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P.O. di Cooperazione Transfrontaliera Italia – Svizzera 2007-2013
Rapporto di Valutazione Strategica 2011
SERVIZIO DI VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO DI COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA ITALIA – SVIZZERA 2007-2013
VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
I
Indice
Introduzione ................................................................................................................................................................... 1
1. Il contributo del Programma al perseguimento degli Obiettivi specifici ................................................. 2
1.1 Approccio metodologico ...................................................................................................................................... 2
1.2 Analisi della validità della strategia..................................................................................................................... 2
1.2.1 Aggiornamento del contesto di riferimento ....................................................................................... 2
1.2.2 Rilevanza della strategia rispetto alle evoluzioni del contesto ...................................................... 31
1.3 Analisi della validità degli strumenti attivati...................................................................................................... 33
1.3.1 Analisi dei primi risultati del Programma ........................................................................................ 33
1.3.2 Focus sul ruolo dei progetti strategici ............................................................................................. 37
1.4 Conclusioni e raccomandazioni ........................................................................................................................ 44
2. Il contributo del Programma alla strategia Europa 2020 .......................................................................... 47
2.1 Approccio metodologico .................................................................................................................................... 47
2.2 Valutazione della coerenza del Programma con la strategia Europa 2020 ................................................... 47
2.3 Valutazione del contributo del Programma alle priorità della strategia Europa 2020 ................................... 51
2.4 Conclusioni e raccomandazioni ........................................................................................................................ 55
3. Il contributo del Programma agli obiettivi di sostenibilità ambientale ................................................... 56
3.1 Approccio metodologico .................................................................................................................................... 56
3.2 Valutazione del contributo del Programma agli obiettivi della strategia europea in ambito ambientale ...... 56
3.2.1 Le strategie europee di sviluppo e la sostenibilità ambientale: da Göteborg a Europa 2020 ..... 56
3.2.2 Il contributo dei progetti finanziati al raggiungimento degli obiettivi comunitari ........................... 58
3.3 Valutazione del contributo del Programma ai propri obiettivi ambientali ....................................................... 61
3.3.1 Il Piano di Monitoraggio Ambientale del Programma .................................................................... 61
3.3.2 Prime considerazioni sul contributo dei progetti finanziati al raggiungimento degli obiettivi
ambientali del Programma........................................................................................................................ 62
3.4 Conclusioni e raccomandazioni ........................................................................................................................ 65
4. Il contributo del Programma alle pari opportunità .................................................................................... 67
4.1 Approccio metodologico .................................................................................................................................... 67
4.2 Valutazione dell’attualità della strategia ........................................................................................................... 67
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
II
4.3 Valutazione del contributo del Programma agli obiettivi di pari opportunità .................................................. 69
4.4 Valutazione del ruolo delle pari opportunità nel processo di selezione ......................................................... 77
4.5 Conclusioni e raccomandazioni ........................................................................................................................ 78
5. Effetti della cooperazione con uno stato extra-europeo .......................................................................... 80
5.1 Approccio metodologico .................................................................................................................................... 80
5.2 Evoluzione delle politiche svizzere ................................................................................................................... 80
5.3 Principali differenze che condizionano l’attuazione del Programma .............................................................. 83
5.4 Conclusioni e raccomandazioni ........................................................................................................................ 86
Allegati .......................................................................................................................................................................... 87
Allegato 1. SWOT analysis ........................................................................................................................................... 88
Allegato 2. Raccordo tra la strategia e i contenuti dell’analisi SWOT ........................................................................ 91
Allegato 3. Raccordo tra analisi SWOT e progetti strategici .................................................................................... 105
Allegato 4. Raccordo tra temi prioritari e priorità di Europa 2020 ............................................................................ 108
Allegato 5. Quesiti per l’analisi del perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale del programma ...... 112
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
1
Introduzione
Il presente documento illustra gli esiti dell’attività di Valutazione Strategica del 2011 del Programma Operativo di
Cooperazione Transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013.
Coerentemente con quanto specificato nel Disegno di Valutazione e nel Piano Semestrale di Valutazione relativo
al periodo giugno-novembre 2011, obiettivo del Rapporto di Valutazione Strategica 2011è analizzare la validità
della strategia del Programma e fornire elementi utili alla valutazione qualitativa della strategia di cooperazione
transfrontaliera. In particolare, il Rapporto, approfondisce le seguenti tematiche:
Il contributo del Programma al perseguimento degli Obiettivi specifici: la capacità del Programma di
perseguire gli Obiettivi stabiliti per Asse prioritario è stata giudicata attraverso la valutazione della rilevanza
della strategia rispetto alle evoluzioni del contesto di riferimento e della consistenza dei primi risultati degli
interventi. In tale ambito particolare attenzione è stata riservata alla valutazione della validità della tipologia
progettuale rappresentata dai progetti strategici in quanto strumento attivato dal Programma per il
raggiungimento degli Obiettivi specifici.
Il contributo del Programma alla nuova strategia Europa 2020: il processo di valutazione si è articolato
qui nell’analisi della coerenza esistente tra i temi prioritari individuato dal PO e le priorità di Europa 2020.
Inoltre, è stata proposta una valutazione della capacità del Programma di promuovere la strategia
comunitaria in oggetto in termini di risorse finanziarie stanziate e impegnate su categorie di spesa coerenti
con le priorità di Europa 2020.
Il contributo del Programma agli obiettivi di sostenibilità ambientale: tale approfondimento è stato
finalizzato a valutare la capacità del Programma di contribuire al perseguimento degli obiettivi della strategia
di Göteborg ed Europa 2020 e dei propri obiettivi ambientali, così come definiti nel Rapporto ambientale
contenuto nella Valutazione Ambientale Strategica del PO.
Il contributo del Programma alle pari opportunità: tale aspetto è stato sviluppato attraverso la valutazione
dell’attualità della strategia sulle pari opportunità rispetto alle evoluzioni del contesto di riferimento e l’analisi
degli effetti generati dal PO sulle pari opportunità. Inoltre, è stata fornita una valutazione del ruolo rivestito dal
criterio delle pari opportunità nel processo di selezione dei progetti.
L’analisi degli effetti della cooperazione con uno stato extra-europeo: in tale ambito l’analisi ha preso in
conto l’evoluzione delle politiche elvetiche in campo economico e dello sviluppo regionale e le principali
differenze fra Italia e Svizzera che generano impatti negativi sull’attuazione del Programma.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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1. Il contributo del Programma al perseguimento degli Obiettivi specifici
1.1 Approccio metodologico
Il disegno della valutazione prevede tra le domande relative alla valutazione strategica di esaminare “qual è il
contributo del Programma al perseguimento degli obiettivi specifici”. Questo implica nello specifico:
la revisione dell’analisi del quadro socio-economico di riferimento del PO, mediante l’aggiornamento dei dati
statistici di contesto e del quadro dei punti di forza, punti di debolezza, opportunità o minacce dell’area
transfrontaliera (analisi SWOT);
la conseguente valutazione della rilevanza dell’impostazione strategica del PO rispetto alle evoluzioni del
contesto di riferimento e, nello specifico, della coerenza tra la strategia e i contenuti dell’analisi SWOT;
la valutazione della validità degli strumenti attivati per il perseguimento degli obiettivi di Programma, con
particolare riferimento al contributo dei progetti strategici all’attuazione della strategia;
la valutazione dei primi risultati degli interventi e della relativa incidenza rispetto alle variabili socio-
economiche del territorio interessato.
La metodologia adottata per valutare il contributo del PO al perseguimento degli obiettivi specifici ha previsto
l’utilizzo congiunto di fonti d’informazione primarie e secondarie e, nello specifico:
la raccolta di informazioni e dati statistici riguardanti l’attuale contesto demografico, economico, ambientale e
relativo alle pari opportunità dell’area interessata dal PO;
lo studio dei fenomeni intercorsi nell’area interessata dal Programma e nel periodo di programmazione, dal
punto di vista demografico, economico-turistico, ambientale e delle pari opportunità, anche rispetto ai trend
nazionali ed europei in atto;
la realizzazione di interviste ai referenti per le amministrazioni corresponsabili di parte svizzera;
l’analisi delle progettualità esistenti (schede progetto, schede “Descrizione tecnica di dettaglio delle azioni
previste dal progetto” e schede di monitoraggio relative al II semestre 2010), con particolare riguardo ai
progetti strategici.
1.2 Analisi della validità della strategia
1.2.1 Aggiornamento del contesto di riferimento
1. Il presente paragrafo intende proporre un aggiornamento dei dati statistici del contesto socio-economico di
riferimento dell’area di cooperazione transfrontaliera e dell’analisi SWOT, in maniera funzionale alla
successiva valutazione della validità della strategia.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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Aggiornamento dati statistici di contesto
2. Con riferimento ai dati concernenti l’andamento del contesto demografico1, si segnala che:
- Il Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Svizzera interessa un’area popolata, al 1°
gennaio 2010, da un totale di 13.927.415 persone, di cui 9.575.285 localizzate nelle zone di “flessibilità”
e 4.352.130 nelle zone di cooperazione transfrontaliera confinanti. Il 94% della popolazione delle aree
coinvolte nel PO è residente in Italia (13.092.442 persone); il restante 6%, pari a 834.973 individui, vive
in Svizzera.
- Focalizzando l’attenzione sull’analisi delle dinamiche demografiche che caratterizzano le aree principali
del Programma (zone di cooperazione transfrontaliera) e, in particolare sulla distribuzione territoriale,
si rileva che il 46% dei residenti abita sul territorio della Regione Lombardia (1.987.376 persone),
mentre 898.481 individui, corrispondenti al 21% della popolazione totale delle aree transfrontaliere
confinanti, sono residenti in Piemonte. I residenti nei Cantoni Ticino, Vallese e Grigioni contano
complessivamente per il 19% della popolazione transfrontaliera.
- La densità di popolazione maggiore è riscontrabile nelle province lombarde, in particolare nei territori
della provincia di Varese (731,20 abitanti per Km2), Como e Lecco (458,09 e 414,11 abitanti per Km2
rispettivamente). I territori svizzeri hanno invece una densità media di 68,41 abitanti per Km2; il dato
maggiore è ravvisabile con riferimento al Cantone Ticino (119,39 abitanti per Km2)2.
- La crescita demografica nell’area di cooperazione transfrontaliera fa registrare, nel periodo 2005-
2009, un aumento medio annuo della popolazione dello 0,8%, che si configura quindi come superiore
all’incremento medio annuale registrato nel quadriennio 2001-2004 (0,69%). Il dato presenta però un
andamento differenziato nei territori italiani e svizzeri, attestandosi rispettivamente ad un valore dello
0,77% e dello 0,99%. Risultano, quindi, invertite le risultanze delle analisi demografiche effettuate
preliminarmente al periodo di programmazione comunitaria, quando il tasso di crescita medio annuo
della popolazione appariva maggiore sul fronte italiano. Entrambi i valori sono comunque superiori sia al
tasso di crescita medio annuo della popolazione nell’area UE-27 (0,41%) che a quello relativo all’area
UE-25 (0,45%), nello stesso orizzonte temporale di riferimento. Tuttavia, continuano a sussistere
differenze non trascurabili tra i singoli territori: a registrare il tasso di crescita della popolazione
maggiore è il Cantone Vallese (+1,35% medio annuo tra 2005 e 2009), mentre la performance peggiore
è riferibile alla provincia di Biella (-0,16%).
- Esaminando la struttura della popolazione per età, emergono dei dati decisamente non positivi con
riferimento al processo di invecchiamento della popolazione, che pare abbastanza marcato in quasi
tutta l’area interessata dal Programma: a tal riguardo il dato più interessante è l’indice di ricambio della
popolazione attiva, calcolato come il rapporto tra la popolazione con età compresa fra 60 e 64 anni e il
numero di persone con età fra i 15 e i 19 anni. Tale indice, valorizzato al 1° gennaio 2009, supera la
soglia del 100% in tutte le aree italiane di cooperazione transfrontaliera ad esclusione della Provincia
autonoma di Bolzano (94%). Il picco massimo è rappresentato dalla provincia di Verbano-Cusio-Ossola
che fa registrare un tasso del 161%, seguita da quelle di Biella e di Vercelli, rispettivamente con il 158%
e il 155%. Con riferimento invece ai Cantoni svizzeri interessati dal PO, l’indice di ricambio della
1 Fonte: I dati relativi al contesto demografico derivano per il versante italiano da fonti Istat 2010 e per quello svizzero da Ufficio federale di Statistica 2010 2 Fonte: per l’Italia, Atlante della competitività delle province e delle regioni, dic. 2010 - Istituto Tagliacarne – Unioncamere; per la Svizzera Atlante statistico dell’Ufficio federale di statistica 2009.
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popolazione attiva è del 100% circa, ad eccezione del Cantone Ticino dove il dato ammonta a 128%.
Ampliando l’analisi a considerazioni comparative a livello internazionale, si riscontra che la popolazione
del territorio di cooperazione è caratterizzata da un livello di invecchiamento più accentuato rispetto sia
all’area UE-25, il cui indice di ricambio della popolazione attiva è pari a 96%, sia all’area UE-27 (95%).
L’unica eccezione a questa considerazione è rappresentata dalla Provincia Autonoma di Bolzano, che,
come già accennato, evidenzia un valore dell’indice di poco superiore al 94%. Infine, si segnala che, nel
periodo 2005-2009, le aree principali del Programma hanno visto un andamento differenziato
dell’indicatore in oggetto: l’incremento maggiore si è verificato nel Cantone Grigioni, mentre la
diminuzione più marcata ha avuto luogo nella Provincia Autonoma di Bolzano. La tabella seguente
riepiloga, per le aree di cooperazione transfrontaliera confinanti, i valori assunti dall’indice di ricambio
della popolazione attiva al 1° gennaio 2005 e al 1° gennaio 2009, con le relative variazioni.
Tabella 1. Indice di ricambio della popolazione attiva per le aree di cooperazione transfrontaliera
Provincia/Cantone Indice di ricambio della
popolazione attiva (1 gennaio 2005)
Indice di ricambio della popolazione attiva (1 gennaio 2009)
Variazione 2005-2009
Biella 168,69% 158,15% -10,54%
Novara 135,09% 139,39% 4,30%
Verbano-Cusio-Ossola 161,68% 161,32% -0,36%
Vercelli 148,56% 155,37% 6,81%
Como 127,07% 133,32% 6,25%
Lecco 125,58% 130,29% 4,71%
Varese 134,21% 136,38% 2,17%
Sondrio 116,01% 121,39% 5,39%
Bolzano 106,66% 94,17% -12,49%
Aosta 147,71% 143,49% -4,22%
Ticino 129,35% 127,97% -1,38%
Vallese 92,36% 100,87% 8,51%
Grigioni 90,30% 100,26% 9,96%
Media 129,48% 130,95% 1,47%
Ita 113,53% 119,79% 6,25%
Ch 97,66% 102,46% 4,79%
Ue 25 84,69% 95,78% 11,10%
Ue 27 83,17% 95,06% 11,89%
Fonte: elaborazioni del Valutatore su dati Istat (province italiane) e Ufficio Federale di Statistica (Cantoni svizzeri).
3. Con riferimento al tema dell’accessibilità si evidenzia un miglioramento dell’accesso alle ICT e in
particolare ad internet e alle infrastrutture telematiche in banda larga che possono ovviare alla posizione
geografica marginale dell’area di cooperazione. In particolare:
- I dati disponibili (su base regionale) evidenziano che, sul fronte italiano, fra 2006 e 2009 è aumentata
mediamente del 33% la quota delle famiglie con accesso ad internet e del 29% la percentuale di
persone di 6 anni e più che dichiarano di avere utilizzato internet negli ultimi 3 mesi. Con riferimento al
recepimento delle tecnologie ICT nelle imprese, i dati concernenti le regioni italiane, aggiornati al 2008,
danno indicazioni contrastanti: il grado di diffusione del personal computer nelle imprese con più di dieci
addetti, pur confermandosi, come nel 2006, superiore alla media nazionale, subisce un lieve
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decremento tra 2006 e 2008, mentre aumenta leggermente la quota di imprese con più di 10 addetti dei
settori industria e servizi che dispone di siti web3.
- Con riferimento invece alle infrastrutture telematiche in banda larga, nelle regioni italiane interessate
dal PO è stato riscontrato fra 2006 e 2008 un aumento medio del 17% della percentuale di imprese con
più di 10 addetti, dei settori industria e servizi, che dispongono di connessione a banda larga. I dati
relativi alle Amministrazioni pubbliche, relativi al 2007, indicano inoltre un trend di rapido incremento
della diffusione della banda larga rispetto al 20054. Sul fronte svizzero, le statistiche, disponibili solo a
livello nazionale, evidenziano un incremento del 31%, tra 2006 e 2010, della percentuale di individui di
più di 14 anni che utilizzano internet, del 33% del numero di abbonati a internet con connessione a
banda larga e un’evoluzione positiva dell’utilizzo, da parte delle imprese, di tutte le principali tecnologie
connesse all’ICT e a internet (fra cui computer fissi e laptop, intranet, reti locali LAN e reti locali senza
fili WLAN)5.
4. L’analisi degli sviluppi intervenuti negli anni di programmazione dal punto di vista del sistema produttivo e
del mercato del lavoro ha consentito di rilevare quanto segue.
- Il fenomeno che ha caratterizzato a livello globale l’economia dall’inizio della programmazione ad oggi è
certamente la crisi economica e finanziaria. Come emerge dall’analisi che segue, essa ha avuto i suoi
effetti anche nell’area di cooperazione, che tuttavia ha dimostrato una tenuta rispetto ad altre regioni
europee. La crisi ha impattato sull’economia locale, specie in alcuni settori (es. finanziario, immobiliare,
farmaceutico), ma la crescita seppur rallentata ha un andamento comunque positivo.
- L’esame del reddito pro capite nell’area interessata conferma gli esiti della valutazione condotta
preliminarmente al periodo di programmazione comunitaria, rafforzando il giudizio riguardante la
prosperità economica delle zone transfrontaliere. Il PIL pro capite6, esaminato nella finestra temporale
tra gli anni 2005 e 2010, nelle aree interessate dal PO si mantiene sempre superiore sia al dato
riguardante il territorio italiano nel suo complesso, sia al valore medio dell’UE-27. Tale considerazione
vede un’unica eccezione, rappresentata dalla provincia del Verbano-Cusio-Ossola, la quale presenta un
valore del PIL pro capite costantemente al di sotto della media italiana ed europea. I livelli più elevati
dell’indicatore sono riscontrabili, per l’Italia, nelle zone di flessibilità costituite dalle province di Milano,
Bergamo e Brescia, e nelle aree confinanti rappresentate dalla Provincia Autonoma di Bolzano e dalla
Regione Autonoma Valle d’Aosta. Nell’area svizzera, invece, è il Cantone Ticino a registrare la
maggiore ricchezza pro capite. Concentrando l’attenzione sull’area di cooperazione transfrontaliera,
l’andamento del tasso di crescita del reddito pro capite nella finestra temporale 2005-2009 si presenta
estremamente differenziato per singolo territorio. Il riepilogo delle variazioni riscontrate nel periodo di
riferimento è fornito nella tabella seguente:
Tabella 2. Evoluzione del PIL pro capite nelle aree interessate dal PO nel periodo 2005-2010.
Provincia/Cantone 2005-2006 2006-2007 2007-2008 2008-2009 2009-2010
Biella 7,54% 4,43% 0,35% -4,76% -1,29%
Novara 1,10% 3,99% -0,35% -3,13% 3,67%
3 Fonte: Indicatori “Società dell’informazione”, Banca dati territoriale per le politiche di sviluppo, Istat. 4 Fonte: Indicatori “Società dell’informazione”, Banca dati territoriale per le politiche di sviluppo, Istat. 5 Fonte: Dati Ufficio federale di Statistica. 6 Fonte: per l’Italia, Dati Eurostat (2005-2008); Atlante della competitività delle province e delle regioni 2009; Istituto Tagliacarne 2010; Unioncamere 2010; per la Svizzera, Bak Basel (2005-2010).
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Provincia/Cantone 2005-2006 2006-2007 2007-2008 2008-2009 2009-2010
Verbano-Cusio-Ossola 6,98% 3,48% 2,10% -4,68% -0,51%
Vercelli 9,65% 3,87% -0,34% -1,79% 1,57%
Como 4,30% 8,24% 0,69% -8,22% 3,79%
Lecco 4,30% 5,50% -0,98% -6,91% 1,12%
Varese 5,42% 4,79% 0,65% -8,32% 4,59%
Sondrio 6,04% 7,12% 1,99% -0,68% 2,82%
Bolzano 4,78% 3,04% 2,06% -1,40% 3,33%
Aosta 2,43% 2,03% 1,66% 7,25% 2,51%
Ticino n.d. n.d. 6,21% 2,16% n.d.
Vallese n.d. n.d. 7,66% 2,44% n.d.
Grigioni n.d. n.d. 7,40% 3,23% n.d.
Media territori PO 5,25% 4,65% 2,24% -1,91% 2,16%
Ue 27 5,33% 5,49% 0,40% -6,00% 4,26%
Ita 3,28% 3,17% 0,77% -3,56% 1,32%
Ch n.d. n.d. 6,55% 2,29% n.d.
Fonte: elaborazioni del Valutatore su dati Eurostat (province italiane) e Bak Basel Economics, “Atlante economico dei Cantoni” (Cantoni svizzeri).
- Complessivamente, nel periodo considerato, si rilevano tassi di crescita del reddito pro capite
migliori rispetto alla media italiana ma inferiori al dato medio UE-27 (perlomeno con riferimento alle
annualità in cui è stata registrata una crescita economica positiva). Il rallentamento della crescita media
dei territori transfrontalieri, già verificatosi tra 2005 e 2007, si è aggravato soprattutto con riferimento al
biennio 2008-2009, quando, a causa della crisi economica, il reddito pro capite è diminuito mediamente
del 1,91%, a fronte delle contrazioni del 3,56% e del 6% registrate rispettivamente con riferimento al
territorio italiano e all’UE-27, e a differenza dalla Svizzera, che presenta un rallentamento dalla crescita
che non si traduce però in un andamento negativo. Tra 2009 e 2010 la ripresa fa registrare un nuovo
incremento del reddito pro capite, che si configura come più rapido rispetto al trend nazionale italiano,
ma in ritardo sulla media dell’UE-27. Con riferimento all’analisi per singolo territorio interessato dal PO, i
tassi di crescita del PIL pro capite maggiori sono stati riscontrati nei Cantoni svizzeri, per i quali i dati
disponibili indicano una crescita media del 7% tra 2007 e 2008 e una performance positiva anche nel
biennio 2008-2009.
- Esaminando la struttura produttiva dell’area di cooperazione e, nello specifico, la distribuzione di
addetti per settore, si nota come la maggior parte della popolazione attiva sia impegnata nel settore
terziario (63%), che si concentra principalmente nell’area svizzera e di Bolzano e Aosta; seguono il
settore industriale (34%), che prevale nelle aree lombarde e piemontesi; infine, il comparto agricoltura,
caccia e pesca (3%) assorbe ancora una quota non trascurabile del totale degli addetti di Bolzano (7%
circa) e dei Cantoni Vallese e Grigioni (7,5%)7. Tale struttura produttiva, concentrata sul settore dei
servizi, giustifica in parte la tenuta dell’area di cooperazione rispetto alla crisi.
- Nel settore dei servizi, riveste particolare importanza per l’area di cooperazione il turismo, i cui dati8
evidenziano complessivamente una crescita delle infrastrutture di offerta turistica rispetto alle annualità
7 Fonte: per l’Italia, Dati 2009 Atlante della competitività delle province e delle regioni dic. 2010 - Istituto Tagliacarne – Unioncamere; per la Svizzera Dati 2009 Atlante Statistico della Svizzera - Ufficio federale di statistica 8 Fonte: per l’Italia, dati 2008 Atlante della competitività delle province e delle regioni", dic. 2010 - Istituto Tagliacarne – Unioncamere; per la Svizzera, dati 2010 Atlante Statistico della Svizzera - Ufficio federale di statistica.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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2003 e 2005, cui si riferisce l’analisi del contesto del PO. Il trend generale è positivo: andamenti negativi
si evidenziano esclusivamente con riferimento alla struttura di offerta del Cantone Vallese e alle
presenze turistiche in Valle d’Aosta e nel Cantone Ticino; in particolare, il Cantone Vallese vede la
presenza, sul proprio territorio, di 714 esercizi turistici (-3% rispetto al 2005) e di 34.777 posti letto (-1%
rispetto al 2005); per la Regione Autonoma Valle d’Aosta e il Cantone Ticino, si rilevano presenze
turistiche annue rispettivamente di 3.113.340 giornate (-2% rispetto al 2005) e di 2.487.164 giornate (-
2% rispetto al 2003).
Tabella 3. Principali indicatori del settore turistico
Territorio Esercizi turistici complessivi
N° Posti letto Presenze totali
Biella 163 5.834 234.093
Novara 243 16.220 1.046.307
Verbano-Cusio-Ossola 547 36.970 2.481.646
Vercelli 194 5.911 316.239
Como 498 34.095 2.249.192
Lecco 256 13.469 451.320
Sondrio 763 29.805 2.411.132
Varese 387 19.493 1.503.394
Bolzano 10.305 220.700 27.699.447
Aosta 977 53.287 3.113.340
Ticino 499 20.410 2.487.164
Vallese 714 34.777 4.264.609
Grigioni 789 46.998 5.807.455
Fonte: Elaborazione dati Istituto Tagliacarne – Unioncamere e Ufficio Federale di Statistica
- Con riferimento alla dimensione media delle imprese9, l’analisi conferma le risultanze della
valutazione iniziale di Programma: le imprese con meno di 10 addetti (“microimprese” secondo la
nomenclatura UE) costituiscono complessivamente il 94% della popolazione di aziende presenti sul
territorio italiano dell’area di cooperazione, che si riduce al 86% nel versante svizzero. La categoria
delle piccole imprese (dai 10 ai 49 dipendenti), ne rappresenta un ulteriore 6%, che aumenta al 12% sul
versante svizzero. Il giudizio riguardante l’elevata flessibilità delle economie locali determinata dalla
struttura del sistema produttivo, costituito principalmente dalle micro e piccole imprese, risulta pertanto
confermato.
- Con riferimento ai dati relativi alla disoccupazione nell’area di cooperazione emerge una situazione in
evoluzione. In particolare, osservando i tassi di disoccupazione del versante italiano10 risultano sempre
inferiori sia al dato nazionale sia al tasso di disoccupazione dell’UE-27. L’analisi dei valori sulla
disoccupazione nelle aree confinanti svizzere11, invece, evidenzia un esito divergente: nel Cantone
Grigioni il tasso di disoccupazione, attestandosi nel 2010 ad un valore inferiore al 2%, si caratterizza in
tutto il periodo considerato come inferiore al dato medio della Confederazione elvetica; al contrario, i
Cantoni Ticino e Vallese registrano tassi di disoccupazione superiori alla media svizzera per tutto il
9 Fonte: per l’Italia, Dati 2008 Atlante della competitività delle province e delle regioni, dic.2010 - Istituto Tagliacarne – Unioncamere; per la Svizzera, Dati 2005 USTAT, Ufficio statistico Cantone Vallese, Ufficio Statistico Cantone Grigioni , Censimento federale delle aziende 10 Fonte: Dati ISTAT dal 2005 al 2010 11 Fonte: Dati USTAT - Ufficio statistico Cantone Vallese - Ufficio Statistico Cantone Grigioni dal 2005 al 2010
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
8
periodo di riferimento. Osservando il fenomeno della disoccupazione nell’orizzonte temporale 2005-
2010, si può osservare la seguente evoluzione, che nella tabella che segue viene puntualmente
illustrata per singola provincia e Cantone:
o fino al 2007 si è assistito ad una generale riduzione dei tassi di disoccupazione;
o un primo aumento della disoccupazione si è verificato nel 2008, in corrispondenza dell’inizio della
crisi, per tutti i territori italiani interessati dal PO, con l’eccezione delle province di Sondrio e
Bolzano (nonché di Brescia per l’area di flessibilità);
o nel 2009 successivamente si è verificato un incremento del tasso di disoccupazione in tutte le aree
transfrontaliere confinanti e della fascia di “flessibilità”, compresi i Cantoni svizzeri;
o i dati riferiti al 2010 evidenziano un rallentamento della crescita della disoccupazione, che si
traduce in un rientro per 4 dei territori provinciali o cantonali dell’area di cooperazione (province di
Como, Varese, Provincia Autonoma di Bolzano e Cantone Grigioni), mentre il trend riscontrato a
livello nazionale italiano, svizzero e a livello europeo (UE-27) consiste in un ulteriore aumento.
Tabella 4. Tassi di disoccupazione (2005-2010)
Provincia/Cantone Tasso di
disoccupazione 2005 (%)
Tasso di disoccupazione
2006 (%)
Tasso di disoccupazione
2007 (%)
Tasso di disoccupazione
2008 (%)
Tasso di disoccupazione
2009 (%)
Tasso di disoccupazione
2010 (%)
Biella 5,42 4,83 4,29 4,89 6,70 8,14
Novara 4,63 4,68 5,21 5,43 7,58 7,67
Verbano-Cusio-Ossola 4,94 4,21 3,20 5,03 5,11 6,69
Vercelli 4,71 3,72 4,21 4,43 5,20 5,74
Como 4,08 3,78 3,92 4,22 5,72 5,06
Lecco 3,19 3,18 2,60 3,19 4,54 5,27
Sondrio 3,95 3,51 4,44 4,33 4,44 6,48
Varese 5,08 3,75 2,85 3,52 6,33 5,31
Bolzano 2,75 2,59 2,58 2,36 2,86 2,72
Aosta 3,24 3,01 3,18 3,26 4,42 4,42
Ticino 4,87 4,88 4,40 4,10 4,89 5,13
Vallese n.d. n.d. 3,00 2,88 4,13 4,31
Grigioni 2,12 1,78 1,35 1,25 1,78 1,72
Media 4,08 3,66 3,48 3,76 4,90 5,28
Media Ue 27 9,00 8,20 7,20 7,10 9,00 9,60
Media Ita 7,72 6,79 6,09 6,74 7,79 8,42
Media Ch 3,76 3,33 2,80 2,60 3,70 3,90
Fonte: Elaborazione Dati Istat, USTAT, Ufficio Statistico Cantone Vallese, Ufficio Statistico Cantone Grigioni.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
9
Grafico 1. Evoluzione del tasso di disoccupazione
Fonte: Elaborazione Dati Istat, USTAT, Ufficio Statistico Cantone Vallese, Ufficio Statistico Cantone Grigioni.
- Infine, risulta di interesse l’analisi dei flussi transfrontalieri all’interno delle aree di cooperazione.
o I flussi transfrontalieri dall’Italia verso la Svizzera sono diretti prevalentemente verso il Cantone
Ticino: in esso è diretto il 92% dei frontalieri italiani che lavorano nei territori svizzeri interessati dal
PO12. Dall’intervista con il referente ticinese è emerso che l’afflusso di lavoratori transfrontalieri, che
apportano circa il 22% del valore aggiunto cantonale, non ha comportato una riduzione delle
opportunità lavorative per i cittadini svizzeri, ma ha determinato una riduzione del potere
contrattuale e una conseguente compressione dei salari ticinesi. Percentuali notevolmente inferiori
si rilevano con riferimento ai Cantoni Grigioni e Vallese, che sono meta rispettivamente del 7% e
dell’1% del flusso totale di cittadini italiani occupati nei Cantoni svizzeri coinvolti nel PO.
o Per quanto riguarda la provenienza geografica dei frontalieri italiani, si segnala innanzitutto che i
territori maggiormente interessati dal fenomeno sono le province confinanti del Verbano-Cusio-
Ossola, di Como e Varese. Inoltre, dai dati riguardanti il dettaglio della provenienza delle nuove
domande di frontalieri per il Cantone Ticino13 emerge che alcune modifiche si sono verificate a
partire dal 1° giugno 2007, data in cui è entrata in vigore la Fase III dell’Accordo sulla Libera
Circolazione delle Persone, parte a sua volta degli Accordi bilaterali I sottoscritti tra Svizzera e UE il
21 giugno 1999 e che ha comportato un aumento dei lavoratori transfrontalieri. La Fase III
dell’Accordo sulla Libera Circolazione delle Persone prevedeva, fra le altre misure, l’abolizione
della zona di frontiera di 20 km per i frontalieri, la quale ha consentito la presentazione di nuove
domande di frontalieri anche da parte delle province lombarde al di là delle ex zone di frontiera,
come la provincia di Milano. È possibile, quindi, avanzare l’ipotesi di una tendenza verso una
maggiore diversificazione della provenienza geografica dei lavoratori frontalieri italiani.
12 Fonte: Statistica dei Frontalieri (STAF) dell’Ufficio federale di Statistica, aggiornata al primo trimestre 2011. 13 Fonte: Rapporto “Le trasformazioni nel mercato del lavoro ticinese”, Centro per l’Osservazione delle Dinamiche Economiche dell’IRE (CODE), Novembre 2008.
4,08%
3,66%3,48%
3,76%
4,90%
5,28%
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
2005 2006 2007 2008 2009 2010
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10
o Con riferimento alla ripartizione dei frontalieri per genere, invece, i dati relativi all’ultimo trimestre
del 2010 segnalano che, complessivamente, la quota dei frontalieri rappresentata dalle donne
ammonta a poco meno del 39,5%, contro il 60,5% degli uomini. Considerando che nel 2005 i flussi
di lavoratori frontalieri erano costituiti per il 58,95% da uomini e per il 41,05% da donne, si può
concludere che tra 2005 e 2010 il peso delle donne è leggermente diminuito. La percentuale di
donne frontaliere è superiore alla media nel Cantone Ticino, dove oltrepassa leggermente il valore
del 40%, mentre è inferiore nei Cantoni Vallese e Grigioni. La tabella seguente riepiloga le queste
considerazioni, articolando l’analisi dei flussi medi dei frontalieri italiani del 2005 e del 2010 per
genere e Cantone di destinazione.
Tabella 5. Flussi di lavoratori frontalieri per genere e Cantone di destinazione
Anno 2005 (valore medio trimestrale) Anno 2010 (valore medio trimestrale)
Totale Uomini % uomini Donne % donne Totale Uomini % uomini Donne % donne
Totale 38.735 22.834 58,95 15.901 41,05 51.808 31.345 60,50 20.463 39,50
Cantone Ticino 35.203 20.526 58,31 14.676 41,69 47.335 28.302 59,79 19.033 40,21
% Cantone Ticino 90,88 89,89 92,30 91,37 90,29 93,01
Cantone Vallese 825 524 63,59 300 36,41 842 553 65,70 289 34,30
% Cantone Vallese 2,13 2,30 1,89 1,62 1,76 1,41
Cantone Grigioni 2.707 1.784 65,88 924 34,12 3.631 2.490 68,58 1.141 31,42
% Cantone Grigioni 6,99 7,81 5,81 7,01 7,94 5,58
Fonte: Statistica dei Frontalieri (STAF) aggiornata al I trimestre 2011, Ufficio federale di Statistica.
o In generale, nel periodo considerato, si rileva un incremento notevole dei frontalieri italiani diretti nei
Cantoni Ticino (+37%) e Grigioni (+43%), mentre i flussi con destinazione Cantone Vallese hanno
conosciuto, soprattutto tra 2008 e 2009, una stagnazione che nel 2010 appare solo parzialmente in
via di inversione. I grafici di seguito danno evidenza dell’evoluzione dei flussi di lavoratori frontalieri
italiani, per Cantone, nell’orizzonte temporale di riferimento:
Grafico 2. Flussi di lavoratori frontalieri nel Cantone Ticino
Fonte: Statistica dei Frontalieri (STAF) aggiornata al I trimestre 2011, Ufficio federale di Statistica.
35.211
35.577
36.86437.886
38.47439.252
40.410
41.297
41.562 42.791
43.594
43.386
44.499
44.636
45.478
45.503
45.628
46.174
47.387
47.590
48.190
30.000
32.000
34.000
36.000
38.000
40.000
42.000
44.000
46.000
48.000
50.000
IV 2005
I 2006
II 2006
III 2006
IV 2006
I 2007
II 2007
III 2007
IV 2007
I 2008
II 2008
III 2008
IV 2008
I 2009
II 2009
III 2009
IV 2009
I 2010
II 2010
III 2010
IV 2010
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11
Grafico 3. Flussi di lavoratori frontalieri nel Cantone Vallese
Fonte: Statistica dei Frontalieri (STAF) aggiornata al I trimestre 2011, Ufficio federale di Statistica.
Grafico 4. Flussi di lavoratori frontalieri nel Cantone Grigioni
Fonte: Statistica dei Frontalieri (STAF) aggiornata al I trimestre 2011, Ufficio federale di Statistica.
- Il mercato del lavoro dei territori transfrontalieri presenta tuttavia caratteristiche di ristrettezza, relative in
particolar modo alle difficoltà riscontrate dalle imprese in sede di reperimento di manodopera
specializzata.
o A questo proposito, nelle province italiane la percentuale di assunzioni previste di difficile
reperimento per il 2010 ammontava al 29,1%, un valore leggermente superiore sia al dato rilevato
739
810
819
834
718
825
879
888
757
815
774
792
667
744 783
796
686
814
882
902
770
600
650
700
750
800
850
900
950
2.433
2.563
2.839
2.882
2.532
2.796
3.0533.091
2.715
2.937
3.202
3.232
2.926
3.171
3.401
3.427
3.162
3.394
3.778
3.877
3.474
2.000
2.200
2.400
2.600
2.800
3.000
3.200
3.400
3.600
3.800
4.000
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
12
con riferimento alla ripartizione territoriale del Nord-Ovest (27,1%), sia al dato medio italiano
(26,7%)14. Tale risultato denota peraltro un miglioramento rispetto alla situazione in essere nel
2007, quando le assunzioni ritenute di difficile reperimento ammontavano al 30% del totale nel
Nord-Ovest e al 35% nel Nord-Est.15 Inoltre, appare maggiore della media nazionale la percentuale
di casi in cui le difficoltà nel reperimento di personale devono essere ricollegate all’inadeguatezza
dei candidati (16,3% contro 14,3%). Passando ad un’analisi a livello provinciale, sembrerebbe che
la provincia del Verbano-Cusio-Ossola sia caratterizzata da una maggiore ristrettezza del mercato
del lavoro, in termini di percentuale di assunzioni previste di difficile reperimento e di tempo
necessario per coprire le posizioni vacanti. La provincia di Lecco evidenzia invece la più alta
percentuale di casi in cui le difficoltà di assunzione sono giudicate imputabili all’inadeguatezza dei
candidati. Si ritiene utile richiamare l’attenzione infine su alcune realtà locali che denotano una
maggiore fluidità del mercato del lavoro, rispetto al complesso dell’area transfrontaliera e al dato
nazionale: si tratta delle province di Sondrio e di Biella, le quali presentano una percentuale di
assunzioni difficili rispettivamente del 21% e del 25% contro una media italiana del 27%, e un
tempo medio di ricerca del candidato di 3,3 e 3,2 mesi a fronte di un dato complessivo, per l’Italia,
di 4,1 mesi.
o Sul fronte svizzero16, invece, si rileva un aggravamento delle difficoltà relative all’assunzione di
manodopera da parte delle imprese: tra il primo trimestre del 2006 e l’analogo periodo del 2011 la
percentuale di impieghi la cui copertura con nuove risorse si è dimostrata difficile è aumentato
mediamente del 104% e del 101%, con riferimento rispettivamente alle ricerche di personale con
formazione superiore universitaria e con formazione professionale superiore. Si è inoltre rilevato un
aumento (del 39%) dei casi di reperimento difficoltoso di manodopera con formazione
professionale post-secondaria. Dall’intervista con il Cantone Ticino, tuttavia, è emerso che i
lavoratori transfrontalieri hanno un grado di specializzazione maggiore rispetto al passato: ciò ha
rappresentato una minaccia per la popolazione ticinese e anche per questa ragione si è rafforzato
un atteggiamento di chiusura che si è concretizzato anche nei mutamenti politici recenti; tuttavia, va
specificato che le imprese ticinesi, a fronte delle difficoltà di reperimento di figure specializzate,
tendono ad erogare la formazione direttamente sul posto di lavoro. Il dato relativo alle assunzioni di
persone con formazione di tipo scuola dell’obbligo, invece, nel periodo considerato ha registrato un
miglioramento (diminuzione delle difficoltà).
