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LORENZO Portfolio di architettura MASOTTO

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LORENZOPortfolio di architettura

MASOTTO

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LORENZO MASOTTO PORTFOLIO

via Asiago 12 | Solaro | Milano | Italiac. 0039 340 836 86 08t. 0039 02 96 79 82 50e-mail. [email protected]

Filosofia progettuale

Nato a Tradate nel 1988 matura attraverso l’esperienza accademica, la concezione di composizione architettonica come il filo ordinatore attraverso il quale si prefigge l’obiettivo di ricercare una risposta concreta alle esigenze della società e della città, inglobando le innumerevoli discipline che compongono l’architettura.

La ricerca dello spazio e delle sue funzioni deve necessariamente nascere dalla città, rintracciando la soluzione all’interno del tessuto urbano. Si introducono così sia il concetto di architettura originaria sia di progetto in rapporto con l’esistente, come i presupposti per uno sviluppo sostenibile e radicato nel contesto urbano e paesistico. Lo spazio non nasce tanto dalla casualità o da un gesto velleitario o scultoreo, ma piuttosto come esito formale della tensione tra il nuovo e l’esistente. Il nuovo “oggetto architettonico” diventa il fulcro per un nuovo assetto urbano traducendo in forme contemporanee i rapporti dimensionali, le proporzioni e le esigenze che il tessuto edilizio esistente suggerisce.

Partendo dalla città si compone una nuova architettura che racchiudendo in sé i caratteri della città declina il concetto di architettura organica introdotto da Wright, affermando che non esiste architettura senza contesto. L’idea di architettura nasce assieme all’uomo come risposta al bisogno primordiale di abitare il territorio caratterizzando e contraddistinguendo ogni cultura del pianeta divenendo,

oltre che il riparo e il focolare attorno al quale creare rapporti sociali, la traduzione dei materiali e delle forme del luogo. L’ Architettura, il territorio e la cultura materiale diventano un trinomio inscindibile e uno strumento di conoscenza e di progetto.

In quest’ottica di architettura come strumento di conoscenza, e attraverso il continuo confronto tra piccola e grande scala, che s’inserisce la nuova frontiera dell’architettura sostenibile. Una nuova architettura che fa della forma e della costruzione, oltre al rapporto con la vernacolarità, i punti essenziali della sua filosofia.

L’integrazione del principio compositivo e dei sistemi tecnologici, fa si che il nuovo organismo architettonico sia in grado di dialogare in modo concreto e rispettoso sia che esso si trovi in contesti urbani, sia se collocato in contesti naturali.

L’architettura non deve essere caratterizzata da uno sviluppo lineare né circolare bensì a spirale, facendo uso dei “monumenti” come quegli oggetti che possono indicarci la soluzione ai problemi e progredire, la perdita di questa concezione, che Salvatore Settis introduce con il suo saggio “Il futuro del classico”, fa sì che la città stessa diventi un non luogo, fatto esclusivamente di edifici privi di logica sociale e appiattendo tutte le peculiarità tipiche di ogni città, luoghi caratterizzati solo dal calcestruzzo e non dal principio insediativo.

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Progetti Selezionati

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Progetto di Tesi: L’intreccio con la torre, progetto per l’area compresa tra la Caserma Abela e il Castello Maniace.Relatore: prof. Angelo Torricelli.Correlatori: prof. Gianluca Sortino, arch. Giovanni Comi. Gruppo di lavoro: Lorenzo Masotto, Anna Valtorta, Claudia Intorre.Data: Aprile 2013

Descrizione del progetto:Il progetto si inserisce in un’ottica di riqualificazione urbana di Siracusa, con l’obbiettivo di riscoprire la struttura urbana di origine greco che è stata in parte nascosta dal tessuto di recente costruzione.Il progetto consiste nell’ampliamento dell’università di architettura di Catania, con sede nell’ex caserma Abela di Siracusa, posizionata al culmine dell’asse principale di Ortigia, si trova all’estremità di un percorso fondamentale per comprendere non solo l’urbanistica e l’architettura di Siracusa, ma l’origine della storia di questa città.Lo stato attuale della caserma, conferma la natura di questo edificio, ovvero un edificio introverso e senza dialogo con il contesto urbano, tipico degli edifici militari.

