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N. 6 del 15 dicembre
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Io non leggo piùCIRCOLARI - CIRCOLARI - Servono per regolare il tutto, il lavoro, i diritti e non solo ma peccato che non vengano applicate
Registrazione Tribunale di Roma n. 103-99. Spedizione in a.p. -45% Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 Filiale di S. Alessio Siculo (Me)
Periodico - Organo ufficiale dell’O.S.AP.P. Anno X - numero 6 - 15 dicembre 2008DISTRIBUZIONE GRATUITA
CAUSE.CAUSE. Tra i motivi del malessere di un sindacalista ci
sono le tante lettere che, spesso, non servono a niente. RIMEDI.RIMEDI. La soluzione è quella di evitare per alcuni mesi la
“somministrazione” di queste “dosi di veleno”.
Adesso sto meglio e, forse, è
merito di Alberto.
Alberto lo conosco da almeno 30
anni, è il mio medico da più di 20
e su certe cose con lui non discu-
te, è così e basta.Tre mesi fa sono andato a trovar-lo per una serie di disturbi che,mali di stagione pensavo, durava-no un po’ più del solito; più chealtro per il conforto che solo unmedico amico ti sa dare, visto chesono il fervente sostenitore di ognitipo di medicamento dall’aspirinain poi…per gli altri, quando me lochiedono o quando, in un modo onell’altro, intuisco in chi mi è vici-no un malessere...
CONTINUA A PAG. 2
Nuove frontiere
informatiche
E' stato varato. Nei giorni scorsi, ilprogetto interministeriale per l'inno-vazione digitale nella giustizia fir-mato a Palazzo Chigi dal Guardasi-gilli e dal ministro della Pa e dell'In-novazione Renato Brunetta. "Dopomesi di studio e di lavoro abbiamocapito che l'inefficienza della giusti-zia e' un male curabile - ha com-mentato Alfano nella conferenzastampa...
CONTINUA A PAG. 4
L’invasione
dei piccioniLa presenza di piccioni nelle aree
degli istituti penitenziari sta diven-
tando un serio problema. Gli isti-
tuti sono invasi da questo volatile
che spesso alcuni detenuti cattu-
rano per cucinarlo.
Si tratta di un volatile che veicola
la trasmissione di malattie infetti-
ve (salmonellosi, criptoccoccosi...
CONTINUA A PAG. 5
Le cattive letture alzano i valori
2 Numero 6 - Anno x - Lunedì 15 dicembre 2008
Adesso sto meglio e, forse, è meri-
to di Alberto.
Alberto lo conosco da almeno 30
anni, è il mio medico da più di 20 e
su certe cose con lui non discute, è
così e basta.
Tre mesi fa sono andato a trovarlo
per una serie di disturbi
che, mali di stagione
pensavo, duravano un
po’ più del solito; più che
altro per il conforto che solo
un medico amico ti sa dare,
visto che sono il fervente soste-
nitore di ogni tipo di medicamen-
to dall’aspirina in poi…per gli altri,
quando me lo chiedono o quando,
in un modo o nell’altro, intuisco in
chi mi è vicino un malessere, un
febbricola o un qualsiasi dolore,
allora sono pronto a suggerire que-
sta o quella pasticchetta miracolo-
sa, di cui ho sentito un gran bene e
che non ha controindicazioni .
Quanto a me, rifuggo da qualsiasi
medicina che non siano le gocce
per il naso, ma solo quando ho il
raffreddore e di notte proprio non
respiro.
Comunque quella volta non c’è
stato nulla da fare, Alberto mi ha
propinato una serie di analisi da
fare senza scampo. “Non sei più un
ragazzino” – mi ha detto e poi si è
immerso in una lunghissima telefo-
nata al cellulare. Indignato, me ne
sono andato senza neanche salu-
tarlo.
Cristo! Tempo una settimana e con
i fogli in mano ero nuovamente da
lui; le mie analisi non propriamente
belle: Colesterolo, Glicemia, Azote-
mia, Acidi Urici, più altro ancora,
su cui non vorrei soffermarmi, che
mi vengono i lucciconi solo a ripen-
sarci. Adesso sì che comprendevo
mio padre che quando deve passa-
re l’esame del Diabete (proprio
“esame” lo chiama) si prepara con
cura un mese prima e io, invece, al
patibolo quasi con noncuranza.
Insomma, il mio medico ex amico
ha guardato i fogli e con aria grave
in primain prima
di
Leo
Beneduci
mi ha detto: “Non va!”.
