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L’inquiLino DEL TErzo Piano
AZZURRINO BEIGEOLINO GRIGETTO
PioTr HanzELEwiczmostra a cura di Enzo De Leonibus
testo di Teresa Macrì
iSBn XXX-XXXXXX
copyright © 2011 Piotr Hanzelewicz
http://linquilinodelterzopiano.wordpress.com/[email protected]
Diritti di traduzione, riproduzione e adattamentototale o parziale e con qualsiasi mezzo, riservatiper tutti i paesi
L’inquiLino DEL TErzo Piano
AZZURRINO BEIGEOLINO GRIGETTO
4
The assimilation to Roman Polanski, French-Polish cult movie
director and writer, is the guiding thread of ‘The Tenant’, the solo
exhibition of Piotr Hanzelewicz (H.) who revives 1976 original
movie title version of Polanski’s Le Locataire to mount the whole
architecture of his own exhibition.
If Polanski interprets the fictional Tenant (who plays the role of the
main character Trelkovski, a creation of the writer Roland Topor),
H. represents the real one.
This is a conceptual sleight of hand used by the artist to pave the
way for a para-autobiographical exhibition.
But from now on, the Polanski- Hanzelewicz assimilation definitely
diverges: if, on the one hand, the paranoiac-mystery movie has
been classified a psycho-thriller with a touch of horror, on the other
hand, the H. exhibition has been realized through the climax of a
conceptual polysemy.
In this assimilation to Polanski, what remains incomparably
exemplar, is the prevailing identitarianism whereas the social circle
root creeps into the subject life condition through perpetual
idiosyncrasies, hesitations.
If Polanski’s contradictions ‘are posed as an aesthete’ through
desecrating visions of life and a provocative language rich in
brainwaves and ambiguities, H. synthesizes, on the contrary, his
alienation through aesthetic story- telling hyper-conceptualization.
THE TENANT
or rather
THIS IS CLASS WAR!
5
L’assimilazione a roman Polanski, autore di culto, polacco
naturalizzato francese, è il filo conduttore de L’inquilino del terzo
piano, personale di Piotr Hanzelewicz (H.) che ne ripesca il titolo
del film del 1976 (in originale Le Locataire) per impiantare
l’architettura complessiva della sua mostra.
inquilino del terzo piano finzionale è Polanski (nel ruolo del
protagonista Trelkovski, inventato dallo scrittore roland Topor) e
inquilino del terzo piano reale è H.
E’ un escamotage concettuale che consente all’artista di costruire
un percorso para-autobiografico dell’esibizione.
Da qui, però l’assimilazione Polanski = Hanzelewicz, diverge
nettamente: se il film paranoico/misterico è di genere psyco-thriller
con sfumature horror, la mostra di H. è realizzata attraverso una
strettissima polisemia concettuale.
ciò che però resta inconfutabilmente esemplare in questa
assimilazione a Polanski è la dominante identitaria, laddove la
radice di appartenenza si insinua nella condizione di vita del
soggetto attraverso idiosincrasie perpetue e irrisolutezze.
Se, notoriamente, le contraddizioni polanskiane, sono
“esteticizzate” attraverso una visione dissacrante e un linguaggio
provocatorio pieno di colpi di genio e ambiguità, H., riassume
invece il suo senso di straniamento attraverso la iper-
concettualizzazione della narrazione estetica.
L’INQUILINO DEL TERZO PIANO
o meglio
QUESTA E’ LOTTA DI CLASSE!
6
In fact, in The Tenant exhibition all works of art are selected as to
suggest a biographic list that widens on contents, cultural and
more general implications like a rhizomatic shape.
The logistic junction that develops in all the rooms of the Lab
Museum, addresses the visitor to go into H’s background,
passions, obsessions, apathies, interests, fetishisms, dreams, for
approaching at least a level of experiential collectivization.
H. privileges a code where the conceptualization of the experience
(extremely pop- urban), which hides different interpretation keys,
interferes with a cold fruition of immediate impact nature. It is a
sort of contraposition to the current informative and non-
informative mass-medial languages, to that catatonic ‘linguistic
desertification’ that impoverishes and banalizes the present. H.
privileges a narrative complexity that turns elliptically around the
artistic object, strengthening it with prismatic facets and depths.
The work of art Papaveri (Poppies), a multi-layered semantic tool
in a multitude of meanings/signiefiers/iconologisms exists apart
from the object itself and widens in multi-layered historical-cultural
recalls belonging toH’smulti-belonging,alienation, probable
existential questioning, under-constructive/deconstructive
subjectiveness. See the ellipse: Poppy→II World War→German
siege in Montecassino Abbey→end of the world conflict→Poppy→
Poland→national pride→Italy→Poppy→unreachable
power→historical memory→Poppy. Subjectiveness and history
often intersect one another like a sort of diplopia through which H.
weaves/reweaves, sometimes undoes the ranks of his roots.
