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OTTOBRE ‐ DICEMBRE 2011 P P O O L L A A R R I I S S Organo ufficiale dell'Associazione Tuscolana di Astronomia "Livio Gratton" La Virgola della situazione n.5 Un racconto di Vladimiro Ercolino La collimazione dei riflettori newtoniani 48‐49 Effemeride: Alla ricerca dell'Identità Astrofila Foto di Mauro Ghiri GENNAIO ‐MARZO 2012 Pillole: Appunti minimi, spunti per ricerche

Polaris 48-49

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NUmero doppio (48-49) della rivista dell'Associazone Tuscolana di Astronomia "Livio Gratton"

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OTTOBRE

‐DIC

EMBRE

2011

PPOOLLAARRIISSOrgano ufficiale dell'Associazione Tuscolana di Astronomia "Livio Gratton"

www.ataonweb.it

La Virgola della situazione n.5

Un racconto di Vladimiro ErcolinoLa collimazione dei riflettori newtoniani

48‐49

Effemeride: Alla ricerca dell'Identità Astrofila

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GENNAIO

‐MARZO

2012

Pillole: Appunti minimi, spunti per ricerche

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L’Osservatorio Astronomico“Franco Fuligni”Sito a Rocca Di Papa (Rm) in località Vivaro, è dal 2001 uno dei principali centri per ladidattica e la divulgazione scientifica del territorio dei Castelli Romani. E’ una strutturapubblica ora gestita dall’Associazione Tuscolana di Astronomia e dal Parco Regionale deiCastelli Romani, disponibile per chiunque (soci, astrofili, curiosi, gruppi e scolaresche) siainteressato a scoprire le bellezze dell’Universo. La cupola di 4 metri ospita un telescopionewtoniano da 41 cm di diametro automatizzato, altri telescopi minori e strumentazioni per laripresa e l’osservazione. Dalla Meridiana dell'Osservatorio parte il “Sentiero delle Stelle”, unpercorso attrezzato naturalistico­astronomico lungo il quale è possibile riscoprire “l’altra metàdel panorama”.

Iscriversi all’AssociazioneEssere Socio significa anzitutto condividere attività e scopi dell’Associazione e sostenerli, semplicemente con laquota annuale di iscrizione, oppure anche partecipando e contribuendo in modo attivo alle iniziative. In ogni casoessere Socio consente sempre di avere qualcosa in più.Le quote annuali 2010­2011 di iscrizione all’Associazione sono:•Quota ORDINARIA (valida anche per enti e persone giuridiche): 35 euro•Quota RIDOTTA (per studenti, anche universitari): 20 euro•Quota PARTNER (comprende l’iscrizione all'Unione Astrofili Italiani): 75 euro•Quote GRUPPO (iscrizione contestuale di almeno 20 soci): 10 euroL’iscrizione può essere effettuata:•in contanti, presso le sedi di attività sociali, durante gli orari di apertura, o in occasione di una qualsiasi delle iniziativeproposte dall'Associazione;•tramite il sistema sicuro di pagamenti on­line Paypal (su www.ataonweb.it), ad esclusione della quota "gruppo";•con versamento su conto corrente Bancoposta n. 89512008 (oppure con bonifico ­ codice IBAN: IT 52 N 07601 03200000089512008) intestato all’Associazione Tuscolana di Astronomia.E’ importante inviare il Modulo di iscrizione compilato corredato di copia dell'attestazione del pagamento effettuato, via e­maila [email protected], via fax (06.94436469) o via posta ordinaria. Il modulo è reperibile sul nostro sito internet.

Consiglio Direttivoin carica fino al 10/04/2014

PresidenteLuca Orrú

VicePresidentiMarco Tadini

Rino CannavaleConsiglieri

Valeriano BottiniGiampaolo Gratton

Maria Antonietta GuerrieriGianni Lacaprara

Elisa NichelliEmilio Sassone Corsi (Past President)

Marco StangalinEnrico Ventura

Consiglio Scientificoin carica fino al 10/04/2014

PresidenteItalo Mazzitelli, già INAF­IASF

ConsiglieriGiuseppe Bianco, ASI

Angelo Bodini, già ESA­ESRINPaolo De Bernardis, Univ. di Roma La Sapienza

Calvino Gasparini, INGVRaffaele Gratton, INAF­OAPD

Jonathan Lunine, Univ. di Roma Tor VergataNicola Menci, INAF­OAR

Roberto Orosei, INAF­IASFTommaso Parrinello, ESA­ESRINPaolo Saraceno, già INAF­IFSI

Collegio Sindacalein carica fino al 10/04/2014

PresidenteLeone Stefano Maria Rezia Loppio

ConsiglieriRenato AntonelliGiuseppe Mittiga

L’Osservatorio Astronomico“Claudio Del Sole”Dal 2008, grazie ad una collaborazione con l’Associazione ASTRIS che lo ha in gestione, l’ATA puòavvalersi anche di questa struttura, sita nel Comune di Cervara di Roma (ca. 1.200 m s.l.m.), in unalocalità particolarmente buia, con scarso inquinamento luminoso e adatta ad osservazioni del profondocielo. Adiacente all'Osservatorio si trova una locanda­ostello in grado di ospitare fino a 30 persone.Anche questo Osservatorio è aperto al pubblico su prenotazione.

Albano Laziale Giovanni lacaprara via Lavinio, 66 ­ 00041 Albano Laziale (RM) [email protected] Giuseppe Mittiga via Luigi Zambarelli, 21 ­ 00044 Frascati (RM) [email protected]

Grottaferrata Maria Antonietta Guerrieri c/o CSC ­ Via dei Castani 1 ­ 00046 Grottaferrata (RM) [email protected] Paolo Ferretti c/o Agriturismo Prato di Coppola ­ via del lido km 4.2 ­ 04100 Latina [email protected]

Montecompatri Marco Meloni via Oberdan, 66­B ­ 00040 Montecompatri (RM) [email protected] Marco Rosicarelli via Colle di Mezzarone, 9 ­ 00036 Palestrina (RM) [email protected]

Rocca di Papa Marille Rispoli Via Lazio, 14 (località Vivaro) ­ 00040 Rocca di Papa (RM) [email protected] ­ VIII Municipio Giuseppe Cassarà via Tommaso Mercandetti, 38 ­ 00133 Roma [email protected]

Velletri Emma Scipioni c/o L'Elce ­ via Acqua Lucia, 74 ­ 00049 Velletri (RM) [email protected]

