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POLITICA INDUSTRIALE POLITICA dei TRASPORTI - … · politica industriale - politica dei trasporti euroregione - febbraio 2011 - anno xxvi (nuova serie) - n° 1 - p. 4. 3.1.4 parlamento

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POLITICA INDUSTRIALE

POLITICA DEI TRASPORTI

SOMMARIO

3.1. Settore dei trasporti: 3.1.1 Il Consiglio Trasporti di dicembre condivide la necessità di rafforzare la sicurezza del trasporto aereo di merci; 3.1.2 Nuova proposta di direttiva sullo scambio di dati del codice di prenotazione (PNR); 3.1.3 La Commissione chiede un livello minimo nella qualità dei servizi negli aeroporti; 3.1.4 Parlamento europeo e Comitato delle Regioni avanzano alcune modifiche al nuovo pacchetto ferroviario; 3.1.5 Ancora sul sistema ferroviario europeo: via libera del Consiglio ai nuovi atti legislativi della Commissione; 3.1.6 Presentata la relazione di riesame intermedio dei programmi europei di navigazione satellitare Galileo e EGNOS. 3.2. Settore automobilistico: 3.2.1 Approvato il regolamento sui diritti dei passeggeri di autobus; 3.2.2 Il Consiglio raggiunge l’accordo politico per sanzionare i conducenti che commettono infrazioni stradali all’estero; 3.2.3 Continua il calo nelle vendite di auto a novembre 2010; 3.2.4 In vigore dal 7 febbraio l’obbligo di luci diurne per gli autoveicoli nuovi. 3.3. Settore delle telecomunicazioni, dell’elettronica e dell’informatica: 3.3.1 Continuano al Consiglio Telecomunicazioni di dicembre le discussioni sulla proposta per il primo programma in materia di politica dello spettro radioelettrico; 3.3.2 Nella giornata “Per un internet più sicuro 2011” rinnovato impegno della Commissione a tutela dei bambini; 3.3.3 Prodotto il primo caricabatteria universale per cellulari. 3.4. Ricerca: 3.4.1 Prosegue senza risultati il dibattito sul sistema dei brevetti dell’Unione Europea al Consiglio Competitività di dicembre mentre diventa sempre più vicina una cooperazione rafforzata in materia; 3.4.2 Finanziamento di quaranta milioni di euro per giovani ricercatori; 3.4.3 Dalla pubblicazione della valutazione dell’innovazione 2010 confermato il vantaggio dei principali concorrenti dell’Unione europea; 3.4.4 Lanciata una consultazione pubblica sulla questione del futuro sostegno alla ricerca e all’innovazione; 3.4.5 Continua l’azione per la semplificazione delle procedure del 7º Programma Quadro; 3.4.6 Inaugurato il nuovo sito OpenAIRE per la diffusione gratuita dei dati delle ricerche europee; 3.4.7 Conclusioni della Commissione e nuovi risultati nel settore delle TIC per l’assistenza alle persone anziane. 3.5. Banca europea per gli investimenti (BEI): 3.5.1 Nuovi stanziamenti BEI a favore dell’Italia. 3.6. Piccole e medie imprese: 3.6.1 Conclusioni del Consiglio sull’iniziativa faro “una politica industriale integrata per l’era della globalizzazione; 3.6.2 La Commissione promuove la fatturazione elettronica (e-invoicing); 3.6.3 Nella riforma del regolamento “Bruxelles I” anche l’abolizione della procedura di exequatur; 3.6.4 Prosegue l’impegno per consolidare l’imprenditoria femminile; 3.6.5 Primi passi per un numero telefonico uguale per imprese che operano in più Stati membri. 3.7. Segnalazioni.

3.1. SETTORE DEI TRASPORTI 3.1.1 IL CONSIGLIO TRASPORTI DI DICEMBRE CONDIVIDE LA NECESSITA’ DI RAFFORZARE LA SICUREZZA DEL TRASPORTO AEREO DI MERCI Si è svolto all’inizio di dicembre il Consiglio Trasporti. Al centro dei lavori l’accordo politico raggiunto su un progetto di direttiva per lo scambio transfrontaliero di informazioni per sanzionare le infrazioni stradali che mettono a repentaglio la sicurezza delle strade europee (per i dettagli cfr. punto 3.2.2 del presente bollettino). Ancora sulla sicurezza stradale, il Consiglio ha adottato delle conclusioni approvando la proposta della Commissione per un nuovo programma d’azione della durata di dieci anni. In tali conclusioni si conferma l’impegno nella riduzione dei morti sulle strade europee e nella tutela degli utenti più vulnerabili quali i pedoni ed i ciclisti (cfr. l’editoriale di Euroregione di Ottobre 2010). E’ stata inoltre discussa la proposta per il nuovo pacchetto ferroviario (cfr. qui di seguito il punto 3.1.4). Si è trattato di una discussione orientativa per il lavoro degli organi del Consiglio che dovranno studiarla. Un diffuso accordo sembra essersi già delineato sulla richiesta, proposta dalla Commissione, di pubblicazione delle strategie nazionali di sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria quale strumento appropriato per favorire gli investimenti nel settore. Restano invece aperte le questioni legate ai finanziamenti ed alla tariffazione. Per quanto riguarda la sicurezza del trasporto aereo di merci, come si legge nel comunicato stampa del Consiglio n. 16918/10, il Consiglio – per voce prima dei ministri dei trasporti, poi dei ministri dell’interno – ha accolto positivamente la relazione sul rafforzamento della sicurezza del trasporto aereo di merci presentata dal gruppo ad hoc ad alto livello sulla sicurezza delle merci/aviazione civile. Tale gruppo è stato istituito dal Consiglio “Giustizia e affari interni” nella sessione dell’8/9 novembre, in risposta alle recenti scoperte di pacchi esplosivi su aerei per il trasporto merci. La presidenza ha chiesto alla Commissione e agli Stati membri di mettere rapidamente in atto le misure previste dal piano d’azione allegato alla relazione e ha invitato la Commissione a riferire entro sei mesi al Consiglio in merito ai progressi compiuti. Le misure proposte mirano a colmare le lacune in materia di sicurezza e ad elaborare un approccio coordinato a livello dell’UE e internazionale per misure di sicurezza supplementari. Il piano prevede azioni volte a rafforzare ed armonizzare le norme UE, migliorare il coordinamento e lo scambio di informazioni all’interno dell’UE e rafforzare le norme a livello mondiale. A livello dell’UE rientrano in tale quadro misure quali il perfezionamento dei metodi di individuazione e dei controlli di sicurezza del trasporto di merci, la definizione di criteri comuni per la valutazione dei rischi del trasporto di merci provenienti dai paesi non appartenenti all’UE, il riesame delle procedure per la designazione di mittenti e vettori “di fiducia” ed il miglioramento della formazione degli operatori e degli ispettori in materia di sicurezza. A livello internazionale si dovrebbero promuovere norme mondiali di regolamentazione, specialmente tramite l’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale (ICAO), e si dovrebbero prendere ulteriori iniziative per aiutare alcuni paesi al di fuori dell’UE a sviluppare le loro capacità in materia di sicurezza.

***** *** ***** 3.1.2 NUOVA PROPOSTA DI DIRETTIVA SULLO SCAMBIO DI DATI DEL CODICE DI PRENOTAZIONE (PNR) All’inizio di febbraio, la Commissione europea ha adottato la proposta di direttiva relativa ai dati del codice di prenotazione (Passenger Name Record, PNR) finalizzata alla lotta al terrorismo ed alla criminalità. Come riassunto nel comunicato stampa n. IP/11/120, con la proposta in oggetto, la Commissione stabilisce regole comuni per la creazione negli Stati membri dei sistemi PNR nazionali.

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La Commissione propone: 1. che i vettori trasferiscano, in un’unità dedicata nello Stato membro di arrivo o di partenza, i dati relativi ai

passeggeri dei voli internazionali figuranti nei rispettivi sistemi di prenotazione. Gli Stati membri analizzeranno e conserveranno i dati a fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati gravi e del terrorismo;

2. una forte protezione della vita privata e dei dati personali. I dati PNR potranno essere utilizzati esclusivamente ai fini della lotta contro i reati gravi e i reati di terrorismo (rigorosa limitazione delle finalità). Un mese dopo il volo le autorità di contrasto degli Stati membri dovranno rendere anonimi i dati, che non potranno essere conservati, complessivamente, per più di cinque anni (periodo di conservazione breve). I vettori non potranno in nessun caso trasferire, né gli Stati membri potranno in nessun modo usare, i dati sensibili che rivelino l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche o le convinzioni religiose. Gli Stati membri non potranno avere accesso alle banche dati dei vettori: i dati andranno richiesti ai vettori, che provvederanno a inviarli agli Stati membri (“metodo push”). Gli Stati membri dovranno creare unità dedicate al trattamento dei dati, e garantirne la sicurezza e la sorveglianza di un’autorità di controllo indipendente (autorità preposta alla protezione dei dati). La proposta introduce altresì chiare norme relative al diritto dei passeggeri di avere informazioni accurate in merito alla raccolta dei dati PNR, cosí come norme che riconoscono ai passeggeri il diritto di accesso, di rettifica e di cancellazione dei loro dati, il diritto a compensazione e il diritto di ricorso;

3. chiare disposizioni sulle modalità di trasferimento dei dati: ad esempio quante volte i vettori possono trasferire i dati agli Stati membri e la sicurezza dei trasferimenti, allo scopo di limitare l’impatto sulla vita privata e di ridurre al minimo i costi per i vettori. L’iter della proposta potrebbe richiedere due anni.