Tabella 6. Assunzioni non stagionali previste dalle imprese per il 2010 considerate di difficile
reperimento, principali ragioni della difficoltà e relativo tempo di ricerca
Provincia o Territorio Assunzioni di difficile
reperimento 2010 % sul totale
Ridotto numero di candidati (%)
Inadeguatezza candidati (%)
Tempo di ricerca (mesi)
Biella 430 24,8 8,2 16,6 3,2
Novara 950 29,3 10,7 18,6 3,8
Verbano-Cusio-Ossola 510 34,6 16,5 18,1 6,8
Vercelli 420 28,5 14,0 14,5 5,3
Como 1.180 30,0 12,1 18,0 3,4
Lecco 790 31,9 12,7 19,2 5,9
14 Fonte: Dati 2010, Unioncamere, Indagine Excelsior. 15 Fonte: Dati 2007, Unioncamere, Indagine Excelsior. 16 Fonte: Statistica dell'impiego (STATEM), Ufficio federale di Statistica.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
13
Provincia o Territorio Assunzioni di difficile
reperimento 2010 % sul totale
Ridotto numero di candidati (%)
Inadeguatezza candidati (%)
Tempo di ricerca (mesi)
Sondrio 420 21,2 10,8 10,4 3,3
Varese 1.950 28,1 9,9 18,1 3,9
Bolzano 2.340 33,7 21,3 12,4 4,4
Aosta 430 28,7 11,3 17,4 5,1
Media 942 29,1 12,7 16,3 4,5
Nord-Ovest 41.560 27,1 12,3 14,8 4,0
Nord-Est 38.060 29,6 15,2 14,4 4,2
Ita 147.250 26,7 12,4 14,3 4,1
Fonte: UNIONCAMERE, Indagine Excelsior (2010).
- Sempre con riferimento all’occupazione nell’area di cooperazione, si riportano di seguito alcuni dati
inerenti la manodopera straniera, il lavoro sommerso, il precariato e la cassa integrazione.
o Per quanto riguarda la presenza degli stranieri, appare chiaro come l’immigrazione costituisca un
aspetto rilevante sul piano occupazionale e sociale sull’area di interesse. Nel versante italiano
dell’area interessata17 risiede il 29% del totale degli stranieri presenti in Italia, anche in ragione
dell’attrattività economica della zona: il 6% si concentra nell’area di cooperazione. La percentuale
della popolazione straniera su quella residente è mediamente del 6,8%. Nell’area svizzera18 il
fenomeno migratorio è ancora più consistente: la popolazione straniera rappresenta il 16% di
quella complessivamente presente nel Paese, ma la percentuale sui residenti per Cantone è del
31,91%, superiore alla media nazionale (30,92%): questo livello è determinato soprattutto dalla
presenza nel Cantone Ticino (45,39%).
o Analizzando i dati sulle forze lavoro dal 2005 al 2010 è emerso che per il Nord Italia (non si hanno
dati relativi alle singole province interessate dalla cooperazione) l’occupazione straniera aumenta
(+653.000 unità), ma il relativo tasso di occupazione sta diminuendo, dal 65% al 61%. Sul fronte
svizzero, invece, gli stranieri occupati corrispondono (dati del 2010) al 27% del totale della
popolazione occupata; l’1% di loro è impiegato nel settore primario, mentre il 31% lavora nel
manifatturiero e il 68% nel comparto dei servizi. Se si considera che la forza lavoro svizzera è
impiegata per il 4% nell’agricoltura, per il 20% nel secondario e per il 76% nei servizi, emerge una
maggiore concentrazione della forza lavoro straniera nell’industria a discapito dell’agricoltura e del
terziario19. Si segnala anche che, tra 2005 e 2010, il tasso di disoccupazione degli stranieri è
diminuito (dal 9,1% all’8,3%); tale trend risulta peraltro sostanzialmente uniforme per genere
(uomini: dal 7,9% al 7%; donne: dall’11% al 10,2%)20.
o Per quanto riguarda il lavoro sommerso, le informazioni che si hanno a disposizione riguardano i
tassi di irregolarità a livello provinciale suddivisi per settore di attività economica dal 2001 al 2005.
Analizzando questi dati e quelli nazionali più aggiornati (dal 2001 al 2009)21 si può desumere una
riduzione del tasso di irregolarità nelle regioni interessate dalla cooperazione in tutti i settori, ad
eccezione dell’agricoltura. Oltre a fattori strettamente legati all’andamento del sistema economico,
17 Fonte: Dati Istat 2010. 18 Fonte: Dati Ufficio federale di statistica 2008. 19 Fonte: Statistica della popolazione attiva occupata (SPAO), Ufficio federale di Statistica, 2011. 20 Fonte: Statistica della disoccupazione ai sensi dell’Ufficio Internazionale del Lavoro (Bureau International du Travail), Ufficio federale di Statistica, 2010. 21 Fonte ISTAT :”La misura dell’economia sommersa secondo le statistiche ufficiali Anni 2000-2008”
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
14
le diverse dinamiche del lavoro regolare e non regolare sembrano essere riconducibili anche ad
interventi normativi, rivolti sia al mercato del lavoro che a regolamentare il lavoro degli stranieri non
residenti sul territorio.
o Con riferimento al fenomeno del precariato, invece, dal 2004 al 2010 nel Nord-Ovest si denota la
crescita del numero dei dipendenti con contratto a termine (180.000 unità). Il lavoro atipico riguarda
principalmente le giovani generazioni e, come si è detto, le donne22. Sul fronte svizzero, circa
140.000 persone (3,3% della popolazione attiva, dato del 2008) possiedono un contratto di lavoro
atipico o precario. I contratti a tempo determinato e il lavoro a chiamata rappresentano le modalità
contrattuali più frequenti da questo punto di vista, in quanto il numero di persone impiegate con tale
tipologia di contratto ammonta a 59.000 e 56.000 individui, rispettivamente. Dal punto di vista
dell’evoluzione temporale dell’utilizzo del lavoro atipico, si sottolinea che nel 2004 la quota della
popolazione attiva impiegata con contratti atipici ammontava al 2,7% del totale. L’incremento
registrato dal 2004 è ascrivibile principalmente all’aumento dei contratti a tempo determinato
(+50% tra 2004 e 2008) e degli impieghi a chiamata (+15% nella stessa finestra temporale)23.
o Infine, benché la crisi abbia manifestato effetti ridotti rispetto ad altre regioni europee, nell’area di
cooperazione si individuano tra i soggetti svantaggiati gli individui colpiti da fenomeni di
sospensione o espulsione dal mercato del lavoro. In particolare, nel versante italiano dal 2005
al 2010 le ore di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria, in deroga) autorizzate sono aumentate
significativamente (+381%)24. Sul fronte svizzero, i dati a disposizione per la finestra temporale
2005-2010 evidenziano per il Cantone Ticino un incremento del 142% e del 253% rispettivamente
del numero di aziende che hanno usufruito degli ammortizzatori sociali (“lavoro ridotto”) e delle ore
di lavoro relative perse25. Nel Cantone Vallese gli importi pagati a titolo di indennità per riduzione
degli orari di lavoro, misurati in Franchi svizzeri, hanno registrato una crescita del 139% nel periodo
2005-201026: il referente cantonale ha evidenziato nel corso dell’intervista che le riduzioni
dell’orario di lavoro hanno costituito una misura per ovviare al calo delle esportazioni in alcuni
settori (es. immobiliare, costruzioni, servizi, farmaceutico) ed evitare il licenziamento dei dipendenti
e la perdita di competenze cruciali per la competitività delle imprese. Con riferimento al Cantone
Grigioni, pur in assenza di dati sul fenomeno della sospensione, l’intervista con il referente
cantonale non ha fatto emergere impatti significativi della crisi sull’occupazione.
- Infine, per concludere l’analisi sul contesto economico-finanziario dell’area, va tenuto conto anche
dell’andamento del cambio euro-franco svizzero, che come emerge dal grafico sottostante si sta
rafforzando, a scapito delle esportazioni delle aziende svizzere.
22 Fonte: intervista referente pari opportunità di Regione Lombardia. 23 Fonte: “L’évolution des emplois atypiques et précaires en Suisse”, La Vie économique – Revue de politique économique, Ottobre 2010. 24 Fonte: Dati INPS 2005 e 2010 (a livello regionale). 25 Fonte: USTAT. 26 Fonte: “Le chômage en Valais – Rapport Annuel 2010”, Dipartimento dell’economia, dell’energia e del territorio e Servizio dell’industria, del commercio e del lavoro del Cantone Vallese.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
15
Grafico 5. Andamento del cambio franco svizzero-euro
Fonte: Camera di commercio di Milano
5. Con riferimento allo stato dell’ambiente nell’area di cooperazione si segnala quanto segue.
- Per quanto riguarda i rischi tecnologici sul territorio si rileva un aumento degli impianti industriali a
rischio di incidente rilevante che riguarda l’Italia, in particolare dal 2006 al 2009 le province
maggiormente interessate da questo fenomeno sono Novara e Varese con un aumento di 10 impianti27.
- Per quanto concerne l’andamento del consumo energetico si rileva, nel quinquennio 2005-2009, una
riduzione media dei consumi di energia elettrica e di gas metano per usi domestici nel versante italiano.
In particolare, sul fronte italiano, nel quinquennio 2005-2009 si è verificato un decremento medio del
3,4% dei consumi di energia elettrica per uso domestico pro capite e del 1,2% di gas metano pro capite
a uso domestico e di riscaldamento28. Sul fronte svizzero si è registrata tra 2005 e 2010 una lievissima
diminuzione dei consumi pro capite di energia elettrica29 Per quanto riguarda invece il consumo di altri
agenti energetici, i dati 2005-2009, relativi ai consumi totali di energia per l’intera Confederazione
svizzera, evidenziano una diminuzione del 16% e del 2% rispettivamente dell’utilizzo di combustibili
petroliferi e di gas. Si è riscontrato invece un incremento del 6% del consumo di altri carburanti e dello
0,5% di carbone30.
- I dati riguardanti le emissioni di gas a effetto serra, disponibili solo a livello nazionale, evidenziano nei
primi anni di implementazione del Programma un trend di riduzione delle emissioni inquinanti. In
particolare, tra 2005 e 2009 nel territorio svizzero le emissioni, misurate in tonnellate CO2 equivalenti,
sono calate del 4%. Tale risultato deriva principalmente da una riduzione del 5% riscontrata con
riferimento alle emissioni di CO2, sostanza a cui è ascrivibile una quota pari all’85% delle emissioni
27 Fonte: per l’Italia, Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio; per la Svizzera, Rapporto del Cantone Ticino sulla protezione dell'ambiente 2009. 28 Fonte: Datawarehouse I.Stat, Istat. 29 Fonte: Statistica svizzera dell’elettricità 2010, Ufficio federale dell’Energia 30 Fonte: Statistica globale svizzera dell’energia, Ufficio federale dell’Energia.
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
1,40
1,60
1,80
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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nazionali di gas a effetto serra (dato del 2009). Altri inquinanti, che presentano un peso minore nel
determinare la quantità totale annua di emissioni di gas serra, hanno fatto registrare, nella finestra
temporale di riferimento, una stagnazione (Ossido di diazoto - N2O), o un incremento (metano -
CH4:+1% e gas fluorurati: +4%. I gas fluorurati sono formati a loro volta da perfluorocarburi – PFC -,
idrofluorocarburi – HFC – e dall’esafluoruro di zolfo – SF6)31. In Italia, infine, nel periodo 2005-2008 le
emissioni totali dell’economia si sono ridotte del 6%. Anche in questo caso appare comunque opportuno
mettere in luce l’andamento differenziato per sostanze inquinanti: decrementi del 4%, del 7% e del 22%
sono stati riscontrati con riguardo rispettivamente alle emissioni di CO2, metano e ossido di diazoto;
viceversa, si è verificato un cospicuo aumento delle emissioni di gas fluorurati (+32%)32.
- Le analisi degli indicatori relativi alle emissioni di particolato atmosferico PM10 e di biossido di
azoto (NO2) (due fra gli inquinanti più critici nelle aree urbane) hanno evidenziato come nei primi anni
di attuazione del PO di cooperazione la qualità dell’aria nei territori interessati sia complessivamente
migliorata. Tra 2005 e 2009 è diminuito il numero annuo di superamenti del limite per la protezione della
salute umana previsto per il particolato atmosferico PM10: nel 2009 il numero di giorni di superamento
del limite di 50 g/m3 era mediamente diminuito, per i comuni capoluogo di provincia italiani delle aree
coinvolte nel Programma, del 54% rispetto ai valori del 200533. Un fenomeno analogo è riscontrabile nei
Cantoni Ticino e Vallese, mentre con riferimento al Cantone Grigioni si rileva, tra 2005 e 2009, un
incremento del 66% del numero annuo di superamenti del medesimo valore soglia34. Sul fronte elvetico
altri dati, disponibili però solo a livello nazionale, segnalano per la stessa finestra temporale una
riduzione rispettivamente del 18% e del 9% della concentrazione media annua per m3 di PM10 e di
biossido di azoto (NO2) derivanti dal traffico urbano35.
- Con riferimento, invece, allo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili, si è verificato un
miglioramento nello sfruttamento delle stesse. La performance più positiva è da attribuire alla Svizzera,
con un incremento percentuale della quantità di energia elettrica prodotta a livello nazionale da fonti
rinnovabili del 25% tra 2005 e 200936. Sul fronte italiano, i territori interessati dal PO hanno visto, nella
stessa finestra temporale, un tendenziale aumento in particolare della capacità di sfruttamento
dell’energia solare, misurata attraverso la potenza di generazione di energia e l’estensione dei pannelli
solari fotovoltaici installati sugli edifici dei Comuni capoluogo di provincia37.
- Per quanto concerne il tema dei rifiuti, dal 2004 al 2008 si è riscontrato, complessivamente, un
incremento della produzione totale di rifiuti urbani ed un aumento percentuale relativo alla raccolta
differenziata38; infatti, è possibile rilevare che in media, nelle aree di cooperazione transfrontaliera
italiane, il 48% dei rifiuti viene raccolto in modo differenziato (dato riferito al 2008). Tale percentuale
cresce fino al 50% nelle province confinanti lombarde, a fronte di un dato che ammontava nel 2004 al
43%. Sul lato elvetico, invece, la percentuale di raccolta differenziata era pari nel 2008 al 40% e al 50%
31 Fonte: Ufficio federale dell’Ambiente. 32 Fonte: Annuario dei dati ambientali 2010, ISPRA. 33 Fonte: Datawarehouse I.Stat, Istat. 34 Fonte: Dati Ufficio federale dell’Ambiente. 35 Fonte: Dati Ufficio federale dell’Ambiente. 36 Fonte: Statistica svizzera dell’elettricità 2006 e Statistica svizzera dell’elettricità 2010, Ufficio federale dell’Energia. 37 Fonte: Datawarehouse I.Stat, Istat. 38 Le informazioni relative ai rifiuti per l’anno 2004, articolate per singolo territorio interessato dal PO, sono disponibili solamente per le province lombarde per l’Italia e per il cantone Ticino per la Svizzera.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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del totale dei rifiuti urbani prodotti, rispettivamente nel Cantone Ticino e nel resto della Confederazione
svizzera. Nel 2004 questi stessi dati erano del 37% e del 49%.39
Tabella 7. Produzione totale di rifiuti e percentuale di raccolta differenziata per provincia italiana (2008)
Provincia/Cantone Produzione totale di rifiuti urbani (2008) (tonnellate)
Di cui raccolti in maniera differenziata (2008)
(%)
Di cui raccolti in maniera indifferenziata (2008)
(%)
Biella 88.074 41,75 58,25
Novara 182.170 63,43 36,57
Verbano-Cusio-Ossola 84.334 58,41 41,57
Vercelli 94.187 26,50 73,50
Como 279.810 46,60 47,12
Lecco 158.604 53,39 40,95
Varese 424.052 57,66 34,72
Sondrio 82.773 43,36 53,27
Bolzano 233.675 53,81 43,40
Aosta 77.197 38,59 57,55
Fonte: "Atlante della competitività delle province e delle regioni", dic.2010 - Istituto Tagliacarne – Unioncamere.
- Gli ultimi dati disponibili sull’uso del suolo sono di livello regionale e si riferiscono al 2006; analizzando
le variazioni dal 2000 al 2006 emerge che vi è stata una riduzione delle aree agricole e boschive e un
aumento delle aree artificiali in tutte le regioni italiane interessate dalla cooperazione. Questa riduzione
delle aree agricole ha impatti negativi anche in termini di paesaggio in quanto vengono meno zone di
particolare rilevanza paesaggistica.
6. Con riferimento alle pari opportunità di genere, nel corso dell’attività di aggiornamento dei dati di contesto
è emerso quanto segue.
- Il tasso di occupazione femminile nell’area di cooperazione resta positivo (58,79%) e, dal 2006 al
2010, ha visto un aumento che, seppur ridotto (+1,22 punti percentuali), denota comunque una buona
tenuta rispetto agli effetti della crisi. Nel versante italiano, il tasso è pari al 57,31%: l’aumento è
lievemente più contenuto (+1,09 punti percentuali), ma comunque significativamente superiore alla
media nazionale (46,15%)40. Anche osservando la differenza tra i tassi di occupazione maschile e
femminile, benché permangano divari significativi, si osserva un trend decrescente (-16%), ad
eccezione che nell’area di Como, dove il divario è aumentato del 7%41.
- Tale fenomeno è spiegabile in relazione all’aumento della scolarità femminile, che sta portando le
donne ad investire maggiormente nella propria istruzione, al pari degli uomini e, di conseguenza, ad
avere ulteriori chance di ingresso nel mercato del lavoro. Come emerge dal grafico sottostante, la
scolarità femminile è il linea con il trend della popolazione complessiva, anche se è lievemente
penalizzata nell’istruzione terziaria42.
39 Fonte: per l’Italia, dati 2008 Atlante della competitività delle province e delle regioni, dic.2010 - Istituto Tagliacarne – Unioncamere; per la Svizzera, dati 2008 USTAT - Ufficio federale di Statistica. 40 Fonte: Dati ISTAT 2010 e USTAT 2009. 41 Fonte: Dati ISTAT 2010, dati USTAT e Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) - Ufficio federale di Statistica 2009. 42 Fonte: Dati ISTAT 2009 (dati regionali) e Ufficio federale di Statistica 2010 (dati nazionali).
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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Grafico 6. Distribuzione della popolazione totale e femminile per titolo di studio
Fonte: elaborazione Valutatore su dati ISTAT 2009 e Ufficio federale di Statistica 2010.
- Dall’analisi dell’occupazione femminile per classi di età43, inoltre, si osserva uno spostamento
dell’occupazione verso fasce di età più elevate.
Grafico 7. Tasso di occupazione femminile per fascia di età
Fonte: elaborazione Valutatore su Dati Istat e Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) - Ufficio federale di Statistica
43 Fonte: Dati Istat 2010 e Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) - Ufficio federale di Statistica 2009. Si segnala che la fascia centrale di età (dai 25 ai 54 anni) è rilevata diversamente per l’area italiana e svizzera. In particolare: i) la fascia 25-34 per l’area svizzera è rilevata per le donne dai 25 ai 39 anni; ii) la fascia 35-44 anni è rilevata solo per il versante italiano; iii) la fascia 45-54 anni per l’area svizzera è rilevata per le donne dai 40 ai 54 anni.
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
50%
Istruzione primaria Istruzione secondaria Istruzione terziaria
Popolazione femminile Totale
0
10
20
30
40
50
60
70
80
15-24 anni 25-34 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni
Tass
o d
i occ
up
azio
ne
(%)
2006 2009/2010
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In questo caso, il fenomeno della scolarità femminile è determinante nelle scelte di posticipare
l’ingresso nel mercato del lavoro. Anche l’abbandono del posto di lavoro, che avviene in genere a
seguito della maternità, si è spostato in relazione al fatto che le donne scelgono di avere un figlio in età
sempre più avanzata. L’area più critica, anche se in lieve miglioramento, resta quella delle donne over
45, specie se a bassa scolarità.
- Inoltre, osservando la disaggregazione per settore dei dati relativi all’occupazione femminile si
conferma come la presenza femminile nel sistema produttivo sia più accentuata nel settore dei servizi
(54% degli occupati)44. Inoltre, si osserva un lieve spostamento della popolazione femminile dal settore
secondario a quello terziario, dovuto principalmente alla crisi del manifatturiero. La presenza delle
donne nel settore terziario è un ulteriore fattore che spiega le motivazioni alla base del ridotto impatto
che la crisi ha avuto sul tasso di occupazione femminile: dato che il settore che è stato il più colpito è
quello secondario, la crisi occupazionale ha raggiunto le donne solo in un momento successivo, ossia
quando è stato pregiudicato l’indotto costituito dal settore dei servizi. Infatti, nonostante il terziario veda
un incremento del tasso di occupazione, si registra comunque un rallentamento nella sua crescita.
Grafico 8. Percentuale di donne occupate rispetto al totale degli occupati per settore
Fonte: Elaborazione Valutatore su Dati Istat e dati Ufficio federale di Statistica
44 Fonte: Dati Istat 2010 (base regionale) e dati Ufficio federale di Statistica 2010 (base nazionale).
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Primario Secondario Terziario
Tass
o d
i occ
up
azio
ne
(%)
2006 2010
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Grafico 9. Distribuzione della popolazione femminile occupata per settore
Fonte: Elaborazione Valutatore su Dati Istat e dati Ufficio federale di Statistica
- Con riferimento alle differenze contrattuali, nell’area di riferimento si rilevano ancora notevoli
differenze salariali tra uomini e donne45, a svantaggio della popolazione femminile, con particolare
riferimento all’area lombarda, ticinese e dei Grigioni. Le discriminazioni sono più evidenti nei settori in
cui le donne hanno ancora difficoltà di accesso (es. ingegneria). Sono invece piuttosto in linea i dati
relativi ai contratti a termine, che vedono una prevalenza molto lieve delle donne sugli uomini che non
hanno un contratto a tempo indeterminato.
- Infine, con riferimento alle misure di conciliazione tra vita familiare e lavoro, le donne continuano ad
essere interessate da misure di flessibilità lavorativa come il part-time in misura superiore agli uomini,
con particolare riferimento all’area svizzera, dove la percentuale di donne che lavorano a tempo
parziale raggiunge la metà della popolazione femminile occupata46. Sul versante italiano, invece, si
rilevano resistenze da parte delle aziende nel concedere il part time alle donne. Inoltre, si riscontra
ancora l’inadeguatezza dei servizi di cura, in termini di numerosità e di flessibilità degli orari47.
- Resta piuttosto bassa, seppur in lieve aumento, la percentuale di donne che occupano posizioni
professionali di tipo direttivo o nel settore della ricerca e della politica48.
Aggiornamento analisi SWOT
7. Il processo di raccolta delle informazioni e dei dati statistici relativi alle condizioni del contesto socio-
economico di riferimento permette di effettuare un aggiornamento dell’analisi SWOT relativa all’area
interessata dal PO ed elaborata all’inizio del ciclo di programmazione. Di seguito si dà indicazione dei fattori
45 Fonte: Elaborazione Centro Studi Sintesi su dati Istat 2009; Atlante Statistico della Svizzera - Ufficio federale di statistica (2008) 46 Fonte: Dati Istat 2010 e dati USTAT 2009. 47 Fonte: intervista referente pari opportunità di Regione Lombardia. 48 Fonte: Gender statistics - United Nations Economic Commission for Europe
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
2006
2010
Primario Secondario Terziario
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già compresi nell’analisi SWOT del PO e che negli anni intercorsi hanno subito una variazione in senso
migliorativo o peggiorativo. Per il quadro completo dell’analisi si rimanda all’Allegato 1.
8. Con riferimento ai punti di forza si possono individuare alcuni elementi che nel corso della programmazione
sono migliorati e altri che si sono affievoliti.
- Risultano migliorati i seguenti punti di forza:
o Buone pratiche nel campo del risparmio energetico (es. “Casa Clima” di Bolzano) e dello
sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili (in particolare acqua):
Come si è visto, verificando l’andamento dei consumi energetici e della quantità di energia prodotta
da fonti rinnovabili si riscontrano, per i primi anni della programmazione comunitaria 2007-2013,
dinamiche locali virtuose sia per il versante italiano sia per quello svizzero. Infatti, si è verificato un
decremento nell’utilizzo di energia elettrica e gas metano. Per quanto riguarda poi le buone
pratiche sul risparmio energetico in via di diffusione nel territorio transfrontaliero, si ricorda
l’espansione, nelle zone interessate dal PO, dello European Energy Award (EEA), un modello
innovativo di gestione sostenibile dell’energia sviluppato con specifico riferimento agli Enti locali. Il
metodo EEA prevede l’identificazione punti di forza, punti di debolezza e opportunità di
miglioramento dei sistemi di gestione energetica degli Enti locali, e l’implementazione di misure
dirette a perseguire un maggiore grado di efficienza energetica. I progressi degli Enti locali più
virtuosi in tal senso sono attestati da un’apposita certificazione, rilasciata secondo procedure di
valutazione standardizzate a livello internazionale. Si segnala inoltre che al sistema EEA
partecipano 444 Enti locali svizzeri e 59 italiani (dato riferito a Dicembre 2010)49; peraltro, la
diffusione del modello è promossa da un progetto del PO, finanziato sulla Misura 1.2 (“EEA:
certificazione energetica europea per i Comuni, un progetto di buone pratiche”, ID 7624353).
o Vocazione turistica particolarmente forte sui due versanti:
L’attrattività turistica dei territori transfrontalieri è stata recentemente rilanciata in particolare a
seguito del riconoscimento a patrimonio mondiale dell’umanità salvaguardato dall’Unesco di alcuni
siti che interessano aree transfrontaliere confinanti o di flessibilità. Si tratta della Ferrovia retica nel
passaggio dell’Albula e del Bernina e dell’Arena tettonica Sardona (divenuti patrimonio Unesco nel
2008), del massiccio delle Dolomiti, che ha ottenuto il riconoscimento Unesco nel 2009, della
porzione italiana del Monte San Giorgio (tutelata dal 2010) e del complesso dei siti palafitticoli
preistorici dell’arco alpino, alcuni dei quali sono localizzati nelle aree coinvolte dal Programma
(inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità nel 2011). Si ritiene che l’iscrizione di tali siti
nella lista dei monumenti culturali e naturali salvaguardati dall’Unesco possa generare rilevanti
effetti benefici per le comunità locali, in termini di maggiori opportunità di tutela, valorizzazione e
visibilità dei beni individuati e di connesso incremento dei flussi turistici. Tali considerazioni
risultano peraltro rafforzate alla luce della ricchezza dell’area transfrontaliera con riferimento alla
presenza pregressa di monumenti patrimonio mondiale dell’umanità: già prima del 2008 si
contavano infatti, sul territorio italiano interessato dal PO, i siti Unesco dei Sacri monti del Piemonte
e della Lombardia, del villaggio di Crespi d’Adda e dell’Arte rupestre della Val Camonica. Sul fronte
svizzero, invece, i beni Unesco già protetti comprendevano il Convento benedettino di Müstair
(Cantone Grigioni), i castelli e bastioni della città di Bellinzona (Cantone Ticino), le Alpi svizzere
49 Fonte: Sito internet: http://www.european-energy-award.org/Home.59.0.html.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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Jungfrau-Aletsch (localizzate prevalentemente nel Cantone Vallese) e la parte svizzera del Monte
San Giorgio (Cantone Ticino).
Il trend di sviluppo nel settore turistico è in generale positivo, anche se alcune aree lamentano un
rallentamento in ragione della crisi e, per quanto concerne il versante svizzero, del rafforzamento
del tasso di cambio. Nel versante svizzero sono state avviate politiche che puntano al rilancio ed
alla modernizzazione del settore, soprattutto riguardo ai territori di frontiera della confederazione, e
al rinnovamento dell’immagine turistica del territorio elvetico. Unica eccezione è costituita dal
Cantone Vallese, in cui un referendum popolare ha respinto une legge volta a sostenere il settore
turistico.
o Esistenza di accordi settoriali bilaterali Svizzera-Unione Europea:
Gli Accordi bilaterali fra Svizzera e Unione Europea I e II, sottoscritti rispettivamente il 21 giugno
1999 e il 19 maggio 2004, disciplinano molteplici ambiti della cooperazione fra Svizzera e Unione
Europea, comprendenti fra gli altri la ricerca, l’agricoltura, il traffico su strada e su rotaia, l’ambiente
e l’istruzione e la formazione professionale. Con riferimento agli Accordi in vigore, l’analisi ha
condotto a ravvisare un fattore di miglioramento rispetto alla situazione in essere all’inizio del ciclo
di programmazione, ascrivibile all’entrata in vigore, il 1° marzo 2008, dell’Accordo di Schengen
sulla libera circolazione delle persone, parte degli Accordi bilaterali II. Esso è poi divenuto operativo
alla fine del 2008.
- Risultano invece peggiorati i seguenti punti di forza indicati nella SWOT del PO:
o Apertura della Trasversale di Lötschberg (dicembre 2007):
La realizzazione della galleria di base del Lötschberg costituisce, insieme al potenziamento
dell’asse ferroviario del San Gottardo e agli ampliamenti lungo la tratta San Gallo – Arth-Goldau,
uno dei pilastri del progetto Nuova Ferrovia Transalpina (d’ora in avanti NFTA), lanciato dalla
Confederazione Svizzera e approvato in occasione delle votazioni del popolo svizzero del 27
settembre 1992 e del 29 novembre 1998, riguardanti il finanziamento dei progetti d’infrastruttura dei
trasporti pubblici. La finalità complessiva del progetto NFTA è favorire il trasferimento dalla strada
alla rotaia del traffico merci in transito attraverso la catena alpina, attraverso la modernizzazione
dell’infrastruttura ferroviaria e l’apertura di nuovi canali di transito in particolare lungo la direttrice
nord-sud. Nell’ambito della NFTA, il progetto relativo alla realizzazione della trasversale di
Lötschberg verteva sulla costruzione di un tunnel ferroviario alpino di 34,6 km lungo la tratta Berna-
Briga, di collegamento tra le località di Frutigen, Cantone Berna e Raron, Cantone Vallese. Esso è
diventato pienamente operativo per il traffico merci e il traffico passeggeri il 9 dicembre 2007. Si
ritiene che l’apertura della galleria non abbia, allo stato, determinato il raggiungimento degli obiettivi
previsti. Ciò deriva da molteplici riflessioni: sebbene la nuova infrastruttura abbia notevolmente
incrementato la capacità di offerta ferroviaria della regione, gli impatti registrati lungo l’intero asse
Lötschberg/Sempione sono limitati a causa della debolezza infrastrutturale delle linee secondarie di
accesso sul fronte svizzero e italiano. Un ulteriore elemento di criticità è connesso alla coerenza fra
obiettivi dell’opera ed effetti generati: in particolare, si rileva che le nuove opportunità di
collegamento rapido fra l’Alto Vallese e Berna introdotte dall’apertura della galleria hanno
determinato un incremento del flusso di pendolari diretti verso la capitale. Ciò ha comportato un
assorbimento superiore a quanto previsto in sede di programmazione delle tracce orario disponibili,
ovvero del tempo di utilizzo dell’infrastruttura ferroviaria necessario al transito dei convogli, da parte
dei treni passeggeri, a discapito dei treni per il trasporto di merci. Si segnala come ciò costituisca
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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un limite stringente all’ottenimento di risultati tangibili in termini di perseguimento degli obiettivi della
NFTA e di trasferimento del trasporto merci dalla strada alla rotaia, anche in relazione alla
presenza, su più di metà del tracciato della galleria, di un unico binario.
9. Con riferimento ai punti di debolezza individuati nel PO, invece, si possono evidenziare alcuni
miglioramenti e alcuni peggioramenti.
- In particolare, risultano migliorati i seguenti aspetti:
o Problemi legati all’inquinamento nelle zone a traffico intenso:
Come evidenziato nell’analisi delle variabili statistiche di contesto, le aree interessate dal PO hanno
registrato, negli anni intercorsi dall’inizio del ciclo di programmazione comunitaria, un andamento
positivo degli indicatori riguardanti due fra gli inquinanti più critici nelle aree urbane, ovvero il
particolato atmosferico PM10 e il biossido di azoto (NO2), le cui emissioni, secondo l’Inventario
nazionale delle emissioni del 2007 elaborato da ISPRA, sono ricollegabili al traffico stradale nella
misura rispettivamente del 24% e del 51%. Alla luce dei dati illustrati, si ritiene che, nei primi anni
della programmazione comunitaria 2007-2013, la qualità dell’aria nei territori interessati dal PO sia
complessivamente migliorata, sebbene le aree transfrontaliere denotino ancora una sostanziale
difficoltà nel rispetto dei limiti di legge. A questo proposito si ritiene opportuno richiamare la
circostanza secondo la quale nel 2009 solo quattro dei Comuni capoluogo di provincia interessati
dal PO (Aosta, Verbano-Cusio-Ossola, Varese e Bolzano) hanno rispettato il limite di 35
superamenti annuali del valore di 50 g/m3 posto per la tutela della salute umana con riferimento al
particolato atmosferico PM1050.
o Scarsa collaborazione tra gli operatori del settore turistico:
Si rileva la presenza, nell’area transfrontaliera, di alcune iniziative attivate congiuntamente dagli
operatori turistici o dagli Enti locali con la finalità di fornire al turista un migliore supporto informativo
o di proporre itinerari turistici integrati transfrontalieri. Per esempio, l’area turistica del Lago
Maggiore è servita da un portale internet, turismo.tuttolagomaggiore.com, che offre all’utenza
informazioni turistiche concernenti egualmente le sponde italiana e svizzera del Lago. Inoltre,
ulteriori esperienze di collaborazione virtuose nel settore turistico sono state rilevate con riferimento
agli itinerari turistici transfrontalieri della Val Chiavenna, Valle Spluga e Val Bregaglia, cui è data
visibilità attraverso siti internet multilingue.
o Debolezza dei collegamenti tra università e centri di ricerca e imprese
Nel corso dell’analisi è emersa l’attivazione, nell’area interessata dal PO e nei primi anni della
Programmazione comunitaria, di iniziative ritenute potenzialmente in grado di rilanciare le
opportunità di collaborazione fra università, centri di ricerca e imprese. Si fa riferimento in
particolare alla promozione, avvenuta nei primi mesi del 2009, del “Distretto delle nuove tecnologie
e delle scienze per la vita”, o “Asse del Ticino”. Tale istituto, il cui capofila è il CrESIT (Research
Centre for Innovation and Life Sciences Managament) dell’Università dell’Insubria, riunisce Enti
locali e funzionali, imprese attive nei settori delle biotecnologie e delle nuove tecnologie applicate
all’ambiente-imprese green e clean tech, ospedali, e cluster tecnologici come il Parco Tecnologico
Padano (PTP) di Lodi e il Tecnopolo di Lugano. Finalità del distretto è mettere in rete le diverse
esperienze presenti sul territorio con riferimento agli ambiti biotecnologico, farmaceutico, di ricerca
50 Fonte: Datawarehouse I.Stat, Istat.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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e di cura della persona, per sostenere i processi di innovazione tecnologica favorendo un suo più
agevole trasferimento tra centri di ricerca e poli produttivi e promuovere la competitività delle
imprese. Si ravvisano ulteriori possibilità di potenziamento dei legami esistenti fra ricerca e sistema
produttivo nell’ambito di istituti quali gli incubatori d’impresa e i Poli di innovazione. Dal primo punto
di vista, si segnala che la rete di incubatori di impresa già esistente, comprendente fra gli altri
l’Acceleratore d’impresa del Politecnico di Milano, l’Incubatore delle Imprese Innovative del
Politecnico di Torino e il Techno Innovation Park South Tyrol (TIS), si è rafforzata negli ultimi anni
grazie all’implementazione di nuove iniziative. Si fa riferimento in questa sede all’Incubatore di
imprese dell’Università degli Studi di Torino, avviato nell’aprile del 2007, e all’Incubatore d’impresa
di Novara, divenuto operativo nei primi mesi del 2009. Per quanto riguarda il secondo aspetto, si
richiama l’istituzione, avvenuta nel 2009 da parte della Regione Piemonte, dei Poli di innovazione,
che raggruppano imprese e organismi di ricerca e sono focalizzati su ambiti settoriali specifici,
dall’Information & Communication Technology (Polo di innovazione ICT) alla componentistica per le
energie rinnovabili (Polo impiantistica sistemi e componentistica per le energie rinnovabili).
o Debole recepimento delle innovazioni ICT e insufficienti infrastrutture fisiche (mobili e della banda
larga) e tecnologiche:
Come evidenziato nell’analisi dei dati statistici di contesto, per tutta l’area interessata dal PO si
rileva un recente processo di progressivo apprendimento sull’utilizzo delle nuove tecnologie ICT,
oltre ad una infrastrutturazione dell’area maggiore rispetto al passato con riferimento alla
telecomunicazione in banda larga, con riferimento sia alle famiglie sia alle imprese e alle pubbliche
amministrazioni.
o Scarsa attenzione alla parità di genere:
Nel corso degli ultimi anni si è verificata una rinnovata attenzione nei confronti delle donne e, nello
specifico sul tema della conciliazione. Tale punto di debolezza, seppur ancora valido alla luce dei
dati statistici di contesto sopra illustrati, vede comunque qualche spazio di miglioramento. In
particolare, nel versante italiano a livello istituzionale sono stati siglati alcuni accordi a livello
nazionale e locale tesi a rafforzare le opportunità di conciliazione tra vita lavorativa e familiare. In
particolare, si fa riferimento a: l’Intesa sui criteri di ripartizione delle risorse, le finalità, le modalità
attuative nonché il monitoraggio del sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di
vita e di lavoro di cui al Decreto del Ministro per le pari opportunità del 12 maggio 2009 inerente la
ripartizione delle risorse del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per l’anno
2009; l’avviso comune, siglato il 7 marzo 2011 dal Ministero del lavoro e dalle parti sociali, sulle
“Azioni a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro”, con l’obiettivo primario di
sostenere la crescita dell’occupazione femminile.
- Tra i punti di debolezza individuati nel PO risultano invece peggiorati i seguenti aspetti:
o Difficoltà nel reperimento di manodopera specializzata per le imprese transfrontaliere:
Come evidenziato nell’analisi dei dati statistici di contesto con riferimento alla difficoltà di
reclutamento di manodopera specializzata, si evidenzia un generale peggioramento dei relativi
indicatori. Come già accennato, nel versante svizzero tra 2006 e 2011 è raddoppiata, mediamente,
la percentuale di casi in cui la copertura di posizioni vacanti con personale dotato di formazione
superiore universitaria e con formazione professionale superiore si è dimostrata, per le imprese
svizzere, difficile; minori difficoltà sono state riscontrate nelle ricerche di personale con formazione
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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di tipo scuola dell’obbligo e formazione professionale post-secondaria. Sul fronte italiano, gli
indicatori sulla difficoltà di reperimento rilevati per il 2010 nelle aree interessate dal PO risultano
superiori al risultato conseguito dal Nord-Ovest e dall’Italia nel suo complesso.
10. Riguardo alle opportunità individuate dal PO, si illustrano si seguito quelle che risultano più accentuate o
addirittura colte nel corso della programmazione e quelle che invece sembrano indebolitesi.
- In particolare, risultano migliorate o colte le seguenti opportunità:
o Valorizzazione delle potenzialità turistiche (anche al fine di attrarre maggiormente i flussi
internazionali) e sfruttamento dei margini di sviluppo ulteriore del settore (in particolare integrazione
lago montagna e cultura - ambiente rurale).
Nel 2015 si terrà a Milano EXPO sul tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”: tale evento, potrà
rafforzare le opportunità di sviluppo dell’area sfruttando il collegamento tra turismo, paesaggio e
agroalimentare, in linea con la tematica dell’evento.
o Politiche integrate per la rilevazione dei pericoli legati ai rischi di catastrofi naturali:
A fronte dei rischi connessi al verificarsi di catastrofi naturali nelle aree alpine transfrontaliere, nel
corso del tempo sono state sviluppate alcune esperienze di collaborazione che si ritiene utile
evidenziare. La Fondazione “Montagna Sicura”, promossa dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta,
dal Comune di Courmayeur, dal Soccorso Alpino Valdostano e dall’Unione Valdostana Guide di
Alta Montagna, ha, fra gli altri, il compito di gestire una Rete transfrontaliera sui rischi naturali in
montagna promuovendo anche la collaborazione di centri di ricerca e università europee. Ulteriori
esempi di politiche integrate e buone pratiche connesse alla rilevazione e gestione dei rischi
naturali sono ascrivibili alle opportunità di collaborazione offerte dai programmi attivati nell’ambito
dell’obiettivo Cooperazione territoriale europea. In primis, nel quadro del Programma di
Cooperazione transfrontaliera Italia-Francia 2007-2013 “Alcotra”, approvato con Decisione della
Commissione C (2007) 5716 del 29 novembre 2007, il progetto strategico “RiskNat – Gestione in
sicurezza dei territori di montagna transfrontalieri” si pone, fra gli altri, gli obiettivi di costituire una
piattaforma interregionale finalizzata allo scambio di esperienze e alla valorizzazione delle
informazioni disponibili sui rischi naturali, e di sviluppare metodologie di mitigazione e di previsione
del rischio ad alto contenuto tecnologico. Il progetto, al cui partenariato partecipano anche la
Regione Piemonte e la Regione Autonoma Valle d’Aosta in qualità di partner istituzionali e il
Cantone Vallese come partner aggiuntivo appartenente a un Paese terzo, prevede attività da
realizzarsi nel periodo 2008-2012 e attualmente ha realizzato alcuni risultati, fra i quali si possono
citare: l’attivazione di una prima versione di un geoportale interattivo fruibile online per prendere
visione di una molteplicità di dati cartografici e spaziali anche attraverso servizi WebGIS; la
realizzazione di studi di natura tecnica riguardanti la definizione di scenari di pericolosità dei
versanti alpini d’alta quota, con particolare riferimento alle Alpi piemontesi e valdostane. Infine, il
progetto “ClimChAlp” (Climate Change, Impacts and Adaptation Strategies in the Alpine Space),
conclusosi nel mese di marzo 2008 nell’ambito del Programma Interreg IIIB Spazio Alpino, ha visto
la partecipazione di 22 partner ad attività comprendenti, fra le altre, il perfezionamento delle
tecniche esistenti di monitoraggio dei versanti alpini finalizzate a prevenire i rischi di deterioramento
dei pendii generati dal cambiamento climatico e dallo scioglimento del permafrost. Fra i partner
della compagine progettuale si ricordano ARPA Piemonte, la Regione Autonoma Valle d’Aosta, la
Provincia Autonoma di Bolzano e l’Istituto Federale per lo Studio della Neve e delle Valanghe di
Davos (Cantone Grigioni).
