36
Poste Italiane S.p.A. Sped. in A.P. DL n.353/03 conv. in Legge n.46/04 - art 1 comma 1 - Roma aut. n. 30051250-002 anno XIX n.194 aprile 2012 www.poliziapenitenziaria.it

Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Rivista ufficiale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

Citation preview

Page 1: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

Po

ste

Ita

lia

ne

S.p

.A. S

ped

. in

A.P

. DL

n.3

53/0

3

co

nv.

in

Leg

ge

n.4

6/0

4 -

art

1 c

om

ma

1 -

Ro

ma

au

t. n

. 30

051

250

-00

2

anno XIX • n.194 • aprile 2012 www.poliziapenitenziaria.it

Page 2: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194
Page 3: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

Organo Uf f iciale Nazionale del S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

ANNO XIX • Numero 194Aprile 2012

Direttore Responsabile: Donato [email protected]

Direttore Editoriale: Giovanni Battista De Blasis [email protected]

Capo Redattore: Roberto [email protected]

Redazione Cronaca: Umberto Vitale

Redazione Politica: Giovanni Battista Durante

Redazione Sportiva: Lady Oscar

Progetto Grafico e impaginazione: © Mario Caputi (art director) www.mariocaputi.it“l’ appuntato Caputo” e “il mondo dell’appuntato Caputo” © 1992-2012 by Caputi & De Blasis (diritti di autore riservati)

Direzione e Redazione CentraleVia Trionfale, 79/A - 00136 Romatel. 06.3975901 r.a. - fax 06.39733669

E-mail: [email protected] Web: www.poliziapenitenziaria.it

Le Segreterie Regionali del Sappe, sono sede delle Redazioni Regionali di: Polizia Penitenziaria - S G & S

Registrazione:Tribunale di Roma n. 330 del 18.7.1994

Stampa: Romana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 37 - 00030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare: Aprile 2012

Questo Periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria

in copertina:

La dedica di Carolina Kostner a tutti i colleghi della Polizia Penitenziaria

Polizia Penitenziaria • SG&S

L’EDITORIALEUn nuovo carcere, una nuova Polizia Penitenziaria

di Donato Capece

IL PULPITOUnificazione delle Forze di Polizia. Se non ora, quando?

di Giovanni Battista De Blasis

IL COMMENTOCarceri, la Liguria pensa al Garante dei diritti(e dei doveri) di Roberto Martinelli

L’OSSERVATORIOSuicidi in carcere

di Giovanni Battista Durante

CRIMINI & CRIMINALIPiazza Fontana: la madre di tutte le stragi

di Pasquale Salemme

LO SPORTCarolina Kostner vince il titolo mondialee lo dedica a tutti i colleghi

di Lady Oscar

Chi vuole ricevere la Rivista direttamente al proprio domicilio, può farlo versando uncontributo di spedizione pari a 20,00 euro, se iscritto SAPPE, oppure di 30,00 euro se noniscritto al Sindacato, tramite il c/c postale n. 54789003 intestato a:

POLIZIA PENITENZIARIA - Società Giustizia & SicurezzaVia Trionfale, 79/A - 00136 Roma

specificando l’indirizzo, completo, dove va spedita la rivista.

Per ulteriori approfondimenti visita il sito

www.poliziapenitenziaria.it

Fotografa questo codicee leggi la rivista sul tuo cellulare

n. 194 • aprile 2012 • pag. 3

Page 4: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

dati recentemente diffusi dall’Associa-zione Antigone confermano un al-larme che ormai da anni lanciamo con

cadenza pressochè quotidiana. Oggi abbiamo oltre ventimila persone de-tenute rispetto alla capienza regolamentare,un buon 40% dei ristretti in attesa di un giu-dizio e 7mila Agenti di Polizia Penitenziariain meno negli organici del Corpo.

Oggi ci sono 66.585 detenuti per 45.742posti letto disponibili. E se non fosse per lalegge sulla detenzione domiciliare, chepure introduce parametri assai rigidi peravvalersene, e la recente legge del Governo,che limita la detenzione in carcere primadell’udienza di convalida a casi eccezionali,oggi avremmo in carcere più di 75mila de-tenuti. Dai dati diffusi, a noi ben noti,emerge che la Puglia è la regione con il piùalto tasso di sovraffollamento di detenutinei penitenziari (188%), seguita da Lom-bardia (174%) e Liguria (168%). Il record spetta però alla casa circondarialedi Brescia Canton Monbello, con un ec-cesso di detenuti rispetto a quelli che po-trebbe regolarmente contenere del 271%.La Campania, invece, e’ quella con piu’ im-putati dietro le sbarre: su un totale di 7.983detenuti, al 31 marzo di quest’anno, quelliimputati sono oltre il 51%. E’ quindi deltutto evidente che le tensioni in carcere re-stano costanti ed aggravano le già difficilicondizioni di lavoro delle donne e degli uo-mini del Corpo di Polizia Penitenziaria. La situazione penitenziaria è e resta allar-

mante ed è giunta davvero l’ora di ripen-sare organicamente il sistema dell’esecu-zione penale in Italia. E’ del tutto evidente che scontare la penafuori dal carcere, per coloro che hannocommesso reati di minore gravità, ha unafondamentale funzione anche sociale, cosìcome introdurre l’obbligatorietà del lavoroin carcere. Si deve avere il coraggio e l’onestà politicaed intellettuale di riconoscere i dati stati-stici e gli studi Universitari indipendenti sucome il ricorso alle misure alternative e po-litiche di serio reinserimento delle personedetenute attraverso il lavoro siano l’unicostrumento valido, efficace, sicuro ed eco-nomicamente vantaggioso per attuare iltanto citato quanto poco applicato articolo27 della nostra Costituzione. Non a caso il SAPPe da tempo sollecita ilParlamento a sostenere il progetto di leggedel ministro della Giustizia Paola Severinosulla depenalizzazione dei reati minori e,soprattutto, sulla messa alla prova; istituto,quest’ultimo, che ha dato ottimi risultati nelsettore minorile e che potrebbe essere al-trettanto utile negli adulti, atteso che con-sentirebbe di espiare in affidamento allavoro all’esterno le condanne fino a quat-tro anni di reclusione. Altrettanto evidente è il potenziamento delruolo della Polizia Penitenziaria, incardi-nandolo negli Uffici per l’esecuzione penaleesterna per svolgere in via prioritaria ri-spetto alle altre forze di Polizia la verificadel rispetto degli obblighi di presenza chesono imposti alle persone ammesse alle mi-sure alternative della detenzione domici-liare e dell’affidamento in prova. Sul ruolo della Polizia Penitenziaria rispettoalle nuove misure alternative al carcereproposte dal Governo si è espresso recen-temente anche il Capo del Dap, GiovanniTamburino, che ha detto: «La Polizia Pe-nitenziaria potrebbe assumere un ruolodi custodia e vigilanza anche per i con-dannati che scontano la loro pena con

Donato CapeceDirettore ResponsabileSegretario Generale del Sappe [email protected]

n. 194 • aprile 2012 • pag. 4Polizia Penitenziaria • SG&S

misure alternative al carcere». Anche in questi casi, ha sottolineato, «cisono esigenze di controllo e vigilanza ebisogna valutare se questo compito po-trebbe essere svolto dalla Polizia peniten-ziaria o dalle forze di polizia sulterritorio. Bisogna valutare se tutto ciòche riguarda l’esecuzione della pena po-trebbe essere affidato alla Polizia Peni-tenziaria. Cio’ richiederebbe unaristrutturazione». Secondo il capo del Dap questa imposta-zione «potrebbe avere una logica», ma bi-sogna evitare di fare «scelte confuse». Dico al Capo del DAP che non possono enon ci devono essere dubbi: questo è uncompito da affidare istituzionalmente ai Ba-schi Azzurri!Ricordo al presidente Tamburino che permolti mesi abbiamo discusso con l’Ammi-nistrazione penitenziaria una bozza di de-creto interministeriale Giustizia-Interno cheavrebbe potuto costituire un importante tas-sello nell’ottica di una riforma organica delsistema penitenziario e giudiziario italiano.Era previsto molto chiaramente come ilruolo della Polizia Penitenziaria negli Ufficiper l’esecuzione penale esterna fosse quellodi svolgere in via prioritaria rispetto allealtre forze di Polizia la verifica del rispettodegli obblighi di presenza che sono impostialle persone ammesse alle misure alterna-tive della detenzione domiciliare e dell’af-fidamento in prova. Il controllo sulle pene eseguite all’esterno,oltre che qualificare il ruolo della PoliziaPenitenziaria, potrà avere quale conse-guenza il recupero di efficacia dei controllisulle misure alternative alla detenzione, cuisarà opportuno ricorrere con maggiore fre-quenza. Efficienza delle misure esterne egaranzia della funzione di recupero fuoridal carcere potranno far sì che cresca la fi-ducia della pubblica opinione verso questemisure, che nella considerazione pubblica,non vengono attualmente riconosciutecome vere e proprie pene. Per questo motivo auspico che il Capo Di-partimento solleciti il Ministro della Giusti-zia Severino a far ripartire quello schemadi decreto interministeriale al più presto,anche riorganizzando funzionalmente ilDAP e istituendo finalmente quella Dire-zione Generale della Polizia Penitenziariaormai irrinunciabile.•

Un nuovo carcere, una nuova

Polizia Penitenziaria

I

Page 5: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

urtroppo, ci siamo ormai resi conto tutti quanti del fattoche il nostro Paese sta attraversando una delle peggioricrisi economiche dal dopoguerra ad oggi.

Questa crisi economica, per quanto possa sembrare paradossale,è resa ancora più grave dal fatto che è accompagnata da una crisi,altrettanto profonda, in tutto il resto del mondo.Tralasciando, per ovvi motivi, ogni considerazione sulle cause chel’hanno determinata (che sono più complicate da comprendere),appaiono ormai evidenti gli effetti che abbiamo avuto, stiamoavendo ed avremo sulla nostra economia, sulla nostra politica e,soprattutto, sulla nostra vita quotidiana.Per limitarci al nostro ambito, è stata congelata ogni forma di pro-gressione retributiva al 2010 e lo rimarrà, nella migliore delleipotesi, fino al 2016 a fronte di una inaudita escalation della pres-sione fiscale che, secondo alcune fonti, è aumentata di circa ilventi per cento delle retribuzioni. Allo stesso tempo abbiamo su-bìto un esagerato ridimensionamento di tutte le indennità stipen-diali (missioni e straordinari) e una drastica riforma in pejus deltrattamento previdenziale e pensionistico.La combinazione di tutte queste cose ha fatto sì che il potere diacquisto dei nostri stipendi sia regredito tout court di oltre tren-t’anni ovverosia, più o meno, a quello che aveva agli inizi deglianni ottanta del secolo scorso.Il Governo Monti che, più che un Governo tecnico, può essereconsiderato un Governo di emergenza nazionale, oltre agli inter-venti di carattere fiscale sta cercando di metter mano a tutte lequestioni possibili per il ridimensionamento del bilancio pub-blico, attraverso una politica di grandi riforme strutturali delloStato e delle Istituzioni finalizzata, appunto, alla razionalizzazioneed al contenimento della spesa pubblica.In questa ottica, credo che sia davvero arrivato il momento di met-ter mano anche ala complessiva organizzazione della difesa, dellasicurezza e del soccorso pubblico italiano.Senza soffermarci troppo sull’anomalia tutta italiana di una sicu-rezza pubblica affidata a ben cinque Corpi di Polizia, ai quali siaggiungono le polizie locali, provinciali e regionali, i vigili delfuoco e talune guardie forestali regionali (peraltro sparpagliatitra le competenze di cinque o sei ministeri) è innegabile la ne-cessità di una razionalizzazione delle forze dell’ordine con l’obiet-tivo di migliorare la loro organizzazione e la gestione delle lororisorse.In tal senso, abbiamo già detto più volte di come sarebbe davveroopportuna l’istituzione di due soli Corpi di Polizia, uno ad ordi-namento civile ed uno ad ordinamento militare, possibilmente in-terdipendenti e coordinati operativamente fra di loro.Scendendo più nel dettaglio, stiamo dicendo che, lasciando intattal’organizzazione e l’ordinamento (militare) dell’Arma dei Cara-

Giovanni Battista De BlasisDirettore Editoriale

Segretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

n. 194 • aprile 2012 • pag. 5Polizia Penitenziaria • SG&S

P

binieri, andrebbero disciolti - per come sono concepiti quest’oggi– i Corpi della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Po-lizia Penitenziaria e della Guardia Forestale per confluire in unnuovo Corpo di Polizia Nazionale riordinato e riorganizzato se-condo tutta una serie di specializzazioni e specialità incaricate disvolgere i rispettivi compiti istituzionali.In parole povere, sto dicendo che all’interno di un unico Corpo dicirca duecentomila uomini e donne, si troverebbero ad operareuna serie di divisioni razionalmente organizzate secondo esclusivicompiti istituzionali: Polizia giudiziaria, Polizia di sicurezza, Poliziainvestigativa, Polizia stradale, Polizia ferroviaria, Polizia tributaria,Polizia penitenziaria, Polizia ambientale, Polizia di prevenzione,ecc. ecc.Sulla questione rammento che più di dieci anni fa, alla fine deglianni novanta, il Sap – omologo sindacato autonomo della Poliziadi Stato che insieme a noi fa parte della Consulta Sicurezza – rea-lizzò uno studio dettagliato che arrivò alla conclusione che attra-verso l’unificazione dei vari Corpi di Polizia si sarebbe potutorealizzare un risparmio per le casse dello Stato di decine e decinedi miliardi di lire all’anno.Del resto, non è difficile prevedere notevoli risparmi di spesa siadalla razionalizzazione delle risorse, dei mezzi e delle infrastrutturesia, soprattutto, dal drastico dimagrimento delle burocrazie e dalconseguente ridimensionamento degli apparati.Per quello che ci riguarda, ad esempio, potremmo lasciare in doteal Dap e al Ministero della Giustizia, tutti quei Magistrati, Dirigentie Funzionari che diventerebbero assolutamente superflui per ilCorpo; ma anche tutti quegli impiegati civili che allo stato attualeesistono soltanto in quanto funzionali alla Polizia Penitenziaria ealla sua amministrazione.Ed insieme a questi, dismetteremmo anche tutti quei servizi (ed imezzi funzionali ad essi) che ci sono stati affibbiati soltanto peraccompagnare, proteggere e tutelare tutti questi burocrati che or-bitano intorno, sotto e sopra al Corpo di Polizia Penitenziaria.E’ innegabile, infatti, che il Corpo di Polizia Penitenziaria è “ser-vente” rispetto al dipartimento dell’amministrazione penitenziariadove è costretto a svolgere una lunghissima serie di servizi connessiai propri compiti istituzionali che verrebbero automaticamente acessare laddove si confluisse in un unico Corpo di Polizia alle di-pendenze del Ministero dell’Interno.Immagino e presumo che la stessa cosa valga pure per i colleghidella Finanza, della Forestale e delle altre Forze dell’Ordine frasta-gliate in altre amministrazioni.Tra l’altro, come ho già avuto modo di sostenere in un altro edito-riale, potrebbero benissimo essere smantellati tutti i provveditoratiregionali dell’amministrazione penitenziaria e, a mio parere, ad-dirittura lo stesso Dipartimento di Largo Daga.Come si sta già ventilando per il Dipartimento per la Giustizia Mi-norile, in effetti, tutte le funzioni residuali del Dap potrebbero es-sere devolute al Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, dovepotrebbe essere costituita una Direzione Generale dell’esecuzionepenale, laddove far confluire, appunto, Dap e Dgm.In conclusione, sono davvero convinto che è arrivato il momentogiusto per l’unificazione delle Forze di Polizia, tanto da poter af-fermare: Se non ora, quando ?