Questo sistema PNR europeo risponde ad un’esigenza che era stata evidenziata dal Consiglio Giustizia di dicembre 2010. In tale occasione il Consiglio ha dato alla Commissione direttive di negoziato per accordi sul trattamento e sul trasferimento dei dati del codice di prenotazione PNR con Australia, Canada e Stati Uniti d’America (cfr. Euroregione di Ottobre 2010, punto 3.2.5) che già attualmente obbligano i vettori europei a rendere disponibili i dati PNR di tutti i passeggeri aerei.

***** *** ***** 3.1.3 LA COMMISSIONE CHIEDE UN LIVELLO MINIMO NELLA QUALITA’ DEI SERVIZI NEGLI

AEROPORTI Il blocco del trasporto aereo avvenuto nel mese di dicembre per le forti nevicate ha provocato disagi per 7 milioni di passeggeri e la cancellazione di 35.000 voli, più di tutti quelli annullati nel 2009. La Commissione è pertanto determinata ad intervenire per prevenire questo “caos inaccettabile” che, ha sottolineato il Commissario ai trasporti, è dovuto ad un evento ragionevolmente prevedibile in tutti i prossimi inverni. Questo intervento sarà elaborato con la più larga cooperazione tra Unione europea e operatori del settore; i passi da fare saranno al centro di una serie di riunioni che dovrebbero già iniziare a marzo. Compito della Commissione sarà definire, entro la prossima estate, nuove regole per il settore aereo. Da parte loro, le autorità aeroportuali chiedono maggiori poteri di controllo sulle compagnie indipendenti che forniscono servizi in aeroporto, soprattutto quelle addette all’assistenza allo scalo. Si è intanto riaperta la questione dell’abolizione progressiva delle restrizioni sul trasporto di liquidi sugli aerei all’avvicinarsi del prossimo 29 aprile, data entro la quale dovrà essere consentito il trasporto di liquidi acquistati a bordo di aerei di Paesi terzi o nei loro negozi duty-free. E’ questo infatti quanto stabilito dal regolamento n. 300/2008 che fissa entro il 29 aprile 2013 l’abolizione totale delle restrizioni (cfr. Euroregione di Giugno 2010, punto 3.1.2). Secondo l’ACI-Europa (Consiglio internazionale degli aeroporti-Europa), si tratta di una decisione prematura in quanto gli aeroporti, a loro parere, non dispongono della tecnologia necessaria per il controllo dei liquidi nei bagagli a mano. La Commissione ribadisce che le scadenze fissate sono sufficientemente flessibili per permettere di approntare mezzi adeguati; la data in prossima scadenza, si ricorda, riguarda solo i passeggeri in transito e pertanto non richiede una tecnologia supplementare.

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3.1.4 PARLAMENTO EUROPEO E COMITATO DELLE REGIONI AVANZANO ALCUNE MODIFICHE AL NUOVO PACCHETTO FERROVIARIO

Le nuove regole del pacchetto ferroviario, proposte dalla Commissione nello scorso mese di settembre, sono al centro di un ampio dibattito a tutti i livelli decisionali (per una sintesi di tali proposte cfr. Euroregione di ottobre 2010, punto 3.2.6). Sulla questione sta infatti lavorando la commissione trasporti del Parlamento europeo che deve preparare la risoluzione da votare nell’assemblea plenaria di luglio. La commissione, che dovrà pronunciarsi formalmente entro il prossimo mese di marzo, ha mostrato di non avere ancora una posizione univoca. In discussione vi è soprattutto la possibilità della separazione tra i gestori dell’infrastruttura e gli operatori ferroviari che alcuni ritengono una condizione necessaria per lo sviluppo del settore. Tale posizione era stata accolta dallo stesso Parlamento in una risoluzione di giugno 2010 con cui si lamentava proprio i problemi legati all’autonomia dei gestori dell’infrastruttura. Secondo un’altra parte dei componenti, invece, la separazione non è decisiva mentre è di fondamentale importanza richiedere la realizzazione della normativa europea in materia. Sul nuovo “spazio unico ferroviario” si è pronunciato, all’inizio di febbraio, il Comitato delle Regioni che ha criticato la proposta della Commissione in quanto non dà nessuno spazio alle autorità locali e regionali nell’elaborazione delle strategie nazionali di sviluppo delle infrastrutture anche quando tali autorità si facciano carico di parte del finanziamento. Il Comitato chiede anche misure che assicurino una maggiore integrazione del sistema ferroviario tramite la predisposizione di un comitato europeo di regolatori ferroviari e poteri d’arbitrato per l’Agenzia ferroviaria europea su questioni relative alla certificazione; si insiste anche sulle priorità da accordare ai collegamenti ferroviari con i porti per il trasporto merci; non si condivide, infine, l’istituzione di un fondo unico per tutti gli strumenti finanziari di sostegno al settore dei trasporti.

***** *** ***** 3.1.5 ANCORA SUL SISTEMA FERROVIARIO EUROPEO: VIA LIBERA DEL CONSIGLIO AI NUOVI

ATTI LEGISLATIVI DELLA COMMISSIONE Il Consiglio ha deciso di non opporsi all’adozione da parte della Commissione di due atti legislativi attinenti alla direttiva dell’UE sull’interoperabilità del sistema ferroviario europeo, segnatamente:

- una direttiva che modifica l’elenco e la descrizione dei sottosistemi e delle disposizioni in materia di dichiarazione di verifica e della procedura di verifica dei sottosistemi di cui agli allegati della direttiva;

- una decisione relativa alla pubblicazione e alla gestione di un documento contenente i riferimenti incrociati e la classificazione delle norme nazionali per la messa in servizio di veicoli ferroviari.

Nessuna opposizione inoltre all’adozione da parte della Commissione di un regolamento che definisce il modello da usare per dichiarare la conformità di un veicolo ferroviario ad un tipo di veicoli autorizzato. Tutti questi atti sono soggetti alla procedura di regolamentazione con controllo; ora che il Consiglio ha dato il proprio accordo, ne consegue che la Commissione può adottarli, salvo che il Parlamento europeo non vi si opponga. (Fonte: Comunicato stampa del Consiglio N. SN5287/11)

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3.1.6 PRESENTATA LA RELAZIONE DI RIESAME INTERMEDIO DEI PROGRAMMI EUROPEI DI NAVIGAZIONE SATELLITARE GALILEO E EGNOS

A fine gennaio, la Commissione ha presentato il suo riesame intermedio dello sviluppo dei programmi europei di navigazione satellitare Galileo e EGNOS. Questi due importanti programmi rientrano nella strategia Europa 2020 in quanto si propongono di potenziare la tecnologia di navigazione satellitare. Come si legge nel comunicato stampa della Commissione n. IP/11/42, il mercato globale delle applicazioni per la navigazione satellitare dovrebbe raggiungere, entro il 2020, un valore di 240 miliardi di euro. Tale mercato negli ultimi anni ha registrato un incremento del 30%. Si stima che attualmente il 6-7% del PIL dei paesi sviluppati, per l’Europa un valore di 800 miliardi di euro, dipende dalla navigazione satellitare. Il bilancio dell’UE finanzierà i programmi europei di navigazione satellitare Galileo e EGNOS con un importo di 3,4 miliardi di euro nel periodo 2007-2013. Si stima che occorreranno 1,9 miliardi di euro nel periodo 2014-2020 per completare le infrastrutture di Galileo. I costi operativi complessivi di Galileo e di EGNOS sono stimati a 800 milioni di euro all’anno. Queste stime sono provvisorie e non impegnano il futuro quadro finanziario pluriennale del bilancio UE. EGNOS è diventato ufficialmente operativo il 1º ottobre 2009. L’accresciuta accuratezza della navigazione satellitare che EGNOS consente va già a vantaggio di diversi utilizzatori, soprattutto negli ambiti dell’agricoltura, del salvataggio, della geolocalizzazione e della cartografia. Esso verrà usato fra breve anche nell’aviazione civile. E’ ben avanzata la fase della validazione in orbita di Galileo: i due satelliti sperimentarli Giove A e Giove B stanno assicurando le frequenze e determinando l’affidabilità della tecnologia utilizzata. La costruzione dei primi quattro satelliti operativi, che rientra nella fase di validazione in orbita e che verranno lanciati nel 2011-2012, è vicina al completamento come anche la costruzione della relativa infrastruttura di terra, compresi i centri di controllo a terra a Fucino, Italia, e Oberpfaffenhofen, Germania. Sono stati assegnati contratti per la fase di realizzazione di Galileo: la fase di realizzazione è iniziata nel 2008 e i lavori sono stati divisi in sei lotti che sono stati tutti oggetto di appalti pubblici. I primi quattro lotti – vale a dire il sostegno tecnico, la costruzione dei satelliti (con un ordinativo di 14 unità), i servizi e le operazioni di lancio – sono stati tutti aggiudicati nel 2010 per un valore di circa 1.250 milioni di euro. I due ultimi lotti, che riguardano l’infrastruttura di terra, saranno assegnati nel 2011. Navigazione satellitare sicura per i servizi di emergenza e di sicurezza: verrà istituito su Galileo un servizio specifico di navigazione per una gestione migliore dei servizi vitali di trasporto e dei servizi di emergenza, una migliore esecuzione della legge (forza pubblica), una migliore sicurezza interna (controllo alle frontiere) e missioni di pace più sicure. Questi sono gli obiettivi al centro di una proposta della Commissione europea pubblicata nell’ottobre 2010 concernente le regole di accesso al servizio pubblico regolamentato (Public Regulated Service – PRS). Usando segnali altamente codificati il PRS offrirà la protezione contro le minacce alle infrastrutture che si trovano a dipendere dalla tecnologia della navigazione satellitare. Cooperazione internazionale: per quanto concerne l’aspetto internazionale del programma, è in via di discussione con ciascun paese e nel contesto delle Nazioni Unite la compatibilità tra il sistema dell’UE e quelli di Cina, Stati Uniti, Russia, Giappone e India. La Norvegia partecipa al programma e ha contribuito al suo funzionamento e sono in corso negoziati con la Svizzera. Segnaliamo, infine, che i rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in una conferenza a margine del Consiglio Competitività di Dicembre 2010, hanno deciso che l’agenzia del GNSS europeo avrà sede a Praga. L’agenzia è incaricata di taluni compiti legati all’attuazione del sistema globale di navigazione satellitare (GNSS) europeo a titolo dei programmi EGNOS e Galileo. Tali compiti comprendono in particolare aspetti specifici inerenti alla sicurezza come l’accreditamento di sicurezza e il funzionamento del centro di sicurezza Galileo, nonché la commercializzazione dei sistemi GNSS europei. L’agenzia, posta sotto l’autorità della Commissione, è stata istituita nel 2004 come “Autorità di vigilanza del GNSS europeo” ed è stata installata provvisoriamente a Bruxelles. Il suo ruolo e il suo funzionamento sono stati ridefiniti dal regolamento 912/2010 che le ha conferito una nuova denominazione.

