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Poste italiane spa spedizione in abbonamento postale 70% Roma AUT MP-AT/C/RM/AUT.14/2008 www.poliziapenitenziaria.it anno XXII n. 233 novembre 2015 Natale non è solo aprire i nostri regali, Natale è anche aprire i nostri cuori... IISSN 2421-2121

Polizia Penitenziaria - Novembre 2015 - n. 233

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Rivista ufficiale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

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Page 1: Polizia Penitenziaria - Novembre 2015 - n. 233

Poste italiane spa spedizione in abbonam

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www.poliziapenitenziaria.itanno XXII • n. 233 • novembre 2015

Natale non è solo aprirei nostri regali, Natale è ancheaprire i nostricuori...

IISSN 2421-2121

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PoliziaPenitenziarian.233novembre2015

3sommario

Organo Ufficiale Nazionale del S.A.P.Pe.Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

Direttore responsabile: Donato [email protected]

Direttore editoriale: Giovanni Battista de Blasis [email protected]

Capo redattore: Roberto [email protected]

Redazione cronaca:Umberto Vitale, Pasquale Salemme

Redazione politica: Giovanni Battista Durante

Comitato Scientifico:Prof. Vincenzo Mastronardi (Responsabile),

Cons. Prof. Roberto Thomas, On. Avv. Antonio Di Pietro

Donato Capece, Giovanni B. de Blasis, Giovanni B. Durante, Roberto Martinelli, Giovanni Passaro, Pasquale Salemme

Progetto grafico e impaginazione: © Mario Caputi (art director) www.mariocaputi.it

“l’appuntato Caputo” e “il mondo dell’appuntato Caputo” © 1992-2015 by Caputi & de Blasis (diritti di autore riservati)

Direzione e Redazione centraleVia Trionfale, 79/A - 00136 Roma

tel. 06.3975901 r.a. • fax 06.39733669e-mail: [email protected]

web: www.poliziapenitenziaria.it

Registrazione:Tribunale di Roma n. 330 del 18 luglio 1994

Cod. ISSN: 2421-1273 web ISSN: 2421-2121

Stampa: Romana Editrice s.r.l.Via dell’Enopolio, 37 - 00030 S. Cesareo (Roma)

Finito di stampare: novembre 2015

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

anno XXIInumero 233novembre 2015

In copertina:Il Buon Natale di Polizia Penitenziaria Società Giustizia & Sicurezza

Fotografa questo codice e leggi la rivista sul tuo cellulare

l’editorialeRadicalismo e fondamentalismo islamico

di Donato Capece

4 il libro del meseIl colore del cielo il libro del collega Alessandro Pugi

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il pulpitoIl messaggio dell’Imperatore

di Giovanni Battista De Blasis

5 cinema Atticaa cura di Giovanni Battista De Blasis

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il commentoOnori al merito: ricompense e riconoscimenti

di Roberto Martinelli

6 crimini e criminaliLa vedova nera: Milena Quaglinidi Pasquale Salemme

24

diritto e dirittiIl diritto del detenuto all’ambiente

di Giovanni Passaro

8 dalle segreterieCuneo

l’osservatorioLa vita delle persone non è dei governanti

di Giovanni Battista Durante

10 donne in uniformePioggia di sanguedi Laura Pierini

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criminologiaCriminogesi e accoglienza dei minori

di Roberto Thomas

12 come scrivevamo Carcere e condizione umana

28

giustizia minorileIl trattamento dei detenuti minorenni

di Ciro Borrelli

15 sicurezza sul lavoroIl datore di lavoro - formazione e spesa di Valter Pierozzi

30

lo sportOro, argento e ISU per Cappellini-Lanotte

di Lady Oscar

16 le recensioniEditori: Franco Angeli, Maggioli, Gruppo Abele

32

mondoL’istituto a custodia attenuata di Orvieto

18 ultima paginaVignetta:il mondo dell’Appuntato Caputodi De Blasis & Caputi

34

Il S.A.P.Pe. è il sindacato più rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria

Chi vuole ricevere la Rivista direttamente al proprio domicilio, può farlo versando un contributo di spedizione pari a 25,00 euro, se iscritto SAPPE, oppure di 35,00 euro se non iscritto al Sindacato, tramite il c/c postale n.54789003 intestato a: POLIZIA PENITENZIARIA - Società Giustizia & SicurezzaVia Trionfale, 79/A - 00136 Roma specificando l’indirizzo, completo, dove va spedita la rivista.

Per ulteriori

approfondimenti

visita il sito

www.poliziapenitenziaria.it

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uel che è accaduto il 13novembre a Parigi in Francia,con una serie di attacchiomicidi senza precedenti di un

gruppo di folli criminali jihadisti che algrido di “Allah akbar” (ovvero, Allah èil più grande) hanno ucciso oltre 130persone e ne hanno ferito quasi 400,ha riportato drammaticamenteall’attenzione di tutti i rischi e ledegenerazioni del radicalismo e delfondamentalismo.

Alzare i livelli di sicurezza in Italiadopo i gravissimi attentati in Francia èdunque assolutamente doveroso efondamentale. Ma altrettanto doverosoe fondamentale è denunciare leprecarie condizioni operative che sonocostretti ad affrontare ogni giorno, nelnostro Paese, gli operatori dellaSicurezza per i continui tagli dibilancio al settore che i vari Esecutiviche si sono alternati in Italia negliultimi anni hanno fatto ai danni delComparto Sicurezza. La sicurezza dei cittadini non puòessere oggetto di tagli indiscriminati eingiustificati. E la realtà è che con seimiliardi di tagli che i vari GoverniProdi, Berlusconi, Monti, Letta e Renzihanno operato dal 2008 a oggi, icittadini sono MENO sicuri perché cisono MENO poliziotti a controllare leloro case e i quartieri, MENO poliziottipenitenziari nelle carceri a fronte di unnumero di detenuti che sta tornado adaumentare esauriti gli effetti“taumaturgici” della sentenza CEDU –

Torreggiani, MENO forestali contro leagromafie e le ecomafie per la tuteladell’ambiente, MENO vigili del fuoco adifenderci da disastri e calamità, agarantire sicurezza e soccorsopubblico. Con una serie didichiarazioni rilasciate ai principaliorgani di informazione – giornali,radio, tv –, ho espresso chiaramentela posizione del primo Sindacato delCorpo, il SAPPE, su questa immanetragedia, ed ho puntato il dito anchesui rischi della radicalizzazioneviolenta e del proselitismo all’internodegli istituti penitenziari delfondamentalismo islamico. Anche ilcarcere è luogo sensibile, damonitorare costantemente, perscongiurare pericolosi fenomeni diproselitismo del fondamentalismoislamico tra i detenuti presenti inItalia. La Polizia Penitenziaria,attraverso gruppi selezionati e all’uopopreparati, monitora costantemente lasituazione, ma non dimentichiamo cheoggi è ancora significativamente alta lapresenza di detenuti stranieri in Italia.Rispetto agli oltre 52.400 presenti alladata del 31 ottobre scorso, ben17.342 erano stranieri (più di 13.500gli extracomunitari) e di questi circa8mila di Paesi del Maghreb edell’Africa.Al Ministro della Giustizia AndreaOrlando e al Capo DAP Santi Consoloabbiamo chiesto provvedimentiurgenti: come impedire il proselitismoe la diffusione del radicalismoislamico nelle carceri sospendendo ilprovvedimento in atto della vigilanzadinamica. Il carcere è un terreno fertile nelquale fanatici estremisti, in particolareex combattenti, possono far leva suglielementi più deboli e in crisi con lasocietà per selezionare volontarimujaheddin da inviare nelle aree diconflitto, grazie ad un meticolosoindottrinamento ideologico. Non è

infatti un caso la radicalizzazione dimolti criminali comuni, specialmentedi origine nordafricana, che pure nonavevano manifestato nessunaparticolare inclinazione religiosa almomento dell’entrata in carcere, che sisono trasformati gradualmente inestremisti sotto l’influenza di altridetenuti già radicalizzati. Per impedire tutto ciò è necessariosospendere il sistema della vigilanzadinamica, introdotto nelle carceri dalDipartimento dell’AmministrazionePenitenziaria, che consente ai detenutidi stare molte ore al giorno fuori dallecelle, mischiati tra loro, senza farenulla e con controlli sporadici edoccasionali della Polizia Penitenziaria.Il problema principale dellaradicalizzazione in carcere è che undeterminato individuo entra in carcereper reati comuni e ne esce radicale,senza che il sistema di sicurezzaesterno si renda conto di cosa èaccaduto in carcere, quali rapporti hacostruito, su quali si è basato e,soprattutto, dove è finito dopo il finepena. E la vigilanza dinamica e ilregime penitenziario aperto nellecarceri, che consentono la promiscuitàtra i detenuti senza controlli dellaPolizia Penitenziaria, sonoprovvedimenti che dovrebbero esseresospesi in via precauzionale proprioper i rischi congeniti che essicomportano. Per questo abbiamochiesto al ministro Guardasigilli e alCapo del DAP di sospendere vigilanzadinamica e regime penitenziarioaperto, oltre a invitarli a convocare leOO.SS del Corpo di PoliziaPenitenziaria per esaminare laquestione. Per mantenere altal’attenzione e fornire agli appartenential Corpo strumenti di formazione eaggiornamento professionale tali daintercettare ogni anomalia che sidovesse registrare nelle celle dellecarceri italiane.

Nella foto:detenuti islamici

in preghiera

Donato CapeceDirettore

ResponsabileSegretario

Generale del Sappe [email protected]

PoliziaPenitenziaria

n.233novembre

2015

Q

4

Radicalismo e fondamentalismoislamico in carcere: massima attenzione

l’editoriale

H

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Giovanni Battistade BlasisDirettore EditorialeSegretario GeneraleAggiunto del Sappe [email protected]

PoliziaPenitenziarian.233novembre2015

5

ono quasi venticinque anni chescrivo di, per esull’amministrazione

penitenziaria. Ricordo perfettamente il mio primoarticolo, nel 1992, che disputava con ilCapo Dap di quel tempo Nicolò Amato.Il leitmotiv dei miei editoriali è semprestato la polemica nei riguardi di chi“governava” il Dap. Ho cercato come meglio ho potuto dimettere all’indice la burocraziadipartimentale, quella burocrazia che,da sempre, rende la vita difficile a tuttii poliziotti penitenziari.Kafkiana, questa è stata la descrizioneche ho usato più frequentemente perdefinire il dipartimentodell’amministrazione penitenziaria.Il termine “kafkiano”, in genere,indica una situazione paradossale, disolito angosciante, che viene accettatacome status quo, perché è impossibilequalunque reazione tanto sul pianopratico quanto su quello psicologico. Il vocabolo deriva da Franz Kafka,scrittore cecoslovacco, che in romanzicome Il processo o Il castello,descrive egregiamente circostanze delgenere. Questo, ad esempio, ilfamosissimo incipit de Il processo.«Qualcuno doveva aver calunniatoJosef K., perché senza che avessefatto niente di male, una mattina fuarrestato.»Altrettanto famosa la descrizione delCastello.«Il Castello ha molti ingressi. Ora èin voga l’uno, e tutti passano di lì,ora l’altro, e il primo è disertato.Secondo quali regole avvenganoquesti cambiamenti non s’è ancorapotuto scoprire.»Abbastanza spesso, dunque, mi sonoritrovato a scrivere ispirato daipersonaggi e dalle situazioni deiromanzi di Kafka. Articoli come Davanti alla legge oL’usciere di Kafka.

Il messaggio dell’Imperatore

S quale precipiterà di nuovo.Kafka esprime con grande efficacia ilsenso di soffocamento e alienazionedel protagonista, con un crescendo diansia e inquietudine che vienespezzato soltanto da un finale onirico,quasi fiabesco.Ne Il messaggio dell’Imperatore,insomma, sono racchiuse tutte lemolteplici declinazioni del potere, benoltre le tre teorizzate da Max Weber,che immaginava quello tradizionale,quello carismatico e quello legale-burocratico. L’Imperatore affida unmessaggio ignoto quanto inutile ad unimprobabile messaggero che sa giàche non riuscirà mai nel suo compito,indirizzato a un suddito sconosciutoanche a se stesso, così che, perfino inpunto di morte, si perpetui il suopotere assoluto. Un po’ come unanonimo dirigente del Dap che tenta diperpetuare il proprio misero potereburocratico respingendo unaqualunque istanza.Una istanza che, spesso, viene ritenutatemeraria per il solo fatto di esserestata presentata.Istanza che, invece, assume dignità dilegittima richiesta se soltanto vienesostenuta da un sindacato, da undirigente superiore o da un politico.Paul-Michel Focault, sociologofrancese del secolo scorso, haintrodotto il concetto di“governamentalità”.La governamentalità, secondo Focault,è l’arte di governare attraverso“istituzioni, procedure, analisi,riflessioni, calcoli e tattiche”.La governamentalità viene esercitatadal “Governo dei viventi”.Quel Governo dei Viventi di cuiscrivo, appunto, da quasi venticinqueanni.Quel Governo dei Viventi checontinuerò a mettere all’indice fino aquando ci sarà inchiostro nella miapenna.

Eppure credo che, più che Il processoo Il castello, niente renda megliol’idea dell’angosciante frustrazionekafkiana come il piccolo racconto Ilmessaggio dell’Imperatore.Questo breve apologo narra la storiadi un misterioso imperatore, di cuinon si conosce il nome, che in puntodi morte affida ad un inviato unmessaggio per un sudditosconosciuto. Il messaggero, però,nonostante impieghi tutte le sue forzee tutta la sua determinazione, nonarriverà mai a destinazione,perdendosi nei meandri dell’immensopalazzo imperiale.Gli argomenti trattati in questoracconto sono emblematici delpensiero kafkiano: il potere, l’attesa,l’inutilità dello sforzo, l’alienazione.Al centro del racconto proprio il temadell’attesa: in un luogo qualsiasi delmondo, un personaggio sconosciutoattende alla finestra l’arrivo di unmessaggio, il cui contenuto non saràmai rivelato al lettore.Il messaggio è stato scrittodall’imperatore in punto di morte eaffidato a un messaggero che nonriuscirà mai a recapitarlo perché nontroverà mai l’uscita del palazzo.In questo modo si creaimmediatamente un rapportoimperatore-suddito (il messaggero)con il primo simbolo di un potereirraggiungibile, misterioso, quasidivino, e il secondo che è un sempliceinserviente.Quest’ultimo non riuscirà mai a usciredal palazzo e molto probabilmente vimorirà dentro tra cortili, scalinate,corridoi e stanze che separano ilsuddito dal mondo esterno che sono ilsimbolo dell’incomunicabilità umana,esempio di barriere che l’uomo nonpotrà mai superare.Il suo sforzo sarà sempre inutile,come quello di Sisifo nel riportare ilmasso in cima alla montagna dalla H

il pulpito

Nel disegno:Franz Kafka

sopra,accanto al titolo un messaggio...

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è un argomento, tra i tanti,che solletica l’interesse degliappartenenti al Corpo di

Polizia Penitenziaria ma rispetto alquale vi è una scarsa conoscenza daparte delle colleghe e dei colleghi.Mi riferisco ai riconoscimenti chel’Amministrazione Penitenziariadecreta per il lodevolecomportamento, per anzianità emerito di servizio, per meritistraordinari e speciali.