In quest’ottica di restituzione dell’edificio alla città, si prevede la demolizione del braccio sud della caserma, andando così a proporre il raddoppio della corte interna, rafforzando il rapporto tra il piazzale antistante alla caserma e la caserma stessa.Si va così a creare un sistema aperto fatto di corti e di suolo che dialoga con il Castello Maniace, e trova nel castello stesso l’elemento di completamento.Per riequilibrare l’instabilità volumetrica introdotta con la demolizione del braccio, sono stati introdotti due elementi:La torre, posizionata sul sedime del braccio abbattuto, nella quale sono contenuti gli spazi pubblici e di rappresentanza dell’università, è concepita come connessione logica volumetrica e materica dato che ripropone la medesima pietra utilizzata per fabbricare il Castello Maniace.La volontà di proporre un volume il più puro possibile, nasce sia da una coerenza compositiva e strutturale sia dalla volontà di enfatizzare le due aperture agli estremi che collegano l’interno e la torre con la città e con il contesto che la circonda.Il secondo volume è stato posizionato come “fondale” del sistema delle piazze e concepito della stessa materia, ossia calcestruzzo pigmentato in coccio pesto, delle piazze andando così ad accentuare la sua natura di prosecuzione e conclusione del

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sistema. Il volume che contiene spazi didattici per l’università, si inserisce in armonia con la logica distributiva, proponendo come spina distributiva il corridoio sul quale si inseriscono a pettine i nuovi e gli spazi già presenti. L’intento è stato di proporre un nuovo volume che fosse in continuità con i precedenti ampliamenti che la caserma ha subito, non andando ad alterare le proporzioni e i rapporti dimensionali che sono stati ritrovati negli alzati e nelle piante della caserma.Le aperture del nuovo edificio sono il risultato di uno studio compiuto sulle aperture già presenti nel sistema, analizzando in prima battuta le aperture della caserma e successivamente le aperture del Castello Maniace, si è deciso di proporre aperture asimmetriche, in relazione anche alla qualità della luce da far penetrare. La volontà di realizzare l’imbotte in legno va in continuità con la tecnologia esistente e l’idea di integrare un arredo, e l’idea di rendere abitabili le finestre propone un nuovo punto di riflessione verso la piazza e verso il Castello. La corte interrata, dove trovano posto le aule di progettazione e le aule didattiche, è stata concepita legandola all’interrato antistante al Castello, sia nell’idea insediativa sia nella relazione con il suolo proponendo un legame dimensionale.

Immagine sotto: prospettiva centrale dalla piazza ribassata

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Planivolumetrico dello stato di fatto

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Planivolumetrico dello stato di progetto: rapporto con la città

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Planimetria piano interrato: rapporto con il suolo.

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Piante di progetto:in alto, secondo piano.

in mezzo, pianta piano primo,in basso, pianta piano terra.

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Accanto: vista della torre.In basso: sezione longitudinale del sistema

Caserma - Castello.

Pagina accanto: vista da sotto la torre della corte ribassata.

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Accanto: sezione longitudinale della torre.Sopra: studio dei prospetti e dettaglio architettonico di progetto. Rispettivamente: prospetto stato di fatto delle aperture della caserma sulla corte interna; aperture di progetto; apertura del Castello Maniace

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Progetto di con: Katara Hills Villas Design CompetitionGruppo di lavoro: Angelo Torricelli, Gianluca Sortino, Lucio Speca, Valerio Tolve, Giovanni Comi, Edoardo Bernasconi, Anna Valtorta, Lorenzo Masotto, Claudia Intorre, Elisa Rampa, Federica Lombardi, Silvia Merighi, Paolo Radeschi.Data: Luglio 2013

Descrizione del progetto:Il concorso istituito dall’Emiro Althani del Qatar, prevede la realizzazione di ville con varie metrature.I principi compositivi che ordinano la struttura geometrica della pianta e degli alzati, derivano da archetipi della cultura architettonica italiana. Impianti a corte, impianti a basilica e una struttura aggregativa aperta diventano le i principi compositivi di queste ville posizionate all’interno di un “oasi” ricavato nel deserto arabico nei pressi della capitale Doha.