Unificazione delleForze di Polizia

Se non ora, quando?

Page 6: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

o scorso 4 aprile, a Genova, il Sinda-cato Autonomo Polizia Penitenziariaè stato ascoltato, insieme ad altre

OO.SS del Corpo, dalla 1ª Commissionedell’Assemblea Legislativa della Liguria sulmerito di due proposte di legge finalizzatead introdurre nel Consiglio Regionale delGarante delle persone sottoposte a misurerestrittive della libertà personale.La prima fondamentale e imprescindibileconsiderazione che il SAPPE ha fatto èquella che ai detenuti delle carceri italiane– ed a quelli delle sette Case circondarialidella Liguria (La Spezia, Chiavari, GenovaMarassi e Pontedecimo, Savona, Imperia eSanremo) – sono assicurate e garantiteogni tipo di tutela, a cominciare dai dirittirelati all’integrità fisica, alla salute mentale,alla tutela dei rapporti familiari e sociali,all’integrità morale e culturale. Diritti per l’esercizio dei quali sono impe-gnati tutti gli operatori penitenziari, la Ma-gistratura ed in particolare quella diSorveglianza, l’Avvocatura, le Associazionidi volontariato, i parlamentari ed i consi-

sere da altrettanti ristretti potesserodegenerare ed avere ulteriori averegravi conseguenze. Un importante passo in avanti su quel peri-metro deliberatamente dimenticato qual èil carcere è certamente quello di renderlotrasparente, di considerarlo parte inte-grante (e non, spesso, dimenticata) dellecittà e della società. Per questo ho eviden-ziato nel corso dell’audizione che noi perprimi, come Sindacato più rappresentativodella Polizia penitenziaria, siamo da sempreimpegnati da sempre in prima linea perchéil carcere sia davvero una casa di vetro,vale a dire un luogo trasparente dove la so-cietà civile possa e debba vederci chiaro.Occupandosi ovviamente di coloro che incarcere sono detenuti ma non dimenti-cando e non tralasciando anche coloro chein carcere lavorano, a cominciare dalledonne e dagli uomini appartenenti al Corpodi Polizia Penitenziaria che svolgono unaprofessionale tanto delicata quanto fonda-mentale. E’ infatti evidente che il costante sovraffol-lamento penitenziario alimenta una ten-sione detentiva nelle sovraffollate celleitaliane fatta di risse, aggressioni, suicidi etentativi suicidi che genera condizioni di la-voro dure, difficili e stressanti per tutti i Ba-schi Azzurri.Quando si parla di diritti, però, si deve ri-cordare che le persone detenute manten-gono la titolarità e la facoltà di esercitaretutti quei diritti (a partire da quelli fonda-mentali declinati negli articoli 2, 3 e 4 dellaCostituzione) che non siano concretamentein contrasto con la privazione della libertà.

L

n. 194 • aprile 2012 • pag. 6Polizia Penitenziaria • SG&S

Nelle foto in alto

accanto al titolo

Agenti in sezione

a fianco una veduta

di Genova

Roberto Martinelli Capo RedattoreSegretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

glieri regionali (che hanno li-bero accesso alle carceri), lecooperative, le comunità e tuttele realtà, che operano nel e sulterritorio, legate alle margina-lità. Abbiamo tenuto ad evidenziarecome sia particolarmente preziosa, in que-sto contesto, l’opera svolta quotidiana-mente dalle donne e dagli uomini dellaPolizia Penitenziaria. Donne e uomini in divisa che rappresen-tano ogni giorno lo Stato nel difficile con-testo penitenziario, nella prima linea dellesezioni detentive, con professionalità, sensodel dovere, spirito di abnegazione e, so-prattutto, umanità. Garantendo, ad esem-pio, il diritto delle persone detenute divivere. Abbiamo citato dato importanti: dal2001 ad oggi, nelle carceri italiane, laPolizia Penitenziaria ha sventato oltre16mila (!) tentativi di suicidio di de-tenuti e impedito che gli oltre104mila (!) atti di autolesionismo e dicondotte auto aggressive poste in es-

Carceri, la Liguria pensa al Garante dei diritti(e dei doveri)

Page 7: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

Ed è evidente che, per il fatto stesso di es-sere stati privati della libertà personale, nonli possono esercitare liberamente. Tutto questo non deve però far dimenticatei ‘doveri’ che le persone detenute hanno,doveri dei quali spesso non si parla. Inte-ressante, a questo proposito, l’introduzionedella Carta dei diritti e dei doveri del de-tenuto e dell’internato introdotta con larecente Legge n. 9 del 17 febbraio 2012. La Carta è introdotta nell’Ordinamento Pe-nitenziario per sostituire la mera informa-zione sui diritti e doveri, disciplina etrattamento prevista dalla normativa vi-gente, in modo da garantire una maggioreconsapevolezza del regime carcerario alquale i detenuti e internati sono sottoposti,fornendo informazioni dettagliate di varianatura, ad esempio, sulle strutture e servizipenitenziari, sui principi che fondano l’at-tività trattamentale, come il rispetto delladignità della persona, e contemplerà altresìle disposizioni relative alla concessionedelle misure alternative alla detenzione. Nel merito delle due proposte di legge re-gionali liguri, un simile Organismo, nell’at-tuale contesto sociale e nella particolaresituazione carceraria, rappresenta certa-mente un elemento di garanzia e tutela perdare piena attuazione all’art.27 della nostraCostituzione. E’ utile ed importante un Organismo quali-ficato di mediazione nell’ambito delle situa-zioni conflittuali, di intermediazione traambiente carcerario e società civile, di pro-mozione delle attività formative, lavorative,culturali e sportive, di tutela. Abbiamo però partecipato tutte le nostre

n. 194 • aprile 2012 • pag. 7Polizia Penitenziaria • SG&S

Nelle fotola sede della RegioneLiguria

a fiancoplotoni schierati

nale della Liguria sulle criticità penitenzia-rie, anche nell’ambito delle competenzedell’Assessorato che ha competenza sullepolitiche di sicurezza dei cittadini. Prevedendo ad esempio, nell’ambito del-l’Osservatorio per la sicurezza, di monito-rare gli eventi critici che periodicamenteaccadono in carcere. Inserendo anche ilCorpo di Polizia Penitenziaria nei progettiformativi della Regione Liguria finalizzati adacquisire la conoscenza delle lingue stra-niere (stante l’alto numero di stranieri de-tenuti) e della patente europea diinformativa. Favorendo politiche alloggia-tive a canone agevolato per gli appartenentialle Forze di Polizia ed alla Polizia Peniten-ziaria in particolare. Favorendo, con le Province ed i Comunidella Liguria, l’impiego di detenuti in pro-getti per il recupero del patrimonio am-bientali occupando loro, ad esempio, nellapulizia dei greti dei torrenti e delle spiaggedella nostre Provincie, nella cura degli al-beri e dei parchi della città. Bisogna sostanzialmente impegnarsi peraprire il mondo carcere a quello esterno,fare in modo che questi universi parallelicomunichino, e agiscano insieme perrecuperare alla società e alla città personeche chiedono una nuova opportunità,attraverso l’impegno di operatori, volontari,medici e tanti altri che hanno bisogno delsupporto della comunità per i loro difficilicompiti. Ma anche e soprattutto per non dimenticareuna realtà di alto valore civico, un presidiodi sicurezza e democrazia quale è il Corpodi Polizia penitenziaria i cui appartenentiprestano la loro attività nelle sette Case cir-condariali della Liguria in condizionispesso difficili, affrontate con alta profes-sionalità e spirito di servizio.

perplessità sulla necessità di istituire questanuova figura – anche in relazione ai costiper la spesa pubblica che si dovrebbero so-stenere, considerata l’attuale particolare si-tuazione di congiuntura economica -quando la Regione Liguria ha già una qua-lificata ed autorevole figura istituzionale digaranzia quale è quella del Difensore civicoregionale che bene può assolvere alle fina-lità che le due proposte di legge si prefig-gono. E’ quanto, ad esempio, già avviene in Lom-bardia e nelle Marche, regioni nelle qualivi sono appunto Difensori civici che hannoanche funzioni di garante dei detenuti. Quel che è certo è che la eventuale figurada istituire in Liguria non può essere ap-pannaggio dei giochetti politici, non può es-sere insomma una poltrona sulla qualesistemare qualche politico trombato, qual-che amico degli amici senza nessuna con-creta competenza penitenziaria. Il mio, nostro auspicio è che dall’Audizionesi possa dare corso ad un maggior coinvol-gimento della Giunta e del Consiglio regio-

Page 8: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

suicidi in carcere dei detenuti costi-tuisce un argomento di grande attua-lità, considerato, anche, che negli

ultimi anni sono aumentati molto. Le modalità con le quali i detenuti mettonoin atto i suicidi sono quelle note: l'impic-cagione o l'inalazione del gas; anche se inquest'ultimo caso si parla pur non sapendomai con certezza se la persona voleva dav-vero togliersi la vita, visto che il più dellevolte si tratta di tossicodipendenti cheusano il gas come sostitutivo della droga esi stordiscono fino al punto di perdere isensi e morire intossicati.Questi fenomeni hanno assunto una dimen-sione giuridica rilevante, allorché qualchegiudice civile ha iniziato a condannarel'amministrazione penitenziaria, soste-nendo, in più sentenze, che la stessa ammi-nistrazione ha il dovere di impedire ilsuicidio del detenuto, avendo su di esso unpotere di controllo; in un altro caso, per undetenuto morto a seguito di uso di sostanzestupefacenti, il giudice ha condannato l'am-ministrazione ad un risarcimento di oltre300.000 euro, perché avrebbe dovuto im-pedire che la droga entrasse in carcere(Tribunale civile di Roma). Noi ci siamopiù volte occupati del problema, commen-tando anche le sentenze dei Tribunali di Mi-lano, Bologna e Roma che in tutti e tre i casiavevano condannato l'amministrazione, an-corchè assolta in altre vicende analoghe.Ora, sull'argomento, per ragioni diverse,trattandosi di sentenza penale di condanna,è intervenuta la Cassazione penale, sez.quarta, con la sentenza n. 6744, del20.02.2012, con la quale ha rigettato il ri-corso di un'agente della polizia penitenzia-ria, ritenuta responsabile della morte diuna detenuta, impiccatasi in carcere. Sitratta di una questione evidentemente di-versa da quelle affrontate dai giudici civili,anche se il tema è sempre lo stesso: i suicidiin carcere. Ci interessa pubblicare la sen-tenza, proprio per evidenziare i molteplici

nel vigilare la detenuta, la colposa omis-sione che aveva dato luogo alla respon-sabilità.Tale sentenza del Tribunale di Roma ve-niva parzialmente riformata da quelladella Corte di Appello di Roma in data9.3.2011 che assolveva il Ro. perché ilfatto non sussiste, confermando la con-danna della R.Avverso tale ultima sentenza ricorre percassazione il difensore di fiducia di R.C.deducendo, in sintesi, il vizio motivazio-nale e l'inosservanza o erronea applica-zione della legge penale.Il difensore deduce che la Corte territo-riale aveva valutato solo il fatto che la R.non aveva stazionato per tutto il turnodinanzi alla cella ov'era ristretta la K. manon aveva tenuto nel debito conto il fattoche era stata disposta la sorveglianza avista senza provvedere all'aumento del-l'organico ad hoc. Essendo rimasta sola,poiché a partire dalle prime ore del mat-tino la C. si era dovuta recare nel pianosottostante per far uscire le semilibere,era giocoforza che la R. si muovesse do-vendo badare a tutto il reparto (...). Inol-tre, la Corte aveva omesso di considerarela non prevedibilità ex ante dell'eventodannoso, poiché, diversamente, la dete-nuta avrebbe dovuto essere sedata pertutta la notte, con ulteriori accortezze diarredamento della cella tese a contra-stare l'autolesionismo, di cui il Peniten-ziario non si era curato. La detenuta erastata invece valutata e curata, perquanto constava alle sorveglianti, comesoggetto aggressivo verso gli altri.Né si poteva affermare che una sorve-glianza a vista avrebbe impeditol'evento, tenuto conto delle modalità diesecuzione del suicidio, ad una spondadel letto non visibile dallo spioncino: sirichiamano, al riguardo, i principi intema di causalità del reato omissivo mu-tuati dalla sentenza cd. Franzese.

aspetti ed i problemi a cui può andare in-contro il personale di polizia penitenziariadurante il servizio. In questo caso l'agenteè stata condannata per omicidio colposo,per avere, secondo quanto sostiene il giu-dice, sostanzialmente omesso di effettuareil servizio affidatole, nei confronti di unadetenuta per la quale era stata disposta lasorveglianza a vista.

Ritenuto in fattoR.C. , unitamente ai colleghi C.P. e Ro.Pi.,la prima addetta alla sorveglianza nelmedesimo turno ed il secondo addettoalla sorveglianza generale, veniva trattaa giudizio dinanzi al Tribunale mono-cratico di Roma per rispondere dei reatidi cui agli artt. 41 e 589 c.p. per la mortedella detenuta K.M. , verificatasi nel car-cere (...) il (...), per asfissia meccanicada impiccamento.Veniva contestato alla R. l'omissione didiligenza nella sorveglianza della pre-detta detenuta per non aver impeditoalla stessa, sottoposta al regime di sorve-glianza a vista, di impiccarsi alla spondadel letto e per non essere riuscita a giun-gere in tempo per scongiurare la morte.Con sentenza in data 11.12.2008 il Giu-dice del Tribunale romano assolveva C.P.per non aver commesso il fatto e con-dannava la prevenuta e Ro.Pi. , avendoravvisato nel comportamento di en-trambi, non improntato alla diligenza

I

Suicidi in carcereLa Cassazione conferma un caso di responsabilità penale

dell’agente di Polizia Penitenziaria

Giovanni Battista DuranteRedazione PoliticaSegretario Generale Aggiunto del Sappe [email protected]

n. 194 • aprile 2012 • pag. 8Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella foto una

scioccanteimmagine di

un suicidio

Page 9: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

Considerato in dirittoIl ricorso è infondato e va respinto. In-vero, è pacifica la condotta colposa dellaR.: sul punto la sentenza impugnata hafornito adeguata motivazione con laquale è stato puntualizzato, sulla scortadella deposizione dell'assistente D'A., chela situazione della K., unica detenuta sot-toposta alla sorveglianza a vista, erastata dettagliatamente evidenziata(come sostanzialmente ammesso dallastessa ricorrente: v. pag. 2 sent.) alle col-leghe del turno successivo (cioè, la stessaR. e la C. ) che, dunque, avrebbero benpotuto ripartirsi i compiti in manieraanaloga a quella seguita dalle colleghesmontanti anche in mancanza di appo-site istruzioni da parte del preposto allasorveglianza generale. Secondo la rico-struzione dell'impugnata sentenza, la R.,in quanto preposta alla (omissis) , eradeputata alla sorveglianza a vista delladetenuta K. ma aveva sostanzialmenteomesso di effettuare il servizio affidatole:infatti, come riferito dalla C., si recava

in continuazione presso la cella della de-tenuta ma non si era mai seduta dinanzialla cella stessa, omettendo, pertanto, disvolgere il servizio di sorveglianza a vistasecondo le istruzioni ricevute, ed anzi lastessa R., secondo quanto, tra l'altro, ri-levato dal Giudice a quo, aveva ammessodi essersi allontanata in alcune occa-sioni dalla cella della K. e di non aversvolto il servizio di sorveglianza in modocontinuativo. La disposizione della sor-veglianza a vista fu impartita, evidente-mente, in previsione di iniziativeestemporanee e pericolose della detenutaed era funzionale a scongiurare compor-tamenti autolesionistici e, come sottoli-neato dalla sentenza impugnata (pag.6), la c.d. "cella liscia", tipicamente ido-nea a tal fine le cui caratteristiche sonrichiamate in ricorso, non era mai esi-stita nella casa circondariale di (omis-sis): la dedotta aggressività verso terzidella donna non poteva richiedere talestretto controllo che sarebbe stato super-fluo essendo la detenuta rinchiusa nella

n. 194 • aprile 2012 • pag. 9Polizia Penitenziaria • SG&S

cella, circostanza, questa, che escludevadi per se, in costanza di detenzione, lapossibilità di comportamenti offensivierga alios. Quindi non può certo rite-nersi l'imprevedibilità del suicidio.Senza bisogno di richiamare i principiai quali si è rimenata la ricorrente intema di nesso eziologico nei reati omis-sivi, è chiaro che l'omissione della con-dotta prescritta ha precluso, a monte, iltempestivo avvistamento della com-plessa manovra suicidaria e, con esso, ilconseguente dovuto intervento per scon-giurarne il fatale esito. Né può sottacersiche la censura mossa sia prevalente-mente aspecifica avendo riproposto inquesta sede in buona parte la medesimadoglianza rappresentata dinanzi allaCorte territoriale e da quel giudice disat-tesa con motivazione ampia e congrua,immune da vizi ed assolutamente plau-sibile. Si deve, pertanto, rigettare il ri-corso e, ai sensi dell'art. 616 cod. proc.pen., condannare la ricorrente al paga-mento delle spese processuali.•

