che il nemico è stato trovato, il contatto
deve essere sempre mantenuto;
fissare (fix), è un’attività che si prefigge lo scopo di dominare la volontà
dell’avversario, mediante un accurato dosaggio degli sforzi ed un adeguato
impiego delle risorse disponibili, per negargli la possibilità di raggiungere gli
obiettivi prefissati, distrarne la manovra e privarlo della libertà d’azione,
convincendolo o inducendolo ad agire in modo da favorire le nostre forze. Il fine
è quello di fargli perdere la coesione abbastanza a lungo e creare le condizioni
ideali per colpirlo (strike), preservando nel contempo le nostre forze. In tale
contesto, risultano fondamentali l’applicazione del principio della sorpresa e la
condotta di Info-Ops per impedire al nemico l’acquisizione di elementi informativi
ed interdire la sua funzione C2;
colpire (strike), è l’attività risolutiva che si prefigge lo scopo di “colpire” (in
tutte le sue forme cinetiche e non) l’avversario creando le condizioni favorevoli
per il successo della missione. Si concretizza nell’applicare la forza, o minacciarne
l’uso, per distruggere o neutralizzare le forze avversarie, utilizzando in sequenza
temporale la propria libertà d’azione per:
manovrare, vale a dire porsi in una situazione di vantaggio che permetta di
applicare la forza o di minacciarla;
attaccare, nel momento e nel luogo prescelti, con superiorità di forze
(secondo il principio della massa) e/o inaspettatamente (secondo il principio
della sorpresa), neutralizzando (qualora si intenda colpire la volontà di
combattere) o distruggendo le forze avversarie;
sfruttamento del successo (exploit), si realizza traendo vantaggio dall’azione
combinata delle attività precedenti e approfittando di errori e debolezze
dell’avversario. Rappresenta l’opportunità di raggiungere un obiettivo del
Comando superiore, o di realizzare direttamente parte dell’intento del
Comandante sovraordinato. Lo sfruttamento del successo richiede un’azione che
vada oltre la missione assegnata e che quindi, può sostituire il compito indicato
negli ordini. Le opportunità possono verificarsi in qualsiasi momento durante la
ricerca, il fissaggio o il colpire. Un Comandante dovrebbe costantemente cercare
tali opportunità e, quando si verificano, perseguirle con vigore, in quanto
qualsiasi ritardo può dare al nemico l’opportunità di riorganizzarsi per
contrattaccare o stabilire delle posizioni difensive.
29 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
3.3 LE GEOMETRIE DELLO SPAZIO DI BATTAGLIA13
La forza militare viene impiegata nello spazio di battaglia (battlespace), il quale oggi
è caratterizzato da molteplici dimensioni (Figura 12) che non possono essere
analizzate singolarmente e che tendono a descrivere l’ambiente circostante.
Il battlespace consta di ambienti fisici e non fisici, fattori e condizioni che, per poter
avere un efficace uso del combat power nonché una protezione delle forze che
consenta di di raggiungere soddisfacentemente la missione assegnata, devono
essere recepiti.
13 COMFORDOT, PSE-6.05 “Battlespace Management”, ed. 2018, WD.
Figura 11: Functional Framework – Core Function
Figura 12: Battlespace
30 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
3.3.1 Battlespace Fisico
In particolare, il battlespace fisico si differenzia in:
− Marittimo, lacustre e fluviale, le acque coprono il 70% della superficie
terrestre, incluso anche i fondali marini. Il mare fornisce accesso diretto a
150 stati costieri. Circa il 70% della popolazione mondiale vive entro 100
miglia dal mare e l’80% delle città del mondo si trovano a 200 miglia dal
mare. Allo stato attuale, analizzando gli attuali battlespace, diviene sempre
più probabile che i futuri scenari includano regioni con accesso diretto dal
mare.
− Terrestre, tale superficie copre il 30% della Terra e comprende diversi ambienti:
deserto, giungla, foresta, montagna, ghiaccio e altro. Inoltre va sottolineato che,
in considerazione della crescente percentuale della popolazione mondiale che
vive nelle città, è altamente probabile che la battaglia includa aree urbane.
− Aereo e spaziale, l’aria copre l’intera superficie della Terra, estendendosi ad un
limite superiore finito. Tutti i componenti richiedono l’accesso all’aria, siano essi
aerei, veicoli aerei senza pilota (Unmanned Aerial Vehicle - UAV) anche per
creare effetti attraverso di essa (vds. ad esermpio missili, razzi e proietti).
Essendo la tridimensionalità il suo essere, vi è grande necessità di coordinamento
tra gli attori interessati ad esso; inoltre, lo spazio fornisce un ambiente a se
stante ma è un importante strumento per gli ambienti operativi più tradizionali
quali marittimo, terrestre e aereo. Lo spazio consente, tra le altre cose:
comunicazioni strategiche; supporto di sistemi di comando e controllo, la
possibilità di sfruttare satelliti per situazioni aggiornate e capacità di colpire con
precisione.
3.3.2 Battlespace Non-Fisico
Gli ambienti o domini non fisici non possono essere considerati a sé stanti, essi
infatti pervadono gli altri domini fisici, interagiscono con essi e non sono
confinabili con limiti geografici. Tali:
− Informativo, include l’informazione stessa, gli individui e le organizzazioni,
oltre allo spazio cognitivo, virtuale e fisico in cui ciò avviene. L’importanza
delle informazioni distribuite a livello globale, la velocità con cui le
informazioni vengono comunicate, il ruolo dei media e l’affidabilità dei sistemi
informativi hanno creato una situazione in cui nessuna decisione o azione
dell’Alleanza può essere presa senza considerare il suo potenziale impatto
sull’ambiente dell’informazione. La gestione delle informazioni supporta un
migliore processo decisionale. Oltre a gestire le informazioni amichevoli, i
responsabili delle decisioni devono essere consapevoli delle operazioni di
influenza avversaria e delle azioni necessarie per contrastarle.
− Elettromagnetico, tale ambiente copre uno spettro costituito dalla
distribuzione ordinata di onde elettromagnetiche in base alla loro frequenza o
31 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
lunghezza d’onda. Lo spettro elettromagnetico pervade tutti gli altri ambienti
fisici, fornendo potenziali vantaggi (una significativa fonte di intelligence, per
esempio); ma, anche, un certo grado di vulnerabilità (in quanto relativamente
facile da interrompere o negare). La consapevolezza delle capacità dello
sfruttamento dello spettro elettromagnetico degli avversari deve essere presa
in considerazione sia durante la pianificazione sia nella politica di controllo
delle emissioni, al fine di evitare la divulgazione accidentale di informazioni
da parte di risorse amiche. L’uso intensivo della tecnologia elettronica,
mentre si gestisce lo spazio di battaglia, porta ad un alto grado di
vulnerabilità nel contesto dello spettro elettromagnetico.
− Cyberspace, è il dominio virtuale non fisico formato da tutti i sistemi informatici
interconnessi su scala globale. Gli attacchi del ciberspazio stanno diventando più
intensi, complessi e riflessivi di un maggiore livello di sofisticazione. I rischi e le
opportunità offerte dalle attività offensive e difensive del cyberspace ne fanno un
elemento importante del piano di gestione dello spazio di battaglia del
Comandante.
− Tempo, mentre altre dimensioni descrivono dove si svolge l’attività, il tempo
indica quando e per quanto tempo. È una risorsa e viene utilizzato come
strumento per organizzare attività in altre dimensioni, attraverso la
sincronizzazione o la sequenza. Gestire la tempistica e la durata delle attività,
utilizzando un fuso orario di riferimento comune o di riferimento in tutta lo spazio
di battaglia, sottolinea l’efficace gestione dei bersagli.
3.3.3 Geometrizzazione del Battlespace
La dispersione delle forze per condurre attività militari e le caratteristiche
multidimensionali dell’ambiente operativo contemporaneo, condizionano
notevolmente le geometrie del campo di battaglia, facendole evolvere rispetto
all’approccio utilizzato in passato, ovvero della divisione settoriale lineare dell’Area di
Operazione (AOO). Oggi, infatti, è possibile individuare quattro tipi possibili di
geometrizzazione del campo
di battaglia:
lineare, contiguo
(Figura 13);
Figura 13: Lineare, contiguo
32 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
non lineare, contiguo
(Figura 14);
lineare, non contiguo
(Figura 15);
non lineare,
non contiguo
(Figura 16).
Figura 14: Non lineare, contiguo
Figura 15: Lineare, non contiguo
Figura 16: Non lineare, non contiguo
33 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
4. LE COMBAT FUNCTIONS A LIVELLO TATTICO
4.1 GENERALITÀ
Per condurre con successo qualsiasi tipologia di attività militare, occorre che un’unità
disponga di un’adeguata potenza di combattimento (Combat Power), definita
tradizionalmente in ambito NATO come l’insieme della forza distruttiva e/o
dirompente che un’unità/formazione militare può applicare contro l’avversario in un
dato momento.
Il Combat Power14 (Figura 17) di una unità dipende dalla combinazione della forza
militare (Fighting Power) con le funzioni operative terrestri (Combat Function). Tale
potenza permetterà al Comandante di pianificare e determinare i compiti delle unità
subordinate per l’assolvimento della missione.
La forza militare (Figura 18) è la risultante dell’intero processo di generazione della
forza consegnata ad un Comandante
per essere pronto e capace di agire.
È uno stato che dovrà essere
alimentato nel corso di tutta
l’operazione e che condiziona
l’assegnazione dei compiti tattici alle
unità dipendenti. È costituita da tre
domini di eguale importanza e peso:
cognitivo, è la componente che
si concentra sull’osservazione e
percezione dell’ambiente
operativo da parte di un soldato,
un Comandante o di un reparto.
È costruita nel corso degli anni,
basandosi sull’esperienza,
l’istruzione, e la conoscenza.
14
NATO, AJP-3.2(A) “Allied Joint Doctrine for Land Operation”, ed. 2016.
Figura 18: Fighting Power
Figura 17: Combat Power
34 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Decisioni prese su informazioni errate o manipolate e/o su percezioni diverse
dalla realtà possono portare ad un uso sbagliato del Combat Power. Pertanto,
anche se la volontà e la capacità di combattere sono ben sviluppati, i deficit in
questa componente possono portare ad uno strumento inefficace ed inefficiente.
Inoltre, va rimarcato che la dottrina fa parte di questa componente concettuale
e, appunto per questo, influenza sempre il modo in cui le informazioni vengono
percepite ed elaborate;
morale, è la componente che mira a persuadere la forza a combattere e
dipende dal convincimento che lo scopo della missione è eticamente corretto,
promuovendo così un spirito offensivo e una determinazione utili al successo.
Massimizzare la componente morale richiede motivazione, leadership, capacità
gestionale e fiducia basata su una preparazione ottimale e sulla coesione del
reparto. Infine, include la condotta delle operazioni secondo le leggi del diritto
internazionale sui conflitti armati. Violare queste leggi indebolisce la componente
morale della forza, aliena la popolazione del paese in stato di guerra ed erode
sostegno allo sforzo da parte dell’opinione pubblica nazionale ed internazionale;
fisico, è il mezzo di combattimento. È la combinazione di soldati e
addestramento, sia individuale che collettivo.
Le Combat Functions (Figura 19), invece non sono altro che uno strumento
analitico per i Comandanti e gli Staff che forniscono una descrizione completa di tutto
ciò che la forza militare deve fare prima, durante e dopo le operazioni sotto forma di
una lista di funzioni15 o, più semplicemente, rappresentano uno strumento
concettuale per fornire un elenco
delle attività da svolgere al livello
tattico per il successo della
missione. In sintesi, sono quindi il
risultato della trasposizione dei
principi della guerra in elementi
fondamentali per la concezione e
la condotta delle operazioni.
L’utilizzo di tali funzioni
permetterà al Comandante di
elaborare un concetto d’azione
coerente.
Il Comando è il fulcro del
processo decisionale per il
raggiungimento degli obiettivi.
L’importanza delle altre funzioni
varierà in base allo scopo
15
NATO, AJP-3.2(A) “Allied Joint Doctrine for Land Operation”, ed. 2016.
Figura 19: Combat Function
35 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
dell’operazione, ma insieme costituiscono i presupposti per un utilizzo equilibrato
della forza, fungendo al contempo da moltiplicatore di potenza della forza militare. Le
Combat Functions16, nella forma più completa, a livello tattico, sono:
Comando;
Intelligence;
Manovra;
Fuoco;
Protezione;
Attività informative (Info Activities);
Sostenibilità (Sustainment).
4.2 COMANDO
Il Comando è l’autorità conferita ad un Comandante designato di dirigere, coordinare
e controllare una forza militare17. È la Combat Function che permette ad un
Comandante di bilanciare l’arte del Comando e la scienza del controllo, per integrare
tutte le altre funzioni e per generare ed applicare la potenza di combattimento
(Combat Power) nel modo, luogo e momento decisivo. Il Comandante è la figura
centrale del Comando ed è il responsabile dell’assolvimento della missione, mentre lo
Staff svolge compiti essenziali al fine di amplificare l’efficacia del Combat Power.
L’arte del Comando consiste nell’esercitare consapevolmente e abilmente l’autorità di
Comando, il processo decisionale, la pianificazione e la leadership. Usando l’intuizione
e la capacità di giudizio acquisiti sulla base di esperienza, formazione, studio e
pensiero creativo, i Comandanti visualizzano la situazione e riescono a prendere
decisioni valide e tempestive. In un ambiente complesso dove fattori militari e non
militari si mescolano continuamente, il Comando assicura che tutti gli elementi delle
nostre forze siano completamente integrati, permettendo così di sfruttare l’intera
gamma di capacità disponibili.
La scienza del controllo è strettamente connessa al Comando, ed è il processo
attraverso il quale il Comandante, assistito dal proprio Staff, organizza, dirige e
coordina le attività delle forze alle proprie dipendenze. Il Comandante e il suo Staff,
al fine di ottimizzare le risorse, utilizzano procedure standardizzate in sintonia con i
Sistemi di Comunicazione e Informazioni (Communication and Information Systems -
CIS).
L’unione di questi due processi costituisce il sistema di Comando e Controllo (C2)
che, opportunamente modulato, può favorire il successo nelle operazioni poiché
permette di gestire con continuità le informazioni, l’attività di controllo e le
comunicazioni. In pratica, il Comandante ha la necessità di acquisire le informazioni
16 A livello Joint sono: Comando e Controllo, Intelligence, Fuoco, Manovra, Protezione, Sostegno, Attività Informative e CIMIC; 17 NATO AJP-3.2(A) “Allied Joint Doctrine for Land Operation”, ed. 2016.
36 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
per prendere decisioni, di controllare le proprie forze per coordinare e monitorizzare
gli assetti sul terreno e, infine, delle comunicazioni per ricevere e diramare
informazioni18.
4.2.1 Catena di Comando
La catena di Comando è chiaramente definita, prima dell’inizio delle operazioni,
specialmente quando sono coinvolte forze multinazionali. La Grande Unità (a
qualsiasi livello, da Brigata a C.A.) può trovarsi ad operare in un contesto Combined
(Multinazionale), Joint (Interforze), Inter-agency (Interagenzia), Inter-governmental
(Interministeriale). I diversi contesti rispondono a diverse dinamiche, quali, ad
esempio, quelle insite in una Coalizione o un’Alleanza19. Il C2 in un ambiente
complesso richiede un’attenta pianificazione ed esecuzione. Le criticità connesse con
la multinazionalità, le red cards (i veti nazionali), l’interoperabilità dei sistemi di
telecomunicazioni (TLC) e di C2 (comprensivi degli aspetti relativi alla sicurezza delle
comunicazioni), la lingua, le culture e le differenti procedure possono essere mitigate
con un adeguato periodo di integrazione, mediante lo sviluppo di wargaming20 e
rehearsal21.
4.2.2 Relazioni di Comando e Controllo
Le relazioni di Comando e Controllo descrivono il rapporto tra le G.U. e le unità
subordinate; riguardano principalmente la capacità della G.U., impegnata in
operazione, di assegnare una missione indipendente, riorganizzare la sua
configurazione per adattarsi allo scopo o orientarsi verso obiettivi specifici all’interno
di una missione definita. Il Comandante, al fine di definire la posizione di una G.U.
nei confronti delle unità poste sotto il proprio Comando, in particolare, può:
impiegare tali unità per qualsiasi scopo;
assegnare, se la missione non rientra nelle sue competenze, ulteriori compiti
oltre quelli già attribuiti;
disarticolare le unità, ovvero mantenerne la loro integrità;
imporre limitazioni al loro impiego.
Le relazioni di Comando si dividono in:
Comando pieno (Full Command - FULLCOM), si riscontra in ambito
nazionale e si riferisce all’autorità e responsabilità conferite al Comandante circa
18 Per ulteriori approfondimenti cfr. SME, PDE-6 “Il Comando e Controllo”, ed. 2018, SD. 19 Vincolo internazionale in virtù del quale due o più stati s’impegnano a concedersi reciprocamente il rispettivo appoggio in vista del raggiungimento di un comune scopo politico. 20 Il wargaming può essere considerato come qualsiasi simulazione di un’attività, condotta con qualunque mezzo, da due o più soggetti che si confrontano impiegando regole, dati e procedure progettate per valutarne praticamente i risultati in una situazione reale o ipotetica. circolare 7015- Il wargaming ed. 2016. 21 Il rehearsal rappresenta un importante test finalizzato alla corretta e successiva esecuzione del piano, o di parte di esso, prima dell’avvio della fase di condotta. Tale attività può essere condotta allo scopo di consentire al Comandante di avere la consapevolezza che le unità dipendenti abbiano compreso correttamente, nella sua interezza, il Concetto d’Azione, e che le attività previste nel piano stesso siano correttamente sincronizzate tra loro nel tempo e nello spazio.
37 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
l’addestramento, l’approntamento e l’impiego dell’unità per tutti gli aspetti
operativi comprendendo anche quelli di carattere logistico e amministrativo;
Comando operativo (Operational Command - OPCOM), è l’autorità
riconosciuta ad un Comandante di assegnare missioni o compiti ai Comandanti
subordinati (non per gli aspetti logistico/amministrativi), di schierare unità, di
riassegnare forze e di mantenere o delegare il controllo operativo e/o tattico
qualora ritenuto necessario;
Comando tattico (Tactical Command - TACOM), è l’autorità volta
all’assegnazione dei compiti alle unità dipendenti per l’assolvimento della
missione assegnata da un’autorità superiore.
Tabella 1: Relazioni di Comando e Controllo
Le Relazioni di Controllo si dividono in:
Controllo operativo (Operational Control - OPCON), è l’autorità delegata
ad un Comandante di impiegare le Forze assegnategli per l’assolvimento di
missioni o compiti che sono normalmente limitati nel tempo e nello spazio.
Comprende la facoltà di attribuire missioni diverse purché correlate a quelle per
cui sono state assegnate (non implica azione di controllo in campo logistico e
amministrativo);
38 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Controllo tattico (Tactical Control - TACON), è l’autorità delegata ad un
Comandante di dirigere e controllare generalmente a livello locale, le azioni e le
manovre necessarie per l’assolvimento delle missioni o dei compiti assegnati.
4.2.3 Posizione del Comandante
Il Comandante della G.U. deve scegliere la propria posizione sul campo di battaglia,
ovvero del posto Comando (PC), in relazione alla missione da assolvere e alla
dislocazione delle proprie unità. Tale posizioni dovrà consentire al Comandante di
comprendere il corso degli eventi, di esercitare la propria azione di Comando e di
influenza e, soprattutto, di prendere decisioni.
I Posti Comando rappresentano l’elemento attraverso cui uno Staff supporta il
Comandante nell’esercizio della funzione Comando durante le operazioni e, in
condizioni normali, sono organizzati in modo standardizzato. Tuttavia, devono essere
adattati alle specifiche esigenze di ogni specifica missione loro assegnata, in base ai
numerosi fattori che possono influenzarne l’efficacia. In caso di dispiegamento, a
seconda del livello ordinativo della G.U., si possono schierare sul terreno una rete
modificabile di posti Comando in funzione della complessità della struttura di C2
dell’Operazione, delle variabili di missione22, delle risorse disponibili e della necessità
di attivare elementi funzionali. In particolare, una G.U. può schierare i seguenti tipi di
PC:
Posto Comando Principale (Main Command Post), offre un’elevata
possibilità di esercitare il Comando e il Controllo attraverso la funzionalità dei
sistemi automatizzati, la capacità e professionalità dello staff e la connettività
verso i Comandi superiori e subordinati. Esso potrebbe però non consentire al
Comandante di percepire l’andamento della battaglia, per poterla influenzare
direttamente.
Posto Comando Tattico (Tactical Command Post), viene dispiegato qualora
il Comandante ritenga vantaggioso svolgere la propria azione in prossimità delle
forze a contatto. Consente lo schieramento avanzato del Comandante e degli
elementi essenziali dello Staff, ritenuti necessari per condurre le operazioni. In
genere, è molto mobile, include anche un nucleo per la difesa vicina, ed è in
grado di svolgere una serie di compiti variabili in base alle funzioni che il
Comandante desidera attivare. Permette di essere aderente alla manovra, in
prossimità delle attività correnti, pur essendo limitato da bassa funzionalità,
autonomia, protezione e soprattutto connettività.
Può essere inoltre opportuno, disponendo di sufficienti risorse, adottare una serie di
predisposizioni per garantire un C2 continuo. Tra queste la costituzione dei seguenti
Posti Comando:
22 MATTT-C: Missione, Avversari, Terreno/Meteo, Truppe, Tempo, Considerazioni sull’impatto dei civili.
39 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Posto Comando di Sostituzione (Step Up Command Post), garantisce
l’ininterrotto esercizio della funzione Comando nelle fasi di rischieramento del PC
Principale in una nuova posizione. Deve essere in grado di supportare l’esercizio
del C2 per tutto il tempo necessario a consentire la disattivazione e la
riattivazione del PC Principale;
Posto Comando Alternato (Alternate Command Post), viene attivato
qualora il Posto Comando Principale non sia più in grado di operare. È,
normalmente, più piccolo del PC Principale, ma in grado di supportare tutte le
funzioni di Staff necessarie per esercitare il pieno C2 sulle unità assegnate;
Posto Comando Arretrato (Rear Command Post), assicura la gestione delle
attività logistiche e amministrative dalle retrovie.
4.2.4 Battlespace Management (BM23)
L’applicazione del Mission Command e del Manoeuvrist Approach nella pianificazione
e condotta delle operazioni impone un efficace ed efficiente Battlespace
Management24 (BM25).
La gestione dello Spazio di Battaglia o Battlespace Management26 è una funzione di
Comando e Controllo che, avvalendosi di opportuni mezzi e misure, favorisce la
sincronizzazione dinamica, la prioritarizzazione e la risoluzione dei conflitti fra tutte le
attività attraverso tutte le dimensioni di un’area di operazioni assegnata nello Spazio
di Battaglia. Lo scopo è quello di massimizzare la libertà d’azione di tutti gli assetti
che agiscono all’interno di un determinato battlespace, limitando nel contempo il
rischio di “fuoco amico”.
Il BM combina e integra gli elementi di una forza per realizzare l'intento e la missione
del Comandante; è, quindi, un fattore chiave per il successo delle operazioni
congiunte. L'integrazione di elementi di forza attraverso procedure di gestione dello
spazio di battaglia consente il coordinamento e la sincronizzazione in base alle
priorità del Comandante. In particolare, il coordinamento del BM a livello terrestre
(Land) si ottiene delineando chiaramente autorità e responsabilità dei Battlespace
Owner in ciascuna AOO i quali stabiliranno una serie di misure di controllo
23 Acronimo NATO in fase di approvazione, Cfr. NATO Standardization Office (NSO) TTF Tracker. 24 “Battlespace management describes the necessary adaptive means and measures and procedures that enable the dynamic synchronization of activities in the battlespace. Battlespace management combines and integrates the elements of a joint force to accomplish the commander’s intent and mission; it is thus a key enabler to the success of joint operations. Integrating force elements through battlespace management procedures enables coordination and synchronization according to the commander’s priorities. Battlespace management is not an end in itself, but a capability that facilitates and seeks to maximize operational effectiveness and minimize constraints and can contribute to reducing the risk of fratricide” . NATO AJP-3 (C) “Allied Joint Doctrine for the conduct of Operations” FD. 25 UK - JDP 3-70 “Battlespace Management” 2008 – “BM is the abbreviation of Battlespace Management; BSM is the abbreviation of Battlespace Spectrum Management. “, nella dottrina NATO (AJP 3 (C)) , viene utilizzato Electromagnetic Spectrum Management – EMS”, mentre l’abbreviazione per Battlespace Management (BM) è attualmente nello status di “Approvation On going” (NSO – TTF Tracker). 26 Study 6514 AJOD Edition 1 Allied Joint Doctrine for Battlespace Management – AJP-3.20 Edition A version 1 dated 2 Jul 2015 (still draft).
40 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
procedurali e/o dinamiche al fine di coordinare le attività nei loro Battlespace. La
possibilità di usare misure dinamiche o procedurali in diverse proporzioni, dipende
dalla qualità (granularità) della Shared Situational Awareness (SSA).
Il Battlespace Management è una funzione core delle operazioni correnti e deve
essere soggetta ad una azione di comando senza soluzione di continuità. L’autorità
può essere delegata al Capo di Stato Maggiore della G.U. che si può avvalere, per la
coordinazione di dettaglio, di un’apposita cellula, anche se la responsabilità finale
rimane del Comandante.
Il coordinamento e controllo del Battlespace si esercita mediante due metodi27:
procedurale (procedural control): si traduce nell’adozione di misure già definite in
fase di pianificazione, ed eventualmente incluse anche in forma grafica negli
ordini alle unità, che prevedono automaticamente il compimento di un’azione, ad
esempio l’attraversamento di una linea di riferimento o il divieto di compierla. Il
controllo procedurale, generalmente, rende la manovra poco flessibile e limita le
possibilità di gestire gli imprevisti o sfruttare le opportunità favorevoli che si
presentano azione durante.
Per evitare ciò il Comandante può attivare o disattivare alcune misure di controllo
(controllo procedurale dinamico), in accordo con l’evoluzione delle esigenze
tattiche, effettuando contestualmente una deconfliction sia nel tempo che nello
spazio (es.: cambio dei limiti/linea per lo sfruttamento del successo, ove il ritmo
dell’operazione richiede il massimo sfruttamento possibile del Battlespace), al fine
di conseguire la necessaria flessibilità per poter adattare i piani e reindirizzare le
risorse precedentemente allocate in base alle mutate esigenze emerse in fase di
condotta;
positivo (positive control): metodo che consiste in una direzione attiva delle
operazioni da parte del Comandante e una specifica autorizzazione per procedere
nell’azione (ad esempio il superamento di una linea di attestamento o il
passaggio di un convoglio attraverso un posto di controllo lungo una via di
comunicazione). Il controllo positivo è particolarmente efficace se sono disponibili
sistemi avanzati di Comando e Controllo che consentono l’aggiornamento near-
real time della COP28, nonché sistemi di comunicazione ridondanti e sicuri. Il
controllo positivo, soprattutto in situazioni tattiche estremamente dinamiche,
incrementa la flessibilità della manovra e la capacità di gestire eventi inaspettati
ma tende a sovraccaricare il Comandante di informazioni e aumenta il suo carico
di lavoro.
Le misure di controllo consistono nell’assegnare responsabilità, coordinare il fuoco
con il movimento e controllare le attività. Quando possibile, tali misure dovrebbero
27 Per ulteriori approfondimenti cfr. COMFORDOT, PSE-6.05 “Battlespace Management”, ed. 2018, WD. 28 Consiste in una situazione condivisa della situazione operativa (Common Operational Picture – COP).
41 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
essere riportate sulle carte della situazione, identificate geograficamente,
topograficamente e fisicamente29. Esse includono:
Air Control Measures (ACM), per la deconfliction e l’impiego degli assetti ad ala
rotente nell’area di responsabilità della G.U.;
report lines, phase lines, codici e nicknames;
itinerari, punti di coordinazione e contatto;
aree di ingaggio (Engagement Areas - EA) e zone di raccolta (Assembly Areas -
AA), obiettivi e limiti allo sfruttamento;
Fire Support Coordination Measures (FSCM);
Limiti di settore e confini;
Decision points, Named e Target Areas of Interest (NAI e TAI);
Regole di ingaggio (Rules of Engagement – ROE), misure OPSEC, misure CBRN,
Emission Control, misure di sicurezza delle comunicazioni ed altre.
4.2.5 Lo Staff 30
A seconda del livello ordinativo, i Comandi possono essere articolati in un numero
variabile di Nuclei, Cellule, Sezioni, Uffici, Aree, Reparti o Divisioni in cui il personale
dello Staff viene suddiviso, in base alle funzioni e alle responsabilità specifiche che
devono gestire. Tali articolazioni non possono agire indipendentemente ma devono
essere coordinate per assicurare il Supporto ottimale al Comandante.
Di massima, le branche sono indicate con una o due lettere31 e un numero
standardizzato che evidenzia le responsabilità specifiche dello Staff:
1, Personale;
2, Intelligence;
3, Operazioni;
4, Logistica;
5, Plans and Policy;
6, Comunicazioni;
7, Dottrina e Addestramento;
8, Gestione Risorse e Finanze;
9, Cooperazione Civile-Militare.
29 Per ulteriori approfondimenti cfr. Nota Dottrinale “Battlespace Management”, in fase di elaborazione da parte del COMFORDOT e PDE 6 “Il Comando e Controllo”, versione Study Draft, di SME. 30 PDE 6 “Il Comando e Controllo”, versione Study Draft, di SME. 31 C per quelli Combined (multinazionali), J per quelli Joint (interforze), G per le G.U. dell’Esercito (General staff a supporto di Ufficiali Generali), S per le unità minore dell’Esercito (Staff a supporto di Ufficiali di grado massimo Colonnello), F per I Comandi Avanzati (Forward or Deployable Command), E per eventuali elementi distaccati (Element) e CJ per quelli multinazionali/interforze.
42 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
È da evidenziare che:
non tutte le branche devono essere sempre attivate;
alcune possono essere raggruppate (ad esempio, nelle minori unità le branche 5
e 7 sono riunite nella 3 che gestisce quindi, operazioni, addestramento e piani);
alcune possono essere combinate (ad esempio, la 35 che gestisce parte delle
competenze della 3-operazioni e della 5-piani);
alcune possono essere scorporate e riorganizzate in modo indipendente in
funzione della missione, dei compiti specifici da assolvere e del livello ordinativo
(ad esempio, nell’ambito di una G.U. potrebbe essere costituito il Joint Fires
Support Element - JFSE).
4.3 INTELLIGENCE32
Un fattore di successo imprescindibile delle attività militari è la capacità di garantire
al Comandante un adeguato supporto Intelligence, per consentirgli di comprendere la
situazione (Situational Awareness – SA), sviluppare un processo decisionale adeguato
ed assumere le decisioni più appropriate. La comprensione della situazione e la
capacità di prevedere le azioni nemiche sono fondamentali per poter agire da attore
primario in un’area assegnata ed influenzare lo spazio della battaglia. La fonte
primaria per la comprensione è l’intelligence che, a sua volta, deriva dall’accesso, dal
processo e dal possesso delle informazioni. I Comandanti devono determinare il tipo
ed il livello di comprensione necessario per poter dirigere la manovra.
Lo scopo principale dell’Intelligence è di dare risposta alle Esigenze Informative del
Comandante (tra cui rivestono preminente importanza le Priority Intelligence
Requirement-PIR) ed alle esigenze informative di altri utilizzatori (Other Intelligence
Requirements - OIR).
Il processo metodologico per assolvere a tale compito è il ciclo di Intelligence. Questo
ciclo costituisce, infatti, lo schema concettuale intorno al quale ruota l’intera attività di
supporto informativo. Quello dell’Esercito, in armonia con quello della Difesa e della
NATO, si suddivide nelle seguenti quattro fasi, che hanno luogo simultaneamente e
senza soluzione di continuità:
direzione;
raccolta;
elaborazione;
disseminazione.
32 Prodotto risultante dall’attività di pianificazione, raccolta ed elaborazione delle informazioni (verificate, raggruppate per argomenti omogenei e messe in sistema con altre conoscenze precedentemente acquisite), finalizzato a supportare il processo decisionale attraverso la comprensione della situazione (ambiente e capacità/intenzioni degli attori) e la previsione dei possibili sviluppi della stessa. NATO, AJP-2(A) “Allied Joint Doctrine for Intelligence Counter-Intelligence and Security”, Ed. 2016.
43 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Il fine del ciclo è quello di raccogliere dati e notizie ed elaborarli, nel modo più
efficiente ed efficace possibile, per:
facilitare la comprensione dell’ambiente operativo e il processo decisionale del
comandante e del suo eventuale staff;
mantenere costantemente aggiornati i prodotti dell’intelligence preparation of the
operational environment (ipoe);
supportare il processo di targeting e le information activities.
Per ottenere un intelligence efficace e funzionale occorre che siano in atto
comunicazioni regolari e tempestive soprattutto tra il G2, G3, G5 e G6 per garantire
una produzione informativa tempestiva aderente alle esigenze informative della G. U.
da Combattimento.
La sinergia, la cooperazione e la collaborazione all’interno della comunità Intelligence
sono vitali per ottimizzare le limitate risorse disponibili dedicate alla raccolta e
all’analisi delle informazioni.
Al livello tattico, il G2 deve tendere ad un livello di dettaglio molto specifico e evitare,
laddove possibile, generalizzazioni che potrebbero risultare di scarso valore per
supportare l’Unità che deve operare fisicamente sul terreno nella condotta di atti
tattici elementari.
4.3.1 Ruolo del Comandante
Il Comandante di una G.U. e il suo Capo di Stato Maggiore devono essere
pienamente coinvolti nel ciclo intelligence al fine di:
esercitare la direzione: il Comandante deve chiaramente enunciare il suo intento,
le sue priorità e cosa vuole ottenere per ogni fase dell’operazione;
definire le Esigenze Informative del Comandante. Il Comandante deve
chiaramente identificare le sue esigenze essenziali di informazioni, al fine di
migliorare la SA;
gestire, con visione unitaria, gli assetti disponibili. A livello G.U. da
combattimento, i sistemi e le capacità Intelligence Surveillance and
Recoinnassance (ISR) sono di natura specialistica/non specialistica e
quest’ultime, normalmente, in numero limitato. Al Comandante potrebbe essere
richiesto di “deconflittualizzare” l’impiego degli assetti al fine di soddisfare le
priorità delle diverse esigenze operative;
apportare tempestivi cambiamenti. Gli assetti SR devono essere in grado di
adattarsi velocemente al variare della situazione operativa. Il Comandante,
pertanto, dovrà assicurarsi che lo staff SR riceva le giuste indicazioni al variare
della missione o del piano.
44 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
4.3.2 G2
È responsabile dell’efficiente ed efficace sviluppo dell’intero ciclo Intelligence nell’
Area di Responsabilità Informativa (Area of Intelligence Responsibility - AIR) della
sua unità e rappresenta il naturale consigliere del Comandante in materia
d’Intelligence, nonché la normale interfaccia con le articolazioni Intelligence delle
unità sovraordinate, subordinate e contermini. L’articolazione interna della branca G2
non può essere prestabilita e deve essere organizzata in funzione della specifica
missione, delle risorse disponibili, del livello ordinativo e delle esigenze del
Comandante. Il compito del G2 è quello di convertire le PIR in obiettivi
d’informazione, elaborare il piano di ricerca, gestire le capacità ISR disponibili per far
sì che l’attività di Intelligence risulti precisa e tempestiva, in modo da supportare:
il processo decisionale del Comandante;
le operazioni in fase di condotta e la selezione degli obiettivi (targeting).
4.3.3 IPOE
Il processo sistematico e continuo di analisi dell’AO in una specifica Area di Interesse
a supporto delle operazioni militari è denominato Intelligence Preparation of the
Operational Environment (IPOE). Terminologicamente, l’IPOE rappresenta
l’evoluzione dell’Intelligence Preparation of the Battlespace (IPB) e può essere
sviluppato in ogni tipologia di operazione e a tutti i livelli ordinativi.
Il processo IPOE33, sviluppato e coordinato sotto la direzione di personale
specializzato nel campo dell’Intelligence (ove previsto), eventualmente supportato
dalle altre branche dello staff, viene avviato alla ricezione degli ordini, rifinito durante
le varie fasi della pianificazione e costantemente aggiornato durante la condotta delle
attività tattiche, in base all’evolversi della situazione. I prodotti dell’IPOE sono
utilizzati da tutti gli elementi dello staff e sono condivisi tra le unità coinvolte nelle
operazioni, supportando la loro analisi delle variabili di missione (MATT-TC). Tra i
principali prodotti dell’IPOE, generalmente, vi sono:
l’individuazione e l’analisi dei soggetti che agiscono nell’AI e dei potenziali target;
l’individuazione delle aree su cui concentrare l’attività ISR al fine di identificare
potenziali minacce e valutare i progressi delle operazioni;
l’identificazione di ogni fattore che può avere un impatto sulle operazioni e del
suo peso sulla condotta delle Attività Tattiche;
l’individuazione e l’analisi del Centro di Gravità dell’avversario;
la definizione delle possibili linee d’azione del nemico (Enemy Course of Action -
ECoA), indicando quella più probabile e quella più pericolosa.
33 Cfr. COMFORDOT PSE 2.02 “Intelligence Preparation of Operational Environment-IPOE”, vers. SD.
45 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
4.3.4 Assetti ISR
Il supporto ISR viene garantito da un complesso polifunzionale di entità a
composizione variabile, in relazione ai compiti da assolvere e alla missione assegnata
all’unità supportata, che comprende elementi per la pianificazione, la condotta e il
controllo di tutte le attività informative. Di norma le tipologie degli assetti
comprendono:
unità recce by stealth, idonee per la ricognizione nascosta ed in profondità degli
obiettivi assegnati;
unità per la sorveglianza del campo di battaglia:
unità UAV, dotate di appositi sistemi aerei idonei anche all’attività di target
acquisition;
unità radar di sorveglianza del campo di battaglia;
unità radar controfuoco;
unità per la condotta, da piattaforme terrestri dislocate in territorio sotto
controllo amico, di attività SIGINT (Signals Intelligence);
unità HUMINT (Human Intelligence), per la condotta dell’attività informativa
derivata da informazioni raccolte e/o fornite da fonti umane non condizionata da
fattori ambientali, normalmente utilizzata per confermare, eliminare o
chiarificare le informazioni ottenute mediante altri mezzi di ricerca.
4.3.5 Il Piano di ricerca
Il Piano di Ricerca (Intelligence Collection Plan – ICP) rappresenta l’organizzazione
della Raccolta, dove le esigenze informative vengono trasformate in compiti per gli
assetti Intelligence disponibili, in base alle loro capacità. Lo sviluppo del piano di
ricerca include la definizione di:
indizi;
Obiettivi di informazione;
Named area of Interest (NAI);
finestra temporale di raccolta;
scadenze delle esigenze informative (Last Time Information of Value LTIOV);
Unità/Comandi interessati a fornire la risposta.
In sintesi l’ICP rappresenta una matrice con cui si assegnano gli obiettivi
d’informazione al fine di indirizzare la raccolta. In pratica, il piano di ricerca, collega
la ricerca delle informazioni con gli assetti incaricati ad assolvere la missione, le
esigenze informative con le organizzazioni e i database che possono avere tali
informazioni ed individua gli assetti di ricerca che possono essere usati per
raccogliere le informazioni. Esso è continuamente aggiornato, allo scopo di poter far
fronte ai mutamenti della situazione operativa e delle informazioni raccolte con le
capacità ISR disponibili. Il piano costituisce appendice all’Annesso intelligence
46 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
dell’Ordine d’Operazione e, unitamente all’Info Collection matrix e overlay,
rappresenta lo strumento per la gestione delle attività ISR34.
4.4 MANOVRA
La manovra è definita35 come l’impiego di forze sul campo di battaglia combinando il
movimento con il fuoco, o potenziale di fuoco, per raggiungere una posizione di
vantaggio rispetto al nemico allo scopo di compiere la missione assegnata. Essa
prevede una combinazione di attività cinetiche e non cinetiche, letali e non letali
erogate da una molteplicità di piattaforme terrestri e aeree, al fine di prevalere sul
nemico e sconfiggerlo.
La manovra deve essere, di norma:
multi-dimensionale, perché la G.U. deve cercare di manovrare e dominare
l’avversario in tutte le dimensioni, dallo spettro elettromagnetico sino al terreno.
Ogni dimensione deve essere sfruttata per raggiungere i risultati desiderati,
cercando di incrinare la volontà e la coesione dell'avversario;
interarma, perché l’azione è intrapresa da diverse “armi” (fanteria, cavalleria,
aviazione dell’Esercito, artiglieria, genio, ecc.) ed è condotta in modo coordinato
al fine di assolvere la missione comune.
La G.U. può inoltre manovrare in modo lineare o non-lineare36, al fine di :
attaccare il nemico (offensiva). In questo caso può assumere una delle seguenti
forme di manovra:
infiltrazione;
penetrazione;
aggiramento (singolo/doppio/accerchiamento, eventualmente verticale);
avvolgimento (singolo/doppio/accerchiamento, eventualmente verticale);
frontale;
diradata (non-lineare);
resistere all’attacco nemico (difensiva). In questo caso può assumere le seguenti
forme:
areale o avanzata;
mobile o in profondità;
d’interposizione (non-lineare).
34 Cfr. COMFORDOT PSE 2.01 “L’Intelligence nelle Grandi unità da Combattimento”, ed. 2018. 35 "Employment of forces on the battlefield through movement in combination with fire, or fire potential, to achieve a position of advantage in respect to the enemy in order to accomplish the mission", AAP-6 “NATO Glossary of terms and definitions”, ed. 2014. 36 La forma di manovra lineare si ha quando il numero di direttrici della manovra stessa, a livello tattico e operativo è orientato verso un'unica direzione generale. La forma non-lineare si ha quando non esiste un'univoca direttrice principale di manovra e le unità sviluppano, a livello tattico e operativo, la propria azione sfruttando molteplici direttrici di manovra. Cfr. SME, Nota Dottrinale “La manovra delle Forze Terrestri”, ed. 2014.
47 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
La manovra di una G.U. e le attività di supporto logistico devono essere attentamente
integrate e coordinate in maniera tale da ottimizzare il Manoeuvrist Approach. Ciò
consente di raggiungere e mantenere un ritmo operativo multidimensionale che
realizzi l’effetto sorpresa e uno shock sull’avversario, tale da privarlo del tempo e
delle capacità necessarie per reagire efficacemente.
Così facendo il tempo che intercorre tra una propria azione e la successiva sarà
inferiore al tempo che il nemico impiega per capire, orientarsi, decidere e reagire.
4.5 FUOCO
4.5.1 Generalità
Per fuoco si intende l’uso di sistemi d’arma per creare uno specifico effetto, letale o
non letale su un obiettivo37. La loro combinazione è finalizzata a distruggere,
neutralizzare e demoralizzare l’avversario. Il fuoco può essere utilizzato anche per
conseguire effetti diversi dalla distruzione o neutralizzazione, come ad esempio per
influenzare le attività di un Target Audience mediante una semplice dimostrazione di
capacità. Il tipo di fuoco da erogare deve essere determinato sulla base dell’effetto
richiesto.
I fattori principali da considerare per l’impiego del fuoco sono:
obiettivo e scopo;
natura dell’obiettivo;
risorse e tempo disponibili;
posizioni delle forze amiche;
ROE;
rischio di danni collaterali.
L’esercizio di tale funzione, chiamata a coordinare l’impiego degli assetti disponibili,
non può prescindere da:
disponibilità della rete che assicuri i collegamenti tra sensore, decisore ed
attuatore;
un’appropriata combinazione di attività e processi metodologici di seguito
enunciati.
4.5.2 Fuoco e movimento
La combinazione di fuoco e movimento deve essere inclusa nel piano del fuoco
adottato dal Comandante. Il moderno ambiente operativo impone una particolare
attenzione all’uso preciso ed appropriato del fuoco. Infatti in terreni complessi38, il
37 NATO, AJP-3.2(A) “Allied Joint Doctrine for Land Operations”, ed. 2016. 38 “Terreni in cui il raggio d’azione dei sensori viene fortemente limitato dalla presenza di ostacoli. A causa di questa riduzione nell’efficacia dei sensori, i sistemi d’arma non possono essere impiegati alle massime distanze utili e le unità riescono a ottenere solo una limitata SA. I terreni montuosi, boschivi o densamente urbanizzati, sono esempi di terreni complessi.” SME, ND “L’ambiente operativo e le forze terrestri” , ed. 2014
48 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
fuoco potrebbe subire notevoli restrizioni nella sua possibilità di supportare il
movimento nell’ambito della manovra.
4.5.3 Joint Fires Support
Spesso il fuoco può essere erogato da assetti Joint, che possono includere assetti di
fuoco diretto, fuoco indiretto (ad esempio artiglieria e mortai), supporto diretto
(assetti propri della pedina di manovra) e indiretto (assetti del livello superiore),
supporto aereo ravvicinato (Close Air Support – CAS e Close Combat Attack - CCA),
fuoco di supporto navale, attacco elettronico e capacità cyber. L’elemento
responsabile per la pianificazione, coordinazione e impiego di tutti gli assetti Joint
Fire Support (JFS) allocati a tutti i livelli (Brigata, Divisione e Corpo d’Armata) è il
Joint Fire Support Element (JFSE).
I compiti chiave del Fire Power sono:
distruggere (destroy);
neutralizzare (neutralize);
sopprimere (suppress);
demoralizzare (demoralise);
influenzare (influence).
Tali funzioni non possono essere viste separatamente proprio perché, per sua stessa
definizione, il Joint Fires Support è un “sistema di sistemi”.
4.5.4 Targeting39
Il Targeting è un processo continuo, basato su una comprensione approfondita
dell’ambiente operativo e del nemico, finalizzato a selezionare e prioritarizzare gli
obiettivi non a contatto abbinandoli con l’azione opportuna al fine di ottenere gli
effetti desiderati (letali o non letali) per il conseguimento degli obiettivi preposti,
tenendo presente le esigenze e le possibilità operative.
È presieduto dal Comandante, controllato dal Capo di Stato Maggiore (Chief of Staff -
COS), gestito dal G3 e richiede una stretta coordinazione tra le diverse branche e
cellule dello staff della G.U., incluse le cellule G2 e ISR. La loro presenza è
importante in quanto la disponibilità di un elevato numero di sensori e capacità di
collection consente l’ingaggio selettivo di obiettivi imprevisti.
Per sua natura, il Targeting è una procedura di livello elevato ed è pertinente al
livello Corpo d’Armata o superiore, mentre la Divisione e (eventualmente) la Brigata
rappresentano generalmente gli organi esecutivi ed eccezionalmente propositivi
(laddove manchino di strumenti propri per perseguire gli obbiettivi individuati).
A livello Corpo d’Armata o superiore, il Targeting è la procedura attraverso cui il
Comandante interviene direttamente nella battaglia e in particolare dirige lo
“shaping” in profondità degli elementi ostili non a contatto delle sue unità dipendenti.
39 Per eventuali approfondimenti cfr. COMFORDOT, PSE-3.9 “Il Targeting”, ed. 2015.
49 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
4.5.5 Controllo del Fuoco
L’applicazione del fuoco viene decisa (ordinata) al più alto livello e controllata al più
basso. L’elemento dello Staff che riveste un ruolo chiave nel controllo è il Joint Fire
Support Element – JFSE (o Area Funzionale Fuoco - AFF). Tale elemento pianifica,
coordina e sincronizza il supporto di fuoco, anche interforze, per il conseguimento di
effetti letali e non letali mediante azioni cinetiche e non cinetiche, nello spazio della
battaglia.
Al fine di massimizzare l’effetto e la flessibilità nell’impiego di fuoco, devono essere
presi in considerazione i seguenti aspetti:
Comando e Controllo del fuoco. Tale sistema dovrà avvalersi di una rete che
consenta collegamenti real time affidabili tra Comandante (in qualità di decisore),
sensore ed erogatore del fuoco, garantendo altresì la ridondanza di mezzi di
comunicazione.
il controllo del fuoco indiretto è esercitato ai più bassi livelli, mentre il comando è
esercitato ai massimi livelli per garantire la necessaria flessibilità e
concentrazione. L’osservatore avanzato (Forward Observer - FO) può, ad
esempio, essere il controllore del fuoco di un’unità d’artiglieria in supporto alla
Divisione, sebbene il comando sia attribuito al livello superiore;
i compiti tattici per l’artiglieria vanno prioritariamente definiti per stabilire nello
specifico le modalità per rispondere alle richieste di fuoco e le responsabilità
inerenti allo schieramento e al collegamento tattico con le stesse unità;
la potenza di fuoco deve essere sincronizzata con le altre attività dello spazio di
battaglia, in merito a tempo, spazio, spettro elettromagnetico (ElectroMagnetic
Spectrum - EMS), per raggiungere la massima unitarietà di sforzo.
Tale attività è completamente integrata nel piano operativo (in particolare
l’integrazione tra la potenza di fuoco della componente terrestre ed aerea);
la portata dei sistemi di fuoco indiretto permette di selezionare gli obiettivi in
tutta l’ampiezza e la profondità del campo di battaglia, sebbene si renda
necessaria la definizione delle priorità in ciascuna fase delle operazioni. Il
processo di selezione degli obiettivi garantisce l’ingaggio prioritario degli assetti
nemici più importanti;
l’esigenza di definizione delle priorità per l’impiego degli assetti ISR per
l’acquisizione degli obiettivi e per la raccolta d’informazioni nelle diverse fasi
dell’operazione. Il Comandante utilizza queste limitate risorse per la raccolta
d’informazioni o per acquisire gli obiettivi al fine d’ingaggiare il nemico con gli
assetti del fuoco indiretto a sua disposizione;
la rete per le comunicazioni è realizzata in maniera consistente al fine di
esercitare con efficacia il Comando e Controllo;
i pezzi d’artiglieria e i lanciarazzi MLRS non vanno tenuti in riserva a meno di
50 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
un’aliquota di munizionamento. Le fonti erogatrici di fuoco, inserite nel
dispositivo di una G.U. in riserva, sono normalmente schierate a supporto delle
unità in prima schiera;
l’efficacia del supporto offensivo dipende dalla capacità con cui gli assetti ISR
sono in grado di valutare gli effetti del fuoco sul campo di battaglia (Battle
Damage Assessment - BDA); è indispensabile confermare l’efficacia degli
attacchi, malgrado che tale attività tolga risorse da destinare ad altri compiti tra
cui quelli dell’acquisizione di nuovi obiettivi;
la protezione ed i rifornimenti sono coordinati con le forze a cui forniscono
supporto.
4.5.6 Misure di controllo del fuoco40
Le Fire Support Coordination Measures (FSCM) garantiscono il controllo delle
procedure e prevengono il fuoco fratricida, consentendo l’uso efficace del fuoco. Le
FSCM sono una parte integrante del processo di pianificazione, richiedendo il
coordinamento con le unità contermini e con la componente aerea. Esempi del loro
uso sono:
Linea di coordinamento per il Supporto di Fuoco (Fire Support Coordination Line -
FSCL)
La FSCL è una linea stabilita dal Comandante della forza terrestre allo scopo di
definire le esigenze di coordinamento per il fuoco erogato da altri elementi non
alle dirette dipendenze, che può avere effetti sulle azioni correnti e pianificate dal
Comandante che l’ha definita.
Area di Fuoco Vietato (No-Fire Area - NFA)
Stabilita attorno alle forze amiche isolate, obiettivi interdetti, ecc.
Linea di Sicurezza per il Supporto di Fuoco (Fire Support Safety Line - FSSL)
Linea utilizzata per permettere azioni in una parte dell’Area delle Operazioni, sia
per gli interventi di artiglieria sia per la manovra delle formazioni di unità
sovraordinate, senza un preventivo coordinamento. Particolarmente utile quando
i limiti avanzati non sono stati stabiliti.
Area di Restrizione del Fuoco (Restricted Fire Area - RFA)
Area in cui vigono specifiche restrizioni concernenti l’erogazione del fuoco di
particolari munizioni. Infatti può essere vietato l’impiego di munizioni che
producono un eccessivo numero di colpi inesplosi (ad esempio a grappolo) in
un’area destinata ad un futuro impiego.
Area di fuoco libero (Free Fire Area - FFA)
Indica un’area dove aerei e artiglieria possono eliminare le munizioni inutilizzate
nel combattimento.
40 Per eventuali approfondimenti cfr. COMFORDOT, PIE-3.29 “L’impiego dell’Artiglieria terrestre”, ed. 2015.
51 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Linea per la Restrizione del Fuoco (Restrictive Fire Line - RFL)
Utilizzata per prevenire che forze convergenti interferiscano tra di loro.
4.5.7 Integrazione dell’ostacolo e del fuoco41
La dislocazione degli ostacoli è devoluta ai Comandanti delle G.U. che individuano le
zone nelle quali collocarli le quali possono essere ulteriormente divise in fasce. I
Comandanti di Task Force possono realizzare ostacoli solo all’interno delle fasce
designate dal loro Comando di Brigata (o zone, se non sono state assegnate le
fasce). Con il termine gruppi di ostacolo ci si riferisce a uno o più ostacoli raggruppati
allo scopo di consentire uno specifico effetto (vds Allegato ”B”).
4.5.8 Integrazione aerea
Le forze aeree devono essere gestite in maniera accentrata, al fine di massimizzare
gli effetti, sia durante lo “shaping” in profondità, sia nelle azioni “close”. Le risorse
aeree sono dipendenti dal supporto logistico e, pertanto, vulnerabili, quindi le basi
operative vanno protette. La maggior parte delle operazioni aeree dipende dalle
condizioni meteorologiche.
Gli assetti aerei, in generale, sono una risorsa di fuoco e forniscono mobilità e
conseguentemente maggiore libertà d’azione ai Comandanti. In tale ambiente i loro
Staff tengono in considerazione in ogni pianificazione la difesa aerea quale parte
degli armamenti disponibili.
4.5.9 Controllo dello spazio aereo
La superiorità e il controllo dello spazio aereo consente alle operazioni terrestri di:
agevolare la ricognizione e nel contempo contrastare quella nemica;
raccogliere informazioni;
disarticolare e ritardare (e in parte logorare) l’impiego delle forze nemiche,
riducendone, pertanto, la capacità di risposta;
preservare il dispositivo amico al fine di permetterne un tempestivo e coerente
impiego.
Tale controllo è fondato su procedure e istruzioni che permettono ai Comandanti e ai
loro Staff di utilizzare le capacità del controlo aereo, regolando, ove possibile e
necessario, il logoramento e la confusione che si verificano sul campo di battaglia, al
fine di ridurre il fuoco fratricida ed incrementare il ritmo dell’azione. Ciò richiede un
elevato grado di cooperazione e coordinamento tra i vari livelli di comando in uno
scenario comune e noto del campo di battaglia, aereo, terrestre e dello spettro
elettromagnetico. L’autorità deputata al controllo dello spazio aereo nel Teatro di
Operazioni è preferibilmente delegata al Comandante del Joint Force Air Component
Command (JFACC). Infatti, l’ACC (Air Component Commander) interforze
41 Per eventuali approfondimenti cfr. COMFORDOT, PSE-3.02.14 “Ostacolo e Operazioni di mobilità”, ed. 2015.
52 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
(COMJFAC)42 è responsabile di pianificare e coordinare la campagna aerea di una
singola operazione, valutandone i risultati, a supporto della campagna interforze del
Comandante della Grande Unità. A tale fine, il COMJFAC rappresenta il principale
consigliere del Comandante per l’impiego del potere aereo. Infatti, egli, in armonia
con le direttive e con il Concetto d’Azione, pone in essere raccomandazioni
sull’impiego del potere aereo, in particolare sulla ripartizione degli assetti aerei
disponibili. Egli è, inoltre, responsabile, nei confronti degli altri Comandanti di
Componente, dell’integrazione e della deconfliction generale di tutti gli assetti aerei
presenti nella Joint Operations Area (JOA). Per assolvere la sua missione, il COMJFAC
incorpora gli obiettivi del Comandante della G.U. in un proprio piano aereo. L’impiego
di UAVs, della difesa controaerei e dell’artiglieria richiedono un’armonizzazione con la
componente aerea attraverso la catena di Comando e gli Ufficiali di collegamento. Il
controllo dello spazio aereo tiene conto dei bisogni di ogni utente dello spazio aereo
ed è basato sulle priorità fissate dal COMJFAC. In pratica, una componente aerea
multinazionale può prevedere di pianificare l’uso dello spazio aereo 72 - 96 ore
prima, includendo, qualora necessario, anche le esigenze con poco preavviso.
4.6 PROTEZIONE43
4.6.1 Generalità
La Combat Function Protezione44 consiste nell’insieme delle misure e dei mezzi per
ridurre al minimo la vulnerabilità del personale, delle strutture, degli equipaggiamenti
e delle operazioni rispetto a qualsiasi minaccia e in tutte le situazioni, al fine di
preservare la libertà d’azione e l’efficienza operativa delle forze45.
La G.U. impegnata in una campagna/operazione, è soggetta ad una variegata e
complessa tipologia di minacce e rischi non derivanti esclusivamente dalla volontà di
opposizione delle forze nemiche; ma anche dall’ambiente e da situazioni occasionali.
È compito imprescindibile di qualsiasi Comandante proteggere in ogni modo lecito la
propria unità; ma, questo dovere, non deve mai generare l’avversione all’agire o la
limitazione della libertà d’azione necessaria a mantenere l’iniziativa, il ritmo
dell’azione o il raggiungimento dei risultati decisivi nel corso delle operazioni. I
Comandanti sono chiamati a bilanciare queste opposte responsabilità, decidendo e
assumendo rischi prudenti sulla base dell’esperienza, dell’etica, del ragionamento
analitico, della conoscenza che hanno dell’unità, della situazione, dell’intuizione e
42 Per svolgere le funzioni e le responsabilità assegnate, il COMJFAC si avvale di un Comando (JFACHQ) che può essere impiegato, interamente o in parte, in configurazione stanziale o schierata in funzione del contesto
operativo. 43 Per ulteriori approfondimenti cfr. COMFORDOT, PSE-3.14 “Protezione”, Ed. 2017 e PSE-3.14.05.02 “La protezione delle basi militari in operazioni”, Ed. 2017. 44 Si è scelto di utilizzare il termine “Protezione” per denominare la funzione operativa terrestre (Combat Function), rispetto quella del livello interforze nazionale di “Protezione delle Forze” (Joint Function) per uniformarsi alla più recente pubblicazione NATO AJP 3.2 del 2016, ma soprattutto per contestualizzare tale funzione alle specificità delle forze terrestri rispetto a quelle delle altre F.A. 45 Già cit. NATO, AJP 3.2(A) “Allied Joint Pubblication for Land Operations”, Ed. 2016, rif. 0258.
53 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
dell’arte militare. È attraverso la Protezione che i Comandanti preservano la Potenza
di Combattimento, riducono il rischio di perdita, di danneggiamento e d’infortunio
delle proprie unità o formazioni. In particolare, la funzione protezione consente di:
focalizzare l’ampio spettro di attività militari e misure che generano protezione in
specifici compiti che vanno integrati, semplificati e sincronizzati all’interno del
Processo delle Operazioni;
descrivere gli undici Compiti che devono essere analizzati durante la fase di
pianificazione, organizzati in preparazione, monitorati e valutati durante
l’esecuzione, continuamente analizzati ed eventualmente corretti, allo scopo di
proteggere dalle minacce e dai rischi.
4.6.2 Forme di protezione
A prescindere dal tipo di manovra, la Protezione può assumere diverse forme in base
al terreno, agli assetti protetti ed al nemico. In particolare, allo scopo di facilitare i
Comandanti e gli Staff nell’individuazione delle capacità che forniscono Protezione,
sono state identificate cinque forme (Figura 20). Esse non sono consequenziali e,
pertanto, alcune attività militari possono supportare, allo stesso tempo, più di una
forma di protezione, così come assolvono più di una funzione operativa. In
particolare le cinque forme di protezione individuate sono:
Deterrenza. è il potere di dissuadere qualcuno dal compiere un’azione dannosa
per timore di una punizione, una reazione o una rappresaglia. Esempi di
deterrenza possono essere la postura dei singoli soldati e delle formazioni di
combattimento.
Prevenzione. significa agire per evitare o ridurre i rischi di accadimento di fatti
dannosi. Conseguentemente, la prevenzione include l’abilità di neutralizzare,
precludere o ridurre un possibile rischio o un imminente attacco, di qualsiasi
natura esso sia, prima che questo avvenga. Il Situational Awareness è uno degli
elementi fondamentali per ridurre, prevenendolo, un attacco o un incidente.
Sicurezza attiva. Consiste in azioni dinamiche condotte allo scopo di
individuare, interdire, disarticolare, neutralizzare e distruggere minacce o pericoli;
proteggendo, così, l’Operazione o la forza militare garantendole capacità di
azione e di manovra.
Difesa passiva. La protezione può essere raggiunta anche attraverso la
realizzazione di posizioni difensive, fortificazioni e altre forme di barriere fisiche,
pensate e posizionate al fine specifico di proteggersi da definite minacce o
pericoli. La valutazione del terreno e lo sfruttamento degli ostacoli naturali sono
elementi essenziali per rinforzare le capacità di Protezione. L’inganno, il
mascheramento, l’occultamento e l’oscuramento in tutte le sue forme,
contribuiscono fortemente all’incremento della protezione passiva.
Mitigazione. Si sostanzia nel rendere meno gravoso o, meno intenso, l’effetto
determinato dal verificarsi di un evento dannoso. Ai fini della Protezione, la
54 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
mitigazione consiste, principalmente, nelle seguenti attività e capacità:
disporre della capacità di minimizzare gli effetti;
gestire le conseguenze (Consequence Management) e le emergenze di
attacchi o incidenti che coinvolgono personale, assetti e informazioni;
mantenere elevato il potenziale, la capacità e l’efficienza della forza o delle
capacità;
generare una protezione qualitativamente efficace.
4.6.3 Compiti della Protezione
La Funzione Operativa Terrestre Protezione consiste nelle attività/compiti e sistemi
(personale, materiali, organizzazioni, informazioni e processi) che preservano le
Forze. I Comandanti devono costantemente pianificare e integrare l’applicazione della
Forza Militare contro un nemico ma, allo stesso tempo, devono anche proteggere le
proprie unità, preservando la Potenza di Combattimento. Per portare a termine la
missione assegnata, è essenziale che essi utilizzino un metodo analitico che gli
consenta la ricerca del successo considerando le capacità disponibili. Tale strumento
consiste nelle Funzioni Operative. I Comandanti possono quindi sviluppare strategie
di protezione differenti per ciascuna fase delle Operazioni che guidano. Essi integrano
e sincronizzano i compiti al fine di ridurre i rischi, mitigare le vulnerabilità e sfruttare
le opportunità che dovessero eventualmente presentarsi. È attraverso tale approccio
che la funzione operativa Protezione può efficacemente proteggere la forza,
preservare la Potenza di Combattimento e incrementare la probabilità di successo
della missione.