“Questi sono i risultati di uno dalla
vita sregolata” ha continuato, “devi
smetterla, perché di questo passo
non duri molto. ”.
Ricacciando indietro quel magone
così simile a quello delle elementa-
r i
quan-
do il
maes t ro
mi metteva
dietro la
lavagna, ho
chiesto: “Per-
che? Che vita
faccio?” .
“Questo lo sai tu!
Anzi perché non me
lo dici?” ha replicato
senza battere ciglio.
C’è da sapere che il mio
ex amico e presto ex medico non è
solo dottore in medicina, conven-
zionato con la Mutua, ma anche
dietologo, omeopata, macrobiotico
e quanto altro ancora lo sa solo lui.
Però la sua fissazione maggiore è
quella della Psicologia per la
quale, detto tra le righe, non ha
alcun titolo o conoscenza maggiori
di quelli che posso avere io, tanto
che le nostre più accese discussio-
ni iniziano sempre quanto lui si
esprime, con l’aria da saccente, sui
comportamenti della tal Tizia o del
tal Caio nostri comuni conoscenti.
Comunque, sono stato al gioco e
ho risposto: “Nulla! Una vita abba-
stanza comune, lavoro forse un po’
troppo, casa, a letto prima di mez-
zanotte, pasti abbastanza regolari
senza stravizi, qualche sigaretta,
qualche weekend fuori Roma a
passeggiare…Nulla di ecceziona-
le…purtroppo.”.
“Sì, ma ci deve essere qualcosa
che non va…per forza” ha ribadito,
“Che lavoro fai?”.
“Lo sai che lavoro faccio, mi
occupo degli affari degli altri,
visto che non riesco a farmi i
mei.” ho risposto “leggo, le
lettere, le richieste, le
leggi, le circolari, i
comunicati degli altri
sindacati e poi scri-
vo..se posso vado
a fare assemblee
in qualche car-
cere”.
E lui mi fa:
“ E c c o !
Cos’è che
leggi le
cir.? E
p e r
quanto tempo?”, come se avesse
detto: “Eureka, ho trovato!”.
“Le circolari!?”, meccanicamente e
con malcelato orgoglio: “Trattasi di
abbreviazione di ‘ordine circolare’
cioè dell’ordine che il portaordini
recava in giro ai vari comandanti di
reparto o capi ufficio, dando poi
ragguaglio del ricevimento al
comandante che lo avesse imparti-
to; se l’ordine era rappresentato
documentalmente, i comandanti
riceventi potevano anche, con la
firma, dichiarare di averne presa
visione o di averne ricevuta copia.
Questa tecnica passò poi nelle
amministrazioni non militari, restan-
do immutato il vocabolario. Da noi
le fanno tutti, i vari direttori genera-
li, il capo dell’amministrazione, i
provveditori, persino qualche capo
ufficio, servono per regolare tutto, il
lavoro, i diritti e non solo, peccato
che non vengano applicate soprat-
tutto da chi le riceve e a volte
anche da chi le firma e poi, cam-
biano come cambia il vento. Passo
diverso tempo al lavoro a leggerle
e a rileggerle perché le dimentico
facilmente, a volte non se ne com-
prendono né le motivazioni né i
contenuti.”.
“Ma non ci sono già le leggi per
questo, i regolamenti?” mi chiede,
con fare indagatore.
“Ma a volte le leggi, per come sono
scritte in Italia, non bastano.” repli-
co io un po’ timidamente.
“Allora facciamo così” aggiunge lui,
“non ti do né medicine né diete che,
conoscendoti, non prenderesti e
non faresti, e per 3 mesi smetti di
leggere le…circolari, di qualsiasi
genere e anche, visto che dopo
tutti questi anni di sindacato state a
pezzi e immagino quello che ci può
essere scritto, i comunicati sinda-
cali.”.
Penso che sia assurdo e non com-
prendendo, gli chiedo: “Ma anche
le circolari del Personale che mi
servono per lavorare?”.
“Certo!” risponde.
“Anche quelle dei Detenuti?” e lui:
“Assolutamente!”.
“Quelle del Capo del Dipartimen-
to?” e lui: “Soprattutto!”.
“Neanche i comunicati degli altri
sindacati e dell’altro Sindacato
autonomo?” e lui imperterrito:
“Quelli poi, sono veleno puro!”.
