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COMANDO PER LA FORMAZIONE, SPECIALIZZAZIONE E DOTTRINA DELL’ESERCITO PIE - 2.01 LA GRANDE UNITÀ DA COMBATTIMENTO 2018

PIE - 2.01 LA GRANDE UNITÀ DA COMBATTIMENTO · 2020-04-07 · assegnati, utilizzando forze leggere, medie e pesanti e prevedendo l’inclusione di elementi da combattimento, di supporto

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Allegato A

I

COMFORDOT – ND “Battlespace Management”

ya

COMANDO PER LA FORMAZIONE,

SPECIALIZZAZIONE E DOTTRINA DELL’ESERCITO

PIE - 2.01

LA GRANDE UNITÀ DA COMBATTIMENTO

2018

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II

COMFORDOT – “Battlespace Management”

PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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AVVERTENZE

La presente pubblicazione è stata approntata secondo quanto previsto dalla Circ.

1001 “Modalità per l’approntamento delle pubblicazioni dell’Esercito Italiano” ed.

2016 e successive modificazioni e integrazioni.

Fatte salve le esigenze di servizio, ufficio o istituto, nessuna parte di questa

pubblicazione può essere riprodotta in qualsiasi forma a stampa, fotocopia, microfilm,

scansione digitalizzata o altri sistemi, senza l’autorizzazione scritta dell’originatore.

La presente pubblicazione è diramata con la lettera in Annesso I.

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PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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PUNTI DI CONTATTO

Ente Editore:

COMFORDOT – SM Ufficio Dottrina

Caserma ARPAIA

Viale dell’Esercito n. 170, 00143 ROMA

E-mail: [email protected]

Telefono: 06 5023 6635

Sotrin:105 6635

E-mail: [email protected]

Telefono: 06 5023 6617

Sotrin:105 6617

Custode:

Ten. Col. Giuseppe Francesco DI MAGGIO

COMFORDOT – SM Ufficio Dottrina

Sotrin: 1056617

E-mail: [email protected]

Autori

Ten. Col. Giovanni Vincenzo IACONO

COMFORDOT – SM Ufficio Dottrina

Sotrin: 1056616

E-mail: [email protected]

Cap. Andrea STARO

Scuola Sottufficiali dell’Esercito

Sotrin: 1422137

E-mail: [email protected]

Mar. Ca. Giovanni TESORIERE

COMFORDOT – SM Ufficio Dottrina

Sotrin: 1056633

E-mail: [email protected]

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PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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PREMESSA

Approvo la presente Pubblicazione di Impiego

dell’Esercito PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018.

A seguito delle recenti esperienze maturate nei Teatri Operativi e della continua

evoluzione della dottrina, si è andata modificando la concezione della Grande Unità,

prevedendo l’abolizione della vecchia classificazione in complessa ed elementare1, a

favore della Grande Unità da combattimento. Sulla base di tale presupposto va letta

la presente pubblicazione, la quale non si riferisce ad un preciso livello ordinativo, in

quanto la struttura organizzativa è da legare alle variabili di missione2; ciò, al fine di

schierare sul campo un’unità capace di assolvere la missione e perseguire gli obiettivi

assegnati, utilizzando forze leggere, medie e pesanti e prevedendo l’inclusione di

elementi da combattimento, di supporto al combattimento, di sostegno e di supporto

al Comando. Nella prima parte del testo sono trattate le generalità del contesto in cui

operano le Grandi Unità. In particolare, vengono descritte le caratteristiche

dell’ambiente operativo e della Grande Unità stessa: sono illustrati i fondamenti di

impiego che regolano le attività tattiche, sono chiariti gli schemi concettuali

(Conceptual Framework) e le Funzioni Operative Terrestri (Combat Function). La

seconda parte riguarda, invece, specificatamente, le attività tattiche, e, in particolare:

attività tattiche offensive, difensive, abilitanti e di stabilizzazione. Essa ha lo scopo

di:

definire le modalità di impiego del livello ordinativo “Grande Unità”,

riflettendone i principi fondamentali per la pianificazione e la condotta delle

attività di Forza Armata;

fornire ai Comandanti ed agli Staff il quadro concettuale di riferimento per la

pianificazione e condotta delle attività militari legate alla Grande Unità, sia in

operazione che in esercitazione. La vasta gamma delle possibili scelte e l’ampia

libertà d’azione offerta consentono di adottare, caso per caso, non solo la

soluzione più rispondente allo specifico problema ma, anche, la più aderente alla

possibilità od alle limitazioni delle forze disponibili;

offrire una base autorevole di riferimento ed un valido ausilio per

l’addestramento.

1 La Grande Unità complessa era la protagonista della battaglia, che coordinava l’azione delle Grandi Unità elementari e delle unità in supporto. 2 Missione, Avversario, Terreno, Meteo, Truppe, Tempo e considerazione sui Civili.

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Il presente documento si propone di rappresentare, quindi, una guida la cui

conoscenza approfondita consenta, ai Comandanti e ai loro Staff, di concepire,

disciplinare e condurre impegni operativi ed attività addestrative.

Essa abroga e sostituisce le Pubblicazioni PIE - 2.01 L’impiego delle Grandi Unità, Ed.

2015 e PIE - 2.02 L’impiego della Brigata Pluriarma, Ed. 2015.

Roma, 12.09.2018

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

INDICE

1. L’AMBIENTE OPERATIVO ...................................................... 1

1.1 GENERALITÀ .......................................................................................... 1

1.2 STRUTTURA E ANALISI DELL’AMBIENTE OPERATIVO .......................... 1

1.2.1 Ambiente socio-culturale ..................................................................... 4

1.2.2 Ambiente informativo .......................................................................... 5

1.2.3 Ambiente geografico ........................................................................... 5

1.3 CONDIZIONI DELL’AMBIENTE OPERATIVO .......................................... 6

1.4 LA MINACCIA ......................................................................................... 7

1.4.1 La minaccia simmetrica ....................................................................... 8

1.4.2 La minaccia asimmetrica ..................................................................... 8

1.4.3 La minaccia ibrida (Hybrid Threat – HT) ............................................... 9

1.5 CARATTERISTICHE DELLE OPERAZIONI ............................................. 11

2. FONDAMENTI DI IMPIEGO ................................................. 15

2.1 MISSION COMMAND ........................................................................... 15

2.1.1 Principi fondamentali del Mission Command ....................................... 16

2.1.2 Attività principali del Mission Command .............................................. 17

2.2 MANOEUVRIST APPROACH ................................................................. 18

2.2.1 Abilità per utilizzare Manoeuvrist Approach ......................................... 20

2.3 PRINCIPI FONDAMENTALI .................................................................. 21

2.4 COMBINED ARMS (COOPERAZIONE INTERARMA) ............................. 22

3. SCHEMI CONCETTUALI ....................................................... 25

3.1 GENERALITÀ ........................................................................................ 25

3.2 SCHEMI CONCETTUALI DI RIFERIMENTO .......................................... 25

3.2.1 Operation framework ................................................................... 26

3.2.2 Geographic framework ................................................................. 26

3.2.3 Functional framework – Core function ........................................ 27

3.3 LE GEOMETRIE DELLO SPAZIO DI BATTAGLIA ................................... 29

3.3.1 Battlespace Fisico ......................................................................... 30

3.3.2 Battlespace Non-Fisico ................................................................. 30

3.3.3 Geometrizzazione del Battlespace............................................... 31

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

4. LE COMBAT FUNCTIONS A LIVELLO TATTICO ..................... 33

4.1 GENERALITÀ ........................................................................................ 33

4.2 COMANDO ............................................................................................ 35

4.2.1 Catena di Comando .......................................................................... 36

4.2.2 Relazioni di comando e controllo ....................................................... 36

4.2.3 Posizione del Comandante................................................................. 38

4.2.4 Battlespace Management (BM) .......................................................... 39

4.2.5 Lo Staff ........................................................................................... 41

4.3 INTELLIGENCE ..................................................................................... 42

4.3.1 Ruolo del Comandante ...................................................................... 43

4.3.2 G2 ................................................................................................... 44

4.3.3 IPOE ................................................................................................ 44

4.3.4 Assetti ISR ....................................................................................... 45

4.3.5 Il Piano di ricerca .............................................................................. 45

4.4 MANOVRA ............................................................................................ 46

4.5 FUOCO ................................................................................................. 47

4.5.1 Generalità ........................................................................................ 47

4.5.2 Fuoco e movimento .......................................................................... 47

4.5.3 Joint Fires Support ............................................................................ 48

4.5.4 Targeting ......................................................................................... 48

4.5.5 Controllo del Fuoco ........................................................................... 49

4.5.6 Misure di controllo del fuoco .............................................................. 50

4.5.7 Integrazione dell’ostacolo e del fuoco ................................................ 51

4.5.8 Integrazione aerea ........................................................................... 51

4.5.9 Controllo dello spazio aereo .............................................................. 51

4.6 PROTEZIONE ....................................................................................... 52

4.6.1 Generalità ........................................................................................ 52

4.6.2 Forme di protezione .......................................................................... 53

4.6.3 Compiti della Protezione .................................................................... 54

4.7 LE ATTIVITÀ INFORMATIVE (INFO ACTIVITIES)................................ 56

4.8 SOSTENIBILITÀ ................................................................................... 58

4.8.1 Generalità ........................................................................................ 58

4.8.2 Sostenibilità Joint, inter-agenzia e multinazionale ............................... 59

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

4.8.3 Pianificazione del mantenimento ........................................................ 59

4.8.4 Ricondizionamento ........................................................................... 61

5. STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DELLA GRANDE UNITÀ DA

COMBATTIMENTO ............................................................... 63

5.1 GENERALITÀ ........................................................................................ 63

5.2 STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UNA G.U. A LIVELLO CORPO

D’ARMATA ............................................................................................ 65

5.3 STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UNA G.U. A LIVELLO DIVISIONE66

5.4 STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UNA G.U. A LIVELLO BRIGATA . 67

6. LE ATTIVITÀ TATTICHE OFFENSIVE ................................... 69

6.1 GENERALITÀ ........................................................................................ 69

6.2 FATTORI CHIAVE PER IL SUCCESSO ................................................... 69

6.3 TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ TATTICHE OFFENSIVE ................................ 72

6.3.1 L’attacco .......................................................................................... 72

6.3.2 Incursione (Raid) .............................................................................. 74

6.3.3 Sfruttamento del successo (Exploitation) ............................................ 75

6.3.4 Inseguimento (Pursuit) ..................................................................... 75

6.3.5 Attacco simulato (Feint) e dimostrativo (Demonstration) ..................... 75

6.3.6 Ricognizione in forze (Reconnaissance in force) .................................. 76

6.3.7 Imboscata (Ambush) ........................................................................ 76

6.3.8 Rottura dell’accerchiamento (Breakout of encicled forces) ................... 77

6.4 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE ................................................... 77

6.4.1 Comando ......................................................................................... 77

6.4.2 Intelligence ...................................................................................... 78

6.4.3 Manovra .......................................................................................... 83

6.4.4 Fuoco .............................................................................................. 90

6.4.5 Protezione ........................................................................................ 92

6.4.6 Sostenibilità ..................................................................................... 95

6.5 CONDOTTA ........................................................................................... 97

6.5.1 Fasi di un attacco ............................................................................. 97

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

7. LE ATTIVITÀ TATTICHE DIFENSIVE .................................. 105

7.1 GENERALITÀ ...................................................................................... 105

7.2 FATTORI CHIAVE PER IL SUCCESSO ................................................. 106

7.3 TIPOLOGIE DI ATTIVITà TATTICHE DIFENSIVE ............................... 108

7.4 DIFESA DI POSIZIONI ....................................................................... 108

7.4.1 Difesa Mobile (Mobile Defence) ........................................................ 109

7.4.2 Difesa Areale (Area Defence) ........................................................... 110

7.5 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE ................................................. 111

7.5.1 Comando ........................................................................................ 111

7.5.2 Intelligence ..................................................................................... 115

7.5.3 Manovra ......................................................................................... 116

7.5.4 Fuoco ............................................................................................. 120

7.5.5 Protezione ....................................................................................... 122

7.5.6 Sostenibilità .................................................................................... 126

7.6 CONDOTTA ......................................................................................... 128

7.6.1 1^ fase: Shaping e preparazione della battaglia ................................ 128

7.6.2 2^ fase: Approccio .......................................................................... 130

7.6.3 3^ fase: Blocco ............................................................................... 131

7.6.4 4^ fase: Contrattacco – ................................................................... 132

7.6.5 Attacchi di disturbo (Spoling Attack) ................................................. 133

7.7 FRENAGGIO ....................................................................................... 134

7.7.1 Frenaggio da posizioni alternate ....................................................... 135

7.7.2 Frenaggio da posizioni successive ..................................................... 136

7.8 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE DEL FRENAGGIO ..................... 137

7.8.1 Comando ........................................................................................ 137

7.8.2 Intelligence ..................................................................................... 139

7.8.3 Manovra ......................................................................................... 140

7.8.4 Fuoco ............................................................................................. 142

7.8.5 Protezione ....................................................................................... 143

7.8.6 Sostenibilità .................................................................................... 145

7.9 CONDOTTA ......................................................................................... 146

7.9.1 1^ fase: Shaping e preparazione della battaglia ................................ 146

7.9.2 2^ fase: Azione di frenaggio ............................................................ 147

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

7.9.3 3^ fase: Rottura del contatto ........................................................... 147

8. LE ATTIVITÀ TATTICHE DI STABILIZZAZIONE ................. 149

8.1 GENERALITÀ ...................................................................................... 149

8.2 FATTORI CHIAVE PER IL SUCCESSO ................................................. 149

8.3 TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ TATTICHE DI STABILIZZAZIONE .............. 152

8.3.1 Sicurezza e controllo (Security and Control) ...................................... 152

8.3.2 Supporto alla riforma del settore della sicurezza (SSR) ....................... 154

8.3.3 Supporto al ripristino dei servizi essenziali della popolazione .............. 157

8.3.4 Supporto alla ricostruzione del governo locale ................................... 158

8.4 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE ................................................. 158

8.4.1 Comando ...................................................................................... 158

8.4.2 Intelligence ..................................................................................... 159

8.4.3 Fuoco ............................................................................................. 160

8.4.4 Protezione ....................................................................................... 161

8.4.6 Sostenibilità .................................................................................... 161

8.5 CONDOTTA ......................................................................................... 161

8.5.1 Fasi della stabilizzazione................................................................... 163

8.5.2 Modello generico di stabilizzazione .................................................... 163

8.5.3 Sicurezza e controllo (Security and Control) ...................................... 165

8.5.4 Supporto alla riforma del settore sicurezza (Support to SSR) .............. 166

8.5.5 Supporto Iniziale alla Ristrutturazione dei Servizi Essenziali (Support to

initial Restoration of Services) .......................................................... 167

8.5.6 Supporto Iniziale alla Ricostruzione del Governo (Support to Initial

Governance Tasks) .......................................................................... 167

9. LE ATTIVITÀ TATTICHE ABILITANTI (ENABLING) ............ 169

9.1 GENERALITÀ ...................................................................................... 169

9.2 LA RICOGNIZIONE ............................................................................ 169

9.2.1 Scopo e principi ............................................................................... 169

9.2.2 Caratteristiche ................................................................................. 170

9.2.3 Elementi per la pianificazione ........................................................... 170

9.3 SICUREZZA E PROTEZIONE ............................................................... 171

9.3.1 Scopo e principi ............................................................................... 171

9.3.2 Elementi per la pianificazione ........................................................... 171

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

9.3.3 Condotta ......................................................................................... 172

9.4 MOVIMENTO PER IL CONTATTO........................................................ 172

9.4.1 Scopo e principi ............................................................................... 172

9.4.2 Elementi per la pianificazione ........................................................... 172

9.4.3 Condotta ......................................................................................... 179

9.5 COMBATTIMENTO D’INCONTRO (MEETING ENGAGEMENT) ............ 180

9.5.1 Scopo e principi ............................................................................... 180

9.5.2 Elementi per la pianificazione ........................................................... 181

9.5.3 Condotta ......................................................................................... 184

9.6 RICONGIUNGIMENTO (LINK-UP) ..................................................... 185

9.6.1 Scopo e Principi ............................................................................... 185

9.6.2 Elementi per la pianificazione ........................................................... 185

9.6.3 Condotta ......................................................................................... 188

9.7 RIPIEGAMENTO (WITHDRAWAL) ..................................................... 190

9.7.1 Scopo e principi ............................................................................... 190

9.7.2 Elementi per la pianificazione ........................................................... 191

9.7.3 Condotta ......................................................................................... 197

9.8 LA RITIRATA ...................................................................................... 200

9.9 L’AVVICENDAMENTO DI UNITÀ A CONTATTO E DI FORZE

ACCERCHIATE .................................................................................... 200

9.9.1 Avvicendamento dell’unità in posizione (Relief In Place – RIP) ............ 201

9.9.2 Avvicendamento di una unità accerchiata .......................................... 206

9.10 SCAVALCAMENTO (FORWARD PASSAGE OF LINES) ......................... 207

9.10.1 Scopo e principi ............................................................................... 207

9.10.2 Elementi per la pianificazione ........................................................... 207

9.10.3 Condotta ......................................................................................... 210

9.11 RIPIEGAMENTO ATTRAVERSO POSIZIONI PRESIDIATE (REARWARD

PASSAGE OF LINES) .......................................................................... 210

9.11.1 Elementi per la pianificazione ........................................................... 211

9.11.2 Condotta (Figura 55) ....................................................................... 213

9.12 IL SUPERAMENTO E FORZAMENTO DI OSTACOLI (OSTACLE CROSSING

– BREACHING) ................................................................................... 214

9.13 LA MARCIA ........................................................................................ 214

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

9.13.1 Generalità ....................................................................................... 214

9.13.2 Lunghezza della colonna e velocità ................................................... 215

9.13.3 Tecniche di Movimento .................................................................... 216

9.13.4 Itinerari .......................................................................................... 216

9.13.5 Aree di sfogo ................................................................................... 217

9.13.6 Disciplina di marcia .......................................................................... 217

9.13.7 Stazionamento ................................................................................ 217

9.13.8 Elementi per la pianificazione ........................................................... 218

9.13.9 Condotta ......................................................................................... 220

9.14 I CONVOGLI ....................................................................................... 221

ALLEGATI

ALLEGATO “A” - PRINCIPALI COMPITI TATTICI

ALLEGATO “B” - INTEGRAZIONE FUOCO/OSTACOLI

ALLEGATO “C” - IMPORTANZA DEI SITI STORICI E CULTURALI

LISTA DEGLI ACRONIMI

RIFERIMENTI

ANNESSO I: Lettera di diramazione

INDICE DELLE FIGURE

Figura 1: Analisi dell’Ambiente Operativo

Figura 2: L’Ambiente Operativo

Figura 3: Contesto Operativo

Figura 4: Temi della campagna

Figura 5: Attività tattiche terrestri e compiti tattici

Figura 6: Elementi del Mission Command

Figura 7: Manoeuvrist Approch

Figura 8: Conceptual Framework

Figura 9: Operation Framework

Figura 10: Geographic Framework

Figura 11: Functional Framework – Core Function

Figura 12: Battlespace

Figura 13: Lineare, contiguo

Figura 14: Non lineare, contiguo

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Figura 15: Lineare, non contiguo

Figura 16: Non lineare, non contiguo

Figura 17: Combat Power

Figura 18: Fighting Power

Figura 19: Combat Function

Figura 20: Forme di protezione

Figura 21: Gli 11 compiti della Protezione

Figura 22: Modello di ricondizionamento

Figura 23: Impiego delle forze

Figura 24: Elementi che compongono la G.U. da combattimento

Figura 25: Piramide cognitiva

Figura 26: Aree di influenza sul Targeting

Figura 27: Fasi del ciclo D3A

Figura 28: Attacco frontale (Frontal attack)

Figura 29: Penetrazione (Penetration)

Figura 30: Avvolgimento (Envelopment) singolo e doppio

Figura 31: Aggiramento (Turning movement)

Figura 32: Irruzione (break in)

Figura 33: Combattimento ravvicinato (Fight Through)

Figura 34: Accerchiamento

Figura 35: Esempio di Manovra Difensiva in Profondità/Mobile

Figura 36: Esempio di Manovra Difensiva Avanzata/Areale

Figura 37: Esempio di Approccio condotto da una Brigata

Figura 38: Esempio di Blocco condotto da una Brigata

Figura 39: Esempio di un contrattacco condotta da una Divisione

Figura 40: Esempio di Frenaggio da posizioni alternate

Figura 41: Esempio di Frenaggio da posizioni successive

Figura 42: Contributo al SSR

Figura 43: Modello di stabilizzazione

Figura 44: Modello di attività militari di stabilizzazione

Figura 45: L’organizzazione della forza nel movimento per il contatto

Figura 46: Avanguardia in attacco per distruggere una forza nemica contenuta

Figura 47: Esempio di combattimento d’incontro

Figura 48: Esempio di ricongiungimento – Fase I

Figura 49: Esempio di ricongiungimento – Fase II

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Figura 50: Esempio di rincongiungimento tra due forze in movimento

Figura 51: Esempio di Ripiegamento - Fase I

Figura 52: Esempio di Ripiegamento - Fase II

Figura 53: Avvicendamento

Figura 54: Scavalcamento

Figura 55: Ripiegamento

Figura 56: Schema degli ostacoli

Figura 57: L’effetto della disarticolazione

Figura 58: L’effetto della deviazione

Figura 59: L’Effetto del Fissaggio

Figura 60: L’Effetto del Blocco

Figura 61: Designazione e Numerazione dell’Ostacolo

INDICE DELLE TABELLE

Tabella 1: Relazioni di Comando e Controllo

Tabella 2: Comparazione tra i due tipi di manovra

Tabella 3: Schema Comparativo

Tabella 4: Formazioni di marcia

Tabella 5: Schema sinottico

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1. L’AMBIENTE OPERATIVO

1.1 GENERALITÀ

L’ambiente operativo moderno, complesso e mutabile, è formato da un insieme di

elementi diversi, tra loro interagenti, che possono subire e/o produrre un impatto

sulle capacità militari “tout court” e influire sulle decisioni di un Comandante. Nella

condotta delle operazioni terrestri contemporanee, non è più sufficiente, pertanto,

concentrare l’analisi dell’ambiente operativo sui soli aspetti geografici o sulle

caratteristiche delle forze ostili, ancorché questi influiscano profondamente sulle

operazioni a livello tattico. Infatti, se in passato, quando erano predominanti le

campagne di combattimento classico, lo studio di questi aspetti aveva un ruolo

preminente; nel più complesso e moderno contesto operativo assume particolare

rilevanza lo studio dell'ambiente socio-culturale e di quello informativo.

In particolare, la conoscenza delle peculiarità delle diverse componenti di un

ambiente operativo, rappresenta condizione fondamentale per consentire alle unità di

comprenderne i mutamenti e adattarsi ad essi, correggendo al meglio lo

“scostamento” al fine di assolvere la propria missione.

L’impiego di una Grande Unità, quindi, deve essere pianificato solo dopo un’attenta

analisi dell’ambiente operativo, tenendo conto dell’impatto e delle modificazioni che

su di esso apporterà e deve essere costantemente ricalibrato al modificarsi

dell’ambiente stesso, in modo da rimanere efficace, efficiente e consentire

l’adempimento del compito. Ciò implica la necessità di avviare e mantenere un

processo di valutazione3 dell’ambiente operativo che non ammette soluzioni di

continuità, pena la perdita della consapevolezza di situazione (Situational Awareness

- SA) e l’impiego non efficace o, peggio, controproducente delle unità.

Oltre a ciò, è altresì fondamentale conoscere i propri limiti, maturando piena

consapevolezza di capacità, punti di forza e di debolezza per ottimizzare le procedure

e sfruttare vantaggiosamente, in ogni operazione, la combinazione di elementi da

combattimento, di supporto al combattimento, di sostegno logistico e di supporto al

comando.

1.2 STRUTTURA E ANALISI DELL’AMBIENTE OPERATIVO

Quando ci si riferisce ad un particolare Teatro di Operazioni, l’ambiente operativo

include le acque, il terreno, lo spazio aereo, i soggetti (ostili, neutrali e amici), le

infrastrutture, le condizioni meteorologiche, lo spettro elettromagnetico e

informativo, nonché l’interazione reciproca tra tali elementi, compresi sia nell’Area di

Operazioni (Area Of Operation - AOO) sia nell’Area di Interesse (Area Of Interest -

AOI). Nella dottrina NATO tutti gli elementi che compongono un ambiente operativo

3 Attraverso la sua analisi sistematica (Intelligence Preparation of the Operational Environment-IPOE). Per approfondimenti cfr. NATO AJP-2(A), Allied Joint Doctrine for Intelligence, Counter-Intelligence and Security, ed. 2016.

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sono stati classificati e raggruppati in sei sotto-sistemi, al fine di meglio

comprenderne le interrelazioni e il loro impatto sull’ambiente operativo stesso, inteso

come sistema4. Proprio queste complesse interdipendenze combinano tra loro

problematiche di tipo storico, politico, militare, sociale, culturale ed economico e,

spesso, la sfera conflittuale risulta essere solo la parte visibile di crisi ben più

profonde e interconnesse. Se non si comprende appieno quale patologia affligga un

sistema, si rischia di curarne solo i sintomi (il conflitto) senza intervenire sulle vere

cause del male. I sei sotto-sistemi (raggruppati nell’acronimo PMESII5) che

interagiscono tra loro, s’interconnettono, s’influenzano e si modificano sono:

Sistema Politico. Comprende raggruppamenti di soggetti politici (organizzazioni

e istituzioni pubbliche o private) in grado di esercitare una qualche forma di

governo o comunque forme di autorità mediante l’utilizzo di strumenti d’influenza

o di potere entro specifici confini geografici o giurisdizionali. Questo sistema

comprende elementi culturali, storici, demografici, religiosi e fattori che

costituiscono l’identità di una società;

Sistema Militare. Racchiude tutte le entità, i soggetti, le forze e i gruppi

presenti in un Teatro di Operazioni in grado di esercitare la violenza. Il sistema

comprende quindi elementi come le Forze Armate regolari, le milizie armate, i

gruppi paramilitari, le forze di polizia, i gruppi criminali, le compagnie di sicurezza

private, le compagnie di mercenari, ecc.;

Sistema Economico. Comprende tutti gli elementi relativi alle sfere della

produzione, della distribuzione e del consumo di beni e di servizi, il grado di

sviluppo economico e il livello di distribuzione della ricchezza e del benessere;

Sistema Sociale. Ossia la rete interconnessa delle istituzioni sociali che

garantisce il supporto e l’incremento del livello culturale nonché lo sviluppo delle

potenzialità degli individui. Riguarda gli aspetti sociali, quelli religiosi e il sistema

giuridico/ legale;

Sistema Infrastrutturale. Riguarda le strutture di base, i servizi e le

installazioni necessarie per il funzionamento di una società o di

un’organizzazione. Include la logistica, le comunicazioni, il trasporto e i servizi

essenziali per il sostentamento degli elementi appartenenti all'organizzazione;

Sistema delle Informazioni. Include il complesso di infrastrutture,

organizzazioni e personale che provvede alla raccolta, alla elaborazione e alla

disseminazione delle informazioni.

La comprensione dei sistemi che agiscono nell’AOO e la loro interazione consente,

infatti, al Comandante e al suo staff, di visualizzare e descrivere come le azioni

4 Per sistema si intende il gruppo di elementi interagenti o interdipendenti, in modo continuo/regolare, dal punto di vista funzionale, fisico, e/o comportamentale e che vanno a formare un insieme unico (ACO COPD V2.0 ed. 2013). 5 “Politico, Militare, Economico, Sociale, Infrastrutturale e delle Informazioni”, SMD PID-S1 La dottrina militare italiana, ed. 2011 – pag. 98.

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militari possono influenzarli e come questi a loro volta possono influenzare le

operazioni. I sistemi vengono rappresentati da nodi e collegamenti interconnessi

(Figura 1).

La costante e adeguata consapevolezza dell’ambiente operativo in cui si opera

consente di comprendere e di aggiornare la situazione, sia in fase di pianificazione

sia in fase condotta di una campagna o di un’operazione, permettendone la corretta

esecuzione. L’ambiente operativo comprende, include e interseca molteplici e

variegati elementi, che spaziano dalla geografia alle condizioni meteorologiche, dagli

usi e costumi degli abitanti ai loro aspetti culturali peculiari. In ogni campagna i

diversi elementi dell'ambiente operativo possono, per scopi analitici, essere

raggruppati in tre macro-categorie (Figura 2):

ambiente socio-culturale, che include le caratteristiche politiche, culturali ed

economiche, di tutti i soggetti che insistono nell'area delle operazioni inclusa la

popolazione locale, le organizzazioni locali o internazionali, governative o non-

governative e ogni altro soggetto operante nell'ambiente operativo;

ambiente informativo, che comprende tutti i soggetti operanti nel campo dei

media, quindi le TV, le radio, la stampa, internet e i social media;

ambiente geografico, che include tutti gli elementi naturali, climatici e artificiali

nell’area di operazione.

Figura 1: Analisi dell’Ambiente Operativo

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1.2.1 Ambiente socio-culturale

Nell’esame dell’ambiente socio-culturale assume particolare rilevanza l’aspetto

concernente la popolazione civile, poiché la presenza militare ha la possibilità di

influenzare le comunità in maniera costante e significativa, soprattutto a livello

tattico, attraverso rapporti continui e diretti. L’impatto che la popolazione civile ha

sulle operazioni consente di agevolare o compromettere irrimediabilmente gli esiti di

una campagna militare. Gli effetti delle operazioni militari sulla popolazione civile,

costituiscono un fattore chiave della pianificazione e influenzano eventuali

limitazioni/restrizioni alla condotta delle operazioni stesse. Limitare i danni collaterali

e le vittime civili (Civilian Casualties - CIVCAS), piuttosto che focalizzare gli sforzi

sulla protezione della popolazione locale per guadagnarne il consenso nell’ambito di

una campagna contro-insurrezionale (Counter-Insurgency - COIN)6, sono

considerazioni fondamentali nel modo in cui si decide di impiegare le unità e ne

determinano il successo o l’insuccesso. Stesse considerazioni sono da fare per quanto

attiene la presenza, spesso consistente, di altre organizzazioni governative e non

governative, delle compagnie di sicurezza private, di attori armati o di soggetti

operanti nel settore dei media. L’operato di queste entità introduce numerose

variabili, in grado di complicare ulteriormente il quadro generale entro cui le unità

devono vivere, muovere e combattere.

6 SME, Nota Dottrinale “Il contrasto alla minaccia interna”, ed. 2013.

Figura 2: L’Ambiente Operativo

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1.2.2 Ambiente informativo7

È l’insieme degli organi di stampa e dei mezzi audiovisivi (cinema, radio, TV, ecc.)

che sono in grado di raggiungere e influenzare con i loro messaggi un pubblico molto

esteso (mass media). Possono essere distinti tra:

media “tradizionali”, caratterizzati da un numero ristretto di mezzi e messaggi; la

comunicazione fra trasmettitore e ricettore può essere immediata, ma non è

detto che si riesca a ottenere e analizzare immediatamente un feed-back

dell’interazione avvenuta;

nuovi media, caratterizzati, invece, da un numero elevato di mezzi e messaggi

che permettono una comunicazione istantanea. Si può, inoltre, avere un riscontro

immediato e continuo dell’interazione avvenuta.

I nuovi media e, in particolare, i social media, rivestono una certa rilevanza, in

quanto consentono alla massa di condividere istantaneamente idee, contenuti e

pensieri. Tuttavia, il grado di partecipazione degli utenti ai vari social media è

variabile e di conseguenza sarà variabile anche la possibilità di influenzarli attraverso

di essi. Il loro utilizzo deve essere adeguatamente studiato ed analizzato, in modo da

verificare l’opportunità o meno di utilizzarli quale strumento per veicolarne la

comunicazione. Essi, sostanzialmente, rappresentano uno dei mezzi di comunicazione

di massa e possono essere utilizzati vantaggiosamente sia per la comunicazione

interna sia per quella esterna.

1.2.3 Ambiente geografico

Include le caratteristiche fisiche naturali, artificiali e climatiche del Teatro di

Operazione dove un’unità può trovarsi ad operare per la salvaguardia degli interessi

nazionali o della coalizione. Non è più sufficiente la familiarizzazione con le sole aree

prossime ai confini nazionali in quanto le forze terrestri devono essere in grado di

agire in una vasta gamma di aree geografiche, tra cui quelle artiche, costiere e

desertiche, ma soprattutto devono essere in grado di manovrare in terreni complessi,

come quelli urbani, montani o boschivi (giungla e foresta).

Il personale militare, quindi, dovrà essere addestrato e preparato fisicamente e

mentalmente a sostenere gli sforzi intensi e prolungati che tali ambienti richiedono.

In particolare, il clima e gli agenti atmosferici sono parte integrante dell’ambiente

geografico e possono avere un impatto significativo sia sulla capacità di manovra

delle unità sia sul livello di efficienza di armi, mezzi ed equipaggiamenti, nonché sulle

condizioni fisiche e psicologiche del soldato, esaltandone o riducendone, anche

sensibilmente, il rendimento.

7 Per ulteriori approfondimenti Cfr. PDE-1 “La Dottrina dell’Esercito”, ed. 2018, FD.

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1.3 CONDIZIONI DELL’AMBIENTE OPERATIVO

Sulla base del grado di ostilità, e quindi del contesto operativo, l’ambiente operativo

può variare da permissivo a semi permissivo o non permissivo. In particolare il

contesto operativo può essere caratterizzato in:

non bellico, in cui non vi è né una dichiarazione di guerra che coinvolga l’entità

statuale né una situazione di deterioramento dell’ordine pubblico o di conflitto;

prebellico, in cui vi è grave deterioramento dell’ordine pubblico ovvero una

situazione di conflitto interno;

bellico in cui vi è un vero e proprio stato di belligeranza sancito da una

dichiarazione di guerra o un gravissimo deterioramento dell’ordine pubblico

ovvero una situazione di conflitto interno in cui il contesto operativo non può più

ricondursi ad una situazione di normalità (Figura 3).

Naturalmente, il passaggio da una fase all’altra non è immediato e spesso le diverse

condizioni possono sovrapporsi. Durante la fase non bellica, o pacifica, vi può essere

comunque l’attività di determinate forze che, per diversi motivi, tendono a condurre

azioni di destabilizzazione della pubblica sicurezza e/o dell’ordine pubblico, quali per

esempio atti criminali o terroristici (si possono ricondurre, dal punto di vista

operativo, ad assassini, attentati, intimidazioni ecc., condotti con le modalità più

disparate).

Il passaggio da un contesto operativo non bellico a quello bellico può avvenire

attraverso il deterioramento progressivo dell’ordine pubblico di uno Stato causato da

una serie di fattori, come ad esempio catastrofi naturale (Haiti), criminalità

(Colombia), sommosse (primavere arabe), insurrezione (Afghanistan), conflitti etnico-

Figura 3: Contesto Operativo

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religiosi (Bosnia), fallimento di una struttura statale (Somalia), ecc. In un primo

momento si passa attraverso una fase che possiamo definire prebellica, in cui vi è

una prevalenza di attività di destabilizzazione, quindi attacchi, che abbiamo già visto

nelle precedenti fasi ma che possono incrementare nel numero e nell’intensità,

preludio alla successiva fase bellica.

L’ulteriore transizione dalla fase prebellica a quella bellica è altrettanto labile e può

avvenire con una dichiarazione di guerra, nel caso vi siano più entità Statuali

coinvolte nel conflitto, o meno, come nel caso di un conflitto ibrido (hybrid warfare),

dove lo stato di belligeranza è sicuramente immanente, anche se mai ufficiale, in cui

le operazioni condotte dall’avversario sono una combinazione di attività di natura

diversa (militare, terroristica, criminale, ecc.) sviluppate eventualmente da due o più

entità che, seppur differenti per finalità e tipo di organizzazione, hanno in comune il

medesimo obiettivo.

Successivamente alla fase di belligeranza, a cui si pone termine tramite un accordo di

pace (caso dei Balcani) o un intervento armato (Iraq e Afghanistan), vi è una fase

che può essere definita postbellica, in cui comunque le forze avversarie possono

continuare ad agire al fine di far finire l’occupazione o riportare l’ambiente operativo

ad una situazione di belligeranza.

1.4 LA MINACCIA

Una minaccia è una combinazione di attori e/o di forze che hanno la capacità e

l’intenzione di danneggiare la nostra forza militare, gli interessi nazionali o la patria.

Può includere individui, gruppi di individui (organizzati o non organizzati), forze

paramilitari o militari, nazioni o alleanze nazionali. Quando la minaccia non è più

potenziale ma reale coloro i quali la pongono in essere diventano nemici. In generale,

i vari attori presenti in qualsiasi area delle operazioni possono essere così suddivisi:

Nemico, se chiaramente identificato come ostile e contro il quale è autorizzato

l’uso della forza; può anche essere definito combattente.

Avversario, se riconosciuto come potenzialmente ostile e contro cui l’uso della

forza potrebbe essere previsto. L’avversario diventa un nemico quando forze

amiche subiscono atti ostili da parte sua.

Neutrale, se non sostiene e non si oppone alle forze amiche o nemiche.

Nel moderno ambiente operativo le operazioni risultano spesso complesse per la

indeterminatezza della minaccia e degli attori che la pongono in essere, tanto da

risultare difficile categorizzarli secondo quanto precedentemente descritto. Quando vi

è la combinazione diversa e dinamica di forze regolari, forze irregolari, forze

terroristiche e criminali la minaccia prende il nome di “minaccia ibrida”. In questo

caso, il nemico impiega tattiche e metodi convenzionali, non convenzionali e

terroristici per il raggiungimento dei propri obiettivi strategici e politici.

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Le unità devono essere in grado di fronteggiare qualsiasi forza di opposizione a

prescindere dalla tipologia e dalla forma di minaccia utilizzata (simmetrica,

asimmetrica e ibrida). Ancora, devono avere la capacità di affrontare anche altri

pericoli che possono coesistere con la minaccia, quali malattie o epidemie su larga

scala, calamità naturali, inquinamento industriale e catastrofi umanitarie come

carestie o siccità.

1.4.1 La minaccia simmetrica

La minaccia simmetrica è costituita dal potenziale bellico dell’esercito, della marina e

dell’aeronautica di un paese dichiaratamente nemico e si traduce in battaglie,

combattimenti e scontri continui. Le forze su ciascun fronte sono ben definite, e

combattono usando armi convenzionali (non quelle nucleari, biologiche o chimiche,

che rappresentano genericamente le non convenzionali) che si rivolgono

prevalentemente contro lo schieramento combattente nemico e non contro la

popolazione civile. Nel caso di impiego di armi non convenzionali nell’ambito di un

conflitto – sia esso originariamente simmetrico, asimmetrico o ibrido – la natura del

conflitto stesso cambia e assume esso stesso una fisionomia “non convenzionale”. Lo

scopo è generalmente quello di neutralizzare o distruggere la forza militare

avversaria, al fine di indurre alla capitolazione il nemico.

1.4.2 La minaccia asimmetrica

Tale tipologia di minaccia implica il ricorso a strategie e tattiche di guerra non

convenzionale, in cui i combattenti con più basso potenziale bellico cercano di

compensare le proprie carenze quantitative e qualitative. La NATO riconosce che

l’asimmetricità può essere intrinseca a qualsiasi scontro, poiché sussistono sempre

delle differenze, talvolta significative, tra i diversi contendenti e individua alcune

ragioni che possono determinare una qualche forma di asimmetricità tra l’Alleanza e i

suoi potenziali avversari8:

la natura stessa del nemico, che rende difficile il suo riconoscimento, la sua

identificazione, la sua discriminazione e il suo ingaggio, in quanto tende a

nascondersi tra la popolazione civile;

la natura della cultura, degli ideali e/o degli obiettivi perseguiti dagli elementi

ostili, che non sono compatibili con quelli nazionali, orientati al rispetto di vincoli

morali e legali nella condotta delle operazioni, imposti dal Diritto Internazionale e

Umanitario, ovvero dall’Autorità Politica. Al contrario, i potenziali avversari,

potrebbero invece agire in assenza di vincoli e limitazioni nell’uso della forza, per

trarne un vantaggio sia tattico sia strategico;

i metodi di combattimento non convenzionali impiegati dal nemico, che è

costretto a compensare lo svantaggio qualitativo e quantitativo nei confronti

dell’avversario, utilizzando tattiche, tecniche e procedure irregolari.

8 NATO, AJP-01(E), “Allied Joint Doctrine”, ed. 2017.

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1.4.3 La minaccia ibrida (Hybrid Threat – HT)9

Il termine minaccia ibrida si è sviluppato per comprendere l’effettiva complessità

dell’ambiente operativo e la molteplicità degli attori coinvolti in un conflitto. Una

minaccia ibrida è la combinazione varia e dinamica di forze regolari, forze irregolari,

forze terroristiche e/o elementi criminali uniti al fine di ottenere effetti di reciproco

beneficio. In particolare, la minaccia complessiva si definisce prevalentemente ibrida

nel caso in cui nell’ambito di tali componenti, quella rappresentata dalle forze regolari

rimanga allo stato potenziale. In questo caso la componente “convenzionale”

dell’avversario avrà la capacità di negare il suo intento ostile (“Deniability”) e

conseguentemente di limitare le opzioni militari amiche.

Le interazioni continue dei suddetti attori, ciascuno con i propri obiettivi, interessi e

legami, accrescono la difficoltà di capire il complicato intreccio di relazioni ed

interazioni tra queste figure. Tale comprensione risulta fondamentale per avere,

mantenere e sfruttare l’iniziativa su di essi e per consolidare i risultati ottenuti utili al

successo della missione. La forza militare dovrà essere pronta a sconfiggere qualsiasi

tipo di nemico che combina tattiche e metodi convenzionali e non convenzionali

diretti ad attaccare le vulnerabilità delle nostre unità evitandone i punti forti.

Questi nemici impiegano una serie di contromisure tecnico-tattiche per annullare il

potenziale offensivo della forza militare attraverso operazioni di inganno, dispersione,

occultamento e mescolanza con i civili nel tessuto urbano. Inoltre, utilizzano

contromisure tecnologiche, come attacchi informatici e blocco del sistema di

posizionamento globale, per eludere e interrompere la capacità della forza militare di

comprensione della situazione, cogliere l’iniziativa e consolidare i risultati favorevoli.

Il Comandante e il suo Staff, al fine di capire la tattica, le dinamiche umane e

politiche associate al conflitto armato, dovranno tenere conto delle tre dimensioni

con cui il nemico conduce le proprie operazioni: fisica, psicologica ed informativa e

politica. La comprensione per essere efficace dovrà estendersi oltre le organizzazioni

nemiche e le loro capacità comprendendo i gruppi etnici, le fazioni politiche, le tribù, i

clan, le sette religiose, i movimenti ideologici e i corrispettivi obiettivi. Ciò richiede

informazioni dettagliate e approfondite, possibili solo attraverso un efficace sforzo di

raccolta delle informazioni in ogni fase dell’operazione. Solo in questo modo il

Comandante e lo Staff potranno ottenere la comprensione necessaria per sconfiggere

un nemico adattivo e determinato sui campi di battaglia.

1.4.3.1 Dimensione fisica

Il nemico opera nella e tra la popolazione per sfuggire all’individuazione, preservare il

potere di combattimento e mantenere la libertà di movimento, spesso stabilendo

rapporti con organizzazioni criminali locali, regionali e transnazionali ed organizzazioni

estremiste per finanziare le proprie operazioni e ottenere l’accesso alle reti di traffico

9 COMFORDOT PSE-7.02 “Generic Enemy Forces (GENFOR), ed. 2017 e TC 7-100 “Hybrid Threat”, U.S.A. Department of the Army, ed. 2010.

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illecito per spostare illegalmente armi, munizioni, armi di distruzione di massa,

persone, narcotici o denaro.

Si muove in piccole unità, formazioni, gruppi o cellule, generalmente composte da tre

sino a dieci elementi, in modo diradato, per evitare il rilevamento e condurre brevi

azioni da combattimento cercando di rompere il contatto con la forza militare prima

che possa subire il supporto di fuoco indiretto o aereo.

Aumenta le capacità tattiche combinando le armi in possesso con alcune

contromisure come gli ordigni esplosivi improvvisati, le bombe molotov, gli attentatori

suicidi, i civili come ostacoli (dimostranti e folle per incitare le rivolte) ed il fuoco e il

fumo come ulteriori sistemi d’arma. Allo stesso tempo, cerca di acquisire tecnologie

come i sistemi di velivoli senza pilota (che possono essere equipaggiati con armi ad

alta precisione), immagini satellitari, sistemi e piattaforme di guerra elettronica. È

abile nello stabilire e mantenere le comunicazioni e nel creare disordine nei sistemi di

Comando e Controllo della forza militare.

1.4.3.2 Dimensione psicologica e informativa

Il nemico riconosce l’importanza della percezione pubblica e del suo impatto sulla

condotta delle operazioni per cui, al fine di influenzare la volontà delle popolazioni

degli stati coinvolti nel conflitto, conduce operazioni di propaganda, di

disinformazione e attacchi terroristici contro i paesi delle forze militari intervenuti, la

nazione ospitante e le forze della coalizione. Inoltre, mina gli sforzi di stabilizzazione

in corso, emarginando i successi e sfruttando gli eventuali passi falsi della forza

militare.

Ancora tenta di manipolare le notizie locali, regionali e mondiali per raggiungere i

propri scopi e arruolare nuove reclute alla propria causa.

1.4.3.3 Dimensione politica

La politica e, in particolare, la competizione per il potere, le risorse e la

sopravvivenza guidano i conflitti e sono fondamentali alla loro risoluzione.

Comprendere le dinamiche politiche a livello locale consente al Comandante e al suo

Staff di identificare la strategia, le capacità e le potenziali debolezze del nemico

all’interno dell’ambiente operativo.

Il nemico sfrutta le divisioni sociali lungo linee politiche, economiche, etniche, tribali

e religiose offrendo benefici ai gruppi sostenuti ed ostacolando i gruppi contrapposti.

Queste attività hanno l’obiettivo di proteggere la propria forza, consolidare il potere e

dare vita ad una legittimità politica. Inoltre, promuove istituzioni politiche deboli

attraverso l’interruzione o l’influenza delle elezioni a livello locale, provinciale e

nazionale, la condotta di attacchi contro i siti di voto, l’intimidazione dei funzionari

elettorali, la manipolazione dei distretti politici e il sostentamento di funzionari

corrotti. Inoltre, il nemico può tentare di assassinare e/o rapire leader etnici, politici e

militari per minare la sicurezza e il buon governo, degradare il morale delle forze

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amiche, raccogliere l’attenzione dei media, per ottenere supporto e influenzare

l’opinione pubblica, raccogliere fondi e attrarre nuove reclute.

Questo permette al nemico la libertà, la capacità di deviare risorse statali senza

ripercussioni, di ridurre la capacità della forza militare e locale di fornire servizi

essenziali e sicurezza alienando il supporto della popolazione alle forze amiche. Come

nella dimensione fisica, il Comandante e il suo Staff dovranno riconoscere e

contrastare questi sforzi cercando di mantenere l’iniziativa. Dovranno visualizzare la

minaccia nel contesto politico per comprendere le dinamiche esistenti nell’Area delle

Operazioni e determinare le tattiche e gli obiettivi più opportuni per il raggiungimento

dei risultati politici sostenibili con la missione assegnata. La forza militare, una volta

comprese le dinamiche politiche di un conflitto, può rassicurare e proteggere le

popolazioni indigene ed, infine, identificare, isolare, distruggere e sconfiggere il

nemico.

1.5 CARATTERISTICHE DELLE OPERAZIONI

La Forza Armata, pur avendo il compito fondamentale di difendere l’integrità

territoriale nazionale e dei Paesi dell’Alleanza Atlantica da avversari statuali (NATO

Art. 5), è chiamata a intervenire, spesso, in aree di crisi ove sussiste la necessità di

rafforzare, sostenere o ripristinare condizioni di pace e sicurezza, oppure ricreare

condizioni tali da consentire a governi legittimi amici di esercitare nuovamente le

proprie funzioni e la propria autorità, oppure ancora di fornire assistenza umanitaria

in caso di calamità naturali o catastrofi umanitarie (non-Art. 5 Crisis Response

Operations).

L’insieme degli strumenti utilizzati per la risoluzione di una situazione di crisi

contribuisce dunque alla definizione della Campagna10 che, secondo il concetto

NATO, è possibile classificare sulla base di alcuni fattori mutevoli11, che fanno

riferimento ai seguenti quattro “Temi predominanti (Predominant Campaign

Themes)” (Figura 4):

Combattimento (Combat);

Sicurezza (Security);

Sostegno alla Pace (Peace Support);

Attività Militari in Tempo di Pace (Peacetime Military Engagement).

Differenti temi della Campagna potrebbero rendere necessari differenti approcci alle

operazioni e richiedere la combinazione di differenti capacità o l’impiego di diverse

tipologie di forze, ancorché in ogni caso, le forze militari schierate in qualsiasi tipo di

10 Definita come “Serie di operazioni militari pianificate e condotte per conseguire un obiettivo strategico in un tempo e in un’area geografica stabiliti, generalmente con il coinvolgimento di Forze marittime, terrestri ed aeree”, NATO AAP-06 “NATO glossary of terms and definitions”, ed. 2014. 11 Livello di rischio accettabile, lo scopo della Campagna (End-State strategico), caratteristiche dell’azione militare (in termini di frequenza, scala, intensità dei combattimenti), tipologia di avversario. Cfr. SME, PDE 1 “La Dottrina dell’Esercito”, ed. 2018, FD.

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Campagna, devono essere in grado di operare all'interno di tutto lo spettro delle

operazioni (Full Spectrum Operations), in quanto un conflitto limitato (ad esempio

per scopi e livello delle risorse impegnate) può degenerare, senza significative pause

operative, sino a diventare un conflitto generale. Inoltre, contemporaneamente e

all’interno della stessa Area di Operazioni (Area Of Operations - AOO), ci si potrebbe

trovare di fronte ad una situazione in cui alcune unità potrebbero essere impegnate

contro forze regolari per la conquista di un obiettivo territoriale, mentre altre si

scontrano con gruppi ostili di un movimento insurrezionale per il controllo di un

villaggio ed altre ancora ripristinano i servizi essenziali per la sopravvivenza della

popolazione di una città.

Il Tema della Campagna è dunque, sostanzialmente, uno strumento concettuale utile

per i Comandanti e i loro staff che deve essere analizzato in relazione alle direttive

politico-strategiche, in fase di pianificazione, applicando i principi e i criteri che

governano la condotta delle specifiche Attività Militari ritenute più opportune. Ogni

Campagna, quindi, si traduce sempre nella combinazione – variabile nel tempo,

secondo la situazione contingente – di tutte e quattro le attività militari fondamentali:

offensive (Offensive), volte ad eliminare la minaccia e mirate a distruggere o

neutralizzare le forze nemiche;

difensive (Defensive), volte alla protezione delle proprie forze, della popolazione,

dell’ambiente e condotte quando il nemico detiene l’iniziativa, allo scopo di farne

fallire l’offensiva e impedirgli di conseguire l’obiettivo, riconquistando l’iniziativa;

Figura 4: Temi della campagna

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

di stabilizzazione (Stability), che perseguono lo scopo di ridurre il grado di

disordine e violenza e di ricondurre la situazione nell’area ad un accettabile livello

di stabilità, consentendo il ripristino delle funzioni istituzionali dell’organizzazione

statuale in difficoltà;

abilitanti (Enabling), poste in essere tra altri tipi di attività per collegarle o

supportarle.

Ogni tipo di Attività Militare include una serie di Attività Tattiche, che si traducono

nell’esecuzione di una combinazione sinergica di Compiti Tattici (vds Allegato “A”)

che possono essere assegnati alle unità, così come riportato nella Figura 5.

Figura 5: Attività tattiche terrestri e compiti tattici

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PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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15 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

2. FONDAMENTI DI IMPIEGO

2.1 MISSION COMMAND

Il Mission Command è una filosofia che si basa sul principi della pianificazione

centralizzata e dell’esecuzione decentralizzata della missione, promuovendo la

massima libertà di azione e di iniziativa. Concede ai Comandanti subordinati la libertà

nel modo in cui eseguire le loro missioni. Il grado di libertà e di azione dipenderà dal

tipo di missione. Quando vengono imposte le misure di controllo, necessarie per lo

svolgimento di compiti specifici, non dovranno limitare la libertà di pensiero sul come

raggiungere la missione. Il Mission Command consente ai Comandanti subordinati la

flessibilità e l’autorità per sfruttare le vulnerabilità del nemico man mano che

vengono scoperte.

Il Mission Command è quindi il metodo di comando più adatto alla complessità e

all’incertezza dell’ambiente operativo odierno. Come ogni abilità militare richiede di

essere appresa, applicata e praticata correttamente.

Storicamente, i Comandanti hanno impiegato combinazioni di due filosofie di

comando: Mission Command e Detailed Command. Alcuni eserciti hanno favorito il

Detailed Command ma gli scenari moderni, caratterizzati da caos e incertezza, ci

hanno dimostrato come l’utilizzo del Mission Command sia più vantaggioso.

Il Detailed Command deriva dalla convinzione che il successo in guerra provenga

dall’imponente ordine e certezza sul campo di battaglia. Tecniche di comando

dettagliate possono effettivamente avere un alto grado di coordinamento durante la

pianificazione. Tuttavia, durante l’esecuzione, lasciano poco spazio agli adeguamenti

indipendenti dei Comandanti subordinati che, potranno discostarsi dal piano

originale, solo dopo aver consultato il Comandante superiore. Il Detailed Command

non è adatto per sfruttare/reagire a situazioni in rapido cambiamento. Risulta poco

efficace quando il flusso di comunicazioni e informazioni è interrotto. Infine, inibisce il

giudizio, la creatività e l’iniziativa necessari per il successo di un’operazione militare.

In pratica, nessun Comandante fa affidamento unicamente su una delle due filosofie

sopra descritte. Il grado di inclusione di alcune tecniche di comando dettagliate

dipende da vari fattori quali la natura dell’azione o del compito, le qualità del

personale o dei Comandanti subordinati e la natura e le capacità del nemico. Sulla

base di ciò e in relazione all’esperienza e alla leadership che intende adottare, un

Comandante potrà imporre vincoli ai Comandanti subordinati e quindi limitarne la

loro libertà di azione e di iniziativa.

Il Mission Command sostiene la pianificazione centralizzata, ovvero l’assegnazione di

chiare linee guida e intenti, con esecuzione decentrata basata su ordini di missione.

Una tecnica che descrive il “cosa”, senza necessariamente prescrivere il “come”. La

filosofia del Mission Command sottolinea l’importanza di capire quali compiti/effetti

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16 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

devono essere svolti/conseguiti piuttosto che specificare i modi in cui si dovrebbero

eseguire/ottenere.

2.1.1 Principi fondamentali del Mission Command

Il Mission Command esalta l’iniziativa individuale, favorisce processi decisionali rapidi

e incoraggia i Comandanti subalterni a prendere decisioni tattiche basate sia sulla

situazione contingente sia sull’intento dei propri Comandanti, pur in assenza di ordini

dettagliati. Tale approccio si basa sull’importanza dell’esercizio dell’Autorità e del

Comando attraverso ordini basati sulla missione (piuttosto che su modalità esecutive

dettagliate), al fine di abilitare una disciplinata iniziativa, nell’ambito dell’intento del

Comandante, allo scopo di dare il necessario potere/autorità ai Comandanti

subordinati per ottenere, mantenere e sfruttare l’iniziativa.

Questa filosofia ha la necessità di un robusto sistema di Comando sia in pace che in

guerra che sviluppi la fiducia e la comprensione reciproca tra i Comandanti ai vari

livelli lungo tutta la catena di Comando. Gli elementi chiave di tale filosofia che un

Comandante dovrà tenere in considerazione sono:

l’emanazione di ordini chiari in modo da permettere ai subordinati una

comprensione inequivocabile dell’intento del Comandante, della missione e del

contesto in cui si va ad operare;

la condivisione dello scopo della missione e della ragione per cui deve essere

conseguito con i subordinati, assegnando loro le risorse necessarie per eseguire i

compiti tattici;

la riduzione allo stretto necessario delle misure di controllo in modo da non

limitare inutilmente la libertà d’azione delegata ai Comandanti subordinati.

Il Comandante dovrà basare i suoi ordini sulla missione consentendo ai propri

Comandanti subordinati la massima flessibilità possibile per svolgere i compiti

assegnati. Nell’esercizio effettivo del Mission Command, il Comandante dovrà

considerare i seguenti sei principi fondamentali:

coesione attraverso la fiducia reciproca;

comprensione condivisa;

intento del Comandante chiaro;

iniziativa disciplinata;

utilizzo degli ordini basati sulla missione;

accettazione del rischio prudente.

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17 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Il Comandante usa il Mission Command come filosofia per sfruttare e migliorare le

abilità umane in modo univoco attraverso il bilanciamento dell’arte del Comando e

della scienza del controllo. L’arte del Comando implica creatività e abilità nell’esercizio

dell’autorità attraverso decisioni tempestive e leadership; la scienza del controllo

attiene, invece, ai sistemi ed alle procedure utilizzate per verificare l’attuazione di

ordini e direttive al fine di garantire il successo dell’Operazione (Figura 6).

Figura 6: Elementi del Mission Command

2.1.2 Attività principali del Mission Command

L’applicazione del Mission Command si basa sulla fiducia reciproca tra Comandanti e

subordinati, sulla condivisone della missione e sulla comprensione dello scopo.

Generalmente i Comandanti devono prendere velocemente decisioni e, pertanto, si

pone quasi l’obbligo di concentrarsi sugli obiettivi di un’operazione e non su come

raggiungerli. Nella stessa ottica pertanto i Comandanti subalterni esercitano

l’iniziativa disciplinata per rispondere velocemente agli scostamenti rispetto alla

situazione iniziale. Di seguito l’elenco delle principali attività da compiere per

l’applicazione del Mission Command:

per i Comandanti:

assegnare risorse;

fornire un intento chiaro e lo scopo dell’operazione;

indicare le attività principali;

promuovere la libertà di azione e di iniziativa, incoraggiando ad agire in modo

audace e accettando un rischio prudente per creare opportunità e per

prendere l'iniziativa;

per i Comandanti subordinati:

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18 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

comprendere l’intento del Comandante e l’obiettivo comune generale;

cercare di adattarsi a situazioni in rapida evoluzione e sfruttare le fugaci

opportunità;

agire e sincronizzare le loro azioni con il resto della forza;

per i soldati:

operare con senso di responsabilità;

mantenere l’unità dello sforzo;

agire con prudenza e ingegnosamente nell’ambito dell’intento del

Comandante.

2.2 MANOEUVRIST APPROACH

Il Manoeuvrist Approach è una metodologia di condotta delle operazioni che mira a

frantumare la coesione generale e la volontà di combattere del nemico, piuttosto che

a distruggerne la forza (Figura 7). Come per il Mission Command, rimane centrale la

necessità di cogliere, conservare e sfruttare l’iniziativa. In particolare si punta, più

che alla distruzione dell’avversario nel dominio fisico, alla:

sopraffazione del rivale nel dominio cognitivo, condizionandone la

comprensione dell’ambiente operativo, a vantaggio delle forze amiche;

massimizzazione degli effetti sull’avversario nel dominio morale, attraverso:

l’indebolimento della volontà di opporsi degli elementi ostili;

l’erosione della coesione interna dell’avversario, combinando metodi violenti e

non-violenti al fine di neutralizzarne la capacità di agire/reagire.

La percezione della situazione influenza la volontà; se esso pensa di essere battuto,

il suo morale ne risentirà e le sue eventuali azioni risulteranno meno efficaci.

Un’azione tattica che demoralizza un Comandante nemico riduce la coesione della

sua unità e di conseguenza la sua efficacia. Il Manoeuvrist Approach sarà tanto più

efficace quando si raggiungerà un atteggiamento mentale capace di comprendere e

manipolare la natura umana identificandone le vulnerabilità e i punti di influenza.

Manovrare “con la mente” piuttosto che con le unità sul terreno. Incertezza e

pericolo minano la fiducia e la coesione causando sintomi di avversione al rischio,

scarsa consapevolezza della situazione, procedure lente e decisioni inopportune.

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19 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

FORZA MILITARE

Figura 7: Manoeuvrist Approch

Il Manoeuvrist Approach richiede, quindi, un’attitudine psichica tesa a ricercare

soluzioni inattese capaci di destabilizzare il nemico e promuove:

l’emanazione di ordini chiari e sufficientemente flessibili che non vincolino

l’iniziativa e la creatività dei propri Comandanti subordinati, in modo da

consentire di sfruttare le opportunità impreviste e reagire tempestivamente a

minacce inattese;

l’esaltazione del coraggio e della determinazione dei soldati, necessari per agire

anche in assenza di ordini dettagliati, per superare condizioni di isolamento

tattico/operativo, nonché per agire efficacemente nelle situazioni caotiche tipiche

del combattimento dinamico che richiedono la fredda capacità di valutare e

accettare il rischio;

la ricerca della sorpresa e dell’inganno, indispensabili per incrementare

esponenzialmente le probabilità di mantenere l’iniziativa, moltiplicare l’efficacia

delle azioni intraprese e facilitare il successo della misssione;

l’ esecuzione di un ritmo elevato delle operazioni. Chi comprende, decide e agisce

più velocemente ottiene e mantiene l’iniziativa, sbilancia l’avversario e lo

costringe all’errore;

la capacità di manovrare dissimulando le proprie reali intenzioni e mantenendo

aperte più opzioni tattiche per proseguire l’azione, in modo da porre l’avversario

in una condizione costante di incertezza e sovraccarico decisionale.

Applicare questo approccio è un’arte difficile che richiede un investimento

nell’addestramento e una grande flessibilità nel combattimento. Ma, una volta

acquisita, permetterà ad un Comandante di imporre al nemico, ancorchè dotato

anche di una capacità di combattimento maggiore, una serie di azioni rapide,

violente ed inaspettate, trascinandolo in una situazione di confusione,

deterioramento e disgregazione generale, ovvero alla sconfitta.

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20 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

2.2.1 Abilità per utilizzare Manoeuvrist Approach

Utilizzare il Manoeuvrist Approach richiede ai Comandanti ed al loro Staff lo sviluppo

di cinque abilità:

comprensione della situazione. Un Comandante dovrà sfruttare

efficacemente le informazioni, l’intelligence e l’intuizione per avere cognizione

della natura del conflitto e del nemico. L’obiettivo è identificare le debolezze

dell’avversario per cercare di interferire con la sua comprensione della situazione

e romperne volontà e coesione;

influenza delle percezioni. Il conflitto è uno scontro tra opposte volontà. Influenzare le percezioni del nemico significa condizionarne il comportamento.

Questa è un’arte sofisticata che richiede una comprensione notevole della forza

contrapposta e del contesto nel quale il condizionamento deve essere raggiunto.

Tale proposito è necessario al fine di individuare il mezzo più appropriato per

influenzare il nemico a nostro vantaggio;

cogliere e mantenere l’iniziativa. Un Comandante dovrà cercare di dettare gli

eventi per agire con più efficacia sull’avversario. Cogliere e mantenere l’iniziativa

richiederà una comprensione del nemico, una volontà di prendere rischi e una

capacità di manovrare in una posizione di vantaggio, concettualmente e

fisicamente, per ottenere shock e sorpresa. In combattimento, se una delle parti

contrapposte agisce per prima e/o minaccia l’utilizzo della violenza, la seconda di

solito reagisce per proteggersi. Questo limita la sua capacità di agire in modo

offensivo. Ottenere l’iniziativa è importante per il successo e, una volta acquisita,

dovrebbe essere conservata in via prioritaria. Se dovesse venire meno o pensare

che presto andrà persa, un Comandante dovrebbe pianificare di riconquistarla.

Questo può essere fatto ritirandosi dal combattimento in modo che un avversario

non possa dettare eventi, sopportando l’attacco del nemico fino a quando non si

esaurisce e aspettando il momento più opportuno per effettuare un contrattacco.

Il contrattacco ha diversi vantaggi: ferma lo slancio del nemico, dal momento che

è costretto a proteggersi; può causare sorpresa e shock nella mente del

Comandante avversario e può anche presentare opportunità di sfruttamento del

successo;

rottura della coesione e della volontà. Richiede una comprensione della

cultura, delle motivazioni, delle capacità e della vulnerabilità dell’avversario. Gli

effetti di rottura della coesione e della volontà dovrebbero essere ricercati

simultaneamente, ove possibile, per sovrastare la capacità dell’avversario di

risposta e di resistenza. Quando possibile, per raggiungere efficacemente questo

obiettivo, un Comandante dovrebbe attaccare il nemico ricercando uno shock,

con i classici sintomi di intorpidimento e comportamento irrazionale, ovvero

ridotta partecipazione al combattimento, panico e/o resa di numeri significativi e

risposte inappropriate alle nostre azioni;

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21 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

protezione della coesione e della volontà. Oltre a sopraffare l’avversario, un

Comandante dovrà anche proteggere la coesione e la volontà delle proprie forze

riducendo al minimo le vulnerabilità della forza militare. Misure protettive minime

possono essere adottate attraverso il mantenimento di uno spirito offensivo. La

volontà può essere considerata come la determinazione a persistere di fronte alle

avversità. I comandanti, e più in generale tutti i soldati, dovranno essere in

grado di perseverare di fronte alle difficoltà, non permettendo alle loro paure di

ostacolarli e/o bloccarli. Mentre, la coesione è una condizione essenzialmente

umana, truppe che posseggono tale aggregazione restano unite e continuano a

combattere nonostante avversità e battute d’arresto temporanee. Deriva da una

combinazione di diversi fattori, tra cui morale alto, buona leadership, spirito di

corpo e fiducia reciproca lungo tutta la catena di comando.

2.3 PRINCIPI FONDAMENTALI

Nella pianificazione e nella condotta di qualsiasi operazione militare, sempre

nell’ottica del Mission Command e del Manoeuvrist Approach, è necessario tenere in

considerazione il complesso dei principi fondamentali che, come storicamente

dimostrato, se applicati con capacità di giudizio dai Comandanti, portano al

conseguimento dell’End State desiderato. Non sono regole, ma se non tenuti in

attenta valutazione potrebbero provocare il fallimento della missione. Quelli di

maggior rilevanza sono:

enunciazione dello scopo. In ogni operazione è essenziale selezionare e definire

chiaramente lo scopo della missione che deve essere raggiungibile con le forze

disponibili, deve essere compreso da tutta l’unità e non deve dare adito ad

interpretazioni;

iniziativa. È fondamentale conquistare e mantenere l’iniziativa. Chi ha l’iniziativa,

ha il controllo degli eventi, impone il ritmo dell’azione, sceglie se, quando e dove

ingaggiare l’avversario. Lo costringe inoltre ad agire o reagire in affanno,

incrementando così le probabilità che compia degli errori;

morale. È un fattore estremamente importante che favorisce lo spirito e la

determinazione dei soldati per il raggiungimento della vittoria. Il morale è la

qualità che rende gli uomini capaci di andare avanti nelle condizioni più difficili o

mostrare un grande coraggio quando sottoposti a forte stress o in situazioni di

pericolo. È basato sulla fiducia, disciplina, abilità professionale, condizione fisica e

autostima;

mentalità offensiva. In tutte le operazioni di combattimento, anche quelle in cui

inizialmente il nemico ha la libertà d’azione, i Comandanti devono cercare ogni

opportunità di mantenere o cogliere l’iniziativa per colpire il nemico. Il successo

in battaglia dipende direttamente dalla determinazione dei soldati, individuale o

collettiva, di distruggere la volontà di combattere del nemico. In battaglia è

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22 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

frequente il raggiungimento della vittoria grazie allo sfruttamento di una

situazione favorevole colta dai Comandanti subordinati;

sorpresa. Dipende in larga misura dalla raccolta di informazioni sul nemico e dalla

capacità di sfruttare queste informazioni. Se adoperata permette di amplificare gli

effetti delle proprie azioni, minimizzare la capacità di reazione del nemico e

colpirlo nei punti più vulnerabili;

massa. È impossibile essere forti e sicuri ovunque, occorre prendere delle

decisioni su dove impiegare lo sforzo principale. Il successo normalmente deriva

dalla concentrazione della forza nel momento e nel posto decisivo contro il centro

di gravità del nemico. La concentrazione non implica che non ci sia mai

dispersione né che le forze debbano essere ammassate; ma, piuttosto, consente

di avere le unità dispiegate sul terreno in modo da fornire il colpo decisivo

quando e dove sia necessario;

economia delle forze. Un Comandante dovrà assegnare alle sue unità compiti

tattici essenziali, concentrando gli sforzi dove necessario, altrimenti quando sarà

possibile sferrare l’attacco decisivo non avrà le risorse adeguate. Inoltre, così

facendo, eviterà il logoramento delle unità, derivante da sforzi precedenti, e

manterrà alta l’efficienza della forza militare;

sicurezza. Un Comandante dovrà preoccuparsi della sicurezza delle proprie

operazioni, proteggendo le proprie forze e le proprie linee di comunicazione.

Inoltre, dovrà porre in essere tutte le misure necessarie per negare al nemico le

informazioni e le intenzioni delle proprie forze. Ciò è vitale per il raggiungimento

della vittoria;

semplicità. Un Comandante dovrà ricercare anche la semplicità nella

pianificazione delle operazioni che, associata alla chiarezza dello scopo, faciliterà

le unità dipendenti al raggiungimento della missione assegnata;

unicità di Comando. È un principio che dovrà essere sempre attuato. Le unità

dovranno essere continuamente subordinate ad un unico Comandante. Questo è

l’unico responsabile dell’operazione, avendo ricevuto l’autorità adeguata per

portare a termine una determinata missione. Ne consegue, pertanto, che ogni

Comandante è tenuto a rendere conto, per quanto attiene all’esecuzione degli

ordini ricevuti, al solo proprio superiore diretto. L’unicità di Comando è inoltre il

mezzo per assicurare la chiarezza dello scopo, il coordinamento degli sforzi e

l’annullamento o la minimizzazione dei conflitti interni alla struttura di Comando.

2.4 COMBINED ARMS (COOPERAZIONE INTERARMA)

Il combined arms consiste nell’impiego sincronizzato e/o simultaneo delle armi per

raggiungere un effetto maggiore rispetto a quello raggiungibile dalle stesse

separatamente e/o in maniera sequenziale. È storicamente provato che l’impiego

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23 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

combinato della varie tipologie di armi/specialità costituisce un moltiplicatore di

potenza di qualsiasi unità da combattimento.

Le procedure di impiego delle forze “combined” mirano a neutralizzare i punti di forza

del nemico, rendendole inadeguate nel momento più critico del combattimento. Il

primo aspetto da prendere in considerazione è che ciascuna Arma o specialità

(fanteria, cavalleria, artiglieria, ecc.) ha differenti punti di forza e di debolezza. Ad

esempio i carri armati possono muovere rapidamente su terreni aperti e hanno un

ottimo campo di vista e di tiro, ma non sono idonei per l’occupazione ed il controllo

del terreno, sono soggetti a limitazioni di movimento su terreni compartimentati e

sono vulnerabili al tiro da distanze ravvicinate con sistemi controcarri. Ma se i carri

operano congiuntamente alla fanteria, questa può fornire copertura contro il tiro

ravvicinato, mentre i carri possono fornire un efficace fuoco controcarro necessario

per la protezione contro unità corazzate nemiche. Combinando quindi gli elementi da

combattimento in una singola organizzazione, molti limiti delle singole forze possono

essere compensati tramite i punti di forza di ciascuna di esse. Quando impiegati

correttamente, i vari elementi si completano a vicenda in funzione dell’assetto del

nemico, in altre parole, affinché il nemico possa difendersi efficacemente da una

tipologia di unità, sarà costretto ad attuare delle procedure che lo rendono

vulnerabile per un’altra. Combinando le forze, quindi, costringiamo il nemico a

confrontarsi con una gamma completa di assetti complementari, mettendolo in una

situazione nettamente sfavorevole.

La storia supporta la validità delle procedure di impiego delle forze combinate e

mostra che ogni tentativo di sopravvalutare l’uso di una particolare tipologia di unità

in una battaglia o in uno scontro può essere catastrofico. Da tale concetto deriva

anche la possibilità di sfruttare le vulnerabilità del nemico, infatti se dovessimo

attaccare dei carri armati nemici, l’ideale sarebbe portare l’attacco a distanza

ravvicinata su terreni boscosi ed urbanizzati (utilizzando la fanteria supportata da altri

elementi da combattimento) piuttosto che in campo aperto. Allo stesso modo,

bisogna colpire le concentrazioni della fanteria nemica in campo aperto, che

permette l’ingaggio a lunghe distanze, impiegando il fuoco delle mitragliatrici di

bordo e quello delle armi a tiro curvo. In sintesi, occorre evitare di attaccare il

nemico con sistemi simili ai suoi, in quanto ciò gli offrirebbe l’opportunità di uno

scontro alla pari, sfruttando la copertura dell’oscurità o la scarsa visibilità per

penetrare le sue difese e distruggerlo in un combattimento a distanza ravvicinata.

