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11 Venerdì 6 Dicembre 2013 ATTUALITÀ Polizia. Presentato il calendario Pansa: sempre con i cittadini Roma. «Sarà un anno non facile, pieno di incertezze anche econo- miche, ma nel quale la Polizia sarà sempre al fianco dei cittadini. I ta- gli al comparto sicurezza sono diventati uno stimolo a fare di più. Se ci manca qualcosa, faremo fronte comune con tutte le forze dell’or- dine affinché il risultato non diminuisca...». È la schietta valutazione del capo della Polizia Alessandro Pansa, che ieri ha presentato a Ro- ma il calendario 2014: 12 scatti da gennaio a dicembre, che testimo- niano l’impegno quotidiano dei 105mila agenti e funzionari a fianco dei cittadini. Col ricavato delle vendite, l’Unicef avvierà un progetto per aiutare 5.500 bambini- lavoratori in Bangladesh . Dal 2001, la Po- lizia ha raccolto per l’Unicef 1,8 milioni di euro. (V.R.S.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Torino. Caso Musy, ora l’accusa è omicidio volontario Torino. Omicidio volontario aggravato dalla pre- meditazione, dai motivi abietti e futili, dallo stato di minorata difesa della vittima. È un’accusa da er- gastolo quella che si allunga su Francesco Furchì, il presunto carnefice del consigliere comunale to- rinese Alberto Musy. Lo sviluppo è l’inevitabile conseguenza di una perizia: c’è un «nesso di cau- sa unico ed esclusivo» fra i colpi di pistola sparati contro Musy sotto casa da un misterioso uomo con il casco il 21 marzo 2012 e la morte, arrivata lo scorso 23 ottobre, dopo diciannove mesi, prima di «coma profondo» e poi di «stato vegetativo per- manente». A dirlo è il medico legale Luca Tajana. «Il decesso è dovuto a una insufficienza cardiore- spiratoria ma il paziente era in preda a una bron- copolmonite bilaterale. Nelle sue condizioni le di- fese immunitarie erano basse e le cure impossibi- li. E quelle condizioni erano il prodotto di un gra- vissimo trauma encefalico» provocato dalla pal- lottola che lo colpì di striscio alla testa. E allora è un omicidio. Durante l’autopsia è stato anche recuperato un proiettile che si era conficcato nella schiena di Musy, ma che finora non era sta- to possibile estrarre. Fuchì ha ascoltato in silenzio e senza commentare la drammatica svolta della sua situazione processuale. Gli inquirenti sono convinti che a sparare sia sta- to lui, il faccendiere spinto dalla vendetta: Musy, integerrimo avvocato prestato alla politica (mili- tava nell’ Udc) non voleva assecondare i suoi ma- neggi. Ma le indagini non si fermano: una meti- colosa quanto riservata inchiesta parallela è an- cora in corso per cercare eventuali complici e per chiarire dei punti ancora oscuri. Furchì ha sempre negato l’accusa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le processioni? «Patrimonio dell’umanità» L’Unesco: la pietà popolare nel grande elenco della cultura GIOVANNI RUGGIERO ROMA uesta volta il Comi- tato intergovernati- vo dell’Unesco, che annualmente aggiunge meraviglie all’elenco dei Patrimoni culturali intan- gibili, ha inserito nell’am- bita lista quattro proces- sioni popolari legate al cul- to di santi che si svolgono in altrettante città italiane. Sono quattro manifesta- zioni antiche che, per la lo- ro bellezza e per la grande partecipazione di fedeli, meritano di essere tutelate: la Macchina di Santa Rosa Q di Viterbo, la Festa dei Gigli di Nola nel Napoletano, quella dei Candelieri di Sas- sari e la Varia di Palmi nel Reggino. Vanno ad aggiun- gersi all’elenco già lungo di nostre bellezze che va dal- le incisioni rupestri della Val Camonica alla chiesa di Santa Maria delle Grazie di Milano, che conserva l’Ul- tima Cena di Leonardo, dal Palazzo reale di Caserta al- l’orto botanico di Padova, per citarne soltanto alcune dall’elenco delle nostre quarantanove meraviglie. La lista dei Patrimoni cul- turali intangibili, creata dall’Unesco nel 2008, ha in- cluso fino ad oggi un centi- naio di tradizioni in tutto il mondo, per «aiutare a di- mostrare le diversità e au- mentare la consapevolezza della sua importanza», co- me si legge nelle motiva- zioni di questi riconosci- menti. Quindi è un un e- lenco che non comprende soltanto manufatti o bel- lezze che il Signore ci ha da- to. La commissione che o- gni anno si riunisce a Baku in Azerbaigian ha già rico- nosciuto, tra le altre e- spressioni dell’uomo e del suo ingegno, la pesca bel- ga dei gamberetti a cavallo, il pellegrinaggio annuale al Nel 2006, però, la valle del- l’Elba fu retrocessa e inse- rita, quasi a monito, nell’e- lenco