Mentre come elemento della Potenza di Combattimento la Protezione ha un valore
potenziale, come Funzione Operativa serve per indirizzare gli sforzi verso gli undici
Compiti o Sistemi di Protezione (Figura 21):
Difesa da Minaccia Aerea (Air Defense);
Figura 20: Forme di protezione
55 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Protezione CBRN (CBRN Protection);
Protezione dai pericoli di esplosione (Explosive Hazards Protection);
Sopravvivenza (Survivability);
Sicurezza dell’Area delle Operazioni (Operational Area Security);
Sicurezza delle Operazioni (Operations Security - OPSEC);
Recupero del Personale (Personnel Recovery);
Prevenzione del Fuoco Amico (Fratricide Avoidance);
Information Protection;
Protezione Sanitaria (Health Protections);
Safety.
Comandanti di qualsiasi livello e grado, considerando alla stregua di lista di controllo
le undici alinee precedenti, dispongono di uno strumento pratico per pensare in
modo ordinato e lineare i compiti/attività o sistemi fondamentali per generare
Protezione.
Figura 21: Gli 11 compiti della Protezione
56 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
4.7 LE ATTIVITÀ INFORMATIVE (INFO ACTIVITIES) 46
Le Information Activities (IA) sono una delle combat functions e rappresentano “le
azioni messe in atto per influenzare le informazioni e i sistemi informativi. Esse
pertanto possono essere condotte da qualsiasi attore e comprendono anche le
misure di protezione”47. Le IA non si limitano solo dominio cognitivo ovvero alle
modalità che portano adottare decisioni. Si estendono anzi a quelli più ampi che
comprendono il dominio virtuale con gli strumenti tecnici che facilitano la
comunicazione (ovvero come comunichiamo) e il dominio fisico che, oltre allo spettro
elettromagnetico, comprende i luoghi di aggregazione, i simboli, le organizzazioni, i
gruppi (come interagiamo). L'efficacia di un attore (amico, avversario, neutrale) è
funzione della sua volontà, comprensione e capacità. Essi devono avere la volontà di
agire, la comprensione della situazione per agire e possedere la capacità di agire. Se
uno qualsiasi di questi elementi manca, le decisioni e azioni ne saranno condizionate.
In particolare:
Capacità. Le IA cercano di attaccare per disarticolare, distruggere o altrimenti
influenzare negativamente le capacità informative nemiche. Questo potrebbe
essere un Posto Comando, un centro di comunicazione, o qualsiasi altra
componente dell’Information System48 avversario.
Comprensione. Le IA cercano di influenzare la SA del nemico proteggendo al
contempo le informazioni e il nostro Information System. Tale risultato può
essere raggiunto attraverso misure protettive, OPSEC e un piano d’inganno. Così
facendo molte attività sono sovrapponibili alle attività condotte attraverso la
funzione operativa terrestre Protezione.
Volontà. Le IA vengono utilizzate per influenzare la volontà di un determinato
Target Audience, che può spaziare attraverso una vasta gamma di soggetti: dalle
forze nemiche alla popolazione amica e/o neutrale. Sotto tale aspetto, le Attività
Informative utilizzano informazioni per indirizzare messaggi che influenzeranno le
percezioni, la volontà e, idealmente, anche il comportamento del Target
Audience prescelto, utilizzando anche mezzi quali le Operazioni Psicologiche
(Psychological Operation - PSYOPS). Ad esempio, il lancio di volantini PSYOPS su
una posizione difensiva nemica per scoraggiarlo; oppure i messaggi radio
46 Sono una Funzione Operativa Terrestre, a differenza delle Information Operations, che invece è una funzione di staff per analizzare, pianificare, valutare ed integrare gli effetti desiderati sulla volontà, comprensione e capacità degli avversari, dei potenziali avversari e altri audience approvati dall’autorità nazionale responsabile, a supporto degli obiettivi della missione. Cfr. COMFORDOT PSE-3.10 “Information Operations (INFO OPS)”, ed. 2017. NATO, AJP-3.10 “Allied Joint Doctrine for Information Operations”, ed. 2015 ed. A, Vers. 1. 47 Cfr. COMFORDOT PSE-3.10 “Information Operations (Info Ops), ed. 2017 48 “Information System è l’insieme di quelle strutture e complessi tecnici preposti alla raccolta, elaborazione e disseminazione delle Informazioni. Si compone di strumenti tecnici, persone, strutture organizzative, e procedure atte a creare, raccogliere, percepire, analizzare, valutare, strutturare, manipolare, archiviare, recuperare, esporre, condividere, trasmettere e disseminare le Informazioni” Già cit. NATO, AJP-3.10 Allied Joint Doctrine for Information Operations, ed. 2015 ed. A, Vers. 1.
57 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
indirizzati alla popolazione locale per spiegare aspetti della campagna, al fine di
far percepire come legittima la presenza di un’unità e garantirsi quindi il sostegno
popolare. I messaggi veicolati con le Attività Informative possono essere
innestati all’interno dei temi delle Comunicazioni Strategiche (Strategic
Communication - STRATCOM)49 e devono essere armonizzati con i messaggi
della Pubblica Informazione, in modo da contrastare la propaganda avversaria.
LE IA sviluppano quindi azioni che rientrano nel ventaglio delle capacità e tecniche
coordinate dalla cellula Info Ops che, adeguatamente generata in funzione dei
compiti assegnati, sarà in grado di coordinarle e sincronizzarle con le azioni
sviluppate dal Public Affair, in aderenza alla narrativa, temi e messaggi definiti dalla
Comunicazione Strategica (StratCom), in modo da supportare pienamente la
manovra del Comandante.
Le azioni dirette a creare effetti sull’Information Environment sono sviluppate dalle
capacità, tecniche e metodi di seguito elencati:
- Operazioni Psicologiche (PSYOPS): influenzano le percezioni, gli atteggiamenti ed i
comportamenti di individui o gruppi sociali approvati dall’autorità di vertice
Politico-Militare. Impiegano metodi di comunicazione (TV, Radio, Internet, stampa)
e altri mezzi (p.es. face-to-face) rivolti ad un uditorio approvato.
- CIMIC, che realizza il coordinamento e la cooperazione, in supporto della missione,
tra gli attori militari e civili, incluso la popolazione, le autorità locali e
internazionali, le organizzazioni e le agenzie internazionali, nazionali e non
governative
- Engagement. L’Engagement può essere genericamente suddiviso nei due gruppi
sotto riportati:
Key Leader Engagement (KLE): riguarda tutti i livelli delle operazioni, dallo
strategico al tattico, ma è inerente esclusivamente all’attività condotta dai
Comandanti o dal personale specializzato per influenzare gli attori decisivi,
anche durante le operazioni di combattimento, considerati elementi chiavi per
l’assolvimento della missione.
Soldier Level Engagement (SLE): I Comandanti e i leader militari sul terreno
interagiscono regolarmente con i leader locali, così come i soldati con le
popolazioni. Di conseguenza, il SLE è quello che avviene con maggior
frequenza.
- Electonic Warfare. La Guerra Elettronica ha un’ampia applicazione nelle operazioni
militari e costituisce un assetto presente in tutti gli scenari operativi. L’EW ingloba
tutte le azioni militari per lo sfruttamento dell’intero spettro elettromagnetico.
49 Impiego multi-dimensionale e sincronizzato di tutte le risorse di comunicazione della Nazione teso a informare, influenzare e persuadere Audience specifiche (individui, gruppi di interesse e Stati), al fine di creare, rafforzare o mantenere le condizioni favorevoli per il conseguimento degli interessi di difesa e sicurezza nazionali. Cfr. SMD III CID ND 003 “La dimensione militare della Comunicazione Strategica”, ed. 2012.
58 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
- Operation Security: l’OPSEC è il processo all’interno dello staff attraverso cui
garantire un appropriato livello di sicurezza ad una operazione militare, usando
mezzi attivi o passivi, per negare all’avversario la conoscenza delle disposizioni,
capacità o intenzioni delle forze amiche.
- Cyber Ops “l’uso di capacità con lo scopo principale di creare effetti in supporto
degli obiettivi del Comandante nel o attraverso lo spazio cibernetico”. Le Cyber
operations comprendono le Computer Network Operations (CNO) e possono
essere sia offensive che defensive.
- Presenza Postura Profilo (PPP). La Presenza di unità militari sul terreno può avere
un significativo impatto sulle percezioni. La Postura (atteggiamento) delle proprie
unità (own force behaviour) trasmette volontà e intento, soprattutto alle forze
avversarie. Il Profilo è prevalentemente riferito al profilo pubblico dei Comandanti,
che deve essere attentamente analizzato e sfruttato.
- Inganno: è una delle misure con cui si indica il complesso delle misure intese a
fuorviare l’avversario mediante manipolazione, distorsione o falsificazione di
elementi o circostanze reali e ad ostacolarne la corretta valutazione della
situazione operativa.
Lo strumento più importante per realizzare il coordinamento e la sincronizzazione
delle IA con il fuoco (ovvero physical destruction che, per i danni collaterali ed
effetti indesiderati che può produrre, rappresenta l’ultima risorsa di influenza da
impiegare) è costituito dall’Information Activities Coordination Board (IACB),
normalmente presieduto dal capo di SM della G.U. da cbt., organizzato dallo staff
della cellula info ops a cui partecipano, tra gli altri anche i rappresentanti dello
special staff del Comandante (POLAD, MEDAD, LEGAD..)..
4.8 SOSTENIBILITÀ50
4.8.1 Generalità
La sostenibilità è la Combat Function che comprende tutte quelle attività
indispensabili per aiutare, generare e sostenere una forza militare. Non comprende
solamente gli ovvi aspetti logistici quali il rifornimento, la manutenzione e l’assistenza
sanitaria, ma anche problemi più ampi quali il deployment di una forza, la
sostituzione, il redeployment e recupero, nonché l’eventuale ricondizionamento di
un’unità a seguito di combattimento. Anche il supporto fornito dagli ingegneri militari
per le infrastrutture e l’approvvigionamento idrico, il sostegno al benessere ed al
morale delle truppe sono da tenere in grande considerazione.
È quindi una funzione globale, che influenza la pianificazione e l’esecuzione in ogni
fase delle operazioni, battaglie e combattimenti, in quanto incide in maniera
determinante sul tempo, durata e intensità di tutte le operazioni.
50 Per ulteriori approfondimenti Cfr. SME PDE 4 “Il Sostegno Logistico alle Operazioni Terrestri”, ed. 2018.
59 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Nel moderno ambiente operativo le operazioni oltre i confini nazionali devono far
fronte ad una vasta gamma di minacce in una potenziale area di operazioni
dispersiva. Sostenere tali operazioni è impegnativo, in quanto l’eccessiva dispersione
delle forze sul terreno costringe gli assetti del Combat Service Support (CSS) a
muovere lungo linee di comunicazione non sicure, attraverso aree non occupate, con
la possibilità di dover affrontare in qualsiasi momento un combattimento. Vi è una
buona probabilità che gli avversari attacchino gli elementi del CSS piuttosto che le
forze di combattimento. Una migliore SA può consentire di evitare alcune minacce;
ma, comunque, gli elementi del CSS dovrebbero avere livelli di mobilità e protezione
fisica comparabili agli elementi di combattimento che supportano per proteggere sé
stessi e le loro risorse.
4.8.2 Sostenibilità Joint, inter-agenzia e multinazionale
A livello di Teatro, potrebbe esserci un’organizzazione Joint in cui il Comandante di
Teatro ha la responsabilità per la pianificazione, il coordinamento, nonché il compito
di fornire supporto logistico usando le risorse nazionali, le risorse della nazione
ospitante (Host Nation - HN) o quelle commerciali. A tale scopo potrebbe intervenire
la NATO con la funzione RSOM51 (Reception, Staging and Onward Movement) che
fornisce un supporto multinazionale alle operazioni con la ricezione, la
raccolta/riordino e il trasferimento in avanti. Quindi la componente terrestre non sarà
impiegata da sola, perché le operazioni saranno quasi certamente Joint e Combined,
ragion per cui il coordinamento delle attività di sostegno sarà importante. La
razionalizzazione degli assetti del CSS massimizza la disponibilità di risorse e
ottimizza le attività di sostegno. L’obiettivo è la sinergia congiunta, inter-agenzia e
multinazionale, in cui il supporto complessivo è maggiore di quello dei singoli
elementi isolati.
4.8.3 Pianificazione del mantenimento
Poiché molte operazioni di sostegno hanno tempi lunghi, è imperativo che la
pianificazione del sostegno sia integrata nella pianificazione operativa. Le operazioni
di sostegno, inoltre, dovrebbero anche essere versatili, sostenere la missione ed
essere condotte in maniera congiunta e quando necessario multinazionale.
L’integrazione di sforzi strategici, operativi e tattici per sostenere una missione
potrebbe richiedere ai Comandanti di influenzare le funzioni amministrative e
logistiche al di fuori della propria organizzazione.
I Comandanti e i loro Staff, tenuto conto che il movimento di grandi quantità di
materiale è un processo oneroso ed è meno flessibile della mobilità delle unità da
combattimento, hanno la necessità di sviluppare una sinergia tra questi elementi.
Pertanto, al fine di garantire la corretta organizzazione ed il funzionamento del
51 La funzione RSOM rappresenta l’insieme di tutte le attività essenziali, e tra loro strettamente correlate, che vengono svolte in Te. Op. principalmente nelle prime fasi del deployment delle Forze che si schierano per assolvere la propria missione.
60 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
dispositivo, in fase di pianificazione del sostegno di una forza devono essere tenuti in
considerazione i seguenti principi:
flessibilità. L’organizzazione logistica e le procedure per la gestione delle risorse
devono essere estremamente duttili ed essere adattate costantemente
all’evoluzione della situazione tattica contingente, nonché alle esigenze delle
unità che possono variare in relazione delle Attività Militari che conducono;
sufficienza. Le risorse assegnate al sostegno delle forza militare nello spazio di
manovra terrestre devono essere quantitativamente e qualitativamente adeguate
all’assolvimento della missione;
semplicità. L’organizzazione logistica deve essere essenziale e orientata alla
missione, così come devono esserlo le procedure per la gestione delle risorse, in
modo da favorire uno sviluppo rapido delle attività tattiche, minimizzando l’attrito
dovuto a inutili complicazioni burocratiche e possibili incomprensioni, soprattutto
in ambiente interforze e multinazionale, nonché facilitando la condivisione delle
informazioni;
preminenza delle esigenze operative. Il sostegno logistico deve essere
orientato e finalizzato a soddisfare le esigenze del Comandante supportato
logisticamente;
integrazione (coordinazione e cooperazione). Tutti gli elementi (funzioni,
sistemi, processi, elementi organizzativi) che concorrono alla soluzione del
problema logistico devono “integrarsi reciprocamente”, soprattutto in contesti
interforze e multinazionali. La cooperazione tra gli organi che operano ai diversi
livelli ordinativi (sia in Teatro Operativo sia in Patria) e la standardizzazione delle
procedure (Standardization Agreement - STANAG, Mutual Support Agreement -
MSA, Military-Technical Agreement - MTA, Letter of Assistance - LOA,
Memorandum of Understanding - MoU, ecc.), nonché la coordinazione delle
attività condotte, consentono di ottimizzare la capacità di sostenere la forza
militare;
continuità. Il sostegno logistico deve essere garantito alle unità, con costanza,
in tutte le fasi della condotta delle attività tattiche pianificate, nei luoghi, nei
tempi e nei modi più opportuni. Nell’ambito della valutazione di fattibilità di ogni
operazione, è opportuno verificare che sussistano ragionevoli probabilità che esse
non si trovino isolate per lunghi periodi (lontano dalle Linee di Comunicazione e
senza la necessaria autonomia52 per continuare a operare);
52 “Periodo di tempo stabilito durante il quale un’unità è in grado di operare avvalendosi dei propri organi e mezzi logistici, inclusi quelli assegnati in rinforzo. Corrisponde al periodo di tempo sul quale cadenzare la successione dei rifornimenti normali”, SME, Pub. n. 5895 – “Nomenclatore militare”, ed. 1998. Si definisce “autonomia inziale”, inoltre, “la capacità di auto-sostentamento di un’unità con le risorse di cui dispone all’inizio di un’operazione”. Viene determinata dal Comandante sulla base dalle capacità di trasporto e rifornimento previste (NATO, AAP-39(B) “NATO Handbook of land operations terminology”, ed. 2015). L’organizzazione logistica, peraltro, può essere considerata aderente quando è in grado di fornire il sostegno necessario in un tempo minore o uguale all’autonomia delle unità che supporta.
61 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
visibilità. La condivisione dei dati, come la possibilità di monitorare
costantemente la situazione delle risorse e delle capacità logistiche disponibili, è
essenziale per ottimizzare l’efficacia/efficienza del sostegno logistico, soprattutto
nell’ambito di operazioni interforze e multinazionali. Ciò consente di razionalizzare
l’impiego delle Linee di Comunicazione, dei depositi, dei mezzi e dei materiali.
Assicura, inoltre, la facilità di accesso alla documentazione logistica di rilievo (ad
es. accordi generali e tecnici, contratti, pubblicazioni e normative tecnico-
logistiche) per supportare il Comandante nella pianificazione e nell’esecuzione
delle proprie Attività Militari;
autorità. Il Comandante che ha la responsabilità delle operazioni deve avere
anche la facoltà di gestire nel modo più efficace lo schieramento, il
rischieramento e l’impiego delle risorse logistiche a lui assegnate per assolvere la
propria missione;
certezza dei rifornimenti. Le risorse necessarie al sostegno della forza militare
impiegata in Teatro Operativo devono essere permanentemente garantite dalla
Nazione (principio particolarmente importante nel caso di operazioni
multinazionali);
efficienza. L’impiego delle risorse disponibili e delle Linee di Comunicazione
deve essere costantemente razionalizzato, in modo da raggiungere il massimo
livello di sostegno della forza militare con il minimo sforzo logistico, assicurando
la sostenibilità delle operazioni, ma moderando l’impatto dello schieramento di
risorse in Teatro Operativo (logistic footprint53);
economicità. La scelta e l’impiego delle risorse da utilizzare per sostenere la
forza miitare in operazione deve tendere a minimizzare gli sprechi ed evitare
duplicazioni, al fine di minimizzare i costi del sostegno logistico;
sussidiarietà. Il problema logistico deve essere risolto al più basso livello
ordinativo che dispone degli strumenti utili/necessari per risolverlo.
4.8.4 Ricondizionamento
Il ricondizionamento è definito come l’insieme di attività mediante le quali le unità o
personale, appena ritirato dal combattimento o da un servizio difficile, in un’area di
sosta sicura, si riforniscono, si addestrano e di solito si preparano per essere
reimpiegate. In pratica, si tratta di un recupero dell’operatività che qualora fosse
condotta secondo una valida pianificazione e in maniera celere, incrementerebbe la
coesione dell’unità. La sostituzione dall’AOO di una G.U. per l’attività di
ricondizionamento è una decisione di comando, influenzata dalle valutazioni su ciò
che sarà richiesto per le operazioni future. Tale azione coinvolge un’attività
53 Inteso come la somma delle risorse (personale, materiali, equipaggiamenti, mezzi, infrastrutture) schierate fisicamente in un’Area delle Operazioni e lungo le linee di comunicazione (Lines of Communication - LOC) per sostenere le Forze impegnate nella condotta di Attività Militari (AJP-4(B), Allied Joint Logistic Doctrine, RD, ed. 2017).
62 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
coordinata e concomitante di tre aree: personale, equipaggiamento e materiali. Un
modello di ricondizionamento è mostrato schematicamente in Figura 22.
Figura 22: Modello di ricondizionamento
63 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft
5. STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DELLA GRANDE UNITÀ
DA COMBATTIMENTO
5.1 GENERALITÀ
La G.U. è costituita da un complesso di forze eterogeneo e variabile, dotato di
autonomia tattico-logistica e posto agli ordini di un Comandante che lo impiega con
visione unitaria, per una specifica missione/operazione. Categorizzare ed etichettare
preliminarmente un conflitto, in conformità a schemi precostituiti, può essere
fallimentare o riduttivo; infatti, le G.U. devono essere in grado di fronteggiare una
vasta gamma di minacce (ibrida, simmetrica e asimmetrica); combinate,
eventualmente, anche ad altri possibili pericoli, come malattie o epidemie su larga
scala, disastri naturali, inquinamento industriale ed emergenze umanitarie, come
carestie, inondazioni o siccità (Figura 23). Pertanto, la conseguente organizzazione
della Forza deve avere le capacità per compiere la missione iniziale, ma deve far sì
che si possa fronteggiare anche la transizione ad un’altra tipologia di operazione
durante il corso della Campagna.
L’ambiente operativo
contemporaneo in cui le
G.U. si trovano ad
operare è contraddistinto
da estrema complessità
ed incertezza e può
includere ampie aree di
operazione non-lineari e
non-contigue, nonché
nemici che operano
diradando le proprie forze
e impiegando una
combinazione di tecniche
regolari e irregolari. In
tale contesto la distinzione tra il livello strategico, operativo e tattico diviene sempre
più difficile da stabilire e, quindi, può essere necessario e vantaggioso che le unità
siano articolate, fino ai minori livelli, in complessi tattici secondo un’organizzazione
Mission Tailored ovvero secondo una Task Organization che dipende dalle variabili di
missione54:
Missione (compito e scopo);
Avversario (Dislocazione, Entità, Natura, Atteggiamento e Movimento - DENAM);
54 Sintetizzate nell’acronimo MATTT-C (o METTT-C, dove la E sta per Enemy), rappresentano l'insieme dei fattori che possono avere un impatto sulla specifica missione di una determinata unità, limitatamente al tempo stimato per la condotta dell'azione. Cfr. Direttiva 3001/14 “La preparazione al combattimento”, ed. 2014 di SME.
Figura 23: Impiego delle forze
64 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft
Terreno e Meteo;
Truppe a disposizione per la missione;
Tempo a disposizione per la pianificazione e l’esecuzione della missione;
considerazioni sui Civili presenti nell’area di operazione durante la condotta delle
attività militari.
Sulla base di ciò una G.U. prende forma dall’integrazione dei seguenti elementi di
forza (Figura 24):
elementi da Combattimento (Combat Element). Includono le unità che hanno il
compito principale di ingaggiare direttamente il nemico, prevalentemente con
armi a tiro teso;
elementi di Supporto al Combattimento (Combat Support Element).
Comprendono le unità che forniscono supporto di fuoco e supporto operativo agli
elementi da combattimento;
elementi di Sostegno (Combat Service Support Element). Includono le unità che
hanno lo scopo di assistere e sostenere la forza militare nelle attività di logistica,
personale e sanità per il sostentamento, il benessere e il morale degli uomini, la
manutenzione dei materiali, la fornitura di materiale da combattimento e la
sostituzione delle vittime per tutta la durata dei combattimenti;
elementi di Supporto al Comando (Command Support Element). Includono tutti
gli elementi che aiutano i Comandanti nell’esercizio del comando.
Figura 24: Elementi che compongono la G.U. da combattimento
Una Grande Unità da combattimento così costituita sarà in grado di:
combinare al meglio le capacità specifiche di ciascuna componente e, al tempo
Elementi da combattimento
Combat
Elementi di supporto al combattimento
Combat Support
Elementi per il Sostegno Logistico
Combat Service Support
Elementi di Supporto al Comando
Command Support
G.U. DA COMBATTIMENTO
65 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft
stesso, compensarne le limitazioni;
condurre attività tattiche decentrate autonome, coordinate dal Comando
superiore, ma indipendenti;
adeguare rapidamente l’ordinamento tattico (Task Organization) a struttura
modulare, in funzione dei cambiamenti della situazione e dei compiti ricevuti.
5.2 STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UNA G.U. A LIVELLO CORPO
D’ARMATA
Il Corpo d’Armata ha la capacità di esercitare il Comando e Controllo su un massimo
di 5 Divisioni con i relativi supporti (Combat Support - CS e CSS)55, qualunque sia il
tema predominante della Campagna da condurre, in qualsiasi ambiente geografico si
debba operare. Normalmente, in fase condotta, il Comandante influenza la manovra
soprattutto attraverso la direzione dell’impiego delle riserve e l’ottimizzazione della
gestione dei supporti, allo scopo di correggere eventuali scostamenti riscontrati
rispetto alla pianificazione operativa corrente. Il Corpo d’Armata può essere
proiettato ed impiegato sia come G.U. inquadrata in una struttura di Comando di
livello superiore, eventualmente Joint e Multinational (MN), sia come Land
Component Command (LCC) di una Joint Task Force (JTF), eventualmente
multinazionale, ma anche come JTF HQ, eventualmente MN, qualora non ci siano
strutture di Comando di livello superiore schierate in Teatro Operativo (Te.Op.). Può
essere parte di una JTF che ha il compito di assicurare l’accesso in un’area semi-
permissiva o non permissiva (Forcible Entry) ad altre forze destinate a future
operazioni (follow-on forces).
Deve essere in grado di pianificare e condurre la manovra delle unità dipendenti,
sincronizzando attività militari (offensive, difensive, di stabilizzazione, abilitanti)
multiple in modo sequenziale o simultaneo, per assolvere la missione assegnata. Ha
la responsabilità di organizzare e coordinare il supporto logistico nella AOO assegnata
integrando eventuali elementi multinazionali delle nazioni partecipanti alla missione.
Inoltre conduce la battaglia in profondità (“Deep Battle”) impiegando gli assetti a
lunga gittata per effettuare lo “shaping” degli elementi ostili non a contatto con le
sue Unità dipendenti, e garantisce la sicurezza nelle retrovie della sua AOO laddove
non di pertinenza di proprie unità subordinate.
Può avere l’autorità di:
riorganizzare le proprie unità per ottimizzare la condotta della manovra;
integrare capacità Joint assegnate per la specifica Campagna;
stabilire le priorità nell’assegnazione dei supporti alle unità dipendenti;
55 NATO BI-SC “Agreed Capability Codes and Capability Statements”, ed. 2016.
66 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft
coordinare gli sforzi di altri soggetti (nazionali, multinazionali, militari o civili), non
alle dirette dipendenze, che cooperano nell’AOO assegnata per il raggiungimento
degli obiettivi di livello operativo e strategico;
fondere gli obiettivi del livello operativo con quelli del livello tattico;
dirigere le risorse ISR-EW (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance – Electronic
War) disponibili per mantenere una sorveglianza continua dell’AOO assegnata e
ricercare costantemente le informazioni necessarie all’ottimizzazione della
manovra;
contribuire alla valutazione continua del progresso della Campagna (Assessment)
del livello operativo, in modo da rifinire il piano di ricerca informativa, riallocare le
risorse disponibili e sfruttare eventuali nuove opportunità.
Inoltre, il Corpo d’Armata conduce, in modo sistematico, esercitazioni e
addestramento congiunto con tutto il personale e/o le unità con cui si potrebbe
trovare a operare sulla base di accordi internazionali, piani di contingenza o esigenze
improvvise.
5.3 STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UNA G.U. A LIVELLO
DIVISIONE
La Divisione deve avere la capacità di esercitare il Comando e Controllo su un
massimo di 5 Brigate con i relativi supporti56 (CS e CSS), qualunque sia il tema
predominante della Campagna da condurre, in qualsiasi ambiente geografico si
debba operare. Spesso, in fase condotta, il Comandante conduce la manovra
soprattutto attraverso l’ottimizzazione della gestione dei supporti. La Divisione può
essere proiettata e impiegata sia come G.U. inquadrata in una struttura di Comando
di livello superiore, eventualmente Joint e Multinational, sia, solamente in via
eccezionale, come Comando della Componente Terrestre (LCC) di una Forza
d’impiego combinata interforze (JTF), eventualmente multinazionale, ma anche come
JTF HQ, eventualmente MN, qualora non ci siano strutture di Comando di livello
superiore schierate in Te.Op.
Come il Corpo d’Armata, anche la Divisione può essere parte di una JTF che ha il
compito di assicurare l’accesso in un’area semi-permissiva o non permissiva (Forcible
Entry) ad altre forze destinate a future operazioni (follow-on forces).
Deve essere in grado di pianificare e condurre la manovra delle unità dipendenti,
sincronizzando le attività militari (offensive, difensive, di stabilizzazione, abilitanti) in
maniera sequenziale o concorrente, nel framework concettuale del deep, close e rear
(ponendo in relazione, con tali termini, gli effetti, il tempo e lo spazio) per modellare
(shape), sostenere (sustain) e consentire la conduzione di operazioni decisive
(decisive) per assolvere la missione assegnata. Ha la responsabilità di organizzare e
56 NATO BI-SC “Agreed Capability Codes and Capability Statements”, ed. 2016.
67 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft
coordinare il supporto logistico nella AOO assegnata, integrando eventuali elementi
multinazionali delle nazioni partecipanti alla missione.
La struttura della Divisione può modificarsi al variare del tema predominante della
Campagna da condurre; ma, anche, in conseguenza della particolare fase di una
determinata Campagna. Può avere l’autorità di:
riorganizzare le proprie unità per ottimizzare la condotta della manovra;
integrare capacità Joint assegnate per la specifica Campagna;
stabilire le priorità nell’assegnazione dei supporti alle unità dipendenti;
coordinare gli sforzi di altri soggetti (nazionali, multinazionali, militari o civili), non
alle dirette dipendenze, che cooperano nell’AOO assegnata per il raggiungimento
degli obiettivi di livello operativo e strategico;
dirigere le risorse ISR-EW disponibili per mantenere una sorveglianza continua
dell’AOO assegnata e ricercare costantemente le informazioni necessarie
all’ottimizzazione della manovra.
Inoltre, la Divisione conduce, in modo sistematico, esercitazioni e addestramento
congiunto, sia con le B. assegnate organicamente sia con tutto il personale e/o le
unità con cui si potrebbe trovare a operare sulla base di accordi internazionali, piani
di contingenza o esigenze improvvise. Quando non impegnata in Operazione, può:
fornire augmentees per gli staff di altre unità impegnate in Te.Op. o in
esercitazioni;
costituire Mobile Training Team (MTT) per supportare l’addestramento di altre
unità;
contribuire allo sviluppo della Dottrina di impiego e/o di specifiche Procedure
Operative Permanenti (Standing Operating Procedures - SOP).
5.4 STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UNA G.U. A LIVELLO BRIGATA
La Brigata è una G.U. tatticamente e logisticamente autonoma, idonea ad esercitare
il Comando e Controllo su un massimo di 5 gruppi tattici con i relativi supporti (CS,
CSS)57, qualunque sia il tema predominante della Campagna da condurre ed in
qualsiasi ambiente geografico si debba operare. In fase condotta, il Comandante
dirige ed “influenza” la manovra attraverso l’ottimizzazione della gestione dei
supporti.
Può essere proiettata e impiegata sia come G.U. inquadrata in una struttura di
Comando di livello superiore, eventualmente Joint e Multinational (MN), sia come
LCC di una JTF, eventualmente multinazionale, ma anche come JTF HQ,
eventualmente MN, qualora non ci siano strutture di Comando di livello superiore
schierate in Te.Op.. Anch’essa come le altre G.U. può essere parte di una JTF con il
57 NATO BI-SC “Agreed Capability Codes and Capability Statements”, ed. 2016.
68 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft
compito di assicurare l’accesso in un’area semi-permissiva o non permissiva (Forcible
Entry) ad altre forze destinate a future operazioni (follow-on forces).
Deve essere in grado di pianificare e condurre la manovra delle unità dipendenti,
sincronizzando attività militari (offensive, difensive, di stabilizzazione, abilitanti)
multiple in modo sequenziale o simultaneo, per assolvere la missione assegnata. Ha
la responsabilità di organizzare e coordinare il supporto logistico nella AOR assegnata
integrando eventuali elementi multinazionali delle nazioni partecipanti alla missione.
Normalmente, la Brigata conduce la manovra in un’area che è genericamente
determinata dal raggio delle armi in organico e normalmente allineata con le capacità
di supportare il combattimento ravvicinato, tenendo in mente che fattori come la
popolazione, terreno, intensità ed effetti condizionano la determinazione dell’area
della manovra. Inoltre, è solitamente il più basso livello di Comando dove le capacità
Joint e multinazionali possono essere integrate (sebbene ci possano essere alcune
eccezioni in talune circostanze).
Quando impegnata in Operazione, riceve i rinforzi necessari per l’assolvimento della
missione sia dalla F.A. sia dalle altre possibili Componenti della Forza Integrata
(Aerea, Marittima, Polizia Militare, Forze Speciali). Per incrementare le proprie
capacità può includere, comunque, unità:
dell’Aviazione dell’Esercito (Elicotteri da Esplorazione e Scorta, Elicotteri
Multiruolo – EM e aeromobili ad ala fissa);
specializzate RISTA-EW;
per le comunicazioni a lungo raggio58;
specialistiche (es. CIMIC, PSYOPS, ecc.);
di Forze Speciali.
Può avere, inoltre, l’autorità di:
riorganizzare le proprie unità per ottimizzare la condotta della manovra;
stabilire le priorità nell’assegnazione dei supporti alle unità dipendenti;
coordinare gli sforzi di altri soggetti (nazionali, multinazionali, militari o civili), non
alle dirette dipendenze, che cooperano nell’AOO assegnata per il raggiungimento
degli obiettivi di livello operativo e strategico;
dirigere le risorse ISR-EW disponibili per mantenere una sorveglianza continua
dell’AOO assegnata e ricercare costantemente le informazioni necessarie
all’ottimizzazione della manovra.
58 Unità C4 di Supporto alla Manovra o di Supporto Nazionale (in funzione del contesto), in quanto tali unità garantiscono non solo tale tipologia di collegamenti, ma anche l’estensione di servizi e di capacità complementari (tra cui l’integrazione delle capacità Joint).
69 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft
6. LE ATTIVITÀ TATTICHE OFFENSIVE
6.1 GENERALITÀ
In un ambiente operativo complesso, le attività tattiche offensive vengono condotte
da una Grande Unità in più dimensioni contemporaneamente.
Le attività tattiche offensive hanno lo scopo primario di sconfiggere l’avversario,
indebolendone la coesione morale e fisica. Esse mirano ad annientare la capacità e la
volontà di resistenza del nemico, disarticolandone il dispositivo tramite la
frammentazione e l’isolamento delle sue forze.
La G.U. può, quindi, condurre attività tattiche offensive, al fine di indebolire la
coesione del nemico e la volontà di resistere, attraverso una vasta gamma di azioni
che vanno dalle operazioni psicologiche, alla degradazione del Combat Power
avversario, fino alla sua distruzione fisica. Il metodo utilizzato per ottenere questi
risultati dovrà essere sempre proporzionato all’obiettivo, al contesto ed all’effetto
ricercato.
Le attività offensive possono avere come obiettivo forze ostili o aree geografiche. Nel
primo caso si punta alla distruzione delle unità avversarie; impedendo, quindi, che si
sgancino o che ripieghino. Nel secondo, si punta, invece, all’occupazione di un punto
o di un’area geografica. In questo caso può, quindi, essere vantaggioso costringere
l’avversario ad abbandonare le posizioni senza necessariamente ingaggiarlo in modo
decisivo.
Una volta che l’attività tattica offensiva viene iniziata, la flessibilità e la rapidità
nell’impiego del Combat Power sono di primaria importanza. L’attività deve essere
condotta con un atteggiamento mentale ed un dispositivo proiettati alle ricerca e allo
sfruttamento del successo. Occorre, inoltre, imprimere il proprio ritmo all’azione e
mantenerlo costante al fine di sbilanciare il nemico e l’attacco non deve subire ritardi.
Sono poche, di solito, le attività tattiche offensive che si sviluppano come pianificato.
I Comandanti devono essere in grado di cogliere le opportunità che si presentano da
successi imprevisti e devono saper far fronte tempestivamente a situazioni
sfavorevoli. Per ottenere la necessaria flessibilità occorre adottare:
un disegno di manovra semplice;
un supporto di fuoco aderente;
unità del genio ben posizionate;
riserve reattive e ben addestrate sugli orientamenti di impiego;
un sostegno logistico sufficientemente adattabile.
6.2 FATTORI CHIAVE PER IL SUCCESSO
Nelle attività tattiche offensive la chiave del successo è cogliere e mantenere
l’iniziativa. In tal modo, un Comandante mantiene lo slancio, non consente al nemico
di potersi organizzare e si propone di ostacolarlo nelle sue attività difensive; di
70 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
rispondere con contrattacchi ad eventuali azioni avversarie e di ricostituire le sue
riserve.
Dunque, nel pianificare e condurre attività offensive, devono essere considerati i
seguenti principi:
cogliere e mantenere l’iniziativa. Le attività tattiche offensive mirano a
sconfiggere la volontà di resistere del nemico. Ciò implica capacità di manovrare,
velocità e aggressività volte anche a bloccare l’iniziativa dal nemico. Di fatto
questo ci consente di acquisire libertà di azione e un netto vantaggio psicologico.
Sfruttare il successo e approfittare della debolezza nemica deve essere l’obiettivo
di tutti i Comandanti;
concentrazione della forza. Un Comandante deve avere la possibilità di
concentrare la forza sia nel tempo che nello spazio al fine di porre in essere
l’azione decisiva. La concentrazione non implica solo un ammassamento della
forza, ma anche un aumento della potenza di fuoco. La capacità di
concentrazione dipende dal movimento, dalla flessibilità e dalle comunicazioni;
sorpresa. La sorpresa può creare un successo sovradimensionato rispetto alle
dimensioni della forza utilizzata. I suoi elementi sono la segretezza,
l’occultamento, l’inganno, l’originalità, l’audacia e la velocità. L’inganno è un
elemento chiave nel distogliere il nemico dalla possibile azione principale e nel
creare sorpresa;
sicurezza. La sicurezza è una condizione necessaria per conferire al
Comandante una sufficiente libertà di azione per raggiungere il suo scopo. Nelle
attività tattiche offensive la sicurezza è maggiormente curata nell’Assembly Area,
nella preparazione e nell’avvio delle operazioni. Comprende la sicurezza della
linea di partenza (Line of Departure - LD), dei fianchi di una forza d’attacco e
delle linee di comunicazione;
flessibilità. Le attività tattiche offensive richiedono un grado di flessibilità tale
da consentire di modificare i piani per far fronte a situazioni mutevoli, sviluppi
inaspettati e sfruttare le opportunità, soprattutto contro forze non convenzionali.
Gli elementi che caratterizzano tale principio sono: duttilità mentale e rapidità del
processo decisionale da parte di un Comandante e dei suoi subordinati. La
flessibilità è realizzata attraverso la semplicità dei piani, l’unità di sforzo e il
mantenimento dell’equilibrio. Implicito in questo requisito è la libertà di azione
per il Comandante tipica del Mission Command;
raccolta di informazioni. Le attività tattiche offensive devono essere
supportate da un’ampia base di conoscenza a tutti i livelli di Comando tale da
consentire di valutare i sistemi intercorrelati all’interno di un ambiente operativo
e anticipare gli effetti che verranno creati dalle attività offensive; in tal modo si
creeranno i presupposti per l’assolvimento della missione. A livello tattico, i
Comandanti di tutti i livelli hanno bisogno di un’intelligence dettagliata del
71 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
terreno su cui combatteranno con la loro forza. Sono vitali per il successo della
missione la conoscenza della dislocazione del nemico, dei suoi punti di forza e
delle sue vulnerabilità, nonché del suo intento; tali dati potranno essere ottenuti
incrociando i risultati della Raccolta informativa con la conoscenza pregressa del
terreno, dell’ORBAT e della Dottrina avversaria nonché del previsto Concetto
d’Azione del nemico. Questo incrocio di dati si sviluppa attraverso l’analisi
intelligence effettuata con ciclo continuo nell’ambito della struttura funzionale
“2”;
semplicità. I piani devono essere semplici, le manovre complesse e le
disposizioni complicate portano a confusione e incomprensioni. Un chiaro
concetto di operazioni, supportato da un piano semplice, offre ai Comandanti
subordinati l’opportunità di applicare il proprio giudizio e iniziativa in risposta ai
cambiamenti della situazione locale. La semplicità aumenta la duttilità e consente
un migliore controllo del tempo;
audacia e azioni d’urto. I Comandanti devono essere coraggiosi e aggressivi
per sfruttare al meglio una situazione favorevole. L’azione d’urto è ottenuta
dall’audace delle forze di combattimento nel penetrare le difese nemiche e
proseguire, in funzione della policy fornita dai livelli superiori, in profondità
nell’area avversaria. Il supporto di fuoco è essenziale e viene utilizzato durante
tutte le fasi dell’operazione per rafforzare l’azione d’urto. Ciò porterà ad un
rapido collasso della coesione fisica e morale del nemico;
profondità. La profondità è richiesta sia nell’organizzazione delle forze offensive
sia nella selezione degli obiettivi, per consentire ad un Comandante di mantenere
una pressione costante sul nemico e di sfruttare la penetrazione;
equilibrio. Una forza equilibrata consente ad un Comandante di concentrare le
forze ove necessario per sfruttare un’opportunità o per reagire all’azione nemica
nel momento decisivo. Nel raggiungere gli obiettivi prefissati, potrebbe essere
necessario creare un equilibrio tra le attività fisiche e le attività di influenza al
fine di determinare gli effetti complementari;
riserva. La riserva è necessaria per fronteggiare l’imprevisto. Può essere
impegnata per influenzare la battaglia sfruttando le possibilità di un successo o
per rispondere alle contromosse. Fornisce ad un Comandante flessibilità ed
equilibrio. Una volta impegnata, il Comandante deve ricostituirla il prima
possibile;
coordinamento delle Combat Functions. Il piano per l’attività offensiva deve
assicurare un attento coordinamento di tutte le Combat Functions al fine di
raggiungere con successo lo scopo della missione assegnata;
inganno. Il Comandante deve tenere presente il ruolo importante che l’inganno
può svolgere nel sostenere le attività tattiche offensive. L’inganno sarà usato per
72 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
fornire sicurezza alla forza schierata e sarà usato per attirare e distrarre il
nemico, per consentire una maggiore libertà d’azione al Comandante;
considerazioni sul terreno. Il terreno deve essere attentamente considerato
quando si pianificano le attività tattiche offensive. Le corrette valutazioni del
terreno possono:
migliorare l’osservazione;
ottenere copertura e occultamento;
ottenere un’efficacia migliore nell’impiego del supporto di fuoco;
migliorare la manovra;
migliorare la sicurezza delle forze;
posizionare ostacoli contro la mobilità avversaria;
consentire una base da cui avviare ulteriori operazioni.
6.3 TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ TATTICHE OFFENSIVE
Esistono diversi tipi di attività offensive, ognuna è rivolta a specifici scopi. Tali
tipologie sono strettamente correlate e si trasformano l’un l’altra anche tramite
attività tattiche abilitanti:
Attacco (attack);
incursione (raid);
sfruttamento del successo (exploitation);
inseguimento (pursuit);
attacco simulato (feint) e dimostrativo (demonstration);
ricognizione in forze (reconnaissance in force);
imboscata (ambush);
rottura dell’accerchiamento (breakout of encircled forces).
6.3.1 L’attacco
Attaccare significa effettuare un’azione offensiva contro un obiettivo specifico. Lo
scopo principale di un attacco è distruggere la capacità del nemico di resistere e
successivamente distruggere la sua volontà e coesione. Un attacco può essere
un’attività isolata o può essere effettuato in congiunzione con altri tipi di attività.
Un Comandante che intraprende un attacco possiede l ’iniziativa, nel senso che lui
decide la posizione, il tempo, la direzione e il peso della forza da concentrare.
Una volta che l’attacco è lanciato, la flessibilità e la velocità nell’impiego delle
forze sono fondamentali. L’attacco deve essere eseguito con vigore, sfruttando
gli sviluppi favorevoli e riallocando le risorse in aree in cui sembra esserci
un'opportunità di successo.
L’attacco dovrebbe essere perseguito per mantenere il nemico fuori equilibrio ma
non deve allinearsi rigidamente ad un piano. Pochi attacchi si svilupperanno
come previsto e i Comandanti dovranno cercare attivamente di trasformare i
73 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
successi inattesi a loro vantaggio e di far fronte rapidamente ai rovesci. Per
essere in grado di farlo essi devono comprendere l’intento del loro superiore e
l’end state desiderato.
L’esigenza di flessibilità richiede: piani semplici; supporto di fuoco duttile;
supporto del genio; riserva ben posizionata e possibili opzioni tali da supportare
l’attività offensiva. Ogni attacco non dovrebbe essere visto come una singola
azione ma come parte del processo continuo per rompere la coesione del nemico.
L’Attacco (Attack) è suddiviso in tre tipologie:
pianificato (deliberate attack);
speditivo (hasty attack);
contrattacco e di disturbo (Counter Attack and Spoiling Attack)59.
6.3.1.1 Attacco pianificato (Deliberate attack)
Un attacco deliberato è un’attività offensiva caratterizzata da impiego pianificato e
coordinato di fuoco e manovra contro un obiettivo definito e identificato. Ad esempio,
quando una difesa nemica è ben organizzata e schierata, potrebbe essere necessario
un attacco pianificato. L’enfasi è sulla preparazione a discapito della velocità; quindi,
saranno necessari metodi diversi dalla velocità per ottenere l’effetto sorpresa.
6.3.1.2 Attacco speditivo (Hasty attack)
È un attacco che sacrifica la preparazione a favore della velocità, in modo tale da
consentire la possibilità di prendere l’iniziativa e sfruttare un’opportunità.
Con tale approccio si cerca di sfruttare la mancanza di preparazione del nemico;
implica audacia, sorpresa e velocità per raggiungere un successo prima che il nemico
abbia avuto possibilità di provvedere ad una difesa.
Al fine di stimolare o mantenere l’iniziativa, alla preparazione è dedicato poco tempo
e le forze che dovrannno condurre l’attacco sono quelle che sono prontamente
disponibili. Ci sarà poco tempo per effettuare ricognizioni e nessuno per realizzare
delle prove, si farà affidamento sui battle drills60 per l’esecuzione. L’elemento di
sorpresa creato da un’azione rapida agirà come un moltiplicatore di forza. Tali
attacchi devono, per quanto possibile, essere eseguiti da una direzione inaspettata e
supportata dal fuoco di ogni arma disponibile. I Comandanti dovrebbero emettere
ordini brevi e quindi posizionarsi bene in avanti per reagire rapidamente allo sviluppo
dell’attacco.
59 Tali attività offensive, seppur non previste nella Nota Dottrinale “Principi generali e approccio alle operazioni militari terrestri”, sono trattate, dall’ATP-3.2.1 “Allied Land Tactics”, ed. 2009 della NATO, indistintamente sia nelle attività tattiche offensive che in quelle difensive. Esse sono state considerate attività tattica determinante, soprattutto nella condotta della difesa di posizioni. 60 Azioni standardizzate condotte per far fronte ad attività tipiche e ricorrenti sul campo di battaglia. AAP-39(B) “NATO Handbook of land operations terminology”, ed. 2015.
74 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
6.3.1.3 Contrattacco e attacco di disturbo (Counter attack and
Spoiling attack)
Un contrattacco, mira a distruggere, sconfiggere o disarticolare un nemico
potenzialmente sbilanciato (reso vulnerabile dalla sua azione offensiva).
È definito come: un attacco di una parte o della totalità di una forza in difesa
contro una forza d’attacco nemica. Attuato per scopi specifici come riconquistare
terreno perduto tagliando fuori/distruggendo unità nemiche avanzate e con
l’obiettivo generale di negare al nemico il raggiungimento del suo scopo in
attacco.
In operazioni difensive, è intrapreso per ripristinare le posizioni ed è diretto a
obiettivi limitati. Lo scopo del contrattacco è sconfiggere un nemico che diventa
vulnerabile a causa di una sua azione offensiva, rivelando il suo sforzo principale
o creando un fianco vulnerabile. È probabile che venga condotto come parte di
un'operazione difensiva da una riserva o da unità rimaste in fase avanzata, tale
attività offre al difensore l'opportunità di creare condizioni favorevoli a
un'offensiva.
Un attacco di disturbo, pur svolgendo la stessa funzione, ha uno scopo più
limitato di distruzione. Trova organica collocazione di svolgimento nell’ambito
della difesa di posizioni.
È definito come: una manovra tattica impiegata per compromettere seriamente
un attacco ostile mentre il nemico è in via di formazione o assembramento in
vista di un attacco.
È diretto alle attività offensive nemiche tentando di colpire il nemico mentre è più
vulnerabile o mentre è in movimento prima di attraversare la sua linea di
partenza. La natura di questo attaco è di tipo preventivo in quanto attacca i piani
del nemico e, quindi, la sua coesione.
6.3.2 Incursione (Raid)
Consiste in una rapida penetrazione in territorio ostile, per ottenere informazioni,
confondere il nemico o distruggere sue installazioni, evitando di essere ingaggiati in
maniera decisiva, per poi condurre un ripiegamento pianificato.
Lo scopo più ampio di un raid è quello di distruggere il nemico, di solito attraverso la
distruzione o la cattura di un bene o di una capacità vitale; si basa su un’intelligence
dettagliata e generalmente implica un rapido movimento verso territori ostili e
termina con un ritiro programmato. Poiché i raid vengono, di norma, eseguiti su una
breve distanza e in un periodo di tempo circoscritto, è necessario trasportare solo un
numero limitato di rifornimenti e la manutenzione sarà limitata alle riparazioni minori.
Il fuoco è necessario per supportare la forza di incursione in modo da ridurre la
capacità di reazione del nemico. Un raid, quindi può essere condotto per:
verificare informazioni;
confondere il nemico;
75 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
colpire un High Value Target (HVT) 61 o High Pay-off Target (HPT)62;
distruggere installazioni, attrezzature o una parte consistente di una forza
nemica.
6.3.3 Sfruttamento del successo (Exploitation)
Lo sfruttamento del successo è un’operazione offensiva che trae vantaggio da un
attacco precedente ed è concepito per approfittare degli errori e delle debolezze
dell’avversario. Rappresenta l’opportunità di raggiungere un obiettivo del Comando
superiore o di realizzare direttamente parte dell’intento del Comandante
sovraordinato. Lo sfruttamento del successo richiede un’azione che vada oltre la
missione assegnata e che, quindi, può sostituire il compito indicato negli ordini. Lo
scopo di tale azione è sia fisico sia morale. L’obiettivo è di mantenere l’iniziativa
impedendo al nemico di riorganizzare la sua difesa o condurre un ripiegamento
ordinato. Inoltre, tale attività crea confusione e apprensione nel comando nemico,
riducendone la capacità di reazione.
Tale attività può essere anche condotta come parte integrante di un’attività tattica
difensiva, da una riserva o da elementi avanzati relativamente impegnati;oppure,
permette al difensore di utilizzare la sua potenza di combattimento e passare ad
attività tattiche offensive.
6.3.4 Inseguimento (Pursuit)
È un’attività offensiva progettata per catturare o isolare una forza ostile che tenta di
sottrarsi al combattimento, con l’obiettivo di sconfiggerla o distruggerla.
Generalmente è originata dallo sfruttamento di un successo, quando il nemico è
demoralizzato e le sue unità stanno iniziando a subire danni a causa della pressione
esercitata. In alternativa, può originarsi da un’attività in cui il nemico perde la sua
capacità di operare in modo efficace e tenta di disimpegnarsi.
6.3.5 Attacco simulato (Feint) e dimostrativo (Demonstration)
L’attacco simulato e l’attacco dimostrativo sono forme di inganno63 (deception64) e,
in quanto tali, influenzano la comprensione e la percezione del Comandante nemico
al fine di indurlo ad agire in modo inappropriato per la vera minaccia. Entrambi
cercano di fissare una forza nemica e possono essere supportati da altre attività di
inganno.
61 A High-Value Target (HVT) is defined as a target identified as critical to an actor or organization for achieving its goal. Successfully influencing such a target will seriously hamper or support the actor or organization. NATO ATP-3.9.2(A) “Allied Tactical Doctrine for Land Targeting, RD. 62 A High Pay-Off Target (HPT) target is defined as a high-value target, the successful influencing of which will offer a disproportionate advantage to friendly forces. HPT are defined by the value they offer to friendly forces rather than other actors. NATO ATP-3.9.2(A) “Allied Tactical Doctrine for Land Targeting, RD. 63 Cfr. NATO ATP-3.2.1 “Allied Land Tactics”, ed. 2009 e AJP 3.10 “Allied Joint Doctrine for Information Operations”, ed. 2009. 64 “In addition considering the above principles, the commander must keep in mind the important role that deception may play in supporting offensive activities. Deception will be used to provide security for the deploying force and will be used to lure and distract the enemy and thus allow more freedom of action for the commander”. NATO ATP-3.2.1 “Allied Land Tactics”, ed. 2009
76 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
6.3.5.1 Attacco simulato (Feint)
Ha lo scopo di distrarre una forza nemica, attraverso il combattimento o il contatto,
al fine di imporle uno sforzo tattico per contrastare una minaccia percepita come più
rilevante. L’intento è quello di indurre il nemico a prendere decisioni non aderenti alla
reale situazione, ingannandolo circa l’ubicazione e/o l’ora dell’effettiva attività
offensiva principale.
Tale attività cerca di distrarre l’attenzione del nemico e di condizionarne l’azione,
cercando il combattimento con esso. Il suo intento è spesso quello di supportare lo
sviluppo dello sforzo principale che si svolge altrove rispetto allo schieramento
avversario sul campo di battaglia; il più delle volte, fissando un elemento nemico e
distraendone il Comandante. Le unità impiegate devono avere forza e composizione
sufficienti per provocare la reazione nemica desiderata. È più efficace quando
supporta le aspettative del nemico; quando appare come una minaccia definita per il
nemico; o quando ci sono diversi tipi di azione possibili a favore dell'attaccante
avversario.
6.3.5.2 Attacco dimostrativo (Demonstration)
Un attacco dimostrativo è un attacco o una dimostrazione di forza, fatto allo scopo di
ingannare il nemico, su un fronte in cui non viene cercata un’azione decisiva.
L’attacco dimostrativo, al contrario di quello simulato, ha lo scopo di distogliere
l’attenzione nemica senza ricercare il combattimento. Potrebbe far parte di un piano
di inganno più ampio. Le forze impiegate nell’attacco dimostrativo usano la potenza
di fuoco, la manovra e la guerra elettronica per influenzare la comprensione e le
percezioni del Comandante nemico. Per essere quanto più verosimile possibile
l’offensiva dovrebbe essere mirata ad un settore vitale delle difese nemiche.
6.3.6 Ricognizione in forze (Reconnaissance in force)
La Ricognizione in Forze è un'attività offensiva progettata per scoprire e/o testare la
forza del nemico o per ottenere altre informazioni. Quindi, lo scopo è quello di
costringere il nemico a rivelare la propria DENAM, forzandolo a rispondere all’azione
offensiva. La reazione del nemico può rivelare debolezze nel suo sistema difensivo
che può essere attaccato o i suoi punti di forza che dovrebbero essere evitati. I
Comandanti devono essere preparati a cogliere ogni opportunità per sfruttare il
successo tattico.
L’attività deve essere condotta in forze sufficienti per costringere il nemico a reagire,
anche se potrebbe essere necessario porre restrizioni ai Comandanti per evitare
azioni che potrebbero far precipitare un impegno decisivo. Se la forza è ancora
impegnata, una volta completata la ricognizione, può essere incaricata di fissare il
nemico, attaccare o ritirarsi.
6.3.7 Imboscata (Ambush)
Un’imboscata è un attacco a sorpresa da posizioni nascoste su un nemico in
movimento o temporaneamente fermo. Lo scopo di un’imboscata è di infliggere
77 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
danno al nemico mentre gli si nega l’opportunità di contrattaccare; l’espediente
principale è la sorpresa. È spesso condotto nello stesso modo di un raid e spesso è
organizzato all’interno del territorio controllato dal nemico. Normalmente le forze di
agguato sono in attesa della forza nemica.
6.3.8 Rottura dell’accerchiamento (Breakout of encicled forces)
È un’attività condotta da una unità accerchiata per collegarsi con il grosso. Cerca di
sorprendere il nemico effettuando una penetrazione in forze in un punto debole del
suo dispositivo, usando l'inganno e l’attacco simulato. La rottura dell’accerchiamento
ha maggiori probabilità di successo se condotta prima che il nemico sia riuscito a
consolidare l’accerchiamento.
6.4 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE
Nella pianificazione delle attività tattiche offensive, e nella connessa definizione delle
Combat Function, dovranno essere considerati i seguenti aspetti:
6.4.1 Comando
Il Comandante, se in grado di sfruttare tempestivamente le situazioni favorevoli, ha
maggiori probabilità di successo. Egli, di norma, dirige l’azione da una posizione
idonea a consentirgli di seguire lo sviluppo della battaglia per poter fornire indicazioni
adeguate e, nel contempo, lasciare ai Comandanti subordinati l’autonomia
decisionale per sfruttare le opportunità che si presentano.
6.4.1.1 Posto Comando
Il Posto Comando (PC – Command Post - CP) di norma viene strutturato e
configurato per ottimizzare il ritmo dell’azione. Occorre considerare la sua posizione,
l’eventuale necessità di muoversi durante l’azione offensiva, nonché le funzionalità e
le comunicazioni richieste in ogni fase.
Il Posto Comando della Grande Unità, nella connotazione tattica, si posiziona nel
luogo ritenuto più opportuno per garantire agevoli comunicazioni e consentire al
Comandante ed al suo Staff di essere, nel momento critico, il più vicino possibile alle
operazioni delle proprie unità.
6.4.1.2 Battlespace Management
Nella fase offensiva il Battlespace è gestito in modo dinamico, preciso, puntuale ed
univoco, per favorire la transizione dall’attacco allo sfruttamento del successo e/o
all’inseguimento.
Le misure di controllo dipendono dalle modalità con cui l’attacco è
preparato/organizzato e da come il Comandante intende dirigere le sue forze, ma
possono includere:
Assembly Area (zona di raccolta)65;
linea di partenza; 65 Si definisce zona di raccolta la zona nella quale un complesso di forze si riunisce in attesa di successivo impiego. NATO AAP-06 “NATO Glossary of Terms and definitions”, ed. 2016.
78 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
settori, linee di attestamento e di riferimento;
direttrice di movimento/itinerario;
obiettivi intermedi;
obiettivi;
misure di coordinamento per il fuoco di supporto.
6.4.2 Intelligence
L’attività di intelligence, nelle azioni offensive, risulta di vitale importanza sia per
avere una Situational Awareness aderente sia in fase di pianificazione.
Il Comandante della G.U. ha pertanto bisogno di un quadro di intelligence
riguardante la composizione, le vulnerabilità, la dislocazione, le capacità e le
intenzioni del nemico, soprattutto per quanto riguarda l’allocazione e la disponibilità
delle riserve avversarie. Il Comandante ha altresì bisogno di comprendere appieno le
caratteristiche del terreno, gli itinerari di avvicinamento, gli ostacoli, la natura
dell’obiettivo e dell’area oltre l’obiettivo e come tutti questi elementi interagiscano in
un terreno complesso.
L’accresciuta complessità del moderno ambiente operativo, caratterizzato dalla
presenza di molteplici attori, militari e non militari, all’interno di un settore di
responsabilità creano, inevitabilmente, un complesso intreccio di relazioni con un
notevole impatto sulle operazioni offensive e sullo sviluppo della manovra66.
Una volta iniziata l’attività tattica offensiva, gli sviluppi frenetici e imprevisti della
battaglia costituiscono una sfida alla capacità della G.U. nell’aggiornare
costantemente la situazione, monitorarne i progressi e comprenderne l’evoluzione.
Quest’ultimo aspetto riveste un’importanza determinante in relazione ad eventuali
azioni di sfruttamento del successo (Exploitation).
6.4.2.1 Supporto ISR
L’analisi storica e le lezioni apprese confermano che un efficace supporto ISR può
condizionare significativamente il risultato finale dell’operazione. Da un punto di vista
della capacità ISR, gli assetti/unità si suddividono in specialistici (TF Inf. Tattiche e
assetti ISR del livello operativo strategico) e non specialistici67. Nella considerazione
della maggiore capacità di raccolta informativa, in modo analogo alle unità di
combattimento, gli assetti ISR specialistici verranno dispiegati sul terreno secondo il
principio della gravitazione delle forze allo scopo di supportare lo sforzo principale
e saturare la copertura delle aree che non possono essere battute dalle unità non
specialistiche.
La poliedricità della G.U. da Combattimento, dovuta alla presenza di svariati elementi
Combat, Combat Service, Combat Service Support e Command Support è un fattore
da tenere in debita considerazione in termini di raccolta informativa per:
66 Cfr. COMFORDOT PSE 2.02 “Intelligence Preparation of Operational Environment-IPOE”, vers. SD. 67 Cfr. COMFORDOT PSE 2.01 “L’Intelligence nella G.U. da Combattimento”, ed. 2018.
79 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
saturare la copertura ISR della propria AoIR anche con assetti non specialistici;
assicurare l’integrazione di più assetti (specialistici e non specialistici) per
confermare/negare l’informazione inerente un determinato evento/presumibile
attività avversaria (ad esempio un IMINT report di un assetto UAV confermato da
un INTREP di un osservatore dell’Artiglieria in merito alla dislocazione di un
determinato Target);
favorire la gravitazione degli assetti ISR più pregiati per confermare/integrare
eventuali report provenienti da assetti non specialistici (ad esempio l’invio di un
TUAV e un assetto EW per confermare un INTREP proveniente da un plotone
esploratori di fanteria).
Tuttavia, una mancanza d’informazioni non può precludere l’azione. Un Comandante
attaglia il piano e lo esegue, conoscendo le caratteristiche del sistema di
comunicazioni e dello Staff.
Le operazioni si svolgono in un ambiente fisico in cui è considerata la presenza della
popolazione locale e dei media e dello spettro elettromagnetico. Gli effetti che questi
ambienti sono in grado di determinare non sono costanti e la loro importanza varia
con il livello di comando, l’intensità dell’operazione e l’armamento impiegato. Le loro
caratteristiche possono essere in parte neutralizzate o sfruttate grazie alla
conoscenza piena di queste condizioni ambientali e con la raccolta delle relative
informazioni; tanto da poter sorprendere il nemico e consentire l’azione offensiva.
Perciò, sistemi adeguati e procedure ben collaudate per la diffusione del prodotto
ISR, all’interno del sistema di Comando, sono essenziali per acquisire il ritmo e
mantenere l’iniziativa.
Figura 25: Piramide cognitiva
80 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
6.4.2.2 Targeting
Il targeting è il processo di selezione e prioritarizzazione degli obiettivi tenendo
conto delle esigenze operative e delle linee guida del Comandante sui rischi
accettabili e sui danni collaterali68. È la procedura attraverso cui il Comandante
persegue in modo legittimo e coordinato gli obiettivi nemici in profondità oltre il
raggio d’azione delle sue unità dipendenti allo scopo di isolare le forze nemiche a
contatto.
6.4.2.2.1 Processo di Land Targeting69
Il processo di Land Targeting utilizza un ciclo definito D3A: Decide, Detect, Deliver e
Assess. La metodologia D3A integra le attività di targeting tattico all’interno del
processo operativo70. Il land targeting è un processo iterativo, attivo e ciclico che
deve adattarsi all'ambiente operativo in evoluzione.
6.4.2.2.2 La metodologia D3A
La metodologia D3A fornisce un ciclo logico, continuo e flessibile per il land targeting.