Page 10: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

Significativa anche la presenza di giornalisti ed operatori tv, oltreche del parlamentare dell’Italia dei Valori Pedica che nel pome-riggio ha rappresentato nell’assemblea del Senato le ragioni dellanostra protesta. Siamo scesi in piazza per gridare, una volta di più, la nostra rabbiaverso una Amministrazione Penitenziaria matrigna verso i suoi po-liziotti, lasciati da soli - e con 7mila agenti in meno in organico -nella prima linea delle sezioni detentive a gestire le tante criticitàpenitenziarie dovute al costante e pericoloso sovraffollamento.Siamo scesi in piazza per denunciare la diffusa indifferenza dibuona parte della classe politica del Paese ai nostri problemi, po-litici che trascurano colpevolmente questa grave emergenza. Bisogna completamente ripensare il sistema dell’esecuzione dellapena nel nostro Paese: altro che soluzioni tampone. In un anno la situazione delle carceri è rimasta sostanzialmenteinvariata: 67.600 detenuti erano un anno fa, 66.400 sono oggi.

n. 194 • aprile 2012 • pag. 10Polizia Penitenziaria • SG&S

artedì 3 aprile, ancora una volta, i poliziotti penitenziariaderenti al Sindacato Autonomo SAPPe, il primo e piùrappresentativo di Categoria, sono scesi a manifestare

in piazza per partecipare al sit-in organizzato davanti al Diparti-mento dell’Amministrazione Penitenziaria in largo Daga, nel quar-tiere romano della Pisana.Tantissimi i partecipanti, provenienti non solo da Roma e dal Lazio.

Erano infatti presenti ledelegazioni sindacalidel SAPPe di Campa-nia, Abruzzo, Toscana,Emilia Romagna, Li-guria, Umbria, Leccee Calabria.

Una manifestazione per protestare contro le indifferenze

dell’Amministrazione, della politica e del Governo verso la Polizia Penitenziaria

Nelle foto le immagini

della manife-stazione

M

Page 11: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

n. 194 • aprile 2012 • pag. 11Polizia Penitenziaria • SG&S

Il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria non ci sta più adascoltare passivamente demagogiche e sterili de-nunce sull’emergenza penitenziaria.. Per rispetto di chi in carcere lavora nella primalinea delle sezioni. Le carceri scoppiano, nelle car-ceri si muore e i poliziotti sono sempre più stres-santi e stanchi di questo stato di cose e di questainerzia. Il SAPPe ha allora scelto di scendere inpiazza per denunciare i gravi problemi con i qualiquotidianamente si confronta la PoliziaPenitenziaria. Problemi che alimentanole tensioni, come i costanti e continuieventi critici , gli straordinari, gli avan-zamenti di carriera, gli assegni di fun-zione e le missioni non pagate e, daultimo, l’assurda riforma tecnica che faràandare in pensione i poliziotti a 70 anni.

Tutto questo nell’indifferenza dell’Amministrazione Penitenziariae delle Istituzioni. Abbiamo gridato in piazza la nostra rabbia allepromesse a vuoto dei politici ma anche contro i provvedimentitecnici che colpiscono sempre le stesse categorie. E se nulla dovesse cambiare, manifesteremo anche il giorno dellaFesta del Corpo a Roma, il prossimo 18 maggio, per chiedere at-tenzione all’unica persona che si è dimo-strata attenta e sensibile ai nostri problemi,il Capo dello Stato. Il SAPPe ha scelto, ancorauna volta, di stare dalla parte giusta: quella

dei Baschi Azzurri!erremme •

Page 12: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

oro mondiale di Nizza conquistatoa venticinque anni da una CarolinaKostner matura, serena e, soprat-

tutto, ad anni luce da qualunque altra av-versaria, è uno di quei risultati che segnanola vicenda personale di un’atleta e la storiadi una disciplina a metà tra sport e spetta-colo, che in Italia non ha nulla dei numerie della tradizione del calcio e che, in ognicaso, prima di Carolina mai aveva cono-sciuto un’altra interprete come lei. In 106 anni di storia del pattinaggio azzurroe delle rassegne iridate, solo Barbara FusarPoli e Maurizio Margaglio per l’Italia eranoriusciti in coppia a trionfare nella danza.Per quel risultato storico prima di Nizza sidoveva tornare indietro di undici anni, nel2001, proprio quando Carolina di anni neaveva appena tredici, pattinava da otto e,all’esordio delle competizioni internazio-nali, a quell’epoca riuscì a vincere la suaprima gara di alto profilo, facendo capolinonelle cronache di un mondo duro e selet-tivo. Un ambiente in cui anche nell’età deigiochi, citando la pucciniana Butterfly, leha fatto avere poco in comune con i po-meriggi oziosi delle bambine sue coetanee.Allenamenti sul ghiaccio ed in palestra da

n. 194 • aprile 2012 • pag. 12Polizia Penitenziaria • SG&S

Nelle foto la Kostner

in gara e conla medaglia

d’ oro e il logo dei

Campionatidi Nizza 2012

a cura di Lady OscarRedazione Sportiva

[email protected]

svolgere quotidianamente ed una vita mo-rigerata hanno scandito ogni fase della suacrescita. Addirittura ad Oberstdorf Carolinadormiva in una stanza che era poco più diuno sgabuzzino sulla pista, per non saltarenemmeno una seduta ed essere sempre lì,con il corpo e con la mente. I sacrifici pagano: nel 2003 è arrivato ilbronzo ai mondiali juniores di Ostrava, nel2005, nella rassegna maggiore di Mosca,lacampionessa delle Fiamme Azzurre haconquistato la prima medaglia in un mon-diale assoluto mai vinta da un’italiana, an-cora una volta dietro ai grandi primati c’èscritto il suo nome. Prima del dato definitivo attuale che parladi quattro medaglie iridate, con un argentoe due bronzi e sette podi europei conse-cutivi, bisogna ricordare però che la pro-gressione di Carolina verso l’Olimpo dellegrandissime è stata caratterizzata anche damomenti difficili e senza gloria, da periodiin salita, fatti di rovinose cadute in ognisenso, che avrebbero steso gli animi più de-boli e dai quali lei, con carattere e deter-minazione, ha saputo rialzarsi e continuare.Sono lontane oggi le delusioni olimpiche diTorino 2006 e Vancouver 2010.

Carolina Kostner vince il titolomondiale e lo dedica a tutti i colleghi

L’

Page 13: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

In quei momenti di sconfortoCarolina ha potuto contare solo suse stessa, sull’affetto delle persone piùcare ed a lei vicine e sul sostegno delleFiamme Azzurre che non hanno maismesso di credere che fosse un’atleta dispessore anche quando in molti, nel Paeseche facilmente corre in soccorso dei vin-citori, per dirla con le parole di Ennio Fla-iano, e che dimentica le vittorie alle primesconfitte, l’avevano data per finita. Era solo questione di tempo per l’assistentedi Polizia Penitenziaria Carolina Kostner af-finché trovasse la definitiva maturità perso-nale ed agonistica e perché capisse che,senza andare a Los Angeles alla corte deltecnico Frank Carroll, che l’America cel’aveva già con i suoi affetti più prossimi el’allenatore di sempre Michael Hut adOberstdorf. «In questo oro c’è tutta la mia vita», hadichiarato a fine gara, e dunque la base dipartenza per compiere il grande salto,quella vita divisa tra i monti della Val Gar-dena e la Germania, si è dimostrata la piùsolida possibile. Passando alla due giorni di competizioni alPalais des Exposition, dopo la terza posi-zione provvisoria del corto del giovedì allespalle di Alena Leonova 64.61, e di Kanako Murakami 62.67 con una valutazione da128,94, nel libero di sabato 31 marzol’atleta delle Fiamme Azzurre, sulle notedel celebre concerto per pianoforte ed or-chestra n.23 di Mozart, ha svolto un pro-gramma pressoché perfetto.

n. 194 • aprile 2012 • pag. 13Polizia Penitenziaria • SG&S

si è presentata in delegazione da-vanti alla neo-iridata per compli-

mentarsi personalmente. Ancheda questi dettagli, tutt’altro chetrascurabili, si può compren-dere il peso specifico delle im-prese e di chi le compie. Finitala gara uno dei primi pensieri

è stato di inviare un sms allaSegretaria della sezioneSport del Ghiaccio delleFiamme Azzurre Stefania

Parrelli, in cui la ringraziavadi tutto e affermava che: «questa

vittoria è anche delle Fiamme Az-zurre e della Polizia Penitenziaria».

E’ un legame colpevolmente quasi mai ci-tato da chi si occupa di informazionequello tra Carolina Kostner ed il Corpo diPolizia Penitenziaria. Tuttavia la campionessa delle FiammeAzzurre lo sente con orgoglio e nonperde mai occasione, incontrando icolleghi, di dispensare un sorriso o unabbraccio affermando che è una diloro. In qualunque parte d’Italia lamamma Patrizia spedisce (a sue

spese), senza tralasciare mainessuna richiesta, foto e po-

ster autografati dalla figliaagli appartenenti che

hanno piacere adavere un suo ri-cordo.

Ad ogni festa ufficiale organizzata dai geni-

C’è stata solo una piccola impre-cisione in un salto (un

triplo loop di-ventato

doppio).Ha saputogestirsi al me-glio, anche emoti-vamente Carolina:il pubblico eranumeroso e calo-roso come aitempi dei Giochi diTorino 2006, quandoda poco era approdatain Polizia Penitenziaria e fuportabandiera dell’evento. Stavolta però non sono arrivatila tensione o il panico ad offu-scarne il talento. Carolina si è esibita leggera sulghiaccio centrando un punteggio fi-nale stratosferico, che è anche il nuovorecord europeo, piazzandosi in cima allaclassifica assoluta con 189,94, lasciandodietro di sè la russa Alena Leonova (ar-gento con 184,28) e la giapponese AkikoSuzuki (bronzo in 180,68).«Era il mio tempo», ha dichiarato pocodopo la proclamazione a regina del mondodel pattinaggio di figura. Tre cose vuole il campo: buon lavoratore,buon seme e buon tempo e Carolina comeun fattore avveduto, tutto quello che la se-parava dagli esordi della carriera a Nizza,ha saputo amministrarlo al meglio. Poi c’è stato il momento del podio, è ri-suonato l’inno di Mameli e la commozioneha velato gli occhi di una Carolina al colmodella felicità: in mano il bouquet verde-bianco-rosso, lo sguardo proteso la ban-diera che si elevava in alto, al di là dellapista, sugli spalti altrettante emozioni ecommozione erano della sua famiglia e delfidanzato Alex Schwazer. Appena scesa dal gradino più alto ha tro-vato la casa regnante di Monaco con intesta la principessa, Carolina come lei, che

Nelle fotoancoraimmagini diCarolinaKostner

in gara, in uniforme e con la tutadelle Fiamme Azzurre

Page 14: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

tori ad Ortisei per festeggiare le sue vittoriepiù importanti, ultima tra tutte quella per ilmondiale il giorno di Pasqua, non è maimancato l’invito al direttore ed al coman-dante del carcere di Bolzano dal quale Ca-rolina amministrativamente dipende. E non manca mai un grazie sincero a chi

n. 194 • aprile 2012 • pag. 14Polizia Penitenziaria • SG&S

Nelle Fotoa fianco

Carolina Kostner

con i suoi genitori

a destra con il tricolore

sottoil banner

dell’ home page del suo sito ufficiale

ad esempio come l’Ispettore Capo Pa-squale Gaudino (Prap di Milano) da fan diCarolina, non smette mai di seguirla e sup-portarla. A seguito dell’oro della Kostner la Nazio-nale italiana di pattinaggio sul ghiaccio èstata ammessa ai Mondiali a squadre di

Tokyo che si sono tenuti dal 18 al 22 aprilee ha ottenuto anche la qualificazione per iprossimi Giochi Olimpici invernali di Sochiinsieme con il Giappone, il Canada, la Rus-sia, gli Stati Uniti e alla Francia. La qualificazione dunque è stata raggiunta,per i 5/6 del patrimonio di atleti della na-zionale italiana, dai portacolori delleFiamme Azzurre, escluso solo l’individua-lista maschile: con Carolina Kostner, AnnaCappellini e Luca Lanotte (sesti a Nizza),più la coppia di artistico reclutata alla finedi dicembre nella Polizia Penitenziaria ecomposta da Stefania Berton e Ondrej Ho-tarek (che nella classifica finale del mon-diale hanno chiuso all’undicesimo postonella loro specialità). Nel World Team Trophy di Tokyo, Carolinaè giunta di poco alle spalle della giappo-nese Akiko Suzuki, e ha mancato per unsoffio l’incredibile poker di vittorie in sta-gione. Ancora sulle note del concerto nu-mero 23 di Wolfgang Amadeus Mozart, lafuoriclasse delle Fiamme Azzurre non èriuscita a replicare i successi del GrandPrix di Quebec City, dell’Europeo di Shef-field e del Mondiale di Nizza, pagando unacaduta sul triplo toeloop e qualche impre-cisione su un triplo flip, che ha ricevuto va-lutazioni discordanti, per un punteggiocomunque più che buono: 185,72, controil 187,79 della vincitrice giapponese. Ma in fondo il poker non era determinanteper questa stagione meravigliosa: negli anninon è mai stata la perfezione a tutti i costia rendere più belle le vittorie di Caro, afarle accumulare tifosi in Italia e nelmondo, ma la normalità e talvolta la fragi-lità della persona coniugata alla grandezzadell’atleta, la sua capacità sbagliare, di ca-dere e di rialzarsi dai periodi più difficili,di ritrovare forza e motivazioni per conti-nuare ad andare avanti. Tutto ciò, indipen-dentemente dai podi o dalle medaglie, aben guardare è già vincere.

arolina Kostner ha un sito web ufficiale : www.carolina-kostner.it che perònon è gestito da lei ma da due ragazze sue tifose che lo mantengono a lorospese e lo aggiornano costantemente. Alcuni dei lettori del blog della rivista

hanno giustamente rilevato come non fosse affatto indicata, nello spazio professionedei dati biografici della campionessa iridata, la sua appartenenza al Corpo di PoliziaPenitenziaria e vi comparisse invece un generico studentessa. La responsabilità di questa imprecisione, che comunque è stata modificata tempe-stivamente, non è dunque ascrivibile a Carolina, ma a coloro le quali hanno aggior-nato il sito soprattutto nella parte relativa ai risultati delle competizioni, meno sulresto della biografia, ferma a quando il sito era stato creato (anni prima dell’ingressodi Carolina in Polizia Penitenziaria).Un’altra curiosità poco pubblicizzata: al termine di ogni stagione agonistica tutti icostumi di gara di Carolina vengono battuti all’asta ed il ricavato viene destinato in-teramente all’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, con il quale la Kostner collaborada tempo a beneficio di tanti piccoli pazienti. •

C

curi

osit

à su

Car

olin

a...