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PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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25 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

3. SCHEMI CONCETTUALI

3.1 GENERALITÀ

Il successo in qualunque tipo di operazione militare richiede la capacità del

Comandante di valutare e visualizzare le attività tattiche pianificate prima della

condotta. Questo può essere fatto attraverso l’utilizzo di numerosi Conceptual

Framework (Schemi Concettuali)12, i quali concorrono a semplificare la risoluzione

del problema operativo. Il loro impiego consentirà di:

pianificare, organizzare e sincronizzare l’impiego della forza militare;

verificare la sequenza, la sincronizzazione e la complementarità delle diverse

attività tattiche da svolgere;

visualizzare le relazioni tra le attività tattiche e gli effetti connessi;

organizzare la direzione, la coordinazione e il sostegno delle unità subordinate;

condividere con le forze alle dipendenze un linguaggio comune ed una

comprensione univoca di quello che dovrà essere fatto.

I Framework di maggiore utilità per una Grande Unità (Figura 8) sono in relazione:

allo scopo (Operation Framework). Shaping, Decisive e Sustaining;

allo spazio (Geographic Framework). Deep, Close e Rear;

alle attività fondamentali (Functional Framework – Core Function). Find, Fix,

Strike ed Exploit.

3.2 SCHEMI CONCETTUALI DI RIFERIMENTO

I modelli indicati al precedente paragrafo rappresentano, per un Comandante e il suo

Staff, un riferimento logico per tratteggiare il problema operativo ed un aiuto per

ottimizzare il tempo. Ma, nel contempo, non devono assolutamente imbrigliare la

capacità d’intuizione del Comandante e, quindi, nulla vieta allo stesso di concepirne

uno diverso, ritenuto più utile all’analisi della situazione del momento.

12 NATO, AJP 3.2(A) “Allied Joint Doctrine for Land Operations”, ed. 2016

Shaping

Decisive

Sustaining

Figura 8: Conceptual Framework

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26 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

3.2.1 Operation framework

Tale modello si focalizza sul “perché” (scopo) di una operazione militare. In

particolare, utilizza un metodo (Figura 9) che identifica tre attività per l’assolvimento

della missione:

di preparazione o preliminare (shaping) data da quel complesso di attività

che mirano a conseguire o preservare le condizioni per il successo delle azioni

decisive; esse possono interessare un’area geografica oppure le forze (proprie,

alleate, multinazionali o avversarie) e potrebbero essere condotte prima, durante

e dopo le attività decisive;

decisiva (decisive) costituita da quelle azioni il cui successo conduce

direttamente al compimento della missione assegnata e alla realizzazione

dell’intento del Comandante superiore;

di sostegno (sustaining) rappresentata dall’insieme di attività che assicurano

ad una forza di disporre di adeguate risorse per operare, muovere e combattere

nella condotta delle azioni preparatorie e decisive per assolvimento della

missione.

3.2.2 Geographic framework

Il modo in cui le operazioni si relazionano, l’una con l’altra, nell’ambiente terrestre

può essere descritto in funzione del loro sviluppo spaziale e geografico, ovvero in

termini di attività in profondità (deep), a contatto (close) ed arretrate (rear). Tale

schema (Figura 10) risulta fondamentale in quanto materializza “il dove” e il

“quando” effettivamente si intende impiegare la forza militare nel tempo e nello

spazio, indipendentemente dalle caratteristiche geometriche dell’Area delle

Operazioni. In particolare, le operazioni:

in profondita (deep) hanno lo scopo, essenzialmente, di scoprire e fissare il

nemico, per impedirgli il conseguimento dei suoi obiettivi e limitarne la libertà

Figura 9: Operation Framework

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27 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

d’azione creando, in tal modo, le condizioni favorevoli allo sviluppo delle attività a

contatto. Sono generalmente condotte a lungo raggio e prolungate nel tempo,

hanno natura essenzialmente offensiva e possono sfociare in attività a contatto;

a contatto (close) hanno lo scopo primario di ingaggiare il combattimento con

il nemico per distruggere una parte significativa della sua “potenza di

combattimento”. Sono generalmente condotte a breve distanza, in ristretta

successione temporale ed i risultati conseguiti hanno un riscontro immediato e

tangibile.

arretrate (rear) si prefiggono lo scopo di assicurare la libertà d’azione alla forza

militare, compresa quella non impegnata in combattimento, e di garantire la sua

sicurezza e sostegno.

3.2.3 Functional framework – Core function

Il modello organizzato per funzioni indica il “come” deve essere utilizzata la forza

militare. È un metodo molto efficace e, per questo motivo, trova particolare

applicazione a livello Brigata.

Secondo tale schema (Figura 11), lo sviluppo delle operazioni è scandito da quattro

attività fondamentali (Core Function): scoprire, fissare, colpire e sfruttamento

del successo, le quali dovranno essere condotte simultaneamente e/o in

successione, prevedendone la transizione da una all’altra senza soluzione di

continuità. Ciò richiede un alto livello di addestramento, interoperabilità, capacità

decisionale e determinazione. L’applicazione di questo metodo consentirà al

Comandante di guadagnare tempo, provocare shock e sorpresa nell’avversario ed

ottenere un possibile vantaggio tattico, utile per il successo della missione. Nel

dettaglio:

scoprire (find), è un’attività che si sviluppa per l’intera durata dell’operazione,

mediante l’impiego di fonti informative e dei mezzi disponibili ai diversi livelli

ordinativi. Si prefigge lo scopo di localizzare ed identificare l’avversario,

individuarne le risorse, accertarne il livello del morale e quantificarne materiali ed

equipaggiamenti, al fine di chiarire, per quanto possibile la situazione operativa.

Detta esigenza è particolarmente sentita nelle fasi iniziali dell’operazione militare,

Figura 10: Geographic Framework

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28 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

in presenza di ambienti operativi complessi ed in situazioni caratterizzate da

indeterminatezza o fluidità. Una volta che il nemico è stato trovato, il contatto

deve essere sempre mantenuto;

fissare (fix), è un’attività che si prefigge lo scopo di dominare la volontà

dell’avversario, mediante un accurato dosaggio degli sforzi ed un adeguato

impiego delle risorse disponibili, per negargli la possibilità di raggiungere gli

obiettivi prefissati, distrarne la manovra e privarlo della libertà d’azione,

convincendolo o inducendolo ad agire in modo da favorire le nostre forze. Il fine

è quello di fargli perdere la coesione abbastanza a lungo e creare le condizioni

ideali per colpirlo (strike), preservando nel contempo le nostre forze. In tale

contesto, risultano fondamentali l’applicazione del principio della sorpresa e la

condotta di Info-Ops per impedire al nemico l’acquisizione di elementi informativi

ed interdire la sua funzione C2;

colpire (strike), è l’attività risolutiva che si prefigge lo scopo di “colpire” (in

tutte le sue forme cinetiche e non) l’avversario creando le condizioni favorevoli

per il successo della missione. Si concretizza nell’applicare la forza, o minacciarne

l’uso, per distruggere o neutralizzare le forze avversarie, utilizzando in sequenza

temporale la propria libertà d’azione per:

manovrare, vale a dire porsi in una situazione di vantaggio che permetta di

applicare la forza o di minacciarla;

attaccare, nel momento e nel luogo prescelti, con superiorità di forze

(secondo il principio della massa) e/o inaspettatamente (secondo il principio

della sorpresa), neutralizzando (qualora si intenda colpire la volontà di

combattere) o distruggendo le forze avversarie;

sfruttamento del successo (exploit), si realizza traendo vantaggio dall’azione

combinata delle attività precedenti e approfittando di errori e debolezze

dell’avversario. Rappresenta l’opportunità di raggiungere un obiettivo del

Comando superiore, o di realizzare direttamente parte dell’intento del

Comandante sovraordinato. Lo sfruttamento del successo richiede un’azione che

vada oltre la missione assegnata e che quindi, può sostituire il compito indicato

negli ordini. Le opportunità possono verificarsi in qualsiasi momento durante la

ricerca, il fissaggio o il colpire. Un Comandante dovrebbe costantemente cercare

tali opportunità e, quando si verificano, perseguirle con vigore, in quanto

qualsiasi ritardo può dare al nemico l’opportunità di riorganizzarsi per

contrattaccare o stabilire delle posizioni difensive.

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29 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

3.3 LE GEOMETRIE DELLO SPAZIO DI BATTAGLIA13

La forza militare viene impiegata nello spazio di battaglia (battlespace), il quale oggi

è caratterizzato da molteplici dimensioni (Figura 12) che non possono essere

analizzate singolarmente e che tendono a descrivere l’ambiente circostante.

Il battlespace consta di ambienti fisici e non fisici, fattori e condizioni che, per poter

avere un efficace uso del combat power nonché una protezione delle forze che

consenta di di raggiungere soddisfacentemente la missione assegnata, devono

essere recepiti.

13 COMFORDOT, PSE-6.05 “Battlespace Management”, ed. 2018, WD.

Figura 11: Functional Framework – Core Function

Figura 12: Battlespace

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30 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

3.3.1 Battlespace Fisico

In particolare, il battlespace fisico si differenzia in:

− Marittimo, lacustre e fluviale, le acque coprono il 70% della superficie

terrestre, incluso anche i fondali marini. Il mare fornisce accesso diretto a

150 stati costieri. Circa il 70% della popolazione mondiale vive entro 100

miglia dal mare e l’80% delle città del mondo si trovano a 200 miglia dal

mare. Allo stato attuale, analizzando gli attuali battlespace, diviene sempre

più probabile che i futuri scenari includano regioni con accesso diretto dal

mare.

− Terrestre, tale superficie copre il 30% della Terra e comprende diversi ambienti:

deserto, giungla, foresta, montagna, ghiaccio e altro. Inoltre va sottolineato che,

in considerazione della crescente percentuale della popolazione mondiale che

vive nelle città, è altamente probabile che la battaglia includa aree urbane.

− Aereo e spaziale, l’aria copre l’intera superficie della Terra, estendendosi ad un

limite superiore finito. Tutti i componenti richiedono l’accesso all’aria, siano essi

aerei, veicoli aerei senza pilota (Unmanned Aerial Vehicle - UAV) anche per

creare effetti attraverso di essa (vds. ad esermpio missili, razzi e proietti).

Essendo la tridimensionalità il suo essere, vi è grande necessità di coordinamento

tra gli attori interessati ad esso; inoltre, lo spazio fornisce un ambiente a se

stante ma è un importante strumento per gli ambienti operativi più tradizionali

quali marittimo, terrestre e aereo. Lo spazio consente, tra le altre cose:

comunicazioni strategiche; supporto di sistemi di comando e controllo, la

possibilità di sfruttare satelliti per situazioni aggiornate e capacità di colpire con

precisione.

3.3.2 Battlespace Non-Fisico

Gli ambienti o domini non fisici non possono essere considerati a sé stanti, essi

infatti pervadono gli altri domini fisici, interagiscono con essi e non sono

confinabili con limiti geografici. Tali:

− Informativo, include l’informazione stessa, gli individui e le organizzazioni,

oltre allo spazio cognitivo, virtuale e fisico in cui ciò avviene. L’importanza

delle informazioni distribuite a livello globale, la velocità con cui le

informazioni vengono comunicate, il ruolo dei media e l’affidabilità dei sistemi

informativi hanno creato una situazione in cui nessuna decisione o azione

dell’Alleanza può essere presa senza considerare il suo potenziale impatto

sull’ambiente dell’informazione. La gestione delle informazioni supporta un

migliore processo decisionale. Oltre a gestire le informazioni amichevoli, i

responsabili delle decisioni devono essere consapevoli delle operazioni di

influenza avversaria e delle azioni necessarie per contrastarle.

− Elettromagnetico, tale ambiente copre uno spettro costituito dalla

distribuzione ordinata di onde elettromagnetiche in base alla loro frequenza o

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31 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

lunghezza d’onda. Lo spettro elettromagnetico pervade tutti gli altri ambienti

fisici, fornendo potenziali vantaggi (una significativa fonte di intelligence, per

esempio); ma, anche, un certo grado di vulnerabilità (in quanto relativamente

facile da interrompere o negare). La consapevolezza delle capacità dello

sfruttamento dello spettro elettromagnetico degli avversari deve essere presa

in considerazione sia durante la pianificazione sia nella politica di controllo

delle emissioni, al fine di evitare la divulgazione accidentale di informazioni

da parte di risorse amiche. L’uso intensivo della tecnologia elettronica,

mentre si gestisce lo spazio di battaglia, porta ad un alto grado di

vulnerabilità nel contesto dello spettro elettromagnetico.

− Cyberspace, è il dominio virtuale non fisico formato da tutti i sistemi informatici

interconnessi su scala globale. Gli attacchi del ciberspazio stanno diventando più

intensi, complessi e riflessivi di un maggiore livello di sofisticazione. I rischi e le

opportunità offerte dalle attività offensive e difensive del cyberspace ne fanno un

elemento importante del piano di gestione dello spazio di battaglia del

Comandante.

− Tempo, mentre altre dimensioni descrivono dove si svolge l’attività, il tempo

indica quando e per quanto tempo. È una risorsa e viene utilizzato come

strumento per organizzare attività in altre dimensioni, attraverso la

sincronizzazione o la sequenza. Gestire la tempistica e la durata delle attività,

utilizzando un fuso orario di riferimento comune o di riferimento in tutta lo spazio

di battaglia, sottolinea l’efficace gestione dei bersagli.

3.3.3 Geometrizzazione del Battlespace

La dispersione delle forze per condurre attività militari e le caratteristiche

multidimensionali dell’ambiente operativo contemporaneo, condizionano

notevolmente le geometrie del campo di battaglia, facendole evolvere rispetto

all’approccio utilizzato in passato, ovvero della divisione settoriale lineare dell’Area di

Operazione (AOO). Oggi, infatti, è possibile individuare quattro tipi possibili di

geometrizzazione del campo

di battaglia:

lineare, contiguo

(Figura 13);

Figura 13: Lineare, contiguo

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32 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

non lineare, contiguo

(Figura 14);

lineare, non contiguo

(Figura 15);

non lineare,

non contiguo

(Figura 16).

Figura 14: Non lineare, contiguo

Figura 15: Lineare, non contiguo

Figura 16: Non lineare, non contiguo

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33 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

4. LE COMBAT FUNCTIONS A LIVELLO TATTICO

4.1 GENERALITÀ

Per condurre con successo qualsiasi tipologia di attività militare, occorre che un’unità

disponga di un’adeguata potenza di combattimento (Combat Power), definita

tradizionalmente in ambito NATO come l’insieme della forza distruttiva e/o

dirompente che un’unità/formazione militare può applicare contro l’avversario in un

dato momento.

Il Combat Power14 (Figura 17) di una unità dipende dalla combinazione della forza

militare (Fighting Power) con le funzioni operative terrestri (Combat Function). Tale

potenza permetterà al Comandante di pianificare e determinare i compiti delle unità

subordinate per l’assolvimento della missione.

La forza militare (Figura 18) è la risultante dell’intero processo di generazione della

forza consegnata ad un Comandante

per essere pronto e capace di agire.

È uno stato che dovrà essere

alimentato nel corso di tutta

l’operazione e che condiziona

l’assegnazione dei compiti tattici alle

unità dipendenti. È costituita da tre

domini di eguale importanza e peso:

cognitivo, è la componente che

si concentra sull’osservazione e

percezione dell’ambiente

operativo da parte di un soldato,

un Comandante o di un reparto.

È costruita nel corso degli anni,

basandosi sull’esperienza,

l’istruzione, e la conoscenza.

14

NATO, AJP-3.2(A) “Allied Joint Doctrine for Land Operation”, ed. 2016.

Figura 18: Fighting Power

Figura 17: Combat Power

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34 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Decisioni prese su informazioni errate o manipolate e/o su percezioni diverse

dalla realtà possono portare ad un uso sbagliato del Combat Power. Pertanto,

anche se la volontà e la capacità di combattere sono ben sviluppati, i deficit in

questa componente possono portare ad uno strumento inefficace ed inefficiente.

Inoltre, va rimarcato che la dottrina fa parte di questa componente concettuale

e, appunto per questo, influenza sempre il modo in cui le informazioni vengono

percepite ed elaborate;

morale, è la componente che mira a persuadere la forza a combattere e

dipende dal convincimento che lo scopo della missione è eticamente corretto,

promuovendo così un spirito offensivo e una determinazione utili al successo.

Massimizzare la componente morale richiede motivazione, leadership, capacità

gestionale e fiducia basata su una preparazione ottimale e sulla coesione del

reparto. Infine, include la condotta delle operazioni secondo le leggi del diritto

internazionale sui conflitti armati. Violare queste leggi indebolisce la componente

morale della forza, aliena la popolazione del paese in stato di guerra ed erode

sostegno allo sforzo da parte dell’opinione pubblica nazionale ed internazionale;

fisico, è il mezzo di combattimento. È la combinazione di soldati e

addestramento, sia individuale che collettivo.

Le Combat Functions (Figura 19), invece non sono altro che uno strumento

analitico per i Comandanti e gli Staff che forniscono una descrizione completa di tutto

ciò che la forza militare deve fare prima, durante e dopo le operazioni sotto forma di

una lista di funzioni15 o, più semplicemente, rappresentano uno strumento

concettuale per fornire un elenco

delle attività da svolgere al livello

tattico per il successo della

missione. In sintesi, sono quindi il

risultato della trasposizione dei

principi della guerra in elementi

fondamentali per la concezione e

la condotta delle operazioni.

L’utilizzo di tali funzioni

permetterà al Comandante di

elaborare un concetto d’azione

coerente.

Il Comando è il fulcro del

processo decisionale per il

raggiungimento degli obiettivi.

L’importanza delle altre funzioni

varierà in base allo scopo

15

NATO, AJP-3.2(A) “Allied Joint Doctrine for Land Operation”, ed. 2016.

Figura 19: Combat Function

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35 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

dell’operazione, ma insieme costituiscono i presupposti per un utilizzo equilibrato

della forza, fungendo al contempo da moltiplicatore di potenza della forza militare. Le

Combat Functions16, nella forma più completa, a livello tattico, sono:

Comando;

Intelligence;

Manovra;

Fuoco;

Protezione;

Attività informative (Info Activities);

Sostenibilità (Sustainment).

4.2 COMANDO

Il Comando è l’autorità conferita ad un Comandante designato di dirigere, coordinare

e controllare una forza militare17. È la Combat Function che permette ad un

Comandante di bilanciare l’arte del Comando e la scienza del controllo, per integrare

tutte le altre funzioni e per generare ed applicare la potenza di combattimento

(Combat Power) nel modo, luogo e momento decisivo. Il Comandante è la figura

centrale del Comando ed è il responsabile dell’assolvimento della missione, mentre lo

Staff svolge compiti essenziali al fine di amplificare l’efficacia del Combat Power.

L’arte del Comando consiste nell’esercitare consapevolmente e abilmente l’autorità di

Comando, il processo decisionale, la pianificazione e la leadership. Usando l’intuizione

e la capacità di giudizio acquisiti sulla base di esperienza, formazione, studio e

pensiero creativo, i Comandanti visualizzano la situazione e riescono a prendere

decisioni valide e tempestive. In un ambiente complesso dove fattori militari e non

militari si mescolano continuamente, il Comando assicura che tutti gli elementi delle

nostre forze siano completamente integrati, permettendo così di sfruttare l’intera

gamma di capacità disponibili.

La scienza del controllo è strettamente connessa al Comando, ed è il processo

attraverso il quale il Comandante, assistito dal proprio Staff, organizza, dirige e

coordina le attività delle forze alle proprie dipendenze. Il Comandante e il suo Staff,

al fine di ottimizzare le risorse, utilizzano procedure standardizzate in sintonia con i

Sistemi di Comunicazione e Informazioni (Communication and Information Systems -

CIS).

L’unione di questi due processi costituisce il sistema di Comando e Controllo (C2)

che, opportunamente modulato, può favorire il successo nelle operazioni poiché

permette di gestire con continuità le informazioni, l’attività di controllo e le

comunicazioni. In pratica, il Comandante ha la necessità di acquisire le informazioni

16 A livello Joint sono: Comando e Controllo, Intelligence, Fuoco, Manovra, Protezione, Sostegno, Attività Informative e CIMIC; 17 NATO AJP-3.2(A) “Allied Joint Doctrine for Land Operation”, ed. 2016.

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36 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

per prendere decisioni, di controllare le proprie forze per coordinare e monitorizzare

gli assetti sul terreno e, infine, delle comunicazioni per ricevere e diramare

informazioni18.

4.2.1 Catena di Comando

La catena di Comando è chiaramente definita, prima dell’inizio delle operazioni,

specialmente quando sono coinvolte forze multinazionali. La Grande Unità (a

qualsiasi livello, da Brigata a C.A.) può trovarsi ad operare in un contesto Combined

(Multinazionale), Joint (Interforze), Inter-agency (Interagenzia), Inter-governmental

(Interministeriale). I diversi contesti rispondono a diverse dinamiche, quali, ad

esempio, quelle insite in una Coalizione o un’Alleanza19. Il C2 in un ambiente

complesso richiede un’attenta pianificazione ed esecuzione. Le criticità connesse con

la multinazionalità, le red cards (i veti nazionali), l’interoperabilità dei sistemi di

telecomunicazioni (TLC) e di C2 (comprensivi degli aspetti relativi alla sicurezza delle

comunicazioni), la lingua, le culture e le differenti procedure possono essere mitigate

con un adeguato periodo di integrazione, mediante lo sviluppo di wargaming20 e

rehearsal21.

4.2.2 Relazioni di Comando e Controllo

Le relazioni di Comando e Controllo descrivono il rapporto tra le G.U. e le unità

subordinate; riguardano principalmente la capacità della G.U., impegnata in

operazione, di assegnare una missione indipendente, riorganizzare la sua

configurazione per adattarsi allo scopo o orientarsi verso obiettivi specifici all’interno

di una missione definita. Il Comandante, al fine di definire la posizione di una G.U.

nei confronti delle unità poste sotto il proprio Comando, in particolare, può:

impiegare tali unità per qualsiasi scopo;

assegnare, se la missione non rientra nelle sue competenze, ulteriori compiti

oltre quelli già attribuiti;

disarticolare le unità, ovvero mantenerne la loro integrità;

imporre limitazioni al loro impiego.

Le relazioni di Comando si dividono in:

Comando pieno (Full Command - FULLCOM), si riscontra in ambito

nazionale e si riferisce all’autorità e responsabilità conferite al Comandante circa

18 Per ulteriori approfondimenti cfr. SME, PDE-6 “Il Comando e Controllo”, ed. 2018, SD. 19 Vincolo internazionale in virtù del quale due o più stati s’impegnano a concedersi reciprocamente il rispettivo appoggio in vista del raggiungimento di un comune scopo politico. 20 Il wargaming può essere considerato come qualsiasi simulazione di un’attività, condotta con qualunque mezzo, da due o più soggetti che si confrontano impiegando regole, dati e procedure progettate per valutarne praticamente i risultati in una situazione reale o ipotetica. circolare 7015- Il wargaming ed. 2016. 21 Il rehearsal rappresenta un importante test finalizzato alla corretta e successiva esecuzione del piano, o di parte di esso, prima dell’avvio della fase di condotta. Tale attività può essere condotta allo scopo di consentire al Comandante di avere la consapevolezza che le unità dipendenti abbiano compreso correttamente, nella sua interezza, il Concetto d’Azione, e che le attività previste nel piano stesso siano correttamente sincronizzate tra loro nel tempo e nello spazio.

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37 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

l’addestramento, l’approntamento e l’impiego dell’unità per tutti gli aspetti

operativi comprendendo anche quelli di carattere logistico e amministrativo;

Comando operativo (Operational Command - OPCOM), è l’autorità

riconosciuta ad un Comandante di assegnare missioni o compiti ai Comandanti

subordinati (non per gli aspetti logistico/amministrativi), di schierare unità, di

riassegnare forze e di mantenere o delegare il controllo operativo e/o tattico

qualora ritenuto necessario;

Comando tattico (Tactical Command - TACOM), è l’autorità volta

all’assegnazione dei compiti alle unità dipendenti per l’assolvimento della

missione assegnata da un’autorità superiore.

Tabella 1: Relazioni di Comando e Controllo

Le Relazioni di Controllo si dividono in:

Controllo operativo (Operational Control - OPCON), è l’autorità delegata

ad un Comandante di impiegare le Forze assegnategli per l’assolvimento di

missioni o compiti che sono normalmente limitati nel tempo e nello spazio.

Comprende la facoltà di attribuire missioni diverse purché correlate a quelle per

cui sono state assegnate (non implica azione di controllo in campo logistico e

amministrativo);

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38 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Controllo tattico (Tactical Control - TACON), è l’autorità delegata ad un

Comandante di dirigere e controllare generalmente a livello locale, le azioni e le

manovre necessarie per l’assolvimento delle missioni o dei compiti assegnati.

4.2.3 Posizione del Comandante

Il Comandante della G.U. deve scegliere la propria posizione sul campo di battaglia,

ovvero del posto Comando (PC), in relazione alla missione da assolvere e alla

dislocazione delle proprie unità. Tale posizioni dovrà consentire al Comandante di

comprendere il corso degli eventi, di esercitare la propria azione di Comando e di

influenza e, soprattutto, di prendere decisioni.

I Posti Comando rappresentano l’elemento attraverso cui uno Staff supporta il

Comandante nell’esercizio della funzione Comando durante le operazioni e, in

condizioni normali, sono organizzati in modo standardizzato. Tuttavia, devono essere

adattati alle specifiche esigenze di ogni specifica missione loro assegnata, in base ai

numerosi fattori che possono influenzarne l’efficacia. In caso di dispiegamento, a

seconda del livello ordinativo della G.U., si possono schierare sul terreno una rete

modificabile di posti Comando in funzione della complessità della struttura di C2

dell’Operazione, delle variabili di missione22, delle risorse disponibili e della necessità

di attivare elementi funzionali. In particolare, una G.U. può schierare i seguenti tipi di

PC:

Posto Comando Principale (Main Command Post), offre un’elevata

possibilità di esercitare il Comando e il Controllo attraverso la funzionalità dei

sistemi automatizzati, la capacità e professionalità dello staff e la connettività

verso i Comandi superiori e subordinati. Esso potrebbe però non consentire al

Comandante di percepire l’andamento della battaglia, per poterla influenzare

direttamente.

Posto Comando Tattico (Tactical Command Post), viene dispiegato qualora

il Comandante ritenga vantaggioso svolgere la propria azione in prossimità delle

forze a contatto. Consente lo schieramento avanzato del Comandante e degli

elementi essenziali dello Staff, ritenuti necessari per condurre le operazioni. In

genere, è molto mobile, include anche un nucleo per la difesa vicina, ed è in

grado di svolgere una serie di compiti variabili in base alle funzioni che il

Comandante desidera attivare. Permette di essere aderente alla manovra, in

prossimità delle attività correnti, pur essendo limitato da bassa funzionalità,

autonomia, protezione e soprattutto connettività.

Può essere inoltre opportuno, disponendo di sufficienti risorse, adottare una serie di

predisposizioni per garantire un C2 continuo. Tra queste la costituzione dei seguenti

Posti Comando:

22 MATTT-C: Missione, Avversari, Terreno/Meteo, Truppe, Tempo, Considerazioni sull’impatto dei civili.

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39 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Posto Comando di Sostituzione (Step Up Command Post), garantisce

l’ininterrotto esercizio della funzione Comando nelle fasi di rischieramento del PC

Principale in una nuova posizione. Deve essere in grado di supportare l’esercizio

del C2 per tutto il tempo necessario a consentire la disattivazione e la

riattivazione del PC Principale;

Posto Comando Alternato (Alternate Command Post), viene attivato

qualora il Posto Comando Principale non sia più in grado di operare. È,

normalmente, più piccolo del PC Principale, ma in grado di supportare tutte le

funzioni di Staff necessarie per esercitare il pieno C2 sulle unità assegnate;

Posto Comando Arretrato (Rear Command Post), assicura la gestione delle

attività logistiche e amministrative dalle retrovie.

4.2.4 Battlespace Management (BM23)

L’applicazione del Mission Command e del Manoeuvrist Approach nella pianificazione

e condotta delle operazioni impone un efficace ed efficiente Battlespace

Management24 (BM25).

La gestione dello Spazio di Battaglia o Battlespace Management26 è una funzione di

Comando e Controllo che, avvalendosi di opportuni mezzi e misure, favorisce la

sincronizzazione dinamica, la prioritarizzazione e la risoluzione dei conflitti fra tutte le

attività attraverso tutte le dimensioni di un’area di operazioni assegnata nello Spazio

di Battaglia. Lo scopo è quello di massimizzare la libertà d’azione di tutti gli assetti

che agiscono all’interno di un determinato battlespace, limitando nel contempo il

rischio di “fuoco amico”.

Il BM combina e integra gli elementi di una forza per realizzare l'intento e la missione

del Comandante; è, quindi, un fattore chiave per il successo delle operazioni

congiunte. L'integrazione di elementi di forza attraverso procedure di gestione dello

spazio di battaglia consente il coordinamento e la sincronizzazione in base alle

priorità del Comandante. In particolare, il coordinamento del BM a livello terrestre

(Land) si ottiene delineando chiaramente autorità e responsabilità dei Battlespace

Owner in ciascuna AOO i quali stabiliranno una serie di misure di controllo

23 Acronimo NATO in fase di approvazione, Cfr. NATO Standardization Office (NSO) TTF Tracker. 24 “Battlespace management describes the necessary adaptive means and measures and procedures that enable the dynamic synchronization of activities in the battlespace. Battlespace management combines and integrates the elements of a joint force to accomplish the commander’s intent and mission; it is thus a key enabler to the success of joint operations. Integrating force elements through battlespace management procedures enables coordination and synchronization according to the commander’s priorities. Battlespace management is not an end in itself, but a capability that facilitates and seeks to maximize operational effectiveness and minimize constraints and can contribute to reducing the risk of fratricide” . NATO AJP-3 (C) “Allied Joint Doctrine for the conduct of Operations” FD. 25 UK - JDP 3-70 “Battlespace Management” 2008 – “BM is the abbreviation of Battlespace Management; BSM is the abbreviation of Battlespace Spectrum Management. “, nella dottrina NATO (AJP 3 (C)) , viene utilizzato Electromagnetic Spectrum Management – EMS”, mentre l’abbreviazione per Battlespace Management (BM) è attualmente nello status di “Approvation On going” (NSO – TTF Tracker). 26 Study 6514 AJOD Edition 1 Allied Joint Doctrine for Battlespace Management – AJP-3.20 Edition A version 1 dated 2 Jul 2015 (still draft).

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40 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

procedurali e/o dinamiche al fine di coordinare le attività nei loro Battlespace. La

possibilità di usare misure dinamiche o procedurali in diverse proporzioni, dipende

dalla qualità (granularità) della Shared Situational Awareness (SSA).

Il Battlespace Management è una funzione core delle operazioni correnti e deve

essere soggetta ad una azione di comando senza soluzione di continuità. L’autorità

può essere delegata al Capo di Stato Maggiore della G.U. che si può avvalere, per la

coordinazione di dettaglio, di un’apposita cellula, anche se la responsabilità finale

rimane del Comandante.

Il coordinamento e controllo del Battlespace si esercita mediante due metodi27:

procedurale (procedural control): si traduce nell’adozione di misure già definite in

fase di pianificazione, ed eventualmente incluse anche in forma grafica negli

ordini alle unità, che prevedono automaticamente il compimento di un’azione, ad

esempio l’attraversamento di una linea di riferimento o il divieto di compierla. Il

controllo procedurale, generalmente, rende la manovra poco flessibile e limita le

possibilità di gestire gli imprevisti o sfruttare le opportunità favorevoli che si

presentano azione durante.

Per evitare ciò il Comandante può attivare o disattivare alcune misure di controllo

(controllo procedurale dinamico), in accordo con l’evoluzione delle esigenze

tattiche, effettuando contestualmente una deconfliction sia nel tempo che nello

spazio (es.: cambio dei limiti/linea per lo sfruttamento del successo, ove il ritmo

dell’operazione richiede il massimo sfruttamento possibile del Battlespace), al fine

di conseguire la necessaria flessibilità per poter adattare i piani e reindirizzare le

risorse precedentemente allocate in base alle mutate esigenze emerse in fase di

condotta;

positivo (positive control): metodo che consiste in una direzione attiva delle

operazioni da parte del Comandante e una specifica autorizzazione per procedere

nell’azione (ad esempio il superamento di una linea di attestamento o il

passaggio di un convoglio attraverso un posto di controllo lungo una via di

comunicazione). Il controllo positivo è particolarmente efficace se sono disponibili

sistemi avanzati di Comando e Controllo che consentono l’aggiornamento near-

real time della COP28, nonché sistemi di comunicazione ridondanti e sicuri. Il

controllo positivo, soprattutto in situazioni tattiche estremamente dinamiche,

incrementa la flessibilità della manovra e la capacità di gestire eventi inaspettati

ma tende a sovraccaricare il Comandante di informazioni e aumenta il suo carico

di lavoro.

Le misure di controllo consistono nell’assegnare responsabilità, coordinare il fuoco

con il movimento e controllare le attività. Quando possibile, tali misure dovrebbero

27 Per ulteriori approfondimenti cfr. COMFORDOT, PSE-6.05 “Battlespace Management”, ed. 2018, WD. 28 Consiste in una situazione condivisa della situazione operativa (Common Operational Picture – COP).

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41 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

essere riportate sulle carte della situazione, identificate geograficamente,

topograficamente e fisicamente29. Esse includono:

Air Control Measures (ACM), per la deconfliction e l’impiego degli assetti ad ala

rotente nell’area di responsabilità della G.U.;

report lines, phase lines, codici e nicknames;

itinerari, punti di coordinazione e contatto;

aree di ingaggio (Engagement Areas - EA) e zone di raccolta (Assembly Areas -

AA), obiettivi e limiti allo sfruttamento;

Fire Support Coordination Measures (FSCM);

Limiti di settore e confini;

Decision points, Named e Target Areas of Interest (NAI e TAI);

Regole di ingaggio (Rules of Engagement – ROE), misure OPSEC, misure CBRN,

Emission Control, misure di sicurezza delle comunicazioni ed altre.

4.2.5 Lo Staff 30

A seconda del livello ordinativo, i Comandi possono essere articolati in un numero

variabile di Nuclei, Cellule, Sezioni, Uffici, Aree, Reparti o Divisioni in cui il personale

dello Staff viene suddiviso, in base alle funzioni e alle responsabilità specifiche che

devono gestire. Tali articolazioni non possono agire indipendentemente ma devono

essere coordinate per assicurare il Supporto ottimale al Comandante.

Di massima, le branche sono indicate con una o due lettere31 e un numero

standardizzato che evidenzia le responsabilità specifiche dello Staff:

1, Personale;

2, Intelligence;

3, Operazioni;

4, Logistica;

5, Plans and Policy;

6, Comunicazioni;

7, Dottrina e Addestramento;

8, Gestione Risorse e Finanze;

9, Cooperazione Civile-Militare.

29 Per ulteriori approfondimenti cfr. Nota Dottrinale “Battlespace Management”, in fase di elaborazione da parte del COMFORDOT e PDE 6 “Il Comando e Controllo”, versione Study Draft, di SME. 30 PDE 6 “Il Comando e Controllo”, versione Study Draft, di SME. 31 C per quelli Combined (multinazionali), J per quelli Joint (interforze), G per le G.U. dell’Esercito (General staff a supporto di Ufficiali Generali), S per le unità minore dell’Esercito (Staff a supporto di Ufficiali di grado massimo Colonnello), F per I Comandi Avanzati (Forward or Deployable Command), E per eventuali elementi distaccati (Element) e CJ per quelli multinazionali/interforze.

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42 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

È da evidenziare che:

non tutte le branche devono essere sempre attivate;

alcune possono essere raggruppate (ad esempio, nelle minori unità le branche 5

e 7 sono riunite nella 3 che gestisce quindi, operazioni, addestramento e piani);

alcune possono essere combinate (ad esempio, la 35 che gestisce parte delle

competenze della 3-operazioni e della 5-piani);

alcune possono essere scorporate e riorganizzate in modo indipendente in

funzione della missione, dei compiti specifici da assolvere e del livello ordinativo

(ad esempio, nell’ambito di una G.U. potrebbe essere costituito il Joint Fires

Support Element - JFSE).

4.3 INTELLIGENCE32

Un fattore di successo imprescindibile delle attività militari è la capacità di garantire

al Comandante un adeguato supporto Intelligence, per consentirgli di comprendere la

situazione (Situational Awareness – SA), sviluppare un processo decisionale adeguato

ed assumere le decisioni più appropriate. La comprensione della situazione e la

capacità di prevedere le azioni nemiche sono fondamentali per poter agire da attore

primario in un’area assegnata ed influenzare lo spazio della battaglia. La fonte

primaria per la comprensione è l’intelligence che, a sua volta, deriva dall’accesso, dal

processo e dal possesso delle informazioni. I Comandanti devono determinare il tipo

ed il livello di comprensione necessario per poter dirigere la manovra.

Lo scopo principale dell’Intelligence è di dare risposta alle Esigenze Informative del

Comandante (tra cui rivestono preminente importanza le Priority Intelligence

Requirement-PIR) ed alle esigenze informative di altri utilizzatori (Other Intelligence

Requirements - OIR).

Il processo metodologico per assolvere a tale compito è il ciclo di Intelligence. Questo

ciclo costituisce, infatti, lo schema concettuale intorno al quale ruota l’intera attività di

supporto informativo. Quello dell’Esercito, in armonia con quello della Difesa e della

NATO, si suddivide nelle seguenti quattro fasi, che hanno luogo simultaneamente e

senza soluzione di continuità:

direzione;

raccolta;

elaborazione;

disseminazione.

32 Prodotto risultante dall’attività di pianificazione, raccolta ed elaborazione delle informazioni (verificate, raggruppate per argomenti omogenei e messe in sistema con altre conoscenze precedentemente acquisite), finalizzato a supportare il processo decisionale attraverso la comprensione della situazione (ambiente e capacità/intenzioni degli attori) e la previsione dei possibili sviluppi della stessa. NATO, AJP-2(A) “Allied Joint Doctrine for Intelligence Counter-Intelligence and Security”, Ed. 2016.

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43 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Il fine del ciclo è quello di raccogliere dati e notizie ed elaborarli, nel modo più

efficiente ed efficace possibile, per:

facilitare la comprensione dell’ambiente operativo e il processo decisionale del

comandante e del suo eventuale staff;

mantenere costantemente aggiornati i prodotti dell’intelligence preparation of the

operational environment (ipoe);

supportare il processo di targeting e le information activities.

Per ottenere un intelligence efficace e funzionale occorre che siano in atto

comunicazioni regolari e tempestive soprattutto tra il G2, G3, G5 e G6 per garantire

una produzione informativa tempestiva aderente alle esigenze informative della G. U.

da Combattimento.

La sinergia, la cooperazione e la collaborazione all’interno della comunità Intelligence

sono vitali per ottimizzare le limitate risorse disponibili dedicate alla raccolta e

all’analisi delle informazioni.

Al livello tattico, il G2 deve tendere ad un livello di dettaglio molto specifico e evitare,

laddove possibile, generalizzazioni che potrebbero risultare di scarso valore per

supportare l’Unità che deve operare fisicamente sul terreno nella condotta di atti

tattici elementari.

4.3.1 Ruolo del Comandante

Il Comandante di una G.U. e il suo Capo di Stato Maggiore devono essere

pienamente coinvolti nel ciclo intelligence al fine di:

esercitare la direzione: il Comandante deve chiaramente enunciare il suo intento,

le sue priorità e cosa vuole ottenere per ogni fase dell’operazione;

definire le Esigenze Informative del Comandante. Il Comandante deve

chiaramente identificare le sue esigenze essenziali di informazioni, al fine di

migliorare la SA;

gestire, con visione unitaria, gli assetti disponibili. A livello G.U. da

combattimento, i sistemi e le capacità Intelligence Surveillance and

Recoinnassance (ISR) sono di natura specialistica/non specialistica e

quest’ultime, normalmente, in numero limitato. Al Comandante potrebbe essere

richiesto di “deconflittualizzare” l’impiego degli assetti al fine di soddisfare le

priorità delle diverse esigenze operative;

apportare tempestivi cambiamenti. Gli assetti SR devono essere in grado di

adattarsi velocemente al variare della situazione operativa. Il Comandante,

pertanto, dovrà assicurarsi che lo staff SR riceva le giuste indicazioni al variare

della missione o del piano.

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44 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

4.3.2 G2

È responsabile dell’efficiente ed efficace sviluppo dell’intero ciclo Intelligence nell’

Area di Responsabilità Informativa (Area of Intelligence Responsibility - AIR) della

sua unità e rappresenta il naturale consigliere del Comandante in materia

d’Intelligence, nonché la normale interfaccia con le articolazioni Intelligence delle

unità sovraordinate, subordinate e contermini. L’articolazione interna della branca G2

non può essere prestabilita e deve essere organizzata in funzione della specifica

missione, delle risorse disponibili, del livello ordinativo e delle esigenze del

Comandante. Il compito del G2 è quello di convertire le PIR in obiettivi

d’informazione, elaborare il piano di ricerca, gestire le capacità ISR disponibili per far

sì che l’attività di Intelligence risulti precisa e tempestiva, in modo da supportare:

il processo decisionale del Comandante;

le operazioni in fase di condotta e la selezione degli obiettivi (targeting).

4.3.3 IPOE

Il processo sistematico e continuo di analisi dell’AO in una specifica Area di Interesse

a supporto delle operazioni militari è denominato Intelligence Preparation of the

Operational Environment (IPOE). Terminologicamente, l’IPOE rappresenta

l’evoluzione dell’Intelligence Preparation of the Battlespace (IPB) e può essere

sviluppato in ogni tipologia di operazione e a tutti i livelli ordinativi.

Il processo IPOE33, sviluppato e coordinato sotto la direzione di personale

specializzato nel campo dell’Intelligence (ove previsto), eventualmente supportato

dalle altre branche dello staff, viene avviato alla ricezione degli ordini, rifinito durante

le varie fasi della pianificazione e costantemente aggiornato durante la condotta delle

attività tattiche, in base all’evolversi della situazione. I prodotti dell’IPOE sono

utilizzati da tutti gli elementi dello staff e sono condivisi tra le unità coinvolte nelle

operazioni, supportando la loro analisi delle variabili di missione (MATT-TC). Tra i

principali prodotti dell’IPOE, generalmente, vi sono:

l’individuazione e l’analisi dei soggetti che agiscono nell’AI e dei potenziali target;

l’individuazione delle aree su cui concentrare l’attività ISR al fine di identificare

potenziali minacce e valutare i progressi delle operazioni;

l’identificazione di ogni fattore che può avere un impatto sulle operazioni e del

suo peso sulla condotta delle Attività Tattiche;

l’individuazione e l’analisi del Centro di Gravità dell’avversario;

la definizione delle possibili linee d’azione del nemico (Enemy Course of Action -

ECoA), indicando quella più probabile e quella più pericolosa.

33 Cfr. COMFORDOT PSE 2.02 “Intelligence Preparation of Operational Environment-IPOE”, vers. SD.

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45 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

4.3.4 Assetti ISR

Il supporto ISR viene garantito da un complesso polifunzionale di entità a

composizione variabile, in relazione ai compiti da assolvere e alla missione assegnata

all’unità supportata, che comprende elementi per la pianificazione, la condotta e il

controllo di tutte le attività informative. Di norma le tipologie degli assetti

comprendono:

unità recce by stealth, idonee per la ricognizione nascosta ed in profondità degli

obiettivi assegnati;

unità per la sorveglianza del campo di battaglia:

unità UAV, dotate di appositi sistemi aerei idonei anche all’attività di target

acquisition;

unità radar di sorveglianza del campo di battaglia;

unità radar controfuoco;

unità per la condotta, da piattaforme terrestri dislocate in territorio sotto

controllo amico, di attività SIGINT (Signals Intelligence);

unità HUMINT (Human Intelligence), per la condotta dell’attività informativa

derivata da informazioni raccolte e/o fornite da fonti umane non condizionata da

fattori ambientali, normalmente utilizzata per confermare, eliminare o

chiarificare le informazioni ottenute mediante altri mezzi di ricerca.

4.3.5 Il Piano di ricerca

Il Piano di Ricerca (Intelligence Collection Plan – ICP) rappresenta l’organizzazione

della Raccolta, dove le esigenze informative vengono trasformate in compiti per gli

assetti Intelligence disponibili, in base alle loro capacità. Lo sviluppo del piano di

ricerca include la definizione di:

indizi;

Obiettivi di informazione;

Named area of Interest (NAI);

finestra temporale di raccolta;

scadenze delle esigenze informative (Last Time Information of Value LTIOV);

Unità/Comandi interessati a fornire la risposta.

In sintesi l’ICP rappresenta una matrice con cui si assegnano gli obiettivi

d’informazione al fine di indirizzare la raccolta. In pratica, il piano di ricerca, collega

la ricerca delle informazioni con gli assetti incaricati ad assolvere la missione, le

esigenze informative con le organizzazioni e i database che possono avere tali

informazioni ed individua gli assetti di ricerca che possono essere usati per

raccogliere le informazioni. Esso è continuamente aggiornato, allo scopo di poter far

fronte ai mutamenti della situazione operativa e delle informazioni raccolte con le

capacità ISR disponibili. Il piano costituisce appendice all’Annesso intelligence

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46 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

dell’Ordine d’Operazione e, unitamente all’Info Collection matrix e overlay,

rappresenta lo strumento per la gestione delle attività ISR34.

4.4 MANOVRA

La manovra è definita35 come l’impiego di forze sul campo di battaglia combinando il

movimento con il fuoco, o potenziale di fuoco, per raggiungere una posizione di

vantaggio rispetto al nemico allo scopo di compiere la missione assegnata. Essa

prevede una combinazione di attività cinetiche e non cinetiche, letali e non letali

erogate da una molteplicità di piattaforme terrestri e aeree, al fine di prevalere sul

nemico e sconfiggerlo.

La manovra deve essere, di norma:

multi-dimensionale, perché la G.U. deve cercare di manovrare e dominare

l’avversario in tutte le dimensioni, dallo spettro elettromagnetico sino al terreno.

Ogni dimensione deve essere sfruttata per raggiungere i risultati desiderati,

cercando di incrinare la volontà e la coesione dell'avversario;

interarma, perché l’azione è intrapresa da diverse “armi” (fanteria, cavalleria,

aviazione dell’Esercito, artiglieria, genio, ecc.) ed è condotta in modo coordinato

al fine di assolvere la missione comune.

La G.U. può inoltre manovrare in modo lineare o non-lineare36, al fine di :

attaccare il nemico (offensiva). In questo caso può assumere una delle seguenti

forme di manovra:

infiltrazione;

penetrazione;

aggiramento (singolo/doppio/accerchiamento, eventualmente verticale);

avvolgimento (singolo/doppio/accerchiamento, eventualmente verticale);

frontale;

diradata (non-lineare);

resistere all’attacco nemico (difensiva). In questo caso può assumere le seguenti

forme:

areale o avanzata;

mobile o in profondità;

d’interposizione (non-lineare).

34 Cfr. COMFORDOT PSE 2.01 “L’Intelligence nelle Grandi unità da Combattimento”, ed. 2018. 35 "Employment of forces on the battlefield through movement in combination with fire, or fire potential, to achieve a position of advantage in respect to the enemy in order to accomplish the mission", AAP-6 “NATO Glossary of terms and definitions”, ed. 2014. 36 La forma di manovra lineare si ha quando il numero di direttrici della manovra stessa, a livello tattico e operativo è orientato verso un'unica direzione generale. La forma non-lineare si ha quando non esiste un'univoca direttrice principale di manovra e le unità sviluppano, a livello tattico e operativo, la propria azione sfruttando molteplici direttrici di manovra. Cfr. SME, Nota Dottrinale “La manovra delle Forze Terrestri”, ed. 2014.

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47 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

La manovra di una G.U. e le attività di supporto logistico devono essere attentamente

integrate e coordinate in maniera tale da ottimizzare il Manoeuvrist Approach. Ciò

consente di raggiungere e mantenere un ritmo operativo multidimensionale che

realizzi l’effetto sorpresa e uno shock sull’avversario, tale da privarlo del tempo e

delle capacità necessarie per reagire efficacemente.

Così facendo il tempo che intercorre tra una propria azione e la successiva sarà

inferiore al tempo che il nemico impiega per capire, orientarsi, decidere e reagire.

4.5 FUOCO

4.5.1 Generalità

Per fuoco si intende l’uso di sistemi d’arma per creare uno specifico effetto, letale o

non letale su un obiettivo37. La loro combinazione è finalizzata a distruggere,

neutralizzare e demoralizzare l’avversario. Il fuoco può essere utilizzato anche per

conseguire effetti diversi dalla distruzione o neutralizzazione, come ad esempio per

influenzare le attività di un Target Audience mediante una semplice dimostrazione di

capacità. Il tipo di fuoco da erogare deve essere determinato sulla base dell’effetto

richiesto.

I fattori principali da considerare per l’impiego del fuoco sono:

obiettivo e scopo;

natura dell’obiettivo;

risorse e tempo disponibili;

posizioni delle forze amiche;

ROE;

rischio di danni collaterali.

L’esercizio di tale funzione, chiamata a coordinare l’impiego degli assetti disponibili,

non può prescindere da:

disponibilità della rete che assicuri i collegamenti tra sensore, decisore ed

attuatore;

un’appropriata combinazione di attività e processi metodologici di seguito

enunciati.

4.5.2 Fuoco e movimento

La combinazione di fuoco e movimento deve essere inclusa nel piano del fuoco

adottato dal Comandante. Il moderno ambiente operativo impone una particolare

attenzione all’uso preciso ed appropriato del fuoco. Infatti in terreni complessi38, il

37 NATO, AJP-3.2(A) “Allied Joint Doctrine for Land Operations”, ed. 2016. 38 “Terreni in cui il raggio d’azione dei sensori viene fortemente limitato dalla presenza di ostacoli. A causa di questa riduzione nell’efficacia dei sensori, i sistemi d’arma non possono essere impiegati alle massime distanze utili e le unità riescono a ottenere solo una limitata SA. I terreni montuosi, boschivi o densamente urbanizzati, sono esempi di terreni complessi.” SME, ND “L’ambiente operativo e le forze terrestri” , ed. 2014

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48 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

fuoco potrebbe subire notevoli restrizioni nella sua possibilità di supportare il

movimento nell’ambito della manovra.

4.5.3 Joint Fires Support

Spesso il fuoco può essere erogato da assetti Joint, che possono includere assetti di

fuoco diretto, fuoco indiretto (ad esempio artiglieria e mortai), supporto diretto

(assetti propri della pedina di manovra) e indiretto (assetti del livello superiore),

supporto aereo ravvicinato (Close Air Support – CAS e Close Combat Attack - CCA),

fuoco di supporto navale, attacco elettronico e capacità cyber. L’elemento

responsabile per la pianificazione, coordinazione e impiego di tutti gli assetti Joint

Fire Support (JFS) allocati a tutti i livelli (Brigata, Divisione e Corpo d’Armata) è il

Joint Fire Support Element (JFSE).

I compiti chiave del Fire Power sono:

distruggere (destroy);

neutralizzare (neutralize);

sopprimere (suppress);

demoralizzare (demoralise);

influenzare (influence).

Tali funzioni non possono essere viste separatamente proprio perché, per sua stessa

definizione, il Joint Fires Support è un “sistema di sistemi”.

4.5.4 Targeting39

Il Targeting è un processo continuo, basato su una comprensione approfondita

dell’ambiente operativo e del nemico, finalizzato a selezionare e prioritarizzare gli

obiettivi non a contatto abbinandoli con l’azione opportuna al fine di ottenere gli

effetti desiderati (letali o non letali) per il conseguimento degli obiettivi preposti,

tenendo presente le esigenze e le possibilità operative.

È presieduto dal Comandante, controllato dal Capo di Stato Maggiore (Chief of Staff -

COS), gestito dal G3 e richiede una stretta coordinazione tra le diverse branche e

cellule dello staff della G.U., incluse le cellule G2 e ISR. La loro presenza è

importante in quanto la disponibilità di un elevato numero di sensori e capacità di

collection consente l’ingaggio selettivo di obiettivi imprevisti.

Per sua natura, il Targeting è una procedura di livello elevato ed è pertinente al

livello Corpo d’Armata o superiore, mentre la Divisione e (eventualmente) la Brigata

rappresentano generalmente gli organi esecutivi ed eccezionalmente propositivi

(laddove manchino di strumenti propri per perseguire gli obbiettivi individuati).

A livello Corpo d’Armata o superiore, il Targeting è la procedura attraverso cui il

Comandante interviene direttamente nella battaglia e in particolare dirige lo

“shaping” in profondità degli elementi ostili non a contatto delle sue unità dipendenti.

39 Per eventuali approfondimenti cfr. COMFORDOT, PSE-3.9 “Il Targeting”, ed. 2015.

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49 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

4.5.5 Controllo del Fuoco

L’applicazione del fuoco viene decisa (ordinata) al più alto livello e controllata al più

basso. L’elemento dello Staff che riveste un ruolo chiave nel controllo è il Joint Fire

Support Element – JFSE (o Area Funzionale Fuoco - AFF). Tale elemento pianifica,

coordina e sincronizza il supporto di fuoco, anche interforze, per il conseguimento di

effetti letali e non letali mediante azioni cinetiche e non cinetiche, nello spazio della

battaglia.

Al fine di massimizzare l’effetto e la flessibilità nell’impiego di fuoco, devono essere

presi in considerazione i seguenti aspetti:

Comando e Controllo del fuoco. Tale sistema dovrà avvalersi di una rete che

consenta collegamenti real time affidabili tra Comandante (in qualità di decisore),

sensore ed erogatore del fuoco, garantendo altresì la ridondanza di mezzi di

comunicazione.

il controllo del fuoco indiretto è esercitato ai più bassi livelli, mentre il comando è

esercitato ai massimi livelli per garantire la necessaria flessibilità e

concentrazione. L’osservatore avanzato (Forward Observer - FO) può, ad

esempio, essere il controllore del fuoco di un’unità d’artiglieria in supporto alla

Divisione, sebbene il comando sia attribuito al livello superiore;

i compiti tattici per l’artiglieria vanno prioritariamente definiti per stabilire nello

specifico le modalità per rispondere alle richieste di fuoco e le responsabilità

inerenti allo schieramento e al collegamento tattico con le stesse unità;

la potenza di fuoco deve essere sincronizzata con le altre attività dello spazio di

battaglia, in merito a tempo, spazio, spettro elettromagnetico (ElectroMagnetic

Spectrum - EMS), per raggiungere la massima unitarietà di sforzo.

Tale attività è completamente integrata nel piano operativo (in particolare

l’integrazione tra la potenza di fuoco della componente terrestre ed aerea);

la portata dei sistemi di fuoco indiretto permette di selezionare gli obiettivi in

tutta l’ampiezza e la profondità del campo di battaglia, sebbene si renda

necessaria la definizione delle priorità in ciascuna fase delle operazioni. Il

processo di selezione degli obiettivi garantisce l’ingaggio prioritario degli assetti

nemici più importanti;

l’esigenza di definizione delle priorità per l’impiego degli assetti ISR per

l’acquisizione degli obiettivi e per la raccolta d’informazioni nelle diverse fasi

dell’operazione. Il Comandante utilizza queste limitate risorse per la raccolta

d’informazioni o per acquisire gli obiettivi al fine d’ingaggiare il nemico con gli

assetti del fuoco indiretto a sua disposizione;

la rete per le comunicazioni è realizzata in maniera consistente al fine di

esercitare con efficacia il Comando e Controllo;

i pezzi d’artiglieria e i lanciarazzi MLRS non vanno tenuti in riserva a meno di

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50 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

un’aliquota di munizionamento. Le fonti erogatrici di fuoco, inserite nel

dispositivo di una G.U. in riserva, sono normalmente schierate a supporto delle

unità in prima schiera;

l’efficacia del supporto offensivo dipende dalla capacità con cui gli assetti ISR

sono in grado di valutare gli effetti del fuoco sul campo di battaglia (Battle

Damage Assessment - BDA); è indispensabile confermare l’efficacia degli

attacchi, malgrado che tale attività tolga risorse da destinare ad altri compiti tra

cui quelli dell’acquisizione di nuovi obiettivi;

la protezione ed i rifornimenti sono coordinati con le forze a cui forniscono

supporto.

4.5.6 Misure di controllo del fuoco40

Le Fire Support Coordination Measures (FSCM) garantiscono il controllo delle

procedure e prevengono il fuoco fratricida, consentendo l’uso efficace del fuoco. Le

FSCM sono una parte integrante del processo di pianificazione, richiedendo il

coordinamento con le unità contermini e con la componente aerea. Esempi del loro

uso sono:

Linea di coordinamento per il Supporto di Fuoco (Fire Support Coordination Line -

FSCL)

La FSCL è una linea stabilita dal Comandante della forza terrestre allo scopo di

definire le esigenze di coordinamento per il fuoco erogato da altri elementi non

alle dirette dipendenze, che può avere effetti sulle azioni correnti e pianificate dal

Comandante che l’ha definita.

Area di Fuoco Vietato (No-Fire Area - NFA)

Stabilita attorno alle forze amiche isolate, obiettivi interdetti, ecc.

Linea di Sicurezza per il Supporto di Fuoco (Fire Support Safety Line - FSSL)

Linea utilizzata per permettere azioni in una parte dell’Area delle Operazioni, sia

per gli interventi di artiglieria sia per la manovra delle formazioni di unità

sovraordinate, senza un preventivo coordinamento. Particolarmente utile quando

i limiti avanzati non sono stati stabiliti.

Area di Restrizione del Fuoco (Restricted Fire Area - RFA)

Area in cui vigono specifiche restrizioni concernenti l’erogazione del fuoco di

particolari munizioni. Infatti può essere vietato l’impiego di munizioni che

producono un eccessivo numero di colpi inesplosi (ad esempio a grappolo) in

un’area destinata ad un futuro impiego.

Area di fuoco libero (Free Fire Area - FFA)

Indica un’area dove aerei e artiglieria possono eliminare le munizioni inutilizzate

nel combattimento.

40 Per eventuali approfondimenti cfr. COMFORDOT, PIE-3.29 “L’impiego dell’Artiglieria terrestre”, ed. 2015.

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51 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Linea per la Restrizione del Fuoco (Restrictive Fire Line - RFL)

Utilizzata per prevenire che forze convergenti interferiscano tra di loro.

4.5.7 Integrazione dell’ostacolo e del fuoco41

La dislocazione degli ostacoli è devoluta ai Comandanti delle G.U. che individuano le

zone nelle quali collocarli le quali possono essere ulteriormente divise in fasce. I

Comandanti di Task Force possono realizzare ostacoli solo all’interno delle fasce

designate dal loro Comando di Brigata (o zone, se non sono state assegnate le

fasce). Con il termine gruppi di ostacolo ci si riferisce a uno o più ostacoli raggruppati

allo scopo di consentire uno specifico effetto (vds Allegato ”B”).

4.5.8 Integrazione aerea

Le forze aeree devono essere gestite in maniera accentrata, al fine di massimizzare

gli effetti, sia durante lo “shaping” in profondità, sia nelle azioni “close”. Le risorse

aeree sono dipendenti dal supporto logistico e, pertanto, vulnerabili, quindi le basi

operative vanno protette. La maggior parte delle operazioni aeree dipende dalle

condizioni meteorologiche.

Gli assetti aerei, in generale, sono una risorsa di fuoco e forniscono mobilità e

conseguentemente maggiore libertà d’azione ai Comandanti. In tale ambiente i loro

Staff tengono in considerazione in ogni pianificazione la difesa aerea quale parte

degli armamenti disponibili.

4.5.9 Controllo dello spazio aereo

La superiorità e il controllo dello spazio aereo consente alle operazioni terrestri di:

agevolare la ricognizione e nel contempo contrastare quella nemica;

raccogliere informazioni;

disarticolare e ritardare (e in parte logorare) l’impiego delle forze nemiche,

riducendone, pertanto, la capacità di risposta;

preservare il dispositivo amico al fine di permetterne un tempestivo e coerente

impiego.

Tale controllo è fondato su procedure e istruzioni che permettono ai Comandanti e ai

loro Staff di utilizzare le capacità del controlo aereo, regolando, ove possibile e

necessario, il logoramento e la confusione che si verificano sul campo di battaglia, al

fine di ridurre il fuoco fratricida ed incrementare il ritmo dell’azione. Ciò richiede un

elevato grado di cooperazione e coordinamento tra i vari livelli di comando in uno

scenario comune e noto del campo di battaglia, aereo, terrestre e dello spettro

elettromagnetico. L’autorità deputata al controllo dello spazio aereo nel Teatro di

Operazioni è preferibilmente delegata al Comandante del Joint Force Air Component

Command (JFACC). Infatti, l’ACC (Air Component Commander) interforze

41 Per eventuali approfondimenti cfr. COMFORDOT, PSE-3.02.14 “Ostacolo e Operazioni di mobilità”, ed. 2015.

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52 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

(COMJFAC)42 è responsabile di pianificare e coordinare la campagna aerea di una

singola operazione, valutandone i risultati, a supporto della campagna interforze del

Comandante della Grande Unità. A tale fine, il COMJFAC rappresenta il principale

consigliere del Comandante per l’impiego del potere aereo. Infatti, egli, in armonia

con le direttive e con il Concetto d’Azione, pone in essere raccomandazioni

sull’impiego del potere aereo, in particolare sulla ripartizione degli assetti aerei

disponibili. Egli è, inoltre, responsabile, nei confronti degli altri Comandanti di

Componente, dell’integrazione e della deconfliction generale di tutti gli assetti aerei

presenti nella Joint Operations Area (JOA). Per assolvere la sua missione, il COMJFAC

incorpora gli obiettivi del Comandante della G.U. in un proprio piano aereo. L’impiego

di UAVs, della difesa controaerei e dell’artiglieria richiedono un’armonizzazione con la

componente aerea attraverso la catena di Comando e gli Ufficiali di collegamento. Il

controllo dello spazio aereo tiene conto dei bisogni di ogni utente dello spazio aereo

ed è basato sulle priorità fissate dal COMJFAC. In pratica, una componente aerea

multinazionale può prevedere di pianificare l’uso dello spazio aereo 72 - 96 ore

prima, includendo, qualora necessario, anche le esigenze con poco preavviso.

4.6 PROTEZIONE43

4.6.1 Generalità

La Combat Function Protezione44 consiste nell’insieme delle misure e dei mezzi per

ridurre al minimo la vulnerabilità del personale, delle strutture, degli equipaggiamenti

e delle operazioni rispetto a qualsiasi minaccia e in tutte le situazioni, al fine di

preservare la libertà d’azione e l’efficienza operativa delle forze45.

La G.U. impegnata in una campagna/operazione, è soggetta ad una variegata e

complessa tipologia di minacce e rischi non derivanti esclusivamente dalla volontà di

opposizione delle forze nemiche; ma anche dall’ambiente e da situazioni occasionali.

È compito imprescindibile di qualsiasi Comandante proteggere in ogni modo lecito la

propria unità; ma, questo dovere, non deve mai generare l’avversione all’agire o la

limitazione della libertà d’azione necessaria a mantenere l’iniziativa, il ritmo

dell’azione o il raggiungimento dei risultati decisivi nel corso delle operazioni. I

Comandanti sono chiamati a bilanciare queste opposte responsabilità, decidendo e

assumendo rischi prudenti sulla base dell’esperienza, dell’etica, del ragionamento

analitico, della conoscenza che hanno dell’unità, della situazione, dell’intuizione e

42 Per svolgere le funzioni e le responsabilità assegnate, il COMJFAC si avvale di un Comando (JFACHQ) che può essere impiegato, interamente o in parte, in configurazione stanziale o schierata in funzione del contesto

operativo. 43 Per ulteriori approfondimenti cfr. COMFORDOT, PSE-3.14 “Protezione”, Ed. 2017 e PSE-3.14.05.02 “La protezione delle basi militari in operazioni”, Ed. 2017. 44 Si è scelto di utilizzare il termine “Protezione” per denominare la funzione operativa terrestre (Combat Function), rispetto quella del livello interforze nazionale di “Protezione delle Forze” (Joint Function) per uniformarsi alla più recente pubblicazione NATO AJP 3.2 del 2016, ma soprattutto per contestualizzare tale funzione alle specificità delle forze terrestri rispetto a quelle delle altre F.A. 45 Già cit. NATO, AJP 3.2(A) “Allied Joint Pubblication for Land Operations”, Ed. 2016, rif. 0258.

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53 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

dell’arte militare. È attraverso la Protezione che i Comandanti preservano la Potenza

di Combattimento, riducono il rischio di perdita, di danneggiamento e d’infortunio

delle proprie unità o formazioni. In particolare, la funzione protezione consente di:

focalizzare l’ampio spettro di attività militari e misure che generano protezione in

specifici compiti che vanno integrati, semplificati e sincronizzati all’interno del

Processo delle Operazioni;

descrivere gli undici Compiti che devono essere analizzati durante la fase di

pianificazione, organizzati in preparazione, monitorati e valutati durante

l’esecuzione, continuamente analizzati ed eventualmente corretti, allo scopo di

proteggere dalle minacce e dai rischi.

4.6.2 Forme di protezione

A prescindere dal tipo di manovra, la Protezione può assumere diverse forme in base

al terreno, agli assetti protetti ed al nemico. In particolare, allo scopo di facilitare i

Comandanti e gli Staff nell’individuazione delle capacità che forniscono Protezione,

sono state identificate cinque forme (Figura 20). Esse non sono consequenziali e,

pertanto, alcune attività militari possono supportare, allo stesso tempo, più di una

forma di protezione, così come assolvono più di una funzione operativa. In

particolare le cinque forme di protezione individuate sono:

Deterrenza. è il potere di dissuadere qualcuno dal compiere un’azione dannosa

per timore di una punizione, una reazione o una rappresaglia. Esempi di

deterrenza possono essere la postura dei singoli soldati e delle formazioni di

combattimento.

Prevenzione. significa agire per evitare o ridurre i rischi di accadimento di fatti

dannosi. Conseguentemente, la prevenzione include l’abilità di neutralizzare,

precludere o ridurre un possibile rischio o un imminente attacco, di qualsiasi

natura esso sia, prima che questo avvenga. Il Situational Awareness è uno degli

elementi fondamentali per ridurre, prevenendolo, un attacco o un incidente.

Sicurezza attiva. Consiste in azioni dinamiche condotte allo scopo di

individuare, interdire, disarticolare, neutralizzare e distruggere minacce o pericoli;

proteggendo, così, l’Operazione o la forza militare garantendole capacità di

azione e di manovra.

Difesa passiva. La protezione può essere raggiunta anche attraverso la

realizzazione di posizioni difensive, fortificazioni e altre forme di barriere fisiche,

pensate e posizionate al fine specifico di proteggersi da definite minacce o

pericoli. La valutazione del terreno e lo sfruttamento degli ostacoli naturali sono

elementi essenziali per rinforzare le capacità di Protezione. L’inganno, il

mascheramento, l’occultamento e l’oscuramento in tutte le sue forme,

contribuiscono fortemente all’incremento della protezione passiva.

Mitigazione. Si sostanzia nel rendere meno gravoso o, meno intenso, l’effetto

determinato dal verificarsi di un evento dannoso. Ai fini della Protezione, la

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54 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

mitigazione consiste, principalmente, nelle seguenti attività e capacità:

disporre della capacità di minimizzare gli effetti;

gestire le conseguenze (Consequence Management) e le emergenze di

attacchi o incidenti che coinvolgono personale, assetti e informazioni;

mantenere elevato il potenziale, la capacità e l’efficienza della forza o delle

capacità;

generare una protezione qualitativamente efficace.

4.6.3 Compiti della Protezione

La Funzione Operativa Terrestre Protezione consiste nelle attività/compiti e sistemi

(personale, materiali, organizzazioni, informazioni e processi) che preservano le

Forze. I Comandanti devono costantemente pianificare e integrare l’applicazione della

Forza Militare contro un nemico ma, allo stesso tempo, devono anche proteggere le

proprie unità, preservando la Potenza di Combattimento. Per portare a termine la

missione assegnata, è essenziale che essi utilizzino un metodo analitico che gli

consenta la ricerca del successo considerando le capacità disponibili. Tale strumento

consiste nelle Funzioni Operative. I Comandanti possono quindi sviluppare strategie

di protezione differenti per ciascuna fase delle Operazioni che guidano. Essi integrano

e sincronizzano i compiti al fine di ridurre i rischi, mitigare le vulnerabilità e sfruttare

le opportunità che dovessero eventualmente presentarsi. È attraverso tale approccio

che la funzione operativa Protezione può efficacemente proteggere la forza,

preservare la Potenza di Combattimento e incrementare la probabilità di successo

della missione.

Mentre come elemento della Potenza di Combattimento la Protezione ha un valore

potenziale, come Funzione Operativa serve per indirizzare gli sforzi verso gli undici

Compiti o Sistemi di Protezione (Figura 21):

Difesa da Minaccia Aerea (Air Defense);

Figura 20: Forme di protezione

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55 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Protezione CBRN (CBRN Protection);

Protezione dai pericoli di esplosione (Explosive Hazards Protection);

Sopravvivenza (Survivability);

Sicurezza dell’Area delle Operazioni (Operational Area Security);

Sicurezza delle Operazioni (Operations Security - OPSEC);

Recupero del Personale (Personnel Recovery);

Prevenzione del Fuoco Amico (Fratricide Avoidance);

Information Protection;

Protezione Sanitaria (Health Protections);

Safety.

Comandanti di qualsiasi livello e grado, considerando alla stregua di lista di controllo

le undici alinee precedenti, dispongono di uno strumento pratico per pensare in

modo ordinato e lineare i compiti/attività o sistemi fondamentali per generare

Protezione.

Figura 21: Gli 11 compiti della Protezione

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56 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

4.7 LE ATTIVITÀ INFORMATIVE (INFO ACTIVITIES) 46

Le Information Activities (IA) sono una delle combat functions e rappresentano “le

azioni messe in atto per influenzare le informazioni e i sistemi informativi. Esse

pertanto possono essere condotte da qualsiasi attore e comprendono anche le

misure di protezione”47. Le IA non si limitano solo dominio cognitivo ovvero alle

modalità che portano adottare decisioni. Si estendono anzi a quelli più ampi che

comprendono il dominio virtuale con gli strumenti tecnici che facilitano la

comunicazione (ovvero come comunichiamo) e il dominio fisico che, oltre allo spettro

elettromagnetico, comprende i luoghi di aggregazione, i simboli, le organizzazioni, i

gruppi (come interagiamo). L'efficacia di un attore (amico, avversario, neutrale) è

funzione della sua volontà, comprensione e capacità. Essi devono avere la volontà di

agire, la comprensione della situazione per agire e possedere la capacità di agire. Se

uno qualsiasi di questi elementi manca, le decisioni e azioni ne saranno condizionate.

In particolare:

Capacità. Le IA cercano di attaccare per disarticolare, distruggere o altrimenti

influenzare negativamente le capacità informative nemiche. Questo potrebbe

essere un Posto Comando, un centro di comunicazione, o qualsiasi altra

componente dell’Information System48 avversario.

Comprensione. Le IA cercano di influenzare la SA del nemico proteggendo al

contempo le informazioni e il nostro Information System. Tale risultato può

essere raggiunto attraverso misure protettive, OPSEC e un piano d’inganno. Così

facendo molte attività sono sovrapponibili alle attività condotte attraverso la

funzione operativa terrestre Protezione.

Volontà. Le IA vengono utilizzate per influenzare la volontà di un determinato

Target Audience, che può spaziare attraverso una vasta gamma di soggetti: dalle

forze nemiche alla popolazione amica e/o neutrale. Sotto tale aspetto, le Attività

Informative utilizzano informazioni per indirizzare messaggi che influenzeranno le

percezioni, la volontà e, idealmente, anche il comportamento del Target

Audience prescelto, utilizzando anche mezzi quali le Operazioni Psicologiche

(Psychological Operation - PSYOPS). Ad esempio, il lancio di volantini PSYOPS su

una posizione difensiva nemica per scoraggiarlo; oppure i messaggi radio

46 Sono una Funzione Operativa Terrestre, a differenza delle Information Operations, che invece è una funzione di staff per analizzare, pianificare, valutare ed integrare gli effetti desiderati sulla volontà, comprensione e capacità degli avversari, dei potenziali avversari e altri audience approvati dall’autorità nazionale responsabile, a supporto degli obiettivi della missione. Cfr. COMFORDOT PSE-3.10 “Information Operations (INFO OPS)”, ed. 2017. NATO, AJP-3.10 “Allied Joint Doctrine for Information Operations”, ed. 2015 ed. A, Vers. 1. 47 Cfr. COMFORDOT PSE-3.10 “Information Operations (Info Ops), ed. 2017 48 “Information System è l’insieme di quelle strutture e complessi tecnici preposti alla raccolta, elaborazione e disseminazione delle Informazioni. Si compone di strumenti tecnici, persone, strutture organizzative, e procedure atte a creare, raccogliere, percepire, analizzare, valutare, strutturare, manipolare, archiviare, recuperare, esporre, condividere, trasmettere e disseminare le Informazioni” Già cit. NATO, AJP-3.10 Allied Joint Doctrine for Information Operations, ed. 2015 ed. A, Vers. 1.