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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o Esistenza di Programmi di cooperazione in ambito sanitario:
Con riferimento alla cooperazione in ambito sanitario, occorre ricordare che la Regione Lombardia
e il Cantone Ticino, vista l’Intesa già sottoscritta fra le due parti il 29 gennaio 2008, hanno firmato, il
26 ottobre 2009, un “Accordo operativo in materia di salute e di scienze mediche”, la cui efficacia è
prevista inizialmente per un periodo di due anni e si intenderà rinnovata tacitamente alla scadenza,
in mancanza di preavviso di disdetta. L’Accordo operativo dispone che la Regione Lombardia e il
Cantone Ticino si impegnino a sviluppare la loro collaborazione, in ambito sanitario,
“principalmente, ma non esclusivamente” nei settori della formazione continua, delle figure sanitarie
professionali e dei titoli corrispondenti, della ricerca e dell’innovazione, degli eventi epidemiologici,
delle medicine alternative e della pianificazione degli interventi da attivare in caso di
emergenze/urgenze sanitarie, anche di massa.
o Promozione di accordi sulla formazione:
Con riferimento alla promozione di accordi sulla formazione, la già menzionata Intesa fra Regione
Lombardia e Cantone Ticino sottoscritta il 29 gennaio 2008 prevede che le due Amministrazioni
sviluppino rapporti di collaborazione in una molteplicità di settori, fra cui quello della formazione.
L’articolo 1 specifica poi che sono considerati prioritari, nell’ambito dell’Intesa, i progetti che
interessano ambiti specifici, fra cui quelli volti a “promuovere programmi di interscambio culturale e
percorsi formativi” e “sviluppare iniziative di formazione professionale”.
o Introduzione di innovazioni tecnologiche per la PA:
Sul fronte dell’informatizzazione nella Pubblica Amministrazione e dei servizi disponibili online per i
cittadini, si rileva un significativo miglioramento della situazione in essere in entrambi i territori
italiano e svizzero. Per quanto riguarda l’Italia, si sta affermando un rapido processo di
digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, con particolare riferimento alle modalità di
comunicazione tra il cittadino e gli uffici pubblici (es. introduzione della Posta Elettronica Certificata
– PEC, della firma digitale, dei pagamenti on line, del sistema di trasmissione telematica dei
certificati di malattia, che entrerà definitivamente a regime a partire 13 settembre 2011, etc). Con
riferimento alla Svizzera, si segnala che tra aprile 2007 e dicembre 2010 è aumentata, passando
dal 21% al 70%, la quota dei 20 servizi “chiave” per i cittadini e le imprese fruibili attraverso il web
in modalità remota51. Tale sviluppo del processo di digitalizzazione della Pubblica amministrazione
svizzera è rilevato a livello europeo in uno studio comparativo commissionato dall’Unione europea
in materia di e-government e realizzato ogni due anni.
- Risultano invece evidentemente mancate o rimandate le seguenti opportunità:
o Recupero della via navigabile “Locarno - Milano” lungo il lago Maggiore, il fiume Ticino e il canale
industriale in un’ottica di integrazione paesaggistica, turistica e ambientale:
Attualmente la navigazione lungo l’intero itinerario in oggetto non è possibile; la Regione Lombardia
ha comunque proceduto al ripristino della navigazione nel tratto del fiume Ticino compreso fra il
lago Maggiore e la diga di Porto della Torre, nel territorio della provincia di Varese.
o Rafforzamento del ruolo delle reti/organizzazioni transfrontaliere già esistenti:
51 Fonte: Ufficio federale di Statistica.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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Le organizzazioni e reti transfrontaliere esistenti mantengono complessivamente compiti di studio,
approfondimento e informazione con riferimento alle tematiche concernenti le aree alpine. Si
evidenziano in particolare le difficoltà riscontrate dalla Regio Insubrica, comunità di lavoro che
coinvolge le Regioni Piemonte e Lombardia e il Cantone Ticino: l’attività della comunità risulterebbe
rallentata, probabilmente, anche a seguito delle divergenze ad oggi esistenti fra territori italiani e
svizzeri in materia fiscale, che verranno analizzate nel dettaglio nel prosieguo del commento
all’analisi SWOT.
11. Infine, con riferimento alle minacce individuate dal PO, si illustrano di seguito gli aspetti che risultano
affievoliti a vantaggio dell’attuazione del PO e quelli che invece escono rafforzati e pertanto devono essere
monitorati.
- In particolare risultano affievolite le seguenti minacce:
o Marginalizzazione delle aree coinvolte rispetto al rapido sviluppo dell’economia della conoscenza e
penalizzazioni legate alla scarsa informatizzazione:
Richiamando quanto accennato sopra con riferimento al punto di debolezza costituito dal debole
recepimento delle innovazioni ICT e insufficienti infrastrutture fisiche e tecnologiche, si ritiene che il
pericolo di marginalizzazione rispetto agli sviluppi dell’economia della conoscenza e delle
conseguenti penalizzazioni sia oggi diminuito. Non si riscontra, infatti, negli indicatori statistici sulla
società dell’informazione (disponibili su base regionale) un sostanziale gap delle regioni
transfrontaliere rispetto alla media nazionale. Da questo punto di vista si segnala in particolare la
performance della Provincia Autonoma di Bolzano, che evidenzia un valore superiore al dato
complessivo italiano con riferimento alla percentuale di famiglie dotate di accesso a internet (54%
contro 47% nel 2009); alla percentuale di persone di 6 anni o più dichiaranti di avere utilizzato
internet negli ultimi tre mesi (51% contro 42% nel 2009); alla percentuale di imprese con più di dieci
addetti dei settori industria e servizi che dispongono di un sito web (80% contro 59% nel 2009) e
alla percentuale di amministrazioni comunali dotate di connessione internet a banda larga (75%
contro 59% nel 2007).
o Conseguenze negative della globalizzazione su prodotti che non abbiano caratteristiche specifiche
di qualità o tipicità:
Tale minaccia parrebbe attenuata da un’esperienza progettuale attivata in Italia dai Ministeri
dell’Economia e delle Finanze, dell’Università e Ricerca, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare e delle Politiche Agricole e Forestali, e finanziato tramite il Fondo Integrativo Speciale,
strumento finanziario introdotto dall'art.1 comma 3 del D.lgs. 204/98 per l’attuazione del
Programma Nazionale per la Ricerca (PNR): si tratta del Progetto “FIMONT - Metodi e sistemi per
aumentare il valore aggiunto degli alimenti tradizionali ed a vocazione territoriale”. Il progetto,
avviato nell’ottobre 2006 e conclusosi a febbraio 2010 per un costo totale superiore ai 2 Mln €, ha
visto l’Ente Italiano della Montagna (EIM) e altri soggetti fra cui l’Università degli Studi di Milano e il
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) impegnati nel censimento e nella catalogazione di 2.500
prodotti agroalimentari tradizionali della montagna italiana, con la finalità di rilanciarne la visibilità e
promuoverne la valorizzazione e il riconoscimento da parte dei consumatori. Per l’individuazione
dei prodotti si è fatto riferimento agli elenchi di prodotti agroalimentari tradizionali individuati dalle
Regioni e dalle Province Autonome secondo le norme del decreto ministeriale 8 settembre 1999, n.
350; in questo ambito è stata realizzata la mappatura delle produzioni tradizionali che non fossero
già tutelate da marchi DOP (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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Protetta) e STG (Specialità Tradizionale Garantita), pervenendo ad un database dei prodotti
tradizionali della montagna che è accessibile via web. Sebbene questo intervento abbia avuto ad
oggetto l’intero territorio nazionale e non unicamente le aree alpine, si ritiene che i risultati del
progetto possano eventualmente generare anche per le aree interessate dal PO effetti positivi in
termini di rafforzamento della consapevolezza sulle produzioni alimentari di montagna esistenti, a
fronte delle spinte omologanti connesse alla globalizzazione.
- Risultano, invece, materializzatesi le seguenti minacce:
o Saturazione del settore turistico:
Con riferimento alle evoluzioni in atto nella struttura ricettiva di offerta dei territori interessati dal
PO, si rileva che, sul fronte italiano, la variazione percentuale media annua del numero di esercizi
turistici complessivi si è ridotta, nei primi anni del ciclo di programmazione, passando da un
+7,23% nel biennio 2005-2006 ad un +5,72% tra 2008 e 2009. Analogamente, il trend del numero
di posti letto disponibili nel periodo 2005-2009 vede un incremento complessivo dell’offerta, ma
decrescente: la variazione percentuale media annua del numero di letti per le aree di cooperazione
transfrontaliera nel biennio 2008-2009 si attesta a +0,34%, a fronte di un +5,62% registrato tra il
2005 e il 2006. Sul fronte svizzero si segnala, complessivamente, una variazione media annua
negativa, nel periodo 2005-2009, sia del numero di esercizi turistici complessivi, sia dei posti letto
disponibili. Tuttavia, mentre per i Cantoni Ticino e Vallese, emerge una generale difficoltà derivante
principalmente dal tasso di cambio che ha portato molti turisti a preferire le mete italiane e francesi,
per il Cantone Grigioni il trend è in ripresa: l’intervista al referente grigionese ha evidenziato che,
nonostante la crisi e il tasso di cambio, poiché tali zone vedono la presenza di località esclusive
frequentate da turisti agiati, il trend è in crescita e sta portando alla saturazione del settore.
Tabella 8. Variazione percentuale annua Esercizi turistici complessivi (2005-2009)
Province Variazione % Esercizi turistici complessivi
2005-2006
Variazione % Esercizi turistici complessivi
2006-2007
Variazione % Esercizi turistici complessivi
2007-2008
Variazione % Esercizi turistici complessivi
2008-2009
Biella 9,92% 8,33% 4,49% 8,59%
Novara 15,85% 6,60% 7,52% 9,47%
Verbano-Cusio-Ossola 1,37% 6,18% -0,55% 4,20%
Vercelli -0,56% 10,80% -0,51% 8,25%
Como 16,20% 4,14% 4,18% 6,63%
Lecco 7,85% 7,77% 15,32% 10,16%
Sondrio 2,77% -0,54% 3,39% 1,83%
Varese 11,99% 15,05% 12,50% 8,27%
Bolzano 0,47% 0,39% 0,01% -0,68%
Aosta 6,48% 2,27% -1,41% 0,51%
Media Italiana 7,23% 6,10% 4,49% 5,72%
Ticino -1,27% -0,81% -3,15% -2,87%
Grigioni -2,23% -0,10% -0,95% -1,64%
Vallese -3,52% -0,69% -1,22% 1,69%
Media svizzera -2,34% -0,53% -1,77% -0,94%
Media complessiva 5,02% 4,57% 3,05% 4,19%
Fonte: Dati province italiane: elaborazioni del Valutatore su dati Istat, Capacità degli esercizi ricettivi. Anno 2009. Dati Cantoni svizzeri: elaborazioni del Valutatore su dati Ufficio Federale di Statistica. Anno 2009.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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Tabella 9. Variazione percentuale annua Posti letto complessivi (2005-2009)
Province Variazione % Posti letto
2005-2006 Variazione % Posti letto
2006-2007 Variazione % Posti letto
2007-2008 Variazione % Posti letto
2008-2009
Biella 1,22% 0,05% 3,51% 0,57%
Novara 3,64% 2,97% 0,93% 0,27%
Verbano-Cusio-Ossola -3,29% 0,88% -0,65% -1,73%
Vercelli 0,57% 8,07% -2,54% 4,30%
Como 16,96% -3,11% 7,89% -2,00%
Lecco 26,29% -2,27% -9,42% -1,60%
Sondrio -0,32% -0,51% 2,21% 1,00%
Varese 8,69% 11,52% 2,80% 2,92%
Bolzano 0,73% 0,27% 1,28% -0,81%
Aosta 1,71% 0,93% 4,16% 0,44%
Media italiana 5,62% 1,88% 1,02% 0,34%
Ticino -0,33% -1,35% -2,00% -2,63%
Grigioni -3,59% -0,34% 0,44% 0,35%
Vallese -2,16% -0,59% -1,77% 2,86%
Media svizzera -2,02% -0,76% -1,11% 0,19%
Media complessiva 3,86% 1,27% 0,53% 0,30%
Fonte: Dati province italiane: elaborazioni del Valutatore su dati Istat, Capacità degli esercizi ricettivi. Anno 2009. Dati Cantoni svizzeri: elaborazioni del Valutatore su dati Ufficio Federale di Statistica. Anno 2009.
o Elevato costo (ambientale e finanziario) degli investimenti necessari per interventi infrastrutturali:
Con riferimento al costo degli investimenti infrastrutturali necessari a migliorare i collegamenti fra le
aree transfrontaliere, si ritiene opportuno riprendere le tematiche relative all’avanzamento dei
progetti della NFTA. Tali opere infrastrutturali comportano costi elevati: dal punto di vista
ambientale la costruzione del tunnel di base del Lötschberg ha provocato, come riportato nel
Rapporto sullo stato di avanzamento della NFTA relativo al secondo semestre 2010 a cura
dell’Ufficio Federale dei Trasporti, il cedimento di alcuni terreni circostanti in misura superiore e più
irregolare rispetto alle previsioni, in particolare nel villaggio di St. German (comune di Raron). Con
riferimento invece ai costi finanziari, l’Ufficio Federale dei Trasporti stima che i costi finali per la
realizzazione dei progetti della NFTA si attesterà a 18,7 miliardi di franchi svizzeri (a prezzi del
1998), con un aumento di 6,5 miliardi di franchi rispetto alla previsione di costo effettuata per le
opere in oggetto all’inizio dei lavori (1998).
o Possibili vincoli di ordine giuridico/amministrativo alla cooperazione transfrontaliera:
Per analizzare i vincoli di ordine giuridico posti alla cooperazione transfrontaliera si ritiene
opportuno fare riferimento ai risultati di un sondaggio promosso dalla Camera di commercio,
dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino (Cc-Ti) tra un campione di imprese
sue associate, avente ad oggetto la natura e le caratteristiche dei loro rapporti commerciali con
l’Italia. Il sondaggio è stato realizzato tra il 17 febbraio e il 16 marzo 2011 ed ha evidenziato che, tra
le 247 aziende rispondenti, il 64% di esse ha riscontrato, a seguito dell’inserimento della
Confederazione svizzera nelle “liste nere” italiane dei Paesi a fiscalità privilegiata, problemi
connessi ad un inasprimento dell’onerosità burocratica delle transazioni commerciali con partner
italiani. A questo proposito occorre ricordare che la Svizzera è inserita nelle black list italiane dal
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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1999, ma che recentemente il Governo italiano ha introdotto nuovi provvedimenti finalizzati alla
lotta all’evasione fiscale internazionale, fra cui il Decreto-legge 25 marzo 2010, n.40 (Decreto
Incentivi), convertito con Legge 22 maggio 2010, n.73. Il 72% delle imprese ticinesi rispondenti ha
rilevato che, in seguito all’irrigidimento della normativa fiscale, si è verificato un incremento delle
richieste di documentazione e di informazioni da parte degli operatori italiani, che ha generato, per
le imprese del Cantone, la necessità di sostenere maggiori costi amministrativi, la perdita di
contratti a seguito di disdetta da parte del cliente italiano o la rinuncia a stipulare contratti. Il 27%
delle imprese intervistate ha segnalato, inoltre, una perdita di fatturato associabile alle black list
italiane. Si ritiene interessante mettere in luce anche i riferimenti normativi a cui gli operatori
economici ticinesi ascrivono la maggiore onerosità burocratica e procedurale cui sono costretti ad
adempiere: si tratta, in ordine di importanza in termini di impatti per le aziende ticinesi, del già citato
Decreto Incentivi, della disciplina CFC (Controlled Foreign Companies) contenuta all’art.167 del
Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) e del Decreto-legge 31 maggio 2010, n.78,
relativamente alle condizioni poste per la partecipazione alle procedure di appalto delle imprese
con sede in un Paese a fiscalità privilegiata. Complessivamente, la realizzazione dell’indagine ha
consentito di rilevare che l’inclusione della Confederazione svizzera nelle black list starebbe
determinando, per gli operatori economici ticinesi, effetti connessi alla perdita di competitività e alla
necessità di rinunciare a contratti e a opportunità commerciali.
Ulteriori vincoli, di natura normativa, che possono essere potenzialmente di ostacolo alla
cooperazione transfrontaliera, si rilevano con riferimento al tema del ristorno delle imposte alla
fonte pagate dai frontalieri attivi in Ticino. La Convenzione bilaterale sulla doppia imposizione,
approvata da Italia e Svizzera il 9 marzo 1976 ed entrata in vigore il 27 marzo 1979, prevede infatti
che le tasse pagate dai lavoratori italiani in Svizzera siano restituite ai comuni di residenza nella
misura del 38,8%, contro il 12,5% riconosciuto nel caso dei frontalieri austriaci. Queste divergenze
in materia fiscale sono state recentemente all’origine di tensioni culminate nella decisione, presa
dal Governo ticinese a fine Giugno 2011, di bloccare temporaneamente il versamento di metà dei
ristorni del 2010 a favore dei comuni italiani frontalieri, in attesa dell’avvio di trattative per la
revisione della Convenzione sulla doppia imposizione.
Infine, risulta opportuno richiamare gli effetti delle misure di ritorsione adottate dal Cantone Ticino
in risposta all’introduzione, in Italia, dello scudo fiscale: tali provvedimenti si sono sostanziati, a
Dicembre 2009, in un blocco delle procedure di istruttoria avviate con riferimento ai PIT e ai progetti
ordinari della seconda finestra valutativa, e sono stati rimossi in seguito alla scadenza dello scudo
fiscale, avvenuta a fine Aprile 2010.
o Non appartenenza della Svizzera all’UE (rapporti bilaterali compensano solo in parte):
Da questo punto di vista si rileva che la non appartenenza della Svizzera all’UE ha inciso in fase di
selezione dei progetti. In particolare, con riferimento alla seconda call, il criterio di selezione relativo
alla coerenza della proposta progettuale con le priorità della Nuova Politica Regionale (NPR)
svizzera ha determinato, in alcuni casi, la mancata ammissione a finanziamento di progetti giudicati
positivamente dagli Organismi di valutazione italiani. Particolare attenzione alla rispondenza dei
progetti presentati con gli orientamenti della NPR è stata manifestata, in sede di istruttoria, dal
Cantone Ticino, che tuttavia nel corso dell’intervista ha ritenuto di sottolineare che per la
realizzazione futura della NPR si dovrà operare in diversi ambiti tra i quali è compresa la
collaborazione transfrontaliera ed il suo utilizzo a favore dello sviluppo regionale.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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- Inoltre, con riferimento alla minaccia di “Rischio di isolamento e di chiusura economica”, possono
essere fatte alcune considerazioni:
o Dalle interviste con i referenti cantonali e, nello specifico, con il Cantone Ticino risulta che, a
seguito della crisi economica e finanziaria degli ultimi anni, che ha colpito principalmente le fasce
più deboli della popolazione, il consenso dei cittadini del confine svizzero si è spostato verso partiti
più populisti e si è verificata una sorta di “chiusura” della popolazione e la diminuzione della
sensibilità alla cooperazione.
o Tuttavia, va sottolineato come l’evento EXPO possa costituire un’opportunità non solo per
l’economia elvetica, ma anche anche per uscire da atteggiamenti protezionistici. Nel Cantone
Ticino è stata stimolata da aprile 2011 la creazione di una piattaforma che riunisce i rappresentanti
cantonali, dei comuni e delle camere di commercio per stimolare riflessioni ed idee progettuali. Nel
Cantone Grigioni si sta lavorando sui temi inerenti l’ambiente e i trasporti (in particolare i
collegamenti con Milano, Brescia e Bolzano), per proporre iniziative che possono avere effetti
positivi per l’economia grigionese. Sembra, invece, meno organizzato il Cantone Vallese, che
prevede comunque un coordinamento cantonale con il gruppo S. Gottardo.
1.2.2 Rilevanza della strategia rispetto alle evoluzioni del contesto
12. Si propone di seguito una sintesi delle principali valutazioni esprimibili in merito alla coerenza fra la strategia
del PO e gli sviluppi intervenuti nel contesto di riferimento. Il quadro complessivo, che per ciascun Asse,
Obiettivo Operativo e Attività dà evidenza della rispondenza ai fattori dell’analisi SWOT, è riportato
all’Allegato 2.
- Con riferimento alle tematiche oggetto dell’Asse I, “Ambiente e Territorio”, non si rileva la presenza di
modifiche sostanziali rispetto a quanto emerso in sede di descrizione di contesto preliminare al ciclo
attuale di programmazione, pertanto la validità della strategia può ritenersi confermata. Tuttavia, si
ritiene necessario sottolineare alcuni aspetti.
o Parte dei fattori evidenziati nell’analisi SWOT hanno una natura strutturale: si fa riferimento a tal
proposito alla ricchezza del patrimonio naturale e ambientale dell’area transfrontaliera e alla
presenza di rischi connessi all’orografia del territorio. Si ribadisce, quindi, la validità della strategia
riguardante la gestione congiunta dei rischi naturali, anche alla luce dei dati sull’ambiente riportati
nell’analisi del contesto e delle nuove opportunità offerte dalle iniziative di cooperazione sui rischi.
Tali ambiti sono coperti dalle attività I.1.1 “Attività di analisi e interventi per la gestione degli effetti
dei cambiamenti climatici”, I.1.2 “Promozione di attività di comunicazione e informazione alle
popolazioni” e I.1.3 “Scambio, condivisione e interventi connessi all’analisi, monitoraggio e gestione
del rischio e delle emergenze”.
o Si conferma la validità della strategia sulla salvaguardia della biodiversità, che è valorizzata dalla
propensione del territorio alla valorizzazione delle proprie risorse naturali e culturali e che si
sostanzia nell’attività I.2.1 “Interventi di tutela della biodiversità”.
o Con riferimento all’attività I.2.2 “Definizione di politiche ed interventi di pianificazione congiunta,
gestione del territorio e sostenibilità ambientale”, il giudizio sulla sua rilevanza rispetto
all’evoluzione del contesto di riferimento è positivo, in quanto gli interventi finanziati in tale ambito
agiscono su fenomeni che risultano confermati dall’analisi di contesto aggiornata, quali la spinta
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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verso l’abbandono e la marginalizzazione di alcune aree di alta montagna52 e l’eccessiva
edificazione del territorio.
o Per quanto riguarda le attività I.2.3 “Interventi e progetti per la produzione di energia da fonti
rinnovabili ed il risparmio energetico” e I.2.4 “Studi sugli effetti dell’inquinamento e progetti di
risanamento”, l’aggiornamento dei dati ambientali ha condotto a rilevare, nel complesso, trend
virtuosi e buone pratiche verso un incremento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili,
una riduzione di consumi energetici (perlomeno nelle zone di cooperazione transfrontaliera italiane)
e un miglioramento di alcuni indicatori riferiti all’inquinamento dell’aria nelle aree urbane. Si
ribadiscono in questo caso l’importanza e l’attualità dell’impianto strategico del PO, in relazione alla
centralità dei temi riguardanti l’energia nell’economia contemporanea e alla sussistenza di una
situazione di ancora grave inquinamento dell’aria nei principali centri urbani della zona
transfrontaliera.
- Negli ambiti oggetto dell’Asse II “Competitività” le evoluzioni positive riscontrate nei primi anni di
implementazione del Programma fanno riferimento ad un rafforzamento della vocazione turistica e della
collaborazione fra operatori turistici nei territori interessati dal PO, ad un potenziamento dei
collegamenti fra università, centri di ricerca e imprese e ad un minor pericolo di marginalizzazione delle
aree transfrontaliere rispetto alle innovazioni introdotte dall’economia della conoscenza. Viceversa,
sono peggiorati gli aspetti legati ai rischi di saturazione del settore turistico, alle opportunità di
sfruttamento dei vantaggi connessi all’apertura di nuove vie di comunicazione e ai costi degli interventi
per migliorare e ampliare le infrastrutture dei trasporti. Pertanto, si rileva che:
o Le attività II.1.1 “Iniziative per l’integrazione dell’offerta turistica”, II.1.2 “Interventi per la
valorizzazione delle risorse del territorio” e II.1.3 “Iniziative di analisi, informazione e promozione
integrata” appaiono coerenti e attuali rispetto agli sviluppi del contesto, in quanto potenzialmente in
grado di favorire l’afflusso di nuovi turisti nelle zone alpine coinvolte nel PO, contro i rischi di
saturazione dell’offerta ricettiva e di rallentamento della crescita del settore che si è rilevata in
alcune aree, anche a partire dalle lessons learned delle iniziative di collaborazione già avviate tra i
due versanti.
o Risultano particolarmente rilevanti anche le attività II.3.1 “Interventi per l’integrazione dei servizi di
trasporto sostenibili, passeggeri e merci” e II.3.3 “Analisi degli effetti territoriali e socioeconomici
delle grandi opere in fase di realizzazione”. Il territorio oggetto del Programma, infatti, risulta
caratterizzato da un’ancora insufficiente infrastrutturazione dei trasporti e da esperienze di
coordinamento fra servizi di trasporto italiani e svizzeri che presentano buoni margini di
miglioramento, in particolare dal punto di vista dell’efficacia, dell’efficienza e della sostenibilità
ambientale. La validità strategica dell’obiettivo operativo connesso alle reti e servizi del settore
trasporti appare dunque confermata, anche alla luce dei crescenti flussi di pendolari frontalieri
diretti in particolar modo nel Cantone Ticino.
o Positivo è anche il giudizio riguardante l’attualità della strategia con riguardo all’obiettivo operativo
II.2 “Incentivare la cooperazione tra PMI dei due versanti, promuovendo in particolare la
cooperazione nell’ambito della ricerca e dell’innovazione”, anche alla luce delle iniziative volte a
rafforzare le reti dell’innovazione che si sono sviluppate nell’area. Le minacce, ancora presenti, che
52 Fonte: Rapporto “Analisi delle trasformazioni sociali ed economiche che hanno caratterizzato il territorio montano lombardo nell’arco degli ultimi trent’anni”, IREALP, Dicembre 2009.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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le attività connesse a tale obiettivo possono contribuire ad attenuare comprendono la scarsa
attrattività del territorio per imprese provenienti dall’esterno, l’importazione di innovazione e il
rischio di isolamento e di chiusura economica.
- Rispetto all’Asse III “Qualità della vita”, le principali evoluzioni migliorative riscontrate nei primi anni di
implementazione del Programma fanno riferimento, in sintesi, ad un maggiore recepimento e utilizzo
delle ICT anche nell’ambito della Pubblica amministrazione e alla promozione di accordi transfrontalieri
riguardanti la formazione e la collaborazione in campo sanitario. Per contro, appaiono più severe,
rispetto al passato, le difficoltà di reperimento di manodopera specializzata soprattutto sul fronte
svizzero; inoltre, si rilevano una perdita di opportunità con riferimento al rafforzamento del ruolo delle
organizzazioni o reti transfrontaliere già esistenti e il manifestarsi di ostacoli alla cooperazione
specialmente nell’ambito della legislazione tributaria. Pertanto, si segnala quanto segue:
o Gli interventi compresi negli obiettivi operativi III.3 “Promuovere una maggiore integrazione in
ambito formativo e del mercato del lavoro” e III.4 “Rafforzare i processi di cooperazione in ambito
sociale e istituzionale” sembrano potenzialmente in grado di contrastare le evoluzioni in senso
negativo riscontrate in sede di aggiornamento dell’analisi SWOT. In particolare, l’attività III.3.1
“Attività di formazione per lo sviluppo coordinato delle risorse umane” risulta funzionale a
promuovere l’istruzione e l’alta specializzazione del capitale umano. In più, la cooperazione fra
territori transfrontalieri italiani e svizzeri è incentivata dagli interventi a valere sulle attività III.3.2
“Interventi per favorire l’incontro domanda/offerta di lavoro”, III.4.1 “Sostegno alla cooperazione in
ambito culturale, istituzionale e nella gestione delle emergenze” e III.4.3 “Interventi per la
promozione della parità di genere”. La validità della strategia nell’ambito dell’Asse III risulta quindi
confermata con particolare riguardo agli obiettivi operativi III.3 e III.4.
o Nonostante la maggiore informatizzazione e l’incrementato utilizzo delle tecnologie ICT riscontrati
nelle aree interessate dal PO, si ribadisce l’attualità della strategia in questo ambito, in quanto in
grado di generare benefici rispetto ai rischi di marginalizzazione delle aree di montagna e di
isolamento connessi alla scarsa accessibilità di alcune aree e all’orografia del territorio. Si fa
riferimento a tal proposito all’obiettivo operativo III.2 “Rafforzare le iniziative integrate di
informazione e comunicazione ai cittadini e incentivare una maggiore diffusione delle ICT”.
1.3 Analisi della validità degli strumenti attivati
1.3.1 Analisi dei primi risultati del Programma
13. L’avanzamento del Programma riscontrato nell’annualità 2010 consente, ad oggi, di effettuare una prima
valutazione dei risultati generati dagli interventi finanziati, mentre non sembra ad oggi possibile, alla luce
dello stato di attuazione del PO, analizzare gli impatti degli interventi sul contesto socioeconomico di
riferimento in relazione ai trend delle variabili di contesto nell’area transfrontaliera, a livello nazionale ed
europeo. Si ritiene infatti possibile procedere all’elaborazione di un giudizio in merito soltanto a fronte di un
grado di avanzamento maggiore del Programma di cooperazione. La valutazione si limiterà pertanto a
proporre un collegamento, di natura qualitativa, fra la performance fisica del Programma e l’aggiornamento
delle variabili di contesto.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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14. L’annualità 2010 ha visto un sostanziale avanzamento del PO per molteplici ragioni. Dal punto di vista
finanziario, nel corso del 2010 l’ammissione a finanziamento dei progetti ordinari della seconda finestra
valutativa e dei PIT ha dato un deciso impulso al contributo pubblico impegnato di parte italiana, il cui
ammontare è passato in un anno da poco più di 45 a 71 milioni di euro (+57% sull’impegnato a fine 2009). Al
contempo, si è verificato un incremento del 42% della spesa rendicontata dai soggetti beneficiari e in seguito
certificata. Dal punto di vista dell’avanzamento fisico degli interventi, la progressione degli indicatori di
risultato riscontrata attraverso l’analisi delle schede di monitoraggio fisico è ascrivibile in primo luogo ai
progetti ordinari della prima finestra valutativa, che nel corso del 2010 sono entrati nel vivo delle attività, e in
misura molto minore ai progetti strategici. Di seguito si fornisce una prima descrizione degli effetti generati
dagli interventi in relazione agli sviluppi del contesto socioeconomico, articolati per Asse prioritario del
Programma.
15. Con riferimento all’Asse I, “Ambiente e Territorio” l’analisi dei primi risultati degli interventi finanziati non
evidenzia una incidenza rilevante sulle variabili socio-economiche dell’area:
- Il grado di avanzamento migliore degli indicatori di risultato si rileva con riferimento all’integrazione del
comparto agroforestale: a fine 2010 in tale ambito cooperavano, grazie agli aiuti del Programma, 34
imprese contro un target di 20 da PO; inoltre, di tali imprese, otto risultavano certificate (a fronte di un
valore target di quattro). Tali risultati sono considerati utili per il perseguimento dell’opportunità,
evidenziata nell’analisi SWOT, relativa alla promozione dei marchi di tutela in ambito agricolo, e per il
contrasto dei rischi di abbandono delle coltivazioni tradizionali e della zootecnia.
- Rispetto alla tematica della gestione e salvaguardia delle risorse ambientali, gli interventi finanziati
hanno generato un numero di interventi in aree di pregio dal punto di vista naturalistico superiore alle
attese di Programma. Il relativo indicatore, infatti, presentava a fine 2010 un rapporto realizzato/target
del 257%. Le azioni attivate sinora dai soggetti beneficiari, quindi, sembrano poter incidere sulla
valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche del territorio e sulla tutela della biodiversità.
- La necessità di fornire strumenti per l’analisi e il monitoraggio dei rischi idrogeologici e valanghivi
delle aree alpine ha trovato riscontro, nell’ambito del Programma, nell’avanzamento di tre indicatori di
risultato: “Popolazione adulta raggiunta dalle operazioni di informazione e di sensibilizzazione
(realizzato/target dell’80%), “Operatori coinvolti nell’attività di formazione e degli scambi”
(realizzato/target pari al 78%) e “Sistemi di monitoraggio e previsione dei rischi naturali”
(realizzato/target del 60%). Altri indicatori, fra cui “Comuni interessati dagli interventi di messa in
sicurezza su comuni totali” e “Dispositivi di allarme e intervento comune” presentano un grado di
avanzamento ancora ridotto o nullo. I risultati comunicati appaiono quindi potenzialmente in grado di
favorire una migliore gestione dei rischi naturali; si ritiene però che l’incidenza dei risultati degli
interventi finanziati potrà essere meglio valutata in presenza di un livello di avanzamento degli indicatori
più omogeneo.
- Gli indicatori “Comuni interessati dai progetti di pianificazione congiunta su comuni totali”, “Capacità
addizionale di produzione di energia rinnovabile” e “Riduzione di gas serra” presentano un livello di
avanzamento molto contenuto o nullo. In particolare, il primo indicatore è caratterizzato da un rapporto
realizzato/target da PO del 15%, mentre risultano nulli gli effetti attualmente generati dagli interventi
rispetto alla produzione di energia da fonti rinnovabili e alle emissioni di gas serra. Il PO non sembra,
quindi, aver impattato positivamente su fenomeni che conoscono, nell’area transfrontaliera,
un’evoluzione positiva evidentemente scollegata dalla cooperazione territoriale Italia-Svizzera.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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16. Nel corso dell’analisi dei primi risultati degli interventi finanziati nell’ambito dell’Asse II “Competitività”,
finalizzato a promuovere l’attrattività dell’area transfrontaliera dal punto di vista turistico, economico e
produttivo e dei trasporti, emerge quanto segue:
- Tutti gli indicatori di risultato concernenti la cooperazione tra PMI dei due versanti nell’ambito della
ricerca e dell’innovazione denotano un livello del realizzato superiore al valore target previsto in sede di
programmazione. A questo proposito si fa riferimento agli indicatori “Imprese che cooperano grazie agli
aiuti del Programma (realizzato/target superiore al 1000%), “Imprese che adottano eco-innovazioni”
(realizzato/target del 560%), “Numero di Centri di ricerca e/o di Università che cooperano con le
imprese grazie agli aiuti del Programma” (realizzato 43 rispetto ad un valore previsto di 10). Sebbene i
target posti dal PO con riferimento a questi indicatori di risultato siano probabilmente sottodimensionati,
i risultati comunicati dai beneficiari si ritengono rilevanti ai fini di una maggiore espansione delle reti di
imprese nell’area transfrontaliera e dello sfruttamento delle potenzialità di collaborazione esistenti tra
aziende e università.
- Un avanzamento marcato è stato riscontrato anche con riguardo agli indicatori sulle reti e sistema
dei trasporti. In particolare, i tempi di percorrenza risultano diminuiti del 30% a fronte di un target da
PO del 5%, mentre i servizi di trasporto transfrontalieri riorganizzati hanno visto un incremento
dell’utenza pari al 19% contro un valore previsto del 5%. L’indicatore “Utenti dei servizi di trasporto
transfrontalieri istituiti”, invece, presenta un rapporto realizzato/target del 39%. I primi due risultati, per
quanto influenzati dalla presenza di target da PO apparentemente sottostimati, danno evidenza da un
lato degli ampi margini di miglioramento che caratterizzano oggi il sistema dei trasporti nell’area
transfrontaliera, e dall’altro dell’interesse mostrato dall’utenza verso interventi di integrazione e
completamento dei servizi di trasporto. Tali considerazioni, comunque, non impediscono di rilevare che
gli interventi finanziati non appaiono attualmente in grado di generare impatti diffusi nell’area interessata
dal PO, che risulta ancora caratterizzata da una condizione di insufficienza delle infrastrutture di
trasporto e da esperienze di coordinamento fra trasporti italiani e svizzeri isolate, per quanto rilevanti.
- Risultati più contenuti sono emersi sul tema del turismo, con riguardo agli indicatori “Pacchetti turistici
tematici creati” (realizzato/target del 15%), “Fruitori dei pacchetti turistici” (realizzato/target pari al 53%),
“Strutture che adottano sistemi di gestione certificata” (realizzato pari a 6 a fronte di un dato previsto di
40) e “Comuni interessati dai pacchetti turistici su comuni totali” (realizzato del 3,6% contro un target del
15%). La totalità di tali indicatori è riconducibile alla Misura 2.1 e all’obiettivo operativo legato
all’integrazione dell’offerta turistica transfrontaliera. Da questo punto di vista, il ridotto avanzamento
degli indicatori di risultato sconta, come altri indicatori del PO, alcune difficoltà incontrate dai soggetti
beneficiari nella comprensione e nel recepimento delle corrette modalità di calcolo, che li hanno condotti
a valorizzare, nelle schede di monitoraggio fisico dei progetti, esiti degli interventi non coerenti con le
definizioni degli indicatori di risultato fornite dalle Amministrazioni. In tali casi, i valori di dubbia
interpretazione sono stati esclusi dal calcolo degli indicatori. In conclusione, non sembra che l’attuale
stato di avanzamento degli interventi possa aver determinato effetti rilevanti sull’offerta turistica o
sull’afflusso di turisti nell’area transfrontaliera, né sulle evoluzioni del settore turistico riscontrate in sede
di aggiornamento dell’analisi di contesto. Si ritiene comunque che impatti decisamente più significativi
potranno essere rilevati in futuro, con l’ulteriore avanzamento dei progetti.
17. Con riferimento ai risultati raggiunti nell’ambito dell’Asse III, “Qualità della vita” e, in particolare, ai relativi
indicatori del PO, si osserva quanto segue:
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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- Per quanto riguarda le opportunità di valorizzazione del tessuto e del patrimonio culturale
dell’area di cooperazione, va rilevato che i risultati ottenuti in termini di partecipanti agli eventi culturali
(118.513 partecipanti rispetto ai 1.000 previsti), di operatori e istituzioni culturali che cooperano nell’area
(714 rispetto ai 5 previsti) e di interventi in aree ad alta valenza paesaggistica e storico-culturale (156
rispetto ai 4 previsti) sono di gran lunga superiori alle attese del PO; benché i valori target di tali
indicatori siano stati evidentemente sottostimati, tale andamento contribuisce comunque ad aumentare
l’interesse del territorio per una gestione integrata del patrimonio culturale e per il rafforzamento
dell’identità transfrontaliera, che si concretizza ad esempio nelle candidature UNESCO e la cui
realizzazione trova un contributo nei interventi finanziati nell’ambito del PO.
- Con riferimento alla diffusione delle ICT, invece, il PO non contribuisce alla raggiungimento degli
obiettivi di accessibilità: gli indicatori dedicati, infatti, sono ancora pari a zero, in quanto si tratta di
progetti per cui non è ancora registrato alcun avanzamento. Considerata l’aumentata propensione del
territorio all’utilizzo delle ICT, si ritiene che il PO possa contribuire positivamente sia a sensibilizzare e
ad alfabetizzare la popolazione sia alla creazione di servizi telematici, specie nelle zone marginali, e di
conseguenza ad accrescere il ricorso all’informatica nell’area di cooperazione.
- Per quanto riguarda le iniziative rivolte all’integrazione dei servizi di formazione e lavoro, si denota
una forte incidenza degli indicatori relativi alle imprese e ai lavoratori che accedono ai servizi creati per
l’integrazione del mercato del lavoro: le imprese sono 250 sulle 120 previste, i lavoratori 30.000 rispetto
ai 200 previsti. Per quanto riguarda il tema della formazione, invece, ad oggi risulta valorizzato solo
l’indicatore relativo al numero di scuole coinvolte (4 rispetto alle 10 previste); non vi sono ancora
evidenze, invece, in merito agli studenti coinvolti negli scambi tra scuole e ai partecipanti ai percorsi
formativi transfrontalieri, in quanto si riferiscono a iniziative per cui non è ancora registrato alcun
avanzamento. Pertanto, ad oggi è possibile effettuare una valutazione solo sull’incidenza della
performance del PO sulle variabili inerenti il mercato del lavoro: la performance positiva ha immediata
evidenza sull’aumento del flusso dei lavoratori transfrontalieri; tuttavia, considerate le difficoltà di
reperimento della manodopera nel mercato del lavoro, si ritiene che le iniziative di integrazione sul
mercato del lavoro debbano comunque essere accompagnate da progetti di formazione in linea con le
competenze richieste sull’area.
- Infine, con riferimento al tema della cooperazione socio-istituzionale, i risultati sono positivi.