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3.2. SETTORE AUTOMOBILISTICO 3.2.1 APPROVATO IL REGOLAMENTO SUI DIRITTI DEI PASSEGGERI DI AUTOBUS Il Consiglio ha adottato, il 31 gennaio scorso, un regolamento sui diritti dei passeggeri su autobus ed autocarri, a seguito dell’accordo raggiunto con il Parlamento europeo. La nuova normativa intende rafforzare i diritti dei passeggeri in termini di indennizzo ed assistenza in caso di incidenti; risulta inoltre potenziata la tutela del principio di non discriminazione e di assistenza per le persone disabili o con modalità ridotta. Hanno poi una maggiore garanzia i diritti dei passeggeri ad essere informati e a presentare reclami; sono riconosciute tutele in caso di annullamento o ritardi. Si ricordi che una legislazione simile è già stata adottata per il trasporto aereo, il trasporto ferroviario e quello per nave. Per quanto riguarda il campo di applicazione, il regolamento vincola tutti i servizi di trasporto destinati a categorie non determinate di passeggeri quando la distanza è superiore ai 250 Km. Principi di base sono applicati anche per percorsi più brevi, soprattutto a tutela dei passeggeri disabili. E’ stabilita una deroga transitoria di quattro anni, rinnovabile una volta, per certi servizi di trasporto con Paesi extra europei e per i trasporti nazionali. I nuovi obblighi non comportano nuove misure tecniche né ai veicoli né alle infrastrutture.

***** *** ***** 3.2.2 IL CONSIGLIO RAGGIUNGE L’ACCORDO POLITICO PER SANZIONARE I CONDUCENTI CHE

COMMETTONO INFRAZIONI STRADALI ALL’ESTERO Il Consiglio Trasporti di dicembre (cfr. supra punto 3.1.1) ha dunque raggiunto l’accordo per l’adozione della direttiva che consentirà di punire con più efficacia i conducenti che commettono infrazioni stradali all’estero. Dal comunicato stampa della Commissione n. IP/10/1646, diamo qui di seguito alcuni dettagli sulla nuova normativa che dovrebbe entrare in vigore probabilmente nel 2013. I dati a disposizione dell’UE indicano che i conducenti stranieri rappresen-tano il 5% del traffico ma sono responsabili del 15% delle infrazioni com-messe. Molte infrazioni restano impunite in quanto gli Stati non sono in grado di perseguire i responsabili dopo che questi sono tornati nel loro paese. La proposta di direttiva sull’applicazione transfrontaliera delle norme in materia di sicurezza stradale mira a porre rimedio a questa situazione. I ministri hanno raggiunto un accordo su un testo che si concentra sulle infrazioni che hanno gravi conseguenze per la sicurezza stradale, tra cui i quattro “big killers” che provocano il 75% delle vittime della strada:

1. la velocità 2. il mancato rispetto dei semafori 3. il mancato uso delle cinture di sicurezza 4. la guida in stato di ebbrezza nonché, 5. la guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti 6. il mancato uso del casco 7. l’uso non consentito di una corsia di emergenza 8. l’uso del telefono portatile durante la guida.

Le proposte adottate permetteranno di identificare i conducenti UE che verranno quindi perseguiti per le infrazioni commesse in uno Stato membro diverso da quello di immatricolazione del loro veicolo. In pratica, le nuove norme permetteranno di istituire una rete elettronica per lo scambio dei dati necessari tra lo Stato nel quale è stata commessa l’infrazione e quello dove il veicolo è stato immatricolato. Una volta a conoscenza del nome e dell’indirizzo del proprietario del veicolo, gli verrà inviata una notifica di infrazione, il cui modello è stabilito dalla proposta di direttiva. Spetterà allo Stato membro dove è stata commessa l’infrazione decidere quale seguito darvi. La direttiva non armonizza né la natura dell’infrazione né le sanzioni previste. Pertanto continueranno ad applicarsi le norme nazionali dello Stato membro dove è avvenuta l’infrazione per quanto riguarda sia la natura di quest’ultima che le sanzioni previste.

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3.2.3 CONTINUA IL CALO NELLE VENDITE DI AUTO A NOVEMBRE 2010 A metà dicembre, l’Associazione dei costruttori di automobili europei (ACEA) ha diffuso i dati sulle vendite di automobili nuove a novembre 2010, che registrano un’ulteriore riduzione del 7,1% per un totale di 1,069 milioni di unità. Nel periodo tra gennaio-novembre 2010 il calo è stato del 5,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ecco alcuni dettagli del calo di vendite a novembre 2010: Germania -6,2% Francia -10,8% Gran Bretagna -11,5% Italia -21,1% Spagna -25,5% Si sottolinea anche che il maggior costruttore europeo, la Volkswagen, ha registrato un calo del 5,9%: a livello mondiale il produttore giapponese Toyota ha avuto una riduzione del 21,8%. Segnali di ripresa si registrano, però, in Gran Bretagna e in Spagna dove, rispetto all’anno precedente, nei primi undici mesi del 2011, si registrano rispettivamente +3,4% e +5,9; in questo periodo si evidenzia una crescita molto significativa del mercato irlandese con +54%.

***** *** ***** 3.2.4 IN VIGORE DAL 7 FEBBRAIO L’OBBLIGO DI LUCI DIURNE PER GLI AUTOVEICOLI NUOVI Come previsto dalla Direttiva 2008/89/CE, dal 7 febbraio scorso è in vigore l’obbligo per i nuovi modelli di auto di avere luci diurne; per camion ed autobus tale obbligo scatterà nell’agosto 2012. Le luci diurne si accendono automaticamente all’avvio del motore, azionando manualmente i fari anabbaglianti in caso di buio si disattivano sempre automaticamente. E’ questa una misura che si ritiene possa avere una ricaduta positiva sulla riduzione delle vittime della strada, come si pensa sia accaduto negli Stati dove tale misura è già operativa. Da un punto di vista ambientale, sottolinea il comunicato stampa della Commissione n. IP/11/133, le luci diurne sono una soluzione efficace per migliorare la visibilità dei veicoli. Essendo stato concepito per essere utilizzato alla luce del giorno, questo dispositivo è molto più efficace ed efficiente dei dispositivi di illuminazione esistenti. Il consumo di energia è pari al 25-30% di quello dei fari anabbaglianti tradizionali. Se per le luci diurne si utilizza la tecnologia LED (diodi a emissione luminosa), il consumo di energia si riduce ulteriormente, fino al 10% soltanto.

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3.3. SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI, DELL’ELETTRONICA E DELL’INFORMATICA 3.3.1 CONTINUANO AL CONSIGLIO TELECOMUNICAZIONI DI DICEMBRE LE DISCUSSIONI SULLA

PROPOSTA PER IL PRIMO PROGRAMMA IN MATERIA DI POLITICA DELLO SPETTRO RADIOELETTRICO

La sessione di inizio dicembre 2010 del Consiglio Telecomunicazioni è stata incentrata sull’esame della proposta di decisione per stabilire il primo programma in materia di politica dello spettro radioelettrico. I lavori sono stati coordinati dalla Presidenza che ha preparato un resoconto sullo stadio delle questioni emerse e sui loro profili politici. In generale tutte le delegazioni si sono mostrate d’accordo con la Commissione sul ruolo che lo spettro radioelettrico può giocare nello sviluppo della società numerica, dei servizi senza fili, della ripresa dell’occupazione. Il Consiglio ha sottolineato che il settore da mettere in opera il più rapidamente possibile è quello delle comunicazioni ad alta portata senza fili. Alcune riserve sono emerse per le misure proposte in materia di gestione dello spettro, quali quelle relative agli obblighi di copertura e ai diritti d’utilizzazione che, hanno sottolineato numerose delegazioni, devono tenere conto della situazione particolare degli Stati membri. Un largo consenso ha invece ricevuto la proposta di un inventario sulle utilizzazioni dello spettro; i Ministri hanno però richiamato l’attenzione sui rischi connessi ai doppi utilizzi, ai costi e al carattere confidenziale; hanno poi chiesto alla Commissione di verificare le iniziative già esistenti.