H. like Polanski blames the aporias of the identity complexity and
by encrypting in his anxious objects, it is possible to discover his
sense of inadequacy, a constant mood of estrangement.
‘ Feeling like a stranger in a foreign land’ H. wrote, should be like
when:
7
in l’inquilino del terzo piano, infatti, la selezione delle opere
filigranano un coté biografico che si dilata in forma rizomatica su
contenuti e su risvolti culturali più generali.
Lo snodo logistico che si sviluppa nelle sale del Museolaboratorio
indirizza il fruitore ad addentrarsi nel vissuto di H., nelle sue
passioni, ossessioni, indolenze, interessi, feticismi, sogni, per poi,
spesso, accedere ad un piano di collettivizzazione esperienziale.
H., predilige un codice in cui la concettualizzazione delle
esperienze (alcune delle quali estremamente pop-urbane) che
nasconde strati di interpretazione molteplice, interferisce con una
fruizione secca e di immediato impatto. E’ in qualche modo una
sorta di contrapposizione ai linguaggi mass-mediali correnti
informativi e anti- formativi, quella sorta di “desertificazione
linguistica” catatonizzante che banalizza e impoverisce il presente.
H., infatti privilegia una complessità narrativa che ruota intorno
all’oggetto artistico ellitticamente, corroborandolo di sfaccettature
e pieghe prismatiche.
Si prenda l’opera Papaveri un dispositivo semantico stratificato in
una moltitudine di significati/significanti/iconologismi che prescinde
dall’oggetto in se per dilatarsiinunmultilayerdirimandi storici-
culturali che appartengono alla pluri-appartenenza di H., al suo
senso di straniamento, ai suoi probabili interrogativi esistenziali,
alla sua soggettività in costruzione/decostruzione. Si segua
l’ellissi:
Papavero→Seconda Guerra Mondiale→assedio tedesco nella
abbazia di Montecassino→Fine del conflitto mondiale→
Papavero→Polonia→orgoglio nazionale→italia-?Papavero→
Potenza irraggiungibile→Memoria storica→Papavero.
Soggettività e storia, spesso si intersecano e articolano una sorta
di doppio attraverso il quale H., tesse/ritesse, a volte disfa, le fila
8
[1] Celestini A., 2009, Lotta di classe, EinaudiPublisher, Turin.
‘I walk through walls, through small anti-burglar villas checked by
anti-gypsy alarm systems; through villas protected by anti-nigger,
anti- rust painted bars where apathetic, anti-Semitic owners with
anti- wrinkle cream make antiallergic hors-d’oeuvre in anti-atomic
shelters; through video surveilled banks, barracks, mental
hospitals and jail walls. And I start laughing when a guard tries to
stop me because I am walking him through notwithstanding his
uniform. The guard will turn round saying: ‘Brigadiere what shall
we do? This is a witchcraft!’ And I will answer: ‘ No, this is class
war’[1]
Or something like that.
By Teresa Macrì
Rome, September 2011
9
[1] celestini a., 2009, Lotta di classe, Einaudi,Torino.
della sua appartenenza.
H., come Polanski accusa le aporie della complessità identitaria e,
criptando nei suoi oggetti ansiosi, è possibile scoprirne
l’inadeguatezza e un senso, quasi un mood, costante, di
estraneità.
“Sentirsi straniero in una terra straniera” ha scritto H., e deve
essere come:
“io passo attraverso i muri. attraverso le villette antiladro
controllate dagli allarmi antizingaro, protette da inferriate antinegro
con vernice antiruggine dove antipatici padroni antisemiti con
crema antirughe fanno antipasti antiallergici in bunker antiatomici.
attraverso le banche video sorvegliate. attraverso i muri delle
caserme, dei manicomi, delle galere. E mi viene da ridere mentre
una guardia prova a fermarmi perché attraverso anche lei con la
sua divisa. Lei che si girerà dicendo: - Brigadiere che facciamo?
questa è stregoneria! E io le risponderò: - no, questa è lotta di
classe”[1]
o, qualcosa del genere.