Dall’analisi degli indicatori emerge un buon andamento della cooperazione, in termini di soggetti che
consolidano precedenti rapporti collaborativi (11 su 16 previsti). Una performance ancora più positiva è
offerta dall’analisi dei dati sulla cooperazione socio-sanitaria: il numero di utenti di tali progetti è pari a
quasi 10 volte quello previsto (2.730 su 280), con particolare riferimento ai minori (2.060) e alle donne
(300); minore attenzione sembra riposta agli immigrati (60, ma comunque su una previsione di 50
individui) e ai disabili (ancora nullo). Questi dati da un lato confermano la scarsa attenzione del PO alle
tematiche relative alle pari opportunità di genere e di uguaglianza, anche in termini di target previsti,
dall’altro però provano l’interesse del territorio per la cooperazione socio-sanitaria già rilevata nell’analisi
SWOT.
18. In definitiva, pur tenendo conto delle dimensioni del Programma, si ritiene che le progettualità finanziate dal
PO ad oggi abbiano comunque contribuito all’evoluzione delle caratteristiche socioeconomiche del territorio
di riferimento.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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1.3.2 Focus sul ruolo dei progetti strategici
19. I progetti strategici nascono come strumenti privilegiati a supporto della strategia del Programma Operativo
di Cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013, per molteplici ragioni. Tali interventi sono stati
ideati, infatti, con l’obiettivo di affrontare aspetti trasversali nelle aree transfrontaliere e di generare ricadute
su un territorio geograficamente esteso, amplificando così la portata dei benefici attivati dal PO con riguardo
allo sviluppo socio-economico dei territori interessati. Inoltre, gli interventi strategici si caratterizzano per
essere stati individuati e promossi dalle Amministrazioni corresponsabili del PO. Si riportano di seguito le
principali fasi in cui si è articolato il processo di formulazione delle proposte progettuali e della successiva
ammissione dei progetti a finanziamento:
- Le prime ipotesi di interventi strategici sono state avanzate nel corso delle riunioni dei Tavoli tematici di
confronto tra partner italiani e svizzeri costituiti in sede di concertazione tra gli attori istituzionali
preliminare alla stesura del Programma e finalizzata ad elaborarne obiettivi specifici, obiettivi operativi e
linee di intervento da attivare. A tali Tavoli tematici hanno partecipato due o tre rappresentanti per ogni
Amministrazione corresponsabile.
- Nella seduta del 14 marzo 2008 il Comitato di Sorveglianza ha determinato le tematiche strategiche su
cui gli interventi strategici avrebbero insistito, gli obiettivi specifici e la relativa dotazione finanziaria. I
temi prioritari di riferimento per la definizione dei progetti strategici sono elencati di seguito:
o Misura 1.1: Rischi naturali e cambiamento climatico;
o Misura 1.2: Trasporto merci pericolose;
o Misura 2.1: Turismo transfrontaliero;
o Misura 2.3: Integrazione dei servizi di trasporto passeggeri e merci;
o Misura 3.1: Valorizzazione dei beni immateriali dell’area transfrontaliera;
o Misura 3.2: Realizzazione di una piattaforma tecnologica alpina.
- Infine, le proposte progettuali puntuali sono state elaborate da sei Gruppi di lavoro a cui hanno
partecipato rappresentanti di tutte le Amministrazioni corresponsabili e che hanno promosso la
candidatura di cinque progetti strategici, rinunciando all’intervento relativo all’integrazione dei servizi di
trasporto passeggeri e merci.
- I progetti strategici presentati sono stati ammessi a finanziamento nel corso delle sedute del Comitato di
Pilotaggio del 29 luglio e del 14 ottobre 2009. In particolare, il 29 luglio 2009 è stato approvato il
progetto “E.CH.I. – Etnografie italo svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale”, finanziato
sulla Misura 3.1. Nella sessione del Comitato di Pilotaggio del 14 ottobre dello stesso anno sono stati
ammessi a finanziamento i restanti quattro interventi: “Strada – Strategie di adattamento ai cambiamenti
climatici per la gestione dei rischi naturali” (Misura 1.1), “DESTINATION - Conoscere il trasporto delle
merci pericolose come strumento di tutela del territorio” (Misura 1.2), “VETTA - Valorizzazione delle
Esperienze e dei prodotti Turistici Transfrontalieri delle medie e Alte quote” (Misura 2.1) e “P.T.A. –
Piattaforma Tecnologica Alpina: uno strumento transfrontaliero per la condivisione di infrastrutture e
servizi” (Misura 3.2). Il contributo pubblico totale di parte italiana approvato con riferimento ai cinque
interventi strategici ammonta complessivamente a 12.921.952 euro, pari al 15% della dotazione
finanziaria dei tre Assi Operativi del PO. Invece il costo totale dei progetti, comprensivo di contributo
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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pubblico e autofinanziamento relativi a entrambi i fronti, italiano ed elvetico, è pari a 14.866.194 euro. Si
riportano nella tabella che segue alcune informazioni relative ai progetti strategici approvati.
Tabella 10. Progetti strategici approvati per Asse, Misura, obiettivo operativo, tipologia di azione
prevalente e linea di azione secondaria
Progetto Asse Misura Obiettivo operativo Tipologia di azione prevalente Linee di azione secondaria
STRADA - Strategie di adattamento ai cambiamenti climatici per la gestione dei rischi naturali
I 1.1 Incentivare una gestione congiunta dei rischi naturali (geologici, idraulici e valanghivi) ed ambientali (ecologici)
1.1.1 Attività di analisi e interventi per la gestione degli effetti dei cambiamenti climatici
1.1.2 Promozione di attivita' di comunicazione e informazione alle popolazioni 1.1.3 Interventi di scambio e condivisione connessi all'analisi, monitoraggio e gestione del rischio e delle emergenze
DESTINATION - Conoscere il trasporto delle merci pericolose come strumento di tutela del territorio
I 1.2 Salvaguardare, gestire e valorizzare le risorse ambientali
1.2.2 Definizione di politiche ed interventi di pianificazione congiunta e gestione del territorio
1.1.3 Interventi di scambio e condivisione connessi all'analisi, monitoraggio e gestione del rischio e delle emergenze
VETTA - Valorizzazione delle Esperienze e dei prodotti Turistici Transfrontalieri delle medie e Alte quote
II 2.1 Sviluppare l’integrazione dell’area turistica transfrontaliera, promuovendo la creazione di un’immagine univoca e un sistema di offerta che valorizzi le peculiarità locali
2.1.1 Iniziative per l'integrazione dell'offerta turistica dei territori
2.2.1 Interventi per migliorare le prestazioni ambientali delle attività produttive e la diffusione di sistemi di certificazione ambientale ed energetica
E.CH.I. - Etnografie italo svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale
III 3.1 Rafforzare l’identità comune attraverso la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale
3.1.1 Interventi per salvaguardare, valorizzare e promuovere il paesaggio ed il patrimonio storico e culturale
3.1.2 Sostegno al confronto culturale ed alla mobilità degli operatori culturali 3.1.3 Interventi innovativi per la promozione culturale e l'occupazione
P.T.A. - PIATTAFORMA TECNOLOGICA ALPINA: uno strumento transfrontaliero per la condivisione di infrastrutture e servizi
III 3.2 Rafforzare le iniziative integrate di informazione e comunicazione ai cittadini e incentivare una maggiore diffusione delle Information and Communication Technology (ICT)
3.2.1 Sostegno alla diffusione delle ICT attraverso un approccio multi-piattaforma
3.4.1 Sostegno alla cooperazione in ambito culturale, istituzionale e nella gestione delle emergenze
Fonte: G.E.FO.
20. Ai fini della valutazione della coerenza fra le tematiche affrontate dai progetti strategici e l’evoluzione del
contesto di cui tiene conto l’aggiornamento dell’analisi SWOT, si è proceduto a verificare le potenzialità di
impatto degli interventi finanziati su punti di forza, punti di debolezza, opportunità o minacce dell’area
interessata dal PO. Di seguito si illustrano per singolo intervento strategico, le principali riflessioni alla base
della valutazione, rinviando all’Allegato 3 per l’allineamento strategico fra gli elementi sopra menzionati.
- “STRADA - Strategie di adattamento ai cambiamenti climatici per la gestione dei rischi naturali“(ID
10371286): il progetto è focalizzato su attività di studio, analisi e formulazione di strategie e linee guida
per affrontare i cambiamenti climatici, con particolare riguardo ai temi delle risorse idriche e del dissesto
idrogeologico. Nel primo ambito l’intervento prevede azioni per ottimizzare le politiche di regolazione dei
livelli delle acque del Lago Maggiore e del Lago di Lugano e per migliorare la gestione delle sorgenti di
montagna. Il tema del dissesto idrogeologico, invece, è sviluppato tramite l’analisi statistica di valanghe
di piccole e medie dimensioni finalizzata anche a prevedere opportune strategie di mitigazione del
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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rischio, e la caratterizzazione delle precipitazioni estreme nell’area transfrontaliera. L’impianto strategico
del progetto appare quindi funzionale a perseguire obiettivi molteplici, fra cui:
o Ricco patrimonio ambientale legato al sistema alpino e, in particolare, ai parchi naturali e alla
risorsa “lago”: le attività volte a individuare politiche di regolazione delle risorse idriche dei laghi
condivise e salvaguardare le sorgenti di montagna può generare effetti positivi in termini di
miglioramento della qualità eco sistemica e tutela del patrimonio naturale;
o Scambi di buone pratiche in ambito ambientale e iniziative per la gestione comune delle Aree
protette: il progetto implementa buone pratiche in ambito ambientale attraverso la definizione di
metodologie e criteri comuni per la caratterizzazione delle sorgenti di montagna e per la definizione
delle fasce di rispetto destinate a tutelare le sorgenti da insediamenti e altre attività umane;
o Territorio soggetto a rischi naturali (valanghe, inondazioni) e Politiche integrate per la rilevazione
dei pericoli legati ai rischi di catastrofi naturali: il progetto persegue lo studio dei fenomeni
valanghivi alla luce dei cambiamenti climatici in atto, anche con il fine di sviluppare politiche di
mitigazione dei rischi, previsione e prevenzione delle valanghe in aree particolarmente esposte a
tale pericolo.
o Cambiamenti climatici: le attività progettuali relative alla ottimizzazione delle pratiche di regolazione
delle acque dei laghi Verbano e Ceresio e allo studio statistico dei fenomeni valanghivi e delle
precipitazioni estreme nascono dall’esigenza di approfondire la conoscenza degli effetti dei
cambiamenti climatici sui rischi naturali tipici del territorio alpino. Fine ultimo dell’idea progettuale è
fornire ai decisori pubblici gli strumenti per adottare strategie di adattamento al cambiamento
climatico e prevenzione del rischio più idonee.
- “DESTINATION - Conoscere il trasporto delle merci pericolose come strumento di tutela del territorio”
(ID 10013262): il progetto affronta il tema del transito, sul territorio transfrontaliero, di merci pericolose
ed è finalizzato a implementare un sistema di acquisizione dati, analisi e monitoraggio dei flussi di
traffico anche a supporto delle politiche pubbliche connesse alla prevenzione dei rischi e alla gestione di
eventuali emergenze. Il fenomeno del trasporto di merci pericolose nell’area alpina denota alcune
criticità legate principalmente a: la localizzazione strategica delle zone coinvolte in quanto luogo di
transito obbligato dei trasporti stradali e ferroviari di merci tra penisola italiana e i Paesi confinanti; le
condizioni climatiche locali; in ultima analisi, la conformazione orografica del territorio. Si ritiene quindi
possibile associare l’intervento al punto di debolezza costituito dall’orografia dell’area transfrontaliera, in
quanto i rischi su cui le attività progettuali intervengono risultano amplificati proprio dall’orografia locale.
Inoltre si segnala che il progetto introduce innovazioni tecnologiche per la Pubblica amministrazione:
l’output previsto è infatti la realizzazione di un Sistema Informativo Globale (SIIG) sul trasporto di merci
pericolose nell’area transfrontaliera che metta in rete i sistemi informativi autonomi dei singoli partner e
che supporti la definizione delle politiche pubbliche in merito.
- “VETTA - Valorizzazione delle Esperienze e dei prodotti Turistici Transfrontalieri delle Medie e Alte
quote” (ID 10465973): l’intervento è diretto a implementare progettualità pilota per migliorare, a fronte
della crescente domanda di escursionismo, il sistema di offerta turistica per gli escursionisti, costituito
prevalentemente da rifugi alpini e piccole strutture ricettive scarsamente integrate fra loro. Oltre agli
effetti generati direttamente dal progetto in termini di rilancio della vocazione turistica e valorizzazione
delle potenzialità turistiche dei territori montani, sono stati rilevati potenziali impatti dell’impianto
strategico progettuale sui seguenti ambiti:
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40
o Marginalizzazione delle aree coinvolte rispetto al rapido sviluppo dell’economia della conoscenza e
Debole recepimento delle innovazioni ICT: il progetto prevede l’avvio di interventi sperimentali per
attrezzare i rifugi di montagna con connessione a internet in banda larga e, nel caso specifico della
Regione Piemonte, tecnologie di comunicazione VoIP (Voice over Internet Protocol). Tali azioni si
ritengono utili per scongiurare il rischio di obsolescenza e di mancato sfruttamento, da parte delle
strutture ricettive per gli escursionisti, delle potenzialità offerte dalle ICT;
o Rischio di isolamento e di chiusura economica: la proposta progettuale, tramite le azioni finalizzate
ad avvicinare al settore dell’escursionismo i giovani e gli anziani e a migliorare l’infrastrutturazione
delle strutture di offerta e dei sentieri alpini, è in grado di creare le condizioni per incrementare
l’afflusso di turisti nelle zone interessate, e con esso l’apertura economica e l’inflow di capitali.
- “E.CH.I. - Etnografie italo svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale” (ID 9608950):
scopo del progetto è censire, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio culturale
immateriale dell’area transfrontaliera, inteso quale insieme di tradizioni orali, pratiche sociali e saperi
parte del senso identitario delle comunità transfrontaliere, dando così attuazione alla Convenzione
Unesco sulla salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (2003). L’intervento coglie l’opportunità
dell’esistenza di solide tradizioni culturali per generare effetti diretti sugli aspetti legati al rafforzamento
dell’integrazione delle aree transfrontaliere e al recupero delle tradizioni culturali e dell’identità alpina;
inoltre, si è riscontrata la presenza di potenziali punti di contatto con i seguenti fattori:
o Vocazione turistica di entrambi i versanti e Valorizzazione delle potenzialità turistiche anche al fine
di attrarre maggiormente i flussi internazionali: il progetto prevede, oltre all’attività di censimento e
catalogazione del patrimonio culturale immateriale, anche la sua messa a disposizione a favore del
pubblico tramite percorsi culturali transfrontalieri tra località che condividono medesime tradizioni,
costumi o pratiche artigianali.
o Introduzione di innovazioni tecnologiche per la Pubblica amministrazione: la proposta progettuale
include, fra le altre azioni, la realizzazione di una banca dati del patrimonio immateriale, condivisa
fra tutte le Amministrazioni coinvolte nel progetto e finalizzata a consentire la consultazione online
delle schede di inventario dei beni culturali individuati. Inoltre l’intervento prevede la digitalizzazione
dei documenti audio, video, cartacei e iconografici raccolti sul patrimonio culturale immateriale
alpino: tra le azioni strumentali a svolgere questa attività figurano la definizione di protocolli comuni
per il caricamento web dei dati e l’utilizzo sperimentale di nuovi metodi per verificare la qualità del
processo di digitalizzazione
- “P.T.A. - PIATTAFORMA TECNOLOGICA ALPINA: uno strumento transfrontaliero per la condivisione
di infrastrutture e servizi” (ID 9662237): l’intervento è finalizzato a costituire una piattaforma virtuale
telematica in grado di fornire informazioni territoriali e cartografiche anche attraverso la tecnologia
WebGIS (Web Geographic Information Systems), e di rilevare dati relativi ai flussi di mobilità, come per
esempio il trasporto dei rifiuti, a supporto delle strategie di gestione del territorio. Le azioni previste dal
progetto risultano associabili ai seguenti aspetti evidenziati nell’analisi SWOT:
o Politiche e interventi di rafforzamento delle infrastrutture informatiche e di telecomunicazione: il
progetto promuove l’infrastrutturazione informatica della zona transfrontaliera dal punto di vista del
ventaglio di servizi offerti alla cittadinanza tramite il web. Le opportunità introdotte dal progetto
prevedono, attraverso la strutturazione di una Piattaforma Tecnologica Virtualizzata (PTV) comune,
la messa a disposizione online di informazioni cartografiche sull’intero territorio interessato dal PO,
elaborate attraverso standard condivisi. La Piattaforma costituisce anche l’ambiente individuato ai
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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fini dello sviluppo del sistema di rilevamento dei flussi di mobilità, i cui dati saranno consultabili
online al pari di quelli di natura cartografica. Il pubblico di utilizzatori a cui tali azioni progettuali si
rivolgono comprende l’utenza generica, le piccole e medie imprese, i professionisti e la Pubblica
amministrazione.
o Introduzione di innovazioni tecnologiche per la PA: i prodotti realizzati a seguito del progetto
introducono, per le Amministrazioni corresponsabili, la possibilità di consultare dati relativi all’intera
area di cooperazione e rappresentati secondo standard comuni. Ciò consentirà di superare i limiti
imposti dalla mancanza di confrontabilità e di interoperabilità fra i sistemi informativi dei singoli Enti
coinvolti. La disponibilità di informazioni costantemente aggiornate sui flussi di traffico e di mobilità
potrà inoltre beneficiare le Amministrazioni corresponsabili nella definizione delle politiche di
gestione e sviluppo del territorio.
21. Con riguardo al livello di avanzamento dei progetti strategici finanziati, si osserva che:
- Successivamente all’ammissione a finanziamento degli interventi, le Convenzioni fra Autorità di
Gestione e Capofila italiano sono state sottoscritte tra Novembre 2009 e i primi quattro mesi del 2010.
In particolare, la Convenzione del progetto E.CH.I è stata firmata a Novembre 2009; quelle dei progetti
DESTINATION e STRADA sono state sottoscritte a Febbraio 2010, seguite da VETTA (Marzo 2010) e
PTA (Aprile 2010). Contestualmente i Referenti unici di progetto hanno provveduto a richiedere
all’Autorità di Gestione il versamento della quota corrispondente all’anticipo; tale step rimane, ad oggi,
l’ultimo passo completato con riferimento all’esecuzione finanziaria dei progetti. Si rileva inoltre che nel
corso del 2010 il processo di rendicontazione è stato attivato solo da quattro dei cinque strategici
(Strada, VETTA, E.CH.I. e P.T.A.), per i quali comunque a fine 2010 non si registrava un avanzamento
della spesa certificata. La spesa sostenuta in quanto espressione delle risorse consumate per le attività
progettuali non risulta pertanto un indicatore utile per valutare lo stato di attuazione degli interventi e il
loro contributo al perseguimento degli obiettivi specifici.
- La ricerca delle cause di tali ritardi ha portato ad individuare nei seguenti fattori le motivazioni del
limitato grado di avanzamento dei progetti strategici:
o La complessità intrinseca di tale tipologia di progetti, in termini di numerosità di partner e soggetti
esecutori coinvolti, e di estensione dei territori oggetto di intervento, ha generalmente prodotto un
allungamento dei tempi necessari per la concertazione fra i partner e per l’organizzazione delle
attività progettuali. In due casi (VETTA e P.T.A.), inoltre, rallentamenti sono stati causati
dall’incertezza circa la definizione della strategia e delle modalità di esecuzione di alcune azioni in
fase di avvio delle attività progettuali.
o Le difficoltà realizzative riscontrate in sede di esecuzione dei lavori hanno inciso particolarmente
sull’attuazione puntuale dei progetti. In particolare, si è riscontrato che i ritardi verificatisi in fase di
avvio o nell’implementazione di determinate azioni hanno generato ricadute su altre attività, legate
alle prime da vincoli di consequenzialità. Nel corso delle interviste realizzate ai referenti delle
Amministrazioni corresponsabili elvetiche è emerso infine che l’attuazione dei progetti strategici
risulta ostacolata, a volte, da una condizione di carenza di mezzi o di personale da parte degli Enti
pubblici coinvolti rispetto al livello di impegno richiesto.
o Le procedure di affidamento incarichi hanno determinato ritardi in particolare nel caso di due
progetti (VETTA ed E.CH.I.). A tale proposito, si rileva che i rallentamenti verificatisi in tale ambito
devono essere ricollegati alle verifiche necessarie per l’implementazione delle procedure selettive
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di affidamento incarichi (VETTA) e alla necessità di provvedere all’apertura dei relativi capitoli di
bilancio (E.CH.I.).
o Altri ritardi sono ascrivibili a modifiche intervenute nella struttura organizzativa o nello status
giuridico dei membri delle compagini partenariali. Dal primo punto di vista, si fa riferimento al
Provvedimento organizzativo di Regione Lombardia del giugno 2010, il quale ha generato
variazioni nella distribuzione, tra Direzioni Generali, delle responsabilità concernenti l’attuazione dei
progetti strategici. Con riferimento al secondo aspetto, inoltre, occorre rilevare che la fondazione
IREALP, partner dei progetti STRADA, VETTA e P.T.A. è confluita, a seguito della legge di
Regione Lombardia n.14 del 6 agosto 2010, in ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura
e alle Foreste), ente strumentale della Regione. La differente natura giuridica dei due enti ha
determinato sostanziali modifiche in merito agli adempimenti procedurali e burocratici richiesti per
l’attuazione dei progetti.
- Rispetto alle attività operative realizzate, i differenti progetti denotano quindi livelli di avanzamento
diversi. Per questo motivo si ritiene opportuno articolare l’analisi per singolo intervento finanziato:
o “STRADA - Strategie di adattamento ai cambiamenti climatici per la gestione dei rischi naturali” (ID
10371286):Al 31 dicembre 2010 il progetto non presentava ritardi sul crono programma delle
attività. Inoltre, gli indicatori di risultato per Misura comunicati in sede di trasmissione dei dati di
monitoraggio fisico presentavano un grado di avanzamento ancora basso, di seguito illustrato:
Grafico 10. Indicatori di risultato progetto strategico Strada: realizzato/target
Fonte: Elaborazioni del Valutatore su dati contenuti nella scheda di monitoraggio fisico relativa al II semestre 2010.
o “DESTINATION - Conoscere il trasporto delle merci pericolose come strumento di tutela del
territorio” (ID 10013262): con riferimento all’intervento considerato non risulta possibile, ad oggi,
valutare lo stato di avanzamento delle opere a causa della mancanza, a sistema, delle schede di
monitoraggio fisico di progetto.
o “VETTA - Valorizzazione delle Esperienze e dei prodotti Turistici Transfrontalieri delle Medie e Alte
quote” (ID 10465973): a fine 2010 il progetto presentava ritardi su alcune azioni progettuali,
collegati principalmente alla definizione della strategia di promozione e di comunicazione, anche a
livello internazionale, e alle procedure di affidamento incarichi. Appaiono comunque già attivate
16%
30%30%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Comuni interessati dagli interventi di messa in
sicurezza su comuni totali
Popolazione adulta raggiunta dalle operazioni
di informazione e sensibilizzazione
Operatori coinvolti nell’attività di formazione e
degli scambi
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tutte le procedure necessarie per l’esecuzione delle attività progettuali; alcuni progetti sono già
stati, inoltre, avviati. Dal punto di vista degli indicatori di risultato stabiliti per Misura, invece, si è
riscontrato un grado di avanzamento nullo dei due indicatori per cui, in sede di definizione della
proposta progettuale, si era stabilito un valore target cui confrontare gli effetti generati dal progetto
(“Pacchetti turistici tematici creati” e “Strutture che adottano sistemi di gestione certificata”).
o “E.CH.I. - Etnografie italo svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale” (ID 9608950):
L’analisi della scheda di monitoraggio relativa al II semestre 2010 evidenzia numerosi ritardi legati
ad aspetti realizzativi ed amministrativi (apertura capitoli di bilancio e avvio delle procedure di
affidamento incarichi da parte di un partner). Come si è visto in fase di avvio del progetto si è
registrato un ritardo significativo ascrivibile allo svolgimento delle elezioni politiche in Piemonte e in
Lombardia e al Provvedimento Organizzativo di Regione Lombardia (giugno 2010). A fine 2010
risultavano avviate alcune azioni progettuali: fra queste si ricordano, in quanto particolarmente
rilevanti per il perseguimento degli obiettivi di progetto, l’elaborazione della scheda inventario dei
beni culturali e la compilazione delle schede catalogo sulla documentazione esistente sul
patrimonio culturale immateriale. Dall’analisi degli indicatori di risultato stabiliti per Misura è emerso
inoltre un livello di avanzamento del realizzato/target differenziato per singolo indicatore, come
illustrato di seguito:
Grafico 11. Indicatori di risultato progetto strategico E.CH.I.: realizzato/target
Fonte: Elaborazioni del Valutatore su dati contenuti nella scheda di monitoraggio fisico relativa al II semestre 2010.
o “P.T.A. – Piattaforma Tecnologica Alpina: uno strumento transfrontaliero per la condivisione di
infrastrutture e servizi” (ID 9662237): A fine 2010 il progetto presentava ritardi legati a fattori
realizzativi e alla necessità di meglio puntualizzare i dettagli di alcune azioni e sottoazioni. Le
operazioni ultimate fanno riferimento, oltre alle iniziative di comunicazione e di marketing, ad attività
di analisi preliminari alla costruzione della Piattaforma Tecnologica Virtualizzata, fra cui si ritiene
utile citare l’individuazione della tecnologia da adottare e la progettazione e definizione del
contenuto della banca dati territoriale di supporto alla piattaforma. Con riguardo ai tre indicatori di
risultato stabiliti per Misura (“Incremento degli accessi ai servizi telematici creati”, “Accessi della
popolazione delle aree marginali” e “Popolazione interessata da iniziative di alfabetizzazione”), la
proposta progettuale non ha previsto la valorizzazione di tali indicatori, che quindi presentano
valore 0 per quanto riguarda sia il target sia il realizzato.
8%
90%
0%0%
20%
40%
60%
80%
100%
Partecipanti agli eventi culturali
Operatori e istituzioni culturali che cooperano
Interventi in aree ad alta valenza paesaggistica e
storico culturale
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22. I primi esiti degli interventi strategici approvati possono essere esaminati facendo riferimento ai valori
assoluti degli indicatori di risultato comunicati in sede di monitoraggio fisico. A questo proposito, un riepilogo
degli effetti generati dai progetti finanziati è offerto di seguito:
Tabella 11. Indicatori di risultato dei progetti strategici
Misura Progetto ID Progetto Indicatore di risultato Unità di Misura prevista da P.O.
Realizzato
1.1 Gestione dei rischi naturali
STRADA - Strategie di adattamento ai cambiamenti climatici per la gestione dei rischi naturali
10371286
Comuni interessati dagli interventi di messa in sicurezza su comuni totali
% 40
Popolazione adulta raggiunta dalle operazioni di informazione e sensibilizzazione
% 3%
Operatori coinvolti nell’attività di formazione e degli scambi
Numero 30
2.1 Integrazione dell’area turistica transfrontaliera
VETTA - Valorizzazione delle Esperienze e dei prodotti Turistici Transfrontalieri delle Medie e Alte quote
10465973
Pacchetti turistici tematici creati Numero 0
Strutture che adottano sistemi di gestione certificata
Numero 0
3.1 Valorizzazione del patrimonio
culturale
E.CH.I. - Etnografie italo svizzere per la valorizzazione del patrimonio immateriale
9608950
Partecipanti agli eventi culturali Numero 1.591
Operatori e istituzioni culturali che cooperano
Numero 18
Interventi in aree ad alta valenza paesaggistica e storico culturale
Numero 0
Fonte: Schede di monitoraggio fisico dei progetti relative al II semestre 2010.
1.4 Conclusioni e raccomandazioni
23. L’impianto strategico del Programma viene valutato positivamente rispetto alle evoluzioni del contesto
socioeconomico di riferimento. In particolare, si ritengono particolarmente rilevanti e attuali gli obiettivi
operativi legati a:
- la gestione congiunta dei rischi naturali e ambientali per accompagnare il territorio verso una più
efficace ed efficiente attuazione delle politiche di prevenzione e gestione di tali fenomeni cui l’area è
propensa;
- il ricorso ad energie alternative che permettano di ridurre il ricorso a fonti non rinnovabili e il tasso di
inquinamento che la zona, nonostante i miglioramenti, ha difficoltà a gestire;
- la salvaguardia, la gestione e la tutela delle risorse ambientali, di cui il territorio è ricco e che può
costituire un vantaggio competitivo nell’economia dell’area;
- l’integrazione dell’offerta turistica transfrontaliera con l’obiettivo di rilanciare l’immagine dell’area e
renderla più attrattiva a fronte dei fenomeni di rallentamento che hanno subito alcune aree e di
saturazione che si è concentrata in altre;
- il rafforzamento delle reti e servizi nel settore trasporti che presenta buoni margini di miglioramento, in
particolare dal punto di vista dell’efficacia, dell’efficienza e della sostenibilità ambientale;
- l’integrazione in ambito formativo e del mercato del lavoro che in un contesto colpito, seppur con impatti
ridotti, dalla crisi richiede sempre maggiore flessibilità ed efficacia in termini di matching tra domanda e
offerta di professionalità e competenze specifiche;
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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- infine, il potenziamento dei processi di cooperazione in campo sociale e istituzionale per superare
fenomeni di discriminazione legati in particolare alla marginalizzazione nonché a specifiche situazioni di
svantaggio (es. donne occupate, precari, cassintegrati, immigrati, etc).
- Si ritiene opportuno ribadire, inoltre, la validità della strategia con riguardo all’incentivazione della
cooperazione tra PMI dei due versanti e al rafforzamento delle iniziative integrate di informazione e
comunicazione ai cittadini. Nonostante nei primi anni di implementazione del Programma si siano
riscontrati trend positivi per quanto riguarda in particolare le connessioni fra università, centri di ricerca e
imprese e l’espansione dell’infrastrutturazione telematica e dell’utilizzo delle ICT, tali obiettivi operativi
appaiono ancora attuali: i benefici potenzialmente generabili appaiono infatti funzionali al contrasto di
rischi di marginalità e scarsa attrattività di alcune aree geografiche transfrontaliere ancora sussistenti.
24. Con riferimento alle opportunità di ulteriore evoluzione della strategia rispetto agli sviluppi del contesto
socioeconomico, si segnala la possibilità che le progettualità si sviluppino in previsione dell’evento EXPO
2015, anche in virtù del fatto che il tema dell’evento è connesso a due priorità cruciali del Programma, quali
l’ambiente e l’alimentazione. In particolare, si raccomanda che le progettualità che saranno sviluppate in
questo ambito siano caratterizzate dalla sostenibilità dei risultati, affinché EXPO costituisca un’effettiva
opportunità di sviluppo permanente del territorio circostante.
25. Inoltre, considerato l’avanzamento degli impegni del PO si suggerisce la possibilità di proporre interventi in
sinergia con le risorse di altri fondi per sostenere obiettivi comuni (ad esempio, il FSE per quanto riguarda
la formazione e il lavoro, o altri programmi di cooperazione territoriale).
26. L’analisi dei primi risultati del Programma ha consentito di trarre alcune indicazioni sull’incidenza degli
effetti degli interventi sul contesto di riferimento. Pur tenendo conto delle contenute dimensioni del
Programma, si ritiene che le progettualità finanziate dal PO ad oggi abbiano comunque contribuito
all’evoluzione delle caratteristiche socioeconomiche del territorio di riferimento; va comunque specificato che
ad oggi i risultati non sono omogenei e che pertanto si dovrà attendere un livello di avanzamento degli
interventi più marcato per un giudizio più completo sugli impatti dei progetti sui trend del territorio dal punto
di vista ambientale, economico e turistico, e socioculturale. Gli esiti ad oggi più rilevanti in tal senso derivano
dal fatto che le progettualità hanno stimolato la propensione del territorio alla cooperazione, con riferimento
all’innovazione, alla valorizzazione del tessuto e del patrimonio culturale dell’area, all’integrazione del
mercato del lavoro e ai servizi socio-sanitari.
27. Con riferimento ai progetti strategici viene valutata positivamente la volontà delle Amministrazioni
corresponsabili di individuare progetti in grado di affrontare i principali fabbisogni dell’area, attraverso un
procedimento strutturato comprendente in prima istanza i Tavoli tematici di confronto tra partner italiani e
svizzeri e in seguito i Gruppi di lavoro. Si ritiene che i progetti consentano di affrontare, in modo più o meno
diretto, le tematiche individuate nell’analisi SWOT, con particolare riferimento alla gestione dei rischi naturali,
alla valorizzazione delle potenzialità turistiche dell’area, al recupero delle tradizioni e dell’identità locale
alpina e all’utilizzo delle ICT come strumento per la fornitura di servizi avanzati anche a favore della
Pubblica amministrazione. Tuttavia, nell’attuazione degli interventi si sono verificati ritardi ascrivibili da un
lato alla complessità dei progetti, dall’altro alla carenza di risorse e alla scarsa flessibilità delle procedure
pubbliche. Inoltre, le interviste realizzate ai referenti cantonali per l’attuazione del PO hanno fatto emergere
giudizi tendenzialmente negativi sulla capacità dei progetti strategici di contribuire al perseguimento degli
obiettivi di Programma. I commenti sollevati fanno riferimento all’eccessiva complessità ed estensione
geografica di tali interventi, alla presenza, nelle proposte progettuali, di obiettivi a volte troppo ambiziosi e a
una percezione di scarsa aderenza dei progetti a fabbisogni fortemente condivisi sul territorio.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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Complessivamente, si rileva che la strategia delle Amministrazioni corresponsabili riguardo ai progetti
strategici presenta degli elementi di positività rispetto alla volontà di produrre effetti sulla totalità delle aree
interessate dal PO e alla capacità dei progetti di intervenire sugli ambiti evidenziati nell’analisi SWOT
preliminare al ciclo di programmazione.
28. Si segnala, tuttavia, che l’analisi dello stato di avanzamento dei progetti strategici e degli effetti generati non
consente, ad oggi, di esprimere un giudizio soddisfacente sulla capacità degli interventi di rispondere alle
aspettative alla base di tale natura progettuale e di determinare impatti significativi sul territorio
transfrontaliero. Anche considerando che i cinque progetti considerati presentano date di avvio comprese fra
Ottobre 2009 e Aprile 2010, si ritiene possibile esprimere un’opinione più significativa sul contributo degli
strategici al perseguimento degli Obiettivi specifici in presenza di un livello di avanzamento delle attività
progettuali maggiore.
29. Inoltre, con riferimento a quanto emerso nel corso delle interviste ai referenti cantonali per l’attuazione del
Programma a proposito della scarsa aderenza dei progetti strategici con i fabbisogni territoriali, si
raccomanda, anche in funzione del prossimo ciclo di programmazione, di favorire l’elaborazione di proposte
progettuali strategiche in grado di generare impatti diretti e tangibili sulle comunità transfrontaliere.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
47
2. Il contributo del Programma alla strategia Europa 2020
2.1 Approccio metodologico
Il disegno della valutazione prevede di valutare il contributo del Programma al raggiungimento della Strategia di
Lisbona, che nasce nel 2000 con l’ambizione di fare dell’Europa, entro il 2010, l’economia basata sulla
conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con
nuovi e migliori posti di lavoro ed una maggiore coesione sociale.
Nel giugno 2010 è stata approvata dai capi di Stato e di governo dei paesi dell’UE la strategia Europa 2020,
presentata dalla Commissione europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva prevede obiettivi
tangibili da realizzare entro il decennio 2010-2020 in ambiti come l’occupazione, l’istruzione, l’energia e
l’innovazione, per consentire all’Europa di superare l’impatto della crisi finanziaria e rilanciare l’economia.
Ritenuto quindi che la strategia Europa 2020 superi la strategia di Lisbona, in termini di priorità e obiettivi e di
maggiore aderenza al mutato contesto di riferimento, si propone una valutazione del contributo del Programma
al raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020.
L’approccio metodologico utilizzato, coerentemente con quanto definito dal Disegno di Valutazione, ha previsto
le seguenti attività:
l’analisi dei principali documenti programmatici;
l’analisi della coerenza tra i temi prioritari previsti dal PO e le tre priorità di Europa 2020;
l’attribuzione ai progetti finanziati della priorità di Europa 2020 che meglio ne rappresenta gli obiettivi e la
conseguente analisi dell’avanzamento del Programma rispetto a tale strategia;
la stesura degli esiti delle analisi.
2.2 Valutazione della coerenza del Programma con la strategia Europa 2020
30. La Strategia Europa 2020 si inserisce in un momento complesso per il futuro dell’Unione Europea,
compromesso dalla crisi economica e finanziaria globale, dalla globalizzazione, dalla pressione sulle risorse,
dall’invecchiamento della popolazione. In questo contesto essa intende sostenere un’economia intelligente,
sostenibile e inclusiva, caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale.
- Le priorità di Europa 2020, quindi, che devono tradursi in obiettivi e percorsi nazionali sono:
o una crescita intelligente, che consiste nello sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e
sull'innovazione, agendo sui seguenti fronti: migliorare la qualità dell'istruzione, potenziare la
ricerca, promuovere l'innovazione e il trasferimento delle conoscenze in tutta l'Unione, utilizzare in
modo ottimale le tecnologie dell'informazione e della comunicazione e fare in modo che le idee
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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innovative si trasformino in nuovi prodotti e servizi tali da stimolare la crescita, creare posti di lavoro
di qualità e contribuire ad affrontare le sfide proprie della società europea e mondiale;
o una crescita sostenibile, che significa promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle
risorse, più verde e più competitiva, per favorire la prosperità dell'UE in un mondo a basse
emissioni di carbonio e con risorse vincolate, evitando al tempo stesso il degrado ambientale, la
perdita di biodiversità e l'uso non sostenibile delle risorse; tale obiettivo si raggiunge mediante lo
sviluppo di nuovi processi e tecnologie, comprese le tecnologie verdi per la lotta al cambiamento
climatico e l’utilizzo di energia pulita ed efficiente, la diffusione delle reti intelligenti che utilizzano le
ICT, lo sfruttamento delle reti su scala europea, la valorizzazione dei vantaggi competitivi delle
nostre imprese, specie per quanto riguarda l'industria manifatturiera e le PMI;
o una crescita inclusiva, che vuol dire promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione
che favorisca la coesione sociale e territoriale, investendo nelle competenze, modernizzando i
mercati del lavoro, i metodi di formazione e i sistemi di protezione sociale, per garantire a tutti
accesso e opportunità, con particolare riferimento alla parità di genere.
- In particolare, la Strategia si pone i seguenti obiettivi:
o il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro;
o il 3% del PIL dell'UE deve essere investito in R&S;
o i traguardi 20/20/20 in materia di clima/energia devono essere raggiunti;
o il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve
essere laureato;
o 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà.
- La nuova strategia si differenzia dalla precedente per aspetti importanti: la Commissione europea, non
ha solo ha il compito di monitorare i progressi dei singoli Stati, ma ha anche la facoltà di produrre
raccomandazioni e censure politiche, qualora i miglioramenti non risultassero soddisfacenti. Le
azioni di indirizzo e monitoraggio per il raggiungimento dei target, si basano su sistemi di indicatori,
attraverso i quali è possibile articolare i piani nazionali, posizionare ciascun paese rispetto alle
grandezze obiettivo, valutare periodicamente i progressi fatti e, ove necessario, ridefinire gli obiettivi. Il
successo complessivo della Strategia dipende dagli obiettivi adottati dai singoli Stati membri.
- Il cammino che gli Stati membri e l’intera Unione dovranno percorrere fino al 2020 è chiaramente
indicato nel 5 target definiti dalla Strategia Europa 2020. Ogni paese deve tradurre questi obiettivi
generali in obiettivi nazionali adattati in funzione della propria situazione di partenza, in modo da
concorrere al meglio al raggiungimento dei traguardi complessivi. L’Italia ha fissato i target nazionali nel
“Rapporto di riforma nazionale” dell’aprile 2011 in cui si analizzano anche le azioni intraprese in base ai
target 2020.
- La strategia Europa 2020 riconosce il ruolo della politica di coesione e dei fondi strutturali per
realizzare le priorità di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva negli Stati membri e nelle regioni.
Pertanto, anche i programmi di cooperazione territoriale, chiamati ad accrescere la competitività delle
aree di confine e favorire l’integrazione economica e sociale dei territori coinvolti, rivestono un ruolo
importante nell’attuazione della strategia.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
49
31. L’analisi della coerenza del PO con la strategia Europa 2020 è illustrata nella tabella sotto riportata, che
per ciascun tema prioritario individua la sua coerenza rispetto alle priorità di tale strategia, in base al numero
di categorie direttamente connesse alle priorità di Europa 2020 (per il dettaglio sulla valutazione della
coerenza per categoria di spesa, si rinvia all’Allegato 4. Tale valutazione viene data secondo la legenda di
seguito riportata.