Page 15: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

• assistenza legale nel relativo procedimento amministrativo;•assistenza nella fase giudiziale contro il relativo provvedimento negativo;• compenso professionale convenzionato.

in materia di PENSIONE PRIVILEGIATAper il personale cessato dal servizio e/o i superstitiL’assistenza interessa:• il personale collocato in congedo senza diritto a pensione o con pensioneordinaria che possa ancora chiedere il riconoscimento della dipendenzada causa di servizio di infermità o lesioni riferibili al servizio stesso e laconseguente pensione privilegiata;• il personale collocato in congedo senza diritto a pensione o con pensioneordinaria, al quale sia stata negata la pensione privilegiata per non dipen-denza da causa di servizio di infermità e lesioni o per non ascrivibilità dellestesse;• il personale cessato per inidoneità dal ruolo della Polizia Penitenziaria,già transitato o che debba transitare ai ruoli civili della stessa amministra-zione o di altre amministrazioni, ai fini della concessione della pensioneprivilegiata per il servizio prestato nella polizia Penitenziaria;• il personale deceduto in servizio, ai fini della pensione indiretta privile-giata ai superstiti e di ogni altro beneficio previsto a favore degli stessi;• il personale già titolare di pensione privilegiata deceduto a causa dellemedesime infermità pensionate, ai fini dei conseguimenti spettanti ai su-perstiti.L’assistenza comprende:• esame gratuito, legale e medico legale, del fondamento della domandaper la concessione della pensione privilegiata anche per i transitati al ruolocivile;• valutazione gratuita, legale e medico legale, del fondamento del ricorsocontro il provvedimento negativo della pensione privilegiata;• valutazione gratuita, legale e medico legale, delle pensioni indirette e diriversibilità ai fini del trattamento privilegiato e dell’importo pensionisticoliquidato;• assistenza nella relativa fase amministrativa e nella fase giudiziale controil provvedimento pensionistico negativo;• compenso professionale convenzionato.

PER BENEFICIARE DELLA CONVENZIONE Gli iscritti al Sappe possono:• rivolgersi alla Segreterie Sappe di appartenenza;• rivolgersi agli avvocati Guerra presso le sedi degli studi di Roma (via Ma-gnagrecia n.95, tel. 06.88812297), Palermo (via Marchese di Villabiancan.82, tel.091.8601104), Tolentino - MC (Galleria Europa n.14, tel.0733.968857) e Ancona (Corso Mazzini n.78, tel. 071.54951);• visitare il sito www.avvocatoguerra.it

La convenzione Sappe/Studio Legale GuerraPer rispondere ad una richiesta sempre più pressante dei propri iscritti,il Sappe ha stipulato una convenzione con lo Studio Legale AssociatoGuerra, come partner legale in materia previdenziale.

Lo Studio Legale Associato Guerra è specializzato in materia di diritto pen-sionistico pubblico, civile e militare.

La convenzione tra il Sappe e lo Studio Legale Associato Guerra comprende • la causa di servizio e benefici connessi;• le idoneità al servizio e provvedimenti connessi:• i benefici alle vittime del dovere;• la pensione privilegiata (diretta, indiretta e di riversibilità) e gli assegniaccessori su pensioni direttte e di riversibilità.

La consulenza si avvale di eccellenti medici esperti di settore, collaboratoridell Studio Guerra, in grado di assistere l’interessato anche nel corso dellevisite mediche collegiali in sede amministrativa e giudiziaria.In particolare, attraverso lo Studio Legale Associato Guerra , il Sappe ga-rantisce ai propri iscritti:

in materia di CAUSA DI SERVIZIO• valutazione gratuita, legale e medico legale, del fondamento della do-manda per il riconoscimento della causa di servizio anche ai fini dell’equoindennizzo;• assistenza legale nella fase amministrativa;• valutazione gratuita, legale e medico legale, del fondamento del ricorsocontro il provvedimento negativo di riconoscimento della causa di servizioe del’equo indennizzo;• assistenza legale nella fase giudiziale dinanzi alle competenti Sedi Giu-risdizionali;• compenso professionale convenzionato.

in materia di INIDONEITA’ AL SERVIZIO• valutazione legale e medico legale delle infermità oggetto di accerta-mento della idoneità al servizio, per la scelta strategica delle azioni da pro-muovere secondo gli obiettivi che intende raggiungere l’interessato;• assistenza legale nel relativo procedimento amministrativo;•assistenza nella fase giudiziale contro il provvedimento amministrativo;• assistenza amministrativa e giurisdizionale contro il provvedimento ditrensito;• compenso professionale convenzionato.

in materia di VITTIME DEL DOVERE• valutazione gratuita per l’accertamento della sussistenza delle condizionidi legge richieste per il diritto ai benefici previsti a favore delle vittime deldovere;

Page 16: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

l 17 aprile 2012 presso l’Istituto Cen-trale di Formazione di Roma si è tenutoun tavolo tecnico presieduto dalla di-

rigente dr.ssa Cira Stefanelli, cui hanno par-tecipato il Comandante di Reparto SilvioTomassetti e diversi esperti in materia di tu-tela della salute e sicurezza nei luoghi di la-voro.Come è noto, la normativa sulla tutela dellasalute e sicurezza dei lavoratori ha subitonotevoli cambiamenti negli ultimi anni.I riferimenti normativi in base ai quali oggisi valuta la sicurezza dei luoghi di lavorosono infatti i Decreti Legislativi n. 81/2008e n. 106/2009, che hanno sostituito il vec-chio Decreto Legislativo n. 626/94, ormaiabrogato.

Invero la tematica della tutela della salutee sicurezza dei lavoratori è stata affrontatadalle leggi italiane fin dal 1950 per farfronte al problema dell’espansione produt-tiva del dopo guerra che utilizzava qualiluoghi di lavoro strutture destinate a crearecondizioni per attività insane per i lavora-tori.Successivamente con l’entrata in vigore delDecreto Legislativo n. 626/94 la visionedella sicurezza sul lavoro è cambiata radi-calmente. Rispetto agli anni precedenti, lasicurezza viene vista come bene irrinuncia-bile nel luogo di lavoro e come problemada gestire in modo collaborativo ed evolu-tivo. Si sviluppano per la prima volta i con-cetti di informazione e formazione dei

a cura di Ciro BorrelliSegretario Locale Sappe ICF [email protected]

n. 194 • aprile 2012 • pag. 16Polizia Penitenziaria • SG&S

Nelle fotosopra

una vedutaesterna e l’ingresso

dell’ ICF di Roma

sotto,al centro

il Comandantedi Reparto

SilvioTomassetti

insieme aCiro Borrelli

lavoratori e si presta attenzione allo studioe alla prevenzione dei vari rischi collegatiai singoli lavori.E’ importante sottolineare che mentre nel1960 si puntava l’attenzione esclusivamentesull’idoneità tecnico igienica dei luoghi dilavoro, nel D.Lgs. n. 626/94 ed ancoranelle normative successive questo concettoviene integrato con l’idoneità del lavoratorealla mansione e alla sua formazione. Ciòsia per compiere al meglio il proprio do-vere, che per affrontare situazioni di emer-genza.

Altresì interessante sottolineare che le ci-tate normative estendono la protezione dairischi a tutti coloro che per vari motivi fre-quentano il luogo di lavoro stesso. Nell’am-bito della Giustizia Minorile, vengonopertanto equiparati ai dipendenti diretti

I

Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

dell’amministrazione, gli operai delle ditteesterne, i partecipanti ai corsi di forma-zione, convegni e seminari quali quelli chesi svolgono ad esempio presso l’Istituto Cen-trale di Formazione del Personale, i CentriGiustizia Minorile e in ogni aula o luogodelle sedi di servizio su tutto il territorio na-zionale.Proprio per questo durante l’incontro del17 aprile 2012 sono state poste le basi perorganizzare dei corsi di formazione per gliappartenenti al Corpo di Polizia Penitenzia-ria che dovrebbero servire per prevenire gliincidenti sul luogo di lavoro e quindi ridurrei costi in genere. Con l’applicazione di dettenormative, nelle strutture della Giustizia Mi-norile, si riuscirebbero a colmare le se-

guenti carenze:• sicurezza della struttura;• uso delle attrezzature come ad esempiogli estintori;• pianificazione dei percorsi e della segna-letica da seguire in caso di evacuazione;• primo soccorso.L’iniziativa curata dall’Istituto Centrale diFormazione merita la massima attenzione daparte degli appartenenti al Corpo di PoliziaPenitenziaria, soprattutto laddove contribui-sce ad abbassare ancora di più il numerodegli incidenti sul lavoro. Secondo le statistiche dal 2001 al 2010 gliincidenti di lavoro nei vari settori sono infattidiminuiti, registrando dei decrementi chehanno superato il 30%. •

Page 17: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

entile SAPPe, mi complimento per la rubrica“diritto & diritti”, colgo l’occa-

sione per chiedere chiarimenti in mate-ria di permessi per diritto allo studio,soprattutto a seguito della sempre piùampia diffusione di corsi organizzatidalle università telematiche. In partico-lare, vorrei sapere se le ore di permessopossono essere utilizzate per l’attività distudio. Ringrazio anticipatamente.

Lettera firmata.

Gentile collega,la pubblica amministrazione è tenuta, se-condo il dettame costituzionale, al buon an-damento e all’efficienza dell’organizzazio-ne. Pertanto, i dipendenti interessati allaformazione universitaria devono esseremessi in condizione di seguire i corsi e difruire delle agevolazioni che l’ordinamentoprevede allo scopo. Peraltro, anche nell’ot-tica dell’efficienza dell’amministrazione,sono ormai disponibili e diffusi i sistemi diapprendimento a distanza e, soprattutto inrelazione alle possibilità di accesso alle ri-sorse di apprendimento per i lavoratori,l’Unione Europea, nell’ultimo decennio, haincoraggiato gli Stati membri a sperimen-tare nuovi metodi e approcci di apprendi-mento, che favoriscono l’utilizzo ditecnologie dell’informazione e della comu-nicazione nei sistemi di istruzione e forma-zione. In questo contesto, già da tempo le“università telematiche” sono state regola-mentate anche nell’ordinamento italiano,accordando alle istituzioni che rispondonoa determinati requisiti l’abilitazione a rila-sciare titoli accademici (decreto del Mini-stro dell’Istruzione Universitaria e dellaRicerca, di concerto con il Ministro del-l’Economia e delle Finanze, del 17 aprile2003).La legge, i contratti collettivi e gli accordinazionali quadro prevedono una serie diagevolazioni per il diritto allo studio. Con-siderato che le esigenze di crescita cultu-rale e professionale dei dipendenti devonoessere contemperate con la necessità at-tuale di buon andamento, è chiaro che

anche la disciplina dei permessi per il di-ritto allo studio deve prevedere limiti e con-dizioni di fruizione in funzione delleesigenze amministrative. Tra gli istituti utilizzabili allo scopo le 150ore di permessi retribuiti all’anno per lapartecipazione ai corsi universitari e postuniversitari che si svolgono durante l’orariodi lavoro. In proposito, per rispondere alquesito in materia, le ore di permesso pos-sono essere utilizzate per la partecipazionealle attività didattiche o per sostenere gliesami che si svolgono durante l’orario di la-voro, mentre non spettano per l’attività distudio. Questo orientamento applicativo,oltre che dal tenore delle clausole, è con-fermato dall’orientamento della giurispru-denza di legittimità (Cass., Sez. lav. n.10344/2008) e dell’ARAN. Un aspetto par-

G

Permessi per il dirittoallo studio

Giovanni [email protected]

n. 194 • aprile 2012 • pag. 17Polizia Penitenziaria • SG&S

La sicurezza per il vostro mondo siamo noi!

• Servizio di indagini informatico forensi• Bonifiche ambientali• Servizio di scorta e tutela• Sistema di monitoraggio flotte• Vendita di prodottiper il contro spionaggio...e tanto altro ancora

Per informazioni: [email protected].+39 06 95557549 +39 339 1773962 www.almaelsecurity.com

ticolarmente discusso è quello relativo allapossibilità di fruizione del permesso daparte dei dipendenti iscritti alle universitàtelematiche. In proposito, anche alla lucedi quanto precisato dall’ARAN in più diun’occasione, è bene sottolineare che leclausole nel disciplinare le agevolazioninon contengono specifiche previsioni suicorsi tenuti dalle università telematiche e,pertanto, la relativa disciplina deve inten-dersi di carattere generale, non rinvenen-dosi in astratto preclusioni alla fruizionedel permesso da parte dei dipendentiiscritti alle università telematiche. E’ chiaroin ogni caso che tale fruizione deve avve-nire nel rispetto delle condizioni fissatedalle clausole medesime, per cui essa ri-sulta subordinata alla presentazione delladocumentazione relativa all’iscrizione eagli esami sostenuti, nonché all’attesta-zione della partecipazione personale deldipendente alle lezioni. In quest’ultimocaso i dipendenti iscritti alle università te-lematiche dovranno certificare l’avvenutocollegamento all’università telematica du-rante l’orario di lavoro. •

Page 18: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

n. 194 • aprile 2012 • pag. 18Polizia Penitenziaria • SG&S

l corso di formazione tenuto all’IstitutoCentrale di Formazione del Personaledi Roma dall’11 al 13 aprile rivolto al

personale del Ministero dell’Istruzionedell’Università e Ricerca che lavora nellestrutture penali della Giustizia Minorile, aglioperatori dei servizi dell’amministrazionepenitenziaria e al personale del Corpo diPolizia Penitenziaria, è il risultato di unprogetto approvato con il contributo di unfinanziamento comunitario. Coinvolti nell’iniziativa il Dipartimento perla Giustizia Minorile, il Dipartimento Am-ministrazione Penitenziaria e la Direzione

IRoma: Formazione del personale dell’ ICF

Generale del Personale del Ministero del-l’Istruzione dell’Università e Ricerca chehanno lavorato al progetto in più fasi esono riusciti a concretizzarlo nelle aule diformazione dell’ICF di via Giuseppe Barel-lai in Roma.I lavori si sono svolti, grazie alla professio-nalità del personale di Polizia Penitenziariache stava curando l’aspetto logistico e or-ganizzativo già da alcune settimane sotto laguida del Comandante di Reparto SostitutoCommissario Silvio Tomassetti. L’evento diretto dalla dr.ssa Cira Stefanelli,direttrice dell’Istituto Centrale di Forma-

zione, congiuntamentea professionisti del MIURtra i quali il prof. Raf-faele Sibilio –Universitàdegli Studi Federico II -,il dott. Donato Marzano- Ispettore tecnico MIURe il dott. Francesco d’An-gella, è stato videoregi-strato e supportato dallemodernissime attrezza-ture multimediali in do-tazione presso lastruttura romana.