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57 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

indirizzati alla popolazione locale per spiegare aspetti della campagna, al fine di

far percepire come legittima la presenza di un’unità e garantirsi quindi il sostegno

popolare. I messaggi veicolati con le Attività Informative possono essere

innestati all’interno dei temi delle Comunicazioni Strategiche (Strategic

Communication - STRATCOM)49 e devono essere armonizzati con i messaggi

della Pubblica Informazione, in modo da contrastare la propaganda avversaria.

LE IA sviluppano quindi azioni che rientrano nel ventaglio delle capacità e tecniche

coordinate dalla cellula Info Ops che, adeguatamente generata in funzione dei

compiti assegnati, sarà in grado di coordinarle e sincronizzarle con le azioni

sviluppate dal Public Affair, in aderenza alla narrativa, temi e messaggi definiti dalla

Comunicazione Strategica (StratCom), in modo da supportare pienamente la

manovra del Comandante.

Le azioni dirette a creare effetti sull’Information Environment sono sviluppate dalle

capacità, tecniche e metodi di seguito elencati:

- Operazioni Psicologiche (PSYOPS): influenzano le percezioni, gli atteggiamenti ed i

comportamenti di individui o gruppi sociali approvati dall’autorità di vertice

Politico-Militare. Impiegano metodi di comunicazione (TV, Radio, Internet, stampa)

e altri mezzi (p.es. face-to-face) rivolti ad un uditorio approvato.

- CIMIC, che realizza il coordinamento e la cooperazione, in supporto della missione,

tra gli attori militari e civili, incluso la popolazione, le autorità locali e

internazionali, le organizzazioni e le agenzie internazionali, nazionali e non

governative

- Engagement. L’Engagement può essere genericamente suddiviso nei due gruppi

sotto riportati:

Key Leader Engagement (KLE): riguarda tutti i livelli delle operazioni, dallo

strategico al tattico, ma è inerente esclusivamente all’attività condotta dai

Comandanti o dal personale specializzato per influenzare gli attori decisivi,

anche durante le operazioni di combattimento, considerati elementi chiavi per

l’assolvimento della missione.

Soldier Level Engagement (SLE): I Comandanti e i leader militari sul terreno

interagiscono regolarmente con i leader locali, così come i soldati con le

popolazioni. Di conseguenza, il SLE è quello che avviene con maggior

frequenza.

- Electonic Warfare. La Guerra Elettronica ha un’ampia applicazione nelle operazioni

militari e costituisce un assetto presente in tutti gli scenari operativi. L’EW ingloba

tutte le azioni militari per lo sfruttamento dell’intero spettro elettromagnetico.

49 Impiego multi-dimensionale e sincronizzato di tutte le risorse di comunicazione della Nazione teso a informare, influenzare e persuadere Audience specifiche (individui, gruppi di interesse e Stati), al fine di creare, rafforzare o mantenere le condizioni favorevoli per il conseguimento degli interessi di difesa e sicurezza nazionali. Cfr. SMD III CID ND 003 “La dimensione militare della Comunicazione Strategica”, ed. 2012.

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58 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

- Operation Security: l’OPSEC è il processo all’interno dello staff attraverso cui

garantire un appropriato livello di sicurezza ad una operazione militare, usando

mezzi attivi o passivi, per negare all’avversario la conoscenza delle disposizioni,

capacità o intenzioni delle forze amiche.

- Cyber Ops “l’uso di capacità con lo scopo principale di creare effetti in supporto

degli obiettivi del Comandante nel o attraverso lo spazio cibernetico”. Le Cyber

operations comprendono le Computer Network Operations (CNO) e possono

essere sia offensive che defensive.

- Presenza Postura Profilo (PPP). La Presenza di unità militari sul terreno può avere

un significativo impatto sulle percezioni. La Postura (atteggiamento) delle proprie

unità (own force behaviour) trasmette volontà e intento, soprattutto alle forze

avversarie. Il Profilo è prevalentemente riferito al profilo pubblico dei Comandanti,

che deve essere attentamente analizzato e sfruttato.

- Inganno: è una delle misure con cui si indica il complesso delle misure intese a

fuorviare l’avversario mediante manipolazione, distorsione o falsificazione di

elementi o circostanze reali e ad ostacolarne la corretta valutazione della

situazione operativa.

Lo strumento più importante per realizzare il coordinamento e la sincronizzazione

delle IA con il fuoco (ovvero physical destruction che, per i danni collaterali ed

effetti indesiderati che può produrre, rappresenta l’ultima risorsa di influenza da

impiegare) è costituito dall’Information Activities Coordination Board (IACB),

normalmente presieduto dal capo di SM della G.U. da cbt., organizzato dallo staff

della cellula info ops a cui partecipano, tra gli altri anche i rappresentanti dello

special staff del Comandante (POLAD, MEDAD, LEGAD..)..

4.8 SOSTENIBILITÀ50

4.8.1 Generalità

La sostenibilità è la Combat Function che comprende tutte quelle attività

indispensabili per aiutare, generare e sostenere una forza militare. Non comprende

solamente gli ovvi aspetti logistici quali il rifornimento, la manutenzione e l’assistenza

sanitaria, ma anche problemi più ampi quali il deployment di una forza, la

sostituzione, il redeployment e recupero, nonché l’eventuale ricondizionamento di

un’unità a seguito di combattimento. Anche il supporto fornito dagli ingegneri militari

per le infrastrutture e l’approvvigionamento idrico, il sostegno al benessere ed al

morale delle truppe sono da tenere in grande considerazione.

È quindi una funzione globale, che influenza la pianificazione e l’esecuzione in ogni

fase delle operazioni, battaglie e combattimenti, in quanto incide in maniera

determinante sul tempo, durata e intensità di tutte le operazioni.

50 Per ulteriori approfondimenti Cfr. SME PDE 4 “Il Sostegno Logistico alle Operazioni Terrestri”, ed. 2018.

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59 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Nel moderno ambiente operativo le operazioni oltre i confini nazionali devono far

fronte ad una vasta gamma di minacce in una potenziale area di operazioni

dispersiva. Sostenere tali operazioni è impegnativo, in quanto l’eccessiva dispersione

delle forze sul terreno costringe gli assetti del Combat Service Support (CSS) a

muovere lungo linee di comunicazione non sicure, attraverso aree non occupate, con

la possibilità di dover affrontare in qualsiasi momento un combattimento. Vi è una

buona probabilità che gli avversari attacchino gli elementi del CSS piuttosto che le

forze di combattimento. Una migliore SA può consentire di evitare alcune minacce;

ma, comunque, gli elementi del CSS dovrebbero avere livelli di mobilità e protezione

fisica comparabili agli elementi di combattimento che supportano per proteggere sé

stessi e le loro risorse.

4.8.2 Sostenibilità Joint, inter-agenzia e multinazionale

A livello di Teatro, potrebbe esserci un’organizzazione Joint in cui il Comandante di

Teatro ha la responsabilità per la pianificazione, il coordinamento, nonché il compito

di fornire supporto logistico usando le risorse nazionali, le risorse della nazione

ospitante (Host Nation - HN) o quelle commerciali. A tale scopo potrebbe intervenire

la NATO con la funzione RSOM51 (Reception, Staging and Onward Movement) che

fornisce un supporto multinazionale alle operazioni con la ricezione, la

raccolta/riordino e il trasferimento in avanti. Quindi la componente terrestre non sarà

impiegata da sola, perché le operazioni saranno quasi certamente Joint e Combined,

ragion per cui il coordinamento delle attività di sostegno sarà importante. La

razionalizzazione degli assetti del CSS massimizza la disponibilità di risorse e

ottimizza le attività di sostegno. L’obiettivo è la sinergia congiunta, inter-agenzia e

multinazionale, in cui il supporto complessivo è maggiore di quello dei singoli

elementi isolati.

4.8.3 Pianificazione del mantenimento

Poiché molte operazioni di sostegno hanno tempi lunghi, è imperativo che la

pianificazione del sostegno sia integrata nella pianificazione operativa. Le operazioni

di sostegno, inoltre, dovrebbero anche essere versatili, sostenere la missione ed

essere condotte in maniera congiunta e quando necessario multinazionale.

L’integrazione di sforzi strategici, operativi e tattici per sostenere una missione

potrebbe richiedere ai Comandanti di influenzare le funzioni amministrative e

logistiche al di fuori della propria organizzazione.

I Comandanti e i loro Staff, tenuto conto che il movimento di grandi quantità di

materiale è un processo oneroso ed è meno flessibile della mobilità delle unità da

combattimento, hanno la necessità di sviluppare una sinergia tra questi elementi.

Pertanto, al fine di garantire la corretta organizzazione ed il funzionamento del

51 La funzione RSOM rappresenta l’insieme di tutte le attività essenziali, e tra loro strettamente correlate, che vengono svolte in Te. Op. principalmente nelle prime fasi del deployment delle Forze che si schierano per assolvere la propria missione.

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60 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

dispositivo, in fase di pianificazione del sostegno di una forza devono essere tenuti in

considerazione i seguenti principi:

flessibilità. L’organizzazione logistica e le procedure per la gestione delle risorse

devono essere estremamente duttili ed essere adattate costantemente

all’evoluzione della situazione tattica contingente, nonché alle esigenze delle

unità che possono variare in relazione delle Attività Militari che conducono;

sufficienza. Le risorse assegnate al sostegno delle forza militare nello spazio di

manovra terrestre devono essere quantitativamente e qualitativamente adeguate

all’assolvimento della missione;

semplicità. L’organizzazione logistica deve essere essenziale e orientata alla

missione, così come devono esserlo le procedure per la gestione delle risorse, in

modo da favorire uno sviluppo rapido delle attività tattiche, minimizzando l’attrito

dovuto a inutili complicazioni burocratiche e possibili incomprensioni, soprattutto

in ambiente interforze e multinazionale, nonché facilitando la condivisione delle

informazioni;

preminenza delle esigenze operative. Il sostegno logistico deve essere

orientato e finalizzato a soddisfare le esigenze del Comandante supportato

logisticamente;

integrazione (coordinazione e cooperazione). Tutti gli elementi (funzioni,

sistemi, processi, elementi organizzativi) che concorrono alla soluzione del

problema logistico devono “integrarsi reciprocamente”, soprattutto in contesti

interforze e multinazionali. La cooperazione tra gli organi che operano ai diversi

livelli ordinativi (sia in Teatro Operativo sia in Patria) e la standardizzazione delle

procedure (Standardization Agreement - STANAG, Mutual Support Agreement -

MSA, Military-Technical Agreement - MTA, Letter of Assistance - LOA,

Memorandum of Understanding - MoU, ecc.), nonché la coordinazione delle

attività condotte, consentono di ottimizzare la capacità di sostenere la forza

militare;

continuità. Il sostegno logistico deve essere garantito alle unità, con costanza,

in tutte le fasi della condotta delle attività tattiche pianificate, nei luoghi, nei

tempi e nei modi più opportuni. Nell’ambito della valutazione di fattibilità di ogni

operazione, è opportuno verificare che sussistano ragionevoli probabilità che esse

non si trovino isolate per lunghi periodi (lontano dalle Linee di Comunicazione e

senza la necessaria autonomia52 per continuare a operare);

52 “Periodo di tempo stabilito durante il quale un’unità è in grado di operare avvalendosi dei propri organi e mezzi logistici, inclusi quelli assegnati in rinforzo. Corrisponde al periodo di tempo sul quale cadenzare la successione dei rifornimenti normali”, SME, Pub. n. 5895 – “Nomenclatore militare”, ed. 1998. Si definisce “autonomia inziale”, inoltre, “la capacità di auto-sostentamento di un’unità con le risorse di cui dispone all’inizio di un’operazione”. Viene determinata dal Comandante sulla base dalle capacità di trasporto e rifornimento previste (NATO, AAP-39(B) “NATO Handbook of land operations terminology”, ed. 2015). L’organizzazione logistica, peraltro, può essere considerata aderente quando è in grado di fornire il sostegno necessario in un tempo minore o uguale all’autonomia delle unità che supporta.

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61 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

visibilità. La condivisione dei dati, come la possibilità di monitorare

costantemente la situazione delle risorse e delle capacità logistiche disponibili, è

essenziale per ottimizzare l’efficacia/efficienza del sostegno logistico, soprattutto

nell’ambito di operazioni interforze e multinazionali. Ciò consente di razionalizzare

l’impiego delle Linee di Comunicazione, dei depositi, dei mezzi e dei materiali.

Assicura, inoltre, la facilità di accesso alla documentazione logistica di rilievo (ad

es. accordi generali e tecnici, contratti, pubblicazioni e normative tecnico-

logistiche) per supportare il Comandante nella pianificazione e nell’esecuzione

delle proprie Attività Militari;

autorità. Il Comandante che ha la responsabilità delle operazioni deve avere

anche la facoltà di gestire nel modo più efficace lo schieramento, il

rischieramento e l’impiego delle risorse logistiche a lui assegnate per assolvere la

propria missione;

certezza dei rifornimenti. Le risorse necessarie al sostegno della forza militare

impiegata in Teatro Operativo devono essere permanentemente garantite dalla

Nazione (principio particolarmente importante nel caso di operazioni

multinazionali);

efficienza. L’impiego delle risorse disponibili e delle Linee di Comunicazione

deve essere costantemente razionalizzato, in modo da raggiungere il massimo

livello di sostegno della forza militare con il minimo sforzo logistico, assicurando

la sostenibilità delle operazioni, ma moderando l’impatto dello schieramento di

risorse in Teatro Operativo (logistic footprint53);

economicità. La scelta e l’impiego delle risorse da utilizzare per sostenere la

forza miitare in operazione deve tendere a minimizzare gli sprechi ed evitare

duplicazioni, al fine di minimizzare i costi del sostegno logistico;

sussidiarietà. Il problema logistico deve essere risolto al più basso livello

ordinativo che dispone degli strumenti utili/necessari per risolverlo.

4.8.4 Ricondizionamento

Il ricondizionamento è definito come l’insieme di attività mediante le quali le unità o

personale, appena ritirato dal combattimento o da un servizio difficile, in un’area di

sosta sicura, si riforniscono, si addestrano e di solito si preparano per essere

reimpiegate. In pratica, si tratta di un recupero dell’operatività che qualora fosse

condotta secondo una valida pianificazione e in maniera celere, incrementerebbe la

coesione dell’unità. La sostituzione dall’AOO di una G.U. per l’attività di

ricondizionamento è una decisione di comando, influenzata dalle valutazioni su ciò

che sarà richiesto per le operazioni future. Tale azione coinvolge un’attività

53 Inteso come la somma delle risorse (personale, materiali, equipaggiamenti, mezzi, infrastrutture) schierate fisicamente in un’Area delle Operazioni e lungo le linee di comunicazione (Lines of Communication - LOC) per sostenere le Forze impegnate nella condotta di Attività Militari (AJP-4(B), Allied Joint Logistic Doctrine, RD, ed. 2017).

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62 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

coordinata e concomitante di tre aree: personale, equipaggiamento e materiali. Un

modello di ricondizionamento è mostrato schematicamente in Figura 22.

Figura 22: Modello di ricondizionamento

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63 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft

5. STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DELLA GRANDE UNITÀ

DA COMBATTIMENTO

5.1 GENERALITÀ

La G.U. è costituita da un complesso di forze eterogeneo e variabile, dotato di

autonomia tattico-logistica e posto agli ordini di un Comandante che lo impiega con

visione unitaria, per una specifica missione/operazione. Categorizzare ed etichettare

preliminarmente un conflitto, in conformità a schemi precostituiti, può essere

fallimentare o riduttivo; infatti, le G.U. devono essere in grado di fronteggiare una

vasta gamma di minacce (ibrida, simmetrica e asimmetrica); combinate,

eventualmente, anche ad altri possibili pericoli, come malattie o epidemie su larga

scala, disastri naturali, inquinamento industriale ed emergenze umanitarie, come

carestie, inondazioni o siccità (Figura 23). Pertanto, la conseguente organizzazione

della Forza deve avere le capacità per compiere la missione iniziale, ma deve far sì

che si possa fronteggiare anche la transizione ad un’altra tipologia di operazione

durante il corso della Campagna.

L’ambiente operativo

contemporaneo in cui le

G.U. si trovano ad

operare è contraddistinto

da estrema complessità

ed incertezza e può

includere ampie aree di

operazione non-lineari e

non-contigue, nonché

nemici che operano

diradando le proprie forze

e impiegando una

combinazione di tecniche

regolari e irregolari. In

tale contesto la distinzione tra il livello strategico, operativo e tattico diviene sempre

più difficile da stabilire e, quindi, può essere necessario e vantaggioso che le unità

siano articolate, fino ai minori livelli, in complessi tattici secondo un’organizzazione

Mission Tailored ovvero secondo una Task Organization che dipende dalle variabili di

missione54:

Missione (compito e scopo);

Avversario (Dislocazione, Entità, Natura, Atteggiamento e Movimento - DENAM);

54 Sintetizzate nell’acronimo MATTT-C (o METTT-C, dove la E sta per Enemy), rappresentano l'insieme dei fattori che possono avere un impatto sulla specifica missione di una determinata unità, limitatamente al tempo stimato per la condotta dell'azione. Cfr. Direttiva 3001/14 “La preparazione al combattimento”, ed. 2014 di SME.

Figura 23: Impiego delle forze

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64 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft

Terreno e Meteo;

Truppe a disposizione per la missione;

Tempo a disposizione per la pianificazione e l’esecuzione della missione;

considerazioni sui Civili presenti nell’area di operazione durante la condotta delle

attività militari.

Sulla base di ciò una G.U. prende forma dall’integrazione dei seguenti elementi di

forza (Figura 24):

elementi da Combattimento (Combat Element). Includono le unità che hanno il

compito principale di ingaggiare direttamente il nemico, prevalentemente con

armi a tiro teso;

elementi di Supporto al Combattimento (Combat Support Element).

Comprendono le unità che forniscono supporto di fuoco e supporto operativo agli

elementi da combattimento;

elementi di Sostegno (Combat Service Support Element). Includono le unità che

hanno lo scopo di assistere e sostenere la forza militare nelle attività di logistica,

personale e sanità per il sostentamento, il benessere e il morale degli uomini, la

manutenzione dei materiali, la fornitura di materiale da combattimento e la

sostituzione delle vittime per tutta la durata dei combattimenti;

elementi di Supporto al Comando (Command Support Element). Includono tutti

gli elementi che aiutano i Comandanti nell’esercizio del comando.

Figura 24: Elementi che compongono la G.U. da combattimento

Una Grande Unità da combattimento così costituita sarà in grado di:

combinare al meglio le capacità specifiche di ciascuna componente e, al tempo

Elementi da combattimento

Combat

Elementi di supporto al combattimento

Combat Support

Elementi per il Sostegno Logistico

Combat Service Support

Elementi di Supporto al Comando

Command Support

G.U. DA COMBATTIMENTO

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65 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft

stesso, compensarne le limitazioni;

condurre attività tattiche decentrate autonome, coordinate dal Comando

superiore, ma indipendenti;

adeguare rapidamente l’ordinamento tattico (Task Organization) a struttura

modulare, in funzione dei cambiamenti della situazione e dei compiti ricevuti.

5.2 STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UNA G.U. A LIVELLO CORPO

D’ARMATA

Il Corpo d’Armata ha la capacità di esercitare il Comando e Controllo su un massimo

di 5 Divisioni con i relativi supporti (Combat Support - CS e CSS)55, qualunque sia il

tema predominante della Campagna da condurre, in qualsiasi ambiente geografico si

debba operare. Normalmente, in fase condotta, il Comandante influenza la manovra

soprattutto attraverso la direzione dell’impiego delle riserve e l’ottimizzazione della

gestione dei supporti, allo scopo di correggere eventuali scostamenti riscontrati

rispetto alla pianificazione operativa corrente. Il Corpo d’Armata può essere

proiettato ed impiegato sia come G.U. inquadrata in una struttura di Comando di

livello superiore, eventualmente Joint e Multinational (MN), sia come Land

Component Command (LCC) di una Joint Task Force (JTF), eventualmente

multinazionale, ma anche come JTF HQ, eventualmente MN, qualora non ci siano

strutture di Comando di livello superiore schierate in Teatro Operativo (Te.Op.). Può

essere parte di una JTF che ha il compito di assicurare l’accesso in un’area semi-

permissiva o non permissiva (Forcible Entry) ad altre forze destinate a future

operazioni (follow-on forces).

Deve essere in grado di pianificare e condurre la manovra delle unità dipendenti,

sincronizzando attività militari (offensive, difensive, di stabilizzazione, abilitanti)

multiple in modo sequenziale o simultaneo, per assolvere la missione assegnata. Ha

la responsabilità di organizzare e coordinare il supporto logistico nella AOO assegnata

integrando eventuali elementi multinazionali delle nazioni partecipanti alla missione.

Inoltre conduce la battaglia in profondità (“Deep Battle”) impiegando gli assetti a

lunga gittata per effettuare lo “shaping” degli elementi ostili non a contatto con le

sue Unità dipendenti, e garantisce la sicurezza nelle retrovie della sua AOO laddove

non di pertinenza di proprie unità subordinate.

Può avere l’autorità di:

riorganizzare le proprie unità per ottimizzare la condotta della manovra;

integrare capacità Joint assegnate per la specifica Campagna;

stabilire le priorità nell’assegnazione dei supporti alle unità dipendenti;

55 NATO BI-SC “Agreed Capability Codes and Capability Statements”, ed. 2016.

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66 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft

coordinare gli sforzi di altri soggetti (nazionali, multinazionali, militari o civili), non

alle dirette dipendenze, che cooperano nell’AOO assegnata per il raggiungimento

degli obiettivi di livello operativo e strategico;

fondere gli obiettivi del livello operativo con quelli del livello tattico;

dirigere le risorse ISR-EW (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance – Electronic

War) disponibili per mantenere una sorveglianza continua dell’AOO assegnata e

ricercare costantemente le informazioni necessarie all’ottimizzazione della

manovra;

contribuire alla valutazione continua del progresso della Campagna (Assessment)

del livello operativo, in modo da rifinire il piano di ricerca informativa, riallocare le

risorse disponibili e sfruttare eventuali nuove opportunità.

Inoltre, il Corpo d’Armata conduce, in modo sistematico, esercitazioni e

addestramento congiunto con tutto il personale e/o le unità con cui si potrebbe

trovare a operare sulla base di accordi internazionali, piani di contingenza o esigenze

improvvise.

5.3 STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UNA G.U. A LIVELLO

DIVISIONE

La Divisione deve avere la capacità di esercitare il Comando e Controllo su un

massimo di 5 Brigate con i relativi supporti56 (CS e CSS), qualunque sia il tema

predominante della Campagna da condurre, in qualsiasi ambiente geografico si

debba operare. Spesso, in fase condotta, il Comandante conduce la manovra

soprattutto attraverso l’ottimizzazione della gestione dei supporti. La Divisione può

essere proiettata e impiegata sia come G.U. inquadrata in una struttura di Comando

di livello superiore, eventualmente Joint e Multinational, sia, solamente in via

eccezionale, come Comando della Componente Terrestre (LCC) di una Forza

d’impiego combinata interforze (JTF), eventualmente multinazionale, ma anche come

JTF HQ, eventualmente MN, qualora non ci siano strutture di Comando di livello

superiore schierate in Te.Op.

Come il Corpo d’Armata, anche la Divisione può essere parte di una JTF che ha il

compito di assicurare l’accesso in un’area semi-permissiva o non permissiva (Forcible

Entry) ad altre forze destinate a future operazioni (follow-on forces).

Deve essere in grado di pianificare e condurre la manovra delle unità dipendenti,

sincronizzando le attività militari (offensive, difensive, di stabilizzazione, abilitanti) in

maniera sequenziale o concorrente, nel framework concettuale del deep, close e rear

(ponendo in relazione, con tali termini, gli effetti, il tempo e lo spazio) per modellare

(shape), sostenere (sustain) e consentire la conduzione di operazioni decisive

(decisive) per assolvere la missione assegnata. Ha la responsabilità di organizzare e

56 NATO BI-SC “Agreed Capability Codes and Capability Statements”, ed. 2016.

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67 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft

coordinare il supporto logistico nella AOO assegnata, integrando eventuali elementi

multinazionali delle nazioni partecipanti alla missione.

La struttura della Divisione può modificarsi al variare del tema predominante della

Campagna da condurre; ma, anche, in conseguenza della particolare fase di una

determinata Campagna. Può avere l’autorità di:

riorganizzare le proprie unità per ottimizzare la condotta della manovra;

integrare capacità Joint assegnate per la specifica Campagna;

stabilire le priorità nell’assegnazione dei supporti alle unità dipendenti;

coordinare gli sforzi di altri soggetti (nazionali, multinazionali, militari o civili), non

alle dirette dipendenze, che cooperano nell’AOO assegnata per il raggiungimento

degli obiettivi di livello operativo e strategico;

dirigere le risorse ISR-EW disponibili per mantenere una sorveglianza continua

dell’AOO assegnata e ricercare costantemente le informazioni necessarie

all’ottimizzazione della manovra.

Inoltre, la Divisione conduce, in modo sistematico, esercitazioni e addestramento

congiunto, sia con le B. assegnate organicamente sia con tutto il personale e/o le

unità con cui si potrebbe trovare a operare sulla base di accordi internazionali, piani

di contingenza o esigenze improvvise. Quando non impegnata in Operazione, può:

fornire augmentees per gli staff di altre unità impegnate in Te.Op. o in

esercitazioni;

costituire Mobile Training Team (MTT) per supportare l’addestramento di altre

unità;

contribuire allo sviluppo della Dottrina di impiego e/o di specifiche Procedure

Operative Permanenti (Standing Operating Procedures - SOP).

5.4 STRUTTURA E ORGANIZZAZIONE DI UNA G.U. A LIVELLO BRIGATA

La Brigata è una G.U. tatticamente e logisticamente autonoma, idonea ad esercitare

il Comando e Controllo su un massimo di 5 gruppi tattici con i relativi supporti (CS,

CSS)57, qualunque sia il tema predominante della Campagna da condurre ed in

qualsiasi ambiente geografico si debba operare. In fase condotta, il Comandante

dirige ed “influenza” la manovra attraverso l’ottimizzazione della gestione dei

supporti.

Può essere proiettata e impiegata sia come G.U. inquadrata in una struttura di

Comando di livello superiore, eventualmente Joint e Multinational (MN), sia come

LCC di una JTF, eventualmente multinazionale, ma anche come JTF HQ,

eventualmente MN, qualora non ci siano strutture di Comando di livello superiore

schierate in Te.Op.. Anch’essa come le altre G.U. può essere parte di una JTF con il

57 NATO BI-SC “Agreed Capability Codes and Capability Statements”, ed. 2016.

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68 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft

compito di assicurare l’accesso in un’area semi-permissiva o non permissiva (Forcible

Entry) ad altre forze destinate a future operazioni (follow-on forces).

Deve essere in grado di pianificare e condurre la manovra delle unità dipendenti,

sincronizzando attività militari (offensive, difensive, di stabilizzazione, abilitanti)

multiple in modo sequenziale o simultaneo, per assolvere la missione assegnata. Ha

la responsabilità di organizzare e coordinare il supporto logistico nella AOR assegnata

integrando eventuali elementi multinazionali delle nazioni partecipanti alla missione.

Normalmente, la Brigata conduce la manovra in un’area che è genericamente

determinata dal raggio delle armi in organico e normalmente allineata con le capacità

di supportare il combattimento ravvicinato, tenendo in mente che fattori come la

popolazione, terreno, intensità ed effetti condizionano la determinazione dell’area

della manovra. Inoltre, è solitamente il più basso livello di Comando dove le capacità

Joint e multinazionali possono essere integrate (sebbene ci possano essere alcune

eccezioni in talune circostanze).

Quando impegnata in Operazione, riceve i rinforzi necessari per l’assolvimento della

missione sia dalla F.A. sia dalle altre possibili Componenti della Forza Integrata

(Aerea, Marittima, Polizia Militare, Forze Speciali). Per incrementare le proprie

capacità può includere, comunque, unità:

dell’Aviazione dell’Esercito (Elicotteri da Esplorazione e Scorta, Elicotteri

Multiruolo – EM e aeromobili ad ala fissa);

specializzate RISTA-EW;

per le comunicazioni a lungo raggio58;

specialistiche (es. CIMIC, PSYOPS, ecc.);

di Forze Speciali.

Può avere, inoltre, l’autorità di:

riorganizzare le proprie unità per ottimizzare la condotta della manovra;

stabilire le priorità nell’assegnazione dei supporti alle unità dipendenti;

coordinare gli sforzi di altri soggetti (nazionali, multinazionali, militari o civili), non

alle dirette dipendenze, che cooperano nell’AOO assegnata per il raggiungimento

degli obiettivi di livello operativo e strategico;

dirigere le risorse ISR-EW disponibili per mantenere una sorveglianza continua

dell’AOO assegnata e ricercare costantemente le informazioni necessarie

all’ottimizzazione della manovra.

58 Unità C4 di Supporto alla Manovra o di Supporto Nazionale (in funzione del contesto), in quanto tali unità garantiscono non solo tale tipologia di collegamenti, ma anche l’estensione di servizi e di capacità complementari (tra cui l’integrazione delle capacità Joint).

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69 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Final Draft

6. LE ATTIVITÀ TATTICHE OFFENSIVE

6.1 GENERALITÀ

In un ambiente operativo complesso, le attività tattiche offensive vengono condotte

da una Grande Unità in più dimensioni contemporaneamente.

Le attività tattiche offensive hanno lo scopo primario di sconfiggere l’avversario,

indebolendone la coesione morale e fisica. Esse mirano ad annientare la capacità e la

volontà di resistenza del nemico, disarticolandone il dispositivo tramite la

frammentazione e l’isolamento delle sue forze.

La G.U. può, quindi, condurre attività tattiche offensive, al fine di indebolire la

coesione del nemico e la volontà di resistere, attraverso una vasta gamma di azioni

che vanno dalle operazioni psicologiche, alla degradazione del Combat Power

avversario, fino alla sua distruzione fisica. Il metodo utilizzato per ottenere questi

risultati dovrà essere sempre proporzionato all’obiettivo, al contesto ed all’effetto

ricercato.

Le attività offensive possono avere come obiettivo forze ostili o aree geografiche. Nel

primo caso si punta alla distruzione delle unità avversarie; impedendo, quindi, che si

sgancino o che ripieghino. Nel secondo, si punta, invece, all’occupazione di un punto

o di un’area geografica. In questo caso può, quindi, essere vantaggioso costringere

l’avversario ad abbandonare le posizioni senza necessariamente ingaggiarlo in modo

decisivo.

Una volta che l’attività tattica offensiva viene iniziata, la flessibilità e la rapidità

nell’impiego del Combat Power sono di primaria importanza. L’attività deve essere

condotta con un atteggiamento mentale ed un dispositivo proiettati alle ricerca e allo

sfruttamento del successo. Occorre, inoltre, imprimere il proprio ritmo all’azione e

mantenerlo costante al fine di sbilanciare il nemico e l’attacco non deve subire ritardi.

Sono poche, di solito, le attività tattiche offensive che si sviluppano come pianificato.

I Comandanti devono essere in grado di cogliere le opportunità che si presentano da

successi imprevisti e devono saper far fronte tempestivamente a situazioni

sfavorevoli. Per ottenere la necessaria flessibilità occorre adottare:

un disegno di manovra semplice;

un supporto di fuoco aderente;

unità del genio ben posizionate;

riserve reattive e ben addestrate sugli orientamenti di impiego;

un sostegno logistico sufficientemente adattabile.

6.2 FATTORI CHIAVE PER IL SUCCESSO

Nelle attività tattiche offensive la chiave del successo è cogliere e mantenere

l’iniziativa. In tal modo, un Comandante mantiene lo slancio, non consente al nemico

di potersi organizzare e si propone di ostacolarlo nelle sue attività difensive; di

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70 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

rispondere con contrattacchi ad eventuali azioni avversarie e di ricostituire le sue

riserve.

Dunque, nel pianificare e condurre attività offensive, devono essere considerati i

seguenti principi:

cogliere e mantenere l’iniziativa. Le attività tattiche offensive mirano a

sconfiggere la volontà di resistere del nemico. Ciò implica capacità di manovrare,

velocità e aggressività volte anche a bloccare l’iniziativa dal nemico. Di fatto

questo ci consente di acquisire libertà di azione e un netto vantaggio psicologico.

Sfruttare il successo e approfittare della debolezza nemica deve essere l’obiettivo

di tutti i Comandanti;

concentrazione della forza. Un Comandante deve avere la possibilità di

concentrare la forza sia nel tempo che nello spazio al fine di porre in essere

l’azione decisiva. La concentrazione non implica solo un ammassamento della

forza, ma anche un aumento della potenza di fuoco. La capacità di

concentrazione dipende dal movimento, dalla flessibilità e dalle comunicazioni;

sorpresa. La sorpresa può creare un successo sovradimensionato rispetto alle

dimensioni della forza utilizzata. I suoi elementi sono la segretezza,

l’occultamento, l’inganno, l’originalità, l’audacia e la velocità. L’inganno è un

elemento chiave nel distogliere il nemico dalla possibile azione principale e nel

creare sorpresa;

sicurezza. La sicurezza è una condizione necessaria per conferire al

Comandante una sufficiente libertà di azione per raggiungere il suo scopo. Nelle

attività tattiche offensive la sicurezza è maggiormente curata nell’Assembly Area,

nella preparazione e nell’avvio delle operazioni. Comprende la sicurezza della

linea di partenza (Line of Departure - LD), dei fianchi di una forza d’attacco e

delle linee di comunicazione;

flessibilità. Le attività tattiche offensive richiedono un grado di flessibilità tale

da consentire di modificare i piani per far fronte a situazioni mutevoli, sviluppi

inaspettati e sfruttare le opportunità, soprattutto contro forze non convenzionali.

Gli elementi che caratterizzano tale principio sono: duttilità mentale e rapidità del

processo decisionale da parte di un Comandante e dei suoi subordinati. La

flessibilità è realizzata attraverso la semplicità dei piani, l’unità di sforzo e il

mantenimento dell’equilibrio. Implicito in questo requisito è la libertà di azione

per il Comandante tipica del Mission Command;

raccolta di informazioni. Le attività tattiche offensive devono essere

supportate da un’ampia base di conoscenza a tutti i livelli di Comando tale da

consentire di valutare i sistemi intercorrelati all’interno di un ambiente operativo

e anticipare gli effetti che verranno creati dalle attività offensive; in tal modo si

creeranno i presupposti per l’assolvimento della missione. A livello tattico, i

Comandanti di tutti i livelli hanno bisogno di un’intelligence dettagliata del

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71 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

terreno su cui combatteranno con la loro forza. Sono vitali per il successo della

missione la conoscenza della dislocazione del nemico, dei suoi punti di forza e

delle sue vulnerabilità, nonché del suo intento; tali dati potranno essere ottenuti

incrociando i risultati della Raccolta informativa con la conoscenza pregressa del

terreno, dell’ORBAT e della Dottrina avversaria nonché del previsto Concetto

d’Azione del nemico. Questo incrocio di dati si sviluppa attraverso l’analisi

intelligence effettuata con ciclo continuo nell’ambito della struttura funzionale

“2”;

semplicità. I piani devono essere semplici, le manovre complesse e le

disposizioni complicate portano a confusione e incomprensioni. Un chiaro

concetto di operazioni, supportato da un piano semplice, offre ai Comandanti

subordinati l’opportunità di applicare il proprio giudizio e iniziativa in risposta ai

cambiamenti della situazione locale. La semplicità aumenta la duttilità e consente

un migliore controllo del tempo;

audacia e azioni d’urto. I Comandanti devono essere coraggiosi e aggressivi

per sfruttare al meglio una situazione favorevole. L’azione d’urto è ottenuta

dall’audace delle forze di combattimento nel penetrare le difese nemiche e

proseguire, in funzione della policy fornita dai livelli superiori, in profondità

nell’area avversaria. Il supporto di fuoco è essenziale e viene utilizzato durante

tutte le fasi dell’operazione per rafforzare l’azione d’urto. Ciò porterà ad un

rapido collasso della coesione fisica e morale del nemico;

profondità. La profondità è richiesta sia nell’organizzazione delle forze offensive

sia nella selezione degli obiettivi, per consentire ad un Comandante di mantenere

una pressione costante sul nemico e di sfruttare la penetrazione;

equilibrio. Una forza equilibrata consente ad un Comandante di concentrare le

forze ove necessario per sfruttare un’opportunità o per reagire all’azione nemica

nel momento decisivo. Nel raggiungere gli obiettivi prefissati, potrebbe essere

necessario creare un equilibrio tra le attività fisiche e le attività di influenza al

fine di determinare gli effetti complementari;

riserva. La riserva è necessaria per fronteggiare l’imprevisto. Può essere

impegnata per influenzare la battaglia sfruttando le possibilità di un successo o

per rispondere alle contromosse. Fornisce ad un Comandante flessibilità ed

equilibrio. Una volta impegnata, il Comandante deve ricostituirla il prima

possibile;

coordinamento delle Combat Functions. Il piano per l’attività offensiva deve

assicurare un attento coordinamento di tutte le Combat Functions al fine di

raggiungere con successo lo scopo della missione assegnata;

inganno. Il Comandante deve tenere presente il ruolo importante che l’inganno

può svolgere nel sostenere le attività tattiche offensive. L’inganno sarà usato per

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72 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

fornire sicurezza alla forza schierata e sarà usato per attirare e distrarre il

nemico, per consentire una maggiore libertà d’azione al Comandante;

considerazioni sul terreno. Il terreno deve essere attentamente considerato

quando si pianificano le attività tattiche offensive. Le corrette valutazioni del

terreno possono:

migliorare l’osservazione;

ottenere copertura e occultamento;

ottenere un’efficacia migliore nell’impiego del supporto di fuoco;

migliorare la manovra;

migliorare la sicurezza delle forze;

posizionare ostacoli contro la mobilità avversaria;

consentire una base da cui avviare ulteriori operazioni.

6.3 TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ TATTICHE OFFENSIVE

Esistono diversi tipi di attività offensive, ognuna è rivolta a specifici scopi. Tali

tipologie sono strettamente correlate e si trasformano l’un l’altra anche tramite

attività tattiche abilitanti:

Attacco (attack);

incursione (raid);

sfruttamento del successo (exploitation);

inseguimento (pursuit);

attacco simulato (feint) e dimostrativo (demonstration);

ricognizione in forze (reconnaissance in force);

imboscata (ambush);

rottura dell’accerchiamento (breakout of encircled forces).

6.3.1 L’attacco

Attaccare significa effettuare un’azione offensiva contro un obiettivo specifico. Lo

scopo principale di un attacco è distruggere la capacità del nemico di resistere e

successivamente distruggere la sua volontà e coesione. Un attacco può essere

un’attività isolata o può essere effettuato in congiunzione con altri tipi di attività.

Un Comandante che intraprende un attacco possiede l ’iniziativa, nel senso che lui

decide la posizione, il tempo, la direzione e il peso della forza da concentrare.

Una volta che l’attacco è lanciato, la flessibilità e la velocità nell’impiego delle

forze sono fondamentali. L’attacco deve essere eseguito con vigore, sfruttando

gli sviluppi favorevoli e riallocando le risorse in aree in cui sembra esserci

un'opportunità di successo.

L’attacco dovrebbe essere perseguito per mantenere il nemico fuori equilibrio ma

non deve allinearsi rigidamente ad un piano. Pochi attacchi si svilupperanno

come previsto e i Comandanti dovranno cercare attivamente di trasformare i

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73 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

successi inattesi a loro vantaggio e di far fronte rapidamente ai rovesci. Per

essere in grado di farlo essi devono comprendere l’intento del loro superiore e

l’end state desiderato.

L’esigenza di flessibilità richiede: piani semplici; supporto di fuoco duttile;

supporto del genio; riserva ben posizionata e possibili opzioni tali da supportare

l’attività offensiva. Ogni attacco non dovrebbe essere visto come una singola

azione ma come parte del processo continuo per rompere la coesione del nemico.

L’Attacco (Attack) è suddiviso in tre tipologie:

pianificato (deliberate attack);

speditivo (hasty attack);

contrattacco e di disturbo (Counter Attack and Spoiling Attack)59.

6.3.1.1 Attacco pianificato (Deliberate attack)

Un attacco deliberato è un’attività offensiva caratterizzata da impiego pianificato e

coordinato di fuoco e manovra contro un obiettivo definito e identificato. Ad esempio,

quando una difesa nemica è ben organizzata e schierata, potrebbe essere necessario

un attacco pianificato. L’enfasi è sulla preparazione a discapito della velocità; quindi,

saranno necessari metodi diversi dalla velocità per ottenere l’effetto sorpresa.

6.3.1.2 Attacco speditivo (Hasty attack)

È un attacco che sacrifica la preparazione a favore della velocità, in modo tale da

consentire la possibilità di prendere l’iniziativa e sfruttare un’opportunità.

Con tale approccio si cerca di sfruttare la mancanza di preparazione del nemico;

implica audacia, sorpresa e velocità per raggiungere un successo prima che il nemico

abbia avuto possibilità di provvedere ad una difesa.

Al fine di stimolare o mantenere l’iniziativa, alla preparazione è dedicato poco tempo

e le forze che dovrannno condurre l’attacco sono quelle che sono prontamente

disponibili. Ci sarà poco tempo per effettuare ricognizioni e nessuno per realizzare

delle prove, si farà affidamento sui battle drills60 per l’esecuzione. L’elemento di

sorpresa creato da un’azione rapida agirà come un moltiplicatore di forza. Tali

attacchi devono, per quanto possibile, essere eseguiti da una direzione inaspettata e

supportata dal fuoco di ogni arma disponibile. I Comandanti dovrebbero emettere

ordini brevi e quindi posizionarsi bene in avanti per reagire rapidamente allo sviluppo

dell’attacco.

59 Tali attività offensive, seppur non previste nella Nota Dottrinale “Principi generali e approccio alle operazioni militari terrestri”, sono trattate, dall’ATP-3.2.1 “Allied Land Tactics”, ed. 2009 della NATO, indistintamente sia nelle attività tattiche offensive che in quelle difensive. Esse sono state considerate attività tattica determinante, soprattutto nella condotta della difesa di posizioni. 60 Azioni standardizzate condotte per far fronte ad attività tipiche e ricorrenti sul campo di battaglia. AAP-39(B) “NATO Handbook of land operations terminology”, ed. 2015.

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74 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

6.3.1.3 Contrattacco e attacco di disturbo (Counter attack and

Spoiling attack)

Un contrattacco, mira a distruggere, sconfiggere o disarticolare un nemico

potenzialmente sbilanciato (reso vulnerabile dalla sua azione offensiva).

È definito come: un attacco di una parte o della totalità di una forza in difesa

contro una forza d’attacco nemica. Attuato per scopi specifici come riconquistare

terreno perduto tagliando fuori/distruggendo unità nemiche avanzate e con

l’obiettivo generale di negare al nemico il raggiungimento del suo scopo in

attacco.

In operazioni difensive, è intrapreso per ripristinare le posizioni ed è diretto a

obiettivi limitati. Lo scopo del contrattacco è sconfiggere un nemico che diventa

vulnerabile a causa di una sua azione offensiva, rivelando il suo sforzo principale

o creando un fianco vulnerabile. È probabile che venga condotto come parte di

un'operazione difensiva da una riserva o da unità rimaste in fase avanzata, tale

attività offre al difensore l'opportunità di creare condizioni favorevoli a

un'offensiva.

Un attacco di disturbo, pur svolgendo la stessa funzione, ha uno scopo più

limitato di distruzione. Trova organica collocazione di svolgimento nell’ambito

della difesa di posizioni.

È definito come: una manovra tattica impiegata per compromettere seriamente

un attacco ostile mentre il nemico è in via di formazione o assembramento in

vista di un attacco.

È diretto alle attività offensive nemiche tentando di colpire il nemico mentre è più

vulnerabile o mentre è in movimento prima di attraversare la sua linea di

partenza. La natura di questo attaco è di tipo preventivo in quanto attacca i piani

del nemico e, quindi, la sua coesione.

6.3.2 Incursione (Raid)

Consiste in una rapida penetrazione in territorio ostile, per ottenere informazioni,

confondere il nemico o distruggere sue installazioni, evitando di essere ingaggiati in

maniera decisiva, per poi condurre un ripiegamento pianificato.

Lo scopo più ampio di un raid è quello di distruggere il nemico, di solito attraverso la

distruzione o la cattura di un bene o di una capacità vitale; si basa su un’intelligence

dettagliata e generalmente implica un rapido movimento verso territori ostili e

termina con un ritiro programmato. Poiché i raid vengono, di norma, eseguiti su una

breve distanza e in un periodo di tempo circoscritto, è necessario trasportare solo un

numero limitato di rifornimenti e la manutenzione sarà limitata alle riparazioni minori.

Il fuoco è necessario per supportare la forza di incursione in modo da ridurre la

capacità di reazione del nemico. Un raid, quindi può essere condotto per:

verificare informazioni;

confondere il nemico;

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75 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

colpire un High Value Target (HVT) 61 o High Pay-off Target (HPT)62;

distruggere installazioni, attrezzature o una parte consistente di una forza

nemica.

6.3.3 Sfruttamento del successo (Exploitation)

Lo sfruttamento del successo è un’operazione offensiva che trae vantaggio da un

attacco precedente ed è concepito per approfittare degli errori e delle debolezze

dell’avversario. Rappresenta l’opportunità di raggiungere un obiettivo del Comando

superiore o di realizzare direttamente parte dell’intento del Comandante

sovraordinato. Lo sfruttamento del successo richiede un’azione che vada oltre la

missione assegnata e che, quindi, può sostituire il compito indicato negli ordini. Lo

scopo di tale azione è sia fisico sia morale. L’obiettivo è di mantenere l’iniziativa

impedendo al nemico di riorganizzare la sua difesa o condurre un ripiegamento

ordinato. Inoltre, tale attività crea confusione e apprensione nel comando nemico,

riducendone la capacità di reazione.

Tale attività può essere anche condotta come parte integrante di un’attività tattica

difensiva, da una riserva o da elementi avanzati relativamente impegnati;oppure,

permette al difensore di utilizzare la sua potenza di combattimento e passare ad

attività tattiche offensive.

6.3.4 Inseguimento (Pursuit)

È un’attività offensiva progettata per catturare o isolare una forza ostile che tenta di

sottrarsi al combattimento, con l’obiettivo di sconfiggerla o distruggerla.

Generalmente è originata dallo sfruttamento di un successo, quando il nemico è

demoralizzato e le sue unità stanno iniziando a subire danni a causa della pressione

esercitata. In alternativa, può originarsi da un’attività in cui il nemico perde la sua

capacità di operare in modo efficace e tenta di disimpegnarsi.

6.3.5 Attacco simulato (Feint) e dimostrativo (Demonstration)

L’attacco simulato e l’attacco dimostrativo sono forme di inganno63 (deception64) e,

in quanto tali, influenzano la comprensione e la percezione del Comandante nemico

al fine di indurlo ad agire in modo inappropriato per la vera minaccia. Entrambi

cercano di fissare una forza nemica e possono essere supportati da altre attività di

inganno.

61 A High-Value Target (HVT) is defined as a target identified as critical to an actor or organization for achieving its goal. Successfully influencing such a target will seriously hamper or support the actor or organization. NATO ATP-3.9.2(A) “Allied Tactical Doctrine for Land Targeting, RD. 62 A High Pay-Off Target (HPT) target is defined as a high-value target, the successful influencing of which will offer a disproportionate advantage to friendly forces. HPT are defined by the value they offer to friendly forces rather than other actors. NATO ATP-3.9.2(A) “Allied Tactical Doctrine for Land Targeting, RD. 63 Cfr. NATO ATP-3.2.1 “Allied Land Tactics”, ed. 2009 e AJP 3.10 “Allied Joint Doctrine for Information Operations”, ed. 2009. 64 “In addition considering the above principles, the commander must keep in mind the important role that deception may play in supporting offensive activities. Deception will be used to provide security for the deploying force and will be used to lure and distract the enemy and thus allow more freedom of action for the commander”. NATO ATP-3.2.1 “Allied Land Tactics”, ed. 2009

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76 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

6.3.5.1 Attacco simulato (Feint)

Ha lo scopo di distrarre una forza nemica, attraverso il combattimento o il contatto,

al fine di imporle uno sforzo tattico per contrastare una minaccia percepita come più

rilevante. L’intento è quello di indurre il nemico a prendere decisioni non aderenti alla

reale situazione, ingannandolo circa l’ubicazione e/o l’ora dell’effettiva attività

offensiva principale.

Tale attività cerca di distrarre l’attenzione del nemico e di condizionarne l’azione,

cercando il combattimento con esso. Il suo intento è spesso quello di supportare lo

sviluppo dello sforzo principale che si svolge altrove rispetto allo schieramento

avversario sul campo di battaglia; il più delle volte, fissando un elemento nemico e

distraendone il Comandante. Le unità impiegate devono avere forza e composizione

sufficienti per provocare la reazione nemica desiderata. È più efficace quando

supporta le aspettative del nemico; quando appare come una minaccia definita per il

nemico; o quando ci sono diversi tipi di azione possibili a favore dell'attaccante

avversario.

6.3.5.2 Attacco dimostrativo (Demonstration)

Un attacco dimostrativo è un attacco o una dimostrazione di forza, fatto allo scopo di

ingannare il nemico, su un fronte in cui non viene cercata un’azione decisiva.

L’attacco dimostrativo, al contrario di quello simulato, ha lo scopo di distogliere

l’attenzione nemica senza ricercare il combattimento. Potrebbe far parte di un piano

di inganno più ampio. Le forze impiegate nell’attacco dimostrativo usano la potenza

di fuoco, la manovra e la guerra elettronica per influenzare la comprensione e le

percezioni del Comandante nemico. Per essere quanto più verosimile possibile

l’offensiva dovrebbe essere mirata ad un settore vitale delle difese nemiche.

6.3.6 Ricognizione in forze (Reconnaissance in force)

La Ricognizione in Forze è un'attività offensiva progettata per scoprire e/o testare la

forza del nemico o per ottenere altre informazioni. Quindi, lo scopo è quello di

costringere il nemico a rivelare la propria DENAM, forzandolo a rispondere all’azione

offensiva. La reazione del nemico può rivelare debolezze nel suo sistema difensivo

che può essere attaccato o i suoi punti di forza che dovrebbero essere evitati. I

Comandanti devono essere preparati a cogliere ogni opportunità per sfruttare il

successo tattico.

L’attività deve essere condotta in forze sufficienti per costringere il nemico a reagire,

anche se potrebbe essere necessario porre restrizioni ai Comandanti per evitare

azioni che potrebbero far precipitare un impegno decisivo. Se la forza è ancora

impegnata, una volta completata la ricognizione, può essere incaricata di fissare il

nemico, attaccare o ritirarsi.

6.3.7 Imboscata (Ambush)

Un’imboscata è un attacco a sorpresa da posizioni nascoste su un nemico in

movimento o temporaneamente fermo. Lo scopo di un’imboscata è di infliggere

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77 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

danno al nemico mentre gli si nega l’opportunità di contrattaccare; l’espediente

principale è la sorpresa. È spesso condotto nello stesso modo di un raid e spesso è

organizzato all’interno del territorio controllato dal nemico. Normalmente le forze di

agguato sono in attesa della forza nemica.

6.3.8 Rottura dell’accerchiamento (Breakout of encicled forces)

È un’attività condotta da una unità accerchiata per collegarsi con il grosso. Cerca di

sorprendere il nemico effettuando una penetrazione in forze in un punto debole del

suo dispositivo, usando l'inganno e l’attacco simulato. La rottura dell’accerchiamento

ha maggiori probabilità di successo se condotta prima che il nemico sia riuscito a

consolidare l’accerchiamento.

6.4 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE

Nella pianificazione delle attività tattiche offensive, e nella connessa definizione delle

Combat Function, dovranno essere considerati i seguenti aspetti:

6.4.1 Comando

Il Comandante, se in grado di sfruttare tempestivamente le situazioni favorevoli, ha

maggiori probabilità di successo. Egli, di norma, dirige l’azione da una posizione

idonea a consentirgli di seguire lo sviluppo della battaglia per poter fornire indicazioni

adeguate e, nel contempo, lasciare ai Comandanti subordinati l’autonomia

decisionale per sfruttare le opportunità che si presentano.

6.4.1.1 Posto Comando

Il Posto Comando (PC – Command Post - CP) di norma viene strutturato e

configurato per ottimizzare il ritmo dell’azione. Occorre considerare la sua posizione,

l’eventuale necessità di muoversi durante l’azione offensiva, nonché le funzionalità e

le comunicazioni richieste in ogni fase.

Il Posto Comando della Grande Unità, nella connotazione tattica, si posiziona nel

luogo ritenuto più opportuno per garantire agevoli comunicazioni e consentire al

Comandante ed al suo Staff di essere, nel momento critico, il più vicino possibile alle

operazioni delle proprie unità.

6.4.1.2 Battlespace Management

Nella fase offensiva il Battlespace è gestito in modo dinamico, preciso, puntuale ed

univoco, per favorire la transizione dall’attacco allo sfruttamento del successo e/o

all’inseguimento.

Le misure di controllo dipendono dalle modalità con cui l’attacco è

preparato/organizzato e da come il Comandante intende dirigere le sue forze, ma

possono includere:

Assembly Area (zona di raccolta)65;

linea di partenza; 65 Si definisce zona di raccolta la zona nella quale un complesso di forze si riunisce in attesa di successivo impiego. NATO AAP-06 “NATO Glossary of Terms and definitions”, ed. 2016.

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78 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

settori, linee di attestamento e di riferimento;

direttrice di movimento/itinerario;

obiettivi intermedi;

obiettivi;

misure di coordinamento per il fuoco di supporto.

6.4.2 Intelligence

L’attività di intelligence, nelle azioni offensive, risulta di vitale importanza sia per

avere una Situational Awareness aderente sia in fase di pianificazione.

Il Comandante della G.U. ha pertanto bisogno di un quadro di intelligence

riguardante la composizione, le vulnerabilità, la dislocazione, le capacità e le

intenzioni del nemico, soprattutto per quanto riguarda l’allocazione e la disponibilità

delle riserve avversarie. Il Comandante ha altresì bisogno di comprendere appieno le

caratteristiche del terreno, gli itinerari di avvicinamento, gli ostacoli, la natura

dell’obiettivo e dell’area oltre l’obiettivo e come tutti questi elementi interagiscano in

un terreno complesso.

L’accresciuta complessità del moderno ambiente operativo, caratterizzato dalla

presenza di molteplici attori, militari e non militari, all’interno di un settore di

responsabilità creano, inevitabilmente, un complesso intreccio di relazioni con un

notevole impatto sulle operazioni offensive e sullo sviluppo della manovra66.

Una volta iniziata l’attività tattica offensiva, gli sviluppi frenetici e imprevisti della

battaglia costituiscono una sfida alla capacità della G.U. nell’aggiornare

costantemente la situazione, monitorarne i progressi e comprenderne l’evoluzione.

Quest’ultimo aspetto riveste un’importanza determinante in relazione ad eventuali

azioni di sfruttamento del successo (Exploitation).

6.4.2.1 Supporto ISR

L’analisi storica e le lezioni apprese confermano che un efficace supporto ISR può

condizionare significativamente il risultato finale dell’operazione. Da un punto di vista

della capacità ISR, gli assetti/unità si suddividono in specialistici (TF Inf. Tattiche e

assetti ISR del livello operativo strategico) e non specialistici67. Nella considerazione

della maggiore capacità di raccolta informativa, in modo analogo alle unità di

combattimento, gli assetti ISR specialistici verranno dispiegati sul terreno secondo il

principio della gravitazione delle forze allo scopo di supportare lo sforzo principale

e saturare la copertura delle aree che non possono essere battute dalle unità non

specialistiche.

La poliedricità della G.U. da Combattimento, dovuta alla presenza di svariati elementi

Combat, Combat Service, Combat Service Support e Command Support è un fattore

da tenere in debita considerazione in termini di raccolta informativa per:

66 Cfr. COMFORDOT PSE 2.02 “Intelligence Preparation of Operational Environment-IPOE”, vers. SD. 67 Cfr. COMFORDOT PSE 2.01 “L’Intelligence nella G.U. da Combattimento”, ed. 2018.

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79 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

saturare la copertura ISR della propria AoIR anche con assetti non specialistici;

assicurare l’integrazione di più assetti (specialistici e non specialistici) per

confermare/negare l’informazione inerente un determinato evento/presumibile

attività avversaria (ad esempio un IMINT report di un assetto UAV confermato da

un INTREP di un osservatore dell’Artiglieria in merito alla dislocazione di un

determinato Target);

favorire la gravitazione degli assetti ISR più pregiati per confermare/integrare

eventuali report provenienti da assetti non specialistici (ad esempio l’invio di un

TUAV e un assetto EW per confermare un INTREP proveniente da un plotone

esploratori di fanteria).

Tuttavia, una mancanza d’informazioni non può precludere l’azione. Un Comandante

attaglia il piano e lo esegue, conoscendo le caratteristiche del sistema di

comunicazioni e dello Staff.

Le operazioni si svolgono in un ambiente fisico in cui è considerata la presenza della

popolazione locale e dei media e dello spettro elettromagnetico. Gli effetti che questi

ambienti sono in grado di determinare non sono costanti e la loro importanza varia

con il livello di comando, l’intensità dell’operazione e l’armamento impiegato. Le loro

caratteristiche possono essere in parte neutralizzate o sfruttate grazie alla

conoscenza piena di queste condizioni ambientali e con la raccolta delle relative

informazioni; tanto da poter sorprendere il nemico e consentire l’azione offensiva.

Perciò, sistemi adeguati e procedure ben collaudate per la diffusione del prodotto

ISR, all’interno del sistema di Comando, sono essenziali per acquisire il ritmo e

mantenere l’iniziativa.

Figura 25: Piramide cognitiva

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80 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

6.4.2.2 Targeting

Il targeting è il processo di selezione e prioritarizzazione degli obiettivi tenendo

conto delle esigenze operative e delle linee guida del Comandante sui rischi

accettabili e sui danni collaterali68. È la procedura attraverso cui il Comandante

persegue in modo legittimo e coordinato gli obiettivi nemici in profondità oltre il

raggio d’azione delle sue unità dipendenti allo scopo di isolare le forze nemiche a

contatto.

6.4.2.2.1 Processo di Land Targeting69

Il processo di Land Targeting utilizza un ciclo definito D3A: Decide, Detect, Deliver e

Assess. La metodologia D3A integra le attività di targeting tattico all’interno del

processo operativo70. Il land targeting è un processo iterativo, attivo e ciclico che

deve adattarsi all'ambiente operativo in evoluzione.

6.4.2.2.2 La metodologia D3A

La metodologia D3A fornisce un ciclo logico, continuo e flessibile per il land targeting.

Il processo di land targeting:

identifica le opzioni e le azioni coordinate, volte a creare gli effetti desiderati

sugli obiettivi, in conformità con le priorità del Comandante per raggiungere

la missione. Questi effetti si realizzano attraverso il coordinamento, la

sincronizzazione e l'integrazione di capacità letali e non letali;

è abbastanza flessibile da adattarsi a qualsiasi tipo di operazione;

è mirato a fornire al Comandante una indicazione per il perseguimento di

obiettivi HPT da un lista di HVT approvati.

La metodologia D3A facilita:

l’acquisizione e l’ingaggio dell’obiettivo;

l’opportuno asset da impiegare;

la corretta tempistica.

Il Targeting è il processo utilizzato per individuare e sincronizzare le azioni più

appropriate per supportare il piano operativo globale, alcune delle quali possono

essere condotte quasi a contatto con la popolazione locale. Spesso, il successo di

queste operazioni è dovuto alle decisioni prese dal Comandante per preparare gli

attori all'interno dell’AOO.

68 NATO AAP-06 “NATO Glossary of Terms and definitions”, ed. 2016. 69 NATO, ATP–3.9.2(A) “Allied Tactical Doctrine for Land Targeting” RD1. 70 Il processo operativo include anche la pianificazione militare e i processi decisionali, il processo di intelligence e le considerazioni legali.

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81 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Figura 26: Aree di influenza sul Targeting

6.4.2.2.3 Le fasi del D3A

Decide è la parte iniziale e più pregnante del processo.

Questa fase:

si svolge in parallelo e si integra con il processo di pianificazione sia delle

operazioni sia della raccolta informativa;

utilizza le indicazioni e la guidance fornite dal livello superiore.

Tali indicazioni e guidance per il Comandante Subordinato diventano:

il suo end-state;

obiettivi;

condizioni decisive;

effetti da ottenere.

L’analisi di questi elementi e le indicazioni del Comandante, definiscono la

selezione e la priorità degli obiettivi e l’accuratezza con cui possono essere

acquisiti in base ai sistemi tecnici disponibili.

Ciò fornirà l’input nel piano di raccolta di intelligence (Intelligence Collection

Plan - ICP) per l’identificazione delle risorse - comprese le attività di

intelligence, Sorveglianza e Ricognizione (Intelligence, Surveillance and

Reconnaissance - ISR) - per sviluppare una comprensione degli obiettivi fisici

e psicologici a disposizione.

La fase decide comprende sette steps:

identificare il tipo di obiettivo o target audience;

identificare la posizione dell’obiettivo;

Targeting, capacità di ingaggio e limitazioni;

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82 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

determinazione del Target Selection Standard71;

determinazione dei requisiti di valutazione ISR;

input dell’ICP;

sviluppo dell’Effects Guidance Matrix72.

Detect, include le attività di raccolta necessarie per trovare, riconoscere, tracciare

e identificare HPT fino al punto in cui le capacità definite devono essere

impiegate. Le attività di raccolta sono supervisionate e coordinate dallo staff di

G2 in accordo con l’ICP;

Deliver, l'attività principale durante questa fase consiste nel coordinare

l’erogazione di capacità rispetto agli obiettivi autorizzati in funzione di quando

vengono acquisiti, sempre in conformità con l’ Effects Guidance Matrix o la

propria linea di azione (Course Of Action – COA) approvata.

Le attività secondarie comprendono il perseguimento di obiettivi che non sono

stati selezionati per l'azione.

Assess, vengono analizzate le informazioni sui risultati dell’ingaggio (Measures of

Performance – MOP) per determinare se gli effetti desiderati sono stati creati

(Measures of Effectiveness - MOE). L’analisi dei risultati e degli effetti, mediante

il Battle Damage Assessment (BDA), consente di ottenere la corretta valutazione

del successo per supportare una possibile decisione di re-engagement o la

necessità di azioni di follow-up (entrambi potrebbero comportare l'utilizzo di una

capacità completamente diversa). Nel caso di un HPT, una valutazione iniziale e

rapida è di vitale importanza se si vuole sfruttare l'opportunità di reimpegnarsi.

Figura 27: Fasi del ciclo D3A

71 Indicazioni precise o specifici criteri che devono essere decisi prima che l’obiettivo venga ingaggiato. 72 Is a staff product and provides an overview of the commander’s decision.

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83 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

6.4.3 Manovra

La manovra mira a porre le forze in una posizione di vantaggio rispetto al nemico.

Nel caso in cui ci si trovi a combattere un nemico dal dispositivo diradato e

organizzato in network, si presentano due ulteriori difficoltà:

determinare la posizione specifica di vantaggio, che potrebbe anche non essere

fisica ma cognitiva;

mantenere l’iniziativa e il ritmo delle operazioni allo scopo di manovrare senza

interruzioni o pause.

Di conseguenza risultano oltremodo importanti: l’integrazione tra fuoco e movimento,

l’appropriata task organization delle forze a supporto della manovra, l’applicazione di

misure di controllo dinamiche e un dispositivo di sostegno al combattimento che sia

agile e flessibile.

6.4.3.1 Mobilità

Ruolo determinante ai fini della manovra riveste la mobilità che richiede velocità e

impeto, a prescindere della dimensione in cui si opera. Questa capacità permette al

Comandante di conquistare/mantenere l’iniziativa, consentendogli di ottenere la

sorpresa nella scelta del tempo, del modo e della direzione dell'attacco.

Nella pianificazione, per esaltare la mobilità, occorre considerare:

sviluppo della rete viaria e sua messa in sicurezza;

superamento e/o forzamento degli ostacoli e controllo dei movimenti.

6.4.3.2 Forme di manovra

Le forme di manovra permettono di guadagnare una posizione di vantaggio rispetto

al nemico; tendendo anche in considerazione che manovrare o minacciare i fianchi e

il retro di un nemico può avere un impatto sul suo morale e quindi sulla sua volontà e

sulla sua coesione.

La manovra può aiutare nel raggiungimento della sorpresa e dello shock se condotta

ad alto ritmo, cioè prima che il nemico possa reagire in modo efficace.

Le forme di manovra sono:

attacco frontale (frontal attack);

penetrazione (penetration);

avvolgimento (envelopment);

accerchiamento (encirclement);

aggiramento (turning);

infiltrazione (infiltration);

forme integrate di manovra.

Alcune forme di manovra, come il singolo e il doppio avvolgimento, i movimenti di

penetrazione o di avvolgimento, possono disturbare e dislocare la difesa.

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84 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

L'avvolgimento può avere un obiettivo più diretto, quale quello di ottenere una

posizione di vantaggio e quindi anticipare il nemico.

A livello di Brigata e nei livelli discendenti, le forme più comuni di manovra sono

l’attacco frontale e l'attacco al fianco.

6.4.3.2.1 Attacco frontale (Frontal attack)

Un attacco frontale è definito come: una manovra offensiva in cui l’azione principale

è diretta contro la parte anteriore delle forze nemiche. Può essere efficace contro un

nemico debole e disorganizzato e può essere usato per sopraffarlo e distruggerlo o

per fissarlo. Spesso è richiesta una forma di manovra frontale per supportare una

penetrazione o un avvolgimento. L’azione, infatti, a meno che non sia supportata da

un notevole impiego del fuoco, potrebbe non avere successo e, anche in caso di

successo, potrebbe causare un numero inutilmente elevato di vittime. Un

Comandante quindi deve considerare attentamente questi fattori prima di eseguire

un attacco frontale.

6.4.3.2.2 Penetrazione (Penetration)

Si parla di penetrazione, quando lo sforzo principale è diretto in un settore ristretto

del fronte nemico. Una penetrazione efficace richiede la concentrazione di una

potenza di combattimento superiore nel punto selezionato per irrompere nelle difese

del nemico. Tali punti vengono scelti in funzione di possibili lacune nelle difese e di

eventuali limiti di posizioni dell’avversario. La concentrazione deve essere tale che la

forza possa sfondare rapidamente, allargare e assicurare la violazione e mantenere lo

slancio mentre cogli gli obiettivi profondi. È una forma di manovra adatta quando

sono disponibili forti forze di combattimento e il nemico è troppo esteso o se i suo

fianchi sono saldamente fissati.

Figura 28: Attacco frontale (Frontal attack)

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85 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Può essere:

multipla (Multiple Penetration), quando condotta contro più punti dello

schieramento nemico;

profonda (Deep Penetration), quando diretta contro obiettivi posti molto

all'interno dell'area difensiva nemica;

Combination of Multiple and Deep Penetration, una combinazione delle due.

Ogni forza di penetramento richiede normalmente almeno due elementi:

Leading, che ha il compito di penetrare fino all’obiettivo il più rapidamente

possibile, aggirando l'opposizione.

Support, che è incaricato di seguire il primo per proteggere i fianchi e il retro.

Se necessario, gli elementi successivi potrebbero essere riserve o forze risolutive

che hanno il compito di distruggere il nemico aggirato, prendere il comando

dell'avanzata o sfruttare il successo oltre l’obiettivo raggiunto. È improbabile che

la penetrazione abbia successo contro un nemico che è più agile, cioè più mobile

e flessibile. Al contrario, è spesso riuscito contro un nemico più numeroso ma

meno agile.

6.4.3.2.3 Avvolgimento (Envelopment) singolo e doppio

Quando una G.U. in attività tattiche offensive intende evitare la linea difensiva

principale del nemico, sviluppa, con unità che avvolgono il nemico, lo sforzo

principale sul fianco o sul tergo degli elementi contrapposti, e con unità che fissano

la prima linea difensiva delle forze nemiche al fine di evitare il movimento retrogrado

delle stesse. L'avvolgimento può essere su un solo lato (avvolgimento semplice), su

Figura 29: Penetrazione (Penetration)

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86 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

entrambi i lati (avvolgimento doppio o manovra a tenaglia) ed essere condotto nella

terza dimensione, nel caso di impiego di forze aviolanciate e/o aeromobili

(avvolgimento verticale).

6.4.3.2.4 Accerchiamento (Encirclement)

Nel caso dell’Avvolgimento Doppio (manovra a tenaglia), quando le due ganasce

della tenaglia riescono a chiudersi e si saldano sul tergo del nemico impedendone il

ripiegamento o la ritirata, condizione che tiene il nemico concetrato in un’area e con

scarsa libertà di manovra e di combattimento, la manovra evolve in Accerchiamento

(Encirclement).

6.4.3.2.5 Aggiramento (Turning movement) Singolo e Doppio,

eventualmente verticale

Parliamo di aggiramento, quando lo sforzo principale è diretto verso obiettivi posti in

profondità nell’area difensiva nemica, oltre il raggio d'azione delle armi a tiro diretto

schierate in prima linea, evitando i centri di resistenza e costringendo l'avversario ad

abbandonarli per fronteggiare la minaccia.

Figura 30: Avvolgimento (Envelopment) singolo e doppio

Figura 31: Aggiramento (Turning movement)

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87 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

6.4.3.2.6 Infiltrazione (Infiltration)

Si attua l’infiltrazione, quando lo sforzo principale è condotto attraverso le linee

nemiche, lungo itinerari coperti che impediscono l'avvistamento delle forze amiche,

per raggiungere posizioni di vantaggio poste sul tergo dello schieramento avversario.

6.4.3.2.7 Forme integrate di manovra

Sebbene singole operazioni o forme di manovra possano portare direttamente al

raggiungimento della missione, potrebbe essere necessario integrarle in un più ampio

schema di manovra. Allo stesso modo, le forme di manovra dovranno spesso essere

suddivise in compiti tattici separati. Ad esempio, un accerchiamento richiede in

genere almeno due penetrazioni, lo sfruttamento nella profondità del nemico e

un'operazione di collegamento (link up). Ciò può essere seguito dalla difesa dei

fianchi esterni dell'accerchiamento e dall'attacco o dalla difesa sui fianchi interni. Le

operazioni contro i fianchi, il retro, il bypass o la penetrazione consentono la

creazione di shock e sorprese a diversi livelli e, quindi, la possibilità di provocare la

paralisi e il collasso. Qualsiasi penetrazione è un'opportunità di sfruttamento

aggressivo.

6.4.3.3 Impiego delle forze

Il Comandante, di norma, divide le sue forze di manovra in varie aliquote:

ricognizione;

forze d’assalto;

protezione dei fianchi;

riserva.

6.4.3.3.1 Ricognizione

Nelle attività tattiche offensive il Comandante basa la sua pianificazione sul concetto

di “reconnaissance pull”73. Le informazioni ottenute servono a “guidare” le forze

principali verso il percorso di minor resistenza. Tale situazione agevola la Grande

Unità nel conseguimento dell’iniziativa e nell’incremento della sua agilità.

La ricognizione individua:

quali itinerari sono maggiormente adatti alla manovra e fornisce informazioni

circa il terreno e gli ostacoli nemici;

dove il nemico è forte o debole e acquisisce informazioni sul dispositivo nemico;

l’esistenza o meno di varchi, al fine di indirizzare le forze sui punti deboli del

nemico.

La ricognizione è aggressiva e continua, condotta da mezzi aerei e terrestri prima e

durante le operazioni offensive. Le informazioni ottenute vanno valutate, elaborate e

diffuse, affinché gli utilizzatori possano adoperarle con immediatezza.

73 Consiste nella modalità per cui rapidamente si localizzano i punti deboli del nemico: in pratica si individuano tra le posizioni nemiche i settori attraverso i quali le forze amiche possono passare, evitando gli ostacoli e i punti di forza del nemico.