Approfondiamo, dunque, seppursommariamente, questa materia, chetrova il suo fondamento naturale nelRegolamento del servizio del Corpo diPolizia Penitenziaria, recepito con ildecreto del Presidente dellaRepubblica n. 82 del 15 febbraio 1999e successivamente pubblicato nelSupplemento Ordinario della GazzettaUfficiale n. 76 del 1 aprile dello stessoanno. La materia che qui trattiamooccupa l’intero Titolo V delRegolamento (“Ricompense”),precisamente gli articoli dal 75 all’82compreso.Proprio l’articolo 75 indica lericompense ed i riconoscimenti chepossono essere concessi al personaledel Corpo di Polizia Penitenziaria:questi sono le onorificenze, lericompense al valore militare, alvalore civile e al merito civile (trattati

nel successivo articolo 76), lericompense per meriti straordinari especiali (articolo 77), quelle perlodevole comportamento (articolo78), i riconoscimenti per anzianità eal merito di servizio (articolo 79) e ilpremio in denaro (articolo 80).Non ci occupiamo, qui, delleonorificenze e delle ricompense alvalore militare, al valore civile e almerito civile: esse sarannoeventualmente trattate in unsuccessivo articolo.Una prima distinzione va però fattaper quanto concerne la competenza adeliberare i vari riconoscimenti. La promozione alla qualificasuperiore per merito straordinario èdi competenza di una serie diCommissioni istituite al DAP, per ogniruolo di appartenenza del Corpo: diesse non fanno parte componenti diparte sindacale ma solamente di partepubblica e si tratta di Commissionidiverse da quella prevista dall’articolo82 del Regolamento di servizio.Quest’ultima, che prevedecomponenti sia di parte pubblica chesindacale, è presieduta dal Capo delDipartimento (o, su sua delega, dalVice Capo DAP, com’è oggi) e deliberasulle proposte per il conferimento diencomio solenne, encomio, lode epremio in denaro (quantificato in €250,00) che arrivano dai vari Istituti eservizi penitenziaria. Va detto ancheche la Commissione Ricompense nonha alcuna competenza in relazionealla concessione e all’attribuzione deiriconoscimenti per anzianità e almerito di servizio.Chiariti questi primi importanti aspettisulle competenze della Commissioneex articolo 82, vediamo velocementequal è l’istruttoria delle proposte perle ricompense dell’encomio solenne,encomio, lode e premio in denaro. Laproposta, indirizzata allaCommissione Ricompense insediatapresso il DAP, è avanzata dal direttore

dell’istituto o servizio penitenziario,scuola o capo ufficio presso cuil’appartenente al Corpo prestaservizio. Dev’essere corredata da unarelazione contenente la descrizionedell’avvenimento, ovviamente inosservanza dei requisiti previsti dagliarticoli 77 e 78, e da ogni altrodocumento utile a una compiutavalutazione da parte dellaCommissione, tanto che una notadipartimentale della DirezioneGenerale del Personale datata 16luglio 2004 ha inteso richiamarel’attenzione e lo scrupolo delleDirezioni degli istituti e servizi sullanecessità di condurre una “oculataattività istruttoria, eventualmentedelegabile dal direttore ad altrofunzionario, sull’episodio oggettodella proposta di conferimento diricompensa”. Questo per consentireai componenti la CommissioneRicompense di valutare ogni elementiutile a corredo della proposta stessa.Esaminati gli atti, la CommissioneRicompense delibera o meno ilriconoscimento di una ricompensaall’appartenente al Corpo segnalato:l’esito, anche se negativo, saràsuccessivamente notificatoall’interessato. Il riconoscimento –encomio solenne, encomio, lode,premio in denaro - è conferito dalCapo del Dipartimentodell’Amministrazione Penitenziaria.E’ prassi e consuetudine che glielenchi nominativi con gli esiti dellepratiche esaminate dalla CommissioneRicompense vengono resiimmediatamente disponibili anchenell’area riservata del sito internet delnostro Sindacato, all’indirizzo webwww.sappe.it .Per quanto concerne invece iriconoscimenti per anzianità diservizio e al merito di servizio, previstidall’articolo 79 del Regolamento diservizio, questi sono statisuccessivamente disciplinati dal

Roberto MartinelliCapo Redattore

Segretario GeneraleAggiunto del Sappe

[email protected]

PoliziaPenitenziaria

n.233novembre

2015

C’

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Onori al meritoA proposito di ricompense e riconoscimenti per servizio

il commento

Nella foto:le medaglie

(oro, argento e bronzo) e relatini nastrini

per merito di servizio

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Provvedimento del Capo delDipartimento 14 dicembre 2012 (cheha sostituito il P.C.D. 15 settembre2009). Abbiamo la croce per anzianità diservizio (di bronzo per i 20 anni,d’argento per i 30 anni, d’oro per i 35anni), la medaglia al merito di servizio(di bronzo per i 10 anni, d’argento peri 15 anni, d’oro per i 20 anni), lamedaglia al merito di lunganavigazione (di bronzo per coloro cheabbiano compiuto globalmente suinatanti dell’Amministrazione 10 annidi navigazione, d’argento per i 15 annidi navigazione, d’oro per i 20 anni dinavigazione), la medaglia di commiatoin argento e il foglio di congedo per ilpersonale del Corpo che cessi dalservizio per limiti d’età, per infermità

contratta in servizio o deceduto inservizio. Il procedimento per la concessionedella croce per anzianità di servizio,della medaglia al merito di servizio edella medaglia al merito di lunganavigazione si avvia a richiestadell’interessato: il requisito per ilconferimento è avere prestato lodevoleservizio nel Corpo. Non potrà esserepresentata se il poliziotto penitenziarionell’ultimo quinquennio ha riportatoun giudizio inferiore a “distinto”, èsottoposto a procedimento disciplinareo penale o siano stati rilevati“demeriti di altra natura” nelservizio prestato. L’improcedibilitàdella domanda sarà notificatoall’interessato (e al DAP) a curadell’Autorità Dirigente.Tra i requisiti che costituiscono titoloper essere esaminati per la

concessione della medaglia al meritodi servizio di bronzo vi sono il nonaver riportato sanzioni disciplinarinell’ultimo quinquennio e, semprenello stesso periodo, aver riportato ilgiudizio complessivo con punteggionon inferiore a 65 per gli appartenentiai ruoli direttivi del Corpo ovvero conpunteggio non inferiore a 26 per gliappartenenti agli altri ruoli. Requisiti,questi, che si devono possedere ancheper la richiesta della successivemedaglie in argento ed orocongiuntamente, nel primocaso, al possesso da almeno5 anni della medaglia dibronzo e, nel caso dellarichiesta per la medagliad’oro, del possesso da almeno5 anni di quella in argento.

Coloro che ne hanno i requisiti,dunque, potranno presentareistanza secondo i modelli a tal finepredisposti dal DAP, allegati allalettera circolare della DirezioneGenerale del Personale e dellaFormazione GDAP-0054576-2013datata12 febbraio 2013 e disponibilianche presso gli Uffici Segreteria degliistituti e servizi (e presso le sedi delSAPPE).Importante evidenziare che l’istanzapuò essere presentata dal dipendenteper la prima volta solo per laconcessione della distinzione inbronzo e per i seguenti solo dopo averricevuto il riconoscimento di gradoinferiore da non meno di 2 anni per lacroce di anzianità di servizio e daalmeno 5 per le medaglie al merito.Nel computo degli anni di effettivoservizio dovranno essere sottratti tutti i

PoliziaPenitenziarian.233novembre2015

7

Nelle foto:fac simile di diploma di medaglia dicommiato in argentoe le medaglie enastrini per anzianità di servizio(20, 30 e 35 anni)

periodi che hanno determinato unadiminuzione dell’anzianità di servizioconseguenti a condanne penali, asospensioni dal servizio per motividisciplinari o alla fruizione di periodidi aspettativa per motivi privati. Ancheil personale cessato dal servizio potràpresentare istanza di concessione deiriconoscimenti: entro i sei mesisuccessivi alla data di collocamento incongedo, però.

L’ordine di precedenza dei citatiriconoscimenti è il seguente: medagliaal merito di servizio, medaglia almerito di lunga navigazione, croce peranzianità di servizio.Il procedimento per il conferimentodella medaglia di commiato inargento, infine, è avviato d’ufficio.Contestualmente alla medaglia dicommiato è consegnato il foglio dicongedo, foglio che sarà consegnato alpersonale del Corpo che cessi dalservizio a qualsiasi altro titolo. Vi sono due ulteriori importanti novitàintrodotte in sede di Commissione perle Ricompense per valorizzare illodevole rendimento in servizio degli

il commento

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Nel box:gli estratti degli

articoli chetrattano le

ricompense agliappartenenti al

Corpo

PoliziaPenitenziaria

n.233novembre

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8 il commento

Estratto dal d.P.R. 15.02.1999, n. 82Regolamento di servizio delCorpo di Polizia Penitenziaria

Articolo 77. Ricompense per meritistraordinari e speciali…3. L’encomio solenne all’appartenenteal Corpo di Polizia Penitenziaria che,in operazione di particolareimportanza o rischio, abbiadimostrato di possedere, in relazionealla qualifica ricoperta, spiccatequalità professionali e non comunedeterminazione operativa, vieneconferito dal Direttore Generale (oraCapo, n.d.r.) dell’Amministrazionepenitenziaria.

Articolo 78. Ricompense per lodevolecomportamento

1. Le ricompense per lodevolecomportamento sono l’encomio e lalode.2. L’encomio viene conferito dalDirettore Generale (ora Capo, n.d.r.)dell’Amministrazione penitenziariaall’appartenente al Corpo di PoliziaPenitenziaria che, impegnatosinotevolmente in importante servizioistituzionale, abbia messo in lucespiccate qualità professionali,conseguendo rilevanti risultati neicompiti di istituto.

3. La lode viene conferita dalDirettore Generale (ora Capo, n.d.r.)dell’Amministrazione penitenziaria,come riconoscimento di applicazionee di impegno professionali che vannooltre il doveroso espletamento deicompiti istituzionali, all’appartenenteal Corpo di Polizia Penitenziaria, che,per il suo attaccamento al servizio,per spirito di iniziativa e per capacitàprofessionali, abbia conseguitoapprezzabili risultati nei compiti diistituto.

Articolo 80. Premi in denaro

1. Al personale del Corpo di PoliziaPenitenziaria distintosi per servizi diparticolare rilievo, che comunquenon rientrano tra quelli che dannoluogo alla attribuzione dellericompense previste dagli articoli 76,77 e 78, può essere concesso unpremio in denaro.2. Il premio in denaro è concesso dalDirettore Generale (ora Capo, n.d.r.)dell’Amministrazione penitenziaria.3. Il premio in denaro è cumulabilecon i riconoscimenti per anzianità diservizio o al merito di servizio di cuiall’articolo 79 e non è invececumulabile con quelli previstidall’articolo 70 del decreto delPresidente della Repubblica 28ottobre 1985, n. 782, dall’articolo41, comma 2, lettera e), della legge15 dicembre 1990, n. 395 .

seguito di un orientamentomaturato in dottrina secondo ilquale la salute del singolo non

può essere scissa dall’ambiente in cuivive e nel quale espleta la suapersonalità (1), la stessagiurisprudenza di legittimità hariconosciuto in merito che la tuteladella salute deve essere estesa allapreservazione delle necessariecondizioni di salubrità ambientale (2).

Il diritto a un ambiente salubre èriconosciuto a coloro che subisconointerventi altrui suscettibili di alterarel’equilibrio ecologico del territorio nelquale si trovano, indipendentementedalla natura giuridica del rapporto cheessi hanno con quel territorio (3). Anche il detenuto, perciò, dovràconsiderarsi titolare di tale diritto inrelazione al luogo in cui deve eseguirela pena.Da ciò discende che anchel’Ordinamento Penitenziario debbagarantire tale diritto, e sembrano cosìorientate quelle disposizioni generaliche, all’art.5 e 6 OrdinamentoPentenziario, descrivono lecaratteristiche degli edifici penitenziarie dei locali nei quali si svolge la vitadei detenuti e degli internati, che“devono essere di ampiezzasufficiente, illuminati con lucenaturale e artificiale in modo dapermettere il lavoro e la lettura;aerati, riscaldati ove le condizioniclimatiche lo esigano, e dotati diservizi igienici riservati, decenti e ditipo razionale” e che consentano “aisoggetti che non svolgono lavoro

A

appartenenti al Corpo di PoliziaPenitenziaria, comunicato alleDirezioni degli Istituti e servizi per iltramite della Direzione Generale delPersonale e della Formazione.E’ stato previsto, e in tal senso laCommissione Ricompense già datempo delibera, che coloro i qualihanno assolto 38 anni di effettivoservizio nel Corpo di PoliziaPenitenziaria hanno diritto a ricevere,d’ufficio, un “encomio” per lodevoleservizio, conferito dal Capo delDipartimento.Ritenendo parimenti opportunoriconoscere una ricompensa a tutticoloro che nell’arco della carrierahanno svolto la propria attività di

servizio con professionalità ededizione, nella seduta del 17novembre scorso la CommissioneRicompense ha dato incarico allaDirezione Generale del Personale diemanare, nei tempi più brevi, undecreto che preveda d’ufficio, comenel citato caso dell’encomioriconosciuto al compimento del 38°anno di servizio effettivo, una sortadi automatismo per ilriconoscimento dell’onorevoleservizio del personale attraverso ilconferimento di una ricompensa –“lode” - anche per periodi di tempoinferiori, ad esempio alraggiungimento del 15° o del 20°anno di servizio.H

le prin

cipali ricom

pense

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all’aperto di […] permanerealmeno per due ore al giorno all’ariaaperta” (art.10 comma 1Ordinamento Penitenziario). La domanda sorge spontanea: ma sel’amministrazione penitenziariaviolasse queste norme, quale sarebbeil rimedio azionabile dal detenuto?L’introduzione nell’OrdinamentoPenitenziario, da parte del d.l.92/2014, conv. con modif. in legge117/2014, dei nuovi “rimedirisarcitori” in favore dei detenuti edegli internati che hanno subito untrattamento in violazione dell’art. 3della CEDU costituisce l’adempimentoagli obblighi derivanti dalla condannapronunciata dalla Corte Europea deiDiritti dell’Uomo con la sentenzaTorreggiani.Oltre alla necessità di predisporremisure strutturali tali da incidere sullecause del sovraffollamento carcerario,la Corte Europea ha sottolineatol’esigenza (e ci ha conseguentementeimposto l’obbligo) di introdurre “unricorso o una combinazione diricorsi” che consentano di “ripararele violazioni in atto”: degli strumenticioè attraverso i quali i giudici siano ingrado, in primo luogo, di sottrarrecon rapidità il detenuto da unasituazione che genera la violazione delsuo fondamentale diritto a non subiretrattamenti inumani (quelli che laCorte denomina rimedi preventivi) e,in secondo luogo, di attribuire unristoro a chi abbia subito taleviolazione (rimedi compensativi).Sotto il profilo dei rimedi preventivi, loStato ha risposto alle richieste dellasentenza Torreggiani introducendoun’ipotesi di reclamo giurisdizionaleal magistrato di sorveglianza per i casidi “attuale e grave pregiudizio” aidiritti dei detenuti, derivante dacondotte dell’Amministrazionepenitenziaria non conformi alla legge

dell’Ordinamento Penitenziario o alsuo regolamento attuativo (artt. 69 co.6 lett. b) e 35 bis OrdinamentoPenitenziario). Per mezzo di tale reclamo, ilmagistrato di sorveglianza - accertatoche le condizioni detentive in cui sitrova il detenuto sono tali dadeterminare un pregiudizio attuale egrave ai suoi diritti - può ordinareall’Amministrazione penitenziaria di“porre rimedio” alla situazione.Fino all’introduzione dell’art. 35 terOrdinamento Penitenziario, il nostroordinamento era invece totalmentesprovvisto di rimedi compensativispecifici per risarcire i pregiudizisubiti dai detenuti a causa dellecondizioni detentive inumane edegradanti in cui si erano trovati. Come si ricorderà la Corte diCassazione, con la sentenza4772/2013 aveva definitivamentenegato la sussistenza, in capo alMagistrato di Sorveglianza, di unpotere di condanna al risarcimentodei danni subiti dai detenuti inconseguenza del sovraffollamento(potere che era stato in precedenza

Nella foto:detenute madriin un area dedicata

Giovanni PassaroSegretario [email protected]

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Il diritto del detenuto ad un ambiente salubre

diritto e diritti

riconosciuto da qualche isolatapronuncia della magistratura disorveglianza) ed avevaconseguentemente affermato che, inassenza di specifiche disposizionilegislative, la materia risarcitoriadoveva considerarsi riservata allacompetenza del giudice civile. Unasoluzione che non si palesava comeparticolarmente soddisfacente,considerati i tempi lunghissimidell’azione risarcitoria nella giustiziacivile.