Coerenza nulla: il tema prioritario non è contemplato nella strategia Europa 2020
Coerenza medio-bassa: il tema prioritario è in minima parte contemplato nella strategia Europa 2020
Coerenza media: il tema prioritario è in parte contemplato nella strategia Europa 2020
Coerenza medio-alta: il tema prioritario è quasi completamente contemplato nella strategia Europa 2020
Coerenza alta: il tema prioritario è contemplato in pieno nella strategia Europa 2020
Tabella 12. Raccordo tra temi prioritari e priorità di Europa 2020
Temi prioritari
Categoria di spesa
Priorità Europa 2020
Crescita intelligente
Crescita sostenibile
Crescita inclusiva
Ricerca e sviluppo tecnologico (R&ST), innovazione e imprenditorialità
Società dell'informazione
Trasporti
Energia
Protezione dell’ambiente e prevenzione dei rischi
Turismo
Cultura
Miglioramento dell’accesso all’occupazione e della sostenibilità
Una migliore inclusione sociale dei gruppi svantaggiati
Miglioramento del capitale umano
32. Osservando il prospetto soprastante si possono fare alcune considerazioni.
- Si può affermare la piena coerenza tra il PO e la strategia Europa 2020 per i seguenti temi prioritari:
o Ricerca e sviluppo tecnologico (R&ST), innovazione e imprenditorialità: questo tema è strategico
soprattutto per la crescita intelligente, in quanto punta a sviluppare la produzione e lo scambio di
conoscenza e innovazione puntando sulla ricerca e sullo sviluppo tecnologico, ma anche per la
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
50
crescita sostenibile, con riferimento alla promozione di un modello competitivo basato sullo
sviluppo dell’ambiente;
o Società dell'informazione: questo tema è coerente con la priorità relativa alla crescita intelligente,
dato che prevede azioni connesse alla diffusione di tecnologie ICT necessarie a promuovere la
diffusione della conoscenza e la distribuzione di beni e servizi on line.
o Energia: le energie rinnovabili costituiscono una priorità di Europa 2020, nell’ambito della crescita
sostenibile, per sostenere l’efficienza e la sicurezza energetica nonché la creazione di nuovi posti
di lavoro.
o Miglioramento dell’accesso all’occupazione e della sostenibilità: si tratta di un tema strettamente
connesso sia alla crescita inclusiva in quanto mira a sostenere l’occupazione, sia nel suo
complesso sia per le persone a maggior rischio di esclusione (es. donne).
o Una migliore inclusione sociale dei gruppi svantaggiati: il tema, come suggerisce la dizione, è
coerente con la strategia di crescita inclusiva di Europa 2020 per mira a garantire a tutti accesso e
opportunità durante tutto l’arco della vita.
o Miglioramento del capitale umano: questo tema è strettamente connesso alla priorità della crescita
intelligente, nella misura in cui promuove la qualità del sistema della formazione e si propone di
incrementare la partecipazione ai percorsi di istruzione e formazione per accrescere la competitività
dell’UE.
- È, invece, parzialmente rispondente alla strategia Europa 2020 il tema della protezione
dell’ambiente e prevenzione dei rischi: esso è legato alla crescita sostenibile, con riferimento
all’efficienza energetica, alla lotta al cambiamento climatico e alla prevenzione dal degrado ambientale
e dalla perdita di biodiversità. Resta esclusa la categoria di spesa legata alla gestione dei rifiuti
domestici e industriali, che comunque è indirettamente connessa al tema dall’uso sostenibile delle
risorse.
- Non sembrano, invece, direttamente connessi alla strategia Europa 2020 i seguenti temi:
o Trasporti: la strategia Europa 2020 non è direttamente incentrata sui trasporti. Tuttavia, si può
individuare una coerenza “indiretta” nella misura in cui le infrastrutture del sistema dei trasporti
facilitano da un lato la crescita sostenibile, ad esempio incentivando l’uso di mezzi di trasporti
alternativi attraverso la creazione di piste ciclabili o di altre infrastrutture a basso impatto
ambientale, dall’altro la crescita intelligente, soprattutto se associati all’utilizzo della tecnologia (es.
Sistemi di trasporto intelligenti).
o Turismo: la promozione del turismo non rientra direttamente tra le priorità di Europa 2020; tuttavia,
se visto nell’ottica della valorizzazione del patrimonio naturale, rientra comunque nella crescita
sostenibile e, se supportato da strumenti innovativi, anche nella crescita intelligente; inoltre, gli
effetti in termini occupazionali possono consentire una crescita inclusiva.
o Cultura: la strategia Europa 2020 non prevede interventi di promozione culturale, che tuttavia può
generare effetti sull’occupazione e sfruttare infrastrutture tecnologiche per una crescita inclusiva e
intelligente.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
51
2.3 Valutazione del contributo del Programma alle priorità della strategia Europa 2020
33. Sulla base dell’analisi effettuata nel precedente paragrafo sulla coerenza tra i temi prioritari e le priorità di
Europa 2020, è possibile analizzare il contributo del Programma alla realizzazione di tale strategia in
termini di risorse programmate e di impegni. L’analisi della ripartizione delle risorse comunitarie
programmate per categoria di spesa porta a rilevare che il contributo del Programma agli obiettivi della
strategia Europa 2020 è significativo. Infatti, come evidenzia la tabella che segue, le risorse comunitarie
complessivamente programmate sulle categorie di spesa coerenti con le priorità di Europa 2020
rappresentano il 49% del totale del Programma53.
Tabella 13. Distribuzione delle risorse finanziarie sulle priorità di Europa 2020
Priorità Europa 2020
Contributo comunitario
% sul contributo
complessivo
# progetti finanziati
Impegni al 31/12/2010
(quota comunitaria)
% sugli impegni
complessivi
Capacità di impegno
A B C D E F=D/A
Crescita intelligente 13.858.312,00 21% 15 6.790.190,47 13% 49%
Crescita sostenibile 14.758.849,00 23% 18 12.520.965,83 23% 85%
Crescita inclusiva 2.856.900,00 4% 12 4.284.272,36 8% 150%
Totale Priorità Europa 2020 31.474.061,00 49% 45 23.595.428,65 44% 75%
Altro 33.229.937,00 51% 62 29.721.252,79 56% 89%
Totale 64.703.998,00 100% 107 53.316.681,44 100% 82%
Fonte: elaborazioni del Valutatore sul contributo comunitario programmato e concesso
34. L’ipotesi di distribuzione delle risorse finanziarie programmate tra le tre priorità di Europa 2020 indica
che lo spazio previsto dal Programma per interventi relativi alla crescita sostenibile (23%) e intelligente
(21%) è preponderante rispetto a quello destinato alla crescita inclusiva (4%).
35. Osservando, inoltre, gli interventi finanziati, si possono trarre alcune prime considerazioni:
- Le risorse comunitarie impegnate sulle priorità di Europa 2020 sono pari al 44% del contributo
comunitario complessivamente assegnato. Tale dato pertanto nel complesso risulta allineato con il
quadro delle risorse programmate.
- L’analisi dei contributi comunitari concessi per priorità conferma l’aderenza con la distribuzione delle
risorse programmate e, nello specifico, la volontà delle Amministrazioni partner di dedicare uno spazio
preponderante agli interventi di crescita sostenibile (23%) e, a seguire, di sostenere la crescita
intelligente (13%) e inclusiva (8%) dell’area di cooperazione.
36. Ulteriori considerazioni scaturiscono dal confronto dei dati di capacità di impegno (rapporto tra contributo
comunitario concesso e quello programmato):
- La capacità di impegno rilevata per le categorie di spesa che impattano sulle priorità della strategia
Europa 2020 (75%) è inferiore di circa 14 punti percentuali rispetto al medesimo dato calcolato per le
rimanenti categorie, dando evidenza di un avanzamento più lento.
- Tra le priorità di Europa 2020 si evidenzia una maggiore capacità di impegno per la priorità di crescita
inclusiva, per la quale risulta finanziato il 50% in più delle risorse comunitarie stanziate dal Programma,
ma in tale valutazione va tenuto conto del fatto che il contributo previsto è decisamente inferiore rispetto
53 Il contributo comunitario totale non tiene conto delle risorse destinate al tema prioritario “Assistenza Tecnica”
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
52
alle altre priorità. L’avanzamento della priorità di crescita sostenibile (85%), invece, è in linea con la
media del Programma (82%), mentre risulta in ritardo l’attuazione della crescita intelligente (49%).
37. Osservando più da vicino le singole priorità della strategia Europa 2020 si possono dedurre alcune
osservazioni.
- Come si è visto, la priorità cui il Programma dedica maggiore rilevanza è quello della crescita
sostenibile. Il grafico sottostante dà evidenza della distribuzione del contributo comunitario
programmato tra i temi prioritari che contribuiscono alla realizzazione della strategia con riferimento alla
crescita sostenibile, nonché del relativo avanzamento, in termini di impegni e di capacità di impegno.
Grafico 12. Distribuzione del contributo comunitario tra i temi prioritari coerenti con la crescita
sostenibile
Fonte: elaborazioni Valutatore su contributo comunitario programmato e impegni per tema prioritario
o Le risorse del Programma si concentrano sul tema “Protezione dell'ambiente e prevenzione dei
rischi” (86%); uno spazio più ridotto è riservato ad “Energia” (8%) e “Ricerca e sviluppo tecnologico
(R&ST), innovazione e imprenditorialità” (6%).
o Osservando, invece, l’avanzamento della programmazione, emerge come il tema prioritario più
rilevante, ossia la protezione dell’ambiente e prevenzione dei rischi, costituisca anche l’ambito su
cui si è verificata una buona risposta del territorio: su tale tema si è impegnato il 95% delle risorse
investite sulla priorità in questione, nonché il 22% degli impegni complessivi. In particolare,
contribuiscono all’attuazione di questo tema prioritario progetti significativi inerenti la prevenzione
dei rischi (cat. 53 e 54 – 64% sul totale degli impegni del tema prioritario), l’efficienza energetica
(cat. 43 – 19%) e la promozione della biodiversità (cat. 51 – 17%).
o A supporto della crescita sostenibile, sono finanziati anche due progetti strategici (DESTINATION e
STRADA) e un progetto del PIT SAPAIP (Legno: Saperi Per Un Uso Sostenibile Della Risorsa),
inerenti la tematica della protezione dell'ambiente e prevenzione dei rischi.
o Un livello di attenzione più basso è riservato al tema dell’energia (5% del totale sulla priorità), con
un solo progetto finanziato (Enplus), a valere sulla categoria 42 (energie rinnovabili: energia
0
2
4
6
8
10
12
14
Protezione dell'ambiente e prevenzione dei rischi
Energia Ricerca e sviluppo tecnologico (R&ST), innovazione e
imprenditorialità
Mili
on
i di e
uro
Programmato Impegnato
94%
46%0%
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
53
idroelettrica, geotermica e altre), mentre non vi sono operazioni a valere delle altre categorie di
spesa sulle rinnovabili (solare – cat. 40 – e da biomassa – cat. 41).
o Non vi sono progetti finanziati neanche sulla categoria di spesa inserente il sostegno alle PMI per
la promozione di prodotti e processi produttivi rispettosi per l’ambiente (cat. 6).
- Anche nel caso della crescita intelligente, lo spazio dedicato dal Programma è significativo.
Grafico 13. Distribuzione del contributo comunitario tra i temi prioritari coerenti con la crescita
intelligente
Fonte: elaborazioni Valutatore su contributo comunitario programmato e impegni per per tema prioritario
o Per la priorità della crescita intelligente emerge una concentrazione del Programma sul tema
“Ricerca e sviluppo tecnologico (R&ST), innovazione e imprenditorialità” (64%) e a seguire “Società
dell'informazione” (25%); uno spazio più ridotto è riservato al “Miglioramento del capitale umano”
(11%), che caratterizza maggiormente altri fondi (es. FSE).
o Con riferimento agli impegni, il tema prioritario più rilevante, ossia quello inerente la ricerca,
conferma la sua prevalenza anche in termini di impegni: esso rappresenta il 52% degli impegni per
la priorità di crescita intelligente e il 7% di quelli complessivi. Tuttavia, rispetto allo stanziamento
iniziale si evidenzia una debolezza rappresentata da una capacità di impegno del 40%. Nello
specifico, contribuiscono all’attuazione di questo tema prioritario progetti significativi inerenti il
trasferimento di tecnologie e il miglioramento delle reti di cooperazione tra PMI (cat. 3 – 73%) e i
servizi avanzati di sostegno alle imprese (cat. 5 – 27%). Non vi sono invece progetti finanziati a
valere delle categorie 4 (sostegno a R&ST) e 9 (altre misure).
o Anche il tema relativo alla società dell’informazione registra un livello di impegno interessante (42%
sul totale della priorità) che, con una capacità di impegno dell’83%, si avvicina alla dotazione da
Programma. Il tema si sviluppa nell’ambito della sola categoria di spesa 11 (Tecnologie
dell’informazione e della comunicazione) e comprende peraltro due progetti del PIT Integramedia
(All News Media System - Impiego dell’ICT per migliorare i servizi informativi rivolti ai cittadini e
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Ricerca e sviluppo tecnologico (R&ST), innovazione e
imprenditorialità
Società dell'informazione Miglioramento del capitale umano
Mili
on
i di e
uro
Programmato Impegnato
40%
83%
26%
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
54
Welcome Media System) e il progetto strategico P.T.A.. Restano invece escluse le categorie 10
(Infrastrutture telefoniche) e 13 (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione RTE-TIC).
o Con riferimento al tema del miglioramento del capitale umano, si rilevano due sole progettualità: un
PIT (Formazione Partecipata: saper imparare a vivere sostenibile) a valere della categoria di spesa
72 sulle riforme dei sistemi di istruzione e formazione e un progetto del PIT SAPAIP (Formazione
transfrontaliera centrata sul lavoro giovanile e la formazione in generale) sulla categoria di spesa
73 per la partecipazione all’istruzione e alla formazione permanente.
- La crescita inclusiva infine costituisce la terza priorità della strategia Europa 2020 cui il Programma
dedica minore rilevanza.
Grafico 14. Distribuzione del contributo comunitario tra i temi prioritari coerenti con la crescita inclusiva
Fonte: elaborazioni Valutatore su contributo comunitario programmato e impegni per tema prioritario
o I due temi prioritari che contribuiscono alla realizzazione della crescita inclusiva si distribuiscono in
maniera piuttosto equa: il 51% delle risorse è programmato sul tema “Miglioramento dell'accesso
all'occupazione e della sostenibilità” e il restante 49% su “Una migliore inclusione sociale dei gruppi
svantaggiati”.
o Gli impegni, come si è detto, si caratterizzano per un’evoluzione che supera lo stanziamento da
Programma, con particolare riferimento al tema relativo all’inclusione sociale, per cui si verifica una
capacità di impegno del 170%. Gli impegni su questo tema rappresentano il 55% di quelli sulla
priorità di crescita inclusiva e il 4% del contributo comunitario complessivamente finanziato. Tra i
progetti finanziati, che si collocano a valere dell’unica categoria di spesa (cat. 71), vi è anche un
progetto del PIT Rifiuti (REMIDA).
o Per quanto riguarda il tema del miglioramento dell'accesso all'occupazione e della sostenibilità, che
in termini di impegni rappresenta il 45% della priorità di crescita inclusiva e il 4% del totale, i
progetti sono finanziati principalmente a valere della categoria di spesa inerente l’occupazione
femminile (cat. 69 – 86%), per l’approfondimento dei quali si rinvia al capitolo relativo alle pari
opportunità.
0
1
1
2
2
3
Miglioramento dell'accesso all'occupazione e della sostenibilità
Una migliore inclusione sociale dei gruppi svantaggiati
Mili
on
i di e
uro
Programmato Impegnato
131%
170%
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
55
o Non vi sono invece progetti finanziati sulla categoria di spesa 66 (Attuazione di misure attive e
preventive sul mercato del lavoro).
2.4 Conclusioni e raccomandazioni
38. Il Programma Operativo di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013 risulta nel complesso
coerente con la strategia Europa 2020, di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile, con particolare
riferimento ai temi prioritari di R&ST, società dell’informazione, energia, protezione dell’ambiente e
prevenzione dei rischi, miglioramento dell’accesso all’occupazione e della sostenibilità, migliore inclusione
sociale dei gruppi svantaggiati e miglioramento del capitale umano. I temi che non risultano direttamente
connessi, quali i trasposti, il turismo e la cultura, possono comunque avere effetti indiretti sulla stessa.
39. Tale coerenza si sostanzia poi nel contributo che il Programma è in grado di fornire alla realizzazione della
strategia Europa 2020, che si valuta significativo, sia in termini di risorse programmate che di impegni
effettivamente presi in fase di approvazione dei progetti, con particolare riferimento alla priorità di crescita
sostenibile. Con riferimento alle singole priorità si può concludere quanto segue:
- Ai fini dell’attuazione della crescita sostenibile, la risposta da parte del territorio ha confermato la
validità dell’impostazione strategica del Programma di dedicare un ampio spazio al tema della
protezione dell'ambiente e prevenzione dei rischi. È auspicabile, invece, lo sviluppo di ulteriori
progettazioni in ambito energetico. In ogni caso si rinvia al prossimo capitolo relativo alla sostenibilità
ambientale per un approfondimento su questo tema.
- Per quanto riguarda la crescita intelligente, il tema prioritario più rilevante è quello inerente la ricerca,
sia in termini sia di risorse stanziate sia di impegni. I finanziamenti stanziati, agevolando le PMI
nell’accesso all’offerta di ricerca e sviluppo tecnologico e nel contatto con le altre imprese ed i centri di
ricerca, intervengono a supporto di una situazione di debolezza del tessuto socio-economico locale,
caratterizzato tradizionalmente da bassi tassi di innovazione, da una forte concorrenza tra le imprese
dei due fronti e dalla ridotta tendenza delle PMI a fare sistema. La capacità di impegno però è ancora
bassa (40%), al contrario del tema della società dell’informazione, che comunque prevede un
ammontare di risorse inferiore. Si ritiene, invece, che lo sviluppo di ulteriori progettazioni sul tema del
miglioramento del capitale umano potrebbe accompagnare la qualificazione delle professionalità e lo
sviluppo del mercato del lavoro e della competitività dell’economia transfrontaliera.
- La priorità della crescita inclusiva, invece, è meno coperta dal Programma, trattandosi di una linea di
azione tipica di altri fondi (es. FSE), anche se comunque c’è stata una risposta del territor io anche su
questo fronte, superiore alle attese rappresentate dall’importo programmato nel PO.
40. Si raccomanda, pertanto, prendendo come spunto l’analisi proposta, di proseguire l’attuazione del PO
tenendo presenti le priorità e i target definiti dalla nuova strategia, su cui dovranno essere allineate la
programmazione, la gestione e il monitoraggio delle iniziative.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
56
3. Il contributo del Programma agli obiettivi di sostenibilità ambientale
3.1 Approccio metodologico
Coerentemente con quanto previsto del disegno della valutazione, questa sezione del documento pone
l’attenzione sul contributo del Programma alle strategie comunitarie relative alla sostenibilità ambientale, con
particolare riferimento alla strategia di Göteborg. Come per il capitolo precedente, alla luce del mutato contesto
programmatorio europeo si propone di riferirsi anche agli obiettivi della strategia Europa 2020.
Inoltre, la valutazione ha come obiettivo l’analisi della capacità dei progetti ammessi a finanziamento di
raggiungere gli obiettivi ambientali del PO.
La valutazione svolta ha il duplice scopo di monitorare le esperienze di sostenibilità ambientale attivate dagli
interventi finanziati e la loro coerenza con gli orientamenti dettati in ambito comunitario e di fornire all’Autorità di
Gestione, al Segretariato Tecnico Congiunto ed alle Amministrazioni partner informazioni utili per riorientare la
strategia del Programma.
L’approccio metodologico utilizzato per la conduzione delle analisi relative al presente capitolo, ha previsto:
l’analisi dell’evoluzione degli obiettivi ambientali in ambito comunitario;
l’analisi dei documenti programmatici ed attuativi rilevanti: Programma Operativo, Valutazione Ambientale
Strategica, Valutazione ex Ante, documenti informali prodotti dal GTA;
l’analisi del contenuto dei progetti finanziati e l’individuazione delle tipologie di attività (o tematiche
progettuali);
la verifica della coerenza delle attività previste dai beneficiari con gli obiettivi di sostenibilità ambientale;
la verifica con i responsabili del GTA del Programma sul grado di raggiungimento degli obiettivi ambientali del
programma;
l’elaborazione dei dati e la stesura del testo.
3.2 Valutazione del contributo del Programma agli obiettivi della strategia europea in ambito ambientale
3.2.1 Le strategie europee di sviluppo e la sostenibilità ambientale: da Göteborg a Europa 2020
41. Come si è visto nel precedente paragrafo dall’UE, la strategia Europa 2020 prevede tra le sue direttrici
quella della “crescita sostenibile”. Gli obiettivi relativi ai cambiamenti climatici e all’energia sono articolati in
tre traguardi da raggiungere nel 2020:
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
57
- riduzione dell’emissione dei gas serra del 20% rispetto al 1990 (viste le buone performance raggiunte
finora a livello europeo è all’esame la proposta di portare la riduzione al 30%);
- raggiungimento del 20% dell’energia prodotta proveniente da fonti rinnovabili;
- aumento del 20% dell’efficienza energetica;
I primi due obiettivi sono già vincolanti, mentre a marzo 2011 il summit dei ministri europei ha confermato
che il terzo obiettivo rimarrà non vincolante e pertanto gli esperti del settore prevedono che l’efficienza
energetica complessiva subirà un miglioramento meno rilevante54. Anche sulla sua misurazione esistono
ancora delle divergenze e l’Eurostat ha adottato come indicatore guida, l’intensità energetica del PIL
(Consumo interno lordo di energia per unità di ricchezza = Tonnellate equivalenti petrolio - tep/M€) che
tuttavia non può essere direttamente collegata all’indicazione europea 2020.
42. Anche la politica ambientale svizzera per il 2020 si è posta obiettivi analoghi e confrontabili con quelli
dell’Unione Europea, mirando alla riduzione del 20% delle emissioni del gas serra rispetto al 1990, al
raggiungimento del 50% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e aumentando del 20% l’efficienza
energetica55.
43. La tabella mette orientativamente a confronto i target 2020 europei, italiani e svizzeri con lo stato delle
ultime rilevazioni disponibili (anni 2008 o 2009)
Tabella 14. Obiettivi relativi ai cambiamenti climatici e all’energia della strategia Europa 2020 e della
politica ambientale svizzera
Obiettivo europeo per il
2020
Situazione
Europa 27 Situazione italiana
Obiettivo italiano
per il 2020
(PNR 2011)
Situazione
svizzera
Obiettivo svizzero
per il 2020
Riduzione delle emissioni
dei gas serra del 20%
rispetto al livello 1990
-17% nel 2009
- 5% nel 2009 -17% + 5 % nel 2008 - 20%
20 % di energia
consumata proveniente da
fonti rinnovabili
10% nel 2008 6,8% nel 2008 17% 18,3 nel 2007 50%
Incremento del 20%
dell’efficienza energetica
-19,8 % di Tep/M€
dal 1995 al 2008
-4,9% di Tep/M€
dal 1995 al 2008
- 13,4% -18% Tep/M€ dal
1995 al 2008
-20%
Fonte: Eurostat, Europe 2020-EU-Wide headline targets for economic growth; Ministero Economia e Finanza ”Programma nazionale di Riforma” aprile 2011, ISTAT; Ufficio federale dell'ambiente UFAM e ufficio federale di statistica UST “Ambiente Svizzera 2009”
44. Indicativamente le performance italiane allo stato attuale sono più basse di quelle europee per tutti e tre gli
obiettivi e pertanto, per raggiungere i target previsti, dovrebbero essere adottate misure specifiche al più
presto. La Svizzera invece si trova in ritardo sulla riduzione delle emissioni di gas serra, anche se negli ultimi
anni grazie a un sistema di incentivi ha fatto riscontrare un notevole miglioramento. Per quanto riguarda
l’efficienza energetica, le prestazioni europee e svizzere appaiono particolarmente positive non tanto per
l’effettiva riduzione dei consumi energetici (in Svizzera in realtà sono aumentati), ma soprattutto per il fatto
che in molti paesi il PIL è cresciuto in misura maggiore dei consumi energetici, mentre l’Italia è stata
penalizzata dalla bassa crescita del PIL.
54 Council conclusions on Energy 2020: A Strategy for competitive, sustainable and secure energy; 3072th TRANSPORT, TELECOMMUNICATIONS and ENERGY Council meeting, Brussels, 28 February 2011 55 Fonte: Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC e Ufficio federale dell'ambiente UFAM “la politica ambientale della Confederazione: Principi di attuazione e sviluppo”
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
58
3.2.2 Il contributo dei progetti finanziati al raggiungimento degli obiettivi comunitari
45. La valutazione dei risultati conseguibili con gli interventi continua a essere inficiata dal limitato stato di
attuazione, pertanto è possibile fare soltanto qualche considerazione in merito ai progetti finanziati.
46. Dalle elaborazioni effettuate dal valutatore sulle schede progettuali (vedasi tabelle), si rileva che nella
seconda finestra di selezione le priorità ambientali verso cui si riscontra la maggior coerenza sono la
conservazione e gestione delle risorse naturali (27% dei progetti) e l’inclusione sociale, demografia e
migrazione (34% dei progetti) e che, col dimezzamento della quota di progetti che non rispondono a
nessuna priorità ambientale, aumenta il numero complessivo di interventi coerenti con le priorità ambientali.
Seppur rappresentati complessivamente in minor misura rispetto alle altre priorità, nella seconda finestra
scompaiono i progetti finalizzati al cambiamento climatico e all’energia pulita, mentre aumentano quelli
coerenti con il trasporto sostenibile (dal 3,3% all’8,5%)
Tabella 15. Raccordo tra i progetti finanziati nella seconda finestra di selezione e le priorità stabilite dalla
Strategia di Göteborg
Id progetto Titolo progetto Azione Coerenza con macro
obiettivi Göteborg rivista
Valore
13877322 RADICAL RADON: INTEGRATING CAPABILITIES OF ASSOCIATED LABS
I.1.3 Interventi di scambio e condivisione connessi all'analisi, monitoraggio e gestione del rischio e delle emergenze
Cambiamento Climatico ed energia
pulita +
8359058 DIVERSICOLTURA – BIODIVERSITÄT IN DER KULTURLANDSCHAFT – DIVERSITÀ BIOLOGICA NEL PAESAGGIO CULTURALE
I.2.1 Interventi di tutela della biodiversità
Conservazione e gestione delle risorse
naturali
+++
7673725 PRO ARBORA +++
13841084 BTW BIOSPHERE TRANSFRONTALIERE VAL D'HERENS - VALPELLINE I.2.2 Definizione di politiche
ed interventi di pianificazione congiunta e gestione del territorio e sostenibilità ambientale
+++
13881216 HELI-DEM (HELVETIA-ITALY DIGITAL ELEVATION MODEL) ++
14043164 INSUBRIA, PULIZIA SCONFINATA +++
13803534 LEGNO: SAPERI PER UN USO SOSTENIBILE DELLA RISORSA +++
13759469 NETWORKING SOSTENIBILE E INNOVATIVO NELLE AREE RURALI
I.3.1 Progetti pilota e studi per la valorizzazione delle produzioni forestali e agroalimentari tradizionali Consumo e produzioni
sostenibili
++
13958723 I CASTAGNETI DELL'INSUBRIA +++
13747353 TI-CO...NSUMO: SAPER PROMUOVERE, VALORIZZARE, CONOSCERE LE ECCELLENZE AGROALIMENTARI
I.3.2 Interventi per l'innovazione e la sperimentazione congiunta in ambito agricolo +++
7656539 INTEGRAZIONE DEL PROGETTO VIA ROMANICA DELLE ALPI NELL´OFFERTA TURISTICA
II.1.1 Iniziative per l'integrazione dell'offerta turistica dei territori
+
13198249 FORTI-LINEA CADORNA +
13737544 COMFIT - COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE INTEGRATA PER LA FILIERA DEL TURISMO +
13953848
"VENICE DOLOMITI - ST. MORITZ TOUR" - SVILUPPO TURISTICO E PROMOZIONE DEL TURISMO CULTURALE TRANSFRONTALIERO (NAZIONELE, INTERNAZIONALE, ED INTERCONTINENTALE) CON SISTEMI DI TRAFFICO ECOLOGICO SUL PERCORSO DI 6 SITI EREDITÁ DELL'UMANITÁ UNESCO +
SERVIZIO DI VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA OPERATIVO DI COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA ITALIA – SVIZZERA 2007-2013
VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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Id progetto Titolo progetto Azione Coerenza con macro
obiettivi Göteborg rivista
Valore
13958735 ALTA REZIA EVOLUTION VALTELLINA VALPOSCHIAVO BIKE +
13962536 SVILUPPO DI UN'INNOVATIVA OFFERTA TURISTICA TRANSFRONTALIERA +
14077214
LAGHI & MONTI LIFE. REALIZZAZIONE DI CONTENUTI MULTIMEDIALI VOLTI ALLA VALORIZZAZIONE ED ALLA PROMOZIONE DELLE ECCELLENZE TERRITORIALI +
7631454 VIVERE LA CULTURA: PERCORSI TURISTICI INTEGRATI
II.1.2 Interventi per la valorizzazione delle risorse del territorio
Conservazione e gestione delle risorse
naturali
++
13348272 UN PASSO NEL GEOTURISMO +++
13856308 LE ANTICHE VIE DI COMUNICAZIONE TRA ITALIA E SVIZZERA ++
13882048 FRONTIERA DI ACQUA E PACE ++
13953954 SULLA VIA DELL'ACQUA DALLA MAIRA ALLA MERA +++
13958389 FORTI E LINEA CADORNA: DAI SENTIERI DI GUERRA ALLE STRADE DI PACE ++
13968467
VALORIZZAZIONE TURISTICA LUNGO L'ITINERARIO LOCARNO-MILANO-VENEZIA: MUSEO DELLE ACQUE ITALO-SVIZZERE - IDROTOUR +++
13874462 COLLEGAMENTO FERROVIARIO DIRETTO ENGADIN/ENGIADINA - VINSCHGAU/VAL VENOSTA
II.3.1 Interventi per l'integrazione dei servizi di trasporto sostenibili, passeggeri e merci
Trasporto sostenibile
+++
13942659 PERCORSO CICLABILE TRANSFRONTALIERO VAL MÜSTAIR - STAZIONE DI MALLES - PROGETTO PARTE 1 +++
13947191
LA VIA DEL CERESIO: MOBILITA' SOSTENIBILE E TRASPORTO LACUSTRE. STUDIO PER LA REALIZZAZIONE DI UN SERVIZIO DI NAVIGAZIONE VELOCE PORLEZZA-LUGANO +++
14001425
IL PONTE CHE UNISCE: MALCANTONE, VALMARCHIROLO, VALGANNA E VALCERESIO:MOBILITÀ SOSTENIBILE E SVILUPPO SOCIOECONOMICO DELL’AREA TRANSFRONTALIERA DI PONTE TRESA +++
7594245 PICCOLE SCUOLE DI MONTAGNA NEL TERRITORIO ALPINO
III.1.1 Interventi per salvaguardare, valorizzare e promuovere il paesaggio ed il patrimonio storico e culturale
Inclusione sociale, demografia e migrazione
+++
13844188 TERRE ALTE DOCUMENTA ++
13852227 LA CULTURE DU GESTE ++
13819636 CULTURA ALPINA: SAPER VALORIZZARE IL TERRITORIO ++
13958659
HUB SCHOOL - LE SCUOLE ITALIANE E SVIZZERE IN NETWORK VALORIZZANO IL PATRIMONIO CULTURALE E DIFFONDONO L'ICT TRA LE NUOVE GENERAZIONI ++
CHAVEZ: DI TANTI UNO SOLO Conservazione e gestione delle risorse
naturali
+
13916598 CASTELLI DEL DUCATO – PERCORSI CASTELLANI DA MILANO A BELLINZONA +
7635553 VIVERE LA CULTURA: COMUNICAZIONE CULTURALE MULTIMEDIALE
III.1.3 Interventi innovativi per la promozione culturale e l'occupazione Inclusione sociale,
demografia e migrazione
++
13977060 FREEGIS
III.2.1 Sostegno alla diffusione delle ICT attraverso un approccio multi-piattaforma +
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
60
Id progetto Titolo progetto Azione Coerenza con macro
obiettivi Göteborg rivista
Valore
14080462 ALL NEWS MEDIA SYSTEM - IMPIEGO DELL’ICT PER MIGLIORARE I SERVIZI INFORMATIVI RIVOLTI AI CITTADINI
III.2.2 Interventi per favorire l'accesso dei cittadini all'informazione
++
14085225 WELCOME MEDIA SYSTEM ++
13757211 FORMAZIONE TRANSFRONTALIERA CENTRATA SUL LAVORO GIOVANILE E LA FORMAZIONE IN GENERALE
III.3.1 Attivita' di formazione per lo sviluppo coordinato delle risorse umane
+++
13773993 FORMAZIONE PARTECIPATA : SAPER IMPARARE A VIVERE SOSTENIBILE +++
13727316 RAFFORZARE LA GESTIONE COMUNALE PER PROMUOVERE LO SVILUPPO SOSTENIBILE NELLE AREE MONTANE
III.4.1 Sostegno alla cooperazione in ambito culturale, istituzionale e nella gestione delle emergenze
+++
13895470 INSIEME SANO: PROMUOVERE SALUTE E QUALITÁ DELLA VITA NEI COMUNI CON ATTENZIONE ALLE PERSONE SVANTAGGIATE +++
13709346 PONTI PER IL FUTURO - MODELLI INNOVATIVI DI SOSTEGNO E ASSISTENZA
III.4.2 Interventi per l'integrazione degli immigrati e delle persone svantaggiate
+++
14004268
“IL RAGGIO DEL SUONO: ESPRESSIVITA’ PER LE DISABILITA’” - PROGETTO DI COOPERAZIONE SOCIALE TRANSFRONTALIERA A SOSTEGNO DELL’INTEGRAZIONE DEI SOGGETTI DISABILI +++
14030373 RIFIUTILINSUBRICI ++
14030855 REMIDA +++
+ Assenza di contrasto ++ Coerenza +++ Piena coerenza
Fonte: elaborazione valutatore su dati GEFO
Tabella 16. Distribuzione dei progetti finanziati rispetto ai macrobiettivi della strategia di Göteborg
N° progetti finanziati % su totale
Obiettivi ambientali comunitari I finestra II finestra Totale I finestra II finestra totale
Cambiamento climatico e energia pulita
+++ 4 0 4 6,7 0,0 3,7
++ 0 0 0 0,0 0,0 0,0
+ 0 1 1 0,0 2,1 0,9
Conservazione e gestione delle risorse naturali
+++ 8 8 16 13,3 17,0 15,0
++ 6 5 11 10,0 10,6 10,3
+ 0 2 2 0,0 4,3 1,9
Consumo e produzioni sostenibili
+++ 6 2 8 10,0 4,3 7,5
++ 0 1 1 0,0 2,1 0,9
+ 9 0 9 15,0 0,0 8,4
Trasporto sostenibile
+++ 2 4 6 3,3 8,5 5,6
++ 0 0 0 0,0 0,0 0,0
+ 0 0 0 0,0 0,0 0,0
Inclusione sociale, demografia e migrazione
+++ 1 8 9 1,7 17,0 8,4
++ 5 8 13 8,3 17,0 12,1
+ 0 1 1 0,0 2,1 0,9
fuori obiettivo + 19 7 26 31,7 14,9 24,3
Totale 60 47 107 100 100 100
+ Assenza di contrasto ++ Coerenza +++ Piena coerenza
Fonte: elaborazione valutatore su dati GEFO
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
61
3.3 Valutazione del contributo del Programma ai propri obiettivi ambientali
3.3.1 Il Piano di Monitoraggio Ambientale del Programma
47. L’attività di monitoraggio ambientale del programma, di cui è responsabile il Gruppo Tecnico Ambiente
(GTA), ha il compito di seguire tutte le fasi di attuazione a partire dalla definizione dello schema degli
obiettivi ambientali e della scelta dei set di indicatori ambientali più adeguati al monitoraggio di effetti e
obiettivi ambientali, alla raccolta dei dati e alla proposta di eventuali misure correttive al programma, fino alla
valutazione complessiva degli esiti del programma:
- Nel corso del 2010, il GTA ha avviato l’elaborazione del Piano di Monitoraggio Ambientale del
Programma, che costituisce il documento condiviso di riferimento per tutte le attività inerenti il
monitoraggio ambientale e che potrà essere integrato e/o revisionato nel corso dell’attuazione del
programma, per rispondere alle necessità di approfondimento emerse in itinere.
- Nell’autunno 2010 il GTA ha sottoposto il piano di attività alle Autorità Ambientali del Programma e al
gruppo di lavoro ristretto per l’accompagnamento al processo di valutazione del Programma,
articolato come segue:
o Redazione del documento del piano di monitoraggio ambientale da inserire nel monitoraggio
generale del PO.
o Costruzione dello schema logico di monitoraggio: individuazione degli obiettivi di sostenibilità e
degli effetti ambientali previsti per ciascuna misura.
o Individuazione, analisi del contenuto informativo ed eventuale integrazione delle fonti utilizzando le
schede di domanda di contributo pubblico, le schede di monitoraggio (da far compilare al
beneficiario con una frequenza di due anni, allegata alla scheda di monitoraggio generale) e le
schede di valutazione.
o Scelta del set di indicatori ambientali: a partire dagli indicatori elencati nel rapporto ambientale
individuazione di eventuali integrazioni e delle modalità di popolamento degli indicatori. A supporto
di questa attività, il valutatore indipendente ha predisposto un documento informale di supporto alla
revisione degli indicatori ambientali che il GTA potrà utilizzare.
o Raccolta dati ed estrazione delle informazioni dalle fonti.
o Redazione di report tecnici: sulla base dei dati forniti, elaborazione di rapporti contenenti le analisi e
le valutazioni degli indicatori ambientali in relazione al quadro logico degli obiettivi e degli effetti
ambientali oggetto del monitoraggio.
o Valutazione degli esiti e individuazione di eventuali approfondimenti: in questa fase il GTA e il
valutatore interagiranno per predisporre la valutazione del grado di raggiungimento degli obiettivi
ambientali del Programma.
- Tra la fine del 2010 e la prima metà del 2011, il GTA ha avviato la predisposizione del primo rapporto di
monitoraggio ambientale, detto rapporto zero, basato sulle informazioni dei progetti ordinari e strategici
finanziati nella prima e seconda finestra di apertura del bando. Sulla base del primo rapporto
ambientale, è in corso da parte del GTA la valutazione dell’adeguatezza degli indicatori ambientali
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
62
proposti, la loro rispondenza alle esigenze di monitoraggio ambientale e la funzionalità delle fonti
individuate.
- Le prime elaborazioni dei dati disponibili sono state presentate al Comitato di sorveglianza a maggio
2011 e sono state utilizzate per la predisposizione del paragrafo che segue.
- La rilevazione degli indicatori ambientali di risultato sarà inserita nelle schede di monitoraggio dei
progetti compilate dai beneficiari al raggiungimento del 70% della spesa e al saldo del progetto,
presumibilmente a partire dal 2012, il cui testo concordato con il gruppo ristretto di accompagnamento
alla valutazione e condiviso nell'ambito del GTA è riportato in allegato (vedasi Allegato 5).
3.3.2 Prime considerazioni sul contributo dei progetti finanziati al raggiungimento degli obiettivi ambientali del Programma
48. Gli obiettivi ambientali del PO sono stati definiti nel rapporto ambientale a partire dai principali documenti
programmatici, normativi e strategici disponibili a livello internazionale, comunitario e nazionale.
L’individuazione del quadro iniziale degli obiettivi ambientali ha consentito di definire il quadro di riferimento
per la valutazione degli effetti ambientali significativi degli interventi realizzabili con il programma e per la
proposta di eventuali alternative. A partire dal quadro degli obiettivi ambientali riportati in tabella, nelle
schede di presentazione dei progetti è stato definito il quadro dei principali aspetti e degli effetti ambientali
rilevanti per i singoli progetti. Trattandosi di progetti di varia natura, inerenti gestione del territorio, attività
economiche e servizi, sia di tipo immateriale che materiale, a livello di rapporto ambientale è stata definita
una scala degli effetti ambientali in base a tre categorie di intervento: interventi strutturali, interventi materiali
e servizi e aiuti all’investimento nelle imprese.