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88 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Successivi compiti per le forze di ricognizione includono:

il mantenimento dello slancio. Una volta che l’attività di ricognizione è stata

completata e i risultati sono stati trasmessi, la responsabilità ritorna alle forze

destinate alla ricognizione vicina; mentre l’aliquota da ricognizione della Grande

Unità che l’ha enucleata si sposta nella parte arretrata del dispositivo nemico per

localizzare le riserve, le unità d’artiglieria ed i Posti Comando, mantenendo un

elevato ritmo dell’azione per continuare ad avanzare e cercare informazioni. Tale

attività consente, peraltro, la realizzazione del processo di pianificazione iniziale

delle operazioni future, mentre si è ancora in fase condotta. Le stesse forze

possono ricevere il compito di garantire la sicurezza sui fianchi, fornire controlli e

posti d’osservazione per le artiglierie;

lo sfruttamento del successo. A seguito di un attacco positivo o di una rapida

penetrazione, le forze da ricognizione della Grande Unità possono condurre un

rapido sfruttamento del successo, quale punta avanzata del dispositivo,

mantenendo il contatto con le forze nemiche che stanno ripiegando e fornendo

informazioni circa gli obiettivi, il controllo del fuoco e l’osservazione degli obiettivi

delle artiglierie e del supporto aereo ravvicinato. Tale attività può creare

situazioni di disturbo e di pericolosità;

la sicurezza delle operazioni (OPSEC). Le forze di ricognizione possono fornire

attività OPSEC74 a favore delle Grandi Unità e permettere alle forze principali

d’attacco di consolidarsi.

6.4.3.3.2 Forze d’assalto

Le forze d’assalto, che esprimono la funzione “Combattimento”, sono lo strumento

con cui la potenza di combattimento è applicata per il conseguimento degli effetti

desiderati. Le forze destinate alla manovra sono, di massima, distinte nelle categorie

di seguito riportate.

6.4.3.3.2.1 Forze pesanti

Caratterizzate da una notevole potenza di fuoco diretto, protezione e mobilità tattica

fuori strada (su cingoli), sono in grado di manovrare rapidamente sotto il fuoco

nemico, su terreno sconnesso, concentrando la propria potenza di fuoco. Ciò le rende

particolarmente idonee a svolgere il ruolo di forze d’attacco o di riserva. Sono

costituite, di norma, da unità carri capaci di sviluppare interventi potenti e risolutivi, o

da unità di fanteria meccanizzata idonee a iniziare il combattimento da bordo dei

mezzi cingolati e proseguirlo a terra in qualsiasi ambiente naturale. Possono

sviluppare azioni dinamiche su ampi spazi e per prolungati periodi di tempo. Le unità

carri, inoltre, possono esaltare il concetto di protezione (per sé e per le unità

contermini) e, allo stesso tempo, fungere da elemento deterrente che contribuisce, di

74 Operations Security che consiste in azioni passive e attive volte a celare al nemico le proprie forze, capacità, intenzioni e vulnerabilità, proteggendo le informazioni essenziali (Essential Elements of Friendly Information – EEFI).

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89 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

fatto, a ridurre la volontà di agire della controparte e, dunque, al conseguente

contenimento del livello di minaccia. Per propria intrinseca natura, le Forze Pesanti

sono idonee a condurre azioni rapide e potenti e sono particolarmente indicate per

effettuare penetrazioni in profondità nel dispositivo nemico, soprattutto in terreni

scorrevoli e scoperti. Tali azioni sono condotte da unità carri o di fanteria pesante

oppure da unità “miste” in cui la percentuale di fanteria e di carri varia in relazione al

grado di organizzazione del nemico e alle possibilità/limitazioni offerte dal terreno.

6.4.3.3.2.2 Forze medie

Sono forze dotate di veicoli ruotati o cingolati con un medio livello di protezione e un

livello di mobilità che trova alcune limitazioni nel movimento fuori strada.

Caratterizzate da un’accentuata versatilità di impiego, sono strutturate ed addestrate

per assolvere una vasta gamma di attività in tutte le tipologie di operazioni e trovano

impiego ottimale soprattutto in attività che richiedono rapidità d’intervento e che si

sviluppano su spazi molto ampi. Includono un’ampia varietà di veicoli e capacità,

quali i veicoli blindati ruotati da ricognizione e quelli da trasporto truppa e

combattimento, dotati di cannoncini ad alta celerità di tiro per il supporto di fuoco

vicino. Sono di norma unità di cavalleria o di fanteria.

6.4.3.3.2.3 Forze leggere

Possiedono un’elevata mobilità strategico-operativa, che deriva dalla capacità di

essere dispiegate rapidamente e ovunque, mediante aerotrasporto, evidenziando un

elevata proiettabilità e capacità di dispiegamento. Sono addestrate per operazioni in

ambienti particolari e in terreni compartimentati (quali le aree urbane o montane),

nonché in condizioni climatiche difficili. Le Forze Leggere possono essere mantenute

a un livello di prontezza costantemente elevato ed essere impiegate prontamente per

una vasta gamma di attività. Esse sono particolarmente idonee all’impiego in tutte

quelle operazioni nelle quali il contatto con la popolazione locale è indispensabile ai

fini dell’assolvimento della missione.

6.4.3.3.2.4 Forze con capacità specialistiche tridimensionali

Tra le forze con capacità specialistiche tidimensionali, le forze terrestri dispongono di:

forze aeromobili (unità di fanteria aeromobile e dell’Aviazione dell’Esercito). Sono

forze in grado di condurre un’operazione nella quale le forze da combattimento e

il loro equipaggiamento manovrano sul campo di battaglia nella terza

dimensione, ingaggiando il combattimento dall’aria e proseguendolo al suolo.

Sono composte da una componente terrestre e una aeromobile ad ala rotante

integrate in un complesso unico. Si tratta, quindi, di unità dalle spiccate

caratteristiche di mobilità operativa e tattica, versatilità d’impiego e potenza di

fuoco, grazie anche alla componente delle unità di elicotteri d’attacco che sono

particolarmente idonee a realizzare rapide e precise concentrazioni di fuoco. Le

Forze Aeromobili sono, pertanto, idonee ad agire in situazioni operative

caratterizzate da dinamismo ove la sorpresa è fondamentale. Grazie alla loro

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90 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

capacità di attaccare da qualsiasi direzione, di colpire obiettivi in profondità o in

zone difficilmente accessibili, di sorvolare ostacoli e scavalcare posizioni nemiche,

realizzano pienamente i principi di manovra e sorpresa;

forze avioportate/aviotruppe. Sono forze organizzate, equipaggiate e addestrate

per essere immesse nella zona obiettivo mediante aviosbarco effettuato con

aviolancio e/o avio assalto, per condurre azioni rapide che possono essere anche

ad alto rischio. Sono particolarmente indicate per svolgere attività di interdizione

e di contro-interdizione d’area e per essere impiegate nelle prime fasi di

interventi fuori area. Le loro caratteristiche forniscono flessibilità al G.U. in virtù

del loro raggio d’azione e della prontezza d’intervento. Al pari delle Forze

Aeromobili, sono uno strumento per le azioni in profondità, potenzialmente in

grado di colpire il Centro di Gravità nemico;

unità lagunari delle forze terrestri. Tali forze anfibie sono impiegate in operazioni

portate dal mare da forze navali e da sbarco contro coste ostili o potenzialmente

nemiche.

6.4.3.3.2.5 Forze Speciali (FS)

Le FS sono fornite da tutte le F.A. Per la condotta delle operazioni operano alle

dirette dipendenze del livello Strategico-Militare che si avvale di un Comando

Operativo dedicato (COFS), in grado di inserirsi anche in contesti multinazionali. Esse

assolvono la funzione Combat o CS quando in supporto alle forze convenzionali.

6.4.3.4 Protezione dei fianchi

Alcune forze ricevono compiti di sicurezza, come protezione dei fianchi e difesa dei

varchi tra le unità. Tali aliquote possono anche fronteggiare forze nemiche superate

e supportare le unità nelle zone delle retrovie delle forze in attacco.

6.4.3.5 Riserva

Le forze vanno mantenute in riserva per fronteggiare situazioni inaspettate e per

mantenere lo slancio dell’attacco. Una volta che la riserva è stata impiegata ne è

costituita un’altra, anche se ciò comporta il cambiamento della Task Organization.

6.4.4 Fuoco

6.4.4.1 Componenti di supporto all’attività offensiva

L’uso integrato di tutti gli assetti per l’erogazione del supporto di fuoco (Joint Fires

Support) consente l’erogazione/conseguimento di effetti voluti. Nella pianificazione di

un’attività tattica offensiva, devono essere inclusi, qualora disponibili, il fuoco

indiretto, il supporto aereo ravvicinato, l’aviazione dell’Esercito e l’Electronic Warfare

(EW). Quando l’azione si sviluppa su un terreno complesso, un’accurata

pianificazione del fuoco tende ad evitare danni collaterali ed effetti negativi.

In un’attività offensiva, al JFS può essere richiesto di fare fuoco di preparazione, di

copertura e fuoco difensivo. Questi tasks possono essere assolti nella close, deep e

rear area e possono includere:

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91 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

fornire informazioni dagli assetti ISR del FS come parte del piano per la raccolta

delle informazioni e del processo del targeting;

condurre fuoco d’inganno per confondere l’avversario;

condurre intenso e concentrato fuoco di preparazione con il disponibile JFSE

prima e durante le fasi iniziali dell’attacco al fine di ridurre la combat effectivness

nemica prima che entrino a contatto con le unità amiche in prima schiera;

condurre fuoco di soppressione per isolare gli obiettivi e permettere l’attacco alle

formazioni in contatto con le unità nemiche;

condurre missioni per sopprimere la difesa aerea del nemico (SEAD), alcune delle

quali possono essere condotte con attacchi non letali;

fornire fuoco di controbatteria per diminuire o ridurre la capacità dell’avversario

di impiegare i propri assetti FS;

eseguire fuoco di profondità di concerto con altri assetti;

negare, per esempio attraverso attacchi condotti con l’EW o attacchi letali, l’uso

all’avversario del suo FS, sistema intelligence o altri assetti critici;

fornire fuoco di distruzione;

condurre missioni in supporto al piano di inganno.

6.4.4.2 Artiglieria

L’artiglieria può essere schierata in avanti durante la preparazione. Durante l’attacco

progredisce in aderenza con le unità combat per garantire il supporto di fuoco. Gli

assetti di raccolta (collection) ISR vengono concentrati sulla acquisizione e

designazione di obiettivi altamente paganti; le sorgenti di fuoco vengono impiegate

per colpirli non appena individuati. A causa della natura dinamica delle azioni

offensive i possibili obiettivi e le minacce potranno presentarsi da ogni direzione e

dimensione.

6.4.4.3 Mortai

I mortai muovono dietro le unità d’attacco e sono ideali per colpire gli obiettivi a

contatto, su contropendenze e in zone difficili da raggiungere con il fuoco diretto.

Sono particolarmente efficaci nel fornire copertura fumogena e illuminante.

Rimangono, di norma, parte integrante della loro unità, provvedendo al supporto di

fuoco.

6.4.4.4 Aerei ed elicotteri

Il supporto aereo e degli elicotteri risulta di fondamentale importanza nella condotta

di attività offensive. Infatti, una situazione aerea favorevole agevola il dispiegamento

ed il movimento delle unità terrestri. Tali assetti possono intervenire sulle unità

nemiche sia nei combattimenti ravvicinati sia in profondità. Mediante attacchi o azioni

di disturbo forniscono supporto di fuoco alle attività tattiche offensive; e impediscono

al nemico di consolidare e rafforzare la sua difesa. Il supporto degli aerei e degli

elicotteri raggiunge la massima efficacia quando l’attività è pianificata, in quanto

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92 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

consente l'integrazione e il coordinamento tra le unità aeree e quelle terrestri.

Particolare attenzione è posta sulla gestione dello spazio della Battaglia,

sull’identificazione dei Target, sulla tipologia del combattimento e sulla disponibilità e

allocazione dei Team di supporto di fuoco. In uno spazio della battaglia “poco denso”

e con possibili minacce a giro d’orizzonte, le unità di manovra hanno la necessità di

poter ingaggiare rapidamente con il fuoco obiettivi che si svelano all’improvviso. In

tali situazioni l’impiego di aerei ed elicotteri risulta ottimale.

6.4.4.5 Guerra elettronica

La guerra elettronica ha il vantaggio di richiedere dati meno accurati per la

localizzazione degli obiettivi rispetto all’impiego del fuoco. Tale tipologia di attacco

mira ad ottenere informazioni circolanti su canali del nemico non sicuri (un processo

noto come herding) e il suo uso può subire meno limitazioni dalle regole di ingaggio

(ROE). La sua condotta è soggetta a rigidi meccanismi di controllo, in quanto ha lo

svantaggio di essere un’azione indiscriminata che potrebbe compromettere anche le

attività di Intelligence proprie e rivelare le posizioni amiche. L’attacco elettronico ha

come obiettivi principali i sistemi di Comando e Controllo e i sistemi di Sorveglianza e

Acquisizione Obiettivi avversari. L’attacco elettronico rappresenta un tipo di fuoco

non letale e comprende le seguenti azioni:

disturbo elettronico;

neutralizzazione elettronica;

inganno elettronico.

6.4.5 Protezione75

Nelle operazioni offensive, la protezione76 può essere raggiunta fissando il nemico e,

se necessario, distruggendolo prima che possa attaccare per conquistare l’iniziativa.

La corretta attività di protezione è garantita dalle seguenti disposizioni:

dispersione e occultamento delle forze in attacco in zone di radunata, di raccolta

e basi di partenza, prima dell’azione;

mantenimento della mobilità delle forze amiche per evitare che diventino

vulnerabili al fuoco nemico;

svolgimento dei compiti inerenti alla contro-mobilità allo scopo di proteggere i

fianchi e fissare le forze nemiche di contrattacco;

aumento della sopravvivenza attraverso l’uso delle seguenti misure:

OPSEC (incluse misure di controllo di contro-sorveglianza, Misure di Protezione

75 NATO, AJP 3.2 Allied Joint Pubblication for Land Operations, Ed. 2016, rif. 0258: “Protection is the function that traditionally considers Allied troops under threat – force protection. Force protection is defined as: all measures and means to minimize the vulnerability of personnel, facilities, equipment and operations to any threat and in all situations, to preserve freedom of action and the operational effectiveness of the force. It is essential for maintaining combat power and freedom of action. As well as protecting our own forces against attack and the environment, we have a moral and legal duty to protect non-combatants. Most obviously, we need to protect other agencies with whom we operate in the comprehensive approach” 76 Approfondimenti nella PSE-3.14 “Protezione”, ed. 2017 di COMFORDOT.

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93 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Elettronica, l’uso di nebbiogeni e altri oscuranti;

piano d’inganno;

fornitura di una difesa c/a adeguata contro gli attacchi nemici. Nella

distribuzione dei limitati assetti controaerei la priorità è data alle unità che

conducono lo sforzo principale.

Di seguito sono riportate le diverse tipologie di forze utilizzate in tale protezione.

6.4.5.1 Difesa aerea (Air defense)

Le priorità della difesa c/a sono stabilite dal Comandante e messe in atto sia dalla

cellula della difesa c/a sia dal G3, allo scopo di assicurare un supporto effettivo e

continuo alle operazioni offensive; invece, le priorità della difesa aerea vengono

identificate in sede di pianificazione. Tutte le risorse controaeree sono integrate per

raggiungere la superiorità locale, così da proteggere le forze terrestri e la loro libertà

di manovra.

Durante la fase di preparazione per l’attacco, la copertura della difesa aerea è

garantita per le zone di raccolta (AA), gli itinerari d’avvicinamento, protezione dei

fianchi, schieramenti d’artiglieria e dei punti vulnerabili (es.: guadi, strettoie, ponti

ecc.). Durante la fase di condotta, la priorità passa alla protezione delle forze

impiegate per l’attacco. Tuttavia, in base alla progressione dell’attacco, può acquisire

maggiore importanza la protezione della riserva e delle linee di comunicazione.

6.4.5.2 Impiego delle unità del genio

Nelle attività tattiche offensive, per mantenere il ritmo dell’azione (momentum), ci si

avvale delle unità del genio in organico, o in rinforzo, che svolgono anche compiti di

protezione. I compiti di contro-mobilità, e in particolare la protezione dei fianchi e dai

contro-attacchi nemici, rivestono grande importanza. Le unità del genio sostengono

le forze in attacco effettuando o contribuendo ad effettuare le seguenti operazioni:

negazione al nemico delle vie per il contro-attacco, il rinforzo o la ritirata.

forzamento, segnalazione o apertura di campi minati amici o nemici;

superamento di fiumi o altri ostacoli;

protezione dei fianchi dello schieramento mediante la creazione o il

potenziamento di ostacoli;

preparazione e mantenimento in efficienza della viabilità a favore delle unità in

afflusso;

supporto al consolidamento dell’obiettivo con la costruzione di nuove posizioni, il

miglioramento delle posizioni esistenti, lo scavo di trincee e e la creazione di

ostacoli;

realizzazione di fortificazioni campali per le forze in riserva, che attendono in

zone occultate, o per unità che stanno consolidando un obiettivo.

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94 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

6.4.5.2.1 Mobilità (Mobility)

Il movimento, in combinazione con il fuoco, fornisce la manovrabilità necessaria per

collocare le forze nel momento e nel luogo richiesto. La velocità e lo slancio sono

elementi essenziali della mobilità poiché consentono al Comandante di guadagnare

l’iniziativa e di raggiungere la sorpresa attraverso la sincronizzazione e la direzione

d’attacco. Le considerazioni sulla pianificazione, allo scopo di conseguire la mobilità,

includono la necessità del potenziamento degli itinerari, il superamento e il

forzamento degli ostacoli, il controllo del movimento. Tale esigenza richiede

un’appropriata task organization degli assetti del genio per svolgere i compiti

assegnati e mantenere lo slancio dell’attacco. I Comandanti del genio nella Grande

Unità chiedono direttive e priorità e svolgono un ruolo rilevante nello sviluppo del

piano. In particolare, le Brigate in prima schiera possono ricevere ulteriori assetti per

la mobilità necessari per il mantenimento dello slancio dell’azione.

6.4.5.2.2 Contro-mobilità (Counter-Mobility)

I compiti della contro-mobilità sono considerati anche nell’offensiva, benché con una

priorità minore rispetto all’attività difensiva, per proteggere i fianchi, fissare le forze

nemiche a premessa di uno sfruttamento del successo e per sbarrare gli itinerari

utilizzati dal nemico per il ripiegamento. Qualora si debba mantenere il possesso del

terreno in fase di exploitation, si possono posizionare ostacoli per supportare la

difesa in fase di consolidamento contro eventuali contrattacchi nemici.

6.4.5.2.3 Sopravvivenza (Survivability)

Durante le attività tattiche offensive il supporto del genio può essere utilizzato anche

per realizzare fortificazioni campali, per le riserve schierate nelle zone di raccolta, o

per le forze d'assalto nel consolidamento di un obiettivo.

6.4.5.3 Sicurezza delle operazioni (Security Operation - OPSEC)

Nella fase di pianificazione il Comandante determina gli elementi essenziali di

informazione propri (Essential Elements of Friendly Information - EEFI) al fine di

adottare adeguate misure OPSEC per proteggere il proprio centro di gravità

dall’attività di intelligence del nemico. La G.U., inoltre, individua le modalità con cui il

nemico potrebbe ottenere tali informazioni. Questa attività fa parte del processo che

consente di definire le contromisure più idonee.

6.4.5.4 Difesa CBRN

Qualora venisse identificato un possibile rischio CBRN, la pianificazione deve

prevedere una attività per la decontaminazione. Lo stato di allerta CBRN deve

permettere un ponderato bilanciamento tra la protezione richiesta e la diminuzione di

performance (perdita del momentum causata dall’impiego dei dispositivi/materiali per

la protezione individuale e collettiva).

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95 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

6.4.5.5 Contromisure Elettroniche (Electronic Counter Measures -

ECM)

Le ECM, se utilizzate, devono essere integrate nel piano generale relativo alla

protezione, in modo da evitare la possibilità di fuoco amico. Anche i partner della

coalizione devono essere inclusi in questa integrazione.

6.4.6 Sostenibilità

L’aspetto cruciale nell’attività di sostegno alle attività tattiche offensive è quello di

massimizzare le opportunità per la G.U. di mantenere l’iniziativa e l’equilibrio del

dispositivo. Nelle operazioni offensive si può ottenere tale risultato attraverso la

garanzia che le forze di manovra, qualora abbiano conseguito il loro obiettivo e la

situazione/opportunità lo consenta, abbiano la possibilità di proseguire l’attacco o

sfruttare il successo. La sincronizzazione richiesta probabilmente prevede il

coinvolgimento di varie linee di supporto ed è basata sul concetto d’azione del CSS.

Tale esigenza costringe a pianificare il CSS in relazione ad una serie di

considerazioni:

fornitura di un livello adeguato di capacità logistica per il CSS, allo scopo di

garantire alle unità da combattimento la possibilità di agire con la massima

libertà d’azione senza dipendere dal ciclo dei rifornimenti;

garanzia della massima autonomia logistica per le forze da combattimento;

posizionamento avanzato degli elementi del CSS, assicurando che le forze di

manovra e di supporto al combattimento abbiano un sostegno aderente allo

scopo di non impedire lo slancio;

utilizzo delle scorte disponibili in Teatro per integrare le dotazioni degli assetti

logistici delle unità, allo scopo di mantenere le stesse al massimo livello di

autonomia;

mantenimento delle scorte di CSS su ruote, ovunque possibile;

mobilità e protezione di molti assetti CSS sono limitate rispetto a quelle relative

alle unità da combattimento cui forniscono sostegno logistico;

estensione e mantenimento del controllo totale sui principali itinerari di

rifornimento (Main Supply Routes - MSR);

priorità nel rifornimento delle munizioni e, successivamente, in funzione della

progressione dell’attacco, dei carburanti;

pianificazione in anticipo dello sfruttamento del successo, riorganizzazione ed

operazioni future;

vulnerabilità nel caso di contro-offensiva del nemico;

valutare l’esigenza di trasporto e/o accantonamento di materiali del genio (NATO

Class IV) necessari ai fini del supporto alla mobilità che, per gli ingombri e pesi

elevati, non possono essere trasportati in sito dalle unità del genio con i mezzi in

dotazione.

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96 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

La continuità del CSS è vitale per il successo delle operazioni offensive. Il

Comandante ed il suo Staff considerano attentamente la disponibilità dei rifornimenti

e la capacità degli elementi del CSS nell’inviarli. L’organizzazione per l’evacuazione

delle perdite, i rifornimenti per le munizioni ed i carburanti, il mantenimento

rappresentano le attività logistiche di fondamentale importanza nell’ambito della

pianificazione relativa ad un’operazione che, peraltro, considera anche gli altri aspetti

del CSS. Gli specifici aspetti sono considerati di seguito.

6.4.6.1 Sostegno Sanitario

Un adeguato sostegno sanitario è un moltiplicatore della forza di combattimento.

Qualsiasi soldato combatte senza risparmio se è intrinsecamente convinto che sarà

assistito e supportato in caso di ferite o malattie. La pianificazione del sostegno

sanitario dev’essere quindi concreta e reale partendo dalla evidenza di trovarsi di

fronte a un conflitto simmetrico (caratterizzato da un elevato numero di feriti in uno

spazio ridotto e in un’unità di tempo breve) o a un conflitto asimmetrico (un basso

numero di feriti nell’unità di spazio e tempo considerata). Le unità sanitarie vanno

impiegate non molto distanti dalla zona di combattimento, allo scopo di garantire ed

essere in grado di mantenere un collegamento con la battaglia, dislocando le

strutture e gli assetti sanitari disponibili, in particolare quelli per l’evacuzione medica

(Medical Evacuation – MEDEVAC), in maniera tale che:

siano utilizzati quanto più possibile in posizione avanzata, al fine di intervenire

e/o ridurre i tempi di intervento clinico;

non siano tenuti in riserva, e i relativi piani di impiego siano flessibili e tengano

conto della eventuale necessità di supporto sanitario durante la fase di

sfruttamento del successo.

6.4.6.2 Polizia Militare (PM - Military Police - MP)

Gli assetti limitati della Polizia Militare costringono ad un utilizzo mirato. In offensiva,

la PM può operare, se necessario, con elementi avanzati; segnatamente per

controllare il movimento in corrispondenza di varchi del dispositivo nemico, anche se

il loro normale impiego è presso le zone delle retrovie della G.U. In particolare, la

loro peculiarità d’impiego riguarda il controllo sia degli itinerari sia del traffico;

nonché la raccolta e la gestione dei dispersi e dei rifugiati, assicurando la minima

perdita di tempo e movimento. Inoltre, hanno anche la responsabilità sul controllo e

sul movimento dei prigionieri di guerra.

6.4.6.3 Rifornimenti e trasporti

6.4.6.3.1 Posizionamento avanzato

Il Comandante, allo scopo di compensare lo sforzo relativo al sistema di trasporto,

considera i pre-posizionamenti di materiali ed i distaccamenti logistici di sostegno in

posizione ben avanzata. Tali strutture, ove possibile, sono mobili per essere aderenti

alla progressione dell’attacco. Il Sistema di Caricamento e Scaricamento Scarrabile

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97 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

(Demountable Rack Off-Loading and Pickup System - DROPS) consente al sostegno

logistico di essere posizionato senza perdita di flessibilità.

6.4.6.3.2 Rifornimento di munizioni e carburanti

Quantità rilevanti di munizioni e carburanti, durante un’operazione offensiva, vanno

trasportati in avanti. Questo può includere sia strutture specialistiche, quali posti

avanzati di rifornimento di munizioni e carburanti (Forward Arming and Refuelling

Points – FARP), sia stoccaggi di grandi volumi di munizioni e carburante, nonché di

materiali del genio. Allo scopo di sfruttare al meglio gli assetti di trasporto disponibili

e le relative Supply Route, la pianificazione dovrebbe essere flessibile;

Piani dettagliati ed anche flessibili si avvalgono, nel miglior modo possibile, di itinerari

ed assetti per il trasporto limitati; inoltre, sono in grado di reagire ad un cambio della

situazione operativa.

6.4.6.3.3 Mantenimento, recuperi e sgomberi

Per garantire l’efficienza delle unità è opportuno effettuare le riparazioni il più vicino

possibile al punto dove l’inefficienza si è verificata. L’utilizzo appropriato delle unità di

recupero permette di mantenere gli itinerari sgomberi e privi di ostacoli, nonché di

ridurre il rischio di perdere materiali. In tale contesto la distruzione di materiali

dovrebbe essere l’ultima risorsa. La produttività di questi assetti è condizionata dalle

distanze da percorrere. Pertanto, l’allungamento del braccio logistico connesso con le

attività tattiche offensive, può richiedere il rafforzamento delle capacità di

mantenimento e il posizionamento avanzato di parti di ricambio.

6.5 CONDOTTA

Il Comandante, durante la condotta delle attività tattiche offensive si posiziona in

modo tale da osservare e percepire l’andamento della battaglia. In pratica, è

costantemente informato circa la progressione dell’attacco, le reazioni nemiche e le

situazione affrontate dalle unità subordinate. In particolare, durante l’attacco,

decentra in modo crescente il controllo ai Comandanti subordinati per consentire loro

di reagire rapidamente ai cambi di situazione e sfruttare le opportunità, in armonia

con il concetto d’azione del livello superiore.

6.5.1 Fasi di un attacco

L’attacco rappresenta il momento fondamentale dell’azione offensiva. In questa fase

il combat power della G.U. è concentrato sul dispositivo difensivo avversario, laddove

il Comandante vuole realizzare la breccia e si sviluppa lungo un continuum di distinte

fasi, strettamente interconnesse, la cui naturale evoluzione, da una fase alla

successiva, rende difficile percepire con chiarezza il momento della transizione. Tali

fasi sono:

preparazione;

avvicinamento;

assalto;

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98 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

sfruttamento del successo.

6.5.1.1 Preparazione

Mentre i Comandanti ed i loro staff pianificano, le forze svolgono la fase di

preparazione della battaglia. Il grado di preparazione dipenderà dal compito ricevuto

e dal tempo disponibile. Le azioni sono svolte molto spesso dagli elementi delle forze

a contatto del nemico e non dalle unità che sono coinvolte nell’attacco. Durante tale

fase si cerca di condizionare il nemico attraverso l’inganno, la pressione,

l’accecamento/oscuramento e l’acquisizione delle necessarie informazioni relative alla

preparazione ed all’articolazione del dispositivo.

Durante tale fase preparatoria (Shaping) un Comandante ha come obiettivo quello di

“plasmare” il nemico e l’ambiente, sia fisico che umano, allo scopo di creare o

mantenere le condizioni per la condotta efficace dell’attacco. In tale fase, il

Comandante cerca di influenzare le percezioni di una serie di target audience

specifici, articola la sua Task Organization, effettua la preparazione e il

posizionamento delle proprie forze. Lo shaping può essere effettuato sia attraverso la

manovra, sia attraverso una serie di attività non letali che possono includere

l’inganno, la Presence, Posture, Profile (PPP), la guerra elettronica (EW), i mezzi di

comunicazione, il Key Leader Engagement77 e ove necessario attività nell’ambiente

cyber (qualora gli assetti siano disponibili). Tali attività tendono ad indebolire la

volontà del nemico e, contemporaneamente, a rassicurare la popolazione locale e

ottenere il sostegno dei loro leader. Lo shaping può anche includere la preparazione

dell’ambiente fisico; come, ad esempio, il forzamento di ostacoli o la

demolizione/negazione di infrastrutture.

6.5.1.2 Avvicinamento

Durante l’avvicinamento alle zone di raccolta è importante garantirne la sicurezza e la

segretezza il più a lungo possibile. Tutti gli itinerari disponibili devono essere utilizzati

per ottenere la massima velocità e dispersione. Ciò può includere l’uso di unità aeree

per il trasporto.

Altri fattori da considerare sono:

Spiegamento: durante la marcia d’avvicinamento, dalle zone di raccolta alle aree

di schieramento, è importante garantirsi la massima sicurezza, avvalendosi di

tutti le vie di facilitazione disponibili per raggiungere la maggiore velocità e

dispersione. La velocità, in particolare, è essenziale per realizzare la sorpresa;

superamento delle linee di coordinamento (Passage of Lines): potrebbe essere

necessario effettuare un’azione offensiva attraverso elementi amici già a contatto

con il nemico. Essi rimarranno in posizione per mascherare l’avvicinamento o fino

a quando gli viene richiesto;

77 Il KLE è la comunicazione rivolta ai leaders (formali o informali) dei gruppi sociali, attraverso i quali il messaggio viene poi trasmesso al resto della società in modo da orientarla a favore degli scopi della missione.

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99 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

superamento della linea di partenza (Crossing the Line of Departure): tutti i

tempi dell’azione sono fasati sul momento di superamento della linea di partenza.

Essa sarà normalmente attraversata in formazione tattica. Nel caso in cui sia

necessario un passaggio di linee, la linea di partenza può coincidere con la linea

avanzata delle proprie truppe (Forward Line of Own Troops - FLOT);

assunzione delle formazioni per l’attacco: durante l’avvicinamento è essenziale,

per guadagnare terreno, avanzare rapidamente. Ogni sforzo è messo in atto per

neutralizzare l’osservazione del nemico, usando tecniche occultate di movimento

e fuoco di supporto. Il dispositivo adottato dalle forze in attacco dipende dal

terreno, dalla distanza dal nemico, dalla resistenza nemica, dal tempo a

disposizione e dal livello di supporto offensivo. E’ fondamentale essere ben

addestrati su procedimenti tecnico tattici automatici pienamente e chiaramente

compresi.

movimento per il contatto (Advance to contact). L’avvicinamento può comportare

il movimento per il contatto, i cui dettagli sono descritti nel capitolo dedicato alle

attività abilitanti. Durante il movimento per il contatto, le unità, di solito sono

articolate in:

forza di copertura. Tale aliquota può includere forze per la ricognizione

(compresa quella del genio), sostenuta da assetti del supporto di fuoco

offensivo;

avanguardia. Tale unità o distaccamento avanzato è in grado di:

. superare una minima resistenza;

. fissare una forza più consistente da aggirare o da distruggere

successivamente;

. trovare varchi nel dispositivo nemico.

L’avanguardia, di norma, si muove in formazione diradata, lungo assi paralleli,

per consentire una rapida reazione delle unità della “reconnaissance pull”. Tale

esigenza comporta l’esistenza, l’individuazione e possibilmente il

potenziamento di itinerari alternativi che consentono al Comandante di

cambiare rapidamente lo sforzo;

grosso (Main Body). Il grosso comprende la maggior parte delle unità, che

entrerà in azione una volta che la forza nemica principale è stata fissata

dall’avanguardia;

retroguardia (Rear Guard). La retroguardia è di solito una formazione di

dimensioni simili all’avanguardia, ma potrebbe essere inferiore a seconda della

minaccia. La sua funzione principale è quella di proteggere il grosso da una

minaccia sul tergo (eventualmente sui fianchi come flank guard).

Sicurezza: La valutazione della minaccia suggerirà se i fianchi hanno bisogno di

protezione e la tipologia ed entità delle unità ad essa dedicata. Le diverse opzioni

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100 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

possono includere unità per la ricognizione, dell’Aviazione dell’Esercito, corazzate,

per la contro-mobilità e sorgenti di fuoco (in organico e/o joint).

Infiltrazione: può essere sia pianificata sia speditiva ed è applicabile in tutte le

categorie di attività militari. Se l’infiltrazione è speditiva è più probabile che

ottenga un decisivo effetto sorpresa, ma richiede una reazione rapida e iniziativa

a tutti i livelli. In condizioni favorevoli, l’infiltrazione può essere utilizzata per la

condotta della ricognizione, per attacchi in profondità o per conquistare aree

particolari; nonché, per la cattura di persone fisiche o di informazioni o per

l’interruzione delle comunicazioni. La pianificazione dell’infiltrazione deve essere

dettagliata e attentamente coordinata all’interno del piano d’attacco complessivo.

Ogni scostamento dal piano per l’infiltrazione diventa difficile da seguire e da

correggere una volta che il movimento è iniziato. Devono essere preparati anche

dei Piani per il ricongiungimento (link up) o per estrarre una forza accerchiata.

In particolare:

infiltrazione pianificata. All’interno della zona di infiltrazione, il Comando

responsabile designa un’area di operazioni che verrà utilizzata per

l’infiltrazione. Gli itinerari di infiltrazione sono definiti contestualmente a

misure di controllo quali posti di blocco e linee di riferimento (phase lines), le

quali fungono da strumenti per sincronizzare il progredire dell’azione e

coordinare l’azione di fuoco con il movimento delle unità che conducono

l’infiltrazione.

infiltrazione speditiva. Diversamente da quella pianificata, l’infiltrazione

speditiva si affida ad una pianificazione ridotta all’essenziale e ad una rapida

esecuzione dei movimenti con controllo altamente decentrato e una spiccata

iniziativa, sempre nell'ambito dell’intento del Comandante.

6.5.1.3 Assalto

Quanto più la difesa avversaria è statica e preparata, tanto più l’attacco è pianificato

e grande è la forza che lo conduce.

L’assalto, generalemente, può essere diviso in tre momenti (step):

irruzione (Break In);

combattimento ravvicinato (Fight Through);

superamento (Bypass), eventuale.

6.5.1.3.1 Irruzione (break in)

L’attacco è organizzato in profondità, su una fronte ristretta, con le unità principali

che si concentrano e ammassano solo quando entrano a contatto con il nemico. La

potenza di fuoco è usata per isolare gli obiettivi. Una volta realizzata l’irruzione,

l’unità attaccante si espande lateralmente rispetto allo sforzo principale per allargare

la breccia. In questo modo produce una penetrazione sempre più ampia, rende più

difficile il contrasto del nemico e offre maggiori opportunità per lo sfruttamento del

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101 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

successo. Il ritmo dell’azione deve essere mantenuto, cercando di sfruttare il

successo ed evitando di esporsi al contrattacco dell’avversario.

Figura 32: Irruzione (break in)

6.5.1.3.2 Combattimento ravvicinato (Fight Through)

Una volta effettuata l’irruzione, è fondamentale mantenere la pressione sul nemico,

non solo nelle fasi iniziali dell’assalto, ma anche quando il combattimento si sposta su

obiettivi in profondità. Quando, al progredire del movimento, la resistenza avversaria

cresce, gli elementi più avanzati, sostenuti dal fuoco, dovrebbero tentare di

sconfiggere o distruggere il nemico più rapidamente possibile, cogliendo le

opportunità di rafforzare e sfruttare il successo, impedendo al nemico di

riorganizzarsi. Le riserve, tenute alla mano, vengono mantenute ad un elevato stato

di prontezza, per poter intervenire con tempestività. Mentre l’attacco progredisce, il

nemico potrebbe reagire con il supporto di fuoco offensivo, con contrattacchi o

cercando di sganciarsi e ritirarsi. Qualunque siano le sue azioni, l’organizzazione

dell’attacco in profondità permette alle unità non a contatto, di opporsi ai

contrattacchi nemici o di sfruttarne il ripiegamento.

Figura 33: Combattimento ravvicinato (Fight Through)

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102 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

6.5.1.3.3 Superamento (Bypass)78

Ove ritenuto necessario effettuare un superamento di unità nemiche, i Comandanti

devono dare chiare indicazioni e direttive sulle modalità di esecuzione di tale fase, in

quanto essa rappresenta un’azione complessa e necessita di grande coordinazione

tra le unità coinvolte nell’attività tattica offensiva.

Generalmente, un Comandante consente la possibilità di effettuare il superamento di

unità nemiche sino a due livelli inferiori (quindi a livello Brigata, indica la policy

sull’aggiramento ai Comandanti dei complessi minori).

La pianificazione di tale fase deve essere ben coordinata, in quanto interessa non

solo l’unità in fase di assalto ma anche quella che si occuperà di ingaggiare

l’avversario, permettendo così la rottura del contatto da parte dell’unità in assalto e

l’esecuzione del superamento.

6.5.1.4 Sfruttamento del successo (exploitation)

Quando la resistenza del nemico si affievolisce, l’azione offensiva si trasforma in

sfruttamento del successo.

Lo sfruttamento del successo si realizza traendo vantaggio dall’azione combinata

delle attività precedenti e approfittando di errori e debolezze dell’avversario.

L’obiettivo è quello di realizzare direttamente parte dell’intento del Comandante

sovraordinato. Lo sfruttamento del successo richiede un’azione che vada oltre la

missione assegnata e che quindi, può sostituire il compito indicato negli ordini. Le

chiavi per il successo sono la velocità dell’azione e l’iniziativa. Ciò richiede una

manovra energica da parte del Comandante che deve essere determinato a guidare

l’azione, senza indugio, in profondità. Ogni più piccolo ritardo o pausa permetterà al

nemico di riorganizzarsi e contrattaccare o di attestarsi su posizioni in profondità.

Una volta che lo sfruttamento del successo è iniziato, il ritmo dell’azione deve essere

mantenuto. Lo sfruttamento del successo crea confusione e apprensione nel nemico,

riducendo la sua capacità di reagire e minando il suo morale. Lo sfruttamento del

successo non è sempre concentrato solo sul nemico, in quanto vi possono essere

significative opportunità anche influenzando altri Target Audience, come le

popolazioni locali, le forze di sicurezza e i Key Leader.

6.5.1.4.1 Riorganizzazione e consolidamento

Riorganizzazione e consolidamento sono condotti al momento opportuno, senza

pregiudicare i vantaggi offerti dallo sfruttamento del successo. Il Comandante valuta:

quali forze devono essere assegnate per l’inseguimento e dove consolidarsi in

funzione della resistenza offerta dal nemico;

78 Superare (bypass) Manovrare intorno ad un ostacolo, una posizione o delle forze nemiche al fine di preservare il ritmo della progressione dell'avanzata. La posizione delle forze nemiche o degli ostacoli aggirati sono comunicati al Comando superiore.

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103 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

i limiti allo sfruttamento del successo in funzione della necessità di mantenere il

dispositivo della G.U. equilibrato e nel rispetto dell’intento del Comandante

superiore.

I seguenti fattori assumono particolare rilevanza in questa fase:

i Comandanti, al termine del superamento delle difese nemiche, tentano di

mantenere o creare una forza da utilizzare per lo sfruttamento del successo;

le disposizioni per il CSS, in questa fase assumono un aspetto critico in

particolare per le problematiche relative al munizionamento ed ai carburanti;

le unità del genio e le risorse logistiche necessitano di essere portate in avanti,

allo scopo di evitare che lo sfruttamento del successo possa arrestarsi di fronte

ad un ostacolo;

la determinazione dei Comandanti in armonia con lo sforzo principale consentono

alle unità subordinate di intraprendere azioni rapide ed indipendenti necessarie

per sfruttare la particolare situazione.

6.5.1.4.2 Inseguimento

L’inseguimento sfrutta la disarticolazione della coesione del nemico e si sviluppa da

uno sfruttamento del successo, quando il nemico tenta di disimpegnarsi. Il suo

obiettivo primario è la distruzione del nemico, quello secondario può essere la

conquista di terreno. L’inseguimento deve essere sostenuto da forze avvolgenti per

tagliare le vie di ritirata al nemico.

6.5.1.4.3 Accerchiamento

L'obiettivo dell’accerchiamento è quello di isolare una componente del nemico in una

determinata area, al fine di distruggerlo o costringerlo alla resa. Spesso è il frutto

dello sfruttamento di un successo, quando la forza inseguitrice supera e blocca la

fuga del nemico.

Figura 34: Accerchiamento

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104 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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105 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

7. LE ATTIVITÀ TATTICHE DIFENSIVE

7.1 GENERALITÀ

La complessità del moderno ambiente operativo rende difficile l’esecuzione delle

attività tattiche difensive, soprattutto nella comprensione della situazione operativa.

La presenza e il movimento di civili ostacolano il rapido dispiegamento delle forze o

l’uso del supporto di fuoco per contrastare la penetrazione avversaria. La natura

dell’intervento può richiedere alla G.U. di diradare il proprio dispositivo per

rassicurare i partner e il governo ospitante e per preservare le infrastrutture. Queste

predisposizioni possono creare vulnerabilità nel proprio dispositivo, in quanto il

frazionamento delle forze le predispone all’isolamento e ad un rapporto di forze

potenzialmente sfavorevole. In un terreno complesso, la G.U. non può essere né

forte né presente ovunque; e sarà, quindi, necessario mantenere la Situational

Awareness anche nelle aree dove le proprie forze non sono presenti fisicamente.

Lo scopo delle attività tattiche difensive è di far fallire l’attacco del nemico, incidere

significativamente sul combat power delle sue forze e impedirgli di conseguire i

propri obiettivi, creando in tal modo le condizioni favorevoli per condurre attività

tattiche offensive.

La G.U. conduce attività tattiche difensive al fine di contrastare:

un’unità convenzionale che conduce, a sua volta, un’offensiva di tipo lineare nella

sua AOO;

una minaccia asimmetrica operante all’interno della AOO;

una combinazione di entrambi i casi.

Indipendentemente dalla minaccia l’applicazione del manoeuvrist Approach è

fondamentale per il successo, in quanto consente alla G.U. di proteggere le proprie

vulnerabilità critiche, comprendere le intenzioni del nemico ed il contesto operativo

nel quale si muove e combattere per riconquistare l’iniziativa e indebolire la volontà e

la coesione delle forze contrapposte.

Le attività difensive, come quelle offensive, possono avere come obiettivo forze ostili

o aree geografiche. Nel primo caso si punta alla distruzione delle unità avversarie,

impedendo quindi che possano proseguire la loro offensiva o riorganizzarsi per una

successiva fase operativa difensiva. Nel secondo, si punta, invece, all’occupazione di

un punto o di un’area geografica che deve essere protetta o negata all’avversario. In

quest’ultimo caso può, quindi, essere sufficiente costringere l’avversario a rinunciare

all’offensiva, senza necessariamente ingaggiarlo in modo decisivo.

Oltre che contro forze o per non cedere spazio al nemico, le attività difensive

possono essere condotte anche per guadagnare tempo. In questo caso non è

fondamentale logorare l’avversario o preservare intatte le posizioni difensive ma

rallentare al massimo la progressione offensiva nemica.

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106 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

7.2 FATTORI CHIAVE PER IL SUCCESSO

Durante la pianificazione e la condotta di un’attività difensiva, un Comandante

deve tenere in considerazione una serie di principi fondamentali che spesso

possono essere in conflitto tra loro, determinando su quali tra essi sia più

importante concentrarsi. Tali principi fondamentali sono:

Concentrazione della forza. Il Comandante deve essere in grado di

concentrare il proprio Combat Power nel punto dove l’avversario effettuerà lo

sforzo principale. Questo implica oltre alla concentrazione delle forze anche la

concentrazione del fuoco; includendo anche elementi quali il movimento, la

flessibilità e le comunicazioni. Ai livelli più bassi, la concentrazione include

l’ubicazione delle armi e la creazione di un piano di fuoco per massimizzare

gli effetti sul nemico. Il Comandante deve avere la libertà di azione e la

flessibilità per concentrare il suo Combat Power nel tempo e luogo

appropriati;

Mentalità offensiva. Azioni offensive energiche sono fondamentali per il

successo della difesa e devono aggredire, disturbare e spaventare il nemico.

La pianificazione deve essere incentrata sul nemico e i Comandanti, a

qualsiasi livello, devono adoperarsi al fine di mantenere l’iniziativa e

convogliare il nemico sulle aree ove si è pianificata la difesa. Possono essere

lanciati immediati contrattacchi per sfruttare eventuali pause o spazi nelle

formazioni avversarie. Assalti condotti da piccole e agguerrite formazioni

possono anche ottenere risultati di proporzioni inattese.

Sicurezza. La sicurezza è data dalla capacità di poter fronteggiare un

attacco da qualsiasi direzione e può essere realizzata con l’impiego di forze di

copertura, coordinamento e supporto reciproco a tutti i livelli; nonché dalla

capacità di concentrare le forze.

Flessibilità. È necessario saper contrastare gli attacchi del nemico,

preparandosi a prendere l’iniziativa e, quindi, trasformare le operazioni

difensive a proprio vantaggio. Ciò richiede la capacità di sviluppare

rapidamente nuovi piani; spostando, se necessario, lo sforzo principale per

passare rapidamente all'offensiva.

Raccolta di informazioni e Intelligence. Le informazioni sull’avversario

sono vitali per la condotta di operazioni difensive. Il piano per la difesa sarà

basato sulle informazioni disponibili, usando tutte le fonti a disposizione

comprese quelle fornite dal Comando superiore o dalle unità contermini. Ciò

permetterà al Comandante di valutare le capacità e le intenzioni nemiche,

consentendogli di determinare quale sarà il probabile sforzo principale e gli

assi di avvicinamento nemico, prima che quest’ultimo inizi l’attacco. È quindi

essenziale che il Comandante mantenga una sorveglianza continua anche una

volta che sia iniziata la battaglia, al fine di poter impiegare le proprie risorse

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107 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

nel posto e nel momento giusto.

Uso del Terreno. L’efficacia di una difesa dipende in larga misura dalla

selezione e dall’uso del terreno e dalla capacità di un Comandante di

determinare le vie di approccio, selezionare Vital Ground e Key Terrain79. Il

terreno selezionato dovrebbe permettere di:

coprire con il fuoco le vie di approccio;

offrire al difensore l'occultamento e la protezione del movimento;

limitare la capacità di osservazione del nemico;

sfruttare ostacoli naturali e/o barriere artificiali che possono essere

incorporate nel piano.

Supporto reciproco. Il supporto reciproco in difesa è raggiunto quando gli

spazi tra le posizioni difensive sono coperti dal fuoco, preferibilmente diretto,

in modo che l’attaccante non possa assaltare una posizione senza subire il

fuoco di almeno un’altra posizione in difesa. Il grado di sostegno reciproco

raggiunto dipende dal terreno, dalla visibilità e dalla tipologia di armi a

disposizione. Occorre quindi bilanciare la necessità di avere il supporto

reciproco con i requisiti di profondità, dispersione e mobilità.

Profondità. La profondità in difesa è necessaria per conseguire libertà di

movimento, assicurare il tempo necessario per organizzare le reazioni e

assorbire lo slancio del nemico. Posizioni realizzate in profondità

sorprenderanno il nemico, sbilanciandolo, offrendo così le opportunità per

passare al contrattacco.

Nella ricerca della profondità dell’organizzazione difensiva è possibile tollerare

anche alcuni spazi vuoti al suo interno, purché coperti dall’osservazione e dal

fuoco. La profondità non deve essere mai sacrificata nel tentativo di coprire

in forze un settore assegnato; essa si realizza mediante l'allocazione

sufficiente di spazio per:

impiegare gli elementi protettivi;

impiegare le armi di maggior gittata per distruggere, rompere formazioni e

ritardare il nemico per l’intera profondità del settore assegnato;

utilizzare posizioni difensive, ostacoli e fuoco in ogni parte dell’area

assegnata;

posizionare e muovere gli elementi della riserva e gli assetti combat

support.

79 Vital Ground o Area Vitale “Porzione di terreno la cui importanza, ai fini di un'operazione, è tale che dal suo controllo o possesso dipende il conseguimento del successo.

Key Terrain o Posizione Chiave “Elemento fisico del terreno (località o area) la cui conquista o il cui mantenimento risulta significativo o determinante ai fini dello sviluppo della propria manovra difensiva”. Cfr. Pub. 5895 “Nomenclatore Militare”, di SME, ed. 1998.

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108 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Riserve. Le riserve sono fondamentali a tutti i livelli per garantire ad un

Comandante la necessaria libertà d’azione, permettendo di sfruttare eventuali

situazioni favorevoli e fronteggiare qualsiasi minaccia improvvisa. Esse

possono essere impiegate per rinforzare, bloccare, contrattaccare, sostituire

altre unità e proteggere fianchi e aree posteriori.

Una volta impiegata, deve essere effettuato ogni possibile sforzo per

ricostituirla senza badare a tipo e composizione.

Inganno e occultamento. L’attaccante deve essere continuamente ritardato

e confuso sul dispositivo difensivo attraverso:

distruzione immediata della ricognizione avversaria;

buon mascheramento e impiego di posizioni difensive fittizie;

controllo delle emissioni (EMCON – Emission Control);

rigido controllo dei movimenti;

alto standard di mascheramento di mezzi, posizioni e rifornimenti.

Tuttavia, l’occultamento non deve essere sacrificato in favore di più profondi

campi di tiro e, di notte come di giorno, bisogna porre particolare attenzione

a ridurre al minimo le emissioni di calore.

7.3 TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ TATTICHE DIFENSIVE

Le attività tattiche difensive attuabili dipendono dalle circostanze e dalla missione e

possono essere di due tipologie: la difesa di posizioni (che a sua volta può assumere

due forme di manovra, difesa mobile e difesa areale, e/o la combinazione di

entrambe) ed il frenaggio.

Le unità che conducono attività tattiche difensive possono manovrare per direttrici

interne o esterne, in modo convergente o divergente, lineare o non-lineare, al fine di

acquisire una posizione di vantaggio e colpire l’avversario sulla fronte, sui fianchi o

sul tergo. La manovra per difendere obiettivi terrestri può avvenire in tutte le

dimensioni, dal terreno fino allo spettro elettromagnetico. Generalmente

nell’ambiente terrestre le unità:

si schierano in profondità;

incanalano gli elementi ostili in predesignate aree di distruzione;

concentrano i propri sforzi contro i punti deboli dello schieramento nemico;

organizzano contrattacchi risolutivi dove il terreno favorisce il massimo

sfruttamento dell’eventuale successo.

7.4 DIFESA DI POSIZIONI

La difesa di posizioni può essere condotta in diverse forme, riconducibili a due

principali, la difesa mobile (o elastica o in profondità) e la difesa areale (o avanzata)

o una loro combinazione variabile. La differenza “chiave” tra le due forme di difesa è

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109 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

data dallo scopo. La difesa mobile si focalizza sulle forze nemiche, mentre quella

areale si concentra sulla negazione del terreno al nemico (Tabella 2)

7.4.1 Difesa Mobile (Mobile Defence)

Lo scopo della difesa mobile è quello di neutralizzare l’attacco nemico attraverso la

manovra delle proprie unità e del fuoco per passare, appena possibile, ad un’attività

tattica offensiva. Essa combina l’azione di un’unità di fissaggio, che nega la libertà di

manovra avversaria, e di un’unità d’attacco che, stabilito temporaneamente e in uno

spazio limitato, un rapporto di forze favorevole, contrattacca. L’equilibrio tra queste

due unità dipende dalla missione, dal terreno e dalle rispettive capacità. L’adozione di

questa forma di manovra può essere scelta, in fase di pianificazione, sulla base dei

punti di forza e della capacità di colpire della G.U., oppure può essere imposta

quando non si dispone del Combat Power necessario per dominare una vasta area

ricorrendo alla difesa areale.

MANOVRA DIFENSIVA MOBILE/IN

PROFONDITÀ

MANOVRA DIFENSIVA AREALE/AVANZATA

Orientata alla distruzione e/o

neutralizzazione delle forze nemiche.

Mobilità superiore o almeno uguale al

nemico.

Forze incaricate dell’incanalamento e

dell’arresto pari a circa 1/3 delle forze

vincolate.

Forze incaricate del contrattacco (Sforzo

Principale) pari a circa 2/3 delle forze

vincolate.

Fuoco e manovra.

Contrattacco risolutivo nel momento e nel

luogo prescelto (finestra spazio-temporale).

Orientata a negare al nemico l’accesso in

aree stabilite e per un tempo specifico.

Posizioni che garantiscono supporto reciproco

in avanti e in profondità.

Difesa realizzata con la massima forza

disponibile, messa in sistema con il fuoco e

con l’ostacolo.

Fuoco incrociato.

Riserve mobili ridotte pari a circa 1/3 della

forza disponibile, incaricate di condurre

contrattacchi a carattere locale.

Tabella 2: Comparazione tra i due tipi di manovra

Una difesa mobile necessita di una considerevole profondità, nella considerazione che

il terreno è utilizzato sia per distogliere l’attenzione dallo sforzo principale amico sia

per ampliare la fronte dell’attaccante, nonché per diminuire la capacità nemica di

reazione contro le forze amiche attaccanti.

Questa forma di manovra difensiva offre al difensore la possibilità di guadagnare e

mantenere l’iniziativa, e di passare alle attività tattiche offensive. Ciò comporta, in

ogni caso, l’assunzione di rischi connessi alla fluidità della situazione e alla necessità

di manovrare con Grandi Unità in aree d’operazioni non contigue. Le forze destinate

ad un contrattacco sono consistenti (tanto quanto i 2/3 della forza totale), inoltre, il

Comandante dispone di una riserva per affrontare situazioni imprevedibili e garantire

la flessibilità alla manovra. Una Divisione può essere impiegata sia come forza

attaccante, quale parte del piano di un Corpo d’Armata, sia come responsabile con le

proprie risorse della conduzione della manovra di difesa in profondità/mobile. Una

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110 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Brigata generalmente attacca o difende nell’ambito di una difesa in profondità/mobile

di un Corpo d’Armata o di una Divisione. In particolare, la Brigata può, qualora abbia

un’organizzazione predisposta secondo il compito assegnato, condurre in proprio tale

forma di manovra.

7.4.2 Difesa Areale (Area Defence)

Lo scopo della difesa areale è quello di garantire il dominio del terreno negandolo

all’avversario. Essa combina:

unità di copertura per scoprire (find) e individuare il dispositivo iniziale del

nemico;

unità per la difesa areale schierate su posizioni difensive principali (Main Defence

Area - MDA) per colpire il nemico in tutta la profondità del suo dispositivo;

riserve per contrattaccare eventuali penetrazioni e sfruttare ogni opportunità che

si possa presentare.

A differenza della difesa mobile, il contrattacco può non essere l’atto decisivo, in

quanto il successo si ottiene principalmente attraverso il logoramento imposto al

nemico in tutta l’area da difendere. Una manovra difensiva areale, in altre

circostanze, può essere parte anche di una difesa mobile più ampia (Figura 36).

Nella manovra difensiva avanzata/areale, la maggior parte delle forze è schierata per

garantire la tenuta del settore, usando una combinazione di posizioni difensive e

piccole riserve mobili. I Comandanti organizzano la difesa attorno alla struttura

statica, costituita dalle posizioni difensive, cercando di distruggere le forze nemiche

che sono eventualmente penetrate, attraverso il fuoco incrociato o con contrattacchi

locali. A differenza di quella mobile, cui è essenziale una considerevole profondità, la

Figura 35: Esempio di Manovra Difensiva in Profondità/Mobile

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111 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

difesa areale può essere condotta con un’estensione variabile in funzione della

missione, delle forze disponibili e della natura del terreno. La difesa prevalentemente

statica è, normalmente, costituita da forze meno mobili rispetto a quelle del nemico,

da fronti relativamente ridotte e da una limitata profondità del settore d’interesse. La

manovra difensiva areale/avanzata può impiegare, tuttavia, una riserva pari a circa

1/3 della forza totale dedicata ai contrattacchi. Il piano generale, in entrambe le

forme di difesa, si avvale della manovra, delle tattiche offensive, sfruttando ogni

occasione per condurre contrattacchi locali.

7.5 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE

7.5.1 Comando

Il Comandante, sebbene l’iniziativa sia prerogativa della forza che attacca, sfrutta

ogni occasione per usare l’effetto “sorpresa”, al fine di costringere il nemico ad

abbandonare il proprio piano e riacquisire l’iniziativa. Tale principio si applica, non

solo nel punto di contatto con le forze nemiche, ma ovunque il nemico è impegnato

su tutta la profondità dell’AOO. E’ essenziale che la G.U. agisca con mentalità

aggressiva e finalizzata a riprendere l’iniziativa.

Le attività tattiche difensive richiedono l’integrazione e la sincronizzazione delle

attività per massimizzare la potenza di combattimento della G.U.; in tale ottica il

Comandante deve:

decidere lo sforzo principale, che nella difesa mobile è condotto dall’unità

incaricata dell’attacco sul nemico (strike force); mentre nella difesa areale è

condotto dall’unità posta a difesa della principale direttrice del nemico.

sfruttare ogni vantaggio offerto dall’ambiente, individuando attraverso

Figura 36: Esempio di Manovra Difensiva Avanzata/Areale

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112 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

l’Intelligence Preparation of the Operational Environment (IPOE)80 le

caratteristiche chiavi che possano essere utilizzate sia dalle forze amiche sia da

quelle nemiche.

Nella difesa mobile, il Comando della forza d’attacco è detenuto dalla G.U. che sta

eseguendo la missione. Il Comandante superiore fornisce al Comandante della forza

d’attacco i dettagli relativi al punto decisivo, all’obiettivo e all’area d’ingaggio in cui

desidera che la forza d’attacco agisca. Una riserva, qualora disponibile, è tenuta sotto

il controllo del Comandante più elevato.

Nella difesa areale, i Comandanti subordinati, normalmente, godono di una maggiore

autonomia rispetto a quella esercitata in una difesa mobile. I Comandanti dei gruppi

tattici (o delle Brigate, in base al livello della G.U. impiegata) combattono nelle

rispettive aree di responsabilità, mentre il Comandante Superiore può impiegare la

riserva per sostenere le unità in primo scaglione (rinforzando, sostituendo o

alimentando le unità impegnate) o per colpire il nemico qualora si crei l’occasione.

7.5.1.1 Coordinamento

La coesione è fondamentale per avere successo nelle attività tattiche difensive. La

difesa è pianificata e coordinata per massimizzare l’efficacia di ogni singolo elemento

dell’unità; a tale scopo i Comandanti, di norma, individuano le posizioni difensive sino

a due livelli verso il basso. In particolare, è di vitale importanza mantenere la

coesione tra unità contermini i cui limiti di settore, più vulnerabili agli attacchi nemici,

diventano ancor più fragili se tali unità sono di diverse nazioni.

Gli orientamenti di impiego delle riserve includono il ripristino della coesione lungo i

limiti di settore. La massima coordinazione viene raggiunta e mantenuta con:

comprensione dell’intento del Comandante superiore e del suo concetto d’azione;

comprensione delle responsabilità tra unità contermini e dei relativi ruoli;

accurata selezione dei limiti di settore e dei relativi punti di coordinamento;

scambio di informazioni e intelligence;

scambio di nuclei di collegamento;

pianificazione del sostegno reciproco.

Inoltre il piano di difesa della G.U. deve essere coordinato con le unità adiacenti,

attraverso lo scambio di nuclei di collegamento sul terreno. Il coordinamento, di

norma, include i seguenti aspetti:

modalità per lo schermo (screen), la vigilanza (guard) e l’ISR;

piani degli ostacoli e delle demolizioni;

piani di fuoco difensivo;

difesa aerea;

limiti di settore;

80 Terminologicamente, rappresenta l’evoluzione dell’Intelligence Preparation of the Battlespace (IPB).

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113 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

comunicazioni;

itinerari e linee di comunicazione, sia pianificate che di riserva;

sostegno logistico.

7.5.1.2 Il Posto Comando

In un’attività tattica difensiva, il Posto Comando Principale si trova, normalmente,

nelle posizioni arretrate dell’area di responsabilità della G.U. Il Comandante può

decidere di schierare il Posto Comando Tattico (Tactical Command Post – TCP) in

posizione avanzata, per influenzare e guidare direttamente le operazioni, oppure può

esercitare la propria azione dal Posto Comando principale, in cui la Situational

Awareness e la comprensione della situazione sono maggiori.

In difesa, il Posto Comando è più statico rispetto alle attività tattiche offensive, quindi

deve essere situato in aree sicure e/o in terreni protetti, al fine di ridurre la possibilità

di individuazione sia fisica che elettronica. Deve essere in grado di dislocarsi

rapidamente e cambiare spesso posizione per non essere neutralizzato.

7.5.1.3 Comunicazioni

La disponibilità di un sistema di comunicazioni efficiente rappresenta la condizione

base per il successo della difesa. In particolare:

sono definiti i punti di coordinamento e stabilito il collegamento ai livelli

considerati “chiave”;

è estremamente importante che, in operazioni multinazionali, i Comandanti di

unità temporaneamente assegnate siano in contatto personale col loro

Comandante superiore non appena la situazione lo consenta;

vanno ridotte al minimo le emissioni elettroniche ed attuato il silenzio radio,

prima che avvenga il contatto col nemico. Le comunicazioni via cavo e con

ripetitore radio rappresentano i mezzi più idonei per comunicare. Tuttavia

l’utilizzo di emissioni elettromagnetiche può essere giustificato da esigenze

derivanti dal piano d’inganno.

7.5.1.4 Battlespace Management

Nelle attività tattiche difensive, come in ogni altra attività, il Battlespace Management

è cruciale e deve essere applicato dinamicamente nelle varie fasi della battaglia.

È necessario tenere conto che nell’AOO della G.U. potrebbero svilupparsi attività del

livello superiore. Tra queste lo schieramento dell’artiglieria e la gestione del traffico

sulle MSR. Occorre pertanto tenere pronte e sicure vie tattiche e Assembly Areas per

consentire il passaggio e il dispiegamento dalle retrovie di assetti del livello superiore

in supporto. Il piano di difesa include le misure di coordinamento necessarie per

concentrare rapidamente la potenza di combattimento sul punto decisivo e di reagire

tempestivamente ai cambi di situazione. Tali misure possono includere:

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114 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

linee di riferimento81 (Report Lines);

linee di passaggio della responsabilità82 (Hand-over Lines);

aree di ingaggio83 (Engagement Areas - EAs);

limiti di settore84;

margine anteriore dell’area della battaglia85 (Forward Edge of the Battle Area –

FEBA);

punti di coordinamento86;

punti di contatto87;

distanza di sicurezza88;

controllo dello spazio aereo89;

zone di raccolta90 (Assembly Area - AA);

itinerari controllati91;

demolizioni92 predisposte;

81 Linea definita sul terreno da particolari topografici facilmente individuabile, che le unità superano senza sostare, dandone comunicazione al comando superiore allo scopo di consentire il coordinamento dell’azione o del movimento. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 82 Linea di coordinamento in corrispondenza della quale, nell’ambito dell’esecuzione dell’avvicendamento di unità in combattimento, avviene il passaggio della responsabilità tra i Comandanti dell’unità sostituita e subentrante. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 83 Area dove viene condotto il contrattacco. 84 Linea individuata da una successione di elementi topografici inequivocabili, che delimita la zona di responsabilità di un’unità o di un complesso di forze. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 85 Limite più avanzato dell’area difensiva o settori in cui operano i complessi tattici impegnati nella battaglia difensiva (ad eccezione della forza di copertura). È materializzato da elementi topografici ben individuabili sul terreno allo scopo di coordinare lo schieramento, la manovra ed il sostegno di fuoco delle unità. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 86 Località o punto topograficamente significativo nel quale due unità contigue realizzano il contatto alla scopo di controllo e coordinamento. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 87 Punto del terreno, facilmente identificabile, dove due o più unità hanno bisogno di stabilire un contatto reciproco. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 88 Distanza minima che deve intercorrere tra un obiettivo battuto dal proprio fuoco e le truppe amiche, perché queste non siano esposte a un rischio superiore a quello prefissato. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 89 Complesso delle attività volte ad incrementare l’efficacia delle operazioni promuovendo l’ottimizzazione dell’utilizzo dello spazio aereo in termini di flessibilità e abbattimento dei rischi derivanti dalla presenza contemporanea di molteplici utilizzatori. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 90 Area ubicata non a diretto contatto con il nemico, nella quale affluiscono e vengono riuniti i complessi di forze destinati ad effettuare una operazione. In essa vi si svolgono tutte le attività organizzative e logistiche necessarie per la successiva condotta dell’azione. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 91 Itinerario sul quale gli organi preposti al controllo del traffico esercitano la loro attività di controllo mediante l’impiego di posti di controllo e/o pattuglie. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998). 92 Distruzione o inutilizzazione di opere d’arte, impianti, mezzi o materiali. (SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore Militare” ed. 1998).

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115 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

7.5.2 Intelligence

Un’intelligence accurata risulta essenziale per il successo. Un processo IPOE ben

sviluppato e dettagliato93 consente di definire l’ambiente operativo di riferimento e

individuare le possibili linee d’azione del nemico (Enemy Courses Of Action - ECOA).

L'intelligence nelle attività tattiche difensive può raggiungere un elevato grado di

dettaglio in quanto si svolge prevalentemente su un terreno controllato dalle forze

amiche. L’attività di intelligence si sviluppa con sistematicità per tutta la durata

dell’attività difensiva al fine di verificare e confermare le presunte modalità di

svolgimento della manovra nemica.

Definiti End State e obiettivi avversari, il G2 dovrà descrivere le presumibili ECOAs

con un approccio ad ampio respiro, attraverso l’integrazione delle capacità esprimibili

dall’avversario con le limitazioni dell’ambiente operativo.

Nella descrizione delle ECOA offensive gli standard minimi da esplicitare sono:

intento dell’avversario;

descrizione del movimento dalla posizione corrente all’Assembly Area (AA);

formazione di attacco e forma di manovra;

attacco su una o più vie tattiche;

sforzo principale (Main Effort-ME)94;

dislocazione del Posto Comando;

impiego del supporto di fuoco;

dislocazioni Unità da ricognizione;

sostegno logistico (rifornimento Classi I,III ,V e MEDEVAC);

difesa aerea;

misure di coordinamento;

Time Phase Line (TPL);

sincronizzazione delle Combat Functions dell’avversario.

Le discendenti PIR, di norma, includono:

direttrici d’avvicinamento e attacco;

punti di forza (Strengths) e vulnerabilità;

formazioni e Combat Power;

probabili intenzioni;

armamenti principali, tipo di unità, riserve e Posti Comando.

Contestualmente, messe in atto misure idonee a prevenire che il nemico acquisisca

analoghe informazioni sulle forze amiche. L’attività intelligence, relativa alla difesa

93 Cfr. COMFORDOT PSE 2.02 “Intelligence Preparation of Operational Environment-IPOE”, vers. SD. 94 Concentrazione delle forze, del fuoco e dell’ostacolo predisposta da un Comandante per lo sviluppo della manovra della propria unità, al fine di conseguire un favorevole rapporto di potenza in relazione al compito ricevuto e agli obiettivi da perseguire.

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116 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

mobile/in profondità, si concentra sull’accertamento dell’ubicazione ed entità della

forza nemica, al fine di massimizzare l’efficacia delle proprie forze. In particolare,

confermare la via tattica principale utilizzata, localizzare le riserve e le forze in 2°

scaglione, in modo che il Comandante dell’unità in difesa possa decidere dove

applicare maggiore Combat Power. In difesa è prioritaria la capacità di

coordinamento degli sforzi per la raccolta informativa con le unità contermini,

avvalendosi reciprocamente degli assetti ISR specialistici e non specialistici,

svolgendo le seguenti attività:

Ricognizione aerea ed informazioni da immagine (IMagery INTelligence - IMINT).

La ricognizione aerea e le informazioni da immagine sono molto importanti in

tutte le fasi della difesa e, in particolare, in quella iniziale, dove sono determinati

l’entità della forza, l’ubicazione e la direzione d’avvicinamento.

Ricognizione terrestre. Le forze da ricognizione, nonostante le potenziali difficoltà

causate al Comando e Controllo e dall’imposizione del silenzio radio, possono

fornire informazioni vitali sulle forze del nemico, sui loro assi di penetrazione e,

qualora siano in collegamento diretto con il supporto offensivo, guidare il fuoco

sugli obiettivi nemici in profondità.

Processo Targeting Terrestre e Interforze

Tali processi si sviluppano come già descritto nelle attività tattiche offensive. La

differenza consiste nel fatto che in operazioni difensive è probabile che ci si trovi

ad operare senza superiorità aerea e che il contributo di fuoco aereo amico sia

limitato o nullo. Per questo motivo, e per la prevedibile superiorità avversaria in

termini di fuoco, occorrerà concentrare il Targeting in profondità sulle sorgenti e

sulle direttrici di alimentazione nemiche più che sugli assetti di manovra e di

fuoco.

7.5.3 Manovra

7.5.3.1 Area di Manovra

Lo scopo del Comandante, nello schierare le forze all’interno della sua area di

manovra, è di creare la massima profondità possibile, poiché essenziale per arrestare

un attacco, assorbire lo sforzo del nemico e bloccarne le forze. Sebbene operi

prevalentemente nel dominio fisico, nella pianificazione della manovra devono essere

presi in considerazione anche gli effetti nei domini morale e cognitivo, al fine di

adottare la forma di manovra che meglio consente di annullare la capacità offensiva

del nemico. Gli elementi da valutare nella scelta della forma di manovra includono:

la missione ricevuta;

l’intento dei Comandanti sovraordinati;

gli effetti da conseguire;

il tempo a disposizione;

il terreno;

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117 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

le condimento;

la situazione operativa;

le forze a disposizione;

le informazioni disponibili sulla DENAM nemica.

L’organizzazione del campo di battaglia consente al Comandante della G.U. di

visualizzare come impiegare le forze in relazione al nemico. L’AOO può essere

articolata in: Area di copertura (Covering Force Area - CFA), Area difensiva principale

(Main Defence Area - MDA) e Area delle retrovie (Rear Area - RA).

Area della Forza di Copertura. Si estende sul davanti della FEBA per una

profondità variabile in funzione della missione e del terreno. La forza di copertura

è schierata al fine di condurre compiti di schermo95 o di guardia96.

L’entità e la composizione della forza di copertura sono determinate in funzione

del tempo da guadagnare, sulla base del tempo necessario alla forza di difesa

principale per completare l’organizzazione dell’area difensiva principale (MDA).

Per mantenere il contatto con il nemico e fornire alla forza principale di difesa

informazioni tempestive, continue ed accurate, la forza di copertura,

generalmente, conduce l’attività tattica offensiva di ricognizione in forze.

Area Difensiva Principale. La MDA si estende dalla FEBA all’indietro sino alla zona

delle retrovie e rappresenta l’area dove viene condotta la battaglia difensiva.

Nelle forme di manovra difensive, la maggior parte delle truppe, inizialmente

schierate in quest’area, ha un ruolo prevalentemente statico mentre gli elementi

mobili della forza (unità contrattaccanti e riserve) possono essere tenuti nella

zona delle retrovie ma pronti a schierarsi nella MDA, qualora richiesto.

Area delle Retrovie. Tale zona si estende dal margine posteriore del MDA sino al

Punto di Entrata (Point of Entry - POE) o al margine più arretrato dell’AOO,

relativa alla G.U. Le forze in riserva sono normalmente dislocate in quest’area

unitamente alle unità del supporto di fuoco a lunga gittata e del sostegno

logistico.

7.5.3.2 Mobilità e contro mobilità

L’unità di copertura, o gli elementi dell’unità difensiva destinati a colpire o a reagire

contro penetrazioni nemiche tendono, mediante la manovra, a bloccare gli sforzi

offensivi nemici. Combinando fuoco e movimento e ottimizzando l’uso del terreno, le

unità di difesa infliggono attrito al nemico evitando nel contempo di essere fissati e

distrutti. Ne consegue che la mobilità e la contro mobilità sono aspetti chiave sia per

la difesa areale sia per quella mobile.

95 La funzione di schermo mira a ricercare e raccogliere informazioni sulle forze nemiche che muovono verso il margine anteriore dell’area della battaglia. 96 La funzione di guardia mira a rallentare la progressione del nemico, attraverso azioni statiche e dinamiche, per guadagnare tempo e proteggere la forza principale di difesa.

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118 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Lo sfruttamento dell’ostacolo ed il movimento che ne consegue sono volti

essenzialmente a incrementare le possibilità di manovra delle unità amiche,

limitando al contempo la mobilità del nemico, al fine di rallentarne lo slancio e

incanalarlo nelle aree prescelte dal Comandante nel piano di difesa.