Il processo di land targeting:
identifica le opzioni e le azioni coordinate, volte a creare gli effetti desiderati
sugli obiettivi, in conformità con le priorità del Comandante per raggiungere
la missione. Questi effetti si realizzano attraverso il coordinamento, la
sincronizzazione e l'integrazione di capacità letali e non letali;
è abbastanza flessibile da adattarsi a qualsiasi tipo di operazione;
è mirato a fornire al Comandante una indicazione per il perseguimento di
obiettivi HPT da un lista di HVT approvati.
La metodologia D3A facilita:
l’acquisizione e l’ingaggio dell’obiettivo;
l’opportuno asset da impiegare;
la corretta tempistica.
Il Targeting è il processo utilizzato per individuare e sincronizzare le azioni più
appropriate per supportare il piano operativo globale, alcune delle quali possono
essere condotte quasi a contatto con la popolazione locale. Spesso, il successo di
queste operazioni è dovuto alle decisioni prese dal Comandante per preparare gli
attori all'interno dell’AOO.
68 NATO AAP-06 “NATO Glossary of Terms and definitions”, ed. 2016. 69 NATO, ATP–3.9.2(A) “Allied Tactical Doctrine for Land Targeting” RD1. 70 Il processo operativo include anche la pianificazione militare e i processi decisionali, il processo di intelligence e le considerazioni legali.
81 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Figura 26: Aree di influenza sul Targeting
6.4.2.2.3 Le fasi del D3A
Decide è la parte iniziale e più pregnante del processo.
Questa fase:
si svolge in parallelo e si integra con il processo di pianificazione sia delle
operazioni sia della raccolta informativa;
utilizza le indicazioni e la guidance fornite dal livello superiore.
Tali indicazioni e guidance per il Comandante Subordinato diventano:
il suo end-state;
obiettivi;
condizioni decisive;
effetti da ottenere.
L’analisi di questi elementi e le indicazioni del Comandante, definiscono la
selezione e la priorità degli obiettivi e l’accuratezza con cui possono essere
acquisiti in base ai sistemi tecnici disponibili.
Ciò fornirà l’input nel piano di raccolta di intelligence (Intelligence Collection
Plan - ICP) per l’identificazione delle risorse - comprese le attività di
intelligence, Sorveglianza e Ricognizione (Intelligence, Surveillance and
Reconnaissance - ISR) - per sviluppare una comprensione degli obiettivi fisici
e psicologici a disposizione.
La fase decide comprende sette steps:
identificare il tipo di obiettivo o target audience;
identificare la posizione dell’obiettivo;
Targeting, capacità di ingaggio e limitazioni;
82 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
determinazione del Target Selection Standard71;
determinazione dei requisiti di valutazione ISR;
input dell’ICP;
sviluppo dell’Effects Guidance Matrix72.
Detect, include le attività di raccolta necessarie per trovare, riconoscere, tracciare
e identificare HPT fino al punto in cui le capacità definite devono essere
impiegate. Le attività di raccolta sono supervisionate e coordinate dallo staff di
G2 in accordo con l’ICP;
Deliver, l'attività principale durante questa fase consiste nel coordinare
l’erogazione di capacità rispetto agli obiettivi autorizzati in funzione di quando
vengono acquisiti, sempre in conformità con l’ Effects Guidance Matrix o la
propria linea di azione (Course Of Action – COA) approvata.
Le attività secondarie comprendono il perseguimento di obiettivi che non sono
stati selezionati per l'azione.
Assess, vengono analizzate le informazioni sui risultati dell’ingaggio (Measures of
Performance – MOP) per determinare se gli effetti desiderati sono stati creati
(Measures of Effectiveness - MOE). L’analisi dei risultati e degli effetti, mediante
il Battle Damage Assessment (BDA), consente di ottenere la corretta valutazione
del successo per supportare una possibile decisione di re-engagement o la
necessità di azioni di follow-up (entrambi potrebbero comportare l'utilizzo di una
capacità completamente diversa). Nel caso di un HPT, una valutazione iniziale e
rapida è di vitale importanza se si vuole sfruttare l'opportunità di reimpegnarsi.
Figura 27: Fasi del ciclo D3A
71 Indicazioni precise o specifici criteri che devono essere decisi prima che l’obiettivo venga ingaggiato. 72 Is a staff product and provides an overview of the commander’s decision.
83 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
6.4.3 Manovra
La manovra mira a porre le forze in una posizione di vantaggio rispetto al nemico.
Nel caso in cui ci si trovi a combattere un nemico dal dispositivo diradato e
organizzato in network, si presentano due ulteriori difficoltà:
determinare la posizione specifica di vantaggio, che potrebbe anche non essere
fisica ma cognitiva;
mantenere l’iniziativa e il ritmo delle operazioni allo scopo di manovrare senza
interruzioni o pause.
Di conseguenza risultano oltremodo importanti: l’integrazione tra fuoco e movimento,
l’appropriata task organization delle forze a supporto della manovra, l’applicazione di
misure di controllo dinamiche e un dispositivo di sostegno al combattimento che sia
agile e flessibile.
6.4.3.1 Mobilità
Ruolo determinante ai fini della manovra riveste la mobilità che richiede velocità e
impeto, a prescindere della dimensione in cui si opera. Questa capacità permette al
Comandante di conquistare/mantenere l’iniziativa, consentendogli di ottenere la
sorpresa nella scelta del tempo, del modo e della direzione dell'attacco.
Nella pianificazione, per esaltare la mobilità, occorre considerare:
sviluppo della rete viaria e sua messa in sicurezza;
superamento e/o forzamento degli ostacoli e controllo dei movimenti.
6.4.3.2 Forme di manovra
Le forme di manovra permettono di guadagnare una posizione di vantaggio rispetto
al nemico; tendendo anche in considerazione che manovrare o minacciare i fianchi e
il retro di un nemico può avere un impatto sul suo morale e quindi sulla sua volontà e
sulla sua coesione.
La manovra può aiutare nel raggiungimento della sorpresa e dello shock se condotta
ad alto ritmo, cioè prima che il nemico possa reagire in modo efficace.
Le forme di manovra sono:
attacco frontale (frontal attack);
penetrazione (penetration);
avvolgimento (envelopment);
accerchiamento (encirclement);
aggiramento (turning);
infiltrazione (infiltration);
forme integrate di manovra.
Alcune forme di manovra, come il singolo e il doppio avvolgimento, i movimenti di
penetrazione o di avvolgimento, possono disturbare e dislocare la difesa.
84 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
L'avvolgimento può avere un obiettivo più diretto, quale quello di ottenere una
posizione di vantaggio e quindi anticipare il nemico.
A livello di Brigata e nei livelli discendenti, le forme più comuni di manovra sono
l’attacco frontale e l'attacco al fianco.
6.4.3.2.1 Attacco frontale (Frontal attack)
Un attacco frontale è definito come: una manovra offensiva in cui l’azione principale
è diretta contro la parte anteriore delle forze nemiche. Può essere efficace contro un
nemico debole e disorganizzato e può essere usato per sopraffarlo e distruggerlo o
per fissarlo. Spesso è richiesta una forma di manovra frontale per supportare una
penetrazione o un avvolgimento. L’azione, infatti, a meno che non sia supportata da
un notevole impiego del fuoco, potrebbe non avere successo e, anche in caso di
successo, potrebbe causare un numero inutilmente elevato di vittime. Un
Comandante quindi deve considerare attentamente questi fattori prima di eseguire
un attacco frontale.
6.4.3.2.2 Penetrazione (Penetration)
Si parla di penetrazione, quando lo sforzo principale è diretto in un settore ristretto
del fronte nemico. Una penetrazione efficace richiede la concentrazione di una
potenza di combattimento superiore nel punto selezionato per irrompere nelle difese
del nemico. Tali punti vengono scelti in funzione di possibili lacune nelle difese e di
eventuali limiti di posizioni dell’avversario. La concentrazione deve essere tale che la
forza possa sfondare rapidamente, allargare e assicurare la violazione e mantenere lo
slancio mentre cogli gli obiettivi profondi. È una forma di manovra adatta quando
sono disponibili forti forze di combattimento e il nemico è troppo esteso o se i suo
fianchi sono saldamente fissati.
Figura 28: Attacco frontale (Frontal attack)
85 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Può essere:
multipla (Multiple Penetration), quando condotta contro più punti dello
schieramento nemico;
profonda (Deep Penetration), quando diretta contro obiettivi posti molto
all'interno dell'area difensiva nemica;
Combination of Multiple and Deep Penetration, una combinazione delle due.
Ogni forza di penetramento richiede normalmente almeno due elementi:
Leading, che ha il compito di penetrare fino all’obiettivo il più rapidamente
possibile, aggirando l'opposizione.
Support, che è incaricato di seguire il primo per proteggere i fianchi e il retro.
Se necessario, gli elementi successivi potrebbero essere riserve o forze risolutive
che hanno il compito di distruggere il nemico aggirato, prendere il comando
dell'avanzata o sfruttare il successo oltre l’obiettivo raggiunto. È improbabile che
la penetrazione abbia successo contro un nemico che è più agile, cioè più mobile
e flessibile. Al contrario, è spesso riuscito contro un nemico più numeroso ma
meno agile.
6.4.3.2.3 Avvolgimento (Envelopment) singolo e doppio
Quando una G.U. in attività tattiche offensive intende evitare la linea difensiva
principale del nemico, sviluppa, con unità che avvolgono il nemico, lo sforzo
principale sul fianco o sul tergo degli elementi contrapposti, e con unità che fissano
la prima linea difensiva delle forze nemiche al fine di evitare il movimento retrogrado
delle stesse. L'avvolgimento può essere su un solo lato (avvolgimento semplice), su
Figura 29: Penetrazione (Penetration)
86 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
entrambi i lati (avvolgimento doppio o manovra a tenaglia) ed essere condotto nella
terza dimensione, nel caso di impiego di forze aviolanciate e/o aeromobili
(avvolgimento verticale).
6.4.3.2.4 Accerchiamento (Encirclement)
Nel caso dell’Avvolgimento Doppio (manovra a tenaglia), quando le due ganasce
della tenaglia riescono a chiudersi e si saldano sul tergo del nemico impedendone il
ripiegamento o la ritirata, condizione che tiene il nemico concetrato in un’area e con
scarsa libertà di manovra e di combattimento, la manovra evolve in Accerchiamento
(Encirclement).
6.4.3.2.5 Aggiramento (Turning movement) Singolo e Doppio,
eventualmente verticale
Parliamo di aggiramento, quando lo sforzo principale è diretto verso obiettivi posti in
profondità nell’area difensiva nemica, oltre il raggio d'azione delle armi a tiro diretto
schierate in prima linea, evitando i centri di resistenza e costringendo l'avversario ad
abbandonarli per fronteggiare la minaccia.
Figura 30: Avvolgimento (Envelopment) singolo e doppio
Figura 31: Aggiramento (Turning movement)
87 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
6.4.3.2.6 Infiltrazione (Infiltration)
Si attua l’infiltrazione, quando lo sforzo principale è condotto attraverso le linee
nemiche, lungo itinerari coperti che impediscono l'avvistamento delle forze amiche,
per raggiungere posizioni di vantaggio poste sul tergo dello schieramento avversario.
6.4.3.2.7 Forme integrate di manovra
Sebbene singole operazioni o forme di manovra possano portare direttamente al
raggiungimento della missione, potrebbe essere necessario integrarle in un più ampio
schema di manovra. Allo stesso modo, le forme di manovra dovranno spesso essere
suddivise in compiti tattici separati. Ad esempio, un accerchiamento richiede in
genere almeno due penetrazioni, lo sfruttamento nella profondità del nemico e
un'operazione di collegamento (link up). Ciò può essere seguito dalla difesa dei
fianchi esterni dell'accerchiamento e dall'attacco o dalla difesa sui fianchi interni. Le
operazioni contro i fianchi, il retro, il bypass o la penetrazione consentono la
creazione di shock e sorprese a diversi livelli e, quindi, la possibilità di provocare la
paralisi e il collasso. Qualsiasi penetrazione è un'opportunità di sfruttamento
aggressivo.
6.4.3.3 Impiego delle forze
Il Comandante, di norma, divide le sue forze di manovra in varie aliquote:
ricognizione;
forze d’assalto;
protezione dei fianchi;
riserva.
6.4.3.3.1 Ricognizione
Nelle attività tattiche offensive il Comandante basa la sua pianificazione sul concetto
di “reconnaissance pull”73. Le informazioni ottenute servono a “guidare” le forze
principali verso il percorso di minor resistenza. Tale situazione agevola la Grande
Unità nel conseguimento dell’iniziativa e nell’incremento della sua agilità.
La ricognizione individua:
quali itinerari sono maggiormente adatti alla manovra e fornisce informazioni
circa il terreno e gli ostacoli nemici;
dove il nemico è forte o debole e acquisisce informazioni sul dispositivo nemico;
l’esistenza o meno di varchi, al fine di indirizzare le forze sui punti deboli del
nemico.
La ricognizione è aggressiva e continua, condotta da mezzi aerei e terrestri prima e
durante le operazioni offensive. Le informazioni ottenute vanno valutate, elaborate e
diffuse, affinché gli utilizzatori possano adoperarle con immediatezza.
73 Consiste nella modalità per cui rapidamente si localizzano i punti deboli del nemico: in pratica si individuano tra le posizioni nemiche i settori attraverso i quali le forze amiche possono passare, evitando gli ostacoli e i punti di forza del nemico.
88 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Successivi compiti per le forze di ricognizione includono:
il mantenimento dello slancio. Una volta che l’attività di ricognizione è stata
completata e i risultati sono stati trasmessi, la responsabilità ritorna alle forze
destinate alla ricognizione vicina; mentre l’aliquota da ricognizione della Grande
Unità che l’ha enucleata si sposta nella parte arretrata del dispositivo nemico per
localizzare le riserve, le unità d’artiglieria ed i Posti Comando, mantenendo un
elevato ritmo dell’azione per continuare ad avanzare e cercare informazioni. Tale
attività consente, peraltro, la realizzazione del processo di pianificazione iniziale
delle operazioni future, mentre si è ancora in fase condotta. Le stesse forze
possono ricevere il compito di garantire la sicurezza sui fianchi, fornire controlli e
posti d’osservazione per le artiglierie;
lo sfruttamento del successo. A seguito di un attacco positivo o di una rapida
penetrazione, le forze da ricognizione della Grande Unità possono condurre un
rapido sfruttamento del successo, quale punta avanzata del dispositivo,
mantenendo il contatto con le forze nemiche che stanno ripiegando e fornendo
informazioni circa gli obiettivi, il controllo del fuoco e l’osservazione degli obiettivi
delle artiglierie e del supporto aereo ravvicinato. Tale attività può creare
situazioni di disturbo e di pericolosità;
la sicurezza delle operazioni (OPSEC). Le forze di ricognizione possono fornire
attività OPSEC74 a favore delle Grandi Unità e permettere alle forze principali
d’attacco di consolidarsi.
6.4.3.3.2 Forze d’assalto
Le forze d’assalto, che esprimono la funzione “Combattimento”, sono lo strumento
con cui la potenza di combattimento è applicata per il conseguimento degli effetti
desiderati. Le forze destinate alla manovra sono, di massima, distinte nelle categorie
di seguito riportate.
6.4.3.3.2.1 Forze pesanti
Caratterizzate da una notevole potenza di fuoco diretto, protezione e mobilità tattica
fuori strada (su cingoli), sono in grado di manovrare rapidamente sotto il fuoco
nemico, su terreno sconnesso, concentrando la propria potenza di fuoco. Ciò le rende
particolarmente idonee a svolgere il ruolo di forze d’attacco o di riserva. Sono
costituite, di norma, da unità carri capaci di sviluppare interventi potenti e risolutivi, o
da unità di fanteria meccanizzata idonee a iniziare il combattimento da bordo dei
mezzi cingolati e proseguirlo a terra in qualsiasi ambiente naturale. Possono
sviluppare azioni dinamiche su ampi spazi e per prolungati periodi di tempo. Le unità
carri, inoltre, possono esaltare il concetto di protezione (per sé e per le unità
contermini) e, allo stesso tempo, fungere da elemento deterrente che contribuisce, di
74 Operations Security che consiste in azioni passive e attive volte a celare al nemico le proprie forze, capacità, intenzioni e vulnerabilità, proteggendo le informazioni essenziali (Essential Elements of Friendly Information – EEFI).
89 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
fatto, a ridurre la volontà di agire della controparte e, dunque, al conseguente
contenimento del livello di minaccia. Per propria intrinseca natura, le Forze Pesanti
sono idonee a condurre azioni rapide e potenti e sono particolarmente indicate per
effettuare penetrazioni in profondità nel dispositivo nemico, soprattutto in terreni
scorrevoli e scoperti. Tali azioni sono condotte da unità carri o di fanteria pesante
oppure da unità “miste” in cui la percentuale di fanteria e di carri varia in relazione al
grado di organizzazione del nemico e alle possibilità/limitazioni offerte dal terreno.
6.4.3.3.2.2 Forze medie
Sono forze dotate di veicoli ruotati o cingolati con un medio livello di protezione e un
livello di mobilità che trova alcune limitazioni nel movimento fuori strada.
Caratterizzate da un’accentuata versatilità di impiego, sono strutturate ed addestrate
per assolvere una vasta gamma di attività in tutte le tipologie di operazioni e trovano
impiego ottimale soprattutto in attività che richiedono rapidità d’intervento e che si
sviluppano su spazi molto ampi. Includono un’ampia varietà di veicoli e capacità,
quali i veicoli blindati ruotati da ricognizione e quelli da trasporto truppa e
combattimento, dotati di cannoncini ad alta celerità di tiro per il supporto di fuoco
vicino. Sono di norma unità di cavalleria o di fanteria.
6.4.3.3.2.3 Forze leggere
Possiedono un’elevata mobilità strategico-operativa, che deriva dalla capacità di
essere dispiegate rapidamente e ovunque, mediante aerotrasporto, evidenziando un
elevata proiettabilità e capacità di dispiegamento. Sono addestrate per operazioni in
ambienti particolari e in terreni compartimentati (quali le aree urbane o montane),
nonché in condizioni climatiche difficili. Le Forze Leggere possono essere mantenute
a un livello di prontezza costantemente elevato ed essere impiegate prontamente per
una vasta gamma di attività. Esse sono particolarmente idonee all’impiego in tutte
quelle operazioni nelle quali il contatto con la popolazione locale è indispensabile ai
fini dell’assolvimento della missione.
6.4.3.3.2.4 Forze con capacità specialistiche tridimensionali
Tra le forze con capacità specialistiche tidimensionali, le forze terrestri dispongono di:
forze aeromobili (unità di fanteria aeromobile e dell’Aviazione dell’Esercito). Sono
forze in grado di condurre un’operazione nella quale le forze da combattimento e
il loro equipaggiamento manovrano sul campo di battaglia nella terza
dimensione, ingaggiando il combattimento dall’aria e proseguendolo al suolo.
Sono composte da una componente terrestre e una aeromobile ad ala rotante
integrate in un complesso unico. Si tratta, quindi, di unità dalle spiccate
caratteristiche di mobilità operativa e tattica, versatilità d’impiego e potenza di
fuoco, grazie anche alla componente delle unità di elicotteri d’attacco che sono
particolarmente idonee a realizzare rapide e precise concentrazioni di fuoco. Le
Forze Aeromobili sono, pertanto, idonee ad agire in situazioni operative
caratterizzate da dinamismo ove la sorpresa è fondamentale. Grazie alla loro
90 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
capacità di attaccare da qualsiasi direzione, di colpire obiettivi in profondità o in
zone difficilmente accessibili, di sorvolare ostacoli e scavalcare posizioni nemiche,
realizzano pienamente i principi di manovra e sorpresa;
forze avioportate/aviotruppe. Sono forze organizzate, equipaggiate e addestrate
per essere immesse nella zona obiettivo mediante aviosbarco effettuato con
aviolancio e/o avio assalto, per condurre azioni rapide che possono essere anche
ad alto rischio. Sono particolarmente indicate per svolgere attività di interdizione
e di contro-interdizione d’area e per essere impiegate nelle prime fasi di
interventi fuori area. Le loro caratteristiche forniscono flessibilità al G.U. in virtù
del loro raggio d’azione e della prontezza d’intervento. Al pari delle Forze
Aeromobili, sono uno strumento per le azioni in profondità, potenzialmente in
grado di colpire il Centro di Gravità nemico;
unità lagunari delle forze terrestri. Tali forze anfibie sono impiegate in operazioni
portate dal mare da forze navali e da sbarco contro coste ostili o potenzialmente
nemiche.
6.4.3.3.2.5 Forze Speciali (FS)
Le FS sono fornite da tutte le F.A. Per la condotta delle operazioni operano alle
dirette dipendenze del livello Strategico-Militare che si avvale di un Comando
Operativo dedicato (COFS), in grado di inserirsi anche in contesti multinazionali. Esse
assolvono la funzione Combat o CS quando in supporto alle forze convenzionali.
6.4.3.4 Protezione dei fianchi
Alcune forze ricevono compiti di sicurezza, come protezione dei fianchi e difesa dei
varchi tra le unità. Tali aliquote possono anche fronteggiare forze nemiche superate
e supportare le unità nelle zone delle retrovie delle forze in attacco.
6.4.3.5 Riserva
Le forze vanno mantenute in riserva per fronteggiare situazioni inaspettate e per
mantenere lo slancio dell’attacco. Una volta che la riserva è stata impiegata ne è
costituita un’altra, anche se ciò comporta il cambiamento della Task Organization.
6.4.4 Fuoco
6.4.4.1 Componenti di supporto all’attività offensiva
L’uso integrato di tutti gli assetti per l’erogazione del supporto di fuoco (Joint Fires
Support) consente l’erogazione/conseguimento di effetti voluti. Nella pianificazione di
un’attività tattica offensiva, devono essere inclusi, qualora disponibili, il fuoco
indiretto, il supporto aereo ravvicinato, l’aviazione dell’Esercito e l’Electronic Warfare
(EW). Quando l’azione si sviluppa su un terreno complesso, un’accurata
pianificazione del fuoco tende ad evitare danni collaterali ed effetti negativi.
In un’attività offensiva, al JFS può essere richiesto di fare fuoco di preparazione, di
copertura e fuoco difensivo. Questi tasks possono essere assolti nella close, deep e
rear area e possono includere:
91 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
fornire informazioni dagli assetti ISR del FS come parte del piano per la raccolta
delle informazioni e del processo del targeting;
condurre fuoco d’inganno per confondere l’avversario;
condurre intenso e concentrato fuoco di preparazione con il disponibile JFSE
prima e durante le fasi iniziali dell’attacco al fine di ridurre la combat effectivness
nemica prima che entrino a contatto con le unità amiche in prima schiera;
condurre fuoco di soppressione per isolare gli obiettivi e permettere l’attacco alle
formazioni in contatto con le unità nemiche;
condurre missioni per sopprimere la difesa aerea del nemico (SEAD), alcune delle
quali possono essere condotte con attacchi non letali;
fornire fuoco di controbatteria per diminuire o ridurre la capacità dell’avversario
di impiegare i propri assetti FS;
eseguire fuoco di profondità di concerto con altri assetti;
negare, per esempio attraverso attacchi condotti con l’EW o attacchi letali, l’uso
all’avversario del suo FS, sistema intelligence o altri assetti critici;
fornire fuoco di distruzione;
condurre missioni in supporto al piano di inganno.
6.4.4.2 Artiglieria
L’artiglieria può essere schierata in avanti durante la preparazione. Durante l’attacco
progredisce in aderenza con le unità combat per garantire il supporto di fuoco. Gli
assetti di raccolta (collection) ISR vengono concentrati sulla acquisizione e
designazione di obiettivi altamente paganti; le sorgenti di fuoco vengono impiegate
per colpirli non appena individuati. A causa della natura dinamica delle azioni
offensive i possibili obiettivi e le minacce potranno presentarsi da ogni direzione e
dimensione.
6.4.4.3 Mortai
I mortai muovono dietro le unità d’attacco e sono ideali per colpire gli obiettivi a
contatto, su contropendenze e in zone difficili da raggiungere con il fuoco diretto.
Sono particolarmente efficaci nel fornire copertura fumogena e illuminante.
Rimangono, di norma, parte integrante della loro unità, provvedendo al supporto di
fuoco.
6.4.4.4 Aerei ed elicotteri
Il supporto aereo e degli elicotteri risulta di fondamentale importanza nella condotta
di attività offensive. Infatti, una situazione aerea favorevole agevola il dispiegamento
ed il movimento delle unità terrestri. Tali assetti possono intervenire sulle unità
nemiche sia nei combattimenti ravvicinati sia in profondità. Mediante attacchi o azioni
di disturbo forniscono supporto di fuoco alle attività tattiche offensive; e impediscono
al nemico di consolidare e rafforzare la sua difesa. Il supporto degli aerei e degli
elicotteri raggiunge la massima efficacia quando l’attività è pianificata, in quanto
92 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
consente l'integrazione e il coordinamento tra le unità aeree e quelle terrestri.
Particolare attenzione è posta sulla gestione dello spazio della Battaglia,
sull’identificazione dei Target, sulla tipologia del combattimento e sulla disponibilità e
allocazione dei Team di supporto di fuoco. In uno spazio della battaglia “poco denso”
e con possibili minacce a giro d’orizzonte, le unità di manovra hanno la necessità di
poter ingaggiare rapidamente con il fuoco obiettivi che si svelano all’improvviso. In
tali situazioni l’impiego di aerei ed elicotteri risulta ottimale.
6.4.4.5 Guerra elettronica
La guerra elettronica ha il vantaggio di richiedere dati meno accurati per la
localizzazione degli obiettivi rispetto all’impiego del fuoco. Tale tipologia di attacco
mira ad ottenere informazioni circolanti su canali del nemico non sicuri (un processo
noto come herding) e il suo uso può subire meno limitazioni dalle regole di ingaggio
(ROE). La sua condotta è soggetta a rigidi meccanismi di controllo, in quanto ha lo
svantaggio di essere un’azione indiscriminata che potrebbe compromettere anche le
attività di Intelligence proprie e rivelare le posizioni amiche. L’attacco elettronico ha
come obiettivi principali i sistemi di Comando e Controllo e i sistemi di Sorveglianza e
Acquisizione Obiettivi avversari. L’attacco elettronico rappresenta un tipo di fuoco
non letale e comprende le seguenti azioni:
disturbo elettronico;
neutralizzazione elettronica;
inganno elettronico.
6.4.5 Protezione75
Nelle operazioni offensive, la protezione76 può essere raggiunta fissando il nemico e,
se necessario, distruggendolo prima che possa attaccare per conquistare l’iniziativa.
La corretta attività di protezione è garantita dalle seguenti disposizioni:
dispersione e occultamento delle forze in attacco in zone di radunata, di raccolta
e basi di partenza, prima dell’azione;
mantenimento della mobilità delle forze amiche per evitare che diventino
vulnerabili al fuoco nemico;
svolgimento dei compiti inerenti alla contro-mobilità allo scopo di proteggere i
fianchi e fissare le forze nemiche di contrattacco;
aumento della sopravvivenza attraverso l’uso delle seguenti misure:
OPSEC (incluse misure di controllo di contro-sorveglianza, Misure di Protezione
75 NATO, AJP 3.2 Allied Joint Pubblication for Land Operations, Ed. 2016, rif. 0258: “Protection is the function that traditionally considers Allied troops under threat – force protection. Force protection is defined as: all measures and means to minimize the vulnerability of personnel, facilities, equipment and operations to any threat and in all situations, to preserve freedom of action and the operational effectiveness of the force. It is essential for maintaining combat power and freedom of action. As well as protecting our own forces against attack and the environment, we have a moral and legal duty to protect non-combatants. Most obviously, we need to protect other agencies with whom we operate in the comprehensive approach” 76 Approfondimenti nella PSE-3.14 “Protezione”, ed. 2017 di COMFORDOT.
93 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Elettronica, l’uso di nebbiogeni e altri oscuranti;
piano d’inganno;
fornitura di una difesa c/a adeguata contro gli attacchi nemici. Nella
distribuzione dei limitati assetti controaerei la priorità è data alle unità che
conducono lo sforzo principale.
Di seguito sono riportate le diverse tipologie di forze utilizzate in tale protezione.
6.4.5.1 Difesa aerea (Air defense)
Le priorità della difesa c/a sono stabilite dal Comandante e messe in atto sia dalla
cellula della difesa c/a sia dal G3, allo scopo di assicurare un supporto effettivo e
continuo alle operazioni offensive; invece, le priorità della difesa aerea vengono
identificate in sede di pianificazione. Tutte le risorse controaeree sono integrate per
raggiungere la superiorità locale, così da proteggere le forze terrestri e la loro libertà
di manovra.
Durante la fase di preparazione per l’attacco, la copertura della difesa aerea è
garantita per le zone di raccolta (AA), gli itinerari d’avvicinamento, protezione dei
fianchi, schieramenti d’artiglieria e dei punti vulnerabili (es.: guadi, strettoie, ponti
ecc.). Durante la fase di condotta, la priorità passa alla protezione delle forze
impiegate per l’attacco. Tuttavia, in base alla progressione dell’attacco, può acquisire
maggiore importanza la protezione della riserva e delle linee di comunicazione.
6.4.5.2 Impiego delle unità del genio
Nelle attività tattiche offensive, per mantenere il ritmo dell’azione (momentum), ci si
avvale delle unità del genio in organico, o in rinforzo, che svolgono anche compiti di
protezione. I compiti di contro-mobilità, e in particolare la protezione dei fianchi e dai
contro-attacchi nemici, rivestono grande importanza. Le unità del genio sostengono
le forze in attacco effettuando o contribuendo ad effettuare le seguenti operazioni:
negazione al nemico delle vie per il contro-attacco, il rinforzo o la ritirata.
forzamento, segnalazione o apertura di campi minati amici o nemici;
superamento di fiumi o altri ostacoli;
protezione dei fianchi dello schieramento mediante la creazione o il
potenziamento di ostacoli;
preparazione e mantenimento in efficienza della viabilità a favore delle unità in
afflusso;
supporto al consolidamento dell’obiettivo con la costruzione di nuove posizioni, il
miglioramento delle posizioni esistenti, lo scavo di trincee e e la creazione di
ostacoli;
realizzazione di fortificazioni campali per le forze in riserva, che attendono in
zone occultate, o per unità che stanno consolidando un obiettivo.
94 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
6.4.5.2.1 Mobilità (Mobility)
Il movimento, in combinazione con il fuoco, fornisce la manovrabilità necessaria per
collocare le forze nel momento e nel luogo richiesto. La velocità e lo slancio sono
elementi essenziali della mobilità poiché consentono al Comandante di guadagnare
l’iniziativa e di raggiungere la sorpresa attraverso la sincronizzazione e la direzione
d’attacco. Le considerazioni sulla pianificazione, allo scopo di conseguire la mobilità,
includono la necessità del potenziamento degli itinerari, il superamento e il
forzamento degli ostacoli, il controllo del movimento. Tale esigenza richiede
un’appropriata task organization degli assetti del genio per svolgere i compiti
assegnati e mantenere lo slancio dell’attacco. I Comandanti del genio nella Grande
Unità chiedono direttive e priorità e svolgono un ruolo rilevante nello sviluppo del
piano. In particolare, le Brigate in prima schiera possono ricevere ulteriori assetti per
la mobilità necessari per il mantenimento dello slancio dell’azione.
6.4.5.2.2 Contro-mobilità (Counter-Mobility)
I compiti della contro-mobilità sono considerati anche nell’offensiva, benché con una
priorità minore rispetto all’attività difensiva, per proteggere i fianchi, fissare le forze
nemiche a premessa di uno sfruttamento del successo e per sbarrare gli itinerari
utilizzati dal nemico per il ripiegamento. Qualora si debba mantenere il possesso del
terreno in fase di exploitation, si possono posizionare ostacoli per supportare la
difesa in fase di consolidamento contro eventuali contrattacchi nemici.
6.4.5.2.3 Sopravvivenza (Survivability)
Durante le attività tattiche offensive il supporto del genio può essere utilizzato anche
per realizzare fortificazioni campali, per le riserve schierate nelle zone di raccolta, o
per le forze d'assalto nel consolidamento di un obiettivo.
6.4.5.3 Sicurezza delle operazioni (Security Operation - OPSEC)
Nella fase di pianificazione il Comandante determina gli elementi essenziali di
informazione propri (Essential Elements of Friendly Information - EEFI) al fine di
adottare adeguate misure OPSEC per proteggere il proprio centro di gravità
dall’attività di intelligence del nemico. La G.U., inoltre, individua le modalità con cui il
nemico potrebbe ottenere tali informazioni. Questa attività fa parte del processo che
consente di definire le contromisure più idonee.
6.4.5.4 Difesa CBRN
Qualora venisse identificato un possibile rischio CBRN, la pianificazione deve
prevedere una attività per la decontaminazione. Lo stato di allerta CBRN deve
permettere un ponderato bilanciamento tra la protezione richiesta e la diminuzione di
performance (perdita del momentum causata dall’impiego dei dispositivi/materiali per
la protezione individuale e collettiva).
95 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
6.4.5.5 Contromisure Elettroniche (Electronic Counter Measures -
ECM)
Le ECM, se utilizzate, devono essere integrate nel piano generale relativo alla
protezione, in modo da evitare la possibilità di fuoco amico. Anche i partner della
coalizione devono essere inclusi in questa integrazione.
6.4.6 Sostenibilità
L’aspetto cruciale nell’attività di sostegno alle attività tattiche offensive è quello di
massimizzare le opportunità per la G.U. di mantenere l’iniziativa e l’equilibrio del
dispositivo. Nelle operazioni offensive si può ottenere tale risultato attraverso la
garanzia che le forze di manovra, qualora abbiano conseguito il loro obiettivo e la
situazione/opportunità lo consenta, abbiano la possibilità di proseguire l’attacco o
sfruttare il successo. La sincronizzazione richiesta probabilmente prevede il
coinvolgimento di varie linee di supporto ed è basata sul concetto d’azione del CSS.
Tale esigenza costringe a pianificare il CSS in relazione ad una serie di
considerazioni:
fornitura di un livello adeguato di capacità logistica per il CSS, allo scopo di
garantire alle unità da combattimento la possibilità di agire con la massima
libertà d’azione senza dipendere dal ciclo dei rifornimenti;
garanzia della massima autonomia logistica per le forze da combattimento;
posizionamento avanzato degli elementi del CSS, assicurando che le forze di
manovra e di supporto al combattimento abbiano un sostegno aderente allo
scopo di non impedire lo slancio;
utilizzo delle scorte disponibili in Teatro per integrare le dotazioni degli assetti
logistici delle unità, allo scopo di mantenere le stesse al massimo livello di
autonomia;
mantenimento delle scorte di CSS su ruote, ovunque possibile;
mobilità e protezione di molti assetti CSS sono limitate rispetto a quelle relative
alle unità da combattimento cui forniscono sostegno logistico;
estensione e mantenimento del controllo totale sui principali itinerari di
rifornimento (Main Supply Routes - MSR);
priorità nel rifornimento delle munizioni e, successivamente, in funzione della
progressione dell’attacco, dei carburanti;
pianificazione in anticipo dello sfruttamento del successo, riorganizzazione ed
operazioni future;
vulnerabilità nel caso di contro-offensiva del nemico;
valutare l’esigenza di trasporto e/o accantonamento di materiali del genio (NATO
Class IV) necessari ai fini del supporto alla mobilità che, per gli ingombri e pesi
elevati, non possono essere trasportati in sito dalle unità del genio con i mezzi in
dotazione.
96 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
La continuità del CSS è vitale per il successo delle operazioni offensive. Il
Comandante ed il suo Staff considerano attentamente la disponibilità dei rifornimenti
e la capacità degli elementi del CSS nell’inviarli. L’organizzazione per l’evacuazione
delle perdite, i rifornimenti per le munizioni ed i carburanti, il mantenimento
rappresentano le attività logistiche di fondamentale importanza nell’ambito della
pianificazione relativa ad un’operazione che, peraltro, considera anche gli altri aspetti
del CSS. Gli specifici aspetti sono considerati di seguito.
6.4.6.1 Sostegno Sanitario
Un adeguato sostegno sanitario è un moltiplicatore della forza di combattimento.
Qualsiasi soldato combatte senza risparmio se è intrinsecamente convinto che sarà
assistito e supportato in caso di ferite o malattie. La pianificazione del sostegno
sanitario dev’essere quindi concreta e reale partendo dalla evidenza di trovarsi di
fronte a un conflitto simmetrico (caratterizzato da un elevato numero di feriti in uno
spazio ridotto e in un’unità di tempo breve) o a un conflitto asimmetrico (un basso
numero di feriti nell’unità di spazio e tempo considerata). Le unità sanitarie vanno
impiegate non molto distanti dalla zona di combattimento, allo scopo di garantire ed
essere in grado di mantenere un collegamento con la battaglia, dislocando le
strutture e gli assetti sanitari disponibili, in particolare quelli per l’evacuzione medica
(Medical Evacuation – MEDEVAC), in maniera tale che:
siano utilizzati quanto più possibile in posizione avanzata, al fine di intervenire
e/o ridurre i tempi di intervento clinico;
non siano tenuti in riserva, e i relativi piani di impiego siano flessibili e tengano
conto della eventuale necessità di supporto sanitario durante la fase di
sfruttamento del successo.
6.4.6.2 Polizia Militare (PM - Military Police - MP)
Gli assetti limitati della Polizia Militare costringono ad un utilizzo mirato. In offensiva,
la PM può operare, se necessario, con elementi avanzati; segnatamente per
controllare il movimento in corrispondenza di varchi del dispositivo nemico, anche se
il loro normale impiego è presso le zone delle retrovie della G.U. In particolare, la
loro peculiarità d’impiego riguarda il controllo sia degli itinerari sia del traffico;
nonché la raccolta e la gestione dei dispersi e dei rifugiati, assicurando la minima
perdita di tempo e movimento. Inoltre, hanno anche la responsabilità sul controllo e
sul movimento dei prigionieri di guerra.
6.4.6.3 Rifornimenti e trasporti
6.4.6.3.1 Posizionamento avanzato
Il Comandante, allo scopo di compensare lo sforzo relativo al sistema di trasporto,
considera i pre-posizionamenti di materiali ed i distaccamenti logistici di sostegno in
posizione ben avanzata. Tali strutture, ove possibile, sono mobili per essere aderenti
alla progressione dell’attacco. Il Sistema di Caricamento e Scaricamento Scarrabile
97 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
(Demountable Rack Off-Loading and Pickup System - DROPS) consente al sostegno
logistico di essere posizionato senza perdita di flessibilità.
6.4.6.3.2 Rifornimento di munizioni e carburanti
Quantità rilevanti di munizioni e carburanti, durante un’operazione offensiva, vanno
trasportati in avanti. Questo può includere sia strutture specialistiche, quali posti
avanzati di rifornimento di munizioni e carburanti (Forward Arming and Refuelling
Points – FARP), sia stoccaggi di grandi volumi di munizioni e carburante, nonché di
materiali del genio. Allo scopo di sfruttare al meglio gli assetti di trasporto disponibili
e le relative Supply Route, la pianificazione dovrebbe essere flessibile;
Piani dettagliati ed anche flessibili si avvalgono, nel miglior modo possibile, di itinerari
ed assetti per il trasporto limitati; inoltre, sono in grado di reagire ad un cambio della
situazione operativa.
6.4.6.3.3 Mantenimento, recuperi e sgomberi
Per garantire l’efficienza delle unità è opportuno effettuare le riparazioni il più vicino
possibile al punto dove l’inefficienza si è verificata. L’utilizzo appropriato delle unità di
recupero permette di mantenere gli itinerari sgomberi e privi di ostacoli, nonché di
ridurre il rischio di perdere materiali. In tale contesto la distruzione di materiali
dovrebbe essere l’ultima risorsa. La produttività di questi assetti è condizionata dalle
distanze da percorrere. Pertanto, l’allungamento del braccio logistico connesso con le
attività tattiche offensive, può richiedere il rafforzamento delle capacità di
mantenimento e il posizionamento avanzato di parti di ricambio.
6.5 CONDOTTA
Il Comandante, durante la condotta delle attività tattiche offensive si posiziona in
modo tale da osservare e percepire l’andamento della battaglia. In pratica, è
costantemente informato circa la progressione dell’attacco, le reazioni nemiche e le
situazione affrontate dalle unità subordinate. In particolare, durante l’attacco,
decentra in modo crescente il controllo ai Comandanti subordinati per consentire loro
di reagire rapidamente ai cambi di situazione e sfruttare le opportunità, in armonia
con il concetto d’azione del livello superiore.
6.5.1 Fasi di un attacco
L’attacco rappresenta il momento fondamentale dell’azione offensiva. In questa fase
il combat power della G.U. è concentrato sul dispositivo difensivo avversario, laddove
il Comandante vuole realizzare la breccia e si sviluppa lungo un continuum di distinte
fasi, strettamente interconnesse, la cui naturale evoluzione, da una fase alla
successiva, rende difficile percepire con chiarezza il momento della transizione. Tali
fasi sono:
preparazione;
avvicinamento;
assalto;
98 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
sfruttamento del successo.
6.5.1.1 Preparazione
Mentre i Comandanti ed i loro staff pianificano, le forze svolgono la fase di
preparazione della battaglia. Il grado di preparazione dipenderà dal compito ricevuto
e dal tempo disponibile. Le azioni sono svolte molto spesso dagli elementi delle forze
a contatto del nemico e non dalle unità che sono coinvolte nell’attacco. Durante tale
fase si cerca di condizionare il nemico attraverso l’inganno, la pressione,
l’accecamento/oscuramento e l’acquisizione delle necessarie informazioni relative alla
preparazione ed all’articolazione del dispositivo.
Durante tale fase preparatoria (Shaping) un Comandante ha come obiettivo quello di
“plasmare” il nemico e l’ambiente, sia fisico che umano, allo scopo di creare o
mantenere le condizioni per la condotta efficace dell’attacco. In tale fase, il
Comandante cerca di influenzare le percezioni di una serie di target audience
specifici, articola la sua Task Organization, effettua la preparazione e il
posizionamento delle proprie forze. Lo shaping può essere effettuato sia attraverso la
manovra, sia attraverso una serie di attività non letali che possono includere
l’inganno, la Presence, Posture, Profile (PPP), la guerra elettronica (EW), i mezzi di
comunicazione, il Key Leader Engagement77 e ove necessario attività nell’ambiente
cyber (qualora gli assetti siano disponibili). Tali attività tendono ad indebolire la
volontà del nemico e, contemporaneamente, a rassicurare la popolazione locale e
ottenere il sostegno dei loro leader. Lo shaping può anche includere la preparazione
dell’ambiente fisico; come, ad esempio, il forzamento di ostacoli o la
demolizione/negazione di infrastrutture.
6.5.1.2 Avvicinamento
Durante l’avvicinamento alle zone di raccolta è importante garantirne la sicurezza e la
segretezza il più a lungo possibile. Tutti gli itinerari disponibili devono essere utilizzati
per ottenere la massima velocità e dispersione. Ciò può includere l’uso di unità aeree
per il trasporto.
Altri fattori da considerare sono:
Spiegamento: durante la marcia d’avvicinamento, dalle zone di raccolta alle aree
di schieramento, è importante garantirsi la massima sicurezza, avvalendosi di
tutti le vie di facilitazione disponibili per raggiungere la maggiore velocità e
dispersione. La velocità, in particolare, è essenziale per realizzare la sorpresa;
superamento delle linee di coordinamento (Passage of Lines): potrebbe essere
necessario effettuare un’azione offensiva attraverso elementi amici già a contatto
con il nemico. Essi rimarranno in posizione per mascherare l’avvicinamento o fino
a quando gli viene richiesto;
77 Il KLE è la comunicazione rivolta ai leaders (formali o informali) dei gruppi sociali, attraverso i quali il messaggio viene poi trasmesso al resto della società in modo da orientarla a favore degli scopi della missione.
99 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
superamento della linea di partenza (Crossing the Line of Departure): tutti i
tempi dell’azione sono fasati sul momento di superamento della linea di partenza.
Essa sarà normalmente attraversata in formazione tattica. Nel caso in cui sia
necessario un passaggio di linee, la linea di partenza può coincidere con la linea
avanzata delle proprie truppe (Forward Line of Own Troops - FLOT);
assunzione delle formazioni per l’attacco: durante l’avvicinamento è essenziale,
per guadagnare terreno, avanzare rapidamente. Ogni sforzo è messo in atto per
neutralizzare l’osservazione del nemico, usando tecniche occultate di movimento
e fuoco di supporto. Il dispositivo adottato dalle forze in attacco dipende dal
terreno, dalla distanza dal nemico, dalla resistenza nemica, dal tempo a
disposizione e dal livello di supporto offensivo. E’ fondamentale essere ben
addestrati su procedimenti tecnico tattici automatici pienamente e chiaramente
compresi.
movimento per il contatto (Advance to contact). L’avvicinamento può comportare
il movimento per il contatto, i cui dettagli sono descritti nel capitolo dedicato alle
attività abilitanti. Durante il movimento per il contatto, le unità, di solito sono
articolate in:
forza di copertura. Tale aliquota può includere forze per la ricognizione
(compresa quella del genio), sostenuta da assetti del supporto di fuoco
offensivo;
avanguardia. Tale unità o distaccamento avanzato è in grado di:
. superare una minima resistenza;
. fissare una forza più consistente da aggirare o da distruggere
successivamente;
. trovare varchi nel dispositivo nemico.
L’avanguardia, di norma, si muove in formazione diradata, lungo assi paralleli,
per consentire una rapida reazione delle unità della “reconnaissance pull”. Tale
esigenza comporta l’esistenza, l’individuazione e possibilmente il
potenziamento di itinerari alternativi che consentono al Comandante di
cambiare rapidamente lo sforzo;
grosso (Main Body). Il grosso comprende la maggior parte delle unità, che
entrerà in azione una volta che la forza nemica principale è stata fissata
dall’avanguardia;
retroguardia (Rear Guard). La retroguardia è di solito una formazione di
dimensioni simili all’avanguardia, ma potrebbe essere inferiore a seconda della
minaccia. La sua funzione principale è quella di proteggere il grosso da una
minaccia sul tergo (eventualmente sui fianchi come flank guard).
Sicurezza: La valutazione della minaccia suggerirà se i fianchi hanno bisogno di
protezione e la tipologia ed entità delle unità ad essa dedicata. Le diverse opzioni
100 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
possono includere unità per la ricognizione, dell’Aviazione dell’Esercito, corazzate,
per la contro-mobilità e sorgenti di fuoco (in organico e/o joint).
Infiltrazione: può essere sia pianificata sia speditiva ed è applicabile in tutte le
categorie di attività militari. Se l’infiltrazione è speditiva è più probabile che
ottenga un decisivo effetto sorpresa, ma richiede una reazione rapida e iniziativa
a tutti i livelli. In condizioni favorevoli, l’infiltrazione può essere utilizzata per la
condotta della ricognizione, per attacchi in profondità o per conquistare aree
particolari; nonché, per la cattura di persone fisiche o di informazioni o per
l’interruzione delle comunicazioni. La pianificazione dell’infiltrazione deve essere
dettagliata e attentamente coordinata all’interno del piano d’attacco complessivo.
Ogni scostamento dal piano per l’infiltrazione diventa difficile da seguire e da
correggere una volta che il movimento è iniziato. Devono essere preparati anche
dei Piani per il ricongiungimento (link up) o per estrarre una forza accerchiata.
In particolare:
infiltrazione pianificata. All’interno della zona di infiltrazione, il Comando
responsabile designa un’area di operazioni che verrà utilizzata per
l’infiltrazione. Gli itinerari di infiltrazione sono definiti contestualmente a
misure di controllo quali posti di blocco e linee di riferimento (phase lines), le
quali fungono da strumenti per sincronizzare il progredire dell’azione e
coordinare l’azione di fuoco con il movimento delle unità che conducono
l’infiltrazione.
infiltrazione speditiva. Diversamente da quella pianificata, l’infiltrazione
speditiva si affida ad una pianificazione ridotta all’essenziale e ad una rapida
esecuzione dei movimenti con controllo altamente decentrato e una spiccata
iniziativa, sempre nell'ambito dell’intento del Comandante.
6.5.1.3 Assalto
Quanto più la difesa avversaria è statica e preparata, tanto più l’attacco è pianificato
e grande è la forza che lo conduce.
L’assalto, generalemente, può essere diviso in tre momenti (step):
irruzione (Break In);
combattimento ravvicinato (Fight Through);
superamento (Bypass), eventuale.
6.5.1.3.1 Irruzione (break in)
L’attacco è organizzato in profondità, su una fronte ristretta, con le unità principali
che si concentrano e ammassano solo quando entrano a contatto con il nemico. La
potenza di fuoco è usata per isolare gli obiettivi. Una volta realizzata l’irruzione,
l’unità attaccante si espande lateralmente rispetto allo sforzo principale per allargare
la breccia. In questo modo produce una penetrazione sempre più ampia, rende più
difficile il contrasto del nemico e offre maggiori opportunità per lo sfruttamento del
101 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
successo. Il ritmo dell’azione deve essere mantenuto, cercando di sfruttare il
successo ed evitando di esporsi al contrattacco dell’avversario.
Figura 32: Irruzione (break in)
6.5.1.3.2 Combattimento ravvicinato (Fight Through)
Una volta effettuata l’irruzione, è fondamentale mantenere la pressione sul nemico,
non solo nelle fasi iniziali dell’assalto, ma anche quando il combattimento si sposta su
obiettivi in profondità. Quando, al progredire del movimento, la resistenza avversaria
cresce, gli elementi più avanzati, sostenuti dal fuoco, dovrebbero tentare di
sconfiggere o distruggere il nemico più rapidamente possibile, cogliendo le
opportunità di rafforzare e sfruttare il successo, impedendo al nemico di
riorganizzarsi. Le riserve, tenute alla mano, vengono mantenute ad un elevato stato
di prontezza, per poter intervenire con tempestività. Mentre l’attacco progredisce, il
nemico potrebbe reagire con il supporto di fuoco offensivo, con contrattacchi o
cercando di sganciarsi e ritirarsi. Qualunque siano le sue azioni, l’organizzazione
dell’attacco in profondità permette alle unità non a contatto, di opporsi ai
contrattacchi nemici o di sfruttarne il ripiegamento.
Figura 33: Combattimento ravvicinato (Fight Through)
102 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
6.5.1.3.3 Superamento (Bypass)78
Ove ritenuto necessario effettuare un superamento di unità nemiche, i Comandanti
devono dare chiare indicazioni e direttive sulle modalità di esecuzione di tale fase, in
quanto essa rappresenta un’azione complessa e necessita di grande coordinazione
tra le unità coinvolte nell’attività tattica offensiva.
Generalmente, un Comandante consente la possibilità di effettuare il superamento di
unità nemiche sino a due livelli inferiori (quindi a livello Brigata, indica la policy
sull’aggiramento ai Comandanti dei complessi minori).
La pianificazione di tale fase deve essere ben coordinata, in quanto interessa non
solo l’unità in fase di assalto ma anche quella che si occuperà di ingaggiare
l’avversario, permettendo così la rottura del contatto da parte dell’unità in assalto e
l’esecuzione del superamento.
6.5.1.4 Sfruttamento del successo (exploitation)
Quando la resistenza del nemico si affievolisce, l’azione offensiva si trasforma in
sfruttamento del successo.
Lo sfruttamento del successo si realizza traendo vantaggio dall’azione combinata
delle attività precedenti e approfittando di errori e debolezze dell’avversario.
L’obiettivo è quello di realizzare direttamente parte dell’intento del Comandante
sovraordinato. Lo sfruttamento del successo richiede un’azione che vada oltre la
missione assegnata e che quindi, può sostituire il compito indicato negli ordini. Le
chiavi per il successo sono la velocità dell’azione e l’iniziativa. Ciò richiede una
manovra energica da parte del Comandante che deve essere determinato a guidare
l’azione, senza indugio, in profondità. Ogni più piccolo ritardo o pausa permetterà al
nemico di riorganizzarsi e contrattaccare o di attestarsi su posizioni in profondità.
Una volta che lo sfruttamento del successo è iniziato, il ritmo dell’azione deve essere
mantenuto. Lo sfruttamento del successo crea confusione e apprensione nel nemico,
riducendo la sua capacità di reagire e minando il suo morale. Lo sfruttamento del
successo non è sempre concentrato solo sul nemico, in quanto vi possono essere
significative opportunità anche influenzando altri Target Audience, come le
popolazioni locali, le forze di sicurezza e i Key Leader.
6.5.1.4.1 Riorganizzazione e consolidamento
Riorganizzazione e consolidamento sono condotti al momento opportuno, senza
pregiudicare i vantaggi offerti dallo sfruttamento del successo. Il Comandante valuta:
quali forze devono essere assegnate per l’inseguimento e dove consolidarsi in
funzione della resistenza offerta dal nemico;
78 Superare (bypass) Manovrare intorno ad un ostacolo, una posizione o delle forze nemiche al fine di preservare il ritmo della progressione dell'avanzata. La posizione delle forze nemiche o degli ostacoli aggirati sono comunicati al Comando superiore.
103 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
i limiti allo sfruttamento del successo in funzione della necessità di mantenere il
dispositivo della G.U. equilibrato e nel rispetto dell’intento del Comandante
superiore.
I seguenti fattori assumono particolare rilevanza in questa fase:
i Comandanti, al termine del superamento delle difese nemiche, tentano di
mantenere o creare una forza da utilizzare per lo sfruttamento del successo;
le disposizioni per il CSS, in questa fase assumono un aspetto critico in
particolare per le problematiche relative al munizionamento ed ai carburanti;
le unità del genio e le risorse logistiche necessitano di essere portate in avanti,
allo scopo di evitare che lo sfruttamento del successo possa arrestarsi di fronte
ad un ostacolo;
la determinazione dei Comandanti in armonia con lo sforzo principale consentono
alle unità subordinate di intraprendere azioni rapide ed indipendenti necessarie
per sfruttare la particolare situazione.
6.5.1.4.2 Inseguimento
L’inseguimento sfrutta la disarticolazione della coesione del nemico e si sviluppa da
uno sfruttamento del successo, quando il nemico tenta di disimpegnarsi. Il suo
obiettivo primario è la distruzione del nemico, quello secondario può essere la
conquista di terreno. L’inseguimento deve essere sostenuto da forze avvolgenti per
tagliare le vie di ritirata al nemico.
6.5.1.4.3 Accerchiamento
L'obiettivo dell’accerchiamento è quello di isolare una componente del nemico in una
determinata area, al fine di distruggerlo o costringerlo alla resa. Spesso è il frutto
dello sfruttamento di un successo, quando la forza inseguitrice supera e blocca la
fuga del nemico.
Figura 34: Accerchiamento
104 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA
105 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
7. LE ATTIVITÀ TATTICHE DIFENSIVE
7.1 GENERALITÀ
La complessità del moderno ambiente operativo rende difficile l’esecuzione delle
attività tattiche difensive, soprattutto nella comprensione della situazione operativa.
La presenza e il movimento di civili ostacolano il rapido dispiegamento delle forze o
l’uso del supporto di fuoco per contrastare la penetrazione avversaria. La natura
dell’intervento può richiedere alla G.U. di diradare il proprio dispositivo per
rassicurare i partner e il governo ospitante e per preservare le infrastrutture. Queste
predisposizioni possono creare vulnerabilità nel proprio dispositivo, in quanto il
frazionamento delle forze le predispone all’isolamento e ad un rapporto di forze
potenzialmente sfavorevole. In un terreno complesso, la G.U. non può essere né
forte né presente ovunque; e sarà, quindi, necessario mantenere la Situational
Awareness anche nelle aree dove le proprie forze non sono presenti fisicamente.
Lo scopo delle attività tattiche difensive è di far fallire l’attacco del nemico, incidere
significativamente sul combat power delle sue forze e impedirgli di conseguire i
propri obiettivi, creando in tal modo le condizioni favorevoli per condurre attività
tattiche offensive.
La G.U. conduce attività tattiche difensive al fine di contrastare:
un’unità convenzionale che conduce, a sua volta, un’offensiva di tipo lineare nella
sua AOO;
una minaccia asimmetrica operante all’interno della AOO;
una combinazione di entrambi i casi.
Indipendentemente dalla minaccia l’applicazione del manoeuvrist Approach è
fondamentale per il successo, in quanto consente alla G.U. di proteggere le proprie
vulnerabilità critiche, comprendere le intenzioni del nemico ed il contesto operativo
nel quale si muove e combattere per riconquistare l’iniziativa e indebolire la volontà e
la coesione delle forze contrapposte.
Le attività difensive, come quelle offensive, possono avere come obiettivo forze ostili
o aree geografiche. Nel primo caso si punta alla distruzione delle unità avversarie,
impedendo quindi che possano proseguire la loro offensiva o riorganizzarsi per una
successiva fase operativa difensiva. Nel secondo, si punta, invece, all’occupazione di
un punto o di un’area geografica che deve essere protetta o negata all’avversario. In
quest’ultimo caso può, quindi, essere sufficiente costringere l’avversario a rinunciare
all’offensiva, senza necessariamente ingaggiarlo in modo decisivo.
Oltre che contro forze o per non cedere spazio al nemico, le attività difensive
possono essere condotte anche per guadagnare tempo. In questo caso non è
fondamentale logorare l’avversario o preservare intatte le posizioni difensive ma
rallentare al massimo la progressione offensiva nemica.
106 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
7.2 FATTORI CHIAVE PER IL SUCCESSO
Durante la pianificazione e la condotta di un’attività difensiva, un Comandante
deve tenere in considerazione una serie di principi fondamentali che spesso
possono essere in conflitto tra loro, determinando su quali tra essi sia più
importante concentrarsi. Tali principi fondamentali sono:
Concentrazione della forza. Il Comandante deve essere in grado di
concentrare il proprio Combat Power nel punto dove l’avversario effettuerà lo
sforzo principale. Questo implica oltre alla concentrazione delle forze anche la
concentrazione del fuoco; includendo anche elementi quali il movimento, la
flessibilità e le comunicazioni. Ai livelli più bassi, la concentrazione include
l’ubicazione delle armi e la creazione di un piano di fuoco per massimizzare
gli effetti sul nemico. Il Comandante deve avere la libertà di azione e la
flessibilità per concentrare il suo Combat Power nel tempo e luogo
appropriati;
Mentalità offensiva. Azioni offensive energiche sono fondamentali per il
successo della difesa e devono aggredire, disturbare e spaventare il nemico.
La pianificazione deve essere incentrata sul nemico e i Comandanti, a
qualsiasi livello, devono adoperarsi al fine di mantenere l’iniziativa e
convogliare il nemico sulle aree ove si è pianificata la difesa. Possono essere
lanciati immediati contrattacchi per sfruttare eventuali pause o spazi nelle
formazioni avversarie. Assalti condotti da piccole e agguerrite formazioni
possono anche ottenere risultati di proporzioni inattese.
Sicurezza. La sicurezza è data dalla capacità di poter fronteggiare un
attacco da qualsiasi direzione e può essere realizzata con l’impiego di forze di
copertura, coordinamento e supporto reciproco a tutti i livelli; nonché dalla
capacità di concentrare le forze.
Flessibilità. È necessario saper contrastare gli attacchi del nemico,
preparandosi a prendere l’iniziativa e, quindi, trasformare le operazioni
difensive a proprio vantaggio. Ciò richiede la capacità di sviluppare
rapidamente nuovi piani; spostando, se necessario, lo sforzo principale per
passare rapidamente all'offensiva.
Raccolta di informazioni e Intelligence. Le informazioni sull’avversario
sono vitali per la condotta di operazioni difensive. Il piano per la difesa sarà
basato sulle informazioni disponibili, usando tutte le fonti a disposizione
comprese quelle fornite dal Comando superiore o dalle unità contermini. Ciò
permetterà al Comandante di valutare le capacità e le intenzioni nemiche,
consentendogli di determinare quale sarà il probabile sforzo principale e gli
assi di avvicinamento nemico, prima che quest’ultimo inizi l’attacco. È quindi
essenziale che il Comandante mantenga una sorveglianza continua anche una
volta che sia iniziata la battaglia, al fine di poter impiegare le proprie risorse
107 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
nel posto e nel momento giusto.
Uso del Terreno. L’efficacia di una difesa dipende in larga misura dalla
selezione e dall’uso del terreno e dalla capacità di un Comandante di
determinare le vie di approccio, selezionare Vital Ground e Key Terrain79. Il
terreno selezionato dovrebbe permettere di:
coprire con il fuoco le vie di approccio;
offrire al difensore l'occultamento e la protezione del movimento;
limitare la capacità di osservazione del nemico;
sfruttare ostacoli naturali e/o barriere artificiali che possono essere
incorporate nel piano.
Supporto reciproco. Il supporto reciproco in difesa è raggiunto quando gli
spazi tra le posizioni difensive sono coperti dal fuoco, preferibilmente diretto,
in modo che l’attaccante non possa assaltare una posizione senza subire il
fuoco di almeno un’altra posizione in difesa. Il grado di sostegno reciproco
raggiunto dipende dal terreno, dalla visibilità e dalla tipologia di armi a
disposizione. Occorre quindi bilanciare la necessità di avere il supporto
reciproco con i requisiti di profondità, dispersione e mobilità.
Profondità. La profondità in difesa è necessaria per conseguire libertà di
movimento, assicurare il tempo necessario per organizzare le reazioni e
assorbire lo slancio del nemico. Posizioni realizzate in profondità
sorprenderanno il nemico, sbilanciandolo, offrendo così le opportunità per
passare al contrattacco.
Nella ricerca della profondità dell’organizzazione difensiva è possibile tollerare
anche alcuni spazi vuoti al suo interno, purché coperti dall’osservazione e dal
fuoco. La profondità non deve essere mai sacrificata nel tentativo di coprire
in forze un settore assegnato; essa si realizza mediante l'allocazione
sufficiente di spazio per:
impiegare gli elementi protettivi;
impiegare le armi di maggior gittata per distruggere, rompere formazioni e
ritardare il nemico per l’intera profondità del settore assegnato;
utilizzare posizioni difensive, ostacoli e fuoco in ogni parte dell’area
assegnata;
posizionare e muovere gli elementi della riserva e gli assetti combat
support.
79 Vital Ground o Area Vitale “Porzione di terreno la cui importanza, ai fini di un'operazione, è tale che dal suo controllo o possesso dipende il conseguimento del successo.
Key Terrain o Posizione Chiave “Elemento fisico del terreno (località o area) la cui conquista o il cui mantenimento risulta significativo o determinante ai fini dello sviluppo della propria manovra difensiva”. Cfr. Pub. 5895 “Nomenclatore Militare”, di SME, ed. 1998.
108 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Riserve. Le riserve sono fondamentali a tutti i livelli per garantire ad un
Comandante la necessaria libertà d’azione, permettendo di sfruttare eventuali
situazioni favorevoli e fronteggiare qualsiasi minaccia improvvisa. Esse
possono essere impiegate per rinforzare, bloccare, contrattaccare, sostituire
altre unità e proteggere fianchi e aree posteriori.