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Progetto di concorso: Concorso Nazionale “Le Mura Dionigiane”Gruppo di lavoro: Lorenzo Masotto, Anna Valtorta.Tutor: prof. Angelo Torricelli, prof. Gianluca Sortino.Data: Luglio 2013

Descrizione del progetto:Il concorso indetto dall’università di architettura di Siracusa, ha come obbiettivo la riqualifica del Parco archeologico delle mura Dionigiane, attualmente in condizioni di abbandono e non valorizzato.Il progetto di concorso presentato ha come obbiettivo di trasformare l’anello di parco, considerato dalla cittadinanza solo come un vincolo all’espansione edilizia, in uno spazio pubblico a standard a servizio della città di Siracusa, al fine di racchiuderla e completarla.La città di Siracusa, che presenta ancora la struttura a pentapoli di origine ellenica, è caratterizzata da un tessuto di tipo residenziale che si adatta all’orografia del territorio, è proprio la variazione del rapporto tra la balza di Acradina e la città e la “frattura” dei vari pezzi che compongono la città che hanno permesso di individuare i punti di intervento dove posizionare i servizi che sono carenti nella città.L’idea di parco è data dalla connessione dei servizi, come strutture ricettive impianti sportivi, e creazione di aree protette al fine di tutelare l’attività agricola compromessa nella città. Archeologia, sport e agricoltura si fondono in un unico percorso verde che si snoda sulla balza. Il nuovo parco, lungo circa 27 chilometri, unisce i monumenti esistenti come il Castello Eurialo e il parco archeologico della Neapolis con i nuovi scenari, attualmente in dissesto, come il quartiere della Mazzarrona al fine di valorizzare non puntualmente le varie aree, ma l’intero territorio.

Sopra.Schizzo intervento presso la tonnara di Santa Panagia,

Accanto.Planimetria generale di progetto del nuovo Parco delle mura

Dionigiane.

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Sopra.Schema di ampliamento del confine amministrativo del parco, al fine di limitare le cementificazione delle aree limitrofi.

Accanto.Schema funzionale del parco. Il “ring” contiene e connette tutti i servizi che sono assenti nelle varie parti di città che formano Siracusa.

Pagina accanto.Viste di dettaglio, in alto percorsi a mare lungo la pista ciclabile del quartiere della Mazzarrona, sotto vista sistema sportivo-culturale della ex tonnara di Santa Panagia.

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Titolo: ShowBoxProgetto: Progetto presentato al primo concorso internazionale per studenti IsArch, indetto dall’università di Barcellona.Risultato: finalistaTutor: prof. Giuseppe Agata Giannoccari.Gruppo di lavoro: Lorenzo Masotto, Anna Valtorta, Claudia Intorre, Dario Di Cesare.Data: Ottobre 2012

Descrizione del progetto:Il progetto prevede l’ampliamento e completamento del campus universitario della Bovisa del Politecnico di Milano. L’idea che sta alla base del progetto è quella di ripensare al limite tra spazio universitario e spazio pubblico, proponendo un edificio che medi a questa polarità ora così netta e poco risolta. L’edificio che viene proposto ha quindi la funzione di collegare la città all’università definendo una soglia permeabile definita dalla lama di copertura, dalla quale nascono e si sviluppano i volumi espositivi.La copertura diventa quindi il legame tra i vari edifici espositivi creando un continuum spaziale tra interno ed esterno.Gli edifici espositivi sono concepiti come grandi aule, all’interno delle quali è garantita la massima flessibilità. Al fine di garantire spazi liberi gli edifici sono stati progettati come degli esoscheletri in grado di auto reggersi, la luce zenitale garantisce un’illuminazione naturale totalmente omogenea e controllabile mediante sistemi sia mobili sia fissi.

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Sopra: masterplan.Pagina accanto: viste interne.

A piè pagina: vista della struttura dalla corte interna.

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Accanto: assonometria e destinazioni funzionali.

Pagina a fianco:Foto del modello.

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Progetto: Progetto di riqualificazione della piazza Giovanni XIII a Verbania.Gruppo di lavoro: DA - A Architetti: Paolo Citterio, Anna Chiara Morandi, Elena Bertinotti, Lorenzo Masotto, Massimo Banfi, Giulia Di Bernardo, Stela Mullisi.Data: Luglio 2012 – Dicembre 2012

Descrizione del progetto:Il progetto che interessa la piazza antistante all’omonima chiesa, parte che parte dallo studio della città, andando a individuare gli elementi rilevanti del tessuto urbano, e della matericità del luogo, culminando con la valorizzazione e l’integrazione degli spazi con il contesto urbano. Una piazza concepita come se fosse un vuoto della medesima materia delle montagne limitrofe, facendo si che il progetto diventa materia, creando un rapporto inscindibile fra forma e sostanza.

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Sotto: vista aerea del sagrato della chiesa Giovanni XXIII.

Pagina accanto: la passeggiata e la piazza Giovanni XXIII.

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Accanto: vista notturna della panca - aiuola.Sotto: vista notturna del percorso.

Pagina accanto.Sotto: vista notturna del sagrato della chiesa

Giovanni XXIII.