Durante il corso sono stati trattati diversiaspetti, tra cui quello della motivazione al-l’apprendimento e il ruolo degli insegnantinei penitenziari anche in relazione alla si-curezza, servendo così per gli operatori chevi hanno partecipato, tra cui il personale diPolizia Penitenziaria, a migliorare le com-petenze comunicative nell’interazione tra lediverse figure professionali che operano nelsistema penitenziario.Prima di chiudere questo articolo, un rin-graziamento particolare va al personale diPolizia Penitenziaria in servizio presso l’Isti-tuto Centrale di Formazione del Personale ilquale, nonostante soffra la fortissima ca-renza di uomini determinata dai pensiona-menti degli ultimi anni, riesce sempre adimostrare la sua professionalità e le sue ca-pacità organizzative ad ogni evento che sitiene presso la suddetta struttura, affron-tando allo stesso modo gli imprevisti che divolta in volta si presentano.

Ciro Borrelliel numero di gennaio di PoliziaPenitenziaria avevamo fornitoun breve resoconto della visita

di una delegazione di poliziotti peni-tenziari di Marassi al Cardinale di Ge-nova Angelo Bagnasco. L’Arcivescovo metropolita, che èanche Presidente della ConferenzaEpiscopale Italiana, ha avuto la corte-sia di farci pervenire in Redazione ilsuo apprezzamento per l’invio dellaRivista e ha voluto confermarci «il ri-cordo nella preghiera, invocando suquanti lavorano in questa realtàcosì complessa la benedizione delSignore per intercessione della San-tissima Vergine Maria”.

N

Genova: il Cardinale Bagnasco ringrazia lasegreteria di Marassi

Nelle Fotosotto

il personale diPolizia

Penitenziaria e i docenti

del MIURa destra

l’ ICF di Romain bassoa destra

il ComandanteSilvio

Tomassetti

Page 19: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

l 27 Marzo, presso la sala conferenzedella Casa Circondariale di Catanzaro,si è tenuta l’assemblea dei quadri sin-

dacali del SAPPe Regionali, Provinciali e Lo-cali, della regione Calabria alla presenzadel Segretario Generale Dott. Donato Ca-pece e del Segretario Generale aggiuntoDott. Giovanni Battista Durante.I lavori sono stati aperti dall’intervento delSegretario Regionale Damiano Bellucci, cheha evidenziato i problemi in cui si trova lanostra Regione dal sovraffollamento dellecarceri alla carenza di personale, dallamancanza di risorse economiche alla man-cata assegnazione di un Provveditore inpianta stabile. Il Segretario Generale Ag-giunto Giovanni Battista Durante, oltre a ri-marcare le varie problematiche, harafforzato la tesi di rivedere a livello cen-trale le piante organiche e portare a cono-scenza i vertici dell’amministrazione diquanto dovuto per la tutela del personale. Il Segretario Generale SAPPe Dott. DonatoCapece ha illustrato varie argomentazioni:sovraffollamento carceri, carenza endemicadi personale di Polizia Penitenziaria e am-

ministrativo, braccialetto elettronico, mi-sure alternative alla detenzione, riformadelle pensioni ed iniziative da intrapren-dere per tutelare il personale del CompartoSicurezza, assunzione di nuovi allievi agentiche permetteranno ad altri di ottenere iltrasferimento, saldo del FESI relativo agliultimi tre mesi dell’anno 2011, concorsi diispettori e sovrintendenti. Nel corso della riunione sono intervenuti

ICatanzaro: Consiglio Regionale dei Quadri sindacali del Sappe

n. 194 • aprile 2012 • pag. 19Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella fotoi partecipantial ConsiglioRegionale del Sappetenutosi aCatanzaro

l 14 aprile le delegazioni del SAPPe edella UIL-PA hanno accompagnato inuna visita dei luoghi di lavoro della

Casa Circondariale di Matera, il Presidentedel Gruppo I.D.V. Sen. Avv. Felice Belisario.Dopo il sopralluogo ed una chiara illustra-zione al Sen. Belisario delle ragioni dellaprotesta, questi ha consentito alle delega-zioni SAPPe e UIL-PA di incontrare il Presi-dente del Senato Renato Schifani, presentea Matera in occasione della celebrazioneper il centenario della morte del poeta Gio-vanni Pascoli. L’incontro ha consentito alle delegazionisindacali di prospettare anche al PresidenteSchifani le ragioni della loro protesta. Il do-cumento riporta le forti criticità e preoccu-pazioni avvertite da tutto il personale dellaPolizia Penitenziaria che lavora presso lastruttura carceraria di Matera. Il PresidenteSchifani ha mostrato molto interesse allequestioni sollevate e si è impegnato a segna-larle al Ministro della Giustizia.

anche i vari delegati che hanno trattato variargomenti e tra questi : la problematica re-lativa allo straordinario effettuato oltre le36 ore, il passaggio della gestione dell’IN-PDAP all’INPS, il nuovo modello organizza-tivo delle traduzioni, FESI, assegnofunzionale, gestione degli stipendi da partedel MEF. La riunione si è conclusa con gliadempimenti statutari e con una bella fotodi gruppo. Giuseppe Cosenza

Nonostante le preoccupazioni condiviseanche dalle autorità politiche, dobbiamo re-gistrare che la Direzione della Casa Circon-dariale di Matera ha reso noto la data diapertura del nuovo reparto detentivo senzaalcun accenno alle preoccupanti questionisollevate. Riteniamo indispensabile coinvolgere tuttele personalità che hanno a cuore la salva-guardia e la tutela dei diritti basilari dellepersone, e fra questi in particolare S.E.Rev.ma Mons. Salvatore Ligorio, Arcive-scovo della Diocesi di Matera-Irsina, si devegarantire il diritto ai detenuti di avere ade-guati spazi fisici di vivibilità� ambientale, checonsenta una opportuna attività� finalizzataal reinserimento nella società e difficilmentela situazione che verrà� a determinarsi que-sto lo consentirà� . Ovviamente questo si ag-giunge alle difficoltà logistiche a cui ilpersonale della struttura materana è chia-mato ad operare, per garantire sicurezza edignità ai detenuti e a se stessi.

Matera: il Sappe incontra il Sen. Belisario Le rappresentanze sindacali e il personaletutto continueranno nella protesta. Atten-dono con ansia crescente di essere convo-cate dal Prefetto, a cui poter rappresentarenel dettaglio le difficoltà operative che,anche per ragioni di riservatezza professio-nale, non possono essere divulgate.In ogni caso, richiamandosi al senso disensibilità� e responsabilità istituzionaledella Direzione della Casa Circondariale diMatera, per assicurare la sicurezza possi-bile nelle condizioni descritte, seppur co-munque insufficiente, provveda condecorrenza immediata, ad impiegare alservizio di Istituto tutto il personale attual-mente destinato a compiti non pertinentidi Polizia Penitenziaria.•

Nella fotol’incontrodella delegazionedel Sappe conil Presidente del SenatoRenatoSchifani

I

Page 20: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

n. 194 • aprile 2012 • pag. 20Polizia Penitenziaria • SG&S

In alto la locandina

sotto alcunescene

del film

Regia: Fabrizio CattaniTratto dall'Opera letteraria From Medeadi Grazia Verasani (Ed. Sironi)

Soggetto: Fabrizio Cattani, Grazia Verasani (libro)Sceneggiatura: Fabrizio Cattani, Grazia Verasani Musiche: Paolo VivaldiFotografia: Francesco Carini Montaggio: Paola FreddiScenografia: Daniele Frabetti Sonoro: Francesco Liotard Costumi: Teresa Acone, Sandra Cianci

Produzione: Fulvia Manzotti e The Coproducer, IpotesiCinema, FasoFilmDistribuzione: Fandango (2012)

Personaggi ed Interpreti:Clara: Andrea OsvártEloisa: Monica Dean Rina: Chiara MartegianiVincenza: Marina PennafinaLuigi: Daniele PecciGiulia: Elodie TreccaniDott. Scalia: Pascal ZullinoTrudy : Giulia Weber

Parrucchiera Rosa: Lia TanziAvvocato: Pierluigi CoralloDott.ssa Lucia Stregari: Giada Colucci Elsa: Franca AbategiovanniMari: Amina SyedGenere: Drammatico Durata: 95 minutiOrigine: Italia, 2011

uesto prison movie di Fabrizio Cat-tani, con sottotitolo Il bene dalmale, è interamente ambientato

dentro un ospedale psichiatrico giudiziarioe racconta la storia di quattro donne, tuttediverse tra loro, legate in qualche mododalla comune colpa dell’infanticidio. Il titolo, Maternity blues, è mutuato dalnome di quella condizione psicologica, disolito reversibile, che moltissime neo-mamme sperimentano subito dopo il parto.I sintomi di questa sindrome post-partumvariano di persona in persona e vanno dagliattacchi di panico alla depressione, in casiestremi, come quelli raccontati dal film, ar-rivano persino all’omicidio.Per i loro delitti, le quattro protagoniste vi-vono la loro condanna, più che nella reclu-sione, nell’espiazione di un profondo sensodi colpa interiore, quello incancellabile de-

Q

terminato dal loro efferato crimine che haannientato le loro esistenze.La convivenza forzata fra di loro, non fache accentuare le proprie sofferenze, lad-dove ciascuna non può fare a meno di leg-gere la propria colpa in quella dell’altra. E pur tuttavia, anche in mezzo a tutta questasofferenza, riescono a nascere delle amici-zie che, in qualche modo, le confortano eal tempo stesso le fanno sembrare quasi in-nocenti.Clara, nel travaglio dei propri sensi dicolpa, è combattuta se accettare o meno ilperdono del marito, che nel frattempo si èrifatto una vita in Toscana.Eloisa, la più passionale e spontanea delgruppo, è continuamente in polemica conle altre e si nasconde dietro un cinismo difacciata.Rina è una ragazza-madre che crede diaver compiuto una specie di eutanasia af-fogando la figlia neonata nella vasca dabagno.Vincenza, infine, è l’unica a nutrire una pro-fonda fede religiosa e, per questo, sarà

a cura di Giovanni Battista De Blasis

MaternityBlues

anche l’unica a non sopportare fino infondo il proprio senso di colpa compiendoun atto definitivo anche contro se stessa.

• REALIZZATO IN COLLABORA-ZIONE CON IL COMUNE DI MASSA ELA PROVINCIA DI MASSA CARRARA.• IN CONCORSO ALLA 68ª MOSTRAINTERNAZIONALE D'ARTE CINEMA-TOGRAFICA DI VENEZIA (2011)NELLA SEZIONE 'CONTROCAMPO ITA-LIANO'. FABRIZIO CATTANI HA RICE-VUTO LA MENZIONE SPECIALE DELPREMIO LINA MANGIACAPRE.

Page 21: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194
Page 22: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

Pasquale SalemmeSegretario Nazionale del Sappe [email protected]

Colpito da un malore attivo (dicitura ripor-tata nella sentenza del 27/10/1975), preci-pita alle ore 23,57 del 15 dicembre dallafinestra dell’ufficio, al quarto piano, del-l’edificio della Questura. Il terzo giorno dopo la strage, un tassistaCornelio Rolandi, si presenta a una stazionedei Carabinieri a Milano e riferisce di averaccompagnato un uomo, con una borsanera in vilpelle (successivamente indivi-duata in una Mosbach Gruber), a piazzaFontana il giorno della strage. L’uomo scende in una via adiacente allapiazza e poco dopo, lo stesso uomo, risalesul taxi, ma senza borsa. Il giorno dopo il tassista condotto in Que-stura, accompagnato dal tenente colonnellodei Carabinieri Favalli, nell’unica foto pre-sente sul tavolo del questore, riconosce ilcliente che il giorno prima era salito sul suotaxi. La foto è di Pietro Valpreda, anarchicoiscritto al circolo 22 marzo - il nome pro-viene dal maggiofrancese: il 22marzo 1968 fu oc-cupata l’Universitàdi Nanterre, dandoinizio al ciclo del‘68 in Francia -. Il Valpreda sottopo-sto a un confrontoall’americana: inmezzo ad alcuni po-liziotti viene ricono-

Fontana a Milano, un ordigno contenentesette chili di tritolo. La bomba, ferma le lancette dell’orologiodella banca, causa la morte di 16 personee ne ferisce 87; polverizza il pesante tavoloal centro del salone, divora in quel punto,in una voragine ampia circa un metro, ilmarmo e la soletta di cemento armato chesorregge la rotonda, frantuma le grandi ve-trate dei piani superiori, trasforma tutti glioggetti investiti dalla sua forza d’urto instrumenti di morte. La strage di piazza Fontana è considerata lamadre di tutti gli attentati che poi segui-ranno durante gli anni di piombo. Nello stesso pomeriggio altre bombe scop-piano a Roma (Altare della Patria, Museodel Risorgimento e Banca Nazionale del La-voro), causando 17 feriti, e un’altra è rin-venuta inesplosa sempre a Milano (BancaCommerciale). Nel tardo pomeriggio, polizia e carabinierifermano oltre 160 persone e perquisisconole sedi di una dozzina di movimenti rivolu-zionari. Le indagini sui presunti esecutoridel vile attentato sono immediatamente in-dirizzate sul mondo degli anarchici. Unodei primi a essere convocato in questura aMilano, lo stesso giorno della strage, è ilferroviere anarchico Giuseppe Pinelli. A in-terrogarlo il commissario Luigi Calabresial quale è affidata l’inchiesta sulla strage.Dopo tre giorni d’interrogatori al Pinellinon è contestata nessuna imputazione.

n. 194 • aprile 2012 • pag. 22Polizia Penitenziaria • SG&S

olitamente scelgo gli articoli per cu-riosità, per l’efferatezza dei crimini esoprattutto cerco di raccontare

quelle storie oramai da tutti dimenticate oche almeno non hanno avuto un interessemediatico. Ho riscontrato, con enorme piacere, checrimini e criminali riscuote un apprezzabilesuccesso tra i nostri lettori, tanto che qual-cuno, nel corso di una telefonata, mi ha in-vitato, dopo avermi raccontato il filmappena visto, a scrivere sulla strage dipiazza Fontana. Più che del racconto delfilm, sono rimasto affascinato dalle rifles-sioni della narratrice sul parallelismo del-

l’allora influenzaamericana sullo Statoitaliano con l’in-fluenza, odierna, deipoteri economicimondiali sui governinazionali. Tralasciando questeisolate considera-zioni di fantapolitica(ma non troppo!),soprattutto dopo averletto La grande stra-

tegia dell’Impero Romano di Edward Lutt-wack, è necessario raccontare cosasuccesse a Milano nel pomeriggio del 12dicembre del 1969. Verso le 16,37 esplode, nella sede dellaBanca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza

S

Piazza Fontana: la madre di tutte le stragi

Nelle fotosopra

l’internodella BNA

dopol’ esplosione

(nella rico-struzionedel film di

Marco Tullio

Giordanasulla strage)

soprala locandina

del film

a destraGiuseppe

Pinelli

Page 23: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

sciuto dal tassista Cornelio Rolandi e im-mediatamente tratto in arresto. Il giorno dopo è additato, dall’opinionepubblica nazionale, come un mostro, undepravato con tendenze omosessuali. Valpreda è interrogato dal sostituto procu-ratore Vittorio Occorsio che gli contestal’omicidio di quattordici persone e il feri-mento di altre ottanta. Con l’arresto di Val-preda, secondo gli investigatori, il caso èrisolto. Il 26 dicembre, qualche giorno dopo lastrage, l’avvocato Alberto Steccanella, sipresenta in Procura a Treviso, riportandole confidenze ricevute da Guido Lorenzon,un professore di lingua francese. Dalle rivelazioni dell’avvocato, la magistra-tura di Treviso, inizia a setacciare la cosid-detta pista nera nella ricerca deiresponsabili della strage in piazza Fontana,ipotizzando che l’estrema destra sia partefondamentale di un progetto politico, che hacome fine il rovesciamento dell’ordine co-stituito per l’instaurazione di un regime fa-scista. Tra l’altro Steccanella consegna unaserie di documenti al Procuratore di Treviso,tra questi un libretto intitolato: la giustizia ècome il timone: dove la si gira va. Nella seconda parte del libretto è riportatala tesi della nuova instaurazione dei tribu-nali del popolo per annientare la cosiddettadittatura borghese, la sua polizia e la suamagistratura. Questo libretto Guido Lorenzon lo aveva ri-cevuto dall’estremista di destra GiovanniVentura, esponente di un’organizzazione astruttura piramidale con un altro estremistadi destra Franco Freda. L’indagine, oltre a Freda e Ventura, coin-volge nuovi personaggi come Guido Gian-nettini appartenente al SID (ServizioInformazioni Difesa) esperto e studioso ditecniche militari. Valpreda si trova ancora in carcere quandonel 1971, un muratore, nell’eseguire al-cune riparazioni sul tetto di una casa di Ca-stelfranco Veneto, sfonda per errore iltramezzo divisorio di un’abitazione appar-tenente a un consigliere comunale sociali-sta, Giancarlo Marchesin, e scopre unarsenale di armi ed esplosivi, tra cui, inparticolare, casse di munizioni siglateNATO. Arrestato, Marchesin dichiara chequelle armi sono state nascoste lì da unesponente veneto di Ordine Nuovo. Tra le armi ritrovate sono presenti delle

casse dello stesso tipo di quelle utilizzateper contenere gli ordigni deposti in piazzaFontana. Quell’arsenale era stato nascostoda Giovanni Ventura dopo gli attentati del12 dicembre 1969. I magistrati di Treviso scoprono inoltre cheil gruppo (Freda, Ventura e due uominiprovenienti da Roma) tiene delle riunioninella sala di un istituto universitario di Pa-dova, messa a disposizione dal custode,Marco Pozzan, braccio destro di FrancoFreda. Il Pozzan interrogato dagli inquirenti,spiega del piano finalizzato proprio all’at-tentato di Milano.Il 3 marzo 1972, su mandato del procura-tore di Treviso, Freda e Ventura vengonoarrestati e con loro finisce in manetteanche Pino Rauti (uno dei due romani delgruppo), fondatore di Ordine Nuovo. Le accuse formulate dalla Procura sono: ri-costituzione del partito fascista, pianifica-zione degli attentati del 25 aprile 1969 (allaFiera e alla Stazione Centrale di Milano) edell’8 e 9 agosto dello stesso anno (adanno di alcuni treni); e infine di essereimplicati nella strage di piazza Fontana. Dalle indagini emerge sempre più chiara-mente un collegamento fra servizi segreti emovimenti di estrema destra. Nel frattempo a proseguire le indagini sonodesignati tre nuovi magistrati milanesi, chele riprendendo da zero acquisendo unaserie di prove decisive contro il gruppoFreda-Ventura e, nello stesso tempo, dimo-strano che i poliziotti e i giudici, concen-trandosi sulla pista anarchica, hannocommesso numerose irregolarità.Alla fine del 1972, uomini del SID intercet-tano Marco Pozzan, latitante dal giugnodello stesso anno, quando fu emesso neisuoi confronti un mandato di cattura perconcorso nell’attentato di piazza Fontana,e dopo averlo sottoposto a un interrogato-rio ed avergli fornito un passaporto falso

n. 194 • aprile 2012 • pag. 23Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella fotoal centroil CommissarioLuigi Calabresi

lo fanno espatriare in Spagna. Il SID interviene anche per Ventura all’ini-zio del 1972, quando questi, detenuto nelcarcere di Monza, si appresta a fare dellerivelazioni sulla strategia della tensione, gliviene procurata la chiave della cella e dellebombolette di gas narcotizzante per neu-tralizzare gli agenti e permettergli la fuga. La prova è rappresentata dall’esistenzapresso il ministero degli Esteri, di unacopia del passaporto falso con il qualeMarco Pozzan ha lasciato l’Italia, passa-porto falso richiesto alla Farnesina propriodal Sid (anche con Giannettini si fece ri-corso a un documento falso) (L’Unità19/03/1976). I magistrati milanesi convinti di avere inmano, con Franco Freda e Giovanni Ven-tura, i personaggi chiave degli attentati, siconcentrano nello scoprire chi siano, die-tro i due uomini, i veriispiratori della strate-gia della tensione.L’istruttoria sarà abbat-tuta in volo nel 1974dalla decisione dellaCorte di Cassazione disottrarre loro le inda-gini. L’istruttoria viene tra-sferita a Catanzaro,dove erano già stati spostati l’inchiesta e ilprocesso Valpreda per motivi di ordinepubblico. A Catanzaro questa è affidata adue magistrati locali i quali non seguirannomai la pista nera con l’ostinazione dei pre-decessori.Il primo processo per la strage di piazzaFontana inizia a Roma il 23 febbraio 1972,ma dopo poche udienze viene trasferito aMilano, per incompetenza territoriale. Nel capoluogo lombardo non si tiene al-cuna udienza perché, come già detto, laCassazione trasferirà il processo a Catan-zaro; solo nel 1975 ini-zieranno le udienzenella città calabrese. Il4 ottobre 1978 a Ca-tanzaro la Polizia ac-certa la scomparsa diFranco Freda, imputatonel processo, in sog-giorno obbligato. Il 16 gennaio del 1979a Catanzaro, GiovanniVentura, un altro degli

Nelle fotosopraGiovanniVentura

in basso Pietro Valpreda

Page 24: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

n. 194 • aprile 2012 • pag. 24Polizia Penitenziaria • SG&S

imputati, elude la sorveglianza della poliziae fugge. La prima sentenza arriverà nel 1979: laCorte d’Assise condanna all’ergastoloFranco Freda, Giovanni Ventura e GuidoGiannettini per strage. Assolto per insufficienza di prove Valpreda. Nel 1980 la sentenza in appello ribalta ilverdetto di primo grado e assolve tutti, sen-tenza confermata anche dalla Corte di Cas-sazione nel 1987. Ma, nel gennaio 1989, ilgiudice istruttore Guido Salvini apre unanuova inchiesta sull’eversione di destra e supiazza Fontana: il 13 marzo 1995 rinvia agiudizio molti militanti di Ordine nuovo eAvanguardia nazionale, fra cui Delfo Zorzi,Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni. Il30 giugno 1997 i tre sono condannati al-l’ergastolo per la strage di piazza Fontana. Nel 2002 vengono assolti in Appello e, in-fine, nel 2005, la seconda sezione dellaCorte di Cassazione definitivamente con-ferma le assoluzioni di Delfo Zorzi, CarloMaria Maggi e Giancarlo Rognoni. Le fami-glie delle vittime e le altre parti civili sonocondannate a pagare le spese processuali.Dopo undici processi e quattro giudizi diCassazione, la strage di piazza Fontana restaancora un crimine impunito e probabil-mente lo resterà sempre. Alla prossima ...

Nelle fotosopra

la sede dellaBNA

di Milano(in una

scena tratta dal film di

Marco Tullio Giordana)

sottoGuido

Giannettini(a sinistra) e

Franco Freda(a destra) •

Aldo Maturo *[email protected]

vetiche contro i ricongiungimenti familiari,genitori terrorizzati dalle denunce dei viciniche raccomandavano perciò ai loro bam-bini: non fare rumore, non ridere, non gio-care, non piangere. Sono passati alcuni anni ma evidentementeè ancora attuale il discorso di chi scrivevada quelle parti: «...mogli e i bambini degliimmigrati? Sono braccia morte che pe-sano sulle nostre spalle. Che minaccianonello spettro d’una congiuntura lo stessobenessere dei cittadini. Dobbiamo libe-rarci del fardello».

«Dobbiamo respingere dalla nostra co-munità quegli immigrati che abbiamochiamato per i lavori più umili e che nelgiro di pochi anni, o di una generazione,dopo il primo smarrimento, si guardanoattorno e migliorano la loro posizionesociale. Scalano i posti più comodi, stu-diano, s’ingegnano: mettono addiritturain crisi la tranquillità dell’operaio sviz-zero medio, che resta inchiodato al suosgabello con davanti, magari in poltrona,l’ex guitto italiano». Il Consiglio di Stato del Canton Ticino hapreso le distanze dalla campagna denigra-toria. Ma, visto che ogni mondo è paese, bisognavedere se le stanze della diplomazia rispec-chiano le idee di chi sta per strada.

*Aldo Maturo, Avvocatogià dirigente dell’Amministrazione

Penitenziaria

erattizziamo la Svizzera. E’ l’ultimo slogan ispirato non al-l’ambiente ma al razzismo contro

quegli italiani che tutte le mattine attraver-sano la frontiera per andare a lavorarenella terra del formaggio e della ciocco-lata.La storia amara dei nostri lavoratori in Sviz-zera viene da lontano. Un loro scrittore, Max Frisch, parlando dinoi aveva scritto “aspettavamo delle brac-cia sono arrivati degli uomini”. E’ forse anche per questo che sono ancoraindesiderabili quei nostri 45.000 fronta-lieri che ogni giorno pendolano avanti eindietro per andare nella vicina terra pro-messa con gli stipendi che si dice essere ipiù alti del mondo. La campagna denigratoria e xenofoba, lan-ciata da qualche genio del civilissimo Can-ton Ticino con il contributo grafico di unex calabrese, identifica in tre topi l’imma-gine degli indesiderati: Fabrizio, l’italianodi frontiera, Bogdan, il rumeno prototipodella delinquenza e Giulio, riferito a un mi-nistro nostrano accusato metaforicamentedi aver svuotato (?!) le banche svizzere conil suo provvedimento sullo scudo fiscale. Forse i nostri pendolari hanno avuto unbrivido e avranno prese le distanze dai tantislogan sentiti la sera prima nei bar sottocasa contro i terroni, gli albanesi o i ma-ghrebini, accusati di delinquere e di rubareil lavoro agli altri.Cara, vecchia Svizzera. Il suo amore per l’Italia non cambia mai. E pensare che secondo i dati del 2009circa un terzo della loro popolazione resi-dente risultava immigrata o discendente diimmigrati, con una presenza di 298.000italiani. I soli frontalieri sono un quinto della loropopolazione attiva. Da ricordare che nei vicini anni ’70 inSvizzera c’erano circa 30.000 bambini ita-liani clandestini, portati di nascosto dai ge-nitori siciliani e veneti, calabresi elombardi, a dispetto delle rigorose leggi el-

La derattizzazione della Svizzera.

Ma i topi siamo noi

D

Page 25: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

ella Gazzetta Ufficiale –serie gene-rale- n. 297 del 22 dicembre 2011,è stata pubblicata la Legge n. 9 del

2012 di conversione del decreto legge 211del 2011 recante interventi urgenti per ilcontrasto della tensione detentiva determi-nata dal sovraffollamento delle carceri. Talelegge prevede, tra altro, all’articolo 3 ter,disposizioni di massima per il definitivo su-peramento degli ospedali psichiatrici giu-diziari.

L’assetto normativo approvato dal Parla-mento indica le caratteristiche e sanciscetempi certi per l’individuazione delle nuovestrutture a connotazione prettamente ospe-daliera, in cui la vigilanza sarà solo esterna,anche se non viene in alcun modo specifi-cata la natura di tale vigilanza che, pertanto,allo stato, appare verosimile circoscrivereal contrasto di eventuali evasioni.Invero, il citato articolo stabilisce che, a de-correre dal 31 marzo 2013, le misure disicurezza del ricovero in ospedale psichia-trico giudiziario e dell’assegnazione allacasa di cura e custodia saranno eseguiteesclusivamente all’interno delle strutturesanitarie così come individuate dal Ministrodella Salute di concerto con il Ministro

Appare intuitivo che in un momento diestrema difficoltà quale quello che sta at-traversando il sistema penitenziario legatoanche alla cronica ed endemica carenza dipersonale, restituire tale aliquota di perso-nale del Corpo agli Istituti appare adempi-mento ineludibile, a fronte di esecrabili esempre possibili destinazioni del medesimopersonale verso meandri amministrativipiuttosto dispersivi.In questo senso, la riconversione del per-sonale del Corpo di Polizia penitenziaria,oggi impiegato presso gli Ospedali Psichia-trici Giudiziari, non potrà essere rimessaalle contingenze del momento, ma dovràtrovare una adeguata programmazione ingrado di razionalizzare ed ottimizzare leesigue risorse umane verso quelle artico-lazioni penitenziarie più bisognose, nel-l’ambito delle imprescindibili esigenzepersonali e familiari del personale delCorpo interessato.

Post scriptum: i dati riportati nell’articoloQuando è la Polizia penitenziaria a volaresul nido del cuculo di cui al numero di feb-braio c.a., ovviamente non avevano né pos-sono avere carattere generale, maineriscono all’Ospedale Psichiatrico Giudi-ziario di Barcellona Pozzo di Gotto, che nonè stato menzionato a causa di un mero di-sguido intercorso fra il tecnico informatico,la tipografia e lo scrivente.

della Giustizia, d’intesa con la Conferenzapermanente per i rapporti tra lo Stato, leRegioni e le Province autonome di Trentoe Bolzano, ai sensi dell’articolo 3 del D.Lgs28 agosto 1997, n. 281.Dunque, al posto degli Ospedali PsichiatriciGiudiziari dovrebbero sorgere delle strut-ture dedicate da 30 o 40 posti letto, dotatidi tutta l’attrezzatura necessaria per l’assi-stenza ai pazienti, con infermieri, medici,psichiatri ed esperti di riabilitazione, salvicambiamenti di rotta dell’ultimo minuto.Infatti, non si deve dimenticare che anchela legge Basaglia è riuscita solo parzial-mente nell’intento di abolire i manicomi,dal momento che il regolamento di attua-zione non fu mai emanato e con esso nonfurono mai individuate strutture residen-ziali alternative previste dai vari Progetti-Obiettivi di salute mentale, così come nonè riuscita nell’intento la Legge 833/78 isti-tutiva del Servizio Sanitario Nazionale, chepure mirava a garantire l’universalità dellecure dei malati mentali, rispetto ai quali siè dovuta registrare, viceversa, una progres-siva indifferenza sociale ed istituzionalefino ad arrivare all’implacabile giudizioespresso dalla Commissione parlamentarepresieduta dall’On.le Ignazio Marino. Per quanto riguarda gli immobili degli exospedali psichiatrici giudiziari non oggettodi riconversione in strutture ospedaliere,la legge ne affida le sorti ad una intesa trail Dipartimento dell’Amministrazione peni-tenziaria del Ministero della Giustizia,l’Agenzia del demanio e le Regioni ove glistessi sono ubicati, ma nulla dice circa lesorti del personale del Corpo di Polizia pe-nitenziaria oggi colà impiegato, che eviden-temente non potrà essere completamenteriassorbito nella vigilanza esterna, cosìcome rimane silente circa la destinazionedi quelle strutture, dal momento che nonè dato sapere se dovranno comunque man-tenere una qualche funzione penitenziaria.

N

Chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari

Quali prospettive per il personale del Corpo?