dei Patrimoni dell’u- manità in pericolo, e la Commissione ventilò an- che la possibilità di rimuo- vere il sito dalla lista a cau- sa del progetto della co- struzione di un ponte stra- dale che avrebbe dovuto at- traversare il fiume, con un serio impatto sull’integrità del paesaggio. Il 26 giugno 2009, a seguito della con- ferma della progettazione del ponte, l’Unesco annun- ciò di aver rimosso la valle dell’Elba dall’ambita lista. © RIPRODUZIONE RISERVATA giapponese, e la Commis- sione non s’è dimenticata della dieta mediterranea a noi ben più nota. Ma l’uomo, perché il rico- noscimento resti, deve a- doperarsi per non mortifi- care o distruggere questi beni. Dalla lista, infatti si può anche uscire, ed è ca- pitato già una volta con la Valle dell’Elba, un tratto di circa 20 chilometri del fiu- me Elba che scorre nella città tedesca di Dresda. Nel 2004 fu inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità perché il paesaggio fu con- siderato parte integrante dell’area urbana della città. SASSARI. La Discesa dei Candelieri lungo Corso Vittorio Emanule ((Real easy star)) mausoleo di Sid Abd el-Qa- der Ben Mohammed in Al- geria, la musica Taureg Im- zad, le tessere Jamdani del Bangladesh, la festa reli- giosa di Cirio Nazare in Bra- sile, la musica indiana Sankirtana del popolo Vai- shnava, una festa ortodos- sa in Etiopia e un poema e- pico del Kirghizistan. C’è anche la la cucina Washoku Le tradizioni storiche Il Comitato intergovernativo ha stabilito che quattro antiche celebrazioni italiane legate al culto dei santi meritano di essere tutelate In tutto 49 le meraviglie del nostro Paese Chi entra nella lista Palmi. La gigantesca Varia rappresenta l’universo e l’assunzione della Vergine Palmi, l’ultima domenica di agosto, durante la fe- sta popolare in onore di Maria Santissima della Sa- cra Lettera, viene portata per le vie del paese un gi- gantesco carro sacro, la Varia, appunto, che rappresenta l’universo e l’assunzione in cielo della Vergine Maria. A trasportarla provvedono duecento Mbatatturi scelti tra gli appartenenti alle cinque tradizionali corporazioni dei vecchi mestieri della città: i carrettieri, i bovari, gli arti- giani e i marinai. Dalla mattina del 16 agosto, dopo la fe- sta dell’Assunta, gli artigiani della città lavorano alla com- plessa e maestosa Varia che sarà portata in processione. © RIPRODUZIONE RISERVATA A FINE AGOSTO. Il carro portato da 200 persone Nola. La Festa dei Gigli per San Paolino Salvò la città dall’assalto dei Visigoti a festa dei Gigli si tiene a Nola la domenica successiva al 22 giugno, in occasione del festeggiamenti per il patro- no della città, San Paolino, che sacrificò se stesso e i suoi averi per salvare la città dall’incursione dei Visigoti. La proces- sione con gigantesche macchine a spalle, otto torri di legno al- te 25 metri, rappresentano il giglio offerto al santo per ringra- ziarlo, al ritorno della sua prigionia. I Gigli, pesantissimi, on- deggiando ad arte sfilano per la città portati a spalla dai "culla- tori". La festa ha origini antichissime e si è evoluta nel tempo. Anche a Nola l’onore di portare i gigli toccava a "paranze" com- poste dagli appartenenti alle varie corporazioni cittadine. © RIPRODUZIONE RISERVATA L FINE GIUGNO. Le otto torri di legno issate in piazza Sassari. La Discesa dei Candelieri per voto alla Madonna contro la peste assari festeggia la sera prima di ferragosto la Discesa dei Candelieri. Sono grandi colonne di legno che simboleggiano dei ceri. Vengono por- tati in processione con cadenza danzante lungo tut- to il Corso Vittorio Emanuele fino alla chiesa della Ma- donna di Betel. La festa rievoca il voto fatto alla Ma- donna dell’Assunta per salvare la città dalla peste. Tra le diverse ipotesi sull’origine di questa festa, la più at- tendibile è quella che la fa risalire al basso medioevo. Una festa simile e contemporanea si svolge a Nulvi, lo stesso giorno, e il 15 agosto a Ploaghe e Iglesias. © RIPRODUZIO NE RISERVATA S 14 AGOSTO. La sfilata delle grandi colonne Viterbo. La Macchina di Santa Rosa rievoca la traslazione della salma l 3 settembre di ogni anno si svolge a Viterbo la Macchina di Santa Rosa. È una torre illuminata da luci e fiaccole, alta tre metri e pesante cinque ton- nellate. Viene sollevata e trasportata per le via cittadi- ne da un centinaio di "facchini". Indossano la caratte- ristica divisa bianca con una cintura rossa stretta in vi- ta e uno speciale copricapo rivestito di cuoio. Sono riu- niti in un sodalizio ambito ed esclusivo. La