Associazione Tuscolana di Astronomia ­ Ass. di Promozione SocialeDetermina Regione Lazio ­ Dip. Soc. n. D0403 del 6 Febbraio 2004codice fiscale 04971241007 ­ partita iva 09604761008Sede legale: viale della Galassia, 43 ­ 00040 Rocca PrioraWeb: www.ataonweb.it ­ E.mail: [email protected] Generale e Osservatorio Astronomico “F. Fuligni”via Lazio, 14 ­ località Pratoni del Vivaro ­ 00040 Rocca di Papa (RM)Tel./Fax 06.94436469 ­ Apertura Lun e Ven (9­13), Mer (16­20)email: [email protected] Service Pointc/o M42 Scienza e Natura ­ via Cavour, 54 ­ 00044 Frascati (RM)Tel 06.9419979 ­ Apertura da Lun a Ven (9­13 – 16­20), Gio (9­13)Osservatorio astronomico "Claudio Del Sole" (in co­gestione con ASTRIS)c/o Locanda dell’Orso ­ località Prataglia ­ 00020 Cervara di Roma (RM)

Recapiti e riferimenti delle nostre sedi locali

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Che cos’è un “astrofilo” ?Una ricerca sul web di questo terminerelativamente recente (nato nella prima metàdell’ottocento e diffusosi all’inizio del novecento)fornisce la seguente definizione: “un dilettanteappassionato di astronomia che di solito èsprovvisto di qualifiche proprie dellaprofessione di astronomo, ma che tuttavia sidiletta nello studio e nell’osservazione deifenomeni astronomici”.Questa definizione, correttamente centratasull’aspetto privatistico e tecnico della passione perl’astronomia e la scienza, sembra però che nonrenda più giustizia di ciò che di fatto è diventatosempre di più l’astrofilo in anni più recenti, speciese operante in gruppi e associazioni.Me ne sono reso personalmente conto da quandoho l’onere, ma anche il piacere, di svolgere il ruolodi Segretario dell’UAI (Unione Astrofili Italiani),ponendomi tra i principali obiettivi anche quello diricercare e mettere a fattor comune maggiori

strumenti conoscitivi della realtà degli astrofili edell’associazionismo astrofilo, come primo passoper poter poi contribuire a far crescere quello chesi può ben definire come “movimento astrofilo”.Indagando infatti nella realtà delle associazioniastrofile in Italia, si scopre, anzitutto, che sonotantissime: come UAI ne abbiamo censite ­ traquelle stabilmente operative ­ ben oltrequattrocento: ogni provincia italiana ha almenouna (spesso due o tre) associazioni astrofile attivesul proprio territorio.Si può stimare che siano quindi circa 15.000 gliastrofili iscritti ad almeno una di questeassociazioni.Quasi una associazione su quattro, poi, utilizza ogestisce un Osservatorio Astronomico e/o unPlanetario, spesso di dimensioni e potenzialitàscientifiche di tutto rispetto.Questo piccolo “esercito della scienza” svolge unruolo che – più che definire complementare osussidiario – potremmo considerare prevalente,almeno in Italia, nell’opera di promozione ediffusione della culturascientifica, fatta attraversol’Astronomia che, come bensappiamo, tra tutte le disciplinescientifiche ha una “vocazionenaturale” per la divulgazione e ladidattica della scienza, lasciandoaltresì ampi spazi all’azionedella stessa ricerca amatoriale.Questo è tanto più vero in quei territori diprovincia lontani dalle grandi città, che nonospitano magari alcun ente od istituto di ricerca oculturale in campo scientifico. E d’altra parte,anche laddove questi enti esistono, il personaleche può dedicarsi stabilmente alle attività dioutreach – specie in momenti in cui si“razionalizzano” personale e budget ­ non arriva intutta Italia (forse) a qualche decina di persone.Se poi si entra nel merito di quello che fa questapiccola galassia di associazioni, si scopre – anchecon una certa sorpresa – un fiorire di conferenze,eventi, mostre, proposte culturali variegate edinnovative e tanta attenzione ed attività nellescuole. Per moltissime realtà questo genere diattività è diventato quello prevalente o addiritturaesclusivo.Ciò nulla toglie ovviamente al valore del lavoro ditanti astrofili a supporto della ricerca scientifica,spesso di una qualità, riconosciuta in tutto ilmondo, veramente ragguardevole.Gli “astrofili” (al plurale), sempre più quindi sicaratterizzano, rispetto alla definizione privatistica

Alla ricerca dell'identitàastrofila

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di cui sopra, come dei veri e propri “mediatoriculturali” nel campo scientifico, numerosi edappassionati, proiettati verso una vera e propriamissione sociale e distribuiti su tutto il territorioitaliano ma purtroppo non ancora pienamentecoscienti di essere parte di un “movimento”,appunto, così vitale e numericamente significativo.La frammentazione, la scarsa (spesso voluta)conoscenza reciproca e di conseguenza lo scarso onullo coordinamento tra le diverse realtà territorialiancora caratterizzano questo formidabile insiemedi associazioni e di persone che, se avessemaggiore coscienza di sé e cercasse una maggioreunità di intenti, potrebbe ottenere risultati ancorapiù importanti e capillari, perché potrebbesoprattutto avere la forza di “imporsi” sui canalimediatici principali, uscire dalla dimensionelocalistica che – giustamente – caratterizzal’azione di ciascun singolo gruppo, associazione,osservatorio, planetario, e raggiungere così unaplatea molto più ampia di persone e con unaefficacia ben superiore.Ne beneficerebbero anche tutti quegli astrofili,ancora tantissimi, che potremmo definire“individualisti”, i quali rifuggono qualsiasiassociazione ed operano in modo isolato oattraverso gruppi informali (spesso collegati a webcommunity), senza sentire l’esigenza di una“condivisione strutturata” della propria passione edel frutto della stessa, probabilmente con ildesiderio di non essere in nessun modo limitati oindirizzati da strutture organizzate.Basti pensare, ad esempio, a quanto potrebbecrescere il mercato dei prodotti astronomici, avantaggio dei prezzi, con una presenza mediaticapiù importante del movimento astrofilo. O quantomaggior peso ed efficacia avrebbe la lottaall’inquinamento luminoso, specie in quelle pochezone buie che sono, ancora per poco, il rifugiodegli astrofili visualisti e non. Oppure ancora allemaggiori risorse che potrebbero essere reperitedalle associazioni per potenziare i propriOsservatori dando così l’opportunità di operare conmaggior soddisfazione ai tanti astrofili dotati dimolta buona volontà e capacità ma nonaltrettanto… reddito !Non è facile cercare di far crescere questa “identitàastrofila” di gruppo, e di integrare (senzasostituire) la definizione privatistica dell’astrofilo:ci stiamo provando ad esempio ­ come UAI ­ con ilprogetto del censimento nazionale di associazioni,osservatori e planetari, finalizzato a realizzare,entro il prossimo Congresso UAI di Settembre2012 a Frascati, il primo “rapporto nazionale sullostato dell’associazionismo astrofilo”.Ci stiamo provando anche, a livello locale, come

ATA, ponendosi in una ottica collaborativa econoscitiva rispetto alle altre realtà della RegioneLazio: facendo visite, cooperando su progetti diinteresse comune, organizzando iniziativecongiunte.Oppure con interventi sulle istituzioni finalizzati,una volta tanto, ad interessi generali, come larecente proposta di legge depositata al consiglioregionale del Lazio ­ ed attualmente in discussionein commissione cultura ­ su iniziativa di alcuniconsiglieri regionali che hanno accolto lesollecitazioni della nostra Associazione diintervenire sulla legge regionale n. 42 del 1997,con “disposizioni in materia di sostegno agliosservatori astronomici pubblici, i planetari e lestrutture di promozione della cultura scientifica”.Una cosa è certa: qualche obiettivo potrà essereraggiunto solo se ognuno di noi inizierà, ocontinuerà, a ragionare in una ottica collettiva,sentendosi, oltre che “astrofilo per sé”, ancheparte del “movimento astrofilo”.Un 2012 pieno di Cieli Sereni a tutti gli astrofili !