Note(1) In tal senso v. A. PENNISI, Dirittidel detenuto e tutelagiurisdizionale, cit. pag. 105. (2) Sentenza della Corte di Cassazionecivile, Sez. Un., n.5172, 6 ottobre1972.(3) Per questa definizione di“ambiente”, v. B. CARAVITA, Dirittoall’ambiente e diritto allo sviluppo:profili costituzionali, in v. B.CARAVITA, Tra crisi e riforme.Riflessioni sul sistemacostituzionale, Torino, 1993,pag.196.

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oloro che in questi giorni,dopo la strage di Parigi, hannoavuto occasione di girare per

le strade di qualche grande città e difrequentarne i locali, a me è capitato aRoma, come ogni settimana, hannopotuto notare come molte cose sianocambiate immediatamente.

Un po’ come dopo l’11 settembre. Intutte le stazioni della metropolitana diRoma ci sono i militari, la stazioneTermini, già da alcuni mesi, èmaggiormente presidiata e non si puòpiù accedere ai binari se non si èmuniti del biglietto di viaggio. Gli obiettivi ritenuti sensibili sonopresidiati dai militari e per strada cisono più carabinieri e poliziotti,rispetto a prima, nonostante lecarenze che affliggono il settore. Tutto questo è importante che avvenga,ma non ci pone al riparo da possibiliattentati. Ciò che è più importante da questopunto di vista è sicuramente il lavorodi intelligence, il monitoraggio dellarete e il controllo delle personeritenute sospette; è necessarioeffettuare controlli più stringenti sucoloro che entrano nel nostro Paese,perché non è vero, come dice la

Nella foto:soldati

presidianol’area

del Colosseo a Roma

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La vita delle personenon appartiene ai governanti

l’osservatorio

Giovanni BattistaDurante

Redazione PoliticaSegretario GeneraleAggiunto del Sappe [email protected]

nostra Presidente della Camera, che iterroristi non arrivano attraverso ibarconi. Per noi, rispetto alla Francia, èsicuramente più facile fare tuttoquesto, perché le persone dacontrollare sono di meno, nondimentichiamo che la Francia ha circa

sei milioni di abitanti di fede islamica,molti dei quali di nazionalità francese,con regolare passaporto, i quali simuovono liberamente tra la Francia eil resto del mondo, come è accadutocon alcuni dei terroristi. A proposito della Francia, finora ci èsempre stata presentata, da moltiintellettuali nostrani, come il modellodi integrazione per eccellenza, daseguire anche in Italia. All’improvviso si scopre, invece, chetutta questa integrazione non c’è e cheinvece c’è tanto disagio chesfocerebbe nel terrorismo. Olivier Roy, grande orientalistafrancese, docente all’istituto europeodi Fiesole, attraverso un’intervista alCorriere della Sera, traccia un’analisioriginale del fenomeno jihaidista inEuropa. Ritiene infatti che sia il frutto di duefattori: il nichilismo di alcuni giovani

e il conflitto generazionale tra genitorie figli. Secondo Roy non si tratterebbe diradicalizzazione dell’islam, ma diislamizzazione del radicalismo. Il chevuol dire che questi giovani chedecidono dall’Europa di andare acombattere per l’ISIS o che comunquevengono utilizzati per attentati inEuropa, siano musulmani di origine oeuropei convertiti, troverebberonell’Islam radicale e nella “guerrasanta” l’unica causa radicale sulmercato. “I giovani non si rivoltano contro lasocietà francese a causa dell’ISIS”,sostiene Roy. “Sono vent’anni che i giovanifrancesi (di origine musulmana) epiù in generale europei si rivolgonoal terrorismo islamista, e l’ISISesiste solo da due anni. Prima igiovani si radicalizzavano per il GIAalgerino, poi per Al Qaeda, poi per laguerra in Bosnia.”Secondo Roy, in questi giovani simanifesterebbe una fortecontrapposizione con i padri. “I futuri terroristi a un certo puntolasciano l’Islam dei padri e vivonoall’occidentale, si dedicano al rap,bevono alcol, fumano spinelli, e poiall’improvviso cambiano, silasciano crescere la barba,diventano islamismi, integralisti.Sempre in contrapposizione aipadri.”Secondo Roy il movente sarebbe daricercare nel nichilismo di questigiovani, nella repulsione per lasocietà, che si ritroverebbero anchenelle stragi di massa degli Stati Uniti,della Norvegia, i 77 morti di Oslo eUtoya. Come tutte le teoriesociologiche anche quella del prof.Roy può avere un fondamento diverità, ma il fenomeno è molto piùampio ed ha radici che vanno al di làdei confini europei, ma, soprattutto, inquesti comportamenti c’è il collantedella religione, c’è l’adesione aprincipi e valori, seppur sbagliati, cheprovengono da un certo modo dipensare e di intendere la vita, lasocietà. Non ci sono altri fenomeni simili esembra davvero improprioparagonare questi giovani a coloro

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11l’osservatorio

Nel box:schema politicodell’islam

nostra società, come il Natale, laPasqua e addirittura la visita in qualchemuseo dove sono esposti quadriraffiguranti la croce. Non è vero che coloro che negano talitradizioni e impediscono nelle scuolela celebrazione delle festività religioselo fanno per rispettare coloro cheprofessano altre fedi, lo fanno

esclusivamente per soddisfare il loroesasperato desiderio di laicità. Ma vedere un quadro di un grandeautore, raffigurante una croce, non èun arricchimento culturale anche perchi è di fede diversa da quella cattolica? Potrebbe essere interessante anche perdei giovani studenti italiani di fedecattolica o di altra fede religiosa andarea visitare una moschea e capire fino infondo che cos’è l’islam. Qui ciimbattiamo, purtroppo, in un altrotema di non poco conto; la mancanzadi valori fondamentali condivisi da tuttinella nostra società, come inveceavviene in altri paesi. Il che non vuoldire aderire necessariamente a queivalori, ma riconoscerli come fondantila società nella quale si vive. In altri termini, non vuol dire aderirenecessariamente al cristianesimo, seprendiamo in esame la religione, mariconoscere che molti principi e valori

che hanno compiuto le stragi dimassa in America o in Norvegia. Nell’epoca moderna non ci sono almondo altri fenomeni di estremismoin cui si uccide in nome di dio e innome di dio chi uccide si fa saltare inaria. Quanto avviene in Francia ci devecomunque far riflettere ulteriormente

su come va gestito il problemadell’immigrazione e dell’integrazionedegli immigrati provenienti da certearee geografiche, a cominciare dallacittadinanza. Bene hanno fatto finoracoloro che si sono opposti allo iussoli e alla concessione facile dellacittadinanza agli immigrati. Tale risultato deve essere ilcoronamento di un lungo percorso diadattamento alle nostre regole, allenostre leggi e soprattutto di rispettodella nostra cultura e delle nostretradizioni, che non vuol direcondividerle, ma conoscerle erispettarle. Ma purtroppo assistiamospesso al mancato rispetto dellenostre tradizioni, anche da parte dimolti italiani che per proprieinclinazioni ideologiche utilizzano ilpresunto rispetto delmulticulturalismo, per disconoscerevalori e tradizioni fondanti della

del cristianesimo sono parteintegrante della nostra società, sonodiventati tradizioni, usi e costumi che,almeno nella società di oggi, non èpossibile negare ed eliminare.I terroristi hanno comunque raggiuntoun obiettivo: quello di diffondere ilterrore e condizionare la nostra vita. Dicevo all’inizio di questo scritto che

Roma è più blindata del solito, comemolte altre città, ma soprattutto c’èmeno gente in giro, ci sono menoturisti del solito. Le prenotazioni negli alberghi sonocalate. Mi raccontava pochi giorni fa ildirettore di un albergo che per ilGiubileo non ha ancora ricevutonessuna richiesta di prenotazione. Tutto questo incide negativamentesulla vita di tutti i giorni, ma anchesull’economia dei paesi, delle città. La gente ha paura. Gli annunci dei politici a non farciintimidire, a non rinunciare al nostromodello di vita, possono anche esseregiusti e opportuni, ma poi ognuno fa iconti con la propria paura o con ilproprio coraggio. La vita delle persone non appartiene aigovernanti, anche se a volte si haquesta sensazione.H

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l recente massiccio fenomenodell'emigrazione via mare inEuropa di tantissimi minori

stranieri non accompagnati daigenitori o da parenti stretti coinvolgecertamente il grave problema socialedi una loro adeguata accoglienza- inquanto sovente vittime dei delitti diriduzione in schiavitù (art.600 cod.pen.) e di tratta di persone (art. 601cod. pen.) da parte di trafficanti escafisti senza scrupoli - ma anchedelicate tematiche connesse alla loropotenziale deriva criminale.

Si deve premettere che l'emigrazionedi massa, spesso di intere popolazioni,costituisce un'assoluta costante nellastoria dell'umanità.Sovente si trattava di migrazioni “diconquista”, finalizzate all'occupazionedi nuovi territori per motivi egemonicied economici. Si pensi, per esempio, per quantoriguarda l'Italia, a quella cartagineseche produsse epiche battaglie traAnnibale e Roma, o successivamentea quella araba che occupò la Sicilia .Le attuali migrazioni non rivestonocertamente il predetto carattere di“conquista”, ma sono costituite dagrandi gruppi di disperati che

I approdano sul nostro territorio perla drammatica ricerca di salvare laloro vita sia dalle stragi derivantidalle guerre intestine (e in questocaso dovrebbero essere denominatipiù correttamente rifugiati ),fomentate dai vari movimentifondamentalisti, a seguito delfallimento della cosiddetta“primavera” araba , che insanguinavari Paesi che si affacciano sulmediterraneo (Libia, Siria) e altricontigui come l'Irak, la Somalia,l'Etiopia, l'Afghanistan ecc. , ovveroper sfuggire alla “desertificazione”causata dai cambiamenti climatici cheli priva della minima sussistenzaalimentare.Invero nei primi dieci mesi del 2015,secondo i dati Frontex, “un milione eduecentomila persone sono entrateillegalmente in Europa,tendenzialmente per mare” come hadichiarato il presidente del Consiglioeuropeo Donald Tusk nel verticetenutosi a Malta l'undici novembre del2015 fra i ventotto Paesi dell'UnioneEuropea e trenta Paesi Africani pertentare di risolvere i gravissimiproblemi di una siffatta massicciaemergenza migratoria, che è già statapari al quadruplo dell'intero 2014, eche ha interessato, prevalentemente,le coste dell'Italia e delle isole greche,tanto che nel vertice U.E. del giugno2015 è stato concordato unadistribuzione numerica per ognisingola nazione dell'Unione Europea,con un limite massimo su base annua.Di tale gigantesco totale di migrantidisperati si deve segnalare,purtroppo, che circa il 10% ècostituito da minori nonaccompagnati da adulti familiari o checomunque li possano seguire nel loroprocesso di formazione e crescita,percentuale che sale a circa il 15%

considerando anche i più piccoli alseguito dei loro genitori.E' stato approvato un pianocomunitario al fine di bloccare taliingestibili flussi, sull'onda dellasconvolgente emozione generale deisempre più numerosi morti in mare(quale ad esempio l'affogamento dicirca novecento persone in unpeschereccio affondato nel canale diSicilia il 19 aprile 2015, la più grandetragedia del mare dalla fine dellaseconda guerra mondiale), basato siasu operazioni di polizia militareconcertate in sede comunitaria, colpattugliamento navale delle costeantistanti i Paesi da cui partono inumerosi gruppi di tanti poveridisperati, che con accordi , ovepossibile, con i governi degli Stati dipartenza (tematica affrontata proprionel già richiamato vertice di Malta), alfine di bloccare sul loro territoriol'imbarco dei migranti. Non si esclude nemmeno unaprocedura di difficile attuazione, chedi recente ha avuto il benestaredell'O.N.U., atta ad identificare,catturare e distruggere le imbarcazioniche vengono usate dai trafficanti-scafisti (che sarebbe meglio definireschiavisti in quanto colpevoli,sostanzialmente, di una riduzione inschiavitù dei tanti disgraziati chetrasportano per mare) .A tal proposito occorre sottolineareche talora tra gli scafisti trafficanti diesseri umani, purtroppo, vi sonoanche dei minori come, ad esempio,Mohamed Bugura, diciassette anni,nativo di Casablanca in Marocco, checomandava spietatamente (usando ilcoltello contro i disperati chetentavano di uscire dalla stiva doveerano rinchiusi dalla partenza dallaLibia) un barcone di migrantiaffondato il 26 agosto 2015 al largo

Nella foto:accoglienza di

minori non accompagnati

Roberto Thomasgià Magistrato

minorile, docente dicriminologia

presso l’Università di Roma

la [email protected]

PoliziaPenitenziaria

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Criminogesi e accoglienzadei minori migranti

criminologia

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delle coste siciliane, che ha provocatocinquantadue morti e cioè quasi tuttiquei disgraziati che si trovavano abordo stipati nella stiva. L'Alto Commissario delle Nazioni Uniteper i rifugiati (Unhcr) ha reso notoche nel 2014 i migranti morti neltentativo di raggiungere l'Europa sonostati 3279, mentre dall'inizio del 2015all'agosto 2015 sono già 2373 quelliannegati in mare ( fonte Frontex-IOM), anche se tali dati devono esserestimati per difetto, sia per la difficoltàesatta del macabro conteggio che perle tante tragedie del mare che nonvengono accertate e si consumano nelsilenzio degli abissi.A queste agghiaccianti stragi del marecui si cerca di reagire rinforzando , daparte europea, l' operazione disoccorso in mare Triton - Frontex(che sostituisce la precedentedenominata “mare nostrum”, che eraa carico economico esclusivodell'Italia) a cui aderiscono , oltre alnostro Paese, altri diciannove Statidell'Unione Europea (tra i qualiSpagna , Portogallo, Islanda,Finlandia, Malta , Lettonia, Francia,Germania e Inghilterra) chepartecipano concretamente alpattugliamento e al salvataggio inmare di tante famiglie disgraziate,come fa quotidianamente e senza sosteil nostro Paese, mediante la MarinaMilitare Italiana, con un'azioneumanitaria di cui dobbiamosicuramente essere fieri.L'interrogativo inquietante rimanecomunque sempre lo stesso : basteràil potenziamento del programma disoccorso in mare e di aiuti umanitarieuropei, e l'attuazione dell'operazionedi polizia militare di preventivadistruzione degli scafi dei trafficanti adevitare la perdita di innocenti vite checercano scampo dalla morte nei loroPaesi di provenienza ?Certamente i minori sono il punto piùdebole della vicenda immigratoria,costituendo, come abbiamo visto,circa il 15% dell'intera massa di questipoveri disperati.Invero essi devono superare,dapprima, la tremenda provadell'attraversamento marino su vecchibarconi inaffidabili, le cosiddette“carrette del mare”, stracolmi

all'inverosimile di persone chedurante la traversata in mare perdonoil loro connotato di umanità,diventando degli schiavi e rischiandoseriamente la vita.Hanno pagato in media circa milledollari per assicurarsi un postoindegno di un essere umano, per latraversata fino alle coste italiane ,dopo precedenti marce estenuanti,spesso a piedi, in zone desertiche, conil rischio di incappare in predonisenza scrupoli che le infestano e con ilpagamento di ulteriori somme didenaro (circa cinquemila euro) aitrafficanti via terra collegati con gliscafisti.Si deve sottolineare che per coloro cheorganizzano e concretamentetrasportano i migranti sulle nostrecoste su vecchie imbarcazioni epericolosi gommoni che partonosovente dalle “navi madre”, è previstola violazione del reato di “tratta dipersone” contenuto nell'art. 601 delcodice penale che, novellato dalDecreto Legislativo 4 marzo 2014 n.24sulla falsariga del ProtocolloAddizionale delle Nazioni Unite controla criminalità organizzatatransnazionale, recita : “E' punitocon la reclusione da otto a ventianni chiunque recluta, introducenel territorio dello Stato, trasferisceanche al di fuori di esso, trasporta,cede l'autorità sulla persona, ospitauna o più persone che si trovanonella condizione di cui all'art. 600(riduzione in schiavitù ),ovverorealizza le stesse condotte su una opiù persone , mediante inganno,violenza, minaccia, abuso diautorità o approfittamento di unasituazione di vulnerabilità, diinferiorità fisica, psichica o dinecessità, o mediante promessa odazione di denaro o altri vantaggialla persona che su di essa haautorità, al fine di indurle ocostringerle a prestazioni lavorative,sessuali ovvero all'accattonaggio ocomunque al compimento di attivitàillecite che ne comportano losfruttamento o a sottoporsi alprelievo di organi. Alla stessa penasoggiace chiunque, anche al di fuoridelle modalità di cui al primocomma, realizza le condotte ivi

previste nei confronti di personaminore di età.”.Ma la precitata gravità delle sanzioninon sembra aver bloccato il flusso deitrasporti per mare che anzi , perl'attesa di un lautissimo guadagno(circa mille dollari a persona , comesi è detto) si è , purtroppo,costantemente incrementato .L'arrivo sul suolo italiano vieneconsiderato da tanti poveri disgraziatiun miracolo e l'inizio di una nuovavita più sicura . Ma , spesso, non èproprio così. Infatti i migranti vengono accolti neicentri predisposti in Italia, dove c'ètanta buona volontà e solidarietà(come ho potuto constatare dipersona durante una mia visita, investe di magistrato minorile aLampedusa), ma anche una grossadisorganizzazione dovuta sia allostraboccante numero di arrivi rispettoalla ricettività delle strutture, sia allalunghezza della permanenza nelle

stesse ai fini dell'identificazione edall'eventuale riconoscimento dellostato di rifugiato, permanenza permolti aspetti simile ad una vera epropria detenzione carceraria, chepuò determinare, come ha di fattodeterminato, gravi situazioni ditensione sia all'interno della strutturadi accoglienza che all'esterno con gliabitanti del luogo .Per i soggetti minorenni , invero, nonoccorre l'accertamento dello stato dirifugiato (la cui esclusione, per quelliadulti, li trasformerebbeimmediatamente in clandestini darimpatriare) in quanto i predetti sonotutelati da una norma generalecontenuta nell'art. 403 del codice