Una volta impiegata, deve essere effettuato ogni possibile sforzo per
ricostituirla senza badare a tipo e composizione.
Inganno e occultamento. L’attaccante deve essere continuamente ritardato
e confuso sul dispositivo difensivo attraverso:
distruzione immediata della ricognizione avversaria;
buon mascheramento e impiego di posizioni difensive fittizie;
controllo delle emissioni (EMCON – Emission Control);
rigido controllo dei movimenti;
alto standard di mascheramento di mezzi, posizioni e rifornimenti.
Tuttavia, l’occultamento non deve essere sacrificato in favore di più profondi
campi di tiro e, di notte come di giorno, bisogna porre particolare attenzione
a ridurre al minimo le emissioni di calore.
7.3 TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ TATTICHE DIFENSIVE
Le attività tattiche difensive attuabili dipendono dalle circostanze e dalla missione e
possono essere di due tipologie: la difesa di posizioni (che a sua volta può assumere
due forme di manovra, difesa mobile e difesa areale, e/o la combinazione di
entrambe) ed il frenaggio.
Le unità che conducono attività tattiche difensive possono manovrare per direttrici
interne o esterne, in modo convergente o divergente, lineare o non-lineare, al fine di
acquisire una posizione di vantaggio e colpire l’avversario sulla fronte, sui fianchi o
sul tergo. La manovra per difendere obiettivi terrestri può avvenire in tutte le
dimensioni, dal terreno fino allo spettro elettromagnetico. Generalmente
nell’ambiente terrestre le unità:
si schierano in profondità;
incanalano gli elementi ostili in predesignate aree di distruzione;
concentrano i propri sforzi contro i punti deboli dello schieramento nemico;
organizzano contrattacchi risolutivi dove il terreno favorisce il massimo
sfruttamento dell’eventuale successo.
7.4 DIFESA DI POSIZIONI
La difesa di posizioni può essere condotta in diverse forme, riconducibili a due
principali, la difesa mobile (o elastica o in profondità) e la difesa areale (o avanzata)
o una loro combinazione variabile. La differenza “chiave” tra le due forme di difesa è
109 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
data dallo scopo. La difesa mobile si focalizza sulle forze nemiche, mentre quella
areale si concentra sulla negazione del terreno al nemico (Tabella 2)
7.4.1 Difesa Mobile (Mobile Defence)
Lo scopo della difesa mobile è quello di neutralizzare l’attacco nemico attraverso la
manovra delle proprie unità e del fuoco per passare, appena possibile, ad un’attività
tattica offensiva. Essa combina l’azione di un’unità di fissaggio, che nega la libertà di
manovra avversaria, e di un’unità d’attacco che, stabilito temporaneamente e in uno
spazio limitato, un rapporto di forze favorevole, contrattacca. L’equilibrio tra queste
due unità dipende dalla missione, dal terreno e dalle rispettive capacità. L’adozione di
questa forma di manovra può essere scelta, in fase di pianificazione, sulla base dei
punti di forza e della capacità di colpire della G.U., oppure può essere imposta
quando non si dispone del Combat Power necessario per dominare una vasta area
ricorrendo alla difesa areale.
MANOVRA DIFENSIVA MOBILE/IN
PROFONDITÀ
MANOVRA DIFENSIVA AREALE/AVANZATA
Orientata alla distruzione e/o
neutralizzazione delle forze nemiche.
Mobilità superiore o almeno uguale al
nemico.
Forze incaricate dell’incanalamento e
dell’arresto pari a circa 1/3 delle forze
vincolate.
Forze incaricate del contrattacco (Sforzo
Principale) pari a circa 2/3 delle forze
vincolate.
Fuoco e manovra.
Contrattacco risolutivo nel momento e nel
luogo prescelto (finestra spazio-temporale).
Orientata a negare al nemico l’accesso in
aree stabilite e per un tempo specifico.
Posizioni che garantiscono supporto reciproco
in avanti e in profondità.
Difesa realizzata con la massima forza
disponibile, messa in sistema con il fuoco e
con l’ostacolo.
Fuoco incrociato.
Riserve mobili ridotte pari a circa 1/3 della
forza disponibile, incaricate di condurre
contrattacchi a carattere locale.
Tabella 2: Comparazione tra i due tipi di manovra
Una difesa mobile necessita di una considerevole profondità, nella considerazione che
il terreno è utilizzato sia per distogliere l’attenzione dallo sforzo principale amico sia
per ampliare la fronte dell’attaccante, nonché per diminuire la capacità nemica di
reazione contro le forze amiche attaccanti.
Questa forma di manovra difensiva offre al difensore la possibilità di guadagnare e
mantenere l’iniziativa, e di passare alle attività tattiche offensive. Ciò comporta, in
ogni caso, l’assunzione di rischi connessi alla fluidità della situazione e alla necessità
di manovrare con Grandi Unità in aree d’operazioni non contigue. Le forze destinate
ad un contrattacco sono consistenti (tanto quanto i 2/3 della forza totale), inoltre, il
Comandante dispone di una riserva per affrontare situazioni imprevedibili e garantire
la flessibilità alla manovra. Una Divisione può essere impiegata sia come forza
attaccante, quale parte del piano di un Corpo d’Armata, sia come responsabile con le
proprie risorse della conduzione della manovra di difesa in profondità/mobile. Una
110 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Brigata generalmente attacca o difende nell’ambito di una difesa in profondità/mobile
di un Corpo d’Armata o di una Divisione. In particolare, la Brigata può, qualora abbia
un’organizzazione predisposta secondo il compito assegnato, condurre in proprio tale
forma di manovra.
7.4.2 Difesa Areale (Area Defence)
Lo scopo della difesa areale è quello di garantire il dominio del terreno negandolo
all’avversario. Essa combina:
unità di copertura per scoprire (find) e individuare il dispositivo iniziale del
nemico;
unità per la difesa areale schierate su posizioni difensive principali (Main Defence
Area - MDA) per colpire il nemico in tutta la profondità del suo dispositivo;
riserve per contrattaccare eventuali penetrazioni e sfruttare ogni opportunità che
si possa presentare.
A differenza della difesa mobile, il contrattacco può non essere l’atto decisivo, in
quanto il successo si ottiene principalmente attraverso il logoramento imposto al
nemico in tutta l’area da difendere. Una manovra difensiva areale, in altre
circostanze, può essere parte anche di una difesa mobile più ampia (Figura 36).
Nella manovra difensiva avanzata/areale, la maggior parte delle forze è schierata per
garantire la tenuta del settore, usando una combinazione di posizioni difensive e
piccole riserve mobili. I Comandanti organizzano la difesa attorno alla struttura
statica, costituita dalle posizioni difensive, cercando di distruggere le forze nemiche
che sono eventualmente penetrate, attraverso il fuoco incrociato o con contrattacchi
locali. A differenza di quella mobile, cui è essenziale una considerevole profondità, la
Figura 35: Esempio di Manovra Difensiva in Profondità/Mobile
111 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
difesa areale può essere condotta con un’estensione variabile in funzione della
missione, delle forze disponibili e della natura del terreno. La difesa prevalentemente
statica è, normalmente, costituita da forze meno mobili rispetto a quelle del nemico,
da fronti relativamente ridotte e da una limitata profondità del settore d’interesse. La
manovra difensiva areale/avanzata può impiegare, tuttavia, una riserva pari a circa
1/3 della forza totale dedicata ai contrattacchi. Il piano generale, in entrambe le
forme di difesa, si avvale della manovra, delle tattiche offensive, sfruttando ogni
occasione per condurre contrattacchi locali.
7.5 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE
7.5.1 Comando
Il Comandante, sebbene l’iniziativa sia prerogativa della forza che attacca, sfrutta
ogni occasione per usare l’effetto “sorpresa”, al fine di costringere il nemico ad
abbandonare il proprio piano e riacquisire l’iniziativa. Tale principio si applica, non
solo nel punto di contatto con le forze nemiche, ma ovunque il nemico è impegnato
su tutta la profondità dell’AOO. E’ essenziale che la G.U. agisca con mentalità
aggressiva e finalizzata a riprendere l’iniziativa.
Le attività tattiche difensive richiedono l’integrazione e la sincronizzazione delle
attività per massimizzare la potenza di combattimento della G.U.; in tale ottica il
Comandante deve:
decidere lo sforzo principale, che nella difesa mobile è condotto dall’unità
incaricata dell’attacco sul nemico (strike force); mentre nella difesa areale è
condotto dall’unità posta a difesa della principale direttrice del nemico.
sfruttare ogni vantaggio offerto dall’ambiente, individuando attraverso
Figura 36: Esempio di Manovra Difensiva Avanzata/Areale
112 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
l’Intelligence Preparation of the Operational Environment (IPOE)80 le
caratteristiche chiavi che possano essere utilizzate sia dalle forze amiche sia da
quelle nemiche.
Nella difesa mobile, il Comando della forza d’attacco è detenuto dalla G.U. che sta
eseguendo la missione. Il Comandante superiore fornisce al Comandante della forza
d’attacco i dettagli relativi al punto decisivo, all’obiettivo e all’area d’ingaggio in cui
desidera che la forza d’attacco agisca. Una riserva, qualora disponibile, è tenuta sotto
il controllo del Comandante più elevato.
Nella difesa areale, i Comandanti subordinati, normalmente, godono di una maggiore
autonomia rispetto a quella esercitata in una difesa mobile. I Comandanti dei gruppi
tattici (o delle Brigate, in base al livello della G.U. impiegata) combattono nelle
rispettive aree di responsabilità, mentre il Comandante Superiore può impiegare la
riserva per sostenere le unità in primo scaglione (rinforzando, sostituendo o
alimentando le unità impegnate) o per colpire il nemico qualora si crei l’occasione.
7.5.1.1 Coordinamento
La coesione è fondamentale per avere successo nelle attività tattiche difensive. La
difesa è pianificata e coordinata per massimizzare l’efficacia di ogni singolo elemento
dell’unità; a tale scopo i Comandanti, di norma, individuano le posizioni difensive sino
a due livelli verso il basso. In particolare, è di vitale importanza mantenere la
coesione tra unità contermini i cui limiti di settore, più vulnerabili agli attacchi nemici,
diventano ancor più fragili se tali unità sono di diverse nazioni.
Gli orientamenti di impiego delle riserve includono il ripristino della coesione lungo i
limiti di settore. La massima coordinazione viene raggiunta e mantenuta con:
comprensione dell’intento del Comandante superiore e del suo concetto d’azione;
comprensione delle responsabilità tra unità contermini e dei relativi ruoli;
accurata selezione dei limiti di settore e dei relativi punti di coordinamento;
scambio di informazioni e intelligence;
scambio di nuclei di collegamento;
pianificazione del sostegno reciproco.
Inoltre il piano di difesa della G.U. deve essere coordinato con le unità adiacenti,
attraverso lo scambio di nuclei di collegamento sul terreno. Il coordinamento, di
norma, include i seguenti aspetti:
modalità per lo schermo (screen), la vigilanza (guard) e l’ISR;
piani degli ostacoli e delle demolizioni;
piani di fuoco difensivo;
difesa aerea;
limiti di settore;
80 Terminologicamente, rappresenta l’evoluzione dell’Intelligence Preparation of the Battlespace (IPB).
113 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
comunicazioni;
itinerari e linee di comunicazione, sia pianificate che di riserva;
sostegno logistico.
7.5.1.2 Il Posto Comando
In un’attività tattica difensiva, il Posto Comando Principale si trova, normalmente,
nelle posizioni arretrate dell’area di responsabilità della G.U. Il Comandante può
decidere di schierare il Posto Comando Tattico (Tactical Command Post – TCP) in
posizione avanzata, per influenzare e guidare direttamente le operazioni, oppure può
esercitare la propria azione dal Posto Comando principale, in cui la Situational
Awareness e la comprensione della situazione sono maggiori.
In difesa, il Posto Comando è più statico rispetto alle attività tattiche offensive, quindi
deve essere situato in aree sicure e/o in terreni protetti, al fine di ridurre la possibilità
di individuazione sia fisica che elettronica. Deve essere in grado di dislocarsi
rapidamente e cambiare spesso posizione per non essere neutralizzato.
7.5.1.3 Comunicazioni
La disponibilità di un sistema di comunicazioni efficiente rappresenta la condizione
base per il successo della difesa. In particolare:
sono definiti i punti di coordinamento e stabilito il collegamento ai livelli
considerati “chiave”;
è estremamente importante che, in operazioni multinazionali, i Comandanti di
unità temporaneamente assegnate siano in contatto personale col loro
Comandante superiore non appena la situazione lo consenta;
vanno ridotte al minimo le emissioni elettroniche ed attuato il silenzio radio,
prima che avvenga il contatto col nemico. Le comunicazioni via cavo e con
ripetitore radio rappresentano i mezzi più idonei per comunicare. Tuttavia
l’utilizzo di emissioni elettromagnetiche può essere giustificato da esigenze
derivanti dal piano d’inganno.
7.5.1.4 Battlespace Management
Nelle attività tattiche difensive, come in ogni altra attività, il Battlespace Management
è cruciale e deve essere applicato dinamicamente nelle varie fasi della battaglia.
È necessario tenere conto che nell’AOO della G.U. potrebbero svilupparsi attività del
livello superiore. Tra queste lo schieramento dell’artiglieria e la gestione del traffico
sulle MSR. Occorre pertanto tenere pronte e sicure vie tattiche e Assembly Areas per
consentire il passaggio e il dispiegamento dalle retrovie di assetti del livello superiore
in supporto. Il piano di difesa include le misure di coordinamento necessarie per
concentrare rapidamente la potenza di combattimento sul punto decisivo e di reagire
tempestivamente ai cambi di situazione. Tali misure possono includere:
114 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
linee di riferimento81 (Report Lines);
linee di passaggio della responsabilità82 (Hand-over Lines);
aree di ingaggio83 (Engagement Areas - EAs);
limiti di settore84;
margine anteriore dell’area della battaglia85 (Forward Edge of the Battle Area –
FEBA);
punti di coordinamento86;
punti di contatto87;
distanza di sicurezza88;
controllo dello spazio aereo89;
zone di raccolta90 (Assembly Area - AA);
itinerari controllati91;
demolizioni92 predisposte;
81 Linea definita sul terreno da particolari topografici facilmente individuabile, che le unità superano senza sostare, dandone comunicazione al comando superiore allo scopo di consentire il coordinamento dell’azione o del movimento. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 82 Linea di coordinamento in corrispondenza della quale, nell’ambito dell’esecuzione dell’avvicendamento di unità in combattimento, avviene il passaggio della responsabilità tra i Comandanti dell’unità sostituita e subentrante. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 83 Area dove viene condotto il contrattacco. 84 Linea individuata da una successione di elementi topografici inequivocabili, che delimita la zona di responsabilità di un’unità o di un complesso di forze. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 85 Limite più avanzato dell’area difensiva o settori in cui operano i complessi tattici impegnati nella battaglia difensiva (ad eccezione della forza di copertura). È materializzato da elementi topografici ben individuabili sul terreno allo scopo di coordinare lo schieramento, la manovra ed il sostegno di fuoco delle unità. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 86 Località o punto topograficamente significativo nel quale due unità contigue realizzano il contatto alla scopo di controllo e coordinamento. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 87 Punto del terreno, facilmente identificabile, dove due o più unità hanno bisogno di stabilire un contatto reciproco. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 88 Distanza minima che deve intercorrere tra un obiettivo battuto dal proprio fuoco e le truppe amiche, perché queste non siano esposte a un rischio superiore a quello prefissato. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 89 Complesso delle attività volte ad incrementare l’efficacia delle operazioni promuovendo l’ottimizzazione dell’utilizzo dello spazio aereo in termini di flessibilità e abbattimento dei rischi derivanti dalla presenza contemporanea di molteplici utilizzatori. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 90 Area ubicata non a diretto contatto con il nemico, nella quale affluiscono e vengono riuniti i complessi di forze destinati ad effettuare una operazione. In essa vi si svolgono tutte le attività organizzative e logistiche necessarie per la successiva condotta dell’azione. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 91 Itinerario sul quale gli organi preposti al controllo del traffico esercitano la loro attività di controllo mediante l’impiego di posti di controllo e/o pattuglie. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 92 Distruzione o inutilizzazione di opere d’arte, impianti, mezzi o materiali. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998).
115 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
7.5.2 Intelligence
Un’intelligence accurata risulta essenziale per il successo. Un processo IPOE ben
sviluppato e dettagliato93 consente di definire l’ambiente operativo di riferimento e
individuare le possibili linee d’azione del nemico (Enemy Courses Of Action - ECOA).
L'intelligence nelle attività tattiche difensive può raggiungere un elevato grado di
dettaglio in quanto si svolge prevalentemente su un terreno controllato dalle forze
amiche. L’attività di intelligence si sviluppa con sistematicità per tutta la durata
dell’attività difensiva al fine di verificare e confermare le presunte modalità di
svolgimento della manovra nemica.
Definiti End State e obiettivi avversari, il G2 dovrà descrivere le presumibili ECOAs
con un approccio ad ampio respiro, attraverso l’integrazione delle capacità esprimibili
dall’avversario con le limitazioni dell’ambiente operativo.
Nella descrizione delle ECOA offensive gli standard minimi da esplicitare sono:
intento dell’avversario;
descrizione del movimento dalla posizione corrente all’Assembly Area (AA);
formazione di attacco e forma di manovra;
attacco su una o più vie tattiche;
sforzo principale (Main Effort-ME)94;
dislocazione del Posto Comando;
impiego del supporto di fuoco;
dislocazioni Unità da ricognizione;
sostegno logistico (rifornimento Classi I,III ,V e MEDEVAC);
difesa aerea;
misure di coordinamento;
Time Phase Line (TPL);
sincronizzazione delle Combat Functions dell’avversario.
Le discendenti PIR, di norma, includono:
direttrici d’avvicinamento e attacco;
punti di forza (Strengths) e vulnerabilità;
formazioni e Combat Power;
probabili intenzioni;
armamenti principali, tipo di unità, riserve e Posti Comando.
Contestualmente, messe in atto misure idonee a prevenire che il nemico acquisisca
analoghe informazioni sulle forze amiche. L’attività intelligence, relativa alla difesa
93 Cfr. COMFORDOT PSE 2.02 “Intelligence Preparation of Operational Environment-IPOE”, vers. SD. 94 Concentrazione delle forze, del fuoco e dell’ostacolo predisposta da un Comandante per lo sviluppo della manovra della propria unità, al fine di conseguire un favorevole rapporto di potenza in relazione al compito ricevuto e agli obiettivi da perseguire.
116 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
mobile/in profondità, si concentra sull’accertamento dell’ubicazione ed entità della
forza nemica, al fine di massimizzare l’efficacia delle proprie forze. In particolare,
confermare la via tattica principale utilizzata, localizzare le riserve e le forze in 2°
scaglione, in modo che il Comandante dell’unità in difesa possa decidere dove
applicare maggiore Combat Power. In difesa è prioritaria la capacità di
coordinamento degli sforzi per la raccolta informativa con le unità contermini,
avvalendosi reciprocamente degli assetti ISR specialistici e non specialistici,
svolgendo le seguenti attività:
Ricognizione aerea ed informazioni da immagine (IMagery INTelligence - IMINT).
La ricognizione aerea e le informazioni da immagine sono molto importanti in
tutte le fasi della difesa e, in particolare, in quella iniziale, dove sono determinati
l’entità della forza, l’ubicazione e la direzione d’avvicinamento.
Ricognizione terrestre. Le forze da ricognizione, nonostante le potenziali difficoltà
causate al Comando e Controllo e dall’imposizione del silenzio radio, possono
fornire informazioni vitali sulle forze del nemico, sui loro assi di penetrazione e,
qualora siano in collegamento diretto con il supporto offensivo, guidare il fuoco
sugli obiettivi nemici in profondità.
Processo Targeting Terrestre e Interforze
Tali processi si sviluppano come già descritto nelle attività tattiche offensive. La
differenza consiste nel fatto che in operazioni difensive è probabile che ci si trovi
ad operare senza superiorità aerea e che il contributo di fuoco aereo amico sia
limitato o nullo. Per questo motivo, e per la prevedibile superiorità avversaria in
termini di fuoco, occorrerà concentrare il Targeting in profondità sulle sorgenti e
sulle direttrici di alimentazione nemiche più che sugli assetti di manovra e di
fuoco.
7.5.3 Manovra
7.5.3.1 Area di Manovra
Lo scopo del Comandante, nello schierare le forze all’interno della sua area di
manovra, è di creare la massima profondità possibile, poiché essenziale per arrestare
un attacco, assorbire lo sforzo del nemico e bloccarne le forze. Sebbene operi
prevalentemente nel dominio fisico, nella pianificazione della manovra devono essere
presi in considerazione anche gli effetti nei domini morale e cognitivo, al fine di
adottare la forma di manovra che meglio consente di annullare la capacità offensiva
del nemico. Gli elementi da valutare nella scelta della forma di manovra includono:
la missione ricevuta;
l’intento dei Comandanti sovraordinati;
gli effetti da conseguire;
il tempo a disposizione;
il terreno;
117 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
le condimento;
la situazione operativa;
le forze a disposizione;
le informazioni disponibili sulla DENAM nemica.
L’organizzazione del campo di battaglia consente al Comandante della G.U. di
visualizzare come impiegare le forze in relazione al nemico. L’AOO può essere
articolata in: Area di copertura (Covering Force Area - CFA), Area difensiva principale
(Main Defence Area - MDA) e Area delle retrovie (Rear Area - RA).
Area della Forza di Copertura. Si estende sul davanti della FEBA per una
profondità variabile in funzione della missione e del terreno. La forza di copertura
è schierata al fine di condurre compiti di schermo95 o di guardia96.
L’entità e la composizione della forza di copertura sono determinate in funzione
del tempo da guadagnare, sulla base del tempo necessario alla forza di difesa
principale per completare l’organizzazione dell’area difensiva principale (MDA).
Per mantenere il contatto con il nemico e fornire alla forza principale di difesa
informazioni tempestive, continue ed accurate, la forza di copertura,
generalmente, conduce l’attività tattica offensiva di ricognizione in forze.
Area Difensiva Principale. La MDA si estende dalla FEBA all’indietro sino alla zona
delle retrovie e rappresenta l’area dove viene condotta la battaglia difensiva.
Nelle forme di manovra difensive, la maggior parte delle truppe, inizialmente
schierate in quest’area, ha un ruolo prevalentemente statico mentre gli elementi
mobili della forza (unità contrattaccanti e riserve) possono essere tenuti nella
zona delle retrovie ma pronti a schierarsi nella MDA, qualora richiesto.
Area delle Retrovie. Tale zona si estende dal margine posteriore del MDA sino al
Punto di Entrata (Point of Entry - POE) o al margine più arretrato dell’AOO,
relativa alla G.U. Le forze in riserva sono normalmente dislocate in quest’area
unitamente alle unità del supporto di fuoco a lunga gittata e del sostegno
logistico.
7.5.3.2 Mobilità e contro mobilità
L’unità di copertura, o gli elementi dell’unità difensiva destinati a colpire o a reagire
contro penetrazioni nemiche tendono, mediante la manovra, a bloccare gli sforzi
offensivi nemici. Combinando fuoco e movimento e ottimizzando l’uso del terreno, le
unità di difesa infliggono attrito al nemico evitando nel contempo di essere fissati e
distrutti. Ne consegue che la mobilità e la contro mobilità sono aspetti chiave sia per
la difesa areale sia per quella mobile.
95 La funzione di schermo mira a ricercare e raccogliere informazioni sulle forze nemiche che muovono verso il margine anteriore dell’area della battaglia. 96 La funzione di guardia mira a rallentare la progressione del nemico, attraverso azioni statiche e dinamiche, per guadagnare tempo e proteggere la forza principale di difesa.
118 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Lo sfruttamento dell’ostacolo ed il movimento che ne consegue sono volti
essenzialmente a incrementare le possibilità di manovra delle unità amiche,
limitando al contempo la mobilità del nemico, al fine di rallentarne lo slancio e
incanalarlo nelle aree prescelte dal Comandante nel piano di difesa.
A tale scopo risulta essenziale che il Comandante preveda i seguenti aspetti:
Integrazione fuoco-ostacoli. L’uso efficace del terreno per sostenere il piano
difensivo può richiedere il potenziamento di ostacoli già esistenti o la
creazione/realizzazione di nuovi. Il processo di integrazione di tali ostacoli con
l’osservazione ed il supporto di fuoco è noto come integrazione fuoco-ostacoli.
Demolizioni predisposte (Reserved Demolition). Nell’ambito della preparazione
dello spazio della battaglia, il ricorso alle demolizioni predisposte rappresenta una
valida possibilità che permette la limitazione di libertà di movimento del nemico.
In particolare, il movimento delle unità amiche per il superamento di ostacoli può
essere successivamente negato al nemico, attuando la demolizione (es.:
distruzione di un ponte, crollo di una gola, ecc.). Tuttavia le modalità di
superamento delle demolizioni predisposte, da parte delle forze amiche
comportano dettagliate misure di coordinamento.
7.5.3.3 Impiego delle Forze
Per quanto la missione sia determinante nella concezione della difesa, la tipologia
delle forze disponibili ha un ruolo determinante nello schema della manovra così
come la capacità del nemico, il terreno e le condizioni meteorologiche. Il tempo
permane una risorsa determinante specialmente per l’impiego delle forze non
protette che, generalmente (ad eccezione delle unità aeromobili), necessitano di
maggior tempo per la fase di preparazione e per il movimento tra le posizioni
difensive. Le forze interessate sono:
Ricognizione. La ricognizione individua gli itinerari utilizzati dal nemico, i punti
forti o deboli, gli spazi vuoti, consentendo di guadagnare l’iniziativa,
incrementare la prontezza operativa e cogliere le occasioni per portare l’azione
della G.U. nelle retrovie del nemico, allo scopo di concentrare la sua potenza di
combattimento nel tempo e nel luogo critico. Tali unità più specificamente
possono essere impiegate in:
azioni delle forze di copertura. Le forze da ricognizione possono essere
impiegate come forza di vigilanza per distruggere, durante la sua attività, il
nemico. Una valutazione accurata è richiesta in merito alla probabile perdita di
elementi dell’unità da ricognizione, impiegati nel citato combattimento, in
quanto ciò può comportare una riduzione delle capacità come assetti ISR,
nella raccolta dati;
battaglia principale difensiva. In tale azione le unità da ricognizione hanno
bisogno di tutte le componenti; ma, probabilmente, i loro compiti principali
saranno quelli di far parte delle forze impiegate per l’attacco risolutivo o per il
119 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
contrattacco. In particolare, stabiliscono e mantengono l’osservazione sulla
forza principale nemica, localizzano le linee di partenza più idonee,
garantiscono la protezione dei fianchi, assicurano il controllo dei movimenti
della G.U. attraverso gli ostacoli o lungo itinerari difficili.
Pesanti e Medie. Qualora la maggioranza delle forze disponibili è corazzata o
meccanizzata, la difesa va condotta con gran flessibilità, sfruttando la loro
mobilità, potenza di fuoco e protezione. Inoltre, le truppe corazzate possono
manovrare per ritardare l’avanzata della forza nemica e per cambiare un’attività
mobile in una più statica o per effettuare un’azione offensiva. Le unità corazzate
e meccanizzate sono anche molto efficaci quando combattono da posizioni
predisposte. In particolare, le unità corazzate sono idonee sia come forza di
copertura sia per la battaglia difensiva principale.
Leggere. Tali forze sono capaci di organizzare una difesa efficace da posizioni
predisposte e sono impiegate prioritariamente in un ruolo statico o pronte per
condurre imboscate in profondità della MDA. Inoltre, si avvalgono degli ostacoli
passivi e si dislocano dove il terreno offre la possibilità d’impiegare tutta la
potenza di fuoco e la massima gittata delle armi controcarro (particolarmente in
corrispondenza dei centri abitati).
Aeree. Tali assetti hanno le stesse caratteristiche nelle attività tattiche difensive e
offensive. In particolare, in difensiva possono assumere un ruolo decisivo con
azioni in grado di:
costringere il nemico al combattimento ravvicinato;
intervenire efficacemente dove un Comandante non intende assolutamente
impiegare le unità terrestri;
coprire gli spazi vuoti previsti dal piano di difesa, possibilmente
congiuntamente con un’azione sistematica del Gruppo d’Attacco Aereo (Joint
Air Assault Team - JAAT), prima di essere rilevati dalle forze terrestri;
contrapporsi all’attività nemica nella zona delle retrovie ed in particolare contro
forze nemiche avioportate o aviotruppe.
In caso di indisponibilità di adeguate risorse aeree, occorre prevedere un
maggiore ricorso all’impiego del fuoco terrestre.
Strike Force. L’unità incaricata dell’attacco è sostenuta dalla massima potenza di
combattimento disponibile per tutta la durata dell’azione. Il rapporto di forza è
almeno equivalente a quello del nemico. La distruzione della capacità operativa
del nemico è normalmente l’obiettivo dell’azione della Strike Force, ma la
missione può anche essere quella di interrompere il ritmo dell’azione nemica,
sconvolgere la sua tabella di marcia, provocargli squilibrio e incertezza. Inoltre, la
fronte nemica può essere sufficientemente ampia da costringere la forza
d’attacco a condurre una serie di azioni.
120 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Riserva. Tali unità sono essenziali per il Comandante che fronteggia eventi
imprevisti. Le loro funzioni principali possono essere rinforzo, arresto e
contrattacco. La riserva appena impegnata, deve essere ricostituita. In una difesa
mobile, dove la maggior parte delle unità da combattimento compone la forza
d’attacco, le riserve possono essere contenute nella quantità e capacità.
7.5.4 Fuoco
7.5.4.1 Generalità
L’efficacia della difesa si basa sull’esecuzione di fuoco accurato, integrato e ben
pianificato per ottenere il massimo effetto nel luogo e nel momento voluti. Ciò
presuppone l’impiego di tutti gli assetti disponibili per l’acquisizione degli obiettivi, in
stretto collegamento con i sistemi erogatori di fuoco. Le considerazioni da fare nella
pianificazione del fuoco per le attività tattiche difensive includono:
l’ingaggio del nemico alle massime distanze per bloccarne e annullarne gli sforzi
offensivi, ridurre le sue potenzialità di raccolta informazioni e interdirne la
capacità di concentrare efficacemente il proprio Combat Power;
il sostegno alla manovra difensiva;
l’integrazione del piano di fuoco con il piano degli ostacoli.
7.5.4.2 Gravitazione del fuoco
Il supporto di fuoco orientato a sostenere lo sforzo principale ha un diverso utilizzo a
seconda della modalità di difesa adottata. In particolare:
Difesa mobile. Lo sforzo principale nella difesa mobile è rappresentato dall’azione
dell’unità incaricata dell’attacco (Strike Force). Il Comandante della G.U. schiera
quindi l’artiglieria in modo che possa garantire all’unità incaricata dell’attacco il
supporto di fuoco necessario, integrato con altri assetti del Joint Fires Support
come, ad esempio, il fuoco di precisione o di altro munizionamento particolare da
parte di unità operanti nella 3^ dimensione. Le unità del Joint Fires Support
devono essere in grado di trasferire rapidamente il supporto di fuoco dall’unità di
fissaggio all’unità incaricata dell’attacco e sono impiegate soprattutto per:
compensare l'eventuale temporanea mancanza di capacità di manovra della
strike force;
fornire sostegno di fuoco aderente;
interdire al nemico l’alimentazione tattica e logistica del combattimento;
neutralizzare il sistema di C2 avversario;
controbattere le sorgenti di fuoco nemiche;
fissare le unità nemiche non direttamente investite dall’attacco e bloccare
tentativi di contromanovra;
agevolare la prosecuzione dello sforzo in profondità.
121 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Difesa areale. Nella difesa areale, il fuoco è verosimilmente utilizzato per
concorrere ad annullare gli sforzi offensivi nemici, in particolare quello principale.
In tale quadro l’azione dell’artiglieria sarà volta principalmente a:
disarticolare il dispositivo d’attacco nemico;
interdire al nemico l’alimentazione tattica e logistica del combattimento;
neutralizzare il sistema di C2 avversario;
controbattere le sorgenti di fuoco nemiche;
bloccare eventuali penetrazioni nemiche;
potenziare l’azione degli elementi attivi della difesa;
appoggiare i contrattacchi locali.
7.5.4.3 Componenti del fuoco
Artiglieria. L’artiglieria costituisce un potente strumento a disposizione dei
Comandanti per neutralizzare gli attacchi nemici fin dalle massime distanze. In
difesa l’artiglieria può:
plasmare il campo di battaglia e le attività nemiche;
battere le unità nemiche in profondità prima che siano impiegate nel
combattimento;
potenziare lo sforzo principale;
fornire supporto di fuoco alle unità a contatto.
Altri compiti più specifici possono includere:
separare le unità corazzate avversarie dalla fanteria appiedata;
neutralizzare gli elementi avversari di artiglieria e della difesa aerea in posizione
avanzata;
arrestare le unità avversarie del genio, nel caso essi debbano forzare ostacoli;
potenziare col fuoco il valore impeditivo degli ostacoli:
intervenire col fuoco negli spazi “vuoti” e nelle aree aperte;
neutralizzare o isolare le unità nemiche che sono penetrate all’interno dell'area
difensiva;
interdire il movimento delle riserve nemiche.
Mortai. L’azione dei mortai è normalmente integrata nel piano del fuoco. Sono
particolarmente efficaci per il tiro nebbiogeno e per l’intervento contro obiettivi
ravvicinati.
Aerei. Il sostegno alle attività tattiche difensive è simile a quello richiesto per
supportare quelle offensive. Il supporto aereo è più efficace quando mirato contro
le unità nemiche concentrate in profondità in fase di preparazione per un attacco,
o lungo le linee di comunicazione dirette verso la FEBA. In talune situazioni il
supporto aereo ravvicinato (CAS) può essere l'unico mezzo in grado di fornire un
supporto di fuoco idoneo a contrastare attacchi nemici soverchianti o azioni che
122 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
colgono la G.U. di sorpresa. In caso di indisponibilità di adeguate risorse aeree,
occorre prevedere un maggiore ricorso all’impiego del fuoco terrestre.
Elicotteri. Gli elicotteri d’attacco costituiscono uno strumento mobile, flessibile e
con una elevata potenza di combattimento. Essi possono operare sia a sostegno
della unità d’attacco sia come unità a sé stante. Gli elicotteri d’attacco possono
essere impiegati anche in riserva. La loro velocità e agilità consente di compiere
una serie di attività che comprendono:
contro penetrazioni;
potenziamento dell’azione di fuoco dei gruppi tattici terrestri o del Joint Fires;
riempimento di “vuoti” nell’area difensiva principale;
sfruttamento del successo sia nell’area delle unità di copertura sia in profondità.
Nell’ambito della loro capacità di manovrare, i gruppi elicotteri possono colpire in
maniera decisiva un nemico sbilanciato in avanti o logorato dalla battaglia
difensiva.
Guerra Elettronica. Gli assetti di guerra elettronica, possono essere utilizzati per:
potenziare il piano d’inganno, mediante l’emissione di false comunicazioni;
disturbare l’attività di Comando e Controllo nemica;
ottenere informazioni sul dispositivo e sulle intenzioni del nemico.
7.5.5 Protezione97
La G.U. impegnata in un’attività difensiva, è soggetta ad una variegata e complessa
tipologia di minacce e rischi non derivanti esclusivamente dalla volontà di opposizione
delle forze nemiche, ma anche dall’ambiente e da situazioni occasionali. pertanto, al
fine di preservare il Combat Power dell’unità, occorre tenere in debita considerazione i
i seguenti aspetti:
7.5.5.1 Impiego del genio
Il genio organizzato secondo i principi della task organization, può distaccare propri
assetti a favore di:
elementi di ricognizione della G.U.;
forze di manovra (es.: gittamento di ponti tattici, lavori sul campo di battaglia,
schieramento dell’ostacolo, ecc.);
assetti di supporto logistico (es.: miglioramento della viabilità, supporto allo
schieramento).
Il Comandante in funzione degli assetti genio disponibili, stabilirà le priorità per il loro
impiego. I piani degli ostacoli devono essere coordinati tra le formazioni e le unità
adiacenti al fine di assicurarsi che le unità nemiche non siano deviate su aree critiche
per la difesa o che le unità contermini siano esposte ad attacchi da direzioni
inaspettate.
97 Per ulteriori approfondimenti cfr. COMFORDOT PSE-3.14 “Protezione”, ed. 2017.
123 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Le attività principali del genio riguardano: contro-mobilità, mobilità e sopravvivenza98.
Contro-mobilità. Il genio può adempiere ad una serie di compiti di contro-
mobilità durante le attività tattiche difensive che possono includere:
predisposizione di ostacoli artificiali (campi minati c/c, fossati, reticolati,
ostruzioni, barricate) e realizzazione di demolizioni per ridurre la mobilità del
nemico che, in combinazione con le forze di combattimento, contribuiscono a
logorare il potenziale offensivo del nemico;
potenziamento degli ostacoli naturali;
occupazione e controllo del terreno o punti di passaggio obbligati (strettoie,
gole, ecc.) che dominano le probabili vie d’avvicinamento del nemico;
rafforzamento di posizioni di particolare importanza.
Mobilità. Durante i preparativi per le attività tattiche difensive, il genio
ricognisce, migliora e rende disponibili gli itinerari da utilizzare durante la
battaglia. Il genio mantiene in efficienza la rete stradale necessaria alla manovra,
garantendone la disponibilità alle unità amiche. Inoltre potrebbe contribuire a
costruire aree di stazionamento per il personale catturato e campi per gli
sfollati/rifugiati. Il genio può anche fornire supporto all’area di operazioni con
attività di bonifica di itinerari e aree minate (compresa la distruzione di UXO e
IED99), attività di ricognizione (ricerca di informazioni su unità del genio
avversarie, itinerari, ostacoli, terreno, ecc.) e la messa in opera di installazioni
per la fornitura di elettricità e acqua. Durante le attività tattiche difensive, la
mobilità prevede:
ricognizione degli itinerari e delle posizioni;
il mantenimento degli itinerari di movimento. Questo può includere la
selezione e la preparazione di punti per l’attraversamento di corsi d’acqua,
creazione di itinerari, bonifica del campo di battaglia da ostacoli attivi e
passivi;
il miglioramento di posizioni difensive sottoposte al fuoco nemico, attraverso
l’impiego di attrezzature speciali e materiali per la fortificazione campale;
il supporto, nella fase offensiva, al superamento di ostacoli creati dal nemico,
soprattutto in favore degli elementi appiedati ed in combattimento ravvicinato,
al movimento attraverso costruzioni o edifici, alla rimozione rapida di trappole
esplosive, mine, IED ecc.;
il miglioramento delle condizioni delle strade/itinerari già esistenti e controllo
del traffico.
Sopravvivenza. Il genio ha un ruolo determinante nel consigliare la scelta delle
posizioni difensive e dei settori di fuoco/intervento e nella loro preparazione 98 Per ulteriori approfondimenti cfr. COMFORDOT PSE 3.02.14 “Ostacolo e Operazioni di mobilità”, ed. 2015. 99
UXO “Unexploded Explosive Ordnance” Ordigno esplosivo inesploso, IED “Improvised Explosive Device” ordigno esplosivo improvvisato.
124 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
(soprattutto nei centri abitati). Di norma, la dinamicità dell’azione non consente
la realizzazione di capisaldi fortemente organizzati. Tuttavia, quando possibile,
vengono predisposte più posizioni difensive, su linee di attestamento successive.
Il genio, quando disponibile, concorre alla realizzazione delle posizioni difensive,
consentendo di ridurre i tempi di messa in opera o di aumentare il numero di
posizioni preparate. La protezione dall’osservazione, dall’ingaggio e dalla
distruzione, possono essere ricercate attraverso il movimento o l’approntamento
di posizioni difensive. In quest’ultimo caso, per migliorare le capacità di
sopravvivenza si fa ricorso a misure di occultamento, mascheramento, inganno,
diradamento, protezione e fortificazione campale.
I principali compiti del genio, in questo campo, includono:
fortificazioni campali. L’uso di macchine movimento terra e di attrezzature del
genio contribuisce alla preparazione e alla costruzione di fortificazioni come:
postazioni, appostamenti, centri di fuoco e capisaldi, trincee, ripari per Posti
Comando, schieramenti e postazioni per artiglierie/mortai, postazioni a scafo
sotto per carri;
protezione delle DOS (Day of Supply)100. La condotta della manovra richiede di
porre in atto misure adeguate alla protezione dalla distruzione e
contaminazione delle DOS. Una scelta oculata dei siti di stoccaggio, integrata
dal supporto del genio, consente di ridurre significativamente le perdite di
DOS;
mascheramento delle posizioni difensive principali, delle infrastrutture e dei siti
operativi;
inganno. Le misure di inganno, includono la mimetizzazione, l’impiego di
simulacri e la costruzione di posizioni fittizie.
7.5.5.2 Sicurezza delle operazioni (OPSEC)
L’OPSEC è gestito dal G3 operazioni, il quale determina gli elementi essenziali di
informazione che devono essere protetti dall’intelligence nemica. in particolare,
mediante:
Inganno. Le operazioni d’inganno sono pianificate per produrre l’effetto sorpresa,
provocare uno stato di indecisione e ritardare le azioni nemiche.
Le misure d’inganno devono influenzare la percezione del nemico (ad esempio,
dando una falsa informazione sulle proprie posizioni difensive), utilizzano false
fronti, l’occultamento, le posizioni fittizie e la guerra elettronica. Tali accorgimenti
inducono il nemico a impiegare forze e risorse in maniera errata. L’inganno è
utile per distogliere l'attenzione del nemico dalla direzione e dalla tempistica del
nostro contrattacco, costringendolo a posizionare la propria riserva ad una
100 Unità di misura convenzionale relativa ai rifornimenti usata per determinare il consumo medio giornaliero in determinate condizioni. Può essere anche espressa in funzione di un fattore, come ad esempio numero di colpi per arma e per giorno.
125 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
distanza tale da non poter essere prontamente utilizzata. È maggiormente
efficace una volta che la ricognizione nemica ha raggiunto un elevato grado di
penetrazione. La credibilità dell’inganno è legata all’impiego di forze e risorse
adeguate. La non corretta applicazione di questo principio comporterebbe il
fallimento del piano di inganno e lo spreco degli assetti dedicati.
Sicurezza. Le attività OPSEC condotte dalla G.U. hanno il fine di proteggere la
propria libertà di azione, influenzare differenti target audience e ottenere l’effetto
sorpresa. Queste attività contribuiscono alla protezione delle unità nella zona
difensiva, permettendo loro di:
dispiegarsi e muovere per contrastare l’attacco nemico;
ridurre gli effetti del fuoco nemico;
ingannare il nemico nell’individuazione della posizione difensiva.
Le operazioni di sicurezza sono poste in essere preferibilmente durante l’arco
notturno e nei momenti di scarsa visibilità nonché adottando misure per
mascherare il trasferimento e il riposizionamento delle truppe. La sicurezza è
migliorata mantenendo regolare sia il traffico radio sia il fuoco d'artiglieria.
Le misure di Sicurezza delle Operazioni devono, di norma, comprendere:
attacchi simulati (feint);
attacchi dimostrativi (demonstrations);
guerra elettronica;
operazioni psicologiche;
controllo delle emissioni (EMCON).
7.5.5.3 Difesa CBRN
L’attuazione delle misure di protezione CBRN saranno poste in essere considerando
sia la capacità del nemico sia la presenza di indicatori (es.: l’arresto inaspettato di un
attacco o la ritirata di truppe avanzate) che possono far prevedere l’impiego in tale
ambito. In un area di reale o potenziale contaminazione si dovranno considerare:
il tempo di persistenza della minaccia;
l’effetto sui piani operativi di un eventuale riposizionamento;
la necessità di decontaminare le unità, prima di occupare una nuova posizione;
la diffusione della contaminazione causata dal movimento;
l'impatto sulle operazioni qualora si decida di continuare ad operare con le
protezioni CBRN;
la presenza di installazioni fonti di possibile minaccia CBRN.
Particolare attenzione dovrà essere posta ad attacchi chimici su civili che potrebbero
avere un effetto psicologico maggiore rispetto alle reali perdite inflitte dal nemico.
126 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
7.5.5.4 Difesa Controaerei
Le priorità, per l’assegnazione delle risorse per la difesa c/a, sono basate sulla
valutazione della situazione da parte del Comandante e sono rivolte ad assicurare la
copertura a:
truppe in profondità, incluse le forze di copertura;
installazioni di Comando e Controllo;
risorse del CSS;
punti e assetti critici (incluso sistemi di supporto di fuoco);
aeroporti;
riserve.
I sistemi di difesa c/a, qualora stiano proteggendo un’unità di manovra sono tanto
mobili e protetti quanto l’unità di manovra stessa. Le caratteristiche da prendere in
considerazione sono:
capacità ogni tempo del sistema;
funzionamento attivo o passivo del sistema;
abilità di scegliere tra mobilità e protezione, o staticità e vulnerabilità;
possibilità di fornire una difesa areale o vicina.
La difesa c/a è coordinata continuamente con le operazioni aeree e dell’artiglieria per
evitare il fuoco fratricida. Inoltre, la corretta valutazione delle linee di volo e della
tattica nemica è essenziale per garantire protezione ed economia delle risorse.
7.5.6 Sostenibilità
Il sistema di sostegno logistico definisce le attività da condurre per un adeguato e
puntuale supporto alle unità. I rifornimenti necessitano di una pianificazione
accurata, che preveda il calcolo dei tempi di consegna. Le attività di sostegno devono
essere programmate non solo per l’attività difensiva in atto, ma devono tenere conto
di una possibile e successiva attività offensiva. La pianificazione logistica deve
prevedere adeguata flessibilità per la condotta delle operazioni future. E’ altresì
necessaria una certa ridondanza di organi logistici per creare un sistema aderente ed
in grado di fronteggiare eventi non previsti.
7.5.6.1 Principi generali
I principi generali del sostegno logistico nelle azioni difensive sono:
mantenimento. Una solida rete di sostegno logistico calibrata e finalizzata al
ripristino della potenza di combattimento delle unità a contatto;
rifornimenti. Le unità di combattimento devono essere rifornite regolarmente per
garantire la massima auto-sufficienza;
pre-posizionamento avanzato (forward dumping). Il posizionamento di scorte
prima dell’azione permette di ridurre i cicli di rifornimento durante le attività. Tale
attività è più difficile negli scenari di operazione in cui la libertà di movimento può
127 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
essere fortemente limitata. Inoltre il dumping è meno indicato se si attua una
difesa mobile;
posizionamento di materiali del genio per la realizzazione di ostacoli attivi e
passivi non trasportabili dalle unità del genio con i mezzi in dotazione; specie in
caso di decentramento delle unità del genio ai complessi minori;
mantenimento, recuperi e sgomberi. Nella difesa areale, gli assetti di supporto
logistico di aderenza riducono sia l’impatto sulla manovra sia la possibilità che
mezzi e materiali possano cadere in mano nemica. Qualora gli assetti delle unità
dipendenti non abbiano le capacità sufficienti può essere richiesto il supporto
degli organi logistici superiori;
sicurezza. Le strutture per il sostegno logistico, al fine di garantire gli adeguati
flussi logistici in supporto alla manovra, sono posizionate in aree sicure per
minimizzare la possibilità di coinvolgimento nelle operazioni e per avere una
maggiore protezione;
OPSEC. I movimenti del sostegno logistico non devono compromettere la
sicurezza delle operazioni e devono essere inclusi nei piani di inganno.
7.5.6.2 Posizionamento
Le strutture di sostegno logistico sono, di norma, posizionate nella parte avanzata
della zona delle retrovie, in un’area generalmente più sicura di quella che occupano
nelle attività offensive. Sarà comunque necessario ricercare un giusto compromesso
tra l’esigenza di aderenza alle truppe amiche – schieramento più avanzato – e di
sicurezza delle unità logistiche – schieramento più arretrato. Tale schema, valido per
AOO lineari, risulta più complesso in quelle non-lineari, in cui per garantire la
sicurezza delle retrovie è necessaria una valutazione della minaccia a 360°.
La dislocazione degli assetti logistici, ed in particolare di quelli sanitari, dovrà tener
conto delle tempistiche connesse al loro rischieramento e/o impiego.
Nella condotta di attività tattiche difensive, gli equipaggiamenti, le scorte e i
rifornimenti potrebbero cadere in mano nemica. Pertanto, non è da escludere
l’ipotesi di spostare i materiali o, come soluzione estrema, di prevederne la loro
distruzione, in linea con le direttive emanate.
7.5.6.3 Sostegno Sanitario
La dislocazione delle risorse sanitarie è posta ad una distanza tale da assicurare il
trattamento rapido dei feriti e lo sgombero delle perdite. L’evacuazione sanitaria, nel
caso di forze d’attacco impegnate in una difesa mobile, può presentare delle
problematiche, in quanto occorre valutare ove probabilmente si possono verificare
perdite e, di conseguenza, dislocare il sostegno sanitario.
Le attività sanitarie in ambiente CBRN necessitano di idonee installazioni per la
decontaminazione dei pazienti ed incidono sulla movimentazione delle perdite e sui
tempi di risposta dell’unità. Pertanto, saranno, necessari dei Centri di
128 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Decontaminazione Feriti per mantenere l’integrità e la capacità operativa delle
squadre cliniche ed impedire il diffondersi del contagio.
7.5.6.4 Polizia Militare (P.M.)
Nelle operazioni difensive, il supporto della P.M. è concentrato su:
mantenimento del flusso del traffico sulla MSR incluso quello dei dispersi e dei
rifugiati;
protezione di personale ad alto rischio;
consulenza sul trattamento dei Prigionieri di Guerra (Prisoners Of War - POW);
mantenimento della legge e dell’ordine.
7.5.6.5 Supporto al Personale
In un’operazione difensiva (particolarmente in caso di lunga durata), è necessario
considerare l’aspetto del morale. Tale aspetto include attenzione nei seguenti settori:
razioni supplementari (cibo fresco) e consegna della posta personale;
salute (bagno campale e lavanderia);
aree arretrate per riposo e recupero.
7.6 CONDOTTA
La chiave del successo delle attività tattiche difensive è l’integrazione e la
sincronizzazione di tutti gli assetti disponibili, al fine di ottimizzare la potenza di
combattimento della G.U. Il Comandante, per raggiungere questa sincronizzazione,
stabilisce lo sforzo principale e, successivamente, valuta come integrare meglio le
forze destinate al combattimento, al supporto ed al sostegno logistico. La difesa di
posizioni si articola in quattro fasi distinte, ma strettamente correlate e con la
possibilità di sviluppare attacchi di disturbo:
shaping e preparazione della battaglia;
approccio;
blocco;
contrattacco.
7.6.1 1^ fase: Shaping e preparazione della battaglia
Il Comandante, durante questa fase, inizia il processo di condizionamento
dell’attaccante che, frattanto, si sta preparando per l’azione. La pianificazione delle
attività tattiche difensive è continua; in particolare in questa fase l’attività di
adattamento del piano, si svolge parallelamente alle attività preparatorie condotte
dalle unità sul terreno. La G.U. non è ancora a contatto con il grosso delle forze
nemiche, pertanto il Comandante e lo staff effettuano una pianificazione continua
dell’operazione, mentre le unità sul terreno plasmano l’ambiente, ritardano il nemico
e approntano le posizioni difensive. La plasmatura (shaping) dell’ambiente include
anche l’azione di influenza sui gruppi e individui chiave locali, che possono essere di
vitale importanza per il rispetto e la garanzia della popolazione locale. La
129 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
preparazione della difesa comprende una serie di attività, da condurre possibilmente
in maniera simultanea a tutti i livelli, ed include:
la ricognizione e contro-ricognizione all’interno dell’AOO della G.U.;
la modifica dell’ambiente utilizzando il terreno e gli ostacoli artificiali;
il collegamento con le formazioni laterali e subordinate;
l’adeguamento del piano difensivo attraverso il wargaming;
esecuzione di prove parziali, qualora il tempo a disposizione lo consenta.
7.6.1.1 Contro-ricognizione
Un’azione difensiva di successo richiede la distruzione o la neutralizzazione delle
capacità ISR avversarie (es.: l’uso della difesa aerea ravvicinata contro gli
Unmanned Aerial Systems - UAS), l’inganno e/o il ricorso alla guerra elettronica. I
piani difensivi dovrebbero prevedere la distruzione preventiva delle capacità ISR
nemiche su tutto lo spazio della battaglia, evitando nel contempo l’esposizione
prematura degli elementi chiave delle proprie posizioni difensive. Il successo contro
l’ISR avversario contribuisce a garantire la sicurezza del dispositivo, assicurare la
sorpresa ai contrattacchi e proteggere le strutture di C2 e logistiche. Le misure di
protezione per contrastare l’ISR avversario comprendono:
l’impiego di unità di copertura per distruggere, neutralizzare o disarticolare gli
assetti ISR nemici;
l’utilizzo di un mascheramento e un piano di inganno (falsi fronti e posizioni
fittizie), per impedire agli assetti ISR avversari penetrati in profondità, di
individuare la dislocazione del dispositivo;
un pattugliamento aggressivo per individuare, identificare e distruggere le unità
di ricognizione nemiche penetrate all’interno del dispositivo;
un’azione offensiva contro unità EW/SIGINT avversarie;
un’efficace difesa aerea per distruggere gli assetti ISR aerei avversari.
7.6.1.2 Attività tattiche in profondità
I Comandanti impediscono al nemico di disporre di un adeguato Combat Power lungo
la FEBA attraverso l’attacco sistematico sul secondo scaglione nemico e su quelli
seguenti. L’azione contro le forze nemiche in profondità è complementare alle azioni
delle forze di copertura e allo sviluppo della battaglia nella MDA. L’integrazione degli
assetti di supporto al combattimento, disponibili per condurre tale interdizione,
richiede la coordinazione tra forze aree e terrestri.
7.6.1.3 Dislocazione
La scelta delle posizioni difensive è fortemente influenzata dagli aspetti connessi alla
morfologia del terreno. Le strutture difensive devono essere allocate su posizioni
orografiche intrinsecamente favorevoli. Tali posizioni possono essere utilizzate quali
perni di manovra per unità mobili operanti negli intervalli.
130 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Nella difesa di posizioni il Comandante della G.U. articola il dispositivo sino a due
livelli inferiori (ad esempio fino a livello complesso minore per quanto riguarda la
Brigata). La struttura difensiva per eccellenza è costituita dal caposaldo, ossia una
posizione difensiva fortificata, posto a protezione di zone critiche, che comprende
una concentrazione di Combat Power tale da consentire una difesa a tempo
indeterminato, al fine di logorare l’avversario e annullarne gli sforzi. Deve essere
caratterizzato dal dominio tattico delle vie di facilitazione da sbarrare e dalla
completa autonomia tattico-logistica.
7.6.1.4 Ostacoli
L’uso di ostacoli, esistenti e realizzati, aumenta le possibilità di successo della difesa.
Gli ostacoli consentono di incanalare il nemico e di privarlo della libertà di manovra
indispensabili per ottenere e mantenere l’iniziativa. I principi chiave dello
schieramento degli ostacoli sono:
pianificazione accentrata ed esecuzione decentrata;
integrazione con la manovra delle unità amiche;
copertura dall'osservazione e dal fuoco avversario.
7.6.2 2^ fase: Approccio
La fase di approccio (Figura 37) consente di imbrigliare il nemico in una rete di
posizioni statiche in grado di supportarsi reciprocamente. La G.U. ingaggia il nemico,
per accecarlo, logorarlo e ritardarlo, il più lontano possibile dalle posizioni difensive
principali, utilizzando le unità di copertura. In questa fase bisogna tendere ad
infliggere al nemico il massimo grado di logoramento in modo che investa la MDA già
disarticolato. Le forze di copertura hanno, tra gli altri, il compito di mantenere la
Situational Awareness.
In questa fase la G.U. plasma il movimento del nemico per renderlo conforme al suo
piano difensivo. La condotta puntuale e tempestiva di contrattacchi, di attacchi di
disturbo (Spoiling Attack) e di azioni di fuoco sono essenziali per contrastare lo sforzo
offensivo del nemico. I compiti normalmente affidati ad una forza di copertura sono:
l’acquisizione di informazioni relative allo sforzo principale del nemico e
mantenimento dell’iniziativa nel settore Intelligence;
la sicurezza;
la disarticolazione (provocare il massimo danno alla coesione del nemico).
L’entità e la composizione delle forze di copertura dipendono dalla missione, dal
nemico, dal terreno e dalle forze disponibili. Nelle attività tattiche divisionali è
probabile che la forza di copertura sia a livello Brigata. Una forza di copertura di
minore entità può essere impiegata per garantire sicurezza e ritardare il movimento
del nemico, ma successivamente non può essere impiegata per contrastare lo sforzo
principale. Tale soluzione può essere necessaria qualora la difesa è condotta su
un’estesa profondità o quando il settore è eccezionalmente ristretto.
131 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
7.6.3 3^ fase: Blocco
Lo scopo del blocco (Figura 38) è quello di annullare lo sforzo offensivo del nemico,
mediante una combinazione di posizioni difensive, ostacoli e riserve mobili. Il
successo della fase di blocco è fondamentale per l'azione difensiva e per la
riconquista dell'iniziativa. L’unità di copertura terminata la propria azione, avrà la
necessità ripiegare attraverso la posizione difensiva principale. La G.U. agevola il
passaggio di responsabilità nella condotta della battaglia (Battle Handover) tra le
unità di copertura, che si sganciano, e le posizioni difensive principali che
subentrano. Dopo che l’unità di copertura ha ceduto la responsabilità, il Comandante
della G.U. considera il suo successivo impiego una volta che l’unità ha recuperato la
capacità operativa. In questa fase, a premessa del contrattacco, arresta le unità
avanzate nemiche e ritarda e logora quelle in afflusso. I Comandanti ai vari livelli,
continuano a condurre le proprie attività, in linea con l’intento del Comandante,
anche quando isolate.
Figura 37: Esempio di Approccio condotto da una Brigata
132 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
7.6.4 4^ fase: Contrattacco –
A seguito del successo dell’approccio o del blocco, riacquisita l’iniziativa la G.U. avvia
un’attività tattica offensiva quale il contrattacco (Figura 39), impiegando la riserva.
Tale decisione di comando rappresenta un aspetto vitale per le modalità d’impiego
delle riserve. I Comandanti a livello Brigata e superiore hanno bisogno, anche se è
possibile designare riserve ad ogni livello per fronteggiare situazioni impreviste, di
disporre di riserve mobili per soli compiti offensivi. Il Comandante del livello
immediatamente superiore, qualora la coesione della difesa non possa essere
mantenuta, può assegnare forze supplementari (sottraendole dalle proprie risorse) in
rinforzo alle unità incaricate dell’arresto o del contrattacco. Non appena è stata
impegnata la riserva designata, un’altra dovrà essere costituita. Il movimento delle
riserve è un obiettivo prioritario per il nemico e, pertanto, la loro protezione è vitale
per il raggiungimento del successo. Il contrattacco si sviluppa secondo le modalità
dell’attacco, osservando tuttavia i seguenti aspetti:
il piano deve essere semplice e veloce da eseguire. Le forze per questo compito
possono essere mantenute in profondità o possono essere tratte, rapidamente,
da altri settori meno coinvolti nella difesa;
le riserve sono impiegate in modo da evitare che il nemico le individui prima del
contrattacco;
il contrattacco può essere sostenuto dal Joint Fires indirizzato contro elementi
chiave del nemico, sia a contatto sia in profondità. L’intento è quello di isolare e
sconfiggere gli elementi più avanzati del nemico;
il supporto logistico deve essere in grado di transitare rapidamente da un
atteggiamento difensivo ad uno offensivo e di sostenere il contrattacco, in
Figura 38: Esempio di Blocco condotto da una Brigata
133 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
particolare in termini di munizioni e carburante. La capacità di sfruttare il
successo di un contrattacco, per tradurre la difesa in un'attività offensiva dipende
in buona parte dall’abilità di adattamento logistico e dalla sua capacità di
supportare e mantenere una rapida transizione;
fattori determinanti per il successo del contrattacco sono la tempestività e la
determinazione, per compensare una situazione incerta e un’intellligence carente.
Tenuto conto delle complesse dinamiche del combattimento, la G.U. deve essere
in grado di generare riserve supplementari e lanciare una potente azione di
contrattacco in ogni momento e circostanza;
il successo del contrattacco può essere sfruttato per distruggere il nemico e
recuperare il terreno perso.
7.6.5 Attacchi di disturbo (Spoling Attack)
Alla riserva può essere assegnato, come orientamento di impiego, un attacco di
disturbo per prevenire o ritardare l’azione offensiva nemica. Questa tipologia di
attacco è normalmente lanciata contro forze nemiche che si stanno organizzando o
preparando per un attacco. Gli attacchi di disturbo hanno, di norma, il compito di
colpire unità e strutture nemiche piuttosto che garantire il possesso del terreno e non
devono compromettere la possibilità di un contrattacco risolutivo. La mobilità
Figura 39: Esempio di un contrattacco condotta da una Divisione
134 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
dell’unità che conduce l'attacco di disturbo dovrebbe essere uguale o superiore a
quella della forza nemica.
7.7 FRENAGGIO
Il frenaggio è normalmente condotto a premessa di altre attività tattiche difensive
e/o offensive, anche attraverso una preordinata cessione di spazio, allo scopo di:
rallentare e logorare le unità nemiche, controllarne la progressione ed acquisire
dati informativi circa la DENAM e gli assi di penetrazione dell’avversario;
guadagnare il tempo necessario alla preparazione delle successive posizioni
difensive;
incanalare il nemico, in condizioni di spazio e tempo sufficienti, in un’area che
consente di predisporre le condizioni per un contrattacco.
Le Divisioni e le Brigate sono le unità che possono essere incaricate di condurre
un’attività di frenaggio nell’ambito del piano del livello ordinativo superiore,
trovandosi in una delle seguenti circostanze:
forza di copertura per difendere o far retrocedere le unità principali;
forza di copertura o di sicurezza avanzata in prossimità di forze superiori;
forza di fissaggio per contenere un attacco nemico a cavallo di una via tattica
meno critica;
in una manovra in preparazione di un contrattacco (incluso l’inganno);
forza di fissaggio nell’ambito di una difesa mobile.
Il frenaggio può essere condotto secondo due modalità: da posizioni alternate o da
posizioni successive. La scelta della modalità dipende dalle forze a disposizione, dalle
caratteristiche dell’ambiente naturale e dalla situazione. Alcune valutazioni di
opportunità al ricorso alle tecniche menzionate sono messe a confronto nella tabella
comparativa sotto riportata (Tabella 3).
135 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Tabella 3: Schema Comparativo
7.7.1 Frenaggio da posizioni alternate
In tale modalità, l’unità incaricata di condurre il frenaggio si articola in due aliquote
che, scavalcandosi, assumono alternativamente la responsabilità dell’azione (Figura
40). In pratica, la prima aliquota conduce il frenaggio dalla linea di contatto iniziale
fino ad una linea di avvicendamento arretrata dove, mediante l’attività tattica
abilitante di ripiegamento attraverso posizioni presidiate, cede la responsabilità
dell’azione alla seconda aliquota, per rischierarsi su un’altra linea più arretrata.