A tale scopo risulta essenziale che il Comandante preveda i seguenti aspetti:

Integrazione fuoco-ostacoli. L’uso efficace del terreno per sostenere il piano

difensivo può richiedere il potenziamento di ostacoli già esistenti o la

creazione/realizzazione di nuovi. Il processo di integrazione di tali ostacoli con

l’osservazione ed il supporto di fuoco è noto come integrazione fuoco-ostacoli.

Demolizioni predisposte (Reserved Demolition). Nell’ambito della preparazione

dello spazio della battaglia, il ricorso alle demolizioni predisposte rappresenta una

valida possibilità che permette la limitazione di libertà di movimento del nemico.

In particolare, il movimento delle unità amiche per il superamento di ostacoli può

essere successivamente negato al nemico, attuando la demolizione (es.:

distruzione di un ponte, crollo di una gola, ecc.). Tuttavia le modalità di

superamento delle demolizioni predisposte, da parte delle forze amiche

comportano dettagliate misure di coordinamento.

7.5.3.3 Impiego delle Forze

Per quanto la missione sia determinante nella concezione della difesa, la tipologia

delle forze disponibili ha un ruolo determinante nello schema della manovra così

come la capacità del nemico, il terreno e le condizioni meteorologiche. Il tempo

permane una risorsa determinante specialmente per l’impiego delle forze non

protette che, generalmente (ad eccezione delle unità aeromobili), necessitano di

maggior tempo per la fase di preparazione e per il movimento tra le posizioni

difensive. Le forze interessate sono:

Ricognizione. La ricognizione individua gli itinerari utilizzati dal nemico, i punti

forti o deboli, gli spazi vuoti, consentendo di guadagnare l’iniziativa,

incrementare la prontezza operativa e cogliere le occasioni per portare l’azione

della G.U. nelle retrovie del nemico, allo scopo di concentrare la sua potenza di

combattimento nel tempo e nel luogo critico. Tali unità più specificamente

possono essere impiegate in:

azioni delle forze di copertura. Le forze da ricognizione possono essere

impiegate come forza di vigilanza per distruggere, durante la sua attività, il

nemico. Una valutazione accurata è richiesta in merito alla probabile perdita di

elementi dell’unità da ricognizione, impiegati nel citato combattimento, in

quanto ciò può comportare una riduzione delle capacità come assetti ISR,

nella raccolta dati;

battaglia principale difensiva. In tale azione le unità da ricognizione hanno

bisogno di tutte le componenti; ma, probabilmente, i loro compiti principali

saranno quelli di far parte delle forze impiegate per l’attacco risolutivo o per il

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119 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

contrattacco. In particolare, stabiliscono e mantengono l’osservazione sulla

forza principale nemica, localizzano le linee di partenza più idonee,

garantiscono la protezione dei fianchi, assicurano il controllo dei movimenti

della G.U. attraverso gli ostacoli o lungo itinerari difficili.

Pesanti e Medie. Qualora la maggioranza delle forze disponibili è corazzata o

meccanizzata, la difesa va condotta con gran flessibilità, sfruttando la loro

mobilità, potenza di fuoco e protezione. Inoltre, le truppe corazzate possono

manovrare per ritardare l’avanzata della forza nemica e per cambiare un’attività

mobile in una più statica o per effettuare un’azione offensiva. Le unità corazzate

e meccanizzate sono anche molto efficaci quando combattono da posizioni

predisposte. In particolare, le unità corazzate sono idonee sia come forza di

copertura sia per la battaglia difensiva principale.

Leggere. Tali forze sono capaci di organizzare una difesa efficace da posizioni

predisposte e sono impiegate prioritariamente in un ruolo statico o pronte per

condurre imboscate in profondità della MDA. Inoltre, si avvalgono degli ostacoli

passivi e si dislocano dove il terreno offre la possibilità d’impiegare tutta la

potenza di fuoco e la massima gittata delle armi controcarro (particolarmente in

corrispondenza dei centri abitati).

Aeree. Tali assetti hanno le stesse caratteristiche nelle attività tattiche difensive e

offensive. In particolare, in difensiva possono assumere un ruolo decisivo con

azioni in grado di:

costringere il nemico al combattimento ravvicinato;

intervenire efficacemente dove un Comandante non intende assolutamente

impiegare le unità terrestri;

coprire gli spazi vuoti previsti dal piano di difesa, possibilmente

congiuntamente con un’azione sistematica del Gruppo d’Attacco Aereo (Joint

Air Assault Team - JAAT), prima di essere rilevati dalle forze terrestri;

contrapporsi all’attività nemica nella zona delle retrovie ed in particolare contro

forze nemiche avioportate o aviotruppe.

In caso di indisponibilità di adeguate risorse aeree, occorre prevedere un

maggiore ricorso all’impiego del fuoco terrestre.

Strike Force. L’unità incaricata dell’attacco è sostenuta dalla massima potenza di

combattimento disponibile per tutta la durata dell’azione. Il rapporto di forza è

almeno equivalente a quello del nemico. La distruzione della capacità operativa

del nemico è normalmente l’obiettivo dell’azione della Strike Force, ma la

missione può anche essere quella di interrompere il ritmo dell’azione nemica,

sconvolgere la sua tabella di marcia, provocargli squilibrio e incertezza. Inoltre, la

fronte nemica può essere sufficientemente ampia da costringere la forza

d’attacco a condurre una serie di azioni.

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120 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Riserva. Tali unità sono essenziali per il Comandante che fronteggia eventi

imprevisti. Le loro funzioni principali possono essere rinforzo, arresto e

contrattacco. La riserva appena impegnata, deve essere ricostituita. In una difesa

mobile, dove la maggior parte delle unità da combattimento compone la forza

d’attacco, le riserve possono essere contenute nella quantità e capacità.

7.5.4 Fuoco

7.5.4.1 Generalità

L’efficacia della difesa si basa sull’esecuzione di fuoco accurato, integrato e ben

pianificato per ottenere il massimo effetto nel luogo e nel momento voluti. Ciò

presuppone l’impiego di tutti gli assetti disponibili per l’acquisizione degli obiettivi, in

stretto collegamento con i sistemi erogatori di fuoco. Le considerazioni da fare nella

pianificazione del fuoco per le attività tattiche difensive includono:

l’ingaggio del nemico alle massime distanze per bloccarne e annullarne gli sforzi

offensivi, ridurre le sue potenzialità di raccolta informazioni e interdirne la

capacità di concentrare efficacemente il proprio Combat Power;

il sostegno alla manovra difensiva;

l’integrazione del piano di fuoco con il piano degli ostacoli.

7.5.4.2 Gravitazione del fuoco

Il supporto di fuoco orientato a sostenere lo sforzo principale ha un diverso utilizzo a

seconda della modalità di difesa adottata. In particolare:

Difesa mobile. Lo sforzo principale nella difesa mobile è rappresentato dall’azione

dell’unità incaricata dell’attacco (Strike Force). Il Comandante della G.U. schiera

quindi l’artiglieria in modo che possa garantire all’unità incaricata dell’attacco il

supporto di fuoco necessario, integrato con altri assetti del Joint Fires Support

come, ad esempio, il fuoco di precisione o di altro munizionamento particolare da

parte di unità operanti nella 3^ dimensione. Le unità del Joint Fires Support

devono essere in grado di trasferire rapidamente il supporto di fuoco dall’unità di

fissaggio all’unità incaricata dell’attacco e sono impiegate soprattutto per:

compensare l'eventuale temporanea mancanza di capacità di manovra della

strike force;

fornire sostegno di fuoco aderente;

interdire al nemico l’alimentazione tattica e logistica del combattimento;

neutralizzare il sistema di C2 avversario;

controbattere le sorgenti di fuoco nemiche;

fissare le unità nemiche non direttamente investite dall’attacco e bloccare

tentativi di contromanovra;

agevolare la prosecuzione dello sforzo in profondità.

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121 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Difesa areale. Nella difesa areale, il fuoco è verosimilmente utilizzato per

concorrere ad annullare gli sforzi offensivi nemici, in particolare quello principale.

In tale quadro l’azione dell’artiglieria sarà volta principalmente a:

disarticolare il dispositivo d’attacco nemico;

interdire al nemico l’alimentazione tattica e logistica del combattimento;

neutralizzare il sistema di C2 avversario;

controbattere le sorgenti di fuoco nemiche;

bloccare eventuali penetrazioni nemiche;

potenziare l’azione degli elementi attivi della difesa;

appoggiare i contrattacchi locali.

7.5.4.3 Componenti del fuoco

Artiglieria. L’artiglieria costituisce un potente strumento a disposizione dei

Comandanti per neutralizzare gli attacchi nemici fin dalle massime distanze. In

difesa l’artiglieria può:

plasmare il campo di battaglia e le attività nemiche;

battere le unità nemiche in profondità prima che siano impiegate nel

combattimento;

potenziare lo sforzo principale;

fornire supporto di fuoco alle unità a contatto.

Altri compiti più specifici possono includere:

separare le unità corazzate avversarie dalla fanteria appiedata;

neutralizzare gli elementi avversari di artiglieria e della difesa aerea in posizione

avanzata;

arrestare le unità avversarie del genio, nel caso essi debbano forzare ostacoli;

potenziare col fuoco il valore impeditivo degli ostacoli:

intervenire col fuoco negli spazi “vuoti” e nelle aree aperte;

neutralizzare o isolare le unità nemiche che sono penetrate all’interno dell'area

difensiva;

interdire il movimento delle riserve nemiche.

Mortai. L’azione dei mortai è normalmente integrata nel piano del fuoco. Sono

particolarmente efficaci per il tiro nebbiogeno e per l’intervento contro obiettivi

ravvicinati.

Aerei. Il sostegno alle attività tattiche difensive è simile a quello richiesto per

supportare quelle offensive. Il supporto aereo è più efficace quando mirato contro

le unità nemiche concentrate in profondità in fase di preparazione per un attacco,

o lungo le linee di comunicazione dirette verso la FEBA. In talune situazioni il

supporto aereo ravvicinato (CAS) può essere l'unico mezzo in grado di fornire un

supporto di fuoco idoneo a contrastare attacchi nemici soverchianti o azioni che

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122 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

colgono la G.U. di sorpresa. In caso di indisponibilità di adeguate risorse aeree,

occorre prevedere un maggiore ricorso all’impiego del fuoco terrestre.

Elicotteri. Gli elicotteri d’attacco costituiscono uno strumento mobile, flessibile e

con una elevata potenza di combattimento. Essi possono operare sia a sostegno

della unità d’attacco sia come unità a sé stante. Gli elicotteri d’attacco possono

essere impiegati anche in riserva. La loro velocità e agilità consente di compiere

una serie di attività che comprendono:

contro penetrazioni;

potenziamento dell’azione di fuoco dei gruppi tattici terrestri o del Joint Fires;

riempimento di “vuoti” nell’area difensiva principale;

sfruttamento del successo sia nell’area delle unità di copertura sia in profondità.

Nell’ambito della loro capacità di manovrare, i gruppi elicotteri possono colpire in

maniera decisiva un nemico sbilanciato in avanti o logorato dalla battaglia

difensiva.

Guerra Elettronica. Gli assetti di guerra elettronica, possono essere utilizzati per:

potenziare il piano d’inganno, mediante l’emissione di false comunicazioni;

disturbare l’attività di Comando e Controllo nemica;

ottenere informazioni sul dispositivo e sulle intenzioni del nemico.

7.5.5 Protezione97

La G.U. impegnata in un’attività difensiva, è soggetta ad una variegata e complessa

tipologia di minacce e rischi non derivanti esclusivamente dalla volontà di opposizione

delle forze nemiche, ma anche dall’ambiente e da situazioni occasionali. pertanto, al

fine di preservare il Combat Power dell’unità, occorre tenere in debita considerazione i

i seguenti aspetti:

7.5.5.1 Impiego del genio

Il genio organizzato secondo i principi della task organization, può distaccare propri

assetti a favore di:

elementi di ricognizione della G.U.;

forze di manovra (es.: gittamento di ponti tattici, lavori sul campo di battaglia,

schieramento dell’ostacolo, ecc.);

assetti di supporto logistico (es.: miglioramento della viabilità, supporto allo

schieramento).

Il Comandante in funzione degli assetti genio disponibili, stabilirà le priorità per il loro

impiego. I piani degli ostacoli devono essere coordinati tra le formazioni e le unità

adiacenti al fine di assicurarsi che le unità nemiche non siano deviate su aree critiche

per la difesa o che le unità contermini siano esposte ad attacchi da direzioni

inaspettate.

97 Per ulteriori approfondimenti cfr. COMFORDOT PSE-3.14 “Protezione”, ed. 2017.

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123 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Le attività principali del genio riguardano: contro-mobilità, mobilità e sopravvivenza98.

Contro-mobilità. Il genio può adempiere ad una serie di compiti di contro-

mobilità durante le attività tattiche difensive che possono includere:

predisposizione di ostacoli artificiali (campi minati c/c, fossati, reticolati,

ostruzioni, barricate) e realizzazione di demolizioni per ridurre la mobilità del

nemico che, in combinazione con le forze di combattimento, contribuiscono a

logorare il potenziale offensivo del nemico;

potenziamento degli ostacoli naturali;

occupazione e controllo del terreno o punti di passaggio obbligati (strettoie,

gole, ecc.) che dominano le probabili vie d’avvicinamento del nemico;

rafforzamento di posizioni di particolare importanza.

Mobilità. Durante i preparativi per le attività tattiche difensive, il genio

ricognisce, migliora e rende disponibili gli itinerari da utilizzare durante la

battaglia. Il genio mantiene in efficienza la rete stradale necessaria alla manovra,

garantendone la disponibilità alle unità amiche. Inoltre potrebbe contribuire a

costruire aree di stazionamento per il personale catturato e campi per gli

sfollati/rifugiati. Il genio può anche fornire supporto all’area di operazioni con

attività di bonifica di itinerari e aree minate (compresa la distruzione di UXO e

IED99), attività di ricognizione (ricerca di informazioni su unità del genio

avversarie, itinerari, ostacoli, terreno, ecc.) e la messa in opera di installazioni

per la fornitura di elettricità e acqua. Durante le attività tattiche difensive, la

mobilità prevede:

ricognizione degli itinerari e delle posizioni;

il mantenimento degli itinerari di movimento. Questo può includere la

selezione e la preparazione di punti per l’attraversamento di corsi d’acqua,

creazione di itinerari, bonifica del campo di battaglia da ostacoli attivi e

passivi;

il miglioramento di posizioni difensive sottoposte al fuoco nemico, attraverso

l’impiego di attrezzature speciali e materiali per la fortificazione campale;

il supporto, nella fase offensiva, al superamento di ostacoli creati dal nemico,

soprattutto in favore degli elementi appiedati ed in combattimento ravvicinato,

al movimento attraverso costruzioni o edifici, alla rimozione rapida di trappole

esplosive, mine, IED ecc.;

il miglioramento delle condizioni delle strade/itinerari già esistenti e controllo

del traffico.

Sopravvivenza. Il genio ha un ruolo determinante nel consigliare la scelta delle

posizioni difensive e dei settori di fuoco/intervento e nella loro preparazione 98 Per ulteriori approfondimenti cfr. COMFORDOT PSE 3.02.14 “Ostacolo e Operazioni di mobilità”, ed. 2015. 99

UXO “Unexploded Explosive Ordnance” Ordigno esplosivo inesploso, IED “Improvised Explosive Device” ordigno esplosivo improvvisato.

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124 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

(soprattutto nei centri abitati). Di norma, la dinamicità dell’azione non consente

la realizzazione di capisaldi fortemente organizzati. Tuttavia, quando possibile,

vengono predisposte più posizioni difensive, su linee di attestamento successive.

Il genio, quando disponibile, concorre alla realizzazione delle posizioni difensive,

consentendo di ridurre i tempi di messa in opera o di aumentare il numero di

posizioni preparate. La protezione dall’osservazione, dall’ingaggio e dalla

distruzione, possono essere ricercate attraverso il movimento o l’approntamento

di posizioni difensive. In quest’ultimo caso, per migliorare le capacità di

sopravvivenza si fa ricorso a misure di occultamento, mascheramento, inganno,

diradamento, protezione e fortificazione campale.

I principali compiti del genio, in questo campo, includono:

fortificazioni campali. L’uso di macchine movimento terra e di attrezzature del

genio contribuisce alla preparazione e alla costruzione di fortificazioni come:

postazioni, appostamenti, centri di fuoco e capisaldi, trincee, ripari per Posti

Comando, schieramenti e postazioni per artiglierie/mortai, postazioni a scafo

sotto per carri;

protezione delle DOS (Day of Supply)100. La condotta della manovra richiede di

porre in atto misure adeguate alla protezione dalla distruzione e

contaminazione delle DOS. Una scelta oculata dei siti di stoccaggio, integrata

dal supporto del genio, consente di ridurre significativamente le perdite di

DOS;

mascheramento delle posizioni difensive principali, delle infrastrutture e dei siti

operativi;

inganno. Le misure di inganno, includono la mimetizzazione, l’impiego di

simulacri e la costruzione di posizioni fittizie.

7.5.5.2 Sicurezza delle operazioni (OPSEC)

L’OPSEC è gestito dal G3 operazioni, il quale determina gli elementi essenziali di

informazione che devono essere protetti dall’intelligence nemica. in particolare,

mediante:

Inganno. Le operazioni d’inganno sono pianificate per produrre l’effetto sorpresa,

provocare uno stato di indecisione e ritardare le azioni nemiche.

Le misure d’inganno devono influenzare la percezione del nemico (ad esempio,

dando una falsa informazione sulle proprie posizioni difensive), utilizzano false

fronti, l’occultamento, le posizioni fittizie e la guerra elettronica. Tali accorgimenti

inducono il nemico a impiegare forze e risorse in maniera errata. L’inganno è

utile per distogliere l'attenzione del nemico dalla direzione e dalla tempistica del

nostro contrattacco, costringendolo a posizionare la propria riserva ad una

100 Unità di misura convenzionale relativa ai rifornimenti usata per determinare il consumo medio giornaliero in determinate condizioni. Può essere anche espressa in funzione di un fattore, come ad esempio numero di colpi per arma e per giorno.

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125 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

distanza tale da non poter essere prontamente utilizzata. È maggiormente

efficace una volta che la ricognizione nemica ha raggiunto un elevato grado di

penetrazione. La credibilità dell’inganno è legata all’impiego di forze e risorse

adeguate. La non corretta applicazione di questo principio comporterebbe il

fallimento del piano di inganno e lo spreco degli assetti dedicati.

Sicurezza. Le attività OPSEC condotte dalla G.U. hanno il fine di proteggere la

propria libertà di azione, influenzare differenti target audience e ottenere l’effetto

sorpresa. Queste attività contribuiscono alla protezione delle unità nella zona

difensiva, permettendo loro di:

dispiegarsi e muovere per contrastare l’attacco nemico;

ridurre gli effetti del fuoco nemico;

ingannare il nemico nell’individuazione della posizione difensiva.

Le operazioni di sicurezza sono poste in essere preferibilmente durante l’arco

notturno e nei momenti di scarsa visibilità nonché adottando misure per

mascherare il trasferimento e il riposizionamento delle truppe. La sicurezza è

migliorata mantenendo regolare sia il traffico radio sia il fuoco d'artiglieria.

Le misure di Sicurezza delle Operazioni devono, di norma, comprendere:

attacchi simulati (feint);

attacchi dimostrativi (demonstrations);

guerra elettronica;

operazioni psicologiche;

controllo delle emissioni (EMCON).

7.5.5.3 Difesa CBRN

L’attuazione delle misure di protezione CBRN saranno poste in essere considerando

sia la capacità del nemico sia la presenza di indicatori (es.: l’arresto inaspettato di un

attacco o la ritirata di truppe avanzate) che possono far prevedere l’impiego in tale

ambito. In un area di reale o potenziale contaminazione si dovranno considerare:

il tempo di persistenza della minaccia;

l’effetto sui piani operativi di un eventuale riposizionamento;

la necessità di decontaminare le unità, prima di occupare una nuova posizione;

la diffusione della contaminazione causata dal movimento;

l'impatto sulle operazioni qualora si decida di continuare ad operare con le

protezioni CBRN;

la presenza di installazioni fonti di possibile minaccia CBRN.

Particolare attenzione dovrà essere posta ad attacchi chimici su civili che potrebbero

avere un effetto psicologico maggiore rispetto alle reali perdite inflitte dal nemico.

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126 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

7.5.5.4 Difesa Controaerei

Le priorità, per l’assegnazione delle risorse per la difesa c/a, sono basate sulla

valutazione della situazione da parte del Comandante e sono rivolte ad assicurare la

copertura a:

truppe in profondità, incluse le forze di copertura;

installazioni di Comando e Controllo;

risorse del CSS;

punti e assetti critici (incluso sistemi di supporto di fuoco);

aeroporti;

riserve.

I sistemi di difesa c/a, qualora stiano proteggendo un’unità di manovra sono tanto

mobili e protetti quanto l’unità di manovra stessa. Le caratteristiche da prendere in

considerazione sono:

capacità ogni tempo del sistema;

funzionamento attivo o passivo del sistema;

abilità di scegliere tra mobilità e protezione, o staticità e vulnerabilità;

possibilità di fornire una difesa areale o vicina.

La difesa c/a è coordinata continuamente con le operazioni aeree e dell’artiglieria per

evitare il fuoco fratricida. Inoltre, la corretta valutazione delle linee di volo e della

tattica nemica è essenziale per garantire protezione ed economia delle risorse.

7.5.6 Sostenibilità

Il sistema di sostegno logistico definisce le attività da condurre per un adeguato e

puntuale supporto alle unità. I rifornimenti necessitano di una pianificazione

accurata, che preveda il calcolo dei tempi di consegna. Le attività di sostegno devono

essere programmate non solo per l’attività difensiva in atto, ma devono tenere conto

di una possibile e successiva attività offensiva. La pianificazione logistica deve

prevedere adeguata flessibilità per la condotta delle operazioni future. E’ altresì

necessaria una certa ridondanza di organi logistici per creare un sistema aderente ed

in grado di fronteggiare eventi non previsti.

7.5.6.1 Principi generali

I principi generali del sostegno logistico nelle azioni difensive sono:

mantenimento. Una solida rete di sostegno logistico calibrata e finalizzata al

ripristino della potenza di combattimento delle unità a contatto;

rifornimenti. Le unità di combattimento devono essere rifornite regolarmente per

garantire la massima auto-sufficienza;

pre-posizionamento avanzato (forward dumping). Il posizionamento di scorte

prima dell’azione permette di ridurre i cicli di rifornimento durante le attività. Tale

attività è più difficile negli scenari di operazione in cui la libertà di movimento può

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127 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

essere fortemente limitata. Inoltre il dumping è meno indicato se si attua una

difesa mobile;

posizionamento di materiali del genio per la realizzazione di ostacoli attivi e

passivi non trasportabili dalle unità del genio con i mezzi in dotazione; specie in

caso di decentramento delle unità del genio ai complessi minori;

mantenimento, recuperi e sgomberi. Nella difesa areale, gli assetti di supporto

logistico di aderenza riducono sia l’impatto sulla manovra sia la possibilità che

mezzi e materiali possano cadere in mano nemica. Qualora gli assetti delle unità

dipendenti non abbiano le capacità sufficienti può essere richiesto il supporto

degli organi logistici superiori;

sicurezza. Le strutture per il sostegno logistico, al fine di garantire gli adeguati

flussi logistici in supporto alla manovra, sono posizionate in aree sicure per

minimizzare la possibilità di coinvolgimento nelle operazioni e per avere una

maggiore protezione;

OPSEC. I movimenti del sostegno logistico non devono compromettere la

sicurezza delle operazioni e devono essere inclusi nei piani di inganno.

7.5.6.2 Posizionamento

Le strutture di sostegno logistico sono, di norma, posizionate nella parte avanzata

della zona delle retrovie, in un’area generalmente più sicura di quella che occupano

nelle attività offensive. Sarà comunque necessario ricercare un giusto compromesso

tra l’esigenza di aderenza alle truppe amiche – schieramento più avanzato – e di

sicurezza delle unità logistiche – schieramento più arretrato. Tale schema, valido per

AOO lineari, risulta più complesso in quelle non-lineari, in cui per garantire la

sicurezza delle retrovie è necessaria una valutazione della minaccia a 360°.

La dislocazione degli assetti logistici, ed in particolare di quelli sanitari, dovrà tener

conto delle tempistiche connesse al loro rischieramento e/o impiego.

Nella condotta di attività tattiche difensive, gli equipaggiamenti, le scorte e i

rifornimenti potrebbero cadere in mano nemica. Pertanto, non è da escludere

l’ipotesi di spostare i materiali o, come soluzione estrema, di prevederne la loro

distruzione, in linea con le direttive emanate.

7.5.6.3 Sostegno Sanitario

La dislocazione delle risorse sanitarie è posta ad una distanza tale da assicurare il

trattamento rapido dei feriti e lo sgombero delle perdite. L’evacuazione sanitaria, nel

caso di forze d’attacco impegnate in una difesa mobile, può presentare delle

problematiche, in quanto occorre valutare ove probabilmente si possono verificare

perdite e, di conseguenza, dislocare il sostegno sanitario.

Le attività sanitarie in ambiente CBRN necessitano di idonee installazioni per la

decontaminazione dei pazienti ed incidono sulla movimentazione delle perdite e sui

tempi di risposta dell’unità. Pertanto, saranno, necessari dei Centri di

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128 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Decontaminazione Feriti per mantenere l’integrità e la capacità operativa delle

squadre cliniche ed impedire il diffondersi del contagio.

7.5.6.4 Polizia Militare (P.M.)

Nelle operazioni difensive, il supporto della P.M. è concentrato su:

mantenimento del flusso del traffico sulla MSR incluso quello dei dispersi e dei

rifugiati;

protezione di personale ad alto rischio;

consulenza sul trattamento dei Prigionieri di Guerra (Prisoners Of War - POW);

mantenimento della legge e dell’ordine.

7.5.6.5 Supporto al Personale

In un’operazione difensiva (particolarmente in caso di lunga durata), è necessario

considerare l’aspetto del morale. Tale aspetto include attenzione nei seguenti settori:

razioni supplementari (cibo fresco) e consegna della posta personale;

salute (bagno campale e lavanderia);

aree arretrate per riposo e recupero.

7.6 CONDOTTA

La chiave del successo delle attività tattiche difensive è l’integrazione e la

sincronizzazione di tutti gli assetti disponibili, al fine di ottimizzare la potenza di

combattimento della G.U. Il Comandante, per raggiungere questa sincronizzazione,

stabilisce lo sforzo principale e, successivamente, valuta come integrare meglio le

forze destinate al combattimento, al supporto ed al sostegno logistico. La difesa di

posizioni si articola in quattro fasi distinte, ma strettamente correlate e con la

possibilità di sviluppare attacchi di disturbo:

shaping e preparazione della battaglia;

approccio;

blocco;

contrattacco.

7.6.1 1^ fase: Shaping e preparazione della battaglia

Il Comandante, durante questa fase, inizia il processo di condizionamento

dell’attaccante che, frattanto, si sta preparando per l’azione. La pianificazione delle

attività tattiche difensive è continua; in particolare in questa fase l’attività di

adattamento del piano, si svolge parallelamente alle attività preparatorie condotte

dalle unità sul terreno. La G.U. non è ancora a contatto con il grosso delle forze

nemiche, pertanto il Comandante e lo staff effettuano una pianificazione continua

dell’operazione, mentre le unità sul terreno plasmano l’ambiente, ritardano il nemico

e approntano le posizioni difensive. La plasmatura (shaping) dell’ambiente include

anche l’azione di influenza sui gruppi e individui chiave locali, che possono essere di

vitale importanza per il rispetto e la garanzia della popolazione locale. La

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129 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

preparazione della difesa comprende una serie di attività, da condurre possibilmente

in maniera simultanea a tutti i livelli, ed include:

la ricognizione e contro-ricognizione all’interno dell’AOO della G.U.;

la modifica dell’ambiente utilizzando il terreno e gli ostacoli artificiali;

il collegamento con le formazioni laterali e subordinate;

l’adeguamento del piano difensivo attraverso il wargaming;

esecuzione di prove parziali, qualora il tempo a disposizione lo consenta.

7.6.1.1 Contro-ricognizione

Un’azione difensiva di successo richiede la distruzione o la neutralizzazione delle

capacità ISR avversarie (es.: l’uso della difesa aerea ravvicinata contro gli

Unmanned Aerial Systems - UAS), l’inganno e/o il ricorso alla guerra elettronica. I

piani difensivi dovrebbero prevedere la distruzione preventiva delle capacità ISR

nemiche su tutto lo spazio della battaglia, evitando nel contempo l’esposizione

prematura degli elementi chiave delle proprie posizioni difensive. Il successo contro

l’ISR avversario contribuisce a garantire la sicurezza del dispositivo, assicurare la

sorpresa ai contrattacchi e proteggere le strutture di C2 e logistiche. Le misure di

protezione per contrastare l’ISR avversario comprendono:

l’impiego di unità di copertura per distruggere, neutralizzare o disarticolare gli

assetti ISR nemici;

l’utilizzo di un mascheramento e un piano di inganno (falsi fronti e posizioni

fittizie), per impedire agli assetti ISR avversari penetrati in profondità, di

individuare la dislocazione del dispositivo;

un pattugliamento aggressivo per individuare, identificare e distruggere le unità

di ricognizione nemiche penetrate all’interno del dispositivo;

un’azione offensiva contro unità EW/SIGINT avversarie;

un’efficace difesa aerea per distruggere gli assetti ISR aerei avversari.

7.6.1.2 Attività tattiche in profondità

I Comandanti impediscono al nemico di disporre di un adeguato Combat Power lungo

la FEBA attraverso l’attacco sistematico sul secondo scaglione nemico e su quelli

seguenti. L’azione contro le forze nemiche in profondità è complementare alle azioni

delle forze di copertura e allo sviluppo della battaglia nella MDA. L’integrazione degli

assetti di supporto al combattimento, disponibili per condurre tale interdizione,

richiede la coordinazione tra forze aree e terrestri.

7.6.1.3 Dislocazione

La scelta delle posizioni difensive è fortemente influenzata dagli aspetti connessi alla

morfologia del terreno. Le strutture difensive devono essere allocate su posizioni

orografiche intrinsecamente favorevoli. Tali posizioni possono essere utilizzate quali

perni di manovra per unità mobili operanti negli intervalli.

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130 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Nella difesa di posizioni il Comandante della G.U. articola il dispositivo sino a due

livelli inferiori (ad esempio fino a livello complesso minore per quanto riguarda la

Brigata). La struttura difensiva per eccellenza è costituita dal caposaldo, ossia una

posizione difensiva fortificata, posto a protezione di zone critiche, che comprende

una concentrazione di Combat Power tale da consentire una difesa a tempo

indeterminato, al fine di logorare l’avversario e annullarne gli sforzi. Deve essere

caratterizzato dal dominio tattico delle vie di facilitazione da sbarrare e dalla

completa autonomia tattico-logistica.

7.6.1.4 Ostacoli

L’uso di ostacoli, esistenti e realizzati, aumenta le possibilità di successo della difesa.

Gli ostacoli consentono di incanalare il nemico e di privarlo della libertà di manovra

indispensabili per ottenere e mantenere l’iniziativa. I principi chiave dello

schieramento degli ostacoli sono:

pianificazione accentrata ed esecuzione decentrata;

integrazione con la manovra delle unità amiche;

copertura dall'osservazione e dal fuoco avversario.

7.6.2 2^ fase: Approccio

La fase di approccio (Figura 37) consente di imbrigliare il nemico in una rete di

posizioni statiche in grado di supportarsi reciprocamente. La G.U. ingaggia il nemico,

per accecarlo, logorarlo e ritardarlo, il più lontano possibile dalle posizioni difensive

principali, utilizzando le unità di copertura. In questa fase bisogna tendere ad

infliggere al nemico il massimo grado di logoramento in modo che investa la MDA già

disarticolato. Le forze di copertura hanno, tra gli altri, il compito di mantenere la

Situational Awareness.

In questa fase la G.U. plasma il movimento del nemico per renderlo conforme al suo

piano difensivo. La condotta puntuale e tempestiva di contrattacchi, di attacchi di

disturbo (Spoiling Attack) e di azioni di fuoco sono essenziali per contrastare lo sforzo

offensivo del nemico. I compiti normalmente affidati ad una forza di copertura sono:

l’acquisizione di informazioni relative allo sforzo principale del nemico e

mantenimento dell’iniziativa nel settore Intelligence;

la sicurezza;

la disarticolazione (provocare il massimo danno alla coesione del nemico).

L’entità e la composizione delle forze di copertura dipendono dalla missione, dal

nemico, dal terreno e dalle forze disponibili. Nelle attività tattiche divisionali è

probabile che la forza di copertura sia a livello Brigata. Una forza di copertura di

minore entità può essere impiegata per garantire sicurezza e ritardare il movimento

del nemico, ma successivamente non può essere impiegata per contrastare lo sforzo

principale. Tale soluzione può essere necessaria qualora la difesa è condotta su

un’estesa profondità o quando il settore è eccezionalmente ristretto.

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131 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

7.6.3 3^ fase: Blocco

Lo scopo del blocco (Figura 38) è quello di annullare lo sforzo offensivo del nemico,

mediante una combinazione di posizioni difensive, ostacoli e riserve mobili. Il

successo della fase di blocco è fondamentale per l'azione difensiva e per la

riconquista dell'iniziativa. L’unità di copertura terminata la propria azione, avrà la

necessità ripiegare attraverso la posizione difensiva principale. La G.U. agevola il

passaggio di responsabilità nella condotta della battaglia (Battle Handover) tra le

unità di copertura, che si sganciano, e le posizioni difensive principali che

subentrano. Dopo che l’unità di copertura ha ceduto la responsabilità, il Comandante

della G.U. considera il suo successivo impiego una volta che l’unità ha recuperato la

capacità operativa. In questa fase, a premessa del contrattacco, arresta le unità

avanzate nemiche e ritarda e logora quelle in afflusso. I Comandanti ai vari livelli,

continuano a condurre le proprie attività, in linea con l’intento del Comandante,

anche quando isolate.

Figura 37: Esempio di Approccio condotto da una Brigata

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132 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

7.6.4 4^ fase: Contrattacco –

A seguito del successo dell’approccio o del blocco, riacquisita l’iniziativa la G.U. avvia

un’attività tattica offensiva quale il contrattacco (Figura 39), impiegando la riserva.

Tale decisione di comando rappresenta un aspetto vitale per le modalità d’impiego

delle riserve. I Comandanti a livello Brigata e superiore hanno bisogno, anche se è

possibile designare riserve ad ogni livello per fronteggiare situazioni impreviste, di

disporre di riserve mobili per soli compiti offensivi. Il Comandante del livello

immediatamente superiore, qualora la coesione della difesa non possa essere

mantenuta, può assegnare forze supplementari (sottraendole dalle proprie risorse) in

rinforzo alle unità incaricate dell’arresto o del contrattacco. Non appena è stata

impegnata la riserva designata, un’altra dovrà essere costituita. Il movimento delle

riserve è un obiettivo prioritario per il nemico e, pertanto, la loro protezione è vitale

per il raggiungimento del successo. Il contrattacco si sviluppa secondo le modalità

dell’attacco, osservando tuttavia i seguenti aspetti:

il piano deve essere semplice e veloce da eseguire. Le forze per questo compito

possono essere mantenute in profondità o possono essere tratte, rapidamente,

da altri settori meno coinvolti nella difesa;

le riserve sono impiegate in modo da evitare che il nemico le individui prima del

contrattacco;

il contrattacco può essere sostenuto dal Joint Fires indirizzato contro elementi

chiave del nemico, sia a contatto sia in profondità. L’intento è quello di isolare e

sconfiggere gli elementi più avanzati del nemico;

il supporto logistico deve essere in grado di transitare rapidamente da un

atteggiamento difensivo ad uno offensivo e di sostenere il contrattacco, in

Figura 38: Esempio di Blocco condotto da una Brigata

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133 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

particolare in termini di munizioni e carburante. La capacità di sfruttare il

successo di un contrattacco, per tradurre la difesa in un'attività offensiva dipende

in buona parte dall’abilità di adattamento logistico e dalla sua capacità di

supportare e mantenere una rapida transizione;

fattori determinanti per il successo del contrattacco sono la tempestività e la

determinazione, per compensare una situazione incerta e un’intellligence carente.

Tenuto conto delle complesse dinamiche del combattimento, la G.U. deve essere

in grado di generare riserve supplementari e lanciare una potente azione di

contrattacco in ogni momento e circostanza;

il successo del contrattacco può essere sfruttato per distruggere il nemico e

recuperare il terreno perso.

7.6.5 Attacchi di disturbo (Spoling Attack)

Alla riserva può essere assegnato, come orientamento di impiego, un attacco di

disturbo per prevenire o ritardare l’azione offensiva nemica. Questa tipologia di

attacco è normalmente lanciata contro forze nemiche che si stanno organizzando o

preparando per un attacco. Gli attacchi di disturbo hanno, di norma, il compito di

colpire unità e strutture nemiche piuttosto che garantire il possesso del terreno e non

devono compromettere la possibilità di un contrattacco risolutivo. La mobilità

Figura 39: Esempio di un contrattacco condotta da una Divisione

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134 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

dell’unità che conduce l'attacco di disturbo dovrebbe essere uguale o superiore a

quella della forza nemica.

7.7 FRENAGGIO

Il frenaggio è normalmente condotto a premessa di altre attività tattiche difensive

e/o offensive, anche attraverso una preordinata cessione di spazio, allo scopo di:

rallentare e logorare le unità nemiche, controllarne la progressione ed acquisire

dati informativi circa la DENAM e gli assi di penetrazione dell’avversario;

guadagnare il tempo necessario alla preparazione delle successive posizioni

difensive;

incanalare il nemico, in condizioni di spazio e tempo sufficienti, in un’area che

consente di predisporre le condizioni per un contrattacco.

Le Divisioni e le Brigate sono le unità che possono essere incaricate di condurre

un’attività di frenaggio nell’ambito del piano del livello ordinativo superiore,

trovandosi in una delle seguenti circostanze:

forza di copertura per difendere o far retrocedere le unità principali;

forza di copertura o di sicurezza avanzata in prossimità di forze superiori;

forza di fissaggio per contenere un attacco nemico a cavallo di una via tattica

meno critica;

in una manovra in preparazione di un contrattacco (incluso l’inganno);

forza di fissaggio nell’ambito di una difesa mobile.

Il frenaggio può essere condotto secondo due modalità: da posizioni alternate o da

posizioni successive. La scelta della modalità dipende dalle forze a disposizione, dalle

caratteristiche dell’ambiente naturale e dalla situazione. Alcune valutazioni di

opportunità al ricorso alle tecniche menzionate sono messe a confronto nella tabella

comparativa sotto riportata (Tabella 3).

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135 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Tabella 3: Schema Comparativo

7.7.1 Frenaggio da posizioni alternate

In tale modalità, l’unità incaricata di condurre il frenaggio si articola in due aliquote

che, scavalcandosi, assumono alternativamente la responsabilità dell’azione (Figura

40). In pratica, la prima aliquota conduce il frenaggio dalla linea di contatto iniziale

fino ad una linea di avvicendamento arretrata dove, mediante l’attività tattica

abilitante di ripiegamento attraverso posizioni presidiate, cede la responsabilità

dell’azione alla seconda aliquota, per rischierarsi su un’altra linea più arretrata.

La seconda aliquota conduce il frenaggio fino alla successiva linea di

avvicendamento, dove cede nuovamente la responsabilità del frenaggio alla prima

aliquota. Il procedimento si ripete ciclicamente e l’attività termina quando o viene

raggiunta la FEBA (difesa areale) o le forze nemiche vengono fissate nell’area

predisposta per la distruzione a premessa del contrattacco risolutivo (difesa mobile).

Questa modalità risulta preferibile quando le forze a disposizione sono sufficienti per

costituire le due aliquote e l’area delle operazioni ha una fronte ristretta.

Il frenaggio da posizioni alternate offre maggiore flessibilità in quanto consente di

schierare le forze in profondità e concede più tempo per il ricondizionamento sulle

posizioni arretrate.

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136 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Di contro, richiede un maggiore coordinamento per l’avvicendamento delle aliquote e

consente una minore concentrazione di fuoco.

7.7.2 Frenaggio da posizioni successive

In tale modalità, l’unità incaricata di condurre il frenaggio si articola, nel senso della

fronte, in più complessi tattici che, alternando nel proprio settore azioni dinamiche e

difese di posizioni, occupano posizioni arretrate successive (Figura 41).

Questa modalità risulta preferibile quando l’area delle operazioni ha una fronte ampia

e le forze disponibili non sono sufficienti per costituire le due aliquote.

Il frenaggio da posizioni successive consente di utilizzare tutta la potenza di

combattimento in ogni singolo ingaggio e facilita il Mission Command.

Di contro, il minor tempo a disposizione per organizzare le posizioni successive e il

maggior rischio di penetrazioni avversarie, riduce la flessibilità.

Figura 40: Esempio di Frenaggio da posizioni alternate

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137 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

7.8 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE DEL FRENAGGIO

7.8.1 Comando

Il frenaggio è un attività complessa condotta in condizioni non favorevoli e con

l’iniziativa in mano al nemico. Esso richiede piani di rapida esecuzione con una

manovra agile e flessibile. Il passaggio di responsabilità tra gli elementi che

conducono il frenaggio comporta l’adozione di misure di coordinamento dettagliate,

ma di facile comprensione.

La difficoltà principale per la condotta del frenaggio è data dai frequenti e veloci

movimenti delle unità in un’AOO caratterizzata dalla prevalente iniziativa del nemico,

sostenuta, eventualmente, da un considerevole fuoco aereo. In virtù di quanto detto,

la pianificazione e la condotta di un frenaggio deve tenere in debito conto le seguenti

considerazioni:

Unicità di Comando. Particolarmente importante in queste attività, in quanto il

Comandante gestisce le sue forze in maniera tale da preservarne coerenza

d’impiego e coesione. Il controllo sull’esecuzione va decentrato, sebbene sia

importantissima una pianificazione centralizzata e coordinata.

Azioni indipendenti. L’unità di frenaggio è mobile, bilanciata e capace di condurre

azioni indipendenti. Deve essere in grado di scoprire (find), frenare il nemico,

ripiegare sulla posizione successiva e costituire in proprio la riserva.

Profondità. Una forza di frenaggio deve ricercare profondità nell’area per

Figura 41: Esempio di Frenaggio da posizioni successive

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138 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

attaccare il nemico alle massime distanze. Qualora si presenti l’opportunità,

dovrebbero essere collocate unità in posizioni idonee per attaccare il nemico sui

fianchi o sul tergo lungo le probabili direttrici d’avvicinamento.

Comprensione. In un ambiente rapidamente mutevole, si potrebbe non disporre

di un preciso DENAM del nemico. Pertanto, gli assetti da ricognizione dovranno

fornire il massimo livello di dettaglio possibile, attraverso un continuo flusso

informativo. Tale contesto di indeterminatezza rende necessario disporre di una

riserva con elevata mobilità e potenza di fuoco.

Libertà d’azione. L’unità che conduce il frenaggio cerca di:

mantenere la propria libertà d’azione per tutta la durata dell’attività;

manovrare per colpire il nemico realizzando l’effetto shock e sorpresa;

mirare a disarticolare/neutralizzare il dispositivo nemico al fine di

frammentarne lo sforzo.

Punti di decisione. Per il pieno conseguimento del successo l’unità di frenaggio

non deve essere agganciata in maniera permanente dal nemico, né ripiegare

prematuramente. Pertanto, risulta determinante come “punto decisionale”101 il

momento in cui la forza di frenaggio si sgancia e ripiega sulla posizione

successiva.

7.8.1.1 Misure di Coordinamento e Controllo

Battlespace Management. È un aspetto critico per il successo di un’attività di

frenaggio, soprattutto perché il movimento di truppe attraverso posizioni amiche,

in condizioni sfavorevoli, è potenzialmente soggetto a situazioni caotiche e

possibili perdite dovute al fuoco amico. I Comandanti devono quindi disporre di

un solido piano di Battlespace Management, stilato sulla base delle stesse

considerazioni fatte per la difesa di posizione, per consentire una manovra sicura

e coordinata finalizzata ad evitare tale rischio.

Linea di passaggio di responsabilità (Hand Over Line). Rappresenta il momento di

maggiore criticità, in quanto consente alle forze di copertura di rompere il

contatto e cedere la responsabilità per la condotta dei combattimenti alla forza

principale di difesa. Uno stretto coordinamento tra le due componenti è vitale

affinché il passaggio di responsabilità abbia luogo con successo, non interrompa

le azioni condotte contro il nemico e non gli offra alcuna possibilità di sfruttare il

momento. Tale linea deve avere le seguenti caratteristiche:

essere ad una distanza, dalla posizione difensiva successiva, tale da non

consentire al nemico di batterla con fuoco indiretto;

garantire un trafilamento protetto all’unità in ripiegamento;

essere facilmente difendibile;

101 “Punto spazio-temporale, individuato durante il processo di pianificazione, in cui è previsto che il comandante debba prendere una decisione relativa ad una modalità di azione specifica.” – SMD-G-024 “Glossario dei termini e delle definizioni” - ed. 2007 (aggiornata nel 2009).

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139 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

disporre di itinerari di trafilamento e entry points alternativi;

essere facilmente identificabile sul terreno;

consentire l’erogazione del massimo volume di fuoco – diretto e indiretto – sia

da parte dell’unità in posizione sia da parte dell’unità in ripiegamento, nel

momento in cui ha luogo il passaggio di responsabilità. In tal modo si

eviteranno pause operative e si garantirà maggiore protezione all’unità di

frenaggio.

7.8.1.2 Morale

Il frenaggio rappresenta un’attività tattica impegnativa e dinamica condotta

verosimilmente in condizioni di inferiorità aerea, terrestre e informativa. La coesione

e la determinazione dell’unità di frenaggio rappresentano elementi fondamentali per

il successo dell’azione. Pertanto è essenziale preservare un elevato livello del morale

nelle truppe amiche.

Di seguito alcuni accorgimenti che possono contribuire al morale delle unità:

adottare un atteggiamento reattivo per sfruttare ogni possibile opportunità che si

presenti;

adottare un comunicazione interna attiva ed efficace per evitare la diffusione di

voci incontrollate che possano incidere negativamente sul morale delle truppe;

mantenere un sistema logistico e un supporto sanitario efficiente ed aderente.

7.8.2 Intelligence

Un flusso continuo di informazioni è vitale per il successo di un’attività tattica di

frenaggio. Una Grande Unità è in grado di monitorare costantemente il nemico,

determinarne le aree di concentrazione, gli assi di movimento e le vie tattiche,

preservando la mobilità delle proprie unità sul terreno in una situazione di fluidità

della manovra. Di particolare importanza, è la conoscenza di:

ritmo di progressione della manovra offensiva del nemico;

direttrice o direttrici d’attacco;

prevedibili intendimenti del Comandante nemico.

Le Esigenze Informative Critiche del Comandante (CCIR) necessitano normalmente di

coprire un’ampia area e di avere un grado di flessibilità tale per cui sia possibile

focalizzare la ricerca nei luoghi più diversi e, a seconda dell’evolversi dell’operazione,

anche con limitato preavviso. Se la formazione incaricata di condurre il frenaggio

viene sottoposta a particolare pressione, è necessario mantenere un giusto equilibrio

tra il preservare gli assetti specialistici con il loro potenziale di ricerca attraverso un

loro impiego in altri ruoli come, ad esempio, la sicurezza, la protezione dei fianchi e

degli spazi vuoti tra gli elementi principali della forza, e la necessità di assicurare

un’adeguata capacità di ricognizione avanzata. In tali circostanze può essere più

appropriato l’impiego di quegli assetti operativi e strategici e di quelle unità

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140 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

addestrate ad operare a largo spettro e che si muovono in estrema riservatezza,

come gli assetti HUMINT.

7.8.3 Manovra

7.8.3.1 Mobilità e contro mobilità

Il frenaggio avviene, di norma, in un terreno conosciuto. Tuttavia le possibilità della

manovra possono essere migliorate da attività nel campo della mobilità e contro

mobilità. In particolare:

Mobilità.

ricognizione di itinerari e delle posizioni dei Posti Comando;

miglioramento degli itinerari esistenti e controllo del flusso del traffico;

utilizzo degli assetti di supporto alla mobilità per mantenere in ordine e

migliorare le condizioni delle strade;

utilizzo di SOP e procedimenti tecnico-tattici ben compresi e provati;

posizionamento di sistemi di difesa aerea e di forze di sicurezza in prossimità

di punti di passaggio obbligato;

evacuazione dei civili prima del combattimento o obbligo del loro movimento

su strade non utilizzate dalla forza di frenaggio;

rapida evacuazione dei feriti e delle scorte in eccesso.

Contromobilità.

occupazione e controllo del terreno o di punti di passaggio obbligato che

dominano le probabili vie tattiche di avvicinamento del nemico;

integrazione e miglioramento degli ostacoli esistenti e realizzati;

impiego del Joint Fires per distruggere manufatti, impedire l’utilizzo di vie di

facilitazione e canalizzare le forze nemiche.

7.8.3.2 Impiego delle Forze

Come per la difesa, anche per il frenaggio la tipologia delle forze disponibili ha un

ruolo determinante nello schema della manovra così come la capacità del nemico, il

terreno e le condizioni meteorologiche. Il tempo permane una risorsa decisiva

specialmente per la scelta del momento del ripiegamento. Di seguito un esempio

d’impiego delle diverse tipologie di forze:

Ricognizione. Le forze da ricognizione non sono in grado di imporre un ritardo, se

non opportunamente rinforzate da altre forze, o in risposta ad un evento

estremamente critico. Se impiegate in compiti di vigilanza, esse possono imporre

indirettamente ritardo al nemico, colpendone le forze da ricognizione. Va sempre

tenuta in considerazione la necessità di preservare il livello di capacità per future

azioni. Altri compiti per le forze da ricognizione in un frenaggio possono

includere:

sorveglianza di spazi vuoti;

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141 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

protezione dei fianchi;

contribuzione al piano d’inganno;

protezione dell’Area delle Retrovie e dei punti critici necessari per il movimento

su terreno defilato e sui ponti.

Pesanti e Medie. Le forze pesanti e medie sono costituite da carri armati,

elementi corazzati di fanteria e da ricognizione e sono particolarmente indicate

per la condotta di un frenaggio nella maggior parte dei tipi di terreno. La

protezione e la potenza di fuoco dei carri può permettere a questa tipologia di

unità di ingaggiare il nemico con efficacia a lunga distanza e la loro mobilità gli

permette di muoversi velocemente tra posizioni successive o lungo un fianco del

dispositivo. Allo stesso tempo l’elevata mobilità che le caratterizza, unitamente

alla potenza di fuoco ed alla superiorità nel Comando e Controllo in azione,

conferisce loro la capacità di lanciare contrattacchi quando si manifesta

l’opportunità.

Leggere. Le forze leggere hanno una limitata capacità di condurre un frenaggio,

salvo che in terreni compartimentati, chiusi o edificati, in cui sia frequente la

presenza di interruzioni che costituiscono ostacolo al movimento. Tali forze

conducono il combattimento da posizioni successive organizzate per la difesa e,

in ogni caso, forzando il nemico a schierarsi per poterlo attaccare prima di

sganciarsi, per ripiegare sulla posizione successiva. La loro limitata protezione

richiede maggiore attenzione nello sganciamento e nel movimento retrogrado tra

le posizioni, che va condotto sotto protezione del supporto di fuoco ed utilizzando

itinerari per quanto possibile protetti.

Aeree. Il fuoco aereo nel frenaggio ha caratteristiche simili a quello delle

operazioni difensive. Esso ha un ruolo determinante nell’interrompere l’avanzata

del nemico, mediante la realizzazione di sortite successive. Ciò consente di

realizzare un sistema difensivo dinamico in grado di ritardare e ridimensionare le

forze nemiche, prima della battaglia difensiva. L’impiego delle forze aeree risulta

particolarmente efficace dove il Comandante non desidera impiegare altre forze

terrestri, come ad esempio al di là di un ostacolo o di una demolizione.

Riserva. Le forze in riserva sono importanti per mantenere la coesione e la

continuità del frenaggio, in particolare quando il nemico è riuscito a penetrare

sfruttando spazi vuoti tra gli elementi della forza. La riserva, di solito, è

relativamente piccola ed il più mobile possibile. I suoi compiti possono includere:

contenimento delle forze nemiche in un’area dove le forze impiegate risultano

essere insufficienti;

contrattacchi locali in corrispondenza di spazi vuoti, oppure allo scopo di far

sganciare forze che sono state impegnate duramente dal nemico;

occupazione di posizioni predeterminate a copertura di forze che

indietreggiano allo scopo di permettergli di continuare il combattimento in un

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142 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

terreno più favorevole.

In considerazione della potenziale ampiezza del settore di combattimento, è

spesso necessario costituire delle forze di riserva locali, piuttosto che concentrare

le forze su un’unica unità di riserva. Ai più bassi livelli, la forza di riserva è

minima, possibilmente costituita solo da un elemento dell’unità che non è

attivamente impegnato; a livello di G.U., le forze di riserva sono specificatamente

designate come tali.

7.8.4 Fuoco

7.8.4.1 Generalità

Le esigenze di supporto di fuoco nel frenaggio sono simili a quelle della difesa. Il

movimento, in combinazione col fuoco diretto, indiretto e joint, assicura che il nemico

venga disturbato/logorato senza che le unità amiche vengano agganciate.

L’unità di frenaggio utilizza la manovra per sganciarsi e muovere sulla posizione

successiva prima che il nemico concentri sufficiente combat power per sopraffarla.

Le linee di coordinamento consentono di coordinare il movimento delle unità e del

fuoco di supporto. Ordini emanati in forma speditiva consentono di adattare le linee

di coordinamento e controllo quando vi sia il pericolo di una penetrazione nemica.

L’azione di fuoco deve essere diretta prioritariamente contro elementi della

ricognizione nemica, sulle strutture di C2 e sui sistemi di difesa aerea.

7.8.4.2 Componenti del fuoco

Artiglieria. L’artiglieria può fornire un sostanziale contributo durante tutte le fasi

del frenaggio, colpendo il nemico mediante la concentrazione di fuoco alle

massime distanze. In virtù della sua capacità di battere un’ampia gamma di

obiettivi in tempi contenuti, l’artiglieria può essere impiegata non solo per

infliggere perdite ed indebolire la capacità offensiva del nemico, ma anche per

creare le condizioni per una manovra più aggressiva. Il fuoco di interdizione può

limitare la manovra delle forze nemiche impegnate nel combattimento, fornendo

un pronto ed accurato supporto contro le forze del secondo scaglione.

L’artiglieria può infliggere battute d’arresto alle unità nemiche in primo scaglione,

effettuando fuoco di sbarramento durante il disimpegno delle forze amiche;

inoltre può prevenire che il nemico chiuda la forza impegnata nel frenaggio.

Ciascun elemento della forza impegnata nel frenaggio richiede il supporto

dell’artiglieria, al fine di portare a termine i propri compiti, per cui è necessario

prevedere schieramenti di armamenti, lanciatori e munizioni sufficientemente

lontani. In alcuni casi questo significa lo schieramento all’interno dell’area della

forza stessa, cioè oltre la - MDA) con i rischi che ciò comporta. La decisione di

pianificare l’impiego dell’artiglieria così lontano significa anche anticiparne

l’utilizzo, rispetto alle successive fasi della battaglia, con la possibilità che sia armi

che munizioni possano essere persi nel corso dell’attività.

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143 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Aerei. Le operazioni aeree contribuiscono in diversi modi ad eliminare l’iniziale

vantaggio nemico relativo alla libertà di azione. Facendo ricorso a missioni di

interdizione aerea (Air Interdiction - AI), soprattutto durante il defilamento e

l’attraversamento, la forza aerea può ritardare, distruggere o neutralizzare le

forze di secondo scaglione nemico a cavaliere delle vie tattiche; in tal modo

contribuisce a guadagnare il tempo necessario ad eliminare gli elementi chiave

del nemico. Spesso è solo grazie all’impiego degli aerei che può essere ritardata

la penetrazione di forze in un’AOO o in spazi vuoti, fin quando le forze terrestri

siano nelle condizioni di ingaggiarle in combattimento. Le CAS possono essere

usate per creare un ulteriore concentrazione di fuoco.

Elicotteri. Valgono le stesse considerazioni fatte per la difesa di posizione.

Guerra Elettronica. L’unità di frenaggio può ricevere in concorso dal livello

superiore assetti di EW. Tali assetti consentono di disarticolare o confondere

l’avanzata nemica, ricorrendo al jamming e all’inganno; essi agiscono contro

elementi della ricognizione e le reti di Comando e Controllo del fuoco nemiche.

Queste azioni saranno particolarmente utili nella fase di sganciamento, nei

contrattacchi e nella sostituzione di unità a contatto.

7.8.5 Protezione

Sicurezza e protezione sono essenziali alla forza impegnata nel frenaggio per evitare

che la sorpresa nemica dia luogo ad un combattimento sfavorevole. Ciò comprende il

massimo ricorso all’occultamento e al mascheramento, all’attuazione di piani

d’inganno, all’adozione di misure per la sicurezza delle comunicazioni, alla guerra

elettronica, a misure di counter-intelligence ed anche alla protezione per il

movimento in punti critici, quali strettoie naturali e sui ponti. Il frenaggio comporta

anche l’accettazione di spazi vuoti non controllati ed il limitarsi a monitorare le aree

più ampie e meno minacciate, concentrando il grosso del loro combat power nelle

zone più sensibili. Le unità subordinate necessitano di provvedere in autonomo alla

sicurezza del proprio fianco.

7.8.5.1 Impiego del Genio

L’attività di frenaggio è condotta da forze che manovrano continuamente per

ingaggiare il nemico da posizioni precedentemente pianificate in profondità e che,

quindi, si muovono alla successiva posizione, prima che il nemico possa concentrare

sufficiente Combat Power per sopraffare o aggirare le stesse. Il mantenimento di un

ritmo molto elevato è un aspetto particolarmente significativo del frenaggio.

Le attività principali del genio, come per la difesa riguardano: contro-mobilità,

mobilità e sopravvivenza.

Contro-mobilità. La contro-mobilità può essere migliorata mediante:

occupazione e controllo del terreno, realizzando dei check point che

consentano di presidiare i probabili assi di movimento del nemico;

miglioramento degli ostacoli naturali, al fine di negare l’utilizzo degli itinerari;

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144 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

preparazione di ostacoli, inclusi i campi minati anticarro, interruzioni stradali e

demolizioni, per ridurre la mobilità nemica e contribuire al ridimensionamento

del suo potenziale offensivo, in combinazione con le forze di manovra.

Tutte le unità della forza impegnata nel frenaggio vanno perfettamente informate

su quali varchi sono tenuti aperti per il loro attraversamento, e va chiaramente

designato il Comandante responsabile per la loro chiusura.

Mobilità. Più la forza è mobile in confronto al nemico, maggiore è la probabilità di

successo. Il Comandante, pertanto, cerca di aumentare la mobilità della forza a

disposizione e, nel contempo, di ridurre quella del nemico. Il genio assolve i

seguenti compiti per accrescere la mobilità:

ricognizione degli itinerari;

miglioramento degli itinerari esistenti, del flusso dei movimenti e

approntamento di punti per l’attraversamento di corsi d’acqua;

utilizzo di procedure ben sperimentate e conosciute (SOP).

Sopravvivenza. Nell’attività di frenaggio le forze si muovono continuamente,

pertanto, il genio ha poco tempo per preparare fortificazioni campali estese.

Quando è possibile va predisposto un certo numero di posizioni su linee

successive.

7.8.5.2 OPSEC

anche nel frenaggio L’OPSEC è gestito dal G3 operazioni, il quale determina gli

elementi essenziali di informazione che devono essere protetti dall’intelligence

nemica. In particolare, l’inganno va pianificato per generare sorpresa e causare

indecisione e ritardo nell’azione nemica.

La sicurezza è ottenuta mediante lo sfruttamento del vantaggio concesso dall’oscurità

e, in generale, dalle altre condizioni di scarsa visibilità, prendendo le opportune

misure per la copertura durante il rischieramento di truppe e materiali. La sicurezza è

migliorata anche con l’impiego di falsi campi minati e false postazioni, garantendo

efficienti comunicazioni radio e disponendo sempre del supporto di fuoco d’artiglieria.

Ulteriori misure includono:

imposizione del silenzio radio alle unità non ingaggiate;

uso di false azioni e attività dimostrative;

impiego di misure di EW e ricorso ad attività di PSYOPS.

7.8.5.3 Difesa CBRN

Valgono le stesse prescrizioni indicate per la difesa di posizioni.

7.8.5.4 Difesa Controaerei

Il frenaggio viene generalmente condotto in situazione di superiorità aerea nemica.

Verosimilmente non saranno disponibili sufficienti risorse di difesa c/a per poter

garantire un’adeguata copertura dell’area di svolgimento dell’attività tattica. Vanno

stabilite le priorità dei compiti da attribuire a queste ultime e va pianificata la

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145 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

ridislocazione delle stesse per assicurare una difesa c/a efficace nel tempo e nello

spazio. Particolarmente delicato è il momento in cui la forza trafila attraverso il

dispositivo delle unità amiche schierate nell’area difensiva. La difesa c/a deve essere

coordinata continuamente con le operazioni aeree e dell’artiglieria per evitare il fuoco

fratricida. Inoltre, la corretta valutazione delle linee di volo e della tattica nemica è

essenziale per garantire protezione ed economia delle risorse.

7.8.6 Sostenibilità

Le considerazioni da fare per il sostegno dell’attività di frenaggio non sono molto

differenti da quelle fatte per la difesa mobile precedentemente descritta. I seguenti

punti devono comunque essere sottolineati:

gli assetti logistici dotati di sufficiente mobilità e protezione devono essere

dislocati nell’area del frenaggio; altri elementi di sostegno, o depositi, devono

essere dislocati preventivamente in posizione arretrata;

il movimento retrogrado degli assetti logistici deve essere integrato nel piano

generale del frenaggio per assicurare la continuità del sostegno logistico, la

sopravvivenza degli assetti logistici e la loro aderenza;

i rifornimenti devono comunque essere assicurati alla forza di frenaggio dopo la

rottura del contatto, in un'area sicura dal fuoco e dall'osservazione diretta del

nemico, a premessa di un azione successiva;

la pianificazione per il sostegno dell’attività di frenaggio deve prevedere anche

quella per la successiva attività tattica: offensiva, difensiva, di stabilizzazione o

abilitante;

il piano per i recuperi è fondamentale per assicurare che i punti di passaggio

obbligati e gli itinerari di esfiltrazione vengano mantenuti sgomberi.

7.8.6.1 Sostegno Sanitario

Il sostegno sanitario provvede ad una rapida evacuazione dei feriti verso le strutture

sanitarie schierate nelle retrovie. Per ciò che riguarda i materiali ed equipaggiamenti

sanitari, qualora si verifichi la necessità di lasciarli sul posto, in accordo a quanto

previsto dalle Convenzioni di Ginevra, vanno ben contrassegnati. Allo stesso modo il

personale sanitario può essere lasciato sul davanti con i feriti e, quindi, rischiare di

essere catturato. Lo staff medico, in accordo con il G3, è responsabile di prendere le

decisioni più opportune.

7.8.6.2 Polizia Militare

La Polizia Militare sarà coinvolta primariamente nel controllo stradale per garantire la

mobilità tattico-logistica. Essa assicura anche il controllo dei movimenti di rifugiati e

profughi (Displaced Persons and Refugees - DPRE) e dei Prigionieri di Guerra. Questi

ultimi vanno scortati nelle retrovie più velocemente possibile per evitare che vengano

coinvolti nella manovra della forza impegnata nel frenaggio.

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146 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

7.9 CONDOTTA

Il frenaggio può anche essere condotto da unità che operano in profondità nel

dispositivo nemico, con la missione di interdire un settore o una via tattica. Questo

tipo di operazione dipende dalla natura del terreno e dalla disponibilità del necessario

supporto di fuoco aereo, di elicotteri o di artiglieria/mortai per colpire in profondità. Il

frenaggio può essere condotto come un’attività indipendente o in combinazione con

altri tipi di attività. Tali attività, di solito, precedono un’attività difensiva come quella

di un’unità di copertura o di avanguardia. Una Brigata potrà essere chiamata a

condurre il frenaggio come parte di un dispositivo del livello superiore o in una delle

seguenti circostanze:

come unità di copertura per agevolare “l’assunzione del dispositivo difensivo” o il

ripiegamento del grosso;

come unità di copertura o avanguardia in contrasto a formazioni nemiche più

consistenti;

in un’operazione condotta per fissare o contenere un attacco nemico su di una

via tattica secondaria;

come unità di fissaggio in una difesa mobile.

Sebbene non sia possibile definire una rigida demarcazione, nella condotta del

frenaggio, si possono individuare tre fasi distinte ma collegate tra loro:

shaping e preparazione della battaglia;

azione di frenaggio;

rottura del contatto.

7.9.1 1^ fase: Shaping e preparazione della battaglia

Nel frenaggio l’organizzazione dell’AOO è simile a quella realizzata in difesa. Il

frenaggio comincia normalmente su di una linea di attestamento ricevuta nella

missione e si estende verso le linee arretrate dove la responsabilità di ingaggio del

nemico viene passata ad un’altra forza o in prossimità di una linea dove il tipo di

azione cambia (normalmente una linea di riferimento o una linea per l’hand over).

Alle unità del frenaggio verranno assegnati i limiti di settore; normalmente la fronte

occupata dalle Brigate e dai gruppi tattici sarà più ampia di quella adottata in difesa,

consentendo così maggiore libertà di manovra. Il Comandante dell’AOO deciderà i

settori dove condurre il frenaggio, le modalità di abbandono delle posizioni nonché il

monitoraggio dei settori non presidiati. In fase organizzativa occorrerà allocare

tempo sufficiente per:

definire la task organization;

condurre la ricognizione;

scegliere le posizioni;

scegliere e posizionare gli ostacoli realizzati;

condurre i movimenti preliminari;

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147 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

coordinarsi con le unità contermini;

elaborare il piano logistico.

7.9.2 2^ fase: Azione di frenaggio

L’unità incaricata di condurre il frenaggio si articola, di norma, su tre aliquote:

Schermo. Lo schermo è costituito da unità di cavalleria integrate da assetti

specialistici (ISR e Tiratori Scelti) e qualora disponibili da Joint Fires, elicotteri e

unità mortai. Il compito dell’unità di “schermo” è quello di ottenere il DENAM del

nemico il più rapidamente possibile. L’unità di schermo evita di farsi ingaggiare,

ma è pronta a cogliere le occasioni favorevoli per arrestare e logorare il nemico.

Unità di frenaggio. L’unità per il frenaggio sarà normalmente costituita da unità

carri, unità blindate e di fanteria integrate da elementi di supporto alla manovra,

Joint Fires, e elicotteri. Essa sfrutterà il fuoco alle massime distanze, la difesa di

posizioni, l’utilizzo di ostacoli, la condotta di contrattacchi, l’inganno per

disarticolare il dispositivo nemico, rallentarlo e logorarlo.

Riserve. Unità in riserva dovranno essere disponibili per:

sostenere l’azione delle posizioni avanzate;

agevolare l’estrazione dell’unità di frenaggio;

recidere eventuali penetrazioni.

Le migliori opportunità per le riserve si presentano quando il nemico ha appena

superato un ostacolo o sia temporaneamente separato dalle unità che seguono

(follow-on troops).

La natura dinamica dell’azione di frenaggio richiede un alto livello di Situational

Awareness e di coordinamento per garantire che:

l’unità di frenaggio non venga superata o isolata;

gli elementi che conducono il frenaggio provvedano al supporto reciproco;

le fasi del frenaggio inizino al momento pianificato o dettato dallo sviluppo della

manovra;

il passaggio di responsabilità tra l’unità di frenaggio e quella incaricata della

difesa avvenga senza eccessiva perdita di capacità operativa.

7.9.3 3^ fase: Rottura del contatto

Le forze in ripiegamento da una posizione difensiva rompono il contatto con il

nemico:

trafilando attraverso una posizione occupata da un’altra unità;

utilizzando il fuoco per neutralizzare il nemico;

effettuando contrattacchi;

rompendo improvvisamente il contatto, approfittando di un temporaneo

sbandamento del nemico e della sua incapacità di reazione.

La scelta corretta del momento per ripiegare da una posizione all’altra risulta cruciale

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148 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

affinché l’azione di frenaggio consenta di guadagnare il tempo stabilito in fase di

pianificazione.

Il passaggio di responsabilità tra la forza di frenaggio e quella incaricata di condurre

un’altra attività avviene in corrispondenza di una linea di hand over – take over; tale

fase dovrà essere pianificata dettagliatamente e eseguita rapidamente. Nella

condotta di tale attività, elementi della forza che subentra dovranno essere proiettati

in avanti. Il supporto di fuoco indiretto sia dell’unità di frenaggio sia delle unità

subentranti dovranno poter integrare la loro azione.

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149 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

8. LE ATTIVITÀ TATTICHE DI STABILIZZAZIONE

8.1 GENERALITÀ102

Per la forza militare, le attività di stabilizzazione non sono una novità: la storia, anche

quella più recente, rivela centinaia di operazioni focalizzate su questo tema. Esse

sono capaci di ridurre e gestire le tensioni che potrebbero portare o avere già portato

alla violenza e all’instabilità all’interno di uno Stato.

Le attività di stabilizzazione comprendono compiti e azioni intraprese dalla forza

militare, anche in coordinamento con le autorità locali, mandatarie o altre agenzie

civili per mantenere o creare un ambiente sicuro. Il coinvolgimento inter-agenzia

nella stabilizzazione è improbabile senza una sicurezza adeguata e un ambiente

permissivo. Il ruolo principale della forza militare è quello di sostenere le attività di

stabilizzazione e contribuire, insieme ad altri attori, alla sicurezza dell’area per

consentire gli sforzi non militari.

Le attività di stabilizzazione “militare” possono essere descritte come quelle attività

militari che cercano di stabilizzare la situazione creando le condizioni per la

ricostruzione e lo sviluppo di una determinata area geografica. Lo scopo è quello di

creare e supportare la sicurezza e il controllo, ripristinare i servizi (o sostenere le

agenzie civili nel farlo) e aiutare le agenzie civili a sviluppare le istituzioni locali

rendendole più responsabili ed efficaci.

Al fine di sviluppare queste attività, è necessario avere un budget finanziato, in

particolare per i progetti CIMIC. I fondi devono essere assegnati alla missione nella

fase di pianificazione, prima dell’esecuzione dell’operazione. Ciò è rilevante perché il

denaro immediatamente disponibile determinerà il numero e il livello di progetti che

possono essere completati. Questo aspetto sarà cruciale nell’esecuzione iniziale di

operazioni considerate ad alta minaccia perché nell’area saranno presenti poche

ONG/IO che, a causa dell’ambiente non permissivo, non saranno in grado di svolgere

i loro compiti. L’autorità finanziaria deve essere delegata al livello appropriato al fine

di utilizzare i fondi assegnati in modo tempestivo e, quindi, ottenere gli effetti

desiderati. Per esempio, a livello tattico, il finanziamento di piccoli progetti ad

impatto rapido sarà significativo per migliorare la credibilità della forza militare agli

occhi della popolazione.

8.2 FATTORI CHIAVE PER IL SUCCESSO

Nel pianificare e condurre le attività di stabilizzazione si dovrà tenere conto dei

seguenti principi:

Knowledge & Intelligence. Stabilire una base di conoscenza approfondita sulle

realtà politica, sociale, economica e culturale (anche religiosa se opportuno) è

fandamentale per comprendere i processi umani all’interno dell’AOR. In

102 Per approfondimenti NATO ATP-3.2.1.1 “Guidance for the conduct of Tactical Stability Activities and Tasks”- ed. 2010.

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150 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

particolare è essenziale redigere schede informative relative ai personaggi di

interesse dell’AOR (High Value Individuals, HVIs) e uno schema dei loro rapporti

interpersonali; queste schede, a seconda della convenienza, dell’opportunità e

delle ROE attivate, potranno o meno tradursi in pacchetti bersaglio (Target

Folders) per la successiva eventuale “targettizzazione”, con effetto desiderato

generalmente non letale;

definizione degli obiettivi. I comandanti devono comprendere gli obiettivi dei

Comandanti superiori, i collegamenti con le loro attività e le relative missioni.