Gli stringo la mano per lasciare
cadere l’argomento, lo conosco, ha
sempre ragione lui. Lascio lo studio
medico senza voltarmi. Però, sono
due mesi che non leggo tutte quel-
le cose e qualche risultato comin-
cio a vederlo. Che sia vero che le
cattive letture alzano i valori di Gli-
cemia, Azotemia, Colesterolo, etc.
etc.?
Io non
leggo piùLe cattive letture
alzano i valori
Io non leggo piùCIRCOLARI - CIRCOLARI - Servono per regolare il tutto, il lavoro, i diritti e non solo ma peccato che non vengano applicate
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Periodico - Organo ufficiale dell’O.S.AP.P. Anno X - numero 6 - 15 dicembre 2008DISTRIBUZIONE GRATUITA
CAUSE.CAUSE. Tra i motivi del malessere di un sindacalista cisono le tante lettere che, spesso, non servono a niente.
RIMEDI.RIMEDI. La soluzione è quella di evitare per alcuni mesi la“somministrazione” di queste “dosi di veleno”.
Adesso sto meglio e, forse, èmerito di Alberto.Alberto lo conosco da almeno 30anni, è il mio medico da più di 20e su certe cose con lui non discu-te, è così e basta.Tre mesi fa sono andato a trovar-lo per una serie di disturbi che,mali di stagione pensavo, durava-no un po’ più del solito; più chealtro per il conforto che solo unmedico amico ti sa dare, visto chesono il fervente sostenitore di ognitipo di medicamento dall’aspirinain poi…per gli altri, quando me lochiedono o quando, in un modo onell’altro, intuisco in chi mi è vici-no un malessere...
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Nuove frontiere
informatiche
E' stato varato. Nei giorni scorsi, ilprogetto interministeriale per l'inno-vazione digitale nella giustizia fir-mato a Palazzo Chigi dal Guardasi-gilli e dal ministro della Pa e dell'In-novazione Renato Brunetta. "Dopomesi di studio e di lavoro abbiamocapito che l'inefficienza della giusti-zia e' un male curabile - ha com-mentato Alfano nella conferenzastampa...
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L’invasionedei piccioniLa presenza di piccioni nelle areedegli istituti penitenziari sta diven-tando un serio problema. Gli isti-tuti sono invasi da questo volatileche spesso alcuni detenuti cattu-rano per cucinarlo. Si tratta di un volatile che veicolala trasmissione di malattie infetti-ve (salmonellosi, criptoccoccosi...
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Le cattive letture alzano i valori
3Numero 6 - Anno x - Lunedì 15 dicembre 2008
BLOCK NOTESAppunti dal ‘pianeta Giustizia’
Nuove frontiere informaticheE' stato varato. Nei giorni scorsi,
il progetto interministeriale per l'inno-vazione digitale nella giustizia firmatoa Palazzo Chigi dal Guardasigilli edal ministro della Pa e dell'Innovazio-ne Renato Brunetta."Dopo mesi di studio e di lavoroabbiamo capito che l'inefficienzadella giustizia e' un male curabile - hacommentato Alfano nella conferenzastampa di presentazione del progetto- e sono lieto di essere tra i primi asottoscrivere con il ministero dellaFunzione pubblica un protocollo cheha lo scopo di modernizzare il siste-ma Italia sub specie giustizia. L'entu-siasmo contagioso del ministro Bru-netta - ha detto sorridendo - pervade-ra' il sistema giustizia". Nel protocollosono previsti sei progetti: notificatelematica delle comunicazioni edelle notifiche processuali; rilasciotelematico dei certificati giudiziaridagli uffici giudiziari e da sportelli col-locati in altre pubbliche amministra-zioni sul territorio (per esempioComuni e camere di commercio); tra-smissione telematica delle notizie direato tra Polizia e procure dellaRepubblica; registrazione telematicadegli atti giudiziari civili pressol'Agenzia delle entrate; accesso pub-blico via rete a sentenze e dati deiprocedimenti in attuazione al codicedell'amministrazione digitale; razio-nalizzazione, evoluzione e messa insicurezza delle infrastrutture Ict, deisistemi informatici e della rete di tele-comunicazione della giustizia."Solo puntando all'organizzazione,alla riorganizzazione e all'Ict granparte dei problemi della Pa si posso-
ANNO X - n. 6 Lunedì 15 dicembre 2008
Direttore Responsabile Leo Beneduci
Direttore Editoriale Domenico Nicotra
Vice Direttore Domenico Mastrulli
Capi Redattori Canio Colangelo - Pasquale Montesano
Agostino Palossi - Gennaro Ricci
Direttore Organizzativo Luca Cruciani
Coordinamento Redazionale Alfio Grasso
Stampa Graph snc - S. Alessio Siculo
Roma - Via della Pisana, 228. Tel. 06.61165588 - 06.66154010. Sono sedi di Polizia
Penitenziaria Domani tutte le segreterie regionali dell’O.S.A.P.P.