Tabella 17. Obiettivi ambientali pertinenti il PO di Cooperazione Italia Svizzera
Aspetto ambientale pertinente Obiettivi ambientali rilevanti
Acqua Tutelare la qualità delle acque superficiali e sotterranee
Gestire in modo sostenibile la risorsa idrica
Suolo
Promuovere un uso sostenibile del suolo con particolare attenzione alla prevenzione dei fenomeni di erosione, deterioramento, contaminazione e desertificazione
Mantenere e recuperare gli equilibri idrogeologici
Conservare, ripristinare e migliorare la qualità del suolo
Clima ed energia
Ridurre le emissioni di gas climalteranti
Aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili
Perseguire il risparmio e l’eco-efficienza energetica
Biodiversità Tutelare e valorizzare le aree protette
Recuperare la funzionalità dei sistemi naturali e agricoli nelle aree montane e collinari
Paesaggio e patrimonio culturale e storico
Recuperare e conservare il paesaggio tradizionale
Tutelare i beni e il patrimonio culturale dai rischi naturali e tecnologici
Valorizzare e promuovere una fruizione sostenibile del patrimonio culturale
Rifiuti Ridurre la produzione di rifiuti
Aumentare la percentuale di rifiuti destinata al recupero e riciclaggio
Popolazione e salute umana
Ridurre il grado di rischio di incidenti rilevanti
Ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera
Ridurre la percentuale di popolazione esposta all’inquinamento acustico
Fonte: Rapporto Ambientale
49. Nella tabella successiva è riportata la distribuzione dei progetti finanziati in base agli aspetti
ambientali, da cui emerge un quadro in cui si evidenzia un consistente numero di interventi che riguarda
direttamente o indirettamente le zone sensibili (46,7%), o che prevede la realizzazione di studi e/o ricerche
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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inerenti aspetti ambientali o di sostenibilità (41,1%). Poco più di un terzo dei progetti (32,7%) riguarda uno
degli aspetti ambientali relativi a qualità delle acque, qualità dell'aria, energie rinnovabili, gestione dei rifiuti,
mentre è decisamente bassa la % di progetti sostenuti da soggetti che hanno ottenuto una certificazione
ambientale (8,4%). Tutte le attività sono conformi alla normativa vigente, tranne due che però riguardano
ambiti immateriali per i quali non vi è un diretto collegamento con la normativa ambientale.
Tabella 18. Aspetti ambientali riguardanti i progetti finanziati
N° progetti %
Aspetti Ambientali No Si Totale No Si Totale
Il progetto e' localizzato o riguarda direttamente o indirettamente
zone sensibili individuate in base alla normativa europea,
nazionale e regionale? (es siti Natura 2000, riserve, parchi..)
57 50 107 53,3 46,7 100,0
Il progetto e' stato presentato da soggetti che hanno ottenuto una
certificazione ambientale?
98 9 107 91,6 8,4 100,0
Il progetto prevede la realizzazione di studi e/o ricerche inerenti
aspetti ambientali e di sostenibilità?
63 44 107 58,9 41,1 100,0
Il progetto riguarda direttamente uno dei seguenti aspetti
ambientali: qualità delle acque, qualità dell'aria, energie
rinnovabili, gestione dei rifiuti?
72 35 107 67,3 32,7 100,0
Il progetto riguarda piani di azione relativi a strumenti di
sostenibilità ambientale?
82 25 107 76,6 23,4 100,0
Le attività previste nel progetto sono conformi alla normativa
ambientale vigente?
2 105 107 1,9 98,1 100,0
Fonte: Elaborazioni valutatore su dati GEFO
50. Considerando gli effetti ambientali dichiarati in sede di presentazione della domanda di finanziamento,
emerge una trascurabile percentuale di progetti che prevede di produrre effetti leggermente negativi su uno
o più aspetti ambientali (4 su 107), mentre le componenti ambientali su cui i progetti finora finanziati si
propongono di produrre effetti lievemente o molto positivi sono il paesaggio e il patrimonio culturale (57,9%),
l’aria (51,4%) e la natura e biodiversità (47,7%). Si può dunque rilevare una buona coerenza tra i principali
aspetti ambientali toccati dai progetti (siti sensibili) e gli effetti positivi sul paesaggio e il patrimonio naturale.
La quota di progetti in cui non sono indicati gli effetti ambientali si colloca essenzialmente nell’ambito delle
linee d’azione dell’asse 3 di tipo esclusivamente immateriale per le quali non è prevedibile un effetto diretto.
Tabella 19. Effetti ambientali dei progetti finanziati
Effetti ambientali dei progetti finanziati in %
Componente Ambientale lievemente negativo
positivo trascurabile o
nullo non indicato Totale
Aria 0,9 51,4 18,7 29,0 100,0
Energia 0,9 41,1 26,2 31,8 100,0
Gestione Rifiuti 0,0 32,7 35,5 31,8 100,0
Natura e biodiversità 0,0 47,7 18,7 33,6 100,0
Paesaggio e patrimonio culturale 0,0 57,9 12,1 29,9 100,0
Risorse idriche 0,0 36,4 27,1 36,4 100,0
Suolo 1,9 35,5 28,0 34,6 100,0
Fonte: Elaborazioni valutatore su dati GEFO
51. Nell’ambito dei progetti strategici, come si è visto due dei cinque approvati affrontano in modo significativo
le tematiche ambientali relative alla prevenzione e al monitoraggio dei rischi ambientali con impatto positivo
specialmente sulla gestione delle risorse idriche (Progetto STRADA) e al monitoraggio del trasporto delle
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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merci pericolose che dovrebbe contribuire alla prevenzione di contaminazione in special modo di suolo e
acqua (progetto Destination).
52. Dei tre PIT approvati nel corso del 2010, uno si pone obiettivi di carattere ambientale proponendosi di
favorire la riduzione della produzione di rifiuti e di aumentare la quota di raccolta differenziata. Gli altri due
PIT, pur non avendo valenza prettamente ambientale, comprendono progetti che possono influire
positivamente su alcuni aspetti come per esempio la produzione di energia rinnovabile da legno.
53. Dall’analisi delle domande di contributo della prima e della seconda finestra di selezione, il GTA ha
rilevato alcune criticità generali:
- l’analisi del quadro ambientale dei progetti è spesso carente o insufficiente e sull’individuazione degli
effetti ambientali dei progetti spesso poco corrispondente alle azioni previste;
- l’elevata presenza di azioni immateriali e molto eterogenee tra di loro non permette di conseguire effetti
ambientali diretti significativi limitando il raggiungimento di risultati ambientali quantificabili;
- è stato anche rilevato un peggioramento della qualità ambientale dei progetti tra la prima e la seconda
finestra di valutazione;
- si evidenzia la difficoltà di raggiungimento degli obiettivi ambientali del programma relativi alle energie
rinnovabili, alla biodiversità e al turismo sostenibile, per la bassa percentuale di progetti finanziati che
concorrono al perseguimento di tali obiettivi o per la non completa copertura di alcuni aspetti ambientali
significativi.
54. L’esiguo numero di progetti funzionali agli obiettivi ambientali del programma è in parte dovuto anche
all’assenza di coordinamento tra le politiche ambientali svizzere e italiane. Infatti, nonostante la Politica
Regionale svizzera individui nelle energie rinnovabili, nel turismo eco sostenibile e nel risparmio energetico
gli ambiti prioritari per il raggiungimento di risultati concreti di sostenibilità ambientale, secondo i referenti del
cantone Ticino e Vallese, non si individuano, nei progetti presentati sul Programma, iniziative efficaci e
funzionali agli obiettivi di sostenibilità ambientale (per esempio: i progetti sull’utilizzo delle biomasse
presentavano soluzioni non rispondenti alle necessità locali). Di diverso avviso è il referente del Cantone
Grigioni, secondo il quale il contributo del programma agli obiettivi ed alle politiche di sostenibilità ambientale
è positivo soprattutto per quanto riguarda i progetti dell’Asse 1 Ambiente e Territorio e dell’ Asse 2
Competitività relativamente al miglioramento di reti e servizi nel settore trasporti.
55. Il GTA, per superare alcune criticità significative emerse dalla valutazione delle schede progettuali delle
prime due finestre, ha individuato alcune sottomisure prioritarie da finanziare con la terza finestra del
2011. Per favorire la qualità ambientale e per stimolare la presentazione di progetti nelle tipologie d’azione
prioritaria, nel corso dell’infoday di presentazione della terza finestra di valutazione svoltosi a Torino ad
aprile 2011, il GTA ha presentato una serie di suggerimenti per la compilazione della parte ambientale
della scheda di domanda di contributo pubblico e alcuni approfondimenti sui temi ambientali più critici
(energie rinnovabili, turismo sostenibile e conservazione della biodiversità e del paesaggio).
Tabella 20. Priorità ambientali per la terza finestra di valutazione
Criticità Priorità ambientali
Asse/Misura Tipologie d’azione
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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Criticità Priorità ambientali
Asse/Misura Tipologie d’azione
Energie rinnovabili: l PO non
raggiunge pienamente gli obiettivi
ambientali riguardanti le energie
rinnovabili per il. numero troppo
esiguo di progetti finanziati.
Misura 1.2.3
Interventi e progetti per
la produzione di energia
da fonti rinnovabili e il
risparmio Energetico
Realizzazione di interventi pilota per la produzione di energia da
fonti rinnovabili e il risparmio energetico
piani di incentivo e interventi per il sistema edificio/impianti ad alta
efficienza energetica a basso impatto ambientale anche
nell’ambito degli insediamenti produttivi;
interventi formativi e informativi e condivisione di buone pratiche
su energie rinnovabili e risparmio energetico
Biodiversità: L’analisi del quadro
ambientale e la conoscenza del
territorio è poco approfondita, in
particolare rispetto alla grande
valenza naturalistica dell’area alpina.
Il rilevante numero di progetti
finanziati nell’ambito di questa
misura non ha contribuito a ottenere i
previsti effetti ambientali positivi
(previsti ne RA)
Misura 1.3.1
Progetti pilota e studi
per la valorizzazione
agro ambientale e
forestale
Azioni di concertazione transfrontaliera per lo sviluppo di una
gestione integrata delle aree rurali di montagna;
Azioni transfrontaliere che permettano di migliorare la qualità dei
prodotti agricoli,forestali, della pesca (ad esempio carta di qualità)
secondo processi di sviluppo sostenibile;
Azioni di valorizzazione del patrimonio rurale comune nella logica
dello sviluppo locale transfrontaliero, in particolare in relazione al
valore sociale, ambientale, culturale dei territori transfrontalieri;
Azioni per il sostegno agli agricoltori di montagna, in una
prospettiva transfrontaliera,nei loro sforzi d'adattamento alle
specificità ambientali e alle necessità del mercato.
Turismo sostenibile: difficoltà nel
proporre modelli di certificazione
ambientale derivanti da regolamenti
europei in ambito cantonale e scarsa
diffusione di sistemi di certificazione
ambientale tra i soggetti partecipanti
ai progetti
Misura 2.1
Integrazione dell’area
turistica transfrontaliera
Azioni innovative per la diversificazione dell’offerta turistica con
particolare attenzione ai cambiamenti climatici ed alla gestione e
utilizzo delle risorse idriche;
Diffusione di processi e standard di qualità e di sistemi di gestione
ambientale e trasferimento di buone pratiche di sostenibilità
dell’offerta turistica.
Paesaggio: sottostima degli effetti
ambientali positivi in relazione al
tema paesaggio.
Misura 3.1.1
Interventi per
salvaguardare,
valorizzare e
promuovere il paesaggio
ed il patrimonio culturale
Scambio e diffusione di metodologie ed esperienze per la
salvaguardia dei beni, del patrimonio e del paesaggio culturale;
Creazione di percorsi culturali e realizzazione di reti tematiche
culturali, in particolare attraverso la promozione dei legami storici
esistenti fra i territori;
Censimento, recupero, tutela, riuso e valorizzazione del
patrimonio e del paesaggio di interesse culturale (edilizio,
artistico,documentario, storico e artigianale), con particolare
riguardo a quello inserito in un itinerario tematico
Fonte: GTA - Suggerimenti per la compilazione della parte ambientale della scheda di domanda di contributo pubblico – presentazione all’Infoday 12/04/2011
3.4 Conclusioni e raccomandazioni
56. In base all’analisi dei progetti finora finanziati, in sintesi si può osservare che, complessivamente, gli
obiettivi previsti dagli interventi risultano coerenti con quelli della Strategia di Göteborg e in particolar
modo per quanto concerne la conservazione e la gestione delle risorse naturali e l’inclusione sociale.
Permane tuttavia la scarsa pertinenza diretta con gli obiettivi ambientali di Europa 2020 (riduzione consumi
energetici, energie rinnovabili e riduzione gas serra), in parte spiegata dal gran numero di interventi
finanziati di tipo immateriale e in parte dalla necessità di selezionare progetti coerenti con le strategie e le
politiche di intervento ambientali italiane e svizzere che su questi temi spesso non sono concordi.
57. Per quanto riguarda gli obiettivi ambientali del programma, con la selezione dei nuovi progetti del 2011
sarà possibile valutare se l’azione di sensibilizzazione effettuata dal GTA per il miglioramento della qualità
ambientale dei progetti e l’introduzione di priorità ambientali mirate, saranno servite a superare, almeno in
parte, le criticità rilevate in sede di valutazione dei progetti finora finanziati. Soltanto quando la rilevazione
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
66
del quadro degli indicatori ambientali sarà in fase più avanzata sarà possibile fare le prime considerazioni
sull’effettiva possibilità di raggiungimento degli obiettivi ambientali del programma.
58. Per la prossima programmazione, sarebbe opportuno concentrare maggiormente le azioni finalizzate a un
numero ristretto di obiettivi ambientali realisticamente conseguibili, cercando una maggiore coerenza tra le
priorità e le politiche d’intervento ambientali italiane e svizzere.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
67
4. Il contributo del Programma alle pari opportunità
4.1 Approccio metodologico
Il disegno di valutazione prevede tre domande sul tema delle pari opportunità in sede di valutazione strategica:
La strategia definita nel programma tiene conto in modo opportuno dei principi trasversali in un’ottica di
mainstreaming?
Quali sono gli effetti del programma sulle pari opportunità, con riferimento in particolare ai risultati conseguiti
nell’ambito dell’asse 3?
I criteri di selezione sono funzionali al perseguimento degli obiettivi trasversali?
Per rispondere alle domande individuate nel disegno di valutazione si è proceduto come segue:
Raccolta delle informazioni, mediante: analisi dei progetti; intervista ad un campione di 13 beneficiari, con
domande inerenti le pari opportunità; analisi delle schede di valutazione dei progetti ordinari della seconda
finestra valutativa e dei PIT con riferimento al criterio relativo alle pari opportunità; raccolta degli indicatori di
risultato; raccolta degli indicatori di contesto riferiti alle pari opportunità; intervista al collaboratore
dell’organismo delle pari opportunità (dott.ssa Marilena Lafratta);
Elaborazione dei dati e delle informazioni ed elaborazione del giudizio.
4.2 Valutazione dell’attualità della strategia
59. Il presente paragrafo intende rispondere alla prima domanda di valutazione (“La strategia definita nel
programma tiene conto in modo opportuno dei principi trasversali in un’ottica di mainstreaming?”) e trattare,
in particolare, il tema della validità della strategia rispetto all’evoluzione dell’analisi del contesto. In
questa fase della programmazione, infatti, è opportuno valutare la coerenza dell’impianto strategico del
Programma con l’aggiornamento dell’analisi del contesto in materia di pari opportunità e i mutati bisogni del
territorio che ne derivano.
60. La strategia delineata nel PO Cooperazione Italia-Svizzera 2007-2013 non dedica una particolare attenzione
al principio di pari opportunità, fatta eccezione che per l’Asse 3, in cui individua due specifici interventi:
- uno più generale sull’uguaglianza, il III.4.2 - Interventi per l’integrazione degli immigrati e delle persone
svantaggiate;
- uno più specifico sulle donne, il III.4.3 - Interventi per la promozione della parità di genere.
61. Al contempo, il PO individua, tra gli interventi che possono produrre effetti indiretti in termini di pari
opportunità e non discriminazione, quelli sul settore turistico, sulla promozione della cooperazione fra PMI
volti alla ricerca e all’innovazione, sul sistema dei trasporti, sulle ICT.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
68
62. Con riferimento alle pari opportunità in termini di genere, si possono individuare i seguenti aspetti di
rilievo.
- Nel paragrafo 1.2.1 si è visto che nell’area di riferimento i dati relativi all’occupazione femminile sono
positivi in sé, ma che osservandoli nell’ottica della parità di genere si evidenzia ancora un divario
significativo dal punto di vista delle opportunità di lavoro, carriera e retribuzione, a causa del ruolo che
tipicamente viene attribuito alla donna nella cura della famiglia.
- In questo contesto la linea di intervento III.4.3 - Interventi per la promozione della parità di genere, che
intende sostenere l’associazionismo transfrontaliero e le azioni di cooperazione volte a realizzare e
rafforzare i servizi (servizi di custodia dei bambini e all’assistenza alle persone non autosufficienti) alle
donne lavoratrici e realizzare studi e interventi sulla tematica della conciliazione, è allineata con le
attuali esigenze della popolazione dell’area. Questo tema è rilevante per tutte le categorie professionali
e le fasce d’età, in quanto i servizi conciliativi permettono alla forza lavoro femminile di non dover
scegliere tra il lavoro e la famiglia e di accompagnare le persone lungo un percorso che dà accesso agli
stessi diritti dei colleghi maschi, in termini di opportunità, carriera e retribuzione, senza dover rinunciare
alle scelte di vita familiare.
- Per quanto riguarda, invece, le ricadute indirette individuate dal Programma sulla parità di genere, si
assume la piena validità della strategia sui seguenti ambiti:
o ICT (Misura 3.2): possono avere effetti positivi sull’occupazione delle donne e, in particolare, sulla
conciliazione, da momento che permettono di sostituire la mobilità fisica, con la mobilità “virtuale”;
o promozione della cooperazione fra PMI volti alla ricerca e all’innovazione (Misura 2.2): in grado di
incentivare l’autoimprenditorialità femminile;
o sistema dei trasporti (Misura 2.3): può agevolare l’accessibilità ai servizi.
Per quanto riguarda gli interventi sul settore turistico (Misura 2.1), che secondo il Programma possono
costituire valide opportunità di occupazione e imprenditorialità per le donne, invece, è certamente
condivisibile il potenziale effetto sulla parità di genere, ma va tenuto conto del fatto che tale settore, per
sua natura stagionale, può dare adito anche a fenomeni di precariato da tenere monitorati.
- Va, infine, sottolineata l’esistenza di ulteriori linee di intervento su cui la strategia del Programma
dovrebbe puntare alla luce del contesto di riferimento. Ad esempio, considerato che l’area in questione
è fortemente orientata alla cultura ambientale, anche l’Asse I e, in particolare, la Misura 1.3 costituisce
uno spazio per l’occupabilità e l’imprenditorialità femminile, in quanto individua nella cooperazione tra gli
operatori del comparto agro-forestale opportunità professionali nell’ambito della produzione agro-
alimentare. Allo stesso tempo, la linea di intervento III.1.3 - Interventi innovativi per la promozione
culturale e l’occupazione costituisce un ambito interessante dal punto di vista delle opportunità
occupazionali anche per le donne. Infine, la Misura 3.3 per la promozione di una maggiore integrazione
in ambito formativo e del mercato del lavoro, rappresenta un’ulteriore occasione in termini di pari
condizioni di accesso per uomini e donne alla formazione e all’occupazione: si sottolinea, nello
specifico, che l’accesso a momenti di riqualificazione professionale diventa strategico dal momento che
la crisi ha posto problemi sempre nuovi di produttività e competitività che possono essere superati solo
con un capitale umano formato e valorizzato.
63. Con riferimento alle pari opportunità in termini di uguaglianza, invece, occorre sottolineare quanto segue.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
69
- Nell’analisi del contesto è stato definito come la consistente presenza degli stranieri nell’area di
interesse sia determinante per la sua crescita economica. Al contempo, però, l’immigrazione genera
problematiche di integrazione che possono essere gestite attraverso interventi di cooperazione
transfrontaliera. Altri aspetti da considerare ai fini dell’uguaglianza sono le altre categorie svantaggiate,
rappresentate prevalentemente dai disabili, ma anche dalla popolazione anziana, dai minori e, in
generale, dalle persone in condizioni di disagio (es. ex detenuti, tossicodipendenti).
- La linea di intervento II.4.2 - Interventi per l’integrazione degli immigrati e delle persone svantaggiate,
che mira a sostenere il processo di integrazione degli immigrati (a partire dall’integrazione linguistica) e
delle categorie di persone svantaggiate attraverso interventi socio-sanitari e assistenziali e iniziative
formative, educative, ricreative e sportive, rivolte in particolare a disabili, anziani, minori, è allineata con
il contesto sopra delineato: a fronte di una popolazione sempre più composita dal punto di vista
linguistico e culturale e della necessità di integrare sul piano socio-lavorativo una parte del popolazione
a rischio di esclusione, resta prioritario un impegno comune alla prevenzione dei fenomeni di disagio,
anche a vantaggio dell’arricchimento culturale e della sicurezza della collettività.
- Osservando le ricadute indirette individuate dal Programma sull’uguaglianza, invece, resta valida la
strategia sui seguenti ambiti, con particolare riferimento ai disabili e agli anziani:
o ICT (Misura 3.2): possono avere effetti positivi sull’occupazione delle categorie svantaggiate nel
momento in cui permettono di sostituire la mobilità fisica, con la mobilità “virtuale”;
o sistema dei trasporti (Misura 2.3): può migliorare la mobilità delle categorie svantaggiate se
agevola l’accessibilità ai servizi.
- Anche in questo caso, però, come per la parità di genere, si possono individuare anche altre linee di
intervento su cui la strategia del Programma dovrebbe puntare alla luce del contesto di riferimento. In
generale, le opportunità di natura occupazionale e imprenditoriale delineate per le donne possono
essere replicate anche per la popolazione straniera o, previo adeguato accompagnamento, per adulti in
condizioni di svantaggio particolari (es. ex detenuti). Per le altre categorie, invece, si possono
individuare altre linee di intervento:
o Gli interventi sulla Misura 1.3, che puntano anche sulle produzioni tradizionali, potrebbero
prevedere nei momenti di studio e di diffusione il contributo della popolazione anziana, tenutaria
delle tradizioni, in un’ottica di valorizzazione dell’agro-alimentare e di arricchimento culturale della
collettività.
o Tra gli interventi a valere sull’Asse 3, riprendendo quanto già esposto per la parità di genere,
sembra rilevante investire sull’integrazione in ambito formativo e del mercato del lavoro, che
costituisce anche un’opportunità di inclusione socio-lavorativa per giovani e adulti in condizioni di
disagio.
4.3 Valutazione del contributo del Programma agli obiettivi di pari opportunità
64. Il presente paragrafo intende rispondere alla seconda domanda di valutazione (“Quali sono gli effetti del
programma sulle pari opportunità, con riferimento in particolare ai risultati conseguiti nell’ambito dell’asse
3?”) analizzando, in termini di genere e di uguaglianza, le ricadute potenziali dei progetti finanziati sulle pari
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
70
opportunità, le realizzazioni e i primi risultati, con l’obiettivo di valutare coerenza, pertinenza, efficacia e
trasferibilità delle azioni.
65. Come si è visto nel paragrafo precedente, il Programma prevede un’attenzione specifica sulle pari
opportunità solo sull’asse 3 (interventi III.4.2 e III.4.3), ma ha effetti indiretti anche su altre linee di intervento.
L’analisi degli interventi finanziati ha dimostrato tale effetto.
66. Con riferimento alla parità di genere:
- Nel 49% dei casi i progetti finanziati sono stati descritti come “positivi” o “pienamente focalizzanti”
rispetto a questo tema, benché l’intervento III.4.3 sia definito per solo uno di essi come linea di azione
prevalente (id 7671128) e per un altro come linea di azione secondaria (id 13727316). Negli altri casi i
progetti per cui è descritta una ricaduta sulla parità di genere sono distribuiti come nel grafico sotto
riportato, che per ciascuna Misura indica la percentuale di progetti cui è stato attribuito un significato
positivo o pienamente focalizzante in questo senso.
Grafico 15. Progetti con impatto sulla parità di genere per tipologia di intervento
Fonte: Elaborazione del Valutatore su dati GEFO
- Osservando il grafico emerge che i 6 progetti “pienamente focalizzanti” in termini di parità di genere si
collocano sull’Asse 3 e sulla Misura 1.3. Approfondendo l’analisi sui singoli progetti, emerge quanto
segue.
o Un progetto (id 7671128 – “GENIO DONNA, progetto per le pari opportunità alle donne:
informazione, cultura, lavoro”), come si è visto, è l’unico ad avere indicato la promozione della
parità di genere come linea di azione principale: esso è promosso da associazioni femminili su
entrambi i versanti, con l’obiettivo di promuovere l’informazione sulla parità di genere mediante la
pubblicazione di un mensile informativo con redazioni a Como e Lugano, la promozione di iniziative
culturali e la costituzione di un Osservatorio Permanente che permetta il monitoraggio della
condizione occupazionale delle donne e delle relative discriminazioni. Dal monitoraggio delle
attività svolte emerge che tale progetto ha un buon riscontro in termini occupazionali, dato che
l’attivazione della testata giornalistica ha permesso di collocare nuove redattrici.
0%
0%
20%
0%
0%
0%
29%
20%
33%
13%
27%
38%
40%
50%
53%
0%
29%
60%
50%
63%
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%
1.1
1.2
1.3
2.1
2.2
2.3
3.1
3.2
3.3
3.4
Positivo Pienamente focalizzante
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
71
o Gli altri interventi a valere sulla Misura 3.4, pur essendo indirizzati ad categorie di svantaggio più
ampie, sono comunque pienamente focalizzati sulla parità di genere:
Il progetto id 7640351 (“ChiaVe: un progetto che apre le frontiere”), promosso per la
prevenzione del disagio giovanile, prevede peraltro la costituzione di un’équipe composta da
sole donne dedita all’educativa di strada dedicata alle ragazze: ad oggi risultano effettuati dei
momenti di riflessione e lavoro in piccolo gruppo, uscite, gite, incontri con i servizi socio-
sanitari dedicati agli adolescenti.
Il progetto id 7639487 (“COOPSUSSI - Cooperazione istituzionale con laboratori di
sussidiarietà e una rete per un sistema di accreditamento del Welfare”) ha l’obiettivo di
rafforzare la cooperazione nell’ambito delle istituzioni e del welfare e, con riferimento alla
popolazione femminile, punta a migliorare la condizione delle donne in un’ottica di
conciliazione tra vita familiare e lavoro. Su questo progetto risultano già effettuate diverse
azioni di formazione e orientamento rivolte a donne, in ambito turistico e commerciale.
o Per quanto riguarda invece i progetti finanziati a valere su altre misure che non sono
particolarmente focalizzate alla promozione sociale e istituzionale, ma che comunque sono stati
definiti “pienamente focalizzanti” sul tema della parità di genere, si individuano i seguenti:
Il progetto id 7618878 (“La pietra e la storia: salvaguardia del paesaggio e dell’architettura tra
Lecchese e Cantone Ticino”), finanziato a valere sulla Misura 3.1, ha come obiettivo la
valorizzazione del patrimonio artistico, culturale ed edilizio transfrontaliero, attraverso interventi
di studio, diagnosi, recupero e promozione del patrimonio caratteristico dell’area, riferito in
particolare ai manufatti, agli edifici e alle decorazioni che utilizzano come materiale prevalente
la pietra. Il beneficiario ha dichiarato per l’intervento un coinvolgimento attivo di operatori
culturali di entrambi i sessi, con particolare attenzione nel rispettare questo principio sia nella
scelta dei professionisti del settore che nel coinvolgimento degli studenti.
Il progetto id 13916598 (“Castelli del ducato - Percorsi castellani da Milano a Bellinzona”),
finanziato sempre a valere sulla Misura 3.1, mira a tracciare un percorso culturale e turistico
dal Castello Sforzesco di Milano ai castelli di Bellinzona valorizzando fortificazioni, architetture
e centri urbani, fondati o ampliati durante la dominazione del ducato di Milano, da meta
Trecento a meta Cinquecento. La focalizzazione sulla parità di genere sta nel fatto che il
progetto è ideato e gestito da professioniste, sia per parte italiana che per parte svizzera e,
quindi, nell’opportunità occupazionale attuale e potenziale offerta dall’intervento.
Il progetto id 7654173 (“Valori e sapori delle produzioni tradizionali alpine – Proalpi”), invece, è
finanziato a valere della Misura 1.3 per la valorizzazione delle produzioni forestali e
agroalimentari tradizionali della Provincia di Verbano-Cusio-Ossola e del Cantone Ticino e la
promozione della cultura di una sana alimentazione, in cui è determinante in ruolo
dell’occupazione e, in particolare, dell’imprenditoria femminile.
- Osservando, invece, i progetti “positivi” in termini di parità di genere, emerge una particolare
concentrazione di progetti positivi sulle Misure 3.4, 3.2 e 2.2, con oltre la metà degli interventi finanziati.
In molti casi tale valutazione è stata effettuata con riferimento al fatto che l’operazione viene realizzata
nel rispetto del principio delle pari opportunità tra uomini e donne e di non discriminazione, in particolare
nella selezione dei destinatari ai percorsi formativi e del personale impiegato nel progetto. A tal
proposito dall’intervista effettuata ad un campione di beneficiari è emersa una buona percentuale di
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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risorse femminili nei progetti, benché solo il 25% degli intervistati abbiano adottato misure di
conciliazione vita-lavoro (telelavoro e part time).
Grafico 16. Coinvolgimento delle risorse femminili nel progetto (% sul totale delle risorse coinvolte)
Fonte: Elaborazioni del Valutatore sugli esiti delle interviste ad un campione di beneficiari
- In alcuni casi, tuttavia, nella valutazione della positività del progetto sono stati approfonditi anche gli
effetti del progetto sulla parità di genere, individuando tra le motivazioni:
o il potenziale effetto positivo sulla popolazione femminile in termini di nuove opportunità
occupazionali e di autoimprenditorialità, visto anche sotto l’ottica dei seguenti impatti:
il miglioramento della qualità della vita delle donne, anche con riferimento agli strumenti di
flessibilità e conciliazione tra vita familiare e lavoro;
l’accesso delle donne alle tecnologie e la mobilità virtuale;
la mobilità sostenibile;
o l’inclusione sociale e culturale delle donne, in particolare straniere e disagiate.
Si ritiene che per tali progetti sia evidente la sostenibilità e la trasferibilità delle attività e dei relativi
risultati a vantaggio dell’efficacia del PO.
- È descritto come “positivo” anche il progetto che indica la promozione della parità di genere come linea
di azione secondaria (id 13727316, “Rafforzare la gestione comunale per promuovere lo sviluppo
sostenibile nelle aree montane”), che nell’ambito dei suoi obiettivi di introduzione di modelli di gestione
innovativi dei comuni medio-piccoli nelle aree montane tiene conto delle difficoltà delle donne nella
conciliazione tra attività comunale e famiglia/lavoro mediante la sensibilizzazione alla partecipazione
delle stesse alla politica.
- Tra le iniziative “positive”, inoltre, si segnala il progetto id 14085225 (“Welcome Media System”), del PIT
Intramedia, che prevede una serie di iniziative integrate di informazione e comunicazione con l’impiego
dell’ICT per il miglioramento dei servizi informativi rivolti ai turisti. Il progetto, come emerso
dall’intervista, è focalizzato sul tema delle pari opportunità in quanto mira a superare il digital divide che,
soprattutto in zone di montagna o zone periferiche, rischia di costituire un elemento di isolamento ed
< 10%0%
10% - 30% 8%
30% - 50% 42%
50% - 70%33%
> 70%17%
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
73
esclusione sociale per le persone. Inoltre il progetto ha ricadute positive sull’occupazione di donne e
categorie svantaggiate, perchè prevede modalità lavorative che sostituiscono la presenza fisica sul
posto di lavoro con il collegamento da remoto.
- Va segnalato, inoltre, che nei casi in cui il progetto è stato definito “neutro” in termini di parità di genere,
la giustificazione fornita è l’assenza di effetti diretti, ma né approfondisce i potenziali impatti indiretti
dell’intervento sulle pari opportunità, né considera l’eventuale composizione del gruppo di lavoro in
termini di parità di genere, come è stato fatto per gli altri progetti. Pertanto, la percentuale di progetti con
impatto sulle pari opportunità tra uomini e donne è potenzialmente maggiore del 49%.
- Dall’analisi complessiva, quindi, emerge che nonostante il Programma non preveda un’attenzione
specifica sulla parità di genere, gli interventi finanziati su diverse Misure hanno un effetto su questo
tema, con particolare riguardo all’occupabilità e all’imprenditorialità femminile, che costituisce uno degli
obiettivi strategici a livello europeo.
- Volendo evidenziare tale concetto secondo il modello Vispo, la tabella sottostante evidenzia, per
ciascuna delle tre priorità del PO, in che misura esse contribuiscono al raggiungimento di degli obiettivi
di tale modello, tenendo conto delle finalità e dei contenuti dei progetti finanziati, nonché delle
motivazioni addotte nel declinare un giudizio di pertinenza sulla parità di genere.
Tabella 21. Adozione del principio del gender mainstreaming secondo il modello Vispo
Migliorare le condizioni di vita al fine di rispondere
meglio ai bisogni delle donne
Migliorare l’accesso delle donne al mercato del lavoro
e alla formazione
Migliorare le condizioni delle donne sul lavoro e
ridistribuire il lavoro di cura
Promuovere la partecipazione delle donne alla creazione delle attività
socioeconomiche
Priorità 1 Bassa Bassa Bassa
Priorità 2 Alta Media Bassa
Priorità 3 Media Alta Media
67. Con riferimento alle pari opportunità in termini di uguaglianza, invece:
- Nel 52% dei casi i progetti finanziati sono stati descritti come “positivi” o “pienamente focalizzanti”
rispetto a questo tema. Per 7 progetti è definito come linea di azione prevalente l’intervento III.4.2, che
non è mai indicato invece come linea di azione secondaria. I progetti per cui è descritto un “impatto” in
termini di uguaglianza sono distribuiti come nel grafico sotto riportato, che per ciascuna Misura indica la
percentuale di progetti cui è stato attribuito un significato positivo o pienamente focalizzante.
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Grafico 17. Progetti con impatto sull’uguaglianza per tipologia di intervento
Fonte: Elaborazione del Valutatore su dati GEFO
- Osservando il grafico emerge che i 6 progetti “pienamente focalizzanti” in termini di uguaglianza si
collocano sulle Misure 3.4, 3.1 e 1.3. Approfondendo l’analisi sui singoli progetti, emerge quanto segue.
o Due progetti, oltre ad essere “pienamente focalizzanti”, prevedono il tema dell’integrazione degli
immigrati e delle persone svantaggiate come linea di intervento principale:
Il progetto id 7640351 (“ChiaVe: un progetto che apre le frontiere”), che come si è visto sopra è
focalizzato anche sulla parità di genere, promuove l’uguaglianza nella prevenzione del disagio
giovanile con particolare attenzione anche ai ragazzi immigrati. Ad oggi sono già state attivati
vari interventi, tra cui l’educativa di strada rivolti specificatamente alla popolazione adolescente
straniera e l’accompagnamento al lavoro dei giovani fragili.
Il progetto id 14004268 (“Il raggio del suono: espressività per le disabilità - Progetto di
cooperazione sociale transfrontaliera a sostegno dell’integrazione dei soggetti disabili”)
promuove l’inclusione sociale transfrontaliera dei disabili a partire dall’espressività e dalla
musica anche ricorrendo alla tecnologia.
o Anche altri interventi a valere sulla Misura 3.4 e, quindi, sulla cooperazione sociale e istituzionale
sono pienamente focalizzati sul tema dell’uguaglianza ma, come visto sopra, lo sono in termini di
genere (id 7671128 - “GENIO DONNA, progetto per le pari opportunità alle donne: informazione,
cultura, lavoro” e id 7639487 - “COOPSUSSI - Cooperazione istituzionale con laboratori di
sussidiarietà e una rete per un sistema di accreditamento del Welfare”).
o Per quanto riguarda invece i progetti finanziati a valere di misure che non sono particolarmente
focalizzate sull’uguaglianza, ma che comunque sono stati definiti “pienamente focalizzanti” sul
tema, si individuano due progetti rilevati anche per la parità di genere:
Il progetto id 7618878 (“La pietra e la storia: salvaguardia del paesaggio e dell’architettura tra
Lecchese e Cantone Ticino”), come per la parità di genere, prevede un coinvolgimento attivo di
operatori culturali senza alcuna distinzione su condizioni personali di carattere culturale,
0%
0%
14%
0%
0%
0%
12%
0%
0%
25%
40%
36%
43%
37%
45%
50%
35%
75%
75%
50%
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%
1.1
1.2
1.3
2.1
2.2
2.3
3.1
3.2
3.3
3.4
Positivo Pienamente focalizzante
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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religioso, etnico o relativi a stati di handicap, con particolare attenzione nel rispettare questo
principio sia nella scelta dei professionisti del settore che nel coinvolgimento degli studenti.
Il progetto id 7654173 (“Valori e sapori delle produzioni tradizionali alpine – Proalpi”) è
pienamente focalizzato sul tema dell’uguaglianza ma, come visto sopra, lo è in termini di
genere.
- Osservando, invece, i progetti “positivi” in termini di uguaglianza, emerge una particolare
concentrazione di progetti positivi sulle Misure 3.2, 3.3, 3.4 e 2.3, con oltre la metà degli interventi
finanziati. In questo caso per alcuni progetti tale valutazione riconosce l’assenza di elementi
discriminatori oppure è stata effettuata circoscrivendo la motivazione al rispetto della parità di genere.
Dall’intervista ad un campione di beneficiari, inoltre, nel 25% dei casi è emersa la partecipazione di
risorse diversamente abili nel progetto.
- In alcuni casi, però, sono stati approfonditi anche gli effetti del progetto sulle pari opportunità in termini
più ampi di uguaglianza, individuando tra le motivazioni della positività dell’intervento:
o l’inclusione sociale, culturale e lavorativa dei soggetti svantaggiati, con particolare riguardo a
disabili e immigrati, ma anche a popolazioni più isolate in ragione delle caratteristiche del territorio
e ad altre categorie (es. disoccupati, detenuti);
o l’uguaglianza nell’accesso alle tecnologie;
o la mobilità sostenibile dei disabili.
Anche in questo caso si ritiene che per tali progetti sia evidente la sostenibilità e la trasferibilità delle
attività e dei relativi risultati a vantaggio dell’efficacia del PO.
- Sono descritti come “positivi” anche 5 progetti per cui è stata indicata come linea di azione prevalente
l’integrazione degli immigrati e delle persone svantaggiate:
o Il progetto id 7475343 (“Peer education ITA-CH”) mira a promuovere e diffondere la condivisione
orizzontale di conoscenze ed esperienze tra persone giovani di pari status, in modo tale che i più
esperienti possano responsabilizzare e consapevolizzare i loro peers, prevedendo azioni di
formazione di giovani educatori sulla pratica della responsabilizzazione, nonché dei giovani sui
rischi derivanti da pratiche sessuali a rischio e uso di sostanze psicotrope o stupefacenti in
generale. Ad oggi sono stati effettuati vari corsi di formazione per i peer educator, eventi per la
discussione e la sensibilizzazione sul tema, nonché una ricerca quali-quantitativa per conoscere i
fattori di rischio sociale dei giovani tra i 14 e i 19 anni.
o Il progetto id 7601867 (“MONTEQUA - Sviluppare istruzione di qualità tramite pedagogia
Montessori”) mira a riqualificare l’offerta formativa per mantenere in vita il sistema scolastico in
talune località e migliorarne la qualità, favorendo l’apprendimento di lingue come il ladino e il
retoromanzo e promuovendo così l’uguaglianza nella formazione tra tutti i bambini del territorio.
L’equipe ad oggi ha stretto contatti ed effettuato sondaggi con le autorità scolastiche, condotto
ampia sperimentazione sul metodo pedagogico proposto, distribuito brochure informative presso
scuole dell’infanzia e partecipato a dei corsi di formazione.
o Il progetto id 14030855 (“REMIDA”) del PIT rifiuti il progetto mira a promuovere la cultura della
sostenibilità ambientale e la valorizzazione economica degli scarti, mediante la creazione di due
centri del riuso di scarti industriali e non, di cui uno a Varese per la sensibilizzazione sul tema della
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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sostenibilità ambientale per minori e adulti svantaggiati e l’altro a Mendrisio al servizio di pazienti
psichiatrici e adulti svantaggiati in genere.
o Il progetto id 14030373 (“Rifiutilinsubrici”), sempre del PIT Rifiuti, mira all’educazione e
sensibilizzazione della popolazione del Cantone Ticino e della provincia di Varese alla sostenibilità
ambientale nelle scelte quotidiane di acquisto, consumo e smaltimento dei prodotti, attraverso
azioni educative nelle scuole e sensibilizzanti in mostre itineranti. In questo caso non emergono dal
progetto particolari elementi relativi alle pari opportunità, ma dall’analisi degli esiti dell’istruttoria
emerge un impegno di personale prevalentemente femminile.
o Il progetto id 13709346 (“Ponti per il futuro - modelli innovativi di sostegno e assistenza”) prevede
lo sviluppo di modelli assistenziali innovativi a favore di categorie svantaggiate di persone come
anziani e adulti con problematiche psichiche, attraverso un miglioramento della rete di enti
erogatori di servizi assistenziali e opere di sensibilizzazione e di qualificazione del personale
specializzato nell’assistenza. Ad oggi per favorire il coordinamento di progetto e la diffusione del
know-how si sono costruite due reti locali e una rete transfrontaliera, oltre che installata una
piattaforma per la cooperazione transfrontaliera.
- Tra le iniziative con effetti positivi sull’uguaglianza, si segnala inoltre il progetto id 13852227 (“La culture
du geste”), finalizzato alla tutela dell’artigianato di tradizione e raggiunto dall’intervista del Valutatore.