Luca OrrùPresidente Associazione Tuscolana di Astronomia

POLARISGiornale dell'Associazione Tuscolana di AstronomiaAnno XVI ­ Numero 48 ­ Ottobre ­ Dicembre 2011Anno XVII ­ Numero 49 ­ Gennaio ­ Marzo 2012

Direttore ResponsabileFranco Foresta Martin

RedazioneRino Cannavale

Luca OrrúAurora Iannucelli

Contatto: [email protected] Consiglio Scientifico non e' responsabile dei contenuti,

POLARIS e' un organo interno dell'ATAAutorizzazione del Trib.di Roma N.512/97 del 19/09/97

EFFEMERIDE

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TECNICA

Giuseppe Bongiorni

Prima di procedere nel presentare una breve guidasull'argomento della collimazione dei telescopiNewtoniani, che non intende essere altro che unriferimento, ritengo indispensabile sottolineare chela procedura di collimazione descritta di seguito vamessa in atto solo dopo aver verificato che iltelescopio sia effettivamente scollimato e dopoavere atteso che le ottiche siano giunteall'equilibrio termico, specialmente prima dieseguire uno Star Test.Sembra infatti che esista la convinzione (errata),specialmente tra i neofiti, ma non solo, che untelescopio, particolarmente se nuovo, siascollimato per definizione, e di conseguenza sivanno a mettere le mani su uno strumento cheinvece è stato ben regolato in fabbrica con ilrischio di rovinare la messa a punto.Come dirò più avanti la necessità di collimare ognivolta, può valere esclusivamente per glistrumenti di tipo Truss (smontabili), ma tutti glialtri vanno solo controllati, e poi, se trovati non aposto, si procederà con la collimazione.Ma come si capisce se uno strumento è bencollimato oppure no?Basta guardare dal fuocheggiatore dopo averinserito, un Tappo Forato (vedi nota in fondo), oun Oculare Cheshire e puntato lo strumentoverso il cielo o una superficie chiara.A proposito del Cheshire faccio presente che incommercio si trova normalmente in due versioni:

La collimazionedei riflettorinewtoniani

Un tipo Lungo che èdotato anche di crocicchiodi collimazione.

Un tipo Corto,normalmente senzacrocicchio.Entrambi sono adatti alla collimazione deitelescopi Newtoniani, anche se è da dire che iltipo Lungo con crocicchio può dare dei risultatiancora più precisi dell'altro.Nelle immagini che accompagnano questodocumento, l'eventuale crocicchio NON èrappresentato.

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TECNICA

Se il telescopio è collimato vedremo dunqueun'immagine che si presenta in modo molto similea queste:

Con iltappo foratoCon ilCheshire

Di seguito riporto la descrizione delle immagini dausare come riferimento anche per le successive.Si noti che il profilo del Secondario, “ G “, è statodisegnato, marcatamente, decentrato.Questoeffetto è più evidente per strumenti a bassorapporto focale, es. f/4, mentre diventa meno

pronunciato man mano che il rapporto focale sale.Inoltre nel corso del testo utilizzerò le seguentiabbreviazioni:SP = Specchio PrimarioSS = Specchio Secondario

Con iltappo forato

Con ilCheshire

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TECNICA

Prima di proseguire voglio anche segnalare che peruna regolazione più precisa sarebbe meglio che ilprofilo interno dell'attrezzo scelto per lacollimazione sia il più vicino possibile allo SS inmodo da abbracciarlo quasi per intero comemostrato nel disegno che segue.

Nell'illustrare il processo di collimazione ho sceltoperò di continuare ad usare un campo largo perdare un maggiore impatto visivo.Quella che ora passo a descrivere è la procedura inTRE FASI che eseguo con successo, ormai daanni, con i miei Newton.Le prime due fasi, che riguardano la regolazionedello SS, si eseguono UNA TANTUM, e nonnecessitano di essere ritoccate se non in seguitoad operazioni che influenzino pesantemente lo SSstesso, come lo smontaggio per manutenzione, un(molto) forte urto o simili.

Bisogna tener presente DUE condizioni:1) l'asse del Drawtube (l'elemento mobile), delfuocheggiatore DEVE essere perpendicolare al tuboottico;2) se il rapporto focale del Newton è INFERIOREad f/6 lo SS deve essere decentrato.Normalmente, negli strumenti commerciali, ilcostruttore incorpora il decentramento dello SSnella meccanica del telescopio. Se lo strumento èautocostruito bisogna ricordarsi di questo fatto edeventualmente intervenire.Prima di passare a descrivere le varie fasi,vediamo dove si eseguono le regolazioni:

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TECNICA

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TECNICA

Fase 1Puntare il telescopioverso una superficiechiara (parete, soffitto,il cielo LONTANO dal So­le, ecc.), e ben illumi­nata.Inserire un un cartonci­no bianco sotto lo SSin modo che le riflessio­ni dello SP non disturbi­no, come illustrato nellafotografia a lato.Negli strumenti aperti,come i Truss, questa operazione è più facile, sipuò semplicemente inserire un foglio bianco o unpanno sopra lo SP.

Guardando nel fuocheggiatore, tramite il Tappo fo­rato o l'oculare Cheshire si deve vedere unCERCHIO chiaro ESATTAMENTE AL CENTRO delDrawtube.

Specchio Secondario troppo in alto (o viceversa inbasso).Si deve agire sulla vite centrale del sostegno dellospecchio per portarlo all'altezza corretta.Può essere necessario agire anche sulle viti dicollimazione, allentandole o stringendole.

Specchio Secondario troppo a destra (o viceversa asinistra).Si deve agire sulle viti di regolazione della crocierao ragno che sostiene lo specchio.

Specchio Secondario centrato ma non in asse con ilfuocheggiatore.Bisogna ruotare lo specchio sul suo asse.

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TECNICA

Fase 2Togliere il cartoncino o il panno inserito nella FASE1 ed utilizzare sempre il Tappo forato o l'oculare

Cheshire.Potreste vedere un'immagine simile a quelle sottoriportate da cui si intuisce che sia lo SS che lo SPsono scollimati.