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica Italiana
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DISTRIBUZIONE GRATUITA
www.poliziadomani.it - www.osapp.it
[email protected] - [email protected] - [email protected]
TRIBUNALI - Firmato un protocollo d’intesa interministeriale che prevede anche i tempi per i progetti futuri
no risolvere, questo e' il nostro obiet-tivo. C'e' poi un problema generale dicultura di tutta la nostra Pubblicaamministrazione" ha detto Brunettache ha ricordato i protocolli gia' firma-ti con il ministero dell'Istruzione, conl'universita' La Sapienza e con leregioni Lombardia e Campania. Lerisorse per i sei progetti, ha spiegatoAlfano, "in parte le mettera' il ministe-ro della Pa e dell'Innovazione e inbuona misura noi insieme al ministroMaroni. Potremo investire i proventiche derivano dai fondi dormienti". Il
di
Domenico
Nicotra
titolare della Giustizia ci ha tenuto asottolineare "una novita' rispetto alpassato": "Queste non sono dichiara-zioni programmatiche ma sei proget-ti e in calce e' indicato il tempo di rea-lizzazione, della prima fase e di quel-la conclusiva del progetto". In partico-lare, per il primo progetto si prevedea marzo 2009 di predisporre infra-strutture per la trasmissione degli attinei tribunali maggiori - tra i quali Mila-no, Napoli, Catania e in dieci tribuna-li piccoli dei distretti di Milano e Bre-scia - ed entro giugno 2010 la notifi-
ca telematica per tutti i procedimentipendenti relativi alle esecuzioni. Per ilsecondo progetto nel protocollo sonoindicate le scadenze marzo 2009 peril rilascio del certificato del casellariogiudiziario da qualsiasi sede, esclusigli uffici del giudice di pace, e l'acces-so in via telematica al casellario peralmeno una Pa, e dicembre 2010 perattivare il servizio di rilascio di certifi-cati "locali" nel 25 per cento deiComuni in altri sportelli di "Reti ami-che". Per quanto riguarda la trasmis-sione telematica delle notizie di reatotra Polizia e procure della Repubblicasi ipotizza una sperimentazione amarzo del prossimo anno presso laprocura di Napoli e l'avvio del proget-to presso la Polizia giudiziaria e leprocure dell'Italia meridionale entrodicembre 2010. Per quanto riguardainvece la registrazione telematicadegli atti giudiziari le scadenze indi-cano in marzo 2009 l'attuazione deidecreti ingiuntivi esecutivi in almenodue tribunali "super" (Milano e Napo-li), un tribunale grande (Catania),quattro medi (Bergamo, Brescia,Como e Monza) e in dieci piccoli deidistretti di Milano e Brescia. A giugno2010, la registrazione di tutti gli attiprodotti nei tribunali e nelle Cortid'appello. Due date anche per il quin-to progetto: marzo 2009 per lo studiodi fattibilita' della soluzione tecnologi-ca e marzo 2010 per la messa adisposizione del servizio al pubblico.Infine, un'unica scadenza - dicembre2010 - per la sperimentazione e l'av-vio del progetto di evoluzione emessa in sicurezza dell'infrastrutturaIct del settore giustizia.
L’invasione dei piccioni
4 Numero 6 - Anno x - Lunedì 15 dicembre 2008
INFEZIONI - La presenza degli uccelli negli Istituti sta diventando un problema
La presenza di piccioni nelle
aree degli istituti penitenziari sta
diventando un serio problema. Gli
istituti sono invasi da questo volati-
le che spesso alcuni detenuti cattu-
rano per cucinarlo.
Si tratta di un volatile che veicola la
trasmissione di malattie infettive (
salmonellosi, criptoccoccosi, cocci-
diosi, encefalite, tubercolosi ) il cui
contagio non avviene esclusiva-
mente attraverso il contatto diretto,
la cui presenza all’interno degli isti-
tuti, in prossimità di cortili e passeg-
gi è sempre più massiccia con
ingenti depositi di guano che, come
BB brevi
DA PORTICI A ROMA
Trasloco silenzioso
della Banda del CorpoLa Banda traslo-
ca? Sentendo le
bene informate
voci di corridoio
sembrerebbe
proprio di si.