***** *** ***** 3.3.2 NELLA GIORNATA “PER UN INTERNET PIU’ SICURO 2011” RINNOVATO IMPEGNO DELLA

COMMISSIONE A TUTELA DEI BAMBINI L’8 febbraio scorso è stata festeggiata la giornata “Per un internet più sicuro 2011”. L’edizione di quest’anno ha visto coinvolti 65 Paesi del mondo con lo slogan “internet è più di un gioco, è la tua vita”. Questa iniziativa è sostenuta dall’Unione europea nell’ambito del programma “Internet più sicuro” che ha tra gli obiettivi aiutare genitori e figli ad usare internet senza rischi. In occasione di questo evento, la Commissione ha annunciato che intensificherà il dialogo con le imprese del settore TIC e con le organizzazioni che si occupano di tutela dei minori per la progettazione di prodotti più sicuri a protezione dei minori che utilizzano la rete. Si tratta di un intervento sempre più necessario dato che continua a crescere il numero di minori che utilizzano computer, console di giochi e telefoni cellulari. In Europa più dell’82% degli adolescenti di età compresa tra i 15 e 16 anni e il 26% dei bambini tra i 9 e 10 anni hanno un profilo su un sito di socializzazione in rete. Si ricordi, in relazione a questo problema, che a metà gennaio la Commissione ha pubblicato uno studio dal quale emerge che mentre un buon 84% dei software analizzati consente ai genitori di bloccare l’accesso a determinati siti web, questi programmi sono meno efficaci quando si tratta di filtrare i contenuti del cosiddetto “web 2.0”, come i social network e i blog. Inoltre, pochi dei prodotti disponibili sul mercato sono in grado di filtrare il contenuto web cui si accede tramite telefoni cellulari o console per videogiochi, mentre attualmente un bambino su quattro, in Europa, accede a internet proprio in questo modo. Parallelamente un sondaggio EUKIdsOnline, anch’esso finanziato dall’EU Safer Internet Programme (programma dell’UE per un’internet più sicura), ha riscontrato che solo un quarto dei genitori europei utilizza programmi per monitorare o filtrare le attività dei loro figli online o per tenerne traccia. La pubblicazione di questi studi serve a sensibilizzare in merito all’importanza di tutelare i bambini da alcuni contenuti disponibili su Internet e nel contempo danno ai genitori indicazioni obiettive sui programmi di controllo parentale più efficaci. (Fonte: Comunicato stampa della Commissione N. IP/11/32)

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3.3.3 PRODOTTO IL PRIMO CARICABATTERIA UNIVERSALE PER CELLULARI All’inizio di febbraio è stato presentato alla Commissione il primo caricabatteria universale per cellulari. Il prototipo è stato costruito secon-do le nuove norme tecniche per i telefoni cellulari “data-enabled”, pubblicate a fine dicembre 2009 dagli organismi di normalizzazione CEN-CENELEC e ETSI. E’ questo un risultato raggiunto grazie al sostegno della Commissione europea che si è impegnata a far sí che i consumatori europei possano usufruire di questa iniziativa al più presto possibile. Oltre al disagio per gli utenti, il nuovo caricabatteria universale risolverà anche un problema ambientale legato allo smaltimento di vecchi caricatori solitamente ancora funzionanti. Accogliendo la richiesta della Commissione europea, quattordici case costruttrici di telefoni cellulari hanno sottoscritto un accordo col quale si impegnano ad uniformare secondo uno standard comune i caricatori per telefoni cellulari “data-enabled” venduti nell’UE. Le case che hanno firmato l’accordo sono Apple, Emblaze Mobile, Huawei Technologies, LGE, Motorola Mobility, NEC, Nokia, Qualcomm, Research in Motion (RIM), Samsung, Sony Ericsson, TCT Mobile (ALCATEL), Texas Instruments e Atmel.

***** *** ***** 3.4. RICERCA 3.4.1 PROSEGUE SENZA RISULTATI IL DIBATTITO SUL SISTEMA DEI BREVETTI DELL’UNIONE

EUROPEA AL CONSIGLIO COMPETITIVITA’ DI DICEMBRE MENTRE DIVENTA SEMPRE PIU’ VICINA UNA COOPERAZIONE RAFFORZATA IN MATERIA

Si è svolto a dicembre il Consiglio Competitività nella composizione Mercato interno, industria, ricerca e spazio. Tra i lavori oltre alle conclusioni sull’iniziativa faro “una politica industriale integrata per l’era della globalizzazione” (cfr. qui di seguito punto 3.6.1), il Consiglio ha discusso, in seduta pubblica, sulle prospettive per l’istituzione di un futuro sistema di brevetti dell’Unione europea. Gli interventi hanno evidenziato la situazione di stallo in cui si trova questo dossier ed in particolare la possibilità di avviare una cooperazione rafforzata tra i vari Stati membri. Come riportato nel comunicato stampa del Consiglio n. 17668/1. Un’ampia maggioranza di delegazioni ha chiesto alla Commissione di presentare una proposta formale per avviare la cooperazione rafforzata. La maggioranza delle delegazioni ritiene che la cooperazione rafforzata prevista dal trattato dell’UE sia l’unica opzione per compiere progressi ai fini della creazione di un sistema unificato di brevetti dell’UE. Le delegazioni italiana e spagnola si sono fermamente opposte all’idea di avviare una cooperazione rafforzata, sostenendo che non sono ancora stati soddisfatti i requisiti per svolgere tale processo. La delegazione ungherese, che eserciterà la presidenza dell’UE dal gennaio 2011, ha manifestato il suo impegno a portare avanti i lavori al fine di raggiungere un accordo su questo tema il più rapidamente possibile. Successivamente alle discussioni ministeriali svoltesi l’11 ottobre e il 10 e 25 novembre, la presidenza belga ha concluso che non è possibile raggiungere l’unanimità necessaria riguardo a un regime linguistico per la creazione di un sistema di brevetti dell’UE. Varie delegazioni hanno perciò manifestato il loro interesse a procedere sulla base di una cooperazione rafforzata. Segnaliamo che a seguito di questa posizione del Consiglio, la Commissione ha adottato a metà dicembre, la proposta che prevede la possibilità di autorizzare il ricorso alla cooperazione rafforzata. La proposta fa seguito a una richiesta avanzata da 12 Stati membri (Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Svezia e Regno Unito). La proposta di decisione intesa ad autorizzare una cooperazione rafforzata per un sistema comune di tutela dei brevetti deve essere approvata a maggioranza qualificata del Consiglio dei ministri dell’UE, previo accordo del Parlamento europeo. La Commissione presenterà nel 2011 proposte dettagliate per l’attuazione di una cooperazione rafforzata in materia di tutela comune dei brevetti, inclusi i requisiti in materia di traduzione.

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A seguito dei negoziati condotti dalla presidenza belga del Consiglio dei ministri dell’UE, la proposta dettagliata riguardo ai requisiti in materia di traduzioni prevede l’adozione dell’attuale regime linguistico dell’UEB a costi competitivi. Il brevetto comune sarebbe valutato e rilasciato in una delle attuali lingue ufficiali dell’UEB: francese, inglese o tedesco. Per facilitare l’accesso a un brevetto comune, occorre prevedere che tutti i cittadini interessati dell’UE possano richiederlo su una base non discriminatoria. Le loro invenzioni sarebbero tutelate in tutti i paesi dell’UE che prendono parte alla procedura di cooperazione rafforzata. Ai richiedenti di Stati membri dell’UE che non hanno come lingua ufficiale l’inglese, il francese o il tedesco è data la possibilità di presentare le domande in qualsiasi altra lingua ufficiale dell’Unione europea. I costi di traduzione in una delle lingue ufficiali dell’UEB (che il richiedente sceglie tra francese, inglese o tedesco quando deposita la domanda) potranno essere rimborsati. (Fonte: Comunicato Stampa della Commissione N. IP/10/1714)

***** *** ***** 3.4.2 FINANZIAMENTO DI QUARANTA MILIONI DI EURO PER GIOVANI RICERCATORI La Commissione ha annunciato che nel corso di quest’anno saranno destinati ai giovani ricercatori 40 milioni di euro. Di tale somma, 100.000 euro verranno messi a disposizione nell’ambito del programma Marie Curie (cfr. Euroregione di Ottobre 2010, punto 3.4.5). L’obiettivo è quello di evitare la “fuga di cervelli” verso Paesi extra europei e far rientrare i giovani che già lavorano all’estero. Nel periodo 2000-2010 si calcola che circa il 30% dei dottori di ricerca lavorasse in uno Stato fuori dall’Unione europea. I nuovi finanziamenti, ha però precisato la Commissione, saranno finalizzati anche a sostenere brillanti ricercatori extracomunitari che vogliano lavorare nelle università, nei centri di ricerca ed in imprese europee. I requisiti per accedere a queste borse d’integrazione professionale sono possedere un titolo post-dottorato, essere un ricercatore impiegato per la prima volta nel 2011 a tempo pieno in un istituto di ricerca dell’Unione europea; non ci sono vincoli circa la nazionalità. Le candidature saranno selezionate da un gruppo d’esperti europei ed internazionali di alto livello.