Con iltappo foratoCon ilCheshire

Con iltappo foratoCon ilCheshire

Regolare le viti di Collimazione dello SS fino avedere il CONTORNO dello SP esattamenteinscritto nel cerchio dello SS.In questa fase fanno da buon riferimento i blocchidello SP.Ignorare ogni altro tipo di riflessione.

Eseguire questa regolazione CON LA MASSIMAATTENZIONE; più sarà accurata e più saràpreciso e semplice il proseguo della collimazione.Eventualmente ripetere le FASI 1 e 2 per unrisultato ottimale.Ricordate che queste regolazioni non dovranno

essere più toccate a meno di accidenti.Negli strumenti smontabili, come i Dobson Truss, ilcontrollo, dello SS deve essere fatto tutte le volteche li si utilizza, e le regolazioni delle FASI 1 e 2andranno eventualmente ritoccate.

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TECNICA

Fase 3Allentare le Viti di Blocco dello SP, viti cheandranno poi semplicemente riportate a contattosenza forzare.

Lasciando sempre inserito il Tappo forato ol'oculare Cheshire, agire ESCLUSIVAMENTE sulleviti di regolazione dello SP in modo che TUTTELE RIFLESSIONI SIANO CONCENTRICHE.Ricordiamo che il riflesso dello SS può apparire piùo meno decentrato.

Con iltappo foratoCon ilCheshire

Ci vuole pazienza e calma, sopratutto se non sipuò osservare e regolare contemporaneamente,ma i risultati arriveranno certamente. E' soloquestione di metodo e pratica.Se il tubo del telescopio è lungo potrebbe esserenecessario farsi aiutare da qualcuno che muovaper noi le viti di regolazione mentre controlliamo lacollimazione.Nelle FASI 2 e 3, si può anche utilizzare unCollimatore LASER, (le FASI 2 e 3 sono le unichein cui questo accessorio è utile), purchè a sua voltaquesto attrezzo sia ben collimato e non sciacquinel fuocheggiatore !!!La FASE 3 è l'unica che va ripetuta SULCAMPO (Star Test), esaminando gli anelli didiffrazione di una stella non eccessivamenteluminosa; suggerisco di utilizzare la Stella Polareperché ha l'innegabile vantaggio di restarepraticamente ferma in cielo.Per eseguire lo Star Test bisogna utilizzare unoculare che fornisca ALTI ingrandimenti ( almeno

un valore pari al Diametro in mm dello SP ), eritoccare le viti di collimazione dello SP finché glianelli siano ben concentrici. Se le FASI 1 e 2 sonostate eseguite con cura, non ci sarà bisogno diritoccare anche lo SS e ci troveremo nellasituazione ottimale prima di osservare.So che molti, specialmente le prime volte, hannodifficoltà a rendere visibili gli anelli di diffrazione, evisualizzano invece un disco chiaro, più o menogrande, sul cui centro è presente l'ombra scuradello SS.Per vedere gli anelli è sufficiente, partendo dallastella a fuoco, sfuocare MOLTO LEGGERMENTE, inun senso o nell'altro; vedrete che con un po dipratica risulterà semplicissimo.Può anche capitare che in una stessa serata sidebba ripetere questa messa a punto più di unavolta.Ripeto, pazienza e calma, movimenti minimi delleviti di regolazione, e sono sicuro che pian pianoquesti gesti diventeranno davvero familiari.

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Le rocceSono aggregati di uno o più minerali e vengono classificate in base alla loro origine in:magmatiche, sedimentarie e metamorfiche. Una volta formata, ogni rocciaappartenente ad un gruppo, con il tempo e in determinate condizioni, può trasformarsiin quella di un altro gruppo. Per esempio: una roccia sedimentaria, sottoposta aenormi pressioni in profondità o surriscaldata perché venuta a contatto o nellevicinanze di un magma, può subire trasformazioni strutturali e mineralogichedivenendo un nuovo tipo di roccia, detta roccia metamorfica.

TECNICA

Nota sul Tappo foratoVorrei spendere due parole su come utilizzare unPortarullini per ottenere l'attrezzo necessario allacollimazione noto come Tappo forato.Il Portarullini è composto di 2 parti: il tappino ed ilcorpo.Nel centro del tappino si fa un foro, 3mm vabenissimo.Sul fondo del corpo, sempre al centro, si praticaun'apertura circolare di circa 20 mm di diametro,che fungerà da diaframma.Molti asportano completamente il fondo, vaugualmente bene.

Lasciare un diaframma serve a restringere ilcampo come spiegato all'inizio.Si rimonta il tappino sul corpo e si inserisce il tuttonel fuocheggiatore.Si regola quindi l'estensione del fuocheggiatore dimodo che guardando nel forellino si possa vederequasi esclusivamente lo SS (e le sue riflessioni).Il Tappo si può anche realizzare con materiali piùpregiati come questa mia versione in alluminio.

Oppure acquistare sul mercato un oggettopreconfezionato,ma in quest'ultimocaso, a mio avviso, èpreferibile scegliere unoculare Cheshire.

Appunti minimi, Spunti per Ricerchea cura di Ugo Intini

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dizione “Supersimmetria” o in quella“Superstringhe” con tutto ciò che consegue per il“Modello M” (perché seguitate a chiedermi cosasignifica quella “M”? Non lo so: domandatelo alGenerale Cambronne). Qui entriamo un po’ nelvago, e non state a borbottare che, finora,abbiamo viaggiato nella nebbia più fitta. Bene:partirò dalla constatazione secondo la quale, più siscava nei meccanismi interni di Madre natura, piùsi trova che esistono “simmetrie” sempre piùmarcate. Aspettate a contraddirmi: vi facciol’esempio del Principio di conservazionedell’energia, che dovrebbe essere noto a tutti. Ora,una signora di nome Emmy Noether, formidabilematematica, nel 2215, pubblicò un lavoro in cui sidimostrava come esistesse una relazione precisatra simmetrie dello spaziotempo e principi diconservazione in fisica. In particolare, laconservazione dell’energia è una conseguenzaimmediata...… non era il 2215? Be’ sarà stato il 1915; che

differenza fa? … ecco: mi avete spezzato ildiscorso con una quisquilia e non mi ricordo …ah, sì: una conseguenza immediata dellasimmetria tra passato e futuro. Vale a dire: leleggi della Dinamica newtoniana sono simmetricherispetto al tempo, nel senso che invertire il segnodel tempo non fa cambiare la struttura delle leggistesse. In base al famoso “Teorema di Noether”,questo si traduce nella conservazione dell’energia.Ancora: dato che le leggi non cambiano per unospostamento nello spazio con velocità costante inintensità e direzione, ecco che viene fuori laconservazione della quantità di moto. E, se non vibasta ancora, le stesse leggi non cambiano peruna rotazione dei tre assi spaziali (e perchédovrebbero, se mi limito a puntare il mio assedelle x in direzione di Sirio invece che diAldebaran?), e ne nasce la conservazione delmomento di rotazione. Insomma, simmetrie eprincipi di conservazione sono solo due aspettidella stessa realtà. E aspettate perché ho appena