processio- ne rievoca la traslazione, voluta da Papa Alessandro IV nel 1258, della salma di Santa Rosa dalla chiesa di San- ta Maria in Poggio a quella di Santa Maria della Rose. © RIPRODUZIONE RISERVATA I 3 SETTEMBRE. I facchini e la torre di tre metri Stamina. Scienziati in rivolta contro la sentenza del Tar VIVIANA DALOISO uelle che mercoledì erano battute a caldo ieri sono diventate una di- chiarazione di guerra. La sentenza del Tar del Lazio – con cui è stata sospesa la bocciatura del metodo Stamina e sono stati “bacchettati” gli esperti del Comitato mini- steriale che quella bocciatura avevano con- sigliato – ha sollevato un polverone nella co- munità scientifica nostrana. Che a sentir det- tar legge dai giudici, in fatto di protocolli e manipolazione di cellule, proprio non ci sta. «La validità di una teoria scientifica o di un trattamento terapeutico non si può valuta- re come se fosse un’opinione qualsiasi, do- ve ci sono due versioni pro e contro, en- trambe legittime: essendo basata su atti, la validità di un trattamento può essere valu- tata solo da una comunità scientifica esper- ta del settore», ha ribadito la senatrice a vi- ta e staminalista Elena Cattaneo. Secondo cui rischiano di «delegittimare il metodo scientifico» i dubbi del Tar del Lazio sulla non imparzialità dei membri della commis- sione istituita dal ministero della Salute nel valutare il metodo di Vannoni. Grande l’amarezza del genetista Bruno Dallapiccola, membro della Commissione screditata dal tribunale amministrativo: «Provo rammarico enorme e raccapriccio per un Paese disa- strato nel quale i giudici vanno al di là del parere qualificato di una commissione di esperti». I giudici, rileva, devono sapere che per anda- re a vedere le cartelle cliniche «serve un pun- to di partenza come un protocollo per deci- dere in merito ad una buona pratica clinica», e il protocollo «non approda a nulla per ra- gioni che abbiamo espresso». Sulla vicenda Stamina la comunità scientifica si è espres- sa da tempo, anche a livello internazionale: dall’intervento del Nobel Shinya Yamanaka, punto di riferimento indiscusso a livello in- ternazionale della ricerca sulle cellule sta- minali, all’articolo pubblicato da Nature che dimostrava come i dati relativi al metodo Stamina si basassero su un falso scientifico. «Non so che tipo di evidenze dobbiamo for- nire per mettere fine a questa brutta storia italiana», conclude Dallapiccola. Sulla stessa linea è uno dei massimi esper- ti di cellule staminali a livello internazio- nale, Paolo Bianco, dell’Università Sapien- za di Roma: «È incomprensibile – ha detto – che un comitato scientifico sia detto “non imparziale”. Ma che c’entra? La medicina non è politica. È politica il tentativo in cor- so, in Italia come altrove, di a- prire un mercato per terapie inesistenti». Intanto ieri Davide Vannoni, il padre di Stamina, è torna- to alla carica sostenendo che in base alla sentenza del Tar i pazienti dovrebbero chie- dere risarcimenti milionari e che i giudici avrebbero «commissariato il ministero». Nessuna re- plica dal titolare della Salute, Beatrice Lo- renzin, che però ha precisato: «La speri- mentazione non può ripartire finché non dimostra di rispettare dei parametri. Ri- facciamo il comitato scientifico e vediamo cosa succede». © RIPRODUZIONE RISERVATA Q Il genetista Dallapiccola: «Solo in Italia i giudici vanno al di là del parere qualificato di una commissione di esperti» Bruno Dallapiccola IL MINISTRO «Occasione per promuovere queste preziose realtà» «Una significativa testimonianza della grande ricchezza e varietà del patrimonio culturale immateriale italiano, nonché efficace sostegno per la tutela e promozione di queste preziose realtà». È con queste parole che il ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, ha commentato l’iscrizione delle «Feste della rete delle grandi Macchine a spalla» nella Lista rappresentativa del Patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco. Un elenco in cui da ieri sono raddoppiati gli iscritti italiani visto che le quattro processioni sotto tutela si affiancano al Canto a tenore, canto pastorale sardo (2008), al Teatro delle marionette siciliane: Opera dei Pupi (2008), alla Dieta mediterranea (2010) e al Saper fare tradizionale del violino a Cremona (2012). Per la coordinatrice della Rete italiana delle grandi macchine a spalla, Patrizia Nardi, il riconoscimento «incoraggia le Comunità a perseverare nell’azione di salvaguardia per consegnare al mondo e alle generazioni presenti e future» queste feste.