***** *** ***** 3.4.3 DALLA PUBBLICAZIONE DELLA VALUTAZIONE DELL’INNOVAZIONE 2010 CONFERMATO IL

VANTAGGIO DEI PRINCIPALI CONCORRENTI DELL’UNIONE EUROPEA E’ stato diffuso all’inizio di febbraio la prima edizione del quadro valuta-tivo dell’Unione europea dell’innovazione 2010. Questa relazione rientra nell’ambito dell’iniziativa Unione dell’innovazione e sostituisce il Quadro europeo di valutazione dell’innovazione; si aggiunge all’Analisi annuale della crescita pubblicata recentemente. L’obiettivo è costituire uno strumento che consenta agli Stati di valutare i propri punti forte e le proprie lacune per indirizzare i piani nazionali di riforma nell’ambito della strategia Europa 2020. L’elemento più significativo del nuovo quadro valutativo è che in materia di innovazione l’Unione europea registra un ritardo rispetto ai suoi tradizionali concorrenti mentre mantiene il vantaggio sui Paesi emergenti. Dal comunicato stampa della Commissione n. IP/11/114 ecco una sintesi dell’indagine.

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Il quadro valutativo del 2010 si basa su 25 indicatori relativi a ricerca e innovazione e considera i 27 Stati membri dell’UE, la Croazia, la Serbia, la Turchia, l’Islanda, l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, la Norvegia e la Svizzera. Gli indicatori sono raggruppati in tre principali categorie:

- “Elementi abilitanti”, ovvero gli elementi fondamentali che rendono possibile l’innovazione (risorse umane, finanziamenti e aiuti, sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi);

- “Attività delle imprese” che mostrano in che modo le imprese europee sono innovative (investimenti, collaborazioni e attività imprenditoriali, patrimonio intellettuale); e

- “Risultati” che mostrano come ciò si traduce in benefici per l’intera economia (innovatori, effetti economici).

Un confronto tra gli indicatori di UE-27, USA e Giappone evidenzia che l’Unione non riesce a colmare il divario nelle prestazioni in materia d’innovazione che la separa dai suoi principali concorrenti. Le differenze maggiori si riscontrano nella categoria “Attività delle imprese”, nell’ambito della quale l’UE-27 è in ritardo in termini di co-pubblicazioni pubblico/privato, spesa delle imprese per attività di R&S e, rispetto al Giappone, brevetti PCT (Trattato di cooperazione in materia di brevetti). Questi dati sottolineano che il deficit di innovazione dell’Europa deriva innanzitutto dal settore privato. Dovrebbe quindi essere data priorità alla creazione di condizioni normative e quadro atte a incoraggiare maggiori investimenti del settore privato e ad agevolare l’impiego dei risultati della ricerca da parte delle imprese, in particolare tramite un sistema di brevetti più efficiente. Il divario è particolarmente ampio e in rapido aumento per quanto riguarda le entrate dall’estero derivanti da licenze e brevetti. Questo elemento è un indicatore importante del dinamismo economico ed evidenzia che nell’UE il modello economico e il funzionamento del mercato interno della conoscenza protetta devono essere migliorati. Esso dimostra inoltre che l’Unione produce meno brevetti ad alto impatto (che generano entrate significative da paesi terzi) rispetto a USA e Giappone e che non raggiunge una posizione adeguata nei settori a crescita globale elevata. Si riduce leggermente lo scarto, ancora notevole, riguardante il numero di persone che portano a termine gli studi di istruzione terziaria, con una crescita relativamente elevata nell’UE. L’UE-27 ottiene invece risultati migliori rispetto agli USA nell’ambito della spesa pubblica per R&S e delle esportazioni di servizi ad elevata intensità di conoscenze. Negli ultimi cinque anni la maggiore crescita degli indicatori di innovazione dell’UE-27 si è registrata nei sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi (co-pubblicazioni scientifiche internazionali, pubblicazioni ad alto impatto, dottorandi extraeuropei) e nel patrimonio intellettuale (deposito di marchi UE, brevetti PCT e disegni e modelli dell’UE). Complessivamente l’UE-27 rimane in posizione più avanzata rispetto a India e Russia, mentre sta perdendo il proprio vantaggio sul Brasile e soprattutto sulla Cina, il cui deficit in termini di prestazioni si sta rapidamente assottigliando il quadro valutativo suddivide gli Stati membri in quattro categorie:

- Leader dell’innovazione: Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia presentano risultati molto al di sopra della media dell’UE-27.

- Paesi che tengono il passo: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Regno Unito presentano risultati che si avvicinano alla media dell’UE-27.

- Innovatori moderati: i risultati di Croazia, Repubblica ceca, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna sono inferiori alla media dell’UE-27.

- Paesi in ritardo: i risultati di Bulgaria, Lettonia, Lituania e Romania sono molto inferiori alla media dell’UE-27.

***** *** *****

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3.4.4 LANCIATA UNA CONSULTAZIONE PUBBLICA SULLA QUESTIONE DEL FUTURO SOSTEGNO ALLA RICERCA E ALL’INNOVAZIONE

A febbraio la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica, che si chiuderà il 20 maggio, sul finanziamento futuro della ricerca europea. I temi da affrontare sono illustrati in un Libro verde che propone un “quadro strategico comune” in grado di inglobale l’attuale 7º Programma Quadro, il programma quadro per la competitività e l’innovazione e l’Istituto europeo dell’innovazione e della tecnologia (EIT). L’obiettivo è la creazione di un insieme coerente di strumenti di finanziamento lungo l’intera “catena dell’innovazione”, dalla ricerca di base all’immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi. Come si legge nel comunicato stampa della Commissione n. IP/11/138, il Libro verde traccia tre elementi principali. Innanzitutto una chiara focalizzazione su tre obiettivi collegati: dotare l’UE di una base scientifica di importanza mondiale; stimolare la competitività in tutti i settori; e affrontare sfide importanti come i cambiamenti climatici, la sicurezza energetica e alimentare, la sanità e l’invecchiamento della popolazione. In secondo luogo rendere gli investimenti UE più interessanti ed agevolare l’accesso dei partecipanti a tali strumenti, grazie, ad esempio, ad uno sportello unico presso cui i partecipanti possano ottenere consigli e sostegno lungo l’intero processo di finanziamento. Inoltre il quadro strategico comune consentirà di offrire un insieme unico e semplificato di strumenti di finanziamento che riguardano l’intera catena dell’innovazione, tra cui la ricerca fondamentale, la ricerca applicata, la collaborazione tra università e industria o l’innovazione a livello di imprese. Per incentivare la diversità e il coinvolgimento delle imprese si incoraggerà la flessibilità. Gli interessati potranno presentare le loro proposte per vari tipi di progetto senza dover fornire più volte le stesse informazioni. In terzo luogo le procedure per rendere conto dell’utilizzo dei fondi percepiti saranno molto più semplici e coerenti. Ciò potrebbe comportare, ad esempio, un ricorso più frequente ai pagamenti forfettari. La semplificazione agevolerà e renderà più efficace il controllo finanziario dell’uso dei soldi dei contribuenti dell’UE. Altre idee presentate nel Libro verde riguardano ulteriori progressi nella messa in comune dei finanziamenti nazionali a favore della ricerca degli Stati membri; migliori collegamenti con i finanziamenti a favore della coesione; utilizzo dei finanziamenti UE per incentivare gli appalti pubblici; maggiore ricorso ai riconoscimenti; ulteriore rafforzamento del ruolo del Consiglio europeo della ricerca e degli strumenti finanziari quali il meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi (RSFF), le garanzie sui prestiti e gli investimenti in capitale di rischio; e l’elaborazione di un insieme di indicatori di prestazione per misurare il successo del finanziamento della ricerca e dell’innovazione dell’UE. Il 10 giugno la Commissione organizzerà una grande conferenza di chiusura al termine della consultazione pubblica nel corso della quale sarà annunciato il nome del nuovo quadro strategico. La Commissione presenterà entro la fine del 2011 una proposta legislativa concernente le spese di ricerca e innovazione nell’ambito del futuro bilancio UE dopo il 2013.

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3.4.5 CONTINUA L’AZIONE PER LA SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE DEL 7º PROGRAMMA QUADRO

A fine gennaio, la Commissione europea ha adottato ulteriori misure per favorire la partecipazione al Settimo programma quadro di ricerca e renderlo più accessibile soprattutto alle piccole e medie imprese. Si tratta di tre misure concrete che hanno una ricaduta immediata sulla gestione del Programma e rispondono ad esigenze più volte manifestate dai partecipanti (fonte: comunicato stampa della Commissione n. IP/11/57): - maggiore flessibilità per le modalità di calcolo del costo del personale, in modo da permettere ai beneficiari della sovvenzione di applicare i propri metodi contabili per le domande di rimborso dei costi medi del personale, senza dover creare un’intera contabilità parallela solo per questo scopo; - gli stipendi dei proprietari di una PMI, che non sono registrati formalmente nella contabilità dell’impresa, d’ora in poi potranno essere rimborsati con pagamenti forfettari per il loro contributo ai progetti di ricerca; - un nuovo gruppo direttivo composto da dirigenti esperti di tutte le direzioni della Commissione e delle agenzie coinvolte eliminerà le incoerenze nell’applicazione delle norme sul finanziamento della ricerca.