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Accanto: dettaglio della pavimentazione in prossimità della sacrestia della chiesa.Sopra: pavimentazione in beola e la “nuova” panca in acciaio CorTEN.

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Progetto di concorso: Concorso Cremona City Hub: riqualificazione dell’ambito di trasformazione ex Annonaria.Capogruppo: Federico OlicaGruppo di lavoro: DA - A Architetti: Paolo Citterio, Anna Chiara Morandi, Elena Bertinotti, Lorenzo Masotto, FOA, LAND SRL, TRT Territorio e trasporti, H.S. ENGINEERING SRL.Risultato: terzo posto.Data: Marzo 2012 – Giugno 2012

Descrizione del progetto:Il progetto è stato concepito in collaborazione all’arch. Federico Oliva e all’arch. Andreas Kipar. Il tema fondamentale è quello di introdurre nella città di Cremona, con un tessuto molto denso, un corridoio verde con l’obiettivo sia di portare dentro la città il tema del verde, sia quello di connettere i vari quartieri nuovi e non che insistono su di esso. Si crea così uno spazio pubblico che collega il nuovo stadio comunale, i nuovi insediamenti a edilizia convenzionata e il nuovo parcheggio interrato che si prefigge di essere il nuovo hub di parcheggio della città di Cremona.

Sotto: planivolumetrico di progetto.Pagina accanto.

Accanto: vista a volo d’uccello verso sud.Sotto: cista a volo d’uccello verso nord.

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Pagina accanto.Sopra: vista della corte interna alle residenze.Accanto: vista notturna del nuovo stadio e del parco lineare.

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Progetto di concorso: Concorso per il nuovo Centro Direzionale Exploratione and Production di Eni a San Donato Milanese.Capogruppo: Buro HappoldGruppo di lavoro: Cino Zucchi Architetti, Agence Ter.Risultato: progetto selezionato alla fase finale.Data: Luglio 2011 - Agosto 2011

Descrizione del progetto:Il progetto svolto in collaborazione con Agence Ter e Buro Happold, progetto finalista. L’intento è quello di creare un nuovo polo, andando in continuazione con le architetture di grande qualità che sono già presenti, concependo le nuove architetture come se fossero esse stesse il frutto della massima tecnologia di Eni, facendo diventare il progetto il simbolo di efficienza, qualità ambientale e missione aziendale. Il progetto è composto da tre edifici collegati mediante un basamento, nel quale si collocano gli spazi comuni a servizio dei visitatori, l’impostazione rispetta la logica della centuriazione romana, ovvero gli edifici trovano la loro giusta posizione all’interno di una griglia fatti

di tracciati riscontrabili nel tessuto urbano, generando corti tipiche del milanesità. Gli edifici sono stati studiati in funzione dell’orientamento solare, al controllo climatico e al fine di garantire la massima visibilità da e verso la città. Forme fluide generate dei flussi delle persone e dalla ricerca della massima flessibilità.

Sotto: modello di concorso.

Pagina accanto: vista aerea della corte interna al nuovo centro direzionale.

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Accanto: planivolumetrico di progetto, la corte centrale come connessione dei nuovi edifici.

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Sopra: sezione trasversale alla corte interna.Sotto: vista della corte interna.

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Sopra: studio dei brise - soleil in funzione all’andamento della pianta e al loro orientamento solare.

Pagina accanto: Vista dell’ingresso al nuovo centro direzionale.

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Sopra: modello di concorso, vista aerea da nord.

Pagina accanto: modello di concorso, vista aerea da ovest.

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Progetto di concorso: Concorso per la riqualificazione del luongolago di Como.Capogruppo: Cino ZucchiGruppo di lavoro: DA - A Architetti: Paolo Citterio, Anna Chiara Morandi, Elena Bertinotti, Lorenzo MasottoRisultato: progetto vincitore.Data: Marzo 2012 – Giugno 2012

Descrizione del progetto: Il nucleo della città romana e medievale si è aperto negli ultimi secoli verso l’acqua e il paesaggio con l’edificazione delle ville patrizie, le opere di sistemazione delle rive, la creazione di parchi e spazi verdi, di nuove presenze monumentali, di strutture ricreative, infine di interventi legati alla fruizione turistica del lago. La proposta progettuale vuole leggere e interpretare queste condizioni all’interno di una nuova sensibilità “ambientale”, capace di creare nuove connessioni tra cose conosciute e amate. Essa individua e valorizza una serie di contesti cruciali: luoghi dal carattere romantico dove passeggiare, sostare, contemplare, spazi più istituzionali e rappresentativi, luoghi privilegiati per il contatto con l’acqua e spazi a vocazione ludica. Nasce così il progetto del lungolago, come una sequenza di eventi fortemente