Teresa Macrì
roma, Settembre 2011
10
L’inquiLino DEL TErzo Piano
_Schiena
_Per avere un posto tutto mio
_Seduto qui guardo altre cose
_Papaveri
_Lunaria annua, Passiflora caerulea
(Omaggio a Blossfeldt)
_La banalità del bene
_Mobile profondo(per 64 calculi)
_E' difficile
_Da Alfredo
_Arecacea(se al fare politico corrisponde un fare etico,siamo di fronte ad un fatto poetico)
12
Schiena
2011resina, poliuretano, legno,grafite.site specific
resin, polyurethane, wood,graphite.site specific
13
Schiena
2011polaroid, grafite su carta cal-
cografica e carta da lucido.teca 30 x 30 cm
polaroid, graphite on transpa-rency and engraving paper.
showcase 30 x 30 cm
17
Schiena
2008tatuaggio
tattoo
platycerium bifurcatum o “corna d'alce”
platycerium bifurcatum, or “elkhorn fern”
21
Seduto qui guardo altre cose
2010ficus alii, divano,disegno su carta
calcografica e lucido
ficus alii, sofa,drawing on transparency
and engraving paper.
Per avere un posto tutto mio
2010installazione, materiali vari - dimensioni ambientali
installation of various materials - environmental dimensions
22
Seduto qui guardo altre cose
2010ficus alii, divano, disegno su carta calcografica e lucido
ficus alii, sofa, drawing on transparency and engraving paper
24
Blood red drops stand out against fields searching the kiss of the
sun. The kiss of life. The poppy breaks the green and yellow
uniformity, testifies the rebirth of nature, where the flow of seasons
chants for change, hope and future. The poppy pervades the
human symbolic world in search of recognizable images beyond
the words. Red like man’s bloodshed in the centuries, borrowed to
remember the dead. Poetry, history, memory. Red is the paper-
made flower that takes us back to a century ago, when in the
Commonwealth countries, at the eleventh hour of the eleventh day
and month of year 1918, the guns ceased to thunder in the terrific
European chaos that wiped out a generation. In the human
incurable illusion to dominate always and however events and
history go, the Great war should have been the last one. After
twenty years, European concentration camps should have drunk
the blood of millions of other men, women and children. Poland,
1939; where in time of peace the poppy bloomed, the hope for a
better world faded away. Not only Flanders claimed back the
tribute to the Pagan God Mars who wiped out the God of the
Christians; not only the Canadian medical officer John McRae
sang through poetry those blood drops that fell in the earth and
from the earth regenerated in a flower. Italy, 1944; Montecassino
Abbey, cradle of the common European civilization, upholder of
scholarship treasures, assists to an act of cruelty of which those
PAUPERES
25
Gocce rosso sangue che svettano dai prati per cercare il bacio
del sole. il bacio della vita. il papavero che spezza l’uniformità del
verde e del giallo e testimonia la rinascita, lì dove il fluire delle
stagioni scandisce il cambiamento, la speranza, il futuro. il
papavero che entra nella simbologia dell’uomo, sempre alla
ricerca di figure immediatamente riconoscibili che possano
raccontare senza bisogno di parole. rosso come il sangue,
versato dall’uomo nei secoli, e preso in prestito per ricordare chi la
propria voce non può più farla udire. La poesia, la storia, il ricordo.
rosso è il fiore di carta che nei Paesi del commonwealth ci riporta
indietro di quasi un secolo, quando all’undicesima ora
dell’undicesimo giorno dell’undicesimo mese del 1918 in Europa il
cannone cessava di tuonare, nell’immane macello che cancellò
una generazione. La Grande guerra doveva essere l’ultima guerra,
nell’inguaribile illusione che gli uomini hanno di poter dominare
sempre e comunque gli eventi e di poter imbrigliare la Storia. Venti
anni dopo i campi d’Europa avrebbero bevuto altro sangue di altri
milioni di uomini, donne e bambini. Polonia, 1939. Dove in tempo
di pace fioriva il papavero, si spegneva la speranza di un mondo
migliore. non erano più le sole Fiandre a reclamare il tributo al dio
pagano Marte che aveva cancellato il Dio dei cristiani, non era più
solo l’ufficiale medico canadese John Mcrae a poter cantare con
la poesia quelle gocce di sangue che finivano nella terra e dalla
PAUPERES
28
walls of peace had no comparable memory.
Around the holy place, there are people of any sort of race and
language; they are in uniform, with weapons in their hands, they
kill and die. There are soldiers coming from other worlds and many
countries. Some of them lived in Italy a too little told and too little
known odyssey, like the Polish soldiers of General Anders. Their
white-red flag with the white eagle will stand out the ruins of the
conquered Abbey destroyed by the fury of war. In the surrounding
fields ‘Red poppies on Monte Cassino instead of dew, drank Polish
blood’, recites a famous war song in the language of Chopin.