***** *** ***** 3.4.6 INAUGURATO IL NUOVO SITO OpenAIRE PER LA DIFFUSIONE GRATUITA DEI DATI DELLE

RICERCHE EUROPEE Dallo scorso dicembre è disponibile per i ricercatori, le imprese ed i cittadini un nuovo sito che permette di accedere gratuitamente e liberamente ai documenti relativi ai progetti di ricerca finanziati dall’Unione europea. Il progetto denominato OpenAIRE (Open Access Infrastructure for Research in Europe) nasce da un’iniziativa pilota lanciata nel 2008. Per i progetti finanziati dal 7º Programma quadro è stabilito il deposito di documenti “peer-reviewed” in archivi on line e la successiva disponibilità in open access entro 6 o 12 mesi dalla pubblicazione secondo l’area tematica. Si tratta di un significativo contributo alla diffusione di documenti scientifici che possono dare ai cittadini la possibilità di informarsi ad esempio nel campo delle malattie rare, dell’energia, dell’ambiente, ecc. Ricordiamo che finora solo il 15%-20% degli articoli scientifici erano a consultazione libera, i restanti potevano essere consultati solo a pagamento. L’infrastruttura OpenAIRE finanziata dall’Unione europea è stata lanciata presso l’Università di Gand in Belgio; l’indirizzo è il seguente: http://www.openaire.eu/.

***** *** ***** 3.4.7 CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE E NUOVI RISULTATI NEL SETTORE DELLE TIC PER

L’ASSISTENZA ALLE PERSONE ANZIANE La Commissione europea ha presentato recentemente una relazione sui progressi compiuti nell’ambito del programma “Demotica per categorie deboli”. Il risultato più significativo è la larga partecipazione delle piccole e medie imprese. Ricordiamo che questo programma ha un bilancio di 600 milioni di euro e coinvolge 23 Stati con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini più anziani con soluzioni basate sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Dalla relazione risulta che il programma è riuscito nel suo scopo di catalizzatore che ha avviato un flusso importante di finanziamenti da parte dei Paesi partecipanti. Le nuove soluzioni saranno pronte per l’immissione sul mercato nel giro di due-tre anni. A partire dal 2008 sono stati avviati più di 50 progetti di ricerca in particolare nei settori della gestione delle malattie croniche e dell’interazione sociale degli anziani.

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Esempi dei risultati sono i robot impiegabili nei lavori domestici, le soluzioni per una casa “intelligente”, i sofisticati strumenti di comunicazione. A tale proposito segnaliamo che, all’inizio di gennaio, è stato presentato il risultato di una ricerca che ha elaborato una soluzione per permettere ad anziani e disabili di controllare con più facilità i vari congegni e servizi elettronici di casa utilizzando il telefono cellulare ed altri dispositivi. E’ stato infatti progettato un’interfaccia URC (Universal Remote Console) personalizzata e semplificata. Questa ricerca, “12HOME”, ha ricevuto un finanziamento europeo di 2,7 milioni di euro e vede coinvolti ricercatori cerchi, tedeschi, portoghesi, spagnoli e svedesi.

***** *** ***** 3.5. BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI (BEI) 3.5.1 NUOVI STANZIAMENTI BEI A FAVORE DELL’ITALIA Negli ultimi due mesi dello scorso anno la Banca europea per gli investimenti ha accordato cinque significativi prestiti per lo sviluppo del nostro Paese:

- 300 milioni di euro stanziati a favore di Terna S.p.A. per il sostegno di un progetto di sviluppo quadriennale nel campo della trasmissione d’elettricità ad alta tensione;

- 300 milioni di euro per un accordo con BNL PARISBAS per finanziamenti a medio e lungo termine alle PMI italiane. Come riportato nel comunicato stampa n. BEI/10/224, nel dettaglio sono finanziabili i progetti fino ad un valore di 25 milioni delle PMI attive nell’industria e nei servizi in tutta Italia; le risorse BEI possono coprire sino al 100% del costo del progetto, con un massimo di 12,5 milioni per singolo progetto. Gli strumenti utilizzati saranno sia i mutui a lungo termine sia il leasing, finanziario o immobiliare. E’ previsto che una parte dei fondi sia indirizzata alle regioni del Sud Italia.

- 440 milioni di euro a favore di ENEL Green Power (EGP) quale prima fase di un finanziamento totale di 600 milioni nell’ambito di un piano trien-nale nel settore delle energie rinnovabili e fonti alternative. Nel dettaglio (comunicato stampa n. BEI/10/229), l’operazione riguarda il programma di investimenti 2011-2013 di EGP, focalizzato sull’installazione di nuova capacità produttiva da fonti rinnovabili per 840 megawatt complessivi. Gli impianti da realizzare saranno di piccole e medie dimensioni, sia nel settore eolico sia nel fotovoltaico, e saranno localizzati in 50 aree in tutto il territorio italiano ma con una maggior concentrazione nel Sud. Il valore complessivo degli investimenti triennali di EGP è di circa 1260 milioni, per quasi la metà coperto dal prestito BEI. Per la BEI l’operazione rientra in una delle sue aree prioritarie di intervento, rappresentata dal finanziamento di progetti nel settore energetico che contribuiscano a incrementare la capacità produttiva grazie al ricorso a fonti alternative. Interventi che, nel complesso, diversificano le fonti di produzione migliorando l’impatto sull’ambiente e l’efficienza totale, con lo scopo di assicurare una maggiore stabilità all’offerta di energia nel tempo.

- 200 milioni di euro per un finanziamento alla Compagnia Valdostana delle Acque che opera nel settore idroelettrico, il cui capitale è interamente controllato dalla Regione Valle d’Aosta. In particolare (comunicato stampa n. BEI/10/232), gli investimenti programmati da CVA consistono nella ristrutturazione e potenziamento delle dighe e centrali idroelettriche esistenti, nella costruzione di nuove centrali idroelettriche in Valle d’Aosta e nella realizzazione di una nuova centrale fotovoltaica in Piemonte. Nel complesso, in Valle d’Aosta il piano di sviluppo prevede la realizzazione di cinque centrali idroelettriche, la ristrutturazione di sette centrali e tre dighe esistenti ed il potenziamento di tre centrali idroelettriche e di una diga.

- 500 milioni di euro a favore della Cassa depositi e prestiti per gli investimenti in Italia nelle infrastrutture a realizzazione dell’accordo quadro firmato nel 2009 che si caratterizza, oltre per cooperazione finanziaria, anche per una collaborazione a livello di risorse umane in particolare con scambi di dirigenti.

- 90 milioni di euro per la ristrutturazione del sito di produzione di cemento di Taranto che verrà realizzata dalla Cementir Italia nell’ambito di interventi volti all’utilizzo delle più moderne tecnologie, al risparmio energetico, alla tutela dell’ambiente.

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3.6. PICCOLE E MEDIE IMPRESE 3.6.1 CONCLUSIONI DEL CONSIGLIO SULL’INIZIATIVA FARO “UNA POLITICA INDUSTRIALE

