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P O R T F O L I O M o e z C h a t m e n

Portfolio Moez Chatmen

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Portfolio of my main works (2012)

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CASA SUL LAGO PER STEFANO BOLLANILABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 1

Docente: Gabriele Cappellato

SHARE: ResiDenza per anziani e centro Di sostegno scolastico

ERASMUS ECOLE D’ARCHITECTURE PARIS LA VILLETTE VILLE, ANALYSE URBAINE ET ÉDIFICE Docenti: F. philippe, M. Menard, o. drouin, J. berGna, J. raynaud

SPAZIO SACROPROGETTO DEGLI INTERNI E DEL PRODOTTO D’ARREDO

Docente: GiandoMeniCo Salotti tutor: arCh Galletta

ABITAZIONE A MAAMEKROBO - GHANAPROGETTO DI ARCHITETTURA IN CONTESTI DI POVERTÀ E MARGINALITÀ

Docenti: eMilio Caravatti e CaMillo MaGni

TIROCINIO: STUDIO OPERAarch. luCia paCi e arch. CaMillo MaGni

Palazzolo Acreide Albergo DiffusoBUILDING TECHNOLOGY STUDIO

Docentii: M. Morena, F. Mazzola, l. taGliabue

BELLAVISTA EXTENDED E CARTIERA RIQUALIFICATIONTOWN PLANING DESIGN WORKSHOP laboratoriorosarno Docenti: SteFano boeri, iSabella inti, pierpaolo taMburelli

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INDICE

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1. CASA SUL LAGO PER STEFANO BOLLANIIl mio primo progetto di Labo-ratorio in Architettura Ambi-entale fu la progettazione di una casa per il fine setti-mana sul lago di Lugano per un ipotetico commit-tente a scelta dello studente. Il sito del progetto si situava in prossimità della città di Lugano, sulla sponda opposta del lago. L’area denominata Cava Ron-chetto alle pendici del monte

La scelta del committente tra la lista dei esponenti della cultura e dell’arte cadde su Stefano Bollani siccome l’ho sempre apprezzato essendo uno dei più grandi interpreti della scena jazz italiana. Segui dunque una riflessione sulle sue ipotetiche esigenze in quanto pianista, portando cosi a collocare lo strumento del Pianoforte come elemento cardi-nale dell’abitazione andando poi a valorizzarlo posizionan-dolo in uno spazio a doppia altezza evidenziato da un’unica superficie vetrata (Smith House di Richard Meier).Ho cercato inoltre di relazionarmi con la natura circostante sviluppando sia delle vetrate inclinate per potersi affacciare e avere una forte relazione con essa sia una grande terrazza sospesa sul lago. Rileggendo questo mio primo progetto di architettura dopo avere acquisito piu maturità grazie al triennio, sono consa-pevole del fatto che forse alcune scelte progettuali sono solo mero formalismo, condividendo pero ancora la volontà di interfacciarsi con la natura e i limiti del contesto non che la riflessione sulle esigenze specifiche di un ipotetico utente dell’edificio.,

Caprino è un luogo molto isolato pressoché irraggiugibile via terra eccetto che da uno stretto sentiero che costeggia la riva, l’unico mezzo per raggiungere la cava è via un imbarcazione attraverso il lago di Lugano. Data dunque la difficoltà di accesso al luogo ho voluto fare in modo che l’abitazione avesse un collegamen-to diretto con l’imbarcazione per agevolare al meglio il trag-itto dalla residenza alla città di Lugano, ho cosi avvicinato il più possibile l’abitazione alla riva fino a potere integrare un molo al di sotto dell’edificio permettendo un accesso diretto all’abitazione.

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA 1 Docente: Gabriele Cappellato

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2. SHARE Residenza per anziani e centro culturale di sostegno scolastico

L’obiettivo del laboratorio era quello di progettare una residenza per anziani all’interno di un loto di un quartiere di Montreuil a Est di Parigi.Il mio progetto si sviluppa intorno al con-cetto di scambio fra la residenza per i an-ziani e il quartiere circostante, ho voluto creare un luogo di incontro interposto sul percorso che collega la scuola Diderot con i mezzi pubblici e che viene quo-tidianamente percorsa dai studenti delle medie e elementari.Questo centro fornisce aiuto scolastico e un anfiteatro per rappresentazioni non-ché un grande spazio polivalente a uso del quartiere che permette una parteci-pazione attiva delle persone della terza età.