Dalla sede
“storica” e pluri-
decennale della Scuola di Portici-
Ercolano i maestri dovrebbero tra-
slocare alla Scuola di Formazione
di Via di Brava a Roma.
NO ALLA PRIVATIZZAZIONE
Presenza in calo
ma dati allarmanti
Pericoli in carcere, una regola che valga per tutti
La Direzione Generale detenuti e trattamento del Dipar-
timento dell’Amministrazione penitenziaria ha stabilito il
divieto della vendita e ricezione da parte dei detenuti di
generi e oggetti contenuti in scatole di metallo o conte-
nitori di vetro (es. tonno, pelati ecc. …) e comunque di
tutto ciò che per caratteristiche sue proprie potrebbe
essere pericoloso o utilizzabile in modo improprio a
danno dei ristretti o del personale. Manca però una seria
direttiva in modo da evitare che in un Istituto sia ammes-
so qualche utensile escluso in un altro carcere. C'è biso-
gno, in parole povere, di una misura dettagliata che uni-
formi la materia. D’altra parte, la cronaca penitenziaria
annovera giornalmente le aggressioni all’interno delle
sezioni detentive con stoviglie o l’uso di fornelli e bom-
bolette per scopi che esulano dalla loro funzione.
Sono 57.737 i detenuti presenti
nelle carceri italiane,secondo l’ulti-
ma rilevazione. Un trend che fa
registrare un calo di 600 reclusi
rispetto la capienza di 15 giorni fa.
Le diminuzioni sono solo avvenute
in Piemonte (-168), in Campania (-
83) e in Puglia (-421). Mentre i
detenuti continuano a crescere in
Abruzzo(+62), in Lombardia (+80),
in Veneto (+102), in Sicilia (+46) e
in Sardegna (+54). Se letto attenta-
mente, il dato numerico non e' con-
fortante per nulla. Visto il clima di
emergenza bisogna scongiurare la
costruzione di nuovi istituti peniten-
ziari, affidandone praticamente la
gestione alle ditte private, magari
agevolando anche il capitale di
società straniere, come vorrebbe
fare qualcuno.
constatato presso numerosi istituti
non vengono assolutamente rimos-
si.
Peraltro, l’inalazione di polvere
contaminata dalle deiezioni dei
colombi costituisce un fattore di
rischio che il datore di lavoro ha
l’obbligo di risolvere attraverso con-
crete ed adeguate misure ex l
626/1994 e succ mod. In virtù di
questa normativa, il datore di lavo-
ro (cioè i dirigenti penitenziari) ha
l’obbligo di tutelare la sicurezza dei
dipendenti anche
dai rischi connessi alla presenza di
agenti infestanti. Ebbene, pulci,
cimici e zecche sono i parassiti che
comunemente convivono con i
colombi. Per evitare che la cospi-
cua presenza di piccioni negli istitu-
ti si traduca in un’ulteriore fattore di
rischio all’interno di strutture caren-
ti sotto tutti i punti di vista è neces-
saria l’emanazione di una direttiva
che interdica ai detenuti di dare da
mangiare ai colombi, prevedendo
concrete misure sanzionatorie nei
confronti dei trasgressori.
Gli istituti dovrebbero installare dei
dissuasori e procedere ad una
immediata disinfezione e disinfe-
stazione degli ambienti.
TELEFONIA MOBILE
Ancora problemi per le
Sim, gli sms e gli mms
Ancora problemi per la conven-
zione stipulata per la telefonia
mobile. Nel Lazio e nel Triveneto
le schede Sim non sono state
ancora consegnate. Inoltre sembra
che si vuole inibire l’invio di SMS e
di MMS dalle utenze telefoniche.
L’invio di SMS e di MMS con que-
ste utenze può essere effettuato
sia anteponendo ai numeri di tele-
fono il 46 e sia omettendolo ed in
quest’ultimo caso a spese degli
Enti dell’Amministrazione.
Poche certezze dopo il divieto di ingresso di prodotti utilizzabili in modo improprio
5Numero 6 - Anno x - Lunedì 15 dicembre 2008
PROGETTI - Il Ministro Alfano nel corso di una riunione alla Funzione Pubblica ha parlato di Riordino
Le parole che non ti aspetti
NN news Risse, unità antisommossa
INTERVENTI - Necessario l’impiego dei reparti cinofili in occasione di eventi critici
DUBBI
Nuove carceri?