Matuzalem

La virgola dellasituazione n.5

ARGOMENTI

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cominciato. Cos’altro vi viene in mente, che siconserva sempre? Tante cose, ma diciamone una:la carica elettrica. C’è una “simmetria” in sensolato pure per questa? C’è, solo che non è cosìgeometricamente intuitiva come le tre cheabbiamo appena visto. È una simmetria di tipo piùmatematico, ma vi giuro che c’è. E così pure per lasimmetria fra la materia e l’antimateria, e ognialtra simmetria che non salta agli occhi nella vitadi tutti i giorni, ma governa il Cosmo anche se nonce ne rendiamo conto. D’altra parte, è pur vero

che a noi, poveri mortali, l’Universo non apparecosì simmetrico come direbbero i fisici. Come mai?Un breve inciso servirà a fornirvi qualche indizio.Prenderò un esempio che risale a Dirac.Supponete di aver preso posto a una tavolacircolare, in quello che si annuncia un pranzo dilusso. Davanti a voi, oltre alle stoviglie di cuiriconoscete la funzione, c’è anche un piattino colbicchiere dello spumante che è dispostoesattamente a metà fra voi e il vostro vicino didestra – e anche di sinistra, ovviamente. Qualediavolo è il vostro bicchiere? Come sarà possibile

non fare una figura di … di “M” come l’omonimateoria? Semplice: in questa situazione disimmetria, aspetterete che qualcuno prenda ilbicchiere per primo. A quel punto, la simmetria èspezzata, e voi saprete se afferrare il bicchiere didestra o quello di sinistra. In Fisica, si direbbe chec’è stata una “rottura spontanea di simmetria”:una situazione di partenza completamentesimmetrica, è diventata asimmetrica via via che glieventi si dipanavano.

Fine dell’inciso, e torniamo al Cosmo simmetrico.Sempre i signori fisici sono convinti che le attualileggi, che trattano separatamente le varie forze eparticelle come abbiamo raccontato le voltescorse, siano solo quello che osserviamo dopo chesi sono “rotte le simmetrie” cui l’Universo obbedivaall’inizio, e che sia dunque loro compito ricostruirequeste simmetrie. Vale a dire: passare dallasituazione delle attuali leggi più o menosimmetriche, a quelle di ordine superiore, e cioèalle supersimmetrie per l’appunto. Ecco da doveviene quel “super” che, per tanto tempo, è statoun po’ il vanto del modello delle Superstringhe.

ARGOMENTI

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Infatti, il modello riusciva a trovare una suacoerenza matematica, solo se vi si aggiungeva lasupersimmetria; altrimenti falliva del tutto. Epotete figurarvi, perciò, gli stringaroli che dicevanoai fisici: “Vedete? Noi siamo molto avanti rispetto avoi, perché la supersimmetria è il fondamento delnostro lavoro, mentre voi non sapete ancora comee dove cercarla”. Oggi sappiamo che gli stringarolimanco sapevano come si scrivono le loro equazionie che, se pure fossero riusciti a scriverle erisolverle in prima approssimazione, non sarebbeservito a nulla, perché con le superstringhe sipossono descrivere un’infinità di universi, tuttipossibili (sempre di quel famigerato astrofilodell’ATA: “Tutti gli universi possibili e altri ancora”… ma non ve ne frega nulla, vero? Pazienza!), enon c’è nulla che possa aiutare a capire quale sia ilnostro.Comunque sia, ormai LHC sta lavorando bene giàda un pezzo, e della pletora di particelle previstedalle principali teorie di supersimmetria (noncrederete davvero che ce ne sia una sola, vero?Anche di supersimmetrie ce ne sono infinite, maper lo meno riescono a tirar fuori previsioni che sipossono sottoporre a prove sperimentali) non sen’è vista nessuna. Poco male perché, come hoappena detto, basta cancellare queste primesupersimmetrie e cominciare a lavorare sulle altre:quelle più complicate e che dovrebbero dar vita aparticelle più massicce, che ci si aspetta di vederequando LHC potrà fare il grande balzo dai 7 Tev dienergia ai quali lavora adesso ai 15 Tev cui sidovrebbe arrivare nel 2014 (fatemi ricontrollare ilsecolo … sì, mi pare sia quello giusto). E qui fatemispiegare perché, in un modo o nell’altro (di sicuro,Madre natura avrà scelto l’altro come è suausanza), tutti si aspettano che questa

supersimmetria deva saltare fuori prima o poi. Viavevo accennato ai fisici che cercano di tirare peril collo il Modello Standard, questo colabrodo diprecisione che non si regge in piedi, ma prevedeesattamente l’esito di ogni risultato sperimentale(almeno finora). Ebbene: se ci si aggiunge lasupersimmetria, succede una cosa che avevoappena accennato, ma ora vi spiego in dettaglio,almeno per quel che si può. E parto dalla caricaelettrica dell’elettrone. Per quanto possa sembrarvistrano, il suo valore non è costante, ma aumentavia via che cerchiamo di avvicinarci alla particella.Badate: questo non ha nulla a che spartire con laconservazione della carica elettrica, che valecomunque, perché la stessa cosa succede con lacarica elettrica dei quark. In pratica, maggiore è lapotenza dell’acceleratore col quale lavoriamo, piùriusciamo a spingere “vicine tra loro” due particellecariche, più ci accorgiamo che le cariche“aumentano”, e questo è un effetto sperimentale.Un andamento analogo troviamo con la “caricanucleare debole”. Mente invece, l’esatto contrarioavviene con la “carica nucleare forte”, quella chetiene assieme i quark all’interno dei protoni eneutroni. Ora, a energia ambiente (bassa, cioè), lacarica nucleare forte è circa cento volteintrinsecamente maggiore di quella elettrica. Sequest’ultima, all’aumentare dell’energia, cresce, ela prima diminuisce, non si arriverà per caso aun’energia in cui entrambe hanno lo stesso valore?Il Modello Standard dice di sì, anche se l’energia diunificazione è talmente maggiore di quellemaneggiate dal Modello, e alle quali possiamo direche è abbastanza affidabile, che non sappiamo sesia ragionevole crederci sul serio. In ogni caso,assumiamo che sia vero e procediamo. Cosa diredella “carica nucleare debole”? Pure quella crescecon l’energia, e s’incrocerà con quella “forte”.