Avendo avuto modo di discutere diretta-mente con dei anziani di case di riposo di Montreuil ho voluto porre una grande attenzione nel mio progetto allo spazio abitativo in maniera che potessero avere una certa indipendenza e modularità nell’alloggio insieme ad una corte inter-na e spazi di ritrovo dove le persone anzi-ane potessero interagire fra di loro.Il laboratorio mi ha inoltre permesso di ac-quisire nuove conoscenze sull’ecologia dei materiali e sul recupero delle risorse energetiche.

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DATI PROGETTO

Centro Culturale:

2 aule di sostegno scolastico 1 biblioteca (80m²)1 sala comune

+ Spazio polivalente (190m²)+ Teatro (500m²)

Superficie totale costruito: 265 m²

+ Giardino con parco giochi per bambini (430 m²)

Residenza per anziani:

Spazi comuni per varie attività (350m²)

+ Bar (110m²)+ Infermeria (70m²)+ 14 Camere “Softly” (30 m²)+ 21 Camere “Modularity” (38 m² ciascuna)

Superficie totale costruito: 3230 m²

+ Corte interna: 340 m²+ Tetto giardino: 280 m²

Superficie Terreno: 3000 m²Superfice occupata: 1600 m²

Percorso dei studenti dalla scuola alla stazione di metro.

Montreuil nella periferia est di Parigi

L’area di progetto è all’interno di un isolato residenziale e ha come unico accesso diretto su una via secondaria del lotto.

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3-1 PROGETTO DEGLI INTERNI E DEL PRODOTTO D’ARREDODocente: GiandoMeniCo Salotti tutor: arCh Galletta

3. SPAZIO SACRO

Il corso opzionale prevedeva la progettazione di uno spazio sacro. La nostra scelta è stata quella di sperimentare come lo spazio sacro potesse venire declinato ai giorni nostri: evitando quindi la proget-tazione di un luogo di culto ma bensì pensando ad uno spazio dove ogni individuo potesse svolgere una propria riflessione sul tema del sacro senza nec-essariamente fare riferimento ad un culto specifico. Un luogo dove il persorso e l’architettura da noi dis-egnati potessero creare una esperienza sensoriale, aiutandoci con i materiali scelti, la geometria degli spazi, la luce e la relazione con l’acqua. L’area di progetto era situata in prossimità del Parco Lambro a Milano. Una porzione di terreno di forma triango-lare delimitata da via Passo Rolle, via Feltre e dal fiume Lambro. Il progetto da noi realizzato si inseriva all’interno di un giardino che nasceva dall’esigenza di collegarel’area di intervento al parco Lambro.

Un movimento tettonico dava luogo a terrazza-menti delimitati da sezioni di acciaio corten. Questi sovrapponendosi l’uno con l’altro, fungevano da barriera nei confronti del traffico di via Passo Rolle e marcavano una direzione, accompagnando il visitatore al luogo sacro. Inoltre diventavano aree di sosta sui bordi delle quali era possibile sedersi. Er-ano infatti stati disegnati con l’intento di permettere sia la seduta che il passaggio di livello in livello. La variazione tra un elemento e l’altro è solo di mezzo metro e raggiunge la quota massima di due metri. Dando la possibilità di percepire lo spazio del giardi-no da diverse quote e garantendo la continuità del percorso.

Raggiunto l’ingresso dell’edificio era possibile intra-prendere la discesa verso lo spazio ipogeo che si sarebbe sviluppato in una sequenza di tre momenti distinti tra loro, collegati da un percorso a spirale: il primo di questi denominato il “labirinto” era uno spazio caratterizzato dal disordine e dal senso di smarrimento che le superfici in acciao corten dalla geometria spezzata dovevano trasmettere. Alcuni setti presenti erano portanti mentre altri, quelli che scendevano dal piano della copertura – dove per altro erano piegati per assolvere la funzione di panche - fungevano esclusivamente da superficie sulla quale la luce radente proveniente dall’esterno si sarebbe riflessa. Altri ancora - questi partivano dal pavimento - non giungevano a toccare il sof-fito, bensì si fermavano prima e lo spazio tra i due corpi sarebbe stato illuminato con luce artificiale. Lo stesso principio era stato applicato alla superficie verticale che si affacciava sul fiume Lambro dove in corrispondenza di alcuni dei tagli in facciata, setti di diverse dimensioni si sarebbero piegati per portare la luce all’interno.