Il Ministro della Giustizia Ange-
lino Alfano ha dichiarato l'intenzio-
ne di aprire gli istituti penitenziari di
Rieti, di Noto e di Gela per una
capienza di oltre 1.300 posti in più
per i detenuti. Detenuti in più ma
non si parla di adeguamento di
organico. Questa iniziativa dovreb-
be comportare l’impiego di ulteriori
400 o 600 unità di Polizia Peniten-
ziaria a seconda se si vogliano
organizzare i turni di servizio su 3 o
su 4 quadranti giornalieri. Per il
nuovo istituto di Rieti, per un
capienza ordinaria di 500 detenuti,
occorrerebbero, rispetto alle 50
unità del vecchio istituto, almeno
270 unità del Corpo organizzate su
3 turni di 8 ore ciascuno, mentre la
completa funzionalità del carcere di
Noto comporrebbe l’impiego di
ulteriori 100 unità attualmente indi-
sponibili nella regione Sicilia.
L'incontro tenuto il 3 dicem-
bre alla Funzione Pubblica ha
regalato una novità interessan-
te ed imprevista.
Nel suo intervento, il Ministro
della Giustizia Angelino Alfano
ha sottolineato l’importanza del
Comparto Sicurezza e Difesa
nell’attuazione dei programmi
del Governo che proprio sulla
sicurezza dei cittadini ha fonda-
to la propria politica.
Il Guardasigilli ha affermato di
essere specificamente interve-
nuto a tutela del Corpo di Poli-
zia Penitenziaria di cui deve
essere riconosciuto il rilevante
interesse per la sicurezza
nazionale attese le funzioni di
Polizia Giudiziaria, di Pubblica
Sicurezza, di Polizia Stradale
nonché i servizi di Tutela e
Scorte.
Della Polizia Penitenziaria – ha
continuato il Ministro Alfano –
andrà realizzato il Riallinea-
mento rispetto gli altri Corpi e
ne andranno potenziati Ruolo e
Funzioni tenuto conto che solo
grazie alla Polizia Penitenziaria
sono reperibili quelle essenziali
informazioni che provengono
dai soggetti anche di particolare
gravità che sono detenuti in
carcere.
Dichiarazioni inaspettate e gra-
dite a cui dovranno seguire i
fatti. Specialmente sul Rialline-
mento si dovrà aprire un dibatti-
to costruttivo mei tentano.
E' rimasta senza nessun riscon-
tro la richiesta di impiego dei cani
antisommossa all'interno dei conte-
sti detentivi. Senza seguito nean-
che la sollecitazione ribadendo
all'Ufficio Legislativo di avviare le
procedure per l'introduzione del
reato di lesioni gravi o gravissime
nei confronti degli operatori peni-
tenziari.
L'ennesima rissa avvenuta nei gior-
ni scorsi nell'istituto di San Vittore
appare sufficiente per individuare le
eventuali responsabilità di chi
omette di dare corso ai circuiti
detentivi agevolando concentrazio-
ni di soggetti pericolosi in strutture
carenti dal punto di vista logistico e
strutturale. In quest’ultima rissa iI
bilancio delle vittime è stato grave:
8 detenuti magrebini sono dovuti
ricorrere alle cure del pronto soc-
corso per ferite. Per sedare lo
scontro la polizia penitenziaria è
entrata in azione in massa e solo
con grande sforzo e rischio è riusci-
ta a calmare le acque. Il Capo della
Polizia Penitenziaria dovrebbe atti-
varsi anche presso la competente
autorità politica per fornire al Per-
sonale di Polizia Penitenziaria ogni
possibile supporto materiale e nor-
mativo. L’utilizzo delle unità cinofile
antisommossa potrebbe essere un
utile strumento in occasione di
eventi critici per la tutela del Perso-
nale di Polizia Penitenziaria.
Tanti Provveditorati Regionali – Istituti penitenziari non hanno più
alcuna disponibilità di fondi per il pagamento al Personale di Polizia
Penitenziaria degli anticipi di missione relativi alla partecipazione dei
concorsi nell’Amministrazione (concorso pubblico per 271 posti di
Vice Ispettore a Roma). La gravità di questa situazione è che nume-
rosi appartenenti al Corpo hanno rinunciato al concorso. Per il 2009 è
prevista una riduzione ulteriore degli stanz iamenti in bilancio non
inferiore al 30% per quanto riguardale spese di missione del Perso-
nale di Polizia Penitenziaria.