Luca PasqualoniSegretario Nazionale ANFU

[email protected]

n. 194 • aprile 2012 • pag. 25Polizia Penitenziaria • SG&S

Nelle fotoa fianco

Franco Basaglia

a destral’ internodi un repartodell’ OPG di Barcellona Pozzo diGotto

Page 26: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

n. 194 • aprile 2012 • pag. 26Polizia Penitenziaria • SG&S

a cura diGiovanni Battista De [email protected]

uasi venti anni di pubblicazioni hanno conferito almensile Polizia Penitenziaria la dignità di qualificatafonte storica, oltre quella di autorevole voce di opi-

nione. La consapevolezza di aver acquisito questo ruolo ci ha con-vinto dell’opportunità di introdurre una rubrica - Cosa Scri-vevamo - che contenga una copia anastatica di un articolo diparticolare interesse storico pubblicato quindici e più anniaddietro. A corredo dell’articolo abbiamo ritenuto di riprodurre la co-pertina, l’indice e la vignetta del numero originale della Rivistanel quale fu pubblicato.

Q ando uno sguardo alle cose che sono avvenute nel mondodal 1989,vale a dire dalla caduta del muro di Berlino,ad oggi, si osserva che stiamo vivendo un periodo di tran-

sizione, volto soprattutto alla creazione di quegli equilibri chein precedenza erano dettati dalla politica dell'equilibrio e del ter-rore imposta dalle due super potenze USA ed URSS.Le vibrazioni dovute alla caduta del muro di Berlino hannoinnescato reazioni a catena che hanno visto la dissoluzione deiprecedenti regimi da Est ad Ovest e da Nord a Sud.Siamo passati, in pratica, da una politi ca bipolare dettata ap-punto dalle citate potenze che tendevano ad una globalizzazionedella stessa, al riemer gere - in alcune realtà - di nazionalismiforti tendenti al radicalismo estremiz zante. Tante Nazioni hanno sentito forte il bisogno di indipendenza e dirinno vamento: dall'ex Jugoslavia alla Romania ove a seguito di unacruenta battaglia è stato rovesciato il regime comunista di Ceau-cescu, dalla Cecoslovacchia - dove Ceki e Slovacchi dopo tantianni hanno deciso di separare i propri confini - alla Cecenia chesta combattendo per ottenere l'indipendenza politica dalla Russia,dalla Francia all'Italia, dall'Inghilterra alla Spagna, passando perla Polonia ove, dopo un tentativo di cambiamento affidato al sin-dacalista di Danzica, il popolo ha deciso di affidarsi al neocomu-nista Kwaniewski, propugnatore di un comunismo dal voltoumano e pregnante di valori e principi liberali.Ai posteri l'ardua sentenza.Lo stesso, tanto per iniziare, s'è presentato già con un piccoloinganno avendo dichiarato tra i suoi titoli una laurea che,sembra, non abbia mai conseguito.Ciò che ha più sconvolto l'umanità in questo scorcio di fine se-colo è sicuramente la guerra combattuta nell'ex Jugoslavia, unaguerra interet nica combattuta tra serbi, croati e musulmani, conuna crudeltà - campi di concentramento compresi - che non sivedeva dai tempi delle persecu zioni razziali hitleriane.Sempre per restare in tema di crudel tà e di violazione dei dirittiumani,non si può dimenticare quanto avvenuto in Ruanda dovele etnie hutu e tutsi si sono massacrate a colpi di machete, ipiù fortunati che avevano i soldi per pagarsi il proiettile venivanouccisi con un colpo d'arma da fuoco.In Francia, dopo l'era di Mitterand, è giunto al potere JaquesChirac, Presidente di destra coadiuvato dal Primo Ministro AlainJuppè.Il primo atto del Governo è stato il tentativo di porre fine al Wel-fare State attraverso imponenti tagli all'assi stenzialismo. Tale iniziativa ha causato una forte mobilitazione popolare e scon-tri di piazza,tanto da indurre Juppè a ritornare sui suoi passi. All'iniziativa governativa è seguita quella presidenziale che ha vistol'autorizzazione alla ripresa degli esperimenti nucleari nel-l'atollo di Mururoa. Iniziativa condannata oltre che dall'opinionepubblica, da una risolu zione dell’ ONU, votata anche dall'Italia.La posizione espressa dalla nostra Nazione ha causato unraffred damento dei rapporti con la Francia. Quanto durerà la po-polarità del Presidente non ci è dato sapere, sicura mente tali ini-ziative non contribuiran no ad accrescerla.

La copertina di marzo

1996

Sguardi sul Mondodi Giovanni Battista Durante

nauguriamo con questo numero una nuova rubrica chesi occupa di politica analizzando i fatti salienti del mese.In questo primo intervento il curatore della rubrica ha

voluto fare una panoramica a 360° della situazione politicamondiale a metà degli anni '90.

I

D

Page 27: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

n. 194 • aprile 2012 • pag. 27Polizia Penitenziaria • SG&S

Nella fotoin alto la vignettadel numero di marzo1996

a fiancol’ emicicloparla-mentare

In Inghilterra, a parte le questioni di cuore di Principi e Princi-pesse che fanno più notizia di ogni atto governa tivo, la popolaritàdi John Major - leader dei Tories, il partito di destra - sembrain forte declino, tant'è che la stessa Margaret Tatcher, ex PrimoMinistro ed esponente di destra, ha dichiarato di nutrire parti-colari sim patie politiche per Tony Blair, leader della sinistra la-burista.In Russia,dopo l'era di Gorbaciov, fau tore di quel processo in-novativo meglio noto come perestrojca, è salito al potere BorisEltsin. Gli insuccessi soprattutto economici di tale pro cesso, l'hanno in-dotto poi ad un tentati vo di dietro-front che è stato la causa pri-maria della sua disfatta e dell'avven to al potere dello stesso Eltsin.L'attua le Presidente, appena salito al potere, s'è circondato digiovani fino ad allora sconosciuti, dalle idee liberali che hannoaccentuato ancor più il processo innovativo avviato da Gorbaciov.I bene informati dicono che l’attuale impostazione economica epolitica della Russia è tale che chiunque andasse al potere nonpotrebbe che proseguire per la strada tracciata, un processoinverso sarebbe soltanto folle. In America, la popolarità di Bill Clinton sembra essere in declinosia per le vicende personali sue e della consorte che per l'em-passe amministrativa e politica creatasi in Parlamento dovela maggioranza dei deputati è costituita dai Repubblicani di destra.Questi hanno bocciato ilprogramma di riforma sa-nitaria di Clinton ed asse-stato duri colpi al WelfareState.Un recente sondaggio attri-buiva al Generale ColinPowel la vittoria alle pros-sime presidenziali.Lo stesso ha deluso tutti di-chiarando che non ha nes-suna intenzione dicandidarsi alla CasaBianca.In questi ultimi anni è statoscoperto e smantellato un sistema di corruttela esteso e ramificatoin molti settori della RES PUBBLICA che ha investito Nazioni comela Francia, la Spagna e, in alcuni casi, anche l'Inghilterra. La Nazione dove tale sistema s'è dimostrato essere più esteso e ra-dicato è senza dubbio l'Italia dove in pochi anni è stato depostoed a volte condannato il gotha della dirigenza politica, ammini-strativa ed imprenditoriale. Sono stati smantellati i tradizionali par-titi politici. DC, PSI PRI , PLI, PSDI (cd. Pentapartito). I pochi superstiti hanno costituito nuove formazioni politiche(PPI,CCD ,CDU), oppure sono stati riciclati da altri partiti o mo-vimenti.PCI ed MSI hanno tentato di rifarsi una verginità cambiando iden-tità (?) e nome in PDS ed AN.Molti degli appartenenti al vecchio PCI sono transitati in Rifonda-

zione Comunista, tant'è che questa raccoglie attualmente circail 10% di consensiPer converso, sono pochi coloro che hanno seguito l'estremistaPino Rauti. Nel frattempo,in occasione delle politche del 1994, nasceva ForzaItalia, movimento politico capeggiato da Silvio Berlusconi che inbrevissimo tempo riusciva ad ottenere tanti consensi da superaretutti i tradizionali partiti politici ed ottenere l'incarico di formareil Governo. Gli ultimi sondaggi sembrano attribuire ad AN ed al

suoi leader la maggio-ranza dei consensi all'in-terno del Polo. In questo scenario non sipuo' certo dimenticare ilruolo svolto dalla Lega diUmberto Bossi, propu-gnatore del federalismo edel decentramento eco-nomico e politico alle re-gioni.L'anno appena iniziatopotrebbe per alcuni versiportare stabilità alle at-tuali incertezze, per altri

essere foriero di ulteriori novità e cambiamenti.Infatti, l'agenda politica del 1996 è ricca di appuntamenti impor-tanti.In primo luogo, per ordine di tempo, si terrà a Torino, in marzo,la prima conferenza intergovernativa per Maastrich. L'Europa incui vivremo nel Duemila sarà quella che uscirà dagli accordi del1997, comunque in marzo saranno tracciate le linee programma-tiche dei futuri appuntamenti. In secondo luogo, in giugno ci saranno altri due importantissimiappuntamenti: la presidenza europea dell'Italia e - se non ver-ranno rinviate - le elezioni presidenziali in Russia. Non sappiamose Eltsin si candiderà alla presidenza del Cremlino. La sua popo-larità è in forte declino anche a causa della politica in Cecenia.Allo stato attuale non esiste un candidato forte, autorevole, soste-

Page 28: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

QUI FIRENZEa preso il via il secondo periododi formazione “on the job” checi vedrà impegnati per più di due

mesi (fino all’ 8 giugno prossimo) inuna attività didattica di particolare im-portanza perché finalizzata a svilupparela consapevolezza di quanto appreso inaula. L’accoglienza da parte del Direttore(dott. Oreste Cacurri) e del Comandantedi Reparto (comm. Francesco Salemi),è stata cordiale e ci ha fatto sentire im-mediatamente a nostro agio. È apparsosubito evidente di quanto la realtà delNuovo Complesso Penitenziario di Sol-licciano sia estremamente complessa,stanti le dimensioni della struttura, lenumerose attività in essa svolte e l’ap-prezzabile attenzione della societàesterna nei confronti del “pianeta car-cere”. Le premesse sono le migliori:dopo una veloce quanto intensa cono-scenza di parte della struttura (che perovvie ragioni di tempo, non è stata an-cora esplorata nel suo complesso) cisiamo immediatamente immersi inun’attività di affiancamento al Coman-

dante di Reparto ed al suo vice (v.comm. Iride Natale) nel tentativo di ru-bare, il più possibile, il “mestiere”,prendendo atto, sin da questi primigiorni, di quanto sia complessa l’attivitàdel Commissario penitenziario e dellecapacità tecniche ed umane delle qualibisogna essere dotati per svolgere al me-glio questo affascinante lavoro. Oltreall’attività pratica, questo tirocinio saràcaratterizzato da una attività più squisi-tamente didattica, ove il direttore, il co-mandante ed altre figure professionalidell’istituto appositamente designate ter-ranno alcune docenze che risulterannosicuramente preziose ai fini di megliocomprendere il mondo penitenziario,nel suo continuo alternarsi tra prassi enorma. Mario Salzano

MODENA: S. ANNA ALL’AVANGUARDIA

Prosegue in maniera molto interessanteil tirocinio degli allievi vice commissari

H

n. 194 • aprile 2012 • pag. 28Polizia Penitenziaria • SG&S

sotto ilsommario

del numero

3/1996

nuto da ampi settori dell'opinione pubblicache possa prendere in mano il Paese e gui-darlo verso l'auspicabile quanto richiestorisanamento economico. Sicuramente gli esiti delle elezioni russe in-fluiranno sulla politica e sui futuri equilibrimondiali. In terzo luogo,in novembre, gli americanisaranno chiamati ad eleggere il Presidenteche guiderà l'America fino al Duemila. BillClinton si confronterà con il candidato Re-pubblicano Bob Dole. Non è escluso chepossa venir fuori un terzo incomodo, cosìcome avvenne nelle precedenti elezioni.Se da un lato - considerati anche gli alti ebassi cui è legata la popolarità di Clinton -non è possibile prevedere chi uscirà vin-cente dallo scontro elettorale, d'altro cantosono ben note le conseguenze e le futureimpostazioni politiche e programmatiche.Se vincerà Bill Clinton, gli americani con-tinueranno ad avere, seppur con moltitagli, una politica sociale assistenzialista,com'è nella tradizione dei democratici edin politica estera continueranno ad esserecollaborazionisti; se vinceranno i repubbli-cani, saranno tendenzialmente isolazionistied opereranno ulteriori tagli al WelfareState. •

in prova presso la Casa Circondariale diModena. Un istituto che può definirsi al-l’avanguardia, visti i progetti in essere e lapedissequa attuazione delle disposizioninormative e dipartimentali. A tal proposito,giova evidenziare come il penitenziario inquestione sia, allo stato attuale, uno deipochi istituti ad avere già posto in essere(sin dall’inizio della loro emanazione) ledisposizioni impartite dall’Amministrazionein ordine all’attribuzione di codici ai sin-goli detenuti per l’attuazione del cd. “re-gime aperto”. Va segnalato che i corsistihanno potuto apprezzare e giovarsi delladisponibilità loro offerta, in primis dal Di-rettore, dr.ssa Rosa Alba Casella; dell’ele-vata professionalità e preparazione delComandante del Reparto, commissarioMauro Pellegrino e del vice Comandante,dr.ssa Fortunata Paudice. Insieme riesconoa gestire le risorse umane a disposizione inmaniera molto efficiente. A breve è previstala consegna del nuovo padiglione che in-crementerà la capienza della popolazionedetenuta, mentre sono in corso lavori di ri-strutturazione di alcune sezioni detentivecon progetti ben avviati per l’automazionedi alcuni settori nevralgici. Di certo idee ecompetenza non sembrano mancare nel-l’istituto del Sant’Anna con il chiaro intentodi raggiungere serenamente gli obbiettiviprefissati.