Nella foto: carretta del mare alla deriva

PoliziaPenitenziarian.233novembre2015

13criminologia

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Nella foto: rilevazione di

impronte digitali

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14 criminologiacivile, secondo cui si prevedel'inserimento obbligatorio del minoreabbandonato ( cioè a dire nonaccompagnato da genitori o da altristretti parenti adulti ), da parte della“pubblica autorità” in una casafamiglia di accoglienza (“in luogosicuro”).Pertanto, una volta accertata la lorominore età - che, in mancanza divalidi documenti identificativi, sirealizza mediante una procedurad'identificazione che verte sui rilievisegnaletici foto-dattiloscopici e su di

un esame medico antropometrico -essi sono direttamente ricoverati inuno dei centri di accoglienza perminori dislocati sul territorionazionale dal Dipartimentoimmigrazione del Ministerodell'Interno e gestiti dai singolicomuni di pertinenza.La collocazione di questi centri -spesso collegati a quelli per adultiimmigrati richiedenti asilo o chehanno lo status di rifugiati politici -in quartieri periferici dei grandicentri urbani, ha generato in qualchecaso la mobilitazione di parte deiresidenti contro la presenza diimmigrati potenzialmente produttivadi un ulteriore incremento diinsicurezza sociale, a causa dellamoltiplicazione del tasso medio dicriminalità .Così, in particolare nella Capitale, nelquartiere di Tor Sapienza, nelnovembre 2014, si sono svolti peroltre una settimana continui scontrifra popolazione e forze di Polizia, inparte strumentalizzati dalla presenzadi movimenti estremisti anti

immigrati, che hanno portato sia allachiusura del locale centrod'accoglienza che, fra gli altri,conteneva anche ben quarantaminorenni, e alla diramazione di unacircolare del Viminale indirizzata aiprefetti, con cui si chiede ai predettiuna maggiore concertazione con icomuni al fine di individuare le zoneurbane dove collocare i centri diaccoglienza per immigrati minori nonaccompagnati e adulti richiedentiasilo ovvero che abbiano giàconseguito lo status di rifugiati, previaeventuale audizione dirappresentanze di residenti .Chiaramente le problematiche sopradescritte, riguardanti il paventatotasso di aumento della criminalitàdovuto alla presenza di migranti sulterritorio dei vari comuni, deveessere oggetto, soprattutto per quantoconcerne i minori, di un attentostudio statistico-criminologico perpoter indirizzare una razionalepolitica d'intervento di prevenzione econtrasto di tale deriva criminale.Invero come sottolineava già RobertPark (anticipatore della cosiddetta“Scuola di Chicago”, denominataanche di “ecologia umana”) nel suoscritto “Human migration and themarginal man” in American Journalof Sociology, 6, 1928, il migrantecostituisce “un uomo marginale”che vive sulla linea di confine fra dueculture : quella di origine da cui nonsi distacca mai completamente e lacultura del paese in cui giunge con lasua migrazione che sovente nonl'accetta mai completamente. Questasituazione di uomo marginale, che dàluogo ad un conflitto fra due diverseculture, può cagionare , soprattuttoper i soggetti minorenni,comportamenti devianti o criminali.Tale teoria viene successivamenteripresa dal sociologo Thorsten Sellinnella sua opera “Culture, Conflictand Crime”, New York, SocialScience Researc Counsil, Bulletin,1938, che ribadisce che in moltiminori migranti si produce una formagrave di sradicamento della culturadel proprio Paese di origine inseguito alla collocazione , spessotraumatica, in un nuovo ambiente : ilche crea dei forti conflitti culturali

che possono dar luogo alla devianza-criminalità minorile.Per tale motivo appare indispensabilel'attuazione di una seria e ragionataaccoglienza che deve far pernosoprattutto sulla presenza dispecializzati mediatori culturali,categoria che deve essere sicuramentepotenziata nel numero e nella qualitàdella preparazione professionale, conl'istituzione di previ corsi organizzaticon la supervisione del ministerodell'istruzione e inserimento in uno specifico albo distinto per gruppi dinazionalità. Collegato al fenomeno dei migranti èquello del traffico illegale di organi chesovente vede vittime proprio igiovanissimi migranti, spessominorenni, che vengono “offerti” dagliscafisti e dai trafficanti via terra ,intascando il dieci per cento dellasomma (che può arrivare anche aduecentomila dollari ) che, in media,viene pagata dai richiedenti (soprattuttofacoltosi malati di rene) a tutta la filieramessa in moto rapidamente persoddisfarlo (medici, tecnici dilaboratorio e intermediari vari ) . L'Organizzazione Mondiale della Sanità(O.M.S.) ha stimato che nel mondo,ogni anno, vi è una media di seicentocinquantamila trapianti di organi di cuisessantatremila illegali di provenienzadai Paesi del terzo mondo, inparticolare dislocati in Africa.Tale fenomeno ha indotto il nostroGoverno ad affrontare principalmenteun problema tanto rilevante quantoattuale quale quello della tratta dipersone (tra cui i minori ) per finalitàdi espianto di organi attraversol'applicazione del precitato art. 601cod. pen. (che, come detto, prevede lapena da otto a venti anni per itrafficanti), miratamente soprattuttoper i minorenni, i quali per il loro“status” di soggetti più indifesi, epertanto assai vulnerabili emanipolabili, sono esposti con estremafacilità a ridursi come oggetto disfruttamento da parte di organizzazionicriminose fortemente specializzate neltraffico di esseri umani.Inoltre si deve rilevare che il numerodei trapianti illegali di organi vieneaccresciuto dall'esistenza di un numerooscuro di trapianti effettuati attraverso il

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PoliziaPenitenziarian.233novembre2015

15giustizia minorile

Ciro BorrelliDirigente SappeScuole e [email protected]

l 23 Novembre 2015 si è tenutopresso l’ICF di Roma lasedicesima edizione del corso di

specialista nel trattamento deidetenuti minorenni. Le ultime notizie avute dall’IstitutoCentrale di Formazione della GiustiziaMinorile ci dicono che il Corso dispecializzazione continueràpresumibilmente fino a marzo 2016.Difatti da un conteggio fatto di recente,risulta che sono stati formati 565poliziotti penitenziari con un’anzianitàdi servizio di oltre cinque anni nelsettore minorile. Con i moduli di febbraio e marzo2016 si concluderanno probabilmentei lavori della prima fase del progetto.Il restante personale di PoliziaPenitenziaria, appartenente al Corpoda meno di 5 anni, qualora intendesseconseguire la specializzazione neltrattamento dei detenuti minorenni,potrà partecipare (previa ammissionemediante selezione per titoli) ad uncorso articolato in moduli didattici dicarattere teorico e pratico riguardantigli aspetti normativi, deontologici eeducativi. Detto corso avrà la durata ditre mesi. Nel suo aspetto pratico, èprevisto un tirocinio di durata noninferiore ad un terzo del percorsoformativo (un mese circa) sul posto diservizio, in affiancamento nei serviziminorili. Al termine del corso è inoltreprevista una prova di verifica in formascritta e orale tendente ad accertarel’apprendimento delle competenzespecifiche per il settore minorile. Si evidenzia che lo “Specialista neltrattamento dei detenutiminorenni”, per la specificità dellefunzioni di sicurezza e trattamento,deve possedere:

• attitudine e soprattutto unapersonalità equilibrata e corretta dalpunto di vista deontologico in lineacon le nuove teorie psico-pedagogiche. • la qualità dei rapporti che deveinstaurare rappresenta una condizioneimprescindibile per la buona riuscitadei progetti educativi elaborati per iminorenni;• capacità di saper valutare in ognimomento le molteplici situazioni edavvenimenti che possono inciderepositivamente o negativamente sulprocesso evolutivo del minoredetenuto;Per concludere, ricordiamo che ilavori svolti nei primi moduliall’Istituto Centrale di Formazione,hanno portato alla realizzazione diuna pubblicazione intitolata “FareSicurezza e Trattamento”, una seriedi spunti tratti dal Corso diFormazione e di Specializzazione neltrattamento dei detenuti minorenni.Il testo, molto chiaro e benorganizzato, chiarisce ancora unavolta che la Polizia Penitenziariacostituisce una risorsa preziosa edimprescindibile per il sistema penale.

La Polizia Penitenziariaspecialista nel trattamento dei

detenuti minorenni

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Nella foto: la sede di Romadell’Istituto Centrale per laFormazione

prelievo dal corpo di giovanissimi,spesso minorenni, che vengonobarbaramente uccisi proprio a talescopo: si tratta spesso di minorisbandati e affamati che sparisconosenza lasciare tracce e senza chenessuno chieda di loro notizie alleautorità competenti.Il predetto inquietante fenomenoomicidiario rientra in quello piùgenerale delle persone scomparse e dicui non si hanno più notizie che,secondo la relazione del 2015 delCommissario Straordinario delGoverno per le persone scomparse inItalia, a partire dal dal 1974, edancora da ricercare alla data del 30giugno 2015, sono 31372 ( con unincremento nei primi sei mesi del2015 di 7993 unità).Di queste circa 8500 sono dinazionalità italiana, mentre quasi23000 sono stranieri. Sul totalecomplessivo delle 31372 personeoltre 18000 sono minorenni ( 1812italiani, 16475 stranieri ). A questoultimo numero deve aggiungersiquello difficilmente quantificabile- eche costituisce criminologicamente un“numero oscuro”- dei cosiddetti“minori invisibili” e cioè di coloroche non sono stati denunciati allanascita (prassi abbastanza comunenella numerosa comunità cinese permotivi legati all'ottenimento delpermesso di soggiorno in Italia).Con la legge 14 novembre 2012 n.203, contenente nuove disposizioniper la ricerca delle personescomparse, si è allargato il campodella facoltà di denuncia di privati persiffatte scomparse che prima eralimitata dall'art. 333 del codice diprocedura penale ai soli casi in cui ilprivato avesse “notizia di un reatoperseguibile d'ufficio”.Attualmente la precitata legge prevedeche : “chiunque viene a conoscenzadell'allontanamento di una personadalla propria abitazione....e ritieneche possa derivare un pericolo per lavita o l'incolumità personale dellastessa, può denunciare il fatto alleforze di polizia.”, a prescinderepertanto che sussista la notiziadell'esistenza di una fattispecie direato perseguibile d'ufficio come, adesempio, il sequestro di persona.H

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on poteva avere avvio migliorela stagione 2015-2016 per gliazzurri della danza su ghiaccio

Anna Cappellini e Luca Lanotte. Dopoil titolo europeo e mondiale ed unaserie infinita di argenti (ben sei) nelletappe del circuito ISU Grand Prix(l’ISU Grand Prix equivale alla Coppadel Mondo del pattinaggio di figura),nella terza prova del prestigiosocircuito, edizione 2015, sono riuscitifinalmente a conquistare ilmeritatissimo oro.

Il 7 novembre, sul ghiaccio delCapital Gymnasium di Pechino,Anna e Luca hanno trionfato battendoi vicecampioni del mondo in carica -gli americani Madison Chock ed EvanBates - che si sono dovutiaccontentare del secondo posto,mentre terzi si sono piazzati i russiElena Ilinykh e Ruslan Zhiganshin. Il bronzo cinese della scorsa stagioneper la coppia della PoliziaPenitenziaria era stato una delusioneperché arrivato dopo i fasti (e lafesta) per la vittoria del titolo iridato. Nell’edizione 2015 i danzatori delleFiamme Azzurre si sono ripresi ciòche era loro dominando lacompetizione pechinese e battendo

dicembre), nella quinta tappa diMosca, la “Rostelecom Cup” di Mosca(20/22 novembre), serviva un altrorisultato di spessore, chepuntualmente è arrivato. I due portacolori della PoliziaPenitenziaria sono saliti ancora unavolta sul podio, in questo caso sulsecondo gradino, a due punti didistacco dai vincitori, i canadesiKaitlyn Weaver e Andrew Poje allenatida Pasquale Camerlengo, terzi aiMondiali 2015.Anna e Luca hanno ottenuto 103.79punti nel libero, che sommati ai 67,82punti del corto, hanno dato un totaledi 171.61, mentre i canadesi hannochiuso con 173.58. Rispetto a Pechino gli azzurri si sonomigliorati nel programma corto (inCina si erano fermati a 65,39), mahanno ottenuto un punteggio più

basso nel programma libero (106.91a Pechino).A completare il podio della RostelcomCup ci sono i padroni di casa VictoriaSinitsina e Nikita Katsalapov, chehanno ottenuto un punteggio totale di167.40. Quarta l’altra coppia italiana, quellacomposta da Charlène Guignard eMarco Fabbri, allenata da BarbaraFusar Poli, stessa posizione ottenuta aSkate America, ai piedi del podio.I fuoriclasse delle Fiamme Azzurresono ora matematicamente qualificatialla finale del Grand Prix che sisvolgerà a Barcellona l’11 e 12dicembre tra le sei coppie più forti delmondo.

Lady [email protected]

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Oro, argento e finale ISU per Cappellini-Lanotte

Nelle foto:Anna Cappellini e

Luca Lanotte

anche i forti statunitensi MadisonChock / Evan Bates, vincitori di SkateAmerica. Il loro libero da 106.91 punti è statoaddirittura il migliore della lorocarriera, superiore altresì a quelloche valse loro il titolo mondiale e cheattualmente li pone al settimo postonella classifica delle migliori coppiedi free dance da quando le gare sisvolgono con i punteggi attuali(stagione 2010/2011).Sul ghiaccio del Capital Gymnasium

di Pechino Anna e Luca si sono esibitinel programma corto, sulle note diFranz Leahr Merry Widow, ottenendosubito il miglior risultato (66.39punti) e nel libero hanno consolidatoil primato con il programma danzatosulle note della colonna sonora de“La Dolce Vita” di Nino Rota,conquistando altri 106.91 punti, deiquali 52.72 per la componentetecnica, 55.19 per quella artistica echiudendo dunque con un totale di173.30. Gli americani si sono fermati a169.16 ed i russi a 159.00 punti.Per proseguire nel cammino dellecompetizioni ISU aspirando allafinalissima di Barcellona (11/12

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Per la coppia azzurra quello di Moscaè stato il dodicesimo podio incarriera al Grand Prix (per l’ottavavolta secondi) ed è la quartaqualificazione alle finali. Nelle coppie di artistico ValentinaMarchei ed il nostro Ondrej Hotareksono finiti sesti, ma con molti marginidi miglioramento, soprattutto suisalti. E anche loro, nel totale(178.19), come già nel corto, hannoalzato il personale dimostrandosempre più sintonia e possibilità dicrescita in coppia nella difficilissimaspecialità dell’artistico.