Piedade Popular | Património da Humanidade

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Unesco classifica quatro procissões italianas — la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, la Festa dei Gigli di Nola nel Napoletano, quella dei Candelieri di Sassari e la Varia di Palmi nel Reggino — ligadas ao culto dos santos no elenco do Património Imaterial da Humanidade.

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11Venerdì6 Dicembre 2013 A T T U A L I T À

Polizia. Presentato il calendarioPansa: sempre con i cittadiniRoma. «Sarà un anno non facile, pieno di incertezze anche econo-miche, ma nel quale la Polizia sarà sempre al fianco dei cittadini. I ta-gli al comparto sicurezza sono diventati uno stimolo a fare di più. Seci manca qualcosa, faremo fronte comune con tutte le forze dell’or-dine affinché il risultato non diminuisca...». È la schietta valutazionedel capo della Polizia Alessandro Pansa, che ieri ha presentato a Ro-ma il calendario 2014: 12 scatti da gennaio a dicembre, che testimo-niano l’impegno quotidiano dei 105mila agenti e funzionari a fiancodei cittadini. Col ricavato delle vendite, l’Unicef avvierà un progettoper aiutare 5.500 bambini- lavoratori in Bangladesh . Dal 2001, la Po-lizia ha raccolto per l’Unicef 1,8 milioni di euro. (V.R.S.)

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Torino. Caso Musy, ora l’accusa è omicidio volontarioTorino. Omicidio volontario aggravato dalla pre-meditazione, dai motivi abietti e futili, dallo statodi minorata difesa della vittima. È un’accusa da er-gastolo quella che si allunga su Francesco Furchì,il presunto carnefice del consigliere comunale to-rinese Alberto Musy. Lo sviluppo è l’inevitabileconseguenza di una perizia: c’è un «nesso di cau-sa unico ed esclusivo» fra i colpi di pistola sparaticontro Musy sotto casa da un misterioso uomocon il casco il 21 marzo 2012 e la morte, arrivata loscorso 23 ottobre, dopo diciannove mesi, prima di«coma profondo» e poi di «stato vegetativo per-