La seconda aliquota conduce il frenaggio fino alla successiva linea di
avvicendamento, dove cede nuovamente la responsabilità del frenaggio alla prima
aliquota. Il procedimento si ripete ciclicamente e l’attività termina quando o viene
raggiunta la FEBA (difesa areale) o le forze nemiche vengono fissate nell’area
predisposta per la distruzione a premessa del contrattacco risolutivo (difesa mobile).
Questa modalità risulta preferibile quando le forze a disposizione sono sufficienti per
costituire le due aliquote e l’area delle operazioni ha una fronte ristretta.
Il frenaggio da posizioni alternate offre maggiore flessibilità in quanto consente di
schierare le forze in profondità e concede più tempo per il ricondizionamento sulle
posizioni arretrate.
136 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Di contro, richiede un maggiore coordinamento per l’avvicendamento delle aliquote e
consente una minore concentrazione di fuoco.
7.7.2 Frenaggio da posizioni successive
In tale modalità, l’unità incaricata di condurre il frenaggio si articola, nel senso della
fronte, in più complessi tattici che, alternando nel proprio settore azioni dinamiche e
difese di posizioni, occupano posizioni arretrate successive (Figura 41).
Questa modalità risulta preferibile quando l’area delle operazioni ha una fronte ampia
e le forze disponibili non sono sufficienti per costituire le due aliquote.
Il frenaggio da posizioni successive consente di utilizzare tutta la potenza di
combattimento in ogni singolo ingaggio e facilita il Mission Command.
Di contro, il minor tempo a disposizione per organizzare le posizioni successive e il
maggior rischio di penetrazioni avversarie, riduce la flessibilità.
Figura 40: Esempio di Frenaggio da posizioni alternate
137 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
7.8 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE DEL FRENAGGIO
7.8.1 Comando
Il frenaggio è un attività complessa condotta in condizioni non favorevoli e con
l’iniziativa in mano al nemico. Esso richiede piani di rapida esecuzione con una
manovra agile e flessibile. Il passaggio di responsabilità tra gli elementi che
conducono il frenaggio comporta l’adozione di misure di coordinamento dettagliate,
ma di facile comprensione.
La difficoltà principale per la condotta del frenaggio è data dai frequenti e veloci
movimenti delle unità in un’AOO caratterizzata dalla prevalente iniziativa del nemico,
sostenuta, eventualmente, da un considerevole fuoco aereo. In virtù di quanto detto,
la pianificazione e la condotta di un frenaggio deve tenere in debito conto le seguenti
considerazioni:
Unicità di Comando. Particolarmente importante in queste attività, in quanto il
Comandante gestisce le sue forze in maniera tale da preservarne coerenza
d’impiego e coesione. Il controllo sull’esecuzione va decentrato, sebbene sia
importantissima una pianificazione centralizzata e coordinata.
Azioni indipendenti. L’unità di frenaggio è mobile, bilanciata e capace di condurre
azioni indipendenti. Deve essere in grado di scoprire (find), frenare il nemico,
ripiegare sulla posizione successiva e costituire in proprio la riserva.
Profondità. Una forza di frenaggio deve ricercare profondità nell’area per
Figura 41: Esempio di Frenaggio da posizioni successive
138 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
attaccare il nemico alle massime distanze. Qualora si presenti l’opportunità,
dovrebbero essere collocate unità in posizioni idonee per attaccare il nemico sui
fianchi o sul tergo lungo le probabili direttrici d’avvicinamento.
Comprensione. In un ambiente rapidamente mutevole, si potrebbe non disporre
di un preciso DENAM del nemico. Pertanto, gli assetti da ricognizione dovranno
fornire il massimo livello di dettaglio possibile, attraverso un continuo flusso
informativo. Tale contesto di indeterminatezza rende necessario disporre di una
riserva con elevata mobilità e potenza di fuoco.
Libertà d’azione. L’unità che conduce il frenaggio cerca di:
mantenere la propria libertà d’azione per tutta la durata dell’attività;
manovrare per colpire il nemico realizzando l’effetto shock e sorpresa;
mirare a disarticolare/neutralizzare il dispositivo nemico al fine di
frammentarne lo sforzo.
Punti di decisione. Per il pieno conseguimento del successo l’unità di frenaggio
non deve essere agganciata in maniera permanente dal nemico, né ripiegare
prematuramente. Pertanto, risulta determinante come “punto decisionale”101 il
momento in cui la forza di frenaggio si sgancia e ripiega sulla posizione
successiva.
7.8.1.1 Misure di Coordinamento e Controllo
Battlespace Management. È un aspetto critico per il successo di un’attività di
frenaggio, soprattutto perché il movimento di truppe attraverso posizioni amiche,
in condizioni sfavorevoli, è potenzialmente soggetto a situazioni caotiche e
possibili perdite dovute al fuoco amico. I Comandanti devono quindi disporre di
un solido piano di Battlespace Management, stilato sulla base delle stesse
considerazioni fatte per la difesa di posizione, per consentire una manovra sicura
e coordinata finalizzata ad evitare tale rischio.
Linea di passaggio di responsabilità (Hand Over Line). Rappresenta il momento di
maggiore criticità, in quanto consente alle forze di copertura di rompere il
contatto e cedere la responsabilità per la condotta dei combattimenti alla forza
principale di difesa. Uno stretto coordinamento tra le due componenti è vitale
affinché il passaggio di responsabilità abbia luogo con successo, non interrompa
le azioni condotte contro il nemico e non gli offra alcuna possibilità di sfruttare il
momento. Tale linea deve avere le seguenti caratteristiche:
essere ad una distanza, dalla posizione difensiva successiva, tale da non
consentire al nemico di batterla con fuoco indiretto;
garantire un trafilamento protetto all’unità in ripiegamento;
essere facilmente difendibile;
101 “Punto spazio-temporale, individuato durante il processo di pianificazione, in cui è previsto che il comandante debba prendere una decisione relativa ad una modalità di azione specifica.” – SMD-G-024 “Glossario dei termini e delle definizioni” - ed. 2007 (aggiornata nel 2009).
139 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
disporre di itinerari di trafilamento e entry points alternativi;
essere facilmente identificabile sul terreno;
consentire l’erogazione del massimo volume di fuoco – diretto e indiretto – sia
da parte dell’unità in posizione sia da parte dell’unità in ripiegamento, nel
momento in cui ha luogo il passaggio di responsabilità. In tal modo si
eviteranno pause operative e si garantirà maggiore protezione all’unità di
frenaggio.
7.8.1.2 Morale
Il frenaggio rappresenta un’attività tattica impegnativa e dinamica condotta
verosimilmente in condizioni di inferiorità aerea, terrestre e informativa. La coesione
e la determinazione dell’unità di frenaggio rappresentano elementi fondamentali per
il successo dell’azione. Pertanto è essenziale preservare un elevato livello del morale
nelle truppe amiche.
Di seguito alcuni accorgimenti che possono contribuire al morale delle unità:
adottare un atteggiamento reattivo per sfruttare ogni possibile opportunità che si
presenti;
adottare un comunicazione interna attiva ed efficace per evitare la diffusione di
voci incontrollate che possano incidere negativamente sul morale delle truppe;
mantenere un sistema logistico e un supporto sanitario efficiente ed aderente.
7.8.2 Intelligence
Un flusso continuo di informazioni è vitale per il successo di un’attività tattica di
frenaggio. Una Grande Unità è in grado di monitorare costantemente il nemico,
determinarne le aree di concentrazione, gli assi di movimento e le vie tattiche,
preservando la mobilità delle proprie unità sul terreno in una situazione di fluidità
della manovra. Di particolare importanza, è la conoscenza di:
ritmo di progressione della manovra offensiva del nemico;
direttrice o direttrici d’attacco;
prevedibili intendimenti del Comandante nemico.
Le Esigenze Informative Critiche del Comandante (CCIR) necessitano normalmente di
coprire un’ampia area e di avere un grado di flessibilità tale per cui sia possibile
focalizzare la ricerca nei luoghi più diversi e, a seconda dell’evolversi dell’operazione,
anche con limitato preavviso. Se la formazione incaricata di condurre il frenaggio
viene sottoposta a particolare pressione, è necessario mantenere un giusto equilibrio
tra il preservare gli assetti specialistici con il loro potenziale di ricerca attraverso un
loro impiego in altri ruoli come, ad esempio, la sicurezza, la protezione dei fianchi e
degli spazi vuoti tra gli elementi principali della forza, e la necessità di assicurare
un’adeguata capacità di ricognizione avanzata. In tali circostanze può essere più
appropriato l’impiego di quegli assetti operativi e strategici e di quelle unità
140 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
addestrate ad operare a largo spettro e che si muovono in estrema riservatezza,
come gli assetti HUMINT.
7.8.3 Manovra
7.8.3.1 Mobilità e contro mobilità
Il frenaggio avviene, di norma, in un terreno conosciuto. Tuttavia le possibilità della
manovra possono essere migliorate da attività nel campo della mobilità e contro
mobilità. In particolare:
Mobilità.
ricognizione di itinerari e delle posizioni dei Posti Comando;
miglioramento degli itinerari esistenti e controllo del flusso del traffico;
utilizzo degli assetti di supporto alla mobilità per mantenere in ordine e
migliorare le condizioni delle strade;
utilizzo di SOP e procedimenti tecnico-tattici ben compresi e provati;
posizionamento di sistemi di difesa aerea e di forze di sicurezza in prossimità
di punti di passaggio obbligato;
evacuazione dei civili prima del combattimento o obbligo del loro movimento
su strade non utilizzate dalla forza di frenaggio;
rapida evacuazione dei feriti e delle scorte in eccesso.
Contromobilità.
occupazione e controllo del terreno o di punti di passaggio obbligato che
dominano le probabili vie tattiche di avvicinamento del nemico;
integrazione e miglioramento degli ostacoli esistenti e realizzati;
impiego del Joint Fires per distruggere manufatti, impedire l’utilizzo di vie di
facilitazione e canalizzare le forze nemiche.
7.8.3.2 Impiego delle Forze
Come per la difesa, anche per il frenaggio la tipologia delle forze disponibili ha un
ruolo determinante nello schema della manovra così come la capacità del nemico, il
terreno e le condizioni meteorologiche. Il tempo permane una risorsa decisiva
specialmente per la scelta del momento del ripiegamento. Di seguito un esempio
d’impiego delle diverse tipologie di forze:
Ricognizione. Le forze da ricognizione non sono in grado di imporre un ritardo, se
non opportunamente rinforzate da altre forze, o in risposta ad un evento
estremamente critico. Se impiegate in compiti di vigilanza, esse possono imporre
indirettamente ritardo al nemico, colpendone le forze da ricognizione. Va sempre
tenuta in considerazione la necessità di preservare il livello di capacità per future
azioni. Altri compiti per le forze da ricognizione in un frenaggio possono
includere:
sorveglianza di spazi vuoti;
141 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
protezione dei fianchi;
contribuzione al piano d’inganno;
protezione dell’Area delle Retrovie e dei punti critici necessari per il movimento
su terreno defilato e sui ponti.
Pesanti e Medie. Le forze pesanti e medie sono costituite da carri armati,
elementi corazzati di fanteria e da ricognizione e sono particolarmente indicate
per la condotta di un frenaggio nella maggior parte dei tipi di terreno. La
protezione e la potenza di fuoco dei carri può permettere a questa tipologia di
unità di ingaggiare il nemico con efficacia a lunga distanza e la loro mobilità gli
permette di muoversi velocemente tra posizioni successive o lungo un fianco del
dispositivo. Allo stesso tempo l’elevata mobilità che le caratterizza, unitamente
alla potenza di fuoco ed alla superiorità nel Comando e Controllo in azione,
conferisce loro la capacità di lanciare contrattacchi quando si manifesta
l’opportunità.
Leggere. Le forze leggere hanno una limitata capacità di condurre un frenaggio,
salvo che in terreni compartimentati, chiusi o edificati, in cui sia frequente la
presenza di interruzioni che costituiscono ostacolo al movimento. Tali forze
conducono il combattimento da posizioni successive organizzate per la difesa e,
in ogni caso, forzando il nemico a schierarsi per poterlo attaccare prima di
sganciarsi, per ripiegare sulla posizione successiva. La loro limitata protezione
richiede maggiore attenzione nello sganciamento e nel movimento retrogrado tra
le posizioni, che va condotto sotto protezione del supporto di fuoco ed utilizzando
itinerari per quanto possibile protetti.
Aeree. Il fuoco aereo nel frenaggio ha caratteristiche simili a quello delle
operazioni difensive. Esso ha un ruolo determinante nell’interrompere l’avanzata
del nemico, mediante la realizzazione di sortite successive. Ciò consente di
realizzare un sistema difensivo dinamico in grado di ritardare e ridimensionare le
forze nemiche, prima della battaglia difensiva. L’impiego delle forze aeree risulta
particolarmente efficace dove il Comandante non desidera impiegare altre forze
terrestri, come ad esempio al di là di un ostacolo o di una demolizione.
Riserva. Le forze in riserva sono importanti per mantenere la coesione e la
continuità del frenaggio, in particolare quando il nemico è riuscito a penetrare
sfruttando spazi vuoti tra gli elementi della forza. La riserva, di solito, è
relativamente piccola ed il più mobile possibile. I suoi compiti possono includere:
contenimento delle forze nemiche in un’area dove le forze impiegate risultano
essere insufficienti;
contrattacchi locali in corrispondenza di spazi vuoti, oppure allo scopo di far
sganciare forze che sono state impegnate duramente dal nemico;
occupazione di posizioni predeterminate a copertura di forze che
indietreggiano allo scopo di permettergli di continuare il combattimento in un
142 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
terreno più favorevole.
In considerazione della potenziale ampiezza del settore di combattimento, è
spesso necessario costituire delle forze di riserva locali, piuttosto che concentrare
le forze su un’unica unità di riserva. Ai più bassi livelli, la forza di riserva è
minima, possibilmente costituita solo da un elemento dell’unità che non è
attivamente impegnato; a livello di G.U., le forze di riserva sono specificatamente
designate come tali.
7.8.4 Fuoco
7.8.4.1 Generalità
Le esigenze di supporto di fuoco nel frenaggio sono simili a quelle della difesa. Il
movimento, in combinazione col fuoco diretto, indiretto e joint, assicura che il nemico
venga disturbato/logorato senza che le unità amiche vengano agganciate.
L’unità di frenaggio utilizza la manovra per sganciarsi e muovere sulla posizione
successiva prima che il nemico concentri sufficiente combat power per sopraffarla.
Le linee di coordinamento consentono di coordinare il movimento delle unità e del
fuoco di supporto. Ordini emanati in forma speditiva consentono di adattare le linee
di coordinamento e controllo quando vi sia il pericolo di una penetrazione nemica.
L’azione di fuoco deve essere diretta prioritariamente contro elementi della
ricognizione nemica, sulle strutture di C2 e sui sistemi di difesa aerea.
7.8.4.2 Componenti del fuoco
Artiglieria. L’artiglieria può fornire un sostanziale contributo durante tutte le fasi
del frenaggio, colpendo il nemico mediante la concentrazione di fuoco alle
massime distanze. In virtù della sua capacità di battere un’ampia gamma di
obiettivi in tempi contenuti, l’artiglieria può essere impiegata non solo per
infliggere perdite ed indebolire la capacità offensiva del nemico, ma anche per
creare le condizioni per una manovra più aggressiva. Il fuoco di interdizione può
limitare la manovra delle forze nemiche impegnate nel combattimento, fornendo
un pronto ed accurato supporto contro le forze del secondo scaglione.
L’artiglieria può infliggere battute d’arresto alle unità nemiche in primo scaglione,
effettuando fuoco di sbarramento durante il disimpegno delle forze amiche;
inoltre può prevenire che il nemico chiuda la forza impegnata nel frenaggio.
Ciascun elemento della forza impegnata nel frenaggio richiede il supporto
dell’artiglieria, al fine di portare a termine i propri compiti, per cui è necessario
prevedere schieramenti di armamenti, lanciatori e munizioni sufficientemente
lontani. In alcuni casi questo significa lo schieramento all’interno dell’area della
forza stessa, cioè oltre la - MDA) con i rischi che ciò comporta. La decisione di
pianificare l’impiego dell’artiglieria così lontano significa anche anticiparne
l’utilizzo, rispetto alle successive fasi della battaglia, con la possibilità che sia armi
che munizioni possano essere persi nel corso dell’attività.
143 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Aerei. Le operazioni aeree contribuiscono in diversi modi ad eliminare l’iniziale
vantaggio nemico relativo alla libertà di azione. Facendo ricorso a missioni di
interdizione aerea (Air Interdiction - AI), soprattutto durante il defilamento e
l’attraversamento, la forza aerea può ritardare, distruggere o neutralizzare le
forze di secondo scaglione nemico a cavaliere delle vie tattiche; in tal modo
contribuisce a guadagnare il tempo necessario ad eliminare gli elementi chiave
del nemico. Spesso è solo grazie all’impiego degli aerei che può essere ritardata
la penetrazione di forze in un’AOO o in spazi vuoti, fin quando le forze terrestri
siano nelle condizioni di ingaggiarle in combattimento. Le CAS possono essere
usate per creare un ulteriore concentrazione di fuoco.
Elicotteri. Valgono le stesse considerazioni fatte per la difesa di posizione.
Guerra Elettronica. L’unità di frenaggio può ricevere in concorso dal livello
superiore assetti di EW. Tali assetti consentono di disarticolare o confondere
l’avanzata nemica, ricorrendo al jamming e all’inganno; essi agiscono contro
elementi della ricognizione e le reti di Comando e Controllo del fuoco nemiche.
Queste azioni saranno particolarmente utili nella fase di sganciamento, nei
contrattacchi e nella sostituzione di unità a contatto.
7.8.5 Protezione
Sicurezza e protezione sono essenziali alla forza impegnata nel frenaggio per evitare
che la sorpresa nemica dia luogo ad un combattimento sfavorevole. Ciò comprende il
massimo ricorso all’occultamento e al mascheramento, all’attuazione di piani
d’inganno, all’adozione di misure per la sicurezza delle comunicazioni, alla guerra
elettronica, a misure di counter-intelligence ed anche alla protezione per il
movimento in punti critici, quali strettoie naturali e sui ponti. Il frenaggio comporta
anche l’accettazione di spazi vuoti non controllati ed il limitarsi a monitorare le aree
più ampie e meno minacciate, concentrando il grosso del loro combat power nelle
zone più sensibili. Le unità subordinate necessitano di provvedere in autonomo alla
sicurezza del proprio fianco.
7.8.5.1 Impiego del Genio
L’attività di frenaggio è condotta da forze che manovrano continuamente per
ingaggiare il nemico da posizioni precedentemente pianificate in profondità e che,
quindi, si muovono alla successiva posizione, prima che il nemico possa concentrare
sufficiente Combat Power per sopraffare o aggirare le stesse. Il mantenimento di un
ritmo molto elevato è un aspetto particolarmente significativo del frenaggio.
Le attività principali del genio, come per la difesa riguardano: contro-mobilità,
mobilità e sopravvivenza.
Contro-mobilità. La contro-mobilità può essere migliorata mediante:
occupazione e controllo del terreno, realizzando dei check point che
consentano di presidiare i probabili assi di movimento del nemico;
miglioramento degli ostacoli naturali, al fine di negare l’utilizzo degli itinerari;
144 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
preparazione di ostacoli, inclusi i campi minati anticarro, interruzioni stradali e
demolizioni, per ridurre la mobilità nemica e contribuire al ridimensionamento
del suo potenziale offensivo, in combinazione con le forze di manovra.
Tutte le unità della forza impegnata nel frenaggio vanno perfettamente informate
su quali varchi sono tenuti aperti per il loro attraversamento, e va chiaramente
designato il Comandante responsabile per la loro chiusura.
Mobilità. Più la forza è mobile in confronto al nemico, maggiore è la probabilità di
successo. Il Comandante, pertanto, cerca di aumentare la mobilità della forza a
disposizione e, nel contempo, di ridurre quella del nemico. Il genio assolve i
seguenti compiti per accrescere la mobilità:
ricognizione degli itinerari;
miglioramento degli itinerari esistenti, del flusso dei movimenti e
approntamento di punti per l’attraversamento di corsi d’acqua;
utilizzo di procedure ben sperimentate e conosciute (SOP).
Sopravvivenza. Nell’attività di frenaggio le forze si muovono continuamente,
pertanto, il genio ha poco tempo per preparare fortificazioni campali estese.
Quando è possibile va predisposto un certo numero di posizioni su linee
successive.
7.8.5.2 OPSEC
anche nel frenaggio L’OPSEC è gestito dal G3 operazioni, il quale determina gli
elementi essenziali di informazione che devono essere protetti dall’intelligence
nemica. In particolare, l’inganno va pianificato per generare sorpresa e causare
indecisione e ritardo nell’azione nemica.
La sicurezza è ottenuta mediante lo sfruttamento del vantaggio concesso dall’oscurità
e, in generale, dalle altre condizioni di scarsa visibilità, prendendo le opportune
misure per la copertura durante il rischieramento di truppe e materiali. La sicurezza è
migliorata anche con l’impiego di falsi campi minati e false postazioni, garantendo
efficienti comunicazioni radio e disponendo sempre del supporto di fuoco d’artiglieria.
Ulteriori misure includono:
imposizione del silenzio radio alle unità non ingaggiate;
uso di false azioni e attività dimostrative;
impiego di misure di EW e ricorso ad attività di PSYOPS.
7.8.5.3 Difesa CBRN
Valgono le stesse prescrizioni indicate per la difesa di posizioni.
7.8.5.4 Difesa Controaerei
Il frenaggio viene generalmente condotto in situazione di superiorità aerea nemica.
Verosimilmente non saranno disponibili sufficienti risorse di difesa c/a per poter
garantire un’adeguata copertura dell’area di svolgimento dell’attività tattica. Vanno
stabilite le priorità dei compiti da attribuire a queste ultime e va pianificata la
145 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
ridislocazione delle stesse per assicurare una difesa c/a efficace nel tempo e nello
spazio. Particolarmente delicato è il momento in cui la forza trafila attraverso il
dispositivo delle unità amiche schierate nell’area difensiva. La difesa c/a deve essere
coordinata continuamente con le operazioni aeree e dell’artiglieria per evitare il fuoco
fratricida. Inoltre, la corretta valutazione delle linee di volo e della tattica nemica è
essenziale per garantire protezione ed economia delle risorse.
7.8.6 Sostenibilità
Le considerazioni da fare per il sostegno dell’attività di frenaggio non sono molto
differenti da quelle fatte per la difesa mobile precedentemente descritta. I seguenti
punti devono comunque essere sottolineati:
gli assetti logistici dotati di sufficiente mobilità e protezione devono essere
dislocati nell’area del frenaggio; altri elementi di sostegno, o depositi, devono
essere dislocati preventivamente in posizione arretrata;
il movimento retrogrado degli assetti logistici deve essere integrato nel piano
generale del frenaggio per assicurare la continuità del sostegno logistico, la
sopravvivenza degli assetti logistici e la loro aderenza;
i rifornimenti devono comunque essere assicurati alla forza di frenaggio dopo la
rottura del contatto, in un'area sicura dal fuoco e dall'osservazione diretta del
nemico, a premessa di un azione successiva;
la pianificazione per il sostegno dell’attività di frenaggio deve prevedere anche
quella per la successiva attività tattica: offensiva, difensiva, di stabilizzazione o
abilitante;
il piano per i recuperi è fondamentale per assicurare che i punti di passaggio
obbligati e gli itinerari di esfiltrazione vengano mantenuti sgomberi.
7.8.6.1 Sostegno Sanitario
Il sostegno sanitario provvede ad una rapida evacuazione dei feriti verso le strutture
sanitarie schierate nelle retrovie. Per ciò che riguarda i materiali ed equipaggiamenti
sanitari, qualora si verifichi la necessità di lasciarli sul posto, in accordo a quanto
previsto dalle Convenzioni di Ginevra, vanno ben contrassegnati. Allo stesso modo il
personale sanitario può essere lasciato sul davanti con i feriti e, quindi, rischiare di
essere catturato. Lo staff medico, in accordo con il G3, è responsabile di prendere le
decisioni più opportune.
7.8.6.2 Polizia Militare
La Polizia Militare sarà coinvolta primariamente nel controllo stradale per garantire la
mobilità tattico-logistica. Essa assicura anche il controllo dei movimenti di rifugiati e
profughi (Displaced Persons and Refugees - DPRE) e dei Prigionieri di Guerra. Questi
ultimi vanno scortati nelle retrovie più velocemente possibile per evitare che vengano
coinvolti nella manovra della forza impegnata nel frenaggio.
146 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
7.9 CONDOTTA
Il frenaggio può anche essere condotto da unità che operano in profondità nel
dispositivo nemico, con la missione di interdire un settore o una via tattica. Questo
tipo di operazione dipende dalla natura del terreno e dalla disponibilità del necessario
supporto di fuoco aereo, di elicotteri o di artiglieria/mortai per colpire in profondità. Il
frenaggio può essere condotto come un’attività indipendente o in combinazione con
altri tipi di attività. Tali attività, di solito, precedono un’attività difensiva come quella
di un’unità di copertura o di avanguardia. Una Brigata potrà essere chiamata a
condurre il frenaggio come parte di un dispositivo del livello superiore o in una delle
seguenti circostanze:
come unità di copertura per agevolare “l’assunzione del dispositivo difensivo” o il
ripiegamento del grosso;
come unità di copertura o avanguardia in contrasto a formazioni nemiche più
consistenti;
in un’operazione condotta per fissare o contenere un attacco nemico su di una
via tattica secondaria;
come unità di fissaggio in una difesa mobile.
Sebbene non sia possibile definire una rigida demarcazione, nella condotta del
frenaggio, si possono individuare tre fasi distinte ma collegate tra loro:
shaping e preparazione della battaglia;
azione di frenaggio;
rottura del contatto.
7.9.1 1^ fase: Shaping e preparazione della battaglia
Nel frenaggio l’organizzazione dell’AOO è simile a quella realizzata in difesa. Il
frenaggio comincia normalmente su di una linea di attestamento ricevuta nella
missione e si estende verso le linee arretrate dove la responsabilità di ingaggio del
nemico viene passata ad un’altra forza o in prossimità di una linea dove il tipo di
azione cambia (normalmente una linea di riferimento o una linea per l’hand over).
Alle unità del frenaggio verranno assegnati i limiti di settore; normalmente la fronte
occupata dalle Brigate e dai gruppi tattici sarà più ampia di quella adottata in difesa,
consentendo così maggiore libertà di manovra. Il Comandante dell’AOO deciderà i
settori dove condurre il frenaggio, le modalità di abbandono delle posizioni nonché il
monitoraggio dei settori non presidiati. In fase organizzativa occorrerà allocare
tempo sufficiente per:
definire la task organization;
condurre la ricognizione;
scegliere le posizioni;
scegliere e posizionare gli ostacoli realizzati;
condurre i movimenti preliminari;
147 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
coordinarsi con le unità contermini;
elaborare il piano logistico.
7.9.2 2^ fase: Azione di frenaggio
L’unità incaricata di condurre il frenaggio si articola, di norma, su tre aliquote:
Schermo. Lo schermo è costituito da unità di cavalleria integrate da assetti
specialistici (ISR e Tiratori Scelti) e qualora disponibili da Joint Fires, elicotteri e
unità mortai. Il compito dell’unità di “schermo” è quello di ottenere il DENAM del
nemico il più rapidamente possibile. L’unità di schermo evita di farsi ingaggiare,
ma è pronta a cogliere le occasioni favorevoli per arrestare e logorare il nemico.
Unità di frenaggio. L’unità per il frenaggio sarà normalmente costituita da unità
carri, unità blindate e di fanteria integrate da elementi di supporto alla manovra,
Joint Fires, e elicotteri. Essa sfrutterà il fuoco alle massime distanze, la difesa di
posizioni, l’utilizzo di ostacoli, la condotta di contrattacchi, l’inganno per
disarticolare il dispositivo nemico, rallentarlo e logorarlo.
Riserve. Unità in riserva dovranno essere disponibili per:
sostenere l’azione delle posizioni avanzate;
agevolare l’estrazione dell’unità di frenaggio;
recidere eventuali penetrazioni.
Le migliori opportunità per le riserve si presentano quando il nemico ha appena
superato un ostacolo o sia temporaneamente separato dalle unità che seguono
(follow-on troops).
La natura dinamica dell’azione di frenaggio richiede un alto livello di Situational
Awareness e di coordinamento per garantire che:
l’unità di frenaggio non venga superata o isolata;
gli elementi che conducono il frenaggio provvedano al supporto reciproco;
le fasi del frenaggio inizino al momento pianificato o dettato dallo sviluppo della
manovra;
il passaggio di responsabilità tra l’unità di frenaggio e quella incaricata della
difesa avvenga senza eccessiva perdita di capacità operativa.
7.9.3 3^ fase: Rottura del contatto
Le forze in ripiegamento da una posizione difensiva rompono il contatto con il
nemico:
trafilando attraverso una posizione occupata da un’altra unità;
utilizzando il fuoco per neutralizzare il nemico;
effettuando contrattacchi;
rompendo improvvisamente il contatto, approfittando di un temporaneo
sbandamento del nemico e della sua incapacità di reazione.
La scelta corretta del momento per ripiegare da una posizione all’altra risulta cruciale
148 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
affinché l’azione di frenaggio consenta di guadagnare il tempo stabilito in fase di
pianificazione.
Il passaggio di responsabilità tra la forza di frenaggio e quella incaricata di condurre
un’altra attività avviene in corrispondenza di una linea di hand over – take over; tale
fase dovrà essere pianificata dettagliatamente e eseguita rapidamente. Nella
condotta di tale attività, elementi della forza che subentra dovranno essere proiettati
in avanti. Il supporto di fuoco indiretto sia dell’unità di frenaggio sia delle unità
subentranti dovranno poter integrare la loro azione.
149 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
8. LE ATTIVITÀ TATTICHE DI STABILIZZAZIONE
8.1 GENERALITÀ102
Per la forza militare, le attività di stabilizzazione non sono una novità: la storia, anche
quella più recente, rivela centinaia di operazioni focalizzate su questo tema. Esse
sono capaci di ridurre e gestire le tensioni che potrebbero portare o avere già portato
alla violenza e all’instabilità all’interno di uno Stato.
Le attività di stabilizzazione comprendono compiti e azioni intraprese dalla forza
militare, anche in coordinamento con le autorità locali, mandatarie o altre agenzie
civili per mantenere o creare un ambiente sicuro. Il coinvolgimento inter-agenzia
nella stabilizzazione è improbabile senza una sicurezza adeguata e un ambiente
permissivo. Il ruolo principale della forza militare è quello di sostenere le attività di
stabilizzazione e contribuire, insieme ad altri attori, alla sicurezza dell’area per
consentire gli sforzi non militari.
Le attività di stabilizzazione “militare” possono essere descritte come quelle attività
militari che cercano di stabilizzare la situazione creando le condizioni per la
ricostruzione e lo sviluppo di una determinata area geografica. Lo scopo è quello di
creare e supportare la sicurezza e il controllo, ripristinare i servizi (o sostenere le
agenzie civili nel farlo) e aiutare le agenzie civili a sviluppare le istituzioni locali
rendendole più responsabili ed efficaci.
Al fine di sviluppare queste attività, è necessario avere un budget finanziato, in
particolare per i progetti CIMIC. I fondi devono essere assegnati alla missione nella
fase di pianificazione, prima dell’esecuzione dell’operazione. Ciò è rilevante perché il
denaro immediatamente disponibile determinerà il numero e il livello di progetti che
possono essere completati. Questo aspetto sarà cruciale nell’esecuzione iniziale di
operazioni considerate ad alta minaccia perché nell’area saranno presenti poche
ONG/IO che, a causa dell’ambiente non permissivo, non saranno in grado di svolgere
i loro compiti. L’autorità finanziaria deve essere delegata al livello appropriato al fine
di utilizzare i fondi assegnati in modo tempestivo e, quindi, ottenere gli effetti
desiderati. Per esempio, a livello tattico, il finanziamento di piccoli progetti ad
impatto rapido sarà significativo per migliorare la credibilità della forza militare agli
occhi della popolazione.
8.2 FATTORI CHIAVE PER IL SUCCESSO
Nel pianificare e condurre le attività di stabilizzazione si dovrà tenere conto dei
seguenti principi:
Knowledge & Intelligence. Stabilire una base di conoscenza approfondita sulle
realtà politica, sociale, economica e culturale (anche religiosa se opportuno) è
fandamentale per comprendere i processi umani all’interno dell’AOR. In
102 Per approfondimenti NATO ATP-3.2.1.1 “Guidance for the conduct of Tactical Stability Activities and Tasks”- ed. 2010.
150 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
particolare è essenziale redigere schede informative relative ai personaggi di
interesse dell’AOR (High Value Individuals, HVIs) e uno schema dei loro rapporti
interpersonali; queste schede, a seconda della convenienza, dell’opportunità e
delle ROE attivate, potranno o meno tradursi in pacchetti bersaglio (Target
Folders) per la successiva eventuale “targettizzazione”, con effetto desiderato
generalmente non letale;
definizione degli obiettivi. I comandanti devono comprendere gli obiettivi dei
Comandanti superiori, i collegamenti con le loro attività e le relative missioni.
Ogni azione deve essere pianificata e condotta in armonia con l’intento e gli
obiettivi dei Comandi superiori;
unicità dello sforzo. Per raggiungere gli obiettivi deve esserci una chiara
unicità dello sforzo attraverso tutti i livelli di Comando. Idealmente, esso
dovrebbe essere anche condiviso con gli altri attori coinvolti nelle operazioni e
implementato anche ai livelli più bassi. Occorre che i Comandanti comprendano il
collegamenti tra gli effetti delle loro attività e gli obiettivi pianificati, nonché la
necessità di lavorare con le istituzioni locali e le agenzie civili;
economia delle forze. Le attività di stabilizzazione sono onerose in termini di
personale e tempo al fine di garantire un’adeguata cornice di sicurezza e difesa
delle aree vitali. Gli sforzi devono essere finalizzati a ridurre le attività e
consentire ad altre agenzie di assumerli quando possibile;
flessibilità. I Comandanti devono essere in grado di modificare i piani da
intraprendere per sfruttare le opportunità che si verificano nell’ambiente in cui
operano. La flessibilità richiede una visione dello spazio di battaglia comune a
tutti i Comandanti e una chiara comprensione dell’intento del Comandante
superiore. Essenziale è una raccolta e diffusione delle informazioni in modo da
avere un processo decisionale efficace e rapido ed una forza agile che può
modificare i propri compiti rapidamente. Lavorare con la popolazione civile e gli
altri attori sotto la minaccia dell’avversario non richiede solo forza mentale,
coraggio e resistenza ma anche una grande flessibilità;
iniziativa. La pianificazione e l’esecuzione delle attività e dei compiti di
stabilizzazione richiedono un’iniziativa costante. Le unità coinvolte avranno la
responsabilità operativa di una grande area e, in molti casi, lavoreranno in modo
indipendente. L’effettiva attuazione delle proprie missioni può essere raggiunta
solo attraverso una combinazione di iniziativa, flessibilità e comprensione della
situazione. L’iniziativa è necessaria al fine di migliorare le condizioni civili e
prevenire il deterioramento della situazione. I Comandanti dovrebbero
identificare gli obiettivi, anche non militari, fondamentali per raggiungere gli
effetti desiderati. Le attività di stabilizzazione non possono avere successo se
reagiscono solo alle iniziative nemiche;
mantenimento di un adeguato livello di attenzione. Soprattutto durante le
operazioni di stabilizzazione protratte nel tempo, c’è il rischio di cadere nella
151 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
routine. Tali tendenze devono essere costantemente contrastate. La vigilanza
non deve mai diminuire. Tutto il personale militare deve tenere presente che, in
qualsiasi momento e senza preavviso, si può sviluppare una situazione che
richiede loro di combattere;
sorpresa. Questo principio può essere molto importante quando si esegue
un’azione offensiva e difensiva, ma nelle attività di stabilizzazione è richiesto un
approccio chiaro e aperto verso la maggior parte degli attori coinvolti. La
sorpresa può limitare gli effetti delle attività svolte e può oscura l’intento di
proteggere l’area e sostenere la popolazione. L’elemento della sorpresa può
essere usato, ma richiede un’attenzione particolare;
sicurezza. La sicurezza protegge la coesione, impedisce la sorpresa e assicura la
libertà di azione. Deriva da misure prese da un Comandante per proteggere le
sue forze mentre si assumono i rischi necessari e calcolati per affrontare
l’avversario (compreso il supporto da parte della popolazione) e allo stesso
tempo per mantenere un collegamento con la popolazione, le organizzazioni
locali, le istituzioni governative e gli altri attori presenti. In tutti i casi i
Comandanti devono garantire sicurezza attiva attraverso ricognizioni, posti di
blocco e pattugliamento;
semplicità. La pianificazione e l’esecuzione delle attività di stabilizzazione
richiede particolare attenzione nel coordinamento e sincronizzazione con gli attori
presenti nell’Area delle Operazioni. Sebbene tutti gli attori possano avere lo
stesso end state da raggiungere, diversi possono essere gli approcci su come
raggiungere gli effetti desiderati. La complessità del processo di stabilizzazione
può essere limitata solo agendo nel modo più semplice possibile. Le unità
dovrebbero avere missioni precise e chiare;
multi-nazionalità. Le attività di stabilizzazione saranno eseguite non solo in
stretta collaborazione con forze della coalizione e la popolazione locale, ma anche
con molte IO e ONG. La multi-nazionalità si estende quindi al di là della
conoscenza della cultura locale e richiede cooperazione e comprensione del
comportamento sulla base del background dei rappresentanti di una vasta
gamma di culture;
legittimità. La legittimità ha una componente legale e sociale. Lo spiegamento
di soldati di un Paese, entro i confini nazionali o al di fuori di esso, deve sempre
essere basato su una base legale. Durante lo schieramento l’unità deve rispettare
le regole di diritto nazionale e internazionale. Nella maggior parte dei casi,
esistono ulteriori regole applicabili a qualsiasi operazione conosciute come le
regole di ingaggio (ROE). La legittimità legale non è negoziabile. All’inizio di
un’operazione contribuisce anche alla credibilità di un’unità. È anche molto
importante la legittimità su base sociale per il proseguimento e il completamento
del successo delle operazioni militari. Il risultato del modo di esecuzione scelto
dal Comandante può influenzare il livello di supporto tra la popolazione locale, la
152 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
popolazione nel Paese di origine e l’opinione pubblica. Quando si selezionano le
unità e i sistemi d’arma da schierare, il Comandante deve sforzarsi di prevenire
danni non necessari o collaterali.
8.3 TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ TATTICHE DI STABILIZZAZIONE
Le attività militari di stabilizzazione sono: “l’insieme unitario delle attività/compiti
condotti dalla componente militare nell’ambito di un più ampio intervento di
Stabilization & Reconstruction e/o gestione di una crisi internazionale”. In tale
contesto, l’obiettivo strategico-militare consiste nella transizione della sicurezza
ovvero il passaggio della responsabilità dell’ordine pubblico e sicurezza generale dalla
Forza d’Intervento alle Autorità locali. Le attività tattiche di stabilizzazione vengono
quindi condotte a tutti i livelli, in tutti gli ambienti e tipologia di campagna, e devono
essere pianificate a ciclo continuo e condotte contemporaneamente con attività
tattiche offensive e difensive. L’impatto stabilizzante o destabilizzante delle attività
tattiche deve essere attentamente valutato e ponderato in relazione all’ambiente
operativo di riferimento. Come in qualsiasi attività tattica militare, la chiave per
l’assolvimento del compito ricevuto risiede nell’applicazione del Maoeuvrist Approach.
In tale contesto, le attività tattiche di stabilizzazione contribuiscono alla gestione
della più complessa disciplina della stabilizzazione, principalmente gestita da
organizzazioni civili. Per spiegare meglio il concetto si possono sinteticamente
evidenziare i seguenti elementi relativi alle attività di stabilizzazione:
il progressivo passaggio della leadership da militare a civile in base alle condizioni
di sicurezza;
la coesistenza di attività militari e civili di diversa natura;
la possibile estensione delle attività militari all’intero spettro delle operazioni;
il ruolo primario delle attività civili a fronte di quelle militari nella ricostruzione;
la necessità di agire in un quadro legale a valenza sovranazionale, da cui derivi la
legittimità dell’uso della forza.
Le attività tattiche di stabilizzazione sono le seguenti:
sicurezza e controllo (security control);
supporto alla riforma del settore della sicurezza (Security Sector Reform – SSR);
supporto al ripristino dei servizi essenziali della popolazione;
supporto alla ricostruzione del governo locale.
8.3.1 Sicurezza e controllo (Security and Control)
Lo scopo di questa attività tattica è di mantenere o ripristinare, in stretta
collaborazione con le autorità locali ed altre agenzie civili, un ambiente sicuro (Safe
and Secure Environment - SASE) per la popolazione e che permetta agli altri attori
civili (organizzazioni umanitarie governative, non governative o private) la
conduzione di attività di propria competenza. In particolare, al termine di attività
offensive (soprattutto nelle aree abitate), mettere in atto tutte quelle attività che
153 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
permettono di garantire la SASE contribuisce in maniera sostanziale al successo di
un’attività tattica di sicurezza e controllo. Ciò può avvenire solo attraverso la
riduzione e la gestione di tutte quelle tensioni che hanno portato, o che possono
portare, all’uso della violenza ed al mancato rispetto della legge. Al termine di un
conflitto, in contesti dove sono state condotte attività militari a spiccata connotazione
offensiva (Major Offensive Activities), la successiva attività di sicurezza e controllo
assume particolare rilevanza e priorità, soprattutto nelle aree densamente popolate.
È evidente che un ambiente sicuro rappresenta una condizione fondamentale, a
premessa di qualsiasi attività di post-conflitto. In contesti di crisi riferiti a calamità
naturali, coloro che sono chiamati a garantire la cornice di sicurezza sono, di norma,
le forze di polizia, mentre alle unità militari può essere richiesto di fornire supporto
all’assistenza umanitaria.
Laddove, però, le forze di polizia non siano in grado di garantire un sufficiente livello
di sicurezza, o in contesti post-conflittuali, è verosimile che il ruolo primario condotto
dalla componente militare sia quello di condurre attività di sicurezza e controllo,
soprattutto in contesti caratterizzati da azioni ostili (da avversari irregolari), dove il
contributo militare alla sicurezza diventa un fattore primario. In questo caso, l’attività
di sicurezza e controllo diventa essenziale e tale da richiedere l’impiego di risorse e
mezzi adeguati all’estensione dell’area di responsabilità ed al numero di abitanti della
stessa. L’attività di “sicurezza e controllo” può comprendere più compiti tattici, sia
propri della stabilizzazione (es. pattugliare, scortare, ecc.), sia pertinenti anche ad
altre attività tattiche come quelle offensive (es. distruggere, catturare, supportare
con il fuoco, ecc.), difensive (es. scortare, bloccare, occupare, ecc.) o abilitanti (es.
riconoscere, osservare, ecc.). Durante la condotta dell’attività di sicurezza e controllo,
la Grande Unità è chiamata a garantire la sicurezza dell’ambiente; pertanto, la
componente militare può essere impiegata sia direttamente in azioni cinetiche di
combattimento, allo scopo di soffocare focolai di rivolta, insurrezioni armate o
minacce provenienti da formazioni militari o militarmente organizzate, sia nel
concorso all’ordine pubblico in supporto alle forze dell’ordine locali. In alcuni casi, le
forze d’intervento possono assumere la responsabilità di ripristinare/garantire l’ordine
pubblico e di far rispettare le leggi. In casi eccezionali, può essere richiesta anche
l’esecuzione di attività di polizia (protezione di singoli individui e/o di proprietà,
attività di indagine, ecc.).
In tale ambito quindi diviene fondamentale:
far cessare eventuali manifestazioni di violenza su larga scala;
ripristinare e mantenere l’ordine pubblico;
assicurare il monopolio dell’uso della forza nelle mani delle istituzioni locali;
garantire la libertà di movimento a tutto il personale (militare e civile, locale ed
internazionale) presente all’interno della propria Area di Operazioni.
154 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Tali compiti comportano un massiccio impiego delle unità sul terreno per garantire
una presenza visibile e creare un ambiente che sia, o venga percepito, sicuro.
In tale ambito è importante ricordare che fino a quando le forze di sicurezza locali
non dimostrino sufficienti garanzie di operatività, la forza d’intervento può essere
chiamata a garantire anche la sicurezza “esterna” del Paese che si esplicita
attraverso: la prevenzione e la deterrenza nei confronti di qualsivoglia minaccia
proveniente dall’esterno; il contrasto alle attività illegali transnazionali (contrabbando,
tratta di esseri umani, pirateria, ecc.); nonché, attraverso l’integrità territoriale della
Host Nation.
In tali attività le unità militari possono essere integrate da elementi/assetti
provenienti da altri dicasteri/agenzie (Interni, Economia e Finanze, Politiche Agricole)
per l’assolvimento di compiti specifici dove sia richiesta la presenza di specialisti. Nel
caso di HN confinante con il mare, diventa indispensabile l’uso di assetti aeronavali
per il controllo delle acque territoriali, per la lotta alle attività illegali condotte sul
mare e per la protezione degli interessi economici della HN.
8.3.2 Supporto alla riforma del settore della sicurezza (SSR)
Un aspetto di fondamentale importanza per la ripresa dello sviluppo di uno Stato è la
SSR e rappresenta il complesso dei programmi e delle attività intrapresi da una
Assisted Nation (AN) per migliorare i sistemi e i processi del Settore Sicurezza
(include protezione, sicurezza e giustizia). La SSR è un’attività che comporta
l’impegno della AN nel lungo periodo e che normalmente richiede ingenti risorse e la
partecipazione coordinata e attiva dei diversi attori coinvolti. Per essere implementata
efficacemente, la riforma necessita di un ambiente stabile e, pertanto, in situazioni di
crisi, si rende spesso necessario un intervento esterno per sostenerla.
Quindi, con il termine Security Sector qui s’intende l’aggregato delle seguenti
funzioni/istituzioni:
istituzioni di sicurezza (Forze Armate, Polizia, Guardie di Frontiera, ecc.);
organi di gestione e supervisione della sicurezza (Difesa, Interni e Commissioni
varie);
sistema di giustizia penale, giudiziario e penitenziario;
agenzie e servizi di sicurezza privata.
La Grande Unità può essere chiamata a fornire il proprio supporto al processo di SSR
nell’ambito del quale il possibile contributo militare si esplica principalmente in
termini di “assistenza militare”. Quest’ultimo termine, nella sua accezione più
generale, racchiude un insieme di attività di vario genere, condotte in supporto a
componenti del comparto di sicurezza locale, attraverso tutto lo spettro dei conflitti.
Nei contesti di stabilizzazione, in particolare, la tipologia di attività che ricade sotto
l’alveo dell’assistenza militare varia considerevolmente e può andare dalla fornitura di
addestramento militare basico, al supporto delle forze locali nella pianificazione e
155 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
condotta di operazioni militari, ad attività proprie di Mentoring and Advising (M&A) a
livello operativo/strategico.
Contribuiscono al SSR:
Disarmament, Demobilisation and Reintegration (DDR)
Stability Policing (SP);
Security Force Assistance (SFA).
Figura 42: Contributo al SSR
8.3.2.1 Disarmament, Demobilization and Reintegration (DDR)
È un processo integrato e multinazionale che contribuisce alla S&R attraverso il
disarmo dei combattenti, la loro dimissione dalle forze armate e la successiva
integrazione nella società. I programmi di DDR sono generalmente parte di altri
programmi di demilitarizzazione e consolidamento della stabilità e sono strettamente
connessi con i processi di SFA in supporto al SSR.
Pertanto il DDR non è considerato come una mera attività tecnica, ma come un
processo integrato multidimensionale che si focalizza principalmente sulla gestione
dei problemi di sicurezza che insorgono quando, durante la transizione dal conflitto
alla pace, gli ex-combattenti (regolari ed irregolari) rimangono privi di mezzi di
sostentamento o reti di supporto che non siano le vecchie strutture militari.
Attraverso attività di disarmo, di destrutturazione delle organizzazioni militari o
paramilitari e di reinserimento nelle comunità di appartenenza, il DDR mira a
supportare gli ex-combattenti aiutandoli a reintegrarsi nella società civile ed a farli
diventare partecipanti attivi del processo di pace.
Nell’ambito del DDR, sebbene il compito più ricorrente di garantireuna sufficiente
cornice di sicurezza all’intero programma venga, di norma, assegnato alla
componente militare, è possibile individuare le seguenti potenziali aree d’impiego
dove può essere richiesto un contributo da parte della componente militare:
156 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
supporto alla pianificazione;
raccolta delle informazioni in fase disarmo;
campagna di sensibilizzazione nei confronti della popolazione civile;
processo di monitoraggio e valutazione;
gestione e maneggio di armi, munizioni ed esplosivi;
supporto logistico.
8.3.2.2 Stability Policing (SP)
Le attività di Stability Policing sono condotte con l’obiettivo di creare un ambiente
sicuro e protetto (SASE), ripristinare l’ordine pubblico e la sicurezza e stabilire le
condizioni per soddisfare le esigenze a lungo termine in materia di governance e
sviluppo (in particolare attraverso la riforma del settore della sicurezza). La SP
contribuisce al ripristino e/o al miglioramento dell’ordine pubblico e della sicurezza;
dello stato di diritto; della protezione dei diritti umani; nonché all’abilitazione e allo
sviluppo di una pace sostenibile103.
La SP e la SFA sono due aspetti del contributo allo Sviluppo delle forze di sicurezza,
mentre la SP focalizza le attività a favore delle forze di polizia, la SFA si indirizza allo
sviluppo delle forze militari.
8.3.2.3 Security Force Assistance (SFA)
La SFA è il complesso delle attività volte a potenziare o migliorare, anche tramite il
supporto diretto, lo sviluppo sostenibile delle LSF104 e delle istituzioni ad esse
associate in zone di crisi105.
L’obiettivo principale è quello di creare/sostenere/dotare le istituzioni della difesa di
un’autorità legittima affinché siano capaci autonomamente di generare, impiegare e
sostenere le proprie forze armate, allo scopo di contribuire alla stabilità locale e/o
regionale. Le LSF dovranno pertanto possedere i seguenti requisiti:
competent: competenti in tutte le funzioni e ad ogni livello, da quello
ministeriale al singolo soldato;
capable: capaci, dimensionate e generate in maniera sostenibile nel tempo, in
accordo alle risorse garantite dalla AN stessa, con capacità adeguate ad
assolvere la missione assegnata dall’autorità politica locale legittima;
103 NATO, AJP-3.22 “Allied Joint Doctrine for Stability Policing”, ed. A V. 1 July 2016. 104 Con l’acronimo LSF, nell’ambito della presente pubblicazione, si intendono esclusivamente le forze militari legittime che rispondono al Ministero della Difesa (o istituzione equivalente) della AN e che vengono appositamente definite dall’autorità politica nazionale quali beneficiarie della SFA in Teatro Operativo. Le forze di Polizia, attori fondamentali per la sicurezza, anche se militari, non sono considerate parte delle LSF e le attività eventualmente condotte allo scopo di generarle o sostituirle, fossero anche condotte con il contributo di personale e capacità dell’E.I., non rientrano nel concetto di SFA ma in quello di Stability Policing. 105 Cfr. NATO, AJP 3.16 “Allied Joint Doctrine for Security Force Assistance”, ed. 2016: “Security force assistance (SFA) includes all NATO activities that develop and improve, or directly support, the development of local forces and their associated institutions in crisis zones. Local forces comprise indigenous, non-NATO military security forces and will be defined by the North Atlantic Council (NAC)”.
157 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
committed: dedite, impegnate nel garantire la difesa dello Stato, delle
istituzioni e la sicurezza della popolazione, in quanto depositarie della fiducia
della nazione e della comunità internazionale.
confident: fiduciose, sia nei riguardi del paese/coalizione che fornisce assistenza
sia in se stesse; di essere, cioè, in grado di incrementare/costruire le proprie
capacità di creare sicurezza per il proprio paese.
accountable: responsabili di operare nel bene e per il bene del proprio paese,
sulla base dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani internazionalmente
riconosciuti, nei confronti del livello politico e della popolazione.
In sostanza, le attività SFA mirano a sviluppare capacità militari che consentano alle
istituzioni legittime di assicurare, in autonomia, la difesa dello Stato dalle minacce
interne ed esterne alla stabilità e alla sicurezza con cui la AN deve confrontarsi. Per
ottenere questo obiettivo, è necessario che la struttura delle LSF rispecchi, in linea di
principio, le soluzioni, le tradizioni e le esperienze militari locali, quelle normalmente
più attagliate all’esigenze del paese partner.
L’acronimo GOTEAM (Generate, Organize, Train, Enable, Advise, Mentor)
rappresenta il modello d’intervento, lo stesso della NATO, e aiuta a ricordare e a
visualizzare le attività SFA che possono essere sviluppate nell’ambito di tutto lo
spettro delle operazioni.
In funzione dell’ampiezza dell’intervento, l’azione unitaria indispensabile al
conseguimento dell’obiettivo sarà tanto più efficace quanto maggiore sarà la sinergia
dei contributi Joint, Interagency, Intergovernmental e, ove possibile, Multinational
messi in campo.
8.3.3 Supporto al ripristino dei servizi essenziali della popolazione
Nella fase iniziale di un intervento di stabilizzazione, a seguito di una situazione
conflittuale, venuti meno gli enti e le organizzazioni che normalmente si occupano
della fornitura dei servizi essenziali alla popolazione, può essere chiesto alla Grande
Unità di contribuire al ripristino di tali servizi, nonché delle strutture e degli enti che
possano occuparsene.
Grazie al favorevole impatto sulla sfera delle percezioni, questo tipo di attività
contribuisce ad accrescere il grado di accettazione della forza da parte della
popolazione. In tale ambito vengono spesso fatte rientrare alcune attività di
cooperazione civile-militare (CIMIC). Al riguardo è importante evidenziare che tali
attività sono mirate a facilitare l’esecuzione della missione, ossia a supportare
direttamente la forza, favorendo l’accrescimento del consenso da parte della
popolazione, attraverso la realizzazione di progetti di facile e rapida realizzazione
(Quick Impact Projects – QIP). I compiti tattici che possono essere assegnati alla
componente militare comprendono:
supporto al ripristino dei servizi base. Consiste in tutti quei lavori condotti dalle
Forze Multinazionali, quali la riparazione del servizio di distribuzione dell’acqua,
158 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
dell’elettricità, la riparazione di strade, lo scavo di pozzi, ecc., aventi come finalità
il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione civile. È opportuno che,
non appena possibile, tali responsabilità vengano restituite alle autorità locali.
supporto ai programmi umanitari. Comprende attività come il trasporto di cibo e
acqua a favore della popolazione locale in caso di emergenza, l’installazione di
tendopoli, la partecipazione a campagne di vaccinazione, ecc.
Tutte queste iniziative, vanno coordinate nello spazio e nel tempo per evitare
sovrapposizioni, ridondanze e sprechi di risorse ed è opportuno che, non appena
possibile, tali incombenze vengano restituite alle autorità locali.
Basti pensare alle necessità dei servizi essenziali in situazioni di emergenza, dove un
intervento civile organizzato non sia stato ancora avviato o le condizioni di sicurezza
non siano permissive. Questa tipologia d’intervento che, peraltro, deve essere
limitata nel tempo, richiede un lavoro di preparazione specifico nel quale è opportuno
considerare l’impiego di consiglieri esperti nel soccorso umanitario.
8.3.4 Supporto alla ricostruzione del governo locale
Durante le prime fasi di un intervento, quando le istituzioni locali sono ancora assenti
o non efficienti e gli attori civili non sono stati ancora coinvolti, le forze militari
possono trovarsi a dover garantire alcuni obblighi istituzionali civili di “buon governo”,
per evitare la totale disgregazione sociale.
La ricostruzione del governo locale, infatti, è un’attività di responsabilità principale
delle organizzazioni civili a cui, in caso di necessità, la Forza Multinazionale può
fornire supporto.
In questi casi riveste particolare importanza la CIMIC mediante lo sviluppo di progetti
concordati con le istituzioni locali. Lo sviluppo di tali progetti inoltre, contribuisce a
guadagnare il supporto della popolazione locale verso le Forze Multinazionali, cosa di
particolare rilevanza se l’attività di stabilizzazione è inserita all’interno di una
campagna di contro guerriglia (COIN). I compiti tattici che possono essere assegnati
alla componente militare comprendono di norma il supporto: al controllo delle
frontiere, al programma di identificazione, ai Tribunali Penali Internazionali, ai
programmi di riconciliazione, alle elezioni, al ripristino della rete di trasporti.
8.4 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE
8.4.1 Comando
8.4.1.1 Influenza
La G.U. pianifica le attività tattiche di stabilizzazione per orientare i comportamenti
dei vari attori al fine di ottenere il risultato voluto sulla popolazione locale. In un
ambiente condizionato da relazioni conflittuali tra la nazione ospitante, i gruppi
d’opposizione e la popolazione, bisogna cercare di plasmare:
l’audience nazionale;
i key leaders regionali e la popolazione;
159 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
i partner della coalizione;
l’opinione pubblica internazionale.
In particolare, la matrice di influenza della G.U. viene costituita a seguito dell’analisi
effettuata sugli individui “chiave” (key elements) e sul loro potere di influenza e viene
utilizzata per la condotta delle attività tattiche che consentono di plasmare il potere
di tali personaggi in linea con la pianificazione della G.U..
8.4.1.2 Approccio integrato
Le attività tattiche di stabilizzazione richiedono la condotta simultanea di una vasta
gamma di azioni da parte di attori differenti che si traducono in una pianificazione
coordinata a livello interministeriale, interagenzia e, molto spesso, multinazionale.
8.4.1.3 Addestramento congiunto
Al fine di massimizzare i benefici dell’approccio integrato è opporuno prevedere
periodi di addestramento congiunto con tutti gli attori interesssati all’operazione.
Questo consentirà, inoltre, di integrarsi più rapidamente nel dispositivo della missione
e di operare con maggiore efficacia.
Il comando della G.U. può fornire i mezzi per consentire un approccio integrato più
ampio, ciò grazie alle risorse disponibili ed alla possibilità di fornire sicurezza.
8.4.1.4 Collaborazione con partners
Quando si è inquadrati e/o si opera in una coalizione, la comprensione della cultura
militare, degli obiettivi politici, dei caveats politici, delle forze operative e dei limiti
degli alleati ha un impatto significativo sulla pianificazione e condotta delle operazioni
della G.U.. La pianificazione della G.U. deve tener conto dei mandati, delle scadenze,
del modus operandi e dei caveats degli altri attori che operano nell’ambito della G.U.
(Elementi Multinazionali, di altri ministeri, NGO106 e della nazione ospitante).
8.4.2 Intelligence
8.4.2.1 Comprensione
Il successo delle attività tattiche di stabilizzazione dipende dalla comprensione del
contesto operativo; nonché, delle dinamiche e degli elementi chiave del conflitto.
Essa garantisce che tempestive e opportune misure siano sviluppate per influenzare i
gruppi obiettivo selezionati. E' essenziale sviluppare, già durante la fase di IPOE e
atttraverso il processo di Knowledge Development, una buona comprensione della
società, della sua storia e cultura, delle origini del conflitto, della demografia, delle
dinamiche politiche, delle strutture di potere influenti, delle influenze regionali e del
complesso di attori coinvolti (civili, militari, criminali, ecc.). Il successo delle attività
della G.U. risiede nella capacità di adeguare o migliorare rapidamente la propria
comprensione del contesto operativo in risposta al mutare dell’ambiente.
106 Non-Governmental Organization, Organizzazioni non Governative.
160 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
8.4.2.2 ISR
Le unità che effettuano attività tattiche di stabilizzazione hanno un’area di
responsabilità più vasta rispetto ad altre operazioni e questo richiede un supporto
ISR molto più preciso; i dati biometrici e lo sfruttamento di dati derivanti dallo studio
di materiali e persone sono fondamentali quando si opera “tra la gente”. Come in
ogni tipologia di operazione, l’informazione dettagliata, preventiva e costantemente
aggiornata da parte dell’ISR, costituisce la base per determinare le attività
necessarie.
8.4.2.3 Situational Awareness
Mantenere la Situational Awareness e sapere come e quando agire per ottenere
l'effetto desiderato è da considerarsi un aspetto fondamentale. La G.U. nelle attività
tattiche di stabilizzazione deve bilanciare lo sforzo delle unità ISR tra la raccolta dati
per il targeting nell’immediato e l'intelligence a lungo termine necessaria per
sviluppare la “comprensione”. Il personale della branca G2, e in particolare la
componente HUMINT, conduce attività specifiche per analizzare le tendenze e i
possibili collegamenti, facendo particolare attenzione alla vasta gamma degli attori
coinvolti nel sistema.
8.4.2.4 Ambiente socio-culturale (Human Terrain)
Lo Human Terrain è l’insieme delle organizzazioni sociali, politiche ed economiche;
nonché, delle tradizioni, dei valori e delle forme di interazione di una popolazione. La
sua comprensione è uno dei fattori chiave per il successo delle attività tattiche di
stabilizzazione e supporta la pianificazione, l'esecuzione e la verifica dell’influenza. A
livello operativo e tattico identificare il “chi, cosa, dove e quando” in relazione alle
caratteristiche linguistiche, ideologiche, tribali, etniche e religiose è molto complesso
e richiede una preparazione specifica di elementi dello staff della G.U. o l'inserimento
di risorse esterne specializzate (riserva selezionata, mondo accademico o diverse
Organizzazioni Governative che operano nel settore dello sviluppo internazionale).
8.4.3 Fuoco
Le attività tattiche della G.U. sono ad alta visibilità e sono incentrate sul
raggiungimento dell’effetto di influenza per supportare il piano generale della
campagna. In tale quadro si potrebbe creare la necessità di combinare le attività
tattiche di stabilizzazione con quelle offensive, allo scopo non di distruggere il
nemico; bensì, di renderlo inefficace. Il supporto di fuoco e la manovra, permettono
di ottenere risultati duraturi e decisivi nella stabilizzazione tramite effetti sia fisici sia
psicologici.
Nel condurre le attività tattiche di stabilizzazione la G.U. ha bisogno di una
conoscenza approfondita delle leggi che governano le loro azioni e le implicazioni
legali connesse a scenari di crisi complesse. Gli aspetti legali sono un elemento della
pianificazione e sono considerati sia negli ordini sia nei briefing. Eventuali
161 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
comportamenti non conformi alle RoE e alla legislazione locale ed internazionale
devono essere prontamente segnalati lungo la catena di Comando.
8.4.4 Protezione
Nelle attività tattiche di stabilizzazione la G.U. opera a contatto con la popolazione
locale al fine di migliorare la sicurezza, sostenere la crescita della governance e
consentire lo sviluppo. La protezione viene pianificata ricercando l’equilibrio tra le
esigenze di sicurezza del personale e dei materiali, armamenti, accantonamenti,
accampamenti e la necessità di mantenere il contatto con la popolazione locale.