Ogni azione deve essere pianificata e condotta in armonia con l’intento e gli

obiettivi dei Comandi superiori;

unicità dello sforzo. Per raggiungere gli obiettivi deve esserci una chiara

unicità dello sforzo attraverso tutti i livelli di Comando. Idealmente, esso

dovrebbe essere anche condiviso con gli altri attori coinvolti nelle operazioni e

implementato anche ai livelli più bassi. Occorre che i Comandanti comprendano il

collegamenti tra gli effetti delle loro attività e gli obiettivi pianificati, nonché la

necessità di lavorare con le istituzioni locali e le agenzie civili;

economia delle forze. Le attività di stabilizzazione sono onerose in termini di

personale e tempo al fine di garantire un’adeguata cornice di sicurezza e difesa

delle aree vitali. Gli sforzi devono essere finalizzati a ridurre le attività e

consentire ad altre agenzie di assumerli quando possibile;

flessibilità. I Comandanti devono essere in grado di modificare i piani da

intraprendere per sfruttare le opportunità che si verificano nell’ambiente in cui

operano. La flessibilità richiede una visione dello spazio di battaglia comune a

tutti i Comandanti e una chiara comprensione dell’intento del Comandante

superiore. Essenziale è una raccolta e diffusione delle informazioni in modo da

avere un processo decisionale efficace e rapido ed una forza agile che può

modificare i propri compiti rapidamente. Lavorare con la popolazione civile e gli

altri attori sotto la minaccia dell’avversario non richiede solo forza mentale,

coraggio e resistenza ma anche una grande flessibilità;

iniziativa. La pianificazione e l’esecuzione delle attività e dei compiti di

stabilizzazione richiedono un’iniziativa costante. Le unità coinvolte avranno la

responsabilità operativa di una grande area e, in molti casi, lavoreranno in modo

indipendente. L’effettiva attuazione delle proprie missioni può essere raggiunta

solo attraverso una combinazione di iniziativa, flessibilità e comprensione della

situazione. L’iniziativa è necessaria al fine di migliorare le condizioni civili e

prevenire il deterioramento della situazione. I Comandanti dovrebbero

identificare gli obiettivi, anche non militari, fondamentali per raggiungere gli

effetti desiderati. Le attività di stabilizzazione non possono avere successo se

reagiscono solo alle iniziative nemiche;

mantenimento di un adeguato livello di attenzione. Soprattutto durante le

operazioni di stabilizzazione protratte nel tempo, c’è il rischio di cadere nella

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151 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

routine. Tali tendenze devono essere costantemente contrastate. La vigilanza

non deve mai diminuire. Tutto il personale militare deve tenere presente che, in

qualsiasi momento e senza preavviso, si può sviluppare una situazione che

richiede loro di combattere;

sorpresa. Questo principio può essere molto importante quando si esegue

un’azione offensiva e difensiva, ma nelle attività di stabilizzazione è richiesto un

approccio chiaro e aperto verso la maggior parte degli attori coinvolti. La

sorpresa può limitare gli effetti delle attività svolte e può oscura l’intento di

proteggere l’area e sostenere la popolazione. L’elemento della sorpresa può

essere usato, ma richiede un’attenzione particolare;

sicurezza. La sicurezza protegge la coesione, impedisce la sorpresa e assicura la

libertà di azione. Deriva da misure prese da un Comandante per proteggere le

sue forze mentre si assumono i rischi necessari e calcolati per affrontare

l’avversario (compreso il supporto da parte della popolazione) e allo stesso

tempo per mantenere un collegamento con la popolazione, le organizzazioni

locali, le istituzioni governative e gli altri attori presenti. In tutti i casi i

Comandanti devono garantire sicurezza attiva attraverso ricognizioni, posti di

blocco e pattugliamento;

semplicità. La pianificazione e l’esecuzione delle attività di stabilizzazione

richiede particolare attenzione nel coordinamento e sincronizzazione con gli attori

presenti nell’Area delle Operazioni. Sebbene tutti gli attori possano avere lo

stesso end state da raggiungere, diversi possono essere gli approcci su come

raggiungere gli effetti desiderati. La complessità del processo di stabilizzazione

può essere limitata solo agendo nel modo più semplice possibile. Le unità

dovrebbero avere missioni precise e chiare;

multi-nazionalità. Le attività di stabilizzazione saranno eseguite non solo in

stretta collaborazione con forze della coalizione e la popolazione locale, ma anche

con molte IO e ONG. La multi-nazionalità si estende quindi al di là della

conoscenza della cultura locale e richiede cooperazione e comprensione del

comportamento sulla base del background dei rappresentanti di una vasta

gamma di culture;

legittimità. La legittimità ha una componente legale e sociale. Lo spiegamento

di soldati di un Paese, entro i confini nazionali o al di fuori di esso, deve sempre

essere basato su una base legale. Durante lo schieramento l’unità deve rispettare

le regole di diritto nazionale e internazionale. Nella maggior parte dei casi,

esistono ulteriori regole applicabili a qualsiasi operazione conosciute come le

regole di ingaggio (ROE). La legittimità legale non è negoziabile. All’inizio di

un’operazione contribuisce anche alla credibilità di un’unità. È anche molto

importante la legittimità su base sociale per il proseguimento e il completamento

del successo delle operazioni militari. Il risultato del modo di esecuzione scelto

dal Comandante può influenzare il livello di supporto tra la popolazione locale, la

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152 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

popolazione nel Paese di origine e l’opinione pubblica. Quando si selezionano le

unità e i sistemi d’arma da schierare, il Comandante deve sforzarsi di prevenire

danni non necessari o collaterali.

8.3 TIPOLOGIE DI ATTIVITÀ TATTICHE DI STABILIZZAZIONE

Le attività militari di stabilizzazione sono: “l’insieme unitario delle attività/compiti

condotti dalla componente militare nell’ambito di un più ampio intervento di

Stabilization & Reconstruction e/o gestione di una crisi internazionale”. In tale

contesto, l’obiettivo strategico-militare consiste nella transizione della sicurezza

ovvero il passaggio della responsabilità dell’ordine pubblico e sicurezza generale dalla

Forza d’Intervento alle Autorità locali. Le attività tattiche di stabilizzazione vengono

quindi condotte a tutti i livelli, in tutti gli ambienti e tipologia di campagna, e devono

essere pianificate a ciclo continuo e condotte contemporaneamente con attività

tattiche offensive e difensive. L’impatto stabilizzante o destabilizzante delle attività

tattiche deve essere attentamente valutato e ponderato in relazione all’ambiente

operativo di riferimento. Come in qualsiasi attività tattica militare, la chiave per

l’assolvimento del compito ricevuto risiede nell’applicazione del Maoeuvrist Approach.

In tale contesto, le attività tattiche di stabilizzazione contribuiscono alla gestione

della più complessa disciplina della stabilizzazione, principalmente gestita da

organizzazioni civili. Per spiegare meglio il concetto si possono sinteticamente

evidenziare i seguenti elementi relativi alle attività di stabilizzazione:

il progressivo passaggio della leadership da militare a civile in base alle condizioni

di sicurezza;

la coesistenza di attività militari e civili di diversa natura;

la possibile estensione delle attività militari all’intero spettro delle operazioni;

il ruolo primario delle attività civili a fronte di quelle militari nella ricostruzione;

la necessità di agire in un quadro legale a valenza sovranazionale, da cui derivi la

legittimità dell’uso della forza.

Le attività tattiche di stabilizzazione sono le seguenti:

sicurezza e controllo (security control);

supporto alla riforma del settore della sicurezza (Security Sector Reform – SSR);

supporto al ripristino dei servizi essenziali della popolazione;

supporto alla ricostruzione del governo locale.

8.3.1 Sicurezza e controllo (Security and Control)

Lo scopo di questa attività tattica è di mantenere o ripristinare, in stretta

collaborazione con le autorità locali ed altre agenzie civili, un ambiente sicuro (Safe

and Secure Environment - SASE) per la popolazione e che permetta agli altri attori

civili (organizzazioni umanitarie governative, non governative o private) la

conduzione di attività di propria competenza. In particolare, al termine di attività

offensive (soprattutto nelle aree abitate), mettere in atto tutte quelle attività che

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153 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

permettono di garantire la SASE contribuisce in maniera sostanziale al successo di

un’attività tattica di sicurezza e controllo. Ciò può avvenire solo attraverso la

riduzione e la gestione di tutte quelle tensioni che hanno portato, o che possono

portare, all’uso della violenza ed al mancato rispetto della legge. Al termine di un

conflitto, in contesti dove sono state condotte attività militari a spiccata connotazione

offensiva (Major Offensive Activities), la successiva attività di sicurezza e controllo

assume particolare rilevanza e priorità, soprattutto nelle aree densamente popolate.

È evidente che un ambiente sicuro rappresenta una condizione fondamentale, a

premessa di qualsiasi attività di post-conflitto. In contesti di crisi riferiti a calamità

naturali, coloro che sono chiamati a garantire la cornice di sicurezza sono, di norma,

le forze di polizia, mentre alle unità militari può essere richiesto di fornire supporto

all’assistenza umanitaria.

Laddove, però, le forze di polizia non siano in grado di garantire un sufficiente livello

di sicurezza, o in contesti post-conflittuali, è verosimile che il ruolo primario condotto

dalla componente militare sia quello di condurre attività di sicurezza e controllo,

soprattutto in contesti caratterizzati da azioni ostili (da avversari irregolari), dove il

contributo militare alla sicurezza diventa un fattore primario. In questo caso, l’attività

di sicurezza e controllo diventa essenziale e tale da richiedere l’impiego di risorse e

mezzi adeguati all’estensione dell’area di responsabilità ed al numero di abitanti della

stessa. L’attività di “sicurezza e controllo” può comprendere più compiti tattici, sia

propri della stabilizzazione (es. pattugliare, scortare, ecc.), sia pertinenti anche ad

altre attività tattiche come quelle offensive (es. distruggere, catturare, supportare

con il fuoco, ecc.), difensive (es. scortare, bloccare, occupare, ecc.) o abilitanti (es.

riconoscere, osservare, ecc.). Durante la condotta dell’attività di sicurezza e controllo,

la Grande Unità è chiamata a garantire la sicurezza dell’ambiente; pertanto, la

componente militare può essere impiegata sia direttamente in azioni cinetiche di

combattimento, allo scopo di soffocare focolai di rivolta, insurrezioni armate o

minacce provenienti da formazioni militari o militarmente organizzate, sia nel

concorso all’ordine pubblico in supporto alle forze dell’ordine locali. In alcuni casi, le

forze d’intervento possono assumere la responsabilità di ripristinare/garantire l’ordine

pubblico e di far rispettare le leggi. In casi eccezionali, può essere richiesta anche

l’esecuzione di attività di polizia (protezione di singoli individui e/o di proprietà,

attività di indagine, ecc.).

In tale ambito quindi diviene fondamentale:

far cessare eventuali manifestazioni di violenza su larga scala;

ripristinare e mantenere l’ordine pubblico;

assicurare il monopolio dell’uso della forza nelle mani delle istituzioni locali;

garantire la libertà di movimento a tutto il personale (militare e civile, locale ed

internazionale) presente all’interno della propria Area di Operazioni.

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154 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Tali compiti comportano un massiccio impiego delle unità sul terreno per garantire

una presenza visibile e creare un ambiente che sia, o venga percepito, sicuro.

In tale ambito è importante ricordare che fino a quando le forze di sicurezza locali

non dimostrino sufficienti garanzie di operatività, la forza d’intervento può essere

chiamata a garantire anche la sicurezza “esterna” del Paese che si esplicita

attraverso: la prevenzione e la deterrenza nei confronti di qualsivoglia minaccia

proveniente dall’esterno; il contrasto alle attività illegali transnazionali (contrabbando,

tratta di esseri umani, pirateria, ecc.); nonché, attraverso l’integrità territoriale della

Host Nation.

In tali attività le unità militari possono essere integrate da elementi/assetti

provenienti da altri dicasteri/agenzie (Interni, Economia e Finanze, Politiche Agricole)

per l’assolvimento di compiti specifici dove sia richiesta la presenza di specialisti. Nel

caso di HN confinante con il mare, diventa indispensabile l’uso di assetti aeronavali

per il controllo delle acque territoriali, per la lotta alle attività illegali condotte sul

mare e per la protezione degli interessi economici della HN.

8.3.2 Supporto alla riforma del settore della sicurezza (SSR)

Un aspetto di fondamentale importanza per la ripresa dello sviluppo di uno Stato è la

SSR e rappresenta il complesso dei programmi e delle attività intrapresi da una

Assisted Nation (AN) per migliorare i sistemi e i processi del Settore Sicurezza

(include protezione, sicurezza e giustizia). La SSR è un’attività che comporta

l’impegno della AN nel lungo periodo e che normalmente richiede ingenti risorse e la

partecipazione coordinata e attiva dei diversi attori coinvolti. Per essere implementata

efficacemente, la riforma necessita di un ambiente stabile e, pertanto, in situazioni di

crisi, si rende spesso necessario un intervento esterno per sostenerla.

Quindi, con il termine Security Sector qui s’intende l’aggregato delle seguenti

funzioni/istituzioni:

istituzioni di sicurezza (Forze Armate, Polizia, Guardie di Frontiera, ecc.);

organi di gestione e supervisione della sicurezza (Difesa, Interni e Commissioni

varie);

sistema di giustizia penale, giudiziario e penitenziario;

agenzie e servizi di sicurezza privata.

La Grande Unità può essere chiamata a fornire il proprio supporto al processo di SSR

nell’ambito del quale il possibile contributo militare si esplica principalmente in

termini di “assistenza militare”. Quest’ultimo termine, nella sua accezione più

generale, racchiude un insieme di attività di vario genere, condotte in supporto a

componenti del comparto di sicurezza locale, attraverso tutto lo spettro dei conflitti.

Nei contesti di stabilizzazione, in particolare, la tipologia di attività che ricade sotto

l’alveo dell’assistenza militare varia considerevolmente e può andare dalla fornitura di

addestramento militare basico, al supporto delle forze locali nella pianificazione e

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155 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

condotta di operazioni militari, ad attività proprie di Mentoring and Advising (M&A) a

livello operativo/strategico.

Contribuiscono al SSR:

Disarmament, Demobilisation and Reintegration (DDR)

Stability Policing (SP);

Security Force Assistance (SFA).

Figura 42: Contributo al SSR

8.3.2.1 Disarmament, Demobilization and Reintegration (DDR)

È un processo integrato e multinazionale che contribuisce alla S&R attraverso il

disarmo dei combattenti, la loro dimissione dalle forze armate e la successiva

integrazione nella società. I programmi di DDR sono generalmente parte di altri

programmi di demilitarizzazione e consolidamento della stabilità e sono strettamente

connessi con i processi di SFA in supporto al SSR.

Pertanto il DDR non è considerato come una mera attività tecnica, ma come un

processo integrato multidimensionale che si focalizza principalmente sulla gestione

dei problemi di sicurezza che insorgono quando, durante la transizione dal conflitto

alla pace, gli ex-combattenti (regolari ed irregolari) rimangono privi di mezzi di

sostentamento o reti di supporto che non siano le vecchie strutture militari.

Attraverso attività di disarmo, di destrutturazione delle organizzazioni militari o

paramilitari e di reinserimento nelle comunità di appartenenza, il DDR mira a

supportare gli ex-combattenti aiutandoli a reintegrarsi nella società civile ed a farli

diventare partecipanti attivi del processo di pace.

Nell’ambito del DDR, sebbene il compito più ricorrente di garantireuna sufficiente

cornice di sicurezza all’intero programma venga, di norma, assegnato alla

componente militare, è possibile individuare le seguenti potenziali aree d’impiego

dove può essere richiesto un contributo da parte della componente militare:

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156 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

supporto alla pianificazione;

raccolta delle informazioni in fase disarmo;

campagna di sensibilizzazione nei confronti della popolazione civile;

processo di monitoraggio e valutazione;

gestione e maneggio di armi, munizioni ed esplosivi;

supporto logistico.

8.3.2.2 Stability Policing (SP)

Le attività di Stability Policing sono condotte con l’obiettivo di creare un ambiente

sicuro e protetto (SASE), ripristinare l’ordine pubblico e la sicurezza e stabilire le

condizioni per soddisfare le esigenze a lungo termine in materia di governance e

sviluppo (in particolare attraverso la riforma del settore della sicurezza). La SP

contribuisce al ripristino e/o al miglioramento dell’ordine pubblico e della sicurezza;

dello stato di diritto; della protezione dei diritti umani; nonché all’abilitazione e allo

sviluppo di una pace sostenibile103.

La SP e la SFA sono due aspetti del contributo allo Sviluppo delle forze di sicurezza,

mentre la SP focalizza le attività a favore delle forze di polizia, la SFA si indirizza allo

sviluppo delle forze militari.

8.3.2.3 Security Force Assistance (SFA)

La SFA è il complesso delle attività volte a potenziare o migliorare, anche tramite il

supporto diretto, lo sviluppo sostenibile delle LSF104 e delle istituzioni ad esse

associate in zone di crisi105.

L’obiettivo principale è quello di creare/sostenere/dotare le istituzioni della difesa di

un’autorità legittima affinché siano capaci autonomamente di generare, impiegare e

sostenere le proprie forze armate, allo scopo di contribuire alla stabilità locale e/o

regionale. Le LSF dovranno pertanto possedere i seguenti requisiti:

competent: competenti in tutte le funzioni e ad ogni livello, da quello

ministeriale al singolo soldato;

capable: capaci, dimensionate e generate in maniera sostenibile nel tempo, in

accordo alle risorse garantite dalla AN stessa, con capacità adeguate ad

assolvere la missione assegnata dall’autorità politica locale legittima;

103 NATO, AJP-3.22 “Allied Joint Doctrine for Stability Policing”, ed. A V. 1 July 2016. 104 Con l’acronimo LSF, nell’ambito della presente pubblicazione, si intendono esclusivamente le forze militari legittime che rispondono al Ministero della Difesa (o istituzione equivalente) della AN e che vengono appositamente definite dall’autorità politica nazionale quali beneficiarie della SFA in Teatro Operativo. Le forze di Polizia, attori fondamentali per la sicurezza, anche se militari, non sono considerate parte delle LSF e le attività eventualmente condotte allo scopo di generarle o sostituirle, fossero anche condotte con il contributo di personale e capacità dell’E.I., non rientrano nel concetto di SFA ma in quello di Stability Policing. 105 Cfr. NATO, AJP 3.16 “Allied Joint Doctrine for Security Force Assistance”, ed. 2016: “Security force assistance (SFA) includes all NATO activities that develop and improve, or directly support, the development of local forces and their associated institutions in crisis zones. Local forces comprise indigenous, non-NATO military security forces and will be defined by the North Atlantic Council (NAC)”.

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157 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

committed: dedite, impegnate nel garantire la difesa dello Stato, delle

istituzioni e la sicurezza della popolazione, in quanto depositarie della fiducia

della nazione e della comunità internazionale.

confident: fiduciose, sia nei riguardi del paese/coalizione che fornisce assistenza

sia in se stesse; di essere, cioè, in grado di incrementare/costruire le proprie

capacità di creare sicurezza per il proprio paese.

accountable: responsabili di operare nel bene e per il bene del proprio paese,

sulla base dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani internazionalmente

riconosciuti, nei confronti del livello politico e della popolazione.

In sostanza, le attività SFA mirano a sviluppare capacità militari che consentano alle

istituzioni legittime di assicurare, in autonomia, la difesa dello Stato dalle minacce

interne ed esterne alla stabilità e alla sicurezza con cui la AN deve confrontarsi. Per

ottenere questo obiettivo, è necessario che la struttura delle LSF rispecchi, in linea di

principio, le soluzioni, le tradizioni e le esperienze militari locali, quelle normalmente

più attagliate all’esigenze del paese partner.

L’acronimo GOTEAM (Generate, Organize, Train, Enable, Advise, Mentor)

rappresenta il modello d’intervento, lo stesso della NATO, e aiuta a ricordare e a

visualizzare le attività SFA che possono essere sviluppate nell’ambito di tutto lo

spettro delle operazioni.

In funzione dell’ampiezza dell’intervento, l’azione unitaria indispensabile al

conseguimento dell’obiettivo sarà tanto più efficace quanto maggiore sarà la sinergia

dei contributi Joint, Interagency, Intergovernmental e, ove possibile, Multinational

messi in campo.

8.3.3 Supporto al ripristino dei servizi essenziali della popolazione

Nella fase iniziale di un intervento di stabilizzazione, a seguito di una situazione

conflittuale, venuti meno gli enti e le organizzazioni che normalmente si occupano

della fornitura dei servizi essenziali alla popolazione, può essere chiesto alla Grande

Unità di contribuire al ripristino di tali servizi, nonché delle strutture e degli enti che

possano occuparsene.

Grazie al favorevole impatto sulla sfera delle percezioni, questo tipo di attività

contribuisce ad accrescere il grado di accettazione della forza da parte della

popolazione. In tale ambito vengono spesso fatte rientrare alcune attività di

cooperazione civile-militare (CIMIC). Al riguardo è importante evidenziare che tali

attività sono mirate a facilitare l’esecuzione della missione, ossia a supportare

direttamente la forza, favorendo l’accrescimento del consenso da parte della

popolazione, attraverso la realizzazione di progetti di facile e rapida realizzazione

(Quick Impact Projects – QIP). I compiti tattici che possono essere assegnati alla

componente militare comprendono:

supporto al ripristino dei servizi base. Consiste in tutti quei lavori condotti dalle

Forze Multinazionali, quali la riparazione del servizio di distribuzione dell’acqua,

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158 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

dell’elettricità, la riparazione di strade, lo scavo di pozzi, ecc., aventi come finalità

il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione civile. È opportuno che,

non appena possibile, tali responsabilità vengano restituite alle autorità locali.

supporto ai programmi umanitari. Comprende attività come il trasporto di cibo e

acqua a favore della popolazione locale in caso di emergenza, l’installazione di

tendopoli, la partecipazione a campagne di vaccinazione, ecc.

Tutte queste iniziative, vanno coordinate nello spazio e nel tempo per evitare

sovrapposizioni, ridondanze e sprechi di risorse ed è opportuno che, non appena

possibile, tali incombenze vengano restituite alle autorità locali.

Basti pensare alle necessità dei servizi essenziali in situazioni di emergenza, dove un

intervento civile organizzato non sia stato ancora avviato o le condizioni di sicurezza

non siano permissive. Questa tipologia d’intervento che, peraltro, deve essere

limitata nel tempo, richiede un lavoro di preparazione specifico nel quale è opportuno

considerare l’impiego di consiglieri esperti nel soccorso umanitario.

8.3.4 Supporto alla ricostruzione del governo locale

Durante le prime fasi di un intervento, quando le istituzioni locali sono ancora assenti

o non efficienti e gli attori civili non sono stati ancora coinvolti, le forze militari

possono trovarsi a dover garantire alcuni obblighi istituzionali civili di “buon governo”,

per evitare la totale disgregazione sociale.

La ricostruzione del governo locale, infatti, è un’attività di responsabilità principale

delle organizzazioni civili a cui, in caso di necessità, la Forza Multinazionale può

fornire supporto.

In questi casi riveste particolare importanza la CIMIC mediante lo sviluppo di progetti

concordati con le istituzioni locali. Lo sviluppo di tali progetti inoltre, contribuisce a

guadagnare il supporto della popolazione locale verso le Forze Multinazionali, cosa di

particolare rilevanza se l’attività di stabilizzazione è inserita all’interno di una

campagna di contro guerriglia (COIN). I compiti tattici che possono essere assegnati

alla componente militare comprendono di norma il supporto: al controllo delle

frontiere, al programma di identificazione, ai Tribunali Penali Internazionali, ai

programmi di riconciliazione, alle elezioni, al ripristino della rete di trasporti.

8.4 ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE

8.4.1 Comando

8.4.1.1 Influenza

La G.U. pianifica le attività tattiche di stabilizzazione per orientare i comportamenti

dei vari attori al fine di ottenere il risultato voluto sulla popolazione locale. In un

ambiente condizionato da relazioni conflittuali tra la nazione ospitante, i gruppi

d’opposizione e la popolazione, bisogna cercare di plasmare:

l’audience nazionale;

i key leaders regionali e la popolazione;

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159 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

i partner della coalizione;

l’opinione pubblica internazionale.

In particolare, la matrice di influenza della G.U. viene costituita a seguito dell’analisi

effettuata sugli individui “chiave” (key elements) e sul loro potere di influenza e viene

utilizzata per la condotta delle attività tattiche che consentono di plasmare il potere

di tali personaggi in linea con la pianificazione della G.U..

8.4.1.2 Approccio integrato

Le attività tattiche di stabilizzazione richiedono la condotta simultanea di una vasta

gamma di azioni da parte di attori differenti che si traducono in una pianificazione

coordinata a livello interministeriale, interagenzia e, molto spesso, multinazionale.

8.4.1.3 Addestramento congiunto

Al fine di massimizzare i benefici dell’approccio integrato è opporuno prevedere

periodi di addestramento congiunto con tutti gli attori interesssati all’operazione.

Questo consentirà, inoltre, di integrarsi più rapidamente nel dispositivo della missione

e di operare con maggiore efficacia.

Il comando della G.U. può fornire i mezzi per consentire un approccio integrato più

ampio, ciò grazie alle risorse disponibili ed alla possibilità di fornire sicurezza.

8.4.1.4 Collaborazione con partners

Quando si è inquadrati e/o si opera in una coalizione, la comprensione della cultura

militare, degli obiettivi politici, dei caveats politici, delle forze operative e dei limiti

degli alleati ha un impatto significativo sulla pianificazione e condotta delle operazioni

della G.U.. La pianificazione della G.U. deve tener conto dei mandati, delle scadenze,

del modus operandi e dei caveats degli altri attori che operano nell’ambito della G.U.

(Elementi Multinazionali, di altri ministeri, NGO106 e della nazione ospitante).

8.4.2 Intelligence

8.4.2.1 Comprensione

Il successo delle attività tattiche di stabilizzazione dipende dalla comprensione del

contesto operativo; nonché, delle dinamiche e degli elementi chiave del conflitto.

Essa garantisce che tempestive e opportune misure siano sviluppate per influenzare i

gruppi obiettivo selezionati. E' essenziale sviluppare, già durante la fase di IPOE e

atttraverso il processo di Knowledge Development, una buona comprensione della

società, della sua storia e cultura, delle origini del conflitto, della demografia, delle

dinamiche politiche, delle strutture di potere influenti, delle influenze regionali e del

complesso di attori coinvolti (civili, militari, criminali, ecc.). Il successo delle attività

della G.U. risiede nella capacità di adeguare o migliorare rapidamente la propria

comprensione del contesto operativo in risposta al mutare dell’ambiente.

106 Non-Governmental Organization, Organizzazioni non Governative.

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160 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

8.4.2.2 ISR

Le unità che effettuano attività tattiche di stabilizzazione hanno un’area di

responsabilità più vasta rispetto ad altre operazioni e questo richiede un supporto

ISR molto più preciso; i dati biometrici e lo sfruttamento di dati derivanti dallo studio

di materiali e persone sono fondamentali quando si opera “tra la gente”. Come in

ogni tipologia di operazione, l’informazione dettagliata, preventiva e costantemente

aggiornata da parte dell’ISR, costituisce la base per determinare le attività

necessarie.

8.4.2.3 Situational Awareness

Mantenere la Situational Awareness e sapere come e quando agire per ottenere

l'effetto desiderato è da considerarsi un aspetto fondamentale. La G.U. nelle attività

tattiche di stabilizzazione deve bilanciare lo sforzo delle unità ISR tra la raccolta dati

per il targeting nell’immediato e l'intelligence a lungo termine necessaria per

sviluppare la “comprensione”. Il personale della branca G2, e in particolare la

componente HUMINT, conduce attività specifiche per analizzare le tendenze e i

possibili collegamenti, facendo particolare attenzione alla vasta gamma degli attori

coinvolti nel sistema.

8.4.2.4 Ambiente socio-culturale (Human Terrain)

Lo Human Terrain è l’insieme delle organizzazioni sociali, politiche ed economiche;

nonché, delle tradizioni, dei valori e delle forme di interazione di una popolazione. La

sua comprensione è uno dei fattori chiave per il successo delle attività tattiche di

stabilizzazione e supporta la pianificazione, l'esecuzione e la verifica dell’influenza. A

livello operativo e tattico identificare il “chi, cosa, dove e quando” in relazione alle

caratteristiche linguistiche, ideologiche, tribali, etniche e religiose è molto complesso

e richiede una preparazione specifica di elementi dello staff della G.U. o l'inserimento

di risorse esterne specializzate (riserva selezionata, mondo accademico o diverse

Organizzazioni Governative che operano nel settore dello sviluppo internazionale).

8.4.3 Fuoco

Le attività tattiche della G.U. sono ad alta visibilità e sono incentrate sul

raggiungimento dell’effetto di influenza per supportare il piano generale della

campagna. In tale quadro si potrebbe creare la necessità di combinare le attività

tattiche di stabilizzazione con quelle offensive, allo scopo non di distruggere il

nemico; bensì, di renderlo inefficace. Il supporto di fuoco e la manovra, permettono

di ottenere risultati duraturi e decisivi nella stabilizzazione tramite effetti sia fisici sia

psicologici.

Nel condurre le attività tattiche di stabilizzazione la G.U. ha bisogno di una

conoscenza approfondita delle leggi che governano le loro azioni e le implicazioni

legali connesse a scenari di crisi complesse. Gli aspetti legali sono un elemento della

pianificazione e sono considerati sia negli ordini sia nei briefing. Eventuali

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161 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

comportamenti non conformi alle RoE e alla legislazione locale ed internazionale

devono essere prontamente segnalati lungo la catena di Comando.

8.4.4 Protezione

Nelle attività tattiche di stabilizzazione la G.U. opera a contatto con la popolazione

locale al fine di migliorare la sicurezza, sostenere la crescita della governance e

consentire lo sviluppo. La protezione viene pianificata ricercando l’equilibrio tra le

esigenze di sicurezza del personale e dei materiali, armamenti, accantonamenti,

accampamenti e la necessità di mantenere il contatto con la popolazione locale.

In tale ambito la G.U. valuta dettagliatamente la minaccia al fine di determinare le

corrette misure per contrastare i rischi individuati. Tali misure, in relazione alla

natura della minaccia, comprendono il bilanciamento tra un atteggiamento

proattivo/strumenti offensivi e un atteggiamento reattivo/mezzi difensivi. In un

ambiente Multinazionale e Interagency, questo processo è ulteriormente complicato

da diversi livelli di accettazione del rischio e differenti approcci alla protezione. Una

pianificazione coordinata con gli aventi causa, fornisce un approccio coerente e

un’adeguata comprensione della gestione dell’Area di Operazioni.

8.4.5 Information Activities

Le attività dedicate ad influenzare “positivamente” la popolazione (che costituisce il

target primario di questo tipo di operazioni) sono sempre presenti e premianti e,

comunque, complementari ad altre attività significativamente più “muscolari”, ma

aventi effetti limitati nel tempo e circoscritte ai soli obbiettivi attaccati. La capacità di

influenzare, per contro, produce effetti a lungo termine, tali da comprende tante

categorie di soggetti quante sono quelle presenti nella comunità d’interesse.

Un’adeguata protezione delle informazioni proprie e, ove necessario, la

neutralizzazione del sistema di comando e controllo nemico, accompagnano le prime

e non differiscono da quelle condotte in altre tipologie di attività militari

8.4.6 Sostenibilità

La sostenibilità logistica condiziona la libertà di manovra della G.U., in particolare

nelle attività tattiche di stabilizzazione in uno Stato con un apparato infrastrutturale

debole o inadeguato. Le decisioni logistiche iniziali hanno un impatto duraturo sulla

pianificazione, sulla struttura della forza e sulla condotta delle attività della G.U. e

può risultare difficile e costoso effettuare cambiamenti in condotta. Un effetto di

stabilizzazione ampio e duraturo può essere raggiunto anche mediante una

pianificazione logistica che tenga conto delle esigenze a lungo termine della nazione

ospitante (Host Nation).

8.5 CONDOTTA

Nella considerazione che le attività di stabilizzazione possono far parte di una

missione che comprende l’intero spettro delle attività, la G.U.:

è chiamata ad agire d’iniziativa ed a sviluppare soluzioni innovative;

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162 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

raramente opera isolata ed il suo contributo è finalizzato ad influenzare

l’ambiente, ponendo le basi per consentire ai rappresentanti delle istituzioni locali

di svolgere proficuamente le loro attività;

svolge un ruolo di “facilitatore” in un processo lungo e complesso che coinvolge

molti attori e pertanto richiede una conoscenza approfondita del contesto politico

locale, regionale e internazionale.

Il modello di stabilizzazione indica tre macro-aree di riferimento, sovrapposte ed alla

base del successo di ogni attività di stabilizzazione, quali la sicurezza, la governance

e lo sviluppo.

Esse sono strettamente dipendenti l’una dall’altra e, unitamente al buon governo, allo

stato di diritto ed allo sviluppo, contribuiscono sia alle condizioni di sicurezza sia alla

certezza che la stessa possa essere costantemente mantenuta.

Il modello descrive inoltre le attività di stabilizzazione che possono essere richieste in

ogni area e il livello di contribuzione della G.U., in relazione alla “permissività”

dell’ambiente operativo.

I compiti elencati non sono esaustivi, ma servono come esempi nella molteplicità di

azioni che possono essere richieste sia a livello di G.U. sia alle unità subordinate.

Stimolare lo sviluppo economico e infrastrutturale

• Ripristinare servizi e infrastrutture di base

• Ricostruire una efficace economia e gestione finanziaria

• Iniziare lo sviluppo sociale e delle infrastrutture a lungo termine

Legenda________________

Pieno contributo dello strumento Militare, che agisce come attore principale

Assistenza Militare, in ambiente semi-permissivo

Intervento Militare, per favorire il processo, in ambiente non permissivo.

Insicurezza

In via di sviluppoGoverno e stato di diritto

deboli

Istituzioni Politiche

Creare le premesse per sviluppare/consolidare la sicurezza

individuale e collettiva

• Distribuire e sostenere i Beni Essenziali

• Neutralizzare i Gruppi Ostili• Fornire Ordine Pubblico• Applicare il Cessate il Fuoco• Assicurare integrità Territoriale

Promuovere la legittimità e la capacità di governo del paese ospitante

• Facilitare il processo politico eristabilire il funzionamento del Governo

• Riforma del settore Sicurezza , di Polizia e della Magistratura.

• Supporto al processi di riconciliazione.

Figura 43: Modello di stabilizzazione

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163 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

8.5.1 Fasi della stabilizzazione107

Nell’ambito del processo di stabilizzazione vengono identificate alcune fasi108 in cui la

forza militare può essere chiamata a dare il suo contributo. In particolare, è possibile

ripartire l’insieme delle attività militari di stabilizzazione nelle seguenti fasi:

messa in sicurezza: dedicata a ridurre drasticamente la minaccia e ad

instaurare un ambiente umanamente sicuro109, nella cui realizzazione lo

strumento militare ha certamente un ruolo primario;

normalizzazione: devoluta ad espandere e rinforzare progressivamente uno

stato di normalità in termini di sicurezza interna ed esterna, attuata mediante un

forte supporto della componente militare d’intervento a favore delle capacità

locali che, gradualmente, ne assumono la responsabilità sino a giungere al

conseguente totale disimpegno della forza d’intervento conseguendo così la

Transizione della Sicurezza;

consolidamento: finalizzata all’ulteriore ripristino/costituzione di tutte le

capacità proprie di uno Stato e del suo sviluppo economico, comprese le

infrastrutture. La componente civile è la principale protagonista di questa fase,

mentre la componente militare può, eventualmente, fornire qualche forma di

supporto specialistico. In questa fase si perviene teoricamente al Termine di tutte

le Attività Militari;

transizione: costituito dai vari passaggi di responsabilità, parziali e/o totali, tra

la componente militare, quella civile e le autorità locali, in ragione dei temi di

riferimento ossia sicurezza, ordine pubblico, servizi alla popolazione, giustizia,

attività di governo, diritti umani, economia ed altro.

8.5.2 Modello generico di stabilizzazione110

Ancorché definite di “sola” stabilizzazione, le attività tattiche descritte possono essere

certamente estese anche alle connesse esigenze di ricostruzione.

In funzione di quanto descritto è possibile definire il seguente modello generico di

attività tattiche di stabilizzazione.

107 COMFORDOT, PSE-3.04 “Le Operazioni di stabilizzazione”- ed. 2015 108 Le fasi qui indicate possono, per ragioni di semplicità espositiva e limitatamente al contributo delle attività militari alla stabilizzazione, essere ricondotte al concetto NATO di “Clear , Hold, Build “, (Rife. NATO AJP 3.4.4. “Allied Joint Doctrine for Counterinsurgency”, Sec.V, para 0559). 109 Inteso quale ambiente in cui la “sicurezza umana” (Human Security) è generalmente garantita. 110 COMFORDOT, PSE-3.04 “Le Operazioni di stabilizzazione”- ed. 2015

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164 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Figura 44: Modello di attività militari di stabilizzazione

Dalla rappresentazione grafica si evidenzia che:

la curva verde della Stabilizzazione rappresenta l’insieme delle attività/compiti

condotti dalla componente militare, comprese le eventuali forze di polizia

(complessività delle attività tattiche di stabilizzazione). Essa, pertanto, può essere

indicata come la somma di tutte le curve che sottendono alle diverse attività

tattiche;

nelle fasi iniziali dell’intervento (t1 ,t2) si darà priorità all’attività tattica di

sicurezza e controllo ed a quella di supporto al ripristino dei servizi essenziali

poiché, in questo frangente, il focus è la sostanziale riduzione della minaccia ed il

soddisfacimento dei bisogni primari ai fini della c.d. “Human Security”;

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165 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

l’attività tattica di supporto al SSR, esprimerà il suo massimo impegno in

corrispondenza del momento T1, per poi degradare verso la TS, che rappresenta

l’acquisizione da parte delle forze di sicurezza locali delle capacità sufficienti a

gestire in proprio la sicurezza generale e l’ordine pubblico;

l’attività tattica di supporto al ripristino dei servizi essenziali e quella relativa al

supporto alle autorità di governo locali si riducono significativamente in

corrispondenza di T1, in quanto in tale momento la componente civile della

missione è saldamente alla guida di tutte le attività in parola ed essere in

possesso di adeguate capacità, tali da portare avanti i lavori in modo autonomo;

a valle della TS, l’attività di sicurezza e controllo verrà progressivamente

ridimensionata e riconfigurata, essenzialmente come protezione;

teoricamente, nel momento T2 si viene a determinare la cessazione di tutte le

attività militari (TAM - Termine delle Attività Militari) di supporto

all’intervento, con il conseguente rimpatrio di tutte le sue componenti. In tale

occasione, si ha il contestuale transito della responsabilità della ricostruzione

dell’intero processo dalla componete civile alle competenti autorità locali, ovvero,

le capacità locali hanno raggiunto il livello di autonomia desiderato, tale da

assicurare l’indipendente direzione di tutti gli sforzi per lo sviluppo del proprio

Paese.

8.5.3 Sicurezza e controllo (Security and Control)

La G.U., di norma, contribuisce alla sicurezza in stretto coordinamento con il governo

della Host Nation. Questo supporto può comprendere: consulenza, assistenza e

addestramento militare, condotta di attività tattiche offensive.

Nella Sicurezza a Controllo, assumono particolare importanza:

8.5.3.1 Basi militari di tipo tattico111

Sono caratterizzate da frequenti cambiamenti di localizzazione e temporaneità delle

strutture componenti (alloggiamenti, logistica, ecc.), elevato diradamento e

composte da attendamenti, equipaggiamenti ed attrezzature di sola dotazione

regolamentare alle unità. Nell’ambito della stabilizzazione possono essere utilizzate

per conseguire i seguenti effetti operativi:

rassicurare la popolazione;

creare una presenza stabilizzante;

influenzare l’ambiente locale.

8.5.3.2 Attività di contrasto di gruppi ostili

È un attività militare diretta contro elementi ostili e spesso risulta essere l’elemento

centrale del contributo della G.U. all’operazione di stabilizzazione. Essa contribuisce a

stabilire le condizioni per una soluzione politica negoziata. Favorisce inoltre la rottura

111 COMFORDOT, PSE-3.14.05.02 “La protezione delle basi militari in operazioni” – ed. 2017

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166 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

dei legami ideologici, finanziari o di intimidazione all'interno e tra i diversi gruppi

contrapposti e belligeranti, nonché tra questi e la popolazione locale.

8.5.3.3 Key Leader Engagement (KLE)

Il KLE è un elemento significativo del processo di targeting e, al fine di ottenere gli

effetti desiderati, è sincronizzato con gli altri assetti facenti parte di tale processo. Il

KLE è prevalentemente condotto per ottenere informazioni o influenzare un

comportamento, ed è fattore di analisi dello Human Terrain. Il KLE consente di

stabilire una serie di relazioni durature, stabili e funzionali a supportare gli scopi della

missione. Anche i Comandanti delle pattuglie possono essere coinvolti in questa

attività (Local Leader Engagement) relativamente alle comunità incontrate su base

quotidiana. A livello G.U., l’analisi della missione KLE e la relativa pianificazione viene

condotta esclusivamente da personale della cellula InfoOps che collabora in alcuni

ambiti di competenza con la branca intelligence.

8.5.4 Supporto alla riforma del settore sicurezza (Support to SSR)

8.5.4.1 Natura e portata del supporto militare fornito dalla G.U.

Essi variano a seconda del livello di riforma richiesto e dell’ambiente di sicurezza

necessario. La G.U. attiva una cellula SSR per svolgere la fase di pianificazione e per

effettuare il collegamento richiesto con la Host Nation e altri elementi di

ministeri/agenzie. Il contributo della G.U. alla SSR è incentrato sul rafforzamento

della Military Capacity Building.

In tale contesto, si possono prevedere anche i seguenti compiti:

Disarmo, Smobilitazione e Reintegro (DDR);

costituzione e gestione delle forze di sicurezza locali;

sostegno al settore giudiziario locale;

sviluppo delle forze di polizia locali;

sostegno al settore della sanità locale.

8.5.4.2 Military Capacity Building

È il termine generico usato per descrivere la formazione, il tutoraggio e il

monitoraggio delle forze locali di sicurezza. Si tratta di un’attività essenziale nello

stabilire le condizioni per poter procedere al ritiro del contingente nazionale. Il suo

progresso condiziona lo sviluppo dell’operazione. La costituzione e la successiva

formazione delle forze locali di sicurezza viene condotta in modo coordinato con le

iniziative più ampie della SSR. Sebbene lo sviluppo delle strutture e i meccanismi di

vigilanza politici di solito siano responsabilità di altri attori, alla G.U. può essere

chiesto di contribuire allo sviluppo di queste funzioni.

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167 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

8.5.5 Supporto Iniziale alla Ristrutturazione dei Servizi Essenziali

(Support to initial Restoration of Services)

Alla G.U. può essere richiesto di contribuire ai Servizi Essenziali nelle fasi iniziali

dell’operazione o nei momenti in cui la situazione della sicurezza dovesse deteriorarsi

e, contestualmente, le agenzie civili non fossero in grado di fornirli.

La natura e le dimensioni del contributo militare variano in funzione delle necessità.

In alcune circostanze, può essere opportuno concentrare lo sforzo della G.U. sul

ripristino dei servizi per la popolazione. La capacità di fornire servizi essenziali è un

segno tangibile del progresso ottenuto e dell’efficacia della governance locale,

elementi che sono sempre strettamente connessi. Il contributo della G.U. a favore

delle organizzazioni umanitarie, locali e internazionali, consente di incrementare le

possibilità di accesso ai servizi da parte della popolazione. Qualora queste agenzie

non possano operare, il contributo della G.U. può includere:

riparazione di strade, ferrovie e vie navigabili;

restauro di campi di aviazione e strutture portuali;

ripristino di servizi essenziali (fogne, acqua, elettricità, smaltimento dei rifiuti);

ripristino di servizi sanitari e strutture pubbliche (ospedali, scuole e cliniche).

8.5.6 Supporto Iniziale alla Ricostruzione del Governo (Support to

Initial Governance Tasks)

Le attività di governance sono condotte da attori civili e coadiuvate, solo se

necessario, con il contributo della G.U.. Il contributo militare alla governance dipende

dal livello di sicurezza e, in ambienti non permissivi, la G.U. può essere coinvolta in

quelle aree di governance indispensabili per avviare il processo di ricostruzione. Le

competenze civili devono essere integrate nella pianificazione attraverso attività di

reachback/reachout o attraverso dei consulenti per la governance. Come

precedentemente indicato, tale responsabilità deve essere restituita agli attori

incaricati non appena possibile.

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168 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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169 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

9. LE ATTIVITÀ TATTICHE ABILITANTI (ENABLING)

9.1 GENERALITÀ

Le attività tattiche abilitanti collegano o facilitano la condotta delle altre attività

tattiche, principalmente le offensive e le difensive. Molte delle attività tattiche

abilitanti hanno punti e aspetti in comune e il successo di queste dipende

essenzialmente dall’esistenza di procedure permanenti standardizzate (SOP) e di

procedimenti tecnico-tattici ben rodati (combat drills), compresi ed applicati.

Le attività tattiche abilitanti sono:

la ricognizione (Reconnaissance);

la sicurezza e protezione (Security);

il movimento per il contatto (Advance to Contact);

il combattimento d’incontro (Meeting Engagement);

il ricongiungimento (Link up);

il ripiegamento (Withdrawal);

la ritirata (Retirement);

l’avvicendamento di unità a contatto e di forze accerchiate (Relief of Encircled

Forces and Troops in Combat);

il superamento e forzamento degli ostacoli (Obstacle crossing/ breaching);

la marcia (March);

i convogli (Convoy).

9.2 LA RICOGNIZIONE112

9.2.1 Scopo e principi

La ricognizione è un’attività intrapresa per ottenere, attraverso l’osservazione diretta

o altri metodi di scoperta, informazioni rilevanti per la missione della G.U.. La ricerca

delle informazioni varia e consegue esito differente a seconda della posizione del

nemico; della disponibilità o meno della rete viaria; della percezione della

popolazione. Le unità da ricognizione possono dover ingaggiare il combattimento per

ottenere le informazioni ricercate. Il principio chiave della ricognizione risiede nella

raccolta e comunicazione di informazioni che siano puntuali, accurate, rilevanti ed

affidabili. Altri principi da tenere in considerazione per la pianificazione e condotta di

una ricognizione sono:

assicurare continuità e persistenza della ricognizione;

evitare di tenere unità da ricognizione in riserva, per sfruttarne appieno le

potenzialità;

orientare la ricognizione verso gli obiettivi più remunerativi;

112 Per ulteriori approfondimenti cfr. COMFORDOT PSE-3.14.05.01 “Ricognizione e operazioni di sicurezza”, SD.

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170 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

riportare le informazioni tempestivamente ed accuratamente;

mantenere la libertà di manovra, evitando di essere vincolati a posizioni

specifiche;

trovare e mantenere il contatto con il nemico, impiegando meno forze possibili,

in modo da mantenere una maggiore libertà di manovra con gli elementi più

consistenti;

chiarificare rapidamente la situazione tattica contingente.

9.2.2 Caratteristiche

La ricognizione può essere:

in funzione dello spazio:

ravvicinata: condotta da tutte le Armi e specialità per ottenere dati di

dettaglio sia in movimento, sia in stazionamento nonché in combattimento;

a medio raggio: condotta dalle unità esploranti di Cavalleria, dalle unità del

genio (Advanced Combat Engineer Reconnaissance Team - ACRT) con l’utilizzo

eventuale del concorso di velivoli a pilotaggio remoto (UAV) e di aeromobili

dell’AVES113;

a lungo raggio: condotta principalmente dalle Forze Speciali114 (FS), Forze

per Operazioni Speciali115 (FOS), UAV e assetti aerotattici.

in funzione del compito:

in forma nascosta (“by stealth”): che privilegia la raccolta di dati informativi

evitando di rivelare la propria presenza e di farsi ingaggiare in combattimento;

in forze (“by force”)116: che mira a indurre l’avversario a rivelare la propria

presenza e consistenza, attraverso una risposta ad azioni offensive

(combattere per acquisire informazioni richieste).

in funzione del vettore utilizzato:

montata;

appiedata;

mediante sistemi unmanned (o strumentale).

9.2.3 Elementi per la pianificazione

Comando. La ricognizione è un’attività che richiede la definizione/indicazione di

un elevato numero di linee di coordinamento e di fasi dell’azione (FSCM – FSCL –

NFA – Cease Fire Line, CFL). Inoltre, necessita di disporre di un’adeguata linea e

reti di comunicazioni.

113 Per eventuali approfondimenti sull’impiego degli elicotteri e delle unità aeromobili cfr. COMFORDOT PSE-3.2.3 “Le operazioni nella 3^ dimensione”, ed. 2015. 114 Special Forces – SF. 115 Special Operations Force – SOF. 116 Questa tipologia costituisce attività tattica offensiva, pertanto è stata trattata nel relativo capitolo.

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171 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Intelligence. Le unità da ricognizione della G.U. possono essere supportate da

assetti del livello superiore per poter produrre una intelligence in grado di

associare il maggior numero di informazioni.

Manovra. La ricognizione terrestre (montata o appiedata) non è disturbata

dall’inganno e dalla tecnologia e può essere condotta sempre e in qualsiasi

condizione meteo. Essa infatti può superare molti degli ostacoli incontrati da

UAVs, ricognizione aerea ed elicotteri.

Fuoco. Anche quando la ricognizione viene condotta by stealth vi può essere

l’esigenza di joint fires. Tale supporto può essere erogato da gruppi tattici di

artiglieria o da altri elementi di supporto al combattimento.

Protezione. Le unità da ricognizione incrementano la loro protezione attraverso

l’occultamento e la dispersione, anche se in un terreno complesso, contro un

avversario ibrido, tali unità potrebbero essere vulnerabili ad attacchi imprevisti e

improvvisi. Per fronteggiare tali eventualità occorre pianificare attentamente

come rinforzare, esfiltrare/estrarre rapidamente o supportare con il fuoco le unità

da ricognizione. La difficoltà intrinseca di tale attività aumenta il rischio di scontri

fratricidi, pertanto, deve essere posta particolare attenzione alle misure per

migliorare la combat identification (comunicazioni efficaci, buona Situational

Awareness e misure di controllo semplici e funzionali).

Sostenibilità. Il raggio d’azione della ricognizione e la sua durata dipendono

dal sostegno logistico, pertanto, nella pianificazione del sistema logistico

bisogna tenere conto della profondità della ricognizione per predisporre gli

accorgimenti (modalità di rifornimento, sgombero, riparazioni, ecc.) che

consentano al sistema logistico di sostenere adeguatamente le unità

incaricate della ricognizione.

9.3 SICUREZZA E PROTEZIONE117

9.3.1 Scopo e principi

Le attività di sicurezza comprendono le misure adottate da unità o complessi tattici

finalizzati a proteggersi da azioni nemiche (che possono ridurne la capacità

operativa) e lo schieramento di una rete di osservazione/allarme in grado di

preavvisare della presenza di elementi ostili in prossimità delle posizioni amiche. Le

attività di sicurezza, oltre a fornire protezione diretta per le unità, permettono di

pianificare e preparare, in relativa tranquillità, le future attività tattiche.

9.3.2 Elementi per la pianificazione

La pianificazione di qualsiasi sistema di sicurezza è funzione della missione ricevuta e

dell’intento del Comandante. La composizione è, quindi, attagliata ai compiti e alle

responsabilità assegnate. Può includere diverse tipologie di forze ma, ove il terreno lo

consenta, è auspicabile che si basi su elementi blindati, corazzati o meccanizzati che,

117 Per ulteriori approfondimenti cfr. COMFORDOT, PSE-3.14.05.01 “Ricognizione e operazioni di sicurezza”, SD.

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172 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

grazie alla loro mobilità tattica, protezione e potenza di fuoco, possono assolvere al

meglio i compiti di sicurezza.

9.3.3 Condotta

Sulla base dello scopo per cui sono condotte, si possono distinguere tre tipologie di

attività di sicurezza:

schermo (screen), mobile o stazionario. Ha il compito primario di trovare il

nemico, prevenire la sorpresa ed allertare altre forze della presenza di elementi

ostili;

guardia (guard). Ha il compito primario di proteggere elementi amici da possibili

attività ostili, dando il tempo ad altre forze di attivarsi, approntarsi e manovrare;

copertura (cover). Ha il compito primario di intercettare, ingaggiare, frenare,

disorganizzare e/o ingannare il nemico, prima che si scontri con le unità amiche

cui si fornisce copertura.

9.4 MOVIMENTO PER IL CONTATTO

9.4.1 Scopo e principi

Il movimento per il contatto118 viene condotto, di norma, in previsione ed in

preparazione di una successiva attività offensiva, quale l’attacco, e termina quando il

grosso della forza è in posizione per condurre tale attività. Lo scopo del movimento

per il contatto è di stabilire o ristabilire il contatto col nemico in condizioni favorevoli,

per conquistare e mantenere l’iniziativa secondo il principio del Manoeuvrist

Approach. Nell’effettuare il movimento per il contatto, occorre tenere sempre

presente i seguenti principi:

prevedere ed anticipare le attività da condurre e, conseguentemente, considerare

le relative esigenze di manovra e di supporto di fuoco al momento del contatto;

acquisire informazioni accurate sul nemico il prima possibile;

reagire velocemente con atteggiamento aggressivo ad ogni situazione imprevista

e, nel contempo, mantenere una pressione costante sul nemico;

mantenere il momentum anche, se necessario, superando le unità nemiche che

saranno poi ingaggiate e neutralizzate dalle unità che seguono;

mantenere flessibilità, iniziativa e libertà d’azione ad ogni livello.

9.4.2 Elementi per la pianificazione

La pianificazione del movimento per il contatto che prevede la possibilità di dover

condurre un combattimento d’incontro durante il movimento, include le esigenze di

manovra e del fuoco di supporto quando avviene il contatto con il nemico. La

missione, particolarmente nella fase dell’impiego delle forze di manovra, impone

l’assunzione del dispositivo da parte delle unità tattiche in formazione. Le unità del

118 Il movimento per il contatto differisce dal combattimento d’incontro perché, a differenza di quest’ultimo, il contatto con il nemico, del quale si conosce dislocazione, entità e natura, non è inaspettato ma pianificato.

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173 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

CSS sono integrate nel movimento delle forze da combattimento per fornire il

previsto supporto, ma particolare attenzione va posta per evitare che le stesse

interferiscano con il movimento tattico.

9.4.2.1 Comando

L’efficacia delle organizzazioni di Comando potrebbe essere compromessa dal

progressivo allungamento delle distanze e dalla velocità che caratterizza il

movimento. Pertanto, è opportuno che i Posti Comandi siano schierati il più avanti

possibile, per avere un quadro della situazione più chiaro possibile e trarre il massimo

vantaggio dalle opportunità del momento. Di conseguenza occorre considerare i

seguenti aspetti:

definizione chiara delle responsabilità di Comando per ogni itinerario di

avvicinamento;

definizione preventiva delle relazioni di Comando tra tutti gli elementi delle unità

che prendono parte all’azione;

definizione della policy di superamento delle posizioni nemiche, in considerazione

dei pro e dei contro (in termini di tempo e di risorse);

conoscenza dell’intento del Comandante sovraordinato per poter agire di

iniziativa in caso di interruzione del flusso delle comunicazioni;

gestione dinamica delle misure di controllo previste dal Battlespace Management,

quali le FSCM per massimizzare la libertà d’azione;

coordinamento con il supporto aereo che può presentare problemi di gestione;

necessità di una chiara ripartizione delle responsabilità riguardo il controllo del

traffico stradale per ciascun itinerario. In particolare, gli itinerari necessitano di

essere tenuti disponibili per il rapido schieramento delle armi di supporto e dei

servizi.

Nel movimento per il contatto normalmente va osservato il silenzio radio. In tale

contesto, è problematico mantenere il coordinamento delle forze durante la fase

condotta. Per questo motivo è necessario stabilire, nel corso della pianificazione,

efficaci modalità coordinamento. Inoltre, vanno adottati degli accorgimenti al fine di

garantire che il controllo delle emissioni (EMCON) non limiti l’uso delle armi per la

difesa controaerei. In via eccezionale, si può prevedere l’assegnazione di radio

aggiuntive per consentire lo scambio d’informazioni e segnali con le unità esploranti

che operano in posizione avanzata. I Comandi, qualora si presentassero delle

difficoltà, possono utilizzare i gruppi di supporto eventualmente schierati a ridosso

delle forze impegnate nel combattimento.

9.4.2.2 Intelligence

Le richieste informative del Comandante riguardano il grosso delle forze nemiche, il

suo centro di gravità, il luogo dove il contatto può essere ristabilito in condizioni

favorevoli. Gli assetti ISR localizzano e monitorizzano il nemico (una volta a contatto

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174 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

gli stessi assetti possono orientarsi agli attacchi elettronici - jamming,

neutralizzazione e rilevazione - al fine di disarticolare e deteriorare il sistema di

Comando e Controllo del nemico), mentre il G2 continua ad effettuare l’IPOE. I

risultati dell’intelligence sono, successivamente, usati per sviluppare la pianificazione

e fornire indicazioni alla manovra ed alle forze che supportano l’offensiva contro il

nemico.

9.4.2.3 Manovra

Per ottenere la sorpresa occorre che il movimento sia il più rapido possibile,

mantenendo la formazione equilibrata e cercando di fissare il nemico per gettare le

basi per l’azione decisiva. La formazione più avanzata continua a svolgere compiti

tattici in profondità contro le linee di comunicazione nemiche, fornendo al contempo

informazioni sulle forze nemiche non impegnate in combattimento ma, in ogni caso,

in grado di influenzare le unità che stanno effettuando il movimento per il contatto.

L’abilità di manovrare con successo in questa fase dipende in larga parte dal

mantenimento dello slancio e dalla sorpresa. Tale risultato può essere ottenuto:

affrontando il nemico con determinazione e reagendo rapidamente a situazioni

impreviste. In tale ottica, il nemico ed i cambiamenti del terreno vengono

costantemente controllati e bisogna essere in grado di sfruttare le opportunità e

far fronte agli eventuali imprevisti;

muovendo su più colonne. Ciò consente di impiegare in maniera ottimale la

potenza di combattimento e di salvaguardare la libertà di azione; pertanto gli

itinerari vanno tenuti sgomberi allo scopo di consentire alle truppe di schierarsi

rapidamente in funzione della situazione;

agendo prontamente (i Comandanti subordinati in ogni caso operano nell’ambito

del concetto d’azione del Comandante superiore) allo scopo di sorprendere il

nemico;

distruggendo o neutralizzando gli elementi protettivi del nemico, senza impedire

il movimento del grosso delle forze;

predisponendo un adeguato dispositivo per la copertura dei fianchi.

Una forza incaricata di effettuare il movimento per il contatto si articola solitamente

nelle seguenti aliquote:

aliquota di copertura/protezione (covering force);

avanguardia (advance guard);

grosso delle forze (main body);

retroguardia ed elementi per la sicurezza dei fianchi (flank and rear guard).

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175 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Aliquota di copertura/protezione. La missione di tale forza consiste nell’ottenere

informazioni sul nemico e nell’evitare ritardi inutili al grosso delle forze attraverso

l’identificazione di itinerari idonei e la verifica degli ostacoli. Tale unità possiede le

seguenti caratteristiche:

alto grado di mobilità;

proporzionata composizione delle sue forze, integrata da elementi del genio;

potenza di combattimento che le consenta di:

o attaccare e distruggere gli elementi esploranti nemici;

o individuare e sfruttare gaps e itinerari per aggirare e avvolgere il nemico;

o contenere le unità nemiche avanzate;

o acquisire e difendere, a tempo determinato, posizioni fondamentali;

capacità di ottenere informazioni su itinerari, ostacoli e terreno.

capacità di rimozione degli ostacoli al movimento, ovvero individuazione degli

itinerari alternativi.

Possono essere inserite anche le forze speciali ed utilizzati assetti EW per

acquisire informazioni riguardanti il nemico, percorsi ed elementi topografici.

L’unità superiore, nel cui ambito sta operando la G.U., provvede ad assicurare

l’aliquota di protezione.

Avanguardia. Una G.U. costituisce sempre una propria avanguardia (advanced

guard), che rappresenta l’elemento guida del grosso delle forze, ne agevola la

progressione e rappresenta l’elemento di continuità tra l’aliquota di copertura ed

Figura 45: L’organizzazione della forza nel movimento per il contatto

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176 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

il grosso, di cui garantisce l’immediata protezione della fronte. Le unità corazzate

sono le più idonee a condurre tale tipologia di azione. Tuttavia in terreni

particolari, quali quelli contraddistinti da fitta vegetazione e aree urbane, la

funzione di avanguardia può essere condotta da forze leggere. Gli elementi del

genio sono sempre in avanti, al fine di garantire il movimento delle forze amiche,

mentre l’artiglieria ed elementi dell’intelligence sono integrati con le forze che

costituiscono l’avanguardia, allo scopo di raccogliere informazioni sul nemico.

Grosso delle forze (main body). Comprende la maggior parte della potenza di

combattimento dell’intera forza. Le unità che la costituiscono sono organizzate in

complessi/elementi pluriarma e posizionate per ottimizzare la flessibilità

d’impiego durante il movimento per il contatto o dopo averlo realizzato. La

posizione, che il grosso delle forze assume rispetto all’aliquota di copertura ed

all’avanguardia, costituisce una decisione del Comandante che tiene conto dello

schema di manovra. L’osservazione, la sorveglianza ed uno stretto

coordinamento con la ricognizione aerea contribuiscono alla sicurezza del grosso

che può, in base alla situazione, avanzare da una zona defilata all’altra, lungo un

itinerario pianificato in precedenza, allo scopo di non essere individuato.

L’organizzazione del grosso deve essere sufficientemente flessibile per

consentirgli di:

superare l’avanguardia;

cambiare itinerari per aggirare il nemico o utilizzarne di migliori;

ingaggiare il nemico che è stato aggirato o che sta resistendo.

Retroguardia ed elementi per la sicurezza dei fianchi (flank and rear guard). Sono

incaricati di proteggere il grosso dall’osservazione terrestre e dagli attacchi di

sorpresa, hanno consistenza sufficiente a neutralizzare/distruggere unità nemiche

di inferiore entità o a rallentare gli attacchi più consistenti, fornendo al grosso il

tempo necessario per l’assunzione del dispositivo. Le unità blindo-corazzate e

quelle aeree, essendo flessibili e molto mobili, sono particolarmente idonee a

svolgere questi compiti. Il fuoco indiretto è disponibile per supportare le forze

impiegate nell’azione di sicurezza della retroguardia e dei fianchi. Le unità

logistiche (CSS) inizialmente rimangono nelle retrovie e questo richiede la

necessità di disporre di forze destinate alla loro protezione. Il Comando

Divisionale Arretrato (HQ Div Rear) o il DCOS (Deputy Chief of Staff) del Posto

Comando Principale attribuisce le priorità per il movimento delle unità CSS per

soddisfare le richieste logistiche delle formazioni avanzate.

Qualora la G.U. operi in un dispositivo di livello superiore, la protezione sui

fianchi può essere fornita dalle G.U. contermini.

9.4.2.4 Fuoco

Il supporto di fuoco deve essere aderente ed in grado di fissare o neutralizzare gli

elementi nemici che oppongono resistenza. Le risorse da destinare nel corso del

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177 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

movimento per il contatto vanno attentamente coordinate e controllate per

soddisfare efficacemente l’esigenza. In particolare:

Artiglieria e mortai. L’immediatezza dell’intervento e l’efficace esecuzione del

supporto di fuoco consente di fissare e neutralizzare il nemico o di conservare la

libertà d’azione necessaria per decidere se aggirarlo o attaccarlo. In particolare,

l’erogazione di un consistente volume di fuoco può ridurre la necessità di

schierare truppe a contatto con il nemico, ma necessita di un elevato

coordinamento, poiché il movimento per il contatto è caratterizzato da ritmo

sostenuto e continuità. È auspicabile che il fuoco erogato dall’artiglieria terrestre

dai mortai sia sempre disponibile. Le armi vanno schierate dietro le truppe che

conducono l’attività tattica allo scopo di garantire che il supporto di fuoco sia

quanto più aderente possibile alla manovra.

Fuoco aereo. Il supporto di fuoco aereo deve essere coordinato accuratamente

con quello delle altre unità di supporto ed attentamente controllato, al fine di

evitare il fuoco fratricida. Può essere richiesto durante il movimento per il

contatto al fine di fornire un supporto aereo ravvicinato per integrare quello

dell’artiglieria terrestre, in modo particolare quando questa è impossibilitata a

concentrare il proprio fuoco oppure a interdire le unità nemiche che stanno

tentando di ritirarsi o rinforzandosi.

Guerra Elettronica. Nel movimento per il contatto, le azioni EW (intercettazioni e

radiogoniometria) sono molto importanti poiché consentono di scoprire e

localizzare il nemico. L’importanza dell’EW, una volta che il contatto con il nemico

è avvenuto, è quella di impiegare contromisure elettroniche (ECM – jamming)

allo scopo di causare la massima confusione, attraverso l’interruzione e il

degrado dei vari sistemi di C2 nemici e delle comunicazioni per il controllo del

fuoco. Le ECM possono essere usate per fissare e neutralizzare le forze nemiche

(già aggirate) e per fornire supporto diretto alle forze di combattimento. Le

risorse dell’EW svolgono anche un ruolo importante nei piani d’inganno.

9.4.2.5 Protezione

L’implementazione di misure protettive consente di preservare la potenza di

combattimento della forza. Nell’ambito del movimento per il contatto, la protezione è

garantita dalle seguenti procedure:

Difesa c/a. Le armi per la difesa c/a sono sempre in grado di supportare

l’avanzata. I compiti di tale difesa includono la protezione di punti sensibili

dislocati sugli itinerari, la salvaguardia delle attività “critiche” (come un attacco),

l’attraversamento di fiumi o l’apertura di una breccia nel dispositivo nemico. È

necessario decidere in anticipo quali itinerari e aree vanno difesi affinché possano

essere eseguite pianificazioni dettagliate e ricognizioni appropriate. Nel caso in

cui il nemico disponga di UAV o elicotteri d’attacco, l’impiego di assetti per la

difesa aera ravvicinata deve essere decentrato ai gruppi tattici dipendenti.

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178 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Impiego del genio. Il ruolo principale delle unità del genio è di rendere praticabile

gli itinerari, includendo quelli per il rifornimento. Inoltre, il genio:

fornisce assistenza alle unità di manovra avanzate, al fine di favorirne il

superamento degli ostacoli;

effettua eventuali aperture di corridoi nei campi minati;

predispone ostacoli per proteggere i fianchi.

Una mancanza di risorse del genio può causare un rallentamento del ritmo

dell’azione, pertanto, è opportuno che le unità del genio muovano in avanti per

facilitare l’azione delle unità più avanzate.

Inganno. Prevedere sempre l’implementazione di un piano d’inganno che ad

esempio potrebbe consistere in attacchi diversivi o dimostrativi per sfruttare la

sorpresa e mantenere l’iniziativa.

OPSEC. Occorre tenere in debita considerazione tutte le misure atte a proteggere

il piano del Comandante e impedire al nemico la comprensione delle nostre

intenzioni.

Difesa CBRN. È auspicabile che le unità da ricognizione conducano attività tendenti

a rilevare la presenza di sostanze CBRN e, se possibile, al fine di ridurre rischi di

contaminazioni, selezionare itinerari asfaltati o in ogni caso sprovvisti di

vegetazione.

9.4.2.6 Sostenibilità

Il movimento per il contatto, per sua natura, allunga il braccio logistico, richiedendo

un dispositivo più flessibile. Il focus viene posto sul carburante, sulle munizioni e

sull’evacuazione dei feriti. La maggiore difficoltà nei rifornimenti e l’eventualità di un

rapido esaurimento delle scorte richiedono un’accurata pianificazione per evitare

situazioni di crisi; quindi, i rifornimenti devono essere attentamente studiati e

pianificati, valutando anche i rischi di congestione delle Main Supply Routes. Una

volta che gli itinerari sono stati sgombrati da ostacoli e resi disponibili, rimanendo

comunque vulnerabili ad attacchi terrestri ed aerei, è necessario garantirne la

sicurezza, soprattutto quando permangono sacche di resistenza nemiche nelle

retrovie amiche. Gli itinerari usati per i movimenti logistici vanno tenuti possibilmente

separati da quelli usati dalle forze di combattimento.

Sostegno sanitario. L’organizzazione sanitaria muove mantenendosi aderente alla

manovra tattica e fornisce un’immediata assistenza sanitaria. Una volta avvenuto il

contatto con il nemico, viene rapidamente costituito un servizio sanitario nel

settore arretrato. I punti di medicazione, invece, possono essere costituiti in avanti

allo scopo di facilitare l’evacuazione dei feriti.

Polizia Militare. Le procedure per i prigionieri di guerra (POW) e per i rifugiati

vanno adottate con l’assistenza della polizia militare. Ciò implica una pianificazione

per facilitare i trasporti e una capacità di controllo del traffico, per soddisfare

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179 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

qualsiasi esigenza che possa verificarsi durante il movimento ed evitare di

congestionare le vie di comunicazione.

Rifornimenti e trasporti. Il normale sistema di rifornimento continua quanto più a

lungo possibile. All’inizio dell’azione, le unità sono al massimo dell’autonomia che il

livello di mobilità consente. Il loro rifornimento durante il movimento è assicurato

con posizioni logistiche scaglionate, per tale ragione vanno presi accordi tra le

forze di manovra e le unità logistiche. Normalmente, la maggior parte delle

esigenze di trasporto riguarda i materiali del genio (ponti ed attrezzature per la

viabilità) e le munizioni dell’artiglieria.

Mantenimento. È fondamentale che le risorse per le attività di mantenimento e di

recupero siano schierate, allo scopo di mantenere le rotabili libere e di fornire

assistenza alle unità in movimento. Le officine vanno costituite in avanti per

sostenere eventuali lavori di riparazione, sebbene il tempo occorrente per muovere

una simile struttura dovrà essere preso nella dovuta considerazione.

9.4.3 Condotta

Il dispositivo adottato per il movimento per il contatto dipende anche dalla successiva

missione assegnata alla G.U.

La velocità, la manovra e l’iniziativa servono ad imporsi sul nemico prima che questi

possa reagire. La sequenza delle azioni può svolgersi come segue:

l’unità di copertura distrugge le unità nemiche che interferiscono col movimento

del grosso e contiene o aggira quelle che non può distruggere;

gli elementi del grosso sono impiegati per sconfiggere o distruggere sacche di

resistenza contenute o aggirate dalle unità di copertura (Figura 46);

il Comandante controlla il progresso dell’azione e impiega le unità del grosso per

mantenere il momentum.

Figura 46: Avanguardia in attacco per distruggere una forza nemica contenuta

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180 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Le posizioni nemiche sono aggirate tutte le volte che è possibile. Il Comandante

indica, in base alla pericolosità, quali posizioni devono essere neutralizzate dagli

elementi avanzati oppure dalle unità che seguono. Se il nemico è fortemente

organizzato a difesa o troppo consistente per essere aggirato, occorre condurre un

attacco per creare un varco.

L’avvio tempestivo di un’attività di inseguimento da parte di un sufficiente numero di

unità contro un nemico sconfitto o disarticolato, può trasformare il suo ripiegamento

in una rotta. Il Comandante ha quindi bisogno di selezionare obiettivi in profondità e

reiterare chiaramente il suo intento. Elementi critici per il successo sono:

velocità;

mantenimento del momentum;

concentrazione dello sforzo principale.

Nel contempo il Comandante deve:

essere consapevole del rischio di allungarsi troppo;

continuare a cercare informazioni sul nemico;

mantenere una riserva adeguata.

Il movimento per il contatto termina quando l’obiettivo è raggiunto, normalmente

quando il contatto col nemico è stato stabilito in condizioni vantaggiose o quando

l’azione del nemico richiede l’impiego del grosso.

9.5 COMBATTIMENTO D’INCONTRO (MEETING ENGAGEMENT)

9.5.1 Scopo e principi

Il combattimento d’incontro si realizza quando due forze opposte si incontrano in

maniera inaspettata mentre manovrano nella condotta di un’altra attività tattica. In

particolare, il combattimento d’incontro può verificarsi quando:

una forza in movimento viene a contatto con un nemico di cui si hanno limitate

informazioni (esempio tipico può essere il caso di una forza nello sfruttamento

del successo ingaggiata da una riserva nemica) ;

entrambi i contendenti sono a conoscenza delle reciproche possibilità e decidono

di attaccare senza ritardi allo scopo di:

ottenere posizioni di vantaggio;

acquisire posizioni importanti da un punto di vista tattico o territoriale;

mantenere la velocità dell’azione;

un’unità si dispone per la difesa mentre il nemico cerca di impedirle tale attività.

Questa attività è caratterizzata da un quadro generale di indeterminatezza. Il

Comandante stima rapidamente l’entità ed il dispositivo nemico, nel contempo cerca

di assumere l’iniziativa, attraverso il fissaggio ed una manovra decisa.

Fattori fondamentali per il successo sono:

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181 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

la conquista ed il mantenimento dell’iniziativa attraverso la velocità dell’azione e

del fuoco;

il rapido adattamento dei piani;

la rapida emanazione degli ordini;

l’anticipazione dell’intento e della manovra nemica;

il giusto bilanciamento delle forze;

la rapida concentrazione delle forze;

il comando decentralizzato;

le unità ben addestrate ed esercitate a Procedure Tecnico-Tattiche per bloccare,

manovrare e attaccare;

la protezione dei fianchi.