Niente soldi
per la partecipazione ai concorsi
Non è ancora stata effettuata la ricognizione sull'ingresso dei volontari
all'interno degli istituti penitenziari che, com'è noto versano in una
drammatica situazione di sovraffollamento all'interno di strutture caren-
ti dal punto di vista igienico – sanitario .In molti istituti, soprattutto quel-
li delle città capoluogo di regione, c'è un indiscriminato accesso dei
volontari. Emblematico in tal senso è il caso dei colloqui di sostegno
che in alcuni casi vengono effettuati da soggetti volontari che oltre a
non possedere le qualificate cognizioni possono essere persino sog-
getti che hanno avuto precedenti esperienze detentive. Per questo
motivo e per salvaguardare il perseguimento degli obiettivi istituzionali,
è ancora più necessario ed urgente effettuare una ricognizione sul
numero dei volontari che accedono negli istituti con contestuale verifi-
ca delle attività concretamente svolte.
Ricognizione dei volontari
6 Numero 6 - Anno x - Lunedì 15 dicembre 2008
Negli ultimi cinque anni lo Stato ha
pagato 1,27 miliardi di euro per le spese
delle intercettazioni e per le cimici. Un'in-
chiesta di Panorama (in edicola il 28 novem-
bre) ha portato alla luce i dati del censimen-
to voluto dal Guardasigilli.
Alla procura di Campobasso mettere un
telefono sotto controllo costa 3,85 euro al
giorno; a Lodi la stessa operazione costa 27
euro, cioè oltre sette volte tanto. E poco
meno costa alle procure di Urbino, Cuneo,
Messina e Barcellona Pozzo di Gotto: 23
euro al giorno. La differenza è ancor più
vistosa sulle microspie: alla procura di
Roma l’affitto di una “cimice” digitale costa
19,5 euro, a Catania 195 euro, ad Ancona
169 e a Foggia 150. E ancora, far collocare
un localizzatore sotto l’auto di un sospetto
costa a Gela 12 euro al giorno, a verona
170 e a Caltanissetta 180.
II dati sono ufficiali e aggiornati allo scorso
mese di ottobre e fanno parte di un primo
monitoraggio del ministero della Giustizia
che riguarda 146 procure di tutta Italia (su
165) per avere un quadro preciso delle
spese per intercettazioni e consulenze.Le
intercettazioni, 1,279 miliardi di euro spesi
negli ultimi cinque anni, sono certo utili alle
indagini ma costituiscono anche un autenti-
co business che richiama aziende di ogni
tipo e che sfugge a ogni controllo. “Il valore
del prezzo medio giornaliero per ogni linea
intercettata, ovvero 11,5 euro” si legge nel
documento del ministero della Giustizia
“risulta essere molto diverso secondo gli
uffici, ma la caratterizzazione territoriale non
sembra essere discriminante”.Una situazio-
ne che pare destinata a durare ancora poco.
“Posso capire che le aziende cerchino di
fare profitto, ma hanno lucrato troppo e si è
ecceduto. Adesso basta, la festa è finita”
spiega il ministro della Giustizia Angelo Alfa-
no a Panorama.
“Verrà introdotto un tariffario nazionale e
l’avvio del sistema unico delle intercettazio-
ni sarà propizio per ridurre sia le spese sia il
numero di soggetti che gestiscono queste
delicatissime informazioni”. “Non è possibile
- continua Alfano nella sua intervista - che lo
stesso servizio sia venduto a prezzi diversi.
Non voglio parlare di dolo contrattuale delle
imprese, però bisogna cambiare. Finora i
lsettore è stato penalizzato da un grande
paradosso: esiste una stazione appaltante
per ogni singola procura e dentro ogni uffi-
cio vi sono tante sottostazioni appaltanti
quanto sono i pubblici ministeri. Così ognu-
no agisce per conto proprio. Con prezzi
diversi talvolta perfino nella stessa procura.
E con un ulteriore aggravante che ha dell’in-
credibile: questo è uno dei pochissimi setto-
ri con una separazione netta tra committen-
te, ovvero il sostituto procuratore che chie-
de le intercettazioni, e il pagatore, ovvero il
ministero.
La scissione tra committente e pagatore si
riflette sui costi e fa crescere il divario dei
prezzi.