In tale ambito la G.U. valuta dettagliatamente la minaccia al fine di determinare le
corrette misure per contrastare i rischi individuati. Tali misure, in relazione alla
natura della minaccia, comprendono il bilanciamento tra un atteggiamento
proattivo/strumenti offensivi e un atteggiamento reattivo/mezzi difensivi. In un
ambiente Multinazionale e Interagency, questo processo è ulteriormente complicato
da diversi livelli di accettazione del rischio e differenti approcci alla protezione. Una
pianificazione coordinata con gli aventi causa, fornisce un approccio coerente e
un’adeguata comprensione della gestione dell’Area di Operazioni.
8.4.5 Information Activities
Le attività dedicate ad influenzare “positivamente” la popolazione (che costituisce il
target primario di questo tipo di operazioni) sono sempre presenti e premianti e,
comunque, complementari ad altre attività significativamente più “muscolari”, ma
aventi effetti limitati nel tempo e circoscritte ai soli obbiettivi attaccati. La capacità di
influenzare, per contro, produce effetti a lungo termine, tali da comprende tante
categorie di soggetti quante sono quelle presenti nella comunità d’interesse.
Un’adeguata protezione delle informazioni proprie e, ove necessario, la
neutralizzazione del sistema di comando e controllo nemico, accompagnano le prime
e non differiscono da quelle condotte in altre tipologie di attività militari
8.4.6 Sostenibilità
La sostenibilità logistica condiziona la libertà di manovra della G.U., in particolare
nelle attività tattiche di stabilizzazione in uno Stato con un apparato infrastrutturale
debole o inadeguato. Le decisioni logistiche iniziali hanno un impatto duraturo sulla
pianificazione, sulla struttura della forza e sulla condotta delle attività della G.U. e
può risultare difficile e costoso effettuare cambiamenti in condotta. Un effetto di
stabilizzazione ampio e duraturo può essere raggiunto anche mediante una
pianificazione logistica che tenga conto delle esigenze a lungo termine della nazione
ospitante (Host Nation).
8.5 CONDOTTA
Nella considerazione che le attività di stabilizzazione possono far parte di una
missione che comprende l’intero spettro delle attività, la G.U.:
è chiamata ad agire d’iniziativa ed a sviluppare soluzioni innovative;
162 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
raramente opera isolata ed il suo contributo è finalizzato ad influenzare
l’ambiente, ponendo le basi per consentire ai rappresentanti delle istituzioni locali
di svolgere proficuamente le loro attività;
svolge un ruolo di “facilitatore” in un processo lungo e complesso che coinvolge
molti attori e pertanto richiede una conoscenza approfondita del contesto politico
locale, regionale e internazionale.
Il modello di stabilizzazione indica tre macro-aree di riferimento, sovrapposte ed alla
base del successo di ogni attività di stabilizzazione, quali la sicurezza, la governance
e lo sviluppo.
Esse sono strettamente dipendenti l’una dall’altra e, unitamente al buon governo, allo
stato di diritto ed allo sviluppo, contribuiscono sia alle condizioni di sicurezza sia alla
certezza che la stessa possa essere costantemente mantenuta.
Il modello descrive inoltre le attività di stabilizzazione che possono essere richieste in
ogni area e il livello di contribuzione della G.U., in relazione alla “permissività”
dell’ambiente operativo.
I compiti elencati non sono esaustivi, ma servono come esempi nella molteplicità di
azioni che possono essere richieste sia a livello di G.U. sia alle unità subordinate.
Stimolare lo sviluppo economico e infrastrutturale
• Ripristinare servizi e infrastrutture di base
• Ricostruire una efficace economia e gestione finanziaria
• Iniziare lo sviluppo sociale e delle infrastrutture a lungo termine
Legenda________________
Pieno contributo dello strumento Militare, che agisce come attore principale
Assistenza Militare, in ambiente semi-permissivo
Intervento Militare, per favorire il processo, in ambiente non permissivo.
Insicurezza
In via di sviluppoGoverno e stato di diritto
deboli
Istituzioni Politiche
Creare le premesse per sviluppare/consolidare la sicurezza
individuale e collettiva
• Distribuire e sostenere i Beni Essenziali
• Neutralizzare i Gruppi Ostili• Fornire Ordine Pubblico• Applicare il Cessate il Fuoco• Assicurare integrità Territoriale
Promuovere la legittimità e la capacità di governo del paese ospitante
• Facilitare il processo politico eristabilire il funzionamento del Governo
• Riforma del settore Sicurezza , di Polizia e della Magistratura.
• Supporto al processi di riconciliazione.
Figura 43: Modello di stabilizzazione
163 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
8.5.1 Fasi della stabilizzazione107
Nell’ambito del processo di stabilizzazione vengono identificate alcune fasi108 in cui la
forza militare può essere chiamata a dare il suo contributo. In particolare, è possibile
ripartire l’insieme delle attività militari di stabilizzazione nelle seguenti fasi:
messa in sicurezza: dedicata a ridurre drasticamente la minaccia e ad
instaurare un ambiente umanamente sicuro109, nella cui realizzazione lo
strumento militare ha certamente un ruolo primario;
normalizzazione: devoluta ad espandere e rinforzare progressivamente uno
stato di normalità in termini di sicurezza interna ed esterna, attuata mediante un
forte supporto della componente militare d’intervento a favore delle capacità
locali che, gradualmente, ne assumono la responsabilità sino a giungere al
conseguente totale disimpegno della forza d’intervento conseguendo così la
Transizione della Sicurezza;
consolidamento: finalizzata all’ulteriore ripristino/costituzione di tutte le
capacità proprie di uno Stato e del suo sviluppo economico, comprese le
infrastrutture. La componente civile è la principale protagonista di questa fase,
mentre la componente militare può, eventualmente, fornire qualche forma di
supporto specialistico. In questa fase si perviene teoricamente al Termine di tutte
le Attività Militari;
transizione: costituito dai vari passaggi di responsabilità, parziali e/o totali, tra
la componente militare, quella civile e le autorità locali, in ragione dei temi di
riferimento ossia sicurezza, ordine pubblico, servizi alla popolazione, giustizia,
attività di governo, diritti umani, economia ed altro.
8.5.2 Modello generico di stabilizzazione110
Ancorché definite di “sola” stabilizzazione, le attività tattiche descritte possono essere
certamente estese anche alle connesse esigenze di ricostruzione.
In funzione di quanto descritto è possibile definire il seguente modello generico di
attività tattiche di stabilizzazione.
107 COMFORDOT, PSE-3.04 “Le Operazioni di stabilizzazione”- ed. 2015 108 Le fasi qui indicate possono, per ragioni di semplicità espositiva e limitatamente al contributo delle attività militari alla stabilizzazione, essere ricondotte al concetto NATO di “Clear , Hold, Build “, (Rife. NATO AJP 3.4.4. “Allied Joint Doctrine for Counterinsurgency”, Sec.V, para 0559). 109 Inteso quale ambiente in cui la “sicurezza umana” (Human Security) è generalmente garantita. 110 COMFORDOT, PSE-3.04 “Le Operazioni di stabilizzazione”- ed. 2015
164 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Figura 44: Modello di attività militari di stabilizzazione
Dalla rappresentazione grafica si evidenzia che:
la curva verde della Stabilizzazione rappresenta l’insieme delle attività/compiti
condotti dalla componente militare, comprese le eventuali forze di polizia
(complessività delle attività tattiche di stabilizzazione). Essa, pertanto, può essere
indicata come la somma di tutte le curve che sottendono alle diverse attività
tattiche;
nelle fasi iniziali dell’intervento (t1 ,t2) si darà priorità all’attività tattica di
sicurezza e controllo ed a quella di supporto al ripristino dei servizi essenziali
poiché, in questo frangente, il focus è la sostanziale riduzione della minaccia ed il
soddisfacimento dei bisogni primari ai fini della c.d. “Human Security”;
165 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
l’attività tattica di supporto al SSR, esprimerà il suo massimo impegno in
corrispondenza del momento T1, per poi degradare verso la TS, che rappresenta
l’acquisizione da parte delle forze di sicurezza locali delle capacità sufficienti a
gestire in proprio la sicurezza generale e l’ordine pubblico;
l’attività tattica di supporto al ripristino dei servizi essenziali e quella relativa al
supporto alle autorità di governo locali si riducono significativamente in
corrispondenza di T1, in quanto in tale momento la componente civile della
missione è saldamente alla guida di tutte le attività in parola ed essere in
possesso di adeguate capacità, tali da portare avanti i lavori in modo autonomo;
a valle della TS, l’attività di sicurezza e controllo verrà progressivamente
ridimensionata e riconfigurata, essenzialmente come protezione;
teoricamente, nel momento T2 si viene a determinare la cessazione di tutte le
attività militari (TAM - Termine delle Attività Militari) di supporto
all’intervento, con il conseguente rimpatrio di tutte le sue componenti. In tale
occasione, si ha il contestuale transito della responsabilità della ricostruzione
dell’intero processo dalla componete civile alle competenti autorità locali, ovvero,
le capacità locali hanno raggiunto il livello di autonomia desiderato, tale da
assicurare l’indipendente direzione di tutti gli sforzi per lo sviluppo del proprio
Paese.
8.5.3 Sicurezza e controllo (Security and Control)
La G.U., di norma, contribuisce alla sicurezza in stretto coordinamento con il governo
della Host Nation. Questo supporto può comprendere: consulenza, assistenza e
addestramento militare, condotta di attività tattiche offensive.
Nella Sicurezza a Controllo, assumono particolare importanza:
8.5.3.1 Basi militari di tipo tattico111
Sono caratterizzate da frequenti cambiamenti di localizzazione e temporaneità delle
strutture componenti (alloggiamenti, logistica, ecc.), elevato diradamento e
composte da attendamenti, equipaggiamenti ed attrezzature di sola dotazione
regolamentare alle unità. Nell’ambito della stabilizzazione possono essere utilizzate
per conseguire i seguenti effetti operativi:
rassicurare la popolazione;
creare una presenza stabilizzante;
influenzare l’ambiente locale.
8.5.3.2 Attività di contrasto di gruppi ostili
È un attività militare diretta contro elementi ostili e spesso risulta essere l’elemento
centrale del contributo della G.U. all’operazione di stabilizzazione. Essa contribuisce a
stabilire le condizioni per una soluzione politica negoziata. Favorisce inoltre la rottura
111 COMFORDOT, PSE-3.14.05.02 “La protezione delle basi militari in operazioni” – ed. 2017
166 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
dei legami ideologici, finanziari o di intimidazione all'interno e tra i diversi gruppi
contrapposti e belligeranti, nonché tra questi e la popolazione locale.
8.5.3.3 Key Leader Engagement (KLE)
Il KLE è un elemento significativo del processo di targeting e, al fine di ottenere gli
effetti desiderati, è sincronizzato con gli altri assetti facenti parte di tale processo. Il
KLE è prevalentemente condotto per ottenere informazioni o influenzare un
comportamento, ed è fattore di analisi dello Human Terrain. Il KLE consente di
stabilire una serie di relazioni durature, stabili e funzionali a supportare gli scopi della
missione. Anche i Comandanti delle pattuglie possono essere coinvolti in questa
attività (Local Leader Engagement) relativamente alle comunità incontrate su base
quotidiana. A livello G.U., l’analisi della missione KLE e la relativa pianificazione viene
condotta esclusivamente da personale della cellula InfoOps che collabora in alcuni
ambiti di competenza con la branca intelligence.
8.5.4 Supporto alla riforma del settore sicurezza (Support to SSR)
8.5.4.1 Natura e portata del supporto militare fornito dalla G.U.
Essi variano a seconda del livello di riforma richiesto e dell’ambiente di sicurezza
necessario. La G.U. attiva una cellula SSR per svolgere la fase di pianificazione e per
effettuare il collegamento richiesto con la Host Nation e altri elementi di
ministeri/agenzie. Il contributo della G.U. alla SSR è incentrato sul rafforzamento
della Military Capacity Building.
In tale contesto, si possono prevedere anche i seguenti compiti:
Disarmo, Smobilitazione e Reintegro (DDR);
costituzione e gestione delle forze di sicurezza locali;
sostegno al settore giudiziario locale;
sviluppo delle forze di polizia locali;
sostegno al settore della sanità locale.
8.5.4.2 Military Capacity Building
È il termine generico usato per descrivere la formazione, il tutoraggio e il
monitoraggio delle forze locali di sicurezza. Si tratta di un’attività essenziale nello
stabilire le condizioni per poter procedere al ritiro del contingente nazionale. Il suo
progresso condiziona lo sviluppo dell’operazione. La costituzione e la successiva
formazione delle forze locali di sicurezza viene condotta in modo coordinato con le
iniziative più ampie della SSR. Sebbene lo sviluppo delle strutture e i meccanismi di
vigilanza politici di solito siano responsabilità di altri attori, alla G.U. può essere
chiesto di contribuire allo sviluppo di queste funzioni.
167 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
8.5.5 Supporto Iniziale alla Ristrutturazione dei Servizi Essenziali
(Support to initial Restoration of Services)
Alla G.U. può essere richiesto di contribuire ai Servizi Essenziali nelle fasi iniziali
dell’operazione o nei momenti in cui la situazione della sicurezza dovesse deteriorarsi
e, contestualmente, le agenzie civili non fossero in grado di fornirli.
La natura e le dimensioni del contributo militare variano in funzione delle necessità.
In alcune circostanze, può essere opportuno concentrare lo sforzo della G.U. sul
ripristino dei servizi per la popolazione. La capacità di fornire servizi essenziali è un
segno tangibile del progresso ottenuto e dell’efficacia della governance locale,
elementi che sono sempre strettamente connessi. Il contributo della G.U. a favore
delle organizzazioni umanitarie, locali e internazionali, consente di incrementare le
possibilità di accesso ai servizi da parte della popolazione. Qualora queste agenzie
non possano operare, il contributo della G.U. può includere:
riparazione di strade, ferrovie e vie navigabili;
restauro di campi di aviazione e strutture portuali;
ripristino di servizi essenziali (fogne, acqua, elettricità, smaltimento dei rifiuti);
ripristino di servizi sanitari e strutture pubbliche (ospedali, scuole e cliniche).
8.5.6 Supporto Iniziale alla Ricostruzione del Governo (Support to
Initial Governance Tasks)
Le attività di governance sono condotte da attori civili e coadiuvate, solo se
necessario, con il contributo della G.U.. Il contributo militare alla governance dipende
dal livello di sicurezza e, in ambienti non permissivi, la G.U. può essere coinvolta in
quelle aree di governance indispensabili per avviare il processo di ricostruzione. Le
competenze civili devono essere integrate nella pianificazione attraverso attività di
reachback/reachout o attraverso dei consulenti per la governance. Come
precedentemente indicato, tale responsabilità deve essere restituita agli attori
incaricati non appena possibile.
168 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA
169 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
9. LE ATTIVITÀ TATTICHE ABILITANTI (ENABLING)
9.1 GENERALITÀ
Le attività tattiche abilitanti collegano o facilitano la condotta delle altre attività
tattiche, principalmente le offensive e le difensive. Molte delle attività tattiche
abilitanti hanno punti e aspetti in comune e il successo di queste dipende
essenzialmente dall’esistenza di procedure permanenti standardizzate (SOP) e di
procedimenti tecnico-tattici ben rodati (combat drills), compresi ed applicati.
Le attività tattiche abilitanti sono:
la ricognizione (Reconnaissance);
la sicurezza e protezione (Security);
il movimento per il contatto (Advance to Contact);
il combattimento d’incontro (Meeting Engagement);
il ricongiungimento (Link up);
il ripiegamento (Withdrawal);
la ritirata (Retirement);
l’avvicendamento di unità a contatto e di forze accerchiate (Relief of Encircled
Forces and Troops in Combat);
il superamento e forzamento degli ostacoli (Obstacle crossing/ breaching);
la marcia (March);
i convogli (Convoy).
9.2 LA RICOGNIZIONE112
9.2.1 Scopo e principi
La ricognizione è un’attività intrapresa per ottenere, attraverso l’osservazione diretta
o altri metodi di scoperta, informazioni rilevanti per la missione della G.U.. La ricerca
delle informazioni varia e consegue esito differente a seconda della posizione del
nemico; della disponibilità o meno della rete viaria; della percezione della
popolazione. Le unità da ricognizione possono dover ingaggiare il combattimento per
ottenere le informazioni ricercate. Il principio chiave della ricognizione risiede nella
raccolta e comunicazione di informazioni che siano puntuali, accurate, rilevanti ed
affidabili. Altri principi da tenere in considerazione per la pianificazione e condotta di
una ricognizione sono:
assicurare continuità e persistenza della ricognizione;
evitare di tenere unità da ricognizione in riserva, per sfruttarne appieno le
potenzialità;
orientare la ricognizione verso gli obiettivi più remunerativi;
112 Per ulteriori approfondimenti cfr. COMFORDOT PSE-3.14.05.01 “Ricognizione e operazioni di sicurezza”, SD.
170 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
riportare le informazioni tempestivamente ed accuratamente;
mantenere la libertà di manovra, evitando di essere vincolati a posizioni
specifiche;
trovare e mantenere il contatto con il nemico, impiegando meno forze possibili,
in modo da mantenere una maggiore libertà di manovra con gli elementi più
consistenti;
chiarificare rapidamente la situazione tattica contingente.
9.2.2 Caratteristiche
La ricognizione può essere:
in funzione dello spazio:
ravvicinata: condotta da tutte le Armi e specialità per ottenere dati di
dettaglio sia in movimento, sia in stazionamento nonché in combattimento;
a medio raggio: condotta dalle unità esploranti di Cavalleria, dalle unità del
genio (Advanced Combat Engineer Reconnaissance Team - ACRT) con l’utilizzo
eventuale del concorso di velivoli a pilotaggio remoto (UAV) e di aeromobili
dell’AVES113;
a lungo raggio: condotta principalmente dalle Forze Speciali114 (FS), Forze
per Operazioni Speciali115 (FOS), UAV e assetti aerotattici.
in funzione del compito:
in forma nascosta (“by stealth”): che privilegia la raccolta di dati informativi
evitando di rivelare la propria presenza e di farsi ingaggiare in combattimento;
in forze (“by force”)116: che mira a indurre l’avversario a rivelare la propria
presenza e consistenza, attraverso una risposta ad azioni offensive
(combattere per acquisire informazioni richieste).
in funzione del vettore utilizzato:
montata;
appiedata;
mediante sistemi unmanned (o strumentale).
9.2.3 Elementi per la pianificazione
Comando. La ricognizione è un’attività che richiede la definizione/indicazione di
un elevato numero di linee di coordinamento e di fasi dell’azione (FSCM – FSCL –
NFA – Cease Fire Line, CFL). Inoltre, necessita di disporre di un’adeguata linea e
reti di comunicazioni.
113 Per eventuali approfondimenti sull’impiego degli elicotteri e delle unità aeromobili cfr. COMFORDOT PSE-3.2.3 “Le operazioni nella 3^ dimensione”, ed. 2015. 114 Special Forces – SF. 115 Special Operations Force – SOF. 116 Questa tipologia costituisce attività tattica offensiva, pertanto è stata trattata nel relativo capitolo.
171 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Intelligence. Le unità da ricognizione della G.U. possono essere supportate da
assetti del livello superiore per poter produrre una intelligence in grado di
associare il maggior numero di informazioni.
Manovra. La ricognizione terrestre (montata o appiedata) non è disturbata
dall’inganno e dalla tecnologia e può essere condotta sempre e in qualsiasi
condizione meteo. Essa infatti può superare molti degli ostacoli incontrati da
UAVs, ricognizione aerea ed elicotteri.
Fuoco. Anche quando la ricognizione viene condotta by stealth vi può essere
l’esigenza di joint fires. Tale supporto può essere erogato da gruppi tattici di
artiglieria o da altri elementi di supporto al combattimento.
Protezione. Le unità da ricognizione incrementano la loro protezione attraverso
l’occultamento e la dispersione, anche se in un terreno complesso, contro un
avversario ibrido, tali unità potrebbero essere vulnerabili ad attacchi imprevisti e
improvvisi. Per fronteggiare tali eventualità occorre pianificare attentamente
come rinforzare, esfiltrare/estrarre rapidamente o supportare con il fuoco le unità
da ricognizione. La difficoltà intrinseca di tale attività aumenta il rischio di scontri
fratricidi, pertanto, deve essere posta particolare attenzione alle misure per
migliorare la combat identification (comunicazioni efficaci, buona Situational
Awareness e misure di controllo semplici e funzionali).
Sostenibilità. Il raggio d’azione della ricognizione e la sua durata dipendono
dal sostegno logistico, pertanto, nella pianificazione del sistema logistico
bisogna tenere conto della profondità della ricognizione per predisporre gli
accorgimenti (modalità di rifornimento, sgombero, riparazioni, ecc.) che
consentano al sistema logistico di sostenere adeguatamente le unità
incaricate della ricognizione.
9.3 SICUREZZA E PROTEZIONE117
9.3.1 Scopo e principi
Le attività di sicurezza comprendono le misure adottate da unità o complessi tattici
finalizzati a proteggersi da azioni nemiche (che possono ridurne la capacità
operativa) e lo schieramento di una rete di osservazione/allarme in grado di
preavvisare della presenza di elementi ostili in prossimità delle posizioni amiche. Le
attività di sicurezza, oltre a fornire protezione diretta per le unità, permettono di
pianificare e preparare, in relativa tranquillità, le future attività tattiche.
9.3.2 Elementi per la pianificazione
La pianificazione di qualsiasi sistema di sicurezza è funzione della missione ricevuta e
dell’intento del Comandante. La composizione è, quindi, attagliata ai compiti e alle
responsabilità assegnate. Può includere diverse tipologie di forze ma, ove il terreno lo
consenta, è auspicabile che si basi su elementi blindati, corazzati o meccanizzati che,
117 Per ulteriori approfondimenti cfr. COMFORDOT, PSE-3.14.05.01 “Ricognizione e operazioni di sicurezza”, SD.
172 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
grazie alla loro mobilità tattica, protezione e potenza di fuoco, possono assolvere al
meglio i compiti di sicurezza.
9.3.3 Condotta
Sulla base dello scopo per cui sono condotte, si possono distinguere tre tipologie di
attività di sicurezza:
schermo (screen), mobile o stazionario. Ha il compito primario di trovare il
nemico, prevenire la sorpresa ed allertare altre forze della presenza di elementi
ostili;
guardia (guard). Ha il compito primario di proteggere elementi amici da possibili
attività ostili, dando il tempo ad altre forze di attivarsi, approntarsi e manovrare;
copertura (cover). Ha il compito primario di intercettare, ingaggiare, frenare,
disorganizzare e/o ingannare il nemico, prima che si scontri con le unità amiche
cui si fornisce copertura.
9.4 MOVIMENTO PER IL CONTATTO
9.4.1 Scopo e principi
Il movimento per il contatto118 viene condotto, di norma, in previsione ed in
preparazione di una successiva attività offensiva, quale l’attacco, e termina quando il
grosso della forza è in posizione per condurre tale attività. Lo scopo del movimento
per il contatto è di stabilire o ristabilire il contatto col nemico in condizioni favorevoli,
per conquistare e mantenere l’iniziativa secondo il principio del Manoeuvrist
Approach. Nell’effettuare il movimento per il contatto, occorre tenere sempre
presente i seguenti principi:
prevedere ed anticipare le attività da condurre e, conseguentemente, considerare
le relative esigenze di manovra e di supporto di fuoco al momento del contatto;
acquisire informazioni accurate sul nemico il prima possibile;
reagire velocemente con atteggiamento aggressivo ad ogni situazione imprevista
e, nel contempo, mantenere una pressione costante sul nemico;
mantenere il momentum anche, se necessario, superando le unità nemiche che
saranno poi ingaggiate e neutralizzate dalle unità che seguono;
mantenere flessibilità, iniziativa e libertà d’azione ad ogni livello.
9.4.2 Elementi per la pianificazione
La pianificazione del movimento per il contatto che prevede la possibilità di dover
condurre un combattimento d’incontro durante il movimento, include le esigenze di
manovra e del fuoco di supporto quando avviene il contatto con il nemico. La
missione, particolarmente nella fase dell’impiego delle forze di manovra, impone
l’assunzione del dispositivo da parte delle unità tattiche in formazione. Le unità del
118 Il movimento per il contatto differisce dal combattimento d’incontro perché, a differenza di quest’ultimo, il contatto con il nemico, del quale si conosce dislocazione, entità e natura, non è inaspettato ma pianificato.
173 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
CSS sono integrate nel movimento delle forze da combattimento per fornire il
previsto supporto, ma particolare attenzione va posta per evitare che le stesse
interferiscano con il movimento tattico.
9.4.2.1 Comando
L’efficacia delle organizzazioni di Comando potrebbe essere compromessa dal
progressivo allungamento delle distanze e dalla velocità che caratterizza il
movimento. Pertanto, è opportuno che i Posti Comandi siano schierati il più avanti
possibile, per avere un quadro della situazione più chiaro possibile e trarre il massimo
vantaggio dalle opportunità del momento. Di conseguenza occorre considerare i
seguenti aspetti:
definizione chiara delle responsabilità di Comando per ogni itinerario di
avvicinamento;
definizione preventiva delle relazioni di Comando tra tutti gli elementi delle unità
che prendono parte all’azione;
definizione della policy di superamento delle posizioni nemiche, in considerazione
dei pro e dei contro (in termini di tempo e di risorse);
conoscenza dell’intento del Comandante sovraordinato per poter agire di
iniziativa in caso di interruzione del flusso delle comunicazioni;
gestione dinamica delle misure di controllo previste dal Battlespace Management,
quali le FSCM per massimizzare la libertà d’azione;
coordinamento con il supporto aereo che può presentare problemi di gestione;
necessità di una chiara ripartizione delle responsabilità riguardo il controllo del
traffico stradale per ciascun itinerario. In particolare, gli itinerari necessitano di
essere tenuti disponibili per il rapido schieramento delle armi di supporto e dei
servizi.
Nel movimento per il contatto normalmente va osservato il silenzio radio. In tale
contesto, è problematico mantenere il coordinamento delle forze durante la fase
condotta. Per questo motivo è necessario stabilire, nel corso della pianificazione,
efficaci modalità coordinamento. Inoltre, vanno adottati degli accorgimenti al fine di
garantire che il controllo delle emissioni (EMCON) non limiti l’uso delle armi per la
difesa controaerei. In via eccezionale, si può prevedere l’assegnazione di radio
aggiuntive per consentire lo scambio d’informazioni e segnali con le unità esploranti
che operano in posizione avanzata. I Comandi, qualora si presentassero delle
difficoltà, possono utilizzare i gruppi di supporto eventualmente schierati a ridosso
delle forze impegnate nel combattimento.
9.4.2.2 Intelligence
Le richieste informative del Comandante riguardano il grosso delle forze nemiche, il
suo centro di gravità, il luogo dove il contatto può essere ristabilito in condizioni
favorevoli. Gli assetti ISR localizzano e monitorizzano il nemico (una volta a contatto
174 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
gli stessi assetti possono orientarsi agli attacchi elettronici - jamming,
neutralizzazione e rilevazione - al fine di disarticolare e deteriorare il sistema di
Comando e Controllo del nemico), mentre il G2 continua ad effettuare l’IPOE. I
risultati dell’intelligence sono, successivamente, usati per sviluppare la pianificazione
e fornire indicazioni alla manovra ed alle forze che supportano l’offensiva contro il
nemico.
9.4.2.3 Manovra
Per ottenere la sorpresa occorre che il movimento sia il più rapido possibile,
mantenendo la formazione equilibrata e cercando di fissare il nemico per gettare le
basi per l’azione decisiva. La formazione più avanzata continua a svolgere compiti
tattici in profondità contro le linee di comunicazione nemiche, fornendo al contempo
informazioni sulle forze nemiche non impegnate in combattimento ma, in ogni caso,
in grado di influenzare le unità che stanno effettuando il movimento per il contatto.
L’abilità di manovrare con successo in questa fase dipende in larga parte dal
mantenimento dello slancio e dalla sorpresa. Tale risultato può essere ottenuto:
affrontando il nemico con determinazione e reagendo rapidamente a situazioni
impreviste. In tale ottica, il nemico ed i cambiamenti del terreno vengono
costantemente controllati e bisogna essere in grado di sfruttare le opportunità e
far fronte agli eventuali imprevisti;
muovendo su più colonne. Ciò consente di impiegare in maniera ottimale la
potenza di combattimento e di salvaguardare la libertà di azione; pertanto gli
itinerari vanno tenuti sgomberi allo scopo di consentire alle truppe di schierarsi
rapidamente in funzione della situazione;
agendo prontamente (i Comandanti subordinati in ogni caso operano nell’ambito
del concetto d’azione del Comandante superiore) allo scopo di sorprendere il
nemico;
distruggendo o neutralizzando gli elementi protettivi del nemico, senza impedire
il movimento del grosso delle forze;
predisponendo un adeguato dispositivo per la copertura dei fianchi.
Una forza incaricata di effettuare il movimento per il contatto si articola solitamente
nelle seguenti aliquote:
aliquota di copertura/protezione (covering force);
avanguardia (advance guard);
grosso delle forze (main body);
retroguardia ed elementi per la sicurezza dei fianchi (flank and rear guard).
175 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Aliquota di copertura/protezione. La missione di tale forza consiste nell’ottenere
informazioni sul nemico e nell’evitare ritardi inutili al grosso delle forze attraverso
l’identificazione di itinerari idonei e la verifica degli ostacoli. Tale unità possiede le
seguenti caratteristiche:
alto grado di mobilità;
proporzionata composizione delle sue forze, integrata da elementi del genio;
potenza di combattimento che le consenta di:
o attaccare e distruggere gli elementi esploranti nemici;
o individuare e sfruttare gaps e itinerari per aggirare e avvolgere il nemico;
o contenere le unità nemiche avanzate;
o acquisire e difendere, a tempo determinato, posizioni fondamentali;
capacità di ottenere informazioni su itinerari, ostacoli e terreno.
capacità di rimozione degli ostacoli al movimento, ovvero individuazione degli
itinerari alternativi.
Possono essere inserite anche le forze speciali ed utilizzati assetti EW per
acquisire informazioni riguardanti il nemico, percorsi ed elementi topografici.
L’unità superiore, nel cui ambito sta operando la G.U., provvede ad assicurare
l’aliquota di protezione.
Avanguardia. Una G.U. costituisce sempre una propria avanguardia (advanced
guard), che rappresenta l’elemento guida del grosso delle forze, ne agevola la
progressione e rappresenta l’elemento di continuità tra l’aliquota di copertura ed
Figura 45: L’organizzazione della forza nel movimento per il contatto
176 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
il grosso, di cui garantisce l’immediata protezione della fronte. Le unità corazzate
sono le più idonee a condurre tale tipologia di azione. Tuttavia in terreni
particolari, quali quelli contraddistinti da fitta vegetazione e aree urbane, la
funzione di avanguardia può essere condotta da forze leggere. Gli elementi del
genio sono sempre in avanti, al fine di garantire il movimento delle forze amiche,
mentre l’artiglieria ed elementi dell’intelligence sono integrati con le forze che
costituiscono l’avanguardia, allo scopo di raccogliere informazioni sul nemico.
Grosso delle forze (main body). Comprende la maggior parte della potenza di
combattimento dell’intera forza. Le unità che la costituiscono sono organizzate in
complessi/elementi pluriarma e posizionate per ottimizzare la flessibilità
d’impiego durante il movimento per il contatto o dopo averlo realizzato. La
posizione, che il grosso delle forze assume rispetto all’aliquota di copertura ed
all’avanguardia, costituisce una decisione del Comandante che tiene conto dello
schema di manovra. L’osservazione, la sorveglianza ed uno stretto
coordinamento con la ricognizione aerea contribuiscono alla sicurezza del grosso
che può, in base alla situazione, avanzare da una zona defilata all’altra, lungo un
itinerario pianificato in precedenza, allo scopo di non essere individuato.
L’organizzazione del grosso deve essere sufficientemente flessibile per
consentirgli di:
superare l’avanguardia;
cambiare itinerari per aggirare il nemico o utilizzarne di migliori;
ingaggiare il nemico che è stato aggirato o che sta resistendo.
Retroguardia ed elementi per la sicurezza dei fianchi (flank and rear guard). Sono
incaricati di proteggere il grosso dall’osservazione terrestre e dagli attacchi di
sorpresa, hanno consistenza sufficiente a neutralizzare/distruggere unità nemiche
di inferiore entità o a rallentare gli attacchi più consistenti, fornendo al grosso il
tempo necessario per l’assunzione del dispositivo. Le unità blindo-corazzate e
quelle aeree, essendo flessibili e molto mobili, sono particolarmente idonee a
svolgere questi compiti. Il fuoco indiretto è disponibile per supportare le forze
impiegate nell’azione di sicurezza della retroguardia e dei fianchi. Le unità
logistiche (CSS) inizialmente rimangono nelle retrovie e questo richiede la
necessità di disporre di forze destinate alla loro protezione. Il Comando
Divisionale Arretrato (HQ Div Rear) o il DCOS (Deputy Chief of Staff) del Posto
Comando Principale attribuisce le priorità per il movimento delle unità CSS per
soddisfare le richieste logistiche delle formazioni avanzate.
Qualora la G.U. operi in un dispositivo di livello superiore, la protezione sui
fianchi può essere fornita dalle G.U. contermini.
9.4.2.4 Fuoco
Il supporto di fuoco deve essere aderente ed in grado di fissare o neutralizzare gli
elementi nemici che oppongono resistenza. Le risorse da destinare nel corso del
177 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
movimento per il contatto vanno attentamente coordinate e controllate per
soddisfare efficacemente l’esigenza. In particolare:
Artiglieria e mortai. L’immediatezza dell’intervento e l’efficace esecuzione del
supporto di fuoco consente di fissare e neutralizzare il nemico o di conservare la
libertà d’azione necessaria per decidere se aggirarlo o attaccarlo. In particolare,
l’erogazione di un consistente volume di fuoco può ridurre la necessità di
schierare truppe a contatto con il nemico, ma necessita di un elevato
coordinamento, poiché il movimento per il contatto è caratterizzato da ritmo
sostenuto e continuità. È auspicabile che il fuoco erogato dall’artiglieria terrestre
dai mortai sia sempre disponibile. Le armi vanno schierate dietro le truppe che
conducono l’attività tattica allo scopo di garantire che il supporto di fuoco sia
quanto più aderente possibile alla manovra.
Fuoco aereo. Il supporto di fuoco aereo deve essere coordinato accuratamente
con quello delle altre unità di supporto ed attentamente controllato, al fine di
evitare il fuoco fratricida. Può essere richiesto durante il movimento per il
contatto al fine di fornire un supporto aereo ravvicinato per integrare quello
dell’artiglieria terrestre, in modo particolare quando questa è impossibilitata a
concentrare il proprio fuoco oppure a interdire le unità nemiche che stanno
tentando di ritirarsi o rinforzandosi.
Guerra Elettronica. Nel movimento per il contatto, le azioni EW (intercettazioni e
radiogoniometria) sono molto importanti poiché consentono di scoprire e
localizzare il nemico. L’importanza dell’EW, una volta che il contatto con il nemico
è avvenuto, è quella di impiegare contromisure elettroniche (ECM – jamming)
allo scopo di causare la massima confusione, attraverso l’interruzione e il
degrado dei vari sistemi di C2 nemici e delle comunicazioni per il controllo del
fuoco. Le ECM possono essere usate per fissare e neutralizzare le forze nemiche
(già aggirate) e per fornire supporto diretto alle forze di combattimento. Le
risorse dell’EW svolgono anche un ruolo importante nei piani d’inganno.
9.4.2.5 Protezione
L’implementazione di misure protettive consente di preservare la potenza di
combattimento della forza. Nell’ambito del movimento per il contatto, la protezione è
garantita dalle seguenti procedure:
Difesa c/a. Le armi per la difesa c/a sono sempre in grado di supportare
l’avanzata. I compiti di tale difesa includono la protezione di punti sensibili
dislocati sugli itinerari, la salvaguardia delle attività “critiche” (come un attacco),
l’attraversamento di fiumi o l’apertura di una breccia nel dispositivo nemico. È
necessario decidere in anticipo quali itinerari e aree vanno difesi affinché possano
essere eseguite pianificazioni dettagliate e ricognizioni appropriate. Nel caso in
cui il nemico disponga di UAV o elicotteri d’attacco, l’impiego di assetti per la
difesa aera ravvicinata deve essere decentrato ai gruppi tattici dipendenti.
178 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Impiego del genio. Il ruolo principale delle unità del genio è di rendere praticabile
gli itinerari, includendo quelli per il rifornimento. Inoltre, il genio:
fornisce assistenza alle unità di manovra avanzate, al fine di favorirne il
superamento degli ostacoli;
effettua eventuali aperture di corridoi nei campi minati;
predispone ostacoli per proteggere i fianchi.
Una mancanza di risorse del genio può causare un rallentamento del ritmo
dell’azione, pertanto, è opportuno che le unità del genio muovano in avanti per
facilitare l’azione delle unità più avanzate.
Inganno. Prevedere sempre l’implementazione di un piano d’inganno che ad
esempio potrebbe consistere in attacchi diversivi o dimostrativi per sfruttare la
sorpresa e mantenere l’iniziativa.
OPSEC. Occorre tenere in debita considerazione tutte le misure atte a proteggere
il piano del Comandante e impedire al nemico la comprensione delle nostre
intenzioni.
Difesa CBRN. È auspicabile che le unità da ricognizione conducano attività tendenti
a rilevare la presenza di sostanze CBRN e, se possibile, al fine di ridurre rischi di
contaminazioni, selezionare itinerari asfaltati o in ogni caso sprovvisti di
vegetazione.
9.4.2.6 Sostenibilità
Il movimento per il contatto, per sua natura, allunga il braccio logistico, richiedendo
un dispositivo più flessibile. Il focus viene posto sul carburante, sulle munizioni e
sull’evacuazione dei feriti. La maggiore difficoltà nei rifornimenti e l’eventualità di un
rapido esaurimento delle scorte richiedono un’accurata pianificazione per evitare
situazioni di crisi; quindi, i rifornimenti devono essere attentamente studiati e
pianificati, valutando anche i rischi di congestione delle Main Supply Routes. Una
volta che gli itinerari sono stati sgombrati da ostacoli e resi disponibili, rimanendo
comunque vulnerabili ad attacchi terrestri ed aerei, è necessario garantirne la
sicurezza, soprattutto quando permangono sacche di resistenza nemiche nelle
retrovie amiche. Gli itinerari usati per i movimenti logistici vanno tenuti possibilmente
separati da quelli usati dalle forze di combattimento.
Sostegno sanitario. L’organizzazione sanitaria muove mantenendosi aderente alla
manovra tattica e fornisce un’immediata assistenza sanitaria. Una volta avvenuto il
contatto con il nemico, viene rapidamente costituito un servizio sanitario nel
settore arretrato. I punti di medicazione, invece, possono essere costituiti in avanti
allo scopo di facilitare l’evacuazione dei feriti.
Polizia Militare. Le procedure per i prigionieri di guerra (POW) e per i rifugiati
vanno adottate con l’assistenza della polizia militare. Ciò implica una pianificazione
per facilitare i trasporti e una capacità di controllo del traffico, per soddisfare
179 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
qualsiasi esigenza che possa verificarsi durante il movimento ed evitare di
congestionare le vie di comunicazione.
Rifornimenti e trasporti. Il normale sistema di rifornimento continua quanto più a
lungo possibile. All’inizio dell’azione, le unità sono al massimo dell’autonomia che il
livello di mobilità consente. Il loro rifornimento durante il movimento è assicurato
con posizioni logistiche scaglionate, per tale ragione vanno presi accordi tra le
forze di manovra e le unità logistiche. Normalmente, la maggior parte delle
esigenze di trasporto riguarda i materiali del genio (ponti ed attrezzature per la
viabilità) e le munizioni dell’artiglieria.
Mantenimento. È fondamentale che le risorse per le attività di mantenimento e di
recupero siano schierate, allo scopo di mantenere le rotabili libere e di fornire
assistenza alle unità in movimento. Le officine vanno costituite in avanti per
sostenere eventuali lavori di riparazione, sebbene il tempo occorrente per muovere
una simile struttura dovrà essere preso nella dovuta considerazione.
9.4.3 Condotta
Il dispositivo adottato per il movimento per il contatto dipende anche dalla successiva
missione assegnata alla G.U.
La velocità, la manovra e l’iniziativa servono ad imporsi sul nemico prima che questi
possa reagire. La sequenza delle azioni può svolgersi come segue:
l’unità di copertura distrugge le unità nemiche che interferiscono col movimento
del grosso e contiene o aggira quelle che non può distruggere;
gli elementi del grosso sono impiegati per sconfiggere o distruggere sacche di
resistenza contenute o aggirate dalle unità di copertura (Figura 46);
il Comandante controlla il progresso dell’azione e impiega le unità del grosso per
mantenere il momentum.
Figura 46: Avanguardia in attacco per distruggere una forza nemica contenuta
180 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Le posizioni nemiche sono aggirate tutte le volte che è possibile. Il Comandante
indica, in base alla pericolosità, quali posizioni devono essere neutralizzate dagli
elementi avanzati oppure dalle unità che seguono. Se il nemico è fortemente
organizzato a difesa o troppo consistente per essere aggirato, occorre condurre un
attacco per creare un varco.
L’avvio tempestivo di un’attività di inseguimento da parte di un sufficiente numero di
unità contro un nemico sconfitto o disarticolato, può trasformare il suo ripiegamento
in una rotta. Il Comandante ha quindi bisogno di selezionare obiettivi in profondità e
reiterare chiaramente il suo intento. Elementi critici per il successo sono:
velocità;
mantenimento del momentum;
concentrazione dello sforzo principale.
Nel contempo il Comandante deve:
essere consapevole del rischio di allungarsi troppo;
continuare a cercare informazioni sul nemico;
mantenere una riserva adeguata.
Il movimento per il contatto termina quando l’obiettivo è raggiunto, normalmente
quando il contatto col nemico è stato stabilito in condizioni vantaggiose o quando
l’azione del nemico richiede l’impiego del grosso.
9.5 COMBATTIMENTO D’INCONTRO (MEETING ENGAGEMENT)
9.5.1 Scopo e principi
Il combattimento d’incontro si realizza quando due forze opposte si incontrano in
maniera inaspettata mentre manovrano nella condotta di un’altra attività tattica. In
particolare, il combattimento d’incontro può verificarsi quando:
una forza in movimento viene a contatto con un nemico di cui si hanno limitate
informazioni (esempio tipico può essere il caso di una forza nello sfruttamento
del successo ingaggiata da una riserva nemica) ;
entrambi i contendenti sono a conoscenza delle reciproche possibilità e decidono
di attaccare senza ritardi allo scopo di:
ottenere posizioni di vantaggio;
acquisire posizioni importanti da un punto di vista tattico o territoriale;
mantenere la velocità dell’azione;
un’unità si dispone per la difesa mentre il nemico cerca di impedirle tale attività.
Questa attività è caratterizzata da un quadro generale di indeterminatezza. Il
Comandante stima rapidamente l’entità ed il dispositivo nemico, nel contempo cerca
di assumere l’iniziativa, attraverso il fissaggio ed una manovra decisa.
Fattori fondamentali per il successo sono:
181 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
la conquista ed il mantenimento dell’iniziativa attraverso la velocità dell’azione e
del fuoco;
il rapido adattamento dei piani;
la rapida emanazione degli ordini;
l’anticipazione dell’intento e della manovra nemica;
il giusto bilanciamento delle forze;
la rapida concentrazione delle forze;
il comando decentralizzato;
le unità ben addestrate ed esercitate a Procedure Tecnico-Tattiche per bloccare,
manovrare e attaccare;
la protezione dei fianchi.
9.5.2 Elementi per la pianificazione
La pianificazione in dettaglio di questo tipo di attività è impossibile. Il combattimento
d’incontro costringe inevitabilmente il Comandante a riconsiderare e spesso a
modificare i suoi piani. Il principio base è prendere e conservare l’iniziativa. Ciò
garantisce la necessaria libertà d’azione e consente di eseguire la missione come
concepita originariamente o di cambiarla per far fronte ad una nuova situazione
operativa. Il tempo è fondamentale ed il successo dipende dalla velocità di reazione.
La caratteristica del combattimento d’incontro è di non garantire un tempo sufficiente
per l’adozione di procedure complesse da parte di entrambi i contendenti. Nella fase
di pianificazione ciò implica un’analisi pragmatica, ordini veloci e ben orientati,
bilanciamento, Comando avanzato e disponibilità di fuoco indiretto su chiamata.
9.5.2.1 Comando
E’ sempre opportuno predisporre una pianificazione di contingenza idonea a
fronteggiare l’eventualità di un combattimento d’incontro.
Le difficoltà possono essere le seguenti:
informazioni limitate e poco chiare sulla DENAM del nemico e sulle sue intenzioni;
sistemi di C2 con ridotte capacità in quanto impegnati in cambi di schieramento.
9.5.2.2 Intelligence
Il piano ISR tende ad anticipare la possibilità di un combattimento di incontro,
consentendo così una pianificazione, anche sommaria, dell’attività. Se questo non
fosse possibile, il piano ISR deve essere adattato per fornire le informazioni minime
necessarie per reagire rapidamente. Le CCIR, una volta che il contatto è stato
stabilito, dovrebbero focalizzarsi su: entità, capacità, intenzioni, grosso, supporti e
vulnerabilità nei confronti del fuoco indiretto.
9.5.2.3 Manovra
Le peculiarità più importanti del combattimento d’incontro sono: scarsità
d’informazioni e limitato tempo a disposizione per conseguire una situazione
182 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
favorevole. La rapidità di azione è fondamentale e riduce le possibilità del nemico di
salvaguardare la propria libertà d’azione. In tale quadro la perfetta conoscenza delle
procedure operative è la chiave del successo. Qualora il nemico abbia un rapporto di
forze favorevole, oppure sia ad un livello di prontezza più elevato, è necessario
ingaggiarlo con la massima potenza di combattimento disponibile e nel più breve
tempo possibile, allo scopo di impedirgli lo spiegamento delle forze e di prevenirlo
nello sfruttamento del terreno. Ciò permette di guadagnare tempo per consentire
l’intervento da parte del Comando superiore o prepararsi per l’azione successiva, sia
essa offensiva o difensiva.
9.5.2.4 Fuoco
Generalità.
Il combattimento d’incontro avviene, come già detto, tra due unità in movimento.
Il piano di supporto del fuoco è già in atto per supportare la missione in corso.
Un contatto inaspettato può richiedere l’assegnazione di nuovi compiti agli assetti
del supporto di fuoco; tra questi si evidenziano le piattaforme per il lancio di
missili, i sistemi Surveillance and Target Aquisition (che potrebbero avere solo
bisogno di manovrare le loro traiettorie o il loro raggio di osservazione), l’impiego
di Supporto Aereo Ravvicinato (CAS) e UAV.
Supporto di Fuoco.
È importante che l’artiglieria sia dislocata per supportare gli elementi più avanzati
delle forze combattenti. Gli osservatori avanzati dell’artiglieria vanno distaccati
presso la forza a contatto. Il combattimento d’incontro è anche una situazione
ideale in cui bisogna far uso di mine sparse per restringere la libertà di manovra
del nemico. La velocità con la quale il supporto di fuoco reagisce dipende dalla
velocità di risposta dei Fire Support Team, che devono eseguire due compiti:
acquisire ed attaccare gli obiettivi in linea con le misure previste dal
Battlespace Management, per fissare il nemico e guadagnare tempo e libertà
di manovra;
pianificare ed erogare il fuoco richiesto per supportare la linea d’azione del
Comandante, in risposta all’incontro.
Guerra elettronica.
Una volta che le unità sono venute a contatto possono essere lanciati attacchi
elettronici per scompaginare e degradare i sistemi di C2 del nemico, il suo ISR e
le comunicazioni del supporto di fuoco.
9.5.2.5 Protezione
In un combattimento d’incontro, le prime considerazioni in materia di protezione
sono di massima le stesse adottate durante le attività offensive.
Difesa c/a. Le armi della difesa c/a sono schierate in maniera da fornire la
massima protezione sul davanti del dispositivo, in quanto le forze nemiche sono
183 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
spesso supportate da elicotteri armati o sono schierate sotto copertura aerea o
per mezzo del trasporto aeromobile.
Mobilità e contro-mobilità. Alle unità del genio è richiesta una considerevole
velocità di reazione e di iniziativa. I compiti inerenti alle missioni di mobilità e
contro-mobilità sono:
apertura di una breccia o attraversamento d’ostacoli;
realizzazione d’itinerari;
impiego rapido d’ostacoli sul fronte e sui fianchi. La protezione di un fianco
esposto può essere ottenuta anche tenendo pronta una riserva per condurre
contrattacchi. A tal fine, possono essere utilizzati, se disponibili, anche
elementi della ricognizione, elicotteri e difesa aerea ravvicinata.
9.5.2.6 Sostenibilità
Se il combattimento di incontro si sviluppa a seguito di un movimento per il contatto
è verosimile che l’unità si stia allontanando dalle zone logistiche; quindi deve disporre
di sufficiente flessibilità logistica per adattarsi al cambiamento di situazione. È
importante comprendere le limitazioni e i vincoli logistici che possono condizionare la
libertà di manovra. Il focus deve essere posto sulle munizioni, sul carburante e
sull’evacuazione dei feriti. Un’attenzione particolare deve essere posta sulle attività di
ripianamento del munizionamento d’artiglieria e dei mortai.
184 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
9.5.3 Condotta
Nel combattimento d’incontro, di norma, la G.U. conduce un attacco speditivo con
una manovra di avvolgimento. Di conseguenza, si articola in una forza di fissaggio,
una forza di attacco e una riserva. La consistenza della forza di fissaggio dipende
dalla consistenza dell’unità nemica. È opportuno contenerla al mimino indispensabile
per poter concentrare il combat power nella forza di attacco. La forza di fissaggio
sceglie le proprie posizioni in funzione della direzione di movimento del nemico e
della propria direzione di attacco. Il compito della forza di fissaggio, sostenuta dal
fuoco di supporto, è di impedire al nemico di contro manovrare e di rallentarne o
arrestarne il movimento.
La forza di attacco manovra per portarsi sulla direzione di attacco, scelta in modo da
Figura 47: Esempio di combattimento d’incontro
185 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
poter incidere sul fianco del dispositivo nemico, e assume una formazione che
consenta di esprimere il massimo volume di fuoco sulla fronte. Una volta assunta la
formazione attacca l’unità nemica eliminandone progressivamente i vari elementi
difensivi.
La riserva, come sempre, può essere utilizzata per fronteggiare esigenze impreviste
e/o per sfruttare opportunità favorevoli.
9.6 RICONGIUNGIMENTO (LINK-UP)
9.6.1 Scopo e Principi
Il ricongiungimento è un’attività abilitante mediante la quale forze amiche, anche non
della stessa nazione, si ricongiungono in territorio controllato dal nemico. Si
materializza quando viene stabilito il contatto tra due o più unità/formazioni amiche
che possono avere la stessa o differenti missioni. In un’attività di ricongiungimento
può essere necessario distruggere il nemico che, eventualmente, tentasse di
impedirlo. Il ricongiungimento può essere pianificato all’inizio dell’attività, ma anche
azione durante. Le forze amiche possono operare secondo le seguenti modalità:
avvicinamento contemporaneo di una forza verso l’altra;
stazionamento di un’unità con l’altra in movimento;
avvolgimento di una forza da parte dell’altra.
Tali azioni sono condotte più frequentemente per:
completare l’accerchiamento della forza nemica;
facilitare la rottura dell’accerchiamento di una forza amica;
unire una forza amica attaccante con un’altra (aeromobile, avioportata o anfibia)
precedentemente immessa nelle retrovie del nemico.
9.6.2 Elementi per la pianificazione
9.6.2.1 Comando
L’esigenza di un ricongiungimento può essere prevista sin dalla fase di pianificazione,
ovvero può rivelarsi necessaria nel corso di un’attività tattica, pertanto va pianificata
in funzione dell’evolversi della situazione. Nella pianificazione del ricongiungimento è
necessario prestare attenzione a:
Unicità di Comando. Quando due o più forze si congiungono è necessario
designare un unico Comandante. Tale designazione va fatta il prima possibile per
consentire la pianificazione. Tempistica e condizioni sotto le quali il Comando
viene assunto vanno definite chiaramente.
Battlespace Mangement. Nel ricongiungimento è elevato il rischio di fuoco
amico. Occorre, pertanto, definire ed adottare misure di controllo semplici e
chiare per minimizzare tale rischio. Queste includono:
direttrici di avvicinamento e limiti di settore;
obiettivi da tenere o conquistare da parte di ciascuna forza;
186 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
luogo del ricongiungimento;
modalità di riconoscimento fra le forze amiche;
tempistica dell’attività per le forze coinvolte;
l’uso di FSCM, specifiche RFL e NFA.
Comunicazioni e collegamento. È fondamentale il collegamento tra le forze, che
prendono parte all’attività, e il Comandante responsabile dell’attività. Le
comunicazioni, di norma in queste circostanze, possono solamente essere
mantenute via radio. La definizione delle modalità di dettaglio, concernenti i
collegamenti e le comunicazioni, è inserita nel piano generale del Comandante;
laddove ciò non fosse realizzabile, queste predisposizioni vengono lasciate,
quanto più scrupolosamente possibile, all’iniziativa delle due forze che eseguono
l’attività di ricongiungimento. Le misure includono:
squadre di collegamento;
parole d’ordine, segnali visivi d’identificazione e procedure d’autenticazione
radio e codici;
linee e punti di riferimento.
9.6.2.2 Intelligence
Le forze amiche che si muovono per effettuare il ricongiungimento hanno bisogno di
informazioni sulla forza e sulla disposizione del nemico, così come sulla posizione e
sulla tipologia degli equipaggiamenti delle forze amiche, soprattutto se il nemico usa
armi ed equipaggiamenti similari.
9.6.2.3 Manovra
Le attività di ricongiungimento sono per loro natura offensive e, pertanto, le unità
incaricate della loro condotta devono essere in grado di esprimere potenza di fuoco
e/o di mobilità superiori a quelle del nemico. Le forze corazzate sono spesso le più
appropriate per portare a termine questo tipo di attività, laddove sussista l’esigenza
della disponibilità di potenza di fuoco e mobilità per disarticolare il dispositivo nemico
e portare a termine il congiungimento ad esempio con una forza
avioportata/aeromobile. In tali azioni lo sgombero delle strade e delle resistenze
nemiche sono essenziali per un adeguato completamento dell’attività.
9.6.2.4 Fuoco
La pianificazione del fuoco a supporto di un’attività di ricongiungimento deve tenere
conto:
dell’applicazione del principio secondo il quale l’artiglieria deve essere comandata
al più alto livello e controllata al più basso, che facilita l’operazione di
ricongiungimento. Questo consente al Comando superiore di mantenere la
Situational Awareness sull’azione di fuoco di entrambe le forze per garantire
l’unitarietà dell’azione;
dell’uso appropriato e l’implementazione efficace di FSCM e di ACM (Airspace
187 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Control Measures – Misure di controllo dello spazio aereo);
dell’integrazione e la sincronizzazione degli assetti STA, inclusi i Fire Support
Team, tra le forze che operano il ricongiungimento per assicurarsi che il controllo
del fuoco sia efficace. Il passaggio di consegne tra i Fire Support Team deve
svolgersi al livello più basso possibile, e deve includere anche i singoli obiettivi;
della coordinazione tra i sistemi di difesa aerea a terra (Ground Based Air
Defense) e i sistemi di difesa aerea ravvicinata (Close Air Defense) delle forze
che operano il ricongiungimento;
dell’impiego delle CAS e di elicotteri d’attacco nello spazio vuoto tra le forze, che
deve essere adeguatamente controllato.
dell’impiego della EW, che deve essere coordinato allo scopo di evitare
interferenze reciproche e duplicazione di compiti.
9.6.2.5 Protezione
Le misure da prevedere per la protezione si concentreranno sulla protezione fisica e
sulla sicurezza delle operazioni (OPSEC) quali:
Difesa c/a. Occorre adottare le misure necessarie per essere sicuri che gli
elementi della difesa aerea non ingaggino velivoli amici in supporto delle forze
che effettuano il ricongiungimento. La coordinazione tra aerei, elicotteri con le
forze a terra è essenziale.
Mobilità e contro mobilità. Le attività di ricongiungimento richiedono un’attenta
coordinazione delle attività del genio, specialmente nel caso in cui la forza “in
posizione” abbia preparato posizioni difensive che necessitino di essere superate
dalle unità in arrivo. Inoltre, vanno evitati inutili duplicazioni tra gli assetti del
genio inseriti nei vari gruppi isolati di forze. I compiti del genio prevedono:
sostegno alla mobilità tramite l’apertura ed il mantenimento degli assi di
movimento e di ricongiungimento;
protezione dei fianchi durante l’avanzata per il ricongiungimento, usando
rapidamente ostacoli mobili come mine, se necessario;
rinforzo di obiettivi durante la fase di ricongiungimento, attraverso difese ed
ostacoli;
apertura di una breccia degli ostacoli prima del ricongiungimento (se
necessario).
Identificazione. Occorre prevedere misure di coordinamento per evitare il rischio
di fuoco amico.
OPSEC. devono essere considerate nel dettaglio tutte le misure atte a proteggere
i piani prevenendo così il nemico nella comprensione delle nostre intenzioni.
Inganno. Il nemico deve essere influenzato da un piano di inganno teso a
mascherare il ricongiungimento. Dato che avviene in territorio nemico, occorre
prendere in considerazione i seguenti aspetti:
188 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
il tessuto umano e sociale (human terrain) e l’impatto che tale operazione può
avere sulla popolazione locale;
come aggirare le posizioni nemiche e come sfruttare le opportunità.
9.6.2.6 Sostenibilità
Il CSS nelle attività di ricongiungimento è molto complesso. Le predisposizioni da
adottare sono simili a quelle per le attività tattiche offensive, ma si può verificare la
necessità di trasportare a domicilio i materiali per le forze con cui si prevede il
ricongiungimento. In particolare, vanno analizzati i seguenti fattori:
distanza dall’area dell’obiettivo;
tempo entro cui l’area dell’obiettivo è alimentata;
sostituzione della forza in stazionamento.
9.6.3 Condotta
Sussistono varie tipologie di ricongiungimento. In particolare lo stesso può avvenire:
tra una forza “in posizione” ed una forza in movimento;
tra due forze in movimento.
9.6.3.1 Ricongiungimento tra una forza “in posizione” ed una forza in
movimento
Quando una forza si muove per ricongiungersi con una forza stazionaria sono
necessarie le seguenti procedure (Figura 48 e Figura 49):
il ricongiungimento deve essere completato il più rapidamente possibile per
ridurre le possibilità del nemico di reagire;
individuazione di punti di ricongiungimento in cui avviene il contatto tra gli
elementi avanzati della forza in movimento e gli elementi di sicurezza dell’unità in
stazionamento;
definizione di una RFL per evitare che le forze convergenti siano investite
reciprocamente dal fuoco amico;
l’unità mobile conduce un movimento per il contatto molto rapido;
una volta che il ricongiungimento è stato completato il Comandante unico
designato conduce l’eventuale azione successiva.
189 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Figura 48: Esempio di ricongiungimento – Fase I
Figura 49: Esempio di ricongiungimento – Fase II
9.6.3.2 Ricongiungimento tra due forze in movimento
Il ricongiungimento tra due forze mobili viene di norma condotto per completare
l’accerchiamento di una forza nemica e prevede almeno le seguenti procedure
(Figura 50):
definizione di punti per il ricongiungimento principali e alternati lungo l’itinerario
dove le due forze si congiungono;
applicazione di un Battlespace efficace;
190 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
identificazione reciproca da parte degli elementi della ricognizione il prima
possibile;
possibilità di comunicazione su di una frequenza comune tra gli elementi avanzati
delle due unità.
Figura 50: Esempio di rincongiungimento tra due forze in movimento
9.7 RIPIEGAMENTO (WITHDRAWAL)
9.7.1 Scopo e principi
Il ripiegamento, normalmente, avviene a seguito dell’andamento sfavorevole di un
combattimento. Si prefigge lo scopo di riacquistare la libertà d’azione perduta o
compromessa e di creare i presupposti per la condotta efficace di un’attività offensiva
o di una difensiva su una nuova posizione. È un’azione tra le più difficili, che mette a
dura prova le capacità, la tenacia e la saldezza morale delle unità che la conducono.
Richiede un’azione di comando forte, che esalti la consapevolezza che il ripiegamento
rappresenta l’indispensabile premessa per una successiva, efficace azione. Maggiore
è la mobilità e la potenza di fuoco residua, e maggiori sono le possibilità di successo
del ripiegamento.
Il ripiegamento è di norma condotto:
quando il Comandante decide di rompere il contatto col nemico. Il contatto
dovrebbe comunque essere mantenuto attraverso altri mezzi quali, ad esempio,
fuoco indiretto, ricognizione o sorveglianza;
per minimizzare l’interferenza del nemico e preservare il proprio potere di
combattimento, ed in particolare, la componente fisica e morale.
Occorre in ogni caso mantenere la capacità di passare rapidamente alla condotta di
attività offensive o difensive.
L’ordine di ripiegamento viene sempre approvato dal Comandante superiore all’unità
191 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
che intende condurlo. Il ripiegamento può essere condotto per le seguenti ragioni:
l’unità rischia di essere sopravanzata, neutralizzata o accerchiata;
l’obiettivo è stato raggiunto ma non è più necessario o opportuno mantenerlo;
il rapporto di forze è decisamente sfavorevole;
si intende attirare il nemico in una situazione più favorevole alle forze amiche;
l’unità si deve allineare al movimento delle unità contermini;
gli schieramenti vengono modificati per rettificare la fronte;
l’unità non può più essere sostenuta logisticamente;
in applicazione al piano di inganno.
I principi guida per il ripiegamento sono:
coordinamento;
semplicità;
sicurezza;
atteggiamento offensivo;
flessibilità.
9.7.2 Elementi per la pianificazione
9.7.2.1 Comando
Generalità. Se il ripiegamento avviene a contatto col nemico occorre prevedere
che:
l’abbandono delle posizioni, effettuato a partire dai complessi di forze più
arretrati, avvenga rapidamente e simultaneamente per le forze a contatto;
le unità di copertura, incaricate del frenaggio, siano già in posizione e pronte
ad iniziare la loro azione;
gli itinerari per il ripiegamento siano percorribili e disponibili per tutta la durata
dell’azione;
autorità di Comando da assegnare e/o delegare ai Comandanti durante le
varie fasi dell’attività;
il dispositivo utilizzato rimanga ben equilibrato per tutta la durata dell’azione.
Fattori chiave per il successo. Il successo dipende dal mantenimento del morale,
da uno stretto controllo delle operazioni e dalla sicurezza. Durante il
ripiegamento, il Comandante continua il processo di pianificazione per l’attività
successiva.