PECHINO (6/8 novembre) ISU Grand Prix “Cup of China”danza su ghiaccio: (1) ANNA CAPPELLINI-LUCALANOTTE 173.30 (1/66.39 +1/106.91);

(2) Madison Chock – Evan Bates169.16; (3) Yelena Ilinykh – RuslanZhiganshin RUS 159.00.

MOSCA (20/22 novembre) ISU Grand Prix “Rostelcom Cup”danza su ghiaccio 1) CAN - Kaitlyn WEAVER / AndrewPOJE 173.58; (2) ITALIA - ANNA CAPPELLINI -LUCA LANOTTE 171.61; 3) RUSSIA - Victoria SINITSINA /Nikita KATSALAPOV 167.40; 4) ITALIA - Charlene GUIGNARD /Marco FABBRI 153.54 .

l 16 Ottobre 2015 si è svoltol’evento sportivo, la 4ªcompetizione/dimostrazione

Internazionale di Arti Marziali etecniche di autodifesa, organizzatadalla Republic of Croatia Ministry ofJustice Prison System Directoratepresso il palasport di Lepoglava, cheha visto la partecipazione di 35 coppieappartenenti alle polizie penitenziariedi: Francia, Germania, Ungheria, PaesiBassi, Macedonia, Montenegro,Bosnia, Herzegovina, Repubblica Ceca,Polonia, Romania, Slovenia e Serbia.Le fasi preliminari della gara hannoprevisto 5 esibizioni; Italia- Macedoniavinta dai nostri con il punteggio 3-0; èstata poi la volta di Italia-Croazia,superata con un altro perentorio 3-0;poi Italia-Ungheria, battuta con ilpunteggio 2-1; ed infine Italia-Romania, vinta con un altro rotondo3-0.Nella finalissima Italia-Slovenia c’èstata la sconfitta di misura per 1-2, maè stato comunque un ottimo argentofinale.Terminata la competizione sportiva siè proceduto a stilare la classificagenerale del podio, è seguitala successiva cerimonia dipremiazione e la consegna di duemedaglie d’argento per gli Ass. CapoStefano Pressello e Dimitri Pollo e lacoppa-Targa come rappresentativadella Polizia Penitenziaria Italiana.

Il Metodo Globale Autodifesa (M.G.A)è stato orgogliosamente rappresentatodai due istruttori della PoliziaPenitenziaria, portatori di una grandeprofessionalità e determinazione nelrappresentare abilmente l’M.G.A(Metodo globale Autodifesa) non solotra i confini nazionali ma anche inEuropa, a testimonianza del grandevalore degli appartenenti al Corponello sport e nella formazione sportivamessi al servizio della divisaindossata.

lo sportNelle foto: le immagini dell’evento sportivoCroato che ha vistola partecipazione dei nostri colleghiStefano Pressello eDimitri Pollo con la vittoria dellamedaglia d’argento

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Il Metodo Globale di Autodifesa (M.G.A.)è d’Argento con la coppia Pressello-Pollo

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el sistema penitenziarioitaliano non esistono solostrutture vecchie e fatiscenti e

carceri angusti e sovraffollati. Anche danoi, infatti, si trovano “eccellenze”nell’esecuzione penale. L’Istituto a Custodia Attenuata diOrvieto, ad esempio, si pone comeobiettivo quello di proporre unamodalità di esecuzione della pena voltaa rendere il detenuto consapevole delleproprie potenzialità e capace digestirle con sempre maggiore

autonomia attraverso un percorso diprogressiva responsabilizzazione. L’esperienza della custodia attenuata diOrvieto intende raggiungere l’obiettivodi iniziare dalla detenzione unpercorso di recupero che riconducal’autore di reato al contesto sociale,offrendogli l’opportunità di maturare eintraprendere una scelta dicambiamento attraverso concreteattività di lavoro, studio e formazione. I detenuti che aderiscono al progettoavranno la possibilità di espiare al loropena in un contesto detentivo chelascia loro libertà di movimento e ampispazi di autonomia nell’ organizzazionedella propria giornata. Di contro, ildetenuto si impegnerà ad attuare unpercorso rieducativo scelto e condivisocon il Gruppo di Osservazione e

Trattamento dell’Istituto nel rispettodelle regole sottoscritte con il pattotrattamentale. I requisiti di ammissione• Detenuti di sesso maschile inseritinel circuito “media sicurezza”;• sono esclusi i detenuti inseriti nelcircuito “media sicurezza protetti”;• posizione giuridica: appellante,ricorrenti e definitivi;• entità minima della pena residua inespiazione: 1 anno;• entità massima della pena residua inespiazione: 12 anni, salvo propostedell’istituto di provenienza eapprovazione della Custodia Attenuatadi Orvieto;• non elevata pericolosità detentivaespressa dall’istituto di provenienzacon una formale valutazione diidoneità all’ammissione al regime dicustodia attenuata;• sono esclusi i detenuti conprecedenti condanne o conprocedimenti penali in corso per ilreato di evasione, commesso negliultimi 5 anni durante la suapermanenza in un istitutopenitenziario;• regolare condotta e partecipazionealle attività trattamentali. Qualora lacondotta sia stata a tratti irregolare ilGOT dell’istituto di Orvieto valuteràcaso per caso;• assenza di patologie psicofisiche cherichiedano particolari trattamentisanitari;• non essere tossicodipendente ovvero

avere intrapreso un programmariabilitativo.

Cosa offre l’istitutoIl reparto detentivo dell’Istituto diOrvieto è costituito da 27 camere, didiversa superficie, tutte dotate dibagno con doccia e conformi aiparametri di superficie stabiliti dalDAP. Nel reparto detentivo sonopresenti la biblioteca e la salapolivalente. Lo spazio esterno dedicatoal passeggio è di ampia superficie(2.000 mq ca.) con annessi un campopolifunzionale di tennis, pallavolo,pallacanestro, un campo di calcetto,un campo di bocce, uno spaziodedicato ai lavatoi e stendibiancheria. Lungo il viale dei “passeggi” sonocollocate le lavorazioni: sartoria -tessitoria - falegnameria - officinafabbri, la chiesa, la palestra, labarberia. Il regime è aperto.

Gli orari della vita quotidianaOre 7,30: distribuzione dellacolazione; Ore 8,30: apertura passeggi e inizio ditutte le attività; Ore 11,30/12,30: distribuzione vitto econsumazione pasto in regime disocialità; Ore 12,30: apertura passeggi e inizioattività pomeridiane Ore 15,30: chiusura passeggi e regimedi socialità in reparto detentivo edinizio attività pomeridiane: lavoro,corsi scolastici, laboratori;

Nelle foto:l’ingresso dell’ICAM di Orvieto

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L’istituto a custodia attenuata di Orvieto

mondo penitenziario

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Ore 19,30: distribuzione vitto econsumazione pasto in regime disocialità; Ore 21,00: termine della socialità.

Il lavoro L’Istituto vanta una pluriennaletradizione manifatturiera. Sono presenti quattro lavorazioni, tuttedotate di macchinari moderni edefficienti, nell’ ambito delle quali èpossibile acquisire competenzeprofessionali e vivere un’esperienzalavorativa qualificata e qualificante.Sono attive: la Sartoria, la Tessitoria, laFalegnameria e l’Officina Fabbri. E’ possibile essere avviati al lavoro pereffettuare la manutenzione ordinariadell’edificio e i lavori domestici.L’Istituto di Orvieto si pone comeobiettivo l’inserimento lavorativo ditutti i detenuti presenti.

Le attività volontarie di pubblica utilità nell’ambitodel territorio comunaledi OrvietoE’ stato attivato un Protocollo d’intesacon il Comune di Orvieto perl’inserimento di detenuti in AttivitàVolontarie non Retribuite di PubblicaUtilità, nell’ambito del territoriocomunale per la manutenzione,restauro, pulizia e decoro urbano deisiti di interesse pubblico.

Il mandato dell’AmministrazionePenitenziaria è finalizzato alreinserimento sociale dei detenutimediante l’acquisizione di competenzee conoscenze professionali utilmentespendibili nella fase post-detentiva.

L’istruzioneTutti i corsi scolastici si svolgono inorario pomeridiano per favorire lapartecipazione dei detenuti lavoranti.Sono attivi i seguenti corsi: • Scuola media• Corso d’Italiano per stranieri• Scuola primaria• 1° e 2° anno dell’ Istituto TecnicoProfessionale• Laboratorio di lingua inglese efrancese

Nelle foto: le attività lavorativedi Orvieto

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19mondo penitenziario

Le attività Ricreative• Laboratorio di Pittura• Laboratorio di Musica• Cineforum• Biblioteca• Teatro

Sono presenti:• una palestra attrezzata con accessolibero;• un campo di calcetto;• un campo di bocce;• basket• pallavolo;• tennis;• tennis tavolo;• calcio balilla.

Tutte le attività sono autogestite.

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20 mondo penitenziarioaggiunta ormai la secondaedizione e superateabbondantemente le mille

copie vendute, il romanzo diAlessandro Pugi viene così recensitosul sito “Letteratura e... dintorni”della giornalista Dianora Tinti:

Di cosa parlaIL COLORE DEL CIELO�Siamo negli anni ottanta e RaphaëlLewonsky, un giovane di 24 anni,decide di indagare su un mistero cheper anni è stato quasi “ignorato” dallasua famiglia: dalla morte del padre,avvenuta una decina di anni prima,sono cominciate infatti donazionimensili da parte di un anonimobenefattore americano.�Parte così da Bologna, dove vive, eaccompagnato dalla fidanzata e da unamico fidato arriva a Manhattanmettendosi quasi subito sulle traccedell’uomo misterioso. Ma non è unaverità facile quella che gli svelerà ilbenefattore, vecchio amico/nemico delpadre che con lui ha vissuto parte diuna normale adolescenza, ma anchegli orrori della follia nazista nel campodi concentramento di Majdanek nelquale uno era vittima e l’altrocarnefice.�

COSA NE PENSO�Un romanzo che ho iniziato a leggerein maniera, diciamo così,“professionale” e che invece mi sonoritrovata a divorare da accanitalettrice, tanto che poi l’ho dovutorileggere per poter fare unarecensione più obiettiva possibile.�Sulnazismo e la seconda guerra mondialesono stati scritti e pubblicati libri ditutti i tipi, è quindi piuttosto difficilescrivere qualcosa di nuovo, ma devodire che Alessandro Pugi ce l’ha fatta. Documentato come un romanzostorico, avvincente come un thriller,racconta la storia dei due personaggi

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Alessandro Pugi

IL COLORE DEL CIELOL’Aquila, il Falco e ilCigno

IL FOGLIO Edizionipagg. 287 - euro 15,00

Servizi• attività di ascolto e segretariatosociale curata dai volontari Caritas;• mediazione interculturale (Ilprogetto “Il sistema della Prossimità”assicura la presenza settimanaledi un mediatore culturale);• struttura di accoglienza per ifamiliari dei detenuti inpermesso premio gestita daivolontari della Caritas;

Colloqui visivi I colloqui visivi con gli aventidiritto sono assicurati tre giorni asettimana, di cui uno in orariopomeridiano. Verranno valutate richieste particolariin merito ai colloqui con i minori. E’ di prossima apertura un’area verdeattrezzata.

Il procedimento diassegnazione di detenuti allaCustodia Attenuata di Orvietoda altro istituto dell’Umbria.

La domanda di trasferimentocompilata utilizzando esclusivamentela modulistica fornita e corredata di: • relazione di sintesi ocomportamentale in cui siariscontrato il possesso dei requisitirichiesti;• certificazione medica che attestil’idoneità sanitaria come indicata dairequisiti.

Va inoltrata alla Direzione dell’ Istituto a CustodiaAttenuata di Orvieto [email protected].

• Il G.O.T. di Orvieto, verificata lasussistenza dei requisiti diammissione, trasmetterà alla sede diprovenienza del detenuto il parere diidoneità al trasferimento temporaneo,quindi provvederà ad inoltrarel’istanza così istruita al P.R.A.P.

dell’Umbria.

• Il ProvveditoratoRegionale dell’Umbriadeciderà entro 20giorni dalla ricezionedella richiesta;

• Il G.O.T. di Orvietoentro i primi tre mesi di

assegnazione temporanea confermerào meno l’idoneità del detenuto apermanere presso la CustodiaAttenuata, dandone comunicazione alP.R.A.P. Umbria per i provvedimentiche riterrà opportuni.H

Nelle foto:gli spazi aperti,

la palestra ed il teatro di Orvieto

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principali descrivendolidall’adolescenza fino alla tragicaesperienza durante il secondo conflittomondiale.�Con grande sensibilità, masenza mai scadere nello scontato o nelpatetico, è riuscito a descriverel’animo umano raccontandone forza efragilità. Oltre ai protagonisti, tutta unaserie di figure non meno importanti dàal racconto un respiro ampio e direiuniversale. La figura del vecchio gerarca nazistache non ha dimenticato, non puòdimenticare, i vecchi amici checomunque ha cercato di aiutare anchein quei frangenti difficili e concitatiper tutti, è molto bencostruita.�Traspare chiaramente lavolontà dell’uomo di ricordare eanche di discolparsi per ciò che,forse, non ha potuto scegliere.�E questo ritorno al passato appare uncammino difficile, delicato, penoso espesso insopportabile per uno dellasua età che coltiva solitario il giardinodella memoria senza aver paura diaffrontare cattivi pensieri. Anche perché, in cuor suo, sa che

esiste sempre la possibilità di scegliereda quale parte stare.�NonostanteAlessandro Pugi non abbia risparmiatoniente al lettore, comprese descrizionie scene molto “forti” (...unprigioniero in fuga finito nellarecinzione del campo era una delleoccasioni per ribadire a tutti ildominio del regime nazista. Spesso, invece di porre fine alle flebiligrida di dolore di quelle ombreviventi, i soldati arpionavano i lorocorpi sofferenti con uncini,strappandoli brutalmente dalla retemetallica. Questo permetteva alle “spine”, pezzidi filo di ferro tagliato obliquamentealle due estremità, di lacerarebrandelli di carne umana. Le gocce di sangue sembravanorimanere incollate agli aculei e solocon il passare del tempo siallungavano, scivolando verso il basso.A testimonianza di queste tragedie, cheavvenivano spesso di notte, rimaneva aterra una larga pozza di sangue che,congelata dalle bassissimetemperature notturne, si trasformava

in una lastra di ghiaccio colorporpora...) non c’è mai alcun tipo dicompiacimento letterario, tutto è alservizio della storia e non di facili“effetti speciali”.Un libro veramente ben pensato cheemoziona, scritto in maniera pulita elineare. Una storia che “prende” fin dalleprime righe e che, inevitabilmente, fariflettere su tante cose lasciando in chilegge un lieve retrogusto amaro, maanche la convinzione che il bene, perfortuna, è sempre in agguato.�

Alessandro Pugi è stato ospite dellatrasmissione giornalistica di TV9,Quante storie vuoi, condotta dallegiornaliste Francesca Ciardiello e Dianora Tinti. Nell’occasione Pugi haparlato di tutti i suoi romanzi, inparticolare delle ultime due uscite: Ilcercatore di stelle e La sottile lineadel destino, in vendita su Amazon, IBSe Mondadori Store, oltre che nellelibrerie e nei negozi Conad dell’Elba.