ARGOMENTI

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Purtroppo – disgrazia, disgrazia! – ciò avviene aun’energia un po’ diversa rispetto a quella in cuis’incrociano le altre due. Di conseguenza,l’unificazione delle tre forze di natura del ModelloStandard (se qualcuno se lo fosse dimenticato, laGravità continua a restare fuori) è mancata perpoco. Ecco, però, che se s’introduce lasupersimmetria, con tutte le particelle simmetrichea quelle già conosciute, miracolosamente tutto vaa posto. Perfino quel gioiello da museo degli orroriche è il Modello Standard prevede, per motivimatematici semplici (si fa per dire), l’unificazionedelle tre forze alla stessa energia, con l’apparire diuna nuova forza che le compendia tutte e tre, masulla natura precisa della quale, ovviamente, nonsa dire nulla. E allora, come si fa a non crederealla supersimmetria? Di riffa o di raffa, deveesserci, e LHC dovrà mostrarla sperimentalmentenel giro di tre o quattro anni al massimo. Nonchiedetemi, però, cosa accadrà se non verrà fuorinemmeno a 15 Tev: in quel momento spero di nonesserci più, e sarà affare di qualcun altro.In ogni caso, per fare quattro chiacchiere in piùsu quel “super”, mi sono dilungato tre pagine,mentre avrei fatto bene a prendere di petto ildiscorso sul bosone di Higgs, perché è proprio lìche ci sono le vere, grosse novità, e accidenti chenovità! Fate attenzione al discorso, perché sembraun pochino complicato, e invece lo è moltissimo.Fino all’entrata in funzione di LHC, le due grandi

“macchine” erano il Tevatron, presso il Fermilab aChicago, e LEP, e cioè il precursore di LHC semprea Ginevra. Alla ricerca del bosone di Higgs, questedue macchine avevano spazzato tutti gli intervallidi energia a loro disposizione, giungendo allaconclusione che questa fantomatica particella,ammesso che esista davvero, non può avere unamassa inferiore a circa 115 Gev (LEP avevaintravisto qualcosa a 116 GEV, ma c’era troppaincertezza per annunciare ufficialmente qualcosa).Poi, sempre il Tevatron, e ora LHC, hanno esclusoun altro intervallo di energia: da 140 a 480 Gev.Se ci fosse qualcosa a energie ancora maggiori,non sarebbe più il bosone di Higgs che stiamocercando; rimane l’intervallo tra 115 e 140 Gevche, tra l’altro, dovrebbe essere proprio quellopromettente. Purtroppo, è anche quello piùgremito di rumore di fondo per motivi che non stoa spiegarvi.Ebbene: ecco il grande annuncio! Proprio in questigiorni (e potete trovare la cronaca in tempo realesu: www.http://a………….che succede?non mi sento bene………….

OBITUARY

DIE V KAL DEC AD MMXIOBIIT SUBITA VI

MATUSALEM

ANNO NONGENTESIMO SEXAGESIMO NONOAETATIS SUAE

PERVERAE AC MALUM VIRNEQUITAE REPLETUS

ROGARE PRO EO NOLITEQUIA IN PROFUNDO INFERI

ANIMA EIUS AETERNUM IACET

ET VOS AD INFERUMSI SEQUITUR SCIRE VIS

VADETE

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STELLE NARRANTI

Le due amiche stavano percorrendo il tortuososentiero che le avrebbe condotte al mare. Unbreve tratto di circa duecento metri cheattraversava la macchia mediterranea, fino ad unapiccola spiaggia poco frequentata. Tra i cespugli dilentisco con le bacche rosse, ginepro dalle coccoleglobose verdi giallastre, rosmarino con qualchepiccolo fiore azzurro violaceo e arbusti di capperidagli squisiti boccioli e vistosi fiori, il mix di colori efragranze era davvero un’esperienzaparticolarmente gradevole. Si scorgevano alcuniinsetti alati posati sui fiori o in volo, per lo piùimpollinatori, lucertole che, impaurite dallepresenza di due strani giganti bipedi, fuggivanoper mettersi al sicuro. In alcuni punti più glabri, almargine del viottolo, si potevano scorgere file dioperose formiche, impegnate nell’instancabilelavoro di vettovagliamento per la propriacomunità. La colonna sonora era gentilmenteofferta dalle cicale che, con l’organo stridulatore,frinivano a tutto volume.Sara disse: «Pensa, le formiche rappresentano ildieci per cento della la massa totale di tutti gliorganismi animali presenti sulla terra. Notevole,no?»

E Viola: «È difficile credere che un esserino cosìpiccolo e apparentemente indifeso, possa averavuto un così grande successo riproduttivo e averavuto la capacità di colonizzare ambienti anchemolto diversi tra loro. Ma sei sicura di quel dieciper cento?»«Non ricordo bene dove l’ho letto … comunque sepensi che sono diffusissime, soprattutto nei climitropicali … ».«È vero … e poi sono smisuratamente di più quelleche non vediamo».

Unisci i puntini

Un racconto di Vladimiro Ercolino

Figura 1 ­ Testa diformica (MessorStructor) al microscopio

Il presente è contingente e transitorio.E, al contempo, costante ed eterno.(Xu Longsen)

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STELLE NARRANTI

«Perfetto, Viola! È smisuratamente di più quelloche non vediamo. In una frase hai condensato imiei pensieri di questi giorni. Ho trovato il titolodei miei ultimi appunti: “Quello che non vediamo”… grazie, è meraviglioso!»Quel pomeriggio il mare era particolarmente calmoed invitante. Sara e Viola si tuffarono dagli scoglibassi e mai come quella volta furono accolte da unliquido amniotico primordiale, che le avvolse in unabbraccio materno e al quale si unirono senzariserve. Coccolate da un’acqua dai ricordiancestrali, un’acqua che già una voltaabbandonarono nella metamorfosi che le portò allaluce.Ormai al crepuscolo decisero di tornare a casaripromettendosi, per la sera, di andare sul terrazzoa caccia di desideri propiziati delle scie luminosedelle Perseidi.«Sara, guarda là, a destra dell’Orsa Maggiore …ecco, quella è Mirphak, la stella alfa di Perseo. Inquella zona ci dobbiamo aspettare di scorgere letracce di luce dello sciame meteorico».«Cara Violetta, ho studiato anche io» fece Sara intono scherzoso. «Lo sciame è originato dalpassaggio periodico della cometa Swift­Tuttle che,nel suo andare, lascia dei piccoli detriti. Quandoquesta “polvere di stelle”, attratta dalla gravitàterrestre, entra in atmosfera, provoca l’effettoluminoso per l’attrito con l’aria. Il legame dellePerseidi con la cometa fu scoperto da GiovanniSchiapparelli, come si legge nello scambioepistolare che ebbe con Padre Angelo Secchi …tie’!»«Beh, mi arrendo … lo sai che non sonocompetitiva come te» fece Viola alzando le braccia.«Però vorrei riprendere il discorso di questopomeriggio su “quello che non vediamo”».«Sì, mi piace. Sarà di stimolo alle idee che devotrovare per il mio prossimo articolo. Un attimo chevado a prendere il PC con gli appunti … vorreileggerti qualcosa».Erano adagiate su delle comode sedie a sdraio convista sull’universo. Un’ottima postazione, con lecondizioni idonee a favorire gli esercizi per lamente che si accingevano ad intraprendere.«Eccomi qui Viola. Sto preparando un articolo ­ telo dico in termini generali ­ sulla gestionesostenibile del terzo pianeta, affidata adun’umanità che la camuffa ancora come unaquestione ideologica e procrastina le decisioni inattesa della “verità assoluta”. Ritengo che peraffrontare il problema, la strada non possa esserequella dei personalismi. Poi, per citare i punti divista, necessariamente dovrò parlare anche di“quello che non vediamo” … le due cose sonoassolutamente complementari … o no?»Viola dopo un attimo di riflessione:

«Non ci avevo pensato, ma ritengo di sì. Vuoi direche un punto di vista ha bisogno di conoscenza eal contempo di una limitazione nella percezione?Altrimenti sarebbe una verità oggettiva, un datoscientifico, non un parere».«Perfetto! Ottima sintesi».Qualche momento di pausa e Sara continuò:«Secondo me, a volte, c’è in noi il timore ditrovare dietro l’angolo la verità vera, che spessonon è perfetta. È come se nell’incompletezzapossa risiedere ancora la speranza che, nellarealtà auto costruita, ci sia lo spazio per unrisvolto più rassicurante, una forma più bella».Intervenne Viola:«Sarò cattiva, ma chi ci dice che non sia un alibi?»«Nessuno, cara Violetta … nessuno. Anche perchésopra le nostre teste passano degli interessieconomici enormi, smisurati».Le due ragazze erano entrate in una bolla nellaquale si erano unite in un’osmosi che le cullava indiscorsi appassionanti. Lo scambio di idee, visioni,sensazioni era fitto ma la trasparenza della bollaconsentiva loro di essere permeate dall’immensoscenario sovrastante, che sicuramente aveva uninflusso benefico ed ispiratore. Qui, il nero densodel cielo, regalava un firmamento impossibile daosservare in città, dove ormai, l’inquinamentoluminoso si mangiava la quasi totalità dellospettacolo notturno.«Viola, ti vorrei leggere dei versi liberi, che hoscritto ieri sera e che a questo punto del discorsomi sembrano appropriati. Eccoli:Troppe volteho guardato dentro di mesenza ascoltarmicon gli occhi degli altriTroppe voltenon ho saputo raccoglierele stellinedonate dagli sguardi altruiTroppe voltenon ho aiutato la vistadi chi cercavauna luce dai miei occhiA volte scruto il cielo notturnoalla ricerca dell’asterismodisegnato con i flebili segnaliche ho dispersoin tutte le direzioni dell’infinitoPenso che non troveròil tracciato perfettoma credo che ciòmi possa far rivederealcuni dei baglioriinutilmente abbandonatinello spazio sconfinato».

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STELLE NARRANTI

Dopo qualche momento di riflessione Viola rispose:«È vero, per guardarci dentro abbiamo bisogno delconfronto, di un punto di vista esterno rispetto alnostro ego. Un punto di vista, questa volta, cheintegri la visione univoca, e umanamente limitata,che possiamo avere soprattutto di noi stessi. Èdallo scambio con gli altri che si può realizzare lacrescita. Siamo sempre più distratti dallaquotidianità e tralasciamo gli aspetti veramenteimportanti per la cura dell’anima e del rapportocon l’altro».

Rispose Sara:«C’è stata una persona che ha voluto estremizzarequesto concetto del guardaci da fuori e si è fattoscattare una foto da una distanza di oltre seimiliardi di chilometri». Fece un sorriso, vedendo lafaccia interrogativa di Viola e continuò:«Il grande Carl Sagan, astronomo, astrofisico,astrochimico, divulgatore, autore fantascientifico emolte altre cose ancora, suggerì alla NASA di farscattare delle foto particolari alla sonda “Voyager1”. Al termine della sua missione principale,iniziata nel 1977, la fotocamera della sonda, nel1990 riprese, in una serie di foto, la Terra, Venere,Giove, Saturno, Urano e Nettuno.Questo è il cosiddetto “ritratto di famiglia”». Lomostrò e proseguì:

«Nello scatto che ci riguarda più da vicino – vicinosi fa per dire – la Terra occupa una dimensioneinferiore al pixel. Dopo opportune elaborazioni ilrisultato fu questo».

Porse lo schermo e aggiunse:«La foto ebbe un effetto dirompente nell’animo diSagan – e devo dire che anche a me da una certavertigine – tanto da ispirargli la stesura del libro:“Pale Blue Dot”, che tradotto dovrebbe essere:“Pallido Puntino Azzurro”».Qualche momento di silenzio per riprendersidall’apnea che la fotografia le provocò e Violadisse:«Effettivamente … mi sembra una distanzaneanche così eccessiva in termini astronomici egià risultiamo un punto appena percepibile in unoscenario in questa scala».Intervenne Sara:«Per darti qualche riferimento, sei miliardi e

Figura 2 – Un diversopunto di vista

Figura 3 ­ Ritratto difamiglia

Figura 4 – il "pallidopuntino azzurro"

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STELLE NARRANTI

mezzo di chilometri sono circa sei ore luce. AlfaCentauri la stella più vicina al sistema solare è apoco più di quattro anni luce. Tutto il resto, inscala umana, è infinitamente più lontano.

Qualsiasi cosa io possa aggiungere risulterebbebanale rispetto a quanto scritto da Sagan. Ti leggoun estratto:

“Da questo distante punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma pernoi, è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti coloro che amate,tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia maiesistito, hanno vissuto la propria vita. L’insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologiee dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore edistruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figliosperanzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni“superstar”, ogni “comandante supremo”, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissutolì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco inuna vasta arena cosmica.Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo,potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un puntino. Pensate alle crudeltà senza fineinflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altroangolo, quanto frequenti le incomprensioni, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto fervente illoro odio. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l’illusione che abbiamo una qualcheposizione privilegiata nell’Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostropianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tuttaquesta vastità, non c’è nessuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarcida noi stessi.La Terra è l’unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c’è nessun altro posto, per lo menonel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Abitare, non ancora.Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto chel’astronomia è un’esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c’è forse migliore dimostrazionedella follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me,sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l’uno dell’altro, e di preservare eproteggere il pallido punto blu, l’unica casa che abbiamo mai conosciuto.”«Bellissimo!» esclamaViola e aggiunge:«Farai riferimento aSagan nel tuo articolo?»«Certamente! Questa èun’importante citazione,sulla quale soffermarsi.Hai presente “unisci ipuntini” della SettimanaEnigmistica? Vorrei dare

degli spunti di riflessione, anzi, direi dei punti.Dovrebbe essere il lettore ad unirli, senza unapreordinata sequenza, e disegnare i propri pensieriintermedi. Vorrei, possibilmente, trasmettere dellesensazioni, suscitare dei ricordi, colori, odori …rievocare stati d’animo. Più o meno vorrei iniziarecosì: “Le due amiche stavano percorrendo iltortuoso sentiero che le avrebbe condotte al mare.Un breve tratto di circa duecento metri cheattraversava la macchia mediterranea …” ».