Morale. Il morale è una componente fondamentale del fighting power e quindi
occorre sfruttare tutte le opportunità per mantenerlo elevato. Per esempio con:
dislocazione dei Comandanti nei punti di maggiore sensibilità in relazione alla
situazione;
costante informazione del personale sullo scopo dell’attività e sulla situazione
192 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
reale;
condotta efficiente di tutte le attività logistiche, in particolare dell’evacuazione
dei feriti;
mantenimento di un atteggiamento offensivo.
Battlespace Management. Le misure di controllo pianificate per un ripiegamento
includono:
sequenza per l’abbandono delle posizioni da parte delle unità;
squadre di collegamento che precedono le unità in ripiegamento per
coadiuvare il controllo e l’identificazione;
identificazione di assi e itinerari di ripiegamento;
linee di rapporto e di coordinazione;
misure di controllo del traffico;
check points;
Fire Support Coordination Measures;
orari per fasi e sequenze critiche119;
controllo di demolizioni pianificate.
Comunicazioni. Il controllo delle emissioni (EMCON) compensa la necessità di
Comando e Controllo con l’obbligo di non dare informazioni al nemico.
9.7.2.2 Intelligence
Il ripiegamento richiede una disponibilità continua di informazioni sul nemico. In
particolare, bisogna ricercare quegli indicatori che possano rivelare se il nemico ha
capito le nostre intenzioni. Gli assetti ISR possono essere impiegati anche per
supportare e implementare il piano di inganno. La controinformazione è
particolarmente curata prima e durante il ripiegamento.
9.7.2.3 Manovra
Per tutto ciò che riguarda gli aspetti legati alla manovra, si può fare riferimento a
quanto già esposto in merito per l’attività tattica difensiva del frenaggio, in quanto le
modalità esecutive sono molto simili. Tuttavia, in merito all’impiego delle forze,
queste di massima possono essere così suddivise.
Aliquota di protezione, il compito è di impedire che il nemico possa agganciare il
grosso della Forza. All’inizio dell’azione, essa si schiera sul tergo della
preesistente posizione difensiva per proteggere il ripiegamento del grosso della
119 Il Comandante controlla il ripiegamento imponendo due tempi “chiave”. In particolare, l’orario:
- prima del quale non ci sono movimenti a ritroso se non per traffico normale e per le unità in ricognizione;
- fino al quale la posizione non è lasciata al nemico. Questi orari costituiscono la base del piano di trafilamento. È necessaria, anche se non obbligatoria, la determinazione di altri due momenti importanti: il momento in cui le truppe avanzate possono cominciare a ritirarsi e a diradarsi e l’altro entro il quale tutte le truppe si trovano non oltre la linea di riferimento stabilita. Questi due momenti sono particolarmente utili per coordinare il fuoco di supporto.
193 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
forza, imponendo nel contempo al nemico il maggior ritardo e logoramento
possibili.
Grosso della forza, la cui azione si sviluppa attraverso l’abbandono delle posizioni
occupate ed il movimento retrogrado.
Riserva: di norma svolgono tale funzione parte delle truppe non a contatto con
l’avversario. Il loro compito sarà di condurre limitati contrattacchi per:
contrastare/eliminare penetrazioni nemiche, agevolare lo sganciamento delle
truppe amiche a contatto, rinforzare le aree minacciate e proteggere le vie di
ripiegamento.
9.7.2.4 Fuoco
Le modalità di ripiegamento determinano il tipo di supporto di fuoco. Quando è
necessario sganciarsi rapidamente e simultaneamente (break clean) il supporto di
fuoco è fondamentale per fissare il nemico e favorire l’abbandono delle posizioni. La
distanza che deve essere coperta dal ripiegamento determina anche la complessità
del piano di supporto del fuoco. Inoltre può essere necessario effettuare cambi di
schieramento per supportare il ripiegamento, cosa che richiede la disponibilità di
itinerari dedicati. Se disponibili e le condizioni meteo lo consentono possono essere
richieste missioni di CAS e di elicotteri d’attacco. La pianificazione del supporto di
fuoco include:
Artiglieria
posizione e compiti degli assetti STA per dirigere e controllare il fuoco. Questo
richiede un piano STA che preveda sbalzi alternati all’indietro sia delle
piattaforme sia degli osservatori;
la definizione di azioni di fuoco continue e sviluppate in profondità, al fine di
fissare il nemico e negargli la libertà d’azione, per permettere l’abbandono
delle posizioni. Il ricorso ad un Targeting dinamico e continuamente
aggiornato contribuisce all’efficacia dell’azione;
appropriate misure di controllo (FSCM e ACM). In particolare la definizione
delle Coordination Fire Line, iniziale e successive, da aggiornare in base al
movimento dell’unità in ripiegamento, per garantire la massima libertà
d’azione agli assetti di fuoco coordinati dal Comando superiore;
azioni di fuoco come parte del piano di inganno;
interventi fumogeni/nebbiogeni per occultare il movimento o ostacolare
l’acquisizione degli obiettivi da parte del nemico (punti di obbligato passaggio,
strettoie, punti di vulnerabilità che il nemico potrebbe controllare con
l’osservazione);
indicazioni sul consumo di munizioni previsto, per consentire il ripiegamento, il
prima possibile, del massimo numero di mezzi logistici.
Fuoco aereo
194 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Il supporto aereo offensivo può essere utilizzato per colpire il nemico e impedirgli
di inseguire e/o bypassare le forze in ripiegamento. Inoltre, il supporto aereo
ravvicinato è particolarmente utile quando l’artiglieria, in movimento retrogrado,
può essere costretta a ridurre o interrompere il fuoco indiretto di supporto. Di
conseguenza, i J-TAC (Joint Terminal Attack Controller) si affiancano agli
elementi dell’aliquota di protezione. La versatilità e la capacità di colpire a
distanza rendono gli elicotteri d’attacco particolarmente idonei a supportare
l’abbandono delle posizioni da parte del grosso e l’azione dell’aliquota di
protezione, soprattutto per agevolarne lo sganciamento.
Guerra Elettronica (EW)
Gli assetti EW sono particolarmente utili per eseguire il piano d’inganno così
come per disarticolare il sistema C2 nemico.
9.7.2.5 Protezione
La cornice di sicurezza alle unità in ripiegamento è garantita dall’unità di Copertura,
che agisce con spiccata aggressività mediante fuoco a distanza, agguati reiterati e
contrattacchi locali. Inoltre bisogna considerare anche i seguenti aspetti:
OPSEC: il ripiegamento avviene, di norma, in un quadro di superiorità, sia
terrestre sia aerea, nemica. La cornice di sicurezza:
è ricercata attraverso la sorpresa, effettuando l’abbandono di posizioni di notte
o in condizioni di visibilità limitata;
è supportata con un piano d’inganno dettagliato e articolato
è garantita essenzialmente dal fuoco di artiglieria, incaricata di battere
obiettivi sul davanti delle posizioni che dovranno essere abbandonate per
fornire copertura e guadagnare tempo.
Difesa c/a
Un aspetto vitale assume l’azione difensiva contro gli aeromobili nemici.
L’organizzazione della difesa c/a s’ispira a criteri analoghi a quelli delle attività
tattiche difensive. In particolare, il ripiegamento si svolge nell’ambito della
copertura generale assicurata dal sistema di difesa aerea. Nella considerazione
che non ci sono mai sufficienti risorse disponibili per fornire un ombrello
protettivo sull’intera AOO, vanno definite delle priorità. Il piano della difesa aerea
garantisce la massima efficienza/efficacia nei momenti critici, gravitando in
corrispondenza delle aree in cui le forze in movimento retrogrado sono
particolarmente vulnerabili, oppure aree dove presumibilmente il nemico tenta di
infiltrare forze aerotrasportate, nonché in corrispondenza degli obiettivi sensibili
(PC, centri trasmissioni, complessi logistici ecc.).
La componente aerea della difesa c/a è essenziale ed è schierata in una zona
operativa riservata (Restricted Operating Zone - ROZ) per il tempo necessario.
Mobilità e contro-mobilità
195 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Il Genio è particolarmente coinvolto nel ripiegamento per:
preparare demolizioni ed ostacoli;
effettuare attività di contro mobilità al fine di facilitare soprattutto l’azione
degli elementi dell’aliquota di copertura/ di protezione;
agevolare il movimento del grosso rimuovendo gli ostacoli e garantendo la
disponibilità degli itinerari.
Il suo ordinamento tattico è ispirato in genere a criteri di decentramento.
Durante il ripiegamento, le attività di effettuazione di demolizioni ed attivazione
dell’ostacolo spesso ritardano l’attaccante più a lungo di qualsiasi altra azione. Gli
ostacoli naturali sono sfruttati per sbarrare il movimento e costituire le posizioni
intermedie. Gli ostacoli artificiali, qualora il tempo e le unità del genio siano
disponibili, vanno attuati mediante interruzioni stradali e campi minati, realizzati
prevalentemente con procedimenti rapidi. In tale contesto, i campi minati sono
un assetto fondamentale. Anche gli itinerari impegnati vanno vigilati e predisposti
per eventuali demolizioni. I principi basilari da osservare sono:
pianificazione dell’ostacolo effettuata ai più alti livelli di Comando;
preparazione di demolizioni ed altri ostacoli lungo gli itinerari di movimento
preparati il più presto possibile. Questo è importante per le demolizioni
preliminari che vanno attentamente coordinate con il piano di ritirata;
demolizioni vanno coordinate lungo tutta l’AOO.
I lavori relativi alla viabilità (disponibilità degli itinerari di movimento) riguardano
essenzialmente il ripristino delle interruzioni stradali ed il miglioramento delle
rotabili esistenti.
Le unità incaricate di assolvere tali compiti operano di norma alle dirette
dipendenze delle Grandi Unità.
Le misure di controllo del traffico (organizzazione della circolazione) che
includono:
piano dei recuperi e delle riparazioni;
chiari accordi per gli sfollati utilizzando, qualora possibile, la polizia civile;
punti di controllo;
FSCL o FSSL e provvedimenti per il loro aggiornamento;
sincronizzazioni come richiesto per le fasi critiche o per il susseguirsi degli
avvenimenti;
chiari accordi per l’attuazione del piano delle demolizioni.
Ufficiali di collegamento precedono le truppe in ritirata per facilitare il controllo
ed il riconoscimento.
Difesa CBRN
Particolari accorgimenti vanno adottati in caso si conduca un’attività di ritirata in
196 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
un ambiente contaminato. In particolare, è necessario:
predisporre sia punti di controllo anti-contaminazione sia una severa disciplina
dei percorsi, nonché l’identificazione inequivocabile dell’equipaggiamento
contaminato. Inoltre, i veicoli contaminati ripiegano su direttrici specifiche;
ritirare progressivamente e reintegrare in posizioni intermedie e finali i
materiali di controllo e rivelazione anti CBRN. La decontaminazione, qualora il
tempo a disposizione lo consenta, è effettuata prima dell’occupazione di nuove
posizioni;
abbandonare riserve di materiali contaminati;
considerare che un attacco CBRN contro truppe in ritirata può avere un effetto
psicologico ben superiore alle reali perdite inflitte.
9.7.2.6 Sostenibilità
Il piano logistico prevede il sostegno del ripiegamento per tutta la sua durata,
soprattutto per quanto riguarda le munizioni, ed evita nel contempo che materiale
cada in mano del nemico. Tutti i materiali non essenziali devono essere trasferiti su
posizioni arretrate il prima possibile mentre il recupero dei mezzi inefficienti deve
essere rapido e, soprattutto, senza congestionare i punti di obbligato passaggio.
Sostegno sanitario. L’evacuazione sanitaria dei feriti ha un’importanza primaria
per il mantenimento del morale. I posti di medicazione, qualora la ritirata si
protraesse per un lungo periodo, ripiegano con sbalzi successivi.
Polizia Militare. Tale componente è utilizzata per l’assistenza nel controllo di
strade e la gestione dei prigionieri di guerra e degli sfollati.
Rifornimenti e trasporti. Le scorte avanzate, prima di iniziare il movimento
retrogrado, sono ridotte attraverso il blocco dei rifornimenti e, qualora possibile,
sgombrate quelle non necessarie. Le dotazioni di reparto vanno completate,
mentre le scorte su ruote vanno utilizzate come riserva. I rifornimenti a rotazione
vanno stabiliti per fare fronte a necessità urgenti ed in funzione a varianti del
piano operativo. Le perdite di materiale possono eccedere rispetto a quanto
pianificato, pertanto vanno previsti accordi specifici per il loro ripianamento.
Viene approntato un rifornimento immediato delle unità, una volta che queste
ultime hanno raggiunto le nuove posizioni.
Mantenimento. Tale azione è concentrata sulla rapida messa in efficienza
dell’equipaggiamento necessario alla condotta dell’attività. I mezzi di soccorso
vanno disposti sui punti critici per mantenere sgombere le strade e recuperare
quanto più materiale possibile.
Distruzione/inutilizzazione del materiale militare abbandonato. Va impedita
l’acquisizione, da parte del nemico, dell’equipaggiamento militare, delle scorte,
nonché dei materiali sanitari relativi alle forze amiche.
197 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
9.7.3 Condotta
9.7.3.1 Organizzazione e compiti
Per mitigare gli effetti negativi sul morale e per sfruttare al massimo la coesione
interna dei reparti in un'attività particolarmente difficile come il ripiegamento, occorre
mantenere inalterata la normale struttura organizzativa delle unità. L’eventuale
riarticolazione/riorganizzazione delle unità durante l’azione deve essere evitata per
quanto possibile. Occorre inoltre prestare attenzione a:
sorpresa e inganno;
occultamento e mascheramento;
assegnazione degli itinerari e definizione di un sistema di controllo del traffico.
9.7.3.2 Posizioni
Il ripiegamento verso una nuova posizione difensiva può prevedere una o più
posizione difensive intermedie. I criteri da considerare per la definizione delle
eventuali posizioni intermedie includono:
distanza dalla nuova posizione difensiva;
capacità residua dell’unità;
consistenza del nemico;
tempo necessario per preparare la nuova posizione.
La posizione intermedia deve per quanto possibile essere:
adeguatamente organizzata, al fine di costringere il nemico ad assumere il
dispositivo di attacco e a rallentare la propria progressione;
ad una distanza dalla posizione abbandonata tale da non poter essere
immediatamente ingaggiata dal fuoco indiretto nemico; obbligandolo a
manovrare gli schieramenti.
La nuova posizione difensiva principale deve, di norma, essere preparata il prima
possibile attuando tutte le misure possibili di occultamento. Le unità del genio e per
la ricognizione non coinvolte nei piani di contromobilità si rischierano nella nuova
posizione prima che il ripiegamento cominci.
9.7.3.3 Tempistica
I tempi fondamentali da definire sono due, l’inizio:
del movimento retrogrado delle unità non a contatto con il nemico;
della rottura del contatto da parte delle unità a contatto con il nemico;
Per il supporto di fuoco è inoltre da definire il momento in cui tutte le truppe sono al
sicuro dietro la linea di coordinamento designata.
198 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Figura 51: Esempio di Ripiegamento - Fase I
9.7.3.4 Sequenza del ripiegamento
Il ripiegamento, di norma, avviene secondo la seguente successione:
elementi della ricognizione e tutti i veicoli e materiali non necessari;
l’Aliquota di protezione (o Copertura) e le Riserve si portano nelle nuove
posizioni;
il grosso delle forze che dalla posizione da abbandonare trafilano attraverso
l’Aliquota di protezione nella nuova posizione. Gli elementi più arretrati ripiegano
per primi lasciando gli elementi più avanzati schierati sino all’ultimo;
l’Aliquota di protezione rompe il contatto una volta che il grosso ha ripiegato. Nel
caso di forte pressione nemica l’Aliquota di protezione inizia subito l’attività
tattica di frenaggio o, se necessario, impegna ad oltranza le forze nemiche al fine
di consentire il ripiegamento delle restanti forze.
Tale sequenza è ripetuta per ogni posizione intermedia. Il ripiegamento è concluso
quando l’unità è in grado di eseguire un altro compito.
9.7.3.5 Ripiegamento speditivo
In caso di necessità, il ripiegamento può essere condotto senza una preparazione
adeguata. In questo caso la priorità è di mantenere compatto il dispositivo.
La sequenza del ripiegamento prevede:
selezione delle posizioni arretrate da occupare e difendere. Tutte le unità non a
contatto si muovono verso tali posizioni e si preparano per una difesa speditiva;
condotta del frenaggio da parte delle unità a contatto, trafilando attraverso la
nuova posizione difensiva e occupando le Assembly Area, dove verrà ristabilito il
199 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
controllo. In questo caso, possono non essere disponibili le Unità di Copertura.
Figura 52: Esempio di Ripiegamento - Fase II
9.7.3.6 Shaping (Attività preliminari/plasmatura) del campo di battaglia
Durante il ripiegamento, la G.U. e il Comando superiore, plasmano lo spazio della
battaglia adottando misure per agevolare la manovra delle forze amiche e per
logorare e ritardare il nemico.
Tali misure includono:
la ricognizione di itinerari e posizioni;
il miglioramento degli itinerari e il controllo del traffico;
la protezione e/o osservazione degli itinerari da utilizzare;
l’evacuazione dei rifugiati e profughi;
l’evacuazione dei feriti, dei materiali e dei rifornimenti non necessari;
l’ occupazione e il controllo di punti di passaggio obbligato per il nemico;
l’integrazione degli ostacoli esistenti/realizzati e la loro protezione con il fuoco;
l’impiego del Joint Fires per rallentare il nemico, canalizzare le sue forze,
degradare il suo Comando e Controllo, logorarlo e indebolire la sua volontà e la
sua coesione;
la condotta di attacchi di disturbo per rallentarlo e impedirgli di mantenere il
momentum.
200 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
9.8 LA RITIRATA
La ritirata è un movimento retrogrado, simile alla marcia (par. 13 del presente
Capitolo IX), condotto fuori dal contatto con il nemico. Sebbene non a contatto,
l’unità rimane vulnerabile all’azione avvolgente del nemico.
9.9 L’AVVICENDAMENTO DI UNITÀ A CONTATTO E DI FORZE
ACCERCHIATE
L’avvicendamento di unità a contatto e di forze accerchiate (relief of encircled forces
and troops in combat) consiste nella cessione della responsabilità del combattimento
da un’unità ad un’altra. Di norma, l’avvicendamento può essere condotto quando
l’unità a contatto:
non è più in grado di continuare la propria missione;
deve essere resa disponibile per condurre attività in un’altra area;
ha assolto alla propria missione;
deve essere sostituita per evitarne l’eccessivo logoramento;
non è adatta a svolgere il compito assegnato;
ha completato il proprio ciclo operativo (sostituzione routinaria);
risulta essere accerchiata e non può:
continuare la difesa nello stato di unità accerchiata;
condurre una rottura dell’accerchiamento (breakout of encircled forces),
intraprendendo azioni offensive con il fine di ricongiungersi con le forze
amiche;
attaccare più in profondità nel territorio controllato dal nemico;
disporre di terreno difendibile;
assicurare i rifornimenti all’unità, trattare ed evacuare i soldati feriti;
mantenere il morale e la capacità di combattimento dei soldati.
In genere l’attività di sostituzione è intrapresa per mantenere intatta la potenza di
combattimento dell’intera forza.
Nell’ambito di queste azioni, il trasferimento della responsabilità operativa assume
aspetto rilevante. Il passaggio del Comando avviene a seguito di accordi diretti tra i
Comandanti che si affiancano per effettuare il trasferimento dell’autorità. Durante
l’azione di sostituzione, vi è un momento di congestione che incrementa la
vulnerabilità delle truppe coinvolte. La possibilità di confusione è rilevante, in quanto
i due sistemi di Comando operano contemporaneamente nella stessa area anche se
non vanno trascurati gli effetti benefici che scaturiscono dalla sincronizzazione della
potenza di combattimento di entrambe le forze. L’interoperabilità va garantita anche
quando questa attività riguarda due forze di differenti nazionalità. In questo caso,
vanno tenute in considerazione le seguenti predisposizioni:
201 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
la diversa organizzazione delle unità può richiedere accorgimenti specifici in
alcune aree, in particolare nella sostituzione sul posto;
il controllo del supporto di fuoco può richiedere speciali collegamenti;
le difficoltà linguistiche possono esigere l’impiego di guide;
il funzionamento delle comunicazioni può dipendere da specifici accordi.
Di seguito, i dettagli dei diversi tipi di avvicendamento.
9.9.1 Avvicendamento dell’unità in posizione (Relief In Place – RIP)
Nel RIP l’unità che subentra assume la missione dell’unità che viene avvicendata,
all’interno degli stessi limiti di settore. L’avvicendamento avviene, di norma, di notte
o in condizioni di limitata visibilità, per celarlo il più possibile al nemico.
L’avvicendamento può essere pianificato o speditivo e si svolge di norma nel più
breve tempo possibile.
Pianificato. In questo caso le unità:
si scambiano piani e ufficiali di collegamento;
conducono briefing e ricognizioni dettagliate;
emanano ordini scritti.
Speditivo. La sostituzione speditiva è pianificata e condotta tramite ordini verbali
e frammentari. Il personale di collegamento, e quello ritenuto necessario, viene
lasciato in posizione per assistere l’unità che subentra fino al completo passaggio
di responsabilità. Le forze provenienti dalle unità da combattimento, supporto al
combattimento e sostegno logistico rimangono con la forza subentrante fino a
che i piani relativi agli ostacoli, supporto di fuoco, contrattacco e CSS non siano
stati coordinati.
Sostituzione simultanea o sfalsata. La decisione, se effettuare una sostituzione
simultanea o sfalsata, dipende essenzialmente dal tempo disponibile e dalle
condizioni locali. Qualora le forze siano rilevate simultaneamente nell’intero
settore, le attività vanno effettuate in tempi brevi, in quanto tali procedure, oltre
a ridurre la capacità difensiva del dispositivo, facilitano il nemico
nell’individuazione di consistenti spostamenti d’unità. Di contro, una sostituzione
sfalsata richiede una maggior disponibilità di tempo, peraltro una parte rilevante
della forza salvaguarda la capacità difensiva delle unità. La decisione inerente al
metodo da implementare prende in considerazione:
la missione ricevuta,
lo stato dell’equipaggiamento inerente al personale dell’unità cedente e di
quella subentrante;
la capacità del nemico di individuare ed interferire l’avvicendamento;
la possibilità di avere a portata di mano una riserva in grado di contrastare
ogni minaccia;
202 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
le caratteristiche del terreno;
la necessità di variare gli schemi di manovra relativi all’avvicendamento;
le eventuali modifiche dell’equipaggiamento;
la capacità dell’unità avvicendata di mantenere una coerente difesa;
il principio per cui le unità di supporto al combattimento normalmente non
vengono sostituite nello stesso tempo delle unità da combattimento.
Tempi. La durata dell’attività di avvicendamento è, di norma, tale da consentire il
passaggio delle informazioni essenziali che includono:
situazione tattica in corso e valutazione intelligence;
piani e ordini in atto, incluso il piano di inganno;
organizzazione dell’area e posizione di itinerari e strade;
piano logistico;
sequenza dell’avvicendamento;
posizione di unità che non saranno avvicendate;
tempistica, con particolare riferimento al Transfer of Authority (ToA);
dettagli del collection plan.
Un attento piano degli itinerari, una supervisione accurata del traffico ed il relativo
controllo sono essenziali per evitare la congestione del movimento. A tal fine il
piano relativo al movimento ed al controllo sono concettualmente semplici, ma
sufficientemente dettagliati. I movimenti in direzioni opposte, se possibile, vanno
pianificati su strade e piste separate, mentre quelli trasversali vanno evitati. Le
formazioni/unità subentranti e cedenti si avvalgono, qualora possibile, dei trasporti
allocati per l’attività.
9.9.1.1 Elementi per la pianificazione
9.9.1.1.1 Comando
Il Comandante uscente mantiene la responsabilità della difesa della posizione sino al
ToA. Entrambi i Comandanti rimangono affiancati per l’intera durata del rilevamento.
Il Comandante subentrante assume il Comando degli elementi dell’unità uscente che
non sono ancora stati avvicendati e designa un Posto Comando Tattico avanzato per
affiancarlo a quello in uscita.
Il ToA a livello G.U., di norma, avviene quando almeno due unità subordinate sono
state avvicendate (es. a livello Brigata quando due o più gruppi tattici sono stati
avvicendati).
Una sostituzione inizia all’atto dell’avvicendamento della prima unità. L’ordine di
successione con il quale inizia tale attività dipende dallo stato di forza dell’unità che è
rilevata e dalla situazione operativa. Le unità avanzate, qualora abbiano sostenuto
pesanti perdite e la propria efficienza sia stata significativamente ridotta, possono
essere avvicendate per prime.
203 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
È preferibile, peraltro, iniziare la sostituzione dal dietro all’avanti per agevolare i
movimenti e la gestione delle forze. Inoltre, richiedono uno stretto coordinamento,
fra tutti i PC impegnati, le attività relative al controllo del traffico, al coordinamento
del supporto di fuoco, alla rete delle comunicazioni, alle installazioni e al piano degli
ostacoli.
Il Comando sovraordinato alle unità in avvicendamento, definisce:
tempi;
itinerari da utilizzare e linee di controllo (report lines);
modalità esecutive per i team di collegamento, gli elementi della ricognizione e il
Posto Comando Tattico Avanzato;
supporto di fuoco;
piani di inganno e OPSEC;
difesa aerea e Airspace Control Measures;
sostegno logistico (equipaggiamenti, scorte e supporto sanitario).
Il piano delle trasmissioni supporta quello di inganno che, a sua volta, include tutti
quei dettagli che le due forze impegnate necessitano per coordinare l’azione. La
sostituzione, a tutti i livelli, è condotta sulla frequenza del Comando dell’unità
cedente ed è necessario mantenere i collegamenti, possibilmente inalterati per tutta
la durata dell’attività. Sono richieste una stretta cooperazione ed un efficace
coordinamento tra le unità schierate e quelle subentranti. Uno scambio d’Ufficiali di
collegamento è necessario per coordinare il passaggio di responsabilità. Tale
personale rimane con le unità subentranti fino a che esse non abbiano
“familiarizzato” con la situazione. A livello Grandi Unità, è consuetudine scambiarsi
Ufficiali di collegamento tra gli staff e tra le unità operative e logistiche.
9.9.1.1.2 Intelligence
Per un’efficiente gestione di una sostituzione, gli sforzi dei due staff del G2 (sia in
avvicendamento che schierato) si coordinano e si integrano. Il Comandante dell’unità
subentrante definisce le sue esigenze informative precedentemente
all’avvicendamento, il G2 dell’unità schierata, inizia il processo di raccolta delle
informazioni, usando gli assetti ISR presenti sul posto. Nel momento in cui inizia
l’avvicendamento, c’è una stretta collaborazione tra assetti ISR cedenti e subentranti,
allo scopo di evitare una dispersione nel piano di ricerca. L’avvicendamento dello
staff del G2 avviene senza provocare interruzioni nel processo informativo.
9.9.1.1.3 Manovra
Movimento. E’ necessario bilanciare un rapido avvicendamento con i pericoli
derivanti dalla riduzione delle capacità operative e dal rischio di scoperta a causa
del possibile congestionamento dell’area.
Nel decidere le modalità di esecuzione, di norma, vengono considerate:
la missione successiva delle unità uscenti;
204 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
le condizioni operative delle unità uscenti (materiali e personale);
la missione da svolgere da parte dell’unità subentrante
la capacità del nemico di scoprire e interferire con l’attività;
l’esigenza di riserve per contrastare ogni possibile interferenza;
il terreno;
lo schema dell’avvicendamento;
lo scambio di equipaggiamento.
Assegnazione di strade/itinerari. Al fine di rendere più fluida la condotta
dell’avvicendamento, la pianificazione, di norma, prevede l’assegnazione degli
itinerari da utilizzare e le modalità per la gestione del traffico. In particolare, è
opportuno prevedere che:
i movimenti in direzioni opposte avvengano lungo itinerari differenti;
i movimenti laterali siano ridotti al minimo;
gli assetti assegnati dal comando superiore siano resi disponibili per entrambe
le unità.
9.9.1.1.4 Fuoco
Artiglieria. Le unità di artiglieria effettive all’unità uscente garantiscono il
supporto di fuoco sino ad avvicendamento concluso. Gli aspetti, di norma, da
considerare nella pianificazione del supporto di fuoco sono:
le NAI e le TAI, gli obiettivi da battere (sia individuati topograficamente che
balisticamente), e le misure per il Battlespace Management, quali le FSCM e le
ACM;
il mantenimento di un coerente Surveillance and Target Aquisition Plan
durante l’avvicendamento (handover). La realizzazione dei collegamenti tra gli
elementi chiave del supporto di fuoco è di vitale importanza. Deve essere
definito il momento del passaggio di responsabilità del controllo del supporto
di fuoco tra le due unità;
le misure di coordinamento per la sostituzione delle unità di artiglieria. Se
l’avvicendamento avviene con lo scopo di proseguire con un attacco, entrambe
le unità forniscono il supporto di fuoco all’azione;
le aree di schieramento per le unità di artiglieria in afflusso, evitando le
posizioni già individuate dal nemico e quelle già occupate.
Aerei ed elicotteri. Il migliore effetto viene raggiunto quando le CAS ed il fuoco
degli elicotteri sono pienamente integrate con le capacità di fuoco terrestre. Una
locale superiorità aerea ridurrà la vulnerabilità delle forze durante i periodi nei
quali non potrà essere evitato l’ammassamento di truppe.
EW. Gli assetti di guerra elettronica supportano il piano di inganno e forniscono
intelligence sul nemico.
205 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
9.9.1.1.5 Protezione
Difesa aerea. La presenza contemporanea delle unità cedenti e subentranti rende
l’avvicendamento vulnerabile agli attacchi aerei. Per mitigare i rischi, oltre
all’adozione delle misure per la difesa aerea, può essere opportuna
l’assegnazione di assetti aggiuntivi. I compiti della difesa aerea comprendono la
protezione degli itinerari e delle unità a contatto con il nemico. Il raggiungimento
della superiorità aerea locale consente di contrastare efficacemente le minacce
aeree nemiche.
Genio. Alle unità genio può essere richiesto di svolgere compiti relativi alla
protezione delle forze subentranti. Altro elemento delicato da gestire è il
passaggio di responsabilità relativo agli ostacoli. Tale attività è una procedura
complessa, che si complica in un contesto multinazionale, in quanto i materiali, il
piano e le postazioni relativi agli ostacoli possono essere differenti rispetto a
quanto previsto per le forze subentranti. Pertanto, le unità genio di entrambe le
forze ricevono un preavviso adeguato e un tempo sufficiente per portare a
termine un corretto e dettagliato avvicendamento. In particolare, le informazioni
che vanno scambiate riguardano:
piano degli ostacoli e documentazione correlata;
informazioni sul genio e relativi database;
piani degli attraversamenti;
fortificazioni campali ed altri piani.
sicurezza e inganno. Il piano di inganno e le OPSEC sono pianificate dall’unità
cedente. Il piano di inganno include le misure per far credere che le attività
continuino come sempre, incluso il pattugliamento, le comunicazioni e il
movimento di mezzi.
CBRN. In un ambiente CBRN vengono considerati:
le aree contaminate e il tipo di contaminazione, che vengono accuratamente
indicate nel passaggio delle consegne e, se possibile, abbandonate;
il materiale contaminato, che non viene passato in consegna;
i sistemi di allarme CBRN, che devono essere integrati.
9.9.1.1.6 Sostenibilità
Le unità logistiche, di norma, non vengono avvicendate contemporaneamente alle
unità combat. Durante l’avvicendamento l’unità “in posizione” supporta l’evacuazione
e il trattamento dei feriti, il recupero e la riparazione dei mezzi, il ripianamento di
carburante e munizioni. L’unità subentrante viene rifornita al massimo delle sue
capacità di trasporto. Il piano logistico per il RIP include:
l’attribuzione delle responsabilità per il trattamento dei feriti e il MEDEVAC;
il movimento delle unità logistiche;
206 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
l’utilizzo dei mezzi di trasporto per le unità subentranti e uscenti;
il supporto della Nazione Ospitante (Host Nation Support – HNS);
l’uso di installazioni;
gli itinerari logistici da utilizzare.
9.9.1.2 Condotta
Una volta che la pianificazione è stata completata, l’esecuzione del RIP avviene in
maniera decentrata, sebbene supervisionata dal Comando superiore che ne ha deciso
l’effettuazione (Figura 53). Tale supervisione include:
tempistica e movimenti;
coordinazione degli assetti joint;
controllo del traffico;
azioni in corso;
capacità di continuare a condurre intelligence;
difesa aerea.
9.9.2 Avvicendamento di una unità accerchiata
L’avvicendamento di un’unità accerchiata si consegue facendo breccia nel dispositivo
nemico, raggiungendo l’unità accerchiata e restituendogli la libertà di manovra. In
questa situazione, è improbabile che l’unità accerchiata disponga di sufficiente potere
di combattimento per farsi breccia da sola nel dispositivo nemico. La rottura
dell’accerchiamento avviene attraverso un attacco pianificato da parte dell’unità in
afflusso, seguito dal ricongiungimento con l’unità accerchiata e quindi
dall’avvicendamento.
Figura 53: Avvicendamento
207 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
9.10 SCAVALCAMENTO (FORWARD PASSAGE OF LINES)
9.10.1 Scopo e principi
Lo scavalcamento è un’attività tattica con cui un’unità oltrepassa un’unità amica, già
a contatto con il nemico, per proseguirne l’azione o condurne una di tipo diverso.
L’unità “in posizione” fornisce all’unità subentrante la massima assistenza possibile,
incluso il supporto tattico e logistico.
Lo scavalcamento viene condotto quando:
l’unità a contatto ha esaurito lo sforzo offensivo ed è necessario l’intervento di
un’altra unità per continuare l’azione;
per continuare l’azione è richiesta un’unità che, per caratteristiche intrinseche,
appare maggiormente idonea;
l’unità subentrante è incaricata di occupare un terreno più favorevole per
continuare il combattimento;
l’unità incaricata di una irruzione (break in) muove attraverso una unità “testa di
ponte” (bridge head), come nel caso di superamento di ostacoli.
9.10.2 Elementi per la pianificazione
9.10.2.1 Comando
Il Comando e il Controllo dello scavalcamento è esercitato dal Comando
sovraordinato, che indica anche la missione dell’unità subentrante.
Le procedure di pianificazione per uno scavalcamento sono simili a quelle per
l’avvicendamento. Tuttavia occorre tenere in considerazione questi ulteriori aspetti:
l’unità in posizione:
rende sicura la linea di partenza (LD);
definisce e gestisce gli itinerari, soprattutto quelli che conducono alla LD
all’interno del proprio settore assicurando, inoltre il controllo del traffico;
definisce le aree di passaggio (ovvero dove la unità in arrivo dovrà passare)
dell’unità in arrivo e le misure per il Battlespace Management;
garantisce la difesa aerea, fino alla LD e anche più avanti, se possibile;
fornisce le guide;
garantisce il supporto di fuoco sino all’inizio dell’azione dell’unità subentrante;
assicura i rifornimenti, soprattutto di carburante, fino a scavalcamento
avvenuto.
l’unità subentrante:
enuclea il Posto Comando Tattico avanzato (che comprende elementi del G2,
G3, G1/G4, artiglieria e genio) da affiancare a quello dell’unità “in posizione”;
concorda con l’unità in posizione le aree di schieramento dell’artiglieria, le
Assembly Area, le zone di stazionamento e ogni altro tipo di area che è inclusa
208 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
nelle misure di Battlespace Management;
distacca Ufficiali di collegamento sia ai Comandi subordinati sia alle unità in
posizione.
tempistica. Il Comando sovraordinato include nel Preavviso d’Ordine (Warning
Order - WNGO) la tempistica per:
la pianificazione dei livelli inferiori;
il movimento e l’affiancamento dei comandi;
il movimento degli elementi della ricognizione, degli advance party e degli
elementi di supporto al combattimento;
l’emanazione degli ordini;
il movimento del grosso.
misure di coordinamento. L’unità subentrante assume la responsabilità della
condotta dell’azione al superamento della LD all’ora prestabilita. L’unità in
posizione passa sotto il Comando dell’unità subentrante, di norma, al momento
in cui questa supera la LD. L’unità in posizione continua a sostenere l’azione
dell’unità subentrante fin quando possibile, in relazione alla portata dei propri
sistemi d’arma.
9.10.2.2 Intelligence
L’unità subentrante sfrutta l’intelligence dell’unità in posizione e, una volta avvenuto
lo scavalcamento, l’unità subentrante impiega anche gli assetti ISR dell’unità in
posizione. Lo staff ISR del livello sovraordinato definisce le priorità della ricerca e si
assicura che gli assetti per la raccolta delle informazioni siano in grado di supportare
l’azione.
9.10.2.3 Manovra
L’unità subentrante scavalca le linee amiche con un dispositivo che le consente, di
norma, di avviare l’azione successiva senza fermarsi. Il Comando sovraordinato
agevola l’azione definendo le misure di coordinamento. Il supporto dell’unità in
posizione all’azione di scavalcamento termina quando le unità subentranti sono al di
fuori della gittata delle loro armi per il tiro diretto. Agli assetti del Combat Support
può essere chiesto di restare in posizione sino a nuovo ordine del Comando
sovraordinato.
9.10.2.4 Fuoco
La pianificazione del fuoco per lo scavalcamento ricalca, in linea di massima, quella
delle attività offensive. Inoltre nella considerazione che sono coinvolte due unità
distinte:
gli assetti dell’unità in posizione supportano l’unità subentrante e, dopo il
passaggio di responsabilità, tutto il fuoco disponibile è gestito dall’unità
subentrante;
209 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
i Comandi delle due unità coordinano le aree di schieramento per le artiglierie
dell’unità subentrante che, di norma, sono situate il più avanti possibile per
supportare l’azione senza doversi rischierare.
va previsto l’intervento con tiro nebbiogeno, per occultare i movimenti delle
proprie truppe;
la EW continua a supportare il piano di inganno, a raccogliere informazioni sul
nemico e ad effettuare azioni di disturbo (jamming).
9.10.2.5 Protezione
Lo scavalcamento avviene, di norma, in aree non occupate, quali i limiti di settore.
Ciò riduce la vulnerabilità dell’unità che scavalca una posizione occupata da un’unità
già a contatto col nemico.
Difesa c/a. Le esigenze di entrambe le unità devono essere coordinate dal livello
sovraordinato, poiché l’inevitabile concentrazione delle unità, durante l’attività,
aumenta la vulnerabilità agli attacchi aerei.
Aerei. La superiorità aerea locale garantisce la protezione dell’unità, in
particolare, quando la congestione di unità aumenta le vulnerabilità.
Genio. La bonifica e la manutenzione degli itinerari sino alla LD è responsabilità
dell’unità in posizione Gli assetti genio, schierati nell’area interessata, portano a
conoscenza fino ai minori livelli il piano degli ostacoli.
Sicurezza e inganno. L’avvicinamento dell’unità subentrante avviene, di norma, di
notte. Quando non è possibile evitare il movimento diurno, l’unità subentrante
può essere rinforzata con assetti per la difesa aerea. Per ingannare il nemico
circa le proprie intenzioni, l’unità in posizione continua a condurre le consuete
attività.
9.10.2.6 Sostenibilità
Il sostegno all’unità subentrante viene fornito dall’unità in posizione, inclusi:
il rifornimento, sino al superamento della LD;
l’evacuazione feriti e il trasferimento dei prigionieri;
il controllo dei rifugiati;
il controllo del traffico e delle rotabili;
il recupero e la riparazione dei veicoli.
Le scorte per il piano di fuoco vanno posizionate anticipatamente, cosicché l’unità
che avanza non è costretta ad impiegare la propria prima linea, che è tenuta a
disposizione per le successive attività. Il soccorso sanitario, compresa l’evacuazione
dei feriti, è coordinato con l’unità schierata che può fornire il supporto per tutta la
durata dell’attività.
La forza che avanza, di norma, assume la piena responsabilità degli assetti CSS a
partire dalla LD.
210 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
9.10.3 Condotta
Il movimento dell’unità subentrante avviene lungo più itinerari, diversi per cingolati e
ruotati. E’ opportuno dare fluidità al movimento, evitando soste e interruzioni, al fine
di non congestionare l’area. Il dispositivo, di norma, è articolato su: elementi per la
ricognizione, unità Combat Support (in modo da fornire supporto alle unità combat
che seguono), unità combat e unità combat service support. La sicurezza viene
garantita dall’unità in posizione. Talvolta le attività logistiche vengono svolte in
un’area di sosta avanzata (Forward Assembly Area - FAA) per garantire maggiore
autonomia alle unità durante l’azione.
Figura 54: Scavalcamento
9.11 RIPIEGAMENTO ATTRAVERSO POSIZIONI PRESIDIATE
(REARWARD PASSAGE OF LINES)
Il ripiegamento attraverso posizioni presidiate è un’attività nella quale un’unità si
muove all’indietro attraverso una posizione difensiva occupata da un’altra unità, per
schierarsi su una posizione più arretrata. Normalmente l’unità che effettua il
frenaggio conduce anche questo tipo di attività tattica. Essa può essere condotta:
come parte di un’attività di frenaggio o di ripiegamento;
per sostituire l’unità a contatto quando non è più in grado di assolvere alla sua
missione;
quando la posizione può essere abbandonata.
Il ripiegamento attraverso posizioni presidiate è più difficile dello scavalcamento, in
quanto:
211 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
il contatto con il nemico rende più difficoltosa l’attività di collegamento, la
ricognizione e il riconoscimento delle truppe amiche;
l’unità, già impegnata in combattimento, potrebbe essere logorata e
disorganizzata.
9.11.1 Elementi per la pianificazione
9.11.1.1 Comando
Durante il ripiegamento attraverso delle posizioni presidiate il Comando è esercitato
dal Comando sovraordinato. La pianificazione dei vari PC devono tener conto delle
seguenti considerazioni e procedure:
il Comando sovraordinato che controlla l’attività definisce:
le posizioni dell’unità “in posizione”;
le missione e l’organizzazione dell’unità “in posizione”;
le misure di Battlespace Management, inclusa la linea di passaggio di
responsabilità, le aree nelle quali l’unità che ripiega si raccoglie (zone di
raccolta) o si schiera (assumerà il dispositivo per l’attività successiva), nonché
gli itinerari da utilizzare;
la responsabilità per la chiusura dei varchi nei campi minati, l’attivazione degli
ostacoli e la condotta delle demolizioni;
il passaggio di responsabilità e le relazioni di Comando e Controllo;
le comunicazioni e i segni di identificazione e riconoscimento;
l’impiego successivo dell’unità in movimento.
Unità “in posizione”:
coordina la propria pianificazione con l’unità in ripiegamento per integrare gli
assetti del supporto di fuoco. E’ possibile che proietti sul davanti alcuni assetti
per massimizzare il loro raggio d’azione;
identifica fisicamente gli ostacoli, le strade e i varchi attraverso i quali trafila
l’unità che ripiega, fornisce guide e scout, attiva i check points per controllare i
movimenti;
gestisce il traffico sino alle spalle della linea di passaggio;
predispone strade laterali da utilizzare sia come vie alternative sia per
consentire ai Comandanti di supervisionare l’attività per tutta la sua ampiezza.
Unità in ripiegamento:
richiede all’unità in posizione informazione su strade, ostacoli e supporto di
fuoco e fornisce informazioni sul nemico;
include nella propria pianificazione misure per riconoscimento e
l’identificazione, diurna e notturna (parole d’ordine, segni ottici e sonori);
riduce al minimo le soste e la pause per evitare la congestione dell’area.
212 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Controllo: il Comando sovraordinato definisce:
la tempistica;
le linee di controllo e gli itinerari da utilizzare;
le modalità per i collegamenti, la ricognizione e gli advance parties;
il supporto di fuoco;
il piano di inganno;
le misure per il controllo dello spazio aereo;
le priorità del sostegno logistico (passaggio di materiali, scorte e supporto
medico).
Comunicazioni. Lo staff G6 contribuisce al processo di pianificazione
assicurandosi, tra l’altro, che vengano previsti collegamenti e comunicazioni
efficaci tra le due unità e la congruità con il piano di inganno.
Misure di coordinamento. Le unità interessate all’azione si scambiano, già dalla
fase di pianificazione, ufficiali di collegamento.
9.11.1.2 Intelligence
Tale attività è finalizzata ad acquisire dati informativi nell’Area di Interesse
Informativo (Area of Intelligence Interest - AII), nell’Area di Responsabilità
Informativa (AIR) e lungo gli itinerari di ripiegamento. È necessario che i piani di
ricerca delle unità coinvolte nell’attività si supportino reciprocamente e non
presentino sovrapposizioni.
L’unità in ripiegamento, di norma, ha una buona conoscenza del terreno. Comunque,
può chiedere all’unità in posizione aggiornamenti sulla viabilità, in modo da poter
focalizzare la propria attenzione sul nemico.
9.11.1.3 Manovra
L’unità in ripiegamento si organizza per la rottura del contatto mentre quella in
posizione si predispone a subentrare nell’azione. Il successivo impiego dell’unità che
ha ripiegato viene definito dal Comando sovraordinato.
9.11.1.4 Fuoco
Valgono le stesse considerazioni fatte per il ripiegamento. Nella considerazione, però,
che ci sono due unità che agiscono congiuntamente:
l’artiglieria dell’unità in ripiegamento può rimanere nelle posizioni avanzate per
supportare le fasi iniziali dell’azione; mentre l’unità in posizione può schierare in
avanti le proprie artiglierie per massimizzarne il raggio d’azione. L’unità in
posizione dovrebbe essere in grado di battere obiettivi anche oltre la linea di
passaggio di responsabilità per agevolare la rottura del contatto dell’unità che
ripiega.
Supporto aereo. La superiorità aerea locale è necessaria per ridurre la
vulnerabilità delle forze durante i periodi in cui gli ingorghi non possono essere
213 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
evitati.
EW. Le unità di guerra elettronica partecipano al piano di inganno e nel
contempo forniscono intelligence sul nemico e ne ostacolano la manovra.
9.11.1.5 Protezione
la difesa aerea è assicurata dall’unità in posizione;
la superiorità aerea locale consente di neutralizzare la minaccia di CAS nemica,
soprattutto quando l’area è congestionata;
le unità del genio vengono utilizzate prioritariamente per garantire la disponibilità
degli itinerari e per compiti di contro-mobilità;
i movimenti avvengono, di norma, di notte o in condizioni di limitata visibilità. Il
piano di inganno, prevede anche il mantenimento del normale ritmo delle
operazioni;
è necessario un continuo monitoraggio delle unità e dell’area per individuare
eventuali contaminazioni CBRN.
9.11.1.6 Sostenibilità
Le unità logistiche, con i materiali e i mezzi non essenziali, i prigionieri e i feriti,
iniziano il ripiegamento il prima possibile per ridurre la congestione dell’area. L’unità
“in posizione” può condurre attività logistiche (MEDEVAC, recupero e riparazione
veicoli e rifornimenti) anche a favore dell’unità in ripiegamento.
9.11.2 Condotta (FIGURA 55)
L’unità in ripiegamento, di norma, per ridurre i rischi di interferenza da parte del
nemico, conduce l’azione di notte o in condizioni di visibilità limitata. Il trafilamento
avviene, di norma, lungo i fianchi dell’unità in posizione. Il passaggio di responsabilità
avviene, quando l’unità in ripiegamento ha raggiunto la posizione sul tergo del
dispositivo. Viene anche individuato un adeguato numero di percorsi che consentano
il rapido movimento attraverso l’area della difesa. L’unità in posizione conduce
un’azione per favorire il trafilamento dell’unità in ripiegamento.
La successione con cui le unità in ripiegamento trafilano è definita dal Comandante
dell’unità in ripiegamento.
214 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Figura 55: Ripiegamento
9.12 IL SUPERAMENTO E FORZAMENTO DI OSTACOLI (OSTACLE
CROSSING – BREACHING)
Il superamento ed il forzamento di ostacoli sono attività che, di norma, avvengono
nel contesto delle attività tattiche offensive, anche se possono essere condotte in
tutte le altre attività. Un ostacolo è una qualsiasi caratteristica del terreno, naturale o
realizzata, che impedisce la mobilità delle forze terrestri, e che di norma, richiede
equipaggiamento e/o munizionamento speciale per essere oltrepassato. Se possibile,
bisognerebbe cercare di aggirare gli ostacoli, al fine di proseguire nello sviluppo
delle operazioni.
Lo scopo è quello di portare le unità amiche al di là di un ostacolo, sia esso esistente
o realizzato, mantenendo sia il momentum sia l’iniziativa. Si tratta di attività
complesse che richiedono un’accurata pianificazione, l’esecuzione di prove e la
disponibilità di assetti specialistici.
Per ulteriori approfondimenti sulle procedure cfr. la PSE-3.2.14 “Ostacolo e
operazioni di mobilità”, ed. 2015 del COMFORDOT.
9.13 LA MARCIA
9.13.1 Generalità
La marcia è un’attività tattica mediante la quale un’unità esegue un movimento
tattico, a premessa di una successiva azione. Differisce dal movimento per il contatto
in quanto non prevede il contatto con il nemico, né lo si ricerca, anche se sono in
atto tutte le misure per contrastare un eventuale contatto inaspettato. Viene
generalmente utilizzata in aree della battaglia non lineari e non contigue nelle quali
l’avversario, probabilmente, non occupa posizioni fisse o ben determinate. Durante la
marcia le unità non ricercano il contatto col nemico e la principale minaccia, oltre a
215 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
quelle tradizionali, è rappresentata da imboscate, IED e ostacoli attivi e passivi. La
marcia viene condotta con le modalità del movimento tattico, e le formazioni e la
postura dipendono dalla situazione tattica e dalla minaccia. Gli elementi di
pianificazione sono, sostanzialmente, gli stessi previsti per il movimento per il
contatto e, non potendo escludere il contatto con il nemico, l’unità adotta le misure
di sicurezza in relazione al livello della minaccia ipotizzabile (elementi di sicurezza,
ricognizioni, bonifiche, ecc.).
9.13.2 Lunghezza della colonna e velocità
Per formazione di marcia si intende un complesso articolato di mezzi che muovono
sullo stesso itinerario, nella stessa direzione e agli ordini di un unico Comandante. Le
formazioni di movimento si differenziano in relazione al numero di veicoli che le
compongono (vds. Tabella 4).
Tabella 4: Formazioni di marcia
La marcia per nuclei:
consente una più agevole comandabilità della formazione;
comporta un minor intasamento dell’itinerario nel caso di contemporanea
presenza di traffico non militare;
risponde all’esigenza di sottrarre la formazione all’osservazione ed all’offesa,
attraverso il ricorso a velocità più sostenute.
La marcia in autocolonna:
viene attuata per riunire automezzi similari o di analoghe prestazioni;
può richiedere l’articolazione in scaglioni qualora il numero dei mezzi, la loro
eterogeneità e altro non consentano un regolare movimento.
216 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
La definizione della velocità, unitamente a tempi e finalità, in fase di pianificazione,
consente di controllare il regolare svolgimento della marcia (vds. Tabella 5).
Tabella 5: Schema sinottico
9.13.3 Tecniche di Movimento
In generale, si possono distinguere 3 tecniche di movimento:
in lontananza dal nemico (continuo). Si procede in modo unitario senza
significative soste. L’uso di questa tecnica è preferibile quando il contatto col
nemico è ritenuto improbabile ed è richiesto un movimento rapido;
in vicinanza del nemico (continuo-differenziato). Si procede senza significative
soste, ma distaccando un’avanguardia con compiti di protezione e sicurezza alla
distanza più opportuna. L’uso di questa tecnica è preferibile quando il contatto
col nemico è ritenuto possibile, ma è richiesto comunque un movimento rapido;
a contatto col nemico (a sbalzi successivi o alternati). Si procede muovendo solo
con la protezione fornita da aliquote della forza che osservano la zona in cui si
manovra ed eventualmente ingaggiano gli elementi ostili individuati.
9.13.4 Itinerari120
L’utilizzo di più itinerari, quando possibile, consente di ridurre:
la durata della marcia;
la vulnerabilità ad eventuali attacchi aerei;
120 Si definisce itinerario il percorso scelto/assegnato ad una formazione per raggiungere una determinata località. Si definisce itinerario di afflusso un itinerario che collega la zona di imbarco con il punto di incolonnamento.
217 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
il periodo di indisponibilità degli itinerari per altri movimenti.
Gli itinerari hanno un singolo punto di entrata (PE, Point of Entry - POE)121 e punto di
uscita (PU, Point of Exit - POE)122 ma possono avere più punti di incolonnamento
(PI)123 e punti di deflusso (PD)124.
9.13.5 Aree di sfogo
Le aree di sfogo individuate, di solito, in corrispondenza dei PE e PU, consentono
all’autocolonna di abbandonare l’itinerario:
nel caso che non sia più percorribile;
per consentire modifiche di esecuzione dell’ordine di marcia;
per concedere via libera ad altre priorità del traffico;
per evitare di congestionare i PE o i PU;
a premessa del movimento verso aree molto congestionate, quali quelle
destinate ai rifornimenti.
9.13.6 Disciplina di marcia
È essenziale durante il movimento. Ogni variazione dall’itinerario e dai tempi
prestabiliti può interferire con altri movimenti e avere gravi conseguenze. Se
accadono interruzioni improvvise, i Comandanti a tutti i livelli le fronteggiano e le
comunicano con immediatezza al Comando superiore, garantendo che ogni decisione
non interferisca con il piano generale di movimento.
9.13.7 Stazionamento
Durante il movimento può essere necessario effettuare delle fermate o delle soste125
al fine di organizzare, rifornire, approntare, riposare le forze, o coordinare
movimento e manovra tra le diverse unità in azione. L’attività consiste in:
occupazione di un’area idonea a fornire copertura e protezione alle unità in sosta,
normalmente attraverso il distacco di un’aliquota da ricognizione che individua
l’area di sosta e ne verifica la sicurezza in favore dell’aliquota principale che la
occupa;
organizzazione della sicurezza dell’area di sosta, che, a seconda della situazione e
della vicinanza stimata di elementi ostili, può essere più o meno robusta, ma
prevede sempre la costituzione di un perimetro difensivo a 360°, il distacco di
Posti Osservazione e Allarme (POA) e pattuglie di sicurezza per allertare
tempestivamente le unità in sosta dell’eventuale presenza nemica, in modo da
121 Per punto di entrata (PE) si intende il punto iniziale dell’itinerario stabilito per la marcia dell’intera formazione. 122 Si definisce punto di uscita (PU) il punto finale dell’itinerario stabilito per la marcia dell’intera formazione. 123 Per punto di incolonnamento (PI) si intende un punto, inequivocabilmente definito sull’itinerario, nel quale i mezzi assumono il posto previsto nella formazione di movimento. 124 Per punto di deflusso (PD) si intende un punto, inequivocabilmente definito sull’itinerario, a partire dal quale gli elementi della formazione si dirigono verso le rispettive zone di sbarco. 125 La “Fermata” implica l’interruzione temporanea del movimento per massimo un’ora. La “Sosta”, per un periodo superiore all’ora. SME, Pub. n. 5895, “Nomenclatore Militare”- ed. 1998.
218 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
ridurre le probabilità di essere colti impreparati al combattimento;
organizzazione dell’unità. Generalmente, si possono sfruttare le soste per:
pianificare le attività tattiche successive;
analizzare gli avvenimenti recenti e trarne eventuali lezioni utili per il
proseguimento delle operazioni;
provare l’esecuzione delle azioni pianificate nel futuro immediato;
ripristinare o migliorare l’efficienza operativa delle forze, attraverso il riposo, lo
sgombero di uomini e materiali che non sono più utilizzabili per la missione,
l’afflusso di eventuali rimpiazzi, il ripianamento delle scorte e la distribuzione
dei rifornimenti logistici necessari.
9.13.8 Elementi per la pianificazione
9.13.8.1 Generalità
La preparazione e l’esecuzione di una marcia sono condizionati da:
missione da condurre dopo la marcia;
itinerario: profilo, tracciato, potenzialità, rendimento, condizioni di scorrimento e
manutenzione, pendenza, presenza di manufatti (ponti, viadotti, gallerie) o di
punti critici (gole, passi, tortuosità, aree urbane), esposizione, localizzazione e
caratteristiche delle possibili aree di sosta, capacità di mantenere e riparare le
strade, disponibilità di itinerari alternativi ecc.;
condizioni climatiche e di visibilità: precipitazioni, inondazioni, temperature
estreme, nebbie, visibilità notturna e altri elementi che possono influire sulla
superficie stradale, sulla piena funzionalità del mezzo e sulle condizioni di guida,
nonché sul benessere del personale trasportato, ecc.;
vincoli temporali: grado di urgenza operativa, scadenze e termini della
disponibilità dei veicoli e delle scorte, prestazioni dei vari tipi di veicoli, affidabilità
del personale, incidenza della concomitante presenza di traffico non militare o di
altri elementi di turbativa;
organizzazione: tipi e configurazione di movimento, guida e regolazione delle
formazioni, grado di assistenza assicurato dagli organi addetti alla circolazione,
collegamento radio, disponibilità, riservabilità126 e segnaletica degli itinerari;
grado di sicurezza: presenza di aree boschive, facilità di individuazione del
percorso, tipo e grado di minaccia aerea e terrestre, rischio CBRN, caratteristiche
operative e/o riservatezza della marcia, protezione di accessi, nodi e/o punti
sensibili, presenza di scorte, ecc.
126 Si intende la possibilità del Comando di Teatro di riservare itinerari o parti di essi per soddisfare le sole esigenze operative.
219 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
9.13.8.2 Comando
Responsabilità. La G.U. normalmente dispone dei propri organi di controllo del
traffico, mentre la Host Nation può fornire un supporto esterno.
Ordini. Gli ordini di marcia impartiti dalla G.U., di norma, includono:
destinazioni;
itinerari;
velocità e soste;
task organization;
tempi e vincoli;
aree di sosta e zone di raccolta lungo l’itinerario;
aree di attesa e di riposo (incluse le aree per il rifornimento e il
mantenimento);
misure di sorveglianza;
modalità di rapporto.
Le unità che eseguono la marcia definiscono:
PI e PD;
composizione autocolonna e velocità di programmazione media;
unità di ricognizione e di guardia;
difesa controaerea;
FSCM e eventuali restrizioni;
controllo del traffico;
piani di sostegno logistico;
collegamenti e comunicazioni;
periodi di riposo;
informazioni supplementari.
L’ordine di marcia è, di norma, preceduto da un Warning Order (WingO) che
include:
la missione;
l’orario di partenza e la posizione del PE;
itinerari, task organization e ordine di marcia, ricognizione, controllo del
traffico e piano di sostegno logistico.
9.13.8.3 Intelligence
Le informazioni necessarie per la pianificazione della marcia derivano da:
ricognizione dell’itinerario e della destinazione. Gli UAV possono essere usati per
la sorveglianza dell’itinerario, garantendo sia l’Early Warning sia la Situational
Awareness;
220 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
i collegamenti con le forze presenti nell’area, con le autorità locali e nazionali e
con eventuali altri attori;
gli elementi della ricognizione specialistica, quali genio e CBRN.
9.13.8.4 Fuoco
Assetti di supporto di fuoco possono essere inseriti nella formazione di marcia per
intervenire in caso di necessità. CAS/Attack Helicopter (AH) forniscono capacità di
intervento rapido in ogni circostanza. I Fire Support Teams, i Forward Air Controllers
(FAC) e le Joint Fires Cells muovono con le unità dove sono inquadrate continuando
le loro attività di collegamento e di advising.
9.13.8.5 Protezione
La marcia richiede un adeguato livello di protezione e pertanto la sua organizzazione
potrà prevedere schermo/i e guardia/e per proteggere fianchi scoperti, avanguardia
o retroguardia secondo le necessità. Elementi per la difesa controaerei possono
essere posizionati lungo gli itinerari per la protezione di particolari punti. Una postura
e un profilo appropriati, veicolando un messaggio di capacità e volontà di usare la
forza, consentono di ridurre il rischio di un attacco all’autocolonna.
9.13.8.6 Sostenibilità
Le unità vengono completamente rifornite prima della marcia. Durante la condotta
vengono rifornite ogni volta che se ne presenta l’opportunità. Se la missione
successiva prevede un’attività di combattimento, l’ultima sosta è utilizzata per il
riposo del personale, la riparazione e il rifornimento dei mezzi.
Sanità. Il piano sanitario per il movimento incide il meno possibile sull’unità che
effettua il movimento e cerca di utilizzare ogni struttura sanitaria lungo
l’itinerario. Normalmente, l’assistenza medica e l’esecuzione del movimento sono
meglio supportati con l’uso di elicotteri per l’evacuazione di feriti.
Recuperi. Vanno assegnati alle colonne in movimento dei mezzi di recupero al
fine di sgomberare gli itinerari da veicoli che non possono essere sgomberati
dalle unità. Particolare attenzione è posta nei punti di restringimento e critici
come ponti e incroci.
Siti di supporto ai convogli. Per lunghi movimenti, laddove possibile, il supporto
ai convogli è allocato sugli itinerari principali in località dove possa essere
garantito riposo, cibo, strutture per riparazioni e rifornimenti a determinate fasi
del movimento. Gli itinerari sono normalmente segnati e il traffico è
regolamentato da postazioni fisse e pattuglie lungo gli itinerari.
9.13.9 Condotta
Le unità cominciano l’attività nella sequenza e alla velocità prevista dal Punto di
Entrata (PE) e devono essere pronte per:
la condotta di ricognizioni, qualora ne sorga la necessità lungo l’itinerario;
il contatto con il nemico:
221 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
inaspettato, si applica la procedura prevista per il combattimento di incontro;
attacchi di piccola entità, non devono ritardare la marcia e devono essere
contrastati da una piccola forza di reazione che risolve la situazione e si
ricongiunge all’autocolonna;
minaccia aerea, CBRN o IED, ostacoli attivi e passivi, nei confronti della quale
occorre prevedere ogni possibile misura utile al riguardo.
9.14 I CONVOGLI
Le più recenti esperienze militari hanno mostrato come i convogli non siano semplici
operazioni di routine, ma si configurano come vere e proprie attività tattiche militari.
In tale contesto, la G.U. può essere incaricata di organizzare e garantire la sicurezza
a convogli, non solo militari, ma anche civili (GOs, NGOs, ecc).
Lo scopo di un’attività tattica di convoglio è organizzare e scortare un gruppo di
veicoli da un punto di partenza ad un punto di arrivo, al fine di garantirne un
movimento rapido e sicuro. Tale attività è rivolta normalmente a:
personale di altre organizzazioni (ONU, UE, ecc.);
unità logistiche amiche;
aiuti umanitari;
materiali e personale dell’HN;
scorta a favore di VIPs;
rifugiati/dispersi.
Per ulteriori approfondimenti sulle modalità organizzative ed esecutive di tale
tipologia di attività tattica si rimanda alla PSE-3.14.05.03 “La scorta convogli”, ed.
2016 del COMFORDOT.