Nelle foto: a sinistraAlessandro Pugi

sopra la copertina del suo libro

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“Il colore del cielo”il romanzo del collega

Alessandro Pugi

il libro del mese

Chi è Alessandro PugiToscano, nasce a Portoferraio, di

professione fa l’Ispettore di PoliziaPenitenziaria.�Appassionato di calcio,è istruttore CAS (Centro Avviamentoallo Sport), allenatore FIGC calcio a 5e allenatore FIGC di base – Uefa B.�Il primo approccio con il mondodella scrittura risale al 1998 quandoal Concorso di poesia Phalesia vienepremiato con una menzione specialeper la poesia dal titolo “Senti...”Da allora non si è più fermatopubblicando un romanzo dietrol’altro, senza contare quelli che hagià pronti nel cassetto: The Spanners– Il colore del cielo, l’Aquila, ilFalco e il Cigno – Il tredicesimozodiaco – La sottile linea deldestino e Il cercatore di stelle.

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ttica è un film girato per latelevisione nel 1981, cheracconta i tragici eventi

della rivolta avvenuta nel 1971nell’Attica Correctional Facility.Il film, interamente girato a Lima,Ohio, è tratto dal libro di TomWicker A Time to Die: TheAttica Prison Revolt.La rivolta della prigione di Atticafu una sommossa carcerariascoppiata nel penitenziariostatunitense di Attica, Stato diNew York, il 9 settembre 1971e fu scatenata allo scopo di ottenerediritti politici e migliori condizioni didetenzione. In realtà, l’episodio che ha innescatola rivolta fu la protesta control’uccisione, da parte di alcunipoliziotti penitenziari, dell’attivistapolitico George Jackson, membro delmovimento per l’emancipazione deidiritti dei neri Black Panther,avvenuto il 21 agosto precedente nellaprigione californiana di San Quintino.Durante la rivolta, 1.280 dei 2.200detenuti, in gran parte afroamericani eportoricani occuparono un’ala delcarcere prendendo in ostaggio 33persone tra guardie e impiegatiavviando le trattative con le autorità.Nonostante si fosse giunti ad un

accordo sommario sulla maggiorparte delle richieste dei detenuti, nonfu possibile porre fine alla rivolta acausa del rifiuto di aderire allarichiesta di amnistia per i reaticommessi dai carcerati durante larivolta e a quella di destituzione deldirettore del carcere. Per questo motivo il 13 settembre, suordine preciso del governatore di NewYork Nelson Rockefeller, l’esercito e leforze di polizia attaccarono il carcere.Furono prima lanciati lacrimogenidagli elicotteri e poi 500 agentientrarono nella struttura sparando suirivoltosi, che non avevano armi dafuoco. Sul campo restarono 39 vittime, di cuidieci poliziotti penitenziari e 29detenuti , e più di 200 prigionieririmasero feriti, di cui 80 in modograve. Durante l’irruzione numerosisuperstiti furono picchiati e torturati.Nei giorni seguenti la stampa localescrisse che parecchi ostaggi furonouccisi dai rivoltosi, cosa che risultò

a cura di Giovanni Battista

de [email protected]

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22 cinema dietro le sbarreRegia: Marvin J. Chomsky

Tratto dal libro: "A Time to Die"di Tom Wicker

Soggetto: Tom Wicker - (libro)Sceneggiatura: James S.HenersonFotografia: Donald H. BirnkrantMontaggio: Paul LaMastraScenografia: Tracy BousmanMusica: Gil MelleArredamento: James CaneProduzione: Louis Rudolph per ABC Circle FilmsDistribuzione: CharterEntertainmentPersonaggi ed Interpreti:Herman Badillo: Henry Darrow Commissario Russell Oswald:Charles DurningSenatore Gordon Conners:Joel FabianiHap Richards: Morgan Freeman Tom Wicker: George Grizzard T.J. : David HarrisFrank Green: Roger E. MosleyRaymond Franklin: Glynn TurmanWilliam Kunstler: Anthony ZerbeTenente John Driscoll:Andrew Duncan Carl Dudley: William Flatley Art Silver: Paul Lieber Pazzo: Tony Brubaker Genere: DrammaticoDurata: 97 minuti, USA, 1980

la scheda del film

del tutto infondata dalle successiveautopsie che appurarono che tutti idecessi erano stati provocati dallepallottole delle forze dell’ordine.All’interno del carcere c’erano alcunigruppi politicizzati di stampo etnico,come gli afroamericani BlackPanthers, i portoricani Young Lordse i Black Muslims che, con lo scopodi attuare un piano d’azionecoordinato e unitario, decisero diappianare le proprie differenzeideologiche all’interno delpenitenziario. Nel gruppo di cittadini invitati comeosservatori dai detenuti vi era ancheTom Wicher, giornalista del New YorkTimes, che scrisse poi il libro A Timeto Die, nel quale raccontò che“L’armonia razziale che regnava trai detenuti era assolutamentestupefacente”.

Attica

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Nelle foto:la locandina

e alcune scenedel film

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Convegno organizzato nell’ambito dei lavori del VI Congresso Nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

N A P O L I1 8 • 19 • 2 0

gennaio 2016

La PoliziaPenitenziarianell’esecuzionepenale esterna

CONVEGNONapoli 18 gennaio 2016

Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria

in col laborazione con

CITTÀ METROPOLITANADI NAPOLI

con i l patrocinio di

CORPO DIPOLIZIA PENITENZIARIA

inizio dei lavori ore 15:00

Sala Congressi Hotel RamadaVia Galileo Ferraris, 40 • Napoli

tel. 081.3602111 • www.ramadanaples.itwww.m

arioca

puti.it

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Perché io sopportavo,sopportavo, finché non mi

facevano qualcosa di intollerabileche mi faceva esplodere”. Sarebbe questa la frase utilizzata daMilena Quaglini, nel corso delprocesso, per giustificare il suo istintoassassino. Domenica 2 agosto del 1998, intornoalle 16,00 arriva una chiamata al 112della compagnia dei Carabinieri diStradella, un piccolo comunedell’Oltrepò Pavese: “ho ammazzatomio marito”, è la voce di una donna.

Il vice brigadiere, addetto alcentralino, intuisce che non si tratta diuno scherzo e le chiede se vi sianoaltre persone in casa. La donna riferisce che ci sono le duefiglie, ma che non si sono accorte dinulla. Il carabiniere chiede di parlarecon una delle due bambine e nelfrattempo invia una pattuglia aldomicilio della donna. Nel mentre continua la conversazione,la donna lascia la cornetta del telefonoal carabiniere, che nel frattempo eraarrivato nell’abitazione, che confermala presenza di un cadavere sul balconedella casa. La sera prima, la donna, dopo averbevuto due bicchieri di brandy, aspettache il marito si addormenti per

legargli le mani e i piedi con la cordadelle tapparelle; l’uomo però si svegliae cerca di reagire, ma è legato e cadedal letto. Milena allora lo colpisce allatesta con un abat-jour ed inizia a tirarecon forza la corda finché il maritocessa di respirare. In casa, ci sono le due figlie che non sisono accorte di niente. Milena aspettaqualche ora, poi prende il corpo delmarito e lo trascina sul balcone. La donna, dopo la scoperta delcadavere, viene arrestata e rinchiusanel carcere di Pavia.

Ma perché la donna ha compiuto undelitto così efferato e, soprattutto, chiè Milena Quaglini?Milena è nata a Mezzanino, nei pressidi Broni (Pavia), nel 1957, il padreera un alcolista, spesso quandorientrava in casa picchiava lei e lasorella: “Una prigione senzafelicità”, così definirà la sua casapaterna nel corso del processo. A 19 anni scappa di casa e dopo pocosi sposa con il suo primo marito,l’unica persona di cui afferma diessere stata veramente innamorata, ilquale, dopo qualche anno, muore didiabete, lasciandole un figlio: daquesto momento Milena cadrà in unostato di depressione e alcolismo dalquale ben poche volte riescirà a

riemergere. E’ una donnapsicologicamente labile, ossessionatadai problemi economici e che cerca diarrangiarsi, per sbarcare il lunario,facendo ogni tipo di lavoro(cameriera, cassiera, badante e donnadelle pulizie), ma molto spesso gliimpieghi hanno durata breve a causadelle avance che puntualmentearrivano dai datori di lavori e chespesso si trasformano in violenze ebotte. Si risposa con un uomo, Mario Fogli,da cui ha due bambine.

Con lui litiga spesso, si sente oppressa. Spesso la picchia e lei lo denuncia piùvolte per le violenze subite sino aquando non decide di separarsi e diandare ad abitare ad Este, in provinciadi Padova, con la seconda figlia. In Veneto trova lavoro come badantepresso un signore anziano, GiustoDalla Pozza (83 anni), che le prestaanche 4 milioni di lire. Il 25 ottobre 1995, l’uomo le chiede larestituzione della sommaproponendogli in alternativa disaldarlo in natura: al suo rifiuto luicercò di violentarla. Nacque una colluttazione, nella qualela donna lo colpì con una lampada intesta. La Quaglini uscì di casa mentre Dalla

Nelle foto:sopra

e accanto al titoloMilena Quaglini

al centroMario Fogli

a destraGiusto Dalla Pozza

Pasquale SalemmeSegretario

Nazionale del Sappe [email protected]

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La vedova nera:Milena Quaglini

crimini e criminali

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Pozza era agonizzante, per poichiamare l’ambulanza. Trasferito inospedale, muore dieci giorni dopo. Sei mesi dopo, la polizia archivia ilcaso come “morte accidentale”:Giusto Dalla Pozza è stato infattiritrovato a terra vicino al letto e,secondo gli inquirenti, le sue fratturesono compatibili con una caduta.Dopo questo avvenimento, ritornò aconvivere con il marito da cui eraseparata, ma dopo poco le liti e lebotte ricominciarono per terminaredefinitivamente la sera del 1 agostodel 1998 quando la donna lo uccide.Il 26 aprile 1999, il Tribunale diVoghera la condanna a 14 anni direclusione per uxoricidio e affida lesue figlie alla sorella. A difendere Milena c’è l’avvocato LiciaSardo. L’avvocato ha preso a cuore lastoria di Milena, la difendestrenuamente e in appello riesce aottenere la seminfermità di mente: lacondanna è quindi commutata in 6anni e 8 mesi, scontabili agli arrestidomiciliari. Passa un periodo di detenzione pressouna clinica, per disintossicarsi, poi sitrasferisce in una casa a Bressana, diproprietà di Angelo Porrello,conosciuto a seguito di un annunciosu un giornale. La sera del 5 ottobre 1999, però, iCarabinieri la fermano per strada, èalla guida di una Regata bianca. Si è allontanata da casa e ladenunciano per evasione. Due giorni dopo Milena è nuovamentefuori di casa. Questa volta è lei cheavvisa i Carabinieri, ha dimenticato lechiavi nell’abitazione e non puòrientrare. Così, il 7 ottobre 1999, lesono revocati gli arresti domiciliari etorna nel carcere di Vigevano. Il giorno prima, il 6 ottobre, è statadenunciata la scomparsa di AngeloPorrello. Si sospetta che l’uomo siavittima di un regolamento di conti acausa del suo passato. Ad Angelo piacevano le ragazzine: erastato condannato perché violentava lesue tre figlie. Nel 1991 era stato in carcere perviolenza sessuale su minori. Partono le indagini su un altropossibile delitto. Dal carcere femminile di Vigevano, la

donna astutamente manda delle letteread Angelo Porrello. Una il 7 ottobre e una l’11 ottobre. Le lettere sono formali, Milena utilizzaaddirittura il lei e lascia intendere chei due non si vedono da parecchio. I sopralluoghi nella casa dell’uomosembrerebbero però dire l’opposto:vengono ritrovate nella spazzaturadelle scatole di Halcion (il medicinaleche usa Milena) e gli esami del DNA sudei capelli trovati nel letto, indicanoche la donna è stata in quella casa nelperiodo in cui l’uomo è scomparso.Anche l’avvocato Licia Sardo cominciaa dubitare di Milena e la invita aconfessare. “Ogni schiaffo che prendevo da unuomo rivivevo tutti quelli presi damio padre”, così inizia la deposizione,tra il 23 e il 24 novembre, che dopo 4ore di interrogatorio porterà allaconfessione dell’omicidio di AngeloPorrello, ma anche a quello di GiustoDalla Pozza. La donna confessa che Angelo Porrellol’aveva aggredita e violentata. Lei dopo il rapporto gli avevapreparato un caffè, diluendo nellatazza dell’uomo una scatola ditranquillanti. Poco dopo l’uomo siaddormenta sul divano. Lei lo porta nella vasca da bagno e fain modo che anneghi, per poi liberarsidel cadavere gettandolo in unaletamaia, posta all’esternodell’abitazione. Tracciando un identikit del serial killerne emerge un individuo: solitario,fallito nella vita, senza istinto paterno,gravi disturbi della personalità,perversioni sessuali, predilezione peril sadismo, egoista, irresponsabile,incapace di tenere una relazionestabile eterosessuale o omosessuale,ma generalmente capace di intenderee di volere. Le stesse caratteristiche si riscontranoanche nelle donne: sembranoespansive ma sono molto chiuse esolitarie, evidenziano grave assenza odisturbo dell’istinto materno; hannosubìto abusi infantili, molestie sessualisviluppando in tal modo una sessualitàprecoce. Non sono eccessivamenteviolente, non torturano le loro vittimeprima di ucciderle, spesso lestordiscono. I loro atti non mirano a

Nelle foto:a sinistraAngelo Porrello

a destral’avvocatoLicia Sardo

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25crimini e criminaligratificazioni sessuali e spesso ilmovente è economico. iiSpesso il loro rapporto matrimonialeè instabile e finiscono con ilprostituirsi. “Le vittime sonofamiliari ed estranei in egualmisura: tra i primi il marito è ilbersaglio più frequente, mentre gliestranei sono scelti tra i più debolied indifesi”(1). Sembra il profilo della Quaglini, senon fosse che alla base di ogni suoomicidio c’è il fattore scatenante dellebotte: “Perché io sopportavo,sopportavo, finché non mi facevanoqualcosa di intollerabile che mifaceva esplodere”. Tra il 2000 e il 2001 si svolgono iprocessi a carico della pluriomicida.Viene, nel processo di appello,confermato il vizio parziale di mentein occasione dell’omicidio di Mario

Fogli (6 anni e 8 mesi di reclusione)mentre, per l’omicidio di Giusto DallaPozza, riaperto dopo la confessione, levengono inferti, il 2 febbraio del 2001,dalla Corte di Assise di Pavia, 1 anno e8 mesi di reclusione per eccessocolposo di legittima difesa. Le ultimedue perizie psichiatriche su MilenaQuaglini sono molto differenti: laprima conferma la seminfermitàmentale della donna, che addiritturaparla in terza persona raccontandodegli omicidi, ma l’ultima perizia,quella che conta, è stesa da MaurizioMarasco, specialista in neurologia epsichiatria, professore di psicologiaforense e criminologia all’UniversitàLa Sapienza (Roma). Questa perizia complica le cose per

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Nella foto:Milena Quaglini

viene scortataal processo

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Milena, poiché, secondo il professorMarasco, “la signora Quaglinipresenta un disturbo del carattere ditipo isterico nel cui ambito sicolgono tratti di personalità cherimandano al disturbo borderline”.

Un soggetto che presenta anomalie delcarattere e alterazioni a tratti dellapersonalità, un soggetto psicopatico.“La donna era perfettamenteconsapevole del fatto che stavauccidendo un uomo e lo ha fattocon una freddezza e una luciditàimplacabili, senza alcunripensamento o esitazione”: quindiin grado di intendere e di volere.Milena, dunque, è una serial killer. I suoi delitti sono caratterizzati da unaviolenza efferata spinta dal bisognoappagante della donna di punire ipartners dei tanti torti subìti, quasi asimboleggiare la vendetta nei confrontidella figura paterna. La sentenza definitiva è attesa per lafine di ottobre, Milena capisce che èsenza un futuro, così il 16 ottobre2001 decide di farla finita. La Quaglini, al passaggio dell’agentefinge di dormire, poi mette in atto ilsuo piano di suicidio: fa a pezzi unlenzuolo e forma un cappio, loappende all’armadio, ci infila la testa esi lascia cadere sollevando di colpo leginocchia. Morirà all’Ospedale Civile di Vigevano,perchè al momento in cui gli agentierano intervenuti per slegarla la donnaera ancora in vita. Alla prossima...