INTEGRATA PER L’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE” Nella sessione di dicembre scorso, il Consiglio Competitività (nella composizione Mercato interno, industria, ricerca e spazio) ha adottato delle conclusioni sull’iniziativa Faro “una politica industriale integrata per l’era della globalizzazione”, presentata dalla Commissione (cfr. Euroregione di Dicembre 3.5.1). Nelle conclusioni, di cui riportiamo un estratto, il Consiglio sottolinea il ruolo centrale della concorrenzialità e della sostenibilità. Il Consiglio sottolinea la necessità di sviluppare forti sinergie tra l’iniziativa faro in materia di politica industriale ed altre pertinenti iniziative faro. Sottolinea la necessità di dotare le imprese di un quadro normativo intelligente, prevedibile e meno oneroso ed un migliore contesto imprenditoriale per le PMI, che consenta loro di operare con una visione a lungo termine che promuova la flessibilità e l’adattabilità dell’industria, incoraggi investimenti ed un’innovazione sostenibili e chiede che, nel quadro dell’elaborazione e dell’attuazione delle altre politiche dell’UE, si analizzi in maniera più sistematica e si prenda in considerazione il relativo impatto sulla competitività; Commissione a riesaminare le azioni politiche esistenti e a considerare, nell’ambito della revisione dello Small Business Act, nuove iniziative che affrontino le barriere che ostacolano la crescita delle PMI e rafforzino la competitività in modo da agevolare l’operatività delle PMI all’interno del mercato unico e nei mercati dei paesi terzi, garantendo un migliore accesso alle tecnologie emergenti, specialmente quelle rispettose dell’ambiente, l’accesso all’innovazione, promuovendo al contempo l’internazionalizzazione e la cooperazione tra imprese; Invita a sviluppare mercati dei capitali più integrati ed efficienti, migliori condizioni di accesso ai finanziamenti per le PMI, poli e reti di innovazione regionali, nonché idonei strumenti di sostegno a livello nazionale ed europeo (ad esempio, fondi di capitali di rischio tramite finanziamenti BEI/FEI, capitale di rischio e strumenti di garanzia). Occorre altresí assicurare in tale prospettiva un quadro appropriato per gli aiuti pubblici, specialmente per le PMI. Chiede di valutare il potenziale impatto della futura normativa sui mercati finanziari per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti. Invita la Commissione a esplorare altresí opzioni per istituire uno “strumento di valorizzazione dei diritti di proprietà intellettuale” a livello europeo, in particolare per agevolare l’accesso delle PMI al mercato della conoscenza, e a riferire al Consiglio al riguardo; Sottolinea l’essenzialità di ampliare, migliorare e sottoporre ad adeguata manutenzione le infrastrutture europee e i servizi nel settore dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni, ed invita gli Stati membri a dare particolare risalto alle iniziative volte ad affrontare il problema delle strozzature individuate nelle infrastrutture delle reti e a garantire l’interconnessione transfrontaliera delle reti energetiche, incluse le reti intelligenti per nuove tecnologie di mobilità; Invita la Commissione a promuovere l’innovazione nella tecnologia, nella fabbricazione, nei modelli di business e nella loro concezione. Anche i processi di standardizzazione europea devono essere migliorati ed accelerati per rispondere alle esigenze dell’industria, dando impulso in particolare a uno sviluppo più tempestivo di norme europee o internazionali per nuovi beni, servizi e tecnologie emergenti; Sottolinea che la competitività industriale dipende sempre più da fattori intangibili quali le conoscenze, l’imprenditorialità e le competenze e invita, ove opportuno, ad attuare nuove iniziative che riuniscano imprese, ricerca, settori dell’istruzione, della formazione e dell’apprendimento permanente, autorità pubbliche e partner sociali attraverso l’Europa, al fine di sviluppare un più stretto coordinamento e di condividere le migliori prassi, in particolare per quanto riguarda i laureati in scienze, tecnologie, ingegneria e matematica; Sottolinea la necessità che l’UE sfrutti i vantaggi dei regimi commerciali e di investimento aperti e promuova i suoi interessi e i suoi valori in maniera più assertiva e in uno spirito di reciprocità e mutuo vantaggio, i partenariati strategici dell’Unione europea con i principali attori a livello mondiale offrono un utile strumento per perseguire gli obiettivi e gli interessi europei. L’esito sarà positivo solo se i partenariati strategici dell’Unione europea con attori cruciali a livello mondiale saranno percorsi a due sensi, basati sui reciproci interessi e vantaggi e sul riconoscimento del fatto che tutti gli attori hanno diritti e doveri. A tale riguardo, sottolinea la necessità di rafforzare ulteriormente la coerenza e la complementarietà tra le sue politiche interna ed esterna;

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Sottolinea la necessità di affrontare più efficacemente le sfide e di cogliere le opportunità connesse alla globalizzazione, procedendo a valutazioni d’impatto prima dell’avvio di negoziati commerciali con effetti potenzialmente rilevanti e perseguendo obiettivi ambiziosi ed equilibrati in tutte le relazioni commerciali. Invita a un’azione coordinata per garantire mercati aperti, condizioni eque in materia di scambi commerciali e di concorrenza nonché le più vantaggiose opportunità di accesso al mercato per le industrie UE, in particolare le PMI; Ritiene che un accesso all’energia e alle materie prime (all’interno e all’esterno dell’UE) sicuro, sostenibile, a prezzi accettabili e scevro da distorsioni sia cruciale per garantire la futura competitività dell’industria europea, l’innovazione e l’occupazione e Invita ad agire con perseveranza e determinazione in questo senso per garantire siffatto accesso; Ritiene che occorra perseguire la transizione dell’industria UE verso un’economia sicura e sostenibile, caratterizzata da basse emissioni di carbonio e da un impiego efficiente delle risorse e dell’energia e sottolinea che, al di là delle sfide, l’evoluzione in senso ambientale dell’economia costituisce anche un’opportunità che l’Europa deve cogliere sviluppando un mercato forte, aperto e competitivo; Ritiene che in un contesto in costante evoluzione, in cui il ritmo dei cambiamenti si va accelerando, occorra sviluppare nuove strategie per anticipare i cambiamenti ed aumentare le capacità di adattamento a questi ultimi nel contesto concorrenziale e per agevolare più efficacemente la trasformazione industriale, in particolare per quanto riguarda le conseguenze sociali e il rafforzamento della resilienza delle economie regionali. Invita a rivedere e a mobilitare, ove opportuno, tutti gli strumenti pertinenti in questa prospettiva, segnatamente i fondi strutturali e il Fondo di coesione, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, e accoglie con favore le intenzioni della Commissione di svolgere un riesame dei pertinenti quadri relativi agli aiuti di Stato. Sottolinea il ruolo che la responsabilità sociale delle imprese può svolgere nell’edificare un contesto imprenditoriale equo e competitivo, basato sulla fiducia e sul dialogo tra le parti interessate; Si rallegra delle proposte della Commissione relative al miglioramento del monitoraggio della competitività e delle politiche industriali e al coordinamento rafforzato e invita la Commissione, il Parlamento europeo, gli Stati membri e le loro regioni, nonché gli altri pertinenti soggetti interessati, ad intensificare la cooperazione in materia di elaborazione, attuazione e monitoraggio delle politiche industriali, in particolare attraverso iniziative specifiche, tra cui la promozione del coordinamento in conformità dell’articolo 173, paragrafo 2, valutazioni inter pares e scambi di buone prassi sulla base della relazione annuale della Commissione; Invita la Commissione, gli Stati membri e le loro regioni, nonché tutti gli altri pertinenti soggetti interessati, a impegnarsi in modo efficace e tempestivo nello sviluppo e nell’attuazione delle proposte contenute nella comunicazione.

***** *** ***** 3.6.2 LA COMMISSIONE PROMUOVE LA FATTURAZIONE ELETTRONICA (e-invoicing) In una recente comunicazione intitolata “Sfruttare i vantaggi della fatturazione elettronica in Europa” (COM(2010)712), la Commissione si propone di avviare una serie di iniziative concrete per fare in modo che la fatturazione elettronica venga diffusa in tutta Europa. Attualmente solo il 23% delle imprese europee utilizza questo strumento e soprattutto tale numero è molto basso tra le PMI. Ecco come la Comunicazione espone e vantaggi della fatturazione elettronica. A differenza delle fatture su carta, su quelle elettroniche i dati sono forniti in formato digitale. Ciò presenta notevoli vantaggi rispetto alla fatturazione cartacea: termini di pagamento ridotti, meno errori, minori costi di stampa e di spedizione e, soprattutto, un processo di elaborazione completamente integrato. Una delle particolari caratteristiche della fattura elettronica è pertanto il suo potenziale di automazione, specialmente se spedita in un formato strutturato: le fatture elettroniche possono essere emesse e trasferite automaticamente e direttamente dai sistemi finanziari della catena di approvvigionamento dell’emittente o fornitore di servizi a quelli del destinatario. La maggior parte dei vantaggi economici non deriva quindi da risparmi nei costi di stampa e di spedizione, ma piuttosto dalla completa automazione ed integrazione del processo tra le parti commerciali, dall’emissione al pagamento.

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Inoltre, come indicato dal gruppo ad alto livello sugli oneri amministrativi, nel breve termine l’applicazione delle stesse norme IVA alle fatture elettroniche e a quelle su carta dovrebbe ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese fino a un massimo di 18 milioni di euro. I vantaggi derivanti dalla fatturazione elettronica dovrebbero interessare anche i consumatori, specie per la comodità che rappresenta rispetto a quella su carta. E’ opportuno tuttavia garantire che i consumatori con accesso limitato o nullo a internet non siano svantaggiati e che i clienti possano sempre richiedere una fattura su carta. Inoltre, e in conformità con la Carta dei diritti fondamentali dell’UE, occorre che la fatturazione elettronica rispetti la protezione dei dati personali e il diritto alla vita privata. Infine, anche i vantaggi ambientali legati alla fatturazione elettronica sono significativi in termini di riduzione del consumo di carta e dei costi energetici per il trasporto, dato che ogni anno le emissioni di CO2 dell’UE potrebbero essere ridotte di 1 milione di tonnellate. Nel comunicato stampa della Commissione N. IP/10/1645 vengono indicate le quattro priorità fondamentali ed una serie di iniziative specifiche.

- Garantire alla fatturazione elettronica un quadro giuridico coerente - Ottenere un’adozione massiccia da parte del mercato con l’estensione alle PMI - Promuovere un contesto che permetta la più ampia diffusione tra partner commerciali che emettono fatture - Promuovere uno standard comune di fatturazione elettronica

Per ognuna di queste priorità, la comunicazione della Commissione presenta una serie di iniziative specifiche. Ad esempio:

- la proposta di revisione da parte della Commissione nel 2011 della direttiva sulla firma elettronica per fornire il riconoscimento transfrontaliero di sistemi sicuri di autenticazione elettronica.

- L’avvio da parte della Commissione di due nuovi progetti nell’ambito del Programma per la competitività e l’innovazione (CIP) per aiutare dei settori specifici a decidere in merito a procedure interoperabili per lo scambio elettronico di informazioni e documenti secondo le varie fasi della catena di fornitura (tra cui la fatturazione elettronica).

- Il Comitato europeo di normalizzazione (CEN), una fonte fondamentale di norme e specifiche tecniche europee, dovrebbe sviluppare un codice di pratiche che comprenda una terminologia coerente e ruoli e responsabilità ben definiti per quanto riguarda i diversi soggetti che partecipano alla fatturazione elettronica.