Flowers saw soldiers fall with their stories and leave them there to
testify that their sacrifice upon the altar of war was to let the world
be free from any kind of war. Men that fought for ‘our and your
freedom’, left their tormented homeland forever, while others
decided that Poland could not yearn for the same freedom that
Polish people had conquered for the Italians.
Every year poppies stain with red the fields of Monte Cassino,
searching the sun and standing out stiff and impassible to the
Italian linguistic virtuosity that compares them to the powers.
Nature lives and grows again with its immutable rules, stands still
and remembers, moves and touches.
Marco Patricelli
29
terra si rigeneravano in un fiore. italia, 1944. L’abbazia di
Montecassino, culla della comune civiltà europea, custode dei
tesori della sapienza, assiste a una barbarie di cui quelle mura di
pace non avevano memoria assimilabile. attorno al sacro edificio
ci sono popoli di tutte le razze e di tutte le lingue, sono in divisa,
hanno le armi in pugno, uccidono e muoiono. ci sono soldati che
vengono da altri mondi e da tanti Paesi. alcuni hanno vissuto
un’odissea troppo poco raccontata e troppo poco nota in italia,
come i polacchi del generale anders. La loro bandiera, quella
biancorossa con l’aquila bianca, svetterà sulle macerie
dell’abbazia espugnata che non è stata risparmiata dal furore
bellico. nei campi circostanti “i rossi papaveri di Monte cassino /
non bevevano rugiada ma sangue polacco”, come recita una
canzone nella lingua di chopin. Fiori che hanno visto cadere
uomini con le loro storie, rimasti lì a testimoniare che il loro
sacrificio sull’altare della guerra era perché non vi fossero più
guerre. Gli uomini che si erano battuti “per la nostra e la vostra
libertà” avevano lasciato la loro patria martoriata per non farvi più
ritorno, e altri uomini avevano deciso che per la Polonia non
doveva più esserci la stessa libertà che i polacchi avevano
conquistato per gli italiani. i papaveri ogni anno macchiano di
rosso i campi e il colle di cassino. cercano il sole, svettano
impettiti e indifferenti ai giochi della lingua italiana che li assimilano
ai potenti. La natura, che vive e rinasce con le sue leggi
immutabili, tace e ricorda. Emoziona e commuove.
Marco Patricelli
30
31
Papaveri
201124 pannelli, grafite su stampa, lucido
24 wood panels, graphite on print, transparency
33
Lunaria annua, passiflora caerulea (Omaggio a K. Blossfeldt)
2011doppia proiezione in movimento da lanterna magica
double projection in motion by a magic lantern
36
La banalità del bene
2011carta, lampada wood,inchiostro uV
paper, wood lamp, UV ink
37
E' difficile
2011materiali vari
340 x 500 cm
various materials
40
Mobile profondo (per 64 calculi)
201164 granelli di sabbia, vetro17 x 17 x 2 cm
64 grains of sand, glass
42
43
Pizzeria da Alfredo
2011materiali vari
veduta dell'installazionedurante l'inaugurazione
various materialsinstallation view duringthe exhibition opening
45
Arecacea
(se al fare politico corrisponde un fare etico, siamo di fronte ad un fatto poetico)
2011matite colorate su carta da lucido - 8 x 5 cm
esemplare 27 di 100
coloured pencils on transparency - 8 x 5 cmspecimen 27 of 100
46
Sostenitori
adam Hanzelewicz, Michela De Masi, arianna Hanzelewicz, Marco neri, Fabiano Petricone,
nina Todorovic, Francesca wegher, Pelin, Myriam Laplante, antonio andreucci, Stefano
ruggiero, Maria cristina Sciarillo, Maria Giovanna Mancini, chyioko Miura, Enrico Sconci,
Marco ianni, andrea Di cesare, angelo Bucciacchio, Enzo umbaca, Studio odontoiatrico
iancu-Marchione (aq), Pier Luigi Di croce, Stefania andreucci, Francesca andreucci, Paolo Di
Giovanni, chiara ciancone, Maurizio coccia, carmela Presenza, ida cantoro
Adesioni
Gaetano carboni, Max Scatena, Danilo Di Berardino, Sonia Pagnanelli, Matteo Fato, Marcello
Gallucci, Velia Gabriele, EVa (Eco Villaggio autocostruito), Sabrina Vedovotto, Giuseppe
Stampone, Emiliano Dante, Monica ciarcelluti, Gabriele Florindi, Silvia Di Loreto, Daniela
nativio, Monticelli & Pagone
48
The red palm weevil, rhynchophorus ferrugineus, also known as
the Asian palm weevil or sago palm weevil, is a species of beetle
which infests palms.