9.5.2 Elementi per la pianificazione

La pianificazione in dettaglio di questo tipo di attività è impossibile. Il combattimento

d’incontro costringe inevitabilmente il Comandante a riconsiderare e spesso a

modificare i suoi piani. Il principio base è prendere e conservare l’iniziativa. Ciò

garantisce la necessaria libertà d’azione e consente di eseguire la missione come

concepita originariamente o di cambiarla per far fronte ad una nuova situazione

operativa. Il tempo è fondamentale ed il successo dipende dalla velocità di reazione.

La caratteristica del combattimento d’incontro è di non garantire un tempo sufficiente

per l’adozione di procedure complesse da parte di entrambi i contendenti. Nella fase

di pianificazione ciò implica un’analisi pragmatica, ordini veloci e ben orientati,

bilanciamento, Comando avanzato e disponibilità di fuoco indiretto su chiamata.

9.5.2.1 Comando

E’ sempre opportuno predisporre una pianificazione di contingenza idonea a

fronteggiare l’eventualità di un combattimento d’incontro.

Le difficoltà possono essere le seguenti:

informazioni limitate e poco chiare sulla DENAM del nemico e sulle sue intenzioni;

sistemi di C2 con ridotte capacità in quanto impegnati in cambi di schieramento.

9.5.2.2 Intelligence

Il piano ISR tende ad anticipare la possibilità di un combattimento di incontro,

consentendo così una pianificazione, anche sommaria, dell’attività. Se questo non

fosse possibile, il piano ISR deve essere adattato per fornire le informazioni minime

necessarie per reagire rapidamente. Le CCIR, una volta che il contatto è stato

stabilito, dovrebbero focalizzarsi su: entità, capacità, intenzioni, grosso, supporti e

vulnerabilità nei confronti del fuoco indiretto.

9.5.2.3 Manovra

Le peculiarità più importanti del combattimento d’incontro sono: scarsità

d’informazioni e limitato tempo a disposizione per conseguire una situazione

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182 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

favorevole. La rapidità di azione è fondamentale e riduce le possibilità del nemico di

salvaguardare la propria libertà d’azione. In tale quadro la perfetta conoscenza delle

procedure operative è la chiave del successo. Qualora il nemico abbia un rapporto di

forze favorevole, oppure sia ad un livello di prontezza più elevato, è necessario

ingaggiarlo con la massima potenza di combattimento disponibile e nel più breve

tempo possibile, allo scopo di impedirgli lo spiegamento delle forze e di prevenirlo

nello sfruttamento del terreno. Ciò permette di guadagnare tempo per consentire

l’intervento da parte del Comando superiore o prepararsi per l’azione successiva, sia

essa offensiva o difensiva.

9.5.2.4 Fuoco

Generalità.

Il combattimento d’incontro avviene, come già detto, tra due unità in movimento.

Il piano di supporto del fuoco è già in atto per supportare la missione in corso.

Un contatto inaspettato può richiedere l’assegnazione di nuovi compiti agli assetti

del supporto di fuoco; tra questi si evidenziano le piattaforme per il lancio di

missili, i sistemi Surveillance and Target Aquisition (che potrebbero avere solo

bisogno di manovrare le loro traiettorie o il loro raggio di osservazione), l’impiego

di Supporto Aereo Ravvicinato (CAS) e UAV.

Supporto di Fuoco.

È importante che l’artiglieria sia dislocata per supportare gli elementi più avanzati

delle forze combattenti. Gli osservatori avanzati dell’artiglieria vanno distaccati

presso la forza a contatto. Il combattimento d’incontro è anche una situazione

ideale in cui bisogna far uso di mine sparse per restringere la libertà di manovra

del nemico. La velocità con la quale il supporto di fuoco reagisce dipende dalla

velocità di risposta dei Fire Support Team, che devono eseguire due compiti:

acquisire ed attaccare gli obiettivi in linea con le misure previste dal

Battlespace Management, per fissare il nemico e guadagnare tempo e libertà

di manovra;

pianificare ed erogare il fuoco richiesto per supportare la linea d’azione del

Comandante, in risposta all’incontro.

Guerra elettronica.

Una volta che le unità sono venute a contatto possono essere lanciati attacchi

elettronici per scompaginare e degradare i sistemi di C2 del nemico, il suo ISR e

le comunicazioni del supporto di fuoco.

9.5.2.5 Protezione

In un combattimento d’incontro, le prime considerazioni in materia di protezione

sono di massima le stesse adottate durante le attività offensive.

Difesa c/a. Le armi della difesa c/a sono schierate in maniera da fornire la

massima protezione sul davanti del dispositivo, in quanto le forze nemiche sono

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183 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

spesso supportate da elicotteri armati o sono schierate sotto copertura aerea o

per mezzo del trasporto aeromobile.

Mobilità e contro-mobilità. Alle unità del genio è richiesta una considerevole

velocità di reazione e di iniziativa. I compiti inerenti alle missioni di mobilità e

contro-mobilità sono:

apertura di una breccia o attraversamento d’ostacoli;

realizzazione d’itinerari;

impiego rapido d’ostacoli sul fronte e sui fianchi. La protezione di un fianco

esposto può essere ottenuta anche tenendo pronta una riserva per condurre

contrattacchi. A tal fine, possono essere utilizzati, se disponibili, anche

elementi della ricognizione, elicotteri e difesa aerea ravvicinata.

9.5.2.6 Sostenibilità

Se il combattimento di incontro si sviluppa a seguito di un movimento per il contatto

è verosimile che l’unità si stia allontanando dalle zone logistiche; quindi deve disporre

di sufficiente flessibilità logistica per adattarsi al cambiamento di situazione. È

importante comprendere le limitazioni e i vincoli logistici che possono condizionare la

libertà di manovra. Il focus deve essere posto sulle munizioni, sul carburante e

sull’evacuazione dei feriti. Un’attenzione particolare deve essere posta sulle attività di

ripianamento del munizionamento d’artiglieria e dei mortai.

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184 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

9.5.3 Condotta

Nel combattimento d’incontro, di norma, la G.U. conduce un attacco speditivo con

una manovra di avvolgimento. Di conseguenza, si articola in una forza di fissaggio,

una forza di attacco e una riserva. La consistenza della forza di fissaggio dipende

dalla consistenza dell’unità nemica. È opportuno contenerla al mimino indispensabile

per poter concentrare il combat power nella forza di attacco. La forza di fissaggio

sceglie le proprie posizioni in funzione della direzione di movimento del nemico e

della propria direzione di attacco. Il compito della forza di fissaggio, sostenuta dal

fuoco di supporto, è di impedire al nemico di contro manovrare e di rallentarne o

arrestarne il movimento.

La forza di attacco manovra per portarsi sulla direzione di attacco, scelta in modo da

Figura 47: Esempio di combattimento d’incontro

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185 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

poter incidere sul fianco del dispositivo nemico, e assume una formazione che

consenta di esprimere il massimo volume di fuoco sulla fronte. Una volta assunta la

formazione attacca l’unità nemica eliminandone progressivamente i vari elementi

difensivi.

La riserva, come sempre, può essere utilizzata per fronteggiare esigenze impreviste

e/o per sfruttare opportunità favorevoli.

9.6 RICONGIUNGIMENTO (LINK-UP)

9.6.1 Scopo e Principi

Il ricongiungimento è un’attività abilitante mediante la quale forze amiche, anche non

della stessa nazione, si ricongiungono in territorio controllato dal nemico. Si

materializza quando viene stabilito il contatto tra due o più unità/formazioni amiche

che possono avere la stessa o differenti missioni. In un’attività di ricongiungimento

può essere necessario distruggere il nemico che, eventualmente, tentasse di

impedirlo. Il ricongiungimento può essere pianificato all’inizio dell’attività, ma anche

azione durante. Le forze amiche possono operare secondo le seguenti modalità:

avvicinamento contemporaneo di una forza verso l’altra;

stazionamento di un’unità con l’altra in movimento;

avvolgimento di una forza da parte dell’altra.

Tali azioni sono condotte più frequentemente per:

completare l’accerchiamento della forza nemica;

facilitare la rottura dell’accerchiamento di una forza amica;

unire una forza amica attaccante con un’altra (aeromobile, avioportata o anfibia)

precedentemente immessa nelle retrovie del nemico.

9.6.2 Elementi per la pianificazione

9.6.2.1 Comando

L’esigenza di un ricongiungimento può essere prevista sin dalla fase di pianificazione,

ovvero può rivelarsi necessaria nel corso di un’attività tattica, pertanto va pianificata

in funzione dell’evolversi della situazione. Nella pianificazione del ricongiungimento è

necessario prestare attenzione a:

Unicità di Comando. Quando due o più forze si congiungono è necessario

designare un unico Comandante. Tale designazione va fatta il prima possibile per

consentire la pianificazione. Tempistica e condizioni sotto le quali il Comando

viene assunto vanno definite chiaramente.

Battlespace Mangement. Nel ricongiungimento è elevato il rischio di fuoco

amico. Occorre, pertanto, definire ed adottare misure di controllo semplici e

chiare per minimizzare tale rischio. Queste includono:

direttrici di avvicinamento e limiti di settore;

obiettivi da tenere o conquistare da parte di ciascuna forza;

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186 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

luogo del ricongiungimento;

modalità di riconoscimento fra le forze amiche;

tempistica dell’attività per le forze coinvolte;

l’uso di FSCM, specifiche RFL e NFA.

Comunicazioni e collegamento. È fondamentale il collegamento tra le forze, che

prendono parte all’attività, e il Comandante responsabile dell’attività. Le

comunicazioni, di norma in queste circostanze, possono solamente essere

mantenute via radio. La definizione delle modalità di dettaglio, concernenti i

collegamenti e le comunicazioni, è inserita nel piano generale del Comandante;

laddove ciò non fosse realizzabile, queste predisposizioni vengono lasciate,

quanto più scrupolosamente possibile, all’iniziativa delle due forze che eseguono

l’attività di ricongiungimento. Le misure includono:

squadre di collegamento;

parole d’ordine, segnali visivi d’identificazione e procedure d’autenticazione

radio e codici;

linee e punti di riferimento.

9.6.2.2 Intelligence

Le forze amiche che si muovono per effettuare il ricongiungimento hanno bisogno di

informazioni sulla forza e sulla disposizione del nemico, così come sulla posizione e

sulla tipologia degli equipaggiamenti delle forze amiche, soprattutto se il nemico usa

armi ed equipaggiamenti similari.

9.6.2.3 Manovra

Le attività di ricongiungimento sono per loro natura offensive e, pertanto, le unità

incaricate della loro condotta devono essere in grado di esprimere potenza di fuoco

e/o di mobilità superiori a quelle del nemico. Le forze corazzate sono spesso le più

appropriate per portare a termine questo tipo di attività, laddove sussista l’esigenza

della disponibilità di potenza di fuoco e mobilità per disarticolare il dispositivo nemico

e portare a termine il congiungimento ad esempio con una forza

avioportata/aeromobile. In tali azioni lo sgombero delle strade e delle resistenze

nemiche sono essenziali per un adeguato completamento dell’attività.

9.6.2.4 Fuoco

La pianificazione del fuoco a supporto di un’attività di ricongiungimento deve tenere

conto:

dell’applicazione del principio secondo il quale l’artiglieria deve essere comandata

al più alto livello e controllata al più basso, che facilita l’operazione di

ricongiungimento. Questo consente al Comando superiore di mantenere la

Situational Awareness sull’azione di fuoco di entrambe le forze per garantire

l’unitarietà dell’azione;

dell’uso appropriato e l’implementazione efficace di FSCM e di ACM (Airspace

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187 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Control Measures – Misure di controllo dello spazio aereo);

dell’integrazione e la sincronizzazione degli assetti STA, inclusi i Fire Support

Team, tra le forze che operano il ricongiungimento per assicurarsi che il controllo

del fuoco sia efficace. Il passaggio di consegne tra i Fire Support Team deve

svolgersi al livello più basso possibile, e deve includere anche i singoli obiettivi;

della coordinazione tra i sistemi di difesa aerea a terra (Ground Based Air

Defense) e i sistemi di difesa aerea ravvicinata (Close Air Defense) delle forze

che operano il ricongiungimento;

dell’impiego delle CAS e di elicotteri d’attacco nello spazio vuoto tra le forze, che

deve essere adeguatamente controllato.

dell’impiego della EW, che deve essere coordinato allo scopo di evitare

interferenze reciproche e duplicazione di compiti.

9.6.2.5 Protezione

Le misure da prevedere per la protezione si concentreranno sulla protezione fisica e

sulla sicurezza delle operazioni (OPSEC) quali:

Difesa c/a. Occorre adottare le misure necessarie per essere sicuri che gli

elementi della difesa aerea non ingaggino velivoli amici in supporto delle forze

che effettuano il ricongiungimento. La coordinazione tra aerei, elicotteri con le

forze a terra è essenziale.

Mobilità e contro mobilità. Le attività di ricongiungimento richiedono un’attenta

coordinazione delle attività del genio, specialmente nel caso in cui la forza “in

posizione” abbia preparato posizioni difensive che necessitino di essere superate

dalle unità in arrivo. Inoltre, vanno evitati inutili duplicazioni tra gli assetti del

genio inseriti nei vari gruppi isolati di forze. I compiti del genio prevedono:

sostegno alla mobilità tramite l’apertura ed il mantenimento degli assi di

movimento e di ricongiungimento;

protezione dei fianchi durante l’avanzata per il ricongiungimento, usando

rapidamente ostacoli mobili come mine, se necessario;

rinforzo di obiettivi durante la fase di ricongiungimento, attraverso difese ed

ostacoli;

apertura di una breccia degli ostacoli prima del ricongiungimento (se

necessario).

Identificazione. Occorre prevedere misure di coordinamento per evitare il rischio

di fuoco amico.

OPSEC. devono essere considerate nel dettaglio tutte le misure atte a proteggere

i piani prevenendo così il nemico nella comprensione delle nostre intenzioni.

Inganno. Il nemico deve essere influenzato da un piano di inganno teso a

mascherare il ricongiungimento. Dato che avviene in territorio nemico, occorre

prendere in considerazione i seguenti aspetti:

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188 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

il tessuto umano e sociale (human terrain) e l’impatto che tale operazione può

avere sulla popolazione locale;

come aggirare le posizioni nemiche e come sfruttare le opportunità.

9.6.2.6 Sostenibilità

Il CSS nelle attività di ricongiungimento è molto complesso. Le predisposizioni da

adottare sono simili a quelle per le attività tattiche offensive, ma si può verificare la

necessità di trasportare a domicilio i materiali per le forze con cui si prevede il

ricongiungimento. In particolare, vanno analizzati i seguenti fattori:

distanza dall’area dell’obiettivo;

tempo entro cui l’area dell’obiettivo è alimentata;

sostituzione della forza in stazionamento.

9.6.3 Condotta

Sussistono varie tipologie di ricongiungimento. In particolare lo stesso può avvenire:

tra una forza “in posizione” ed una forza in movimento;

tra due forze in movimento.

9.6.3.1 Ricongiungimento tra una forza “in posizione” ed una forza in

movimento

Quando una forza si muove per ricongiungersi con una forza stazionaria sono

necessarie le seguenti procedure (Figura 48 e Figura 49):

il ricongiungimento deve essere completato il più rapidamente possibile per

ridurre le possibilità del nemico di reagire;

individuazione di punti di ricongiungimento in cui avviene il contatto tra gli

elementi avanzati della forza in movimento e gli elementi di sicurezza dell’unità in

stazionamento;

definizione di una RFL per evitare che le forze convergenti siano investite

reciprocamente dal fuoco amico;

l’unità mobile conduce un movimento per il contatto molto rapido;

una volta che il ricongiungimento è stato completato il Comandante unico

designato conduce l’eventuale azione successiva.

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189 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Figura 48: Esempio di ricongiungimento – Fase I

Figura 49: Esempio di ricongiungimento – Fase II

9.6.3.2 Ricongiungimento tra due forze in movimento

Il ricongiungimento tra due forze mobili viene di norma condotto per completare

l’accerchiamento di una forza nemica e prevede almeno le seguenti procedure

(Figura 50):

definizione di punti per il ricongiungimento principali e alternati lungo l’itinerario

dove le due forze si congiungono;

applicazione di un Battlespace efficace;

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190 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

identificazione reciproca da parte degli elementi della ricognizione il prima

possibile;

possibilità di comunicazione su di una frequenza comune tra gli elementi avanzati

delle due unità.

Figura 50: Esempio di rincongiungimento tra due forze in movimento

9.7 RIPIEGAMENTO (WITHDRAWAL)

9.7.1 Scopo e principi

Il ripiegamento, normalmente, avviene a seguito dell’andamento sfavorevole di un

combattimento. Si prefigge lo scopo di riacquistare la libertà d’azione perduta o

compromessa e di creare i presupposti per la condotta efficace di un’attività offensiva

o di una difensiva su una nuova posizione. È un’azione tra le più difficili, che mette a

dura prova le capacità, la tenacia e la saldezza morale delle unità che la conducono.

Richiede un’azione di comando forte, che esalti la consapevolezza che il ripiegamento

rappresenta l’indispensabile premessa per una successiva, efficace azione. Maggiore

è la mobilità e la potenza di fuoco residua, e maggiori sono le possibilità di successo

del ripiegamento.

Il ripiegamento è di norma condotto:

quando il Comandante decide di rompere il contatto col nemico. Il contatto

dovrebbe comunque essere mantenuto attraverso altri mezzi quali, ad esempio,

fuoco indiretto, ricognizione o sorveglianza;

per minimizzare l’interferenza del nemico e preservare il proprio potere di

combattimento, ed in particolare, la componente fisica e morale.

Occorre in ogni caso mantenere la capacità di passare rapidamente alla condotta di

attività offensive o difensive.

L’ordine di ripiegamento viene sempre approvato dal Comandante superiore all’unità

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191 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

che intende condurlo. Il ripiegamento può essere condotto per le seguenti ragioni:

l’unità rischia di essere sopravanzata, neutralizzata o accerchiata;

l’obiettivo è stato raggiunto ma non è più necessario o opportuno mantenerlo;

il rapporto di forze è decisamente sfavorevole;

si intende attirare il nemico in una situazione più favorevole alle forze amiche;

l’unità si deve allineare al movimento delle unità contermini;

gli schieramenti vengono modificati per rettificare la fronte;

l’unità non può più essere sostenuta logisticamente;

in applicazione al piano di inganno.

I principi guida per il ripiegamento sono:

coordinamento;

semplicità;

sicurezza;

atteggiamento offensivo;

flessibilità.

9.7.2 Elementi per la pianificazione

9.7.2.1 Comando

Generalità. Se il ripiegamento avviene a contatto col nemico occorre prevedere

che:

l’abbandono delle posizioni, effettuato a partire dai complessi di forze più

arretrati, avvenga rapidamente e simultaneamente per le forze a contatto;

le unità di copertura, incaricate del frenaggio, siano già in posizione e pronte

ad iniziare la loro azione;

gli itinerari per il ripiegamento siano percorribili e disponibili per tutta la durata

dell’azione;

autorità di Comando da assegnare e/o delegare ai Comandanti durante le

varie fasi dell’attività;

il dispositivo utilizzato rimanga ben equilibrato per tutta la durata dell’azione.

Fattori chiave per il successo. Il successo dipende dal mantenimento del morale,

da uno stretto controllo delle operazioni e dalla sicurezza. Durante il

ripiegamento, il Comandante continua il processo di pianificazione per l’attività

successiva.

Morale. Il morale è una componente fondamentale del fighting power e quindi

occorre sfruttare tutte le opportunità per mantenerlo elevato. Per esempio con:

dislocazione dei Comandanti nei punti di maggiore sensibilità in relazione alla

situazione;

costante informazione del personale sullo scopo dell’attività e sulla situazione

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192 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

reale;

condotta efficiente di tutte le attività logistiche, in particolare dell’evacuazione

dei feriti;

mantenimento di un atteggiamento offensivo.

Battlespace Management. Le misure di controllo pianificate per un ripiegamento

includono:

sequenza per l’abbandono delle posizioni da parte delle unità;

squadre di collegamento che precedono le unità in ripiegamento per

coadiuvare il controllo e l’identificazione;

identificazione di assi e itinerari di ripiegamento;

linee di rapporto e di coordinazione;

misure di controllo del traffico;

check points;

Fire Support Coordination Measures;

orari per fasi e sequenze critiche119;

controllo di demolizioni pianificate.

Comunicazioni. Il controllo delle emissioni (EMCON) compensa la necessità di

Comando e Controllo con l’obbligo di non dare informazioni al nemico.

9.7.2.2 Intelligence

Il ripiegamento richiede una disponibilità continua di informazioni sul nemico. In

particolare, bisogna ricercare quegli indicatori che possano rivelare se il nemico ha

capito le nostre intenzioni. Gli assetti ISR possono essere impiegati anche per

supportare e implementare il piano di inganno. La controinformazione è

particolarmente curata prima e durante il ripiegamento.

9.7.2.3 Manovra

Per tutto ciò che riguarda gli aspetti legati alla manovra, si può fare riferimento a

quanto già esposto in merito per l’attività tattica difensiva del frenaggio, in quanto le

modalità esecutive sono molto simili. Tuttavia, in merito all’impiego delle forze,

queste di massima possono essere così suddivise.

Aliquota di protezione, il compito è di impedire che il nemico possa agganciare il

grosso della Forza. All’inizio dell’azione, essa si schiera sul tergo della

preesistente posizione difensiva per proteggere il ripiegamento del grosso della

119 Il Comandante controlla il ripiegamento imponendo due tempi “chiave”. In particolare, l’orario:

- prima del quale non ci sono movimenti a ritroso se non per traffico normale e per le unità in ricognizione;

- fino al quale la posizione non è lasciata al nemico. Questi orari costituiscono la base del piano di trafilamento. È necessaria, anche se non obbligatoria, la determinazione di altri due momenti importanti: il momento in cui le truppe avanzate possono cominciare a ritirarsi e a diradarsi e l’altro entro il quale tutte le truppe si trovano non oltre la linea di riferimento stabilita. Questi due momenti sono particolarmente utili per coordinare il fuoco di supporto.

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193 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

forza, imponendo nel contempo al nemico il maggior ritardo e logoramento

possibili.

Grosso della forza, la cui azione si sviluppa attraverso l’abbandono delle posizioni

occupate ed il movimento retrogrado.

Riserva: di norma svolgono tale funzione parte delle truppe non a contatto con

l’avversario. Il loro compito sarà di condurre limitati contrattacchi per:

contrastare/eliminare penetrazioni nemiche, agevolare lo sganciamento delle

truppe amiche a contatto, rinforzare le aree minacciate e proteggere le vie di

ripiegamento.

9.7.2.4 Fuoco

Le modalità di ripiegamento determinano il tipo di supporto di fuoco. Quando è

necessario sganciarsi rapidamente e simultaneamente (break clean) il supporto di

fuoco è fondamentale per fissare il nemico e favorire l’abbandono delle posizioni. La

distanza che deve essere coperta dal ripiegamento determina anche la complessità

del piano di supporto del fuoco. Inoltre può essere necessario effettuare cambi di

schieramento per supportare il ripiegamento, cosa che richiede la disponibilità di

itinerari dedicati. Se disponibili e le condizioni meteo lo consentono possono essere

richieste missioni di CAS e di elicotteri d’attacco. La pianificazione del supporto di

fuoco include:

Artiglieria

posizione e compiti degli assetti STA per dirigere e controllare il fuoco. Questo

richiede un piano STA che preveda sbalzi alternati all’indietro sia delle

piattaforme sia degli osservatori;

la definizione di azioni di fuoco continue e sviluppate in profondità, al fine di

fissare il nemico e negargli la libertà d’azione, per permettere l’abbandono

delle posizioni. Il ricorso ad un Targeting dinamico e continuamente

aggiornato contribuisce all’efficacia dell’azione;

appropriate misure di controllo (FSCM e ACM). In particolare la definizione

delle Coordination Fire Line, iniziale e successive, da aggiornare in base al

movimento dell’unità in ripiegamento, per garantire la massima libertà

d’azione agli assetti di fuoco coordinati dal Comando superiore;

azioni di fuoco come parte del piano di inganno;

interventi fumogeni/nebbiogeni per occultare il movimento o ostacolare

l’acquisizione degli obiettivi da parte del nemico (punti di obbligato passaggio,

strettoie, punti di vulnerabilità che il nemico potrebbe controllare con

l’osservazione);

indicazioni sul consumo di munizioni previsto, per consentire il ripiegamento, il

prima possibile, del massimo numero di mezzi logistici.

Fuoco aereo

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194 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Il supporto aereo offensivo può essere utilizzato per colpire il nemico e impedirgli

di inseguire e/o bypassare le forze in ripiegamento. Inoltre, il supporto aereo

ravvicinato è particolarmente utile quando l’artiglieria, in movimento retrogrado,

può essere costretta a ridurre o interrompere il fuoco indiretto di supporto. Di

conseguenza, i J-TAC (Joint Terminal Attack Controller) si affiancano agli

elementi dell’aliquota di protezione. La versatilità e la capacità di colpire a

distanza rendono gli elicotteri d’attacco particolarmente idonei a supportare

l’abbandono delle posizioni da parte del grosso e l’azione dell’aliquota di

protezione, soprattutto per agevolarne lo sganciamento.

Guerra Elettronica (EW)

Gli assetti EW sono particolarmente utili per eseguire il piano d’inganno così

come per disarticolare il sistema C2 nemico.

9.7.2.5 Protezione

La cornice di sicurezza alle unità in ripiegamento è garantita dall’unità di Copertura,

che agisce con spiccata aggressività mediante fuoco a distanza, agguati reiterati e

contrattacchi locali. Inoltre bisogna considerare anche i seguenti aspetti:

OPSEC: il ripiegamento avviene, di norma, in un quadro di superiorità, sia

terrestre sia aerea, nemica. La cornice di sicurezza:

è ricercata attraverso la sorpresa, effettuando l’abbandono di posizioni di notte

o in condizioni di visibilità limitata;

è supportata con un piano d’inganno dettagliato e articolato

è garantita essenzialmente dal fuoco di artiglieria, incaricata di battere

obiettivi sul davanti delle posizioni che dovranno essere abbandonate per

fornire copertura e guadagnare tempo.

Difesa c/a

Un aspetto vitale assume l’azione difensiva contro gli aeromobili nemici.

L’organizzazione della difesa c/a s’ispira a criteri analoghi a quelli delle attività

tattiche difensive. In particolare, il ripiegamento si svolge nell’ambito della

copertura generale assicurata dal sistema di difesa aerea. Nella considerazione

che non ci sono mai sufficienti risorse disponibili per fornire un ombrello

protettivo sull’intera AOO, vanno definite delle priorità. Il piano della difesa aerea

garantisce la massima efficienza/efficacia nei momenti critici, gravitando in

corrispondenza delle aree in cui le forze in movimento retrogrado sono

particolarmente vulnerabili, oppure aree dove presumibilmente il nemico tenta di

infiltrare forze aerotrasportate, nonché in corrispondenza degli obiettivi sensibili

(PC, centri trasmissioni, complessi logistici ecc.).

La componente aerea della difesa c/a è essenziale ed è schierata in una zona

operativa riservata (Restricted Operating Zone - ROZ) per il tempo necessario.

Mobilità e contro-mobilità

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195 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Il Genio è particolarmente coinvolto nel ripiegamento per:

preparare demolizioni ed ostacoli;

effettuare attività di contro mobilità al fine di facilitare soprattutto l’azione

degli elementi dell’aliquota di copertura/ di protezione;

agevolare il movimento del grosso rimuovendo gli ostacoli e garantendo la

disponibilità degli itinerari.

Il suo ordinamento tattico è ispirato in genere a criteri di decentramento.

Durante il ripiegamento, le attività di effettuazione di demolizioni ed attivazione

dell’ostacolo spesso ritardano l’attaccante più a lungo di qualsiasi altra azione. Gli

ostacoli naturali sono sfruttati per sbarrare il movimento e costituire le posizioni

intermedie. Gli ostacoli artificiali, qualora il tempo e le unità del genio siano

disponibili, vanno attuati mediante interruzioni stradali e campi minati, realizzati

prevalentemente con procedimenti rapidi. In tale contesto, i campi minati sono

un assetto fondamentale. Anche gli itinerari impegnati vanno vigilati e predisposti

per eventuali demolizioni. I principi basilari da osservare sono:

pianificazione dell’ostacolo effettuata ai più alti livelli di Comando;

preparazione di demolizioni ed altri ostacoli lungo gli itinerari di movimento

preparati il più presto possibile. Questo è importante per le demolizioni

preliminari che vanno attentamente coordinate con il piano di ritirata;

demolizioni vanno coordinate lungo tutta l’AOO.

I lavori relativi alla viabilità (disponibilità degli itinerari di movimento) riguardano

essenzialmente il ripristino delle interruzioni stradali ed il miglioramento delle

rotabili esistenti.

Le unità incaricate di assolvere tali compiti operano di norma alle dirette

dipendenze delle Grandi Unità.

Le misure di controllo del traffico (organizzazione della circolazione) che

includono:

piano dei recuperi e delle riparazioni;

chiari accordi per gli sfollati utilizzando, qualora possibile, la polizia civile;

punti di controllo;

FSCL o FSSL e provvedimenti per il loro aggiornamento;

sincronizzazioni come richiesto per le fasi critiche o per il susseguirsi degli

avvenimenti;

chiari accordi per l’attuazione del piano delle demolizioni.

Ufficiali di collegamento precedono le truppe in ritirata per facilitare il controllo

ed il riconoscimento.

Difesa CBRN

Particolari accorgimenti vanno adottati in caso si conduca un’attività di ritirata in

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196 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

un ambiente contaminato. In particolare, è necessario:

predisporre sia punti di controllo anti-contaminazione sia una severa disciplina

dei percorsi, nonché l’identificazione inequivocabile dell’equipaggiamento

contaminato. Inoltre, i veicoli contaminati ripiegano su direttrici specifiche;

ritirare progressivamente e reintegrare in posizioni intermedie e finali i

materiali di controllo e rivelazione anti CBRN. La decontaminazione, qualora il

tempo a disposizione lo consenta, è effettuata prima dell’occupazione di nuove

posizioni;

abbandonare riserve di materiali contaminati;

considerare che un attacco CBRN contro truppe in ritirata può avere un effetto

psicologico ben superiore alle reali perdite inflitte.

9.7.2.6 Sostenibilità

Il piano logistico prevede il sostegno del ripiegamento per tutta la sua durata,

soprattutto per quanto riguarda le munizioni, ed evita nel contempo che materiale

cada in mano del nemico. Tutti i materiali non essenziali devono essere trasferiti su

posizioni arretrate il prima possibile mentre il recupero dei mezzi inefficienti deve

essere rapido e, soprattutto, senza congestionare i punti di obbligato passaggio.

Sostegno sanitario. L’evacuazione sanitaria dei feriti ha un’importanza primaria

per il mantenimento del morale. I posti di medicazione, qualora la ritirata si

protraesse per un lungo periodo, ripiegano con sbalzi successivi.

Polizia Militare. Tale componente è utilizzata per l’assistenza nel controllo di

strade e la gestione dei prigionieri di guerra e degli sfollati.

Rifornimenti e trasporti. Le scorte avanzate, prima di iniziare il movimento

retrogrado, sono ridotte attraverso il blocco dei rifornimenti e, qualora possibile,

sgombrate quelle non necessarie. Le dotazioni di reparto vanno completate,

mentre le scorte su ruote vanno utilizzate come riserva. I rifornimenti a rotazione

vanno stabiliti per fare fronte a necessità urgenti ed in funzione a varianti del

piano operativo. Le perdite di materiale possono eccedere rispetto a quanto

pianificato, pertanto vanno previsti accordi specifici per il loro ripianamento.

Viene approntato un rifornimento immediato delle unità, una volta che queste

ultime hanno raggiunto le nuove posizioni.

Mantenimento. Tale azione è concentrata sulla rapida messa in efficienza

dell’equipaggiamento necessario alla condotta dell’attività. I mezzi di soccorso

vanno disposti sui punti critici per mantenere sgombere le strade e recuperare

quanto più materiale possibile.

Distruzione/inutilizzazione del materiale militare abbandonato. Va impedita

l’acquisizione, da parte del nemico, dell’equipaggiamento militare, delle scorte,

nonché dei materiali sanitari relativi alle forze amiche.

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197 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

9.7.3 Condotta

9.7.3.1 Organizzazione e compiti

Per mitigare gli effetti negativi sul morale e per sfruttare al massimo la coesione

interna dei reparti in un'attività particolarmente difficile come il ripiegamento, occorre

mantenere inalterata la normale struttura organizzativa delle unità. L’eventuale

riarticolazione/riorganizzazione delle unità durante l’azione deve essere evitata per

quanto possibile. Occorre inoltre prestare attenzione a:

sorpresa e inganno;

occultamento e mascheramento;

assegnazione degli itinerari e definizione di un sistema di controllo del traffico.

9.7.3.2 Posizioni

Il ripiegamento verso una nuova posizione difensiva può prevedere una o più

posizione difensive intermedie. I criteri da considerare per la definizione delle

eventuali posizioni intermedie includono:

distanza dalla nuova posizione difensiva;

capacità residua dell’unità;

consistenza del nemico;

tempo necessario per preparare la nuova posizione.

La posizione intermedia deve per quanto possibile essere:

adeguatamente organizzata, al fine di costringere il nemico ad assumere il

dispositivo di attacco e a rallentare la propria progressione;

ad una distanza dalla posizione abbandonata tale da non poter essere

immediatamente ingaggiata dal fuoco indiretto nemico; obbligandolo a

manovrare gli schieramenti.

La nuova posizione difensiva principale deve, di norma, essere preparata il prima

possibile attuando tutte le misure possibili di occultamento. Le unità del genio e per

la ricognizione non coinvolte nei piani di contromobilità si rischierano nella nuova

posizione prima che il ripiegamento cominci.

9.7.3.3 Tempistica

I tempi fondamentali da definire sono due, l’inizio:

del movimento retrogrado delle unità non a contatto con il nemico;

della rottura del contatto da parte delle unità a contatto con il nemico;

Per il supporto di fuoco è inoltre da definire il momento in cui tutte le truppe sono al

sicuro dietro la linea di coordinamento designata.

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198 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Figura 51: Esempio di Ripiegamento - Fase I

9.7.3.4 Sequenza del ripiegamento

Il ripiegamento, di norma, avviene secondo la seguente successione:

elementi della ricognizione e tutti i veicoli e materiali non necessari;

l’Aliquota di protezione (o Copertura) e le Riserve si portano nelle nuove

posizioni;

il grosso delle forze che dalla posizione da abbandonare trafilano attraverso

l’Aliquota di protezione nella nuova posizione. Gli elementi più arretrati ripiegano

per primi lasciando gli elementi più avanzati schierati sino all’ultimo;

l’Aliquota di protezione rompe il contatto una volta che il grosso ha ripiegato. Nel

caso di forte pressione nemica l’Aliquota di protezione inizia subito l’attività

tattica di frenaggio o, se necessario, impegna ad oltranza le forze nemiche al fine

di consentire il ripiegamento delle restanti forze.

Tale sequenza è ripetuta per ogni posizione intermedia. Il ripiegamento è concluso

quando l’unità è in grado di eseguire un altro compito.

9.7.3.5 Ripiegamento speditivo

In caso di necessità, il ripiegamento può essere condotto senza una preparazione

adeguata. In questo caso la priorità è di mantenere compatto il dispositivo.

La sequenza del ripiegamento prevede:

selezione delle posizioni arretrate da occupare e difendere. Tutte le unità non a

contatto si muovono verso tali posizioni e si preparano per una difesa speditiva;

condotta del frenaggio da parte delle unità a contatto, trafilando attraverso la

nuova posizione difensiva e occupando le Assembly Area, dove verrà ristabilito il

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199 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

controllo. In questo caso, possono non essere disponibili le Unità di Copertura.

Figura 52: Esempio di Ripiegamento - Fase II

9.7.3.6 Shaping (Attività preliminari/plasmatura) del campo di battaglia

Durante il ripiegamento, la G.U. e il Comando superiore, plasmano lo spazio della

battaglia adottando misure per agevolare la manovra delle forze amiche e per

logorare e ritardare il nemico.

Tali misure includono:

la ricognizione di itinerari e posizioni;

il miglioramento degli itinerari e il controllo del traffico;

la protezione e/o osservazione degli itinerari da utilizzare;

l’evacuazione dei rifugiati e profughi;

l’evacuazione dei feriti, dei materiali e dei rifornimenti non necessari;

l’ occupazione e il controllo di punti di passaggio obbligato per il nemico;

l’integrazione degli ostacoli esistenti/realizzati e la loro protezione con il fuoco;

l’impiego del Joint Fires per rallentare il nemico, canalizzare le sue forze,

degradare il suo Comando e Controllo, logorarlo e indebolire la sua volontà e la

sua coesione;

la condotta di attacchi di disturbo per rallentarlo e impedirgli di mantenere il

momentum.

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200 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

9.8 LA RITIRATA

La ritirata è un movimento retrogrado, simile alla marcia (par. 13 del presente

Capitolo IX), condotto fuori dal contatto con il nemico. Sebbene non a contatto,

l’unità rimane vulnerabile all’azione avvolgente del nemico.

9.9 L’AVVICENDAMENTO DI UNITÀ A CONTATTO E DI FORZE

ACCERCHIATE

L’avvicendamento di unità a contatto e di forze accerchiate (relief of encircled forces

and troops in combat) consiste nella cessione della responsabilità del combattimento

da un’unità ad un’altra. Di norma, l’avvicendamento può essere condotto quando

l’unità a contatto:

non è più in grado di continuare la propria missione;

deve essere resa disponibile per condurre attività in un’altra area;

ha assolto alla propria missione;

deve essere sostituita per evitarne l’eccessivo logoramento;

non è adatta a svolgere il compito assegnato;

ha completato il proprio ciclo operativo (sostituzione routinaria);

risulta essere accerchiata e non può:

continuare la difesa nello stato di unità accerchiata;

condurre una rottura dell’accerchiamento (breakout of encircled forces),

intraprendendo azioni offensive con il fine di ricongiungersi con le forze

amiche;

attaccare più in profondità nel territorio controllato dal nemico;

disporre di terreno difendibile;

assicurare i rifornimenti all’unità, trattare ed evacuare i soldati feriti;

mantenere il morale e la capacità di combattimento dei soldati.

In genere l’attività di sostituzione è intrapresa per mantenere intatta la potenza di

combattimento dell’intera forza.

Nell’ambito di queste azioni, il trasferimento della responsabilità operativa assume

aspetto rilevante. Il passaggio del Comando avviene a seguito di accordi diretti tra i

Comandanti che si affiancano per effettuare il trasferimento dell’autorità. Durante

l’azione di sostituzione, vi è un momento di congestione che incrementa la

vulnerabilità delle truppe coinvolte. La possibilità di confusione è rilevante, in quanto

i due sistemi di Comando operano contemporaneamente nella stessa area anche se

non vanno trascurati gli effetti benefici che scaturiscono dalla sincronizzazione della

potenza di combattimento di entrambe le forze. L’interoperabilità va garantita anche

quando questa attività riguarda due forze di differenti nazionalità. In questo caso,

vanno tenute in considerazione le seguenti predisposizioni:

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201 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

la diversa organizzazione delle unità può richiedere accorgimenti specifici in

alcune aree, in particolare nella sostituzione sul posto;

il controllo del supporto di fuoco può richiedere speciali collegamenti;

le difficoltà linguistiche possono esigere l’impiego di guide;

il funzionamento delle comunicazioni può dipendere da specifici accordi.

Di seguito, i dettagli dei diversi tipi di avvicendamento.

9.9.1 Avvicendamento dell’unità in posizione (Relief In Place – RIP)

Nel RIP l’unità che subentra assume la missione dell’unità che viene avvicendata,

all’interno degli stessi limiti di settore. L’avvicendamento avviene, di norma, di notte

o in condizioni di limitata visibilità, per celarlo il più possibile al nemico.

L’avvicendamento può essere pianificato o speditivo e si svolge di norma nel più

breve tempo possibile.

Pianificato. In questo caso le unità:

si scambiano piani e ufficiali di collegamento;

conducono briefing e ricognizioni dettagliate;

emanano ordini scritti.

Speditivo. La sostituzione speditiva è pianificata e condotta tramite ordini verbali

e frammentari. Il personale di collegamento, e quello ritenuto necessario, viene

lasciato in posizione per assistere l’unità che subentra fino al completo passaggio

di responsabilità. Le forze provenienti dalle unità da combattimento, supporto al

combattimento e sostegno logistico rimangono con la forza subentrante fino a

che i piani relativi agli ostacoli, supporto di fuoco, contrattacco e CSS non siano

stati coordinati.

Sostituzione simultanea o sfalsata. La decisione, se effettuare una sostituzione

simultanea o sfalsata, dipende essenzialmente dal tempo disponibile e dalle

condizioni locali. Qualora le forze siano rilevate simultaneamente nell’intero

settore, le attività vanno effettuate in tempi brevi, in quanto tali procedure, oltre

a ridurre la capacità difensiva del dispositivo, facilitano il nemico

nell’individuazione di consistenti spostamenti d’unità. Di contro, una sostituzione

sfalsata richiede una maggior disponibilità di tempo, peraltro una parte rilevante

della forza salvaguarda la capacità difensiva delle unità. La decisione inerente al

metodo da implementare prende in considerazione:

la missione ricevuta,

lo stato dell’equipaggiamento inerente al personale dell’unità cedente e di

quella subentrante;

la capacità del nemico di individuare ed interferire l’avvicendamento;

la possibilità di avere a portata di mano una riserva in grado di contrastare

ogni minaccia;

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202 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

le caratteristiche del terreno;

la necessità di variare gli schemi di manovra relativi all’avvicendamento;

le eventuali modifiche dell’equipaggiamento;

la capacità dell’unità avvicendata di mantenere una coerente difesa;

il principio per cui le unità di supporto al combattimento normalmente non

vengono sostituite nello stesso tempo delle unità da combattimento.

Tempi. La durata dell’attività di avvicendamento è, di norma, tale da consentire il

passaggio delle informazioni essenziali che includono:

situazione tattica in corso e valutazione intelligence;

piani e ordini in atto, incluso il piano di inganno;

organizzazione dell’area e posizione di itinerari e strade;

piano logistico;

sequenza dell’avvicendamento;

posizione di unità che non saranno avvicendate;

tempistica, con particolare riferimento al Transfer of Authority (ToA);

dettagli del collection plan.

Un attento piano degli itinerari, una supervisione accurata del traffico ed il relativo

controllo sono essenziali per evitare la congestione del movimento. A tal fine il

piano relativo al movimento ed al controllo sono concettualmente semplici, ma

sufficientemente dettagliati. I movimenti in direzioni opposte, se possibile, vanno

pianificati su strade e piste separate, mentre quelli trasversali vanno evitati. Le

formazioni/unità subentranti e cedenti si avvalgono, qualora possibile, dei trasporti

allocati per l’attività.

9.9.1.1 Elementi per la pianificazione

9.9.1.1.1 Comando

Il Comandante uscente mantiene la responsabilità della difesa della posizione sino al

ToA. Entrambi i Comandanti rimangono affiancati per l’intera durata del rilevamento.

Il Comandante subentrante assume il Comando degli elementi dell’unità uscente che

non sono ancora stati avvicendati e designa un Posto Comando Tattico avanzato per

affiancarlo a quello in uscita.

Il ToA a livello G.U., di norma, avviene quando almeno due unità subordinate sono

state avvicendate (es. a livello Brigata quando due o più gruppi tattici sono stati

avvicendati).

Una sostituzione inizia all’atto dell’avvicendamento della prima unità. L’ordine di

successione con il quale inizia tale attività dipende dallo stato di forza dell’unità che è

rilevata e dalla situazione operativa. Le unità avanzate, qualora abbiano sostenuto

pesanti perdite e la propria efficienza sia stata significativamente ridotta, possono

essere avvicendate per prime.

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203 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

È preferibile, peraltro, iniziare la sostituzione dal dietro all’avanti per agevolare i

movimenti e la gestione delle forze. Inoltre, richiedono uno stretto coordinamento,

fra tutti i PC impegnati, le attività relative al controllo del traffico, al coordinamento

del supporto di fuoco, alla rete delle comunicazioni, alle installazioni e al piano degli

ostacoli.

Il Comando sovraordinato alle unità in avvicendamento, definisce:

tempi;

itinerari da utilizzare e linee di controllo (report lines);

modalità esecutive per i team di collegamento, gli elementi della ricognizione e il

Posto Comando Tattico Avanzato;

supporto di fuoco;

piani di inganno e OPSEC;

difesa aerea e Airspace Control Measures;

sostegno logistico (equipaggiamenti, scorte e supporto sanitario).

Il piano delle trasmissioni supporta quello di inganno che, a sua volta, include tutti

quei dettagli che le due forze impegnate necessitano per coordinare l’azione. La

sostituzione, a tutti i livelli, è condotta sulla frequenza del Comando dell’unità

cedente ed è necessario mantenere i collegamenti, possibilmente inalterati per tutta

la durata dell’attività. Sono richieste una stretta cooperazione ed un efficace

coordinamento tra le unità schierate e quelle subentranti. Uno scambio d’Ufficiali di

collegamento è necessario per coordinare il passaggio di responsabilità. Tale

personale rimane con le unità subentranti fino a che esse non abbiano

“familiarizzato” con la situazione. A livello Grandi Unità, è consuetudine scambiarsi

Ufficiali di collegamento tra gli staff e tra le unità operative e logistiche.

9.9.1.1.2 Intelligence

Per un’efficiente gestione di una sostituzione, gli sforzi dei due staff del G2 (sia in

avvicendamento che schierato) si coordinano e si integrano. Il Comandante dell’unità

subentrante definisce le sue esigenze informative precedentemente

all’avvicendamento, il G2 dell’unità schierata, inizia il processo di raccolta delle

informazioni, usando gli assetti ISR presenti sul posto. Nel momento in cui inizia

l’avvicendamento, c’è una stretta collaborazione tra assetti ISR cedenti e subentranti,

allo scopo di evitare una dispersione nel piano di ricerca. L’avvicendamento dello

staff del G2 avviene senza provocare interruzioni nel processo informativo.

9.9.1.1.3 Manovra

Movimento. E’ necessario bilanciare un rapido avvicendamento con i pericoli

derivanti dalla riduzione delle capacità operative e dal rischio di scoperta a causa

del possibile congestionamento dell’area.

Nel decidere le modalità di esecuzione, di norma, vengono considerate:

la missione successiva delle unità uscenti;

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204 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

le condizioni operative delle unità uscenti (materiali e personale);

la missione da svolgere da parte dell’unità subentrante

la capacità del nemico di scoprire e interferire con l’attività;

l’esigenza di riserve per contrastare ogni possibile interferenza;

il terreno;

lo schema dell’avvicendamento;

lo scambio di equipaggiamento.

Assegnazione di strade/itinerari. Al fine di rendere più fluida la condotta

dell’avvicendamento, la pianificazione, di norma, prevede l’assegnazione degli

itinerari da utilizzare e le modalità per la gestione del traffico. In particolare, è

opportuno prevedere che:

i movimenti in direzioni opposte avvengano lungo itinerari differenti;

i movimenti laterali siano ridotti al minimo;

gli assetti assegnati dal comando superiore siano resi disponibili per entrambe

le unità.

9.9.1.1.4 Fuoco

Artiglieria. Le unità di artiglieria effettive all’unità uscente garantiscono il

supporto di fuoco sino ad avvicendamento concluso. Gli aspetti, di norma, da

considerare nella pianificazione del supporto di fuoco sono:

le NAI e le TAI, gli obiettivi da battere (sia individuati topograficamente che

balisticamente), e le misure per il Battlespace Management, quali le FSCM e le

ACM;

il mantenimento di un coerente Surveillance and Target Aquisition Plan

durante l’avvicendamento (handover). La realizzazione dei collegamenti tra gli

elementi chiave del supporto di fuoco è di vitale importanza. Deve essere

definito il momento del passaggio di responsabilità del controllo del supporto

di fuoco tra le due unità;

le misure di coordinamento per la sostituzione delle unità di artiglieria. Se

l’avvicendamento avviene con lo scopo di proseguire con un attacco, entrambe

le unità forniscono il supporto di fuoco all’azione;

le aree di schieramento per le unità di artiglieria in afflusso, evitando le

posizioni già individuate dal nemico e quelle già occupate.

Aerei ed elicotteri. Il migliore effetto viene raggiunto quando le CAS ed il fuoco

degli elicotteri sono pienamente integrate con le capacità di fuoco terrestre. Una

locale superiorità aerea ridurrà la vulnerabilità delle forze durante i periodi nei

quali non potrà essere evitato l’ammassamento di truppe.

EW. Gli assetti di guerra elettronica supportano il piano di inganno e forniscono

intelligence sul nemico.

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205 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

9.9.1.1.5 Protezione

Difesa aerea. La presenza contemporanea delle unità cedenti e subentranti rende

l’avvicendamento vulnerabile agli attacchi aerei. Per mitigare i rischi, oltre

all’adozione delle misure per la difesa aerea, può essere opportuna

l’assegnazione di assetti aggiuntivi. I compiti della difesa aerea comprendono la

protezione degli itinerari e delle unità a contatto con il nemico. Il raggiungimento

della superiorità aerea locale consente di contrastare efficacemente le minacce

aeree nemiche.

Genio. Alle unità genio può essere richiesto di svolgere compiti relativi alla

protezione delle forze subentranti. Altro elemento delicato da gestire è il

passaggio di responsabilità relativo agli ostacoli. Tale attività è una procedura

complessa, che si complica in un contesto multinazionale, in quanto i materiali, il

piano e le postazioni relativi agli ostacoli possono essere differenti rispetto a

quanto previsto per le forze subentranti. Pertanto, le unità genio di entrambe le

forze ricevono un preavviso adeguato e un tempo sufficiente per portare a

termine un corretto e dettagliato avvicendamento. In particolare, le informazioni

che vanno scambiate riguardano:

piano degli ostacoli e documentazione correlata;

informazioni sul genio e relativi database;

piani degli attraversamenti;

fortificazioni campali ed altri piani.

sicurezza e inganno. Il piano di inganno e le OPSEC sono pianificate dall’unità

cedente. Il piano di inganno include le misure per far credere che le attività

continuino come sempre, incluso il pattugliamento, le comunicazioni e il

movimento di mezzi.

CBRN. In un ambiente CBRN vengono considerati:

le aree contaminate e il tipo di contaminazione, che vengono accuratamente

indicate nel passaggio delle consegne e, se possibile, abbandonate;

il materiale contaminato, che non viene passato in consegna;

i sistemi di allarme CBRN, che devono essere integrati.

9.9.1.1.6 Sostenibilità

Le unità logistiche, di norma, non vengono avvicendate contemporaneamente alle

unità combat. Durante l’avvicendamento l’unità “in posizione” supporta l’evacuazione

e il trattamento dei feriti, il recupero e la riparazione dei mezzi, il ripianamento di

carburante e munizioni. L’unità subentrante viene rifornita al massimo delle sue

capacità di trasporto. Il piano logistico per il RIP include:

l’attribuzione delle responsabilità per il trattamento dei feriti e il MEDEVAC;

il movimento delle unità logistiche;

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206 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

l’utilizzo dei mezzi di trasporto per le unità subentranti e uscenti;

il supporto della Nazione Ospitante (Host Nation Support – HNS);

l’uso di installazioni;

gli itinerari logistici da utilizzare.

9.9.1.2 Condotta

Una volta che la pianificazione è stata completata, l’esecuzione del RIP avviene in

maniera decentrata, sebbene supervisionata dal Comando superiore che ne ha deciso

l’effettuazione (Figura 53). Tale supervisione include:

tempistica e movimenti;

coordinazione degli assetti joint;

controllo del traffico;

azioni in corso;

capacità di continuare a condurre intelligence;

difesa aerea.

9.9.2 Avvicendamento di una unità accerchiata

L’avvicendamento di un’unità accerchiata si consegue facendo breccia nel dispositivo

nemico, raggiungendo l’unità accerchiata e restituendogli la libertà di manovra. In

questa situazione, è improbabile che l’unità accerchiata disponga di sufficiente potere

di combattimento per farsi breccia da sola nel dispositivo nemico. La rottura

dell’accerchiamento avviene attraverso un attacco pianificato da parte dell’unità in

afflusso, seguito dal ricongiungimento con l’unità accerchiata e quindi

dall’avvicendamento.

Figura 53: Avvicendamento

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207 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

9.10 SCAVALCAMENTO (FORWARD PASSAGE OF LINES)

9.10.1 Scopo e principi

Lo scavalcamento è un’attività tattica con cui un’unità oltrepassa un’unità amica, già

a contatto con il nemico, per proseguirne l’azione o condurne una di tipo diverso.

L’unità “in posizione” fornisce all’unità subentrante la massima assistenza possibile,

incluso il supporto tattico e logistico.

Lo scavalcamento viene condotto quando:

l’unità a contatto ha esaurito lo sforzo offensivo ed è necessario l’intervento di

un’altra unità per continuare l’azione;

per continuare l’azione è richiesta un’unità che, per caratteristiche intrinseche,

appare maggiormente idonea;

l’unità subentrante è incaricata di occupare un terreno più favorevole per

continuare il combattimento;

l’unità incaricata di una irruzione (break in) muove attraverso una unità “testa di

ponte” (bridge head), come nel caso di superamento di ostacoli.

9.10.2 Elementi per la pianificazione

9.10.2.1 Comando

Il Comando e il Controllo dello scavalcamento è esercitato dal Comando

sovraordinato, che indica anche la missione dell’unità subentrante.

Le procedure di pianificazione per uno scavalcamento sono simili a quelle per

l’avvicendamento. Tuttavia occorre tenere in considerazione questi ulteriori aspetti:

l’unità in posizione:

rende sicura la linea di partenza (LD);

definisce e gestisce gli itinerari, soprattutto quelli che conducono alla LD

all’interno del proprio settore assicurando, inoltre il controllo del traffico;

definisce le aree di passaggio (ovvero dove la unità in arrivo dovrà passare)

dell’unità in arrivo e le misure per il Battlespace Management;

garantisce la difesa aerea, fino alla LD e anche più avanti, se possibile;

fornisce le guide;

garantisce il supporto di fuoco sino all’inizio dell’azione dell’unità subentrante;

assicura i rifornimenti, soprattutto di carburante, fino a scavalcamento

avvenuto.

l’unità subentrante:

enuclea il Posto Comando Tattico avanzato (che comprende elementi del G2,

G3, G1/G4, artiglieria e genio) da affiancare a quello dell’unità “in posizione”;

concorda con l’unità in posizione le aree di schieramento dell’artiglieria, le

Assembly Area, le zone di stazionamento e ogni altro tipo di area che è inclusa

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208 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

nelle misure di Battlespace Management;

distacca Ufficiali di collegamento sia ai Comandi subordinati sia alle unità in

posizione.

tempistica. Il Comando sovraordinato include nel Preavviso d’Ordine (Warning

Order - WNGO) la tempistica per:

la pianificazione dei livelli inferiori;

il movimento e l’affiancamento dei comandi;

il movimento degli elementi della ricognizione, degli advance party e degli

elementi di supporto al combattimento;

l’emanazione degli ordini;

il movimento del grosso.

misure di coordinamento. L’unità subentrante assume la responsabilità della

condotta dell’azione al superamento della LD all’ora prestabilita. L’unità in

posizione passa sotto il Comando dell’unità subentrante, di norma, al momento

in cui questa supera la LD. L’unità in posizione continua a sostenere l’azione

dell’unità subentrante fin quando possibile, in relazione alla portata dei propri

sistemi d’arma.

9.10.2.2 Intelligence

L’unità subentrante sfrutta l’intelligence dell’unità in posizione e, una volta avvenuto

lo scavalcamento, l’unità subentrante impiega anche gli assetti ISR dell’unità in

posizione. Lo staff ISR del livello sovraordinato definisce le priorità della ricerca e si

assicura che gli assetti per la raccolta delle informazioni siano in grado di supportare

l’azione.

9.10.2.3 Manovra

L’unità subentrante scavalca le linee amiche con un dispositivo che le consente, di

norma, di avviare l’azione successiva senza fermarsi. Il Comando sovraordinato

agevola l’azione definendo le misure di coordinamento. Il supporto dell’unità in

posizione all’azione di scavalcamento termina quando le unità subentranti sono al di

fuori della gittata delle loro armi per il tiro diretto. Agli assetti del Combat Support

può essere chiesto di restare in posizione sino a nuovo ordine del Comando

sovraordinato.

9.10.2.4 Fuoco

La pianificazione del fuoco per lo scavalcamento ricalca, in linea di massima, quella

delle attività offensive. Inoltre nella considerazione che sono coinvolte due unità

distinte:

gli assetti dell’unità in posizione supportano l’unità subentrante e, dopo il

passaggio di responsabilità, tutto il fuoco disponibile è gestito dall’unità

subentrante;

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209 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

i Comandi delle due unità coordinano le aree di schieramento per le artiglierie

dell’unità subentrante che, di norma, sono situate il più avanti possibile per

supportare l’azione senza doversi rischierare.

va previsto l’intervento con tiro nebbiogeno, per occultare i movimenti delle

proprie truppe;

la EW continua a supportare il piano di inganno, a raccogliere informazioni sul

nemico e ad effettuare azioni di disturbo (jamming).

9.10.2.5 Protezione

Lo scavalcamento avviene, di norma, in aree non occupate, quali i limiti di settore.

Ciò riduce la vulnerabilità dell’unità che scavalca una posizione occupata da un’unità

già a contatto col nemico.

Difesa c/a. Le esigenze di entrambe le unità devono essere coordinate dal livello

sovraordinato, poiché l’inevitabile concentrazione delle unità, durante l’attività,

aumenta la vulnerabilità agli attacchi aerei.

Aerei. La superiorità aerea locale garantisce la protezione dell’unità, in

particolare, quando la congestione di unità aumenta le vulnerabilità.

Genio. La bonifica e la manutenzione degli itinerari sino alla LD è responsabilità

dell’unità in posizione Gli assetti genio, schierati nell’area interessata, portano a

conoscenza fino ai minori livelli il piano degli ostacoli.

Sicurezza e inganno. L’avvicinamento dell’unità subentrante avviene, di norma, di

notte. Quando non è possibile evitare il movimento diurno, l’unità subentrante

può essere rinforzata con assetti per la difesa aerea. Per ingannare il nemico

circa le proprie intenzioni, l’unità in posizione continua a condurre le consuete

attività.

9.10.2.6 Sostenibilità

Il sostegno all’unità subentrante viene fornito dall’unità in posizione, inclusi:

il rifornimento, sino al superamento della LD;

l’evacuazione feriti e il trasferimento dei prigionieri;

il controllo dei rifugiati;

il controllo del traffico e delle rotabili;

il recupero e la riparazione dei veicoli.

Le scorte per il piano di fuoco vanno posizionate anticipatamente, cosicché l’unità

che avanza non è costretta ad impiegare la propria prima linea, che è tenuta a

disposizione per le successive attività. Il soccorso sanitario, compresa l’evacuazione

dei feriti, è coordinato con l’unità schierata che può fornire il supporto per tutta la

durata dell’attività.

La forza che avanza, di norma, assume la piena responsabilità degli assetti CSS a

partire dalla LD.

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210 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

9.10.3 Condotta

Il movimento dell’unità subentrante avviene lungo più itinerari, diversi per cingolati e

ruotati. E’ opportuno dare fluidità al movimento, evitando soste e interruzioni, al fine

di non congestionare l’area. Il dispositivo, di norma, è articolato su: elementi per la

ricognizione, unità Combat Support (in modo da fornire supporto alle unità combat

che seguono), unità combat e unità combat service support. La sicurezza viene

garantita dall’unità in posizione. Talvolta le attività logistiche vengono svolte in

un’area di sosta avanzata (Forward Assembly Area - FAA) per garantire maggiore

autonomia alle unità durante l’azione.

Figura 54: Scavalcamento

9.11 RIPIEGAMENTO ATTRAVERSO POSIZIONI PRESIDIATE

(REARWARD PASSAGE OF LINES)

Il ripiegamento attraverso posizioni presidiate è un’attività nella quale un’unità si

muove all’indietro attraverso una posizione difensiva occupata da un’altra unità, per

schierarsi su una posizione più arretrata. Normalmente l’unità che effettua il

frenaggio conduce anche questo tipo di attività tattica. Essa può essere condotta:

come parte di un’attività di frenaggio o di ripiegamento;

per sostituire l’unità a contatto quando non è più in grado di assolvere alla sua

missione;

quando la posizione può essere abbandonata.

Il ripiegamento attraverso posizioni presidiate è più difficile dello scavalcamento, in

quanto:

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211 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

il contatto con il nemico rende più difficoltosa l’attività di collegamento, la

ricognizione e il riconoscimento delle truppe amiche;

l’unità, già impegnata in combattimento, potrebbe essere logorata e

disorganizzata.

9.11.1 Elementi per la pianificazione

9.11.1.1 Comando

Durante il ripiegamento attraverso delle posizioni presidiate il Comando è esercitato

dal Comando sovraordinato. La pianificazione dei vari PC devono tener conto delle

seguenti considerazioni e procedure:

il Comando sovraordinato che controlla l’attività definisce:

le posizioni dell’unità “in posizione”;

le missione e l’organizzazione dell’unità “in posizione”;

le misure di Battlespace Management, inclusa la linea di passaggio di

responsabilità, le aree nelle quali l’unità che ripiega si raccoglie (zone di

raccolta) o si schiera (assumerà il dispositivo per l’attività successiva), nonché

gli itinerari da utilizzare;

la responsabilità per la chiusura dei varchi nei campi minati, l’attivazione degli

ostacoli e la condotta delle demolizioni;

il passaggio di responsabilità e le relazioni di Comando e Controllo;

le comunicazioni e i segni di identificazione e riconoscimento;

l’impiego successivo dell’unità in movimento.

Unità “in posizione”:

coordina la propria pianificazione con l’unità in ripiegamento per integrare gli

assetti del supporto di fuoco. E’ possibile che proietti sul davanti alcuni assetti

per massimizzare il loro raggio d’azione;

identifica fisicamente gli ostacoli, le strade e i varchi attraverso i quali trafila

l’unità che ripiega, fornisce guide e scout, attiva i check points per controllare i

movimenti;

gestisce il traffico sino alle spalle della linea di passaggio;

predispone strade laterali da utilizzare sia come vie alternative sia per

consentire ai Comandanti di supervisionare l’attività per tutta la sua ampiezza.

Unità in ripiegamento:

richiede all’unità in posizione informazione su strade, ostacoli e supporto di

fuoco e fornisce informazioni sul nemico;

include nella propria pianificazione misure per riconoscimento e

l’identificazione, diurna e notturna (parole d’ordine, segni ottici e sonori);

riduce al minimo le soste e la pause per evitare la congestione dell’area.

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212 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Controllo: il Comando sovraordinato definisce:

la tempistica;

le linee di controllo e gli itinerari da utilizzare;

le modalità per i collegamenti, la ricognizione e gli advance parties;

il supporto di fuoco;

il piano di inganno;

le misure per il controllo dello spazio aereo;

le priorità del sostegno logistico (passaggio di materiali, scorte e supporto

medico).

Comunicazioni. Lo staff G6 contribuisce al processo di pianificazione

assicurandosi, tra l’altro, che vengano previsti collegamenti e comunicazioni

efficaci tra le due unità e la congruità con il piano di inganno.

Misure di coordinamento. Le unità interessate all’azione si scambiano, già dalla

fase di pianificazione, ufficiali di collegamento.

9.11.1.2 Intelligence

Tale attività è finalizzata ad acquisire dati informativi nell’Area di Interesse

Informativo (Area of Intelligence Interest - AII), nell’Area di Responsabilità

Informativa (AIR) e lungo gli itinerari di ripiegamento. È necessario che i piani di

ricerca delle unità coinvolte nell’attività si supportino reciprocamente e non

presentino sovrapposizioni.

L’unità in ripiegamento, di norma, ha una buona conoscenza del terreno. Comunque,

può chiedere all’unità in posizione aggiornamenti sulla viabilità, in modo da poter

focalizzare la propria attenzione sul nemico.

9.11.1.3 Manovra

L’unità in ripiegamento si organizza per la rottura del contatto mentre quella in

posizione si predispone a subentrare nell’azione. Il successivo impiego dell’unità che

ha ripiegato viene definito dal Comando sovraordinato.

9.11.1.4 Fuoco

Valgono le stesse considerazioni fatte per il ripiegamento. Nella considerazione, però,

che ci sono due unità che agiscono congiuntamente:

l’artiglieria dell’unità in ripiegamento può rimanere nelle posizioni avanzate per

supportare le fasi iniziali dell’azione; mentre l’unità in posizione può schierare in

avanti le proprie artiglierie per massimizzarne il raggio d’azione. L’unità in

posizione dovrebbe essere in grado di battere obiettivi anche oltre la linea di

passaggio di responsabilità per agevolare la rottura del contatto dell’unità che

ripiega.

Supporto aereo. La superiorità aerea locale è necessaria per ridurre la

vulnerabilità delle forze durante i periodi in cui gli ingorghi non possono essere

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213 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

evitati.

EW. Le unità di guerra elettronica partecipano al piano di inganno e nel

contempo forniscono intelligence sul nemico e ne ostacolano la manovra.

9.11.1.5 Protezione

la difesa aerea è assicurata dall’unità in posizione;

la superiorità aerea locale consente di neutralizzare la minaccia di CAS nemica,

soprattutto quando l’area è congestionata;

le unità del genio vengono utilizzate prioritariamente per garantire la disponibilità

degli itinerari e per compiti di contro-mobilità;

i movimenti avvengono, di norma, di notte o in condizioni di limitata visibilità. Il

piano di inganno, prevede anche il mantenimento del normale ritmo delle

operazioni;

è necessario un continuo monitoraggio delle unità e dell’area per individuare

eventuali contaminazioni CBRN.

9.11.1.6 Sostenibilità

Le unità logistiche, con i materiali e i mezzi non essenziali, i prigionieri e i feriti,

iniziano il ripiegamento il prima possibile per ridurre la congestione dell’area. L’unità

“in posizione” può condurre attività logistiche (MEDEVAC, recupero e riparazione

veicoli e rifornimenti) anche a favore dell’unità in ripiegamento.

9.11.2 Condotta (FIGURA 55)

L’unità in ripiegamento, di norma, per ridurre i rischi di interferenza da parte del

nemico, conduce l’azione di notte o in condizioni di visibilità limitata. Il trafilamento

avviene, di norma, lungo i fianchi dell’unità in posizione. Il passaggio di responsabilità

avviene, quando l’unità in ripiegamento ha raggiunto la posizione sul tergo del

dispositivo. Viene anche individuato un adeguato numero di percorsi che consentano

il rapido movimento attraverso l’area della difesa. L’unità in posizione conduce

un’azione per favorire il trafilamento dell’unità in ripiegamento.

La successione con cui le unità in ripiegamento trafilano è definita dal Comandante

dell’unità in ripiegamento.

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214 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Figura 55: Ripiegamento

9.12 IL SUPERAMENTO E FORZAMENTO DI OSTACOLI (OSTACLE

CROSSING – BREACHING)

Il superamento ed il forzamento di ostacoli sono attività che, di norma, avvengono

nel contesto delle attività tattiche offensive, anche se possono essere condotte in

tutte le altre attività. Un ostacolo è una qualsiasi caratteristica del terreno, naturale o

realizzata, che impedisce la mobilità delle forze terrestri, e che di norma, richiede

equipaggiamento e/o munizionamento speciale per essere oltrepassato. Se possibile,

bisognerebbe cercare di aggirare gli ostacoli, al fine di proseguire nello sviluppo

delle operazioni.

Lo scopo è quello di portare le unità amiche al di là di un ostacolo, sia esso esistente

o realizzato, mantenendo sia il momentum sia l’iniziativa. Si tratta di attività

complesse che richiedono un’accurata pianificazione, l’esecuzione di prove e la

disponibilità di assetti specialistici.

Per ulteriori approfondimenti sulle procedure cfr. la PSE-3.2.14 “Ostacolo e

operazioni di mobilità”, ed. 2015 del COMFORDOT.

9.13 LA MARCIA

9.13.1 Generalità

La marcia è un’attività tattica mediante la quale un’unità esegue un movimento

tattico, a premessa di una successiva azione. Differisce dal movimento per il contatto

in quanto non prevede il contatto con il nemico, né lo si ricerca, anche se sono in

atto tutte le misure per contrastare un eventuale contatto inaspettato. Viene

generalmente utilizzata in aree della battaglia non lineari e non contigue nelle quali

l’avversario, probabilmente, non occupa posizioni fisse o ben determinate. Durante la

marcia le unità non ricercano il contatto col nemico e la principale minaccia, oltre a

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215 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

quelle tradizionali, è rappresentata da imboscate, IED e ostacoli attivi e passivi. La

marcia viene condotta con le modalità del movimento tattico, e le formazioni e la

postura dipendono dalla situazione tattica e dalla minaccia. Gli elementi di

pianificazione sono, sostanzialmente, gli stessi previsti per il movimento per il

contatto e, non potendo escludere il contatto con il nemico, l’unità adotta le misure

di sicurezza in relazione al livello della minaccia ipotizzabile (elementi di sicurezza,

ricognizioni, bonifiche, ecc.).

9.13.2 Lunghezza della colonna e velocità

Per formazione di marcia si intende un complesso articolato di mezzi che muovono

sullo stesso itinerario, nella stessa direzione e agli ordini di un unico Comandante. Le

formazioni di movimento si differenziano in relazione al numero di veicoli che le

compongono (vds. Tabella 4).

Tabella 4: Formazioni di marcia

La marcia per nuclei:

consente una più agevole comandabilità della formazione;

comporta un minor intasamento dell’itinerario nel caso di contemporanea

presenza di traffico non militare;

risponde all’esigenza di sottrarre la formazione all’osservazione ed all’offesa,

attraverso il ricorso a velocità più sostenute.

La marcia in autocolonna:

viene attuata per riunire automezzi similari o di analoghe prestazioni;

può richiedere l’articolazione in scaglioni qualora il numero dei mezzi, la loro

eterogeneità e altro non consentano un regolare movimento.

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216 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

La definizione della velocità, unitamente a tempi e finalità, in fase di pianificazione,

consente di controllare il regolare svolgimento della marcia (vds. Tabella 5).

Tabella 5: Schema sinottico

9.13.3 Tecniche di Movimento

In generale, si possono distinguere 3 tecniche di movimento:

in lontananza dal nemico (continuo). Si procede in modo unitario senza

significative soste. L’uso di questa tecnica è preferibile quando il contatto col

nemico è ritenuto improbabile ed è richiesto un movimento rapido;

in vicinanza del nemico (continuo-differenziato). Si procede senza significative

soste, ma distaccando un’avanguardia con compiti di protezione e sicurezza alla

distanza più opportuna. L’uso di questa tecnica è preferibile quando il contatto

col nemico è ritenuto possibile, ma è richiesto comunque un movimento rapido;

a contatto col nemico (a sbalzi successivi o alternati). Si procede muovendo solo

con la protezione fornita da aliquote della forza che osservano la zona in cui si

manovra ed eventualmente ingaggiano gli elementi ostili individuati.

9.13.4 Itinerari120

L’utilizzo di più itinerari, quando possibile, consente di ridurre:

la durata della marcia;

la vulnerabilità ad eventuali attacchi aerei;

120 Si definisce itinerario il percorso scelto/assegnato ad una formazione per raggiungere una determinata località. Si definisce itinerario di afflusso un itinerario che collega la zona di imbarco con il punto di incolonnamento.

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217 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

il periodo di indisponibilità degli itinerari per altri movimenti.

Gli itinerari hanno un singolo punto di entrata (PE, Point of Entry - POE)121 e punto di

uscita (PU, Point of Exit - POE)122 ma possono avere più punti di incolonnamento

(PI)123 e punti di deflusso (PD)124.

9.13.5 Aree di sfogo

Le aree di sfogo individuate, di solito, in corrispondenza dei PE e PU, consentono

all’autocolonna di abbandonare l’itinerario:

nel caso che non sia più percorribile;

per consentire modifiche di esecuzione dell’ordine di marcia;

per concedere via libera ad altre priorità del traffico;

per evitare di congestionare i PE o i PU;

a premessa del movimento verso aree molto congestionate, quali quelle

destinate ai rifornimenti.

9.13.6 Disciplina di marcia

È essenziale durante il movimento. Ogni variazione dall’itinerario e dai tempi

prestabiliti può interferire con altri movimenti e avere gravi conseguenze. Se

accadono interruzioni improvvise, i Comandanti a tutti i livelli le fronteggiano e le

comunicano con immediatezza al Comando superiore, garantendo che ogni decisione

non interferisca con il piano generale di movimento.