Francesco Campobasso- Rosa Cucca

CITAZIONI DA NAPOLI - POGGIOREALE

«Dove eravamo rimasti?” Con queste pa-role Enzo Tortora salutava il suo pubblicoall’indomani della sua esperienza carceraria.Avevamo lasciato gli aspiranti funzionarialle prese con i primi rudimenti dell’adde-stramento formale, dell’utilizzo delle armie delle regole che devono ispirare chi in-dossa la divisa della Polizia Penitenziaria.Come affronteranno i vicecommissari delterzo corso la loro seconda esperienzanegli istituti penitenziari?Il carcere non è un luogo fisico, non è fattosolo di cemento e chiodi, è un luogo del-l’anima, un’esperienza fatta da un coacervodi sensazioni (visive, uditive, olfattive),un’esperienza cui non si può rimanere in-differenti. Il carcere di Poggioreale è un pòcome la città di Napoli, si ha l’impressionedi conoscerlo anche se non ci si è mai statitante sono le voci e gli aneddoti che ruo-tano attorno a quest’istituto. Una persona

Pillole dalCorso

Page 29: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

che venga privata per la prima volta dellalibertà non potrà certamente entrarvi senzaimmaginare sulla porta di ingresso l’epi-grafe “perdete ogni speranza voi che en-trate”, il criminale esperto senzaimmaginarvi le celebri ambientazioni delfilm il camorrista, l’operatore che inizi ilsuo percorso senza la certezza che homoomini lupus (l’uomo è un lupo perl’uomo). Veritas filia temporis recita il crest del se-condo corso vicecommissari r.d.o., la veritàè figlia del tempo e delle storie che solo iltempo sa raccontare. Gli aspiranti funzio-nari che avranno la fortuna di espletare quiil proprio tirocinio potrebbero dover af-frontare una grave epidemia che affliggenon pochi tra gli operatori penitenziari chequi prestano il proprio servizio: la carcerite.La realtà di questo istituto è molto diversada come la si immagina: ciò che colpisce alprimo ingresso nei padiglioni è il silenzio,in cui i detenuti svolgono ordinatamente leproprie attività. L’umanità e la professiona-lità degli operatori Penitenziari sono un po-tente antidoto contro i luoghi comuni cheancora oggi ruotano attorno a questa realtàe più in generale alla Polizia Penitenziaria.Il comandante D’Avanzo è sapiente registadi un gruppo collaudato, coadiuvato dal-l’esperienza e dalla professionalità dei com-missari Sgambati, Gallo e Di Donato.I baschi azzurri qui impiegati sono lontanianni luce dagli stereotipi mostrati dal filmDiaz (chi sono le guardie Penitenziarie dicui si parla?), rispondendo con il propriolavoro, le attività di intelligence ed il lorospirito di abnegazione a tutti coloro che an-cora oggi esprimono dubbi su questa eccel-lente forza di Polizia al servizio del Paese.Un consiglio ai vicecommissari in prova di-slocati nelle sedi di tirocinio, non lasciateviscoraggiare dai luoghi comuni e dai clichèe non prendete esempio dall’astuto Ulisse(Che affermò di chiamarsi Nessuno per evi-tare l’ira degli Dei) e a chi dovesse chiederea quale corpo appartenete rispondete conorgoglio: «Polizia Penitenziaria». Gianluca Mazzei

REGGIO EMILIADopo il primo tirocinio didattico conclusosicirca due mesi fa, il recente ingresso in unnuovo istituto sta consentendo ai Vice Com-missari in prova del III corso R.D.O. di ar-ricchire notevolmente il proprio patrimonioconoscitivo.

n. 194 • aprile 2012 • pag. 29Polizia Penitenziaria • SG&S

Foto digruppo per la Festadi chiusuradel PrimoModulo didatticodegli AllieviCommissaridel III Corso

l’esperienza presso l’istituto di Reggio Emi-lia si sta svolgendo sotto la guida del Diret-tore dott. Paolo Madonna, del comandantedi Reparto dott.ssa Linda Di Maio e del viceCommissario dott.ssa Rosaria Iannaccone.Difficile riassumere in poche righe la com-plessità di questo istituto, all’interno delquale, da pochi mesi, è in corso un pro-cesso di unificazione che vede coinvolte laC.C. e l’O.P.G.: aggregazione di due realtàaccomunate dal fatto di rappresentare luo-ghi di esecuzione di misure restrittive dellalibertà personale, ma tra loro ontologica-mente diverse per organizzazione, finalitàe, soprattutto, gestione dell’utenza. Nonostante le evidenti differenze che i sud-detti ambienti carcerari possono presen-tare nella risoluzione delle problematiche,il Direttore e il Comandante di repartostanno egregiamente gestendo tale ingloba-mento nel pieno rispetto della normativavigente. A ciò si aggiunge la presenza dipersonale altamente qualificato che adem-pie, in maniera efficiente, ai compiti affida-tigli. L’osservazione di una realtà cosìproteiforme rappresenta - per chi come mesi accinge a conoscere la realtà penitenzia-ria - un eccellente esercizio di osservazionee apprendimento, allo scopo di conseguiremaggiore consapevolezza del complessomandato che saremo chiamati a svolgere.

Aurelia Panzeca

LA C.C. DI PAOLAPaola, piccola cittadina sul mare in provin-cia di Cosenza. L’accoglienza è stata dellemigliori: tutto il personale ed i responsabilidelle varie aree ed uffici - come nella mi-gliore tradizione calabrese - hanno messoa completa disposizione la propria profes-sionalità ed esperienza. Non può tacersi come ci si senta parte diuna grande famiglia sotto la guida accortadel Comandante di Reparto, dott.ssa Maria

Molinaro, e l’egida della Direttrice, dott.ssaCaterina Arrotta. Il Comandante di Reparto,in particolare, ha accolto più che benevol-mente i corsisti, presentandoli al personaleriunito nella conferenza di servizi, spen-dendo parole di apprezzamento e di orgo-glio sia per la presenza degli stessi in sedeche per la possibilità di contribuire alla for-mazione dei futuri funzionari. Quotidiana-mente, il Comandante di Reparto offre tuttala sua esperienza, consentendo di vedereda vicino in cosa consista il ruolo che an-dremo in futuro a ricoprire, di partecipareai colloqui con i detenuti o di seguirlo du-rante le ispezioni ai reparti detentivi. Inol-tre, lo stesso Comandante risponde ad ognidubbio o quesito, facendo ricorso alla pro-pria conoscenza professionale. Medesimacortesia e disponibilità sono proprie del Di-rettore, dott.ssa Arrotta, che ha esposto ilprogetto di Istituto e le problematiche con-nesse. Non può concludersi senza espri-mere lo stupore di aver trovato (in unperiodo in cui le risorse dell’Amministra-zione sono ai minimi) un Istituto Peniten-ziario pulitissimo, efficiente ed organizzato,con aiuole curatissime e spazi verdi impec-cabili… e con un mare meraviglioso, pochimetri più in là, a fare da cornice!

Paolo Li Marzi

FESTA PER LA CHIUSURA DEL PRIMO MODULO DIDATTICO

Mercoledì 4 aprile, nei locali dell’edificioPolaris dell’ISSP è stata organizzata unapiacevole serata per sancire la chiusura delprimo modulo didattico relativo al 3° corsoRDO. La partecipazione è stata molto nu-trita con la piacevole presenza di quasi tuttolo staff direttivo della scuola. La serata si è svolta con estremo garbo e ri-spetto delle disposizioni ricevute dagli al-lievi vice commissari.•

Page 30: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

remio Strega 2010, Canale Mussoliniè l’asse portante su cui si regge labonifica delle Paludi Pontine.

I suoi argini sono scanditi da eucalypti im-mensi che assorbono l’acqua e prosciu-gano i campi, alle sue cascatelle i ragazzinifanno il bagno e aironi bianchissimi tro-vano rifugio. Su questa terra nuova di zecca, bonificatadai progetti ambiziosi del Duce e punteg-giata di città appena fondate, vengono fatteinsediare migliaia di persone arrivate dalNord. Tra queste migliaia di colonici sono i Peruzzi. A farli scendere dalle pianurepadane sono il carisma e ilcoraggio di zio Pericle. Con lui scendono i vecchi ge-nitori, tutti i fratelli, le nuore.E poi la nonna, dolce ma in-flessibile nello stabilire le re-gole di casa cui i figliobbediscono senza fiatare.Il vanitoso Adelchi, più adatto acomandare che a lavorare, ilcocco di mamma.

spero Gallinari, Piero Bertolazzi, RaffaeleFiore e Angela Vai, che raccontano la lorostoria in armi a Pino Casamassima. Uomini e donne che hanno scontato lapena ma che non sono disposti a trattarecon lo Stato un pentimento o una dissocia-zione che annullerebbero il loro passato.Quella stagione di lotte che li aveva vistiprotagonisti di un progetto politico coe-rente con un’insurrezione armata possi-bile. Alcuni di loro non rilasciano dichiarazioniné consentono incontri, «perché la storianon è ancora finita. La guerra non è an-cora finita». Fra questi, Paolo Maurizio Ferrari, che –pur in assenza di reati di sangue – ha scon-tato trent’anni di galera senza mai un per-messo perché a questo Stato non si chiedenulla, lo si combatte e, una volta fuori, ca-peggia rivolte e contestazioni: l’ultima agennaio 2012 con i No Tav, che gli è co-stata un altro arresto. Chiuso in un silenzio senza incertezze è Ce-sare Di Lenardo, anche lui in galera datrent’anni, che dalla cella ha rivendicato gliomicidi di Marco Biagi e Massimo D’An-tona, rigettando ogni possibile pacifica-zione. Ultima, in ordine di apparizione, NadiaLioce, ergastolana nel carcere dell’Aquila,in regime duro di 41 bis, che l’ha resa difatto una sepolta viva.

l grande male italiano. La politica degliaffari e gli affari della politica, quel-l’intreccio di interessi che raramente

emerge alla luce del sole ma che condi-ziona in modo decisivo la vita del paese:ecco il sottobosco, il cuore politico-econo-

Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratellilegati da un affetto profondo fatto di pocheparole e gesti assoluti, promesse dette avoce strozzata sui campi di lavoro o nelletrincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone ecompassionevoli, a volte perfide e velenosecome serpenti. E poi c’è lei, l’Armida, la moglie di Pericle,la più bella, andata in sposa al più valo-roso. La più generosa, capace di amare senza ri-serve e senza paura anche il più tragicodegli amori. E Paride, il nipote prediletto, buono e giu-sto, ma destinato, come l’eroe di cui portail nome, a essere causa della sfortuna checolpirà i Peruzzi e li travolgerà.

irriducibile non ritiene affatto con-clusa la strategia della lotta armata.La resa è inconcepibile.

«Che significa essere irriducibile?Secondo il potere significa essere irriduci-bile alla dissociazione, opporsi al penti-mento. Per non esserlo, bisogna quindi

diventare un disso-ciato. Una mostruo-sità giuridica estorica»: Renato Cur-cio, fra i fondatoridelle Br, non hadubbi, non si puòdisconoscere il pro-prio passato. D’accordo con luianche altri prota-gonisti di quellastagione: ToninoLoris Paroli, Pro-

P

n. 194 • aprile 2012 • pag. 30Polizia Penitenziaria • SG&S

ANTONIO PENNACCHI

CANALE MUSSOLINI

MONDADORI Edizionipagg. 460 - euro 14,00 PINO CASAMASSIMA

GLI IRRIDUCIBILIStorie di brigatistimai pentiti

LA TERZA Edizionipagg. 260 - euro 18,00

L’CL AUDIO GAT TI FERRUCCIO SANSA

IL SOTTOBOSCOBerlusconi, dalemiani, centristi uniti nel nomedegli affari

CHIARE LETTERE Edizionipagg. 191 - euro 15,00

I

Page 31: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

d i z ionenumeroventuno

per un testoche non puòmancare nellabiblioteca diogni Opera-tore di Poliziaaddetto ai ser-vizi di Poliziastradale. Ag-giornato conle ultime no-vità, il Nuovo Codice offre anche una inte-ressante ed approfondita Rassegnagiurisprudenziale ed un prontuario essen-ziale delle violazioni.

uova edizione, la tredicesima, perquesto importante Prontuario cheaiuta concretamente l’operatività

quotidiana degli addetti ai servizi di Poliziastradale. E’, in effetti, il mezzo più utile perredigere il verbale di contestazione di unaviolazione al Codice della Strada e, per taleragione, non deve mancare negli uffici deiNuclei Traduzioni e Piantonamenti.

mico dove il business è business, indipen-dentemente dal partito di appartenenza, el’interesse di pochi, i soliti, piega l’interessegenerale. Gli autori spiegano come D’Alemae Berlusconi, due politici apparentementeschierati uno contro l’altro, in realtà ali-mentano un nucleo di potere che da ven-t’anni paralizza l’Italia. Esemplare l’affaredel petrolio venezuelano: da una parte Ro-berto De Santis, che chiama D’Alema fra-tello maggiore, e dall’altra MarcelloDell’Utri, ritenuto dal tribunale di Palermocinghia di trasmissione tra Forza Italia e lamafia. In mezzo un mediatore come l’ex de-mocristiano Aldo Micciché, latitante edemissario della ‘ndrangheta in America la-tina. Ogni occasione è buona per garantirefavori e avviare affari, anche le signorine diTarantini o la fondazione Italiani europei,finita sui giornali per le indagini della ma-gistratura. Così le regoledel merito edella sanacompetizionesono falsate e igrandi investi-menti con ri-sorse pubblichedecisi senza ga-ranzie di traspa-renza. Nessun tagliosarà efficace senon riuscirà aspaccare questa corteccia così spessa e dif-fusa. Nessun rilancio sarà possibile finchéal potere rimarranno loro, gli uomini delsottobosco.

l sottotitolo recita, non a caso, ”Per-ché la lotta alla criminalità orga-nizzata e al malaffare rischia di

non finire mai”. Convitato di pietra, can-cro, “fattore C”: la criminalità organizzataè stata definita in tanti modi diversi. Raffaele Cantone, per otto anni alla Dire-zione distrettuale antimafia di Napoli, laconosce come pochi. Un mondo complesso che affonda le sueradici nella realtà del Sud, ma non solo. Eche da tempo, ormai, è uscita ben al difuori dei confini della delinquenza tradi-zionale, diventando ora un occulto quantodeterminante socio in affari, ora un can-didato impresentabile alle elezioni, ora unalibi dietro cui nascondere l’inefficienzadelle amministrazioni pubbliche nel ge-stire grandi emergenze, prima fra tuttequella dei rifiuti campani. Proprio partendo dalle tante riflessioni suimille volti della camorra, emerse non solonel corso del suo lavoro di magistrato maanche intervenendo a incontri pubblici e

sulla carta stampata, Cantone affilacome un bisturi il suo sguardo pertracciare un lucido spaccato dei malidella società italiana, oggi più che maidilaniata fra l’anticultura del malaf-fare e la volontà di voltare finalmentepagina, in nome del rispetto delle re-gole. E nutre una speranza: unirealla forza delle azioni il potere delleparole, per condividere una batta-glia che è di tutti gli italiani, quellacontro l’illegalità diffusa che puòcorrodere le basi democratiche edeconomiche dell’intero paese. Da uomo di legge e attento osser-

vatore, ricostruisce così le complessetrame fra la nuova borghesia camorristadei colletti bianchi e gli amministratoripubblici, i politici...

n. 194 • aprile 2012 • pag. 31Polizia Penitenziaria • SG&S

a cura diErremme

N

R AFFAELE CANTONE

OPERAZIONE PENELOPE

MONDADORI Edizionipagg. 165 - euro 12,00

I

VINCENZO MANNA

PRONTUARIO DELLEVIOLAZIONI AL N. C.S.

MAGGIOLI Edizionipagg. 1.201 - euro 17,00

NUOVO CODICE DELLASTRADA E LEGGI COMPLEMENTARIMAGGIOLI Edizionipagg. 2.265 - euro 45,00

E

Page 32: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

inviate le vostre foto a:[email protected]

n. 194 • aprile 2012 • pag. 32Polizia Penitenziaria • SG&S

1960/ 70 - Casa di Reclusione di AlessandriaFesta del Corpo(foto inviata da Fabio Passaro)

1981 - Scuola Agenti di Custodia di ParmaGiuramento 70° Corso Allievi AA.CC.(foto inviata da Antonio Caiazza)

1981 - Scuola Agenti di Custodia di Parmainterno chiesa monumentale Certosa di Parma(foto inviata da Gerlando Dino Civita)

Page 33: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

n. 194 • aprile 2012 • pag. 33Polizia Penitenziaria • SG&S

1983- 1981 - Scuola Agenti di Custodia di Portici (NA)78° Corso Allievi AA.CC.

1978 -Scuola Agenti di CustodiaCairo Montenotte (SV)Picchetto armato(foto inviata da Vincenzo Catena)

Page 34: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194

inviate le vostre lettere [email protected]

n. 194 • aprile 2012 • pag. 34Polizia Penitenziaria • SG&S

di M

ario

Cap

uti

& G

iova

nni B

atti

sta

De B

lasi

s ©

1992

- 20

12

il mondo dell’appuntato Caputo©

LE NUOVE REL AZIONI SINDACALI AL DAP

l’appuntato Caputo©

V E N T I A N N I1992•2012

NO GRAZIE,PREFERISCO EMIGRARE !

Page 35: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194
Page 36: Polizia Penitenziaria - Aprile 2012 - n. 194