Note(1) De Pasquali Paolo, Serial killer inItalia. Un’analisi psicologica,criminologica e psichiatrico-forense.Milano, Franco Angeli, 2001

H

Cuneo

Visita nei luoghi di lavoro e assembleacon il personale

dalle segreterie

l giorno 27 novembre, ladelegazione del Sappe, coordinatadal Segretario Regionale Vicente

Santilli con il Segretario ProvincialeAmodeo Antonio e il Segretario LocaleCarmelo Patanè, assieme all’OnorevoleFabiana Dadone del M5S e il

Consigliere Comunale di CuneoManuele Isoardi sono stati ricevuti dalDirettore della Casa Circondariale diCuneo Claudio Mazzeo e dalComandante di Reparto Serafino Grecoal fine di effettuare una visita sui luoghidi lavoro del personale di PoliziaPenitenziaria in servizio presso l’istitutopiemontese. A seguito della visita sonostate riscontrate alcune problematichestrutturali (garitte, muro di cinta equadrato due). Sempre nella medesima giornata si èsvolta un assemblea con tutto ilpersonale.

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parano.. Un boato improvvisamenteinterrompe ogni pensiero

e, in un istante, tutto si fa buio.Un buio senza distinzione di nazione,religione, età.Le lacrime scendono senza controllo.Parole urlate in nome di un Dio,ma è la follia cieca dell’uomo che muove i fili dell’odio.Un odio alimentato da potenti affamati di controllo.

Sparano...e tutto cambia.Cambia per semprecancellando sogni e progetti,per chi il buio se l’è portato via.Cambia, per chi resta,spettatore di atrocità di cui non vedefine,tentando di uscire dal quel buioche, nel suo abbraccio mortale, vuole impossessarsi di tutto.Tramite la vendetta,l’odio, la paura.

Sparano..e bombe esplodono. Pioggia di sangue sulla terra,che assiste allo spegnersi della vita e, se potesse, urlerebbe all’umanità difermarsi.

Troppe ne ha viste,dolore, sofferenza che si perpetuanoin una sterile spirale.Lacrime, che hanno lo stesso saporein ogni parte del mondo,mentre il silenzio scendesulla nostra esistenza.

Perché...chiedono le mie figlie.Perché..Chiedono i bambini del mondo.

Le nostre risposte costruiranno il loro futuro.

Se saranno parole di vendetta ed odioil buio ed il silenzio calerà su di loro,la follia cieca avrà il sopravvento,cancellando sogni e progettiper un domani diverso.

Mali, Libano, Francia, Egitto, GranBretagna, Nigeria, Siria, Israele,Russia, Stati Uniti... i più recenti di unalunga lista.

Cristiani, ebrei, mussulmani, atei ...uomini donne e bambini ... ‘je suis’ -‘nous sommes’, tutti quanti.

Laura PieriniVice Segretario Provinciale Sappe Toscana [email protected]

PoliziaPenitenziarian.233novembre2015

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Pioggia di sangue

donne in uniforme

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seguito di un orientamento maturatoin dottrina secondo il quale la salutedel singolo non possa essere scissadall’ambiente in cui vive e nel qualeespleta la sua personalità (1), lastessa giurisprudenza di legittimità hariconosciuto in merito che la tuteladella salute deve essere estesa allapreservazione delle necessariecondizioni di salubrità ambientale(2). Il diritto a un ambiente salubre èriconosciuto a coloro che subisconointerventi altrui suscettibili di alterarel’equilibrio ecologico del territorionel quale si trovano,indipendentemente dalla naturagiuridica del rapporto che essi hannocon quel territorio (3). Anche il detenuto, perciò, dovràconsiderarsi titolare di tale diritto inrelazione al luogo in cui deve eseguirela pena.Da ciò discende che anchel’Ordinamento Penitenziario debbagarantire tale diritto, e sembrano cosìorientate quelle disposizioni generaliche all’art.5 e 6 OrdinamentoPentenziario descrivono lecaratteristiche degli edificipenitenziari e dei locali nei quali sisvolge la vita dei detenuti e degliinternati, che “devono essere diampiezza sufficiente, illuminaticon luce naturale e artificiale inmodo da permettere il lavoro e lalettura; aerati, riscaldati ove lecondizioni climatiche lo esigano, edotati di servizi igienici riservati,decenti e di tipo razionale” e checonsentano “ai soggetti che nonsvolgono lavoro all’aperto di […]permanere almeno per due ore algiorno all’aria aperta” (art.10comma 1 OrdinamentoPenitenziario). La domanda sorge spontanea: ma sel’amministrazione penitenziariaviolasse queste norme, quale sarebbeil rimedio azionabile dal detenuto?L’introduzione nell’OrdinamentoPenitenziario, da parte del d.l.92/2014, conv. con modif. in legge117/2014, dei nuovi “rimedirisarcitori” in favore dei detenuti edegli internati che hanno subito untrattamento in violazione dell’art. 3della CEDU costituisce l’adempimento

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iù di venti anni dipubblicazioni hannoconferito al mensile Polizia

Penitenziaria - Società Giustizia &Sicurezza la dignità di qualificatafonte storica, oltre quella diautorevole voce di opinione. La consapevolezza di aver acquisitoquesto ruolo ci ha convintodell’opportunità di introdurre unarubrica - Come Scrivevamo - checontenga una copia anastatica di un articolo di particolareinteresse storico pubblicato tantianni addietro. A corredo dell’articolo abbiamoritenuto di riprodurre la copertina,l’indice e la vignetta del numerooriginale della Rivista nel quale fupubblicato.

a cura di Giovanni Battista

de [email protected]

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2015

P28

Carcere e condizione umanaIl Segretario Generale del Sappe DonatoCapece ha partecipato ad un dibattito sul tema presso l’Università di Roma “La Sapienza”

corretta programmazione degliinterventi. In oltre un decennio si èpassati dall'impera tivo del carcere"duro" o supercarcere, durante la fasedella criminalità politica, al periododella pacificazione sociale o del"perdono". In seguito, sulla spintadell' emer genza legata alle attivitàdelle organizzazio ni criminali distampo mafioso, oltre ad individuarepiù idonei strumenti di prevenzione, siè giunti ad una diversificazione dipene trattate fra "detenuti comuni" edetenuti cosiddetti ad "altasicurezza", accusati cioè di criminiquali il narcotraffico, l'associazione adelinquere ed il sequestro di persona. Gli articoli 4 bis, 14 bis e 41 bisdell'Ordina mento Penitenziariorappresentano altrettan tiaggiustamenti del legislatore non deltutto riusciti. Dal 1975 ad oggi la legislazionepenitenziaria è senz'altro un settoreall'avanguardia, mentre risultanotutt'oggi insuficienti l'orga nizzazione,le infrastrutture e gli organici delpersonale.

Sopra la copertina del numero

di aprile 1995

come scrivevamo

artedì 14 marzo 1995 pressoil Centro Congressidell'Università "La Sapienza"

di Roma si è tenuto un dibattito sultema «CARCERE E CONDIZIONEUMANA (due termini inconciliabili?)». Al dibattito hanno partecipato, tra glialtri insieme al Segretario Generale delSappe, Tiziana Maiolo, Donato Marra,Ferdinando Aiuti, Luigia Culla, LuigiCarlo Greco, Don Gino Rigoldi, CarloSerra, Vincenzo De Donatis. Il dibattito è stato promosso dalPresidente della Provincia di RomaGiorgio Fregasi e dal Presidentedell'Istituto di Ricerche Economico -Sociali "Placido Martini" dott. SilvanoMuto. Nelle pagine seguenti riportiamo,unitamen to ad un resocontofotografico, l'intervento del dott.Capece. «A nome dello Polizia Penitenziariache rap presento e mio personale,ringrazio e saluto gli organizzatori e gliintervenuti al dibattito. Devo dire,preliminarmente, che trattare dicondizioni umane in carcere non èaffatto insolito per chi svolgeall'interno e all'ester nodell'amministrazione un'attivitàsindacale che è proprio quella diumanizzare "l'intero sistemapenitenziario". La situazione è fin troppo nota. E' però utile un richiamo alle attualicondi zioni e alle cause che le hannodeterminate. In primo luogo è evidenteche la politica penitenziaria del paeseè improntata più sulle interpretazioniche ne hanno dato, di volta in volta, leclassi politiche anche se supportate damovimenti d'opinione di trop po brevedurata, che- su una seria analisi delleesigenze e delle misure disponibili ilcui risultato avrebbe dovuto essere una

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PoliziaPenitenziarian.233novembre2015

29

Le scelte concrete di politicapenitenziaria dimostrano quindi chel’affannosa e conti nua ricerca disoluzioni dell'amministrazione non èaffatto idonea, nè per quanto riguarda imezzi nè, tantomeno, per quantoriguarda gli strumenti.I 30.000 posti letto attualmentedisponibili per i detenuti, considerato ilnumero com plessivo (54.000)rappresentano una scelta sbagliata dichi non ha saputo o non ha volutoprevedere che il carcere avrebbe subìtoduramente le conseguenzedell'emargina zione sociale, etnica,economica, ed anche sanitaria. Infatti, dire che mentre nelle sedipolitiche continuava a dibattersi sullafunzione della pena, in poco più diquattro anni, nelle car ceri itossicodipendenti aumentavano fino a18.000, gli extracomunitari fino a9.000, a 6.000 ed oltre i "grandisorvegliati" e fino a 25.000 i detenutiin custodia cautelare o in attesa digiudizio definitivo. Il tutto nella più generale confusione epro miscuità. Le conseguenze le vediamo nellaimpossibi lità di interventi immediati,nella mancanza di momenti di dialogo edi risocializzazio ne, nella totaleestraneità tra carcere e società. L’istituto è diventato scuola di crimine,luogo preferenziale di "contagio"sanitario e socia le, strumento dialienazione e di violenza sull'individuoreso "altro" da se stesso e, quindi, nonpiù recuperabile. "Umanizzare" il carcere non prescinde

dalla soluzione dei grandi problemi dicui facevo cenno. Nella realtà quella che non si conoscee che non si vuole conoscere è lafunzione insosti tuibile che può e devesvolgere la Polizia Penitenziaria in taleprospettiva. Nel nostro Paese il Corpo di PoliziaPeniten ziaria rappresenta un casounico di progres so culturale: la suaattività istituzionale non si limita,infatti, alla prevenzione erepressio ne del crimine, allacustodia ed al rispetto dell'ordinecostitutito e della lega lità. La Polizia Penitenziaria deve, odovrebbe, svolgere opera direinserimento sociale di chidelinque. E' quindi doveroso, soprattutto inquesta sede, descrivere edenunziare le condizioni, spessodisumane degli oltre 39 .000 poli -ziotti, uomini e donne che spessosono il solo tramite tra i detenuti e loStato, nei primi contatti, come nellaquotidianità della loro detenzione: ègiusto ricordarlo e corri sponde allefinalità del dibattito in corso. Lapenuria di organici (gli stessi diquando i detenuti erano 26.000),l'assoluta povertà dei mezzi (mancanomezzi di trasporto, effetti di vestiario,alloggi e mense), l'assen za didisposizioni univoche e chiare,l'incon sistente organizzazione a livellocentrale e periferico, i turni di lavoromassacranti (oltre il 30 % dell'orariodi lavoro è servizio straor dinario

come scrivevamo

obbligatorio), l'assenza di momentidi formazione e di riqualificazioneprofessio nale, l'inadeguatotrattamento economico,l'impossibilità di fruire di riposi eferie e quindi di vivere i proprirapporti familiari e socialiall'esterno dell'istituto, frustrano esviliscono il nostro personale che,

minato nelcorpo e nello spirito, regge in primapersona il peso del disastropenitenziario italiano solo attraversostrenui sacrifici. Non esistono, all'interno degli istitutipeni tenziari, un compito, unanecessità, un inter vento che nonvedano la Polizia Penitenzia ria

Nel box:il sommario del numero di aprile 1995

a sinistraFerdinando Aiuti

nell’atra paginaDonato Capece

Nella foto:il tavolo dellapresidenza delDibattito

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impegnata direttamente o che nonrichie dano l'ausilio del personale delCorpo, eppu re si fa di tutto perdimenticare che proprio talepersonale sostiene, a grandissimoprezzo e spesso con diretto rischio perla propria incolumità. La contraddizione tra uno Stato che sifinge disponibile ed aperto e laconcreta impossi bilità di esserlo alleattuali condizioni. Addirittura, come inpassato si è evinto anche daaffermazioni dell'Associazione Vittimedell'Ingiustizia di cui il presenteGiacomo Fassino è il segretarionazionale, c'è chi ha individuato nellaPolizia Peniten ziario lo strumento ed il

mandante di una strisciante volontàrepressiva, in ciò dimostrando unamiopia culturale d'altri tempi e forsel'incapacità di riconoscere soggetti,anche politici, reali e più qualificati. Per la soluzione dei problemi delpenitenzia rio, non riteniamo che esista

una strada pra ticabile se non quellache respinge fermamente leradicalizzazioni, i preconcetti e glisteccati della contrapposizionesociale, soprattutto laddove nonesistono figure dell'emarginazione piùqualificate di altre. Il senso di questo intervento è, quindi,quel lo di sostenere, perchè è tale ilmio compito, che notevoli edarticolati devono essere gli interventidiretti a riorganizzare il sistemapenitenziario italiano, perchè alladeprivazio ne della libertà non siaggiunga la sofferen za fisica epsicologica dell'individuo e perchè siaricostruita l'insostituibile funzione

sociale della pena, ma nessuno diquesti interventi può lasciare indisparte e disconoscere gli uomini ele donne della Polizia Penitenziariache tale incarico hanno e svolgono, arischio di più gravi conseguenze perl'intera colletti vità.»

Nel box:la vignetta

del numero di aprile 1995

sottoDonato Capece

insieme aSilvano Muto e Don Rigoldi

PoliziaPenitenziaria

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2015

30 come scrivevamo

Il datore di lavoro

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n questo numero parleremo deldatore di lavoro (direttoredell’istituto) che è la figura

principale, dell’eco piramidale delD.lgs 81/08 e successive integrazioni.Il datore di lavoro, come recita ildecreto, ha il potere decisionale e ilpotere di “spesa”. Gli obblighi deldatore di lavoro sono molteplici, inprimo luogo deve nominare ilresponsabile del servizio diprevenzione e protezione ed eventualiaddetti, effettuare la valutazione deirischi, come si evince all’art17 delD.lgs 81/08, compiti che non sonodelegabili. Nomina, come parcellistaesterno, il medico competente dellavoro; avendo i requisiti come daart.38 del D.lgs 81/08, acquisiscedalle OO.SS. i rappresentanti deilavoratori eletti tramite l’elettorato deilavoratori all’interno all’istituto.Tutti concorrono alla stesura e firmadel documento sulla valutazione deirischi, art.28 del D.lgs 81/08, lostesso documento deve recare la datacerta o da un protocollo interno odalla posta. Ritornando sugli obblighidel datore di lavoro questi sono: • l’attuazione delle misure generali ditutela per la sicurezza di cui all’art15del decreto vigente;• informare e formare i lavoratori, inmerito all’art 36 e 37, formare uncongruo personale addetto alleemergenze di cui all’art 45 e 46 delD.lgs 81/08;• indire almeno una volta l’anno unariunione periodica in riferimentoall’art 35 del suddetto decreto.Informa e forma i dirigenti e prepostiart 37, ai quali delega le direttive e leprocedure per la tutela dei lavoratori.Detiene o fa detenere il DVR alresponsabile del servizio diprevenzione e protezione (RSPP).Lo stesso documento deve contenerele misure ( prescrizioni) tendenti amigliorare le condizioni lavorative, ilpiano d’emergenza estrapolato dallostesso documento e deve esserevalutato il rischio incendio, il rischio

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fisiologico, biologico e chimico.Deve contenere gli allegati, riportantile misure tecniche logistiche quali:rilevamento rumore (fonometro),rilevamento climatico (temperatura eumidità), rilevazione aria forzata enaturale (anemometro), postazioni dilavoro luce naturale e artificiale(luxometro). Lavorazioni a rischiospecifico, dove è obbligatoria lasorveglianza sanitaria (medico dellavoro). Il nominativo delcoordinatore del piano d’emergenza,gli addetti alle squadre d’emergenza.La mancanza di questi obblighi deldatore di lavoro, comporta in casi lievisanzioni amministrative, se poi avvieneun decesso per negligenza potrebbeconfigurare l’omicidio colposo. Infatticon il decreto del Ministero dellaGiustizia emanato nel 2014 ed invigore a febbraio 2015, sono stateinasprite le sanzioni e le pene a caricodel Datore di lavoro. Questo peraffermare a chi ancora non vuolecapire l’importanza di questa materiae non basta la scusante dei costielevati per la sicurezza, per chi la vitanon ha prezzo. Un monito anche per idirigenti e i preposti: il decretolegislativo non assolve tali figurepreposte alla vigilanza sui lavoratori,la trascuratezza dei DPI non consoniall’attività lavorativa o obbligare ilavoratori a lavorare in locali nonidonei e pericolosi, comporta sanzioniamministrative. Anche i lavoratori chenon osservano le condizioni disicurezza impartite, dai superiorigerarchici vanno incontro a sanzioniamministrativie. Mi riallaccio a undetto del Dott. Guariniello che dice:“l’ignoranza non fa attenuante, maaggravante”.

rattiamo ora della formazionesui luoghi di lavoro e tutti gliobblighi del datore di lavoro

previsti dall’art.15: squadred’emergenze art.45-46 (antincendio eprimo soccorso), formazione deilavoratori, preposti art 36-37 del D.lgs81/08 e successive integrazioni.