Si giungeva poi alla “biblioteca del sacro”, una sala dove le superfici perdevano la loro geometria complessa in favore di una superficie piana in cal-cetruzzo a vista. Delle nicchie scavate in una delle pareti accoglievano i libri. Una apertura nell solette metteva in comunicazione l’acqua del fiume con il cielo. Questa parte di edificio era infatti in ag-getto sul Lambro. Il percorso proseguiva scenden-do nella “sala principale” tramite scale in acciao corten che si sviluppavano tra due muri, nascon-

dendo quest’ultimo spazio agli occhi del visitatore. L’ambiente caratterizzato dalla verticalità dei pi-lastri slanciati verso l’altro, dalla luce che entrava radente al perimetro della copertura e da fori po-sizionati all’interno della maglia del tessuto murario in mattoni di pietra nera, avrebbe dovuto sorpren-dere chiunque vi entrasse. Una differente rampa di scale - questa volta con porzioni di percorso allo scoperto - avrebbe accompagnato i visitatori all’uscita. Questa avveniva sulla terrazza in aggetto sul fiume, collegata al giardino di cui si è parlato in precedenza. Questa sequenza di spazi ricorda-va quella del rogetto di Terragni per il Danteum a Roma.

Un percorso obbligato che intendeva sintetizzare il viaggio descritto da Dante nella Divina Commedia. Una“promende meditativa” tripartita, che iniziava con la “sala dell’inferno”, nel nostro caso con il la-birinto; passando poi per la “sala del purgatorio”, la biblioteca; per giungere infine nella “sala del para-diso”, la sala principale. In questa il crescendo di luce e la verticalità dello spazio dovevano generare empatia nel visitatore.

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4-1 PROGETTO DI ARCHITETTURA IN CONTESTI DI POVERTÀ E MARGINALITÀDocenti: eMilio Caravatti e CaMillo MaGni

4. ABITAZIONE A MAAMEKROBOLo scopo del corso consisteva nel progettare una abitazione per una famiglia a Maamekrobo in Ghana avendo pero cura di contenere il budget per la costruzione dell’intero edificio a meno di 1000 € e di con-frontarsi con le problematiche delle risorse dei materiali e delle tecniche costruttive.

Il nostro progetto si sviluppa in base ai moduli della tecnica d’incastro del Bambù ripresa dalla scuola Meti a Rudrapur in Bangladesh. La scelta di utilizzare questo materiale ci è stata suggerita dallo scritto “Costruire con la gente” di Hassen Fathy, essendo il bambù uno dei materiali più diffusi in Ghana e ciò permette di abbattere i costi di acquisto e di trasporto.L’abitazione è studiata in maniera tale da permettere una futura espan-sione di un locale con dei costi relati-vamente irrisori. Inoltre abbiamo voluto che la stanza sulla strada possa essere utilizzata sia come locale per una attività com-merciale che come ulteriore spazio abitativo.Infine abbiamo studiato l’abitazione in modo da consentire un aggregazi-one molto varia sulla scala locale.

“I nostri bellissimi progetti devono soddisfare le esigenze quotidiane della gente; se saranno fedeli ai loro materiali, al loro ambiente e al lavoro quotidiano non potranno non essere belli.”

Hassan Fathy

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4-5 PROGETTO DI ARCHITETTURA IN CONTESTI DI POVERTÀ E MARGINALITÀDocenti: eMilio Caravatti e CaMillo MaGni

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5-1 TIROCINIO: STUDIO OPERAarch. luCia paCi e arch. CaMillo MaGni

5. STUDIO OPERA

Lo stage che ho svolto presso lo Studio Opera dell’architetto Camillo Magni e Lucia Paci mi ha permesso di avere un idea piu chiara sul futuro mestiere di architetto e ha arricchito la mia concezione progettuale con una vi-sione più realistica e approfondita sul fare architettura.Durante il tirocinio ho avuto la possibilità di partecipare sia all’avvio di un progetto per un concorso che alla conclusione di un pro-getto esecutivo, in tutte e due i casi ho potu-to assimilare una moltitudine di conoscenze sul metodo di progettazione, sui limiti econ-omici imposti da un committente, sui dettagli dei elaborati per la fase finale di un progetto, o anche sulle modalità di partecipazione ad un concorso di architettura.

Inoltre ho acquisito maggiore domestichezza con la elaborazione di schemi esplicativi e soprattutto nella produzione di plastici molto dettagliati in quanto ho solitamente usato i plastici solo per la parte di concezione e praticamente mai come rappresentazione finale di un progetto.