Questo breve racconto è il pretesto per ricordare ilgenio di Carl Sagan a 15 anni dalla sua scomparsa

(20 dic 1996).

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ASTROCURIOSITY

Paolo PaliferiProseguiamo i nostri appuntamenti trimestrali occupandoci in questo numero di Polaris dicuriosità che riguardano lo strano comportamento di due stelle di neutroni. Ritorneremo poiindietro nel tempo di 4,5 miliardi di anni per indagare sui tempi di formazione del sistemaTerra­Luna. Valuteremo la possibilità per il ns. organismo di diminuire od aumentare il propriopeso come per incanto. Ammireremo infine, seppure per mezzo di una immagine fotografica,il raro fenomeno denominato “raggio verde”.Le curiosità in campo astronomico sono infinite e tutte sicuramente stimolanti per la mente.

La Pulsar PigraEsiste nella nostra galassia, a circa 2000 anni lucedi distanza dal sole, un sistema di due stelle pulsarcaratterizzato da un comportamento moltoparticolare.Si tratta della pulsar binaria PSR J0737­3039A/Bstudiata da un team di astrofici italiani dell’INAF. ela ricerca è stata effettuata con l’aiuto deltelescopio spaziale per Astronomia delle AlteEnergie XMM­Newton. Lo studio ha permesso dirilevare che entrambe le stelle emettonoradiazione X. Ma allora dov’è la particolarità?L’eccezionalità del fenomeno sta nel fatto che lastella B non “risplende” di luce propria nel campodella radiazione X invisibile all’occhio umano. Ilcorpo celeste emette consistenti livelli diradiazione, in quanto la compagna A la investe conun intenso flusso di particelle con velocità vicina aquella della luce che, interferendo con i suoi stratisuperficiali, le trasferiscono l’energia sufficiente afarla “brillare” nell’ambito della radiazione X. Pertale sua caratteristica la pulsar B è statadenominata “stella pigra”.Lo scoperta è stata possibile utilizzando iltelescopio per oltre 65 ore di osservazioni, un

tempo eccezionale rispetto a quanto di normaviene dedicato allo studio di corpi celesti.Successivamente, ci sono voluti molti mesi perl’interpretazione e l’analisi dei dati raccolti.Le due pulsar oggetto della ricerca sonosostanzialmente stelle di neutroni con un diametrodi circa 20 km; ruotano velocissime intorno alproprio asse con tempi dell’ordine di 23millisecondi e 2,8 secondi e sono separate tra diloro da poco meno di un milione di km.Con la peculiarità sopra descritta, emettonoradiazioni nella banda radio oltre ad alte energienel campo dei raggi X e gamma.

La formazionedella LunaViene ormai riconosciuto dalla scienza che laformazione del sistema Terra­Luna risale a circa4,5 miliardi di anni fa. E’ inoltre assodato che inquel tempo la Terra fu colpita da un corpo delledimensioni del pianeta Marte che determinò laproduzione di un enorme quantità di frammentirocciosi che aggregatisi successivamenteavrebbero dato luogo alla formazione della Luna.Ma in quanto tempo astronomico il fenomeno haavuto luogo?La risposta viene fornita da una ricerca

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PianetaTerraLuna

MercurioVenereMarteGiove

SaturnoUrano

NettunoPlutone

Peso in kg8013317129

1917470905.5

ASTROCURIOSITY

recentemente effettuato da due astrofisici dellaHarvard University: Gang Yu e Stein B Jacobsen. Idue ricercatori partono dallo studio dei pianetigiganti gassosi, che hanno bisogno per la loroformazione, del gas presente nella nebulosaprimordiale da cui si origina il sistema planetario.Ebbene, osservazioni condotte su dischi di gas epolveri che circondano altre stelle hanno permessodi stimare la loro presenza per un tempo cheoscilla tra 1 e 10 milioni di anni. In questointervallo di tempo devono necessariamenteessersi formati i quattro giganti gassosi del nostrosistema solare. Orbene, lo studio dei due

ricercatori statunitensi, partendo dalle influenze edinterferenze in particolare del pianeta Giove sullaformazione dei pianeti interni, soprattutto inordine al bombardamento della fascia asteroidalesulla Terra, nonché della interazione della protoTerra con la componente gassosa presente nellanebulosa primigena, porta alla necessariaconclusione che la Terra deve essersi formatanello stesso periodo in un intervallo di tempo nonsuperiore ai 10 milioni di anni.In conclusione il sistema Terra­Luna si è formato4,5 miliardi di anni fa in un tempo relativamentebreve tra 1 e 10 milioni di anni.

Più leggeri o piùpesantiEsiste un modo molto rapido per aumentare odiminuire di peso senza sottoporsi a stressantiterapie nutrizionali: recarsi su altri pianeti.Rimanendo nell’ambito del nostro sistemasolare infatti, una persona del peso terrestre di80 kg. a seconda del pianeta su cui dovessemettere piede, vedrebbe oscillare fortemente ilproprio peso da quello di un anoressico a quellodi un inguaribile mangione. La tabella a fianco semplifica il concetto.Le oscillazioni così ampie di peso sono date, come noto, dalla diversamassa dei corpi celesti che influenza la forza di gravità su ciascuno diessi.

Il Raggio VerdeIl Sole oltre che riscaldarci e fornire calore necessarioa tutte le specie viventi sul nostro pianeta, ci regala inalcune occasioni particolari un fenomeno alquanto raroe difficile da osservare. Quando la nostra stella, comefa ogni giorno, si approssima a “tramontare” la luceche giunge ai nostri occhi deve attraversare stratiatmosferici molto più densi di quanto non accadaquando è allo zenith. In tali circostanze l’atmosfera sicomporta come uno spettrografo scomponendo la lucenei diversi colori che la compongono deviandola conangolature diverse verso i nostri occhi. In situazioni diottima visibilità sarà così possibile osservare per pochisecondi su quella esilissima striscia di sole che sta perscomparire sotto l’orizzonte una evidente colorazioneverdastra. Il tal caso quello che abbiamo avuto lafortuna di osservare è il fenomeno noto come “raggio verde”.La foto ritrae il fenomeno da me immortalato il 25 luglio 2011 alle ore 19,41 ripreso da Ciampino conuna fotocamera Nikon D90 e teleobiettivo Nikon 18­105 con esposizione in automatico. Il sole statramontando all’orizzonte dietro i monti della Tolfa.

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LE VOSTRE FOTO

Fabrizio Marra