Pur avendo i requisiti previsti daldecreto dal Ministero del Lavoro del 6marzo 2013 in vigore dal 18 marzo2015 e documentati da cartaceo innostro possesso, (attestazioni everbali) con esperienza accumulata da15 anni nel campo della formazione,le autorità preposte non approvano lenostre competenze. Qual’è il motivo ?Non lo sappiamo neanche noi, forseperché due assistenti capo “chehanno già svolto diversi corsiantincendio dal 2010 per la CasaCircondariale Rebibbia NuovoComplesso, uno per il ServizioApprovvigionamento e DistribuzioneArmamento e Vestiario e ben quattrocorsi antincendio presso la Scuola diPerfezionamento per le Forze diPolizia nelle date di dicembre 2011,settembre 2012 e marzo 2015 inpermesso sindacale”; perchè in p/sperchè il Provveditorato ci ha rispostoche eravamo autorizzati solo fuori dalservizio. Come se fuori dal serviziodovevamo rendere edotti questiSignori sul nostro privato.Purtroppo cari colleghi, l’ottusità dicerti personaggi non fa altro cheaggravare i capitolati di spesa,complimenti!La nostra opera è quella di fornire aicolleghi corsi gratuiti, al di là dei costivivi, fotocopie, attestati, cancelleria equanto altro possa servire per ladidattica.E’ palese che il nostrooperato non vede, come qualcunovorrebbe, quelle figure a capo delprogetto, per fine propagandistici ofondi incentivanti. Purtroppo ancoraoggi troviamo colleghi formati daaziende esterne, che in merito alleproblematiche degli istituti non sannonemmeno cosa vuol dire sicurezza sullavoro applicata nella sicurezza incarcere.Un altro problema sul pianod’emergenza, sapendo bene che gliistituti sono diversi tra loro, per ilrischio incendio, per le ubicazioni diidranti, pompe di spinta e vie d’esodo.Che fa l’azienda? Impartisce unaformazione uguale e generalizzata pertutti gli istituti con il beneplacito delleautorità competenti.Il nostro progetto, inviato via email alPRAP e mai avallato, era quello diconoscere i piani d’emergenza dei vari

istituti, per formare in seguito gliaddetti sul rischio incendio eaddestrarli sui dispositivi di contrastoa fuoco del proprio istituto, la rispostadel PRAP “verbale e non scritta” èstata che non siamo iscritti allaCamera di Commercio della RegioneLazio e non abbiamo una Partita Iva.Ci consentirete di sorridere di tantaignoranza di tali affermazioni, inquanto vorremmo sapere se Agenti diPolizia Penitenziaria possono avere laPartita Iva. In conclusione vorremmofarvi sapere che tali corsi potrebberoessere fatti grazie alle attestazione innostro possesso di formatore a rischioincendio medio rilasciato dalla dittaMOLAJONI s.r.l., formatoreautorespiratori a ciclo apertorilasciato dalla ditta SPASCIANI e conle conoscenze di un professorecardiologo-anestesista si potrebberoformare anche addetti al primosoccorso con corsi del tutto gratuiti,compresi quelli da lavoratori epreposti, integrazione sulla formazionedei rappresentanti dei lavoratori,anch’essi gratuiti. L’unica spesa (surichiesta personale se volessimoessere fiscali ) riguarda il BLSD “Basiclife support defibrillation” supportodi base per la vita con l’uso deldefibrillatore, per l’acquisto dimanuale, attestato, tesserino,mascherina porta chiavi e altromateriale di consumo. Ciò in quantonoi non percepiamo nessuna sommain denaro e possiamo espletare ilnostro mandato essendo istruttori IRCCOMUNITA’ e appartenenti al centro diformazione ANIS (AssociazioneNazionale Italiana Subacquei, dove sipossono frequentare corsi subacqueicon varie specializzazioni ). Questonaturalmente non è obbligo per ilaici, ma sarebbe un completamentodel primo soccorso fattoobbligatoriamente, in merito alla388/2003, che spiega soltanto lamanualità del BLS (RCP) ma non l’usodel defibrillatore.Ringrazio i lettori per l’attenzione, matrovo giusto che i colleghi siano alcorrente delle spese superflue che sipossono evitare, senza mettere inprimo piano figure non competentiche vogliono a tutti costi mettersi inmostra, per scopi personali.

PoliziaPenitenziarian.233novembre2015

31sicurezza sul lavoro

Si può spenderemeno per

la formazione?

TH

a cura di Vater PierozziDirigente SappeEsperto di sicurezzasul [email protected]

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PoliziaPenitenziaria

n.233novembre

2015

32 le recensioni

uesta nuova edizione delTrimestrale del Centro di studied iniziative per la Riforma

dello Stato, diretta daMichele Prospero ededita da Franco Angeli,offre un prezioso edimportante contributodi approfondimento atematiche di sicurointeresse. Si parla, concognizione ecompetenza, dicarcere, diumanizzazione dellapena e dellaprospettivedell’esecuzione penaleesterna. Undici seri equalificati contributi,sviluppati da altrettantidocenti universitari,dirigenti e funzionaridell’Amministrazionepenitenziaria, cheaffrontano i temi piùdibattuti del sistemacarcerario. Validocontributo diconoscenza, a mioavviso risente di unapesante assenza:ovvero il contributoche avrebbe potutodare un appartenenteal Corpo di PoliziaPenitenziaria inmateria di sicurezza etrattamento rieducativonella quotidianità dellecarceri. Un contributoche avrebbe potutoaffrontare criticamente

il palliativo della vigilanza dinamicanei penitenziari e la drammatica realtàdei moltissimi eventi critici che sicontano, ogni giorno, in carcere.

uesto libro, esito di unlaboratorio di laurea tenutositra il 2004 e il 2006 nellaFacoltà di Architettura Civile

del Politecnico di Milano, raccoglieuna selezione di progetti di studentiper riqualificare il carcere milanese diSan Vittore. Ed è interessante vederecon quale e quanta passione edinteresse i vari autori hanno pensatodi “superare” l’ottocentesco carceremilanese di San Vittore attraversoinnovative strategie di riqualificazione,riconnessione e integrazione delcomplesso penitenziario con lecospicue risorse edilizie e funzionalipresenti nella zona di Porta Vercellina:dal Museo della Scienza e dellaTecnica all’Università Cattolica delSacro Cuore. Il pregio evidente diquesto libro, curato dall’architettoMarco Biagi, che insegnaProgettazione dell’architettura proprionella Scuola di Architettura Civile delPolitecnico di Milano, è quello diimpiegare l’architettura,concretamente, nell’impegno sociale ecivile.«... il futuro di un carcere semprepiù orientato alla semilibertà vacercato in un sistema di luoghideputati articolato e diramato nelcorpo fisico della città, accessibile eintegrabile in entrata e uscita, da everso quelle istituzioni (assistenza,istruzione, lavoro) in grado diconsentire un autentico gradualereinserimento nella società se guitoda più qualificate prestazioni ditutela, osservazioni e custodia. Eccoche allora, assai più dei recenticomplessi penitenziari sorti isolatiai margini delle aree metropolitane,sarebbero ancora le sedi storiche,sorte nella prima espansione dellacittà (come San Vittore a Milano),attual mente in crisi di

sovraffollamento, a garantire, unavolta sottoposte a un criterio diradicale decongestione, proprio perla loro dislocazione di venuta ancorpiù strategica, quella necessariapermeabilità dalla società, nonchéad affidare alla memoria collettivadella cittadinanza un vissuto danon rinnegare.»(Guido Canella, 22 febbraio 2006)

nche quest’anno il Rapportodell’Associazione ANTIGONE siconferma importante e

preziosa testimonianza sulla attualitàpenitenziaria italiana ed europea, conun serie di contributi sui temi piùsvariati attinenti la realtà detentiva. IlRapporto, che esamina la situazioneitaliana dopo la Sentenza Torreggiani,è la sintesi delle visite che ogni announa cinquantina di osservatori,autorizzati dal Ministero della Giustiziasu base regionale o nazionale, fa nellecarceri con lo scopo di raccontareall’esterno i risultati del propriomonitoraggio diretto. Il dato, evidente,che emerge è che i detenuti presenti al28 febbraio 2015 erano 53.982mentre il 31 dicembre 2014 erano53.623. I detenuti nelle carcerieuropee sono 1 milione 737 mila. In calo di circa 100 mila unita� rispettoall’anno precedente.Il 31 dicembre2013, ovvero a sette mesi dallasentenza pilota della Corte europeadei diritti umani nel caso Torreggiani,i detenuti erano invece 62.536.Dunque a oggi sono 8.554 in menorispetto a fine 2013. I detenuti erano66.897 alla fine del 2011, anno nelquale sono stati assunti i primiinterventi di carattere deflattivo.Pertanto in tre anni i detenuti sonodiminuiti di 12.915 unita� . Va ricordatoche dieci anni fa ovvero il 31dicembre 2004 i detenuti erano

a cura di Erremme

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Fascicolo 3/2014

DEMOCRAZIA E DIRITTO. Carcere,giustizia e società nel-l’Italia contemporanea

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Marco Biagi

CARCERE, CITTA’ E ARCHITETTURA. Progetti per il carceredi San Vittore a Milano

MAGGIOLI Edizionipagg. 228 - euro 22,00

Q Q. Antigone n. 2/2014

OLTRE I TRE METRIQUADRI. XI Rapportosulle condizioni di detenzione in Italia

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56.068, ossia 2.445 in piu� rispetto aoggi. I posti letto regolamentarisecondo il Dap sono 49.943. Il tassodi affollamento sarebbe dunque del108%, ovvero 108 detenuti ogni 100posti letto. Per stessa ammissionedell’amministrazione pero� il datosulla capienza non tiene conto dieventuali situazioni transitorie (repartichiusi per lavori di manutenzione)che comportano scostamentitemporanei dal valore indicato. Gliscostamenti temporanei da noiaccertati sono quantificabili intornoalle 4 mila 200 unita� . Se cosi� fosse iltasso di affollamento salirebbe al118%. Dunque bisogna insistere sulterreno delle riforme per arrivare auna situazione ‘normale’ ovvero di undetenuto per un posto letto.

gile ed utile compendio suldiritto penitenziario, moltoutile per la preparazione di

concorsi ma anche per conoscerebene diritti e doveri e approfondire laconoscenza di una importantearticolazione dello Stato, quellapenitenziaria appunto. Le oltreduecentotrenta pagine sicaratterizzano per la chiaraesposizione, che permette diaffrontare agilmente una materia nonfacile. Parte significativa è dedicata altrattamento, che deve sempre porre inprimo piano la personalità delcondannato, la cui osservazionescientifica porta all’individuazione deltrattamento in rapporto alle suecondizioni specifiche ed ai particolaribisogni della sua soggettività, affinchési possa ottenere, con l’espiazionedella pena, il recupero del reo ed ilsuo reinserimento nella vita sociale. A tal fine, acquisiscono granderilevanza alcuni elementi,esaustivamente esaminati nel testo,quali l’istruzione, il lavoro, lareligione, le attività culturali,

ricreative e sportive, nonché ilrapporto con la famiglia. quest’ultimoaspetto, in particolare, è una notaqualificante del nuovo ordinamentopenitenziario, che riconoscel’importanza preminente delmantenimento e dello sviluppo dellerelazioni affettive del detenuto con ipropri congiunti.

davvero il calcio lo sport piùbello del mondo, comepressochè universalmente si

dice? Si, probabilmente, anche sequesta eccellente indagine sull’uso (eabuso) di sostanze e farmaci proibitinell’attività sportiva curata daLamberto Gherpelli mina allefondamenta l’assunto citato inprecedenza, lasciando nei lettoridubbi, interrogativi, riflessioni, comepure rileva l’ex giocatore di Verona eRoma Damiano Tommasi, ogginumero 1 dell’Associazione italianaCalciatori. L’Autore ha condotto nelle suericerche attraverso atti giudiziari etestimonianze dirette, partendo daglianni Trenta e dalla Nazionale diVittorio Pozzi per poi arrivare aigiorni nostri. Un arco di tempo assailungo, che mette in luce alcuneimportanti ombre del calcio nostrano(e non solo, visto che l’Autore riservaun capitolo del libro al dopingall’estero). Certo, allarma ed inquietaleggere che negli ultimi sette-ottoanni la percentuale dei calciatorimorti per attacchi cardiaci èaumentata del 33%, i decessi perleucemia linfoide sono stati 35 voltepiù numerosi rispetto al resto dellapopolazione, mentre l’incidenza dellaSLA è 24 volte superiore rispetto allapopolazione normale. Seria,documentata, rigorosa, la ricerca diLamberto Gherpelli va assolutamenteletta.

PoliziaPenitenziarian.233novembre2015

33le recensioni

uesto non è soloun libro diarchitetturapenitenziaria,

concentrata per altronella realtà patavina delDue Palazzi, ma unlibro per e sul carcere,scritto da un architetto,“musicista irregolare,appassionato difotografia e impegnatoin attività teatrali”,che il carcere loconosce grazieall’Associazione LaFraternità, chefrequenta. Puntocentrale del bel lavorodi Mariotti è comporreun orizzonte qualitativodella strutturacarceraria che,avvicinando il “dentro”e il “fuori”, aprendo leporte appunto, lodefinisca quale istitutodi rieducazione e direinserimento. Ed èinteressante seguirel’evoluzionepenitenziaria che èintercorsa negli anni,anche, ma non solo,sotto l’aspettoarchitettonico. Daipunti di contattocittà/carcere ai raffronticon le esperienzeolandese e spagnola,l’agile volume si caratterizza per unaapprofondita disamina della questionepenitenziaria. Peccato non avereritenuto opportuno sentire anche avoce di chi, come i poliziottipenitenziari, vivono quotidianamentedentro gli spazio perimetrali dellemura carcerarie. H

Lamberto Gherpelli

QUALCUNO CORRE TROPPO. Il lato oscuro del calcio

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ÈArturo Rubino

COMPENDIO DI DIRITTOPENITENZIARIO

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Alberto Mariotti

L’ARCHITETTURAPENITENZIARIA OLTREIL MURO.

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34 l’ultima pagina

il mondo dell’appuntato Caputo

Presepe viventedi Mario Caputi eGiovanni Battista

de Blasis© 1992-2015

PoliziaPenitenziaria

n.233novembre

2015

DAI CAPUTO,CERCA DI NONMUOVERTI...

CAPISCO CHE NON CI SONO BAMBINI PICCOLI TRA I FIGLI DEL PERSONALE, MA QUESTA VOLTA IL DIRETTORE HA PROPRIO ESAGERATO...

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