9.13.7 Stazionamento

Durante il movimento può essere necessario effettuare delle fermate o delle soste125

al fine di organizzare, rifornire, approntare, riposare le forze, o coordinare

movimento e manovra tra le diverse unità in azione. L’attività consiste in:

occupazione di un’area idonea a fornire copertura e protezione alle unità in sosta,

normalmente attraverso il distacco di un’aliquota da ricognizione che individua

l’area di sosta e ne verifica la sicurezza in favore dell’aliquota principale che la

occupa;

organizzazione della sicurezza dell’area di sosta, che, a seconda della situazione e

della vicinanza stimata di elementi ostili, può essere più o meno robusta, ma

prevede sempre la costituzione di un perimetro difensivo a 360°, il distacco di

Posti Osservazione e Allarme (POA) e pattuglie di sicurezza per allertare

tempestivamente le unità in sosta dell’eventuale presenza nemica, in modo da

121 Per punto di entrata (PE) si intende il punto iniziale dell’itinerario stabilito per la marcia dell’intera formazione. 122 Si definisce punto di uscita (PU) il punto finale dell’itinerario stabilito per la marcia dell’intera formazione. 123 Per punto di incolonnamento (PI) si intende un punto, inequivocabilmente definito sull’itinerario, nel quale i mezzi assumono il posto previsto nella formazione di movimento. 124 Per punto di deflusso (PD) si intende un punto, inequivocabilmente definito sull’itinerario, a partire dal quale gli elementi della formazione si dirigono verso le rispettive zone di sbarco. 125 La “Fermata” implica l’interruzione temporanea del movimento per massimo un’ora. La “Sosta”, per un periodo superiore all’ora. SME, Pub. n. 5895, “Nomenclatore Militare”- ed. 1998.

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218 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

ridurre le probabilità di essere colti impreparati al combattimento;

organizzazione dell’unità. Generalmente, si possono sfruttare le soste per:

pianificare le attività tattiche successive;

analizzare gli avvenimenti recenti e trarne eventuali lezioni utili per il

proseguimento delle operazioni;

provare l’esecuzione delle azioni pianificate nel futuro immediato;

ripristinare o migliorare l’efficienza operativa delle forze, attraverso il riposo, lo

sgombero di uomini e materiali che non sono più utilizzabili per la missione,

l’afflusso di eventuali rimpiazzi, il ripianamento delle scorte e la distribuzione

dei rifornimenti logistici necessari.

9.13.8 Elementi per la pianificazione

9.13.8.1 Generalità

La preparazione e l’esecuzione di una marcia sono condizionati da:

missione da condurre dopo la marcia;

itinerario: profilo, tracciato, potenzialità, rendimento, condizioni di scorrimento e

manutenzione, pendenza, presenza di manufatti (ponti, viadotti, gallerie) o di

punti critici (gole, passi, tortuosità, aree urbane), esposizione, localizzazione e

caratteristiche delle possibili aree di sosta, capacità di mantenere e riparare le

strade, disponibilità di itinerari alternativi ecc.;

condizioni climatiche e di visibilità: precipitazioni, inondazioni, temperature

estreme, nebbie, visibilità notturna e altri elementi che possono influire sulla

superficie stradale, sulla piena funzionalità del mezzo e sulle condizioni di guida,

nonché sul benessere del personale trasportato, ecc.;

vincoli temporali: grado di urgenza operativa, scadenze e termini della

disponibilità dei veicoli e delle scorte, prestazioni dei vari tipi di veicoli, affidabilità

del personale, incidenza della concomitante presenza di traffico non militare o di

altri elementi di turbativa;

organizzazione: tipi e configurazione di movimento, guida e regolazione delle

formazioni, grado di assistenza assicurato dagli organi addetti alla circolazione,

collegamento radio, disponibilità, riservabilità126 e segnaletica degli itinerari;

grado di sicurezza: presenza di aree boschive, facilità di individuazione del

percorso, tipo e grado di minaccia aerea e terrestre, rischio CBRN, caratteristiche

operative e/o riservatezza della marcia, protezione di accessi, nodi e/o punti

sensibili, presenza di scorte, ecc.

126 Si intende la possibilità del Comando di Teatro di riservare itinerari o parti di essi per soddisfare le sole esigenze operative.

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219 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

9.13.8.2 Comando

Responsabilità. La G.U. normalmente dispone dei propri organi di controllo del

traffico, mentre la Host Nation può fornire un supporto esterno.

Ordini. Gli ordini di marcia impartiti dalla G.U., di norma, includono:

destinazioni;

itinerari;

velocità e soste;

task organization;

tempi e vincoli;

aree di sosta e zone di raccolta lungo l’itinerario;

aree di attesa e di riposo (incluse le aree per il rifornimento e il

mantenimento);

misure di sorveglianza;

modalità di rapporto.

Le unità che eseguono la marcia definiscono:

PI e PD;

composizione autocolonna e velocità di programmazione media;

unità di ricognizione e di guardia;

difesa controaerea;

FSCM e eventuali restrizioni;

controllo del traffico;

piani di sostegno logistico;

collegamenti e comunicazioni;

periodi di riposo;

informazioni supplementari.

L’ordine di marcia è, di norma, preceduto da un Warning Order (WingO) che

include:

la missione;

l’orario di partenza e la posizione del PE;

itinerari, task organization e ordine di marcia, ricognizione, controllo del

traffico e piano di sostegno logistico.

9.13.8.3 Intelligence

Le informazioni necessarie per la pianificazione della marcia derivano da:

ricognizione dell’itinerario e della destinazione. Gli UAV possono essere usati per

la sorveglianza dell’itinerario, garantendo sia l’Early Warning sia la Situational

Awareness;

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220 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

i collegamenti con le forze presenti nell’area, con le autorità locali e nazionali e

con eventuali altri attori;

gli elementi della ricognizione specialistica, quali genio e CBRN.

9.13.8.4 Fuoco

Assetti di supporto di fuoco possono essere inseriti nella formazione di marcia per

intervenire in caso di necessità. CAS/Attack Helicopter (AH) forniscono capacità di

intervento rapido in ogni circostanza. I Fire Support Teams, i Forward Air Controllers

(FAC) e le Joint Fires Cells muovono con le unità dove sono inquadrate continuando

le loro attività di collegamento e di advising.

9.13.8.5 Protezione

La marcia richiede un adeguato livello di protezione e pertanto la sua organizzazione

potrà prevedere schermo/i e guardia/e per proteggere fianchi scoperti, avanguardia

o retroguardia secondo le necessità. Elementi per la difesa controaerei possono

essere posizionati lungo gli itinerari per la protezione di particolari punti. Una postura

e un profilo appropriati, veicolando un messaggio di capacità e volontà di usare la

forza, consentono di ridurre il rischio di un attacco all’autocolonna.

9.13.8.6 Sostenibilità

Le unità vengono completamente rifornite prima della marcia. Durante la condotta

vengono rifornite ogni volta che se ne presenta l’opportunità. Se la missione

successiva prevede un’attività di combattimento, l’ultima sosta è utilizzata per il

riposo del personale, la riparazione e il rifornimento dei mezzi.

Sanità. Il piano sanitario per il movimento incide il meno possibile sull’unità che

effettua il movimento e cerca di utilizzare ogni struttura sanitaria lungo

l’itinerario. Normalmente, l’assistenza medica e l’esecuzione del movimento sono

meglio supportati con l’uso di elicotteri per l’evacuazione di feriti.

Recuperi. Vanno assegnati alle colonne in movimento dei mezzi di recupero al

fine di sgomberare gli itinerari da veicoli che non possono essere sgomberati

dalle unità. Particolare attenzione è posta nei punti di restringimento e critici

come ponti e incroci.

Siti di supporto ai convogli. Per lunghi movimenti, laddove possibile, il supporto

ai convogli è allocato sugli itinerari principali in località dove possa essere

garantito riposo, cibo, strutture per riparazioni e rifornimenti a determinate fasi

del movimento. Gli itinerari sono normalmente segnati e il traffico è

regolamentato da postazioni fisse e pattuglie lungo gli itinerari.

9.13.9 Condotta

Le unità cominciano l’attività nella sequenza e alla velocità prevista dal Punto di

Entrata (PE) e devono essere pronte per:

la condotta di ricognizioni, qualora ne sorga la necessità lungo l’itinerario;

il contatto con il nemico:

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221 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

inaspettato, si applica la procedura prevista per il combattimento di incontro;

attacchi di piccola entità, non devono ritardare la marcia e devono essere

contrastati da una piccola forza di reazione che risolve la situazione e si

ricongiunge all’autocolonna;

minaccia aerea, CBRN o IED, ostacoli attivi e passivi, nei confronti della quale

occorre prevedere ogni possibile misura utile al riguardo.

9.14 I CONVOGLI

Le più recenti esperienze militari hanno mostrato come i convogli non siano semplici

operazioni di routine, ma si configurano come vere e proprie attività tattiche militari.

In tale contesto, la G.U. può essere incaricata di organizzare e garantire la sicurezza

a convogli, non solo militari, ma anche civili (GOs, NGOs, ecc).

Lo scopo di un’attività tattica di convoglio è organizzare e scortare un gruppo di

veicoli da un punto di partenza ad un punto di arrivo, al fine di garantirne un

movimento rapido e sicuro. Tale attività è rivolta normalmente a:

personale di altre organizzazioni (ONU, UE, ecc.);

unità logistiche amiche;

aiuti umanitari;

materiali e personale dell’HN;

scorta a favore di VIPs;

rifugiati/dispersi.

Per ulteriori approfondimenti sulle modalità organizzative ed esecutive di tale

tipologia di attività tattica si rimanda alla PSE-3.14.05.03 “La scorta convogli”, ed.

2016 del COMFORDOT.

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222 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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ALLEGATI

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PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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Allegato “A”

A-1 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

ALLEGATO “A”

PRINCIPALI COMPITI TATTICI

1. ATTACCARE COL FUOCO (ATTACK BY FIRE)

È un compito tattico in cui un Comandante ingaggia

l’avversario con azioni di fuoco diretto, supportate da

fuoco indiretto, senza cercare il contatto ravvicinato,

per distruggere, sopprimere, fissare o ingannare

(effetti che devono essere indicati dal Comandante

che assegna tale compito tattico) le forze nemiche. Un

Comandante normalmente assolve a questo compito

quando la missione non impone o sostiene il

combattimento ravvicinato o l’occupazione di un obiettivo geografico. Il Comandante

può assegnare alla forza che conduce un attacco col fuoco, una posizione difensiva

con un settore di tiro o un’area di ingaggio (Engagement Area - EA), o un asse di

avanzata ed una forza orientata all’obiettivo. Il nemico può essere fermo o in

movimento.

Un attacco con il fuoco potrebbe essere confuso con il compito di supportare con il

fuoco; la principale differenza è che un’unità conduce il supporto con il fuoco per

permettere ad un’altra unità di manovrare contro il nemico.

L’attacco con il fuoco include:

assegnare dei settori di tiro o EA a ciascun sistema d’arma subordinato in modo

da includere sia le posizioni difensive sia le vie di approccio nemiche;

designare delle misure di controllo che consentono di concentrare, distribuire e

spostare il fuoco diretto e indiretto;

designare posizioni difensive, Area di Operazioni (AOO) o asse di avanzata per

consentire alle forze amiche di ingaggiare l’avversario;

fornire sicurezza e difesa a 360 gradi, comprese misure di controllo per

assicurare il collegamento delle unità dipendenti ed il massimo utilizzo di

posizioni nascoste;

usare la sicurezza operativa (OPSEC) per ingannare il nemico su movimento,

occupazione e intento dell'operazione;

ricognire, preparare e mettere in sicurezza gli itinerari di movimento e le

posizioni di tiro prima del movimento del grosso della forza e stoccaggio dei

rifornimenti della classe V.

fornire le istruzioni per il movimento fino alle posizioni difensive iniziali.

Nel simbolo grafico la freccia indica le forze o l’obiettivo da colpire, mentre la linea

alla base indica l’area da cui portare l’attacco.

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Segue allegato “A”

A-2 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

2. SUPPORTARE COL FUOCO (SUPPORT BY FIRE)

È un compito tattico in cui una forza ingaggia il nemico con fuoco diretto a supporto

della manovra di altre forze amiche. L’obiettivo principale è quello di impedire che il

nemico possa interferire con la manovra delle forze amiche.

L'obiettivo secondario è distruggere il nemico se cerca di riposizionarsi.

Nell’assegnazione di tale compito il Comandante

deve specificare l’effetto desiderato sul nemico.

Un'unità che svolge tale compito non manovra per

catturare le forze nemiche o un terreno, compiti che

vengono assegnati a un’altra unità come parte di

una manovra più ampia. Quando assegna il compito

di supportare con il fuoco, il comandante deve

designare il nemico, il momento dell’attacco, la

posizione generica da cui colpire, la forza amica da supportare, e lo scopo

dell’attività, che può essere fissaggio o soppressione.

L’unità che riceve tale compito dovrebbe occupare delle posizioni di fuoco che hanno

copertura e occultamento, buona osservazione e chiari campi di tiro. Gli elementi che

occupano le posizioni da cui fornire il supporto con il fuoco dovrebbero:

verificare la sicurezza della posizione;

ricercare gli obiettivi da battere;

orientare le armi sulle posizioni nemiche probabili o sospette;

assumere posizioni di combattimento che forniscano un certo grado di

protezione. Forze equipaggiate con mezzi corazzati occupano posizioni di tiro a

scafo sotto, mentre le forze di fanteria usano alberi, banchine naturali, edifici e

caratteristiche del terreno esistenti;

assegnare i settori di osservazione a ciascun Soldato o sistema d’arma.

Nel simbolo grafico le estremità delle frecce puntano nella direzione generale

dell’unità o posizione presa di mira. La base dell’area indica l’area generale dalla

quale colpire con il fuoco.

3. APRIRE/MANTENERE APERTA UNA BRECCIA (BREACH)

È un compito tattico in cui l’unità impiega tutti i mezzi

disponibili per creare o garantire un corridoio attraverso

le difese, gli ostacoli, i campi minati o le fortificazioni

dell’avversario. L’apertura di una breccia nel sistema

difensivo nemico e negli ostacoli è normalmente l’ultima

scelta; nei limiti del possibile bisogna tentare di aggirare

ed evitare gli ostacoli e le posizioni difensive nemiche al

fine di mantenere il ritmo dell’azione (Momentum).

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Segue allegato “A”

A-3 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

L’area situata tra le linee del grafico mostra la posizione generale per l’apertura della

breccia. La lunghezza delle braccia grafiche si estende per includere l’intera

profondità dell’area in cui deve essere aperta la breccia. Potrebbero essere

necessarie operazioni di apertura di una breccia per supportare una qualsiasi

tipologia di attacco, da un attacco pianificato ad uno speditivo, al fine di mantenere il

ritmo dell’azione. I principi per l’apertura di una breccia (Intelligence, massa, e

sincronizzazione) rimangono validi anche quando tale tipologia di compito viene

svolto a supporto di un attacco127.

4. SUPERARE (BYPASS)

Manovrare intorno ad un ostacolo, una posizione o delle

forze nemiche al fine di preservare il ritmo della

progressione dell’avanzata.

Può avvenire in azioni offensive o difensive e viene di

norma attuato allo scopo di indirizzare il combat power

verso il compimento della missione. Le linee del grafico

vanno su entrambi i lati della posizione o dell’unità che sarà superata.

Il Comandante basa la decisione di effettuare un bypass su:

esigenza di mantenere lo slancio e l’aggressività dell’azione;

conoscenza della forza, dell’intento o della missione del nemico;

interferenza che nemico aggirato può avere sull'avanzata.

stato generale della forza nemica; per esempio, se la resistenza nemica sta

crollando le forze amiche possono correre rischi maggiori;

eventuali criteri di bypass stabiliti dal Comando superiore.

L’unità che conduce il bypass segnala immediatamente eventuali ostacoli e forze

nemiche aggirati al Comando superiore, mantenendo sotto osservazione il nemico

aggirato, fino a quando non viene sostituita da un'altra unità (ciò non avviene nel

caso in cui l’unità faccia parte di un raid).

Normalmente, l’autorità per by-passare non può essere delegata al di sotto del livello

di Task Force a livello gruppo tattico. Tale criterio viene adottato per limitare la

dimensione della forza nemica che può essere superata senza l’autorizzazione del

Comando superiore.

Prima di approvare il bypass, il Comandante si assicura che l’unità che deve svolgere

tale compito controlli la percorribilità e l’eventuale presenza nemica degli itinerari da

utilizzare, ed impedisca alla forza nemica aggirata di interferire con la forze amiche in

movimento.

Vi sono due modalità di effettuare un bypass:

127 Cfr. COMFORDOT PSE-3.2.14 “Ostacolo e operazioni di mobilità”, ed. 2015.

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Segue allegato “A”

A-4 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

evitare totalmente il nemico;

fissare il nemico sul posto con il fuoco e poi condurre il bypass.

Se il nemico non può essere evitato, l’unità che conduce l’azione deve fissare il

nemico con parte dei suoi elementi di manovra e bypassare con le rimanenti unità,

avendo cura di bilanciare attentamente le forze. Generalmente, si eviterà di superare

una forza nemica se più di un terzo del combat power dell’unità è richiesto per

fissare il nemico. In questo caso, il Comandante assegna la missione di fissare il

nemico ad un’unità subordinata, rinforzandola come sulla base delle variabili di

missione (METT-TC.) La forza di fissaggio dovrà coordinarsi con l’unità assegnata per

rilevarla nel fissaggio il più presto possibile e fornisce al nuovo Comandante tutte le

informazioni disponibili sul nemico e sul terreno. L’unità che subentra è normalmente

un’altra unità che ha ricevuto il compito di seguire e fornire supporto (follow and

support). Una volta rilevata, l’unità che fissava il nemico può ricongiungersi all’unità

superiore di appartenenza o diventare parte dell’unità subentrante e passando sotto

il suo controllo.

Occasionalmente il Comandante può ordinare all’unità che effettua il fissaggio di

rompere il contatto con il nemico dopo che il grosso l’ha superato. Ciò si può

verificare quando l’unità che effettua un bypass non ha bisogno di mantenere un

flusso logistico ininterrotto, come accade ad esempio in un raid. In questo caso, la

forza di fissaggio fissa il nemico sincronizzando azioni difensive e limitate offensive

con tutto il supporto di fuoco disponibile, fino a quando non gli viene ordinato di

ricongiungersi con il resto della forza che nel frattempo ha effettuato il bypass.

5. BONIFICARE (CLEAR)

Eliminare tutte le forze nemiche da una determinata area,

neutralizzando ogni resistenza organizzata.

Tale compito viene portato a termine distruggendo,

catturando o costringendo il ritiro delle forze nemiche, in

modo che non possano interferire con la missione delle unità

amiche. In tutti i casi, questo compito richiede una

ricognizione completa per scoprire le posizioni del nemico, a premessa dell’attività di

bonifica. Nel simbolo grafico la barra che collega le frecce indica il limite dell’avanzata

della forza che effettua la bonifica, nonché larghezza dell’area da bonificare.

È un’attività richiede tempi significativi e notevoli risorse. Nell’enunciazione della

missione, un Comandante può modificare l'obiettivo associato a questa attività solo

se l’entità delle forze nemiche è superiore a quanto conosciuto. In questo caso, la

forza incaricata della bonifica mantiene sotto osservazione le forze nemiche più

piccole, mentre il resto delle forze amiche li aggira.

Il Clear è anche un compito di mobilità che comporta l’eliminazione totale di un

ostacolo o ostacoli residui che interessano l'area operativa, compito questo che di

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Segue allegato “A”

A-5 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

solito viene eseguito da unità specialistiche del genio.

6. CONTROLLARE (CONTROL)

È un compito tattico che richiede di mantenere l’inf luenza

fisica su un’area specifica per impedirne l’uso da parte del

nemico o per creare le condizioni necessarie per il

successo delle operazioni di forze amiche. Tale influenza

può essere esercitata da forze amiche che occupano l’area

specificata o dominando quella zona con i loro sistemi

d’arma. Il controllo di un’area non richiede la bonifica completa da tutti i soldati

nemici nell’area specificata. Il compito di controllo differisce da quello della

sicurezza perché la sicurezza non consente al fuoco nemico di colpire l'area

protetta. Il nemico può ingaggiare bersagli all’interno dell’area controllata ma non

può spostare le forze di terra attraverso quell'area. Da non confondere con la

relazione di Comando OPCON o TACON.

7. OCCUPARE (OCCUPY)

È un compito tattico in cui una forza muove verso

una determinata area e ne assume il controllo,

senza che sia prevista opposizione da parte di

elementi ostili.

Un’unità può controllare un’area senza occuparla,

ma non viceversa. Questa è la differenza

sostanziale tra i compiti tattici di occupare e

controllare. Esempio tipico di questo compito è l’occupazione delle Assembly Area,

obiettivi e posizioni difensive. Nel simbolo grafico la x non ha alcun significato, il

cerchio indica invece l’intera area da occupare.

8. MANTENERE (RETAIN)

È un compito tattico in cui una forza conserva il possesso di

un punto geografico per impedire che questo sia occupato

o sfruttato dal nemico.

Il Comandante che assegna questo compito deve

specificare l’area da mantenere e la durata, in base

all’attività da svolgere, se dipendente dal tempo o dagli

eventi. Mentre un’unità sta conducendo questo compito,

deve aspettarsi e prepararsi ad un attacco nemico. Un’unità incaricata di mantenere

un’area specifica non è necessario che la occupi materialmente. Nel simbolo grafico

la direzione della freccia non ha significato, mentre la circonferenza include l'intera

area che occorre mantenere.

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Segue allegato “A”

A-6 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

9. PROTEGGERE (SECURE)

È un compito tattico in cui una forza deve acquisire il

possesso di una posizione o di un punto geografico, con o

senza l’uso della forza, e prendere tutte le misure

necessarie per impedirne la distruzione o la caduta in mano

nemica.

Questo compito normalmente comporta lo svolgimento di

operazioni di sicurezza dell'area. Una forza a cui viene

affidato tale compito deve garantire la sicurezza di un'unità, una struttura o una

posizione geografica (ad esempio un itinerario o una base), non solo impedendo

alle forze nemiche di superare o occupare la posizione protetta, ma impedendo

che il nemico con il fuoco diretto ed indiretto possa avere un impatto sulla zona

interessata (differenza principale tra controllare e proteggere). Un’unità non deve

occupare fisicamente l’area immediatamente attorno alla struttura o posizione

geografica che sta proteggendo, se può impedire con altri mezzi al nemico di

occupare o colpire la posizione. Il Comandante deve indicare chiaramente la

durata della missione in termini di tempo o di evento quando assegna tale

compito. Nel simbolo grafico la direzione della freccia non ha alcun significato,

mentre la circonferenza include l’intera area che si vuole proteggere.

10. CONQUISTARE (SEIZE)

È un compito tattico in cui una forza deve

bonificare una determinata area dalla presenza

nemica e ottenerne il controllo, impedendo altresì

al nemico di poter intervenire con il fuoco diretto.

Questo compito è diverso da quello proteggere

perché richiede un’azione offensiva per ottenere il

controllo dell’area o dell’obiettivo designati. Si

differenzia dal compito di occupare perché comporta a priori la neutralizzazione

dell’opposizione nemica. Una volta che una forza si impossessa di un obiettivo fisico,

bonifica il terreno all’interno di quell’obiettivo eliminando, catturando o forzando il

ritiro di tutte le forze nemiche. La freccia del simbolo grafico indica la posizione o

l’obiettivo di cui impossessarsi, mentre il cerchio identifica l’unità a cui è stato

assegnato il compito.

11. DISINGAGGIARSI (DISENGAGE)

È un compito tattico che prevede la rottura

del contatto con l’avversario, allo scopo di

riguadagnare la libertà di manovra.

Implica il movimento verso un luogo in cui

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Segue allegato “A”

A-7 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

il nemico non può ingaggiare la forza amica con il fuoco diretto o l’osservazione

del fuoco indiretto. Disingaggiarsi dal nemico spostandosi da una posizione

all’altra è una procedura difficile in cui bisogna tenere conto dei seguenti aspetti:

il concetto di manovra per gli elementi tattici dopo il disingaggio, riguardanti

gli itinerari di movimento per ogni unità subordinata;

il fuoco per sopprimere il nemico e coprire il movimento dell'unità;

l’utilizzo di cortine nebbiogene per nascondere il movimento dell’unità, come

parte di un piano di inganno, o per dare copertura nei punti di obbligato

passaggio;

i punti di contatto e di passaggio se ci si sposta attraverso linee amiche;

l’ora d’inizio del disingaggio.

Il Comando superiore conduce le operazioni per supportare le forze che

eseguono il disingaggio, alleviando la pressione sulle unità in contatto con il

nemico. Ad esempio, se una Divisione sta conducendo un frenaggio, il

Comandante usa le risorse aeree in supporto per facilitare il disingaggio di una

Brigata in contatto con il nemico; contemporaneamente, può utilizzare la sua

artiglieria a lungo raggio e gli assetti EW per distruggere o disarticolare gli

elementi nemici in secondo scaglione che potrebbero interferire con il

disingaggio. L’intento è quello di creare le condizioni che consentano all’unità di

disimpegnarsi evitando il combattimento decisivo.

Per facilitare il disingaggio, il Comandante sopprime il nemico in contatto

bombardando le forze nemiche con grandi volumi di fuoco sia diretto che

indiretto forniti da forze diverse dall’unità di impegnata nell’azione. In terreno

aperto, l’unità generalmente sposta prima i suoi sistemi a corto raggio; in un

terreno compartimentato generalmente sposta prima i sistemi a lungo raggio. Il

tempo necessario per spostare un sistema nella posizione successiva influisce

anche su quando quel sistema si muove. I Comandanti di minori unità di solito

dirigono questo movimento a causa della limitata rete di collegamenti radio e dal

fatto che la situazione tattica varia attraverso il fronte di un’unità. Una volta

iniziato il disingaggio, le unità devono completarlo rapidamente. Il Comandante

può impiegare unità di supporto o riserve per proteggere i fianchi dell'unità che

conduce tale attività e aiutare a liberare qualsiasi elemento impegnato in

combattimento ravvicinato. L'unità quindi passa alla posizione successiva usando

le tecniche di movimento appropriate.

Velocità di esecuzione e il continuo coordinamento sono essenziali per il successo

di questo compito.

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Segue allegato “A”

A-8 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

12. ESFILTRARE (EXFILTRATE)

Tale compito tattico comporta il

ripiegamento attraverso o attorno alle

posizioni nemiche, evitando di rivelare la

propria presenza e di farsi ingaggiare.

Viene condotto normalmente da unità

penetrate in aree controllate dal nemico,

per riguadagnare le linee amiche, come ad esempio forze che ritornano da

un'incursione, un’infiltrazione o una pattuglia dietro le linee nemiche, allo scopo di

preservare una parte della forza dalla possibile cattura da parte dl nemico.

Una forza esfiltra solo dopo aver distrutto o reso inservibile tutto l’equipaggiamento,

tranne quello medico, che deve lasciare indietro. Solo come ultima risorsa, quando

l’alternativa è la cattura di tutta l’unità, vengono lasciati indietro i feriti con i

rifornimenti e il supporto del cappellano e del personale sanitario.

Le probabilità di successo di un’esfiltrazione saranno maggiori se l’attività viene

condotta su terreno coperto o compartimentato in cui vi sia quindi una scarsa

copertura di fuoco del nemico. Queste condizioni spesso consentono il movimento

non rilevato di piccole unità, mentre al contrario il movimento dell'intera forza

comporterebbe maggiori rischi. L’esfiltrazione richiede intraprendenza, un alto grado

di disciplina, abilità di navigazione terrestre e motivazione. È improbabile che l'intera

forza sia in grado di esfiltrare, poiché parte di essa potrebbe essere impiegata per

creare una diversione. In questo tipo di operazione è essenziale una buona

leadership a livello minori unità.

La forza di esfiltrazione stabilisce dapprima i suoi punti di raccolta e gli itinerari di

estrazione. Coordina il suo piano di ricongiungimento con le altre unità amiche. Il

Comandante designa gli itinerari di estrazione come aree di fuoco restrittive (RFA) o

aree di fuoco vietato (NFA). La forza che deve effettuare l'esfiltrazione usa il fuoco di

preparazione per coprire il suo movimento e per consumare le munizioni accumulate.

Basandosi sulla ricognizione e sulle informazioni disponibili, la forza di esfiltrazione si

suddivide in piccoli gruppi ed esfiltra durante i periodi di visibilità limitata, passando

attraverso o intorno alle posizioni difensive nemiche. Se rilevato, tenta di aggirare il

nemico. L'esfiltrazione può essere difficile con veicoli da combattimento e tattici

poiché il rumore che producono e i limiti che impongono rendono più probabile il

rilevamento degli itinerari che verranno utilizzati.

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Segue allegato “A”

A-9 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

13. SEGUIRE E PROSEGUIRE (FOLLOW AND ASSUME)

È un compito tattico in cui una forza segue

la manovra offensiva di un’altra forza,

pronta a proseguirne la missione qualora

essa sia stata fissata, o comunque non sia

più in grado di proseguire.

L’unità che segue e prosegue l’azione non è

una riserva, poiché ha già un compito specifico. I Compiti per tale tipologia di forze

includono:

prepararsi ad eseguire tutte le missioni dell'unità seguita;

mantenere il contatto con gli elementi della forza principale che precedono;

prepararsi a condurre uno scavalcamento delle linee attraverso la forza che sta

seguendo;

monitorare tutte le informazioni sul combattimento e l'intelligence fornite alla

forza che sta seguendo;

evitare le forze nemiche ingaggiate e scavalcate dalla forza che sta seguendo.

Un Comandante assegna tale compito al fine di assicurare che la forza attaccante

mantenga il ritmo della sua azione offensiva. La forza che segue e prosegue deve

assicurare di essere in grado di poter eseguire immediatamente uno scavalcamento

assumere la missione della forza guida.

Il Comandante che assegna a un’unità tale compito ha due opzioni per stabilire le

relazioni di Comando e Controllo tra l’unità principale e quella che segue. Il

Comandante mantiene normalmente il Comando di entrambe le unità e chiede che

tutte le richieste di supporto passino attraverso di lui. In alternativa, in situazioni in

cui il Comandante non può essere in grado di mantenere il controllo su entrambe le

unità, l'unità di supporto può essere posto sotto OPCON dell’unità supportata. Un

esempio di ciò si può verificare, quando entrambe le unità stanno provando a

circondare una forza nemica in ripiegamento e il Comandante rimane con la forza

che esercita una pressione diretta sul nemico.

14. SEGUIRE E SUPPORTARE (FOLLOW AND SUPPORT)

È un compito tattico in cui una forza segue

e fornisce supporto alla manovra offensiva

di un’altra forza. L’unità che segue e

supporta non è una riserva, poiché ha già

un compito specifico.

I compiti per una forza che segue e

supporta includono:

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Segue allegato “A”

A-10 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

distruggere le unità nemiche superate quando l’unità guida non bonifica l’AO

durante l’avanzata;

bloccare il movimento dei rinforzi nemici;

sostituire sul posto qualsiasi forza a contatto o accerchiata per contenere il

nemico;

rendere sicure le linee di comunicazione;

bonificare gli ostacoli;

sorvegliare i prigionieri, le aree chiave e le installazioni;

ripianare le perdite delle forze amiche;

proteggere i Key Terrain;

controllare i movimenti dei civili.

Un Comandante assegna a un'unità tale compito per evitare che la forza supportata

impegni il suo combat power in compiti diversi dall'operazione decisiva, che

rallenterebbe l'offensiva lo slancio e i tempi dell'operazione. Il comandante che

assegna il compito di seguire e supportare ha due opzioni per stabilire le relazioni di

Comando e Controllo tra le unità (supportate e quelle di supporto), o piazzare l’unità

che segue e supporta sotto OPCON dell’unità guida, o mantenerne il Comando e

quindi far passare da lui tutte le richieste di incarico dall'unità supportata.

15. BLOCCARE (BLOCK)

È un compito tattico in cui si vuole negare

all’avversario l’accesso a una determinata area o

prevenire la sua avanzata lungo una specifica

direttrice. Può essere di durata limitata nel tempo.

Alle unità cui è assegnato questo compito può essere

imposto di difendere una posizione e/o di impegnarsi

contro l'avversario in modo decisivo.

Può consistere anche nel bloccare elementi ostili lungo una direttrice specifica o

impedire al nemico di abbandonare un'area di ingaggio, tramite l'uso di ostacoli che

integrano il fuoco. A differenza del fissaggio le unità bloccate possono muovere in

ogni direzione, tranne quella bloccata.

Nel simbolo grafico la linea verticale indica il limite dell'avanzata del nemico, nonché

dove l'ostacolo si lega al terreno.

16. CANALIZZARE (CANALIZE)

È un compito tattico in cui si vuole limitare i movimenti

avversari in un’area ristretta mediante la combinazione

di ostacolo, fuoco, e/o manovra, allo scopo di renderlo

altamente vulnerabile e poterlo distruggere in modo

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Segue allegato “A”

A-11 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

frammentario. La zona da utilizzare deve essere esplicitata nei compiti.

17. CONTENERE (CONTAIN)

È un compito tattico per limitare la libertà di manovra di

forze nemiche all’interno di una specifica area, o

costringerle a concentrare la loro attività lungo un fronte

definito ed evitare la loro ritirata per l'impiego in altra

località. È un compito meno specifico di "fissare" o

"isolare"; infatti nel contenimento le forze nemiche

possono riposizionarsi all'interno del area geografica

designata, mentre nel fissaggio no.

I limiti del contenimento devono essere esplicitati in termini geografici e/o temporali.

Il simbolo grafico comprende l'intera area in cui si desidera contenere il nemico

durante lo sviluppo di azioni correnti alternative.

18. DISTRUGGERE (DESTROY)

È un compito tattico che mira a danneggiare un obiettivo o

un elemento ostile al punto da renderlo inutile, a meno di

una completa ricostituzione. Nelle missioni aeree, ciò

comporta la distruzione/neutralizzazione della forza nemica

al 70%. In artiglieria, ciò comporta la

distruzione/neutralizzazione della forza nemica al 30%.

La percentuale di danno necessario per rendere un’unità da

combattimento inefficace dipende dal tipo di unità, dalla disciplina e dal morale.

Distruggere bersagli corazzati o fortificati richiedono considerevoli quantitativi di

munizioni e tempo.

19. DISARTICOLARE (DISRUPT)

È un compito tattico per scompaginare la formazione avversaria e il ritmo delle sue

operazioni. Sconvolgerne la pianificazione

temporale delle azioni e causare l'impiego

prematuro e/o non unitario delle sue forze, in

modo da sbilanciarlo e costringerlo a operare in

modo scoordinato.

La forza di manovra che tenta di disarticolare

un nemico deve attaccare il nemico in difesa con abbastanza combat power per

ottenere i risultati desiderati con un attacco di massa o sostenere l'attacco fino a

quando non si raggiunge il risultato desiderato. Può comportare l’attacco alla

forza nemica mentre è ancora nelle sue Assembly Area o in avvicinamento prima

che possa schierarsi in una formazione di combattimento. Il Comandante

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Segue allegato “A”

A-12 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

determina il grado di rischio accettabile basato sulle perdite previste, la posizione

dell'attacco, il numero di attacchi e altri fattori di gestione del rischio.

Disarticolare è anche un effetto dell’ostacolo che focalizza la pianificazione del

fuoco e lo sforzo dell’ostacolo per costringere il nemico a rompere anzitempo la

sua formazione, il suo ritmo, attaccando prematuramente in uno sforzo

frammentario. Ciò permette anche di ingannare il nemico riguardo alla posizione

difensiva amica, per separare le forze immesse nel combattimento (scaglioni) o

per separare le forze di combattimento dal loro supporto logistico.

20. FISSARE (FIX)

È un compito tattico per impedire al nemico di

muovere una parte o tutte le sue forze da una

località specifica per un dato periodo di

tempo, bloccando o circondando le sue forze

per impedire il loro ripiegamento o il loro

impiego altrove.

Può essere assegnato sia in azioni offensive sia difensive. Il fissaggio può essere

raggiunto anche come effetto di un ostacolo che focalizza la pianificazione del

fuoco e per rallentare il movimento di un attaccante all'interno di una specifica

area, normalmente l’Engagement Area. Lo scopo è sempre quello di dare all'unità

amica il tempo di acquisire, colpire e distruggere il nemico con il fuoco diretto e

indiretto in tutta la profondità dell’EA o via di approccio. Nel simbolo grafico la

freccia punta verso l’unità nemica da fissare, mentre la parte spezzata della

freccia indica la posizione desiderata per quell'evento.

21. INTERDIRE (INTERDICT)

È il compito tattico affidato ad un’unità per impedire

che elementi ostili possano essere efficacemente

impiegati contro unità amiche, evitando che queste

entrino nel raggio d'azione nemico e può includere

l'interdizione di aree o direttrici di movimento.

È un’operazione di plasmatura del campo di

battaglia condotta per integrare e rafforzare altri compiti offensivi o difensivi in

corso. Quando viene assegnato tale compito il Comandante deve specificare per

quanto tempo deve essere attuata l’interdizione o l'effetto esatto desiderato.

La profondità alla quale la forza d’attacco conduce l’interdizione in generale

determina la libertà d’azione della forza amica. Aumentando la profondità delle

operazioni si riduce il pericolo di fuoco fratricida tra le forze aeree e quelle di

superficie, riducendo la necessità di coordinazione e consentendo quindi

operazioni sempre più flessibili. Le forze aeree, possono attaccare il nemico per

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Segue allegato “A”

A-13 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

interdire il movimento del nemico in tutta l’AOO. La profondità a cui ha luogo

l'interdizione determina anche la velocità con cui i suoi effetti possono essere

osservati. Normalmente, le unità di manovra di terra si concentrano inizialmente

su bersagli vicini alla FLOT. Attacchi a distanze maggiori dalla FLOT hanno un

impatto ritardato sul combattimento ravvicinato, ma alla fine degradano

comunque la capacità del nemico concentrare le forze. La capacità di interdizione

delle forze amiche può avere un impatto devastante sui piani e sulla capacità di

risposta del nemico. Ad esempio, gli sforzi di interdizione che determinano il

ritardo o il disturbo della manovra nemica, aumenta contestualmente la capacità

della forza amica di ottenere vantaggi tattici. Ritardare o interrompere i

rifornimenti del nemico limita la sua capacità di sostenere un'offensiva intensa,

ad alto ritmo o azioni difensive e limitandone sensibilmente la mobilità.

Interdire il movimento delle unità nemiche può essere estremamente efficace nel

supportare il loro accerchiamento ed eventuale distruzione. Il Comandante può

pianificare l’interdizione del ritiro delle forze nemiche per facilitare

l’inseguimento, oppure può contribuire al successo ostacolando l’afflusso delle

riserve e dei rifornimenti.

Nel simbolo grafico le due frecce dovrebbero attraversare l’unità o la posizione

destinata all’interdizione.

22. ISOLARE (ISOLATE)

È il compito tattico che ha lo scopo di tagliare fuori il

nemico dalle proprie fonti di supporto, negandogli la libertà

di movimento e impedendogli di ripristinare il contatto con

altre forze nemiche. Implica l’interruzione di tutti i legami

con qualsiasi elemento di sostegno fisico e psicologico.

23. NEUTRALIZZARE (NEUTRALIZE)

Tale compito tattico ha il fine di rendere un elemento nemico

(individui, unità, capacità, materiali, ordigni, ostacoli)

temporaneamente incapace di interferire con le attività

amiche. Deve essere esplicitato cosa esattamente deve

essere neutralizzato, evitando ambiguità.

Quando si assegna il compito di neutralizzare, il Comandante

specifica la forza o il materiale nemico da neutralizzare e la durata. L’obiettivo

neutralizzato può diventare di nuovo efficace quando le vittime vengono sostituite, il

danno è riparato, o lo sforzo che porta alla neutralizzazione viene meno. Il

Comandante usa normalmente una combinazione di effetti letali e non letali per

neutralizzare il personale o materiale nemico. Le risorse necessarie per neutralizzare

un obiettivo variano a seconda del tipo e dimensione del bersaglio e della

combinazione di armi e munizioni utilizzate.

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Segue allegato “A”

A-14 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

24. SOPPRIMERE (SUPPRESS)

Questo compito tattico viene assegnato per degradare

temporaneamente la capacità nemica di agire al fine di

consentire l’azione di unità amiche. L'effetto è temporaneo e si

basa sulla capacità di mantenere un tiro continuo sulle

posizioni avversarie.

Si verifica quando impiegando direttamente o indirettamente effetti letali e non

letali, come artiglieria, guerra elettronica o cortine nebbiogene sul personale

nemico, sulle armi e sulle attrezzature per prevenire o degradare il fuoco, i

sensori e l’osservazione nemica. A differenza del compito di neutralizzazione,

l’obiettivo originale riprende la sua efficacia senza bisogno di ricostituirsi.

25. DEVIARE (TURN)

Con tale compito tattico si vuole costringere

l’avversario a cambiare la direzione di movimento.

Occorre coordinare strettamente l’ostacolo, il fuoco

e il terreno per migliorare la propria situazione

tattica degradando al contempo quella nemica. Ad

esempio, in offensiva, si potrebbe deviare una forza

nemica che viene inseguita verso una posizione dove può essere distrutta. In difesa,

si potrebbe deviare un attacco nemico per consentire alle forze amiche di

contrattaccare sul fianco del dispositivo nemico. La deviazione è anche un effetto

dell’ostacolo che può essere integrato con il fuoco per deviare una formazione

nemica da una via di approccio ad un’altra per incanalarla in una EA.

Nel simbolo grafico la direzione della freccia indica la desiderata direzione di

svolta. Il punto dove la freccia devia indica la posizione generale dell'ostacolo

complesso che costringerà il nemico a spostarsi.

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Allegato “B”

B-1 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

ALLEGATO “B”

INTEGRAZIONE FUOCO/OSTACOLI

1. GENERALITÀ

L’integrazione del fuoco e degli ostacoli128 è necessaria per assicurare l’appropriata

integrazione della potenza di fuoco diretto/indiretto alla manovra e per permettere di

raggiungere l’effetto desiderato sul nemico. Nel concepire le attività tattiche, la

manovra richiede un’economia degli sforzi, al fine di concentrarli nel momento

dell’impatto decisivo. L’impiego ha necessità che tali strutture siano attivate e

controllate per limitare la manovra del nemico senza costituire intralcio alle proprie

forze. Gli ostacoli sono classificati in (Figura 56):

esistenti (naturali o artificiali);

realizzati (tattici o protettivi).

Figura 56: Schema degli ostacoli

1.1 OSTACOLI ESISTENTI

Sono quegli ostacoli pre-esistenti rispetto all’inizio dei combattimenti e delle

conflittualità. Si distinguono in:

Naturali, che comprendono tutte le caratteristiche del terreno come ad

esempio i fiumi, le foreste, i rilievi, ecc.;

Manufatti, che comprende tutte le opere realizzate dall’uomo come ad esempio

le aree urbane, i canali, ecc..

128 Per Ostacolo s’intende una qualsiasi caratteristica del terreno, naturale o realizzata, che impedisce la mobilità delle forze terrestri. Cfr. COMFORDOT PSE-3.2.14 “Ostacolo e operazioni di mobilità”, ed. 2015.

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Segue allegato “B”

B-2

COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

1.2 OSTACOLI REALIZZATI

Sono pianificati, realizzati o schierati, ad integrazione degli ostacoli naturali per

rinforzarne gli effetti, allo scopo di impedire, ostacolare o deviare la manovra

avversaria. Si distinguono in:

Tattici, che hanno lo scopo principale di influire sulla manovra avversaria e

amplificare gli effetti prodotti dal fuoco. Questi a loro volta possono essere

distinti in:

Comandati, che vengono schierati o realizzati su disposizione del Comando

superiore all’unità incaricata dello schieramento/realizzazione;

Pianificati, normalmente progettati e, se possibile, predisposti prima dell’inizio

dell’operazione. Vengono schierati in funzione della situazione operativa e in

linea con i piani di contingenza (Contingency Plan – CONPLAN);

Di riserva, vengono pianificati ma attivati su ordine.

Protettivi, che vengono schierati/realizzati per proteggere posizioni difensive delle

forze amiche. Possono essere suddivisi a loro volta in:

Predisposti, progettati e schierati/realizzati in corrispondenza di aree/punti

critici o vitali, per proteggere il più possibile le proprie capacità di

combattimento;

Speditivi, rapidamente realizzabili/schierabili, caratterizzati da effetti limitati e

comunque temporanei, ed utilizzati per la protezione di posizioni che vengono

occupate per breve tempo.

2. ELEMENTI PER LA PIANIFICAZIONE

2.1 GENERALITÀ

Il Comandante dichiara quale effetto vuole avere sul nemico in un'area specifica,

pur mantenendo la libertà di movimento per le proprie forze.

Vengono per prima cosa presi in considerazione il terreno e gli ostacoli naturali

presenti. Successivamente, si passa agli ostacoli creati dall'uomo, all’osservazione e

ai sistemi d'arma che vengono quindi sovrapposti e integrati per ottenere l'effetto

richiesto, in modo che tutti gli ostacoli vengano coperti sia dall’osservazione sia dal

fuoco. In tale ottica costituisce elemento chiave per la pianificazione l’assegnazione

dei compiti agli assetti ISR ed agli assetti di fuoco disponibili.

In un’attività tattica pianificata, i principali ostacoli sono stabiliti al più alto livello, ma

devono essere schierati/realizzati dalle unità sul terreno. Qualora non pianificata

potrebbe essere necessario decentrare la pianificazione a livello delle unità

subordinate per consentire preparazioni difensive tempestive. Tutte le demolizioni

devono essere controllate dal Comandante che ne ha ricevuto la responsabilità.

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Segue allegato “B”

B-3

COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

2.2 COMPITI DEL COMANDANTE E DELLO STAFF

In fase di pianificazione, al fine di definire il risultato finale che si vuole raggiungere -

in termini di combinazione di fuoco, manovra ed effetti dell’ostacolo - il Comandante,

nel momento in cui elabora il proprio intento con l’ausilio dello Staff, deve prendere

in considerazione tre aspetti fondamentali: l’obiettivo, la dislocazione e gli effetti

dell’ostacolo.

Obiettivo. Occorre individuare quale elemento delle forze nemiche deve essere

colpito, in modo che gli ostacoli possano essere designati e collocati nella

maniera più appropriata per contrastarlo.

Localizzazione. La localizzazione dell’ostacolo è un elemento vitale nello sviluppo

del citato intento. Attraverso l’IPOE bisogna capire quale sia la dislocazione più

idonea dell’ostacolo per avere la certezza che si raggiunga l’effetto desiderato nel

posto giusto e sull’obiettivo prefissato.

Effetto dell’ostacolo. Consiste nell’effetto che uno specifico ostacolo o gruppo di

ostacoli abbia sul nemico. Tali effetti, che possono tra loro essere combinati per il

raggiungimento dell’intento espresso dal Comandante, sono: disarticolazione,

deviazione, fissaggio o blocco.

Tutto lo Staff concorre alla pianificazione dell’ostacolo e della sua integrazione con il

fuoco; come si può evincere dall’esempio contenuto nella tabella sotto riportata.

Branca

funzionale Compiti

Azioni per il combattimento

Prima Durante Dopo

G2 Sviluppare e

diramare l'IPOE

Comprendere l'intento

del Cte superiore e i

vincoli, compresi quelli

della HN

Aggiornare

costantemente l'IPOE

Registrare i dati

dell'IPOE per il

passaggio di

responsabilità

G5

Impostare la

policy per la

pianificazione

dell'ostacolo

Coordinare lo sviluppo

dell'integrazione del

piano di fuoco con il

piano degli ostacoli

Coordinare l'integrazione

del fuoco e degli ostacoli

alla situazione corrente

Passare i piani alla

HN o ad altre unità

G3

Confermare il

piano e

integrarlo

Elaborare il piano,

coordinando gli assetti

ISR e l'integrazione

fuoco/ostacoli

Condurre le operazioni

utilizzando il piano di

integrazione

fuoco/ostacolo

G3-Eng

Redigere il

piano

dell’ostacolo e

fornire

consulenza al

Cte della G.U.

Redigere ed aggiornare il

piano degli ostacoli

Mantenere sotto controllo

il piano di integrazione

fuoco/ostacolo sia per la

mobilità sia per la contro

mobilità

Passare tutte le

registrazioni degli

ostacoli

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Segue allegato “B”

B-4

COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

3. EFFETTI DELL’OSTACOLO

3.1 DISARTICOLARE (DISRUPT)

È un’azione tendente a disgregare le formazioni nemiche attraverso la riduzione del

movimento, il rallentamento del ritmo di progressione e forzando anzitempo l’impiego

degli assetti avanzati. Tale azione crea anche un elemento di sorpresa ed incertezza

per ingannare il nemico sull’esatta collocazione della Main Defence Area (MDA).

L’effetto di questa azione è illustrato nella Figura 57.

3.2 DEVIARE (TURN)

Si prefigge lo scopo di far cambiare la direzione di movimento del nemico verso una

posizione prescelta - per esempio una EA o verso un itinerario d’avvicinamento

(Avenue of Approach - AA) o vie di facilitazione alternative. Tale effetto è realizzato

con lo schieramento di una serie d’ostacoli, combinati con il fuoco diretto/indiretto,

che spinge le unità a muoversi nella direzione desiderata. I Comandanti possono

usare l’effetto della deviazione sui fianchi delle EA. L’effetto di questa azione è

illustrato nella Figura 58.

Figura 57: L’effetto della disarticolazione

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Segue allegato “B”

B-5

COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Figura 58: L’effetto della deviazione

3.3 FISSARE (FIX)

Lo scopo di questa azione è di rallentare il nemico in una specifica area

(normalmente una EA) e garantire il tempo necessario alle unità amiche di rilevare,

acquisire, designare obiettivi e distruggere le forze nemiche lungo la profondità della

EA. In tale attività sono impiegati aerei, elicotteri e fuoco diretto ed indiretto. Tale

azione è riportata nella Figura 59.

Figura 59: L’Effetto del Fissaggio

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Segue allegato “B”

B-6

COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

3.4 BLOCCARE (BLOCK)

L’azione di blocco richiede ostacoli ad alto potere impeditivo per fermare l’attaccante

lungo una specifica via tattica fino ad agevolare la distruzione del nemico nella EA.

L’effetto dell’arresto è illustrato nella Figura 60.

4. RISORSE DELL’OSTACOLO

La disponibilità temporale delle risorse è un aspetto critico del processo di

pianificazione. Una pianificazione preventiva consente di disporre di accantonamenti

di materiali da parte del genio. Un’accurata valutazione delle richieste di materiali è

svolta attraverso la Valutazione dell’Area della Battaglia (Battlefield Area Evaluation -

BAE) nell’ambito del processo dell’IPOE. Una matrice relativa alle risorse, deve essere

impiantata allo scopo di fornire una valutazione delle risorse richieste e per agevolare

la determinazione delle priorità.

5. MISURE DI CONTROLLO DELL’OSTACOLO

I Comandanti utilizzano le misure di controllo dell’ostacolo per delegare l’autorità ed

esprimere il loro intento ai Comandanti subordinati. Tale scelta fornisce ai

Comandanti subordinati (a tutti i livelli) la flessibilità per sviluppare la pianificazione

degli ostacoli; garantendo la realizzazione delle loro necessità e dell’intento del

Comandante superiore, secondo le restrizioni stabilite per la zona, fascia o gruppo.

Le restrizioni possono includere una limitazione nel tipo di ostacoli da utilizzare (per

esempio non mine nascoste), nel controllo della misurazione dei tempi (per esempio

mine seminabili, né prima né dopo un tempo prestabilito), nella restrizione di certi

tipi di ostacolo. I Comandanti subordinati possono imporre ulteriori restrizioni, ma

Figura 60: L’Effetto del Blocco

Blocco

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Segue allegato “B”

B-7

COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

non possono ridurre quelle già fornite dal Comandante superiore. Tali misure di

controllo riguardano la designazione di zone, fasce e gruppi.

Zone degli ostacoli. Sono controllate a livello Divisione o Brigata, possono essere

identificate con lettere alfa-numeriche per la designazione e, normalmente, non

includono un grafico relativo agli effetti degli ostacoli.

Fasce degli ostacoli. Le zone possono essere suddivise in fasce, dove l’impiego

degli ostacoli è di competenza del livello Divisione o Brigata. Tali fasce,

nell’ambito di ciascuna zona, sono numerate ed è assegnato loro, di norma, un

grafico dell’effetto che si vuole raggiungere con gli ostacoli. Una Brigata può

ricevere l’assegnazione di una o più fasce di ostacoli che, dove possibile, non

devono attraversare i limiti di settore delle unità. I Comandanti dei Gruppi Tattici

posizionano solamente gli ostacoli nell’ambito delle fasce stabilite dal Comando

superiore. Sebbene tali fasce limitino l'area autorizzata per gli ostacoli,

consentono comunque ai Comandanti di sviluppare, in maniera sufficientemente

ampia, dei piani di ostacolo particolareggiati, basati sulla ricognizione e sulla

pianificazione dettagliata.

Gruppi di ostacoli. Un Gruppo di Ostacoli è costituito da uno o più ostacoli

raggruppati insieme per fornire uno specifico effetto e situati all’interno di una

fascia di ostacoli. Un Comandante di Gruppo Tattico deve designare tali gruppi

per assicurarsi che le unità subordinate posizionino gli ostacoli individuali in

accordo con il suo intento e, utilizzando i grafici dell’effetto, stabilisce la relativa

ubicazione sul terreno. In particolare, il grafico indica il punto di origine e la

direzione per la sistemazione dell’ostacolo. In quasi tutte le circostanze, sul lucido

per il supporto decisionale, il grafico di un gruppo di ostacoli sarà collegato ad

una TAI. I gruppi di ostacoli sono pianificati entro i limiti dell’autorità per la posa

del gruppo tattico. Tuttavia, tali gruppi possono essere utilizzati dalle unità

superiori per definire specifici aspetti dell’intento del Comandante (per esempio

designando un ponte come una demolizione di riserva).

6. DESIGNAZIONE E NUMERAZIONE DELL’OSTACOLO

I Comandanti subordinati, una volta ricevuto il tipo di effetto da ricercare possono

iniziare a pianificare nel dettaglio il progetto dei gruppi d’ostacolo e la posizione degli

ostacoli individuali all’interno di ogni gruppo. Una volta che il piano degli ostacoli è

stato concordato, la responsabilità della sistemazione di ciascun ostacolo viene

assegnata, normalmente, ad unità del genio. Al fine di garantire una corretta azione

di Comando e Controllo, a ciascun ostacolo pianificato viene assegnato un solo

numero. La numerazione inerente agli ostacoli è normalmente controllata dallo staff

dell’unità del genio che mantiene anche un registro dello status di tutti gli ostacoli.

Nella Figura 61 è riportato un sommario delle misure di controllo e delle numerazioni

relative all’ostacolo.

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Segue allegato “B”

B-8

COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

Figura 61: Designazione e Numerazione dell’Ostacolo

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Allegato “C”

C-1 COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

ALLEGATO “C”

IMPORTANZA DEI SITI STORICI E CULTURALI

I siti storici e culturali sono aree che rivestono grande importanza strategica e

simbolica, in quanto azioni inappropriate verso essi possono minare la legittimità

della campagna e vanificare gli sforzi per influenzare le percezioni degli autoctoni.

Le forze avversarie possono utilizzare questi siti come posizioni di fuoco, basi o

depositi, nella convinzione di non poter essere colpiti. Tali siti possono anche usati

per sollecitare azioni inappropriate da parte della forza militare al fine di fornire delle

opportunità da sfruttare per il proprio sforzo teso a influenzare l’opinione pubblica

locale e internazionale. Il dilemma che si pone in tali circostanze è la necessità di

evitare l'alienazione del consenso della popolazione durante lo scontro con il nemico.

A tale scopo, è essenziale che siano compresi la posizione e il significato dei

siti culturali all'interno di un AO. Pertanto, è sicuramente appropriato includere i

luoghi sacri e le aree di interesse storico-culturale nel processo IPOE. Come linea

guida si dovrebbero considerare i seguenti aspetti:

Posizione. Oltre alla posizione del sito, dovrebbe essere compresa anche

l'importanza che esso riveste nell’area circostante;

Deduzione del valore simbolico. Occorre comprendere l’unicità del sito, per

esempio se esso si riveli significativo a livello tribale, locale, nazionale o globale.

Comportamento. Occorre esser consapevoli delle regole e delle pratiche che

regolano l'ingresso e il comportamento al loro interno (ad esempio all'interno di

una moschea è assolutamente proibito portare armi, usare la forza e spargere

sangue);

Impatto della profanazione. Tale atto può minare l’aura di sacralità del luogo e

sollecitare l'uso della forza per difenderlo o per vendicarne la profanazione;

Calendario. Ci possono essere feste religiose particolari, periodi del mese che

potrebbero avere un significativo impatto sull'attività militare condotta nelle

vicinanze del sito (ad esempio un gran numero di pellegrini presenti).

In tale ottica, risulta importante incontrare i leader religiosi che possono non essere

disposti a collaborare con la forza militare o, al contrario, possono fornire

informazioni per evitare danni ai luoghi sacri. Essi, dovrebbero essere consultati

anche per comprendere nel dettaglio il significato e la simbologia del sito e le

implicazioni delle eventuali operazioni militari dentro e intorno a esso. In questo

modo si potranno comprendere le regole di comportamento ed essere in grado di

maturare compromessi accettabili. I leader religiosi avranno un'influenza sull'opinione

pubblica e il loro mancato coinvolgimento o supporto potrebbero ostacolare gli sforzi

della G.U.

Per la pianificazione e per la condotta di operazioni dentro e intorno ai siti culturali,

religiosi e storici, occorre tenere in considerazione le seguenti linee guida:

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Segue allegato “C”

C-2

COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

evitare le feste religiose più rilevanti;

evitare periodi temporali particolari al fine di non arrecare offesa alla sensibilità

religiosa dei locali (ora della preghiera, periodi sacri ecc.);

bilanciare i vantaggi previsti dalle operazioni cinetiche con l'effetto più ampio che

esse potrebbero avere sull’opinione pubblica;

considerare l'impiego di forze di sicurezza locali per facilitare l’entrata in luoghi

sacri; le proprie truppe possono invece fornire la sicurezza degli accessi o la

cinturazione, ecc.;

coinvolgere, per quanto possibile, i leader religiosi locali;

avviare azioni correttive, come lavori di restauro (condotti eventualmente da ditte

locali) o altre forme di risarcimento per eventuali danni;

prendere in considerazione le operazioni di cinturazione e la negoziazione per il

raggiungimento di una soluzione pacifica qualora il nemico si trovi in un sito

sacro/religioso;

supportare tutte le attività relative ai luoghi sacri con una campagna per

influenzare le percezioni degli autoctoni prima, durante e dopo le operazioni.

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

LISTA DEGLI ACRONIMI

AA Assembly Area

AA Avenue of Approach

ACC Air Component Commander

ACM Airspace Control Measures

ACRT Advanced Combat Engineer Reconnaissance Team

AH Attack Helicopter

AI Air Interdiction

AII Area of Intelligence Interest

AIR Area of Intelligence Responsibility

AJP Allied Joint Publication

AN Assisted Nation

AOI Area of Interest

AOO Area of Operations

AOR Area of Responsibility

BAE Battlefield Area Evaluation

BDA Battle Damage Assessment

BM Battlespace Management

CAS Close Air Support

CBRN Chemical, Biological, Radiological and Nuclear

CCIR Commander’s Critical Information Requirements

CCIRM Collection, Coordination and Intelligence Requirements Management

CFA Covering Force Area

CFL CeaseFire Line/Coordinated Fire Line

CIMIC Civil Military Cooperation

CIS Communication and Information Systems

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

CIVCAS Civilian Casualties

CP Command Post

COA Course Of Action

COIN Counter-Insurgency

CONPLAN Contingency Plan

COP Common Operational Picture

COS Chief of Staff

CS Combat Support

CSS Combat Service Support

C2 Comando e Controllo

DCOS Deputy Chief of Staff

DDR Disarmament, Demobilisation and Reintegration

DENAM Dislocazione, Entità, Natura, Atteggiamento e

Movimento

DOS Day of Supply

DPRE Displaced Persons and Refugees

DROPS Demountable Rack Off-Loading and Pickup System

EA Engagement Areas

ECM Electronic Counter Measures

ECOA Enemy Courses Of Action

EEFI Essential Elements of Friendly Information

EM Elicottero Multiruolo

EMCON Emission Control

EMS ElectroMagnetic Spectrum

EW Electronic Warfare

FARP Forward Arming and Refuelling Points

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

FAA Forward Assembly Area

FAC Forward Air Controller

FEBA Forward Edge of the Battle Area

FFA Free Fire Area

FLOT Forward Line of Own Troops

FOO Forward Observation Officer

FOS Forze per Operazioni Speciali

FS Forze Speciali

FSCL Fire Support Coordination Line

FSCM Fire Support Coordination Measures

FSSL Fire Support Safety Line

FST Forward Surgical Team

HN Host Nation

HNS Host Nation Support

HT Hybrid Threat

HUMINT Human Intelligence

HVT High Value Target

HPT High Pay-off Target

KLE Key Leader Engagement

ICP Intelligence Collection Plan

IED Improvised Explosive Device

IMINT IMagery INTelligence

IPE Individual Protective Equipment

IPOE Intelligence Preparation of the Operational

Environment

IR Information Requirement

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

ISR Intelligence, Surveillance and Reconnaissance

ISR-EW Intelligence, Surveillance, Reconnaissance – Electronic War

JAAT Joint Air Attack Team

JFACC Joint Force Air Component Command

JOA Joint Operations Area

JTAC Joint Terminal Attack Controller

JTF Joint Task Force

LCC Land Component Command

LD Line of Departure

LOA Letter of Assistance

MATTT-C Missione, Avversari, Terreno/Meteo, Truppe, Tempo,

Considerazioni sull’impatto dei civili.

MDA Main Defence Area

M&A Mentoring and Advising

MN Multinational

MOE Measures of Effectiveness

MOP Measures of Performance

MOU Memorandum of Understanding

MP Military Police

MSA Mutual Support Agreement

MSR Main Supply Routes

MTA Military-Technical Agreement

MTT Mobile Training Team

NAI Named Area of Interest

NFA No-Fire Area

NGO Non-Governmental Organization

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

OIR Other Intelligence Requirements

OPSEC Operations Security

PC Posto Comando

PD Punto di Deflusso

PE Punto di Entrata

PI Punto di Incolonnamento

PIR Priority Intelligence Requirement

POE Point of Entry/Exit

PMESII Politico, Militare, Economico, Sociale, Infrastrutturale e

delle Informazioni

POA Posto Osservazione e Allarme

POW Prisoners Of War

PPP Presence, Posture and Profile

PSYOPS Psychological Operation

PU Punto di Uscita

QIP Quick Impact Projects

RA Rear Area

RFA Restricted Fire Area

RFL Restrictive Fire Line

RIP Relief in Place

ROE Rules of Engagement

ROZ Restricted Operating Zone

RSOM Reception, Staging and Onward Movement

SA Situational Awareness

SASE Safe and Secure Environment

SF Special Force

SFA Security Force Assistance

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

SIGINT Signals Intelligence

SOF Special Operations Force

SOP Standing Operating Procedures

SP Stability Policing

SSR Security Sector Reform

STANAG Standardization Agreement

STRATCOM Strategic Communication

TAI Target Area of Interest

TCP Tactical Command Post

TLC Telecomunicazioni

ToA Transfer of Authority

UAS Unmanned Aerial Systems

UAV Unmanned Aerial Vehicle

UXO Unexploded Explosive Ordnance

WNGO Warning Order

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

RIFERIMENTI

PUBBLICAZIONI NATO

AJP-01(E) “Allied Joint Doctrine”, ed. 2017;

AJP-2(A) “Allied Joint Doctrine for Intelligence, Counter-Intelligence and

Security”, ed. 2016;

AJP-3 (C) “Allied Joint Doctrine for the conduct of Operations” Final Draft;

AJP 3.10 “Allied Joint Doctrine for Information Operations”, ed. 2015 Ed. A,

Vers.1;

AJP 3.16 “Allied Joint Doctrine for Security Force Assistance”, ed. 2016;

AJP-3.2(A) “Allied Joint Doctrine for Land Operations”, ed. 2016;

AJP-3.22(A) “Allied Joint Doctrine for Stability Policing”, ed. 2016;

AJP 3.4.4. “Allied Joint Doctrine for Counterinsurgency (COIN)”, ed. 2016 Ed. A,

Vers.1;

AJP-4(B), Allied Joint Logistic Doctrine, RD, ed. 2017;

AJP-4.10 Allied Joint Doctrine for Medical Support (Ed. B, vers.1), ed. 2015;

AJMedP-2 Allied Joint Doctrine for Medical Evacuation, ed. 2008.

ATP 3.2.1 “Allied Land Tactics” ed. 2009;

ATP – 3.2.1.1 “Guidance for the conduct of tactical stability activities and tasks” –

Ed. 2014, Ed. B, Vers. 1;

ATP-3.9.2(A) V1 “Allied Tactical Doctrine for Land Targeting” RD1;

AAP-06 “NATO Glossary of Terms and definitions”, ed. 2016;

AAP-15 “NATO glossary of abbreviations used in NATO documents and

publications”, ed. 2016;

AAP-39(B) “NATO Handbook of land operations terminology”, ed. 2015;

APP-6 “NATO Joint Military Symbology, Edition D Version 1”, ed. 2017;

BI-SC “Agreed Capability Codes and Capability Statements”, Ed. 2016.

PUBBLICAZIONI STATO MAGGIORE DIFESA

PID S-1 “La Dottrina militare italiana” – ed. 2011;

PID O-3 “La dottrina interforze italiana per le operazioni” – Ed. 2014.

SMD-G-024 “Glossario dei termini e delle definizioni” - Ed. 2007 (aggiornata nel

2009);

SMD-G-016(A)-2 “Glossario nazionale delle abbreviazioni e sigle militari”, ed.

2012.

PUBBLICAZIONI DI FORZA ARMATA

SME, PDE-1 “La Dottrina dell’Esercito”, ed. 2018, FD;

SME, PDE-2 “Il Supporto Informativo alle Operazioni Terrestri”, ed. 2018;

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

SME, PDE-6 “Il Comando e Controllo”, ed. 2018, SD;

SME, PDE 4 “Il Sostegno Logistico alle Operazioni Terrestri”, ed. 2018;

SME, Pub. n. 5867 “Abbreviazioni e sigle di Uso autorizzato nell'Esercito” ed.

2000;

SME, Pub. n. 5895 “Nomenclatore militare”, ed. 1998;

SME, “Manuale sulla simbologia terrestre”, 1^ definizione, ed. 2000;

SME, Nota Dottrinale “Il contrasto alla minaccia interna (Insider Threat – green

on blue)”, ed. 2013;

SME, Nota Dottrinale “La manovra delle Forze Terrestri”, ed. 2014 ;

SME, Nota Dottrinale “L’Ambiente Operativo e le Forze Terrestri”, ed. 2014;

SME, Direttiva 3001/14 “La preparazione al combattimento”, Ed. 2014;

COMFORDOT PSE-3.2.3 “Le operazioni nella 3^ dimensione”, Ed. 2015;

COMFORDOT, PSE-3.02.14 “Ostacolo e Operazioni di mobilità”, ed. 2015;

COMFORDOT, PSE-3.04 “Le operazioni di stabilizzazione” ed. 2015;

COMFORDOT, PSE-3.4.4 “Le operazioni contro insurrezionali”, ed. 2015;

COMFORDOT, PSE-3.9 “Il Targeting”, ed. 2015;

COMFORDOT, PSE-3.14.05.03 “La Scorta convogli” ed. 2016;

COMFORDOT, PSE-3.10 “Information Operations (INFO OPS)”, Ed. 2017;

COMFORDOT, PSE-3.14 “Protezione”, ed. 2017;

COMFORDOT, PSE-3.14.05.02 “La protezione delle basi militari in operazione”,

ed. 2017;

COMFORDOT, PSE-7.02 “Generic Enemy Forces (GENFOR)”, ed. 2017;

COMFORDOT, PSE-6.05 “Battlespace Management”, ed. 2018, WD;

COMFORDOT PSE-3.14.05.01 “Ricognizione e operazioni di sicurezza”, ed. 2018,

SD;

COMFORDOT PSE 2.01 “L’Intelligence nelle Grandi unità da Combattimento”, ed.

2018. COMFORDOT PSE 2.02 “Intelligence Preparation of Operational Environment-

IPOE”, vers. SD. COMFORDOT, PIE-3.29 “L’impiego dell’Artiglieria terrestre”, ed. 2015.

PUBBLICAZIONI U.S. ARMY

TC 7-100 “Hybrid Threat”, ed. 2010;

FM 3-96 “Brigade Combat Team”, ed. 2015;

FM 3-90-1 “Offense and Defense”, ed. 2013;

ATP 3-91 “Division Operations”, ed. 2014;

ATP 3-92 “Corps Operations”, ed. 2016.

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

PUBBLICAZIONI UK ARMY

JDP 3-70 “Battlespace Management”, ed. 2008;

AFM Vol. 1 Part 1A “Divisional Tactics”, ed. 2014;

AFM Vol. 1 Part 1B “Brigade Tactics” - Ed. 2012.

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COMFORDOT, PIE - 2.01 La Grande Unità da combattimento, Ed. 2018

PAGINA INTENZIONALMENTE BIANCA

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COMANDO PER LA FORMAZIONE,

SPECIALIZZAZIONE E DOTTRINA DELL’ESERCITO SM – Ufficio Dottrina

____________________

Indirizzo telegrafico: ESERCITO COMFORDOT DOTTRINA – ROMA

Prot. n. / /D.CBT/ All.: 2 (due)

Ann.: 1(uno)

00143 Roma, Ten. Col. IACONO 105.6616

OGGETTO: Pubblicazione di Impiego dell’Esercito - PIE 2.01 “La Grande Unità da combattimento”,

ed. 2018.

ELENCO INDIRIZZI IN ALLEGATO “A”

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

Rif.:

a. Circolare 7005 “Modalità d i sviluppo del corpo dottrinale dell’Esercito Italiano” - Ed . 2016;

b. Circ. 1001 “Modalità per l’approntamento delle pubblicazioni dell’Esercito Italiano”, Ed. 2016.

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

1. Questo Comando, in qualità di Ente Editore delle Pubblicazioni di Impiego dell’Esercito (PIE), ha

approvato la pubblicazione in oggetto, in annesso e scaricabile dal sito intranet di COMFORDOT1, e per la quale si allega la scheda di presentazione. Il documento ha lo scopo di aggiornare i contenuti in materia, adeguandoli all’attuale normativa

nazionale e NATO, alle esperienze maturate dalla F.A. in Teatro Operativo e alle tematiche dottrinali emergenti.

2. Per la più ampia diffusione: - lo Stato Maggiore dell’Esercito, III RPG – Ufficio Dottrina e Lezioni Apprese, voglia inserire

sul proprio portale la pubblicazione in argomento; - i Comandi in indirizzo diramino la presente ai propri Enti dipendenti, fino a livello

reggimento/battaglione autonomo.

d’ordine IL CAPO DI STATO MAGGIORE

(Gen. D. Michele PELLEGRINO)

1 Link alla pubblicazione

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Allegato “A”

ELENCO INDIRIZZI

A: STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO

III RPG – Ufficio Dottrina e Lezioni Apprese

ROMA

COMANDO DELLE FORZE OPERATIVE TERRESTRI - COE ROMA

COMANDO MILITARE DELLA CAPITALE ROMA

COMANDO LOGISTICO DELL’ESERCITO ROMA

COMANDO FORZE OPERATIVE NORD PADOVA

COMANDO FORZE OPERATIVE SUD NAPOLI

COMANDO TRUPPE ALPINE BOLZANO

COMANDO FORZE OPERATIVE TERRESTRI DI SUPPORTO VERONA

NATO RAPID DEPLOYABLE CORPS ITA SOLBIATE OLONA

e, per conoscenza:

COMANDO PER LA FORMAZIONE E SCUOLA DI APPLICAZIONE DELL’ESERCITO

TORINO

CENTRO DI SIMULAZIONE E VALIDAZIONE DELL’ESERCITO CIVITAVECCHIA

SCUOLA DI COMMISSARIATO MADDALONI

SCUOLA INTERFORZE PER LA DIFESA NBC RIETI

SCUOLA DI SANITÀ E VETERINARIA ROMA

SCUOLA DI FANTERIA CESANO DI ROMA

SCUOLA DI CAVALLERIA LECCE

COMANDO COMPRENSORIO “CECCHIGNOLA” ROMA

Diramazione interna,

SM – UFFICIO LOGISTICO SEDE

SM – UFFICIO ADDESTRAMENTO E STUDI SEDE

SM – UFFICIO FORMAZIONE E SPECIALIZZAZIONE SEDE

SM – UFFICIO SICUREZZA SEDE

SM – UFFICIO PERSONALE SEDE

SM – UFFICIO AFFARI GENERALI SEDE

SZ. – PIANIFICAZIONE PROGRAMMAZIONE E BILANCIO SEDE