Nell’ambito del progetto sono previste attività di animazione e di didattica destinate alle situazioni di
disagio (es. laboratori didattici per ragazzi diversamente abili). Attualmente in una sala didattica è stato
installato un laboratorio per bambini, perfettamente funzionante, e che il Capofila vorrebbe attivare per
persone con difficoltà motorie e/o psichiche.
- Quindi, anche in questo caso, come per la parità di genere, emerge che nonostante il Programma non
preveda un’attenzione specifica sull’uguaglianza, fatta eccezione che per l’intervento III.4.2, gli
interventi finanziati nell’ambito di altre Misure hanno un effetto su questo tema.
68. Oltre ad esaminare come i progetti si collocano sul piano qualitativo in termini di pari opportunità, il
Valutatore ha esaminato l’efficacia delle operazioni analizzando il trend degli indicatori di risultato
pertinenti. Per quanto riguarda l’indicatore della Misura 3.3 “Soggetti partecipanti ai percorsi formativi
transfrontalieri”, che è declinato per donne, immigrati e disabili, non vi è alcun risultato, mentre per
l’indicatore della Misura 3.4 “Numero di utenti di progetti di cooperazione sociosanitaria”, declinato in
relazione alle diverse categorie di svantaggio (minori, donne, immigrati e disabili), si tratteggia
l’avanzamento indicato nel prospetto che segue che è determinato da due soli progetti, precedentemente
illustrati. Tuttavia, come emerge in tabella, per le iniziative per cui è disponibile il dato, il target raggiunto è
comunque molto superiore a quello previsto dal PO.
Tabella 22. Andamento degli indicatori di risultato pertinenti con le pari opportunità
ID Progetto
Titolo progetto Indicatore di risultato Target P.O. Target
progetto Realizzato
Realizzato / Target
7640351 ChiaVe: un progetto che apre le frontiere
Numero di utenti di progetti di cooperazione sociosanitaria per minori
50 500 350 70%
Numero di utenti di progetti di cooperazione sociosanitaria per donne
50 450 300 67%
Numero di utenti di progetti di cooperazione sociosanitaria per immigrati
50 100 60 60%
7475343 Peer education ITA-CH
Numero di utenti di progetti di cooperazione sociosanitaria per minori
50 1.200 1.710 143%
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
77
4.4 Valutazione del ruolo delle pari opportunità nel processo di selezione
69. Nella selezione dei progetti è previsto un unico criterio di selezione, comune a tutte le misure,
specificatamente legato al tema della non discriminazione: “Capacità di generare ricadute sociali ed
economiche positive sul piano delle pari opportunità per tutti e della parità tra uomini e donne”. Tale criterio,
infatti, permette di rilevare l’eventuale capacità (diretta o indiretta) degli interventi di produrre delle ricadute
sulle pari opportunità sia in termini di genere che di uguaglianza, così come previsto dal Regolamento (CE)
1083/2006.
70. Analizzando gli esiti della selezione dei progetti della seconda finestra valutativa e dei PIT con riferimento a
tale criterio di selezione, si osserva in generale un giudizio mediamente molto positivo56, lievemente
superiore per il versante svizzero, anche in ragione del fatto che in questo caso non vi sono stati giudizi
“sufficienti”, ma solo “buoni” o “insufficienti”.
Tabella 23. Giudizio sulle PPOO per Misura Grafico 18. Andamento del giudizio sulle PPOO
Misura Giudizio
complessivo Giudizio
ITA Giudizio
CH
1.1 2,50 2,00 3,00
1.2 2,42 2,33 2,50
1.3 2,67 2,33 3,00
2.1 2,46 2,14 2,79
2.3 2,75 2,50 3,00
3.1 2,75 2,75 2,75
3.2 2,83 2,67 3,00
3.3 2,50 3,00 2,00
3.4 2,92 2,83 3,00
Giudizio complessivo
2,63 2,47 2,79
Fonte: elaborazione del Valutatore sulla base delle schede di istruttoria dei progetti della seconda finestra valutativa e dei PIT
71. Come emerge dalla tabella e dal grafico soprastanti, hanno avuto una valutazione migliore sulle pari
opportunità i progetti a valere sulla misura 3.4, su cui il PO concentra gli interventi inerenti questo tema
trasversale. Tuttavia, una valutazione superiore alla media è ottenuta anche dai progetti finanziati sulle
Misure 1.3, 2.3, 3.1 e 3.2, a testimonianza del fatto gli interventi finanziati sono in grado di generare impatti
indiretti significativi sull’applicazione del principio delle pari opportunità.
72. La selezione è avvenuta tenendo conto, da un lato, delle ricadute descritte dai beneficiari in fase di
presentazione progettuale in termini di genere e di uguaglianza dell’intervento e, dall’altro, dei potenziali
effetti del progetto che, come già rilevato, non sono stati descritti direttamente dai beneficiari. In ogni caso,
osservando gli esiti dell’istruttoria sui progetti della seconda finestra valutativa e dei PIT, emerge un
sostanziale allineamento tra le dichiarazioni dei beneficiari e la valutazione dei progetti sul criterio relativo
alle pari opportunità.
56 Giudizio calcolato attribuendo i punteggi come segue: 1 = Insufficiente; 2 = Buono; 3 = Ottimo. In presenza di più valutatori per versante è stato attribuito un peso maggiore ai soggetti di maggior peso sul tema delle pari opportunità.
-
0,50
1,00
1,50
2,00
2,50
3,00
1.1 1.2 1.3 2.1 2.3 3.1 3.2 3.3 3.4
Giudizio per Misura Giudizio complessivo
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
78
Tabella 24. Confronto tra le dichiarazioni dei destinatari in materia di pari opportunità e il giudizio degli
istruttori
Criterio Giudizio dichiarato dal
beneficiario Valutazione complessiva
Valutazione ITA Valutazione CH
Genere
Pienamente focalizzante 3,00 3,00 3,00
Positivo 2,75 2,65 2,85
Neutro 2,52 2,31 2,73
Uguaglianza
Pienamente focalizzante 3,00 3,00 3,00
Positivo 2,70 2,57 2,83
Neutro 2,54 2,35 2,74
Fonte: elaborazioni Valutatore su punteggi assegnati ai progetti finanziati per il criterio di selezione delle Pari Opportunità (progetti della seconda finestra valutativa e PIT)
73. Inoltre, si rileva che il giudizio per i progetti dichiarati “neutri” rispetto al tema delle pari opportunità è
comunque mediamente positivo, a testimonianza del fatto che in alcuni casi non sono state indicate
espressamente le potenziali ricadute dei progetti, che invece sono state colte in sede di valutazione.
74. Per i progetti per cui la valutazione è stata più negativa, invece, sono state formulate alcune specifiche
raccomandazioni ai beneficiari, che sono stati invitati a valorizzare maggiormente le potenzialità del
progetto sulle pari opportunità, con particolare riferimento alle opportunità occupazionali sulle donne,
all’accessibilità ai diversamente abili, all’accessibilità ai servizi attraverso una opportuna localizzazione e
organizzazione degli orari dei servizi, alla parità di accesso alla formazione, alla promozione della
conciliazione tra vita familiare e lavoro.
4.5 Conclusioni e raccomandazioni
75. L’esame sul perseguimento del principio trasversale delle pari opportunità consente una valutazione positiva
sul contributo del Programma in relazione a questa tematica.
76. Nello specifico, alla luce dell’evoluzione del contesto di riferimento è confermata la validità della strategia
del Programma, sia con riferimento alle linee di intervento specificatamente rivolte alla promozione della
parità di genere e all’integrazione degli immigrati e delle persone svantaggiate, sia alle altre linee che
vengono individuate come portatrici di effetti indiretti. Tuttavia, va evidenziato come il Programma preveda
ulteriori linee che possono avere un effetto indiretto sulle pari opportunità, con particolare riferimento a
quelle occupazionali (es. cooperazione nei settori agroalimentare e culturale, accesso alla formazione e al
mercato del lavoro). Si raccomanda tuttavia un’attenzione trasversale alle pari opportunità che incroci la
parità di genere con l’uguaglianza, promuovendo ad esempio azioni di conciliazione rivolte a donne
immigrate, come volano per la loro integrazione, nonché un’attenzione più ampia categorie deboli meno
trattate (es. anziani).
77. Osservando gli interventi finanziati, benché il Programma non preveda un’attenzione specifica sulle pari
opportunità, emerge come effettivamente i progetti approvati nell’ambito di altre Misure abbiano un effetto
positivo su questo tema, con particolare riguardo all’occupabilità e all’imprenditorialità, che costituisce uno
degli obiettivi strategici a livello europeo.
78. Tuttavia, l’analisi delle progettualità chiarisce come la sensibilità dei beneficiari nel valorizzare le possibili
ricadute dei progetti in termini di parità di genere e uguaglianza sia ancora debole e a volte legata più al
concetto di “non discriminazione” che di promozione di effetti positivi su queste tematiche. Al contempo, dal
confronto con gli stessi referenti cantonali è emerso un interesse poco rilevante per tale tematica
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
79
trasversale. Pertanto, si raccomanda, per le prossime progettualità, di stimolare nei beneficiari una maggiore
sensibilità nel declinare le ricadute sulle pari opportunità dei progetti e, per i progetti in corso di attuazione o
di valutazione, di fornire ai beneficiari indicazioni utili ad accompagnarli in itinere nella valorizzazione degli
effetti potenziali sulla parità di genere e sull’uguaglianza in fase di presentazione della relazione di
monitoraggio e di rendicontazione, anche mediante il ricorso a strumenti di misurazione o di analisi
qualitativa delle attività svolte e dei relativi effetti.
79. Un possibile accompagnamento potrebbe prevedere anche il coinvolgimento dell’Organismo per le pari
opportunità in eventuali incontri formativi e informativi sulle occasioni di moltiplicazione degli effetti dei
progetti in termini di parità di genere ed uguaglianza, nonché sulla maturazione di una cultura delle pari
opportunità che permetta la sostenibilità delle azioni intraprese (affinché ad esempio il coinvolgimento delle
donne nelle attività progettuali non si traduca poi nel precariato) e ne promuova la relativa trasferibilità.
Inoltre è auspicabile il coinvolgimento dell’Organismo per le pari opportunità nelle fasi di programmazione e
gestione delle risorse e dei progetti.
80. Benché l’efficacia dei progetti possa essere misurata solo a conclusione degli stessi, dall’analisi degli
indicatori di risultato emerge che i valori target definiti dal POR in termini di numero di utenti di progetti di
cooperazione sociosanitaria per immigrati, donne e minori risultano già superati. Tuttavia, va rilevato che
solo due progetti ad oggi contribuiscono all’alimentazione di questi due indicatori e occorre quindi attendere
l’avanzamento degli altri progetti finanziati a valere delle misure 3.3. e 3.4 che contribuiscono alla
valorizzazione degli indicatori rilevanti per avere un quadro più completo sui risultati. Inoltre, si evidenzia la
scarsità di indicatori di Programma declinati per genere o per tipologia di soggetto destinatario dell’intervento
(ad es. immigrati, disabili), che potrebbero pertanto essere integrati.
81. Rispetto al criterio di selezione relativo alle pari opportunità, trasversale a tutte le Misure, si ritiene che
esso sia funzionale al perseguimento degli obiettivi trasversali sia in termini di genere che di uguaglianza, in
quanto permette di rilevare la capacità (diretta o indiretta) degli interventi di produrre delle ricadute sulle pari
opportunità. Anche se si rileva un sostanziale allineamento tra le dichiarazioni dei beneficiari in termini di
ricadute sulle pari opportunità e la valutazione dei progetti sul relativo criterio, va riconosciuto ai soggetti che
hanno effettuato la selezione dei progetti la capacità di individuare gli effetti potenziali, anche non rilevati dal
beneficiario, indicando nella scheda di valutazione del progetto suggerimenti e indicazioni sugli impatti
potenziali generabili dall’intervento sulle pari opportunità ai fini dell’attuazione.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
80
5. Effetti della cooperazione con uno stato extra-europeo
5.1 Approccio metodologico
La presente sezione descrive l’approccio metodologico adottato per valutare gli effetti della cooperazione con la
Svizzera che, in quanto stato extra-europeo (extra-UE) attua il Programma attraverso la Nuova politica regionale
(NPR) della Confederazione.
La proposta metodologica circoscrive il campo di indagine alle due tematiche chiave individuate nel Piano di
Valutazione approvato, proseguendo un percorso valutativo che mira ad investigare in che modo le differenze tra
i due paesi differenze dovute alla non appartenenza alla UE da parte della Svizzera influiscono sul
raggiungimento degli obiettivi del programma.
La valutazione pertanto non può non prescindere dall’analisi dei seguenti aspetti: il primo riguarda le differenti
politiche regionali di sviluppo economico e territoriale di Italia e Svizzera e la conseguente mancanza di
coordinamento strategico nella loro definizione, il secondo riguarda l’ammontare delle risorse e la differenza delle
risorse investite.
L’analisi delle politiche regionali di sviluppo economico è stata condotta attraverso l’approfondimento della
documentazione di programmazione, in particolare quella riguardante la Nuova Politica Regionale elvetica e la
valutazione intermedia effettuata dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO). Le verifiche sulle risorse
investite sono state eseguite sulla base dei dati provenienti dal sistema di monitoraggio e dai Rapporti Annuali di
Esecuzione (RAE).
Un’attenzione particolare nella fase di valutazione è stata rivolta all’approfondimento delle disparità che
influenzano l’efficacia del Programma: l’indagine è stata condotta facendo ricorso ad interviste con i referenti
italiani e svizzeri del Programma.
5.2 Evoluzione delle politiche svizzere
82. Di seguito si illustrano le principali evidenze dell’analisi dell’evoluzione delle politiche svizzere, con
particolare riferimento al relativo impatto sulla cooperazione transfrontaliera.
- Nell’ultimo decennio le condizioni economiche generali della Svizzera sono cambiate, seguendo in
parte le trasformazioni avvenute a livello globale (terziarizzazione dell’economia, decrescita del settore
agricolo, invecchiamento della popolazione ecc.). Su alcuni aspetti, nelle regioni montane e rurali il
cambiamento è stato più problematico rispetto ai centri economicamente più forti di pianura e collina.
Per esempio, i mutamenti demografici e del mercato del lavoro, tutt’ora in corso, hanno una profonda
influenza sul territorio svizzero e rientrano tra le sfide principali per lo sviluppo regionale.
- L’insieme delle vicende che hanno condizionato e determinato in questi ultimi anni lo sviluppo delle
politiche svizzere, qui intese nell’ambito dello sviluppo regionale e dell’economia, si snoda lungo un
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
81
percorso, che soprattutto nell’ultimo decennio ha introdotto nuove modalità di ripartizione dei compiti e
di collaborazione tra Confederazione e Cantoni volte alla perequazione delle disparità cantonali ed
all’incremento dell’efficienza.
- L’evoluzione delle politiche svizzere è stata fortemente segnata dalla “Riforma della perequazione
finanziaria e della ripartizione dei compiti tra Confederazione e cantoni” (RPT), completata nel 2008.
Tale strumento è finalizzato a disciplinare le relazioni politiche e finanziarie tra la Confederazione e i
cantoni, da un lato, e tra i vari cantoni, dall’altro lato. La RPT ha introdotto una suddivisione più chiara
delle responsabilità tra la Confederazione e i cantoni, e ha reso l’impostazione della perequazione
finanziaria più facilmente gestibile ed equa.
- Attraverso la Nuova politica regionale57 la Confederazione è intervenuta sostenendo le regioni rurali,
montane e di frontiera nell’attuazione dei loro programmi di sviluppo. Benché i problemi che si
presentano nelle diverse regioni siano di carattere analogo, le soluzioni e le opportunità più adatte
possono differire da regione a regione. Per questo motivo, per l’attuazione della politica regionale, la
regia è stata affidata ai Cantoni che, insieme alle regioni interessate, sviluppano strategie volte a
rafforzare l’economia.
- Rispetto alle politiche precedenti, la Nuova politica regionale (NPR) ha focalizzato l’attenzione sulla
competitività e sul rafforzamento delle regioni come spazio economico. In Svizzera e nelle singole
regioni, infatti, le esportazioni di merci e servizi oltre i confini regionali, cantonali e nazionali rivestono un
ruolo primario. La NPR si basa quindi su un modello di sviluppo economico regionale58 che parte dal
presupposto che il benessere ed il potenziale di crescita di una regione sono determinati dalle attività
economiche che generano valore aggiunto attraverso l’esportazione di beni e servizi verso altre regioni
o altri Cantoni, o anche verso l’estero. Sulla base del Programma pluriennale 2008-201559 della
Confederazione, la legge sulle politiche regionali viene attuata attraverso i programmi di attuazione
cantonali quadriennali (2007-2011 e 2012-2015), nei quali vengono fissati gli obiettivi specifici e le
strategie da adottare.
- A livello federale l’attuazione della NPR spetta alla sezione Politica regionale e d’assetto del territorio
della SECO, la quale ha effettuato, nel 2010, una valutazione intermedia con l’intento di fare il punto
della situazione e trarre delle raccomandazioni per l’attuazione della NPR 2012-2015. Si è ritenuto utile
esaminare tale valutazione per cogliere gli orientamenti futuri e le possibili evoluzioni delle politiche
regionali svizzere in relazione alla cooperazione transfrontaliera che, come noto, si inquadra nella NPR.
o La valutazione ha espresso un giudizio complessivamente positivo; dal gennaio 2008 al luglio
2010, i fondi federali assegnanti dalla confederazione per la cooperazione transfrontaliera,
57 La Nuova Politica Regionale, che è stata introdotta con la Legge federale del 6 ottobre 2006, è entrata in vigore il primo gennaio 2008; essa segue, un approccio basato sulla crescita economica e sulla competitività delle regioni di montagna, abbandonando il criterio della precedente Legge federale sull’aiuto agli investimenti nelle regioni di montagna (LIM) che, per eliminare le disparità delle regioni periferiche, puntava essenzialmente sulla ridistribuzione delle risorse.
58 Secondo la teoria dello sviluppo regionale denominata “base d’esportazione” che interpreta le modalità di sviluppo a livello regionale attraverso l’importanza delle esportazioni, le uniche attività che possano dare impulso all’economia e generare ricchezza in un territorio.
59 In base alla Legge federale sulla politica regionale, l’Assemblea federale definisce, nel Programma pluriennale, le priorità riguardo a contenuti, territori e mezzi promozionali.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
82
transnazionale e interregionale con i paesi europei60 rappresentano circa il 12% (14 M di CHF) del
totale dei finanziamenti stanziati per la NPR (126 M di CHF) ed i progetti di cooperazione sostenuti
rappresentano quasi il 30% (177) del totale (610).
o Nella valutazione intermedia, si riconosce l’utilità della collaborazione transfrontaliera a favore dello
sviluppo regionale, in quanto molte questioni riguardanti i territori di confine richiedono la ricerca di
soluzioni comuni.
o I risultati della valutazione rivelano tuttavia che la NPR avrà bisogno di tempo per essere
pienamente operativa. Le esperienze con strumenti della vecchia politica regionale mostrano che il
tempo necessario potrebbe essere quello dell’intero programma pluriennale. Per la realizzazione
futura della NPR si dovrà quindi tenere conto di quanto segue:
qualora vengano impiegati contributi federali, la NPR e la cooperazione transfrontaliera
dovranno essere il più possibile concordanti (questo fattore sarà un criterio di valutazione per il
2012 - 2015);
nella progettazione e selezione dei progetti di cooperazione transfrontaliera, è auspicabile,
nella prospettiva della politica regionale, che vi sia un maggiore allineamento degli obiettivi
della strategia NPR con quelli dei programmi cantonali.
sarà importante perfezionare il coordinamento tra i servizi della politica regionale e gli attori del
programma transfrontaliero affinché vi sia il maggior grado di compatibilità possibile. Per tale
ragione, se sarà opportuno, saranno recepiti i suggerimenti proposti dal gruppo di lavoro
formato dai cantoni;
nell’elaborazione dei prossimi programmi di cooperazione transfrontaliera, dovranno essere
tenuti in considerazione, per quanto possibile, gli interessi dei Cantoni ed i loro obiettivi di
sviluppo per le regioni di confine;
secondo quanto stabilito dalla Legge federale sulla politica regionale, nel caso i risultati siano
positivi a seguito della valutazione conclusiva del 2013, sarà considerata la necessità di
integrare la cooperazione transfrontaliera con risorse aggiuntive;
inoltre, sulla base dell’indirizzo della RPT, la NPR deve concentrarsi su specifici ambiti dello
sviluppo regionale che perseguono obiettivi di ordine esclusivamente economico. Solo se
riuscirà ad essere coerente con tali obiettivi, la NPR potrà giustificare la sua esistenza a lungo
termine, se avverrà il contrario, significherà che il finanziamento di progetti NPR, come nel
caso dell’estensione ad interventi di tipo materiale sulla la cooperazione transfrontaliera, potrà
interferire con le altre politiche settoriali.
83. Recentemente è maturata la consapevolezza, a livello cantonale, sui limiti di compatibilità tra NPR e
Cooperazione Transfrontaliera. Sono state istituite delle conferenze a livello federale per discutere e
valutare se la cooperazione Transfrontaliera debba essere per forza legata alla politica regionale oppure
svincolata da essa. Per il momento è prematuro capire quali provvedimenti adotterà il governo federale,
60 Si intende l’intero programma di cooperazione (in Svizzera denominato Interreg IV) che comprende tre sezioni: INTERREG IV A Programmi transfrontalieri Italia–Svizzera, Francia–Svizzera, Reno superiore e Reno alpino–Lago di Costanza–Alto Reno; INTERREG IV B Cooperazione transnazionale Europa nord-occidentale e Spazio Alpino; INTERREG IV C Scambi interregionali con tutti i paesi europei.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
83
tuttavia è indubbio che se si verificasse un mutamento del genere si potrebbe migliorare l’impianto giuridico
che regola la partecipazione al programma.
5.3 Principali differenze che condizionano l’attuazione del Programma
84. Sebbene, nella Valutazione Operativa 2010 e nel RAE 2010, siano stati evidenziati indubbi miglioramenti
nella qualità del partenariato e forti progressi delle attività di cooperazione transfrontaliera, riemergono,
tuttavia, le consuete differenze tra le due politiche regionali transfrontaliere che innegabilmente
diminuiscono l’efficacia del Programma. Com’è noto, poiché la Svizzera non è soggetta al quadro normativo
comunitario, la sua partecipazione al Programma di Cooperazione transfrontaliera si svolge nell’ambito della
NPR e pertanto l’attuazione da parte elvetica presenta alcune particolarità rispetto alla parte europea.
- La differenza tra le politiche è quindi l’elemento che influenza in maniera preponderante le condizioni
di partecipazione al Programma; infatti pur essendo, l’impianto giuridico che regola la partecipazione
ai programmi, valido e condiviso, gli obiettivi e le strategie fondanti le politiche rimangono differenti.
o Innanzitutto per ottenere un finanziamento federale i progetti di cooperazione transfrontaliera
devono anche soddisfare il requisito di miglioramento della competitività fissato dalla NPR.
o Inoltre, come già esposto, il cofinanziamento della NPR al Programma di cooperazione
transfrontaliera avviene attraverso un fondo per lo sviluppo regionale e l’attuazione del Programma
viene delegata ai Cantoni attraverso delle convenzioni programmatiche che essi stipulano con la
Confederazione. Le priorità strategiche cantonali costituiscono la base per l’elaborazione della
Convenzione tra Confederazione e Cantoni e per tale ragione esse sono ugualmente vincolanti
nell’ambito la cooperazione transfrontaliera.
- A ciò si aggiunge la disparità di risorse finanziarie rese disponibili dai due stati transfrontalieri, che
limita chiaramente la progettazione e la realizzazione dei progetti di cooperazione.
o Dal punto di vista finanziario si rileva la maggiore differenza con l’Italia (rapporto 5 a 1); alla data di
aprile 2011, i finanziamenti per il Programma di cooperazione Italia-Svizzera ammontano a
31.661.070,00 Euro (risorse comunitarie + nazionali + autofinanziamento) per la parte italiana,
mentre per la parte svizzera il finanziamento ammonta a 6.116.593,18 Euro (il finanziamento della
Confederazione è di 1.554.597,74 milioni mentre quello a livello cantonale - pubblico più privati - è
pari a circa 4.561.995,44 milioni).
o La limitata dotazione di risorse da parte svizzera, circa il 19,3% di quelle di parte italiana, influisce
fortemente sull’attuazione dei progetti. Il problema maggiore, è rappresentato dalla difficoltà di
finanziare progetti di buona qualità e di finalizzarli agli obiettivi posti dai cantoni. Le risorse sono
adeguate per la realizzazione di progetti immateriali ma insufficienti per la costruzione di
infrastrutture ed in generale, per le realizzazioni fisiche.
o Spesso per via delle maggior disponibilità finanziarie si è assistito ad una maggiore attività da parte
italiana ed il partenariato svizzero è stato funzionale agli obiettivi di quello italiano. In alcuni casi
tale condizione ha fatto sì che i partner ticinesi si sentissero strumentalizzati e che ciò abbia
generato qualche tensione. Si rileva tuttavia la crescita delle iniziative condotte dai partner svizzeri
(soprattutto del Cantone dei Grigioni) e l’aumento della consapevolezza che essi avvertono
nell’attuazione dei progetti.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
84
o Nella figura che segue è visualizzata la ripartizione finanziaria tra Italia e Svizzera dei progetti
finora ammessi a finanziamento.
Grafico 19. La differente partecipazione finanziaria italiana e svizzera sui progetti ammessi nella II
finestra
Fonte: Elaborazioni del Valutatore su dati indicati nelle Schede per la domanda di contributo pubblico presentate dai beneficiari
o In particolare, il finanziamento dei progetti da parte Svizzera appare più composito per via del
minore contributo pubblico che, diversamente dalla situazione italiana, determina un maggiore
peso dell’autofinanziamento.
Grafico 20. La composizione della partecipazione finanziaria svizzera sui progetti ammessi nella IIa
finestra
Fonte: Elaborazioni del Valutatore su dati indicati nelle Schede per la domanda di contributo pubblico presentate dai beneficiari
Autofinanziamento
in natura CH
19%
Autofinanziamento
monetario CH
18%
Contributo Federale
CH
25%
Altri contributi CH
9%
Contributi Cantonali
CH
29%
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
85
- Il dibattito sul futuro della Cooperazione Transfrontaliera accennato in precedenza, intende sviluppare
soluzioni che determinino maggiore interesse, consenso politico e disponibilità finanziaria. Una delle
soluzioni individuate potrebbe essere quella di selezionare alcuni temi prioritari. Infatti poiché il
Programma risulta troppo ampio relativamente al numero di tematiche transfrontaliere trattate, fa si che
esso non venga preso adeguatamente in considerazione a livello politico e un esiguo numero di
referenti politici ed istituzionali lo facciano proprio.
- Esistono inoltre alcuni limiti legati alla struttura istituzionale degli stati e dalla differenza a livello
amministrativo. A livello cantonale esistono numerosi enti autonomi e responsabili per mandato
istituzionale. Spesso nella ricerca dei partner da parte italiana, ciò non viene preso in considerazione e
vengono coinvolti partner svizzeri ai quali vengono attribuite funzioni e ruoli non appropriati in quanto
esistono già altri enti preposti.
- Un altro elemento di differenza è rappresentato dal calendario di finanziamento europeo che copre il
periodo 2007–2013, mentre quello svizzero si riferisce al periodo 2008–2015. Ne risulta un leggero
sfasamento temporale. I fondi federali elvetici relativi al periodo di programmazione 2012-2015 saranno
svincolati soltanto dopo la valutazione dei risultati del quadriennio 2008-2011. Anche se il
coordinamento tra i due calendari è assicurato, ciò provoca inevitabilmente delle difficoltà in termini di
omogeneità ed allineamento temporale e gestionale del Programma di cooperazione.
85. Da circa un anno sono stati istituiti dei tavoli di lavoro che hanno l’obiettivo di partecipare, sia a livello
operativo che strategico, all’elaborazione del programma d’attuazione della politica regionale per il periodo
2012-2015. Sul fronte operativo, attraverso la costituzione di piattaforme tematiche, l’attività si è concentrata
sulla valutazione dei risultati e sulle soluzioni utili per dare continuità a progetti prioritari o pilota. Sul piano
strategico, i gruppi hanno il compito, di valutare il raggiungimento degli obiettivi dell’attuale Convenzione di
programma siglata con la SECO, nonché di allestire, entro il prossimo 31 luglio, il Programma d’attuazione
2012-2015 in base al quale stipulare la nuova Convenzione con la Confederazione.
86. Altro elemento, in parte condiviso da entrambi i lati della frontiera, è rappresentato dalla complessità dei
meccanismi di attuazione che non favorisce la partecipazione degli svizzeri (ad esempio, il Cantone
Vallese tende a preferire la cooperazione con la Francia dove i meccanismi di attuazione sono più semplici e
rapidi). Ciò avviene soprattutto riguardo a due tipologie di progetto: i PIT e gli Strategici.
- Mentre i progetti ordinari, contribuiscono più efficacemente all’attuazione del Programma, i PIT (Progetti
Integrati Territoriali) sembrano non rappresentare un’adeguata soluzione per la progettazione integrata.
Il tempo che intercorre tra la manifestazione di interesse e l’approvazione (5-6 mesi) favorisce lo
sviluppo di interessi particolari a discapito del consolidamento della partnership, soprattutto ove manca
un forte leadership. Inoltre i PIT sono progetti troppo complessi, essi prevedono un’organizzazione
troppo articolata, e coinvolgono perfino compagini di 25-30 persone. I PIT, per il momento, dal punto di
vista della collaborazione transfrontaliera non hanno rappresentato una grande innovazione; appaiono
come contenitori di più ordinari messi assieme ai quali manca un filo conduttore.
- Anche i progetti strategici sembrano non rappresentare un adeguato strumento per la realizzazione
del Programma. Questa tipologia di progetti non ha una rilevante valenza pratica e spesso sono
“artificiosi” cioè costruiti su fabbisogni “deboli”. Tuttavia alcuni progetti che si sono focalizzati su un
minimo comune denominatore e su ambiti più concreti sono stati un buon esempio di cooperazione
nell’attuazione del progetto.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
86
- Inoltre la gestione di un progetto con un alto numero di partner risulta complicata e le amministrazioni
sono in difficoltà perché spesso le attività non rientrano nei loro compiti e non hanno mezzi e personale
per seguirle. Il vantaggio riconosciuto è legato alla conoscenza degli altri partner transfrontalieri.
5.4 Conclusioni e raccomandazioni
87. La cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera deve comportare il conseguimento degli obiettivi di
programma attraverso la realizzazione di strategie congiunte di sviluppo e la realizzazione comune dei
progetti in modo da garantire il rafforzamento del processo di cooperazione tra i due paesi. Pertanto
l’andamento positivo del programma è direttamente collegato da un lato, al conseguimento degli obiettivi e
dall’altro al soddisfacimento di quelle specificità proprie della cooperazione transfrontaliera che vedono,
nell’approccio partenariale, il principio della governance.
88. Alla luce delle questioni e delle considerazioni espresse nei precedenti capitoli risulta confermare che i
rapporti di cooperazione transfrontaliera tra l’Italia e la Svizzera risultano migliorati, sia a livello istituzionale
che a livello dei beneficiari.
89. Il coinvolgimento è positivo: in 10 anni di cooperazione si rileva una maggiore concretezza dei progetti
grazie all’intensa opera di animazione e comunicazione svolta. La disponibilità politica è aumentata e si
osservano degli ottimi risultati (in termini di numero di progetti e qualità). In alcune aree, e principalmente nel
Cantone Grigioni, il coinvolgimento è risultato maggiore (anche grazie al successo ottenuto dall’attività di
animazione e supporto ai beneficiari) riuscendo a dare, nella II finestra, un impulso positivo al Programma.
90. La collaborazione è buona, ed è importante sottolineare l’impulso che i cantoni hanno voluto imprimere per
migliorare la qualità della collaborazione esortando i partner elvetici ad un maggiore coinvolgimento nei
progetti. Spesso, ed in grado minore che nella programmazione passata, per via delle disponibilità
finanziarie si è assistito ad una attività predominante da parte italiana ed il partenariato svizzero è stato
funzionale agli obiettivi di quello italiano. In alcuni casi tale condizione ha fatto sì che i partner ticinesi si
sentissero strumentalizzati e che ciò abbia generato qualche tensione.
91. Si rileva tuttavia la crescita delle iniziative condotte dai partner svizzeri e l’aumento della consapevolezza
che essi avvertono nell’attuazione dei progetti sia cresciuta. Sicuramente ci sono stati alcuni problemi nella
prima fase ma successivamente il ruolo assunto dai partner svizzeri è stato fondamentale; diversi progetti
sono infatti diretti da partner svizzeri anche se essi non sono qualificati come capifila.
92. Sussistono chiaramente dei limiti nell’attuazione della cooperazione a causa della diversità delle strategie di
sviluppo regionale; nei casi dove è stato possibile trovare una maggiore convergenza di obiettivi il
Programma di cooperazione ha funzionato adeguatamente. In molte altre occasioni, gli ostacoli sono stati
facilmente superati grazie ad un progetto di buona qualità ed un gruppo di lavoro competente e
collaborativo; tali requisiti hanno rappresentato l’elemento di maggior valore ed efficacia.
93. Sarà opportuno, nella prossima programmazione, selezionare alcuni campi d’azione e alcune tematiche
transfrontaliere prioritarie in modo da attenuare le divergenze precedentemente menzionate e non
compromettere la cooperazione futura.
94. Emerge chiara la necessità di moltiplicare le azioni mirate a supporto dei proponenti nella ricerca di partner
transfrontalieri. In questo senso le attività di animazione promosse e le iniziative dei singoli cantoni o regioni
ha rappresentato un efficace contributo anche al fine di una individuazione corretta del partner
transfrontaliero.
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
87
Allegati
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Allegato 1. SWOT analysis
Aspetti migliorati (carattere grassetto, colore blu)
Aspetti influenzati negativamente dai cambiamenti intervenuti nei primi anni del ciclo di programmazione (carattere sottolineato, colore rosso)
Aspetti la cui validità risulta confermata nel rispetto dell’analisi di Programma (carattere corsivo, colore nero)
Priorità Punti di forza Punti di debolezza Opportunità Minacce
Ambiente e Territorio
- Ricco patrimonio ambientale legato al sistema alpino e, in particolare, ai parchi naturali e alla risorsa “lago”.
- Presenza di centri di ricerca agricola ed ambientale.
Migliorati
- Buone pratiche nel campo del risparmio energetico (es. “Casa Clima” di Bolzano) e dello sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili (in particolare acqua).
- Abbandono di alcune aree di confine in area collinare e alpina, specie nella parte italiana.
- Caratteristiche orografiche del territorio problematiche.
- Assenza di sistemi transfrontalieri di gestione energetica
Migliorati
- Problemi legati all’inquinamento nelle zone a traffico intenso.
- La condivisione di risorse paesaggistiche e naturali di pregio attraverso una strategia di sviluppo di lungo periodo condivisa.
- Scambi di buone pratiche in ambito ambientale e iniziative per la gestione comune delle Aree protette.
- Promozione dei marchi d’area e dell’innovazione in ambito agricolo.
Migliorate/colte
- Politiche integrate per la rilevazione dei pericoli legati ai rischi di catastrofi naturali.
- Territorio soggetto a rischi naturali (valanghe, inondazioni).
- Sfruttamento eccessivo delle risorse ambientali (eccessiva edificazione).
- Inquinamento da traffico automobilistico da transito nei centri urbani.
- Marginalizzazione delle aree deboli (distanza “psicologica”) e in particolare di quelle montane.
- Abbandono delle coltivazioni tradizionali e della zootecnia.
- Cambiamenti climatici.
Competitività e Sistema economico
- Collocazione dell’area nello spazio economico europeo (compreso tra gli assi Rotterdam- Genova e Lisbona- Kiev).
- Forte complementarietà fra settore primario,ambiente e attività turistiche e rilevanza dell’artigianato tipico.
- Incremento dei flussi di pendolarismo transfontaliero (con conseguente aumento della pressione sugli assi viari).
- Insufficienti collegamenti (ferroviari e viari) e scarso coordinamento dei servizi di trasporto italiani e svizzeri.
- Promozione di centri di eccellenza per lo sviluppo.
- Promozione dei centri regionali per la pianura, centri turistici per la montagna, lo spazio rurale e periurbano.
- Scarsa attrattività del territorio per imprese provenienti dall'esterno.
- Forte concorrenza sul turismo internazionale.
- Importazione di innovazione.
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Priorità Punti di forza Punti di debolezza Opportunità Minacce
- Flessibilità del sistema produttivo, dovuta alla presenza di molte PMI.
- Efficienza dei gestori nel settore trasporti (su entrambi i fronti).
- Collaborazione ferroviaria Associazione TILO (Ticino-Lombardia).
- Linea internazionale Sempione.
- Presenza nelle aree limitrofe di poli universitari di eccellenza.
Migliorati
- Vocazione turistica particolarmente forte su entrambi i versanti.
- Esistenza di accordi settoriali bilaterali Svizzera – Unione Europea.
Peggiorati
- Impatti apertura Trasversale di Lötschberg (dicembre 2007).
- Problemi di accessibilità di alcune aree marginali.
- Concorrenzialità nel settore turistico dei territori transfrontalieri.
Migliorati
- Scarsa collaborazione tra gli operatori nel settore turistico.
- Debolezza dei collegamenti tra università e centri di ricerca e imprese.
Migliorate/colte
- Valorizzazione delle potenzialità turistiche (anche al fine di attrarre maggiormente i flussi internazionali) e sfruttamento dei margini di sviluppo ulteriore del settore (in particolare integrazione lago montagna e cultura - ambiente rurale).
Mancate/rimandate
- Recupero della via navigabile “Locarno- Milano” lungo il lago Maggiore, il fiume Ticino e il canale industriale in un’ottica di integrazione paesaggistica, turistica e ambientale.
- Rischio di isolamento e di chiusura economica.
Diminuite
- Marginalizzazione delle aree coinvolte rispetto al rapido sviluppo dell’economia della conoscenza.
- Conseguenze negative della globalizzazione su prodotti che non abbiano caratteristiche specifiche di qualità o tipicità.
Materializzatesi
- Saturazione del settore turistico.
- Elevato costo (ambientale e finanziario) degli investimenti necessari per interventi infrastrutturali.
Fattori socioculturali e istituzionali
- Rafforzamento dei sistemi universitari
- Tasso di attività della popolazione femminile in crescita.
- Esistenza di tradizioni culturali solide, integrazione e interdipendenza culturale, bilinguismo e condivisione dei dialetti, quali elementi caratterizzanti le aree di cooperazione.
- Politiche e interventi di rafforzamento delle infrastrutture informatiche e di
- Ruolo ancora limitato della gran parte di forme di aggregazione territoriale presenti nell’area. Forti differenze in ambito sanitario tra i due versanti.
- Differenza nel costo del lavoro tra frontiera svizzera e italiana che favorisce comportamenti di dumping.
- Disomogeneità linguistica all’interno dell’area di cooperazione (Italiano, francese, tedesco).
- Incentivi alla collaborazione tra imprese e promozione di accordi sul lavoro transfrontaliero anche volti a migliorarne la trasparenza.
- Rivitalizzazione delle aree attualmente abbandonate, attraverso il recupero delle tradizioni e dell’identità alpina.
Migliorate/colte
- Esistenza di Programmi di cooperazione per l’armonizzazione in ambito sanitario.
Diminuite
- Penalizzazioni legate alla scarsa informatizzazione.
Materializzatesi
- Possibili vincoli di ordine giuridico/amministrativo alla cooperazione transfrontaliera.
- Non appartenenza della Svizzera alla UE (rapporti bilaterali compensano solo in parte).
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Priorità Punti di forza Punti di debolezza Opportunità Minacce
telecomunicazione.
- Ricchezza del patrimonio storico culturale e artistico (centri storici, conventi, castelli).
- Tassi di istruzione bassi.
Migliorati
- Debole recepimento delle innovazioni ICT e insufficienti infrastrutture fisiche (mobili e della banda larga) e tecnologiche.
- Minore mobilità da parte delle donne e scarsa attenzione alla parità di genere.
Peggiorati
- Difficoltà nel reperimento di manodopera specializzata per le imprese transfrontaliere.
- Promozione di accordi sulla formazione.
- Introduzione di innovazioni tecnologiche per la PA.
Mancate/rimandate
- Rafforzamento del ruolo delle reti/organizzazioni transfrontaliere già esistenti.