manente». A dirlo è il medico legale Luca Tajana.«Il decesso è dovuto a una insufficienza cardiore-spiratoria ma il paziente era in preda a una bron-copolmonite bilaterale. Nelle sue condizioni le di-fese immunitarie erano basse e le cure impossibi-li. E quelle condizioni erano il prodotto di un gra-vissimo trauma encefalico» provocato dalla pal-lottola che lo colpì di striscio alla testa.E allora è un omicidio. Durante l’autopsia è statoanche recuperato un proiettile che si era conficcatonella schiena di Musy, ma che finora non era sta-to possibile estrarre. Fuchì ha ascoltato in silenzio

e senza commentare la drammatica svolta dellasua situazione processuale.Gli inquirenti sono convinti che a sparare sia sta-to lui, il faccendiere spinto dalla vendetta: Musy,integerrimo avvocato prestato alla politica (mili-tava nell’ Udc) non voleva assecondare i suoi ma-neggi. Ma le indagini non si fermano: una meti-colosa quanto riservata inchiesta parallela è an-cora in corso per cercare eventuali complici e perchiarire dei punti ancora oscuri. Furchì ha sempre negato l’accusa.

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Le processioni?«Patrimoniodell’umanità»L’Unesco: la pietà popolarenel grande elenco della culturaGIOVANNI RUGGIEROROMA

uesta volta il Comi-tato intergovernati-vo dell’Unesco, che

annualmente aggiungemeraviglie all’elenco deiPatrimoni culturali intan-gibili, ha inserito nell’am-bita lista quattro proces-sioni popolari legate al cul-to di santi che si svolgonoin altrettante città italiane.Sono quattro manifesta-zioni antiche che, per la lo-ro bellezza e per la grandepartecipazione di fedeli,meritano di essere tutelate:la Macchina di Santa Rosa

Qdi Viterbo, la Festa dei Giglidi Nola nel Napoletano,quella dei Candelieri di Sas-sari e la Varia di Palmi nelReggino. Vanno ad aggiun-gersi all’elenco già lungo dinostre bellezze che va dal-le incisioni rupestri dellaVal Camonica alla chiesa diSanta Maria delle Grazie diMilano, che conserva l’Ul-tima Cena di Leonardo, dalPalazzo reale di Caserta al-l’orto botanico di Padova,per citarne soltanto alcunedall’elenco delle nostrequarantanove meraviglie.La lista dei Patrimoni cul-turali intangibili, creatadall’Unesco nel 2008, ha in-

cluso fino ad oggi un centi-naio di tradizioni in tutto ilmondo, per «aiutare a di-mostrare le diversità e au-mentare la consapevolezzadella sua importanza», co-me si legge nelle motiva-zioni di questi riconosci-menti. Quindi è un un e-lenco che non comprendesoltanto manufatti o bel-lezze che il Signore ci ha da-to. La commissione che o-gni anno si riunisce a Bakuin Azerbaigian ha già rico-nosciuto, tra le altre e-spressioni dell’uomo e delsuo ingegno, la pesca bel-ga dei gamberetti a cavallo,il pellegrinaggio annuale al

Nel 2006, però, la valle del-l’Elba fu retrocessa e inse-rita, quasi a monito, nell’e-lenco dei Patrimoni dell’u-manità in pericolo, e laCommissione ventilò an-che la possibilità di rimuo-vere il sito dalla lista a cau-sa del progetto della co-struzione di un ponte stra-dale che avrebbe dovuto at-traversare il fiume, con unserio impatto sull’integritàdel paesaggio. Il 26 giugno2009, a seguito della con-ferma della progettazionedel ponte, l’Unesco annun-ciò di aver rimosso la valledell’Elba dall’ambita lista.

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giapponese, e la Commis-sione non s’è dimenticatadella dieta mediterranea anoi ben più nota.Ma l’uomo, perché il rico-noscimento resti, deve a-doperarsi per non mortifi-care o distruggere questibeni. Dalla lista, infatti sipuò anche uscire, ed è ca-pitato già una volta con laValle dell’Elba, un tratto dicirca 20 chilometri del fiu-me Elba che scorre nellacittà tedesca di Dresda. Nel2004 fu inserita nell’elencodei Patrimoni dell’umanitàperché il paesaggio fu con-siderato parte integrantedell’area urbana della città.