222 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA
ALLEGATI
PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA
Allegato “A”
A-1 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
ALLEGATO “A”
PRINCIPALI COMPITI TATTICI
1. ATTACCARE COL FUOCO (ATTACK BY FIRE)
È un compito tattico in cui un Comandante ingaggia
l’avversario con azioni di fuoco diretto, supportate da
fuoco indiretto, senza cercare il contatto ravvicinato,
per distruggere, sopprimere, fissare o ingannare
(effetti che devono essere indicati dal Comandante
che assegna tale compito tattico) le forze nemiche. Un
Comandante normalmente assolve a questo compito
quando la missione non impone o sostiene il
combattimento ravvicinato o l’occupazione di un obiettivo geografico. Il Comandante
può assegnare alla forza che conduce un attacco col fuoco, una posizione difensiva
con un settore di tiro o un’area di ingaggio (Engagement Area - EA), o un asse di
avanzata ed una forza orientata all’obiettivo. Il nemico può essere fermo o in
movimento.
Un attacco con il fuoco potrebbe essere confuso con il compito di supportare con il
fuoco; la principale differenza è che un’unità conduce il supporto con il fuoco per
permettere ad un’altra unità di manovrare contro il nemico.
L’attacco con il fuoco include:
assegnare dei settori di tiro o EA a ciascun sistema d’arma subordinato in modo
da includere sia le posizioni difensive sia le vie di approccio nemiche;
designare delle misure di controllo che consentono di concentrare, distribuire e
spostare il fuoco diretto e indiretto;
designare posizioni difensive, Area di Operazioni (AOO) o asse di avanzata per
consentire alle forze amiche di ingaggiare l’avversario;
fornire sicurezza e difesa a 360 gradi, comprese misure di controllo per
assicurare il collegamento delle unità dipendenti ed il massimo utilizzo di
posizioni nascoste;
usare la sicurezza operativa (OPSEC) per ingannare il nemico su movimento,
occupazione e intento dell'operazione;
ricognire, preparare e mettere in sicurezza gli itinerari di movimento e le
posizioni di tiro prima del movimento del grosso della forza e stoccaggio dei
rifornimenti della classe V.
fornire le istruzioni per il movimento fino alle posizioni difensive iniziali.
Nel simbolo grafico la freccia indica le forze o l’obiettivo da colpire, mentre la linea
alla base indica l’area da cui portare l’attacco.
Segue allegato “A”
A-2 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
2. SUPPORTARE COL FUOCO (SUPPORT BY FIRE)
È un compito tattico in cui una forza ingaggia il nemico con fuoco diretto a supporto
della manovra di altre forze amiche. L’obiettivo principale è quello di impedire che il
nemico possa interferire con la manovra delle forze amiche.
L'obiettivo secondario è distruggere il nemico se cerca di riposizionarsi.
Nell’assegnazione di tale compito il Comandante
deve specificare l’effetto desiderato sul nemico.
Un'unità che svolge tale compito non manovra per
catturare le forze nemiche o un terreno, compiti che
vengono assegnati a un’altra unità come parte di
una manovra più ampia. Quando assegna il compito
di supportare con il fuoco, il comandante deve
designare il nemico, il momento dell’attacco, la
posizione generica da cui colpire, la forza amica da supportare, e lo scopo
dell’attività, che può essere fissaggio o soppressione.
L’unità che riceve tale compito dovrebbe occupare delle posizioni di fuoco che hanno
copertura e occultamento, buona osservazione e chiari campi di tiro. Gli elementi che
occupano le posizioni da cui fornire il supporto con il fuoco dovrebbero:
verificare la sicurezza della posizione;
ricercare gli obiettivi da battere;
orientare le armi sulle posizioni nemiche probabili o sospette;
assumere posizioni di combattimento che forniscano un certo grado di
protezione. Forze equipaggiate con mezzi corazzati occupano posizioni di tiro a
scafo sotto, mentre le forze di fanteria usano alberi, banchine naturali, edifici e
caratteristiche del terreno esistenti;
assegnare i settori di osservazione a ciascun Soldato o sistema d’arma.
Nel simbolo grafico le estremità delle frecce puntano nella direzione generale
dell’unità o posizione presa di mira. La base dell’area indica l’area generale dalla
quale colpire con il fuoco.
3. APRIRE/MANTENERE APERTA UNA BRECCIA (BREACH)
È un compito tattico in cui l’unità impiega tutti i mezzi
disponibili per creare o garantire un corridoio attraverso
le difese, gli ostacoli, i campi minati o le fortificazioni
dell’avversario. L’apertura di una breccia nel sistema
difensivo nemico e negli ostacoli è normalmente l’ultima
scelta; nei limiti del possibile bisogna tentare di aggirare
ed evitare gli ostacoli e le posizioni difensive nemiche al
fine di mantenere il ritmo dell’azione (Momentum).
Segue allegato “A”
A-3 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
L’area situata tra le linee del grafico mostra la posizione generale per l’apertura della
breccia. La lunghezza delle braccia grafiche si estende per includere l’intera
profondità dell’area in cui deve essere aperta la breccia. Potrebbero essere
necessarie operazioni di apertura di una breccia per supportare una qualsiasi
tipologia di attacco, da un attacco pianificato ad uno speditivo, al fine di mantenere il
ritmo dell’azione. I principi per l’apertura di una breccia (Intelligence, massa, e
sincronizzazione) rimangono validi anche quando tale tipologia di compito viene
svolto a supporto di un attacco127.
4. SUPERARE (BYPASS)
Manovrare intorno ad un ostacolo, una posizione o delle
forze nemiche al fine di preservare il ritmo della
progressione dell’avanzata.
Può avvenire in azioni offensive o difensive e viene di
norma attuato allo scopo di indirizzare il combat power
verso il compimento della missione. Le linee del grafico
vanno su entrambi i lati della posizione o dell’unità che sarà superata.
Il Comandante basa la decisione di effettuare un bypass su:
esigenza di mantenere lo slancio e l’aggressività dell’azione;
conoscenza della forza, dell’intento o della missione del nemico;
interferenza che nemico aggirato può avere sull'avanzata.
stato generale della forza nemica; per esempio, se la resistenza nemica sta
crollando le forze amiche possono correre rischi maggiori;
eventuali criteri di bypass stabiliti dal Comando superiore.
L’unità che conduce il bypass segnala immediatamente eventuali ostacoli e forze
nemiche aggirati al Comando superiore, mantenendo sotto osservazione il nemico
aggirato, fino a quando non viene sostituita da un'altra unità (ciò non avviene nel
caso in cui l’unità faccia parte di un raid).
Normalmente, l’autorità per by-passare non può essere delegata al di sotto del livello
di Task Force a livello gruppo tattico. Tale criterio viene adottato per limitare la
dimensione della forza nemica che può essere superata senza l’autorizzazione del
Comando superiore.
Prima di approvare il bypass, il Comandante si assicura che l’unità che deve svolgere
tale compito controlli la percorribilità e l’eventuale presenza nemica degli itinerari da
utilizzare, ed impedisca alla forza nemica aggirata di interferire con la forze amiche in
movimento.
Vi sono due modalità di effettuare un bypass:
127 Cfr. COMFORDOT PSE-3.2.14 “Ostacolo e operazioni di mobilità”, ed. 2015.
Segue allegato “A”
A-4 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
evitare totalmente il nemico;
fissare il nemico sul posto con il fuoco e poi condurre il bypass.
Se il nemico non può essere evitato, l’unità che conduce l’azione deve fissare il
nemico con parte dei suoi elementi di manovra e bypassare con le rimanenti unità,
avendo cura di bilanciare attentamente le forze. Generalmente, si eviterà di superare
una forza nemica se più di un terzo del combat power dell’unità è richiesto per
fissare il nemico. In questo caso, il Comandante assegna la missione di fissare il
nemico ad un’unità subordinata, rinforzandola come sulla base delle variabili di
missione (METT-TC.) La forza di fissaggio dovrà coordinarsi con l’unità assegnata per
rilevarla nel fissaggio il più presto possibile e fornisce al nuovo Comandante tutte le
informazioni disponibili sul nemico e sul terreno. L’unità che subentra è normalmente
un’altra unità che ha ricevuto il compito di seguire e fornire supporto (follow and
support). Una volta rilevata, l’unità che fissava il nemico può ricongiungersi all’unità
superiore di appartenenza o diventare parte dell’unità subentrante e passando sotto
il suo controllo.
Occasionalmente il Comandante può ordinare all’unità che effettua il fissaggio di
rompere il contatto con il nemico dopo che il grosso l’ha superato. Ciò si può
verificare quando l’unità che effettua un bypass non ha bisogno di mantenere un
flusso logistico ininterrotto, come accade ad esempio in un raid. In questo caso, la
forza di fissaggio fissa il nemico sincronizzando azioni difensive e limitate offensive
con tutto il supporto di fuoco disponibile, fino a quando non gli viene ordinato di
ricongiungersi con il resto della forza che nel frattempo ha effettuato il bypass.
5. BONIFICARE (CLEAR)
Eliminare tutte le forze nemiche da una determinata area,
neutralizzando ogni resistenza organizzata.
Tale compito viene portato a termine distruggendo,
catturando o costringendo il ritiro delle forze nemiche, in
modo che non possano interferire con la missione delle unità
amiche. In tutti i casi, questo compito richiede una
ricognizione completa per scoprire le posizioni del nemico, a premessa dell’attività di
bonifica. Nel simbolo grafico la barra che collega le frecce indica il limite dell’avanzata
della forza che effettua la bonifica, nonché larghezza dell’area da bonificare.
È un’attività richiede tempi significativi e notevoli risorse. Nell’enunciazione della
missione, un Comandante può modificare l'obiettivo associato a questa attività solo
se l’entità delle forze nemiche è superiore a quanto conosciuto. In questo caso, la
forza incaricata della bonifica mantiene sotto osservazione le forze nemiche più
piccole, mentre il resto delle forze amiche li aggira.
Il Clear è anche un compito di mobilità che comporta l’eliminazione totale di un
ostacolo o ostacoli residui che interessano l'area operativa, compito questo che di
Segue allegato “A”
A-5 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
solito viene eseguito da unità specialistiche del genio.
6. CONTROLLARE (CONTROL)
È un compito tattico che richiede di mantenere l’inf luenza
fisica su un’area specifica per impedirne l’uso da parte del
nemico o per creare le condizioni necessarie per il
successo delle operazioni di forze amiche. Tale influenza
può essere esercitata da forze amiche che occupano l’area
specificata o dominando quella zona con i loro sistemi
d’arma. Il controllo di un’area non richiede la bonifica completa da tutti i soldati
nemici nell’area specificata. Il compito di controllo differisce da quello della
sicurezza perché la sicurezza non consente al fuoco nemico di colpire l'area
protetta. Il nemico può ingaggiare bersagli all’interno dell’area controllata ma non
può spostare le forze di terra attraverso quell'area. Da non confondere con la
relazione di Comando OPCON o TACON.
7. OCCUPARE (OCCUPY)
È un compito tattico in cui una forza muove verso
una determinata area e ne assume il controllo,
senza che sia prevista opposizione da parte di
elementi ostili.
Un’unità può controllare un’area senza occuparla,
ma non viceversa. Questa è la differenza
sostanziale tra i compiti tattici di occupare e
controllare. Esempio tipico di questo compito è l’occupazione delle Assembly Area,
obiettivi e posizioni difensive. Nel simbolo grafico la x non ha alcun significato, il
cerchio indica invece l’intera area da occupare.
8. MANTENERE (RETAIN)
È un compito tattico in cui una forza conserva il possesso di
un punto geografico per impedire che questo sia occupato
o sfruttato dal nemico.
Il Comandante che assegna questo compito deve
specificare l’area da mantenere e la durata, in base
all’attività da svolgere, se dipendente dal tempo o dagli
eventi. Mentre un’unità sta conducendo questo compito,
deve aspettarsi e prepararsi ad un attacco nemico. Un’unità incaricata di mantenere
un’area specifica non è necessario che la occupi materialmente. Nel simbolo grafico
la direzione della freccia non ha significato, mentre la circonferenza include l'intera
area che occorre mantenere.
Segue allegato “A”
A-6 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
9. PROTEGGERE (SECURE)
È un compito tattico in cui una forza deve acquisire il
possesso di una posizione o di un punto geografico, con o
senza l’uso della forza, e prendere tutte le misure
necessarie per impedirne la distruzione o la caduta in mano
nemica.
Questo compito normalmente comporta lo svolgimento di
operazioni di sicurezza dell'area. Una forza a cui viene
affidato tale compito deve garantire la sicurezza di un'unità, una struttura o una
posizione geografica (ad esempio un itinerario o una base), non solo impedendo
alle forze nemiche di superare o occupare la posizione protetta, ma impedendo
che il nemico con il fuoco diretto ed indiretto possa avere un impatto sulla zona
interessata (differenza principale tra controllare e proteggere). Un’unità non deve
occupare fisicamente l’area immediatamente attorno alla struttura o posizione
geografica che sta proteggendo, se può impedire con altri mezzi al nemico di
occupare o colpire la posizione. Il Comandante deve indicare chiaramente la
durata della missione in termini di tempo o di evento quando assegna tale
compito. Nel simbolo grafico la direzione della freccia non ha alcun significato,
mentre la circonferenza include l’intera area che si vuole proteggere.
10. CONQUISTARE (SEIZE)
È un compito tattico in cui una forza deve
bonificare una determinata area dalla presenza
nemica e ottenerne il controllo, impedendo altresì
al nemico di poter intervenire con il fuoco diretto.
Questo compito è diverso da quello proteggere
perché richiede un’azione offensiva per ottenere il
controllo dell’area o dell’obiettivo designati. Si
differenzia dal compito di occupare perché comporta a priori la neutralizzazione
dell’opposizione nemica. Una volta che una forza si impossessa di un obiettivo fisico,
bonifica il terreno all’interno di quell’obiettivo eliminando, catturando o forzando il
ritiro di tutte le forze nemiche. La freccia del simbolo grafico indica la posizione o
l’obiettivo di cui impossessarsi, mentre il cerchio identifica l’unità a cui è stato
assegnato il compito.
11. DISINGAGGIARSI (DISENGAGE)
È un compito tattico che prevede la rottura
del contatto con l’avversario, allo scopo di
riguadagnare la libertà di manovra.
Implica il movimento verso un luogo in cui
Segue allegato “A”
A-7 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
il nemico non può ingaggiare la forza amica con il fuoco diretto o l’osservazione
del fuoco indiretto. Disingaggiarsi dal nemico spostandosi da una posizione
all’altra è una procedura difficile in cui bisogna tenere conto dei seguenti aspetti:
il concetto di manovra per gli elementi tattici dopo il disingaggio, riguardanti
gli itinerari di movimento per ogni unità subordinata;
il fuoco per sopprimere il nemico e coprire il movimento dell'unità;
l’utilizzo di cortine nebbiogene per nascondere il movimento dell’unità, come
parte di un piano di inganno, o per dare copertura nei punti di obbligato
passaggio;
i punti di contatto e di passaggio se ci si sposta attraverso linee amiche;
l’ora d’inizio del disingaggio.
Il Comando superiore conduce le operazioni per supportare le forze che
eseguono il disingaggio, alleviando la pressione sulle unità in contatto con il
nemico. Ad esempio, se una Divisione sta conducendo un frenaggio, il
Comandante usa le risorse aeree in supporto per facilitare il disingaggio di una
Brigata in contatto con il nemico; contemporaneamente, può utilizzare la sua
artiglieria a lungo raggio e gli assetti EW per distruggere o disarticolare gli
elementi nemici in secondo scaglione che potrebbero interferire con il
disingaggio. L’intento è quello di creare le condizioni che consentano all’unità di
disimpegnarsi evitando il combattimento decisivo.
Per facilitare il disingaggio, il Comandante sopprime il nemico in contatto
bombardando le forze nemiche con grandi volumi di fuoco sia diretto che
indiretto forniti da forze diverse dall’unità di impegnata nell’azione. In terreno
aperto, l’unità generalmente sposta prima i suoi sistemi a corto raggio; in un
terreno compartimentato generalmente sposta prima i sistemi a lungo raggio. Il
tempo necessario per spostare un sistema nella posizione successiva influisce
anche su quando quel sistema si muove. I Comandanti di minori unità di solito
dirigono questo movimento a causa della limitata rete di collegamenti radio e dal
fatto che la situazione tattica varia attraverso il fronte di un’unità. Una volta
iniziato il disingaggio, le unità devono completarlo rapidamente. Il Comandante
può impiegare unità di supporto o riserve per proteggere i fianchi dell'unità che
conduce tale attività e aiutare a liberare qualsiasi elemento impegnato in
combattimento ravvicinato. L'unità quindi passa alla posizione successiva usando
le tecniche di movimento appropriate.
Velocità di esecuzione e il continuo coordinamento sono essenziali per il successo
di questo compito.
Segue allegato “A”
A-8 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
12. ESFILTRARE (EXFILTRATE)
Tale compito tattico comporta il
ripiegamento attraverso o attorno alle
posizioni nemiche, evitando di rivelare la
propria presenza e di farsi ingaggiare.
Viene condotto normalmente da unità
penetrate in aree controllate dal nemico,
per riguadagnare le linee amiche, come ad esempio forze che ritornano da
un'incursione, un’infiltrazione o una pattuglia dietro le linee nemiche, allo scopo di
preservare una parte della forza dalla possibile cattura da parte dl nemico.
Una forza esfiltra solo dopo aver distrutto o reso inservibile tutto l’equipaggiamento,
tranne quello medico, che deve lasciare indietro. Solo come ultima risorsa, quando
l’alternativa è la cattura di tutta l’unità, vengono lasciati indietro i feriti con i
rifornimenti e il supporto del cappellano e del personale sanitario.
Le probabilità di successo di un’esfiltrazione saranno maggiori se l’attività viene
condotta su terreno coperto o compartimentato in cui vi sia quindi una scarsa
copertura di fuoco del nemico. Queste condizioni spesso consentono il movimento
non rilevato di piccole unità, mentre al contrario il movimento dell'intera forza
comporterebbe maggiori rischi. L’esfiltrazione richiede intraprendenza, un alto grado
di disciplina, abilità di navigazione terrestre e motivazione. È improbabile che l'intera
forza sia in grado di esfiltrare, poiché parte di essa potrebbe essere impiegata per
creare una diversione. In questo tipo di operazione è essenziale una buona
leadership a livello minori unità.
La forza di esfiltrazione stabilisce dapprima i suoi punti di raccolta e gli itinerari di
estrazione. Coordina il suo piano di ricongiungimento con le altre unità amiche. Il
Comandante designa gli itinerari di estrazione come aree di fuoco restrittive (RFA) o
aree di fuoco vietato (NFA). La forza che deve effettuare l'esfiltrazione usa il fuoco di
preparazione per coprire il suo movimento e per consumare le munizioni accumulate.
Basandosi sulla ricognizione e sulle informazioni disponibili, la forza di esfiltrazione si
suddivide in piccoli gruppi ed esfiltra durante i periodi di visibilità limitata, passando
attraverso o intorno alle posizioni difensive nemiche. Se rilevato, tenta di aggirare il
nemico. L'esfiltrazione può essere difficile con veicoli da combattimento e tattici
poiché il rumore che producono e i limiti che impongono rendono più probabile il
rilevamento degli itinerari che verranno utilizzati.
Segue allegato “A”
A-9 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
13. SEGUIRE E PROSEGUIRE (FOLLOW AND ASSUME)
È un compito tattico in cui una forza segue
la manovra offensiva di un’altra forza,
pronta a proseguirne la missione qualora
essa sia stata fissata, o comunque non sia
più in grado di proseguire.
L’unità che segue e prosegue l’azione non è
una riserva, poiché ha già un compito specifico. I Compiti per tale tipologia di forze
includono:
prepararsi ad eseguire tutte le missioni dell'unità seguita;
mantenere il contatto con gli elementi della forza principale che precedono;
prepararsi a condurre uno scavalcamento delle linee attraverso la forza che sta
seguendo;
monitorare tutte le informazioni sul combattimento e l'intelligence fornite alla
forza che sta seguendo;
evitare le forze nemiche ingaggiate e scavalcate dalla forza che sta seguendo.
Un Comandante assegna tale compito al fine di assicurare che la forza attaccante
mantenga il ritmo della sua azione offensiva. La forza che segue e prosegue deve
assicurare di essere in grado di poter eseguire immediatamente uno scavalcamento
assumere la missione della forza guida.
Il Comandante che assegna a un’unità tale compito ha due opzioni per stabilire le
relazioni di Comando e Controllo tra l’unità principale e quella che segue. Il
Comandante mantiene normalmente il Comando di entrambe le unità e chiede che
tutte le richieste di supporto passino attraverso di lui. In alternativa, in situazioni in
cui il Comandante non può essere in grado di mantenere il controllo su entrambe le
unità, l'unità di supporto può essere posto sotto OPCON dell’unità supportata. Un
esempio di ciò si può verificare, quando entrambe le unità stanno provando a
circondare una forza nemica in ripiegamento e il Comandante rimane con la forza
che esercita una pressione diretta sul nemico.
14. SEGUIRE E SUPPORTARE (FOLLOW AND SUPPORT)
È un compito tattico in cui una forza segue
e fornisce supporto alla manovra offensiva
di un’altra forza. L’unità che segue e
supporta non è una riserva, poiché ha già
un compito specifico.
I compiti per una forza che segue e
supporta includono:
Segue allegato “A”
A-10 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
distruggere le unità nemiche superate quando l’unità guida non bonifica l’AO
durante l’avanzata;
bloccare il movimento dei rinforzi nemici;
sostituire sul posto qualsiasi forza a contatto o accerchiata per contenere il
nemico;
rendere sicure le linee di comunicazione;
bonificare gli ostacoli;
sorvegliare i prigionieri, le aree chiave e le installazioni;
ripianare le perdite delle forze amiche;
proteggere i Key Terrain;
controllare i movimenti dei civili.
Un Comandante assegna a un'unità tale compito per evitare che la forza supportata
impegni il suo combat power in compiti diversi dall'operazione decisiva, che
rallenterebbe l'offensiva lo slancio e i tempi dell'operazione. Il comandante che
assegna il compito di seguire e supportare ha due opzioni per stabilire le relazioni di
Comando e Controllo tra le unità (supportate e quelle di supporto), o piazzare l’unità
che segue e supporta sotto OPCON dell’unità guida, o mantenerne il Comando e
quindi far passare da lui tutte le richieste di incarico dall'unità supportata.
15. BLOCCARE (BLOCK)
È un compito tattico in cui si vuole negare
all’avversario l’accesso a una determinata area o
prevenire la sua avanzata lungo una specifica
direttrice. Può essere di durata limitata nel tempo.
Alle unità cui è assegnato questo compito può essere
imposto di difendere una posizione e/o di impegnarsi
contro l'avversario in modo decisivo.
Può consistere anche nel bloccare elementi ostili lungo una direttrice specifica o
impedire al nemico di abbandonare un'area di ingaggio, tramite l'uso di ostacoli che
integrano il fuoco. A differenza del fissaggio le unità bloccate possono muovere in
ogni direzione, tranne quella bloccata.
Nel simbolo grafico la linea verticale indica il limite dell'avanzata del nemico, nonché
dove l'ostacolo si lega al terreno.
16. CANALIZZARE (CANALIZE)
È un compito tattico in cui si vuole limitare i movimenti
avversari in un’area ristretta mediante la combinazione
di ostacolo, fuoco, e/o manovra, allo scopo di renderlo
altamente vulnerabile e poterlo distruggere in modo
Segue allegato “A”
A-11 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
frammentario. La zona da utilizzare deve essere esplicitata nei compiti.
17. CONTENERE (CONTAIN)
È un compito tattico per limitare la libertà di manovra di
forze nemiche all’interno di una specifica area, o
costringerle a concentrare la loro attività lungo un fronte
definito ed evitare la loro ritirata per l'impiego in altra
località. È un compito meno specifico di "fissare" o
"isolare"; infatti nel contenimento le forze nemiche
possono riposizionarsi all'interno del area geografica
designata, mentre nel fissaggio no.
I limiti del contenimento devono essere esplicitati in termini geografici e/o temporali.
Il simbolo grafico comprende l'intera area in cui si desidera contenere il nemico
durante lo sviluppo di azioni correnti alternative.
18. DISTRUGGERE (DESTROY)
È un compito tattico che mira a danneggiare un obiettivo o
un elemento ostile al punto da renderlo inutile, a meno di
una completa ricostituzione. Nelle missioni aeree, ciò
comporta la distruzione/neutralizzazione della forza nemica
al 70%. In artiglieria, ciò comporta la
distruzione/neutralizzazione della forza nemica al 30%.
La percentuale di danno necessario per rendere un’unità da
combattimento inefficace dipende dal tipo di unità, dalla disciplina e dal morale.
Distruggere bersagli corazzati o fortificati richiedono considerevoli quantitativi di
munizioni e tempo.
19. DISARTICOLARE (DISRUPT)
È un compito tattico per scompaginare la formazione avversaria e il ritmo delle sue
operazioni. Sconvolgerne la pianificazione
temporale delle azioni e causare l'impiego
prematuro e/o non unitario delle sue forze, in
modo da sbilanciarlo e costringerlo a operare in
modo scoordinato.
La forza di manovra che tenta di disarticolare
un nemico deve attaccare il nemico in difesa con abbastanza combat power per
ottenere i risultati desiderati con un attacco di massa o sostenere l'attacco fino a
quando non si raggiunge il risultato desiderato. Può comportare l’attacco alla
forza nemica mentre è ancora nelle sue Assembly Area o in avvicinamento prima
che possa schierarsi in una formazione di combattimento. Il Comandante
Segue allegato “A”
A-12 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
determina il grado di rischio accettabile basato sulle perdite previste, la posizione
dell'attacco, il numero di attacchi e altri fattori di gestione del rischio.
Disarticolare è anche un effetto dell’ostacolo che focalizza la pianificazione del
fuoco e lo sforzo dell’ostacolo per costringere il nemico a rompere anzitempo la
sua formazione, il suo ritmo, attaccando prematuramente in uno sforzo
frammentario. Ciò permette anche di ingannare il nemico riguardo alla posizione
difensiva amica, per separare le forze immesse nel combattimento (scaglioni) o
per separare le forze di combattimento dal loro supporto logistico.
20. FISSARE (FIX)
È un compito tattico per impedire al nemico di
muovere una parte o tutte le sue forze da una
località specifica per un dato periodo di
tempo, bloccando o circondando le sue forze
per impedire il loro ripiegamento o il loro
impiego altrove.
Può essere assegnato sia in azioni offensive sia difensive. Il fissaggio può essere
raggiunto anche come effetto di un ostacolo che focalizza la pianificazione del
fuoco e per rallentare il movimento di un attaccante all'interno di una specifica
area, normalmente l’Engagement Area. Lo scopo è sempre quello di dare all'unità
amica il tempo di acquisire, colpire e distruggere il nemico con il fuoco diretto e
indiretto in tutta la profondità dell’EA o via di approccio. Nel simbolo grafico la
freccia punta verso l’unità nemica da fissare, mentre la parte spezzata della
freccia indica la posizione desiderata per quell'evento.
21. INTERDIRE (INTERDICT)
È il compito tattico affidato ad un’unità per impedire
che elementi ostili possano essere efficacemente
impiegati contro unità amiche, evitando che queste
entrino nel raggio d'azione nemico e può includere
l'interdizione di aree o direttrici di movimento.
È un’operazione di plasmatura del campo di
battaglia condotta per integrare e rafforzare altri compiti offensivi o difensivi in
corso. Quando viene assegnato tale compito il Comandante deve specificare per
quanto tempo deve essere attuata l’interdizione o l'effetto esatto desiderato.
La profondità alla quale la forza d’attacco conduce l’interdizione in generale
determina la libertà d’azione della forza amica. Aumentando la profondità delle
operazioni si riduce il pericolo di fuoco fratricida tra le forze aeree e quelle di
superficie, riducendo la necessità di coordinazione e consentendo quindi
operazioni sempre più flessibili. Le forze aeree, possono attaccare il nemico per
Segue allegato “A”
A-13 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
interdire il movimento del nemico in tutta l’AOO. La profondità a cui ha luogo
l'interdizione determina anche la velocità con cui i suoi effetti possono essere
osservati. Normalmente, le unità di manovra di terra si concentrano inizialmente
su bersagli vicini alla FLOT. Attacchi a distanze maggiori dalla FLOT hanno un
impatto ritardato sul combattimento ravvicinato, ma alla fine degradano
comunque la capacità del nemico concentrare le forze. La capacità di interdizione
delle forze amiche può avere un impatto devastante sui piani e sulla capacità di
risposta del nemico. Ad esempio, gli sforzi di interdizione che determinano il
ritardo o il disturbo della manovra nemica, aumenta contestualmente la capacità
della forza amica di ottenere vantaggi tattici. Ritardare o interrompere i
rifornimenti del nemico limita la sua capacità di sostenere un'offensiva intensa,
ad alto ritmo o azioni difensive e limitandone sensibilmente la mobilità.
Interdire il movimento delle unità nemiche può essere estremamente efficace nel
supportare il loro accerchiamento ed eventuale distruzione. Il Comandante può
pianificare l’interdizione del ritiro delle forze nemiche per facilitare
l’inseguimento, oppure può contribuire al successo ostacolando l’afflusso delle
riserve e dei rifornimenti.
Nel simbolo grafico le due frecce dovrebbero attraversare l’unità o la posizione
destinata all’interdizione.
22. ISOLARE (ISOLATE)
È il compito tattico che ha lo scopo di tagliare fuori il
nemico dalle proprie fonti di supporto, negandogli la libertà
di movimento e impedendogli di ripristinare il contatto con
altre forze nemiche. Implica l’interruzione di tutti i legami
con qualsiasi elemento di sostegno fisico e psicologico.
23. NEUTRALIZZARE (NEUTRALIZE)
Tale compito tattico ha il fine di rendere un elemento nemico
(individui, unità, capacità, materiali, ordigni, ostacoli)
temporaneamente incapace di interferire con le attività
amiche. Deve essere esplicitato cosa esattamente deve
essere neutralizzato, evitando ambiguità.
Quando si assegna il compito di neutralizzare, il Comandante
specifica la forza o il materiale nemico da neutralizzare e la durata. L’obiettivo
neutralizzato può diventare di nuovo efficace quando le vittime vengono sostituite, il
danno è riparato, o lo sforzo che porta alla neutralizzazione viene meno. Il
Comandante usa normalmente una combinazione di effetti letali e non letali per
neutralizzare il personale o materiale nemico. Le risorse necessarie per neutralizzare
un obiettivo variano a seconda del tipo e dimensione del bersaglio e della
combinazione di armi e munizioni utilizzate.
Segue allegato “A”
A-14 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
24. SOPPRIMERE (SUPPRESS)
Questo compito tattico viene assegnato per degradare
temporaneamente la capacità nemica di agire al fine di
consentire l’azione di unità amiche. L'effetto è temporaneo e si
basa sulla capacità di mantenere un tiro continuo sulle
posizioni avversarie.
Si verifica quando impiegando direttamente o indirettamente effetti letali e non
letali, come artiglieria, guerra elettronica o cortine nebbiogene sul personale
nemico, sulle armi e sulle attrezzature per prevenire o degradare il fuoco, i
sensori e l’osservazione nemica. A differenza del compito di neutralizzazione,
l’obiettivo originale riprende la sua efficacia senza bisogno di ricostituirsi.
25. DEVIARE (TURN)
Con tale compito tattico si vuole costringere
l’avversario a cambiare la direzione di movimento.
Occorre coordinare strettamente l’ostacolo, il fuoco
e il terreno per migliorare la propria situazione
tattica degradando al contempo quella nemica. Ad
esempio, in offensiva, si potrebbe deviare una forza
nemica che viene inseguita verso una posizione dove può essere distrutta. In difesa,
si potrebbe deviare un attacco nemico per consentire alle forze amiche di
contrattaccare sul fianco del dispositivo nemico. La deviazione è anche un effetto
dell’ostacolo che può essere integrato con il fuoco per deviare una formazione
nemica da una via di approccio ad un’altra per incanalarla in una EA.
Nel simbolo grafico la direzione della freccia indica la desiderata direzione di
svolta. Il punto dove la freccia devia indica la posizione generale dell'ostacolo
complesso che costringerà il nemico a spostarsi.
Allegato “B”
B-1 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
ALLEGATO “B”
INTEGRAZIONE FUOCO/OSTACOLI
1. GENERALITÀ
L’integrazione del fuoco e degli ostacoli128 è necessaria per assicurare l’appropriata
integrazione della potenza di fuoco diretto/indiretto alla manovra e per permettere di
raggiungere l’effetto desiderato sul nemico. Nel concepire le attività tattiche, la
manovra richiede un’economia degli sforzi, al fine di concentrarli nel momento
dell’impatto decisivo. L’impiego ha necessità che tali strutture siano attivate e
controllate per limitare la manovra del nemico senza costituire intralcio alle proprie
forze. Gli ostacoli sono classificati in (Figura 56):
esistenti (naturali o artificiali);
realizzati (tattici o protettivi).
Figura 56: Schema degli ostacoli
1.1 OSTACOLI ESISTENTI
Sono quegli ostacoli pre-esistenti rispetto all’inizio dei combattimenti e delle
conflittualità. Si distinguono in:
Naturali, che comprendono tutte le caratteristiche del terreno come ad
esempio i fiumi, le foreste, i rilievi, ecc.;
Manufatti, che comprende tutte le opere realizzate dall’uomo come ad esempio
le aree urbane, i canali, ecc..
128 Per Ostacolo s’intende una qualsiasi caratteristica del terreno, naturale o realizzata, che impedisce la mobilità delle forze terrestri. Cfr. COMFORDOT PSE-3.2.14 “Ostacolo e operazioni di mobilità”, ed. 2015.
Segue allegato “B”
B-2
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
1.2 OSTACOLI REALIZZATI
Sono pianificati, realizzati o schierati, ad integrazione degli ostacoli naturali per
rinforzarne gli effetti, allo scopo di impedire, ostacolare o deviare la manovra
avversaria. Si distinguono in:
Tattici, che hanno lo scopo principale di influire sulla manovra avversaria e
amplificare gli effetti prodotti dal fuoco. Questi a loro volta possono essere
distinti in:
Comandati, che vengono schierati o realizzati su disposizione del Comando
superiore all’unità incaricata dello schieramento/realizzazione;
Pianificati, normalmente progettati e, se possibile, predisposti prima dell’inizio
dell’operazione. Vengono schierati in funzione della situazione operativa e in
linea con i piani di contingenza (Contingency Plan – CONPLAN);
Di riserva, vengono pianificati ma attivati su ordine.
Protettivi, che vengono schierati/realizzati per proteggere posizioni difensive delle
forze amiche. Possono essere suddivisi a loro volta in:
Predisposti, progettati e schierati/realizzati in corrispondenza di aree/punti
critici o vitali, per proteggere il più possibile le proprie capacità di
combattimento;
Speditivi, rapidamente realizzabili/schierabili, caratterizzati da effetti limitati e
comunque temporanei, ed utilizzati per la protezione di posizioni che vengono
occupate per breve tempo.
2. ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE
2.1 GENERALITÀ
Il Comandante dichiara quale effetto vuole avere sul nemico in un'area specifica,
pur mantenendo la libertà di movimento per le proprie forze.
Vengono per prima cosa presi in considerazione il terreno e gli ostacoli naturali
presenti. Successivamente, si passa agli ostacoli creati dall'uomo, all’osservazione e
ai sistemi d'arma che vengono quindi sovrapposti e integrati per ottenere l'effetto
richiesto, in modo che tutti gli ostacoli vengano coperti sia dall’osservazione sia dal
fuoco. In tale ottica costituisce elemento chiave per la pianificazione l’assegnazione
dei compiti agli assetti ISR ed agli assetti di fuoco disponibili.
In un’attività tattica pianificata, i principali ostacoli sono stabiliti al più alto livello, ma
devono essere schierati/realizzati dalle unità sul terreno. Qualora non pianificata
potrebbe essere necessario decentrare la pianificazione a livello delle unità
subordinate per consentire preparazioni difensive tempestive. Tutte le demolizioni
devono essere controllate dal Comandante che ne ha ricevuto la responsabilità.
Segue allegato “B”
B-3
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
2.2 COMPITI DEL COMANDANTE E DELLO STAFF
In fase di pianificazione, al fine di definire il risultato finale che si vuole raggiungere -
in termini di combinazione di fuoco, manovra ed effetti dell’ostacolo - il Comandante,
nel momento in cui elabora il proprio intento con l’ausilio dello Staff, deve prendere
in considerazione tre aspetti fondamentali: l’obiettivo, la dislocazione e gli effetti
dell’ostacolo.
Obiettivo. Occorre individuare quale elemento delle forze nemiche deve essere
colpito, in modo che gli ostacoli possano essere designati e collocati nella
maniera più appropriata per contrastarlo.
Localizzazione. La localizzazione dell’ostacolo è un elemento vitale nello sviluppo
del citato intento. Attraverso l’IPOE bisogna capire quale sia la dislocazione più
idonea dell’ostacolo per avere la certezza che si raggiunga l’effetto desiderato nel
posto giusto e sull’obiettivo prefissato.
Effetto dell’ostacolo. Consiste nell’effetto che uno specifico ostacolo o gruppo di
ostacoli abbia sul nemico. Tali effetti, che possono tra loro essere combinati per il
raggiungimento dell’intento espresso dal Comandante, sono: disarticolazione,
deviazione, fissaggio o blocco.
Tutto lo Staff concorre alla pianificazione dell’ostacolo e della sua integrazione con il
fuoco; come si può evincere dall’esempio contenuto nella tabella sotto riportata.
Branca
funzionale Compiti
Azioni per il combattimento
Prima Durante Dopo
G2 Sviluppare e
diramare l'IPOE
Comprendere l'intento
del Cte superiore e i
vincoli, compresi quelli
della HN
Aggiornare
costantemente l'IPOE
Registrare i dati
dell'IPOE per il
passaggio di
responsabilità
G5
Impostare la
policy per la
pianificazione
dell'ostacolo
Coordinare lo sviluppo
dell'integrazione del
piano di fuoco con il
piano degli ostacoli
Coordinare l'integrazione
del fuoco e degli ostacoli
alla situazione corrente
Passare i piani alla
HN o ad altre unità
G3
Confermare il
piano e
integrarlo
Elaborare il piano,
coordinando gli assetti
ISR e l'integrazione
fuoco/ostacoli
Condurre le operazioni
utilizzando il piano di
integrazione
fuoco/ostacolo
G3-Eng
Redigere il
piano
dell’ostacolo e
fornire
consulenza al
Cte della G.U.
Redigere ed aggiornare il
piano degli ostacoli
Mantenere sotto controllo
il piano di integrazione
fuoco/ostacolo sia per la
mobilità sia per la contro
mobilità
Passare tutte le
registrazioni degli
ostacoli
Segue allegato “B”
B-4
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
3. EFFETTI DELL’OSTACOLO
3.1 DISARTICOLARE (DISRUPT)
È un’azione tendente a disgregare le formazioni nemiche attraverso la riduzione del
movimento, il rallentamento del ritmo di progressione e forzando anzitempo l’impiego
degli assetti avanzati. Tale azione crea anche un elemento di sorpresa ed incertezza
per ingannare il nemico sull’esatta collocazione della Main Defence Area (MDA).
L’effetto di questa azione è illustrato nella Figura 57.
3.2 DEVIARE (TURN)
Si prefigge lo scopo di far cambiare la direzione di movimento del nemico verso una
posizione prescelta - per esempio una EA o verso un itinerario d’avvicinamento
(Avenue of Approach - AA) o vie di facilitazione alternative. Tale effetto è realizzato
con lo schieramento di una serie d’ostacoli, combinati con il fuoco diretto/indiretto,
che spinge le unità a muoversi nella direzione desiderata. I Comandanti possono
usare l’effetto della deviazione sui fianchi delle EA. L’effetto di questa azione è
illustrato nella Figura 58.
Figura 57: L’effetto della disarticolazione
Segue allegato “B”
B-5
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Figura 58: L’effetto della deviazione
3.3 FISSARE (FIX)
Lo scopo di questa azione è di rallentare il nemico in una specifica area
(normalmente una EA) e garantire il tempo necessario alle unità amiche di rilevare,
acquisire, designare obiettivi e distruggere le forze nemiche lungo la profondità della
EA. In tale attività sono impiegati aerei, elicotteri e fuoco diretto ed indiretto. Tale
azione è riportata nella Figura 59.
Figura 59: L’Effetto del Fissaggio
Segue allegato “B”
B-6
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
3.4 BLOCCARE (BLOCK)
L’azione di blocco richiede ostacoli ad alto potere impeditivo per fermare l’attaccante
lungo una specifica via tattica fino ad agevolare la distruzione del nemico nella EA.
L’effetto dell’arresto è illustrato nella Figura 60.
4. RISORSE DELL’OSTACOLO
La disponibilità temporale delle risorse è un aspetto critico del processo di
pianificazione. Una pianificazione preventiva consente di disporre di accantonamenti
di materiali da parte del genio. Un’accurata valutazione delle richieste di materiali è
svolta attraverso la Valutazione dell’Area della Battaglia (Battlefield Area Evaluation -
BAE) nell’ambito del processo dell’IPOE. Una matrice relativa alle risorse, deve essere
impiantata allo scopo di fornire una valutazione delle risorse richieste e per agevolare
la determinazione delle priorità.
5. MISURE DI CONTROLLO DELL’OSTACOLO
I Comandanti utilizzano le misure di controllo dell’ostacolo per delegare l’autorità ed
esprimere il loro intento ai Comandanti subordinati. Tale scelta fornisce ai
Comandanti subordinati (a tutti i livelli) la flessibilità per sviluppare la pianificazione
degli ostacoli; garantendo la realizzazione delle loro necessità e dell’intento del
Comandante superiore, secondo le restrizioni stabilite per la zona, fascia o gruppo.
Le restrizioni possono includere una limitazione nel tipo di ostacoli da utilizzare (per
esempio non mine nascoste), nel controllo della misurazione dei tempi (per esempio
mine seminabili, né prima né dopo un tempo prestabilito), nella restrizione di certi
tipi di ostacolo. I Comandanti subordinati possono imporre ulteriori restrizioni, ma
Figura 60: L’Effetto del Blocco
Blocco
Segue allegato “B”
B-7
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
non possono ridurre quelle già fornite dal Comandante superiore. Tali misure di
controllo riguardano la designazione di zone, fasce e gruppi.
Zone degli ostacoli. Sono controllate a livello Divisione o Brigata, possono essere
identificate con lettere alfa-numeriche per la designazione e, normalmente, non
includono un grafico relativo agli effetti degli ostacoli.
Fasce degli ostacoli. Le zone possono essere suddivise in fasce, dove l’impiego
degli ostacoli è di competenza del livello Divisione o Brigata. Tali fasce,
nell’ambito di ciascuna zona, sono numerate ed è assegnato loro, di norma, un
grafico dell’effetto che si vuole raggiungere con gli ostacoli. Una Brigata può
ricevere l’assegnazione di una o più fasce di ostacoli che, dove possibile, non
devono attraversare i limiti di settore delle unità. I Comandanti dei Gruppi Tattici
posizionano solamente gli ostacoli nell’ambito delle fasce stabilite dal Comando
superiore. Sebbene tali fasce limitino l'area autorizzata per gli ostacoli,
consentono comunque ai Comandanti di sviluppare, in maniera sufficientemente
ampia, dei piani di ostacolo particolareggiati, basati sulla ricognizione e sulla
pianificazione dettagliata.
Gruppi di ostacoli. Un Gruppo di Ostacoli è costituito da uno o più ostacoli
raggruppati insieme per fornire uno specifico effetto e situati all’interno di una
fascia di ostacoli. Un Comandante di Gruppo Tattico deve designare tali gruppi
per assicurarsi che le unità subordinate posizionino gli ostacoli individuali in
accordo con il suo intento e, utilizzando i grafici dell’effetto, stabilisce la relativa
ubicazione sul terreno. In particolare, il grafico indica il punto di origine e la
direzione per la sistemazione dell’ostacolo. In quasi tutte le circostanze, sul lucido
per il supporto decisionale, il grafico di un gruppo di ostacoli sarà collegato ad
una TAI. I gruppi di ostacoli sono pianificati entro i limiti dell’autorità per la posa
del gruppo tattico. Tuttavia, tali gruppi possono essere utilizzati dalle unità
superiori per definire specifici aspetti dell’intento del Comandante (per esempio
designando un ponte come una demolizione di riserva).
6. DESIGNAZIONE E NUMERAZIONE DELL’OSTACOLO
I Comandanti subordinati, una volta ricevuto il tipo di effetto da ricercare possono
iniziare a pianificare nel dettaglio il progetto dei gruppi d’ostacolo e la posizione degli
ostacoli individuali all’interno di ogni gruppo. Una volta che il piano degli ostacoli è
stato concordato, la responsabilità della sistemazione di ciascun ostacolo viene
assegnata, normalmente, ad unità del genio. Al fine di garantire una corretta azione
di Comando e Controllo, a ciascun ostacolo pianificato viene assegnato un solo
numero. La numerazione inerente agli ostacoli è normalmente controllata dallo staff
dell’unità del genio che mantiene anche un registro dello status di tutti gli ostacoli.
Nella Figura 61 è riportato un sommario delle misure di controllo e delle numerazioni
relative all’ostacolo.
Segue allegato “B”
B-8
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
Figura 61: Designazione e Numerazione dell’Ostacolo
Allegato “C”
C-1 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
ALLEGATO “C”
IMPORTANZA DEI SITI STORICI E CULTURALI
I siti storici e culturali sono aree che rivestono grande importanza strategica e
simbolica, in quanto azioni inappropriate verso essi possono minare la legittimità
della campagna e vanificare gli sforzi per influenzare le percezioni degli autoctoni.
Le forze avversarie possono utilizzare questi siti come posizioni di fuoco, basi o
depositi, nella convinzione di non poter essere colpiti. Tali siti possono anche usati
per sollecitare azioni inappropriate da parte della forza militare al fine di fornire delle
opportunità da sfruttare per il proprio sforzo teso a influenzare l’opinione pubblica
locale e internazionale. Il dilemma che si pone in tali circostanze è la necessità di
evitare l'alienazione del consenso della popolazione durante lo scontro con il nemico.
A tale scopo, è essenziale che siano compresi la posizione e il significato dei
siti culturali all'interno di un AO. Pertanto, è sicuramente appropriato includere i
luoghi sacri e le aree di interesse storico-culturale nel processo IPOE. Come linea
guida si dovrebbero considerare i seguenti aspetti:
Posizione. Oltre alla posizione del sito, dovrebbe essere compresa anche
l'importanza che esso riveste nell’area circostante;
Deduzione del valore simbolico. Occorre comprendere l’unicità del sito, per
esempio se esso si riveli significativo a livello tribale, locale, nazionale o globale.
Comportamento. Occorre esser consapevoli delle regole e delle pratiche che
regolano l'ingresso e il comportamento al loro interno (ad esempio all'interno di
una moschea è assolutamente proibito portare armi, usare la forza e spargere
sangue);
Impatto della profanazione. Tale atto può minare l’aura di sacralità del luogo e
sollecitare l'uso della forza per difenderlo o per vendicarne la profanazione;
Calendario. Ci possono essere feste religiose particolari, periodi del mese che
potrebbero avere un significativo impatto sull'attività militare condotta nelle
vicinanze del sito (ad esempio un gran numero di pellegrini presenti).
In tale ottica, risulta importante incontrare i leader religiosi che possono non essere
disposti a collaborare con la forza militare o, al contrario, possono fornire
informazioni per evitare danni ai luoghi sacri. Essi, dovrebbero essere consultati
anche per comprendere nel dettaglio il significato e la simbologia del sito e le
implicazioni delle eventuali operazioni militari dentro e intorno a esso. In questo
modo si potranno comprendere le regole di comportamento ed essere in grado di
maturare compromessi accettabili. I leader religiosi avranno un'influenza sull'opinione
pubblica e il loro mancato coinvolgimento o supporto potrebbero ostacolare gli sforzi
della G.U.
Per la pianificazione e per la condotta di operazioni dentro e intorno ai siti culturali,
religiosi e storici, occorre tenere in considerazione le seguenti linee guida:
Segue allegato “C”
C-2
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
evitare le feste religiose più rilevanti;
evitare periodi temporali particolari al fine di non arrecare offesa alla sensibilità
religiosa dei locali (ora della preghiera, periodi sacri ecc.);
bilanciare i vantaggi previsti dalle operazioni cinetiche con l'effetto più ampio che
esse potrebbero avere sull’opinione pubblica;
considerare l'impiego di forze di sicurezza locali per facilitare l’entrata in luoghi
sacri; le proprie truppe possono invece fornire la sicurezza degli accessi o la
cinturazione, ecc.;
coinvolgere, per quanto possibile, i leader religiosi locali;
avviare azioni correttive, come lavori di restauro (condotti eventualmente da ditte
locali) o altre forme di risarcimento per eventuali danni;
prendere in considerazione le operazioni di cinturazione e la negoziazione per il
raggiungimento di una soluzione pacifica qualora il nemico si trovi in un sito
sacro/religioso;
supportare tutte le attività relative ai luoghi sacri con una campagna per
influenzare le percezioni degli autoctoni prima, durante e dopo le operazioni.
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
LISTA DEGLI ACRONIMI
AA Assembly Area
AA Avenue of Approach
ACC Air Component Commander
ACM Airspace Control Measures
ACRT Advanced Combat Engineer Reconnaissance Team
AH Attack Helicopter
AI Air Interdiction
AII Area of Intelligence Interest
AIR Area of Intelligence Responsibility
AJP Allied Joint Publication
AN Assisted Nation
AOI Area of Interest
AOO Area of Operations
AOR Area of Responsibility
BAE Battlefield Area Evaluation
BDA Battle Damage Assessment
BM Battlespace Management
CAS Close Air Support
CBRN Chemical, Biological, Radiological and Nuclear
CCIR Commander’s Critical Information Requirements
CCIRM Collection, Coordination and Intelligence Requirements Management
CFA Covering Force Area
CFL CeaseFire Line/Coordinated Fire Line
CIMIC Civil Military Cooperation
CIS Communication and Information Systems
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
CIVCAS Civilian Casualties
CP Command Post
COA Course Of Action
COIN Counter-Insurgency
CONPLAN Contingency Plan
COP Common Operational Picture
COS Chief of Staff
CS Combat Support
CSS Combat Service Support
C2 Comando e Controllo
DCOS Deputy Chief of Staff
DDR Disarmament, Demobilisation and Reintegration
DENAM Dislocazione, Entità, Natura, Atteggiamento e
Movimento
DOS Day of Supply
DPRE Displaced Persons and Refugees
DROPS Demountable Rack Off-Loading and Pickup System
EA Engagement Areas
ECM Electronic Counter Measures
ECOA Enemy Courses Of Action
EEFI Essential Elements of Friendly Information
EM Elicottero Multiruolo
EMCON Emission Control
EMS ElectroMagnetic Spectrum
EW Electronic Warfare
FARP Forward Arming and Refuelling Points
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
FAA Forward Assembly Area
FAC Forward Air Controller
FEBA Forward Edge of the Battle Area
FFA Free Fire Area
FLOT Forward Line of Own Troops
FOO Forward Observation Officer
FOS Forze per Operazioni Speciali
FS Forze Speciali
FSCL Fire Support Coordination Line
FSCM Fire Support Coordination Measures
FSSL Fire Support Safety Line
FST Forward Surgical Team
HN Host Nation
HNS Host Nation Support
HT Hybrid Threat
HUMINT Human Intelligence
HVT High Value Target
HPT High Pay-off Target
KLE Key Leader Engagement
ICP Intelligence Collection Plan
IED Improvised Explosive Device
IMINT IMagery INTelligence
IPE Individual Protective Equipment
IPOE Intelligence Preparation of the Operational
Environment
IR Information Requirement
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
ISR Intelligence, Surveillance and Reconnaissance
ISR-EW Intelligence, Surveillance, Reconnaissance – Electronic War
JAAT Joint Air Attack Team
JFACC Joint Force Air Component Command
JOA Joint Operations Area
JTAC Joint Terminal Attack Controller
JTF Joint Task Force
LCC Land Component Command
LD Line of Departure
LOA Letter of Assistance
MATTT-C Missione, Avversari, Terreno/Meteo, Truppe, Tempo,
Considerazioni sull’impatto dei civili.
MDA Main Defence Area
M&A Mentoring and Advising
MN Multinational
MOE Measures of Effectiveness
MOP Measures of Performance
MOU Memorandum of Understanding
MP Military Police
MSA Mutual Support Agreement
MSR Main Supply Routes
MTA Military-Technical Agreement
MTT Mobile Training Team
NAI Named Area of Interest
NFA No-Fire Area
NGO Non-Governmental Organization
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
OIR Other Intelligence Requirements
OPSEC Operations Security
PC Posto Comando
PD Punto di Deflusso
PE Punto di Entrata
PI Punto di Incolonnamento
PIR Priority Intelligence Requirement
POE Point of Entry/Exit
PMESII Politico, Militare, Economico, Sociale, Infrastrutturale e
delle Informazioni
POA Posto Osservazione e Allarme
POW Prisoners Of War
PPP Presence, Posture and Profile
PSYOPS Psychological Operation
PU Punto di Uscita
QIP Quick Impact Projects
RA Rear Area
RFA Restricted Fire Area
RFL Restrictive Fire Line
RIP Relief in Place
ROE Rules of Engagement
ROZ Restricted Operating Zone
RSOM Reception, Staging and Onward Movement
SA Situational Awareness
SASE Safe and Secure Environment
SF Special Force
SFA Security Force Assistance
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
SIGINT Signals Intelligence
SOF Special Operations Force
SOP Standing Operating Procedures
SP Stability Policing
SSR Security Sector Reform
STANAG Standardization Agreement
STRATCOM Strategic Communication
TAI Target Area of Interest
TCP Tactical Command Post
TLC Telecomunicazioni
ToA Transfer of Authority
UAS Unmanned Aerial Systems
UAV Unmanned Aerial Vehicle
UXO Unexploded Explosive Ordnance
WNGO Warning Order
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
RIFERIMENTI
PUBBLICAZIONI NATO
AJP-01(E) “Allied Joint Doctrine”, ed. 2017;
AJP-2(A) “Allied Joint Doctrine for Intelligence, Counter-Intelligence and
Security”, ed. 2016;
AJP-3 (C) “Allied Joint Doctrine for the conduct of Operations” Final Draft;
AJP 3.10 “Allied Joint Doctrine for Information Operations”, ed. 2015 Ed. A,
Vers.1;
AJP 3.16 “Allied Joint Doctrine for Security Force Assistance”, ed. 2016;
AJP-3.2(A) “Allied Joint Doctrine for Land Operations”, ed. 2016;
AJP-3.22(A) “Allied Joint Doctrine for Stability Policing”, ed. 2016;
AJP 3.4.4. “Allied Joint Doctrine for Counterinsurgency (COIN)”, ed. 2016 Ed. A,
Vers.1;
AJP-4(B), Allied Joint Logistic Doctrine, RD, ed. 2017;
AJP-4.10 Allied Joint Doctrine for Medical Support (Ed. B, vers.1), ed. 2015;
AJMedP-2 Allied Joint Doctrine for Medical Evacuation, ed. 2008.
ATP 3.2.1 “Allied Land Tactics” ed. 2009;
ATP – 3.2.1.1 “Guidance for the conduct of tactical stability activities and tasks” –
Ed. 2014, Ed. B, Vers. 1;
ATP-3.9.2(A) V1 “Allied Tactical Doctrine for Land Targeting” RD1;
AAP-06 “NATO Glossary of Terms and definitions”, ed. 2016;
AAP-15 “NATO glossary of abbreviations used in NATO documents and
publications”, ed. 2016;
AAP-39(B) “NATO Handbook of land operations terminology”, ed. 2015;
APP-6 “NATO Joint Military Symbology, Edition D Version 1”, ed. 2017;
BI-SC “Agreed Capability Codes and Capability Statements”, Ed. 2016.
PUBBLICAZIONI STATO MAGGIORE DIFESA
PID S-1 “La Dottrina militare italiana” – ed. 2011;
PID O-3 “La dottrina interforze italiana per le operazioni” – Ed. 2014.
SMD-G-024 “Glossario dei termini e delle definizioni” - Ed. 2007 (aggiornata nel
2009);
SMD-G-016(A)-2 “Glossario nazionale delle abbreviazioni e sigle militari”, ed.
2012.
PUBBLICAZIONI DI FORZA ARMATA
SME, PDE-1 “La Dottrina dell’Esercito”, ed. 2018, FD;
SME, PDE-2 “Il Supporto Informativo alle Operazioni Terrestri”, ed. 2018;
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
SME, PDE-6 “Il Comando e Controllo”, ed. 2018, SD;
SME, PDE 4 “Il Sostegno Logistico alle Operazioni Terrestri”, ed. 2018;
SME, Pub. n. 5867 “Abbreviazioni e sigle di Uso autorizzato nell'Esercito” ed.
2000;
SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore militare”, ed. 1998;
SME, “Manuale sulla simbologia terrestre”, 1^ definizione, ed. 2000;
SME, Nota Dottrinale “Il contrasto alla minaccia interna (Insider Threat – green
on blue)”, ed. 2013;
SME, Nota Dottrinale “La manovra delle Forze Terrestri”, ed. 2014 ;
SME, Nota Dottrinale “L’Ambiente Operativo e le Forze Terrestri”, ed. 2014;
SME, Direttiva 3001/14 “La preparazione al combattimento”, Ed. 2014;
COMFORDOT PSE-3.2.3 “Le operazioni nella 3^ dimensione”, Ed. 2015;
COMFORDOT, PSE-3.02.14 “Ostacolo e Operazioni di mobilità”, ed. 2015;
COMFORDOT, PSE-3.04 “Le operazioni di stabilizzazione” ed. 2015;
COMFORDOT, PSE-3.4.4 “Le operazioni contro insurrezionali”, ed. 2015;
COMFORDOT, PSE-3.9 “Il Targeting”, ed. 2015;
COMFORDOT, PSE-3.14.05.03 “La Scorta convogli” ed. 2016;
COMFORDOT, PSE-3.10 “Information Operations (INFO OPS)”, Ed. 2017;
COMFORDOT, PSE-3.14 “Protezione”, ed. 2017;
COMFORDOT, PSE-3.14.05.02 “La protezione delle basi militari in operazione”,
ed. 2017;
COMFORDOT, PSE-7.02 “Generic Enemy Forces (GENFOR)”, ed. 2017;
COMFORDOT, PSE-6.05 “Battlespace Management”, ed. 2018, WD;
COMFORDOT PSE-3.14.05.01 “Ricognizione e operazioni di sicurezza”, ed. 2018,
SD;
COMFORDOT PSE 2.01 “L’Intelligence nelle Grandi unità da Combattimento”, ed.
2018. COMFORDOT PSE 2.02 “Intelligence Preparation of Operational Environment-
IPOE”, vers. SD. COMFORDOT, PIE-3.29 “L’impiego dell’Artiglieria terrestre”, ed. 2015.
PUBBLICAZIONI U.S. ARMY
TC 7-100 “Hybrid Threat”, ed. 2010;
FM 3-96 “Brigade Combat Team”, ed. 2015;
FM 3-90-1 “Offense and Defense”, ed. 2013;
ATP 3-91 “Division Operations”, ed. 2014;
ATP 3-92 “Corps Operations”, ed. 2016.
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
PUBBLICAZIONI UK ARMY
JDP 3-70 “Battlespace Management”, ed. 2008;
AFM Vol. 1 Part 1A “Divisional Tactics”, ed. 2014;
AFM Vol. 1 Part 1B “Brigade Tactics” - Ed. 2012.
COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018
PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA
COMANDO PER LA FORMAZIONE,
SPECIALIZZAZIONE E DOTTRINA DELL’ESERCITO SM – Ufficio Dottrina
____________________
Indirizzo telegrafico: ESERCITO COMFORDOT DOTTRINA – ROMA
Prot. n. / /D.CBT/ All.: 2 (due)
Ann.: 1(uno)
00143 Roma, Ten. Col. IACONO 105.6616
OGGETTO: Pubblicazione di Impiego dell’Esercito - PIE 2.01 “La Grande Unità da combattimento”,
ed. 2018.
ELENCO INDIRIZZI IN ALLEGATO “A”
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Rif.:
a. Circolare 7005 “Modalità d i sviluppo del corpo dottrinale dell’Esercito Italiano” - Ed . 2016;
b. Circ. 1001 “Modalità per l’approntamento delle pubblicazioni dell’Esercito Italiano”, Ed. 2016.
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
1. Questo Comando, in qualità di Ente Editore delle Pubblicazioni di Impiego dell’Esercito (PIE), ha
approvato la pubblicazione in oggetto, in annesso e scaricabile dal sito intranet di COMFORDOT1, e per la quale si allega la scheda di presentazione. Il documento ha lo scopo di aggiornare i contenuti in materia, adeguandoli all’attuale normativa
nazionale e NATO, alle esperienze maturate dalla F.A. in Teatro Operativo e alle tematiche dottrinali emergenti.
2. Per la più ampia diffusione: - lo Stato Maggiore dell’Esercito, III RPG – Ufficio Dottrina e Lezioni Apprese, voglia inserire
sul proprio portale la pubblicazione in argomento; - i Comandi in indirizzo diramino la presente ai propri Enti dipendenti, fino a livello
reggimento/battaglione autonomo.
d’ordine IL CAPO DI STATO MAGGIORE
(Gen. D. Michele PELLEGRINO)
1 Link alla pubblicazione
Allegato “A”
ELENCO INDIRIZZI
A: STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO
III RPG – Ufficio Dottrina e Lezioni Apprese
ROMA
COMANDO DELLE FORZE OPERATIVE TERRESTRI - COE ROMA
COMANDO MILITARE DELLA CAPITALE ROMA
COMANDO LOGISTICO DELL’ESERCITO ROMA
COMANDO FORZE OPERATIVE NORD PADOVA
COMANDO FORZE OPERATIVE SUD NAPOLI
COMANDO TRUPPE ALPINE BOLZANO
COMANDO FORZE OPERATIVE TERRESTRI DI SUPPORTO VERONA
NATO RAPID DEPLOYABLE CORPS ITA SOLBIATE OLONA
e, per conoscenza:
COMANDO PER LA FORMAZIONE E SCUOLA DI APPLICAZIONE DELL’ESERCITO
TORINO
CENTRO DI SIMULAZIONE E VALIDAZIONE DELL’ESERCITO CIVITAVECCHIA
SCUOLA DI COMMISSARIATO MADDALONI
SCUOLA INTERFORZE PER LA DIFESA NBC RIETI
SCUOLA DI SANITÀ E VETERINARIA ROMA
SCUOLA DI FANTERIA CESANO DI ROMA
SCUOLA DI CAVALLERIA LECCE
COMANDO COMPRENSORIO “CECCHIGNOLA” ROMA
Diramazione interna,
SM – UFFICIO LOGISTICO SEDE
SM – UFFICIO ADDESTRAMENTO E STUDI SEDE
SM – UFFICIO FORMAZIONE E SPECIALIZZAZIONE SEDE
SM – UFFICIO SICUREZZA SEDE
SM – UFFICIO PERSONALE SEDE
SM – UFFICIO AFFARI GENERALI SEDE
SZ. – PIANIFICAZIONE PROGRAMMAZIONE E BILANCIO SEDE