The first arecaceae (palms) date back to the Cretaceous period
(about 70-80 million years ago). As for the rest of flora, palms
spread owing to dominations, oppressions, conquests and
bloodsheds.
Since the age of Alexander the Macedonian and during the Roman
Empire, palms had spread along Mediterranean shores. After the
discovery of America, exemplars of palm trees able to survive
even in Iceland, spread in the Old World.
This is the west country where the palm lives in.
On November 9th 1989, the Berlin Wall was knocked down . Cold
War came to an end. On December 26th 1991, the Union of Soviet
Socialist Republics was dissolved.
The global era starts and this is the end of history.
But if the sole thought of a western capitalism effectively
represents ‘the end of history’ (as Fukuyama said), it is clear that a
dysfunction triggered.
But if this suggested model does not admit alternatives for natural
cause-and-effect ratio, we suffer the consequences of that (in
ARECACEA’
(if political decision making
corresponds to ethical decision
making, we are in front of
decision-making via poetical
imagery)
49
il rhynchophorus ferrugineus o punteruolo rosso è un coleottero
curculionide molto dannoso alle piante di palma.
Le prime testimonianze di arecaceae (palme) risalgono al
cretaceo (ca. 70-80 milioni di anni fa). come per il resto della
flora, le palme si spostano a seguito di dominazioni, oppressioni,
conquiste e spargimenti di sangue. Dall'epoca di alessandro il
Macedone, per tutto l'impero romano, le palme si attestano con
forza su tutte le sponde del Mediterraneo. Più di un secolo dopo la
scoperta delle americhe, arrivano nel vecchio continente
esemplari capaci di vivere anche in islanda.
È l'occidente e la palma ci vive dentro.
il 9 novembre 1989 viene abbattuto il muro di Berlino. La guerra
fredda è finita. il 26 dicembre 1991 viene sciolta l'unione delle
repubbliche Socialiste Sovietiche.
inizia l'era globale e fine della storia.
Ma se il pensiero unico di un capitalismo occidentale rappresenta
veramente la "fine della storia" (come sostiene Fukuyama) risulta
chiaro che si è innescata una disfunzione. quando il modello
proposto non concepisce alternative, per naturale rapporto di
causa/effetto otteniamo delle conseguenze (un tempo si
sarebbero chiamate "danni collaterali").
ARECACEA
(se al fare politico corrisponde un
fare etico, siamo di fronte ad un
fare poetico)
50
2011study forgeopolitical installation
other words the ‘collateral damages’).
The palm tree collapses like a broken elastic band; never more
ideological distances keeping the natural antagonist away, but
first–class cargo planes for the rhynchophorus ferrugineus.
The design of the palm creates a horror vacui vertigo because an
implicit natural law exists, that rules both on culture and policy: this
feeling of emptiness is not admitted seeing that it scares us.
51
La palma cade nella tensione di un elastico rotto: non più distanze
ideologiche a tenere lontano il suo naturale antagonista, ma aerei
cargo in cui il punteruolo viaggia in prima classe.
il disegno della palma crea la vertigine dell'horror vacui, questo
perchè esiste una tacita legge della natura che vige anche nella
cultura/politica: non è ammesso il vuoto dal momento che ci
terrorizza.
2011studio per
installazione geopolitica
52
Giorgio Megaregistrazioni, zither, tamburo in
recordings, zither, drum in
Antimonio
andrzej Hanzelewiczviolino neviolin in
L'inquilino del terzo piano
azzurrino beigeolino grigetto
53
Piotr Hanzelewicz
nato a Lodz - Polonia nel 1978 vive e lavoraborn in Lodz – Poland in 1978 he lives and works
Sono io. Ma senza altri non sono. Sono io in quanto studi, lavorietc. ma quello non lo trovo interessante. Sono io in quanto ho ilsostegno e la fiducia di una rete che si muove con me ed in talsenso è importante che io con me stesso non rappresenti altro
se non me. non una persona/cosa con un epiteto in funzione delsuo apporto alla società. non ruolo non lavoro non luogo non
etichetta.rinominare la vita.
Benvenuti nel mio appartamento.
It's me. But without the others I’m not.I am, as I study, as I work, etc.
but this is not the point.I am, as I am, in a network that moves
with me and, I mean, I have to represent myself just as me, asthe network. Not as a person/as a thing with an epithet functional
to its social contribution.No role, no job, no place, no label.
Just rename life.Welcome to my apartment.