SASSARI. La Discesa dei Candelieri lungo Corso Vittorio Emanule ((Real easy star))

mausoleo di Sid Abd el-Qa-der Ben Mohammed in Al-geria, la musica Taureg Im-zad, le tessere Jamdani delBangladesh, la festa reli-giosa di Cirio Nazare in Bra-sile, la musica indianaSankirtana del popolo Vai-shnava, una festa ortodos-sa in Etiopia e un poema e-pico del Kirghizistan. C’èanche la la cucina Washoku

Le tradizioni storiche

Il Comitato intergovernativo ha stabilito chequattro antiche celebrazioni italiane legate

al culto dei santi meritano di essere tutelateIn tutto 49 le meraviglie del nostro Paese

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Palmi. La gigantesca Varia rappresental’universo e l’assunzione della Vergine

Palmi, l’ultima domenica di agosto, durante la fe-sta popolare in onore di Maria Santissima della Sa-cra Lettera, viene portata per le vie del paese un gi-

gantesco carro sacro, la Varia, appunto, che rappresental’universo e l’assunzione in cielo della Vergine Maria. Atrasportarla provvedono duecento Mbatatturi scelti tragli appartenenti alle cinque tradizionali corporazioni deivecchi mestieri della città: i carrettieri, i bovari, gli arti-giani e i marinai. Dalla mattina del 16 agosto, dopo la fe-sta dell’Assunta, gli artigiani della città lavorano alla com-plessa e maestosa Varia che sarà portata in processione.

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AFINE AGOSTO. Il carro portato da 200 persone

Nola. La Festa dei Gigli per San PaolinoSalvò la città dall’assalto dei Visigoti

a festa dei Gigli si tiene a Nola la domenica successiva al22 giugno, in occasione del festeggiamenti per il patro-no della città, San Paolino, che sacrificò se stesso e i suoi

averi per salvare la città dall’incursione dei Visigoti. La proces-sione con gigantesche macchine a spalle, otto torri di legno al-te 25 metri, rappresentano il giglio offerto al santo per ringra-ziarlo, al ritorno della sua prigionia. I Gigli, pesantissimi, on-deggiando ad arte sfilano per la città portati a spalla dai "culla-tori". La festa ha origini antichissime e si è evoluta nel tempo.Anche a Nola l’onore di portare i gigli toccava a "paranze" com-poste dagli appartenenti alle varie corporazioni cittadine.

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LFINE GIUGNO. Le otto torri di legno issate in piazza

Sassari. La Discesa dei Candelieriper voto alla Madonna contro la peste

assari festeggia la sera prima di ferragosto laDiscesa dei Candelieri. Sono grandi colonne dilegno che simboleggiano dei ceri. Vengono por-

tati in processione con cadenza danzante lungo tut-to il Corso Vittorio Emanuele fino alla chiesa della Ma-donna di Betel. La festa rievoca il voto fatto alla Ma-donna dell’Assunta per salvare la città dalla peste. Trale diverse ipotesi sull’origine di questa festa, la più at-tendibile è quella che la fa risalire al basso medioevo.Una festa simile e contemporanea si svolge a Nulvi,lo stesso giorno, e il 15 agosto a Ploaghe e Iglesias.

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S14 AGOSTO. La sfilata delle grandi colonne

Viterbo. La Macchina di Santa Rosarievoca la traslazione della salma

l 3 settembre di ogni anno si svolge a Viterbo laMacchina di Santa Rosa. È una torre illuminata daluci e fiaccole, alta tre metri e pesante cinque ton-

nellate. Viene sollevata e trasportata per le via cittadi-ne da un centinaio di "facchini". Indossano la caratte-ristica divisa bianca con una cintura rossa stretta in vi-ta e uno speciale copricapo rivestito di cuoio. Sono riu-niti in un sodalizio ambito ed esclusivo. La processio-ne rievoca la traslazione, voluta da Papa Alessandro IVnel 1258, della salma di Santa Rosa dalla chiesa di San-ta Maria in Poggio a quella di Santa Maria della Rose.