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Allegato 2. Raccordo tra la strategia e i contenuti dell’analisi SWOT
Tabella 25: Raccordo tra Asse I (“Ambiente e Territorio”) e punti di forza
Obiettivo Operativo Attività
Punti di forza
Ricco patrimonio ambientale legato al sistema alpino e, in particolare, ai parchi
naturali e alla risorsa “lago”
Presenza di centri di ricerca agricola ed ambientale
Buone pratiche nel campo del risparmio energetico (es. “Casa Clima” di Bolzano) e dello sfruttamento di fonti energetiche
rinnovabili (in particolare acqua)
Incentivare una gestione congiunta dei rischi naturali
(geologici, idraulici e valanghivi) ed ambientali
(ecologici)
I.1.1 Attività di analisi e interventi per la gestione degli effetti dei cambiamenti climatici
I.1.2 Promozione di attività di comunicazione e informazione alle popolazioni
I.1.3 Scambio e condivisione connessi all’analisi, monitoraggio e gestione del rischio e delle emergenze
Salvaguardare, gestire e valorizzare le risorse
ambientali
I.2.1 Interventi di tutela della biodiversità
I.2.2 Definizione di politiche ed interventi di pianificazione congiunta, gestione del territorio e sostenibilità ambientale
I.2.3 Interventi e progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili ed il risparmio energetico
I.2.4 Studi sugli effetti dell’inquinamento e progetti di risanamento
Incentivare l’integrazione del comparto agro-forestale
e promuoverne l’innovazione e la
sperimentazione congiunta
I.3.1 Progetti pilota e studi per la valorizzazione agroambientale e forestale
I.3.2 Interventi per l’innovazione e la sperimentazione congiunta in ambito agroforestale
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Tabella 26. Raccordo tra Asse I (“Ambiente e Territorio”) e punti di debolezza
Obiettivo Operativo Attività
Punti di debolezza
Problemi legati all’inquinamento nelle zone a
traffico intenso
Abbandono di alcune aree di confine in area collinare e alpina, specie nella parte
italiana
Caratteristiche orografiche del territorio problematiche
Assenza di sistemi transfrontalieri di gestione
energetica
Incentivare una gestione congiunta dei rischi naturali
(geologici, idraulici e valanghivi) ed ambientali
(ecologici)
I.1.1 Attività di analisi e interventi per la gestione degli effetti dei cambiamenti climatici
I.1.2 Promozione di attività di comunicazione e informazione alle popolazioni
I.1.3 Scambio e condivisione connessi all’analisi, monitoraggio e gestione del rischio e delle emergenze
Salvaguardare, gestire e valorizzare le risorse
ambientali
I.2.1 Interventi di tutela della biodiversità
I.2.2 Definizione di politiche ed interventi di pianificazione congiunta, gestione del territorio e sostenibilità ambientale
I.2.3 Interventi e progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili ed il risparmio energetico
I.2.4 Studi sugli effetti dell’inquinamento e progetti di risanamento
Incentivare l’integrazione del comparto agro-forestale
e promuoverne l’innovazione e la
sperimentazione congiunta
I.3.1 Progetti pilota e studi per la valorizzazione agroambientale e forestale
I.3.2 Interventi per l’innovazione e la sperimentazione congiunta in ambito agroforestale
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Tabella 27 Raccordo tra Asse I (“Ambiente e Territorio”) e opportunità
Obiettivo Operativo Attività
Opportunità
La condivisione di risorse paesaggistiche e naturali di
pregio attraverso una strategia di sviluppo di lungo periodo
condivisa
Politiche integrate per la rilevazione dei pericoli legati ai
rischi di catastrofi naturali
Scambi di buone pratiche in ambito ambientale e iniziative per la gestione comune delle
Aree protette
Promozione dei marchi d’area e dell’innovazione in ambito
agricolo
I.1 Incentivare una gestione congiunta dei rischi naturali
(geologici, idraulici e valanghivi) ed ambientali
(ecologici)
I.1.1 Attività di analisi e interventi per la gestione degli effetti dei cambiamenti climatici
I.1.2 Promozione di attività di comunicazione e informazione alle popolazioni
I.1.3 Scambio e condivisione connessi all’analisi, monitoraggio e gestione del rischio e delle emergenze
I.2 Salvaguardare, gestire e valorizzare le risorse
ambientali
I.2.1 Interventi di tutela della biodiversità
I.2.2 Definizione di politiche ed interventi di pianificazione congiunta, gestione del territorio e sostenibilità ambientale
I.2.3 Interventi e progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili ed il risparmio energetico
I.2.4 Studi sugli effetti dell’inquinamento e progetti di risanamento
I.3 Incentivare l’integrazione del comparto agro-forestale
e promuoverne l’innovazione e la
sperimentazione congiunta
I.3.1 Progetti pilota e studi per la valorizzazione agroambientale e forestale
I.3.2 Interventi per l’innovazione e la sperimentazione congiunta in ambito agroforestale
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Tabella 28 Raccordo tra Asse I (“Ambiente e Territorio”) e minacce
Obiettivo Operativo Attività
Minacce
Territorio soggetto a rischi naturali
(valanghe, inondazioni)
Sfruttamento eccessivo delle
risorse ambientali (eccessiva
edificazione)
Inquinamento da traffico
automobilistico da transito nei centri
urbani
Marginalizzazione delle aree deboli
(distanza “psicologica”) e in
particolare di quelle montane
Abbandono delle coltivazioni
tradizionali e della zootecnia
Cambiamenti climatici
Incentivare una gestione congiunta dei rischi naturali
(geologici, idraulici e valanghivi) ed ambientali
(ecologici)
I.1.1 Attività di analisi e interventi per la gestione degli effetti dei cambiamenti climatici
I.1.2 Promozione di attività di comunicazione e informazione alle popolazioni
I.1.3 Scambio e condivisione connessi all’analisi, monitoraggio e gestione del rischio e delle emergenze
Salvaguardare, gestire e valorizzare le risorse
ambientali
I.2.1 Interventi di tutela della biodiversità
I.2.2 Definizione di politiche ed interventi di pianificazione congiunta, gestione del territorio e sostenibilità ambientale
I.2.3 Interventi e progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili ed il risparmio energetico
I.2.4 Studi sugli effetti dell’inquinamento e progetti di risanamento
Incentivare l’integrazione del comparto agro-forestale e promuoverne l’innovazione
e la sperimentazione congiunta
I.3.1 Progetti pilota e studi per la valorizzazione agroambientale e forestale
I.3.2 Interventi per l’innovazione e la sperimentazione congiunta in ambito agroforestale
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Tabella 29 Raccordo tra Asse II (“Competitività”) e punti di forza
Obiettivo Operativo
Attività
Punti di forza
Collocazione dell’area
nello spazio economico
europeo
Complementarietà fra settore
primario, ambiente e turismo e rilevanza
dell’artigianato
Vocazione turistica
particolarmente forte su entrambi i versanti
Esistenza di accordi settoriali bilaterali
Svizzera - UE
Flessibilità del sistema produttivo
(molte PMI)
Efficienza dei gestori nel settore trasporti
Collaborazione
ferroviaria Associazion
e TILO
Apertura della
Trasversale di
Lötschberg
Linea internazionale Sempione
Presenza nelle aree limitrofe di
poli universitari
di eccellenza
II.1 Sviluppare l’integrazione dell’area turistica transfrontaliera, promuovendo la creazione di un’immagine univoca e un sistema di offerta che valorizzi le peculiarità locali
II.1.1. Iniziative per l’integrazione dell’offerta turistica
II.1.2 Interventi per la valorizzazione delle risorse del territorio
II.1.3 Iniziative di analisi, informazione e promozione integrata
II.2 Incentivare la cooperazione tra PMI dei due versanti, promuovendo in particolare la cooperazione nell’ambito R&I
II.2.1 Interventi per il miglioramento delle prestazioni ambientali delle attività produttive e per la diffusione di sistemi di certificazione ambientale
II.2.2 Sostegno alla realizzazione di reti e scambi tra imprese
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Obiettivo Operativo
Attività
Punti di forza
Collocazione dell’area
nello spazio economico
europeo
Complementarietà fra settore
primario, ambiente e turismo e rilevanza
dell’artigianato
Vocazione turistica
particolarmente forte su entrambi i versanti
Esistenza di accordi settoriali bilaterali
Svizzera - UE
Flessibilità del sistema produttivo
(molte PMI)
Efficienza dei gestori nel settore trasporti
Collaborazione
ferroviaria Associazion
e TILO
Apertura della
Trasversale di
Lötschberg
Linea internazionale Sempione
Presenza nelle aree limitrofe di
poli universitari
di eccellenza
II.2.3 Sostegno alla cooperazione tra Imprese Centri di Ricerca e Università dei due Paesi nell’ambito della ricerca e dell’innovazione
II.3 Migliorare reti e servizi nel settore trasporti, promuovendo l’integrazione dell’area transfrontaliera
II.3.1 Interventi per l’integrazione dei servizi di trasporto sostenibili, passeggeri e merci
II.3.2 Interventi per uniformare gli standard di sicurezza dei valichi, delle relative vie d’accesso e delle informazioni all’utenza
II.3.3 Analisi degli effetti territoriali e socioeconomici delle grandi opere in fase di realizzazione
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Tabella 30. Raccordo tra Asse II (“Competitività”) e punti di debolezza
Obiettivo Operativo Attività
Punti di debolezza
Concorrenzialità nel settore turistico dei
territori transfrontalieri e scarsa collaborazione
tra gli operatori
Debolezza dei collegamenti tra
università e centri di ricerca e imprese
Incremento dei flussi di pendolarismo
transfrontaliero (con conseguente aumento della pressione sugli
assi viari)
Insufficienti collegamenti (ferroviari
e viari) e scarso coordinamento dei servizi di trasporto italiani e svizzeri
Problemi di accessibilità di alcune aree marginali
II.1 Sviluppare l’integrazione dell’area turistica transfrontaliera, promuovendo la creazione di un’immagine univoca e un sistema di offerta che valorizzi le peculiarità locali
II.1.1. Iniziative per l’integrazione dell’offerta turistica
II.1.2 Interventi per la valorizzazione delle risorse del territorio
II.1.3 Iniziative di analisi, informazione e promozione integrata
II.2 Incentivare la cooperazione tra PMI dei due versanti,promuovendo in particolare la cooperazione nell’ambito R&I
II.2.1 Interventi per il miglioramento delle prestazioni ambientali delle attività produttive e per la diffusione di sistemi di certificazione ambientale
II.2.2 Sostegno alla realizzazione di reti e scambi tra imprese
II.2.3 Sostegno alla cooperazione tra Imprese Centri di Ricerca e Università dei due Paesi nell’ambito della ricerca e dell’innovazione
II.3 Migliorare reti e servizi nel settore trasporti, promuovendo l’integrazione dell’area transfrontaliera
II.3.1 Interventi per l’integrazione dei servizi di trasporto sostenibili, passeggeri e merci
II.3.2 Interventi per uniformare gli standard di sicurezza dei valichi, delle relative vie d’accesso e delle informazioni all’utenza
II.3.3 Analisi degli effetti territoriali e socioeconomici delle grandi opere in fase di realizzazione
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Tabella 31. Raccordo tra Asse II (“Competitività”) e opportunità
Obiettivo Operativo Attività
Opportunità
Valorizzazione delle potenzialità turistiche
Promozione di centri di eccellenza per lo sviluppo
Promozione dei centri regionali per la pianura,la montagna, lo
spazio rurale e periurbano
Recupero della via navigabile “Locarno - Milano”
II.1 Sviluppare l’integrazione dell’area turistica transfrontaliera, promuovendo la creazione di un’immagine univoca e un sistema di offerta che valorizzi le peculiarità locali
II.1.1. Iniziative per l’integrazione dell’offerta turistica
II.1.2 Interventi per la valorizzazione delle risorse del territorio
II.1.3 Iniziative di analisi, informazione e promozione integrata
II.2 Incentivare la cooperazione tra PMI dei due versanti,promuovendo in particolare la cooperazione nell’ambito R&I
II.2.1 Interventi per il miglioramento delle prestazioni ambientali delle attività produttive e per la diffusione di sistemi di certificazione ambientale
II.2.2 Sostegno alla realizzazione di reti e scambi tra imprese
II.2.3 Sostegno alla cooperazione tra Imprese Centri di Ricerca e Università dei due Paesi nell’ambito della ricerca e dell’innovazione
II.3 Migliorare reti e servizi nel settore trasporti, promuovendo l’integrazione dell’area transfrontaliera
II.3.1 Interventi per l’integrazione dei servizi di trasporto sostenibili, passeggeri e merci
II.3.2 Interventi per uniformare gli standard di sicurezza dei valichi, delle relative vie d’accesso e delle informazioni all’utenza
II.3.3 Analisi degli effetti territoriali e socioeconomici delle grandi opere in fase di realizzazione
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Tabella 32. Raccordo tra Asse II (“Competitività”) e minacce
Obiettivo Operativo Attività
Minacce
Scarsa attrattività del territorio per
imprese provenienti dall'esterno
Forte concorrenza sul
turismo internazionale
Marginalizzazione delle aree
coinvolte rispetto al rapido sviluppo
dell’economia della
conoscenza
Saturazione del settore turistico
Conseguenze negative della
globalizzazione su prodotti che non abbiano
caratteristiche specifiche di
qualità o tipicità
Rischio di isolamento e di
chiusura economica
Importazione di innovazione
Elevato costo (ambientale e
finanziario) degli investimenti
necessari per interventi
infrastrutturali
II.1 Sviluppare l’integrazione dell’area turistica transfrontaliera, promuovendo la creazione di un’immagine univoca e un sistema di offerta che valorizzi le peculiarità locali
II.1.1. Iniziative per l’integrazione dell’offerta turistica
II.1.2 Interventi per la valorizzazione delle risorse del territorio
II.1.3 Iniziative di analisi, informazione e promozione integrata
II.2 Incentivare la cooperazione tra PMI dei due versanti,promuovendo in particolare la cooperazione nell’ambito R&I
II.2.1 Interventi per il miglioramento delle prestazioni ambientali delle attività produttive e per la diffusione di sistemi di certificazione ambientale
II.2.2 Sostegno alla realizzazione di reti e scambi tra imprese
II.2.3 Sostegno alla cooperazione tra Imprese Centri di Ricerca e Università dei due Paesi nell’ambito della ricerca e dell’innovazione
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100
Obiettivo Operativo Attività
Minacce
Scarsa attrattività del territorio per
imprese provenienti dall'esterno
Forte concorrenza sul
turismo internazionale
Marginalizzazione delle aree
coinvolte rispetto al rapido sviluppo
dell’economia della
conoscenza
Saturazione del settore turistico
Conseguenze negative della
globalizzazione su prodotti che non abbiano
caratteristiche specifiche di
qualità o tipicità
Rischio di isolamento e di
chiusura economica
Importazione di innovazione
Elevato costo (ambientale e
finanziario) degli investimenti
necessari per interventi
infrastrutturali
II.3 Migliorare reti e servizi nel settore trasporti, promuovendo l’integrazione dell’area transfrontaliera
II.3.1 Interventi per l’integrazione dei servizi di trasporto sostenibili, passeggeri e merci
II.3.2 Interventi per uniformare gli standard di sicurezza dei valichi, delle relative vie d’accesso e delle informazioni all’utenza
II.3.3 Analisi degli effetti territoriali e socioeconomici delle grandi opere in fase di realizzazione
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Tabella 33. Raccordo tra Asse III (“Qualità della vita”) e punti di forza
Obiettivo Operativo Attività
Punti di forza
Rafforzamento dei sistemi universitari
Tasso di attività della popolazione femminile in
crescita
Esistenza di tradizioni culturali solide, integrazione e
interdipendenza culturale, bilinguismo e condivisione dei dialetti,
quali elementi caratterizzanti le aree di
cooperazione
Politiche e interventi di rafforzamento delle
infrastrutture informatiche e di
telecomunicazione
Ricchezza del patrimonio storico – culturale e
artistico
III. 1 Salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale, e rafforzare l’identità comune
III.1.1 Interventi per salvaguardare, valorizzare e promuovere il paesaggio ed il patrimonio storico e culturale
III.1.2 Sostegno al confronto culturale ed alla mobilità degli operatori culturali
III.1.3 Interventi innovativi per la promozione culturale e l’occupazione
III. 2 Incentivare una maggiore diffusione delle (ICT) e rafforzare le iniziative integrate di informazione e comunicazione ai cittadini.
III.2.1 Sostegno alla diffusione delle ICT attraverso un approccio multi-piattaforma
III.2.2 Interventi per favorire l’accesso dei cittadini all’informazione
III. 3 Promuovere una maggiore integrazione in ambito educativo, formativo e del mercato del lavoro
III.3.1 Attività di formazione per lo sviluppo coordinato delle risorse umane
III.3.2 Interventi per favorire l’incontro domanda- offerta di lavoro
III. 4 Rafforzare i processi di cooperazione in ambito sociale e istituzionale
III.4.1 Sostegno alla cooperazione in ambito culturale, istituzionale e nella gestione delle emergenze
III.4.2 Interventi per l’integrazione degli immigrati e delle persone svantaggiate
III.4.3 Interventi per la promozione della parità di genere
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102
Tabella 34. Raccordo tra Asse III (“Qualità della vita”) e punti di debolezza
Obiettivo Operativo Attività
Punti di debolezza
Ruolo ancora limitato della
gran parte forme di aggregazione
territoriale presenti nell’area
Scarsa attenzione alla parità di genere
Forti differenze in ambito sanitario tra i due versanti
Differenza nel costo del lavoro
tra frontiera svizzera e
italiana
Tassi di istruzione bassi e
difficoltà nel reperimento di manodopera specializzata
Disomogeneità linguistica all’interno dell’area di
cooperazione
Debole recepimento
delle innovazioni ICT e insufficienti
infrastrutture fisiche (mobili e
della banda larga) e
tecnologiche
III. 1 Salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale, e rafforzare l’identità comune
III.1.1 Interventi per salvaguardare, valorizzare e promuovere il paesaggio ed il patrimonio storico e culturale
III.1.2 Sostegno al confronto culturale ed alla mobilità degli operatori culturali
III.1.3 Interventi innovativi per la promozione culturale e l’occupazione
III. 2 Incentivare una maggiore diffusione delle (ICT) e rafforzare le iniziative integrate di informazione e comunicazione ai cittadini.
III.2.1 Sostegno alla diffusione delle ICT attraverso un approccio multi-piattaforma
III.2.2 Interventi per favorire l’accesso dei cittadini all’informazione
III. 3 Promuovere una maggiore integrazione in ambito educativo, formativo e del mercato del lavoro
III.3.1 Attività di formazione per lo sviluppo coordinato delle risorse umane
III.3.2 Interventi per favorire l’incontro domanda- offerta di lavoro
III. 4 Rafforzare i processi di cooperazione in ambito sociale e istituzionale
III.4.1 Sostegno alla cooperazione in ambito culturale, istituzionale e nella gestione delle emergenze
III.4.2 Interventi per l’integrazione degli immigrati e delle persone svantaggiate
III.4.3 Interventi per la promozione della parità di genere
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
103
Tabella 35. Raccordo tra Asse III (“Qualità della vita”) e opportunità
Obiettivo Operativo Attività
Opportunità
Rafforzamento del ruolo delle reti/ organizzazioni
transfrontaliere già esistenti
Programmi di cooperazione per
l’armonizzazione in ambito sanitario
Incentivi alla collaborazione tra
imprese e promozione di
accordi sul lavoro transfrontaliero anche volti a migliorarne la trasparenza
Promozione di accordi sulla formazione
Introduzione di Innovazioni
tecnologiche per la PA
Rivitalizzazione delle aree attualmente
abbandonate, attraverso il
recupero delle tradizioni e
dell’identità alpina
III. 1 Salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale, e rafforzare l’identità comune
III.1.1 Interventi per salvaguardare, valorizzare e promuovere il paesaggio ed il patrimonio storico e culturale
III.1.2 Sostegno al confronto culturale ed alla mobilità degli operatori culturali
III.1.3 Interventi innovativi per la promozione culturale e l’occupazione
III. 2 Incentivare una maggiore diffusione delle (ICT) e rafforzare le iniziative integrate di informazione e comunicazione ai cittadini.
III.2.1 Sostegno alla diffusione delle ICT attraverso un approccio multi-piattaforma
III.2.2 Interventi per favorire l’accesso dei cittadini all’informazione
III. 3 Promuovere una maggiore integrazione in ambito educativo, formativo e del mercato del lavoro
III.3.1 Attività di formazione per lo sviluppo coordinato delle risorse umane
III.3.2 Interventi per favorire l’incontro domanda- offerta di lavoro
III. 4 Rafforzare i processi di cooperazione in ambito sociale e istituzionale
III.4.1 Sostegno alla cooperazione in ambito culturale, istituzionale e nella gestione delle emergenze
III.4.2 Interventi per l’integrazione degli immigrati e delle persone svantaggiate
III.4.3 Interventi per la promozione della parità di genere
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
104
Tabella 36. Raccordo tra Asse III (“Qualità della vita”) e minacce
Obiettivo Operativo Attività Minacce
Possibili vincoli di ordine giuridico/ amministrativo alla cooperazione
Non appartenenza della Svizzera alla UE Penalizzazioni legate alla scarsa
informatizzazione
III. 1 Salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale, e rafforzare l’identità comune
III.1.1 Interventi per salvaguardare, valorizzare e promuovere il paesaggio ed il patrimonio storico e culturale
III.1.2 Sostegno al confronto culturale ed alla mobilità degli operatori culturali
III.1.3 Interventi innovativi per la promozione culturale e l’occupazione
III. 2 Incentivare una maggiore diffusione delle (ICT) e rafforzare le iniziative integrate di informazione e comunicazione ai cittadini.
III.2.1 Sostegno alla diffusione delle ICT attraverso un approccio multi-piattaforma
III.2.2 Interventi per favorire l’accesso dei cittadini all’informazione
III. 3 Promuovere una maggiore integrazione in ambito educativo, formativo e del mercato del lavoro
III.3.1 Attività di formazione per lo sviluppo coordinato delle risorse umane
III.3.2 Interventi per favorire l’incontro domanda- offerta di lavoro
III. 4 Rafforzare i processi di cooperazione in ambito sociale e istituzionale
III.4.1 Sostegno alla cooperazione in ambito culturale, istituzionale e nella gestione delle emergenze
III.4.2 Interventi per l’integrazione degli immigrati e delle persone svantaggiate
III.4.3 Interventi per la promozione della parità di genere
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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Allegato 3. Raccordo tra analisi SWOT e progetti strategici
Priorità SWOT Progetto
STRADA DESTINATION VETTA E.CH.I. P.T.A.
Ambiente e Territorio
Punti di forza
Ricco patrimonio ambientale legato al sistema alpino e, in particolare, ai parchi naturali e alla risorsa “lago”.
Presenza di centri di ricerca agricola ed ambientale.
Buone pratiche nel campo del risparmio energetico (es. “Casa Clima” di Bolzano) e dello sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili (in particolare acqua).
Punti di debolezza
Problemi legati all’inquinamento nelle zone a traffico intenso.
Abbandono di alcune aree di confine in area collinare e alpina, specie nella parte italiana.
Caratteristiche orografiche del territorio problematiche.
Assenza di sistemi transfrontalieri di gestione energetica
Opportunità
La condivisione di risorse paesaggistiche e naturali di pregio attraverso una strategia di sviluppo di lungo periodo condivisa.
Politiche integrate per la rilevazione dei pericoli legati ai rischi di catastrofi naturali.
Scambi di buone pratiche in ambito ambientale e iniziative per la gestione comune delle Aree protette.
Promozione dei marchi d’area e dell’innovazione in ambito agricolo.
Minacce
Territorio soggetto a rischi naturali (valanghe, inondazioni).
Sfruttamento eccessivo delle risorse ambientali (eccessiva edificazione).
Inquinamento da traffico automobilistico da transito nei centri urbani.
Marginalizzazione delle aree deboli (distanza “psicologica”) e in particolare di quelle montane.
Abbandono delle coltivazioni tradizionali e della zootecnia.
Cambiamenti climatici.
Competitività e Sistema
economico Punti di forza
Collocazione dell’area nello spazio economico europeo (compreso tra gli assi Rotterdam- Genova e Lisbona- Kiev).
Forte complementarietà fra settore primario,ambiente e attività turistiche e rilevanza dell’artigianato tipico.
Vocazione turistica particolarmente forte su entrambi i versanti.
Esistenza di accordi settoriali bilaterali Svizzera – Unione Europea.
Flessibilità del sistema produttivo, dovuta alla presenza di molte PMI.
Efficienza dei gestori nel settore trasporti (su entrambi i fronti).
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Priorità SWOT Progetto
STRADA DESTINATION VETTA E.CH.I. P.T.A.
Collaborazione ferroviaria Associazione TILO (Ticino-Lombardia).
Impatti apertura Trasversale di Lötschberg (dicembre 2007)
Linea internazionale Sempione.
Presenza nelle aree limitrofe di poli universitari di eccellenza
Punti di debolezza
Concorrenzialità nel settore turistico dei territori transfrontalieri e scarsa collaborazione tra gli operatori.
Debolezza dei collegamenti tra università e centri di ricerca e imprese.
Incremento dei flussi di pendolarismo transfrontaliero (con conseguente aumento della pressione sugli assi viari).
Insufficienti collegamenti (ferroviari e viari) e scarso coordinamento dei servizi di trasporto italiani e svizzeri.
Problemi di accessibilità di alcune aree marginali.
Opportunità
Valorizzazione delle potenzialità turistiche (anche al fine di attrarre maggiormente i flussi internazionali) e sfruttamento dei margini di sviluppo ulteriore del settore (in particolare integrazione lago montagna e cultura - ambiente rurale).
Promozione di centri di eccellenza per lo sviluppo.
Promozione dei centri regionali per la pianura, centri turistici per la montagna, lo spazio rurale e periurbano.
Recupero della via navigabile “Locarno- Milano” lungo il lago Maggiore, il fiume Ticino e il canale industriale in un’ottica di integrazione paesaggistica, turistica e ambientale.
Minacce
Scarsa attrattività del territorio per imprese provenienti dall'esterno.
Forte concorrenza sul turismo internazionale.
Marginalizzazione delle aree coinvolte rispetto al rapido sviluppo dell’economia della conoscenza.
Saturazione del settore turistico.
Conseguenze negative della globalizzazione su prodotti che non abbiano caratteristiche specifiche di qualità o tipicità.
Rischio di isolamento e di chiusura economica.
Importazione di innovazione.
Elevato costo (ambientale e finanziario) degli investimenti necessari per interventi infrastrutturali.
Fattori socioculturali e
Punti di forza Rafforzamento dei sistemi universitari.
Tasso di attività della popolazione femminile in crescita.
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Priorità SWOT Progetto
STRADA DESTINATION VETTA E.CH.I. P.T.A.
istituzionali Esistenza di tradizioni culturali solide, integrazione e interdipendenza culturale, bilinguismo e condivisione dei dialetti, quali elementi caratterizzanti le aree di cooperazione
Politiche e interventi di rafforzamento delle infrastrutture informatiche e di telecomunicazione.
Ricchezza del patrimonio storico culturale e artistico (centri storici, conventi, castelli).
Punti di debolezza
Ruolo ancora limitato della gran parte di forme di aggregazione territoriale presenti nell’area.
Minore mobilità da parte delle donne e scarsa attenzione alla parità di genere.
Forti differenze in ambito sanitario tra i due versanti.
Differenza nel costo del lavoro tra frontiera svizzera e italiana che favorisce comportamenti di dumping.
Tassi di istruzione bassi e difficoltà nel reperimento di manodopera specializzata per le imprese transfrontaliere.
Disomogeneità linguistica all’interno dell’area di cooperazione (Italiano, francese, tedesco).
Debole recepimento delle innovazioni ICT e insufficienti infrastrutture fisiche (mobili e della banda larga) e tecnologiche.
Opportunità
Rafforzamento del ruolo delle reti/organizzazioni transfrontaliere già esistenti
Esistenza di Programmi di cooperazione per l’armonizzazione in ambito sanitario
Incentivi alla collaborazione tra imprese e promozione di accordi sul lavoro transfrontaliero anche volti a migliorarne la trasparenza.
Promozione di accordi sulla formazione.
Introduzione di innovazioni tecnologiche per la PA.
Rivitalizzazione delle aree attualmente abbandonate, attraverso il recupero delle tradizioni e dell’identità alpina.
Minacce
Possibili vincoli di ordine giuridico/amministrativo alla cooperazione transfrontaliera.
Non appartenenza della Svizzera alla UE (rapporti bilaterali compensano solo in parte.
Penalizzazioni legate alla scarsa informatizzazione.
Fonte: Schede progetto; descrizioni tecniche di dettaglio delle azioni previste dal progetto.
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Allegato 4. Raccordo tra temi prioritari e priorità di Europa 2020
- La cella che costituisce l’incrocio tra la categoria di spesa e la priorità Europa 2020 cui è riferita è contrassegnata con una “X”
- Per le categorie di spesa non direttamente connesse a tali priorità, ma che comunque posso produrre effetti indiretti sulle stesse, invece, è indicato il simbolo “ ”
- In base al numero di categorie direttamente connesse alle priorità di Europa 2020, per ciascun tema prioritario viene data una valutazione della coerenza rispetto alla
strategia, secondo la legenda di seguito riportata.
Coerenza nulla: il tema prioritario non è contemplato nella strategia Europa 2020
Coerenza medio-bassa: il tema prioritario è in minima parte contemplato nella strategia Europa 2020
Coerenza media: il tema prioritario è in parte contemplato nella strategia Europa 2020
Coerenza medio-alta: il tema prioritario è quasi completamente contemplato nella strategia Europa 2020
Coerenza alta: il tema prioritario è contemplato in pieno nella strategia Europa 2020
Temi prioritari
Categoria di spesa Priorità Europa 2020
Crescita intelligente Crescita sostenibile Crescita inclusiva
Ricerca e sviluppo tecnologico (R&ST), innovazione e imprenditorialità
03 Trasferimenti di tecnologie e miglioramento delle reti di cooperazione tra piccole imprese (PMI), tra queste ed altre imprese ed università, istituti di istruzione post-secondaria di tutti i tipi, autorità regionali, centri di ricerca e poli scientifici e tecnologici (parchi scientifici e tecnologici, tecnopoli ecc.)
X
04 Sostegno a R&ST, in particolare nelle PMI (ivi compreso l’accesso ai servizi di R&ST nei centri di ricerca) X
05 Servizi avanzati di sostegno alle imprese e ai gruppi di imprese X
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Temi prioritari
Categoria di spesa Priorità Europa 2020
Crescita intelligente Crescita sostenibile Crescita inclusiva
06 Sostegno alle PMI per la promozione di prodotti e processi produttivi rispettosi dell’ambiente (introduzione di sistemi efficaci di gestione dell’ambiente, adozione e utilizzo di tecnologie per la prevenzione dell’inquinamento, integrazione delle tecnologie pulite nella produzione aziendale)
X
09 Altre misure volte a stimolare la ricerca, l’innovazione e l’imprenditorialità nelle PMI X
Società dell'informazione
10 Infrastrutture telefoniche (comprese le reti a banda larga) X
11 Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (accesso, sicurezza, interoperabilità, prevenzione dei rischi, ricerca, innovazione, contenuti digitali ecc.)
X
13 Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (RTE-TIC) X
Trasporti
16 Trasporti ferroviari
17 Ferrovie (RTE-T)
23 Strade regionali/locali
24 Piste ciclabili
26 Trasporti multimodali
28 Sistemi di trasporto intelligenti
31 Vie navigabili interne (regionali e locali)
Energia
40 Energie rinnovabili: solare
X
41 Energie rinnovabili: da biomassa
X
42 Energie rinnovabili: idroelettrica, geotermica e altre
X
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Temi prioritari
Categoria di spesa Priorità Europa 2020
Crescita intelligente Crescita sostenibile Crescita inclusiva
Protezione dell’ambiente e prevenzione dei rischi
43 Efficienza energetica, cogenerazione, gestione energetica
X
44 Gestione dei rifiuti domestici e industriali
47 Qualità dell'aria
X
48 Prevenzione e controllo integrati dell'inquinamento
X
49 Adattamento al cambiamento climatico e attenuazione dei suoi effetti
X
51 Promozione della biodiversità e protezione della natura (compresa Natura 2000)
X
53 Prevenzione dei rischi (inclusa l'elaborazione e l'attuazione di piani e provvedimenti volti a prevenire e gestire i rischi naturali e tecnologici)
X
54 Altri provvedimenti intesi a preservare l’ambiente e a prevenire i rischi
X
Turismo
55 Promozione delle risorse naturali
56 Protezione e valorizzazione del patrimonio naturale
57 Altri aiuti per il miglioramento dei servizi turistici
Cultura
58 Protezione e conservazione del patrimonio culturale
59 Sviluppo di infrastrutture culturali
60 Altri aiuti per il miglioramento dei servizi culturali
Miglioramento dell’accesso all’occupazione e della sostenibilità
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Temi prioritari
Categoria di spesa Priorità Europa 2020
Crescita intelligente Crescita sostenibile Crescita inclusiva
65 Ammodernamento e rafforzamento delle istituzioni del mercato del lavoro
X
66 Attuazione di misure attive e preventive sul mercato del lavoro
X
69 Misure per migliorare l’accesso all’occupazione ed aumentare la partecipazione sostenibile delle donne all’occupazione per ridurre le discriminazioni di genere sul mercato del lavoro e per riconciliare la vita lavorativa e privata, ad esempio facilitando l’accesso ai servizi di custodia dei bambini e all’assistenza alle persone non autosufficienti
X
Una migliore inclusione sociale dei gruppi svantaggiati
71 Percorsi di integrazione e reinserimento nel mondo del lavoro dei soggetti svantaggiati; lotta alla discriminazione nell’accesso al mercato del lavoro e nell’avanzamento nello stesso e promozione dell’accettazione della diversità sul posto di lavoro
X
Miglioramento del capitale umano
72 Elaborazione, introduzione ed attuazione di riforme dei sistemi di istruzione e formazione al fine di sviluppare la capacità di inserimento professionale, rendendo l’istruzione e la formazione iniziale e professionale più pertinenti ai fini dell’inserimento nel mercato del lavoro e aggiornando le competenze dei formatori, ai fini dell’innovazione e di un’economia basata sulla conoscenza
X
73 Misure volte ad aumentare la partecipazione all’istruzione e alla formazione permanente, anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico, discriminazioni di genere rispetto alle materie e ad aumentare l’accesso all’istruzione e alla formazione iniziale, professionale e universitaria, migliorandone la qualità
X
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Allegato 5. Quesiti per l’analisi del perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale del programma
La scheda di seguito riportata individua, per la valutazione degli impatti ambientali positivi e negativi in fase di
realizzazione del progetto, dei quesiti da richiedere ai beneficiari. Tali quesiti saranno aggiunti alla scheda di
monitoraggio da compilare, a cura dei beneficiari,per la richiesta del 70% di finanziamento. Grazie alle
informazioni richieste sarà possibile analizzare con maggior dettaglio il perseguimento degli obiettivi di
sostenibilità ambientale del programma.
I quesiti, suddivisi per misura, sono stati costruiti sia sulla base delle caratteristiche dei finanziamenti ammissibili
per ogni singola misura sia in relazione alle criticità ambientali individuate nel Rapporto di monitoraggio 0. In
particolare si evidenziano le domande inerenti i temi delle energie rinnovabili e del turismo sostenibile riportate
rispettivamente nel gruppo di quesiti della misura 1.2 e 2.1. Un’ulteriore attenzione specifica è stata data agli
interventi di tipo materiale e agli eventuali impatti, che ne possono derivare,sul paesaggio (vedi quesiti delle
misure 2.3 e 3.1).
Si sottolinea infine che per le misure i cui effetti sulle componenti ambientali sono stati ritenuti irrilevanti non sono
stati proposti quesiti aggiuntivi.
I.1 Incentivare la gestione congiunta dei rischi naturali (geologici, idraulici e valanghivi) ed ambientali (ecologici)
1. Il progetto prevede azioni che potrebbero contribuire alla messa in sicurezza di aree a rischio idrogeologico?
2. Il progetto prevede il finanziamento di una delle seguenti attività:
- realizzazione di pubblicazioni sul tema del rischio naturale? Se sì, quali?
- coinvolgimento degli Enti locali e Centri di educazione ambientale nelle attività del progetto? Se sì,
quali?
3. Il progetto prevede il finanziamento di azioni di informazione e sensibilizzazione? Se sì, indicare il numero
della popolazione raggiunta.
4. Il progetto prevede azioni finalizzate al monitoraggio ambientale degli interventi? Se sì indicare le risorse
totali impiegate (in Euro).
5. C’è stata una variazione del finanziamento per la realizzazione di interventi specifici in campo ambientale
rispetto a quanto inizialmente preventivato in fase di richiesta del contributo pubblico?
6. Sono stati utilizzate tecniche di ingegneria naturalistica? Se sì, quali?
I.2 Salvaguardare, gestire e valorizzare le risorse ambientali
1. Il progetto ha considerato le interazioni dell’intervento rispetto ad aree della rete ecologica regionale o aree
protette di livello regionale/cantonale/sub regionale? Se sì, quali?
2. Il progetto prevede il recupero di aree di riconosciuto valore naturalistico? Se sì, quali?
3. A. Il progetto ha prodotto un incremento dell'uso di tecniche per il risparmio energetico? Se sì:
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VALUTAZIONE STRATEGICA 2011
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- quali azioni sono state realizzate?
- qual è la % di riduzione di consumo di energia previsto?(indicare anche i valori assoluti)
3. B. Il progetto ha prodotto un incremento dell'uso di tecniche per il risparmio idrico? Se sì:
- quali azioni sono state realizzate?
- qual è la % di riduzione di consumo di acqua previsto?(indicare anche i valori assoluti)
3. C. Il progetto ha previsto il finanziamento di azioni relative all’incremento della raccolta differenziata e/o alla
riduzione della produzione di rifiuti? Se sì:
- quali azioni sono state realizzate?
- qual è la % di riduzione di rifiuti prodotta? (indicare anche i valori assoluti)
4. Il progetto ha contribuito all’incremento di produzione di energia da fonti rinnovabili? Se sì, di che tipo?
5. C’è stata una variazione del finanziamento per la realizzazione di interventi specifici in campo ambientale
rispetto a quanto inizialmente preventivato in fase di richiesta del contributo pubblico?
I.3 Incentivare l’integrazione del comparto agricolo e forestale e promuovere l’innovazione e la sperimentazione congiunta in ambito agricolo
1. Il progetto prevede la valorizzazione di coltivazioni tradizionali ? Se sì quali?
2. C’è stata una variazione del finanziamento per la realizzazione di interventi specifici in campo ambientale
rispetto a quanto inizialmente preventivato in fase di richiesta del contributo pubblico? Se sì quale?
II.1 Sviluppare l’integrazione turistica transfrontaliera, promuovendo la creazione di un’immagine univoca e un sistema di offerta che corrisponda ad una “rete di opportunità”
1. Il progetto prevede il finanziamento di una delle seguenti attività:
- interventi finalizzati allo sviluppo del turismo sostenibile?
- pacchetti turistici tematici a valenza ambientale?
2. Il progetto prevede il finanziamento di corsi di formazione in campo ambientale per il settore turistico? Se sì
quali?
II.2 Incentivare la cooperazione tra PMI dei due versanti, promuovendo in particolare la cooperazione nell’ambito della ricerca e dell’innovazione
1. Il progetto prevede il finanziamento di azioni finalizzate al raggiungimento di certificazioni ambientali? Se sì,
indicare l’entità di finanziamento stanziato.
2. Il progetto prevede il finanziamento di azioni finalizzate ad attività di ricerca per il miglioramento dei processi
(gestionali e produttivi) dal punto di vista ambientale? Se sì, quali?
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II.3 Migliorare reti e servizi nel settore trasporti, promuovendo l’integrazione dell’area transfrontaliera, sia per il trasporto passeggeri che per il trasporto merci
1. Il progetto ha prodotto un incremento della mobilità sostenibile per persone e merci (bici, trasporto pubblico,
ecc.)?
2. Il progetto prevede azioni mirate a favorire l’istituzione di servizi di trasporti pubblici puliti e intelligenti? Se sì
indicare il numero degli abitanti raggiunti da tali servizi.
3. Il progetto prevede la realizzazione di nuove infrastrutture? Se sì, indicare come è stato considerato:
- l'aspetto dimensionale dell’opera rispetto al contesto paesaggistico;
- l’interferenza con beni culturali ed ambientali (relazione visiva con elemento di valore).
4. Il progetto ha comportato un aumento dell’artificializzazione di suolo naturale/seminaturale, con
conseguente variazione della permeabilità? Se sì, indicare i valori assoluti e la % di incremento rispetto alla
situazione ante-intervento.
III.1 Salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale e rafforzare l’identità comune
1. Il progetto prevede il ripristino e riutilizzo di aree in stato di abbandono, la riconversione di edifici che
versano in stato di abbandono /uso improprio e/o che costituiscono elemento di degrado dell’area in cui
insistono? Se sì, quali?
2. Il progetto prevede l’edificazione di nuove volumetrie? Se sì, indicare come è stato considerato:
- l'aspetto dimensionale dell’opera rispetto al contesto paesaggistico;
- l’interferenza con i beni culturali ed ambientali (relazione visiva con elemento di valore).
3. Sono stati utilizzati materiali costruttivi locali, sistemi architettonici, vegetazione arboreo-arbustiva? Se sì,
quali?
4. Quanta superficie (mq) hanno occupato gli interventi?
5. Il progetto prevede l' adozione di tecniche costruttive proprie della bioedilizia e della bioarchitettura?
6. Il progetto ha comportato un aumento dell’artificializzazione di suolo naturale/seminaturale, con
conseguente variazione della permeabilità? Se sì, indicare i valori assoluti e la % di incremento rispetto alla
situazione ante-intervento