Le intercettazioni rimangono uno strumento
strategico di contrasto alla criminalità. Se
esiste la tecnologia che garantisce risultati
più significativi è doveroso utilizzarla”.
Intercettazioni, i conti non tornanoINCHIESTA - Secondo il settimanale Panorama non c’è omogeneità nelle spese per il controllo dei telefoni
L’inchiesta di Panorama in edicola il 28 novembre
7Numero 6 - Anno x - Lunedì 15 dicembre 2008
zappingzappingNews dal Mondo e dall’Italia
a cura di
Giada
Ariani
Tribunale di Vittoria: via i crocefissi dalle aule
Carcere per chi commette reati di razzismo e xenofobia. Pene da uno a tre anni è quanto stabilito dalle nuove norme europee in materia di anti-
razzismo. I ministri della Giustizia dei Ventisette hanno dato il via libera a Bruxelles alla nuova legge quadro. Sta ora ai singoli Stati, membri del-
l’Unione Europea, adeguarsi nel giro di due anni a questa nuova normativa europea.
«Mi rallegro – ha commentato il commissario europeo alla Giustizia, libertà e sicurezza Jacques Barrot - dell′introduzione di pene severe ed effica-
ci contro il razzismo e la xenofobia, che sono diretta violazione dei principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umano e libertà fondamentali e
lo stato di diritto, sui quali è fondata l′Unione Europea e che sono comuni agli stati membri».
Le sanzioni si applicheranno non sono a chi commette reati, ma anche a coloro che inciteranno all’odio attraverso la diffusione di materiale rivolto
contro gruppi di persone o singoli cittadini definiti attraverso il riferimento alla razza, il colore, la religione, la discendenza o l’origine nazionale o
etnica.
Analoghe
sanzioni
sa ranno
applicate
a coloro
che pub-
blicamen-
te tollera-
no, nega-
no e mini-
mizzano
in manie-
ra gros-
s o l a n a
crimini di
g e n o c i -
dio, con-
tro l′uma-
nità e di
guerra.
Carcere per i reati di razzismo e xenofobia
Non c'é il crocefisso nelle aule dove si amministra la giustizia civile e penale nel Tribunale di Ragusa:
Michele Duchi, il presidente del Tribunale, ha infatti respinto la richiesta inoltrata dal locale Ordine degli
avvocati, nel 2005, affinché venisse riappeso il simbolo religioso della cristianità.
E quando, a Ragusa, è stata edificata la sezione distaccata del Tribunale di Vittoria, Duchi ha fatto
togliere i crocefissi appesi nelle nuove aule da un cancelliere.
"La giustizia deve essere amministrata in modo laico – ha spiegato Duchi alle agenzia di stampa - e
non sarebbe rispettoso della Costituzione amministrarla con appeso alle pareti un simbolo religio-
so che potrebbe essere discriminatorio nei confronti di chi osserva un altro credo".
"Qui a Ragusa - prosegue Duchi - non ci sono mai stati problemi per la mancanza del crocefisso
nelle aule di giustizia, io presiedo il tribunale da sette anni e quando sono arrivato i crocefissi già
non c'erano. Nel 2005, l'Ordine degli avvocati mi ha scritto affinché fossero rimessi ma io ho spie-
gato che sarebbe stato lesivo dei nostri principi costituzionali.
Questa di Ragusa è una realtà laica e senza fondamentalismi, né estremismi, e la mia risposta è
stata capita, è stato riconosciuto che era giusto così".
Per quanto riguarda il 'blitz' fatto da un cancelliere nella nuova sede distaccata di Vittoria, Duchi
sottolinea che "quella non era stata una mia disposizione e quindi ho disposto la rimozione dei
crocefissi".
L'ufficio guidato da Duchi conta 16 magistrati sulla carta, in realtà sono 14. L'ufficio del Pm - che
non è diretto da lui - ha sette magistrati, ma in realtà ce ne sono solo tre.
"Quello dell'organico - conclude Duchi - é il nostro vero problema. Ragusa è stata inclusa tra le
sedi disagiate e vengono dati incentivi ai magistrati che decidono di venire qui. Ma per ora il pro-
blema della scopertura c'é ed è grave".
I reati più frequenti, per i quali si svolgono processi a Ragusa, riguardano "la droga, gli stranieri,
le truffe, qualche rapina, estorsioni e qualche problema di mafia anche se - rileva Duchi - ci sono
state molte buone operazioni delle forze dell'ordine ed ora la situazione è abbastanza calma".