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I3 SETTEMBRE. I facchini e la torre di tre metri

Stamina. Scienziati in rivolta contro la sentenza del TarVIVIANA DALOISO

uelle che mercoledì erano battute acaldo ieri sono diventate una di-chiarazione di guerra. La sentenza

del Tar del Lazio – con cui è stata sospesa labocciatura del metodo Stamina e sono stati“bacchettati” gli esperti del Comitato mini-steriale che quella bocciatura avevano con-sigliato – ha sollevato un polverone nella co-munità scientifica nostrana. Che a sentir det-tar legge dai giudici, in fatto di protocolli emanipolazione di cellule, proprio non ci sta.«La validità di una teoria scientifica o di untrattamento terapeutico non si può valuta-re come se fosse un’opinione qualsiasi, do-ve ci sono due versioni pro e contro, en-trambe legittime: essendo basata su atti, lavalidità di un trattamento può essere valu-tata solo da una comunità scientifica esper-ta del settore», ha ribadito la senatrice a vi-ta e staminalista Elena Cattaneo. Secondo

cui rischiano di «delegittimare il metodoscientifico» i dubbi del Tar del Lazio sullanon imparzialità dei membri della commis-sione istituita dal ministero della Salute nelvalutare il metodo di Vannoni.Grande l’amarezza del genetistaBruno Dallapiccola, membrodella Commissione screditatadal tribunale amministrativo:«Provo rammarico enorme eraccapriccio per un Paese disa-strato nel quale i giudici vannoal di là del parere qualificato diuna commissione di esperti». Igiudici, rileva, devono sapere che per anda-re a vedere le cartelle cliniche «serve un pun-to di partenza come un protocollo per deci-dere in merito ad una buona pratica clinica»,e il protocollo «non approda a nulla per ra-gioni che abbiamo espresso». Sulla vicendaStamina la comunità scientifica si è espres-sa da tempo, anche a livello internazionale:

dall’intervento del Nobel Shinya Yamanaka,punto di riferimento indiscusso a livello in-ternazionale della ricerca sulle cellule sta-minali, all’articolo pubblicato da Nature che

dimostrava come i dati relativi al metodoStamina si basassero su un falso scientifico.«Non so che tipo di evidenze dobbiamo for-nire per mettere fine a questa brutta storiaitaliana», conclude Dallapiccola.Sulla stessa linea è uno dei massimi esper-ti di cellule staminali a livello internazio-nale, Paolo Bianco, dell’Università Sapien-

za di Roma: «È incomprensibile – ha detto– che un comitato scientifico sia detto “nonimparziale”. Ma che c’entra? La medicinanon è politica. È politica il tentativo in cor-

so, in Italia come altrove, di a-prire un mercato per terapieinesistenti».Intanto ieri Davide Vannoni,il padre di Stamina, è torna-to alla carica sostenendo chein base alla sentenza del Tari pazienti dovrebbero chie-dere risarcimenti milionarie che i giudici avrebbero

«commissariato il ministero». Nessuna re-plica dal titolare della Salute, Beatrice Lo-renzin, che però ha precisato: «La speri-mentazione non può ripartire finché nondimostra di rispettare dei parametri. Ri-facciamo il comitato scientifico e vediamocosa succede».

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QIl genetista Dallapiccola: «Soloin Italia i giudici vanno al di làdel parere qualificato di una

commissione di esperti»Bruno Dallapiccola

IL MINISTRO

«Occasione per promuoverequeste preziose realt໫Una significativa testimonianza della grande ricchezza evarietà del patrimonio culturale immateriale italiano, nonchéefficace sostegno per la tutela e promozione di questepreziose realtà». È con queste parole che il ministro dei Beniculturali, Massimo Bray, ha commentato l’iscrizione delle«Feste della rete delle grandi Macchine a spalla» nella Listarappresentativa del Patrimonio immateriale dell’umanitàdell’Unesco. Un elenco in cui da ieri sono raddoppiati gliiscritti italiani visto che le quattro processioni sotto tutela siaffiancano al Canto a tenore, canto pastorale sardo (2008),al Teatro delle marionette siciliane: Opera dei Pupi (2008),alla Dieta mediterranea (2010) e al Saper fare tradizionaledel violino a Cremona (2012). Per la coordinatrice della Reteitaliana delle grandi macchine a spalla, Patrizia Nardi, ilriconoscimento «incoraggia le Comunità a perseverarenell’azione di salvaguardia per consegnare al mondo e allegenerazioni presenti e future» queste feste.

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