- Il CEN dovrebbe delineare delle linee guida di attuazione per un modello di fattura “Cross-industry” e collaborare con gli organismi internazionali di formazione, come UN/CEFACT (United Nations Centre for Trade Facilitation and Electronic Business) e ISO (International Organization for Standardization).

Per facilitare il monitoraggio e l’attuazione di queste iniziative, la Com-missione invita gli Stati membri a istituire forum di discussione multila-terali sulla fatturazione elettronica entro giugno 2011. La Commissione com-pleterà l’iniziativa istituendo un forum di discussione sulla fatturazione elettronica a livello dell’UE.

***** *** *****

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3.6.3 NELLA RIFORMA DEL REGOLAMENTO “BRUXELLES I” ANCHE L’ABOLIZIONE DELLA PROCEDURA DI EXEQUATUR

Le procedure di composizione delle controversie sono tra gli ostacoli che soprattutto le PMI percepiscono come freno ad operare fuori dal proprio mercato nazionale. E’ nel superamento di tale ostacolo che si colloca la riforma del regolamento “Bruxelles I” del 2001 che rappresenta, come si legge nel comunicato stampa della Commissione n. IP/10/1705, uno strumento fondamentale nelle controversie internazionali in quanto individua il giudice competente e permette di riconoscere in uno Stato membro le decisioni del giudice di un altro Stato membro. La proposta prevede quattro modifiche principali.

- Abolire l’exequatur, procedimento oneroso: ai sensi della normativa attuale, una decisione resa in uno Stato membro non è automaticamente efficace in un altro Stato membro; deve essere prima convalidata e dichiarata esecutiva dal giudice dello Stato membro dell’esecuzione in una speciale fase intermedia – la cosiddetta procedura di exequatur. Nei casi complessi l’intero procedimento costare fino a 12.700 euro tra onorari di avvocati, spese di traduzione e spese giudiziarie. In alcuni paesi poi il riconoscimento e l’esecuzione di una decisione potrebbero durare mesi. In quasi il 95% dei casi l’exequatur è una mera formalità. La Commissione propone pertanto di abolirlo. In futuro le decisioni in materia civile e commerciale pronunciate da un giudice di uno Stato membro saranno quindi immediatamente esecutive in tutta l’UE.

- Rimarrà la possibilità per il giudice di interrompere l’esecuzione della decisione, ma solo in circostanze eccezionali (ad esempio se il giudice estero ha emesso la decisione in violazione del diritto a un processo equo).

- Rafforzare la tutela dei consumatori nelle controversie con controparti di paesi terzi: attualmente le norme nazionali sulla competenza in caso di convenuti di paesi terzi variano molto da uno Stato membro all’altro. Mentre in alcuni Stati membri un cittadino o un’impresa può citare dinanzi ai giudici nazionali una controparte di un paese terzo, in altri Stati membri ciò non è possibile. La riforma proposta oggi cambierà la situazione: in futuro nei rapporti tra consumatori domiciliati nell’UE e imprese stabilite in paesi terzi sarà competente il giudice del luogo in cui il consumatore ha il domicilio, a prescindere dallo Stato membro.

- Dare certezza giuridica agli accordi di scelta del foro conclusi tra imprese: nei loro rapporti commerciali spesso le imprese stabiliscono di attribuire la competenza a un determinato giudice. Si vengono però a creare situazioni in cui una parte contesta la validità dell’accordo di scelta del foro dinanzi a un giudice di un altro Stato membro, e ciò al solo fine di ritardare la risoluzione della controversia (tattica processuale nota anche come “Italian torpedo”). La Commissione propone per l’appunto misure per porre fine a queste tattiche scorrette, garantendo che il giudice designato nell’accordo sia sempre il primo a pronunciarsi sulla sua validità.

- Rafforzare la competitività del settore dell’arbitrato in Europa: le proposte di riforma della Commissione chiariranno inoltre la situazione dell’arbitrato, attualmente al di fuori del campo di applicazione del regolamento Bruxelles I. Più del 60% delle grandi imprese europee preferisce l’arbitrato ai procedimenti giudiziari. I centri arbitrali europei di Londra e Parigi gestiscono casi per un valore totale di oltre 50 miliardi di euro: un giro d’affari nell’UE da 4 miliardi di euro all’anno. Attualmente, però, per la società che voglia eludere una convenzione arbitrale è relativamente semplice contestarne la validità e adire il giudice di uno Stato membro in cui è probabile che la convenzione arbitrale sia dichiarata invalida. E’ per questo motivo che la Commissione propone oggi di garantire alle imprese che la scelta del tribunale arbitrale sia protetta da un uso improprio della controversia legale.

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3.6.4 PROSEGUE L’IMPEGNO PER CONSOLIDARE L’IMPRENDITORIA FEMMINILE La Commissione europea ha inaugurato a dicembre scorso la seconda fase della Rete europea di ambasciatori dell’imprenditoria femminile. L’obiettivo è proseguire verso il rafforzamento della presenza delle donne che rappresentano solo il 34,4% dei lavoratori autonomi dell’Unione europea. La Rete europea degli ambasciatori dell’imprenditoria femminile è stata lanciata nell’ottobre 2009 e coinvolgeva inizialmente circa 150 ambasciatori provenienti da dieci paesi tra cui l’Italia. Gli ambasciatori sono selezionati mediante inviti a manifestare interesse pubblicati dalla Commissione. In seguito al secondo invito si sono aggiunti altri dodici Stati ed il numero degli ambasciatori è salito a 250. Il comunicato stampa della Commissione n. IP/10/1675 dà conto di alcune iniziative avviate a seguito della costituzione della rete. Si riportano qui di seguito alcuni esempi delle misure adottate:

- in Spagna sono stati avviati programmi di micro-credito, tutoraggio, consulenze e sovvenzioni rivolti alle imprenditrici;

- La Lettonia ha creato programmi specifici di tutoraggio; - la Finlandia offre alle lavoratrici autonome micro-crediti e sostituzioni; - l’Austria e i Paesi Bassi hanno presentato un programma imprenditoria per le donne che hanno bisogno di

mettersi in aspettativa per maternità, questioni familiari o malattia; - la Romania organizza giornate dell’imprenditoria femminile; - il Regno Unito ha istituito un programma di ‘Ambasciatori dell’imprenditoria femminile’ e il programma

britannico “Flying Start” per incoraggiare lo spirito imprenditoriale tra le laureate. Il prossimo passo della Rete europea di ambasciatori dell’imprenditoria femminile consisterà nel costituire nel 2011 una rete di tutoraggio per fornire alle imprenditorie un livello di sostegno maggiore.

***** *** ***** 3.6.5 PRIMI PASSI PER UN NUMERO TELEFONICO UGUALE PER IMPRESE CHE OPERANO IN PIU’

STATI MEMBRI Con una consultazione pubblica la Commissione ha iniziato a verificare l’eventualità di costruire, in futuro, un sistema che consentirebbe alle imprese europee di avere lo stesso numero di telefono in tutti gli Stati membri in cui operano. L’attuale utilizzo di numeri nazionali o professionali (ad esempio con il prefisso 800) diversi da Paese a Paese comporta costi aggiuntivi sia per le imprese, sia per i consumatori. Secondo la Commissione un numero unico agevolerebbe le vendite transfrontaliere e l’accesso ai servizi post-vendita. Come spiegato dal comunicato stampa della Commissione n. IP/10/1664, i numeri telefonici sono gestiti a livello nazionale dalle autorità di regolamentazione degli Stati che assegnano i numeri secondo i sistemi nazionali di numerazione. Secondo le norme europee in materia di telecomunicazioni, l’introduzione di un sistema armonizzato di numerazione per le imprese potrebbe seguire due vie: da un lato, si potrebbe introdurre un numero europeo breve (ad esempio che inizi con 115) riservato alle imprese. Si tratta di numeri brevi e facili da ricordare che consentirebbero di identificare un’impresa in modo univoco in tutta Europa. Oppure, si potrebbero adottare misure volte a promuovere l’adozione di un prefisso telefonico europeo (+3883) nell’ambito dello spazio di numerazione telefonica europeo (ETNS). I numeri telefonici aziendali potrebbero essere formati dal prefisso +3883 seguito da un numero telefonico identico in tutti gli Stati membri.

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Nel 2000 la International Telecommunication Unione (ITU) ha tentato di introdurre uno spazio di numerazione telefonica europeo. Il sistema prevedeva l’assegnazione del prefisso +3883 a 24 paesi europei nell’ottica di creare uno spazio di numerazione telefonica europeo (ETNS), il cui obiettivo era promuovere servizi paneuropei mettendo a disposizione numeri telefonici laddove i numeri nazionali o mondiali non fossero disponibili o adeguati. L’intento era permettere alle società, alle organizzazioni e ai singoli cittadini europei di facilitare l’accesso ai loro servizi nell’insieme dell’Europa, ma la scadenza del sistema era per il 31 dicembre 2010.

***** *** ***** 3.7. SEGNALAZIONI Sono pervenuti alla biblioteca dell’Istituto Universitario di Studi Europei i seguenti volumi (in parentesi la collocazione presso la biblioteca dell’Istituto):

- Relazione sull’applicazione da parte degli Stati membri della direttiva 2000/30/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 giugno 2000, relativa ai controlli tecnici su strada dei veicoli commerciali circolanti nella comunità. Commissione europea. (COM(2010)754);

- Relazione sull’applicazione della direttiva 2004/48/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale. Commissione europea. (COM(2010)779).

(S.C.)

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