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6-1 BUILDING TECHNOLOGY STUDIO Docentii: M. Morena, F. Mazzola, l. taGliabue

6. P.a.a.d.Obiettivo di questo progetto e quello di promuovere ed attivare sul territorio della Pro-vincia di Siracusa, esattamente nel comune di Palazzolo Acreide, un circuito ospitale che si caratterizzi per la simbiosi tra offerta ricettiva e tipicità della casa.

All’interno di questa logica, la progettazione deve consentire il recupero degli spazi abitati-vi esistenti. L’idea centrale di questo progetto risiede quindi nell’esigenza di incrementare la ricettività turistica attraverso il recupero di unità in disuso. Il progetto di Albergo Diffuso in Palazzolo Acreide risponde ai seguenti obiettivi:

- Trasformare la natura dei flussi turistici, da passaggio a stanziali

- Trasformare il turismo naturale dato dalle risorse naturali, paesaggistiche e culturali in turismo produttivo con posti letto extra-alberghieri

- Definire un nuovo elemento caratteris-tico per il nuovo sistema (parametric wall)

- Creazione di un sistema di infrastrutture ciclo-pedonale con la definizione di 3 differenti tracciati: culturale, eno-gastro-nomico e benessere.

Brochure Fattibilita del Progetto

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RESPONSIVE SKINParametric design / adapting system

The wall that creates identity to PAAD communicating with the town of Palazzolo Acreide. Designed using parametric analysis and parametric tools it represents our idea to use preciseness in everything concerned with our hotel.

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SKYLIGHT SYSTEMParametric design

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It is another feature to create identity but also extra illumina-tion too for dark parts of the house. The openings prevent from direct sunrise but let in-direct sun rays in to illuminate traditional sicilian interior in con-temporary interpretation

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7-1 TOWN PLANING DESIGN WORKSHOP laboratoriorosarno

L’idea, o più che altro la visione, della nostra propos-ta è nata dall’osservazione che abbiamo svolto du-rante la nostra visita a Rosarno, abbiamo colto che l’elemento forse di maggiore bellezza e attratività fosse di fatto la vista offerta dalla piazza Bellavista sulla collina e i campi di fronte. Da questa ispirazione abbiamo sviluppato la vo-lontà di valorizzare il suo paesaggio e di recuperare le radici dell’identita agricola del luogo attraverso la proposta di una connessione diretta definita da un ponte fra la piazza Bellavista e la collina di fronte. Più concretamente la creazione di una “scuola” sulla collina in cui i singoli abitanti proprietari di un terreno possano apprendere nuove tecniche di col-tivazione e condividere le loro conoscenze al fine di creare una maggiore diversità e migliorare la loro produttività affinche ritorni elemento di sviluppo del luogo, nonché una maggiore consapevolezza del paesaggio come risorsa.

7. BELLAVISTA EXTENDED

Docenti: SteFano boeri, iSabella inti, pierpaolo taMburelli

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7-3 TOWN PLANING DESIGN WORKSHOP laboratoriorosarno Docenti: SteFano boeri, iSabella inti, pierpaolo taMburelli

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TOWN PLANING DESIGN WORKSHOP laboratoriorosarno Docenti: SteFano boeri, iSabella inti, pierpaolo taMburelli

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La riqualificazione dell’ex fabbrica Cartiera è stata principalmente definita dalla volontà di cambiare totalmente l’immagine che questo luogo rievocava quale esempio del malore e delle pessime condizioni di vita degli immigrati stagionali ar-rivati a Rosarno, questa ex fabbrica fu usata per lungo tempo come rifiugio insalubre da parte dei im-migrati fino ai violenti avenimenti di dicembre 2008, la volonta era quindi di trasformarla in una asso-ciazione d’accoglienza e d’aiuto ai immigrati autofinanziata dalle varie

R IQUALIFICAZIONE CARTIERA

possibili attività svolte all’interno di un grande spazio polivalente. Questo luogo dovra fun-gere principalmente quale luogo d’incontro e socializzazione tra la popolazione locale e gli immigrati promosso dalle iniziative sia all’interno che all’esterno del centro (quale un cinema all’aperto).Per la definizione del progetto abbiamo scelto un sistema di moduli in acciaio che per-mettesse una grande liberta compositiva, consapevoli del potenziale variazione offerto da questo sistema. Abbiamo inoltre conservato parte dell’involucro originario dell’ex Cartiera quale testimonianza del suo passato.

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