interconnessi e caratterizzati, in grado di costituire un organismo funzionante e omogeneo attraverso una serie di dispositivi unificanti. La nuova configurazione è centrata su due elementi fortemente integrati: la proposta di una grande piazza d’acqua in forma ellittica posta in asse con piazza Cavour, che riprenda e trasfiguri le forme dell’antica darsena in una nuova dimensione “naturalistica”, e un insieme coerente di linee guida di natura concreta e operativa, come la sistemazione della pubblica illuminazione e l’introduzione di pochi e ben disegnati elementi di arredo urbano. Il progetto della promenade urbana parte dal riconoscimento degli elementi esistenti quali il doppio filare dei tigli, le gradinate sull’acqua, gli ormeggi.

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Accanto: vista dal lungo lago verso Brunate, in dettaglio le sedute lineari.

A metà: vista verso il parco, in dettaglio le nuove sedute circolari.

In basso: vista notturna della piazza Cavour.

Pagina accantoIn basso: cista dalla terrazza di Brunate.

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Accanto: planimetria di progetto, la piazza come connessione tra l’acqua e il tessuto consolidato ella città.

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Progetto di concorso: Aprica City Hall: concorso di idee per la riqualificazione dell’area tennis del comune di Aprica.Gruppo di lavoro: Lorenzo Masotto, Anna Valtorta, Risultato: progetto vincitore.Data: Marzo 2012

Descrizione del progetto: Il nucleo della città romana e medievale si è aperto negli ultimi secoli verso l’acqua e il paesaggio con l’edificazione delle ville patrizie, le opere di sistemazione delle rive, la creazione di parchi e spazi verdi, di nuove presenze monumentali, di strutture ricreative, infine di interventi legati alla fruizione turistica del lago. La proposta progettuale vuole leggere e interpretare queste condizioni all’interno di una nuova sensibilità “ambientale”, capace di creare nuove connessioni tra cose conosciute e amate. Essa individua e valorizza una serie di contesti cruciali:

Accanto: schemi di progetto.Sotto: vista frontale della piazza e della nuova architettura.

Pagina accanto: vista dalla strada statale del passo di Aprica.

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Accanto: sezione longitudinale dell’edificio e della piazza.Sopra: prospetti.

Pagina accanto: planimetria di concorso, la piazza centrale come connessione tra tessuto e funzioni.

Progetto

Edifici esistenti

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Sopra: sezione trasversale alla piazza e prospetto ovest.

Pagina accanto: vista dalla statale di Aprica.

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Progetto di concorso: Concorso di idee per la riqualifica della “torre della Quarta Regia” di Cagliari.Gruppo di lavoro: Lorenzo Masotto, Anna Valtorta, Risultato: progetto vincitore.Data: Marzo 2012

Descrizione del progetto:La Torre della Quarta Regia ha una storia molto particolare e la sua presenza sul territorio è strettamentelegata alle attività condotte nella zona della laguna di Cagliari.Venne costruita in epoca aragonese su un insediamento precedente quando coloro che praticavano la pesca all’interno della laguna di Cagliari dovevano versare unatassa corrispondente alla quarta parte del pescato, da cui derivò il suo nome. Questa tassa rimase vigente fino al 1956, quando venne soppressa da una legge regionale,da allora l’edificio dalle forme molto caratteristiche si trova in stato di totale abbandono. Come ci insegna la storia del restauro, così ricca nel nostro paese gli edifici hanno bisognodi una nuova destinazione che li renda nuovamente vivi per imanere come traccia del nostro passato. Si è deciso di conservare forte la memoria storica della Torre trasformandolain un ristoro a “zero miglia” gestito dalla Cooperativa pescatori locale, in cui vengano cucinati unicamente prodotti pescati nella regione così da mantenere traccia del passato, ma anche del presente della laguna.

Accanto: pianta e sezione della torre della Quarta regia.Sopra: schema funzionale del progetto.

Pagina accanto.Sopra: vista della piazza e della torre dalla passeggiata sul lungomare.Sotto: sezione trasversale all’orto botanico.Accanto: vista dal canale.

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Accanto: planimetria dell’orto botanico e copertura della torre.

Pagina accanto.Sopra: sezione trasversale alla piazza.Sotto: planimetria del piano terra dei nuovi edifici che definisco il limite della piazza e indicazioni materiche.

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Progetto di concorso: Concorso per studenti per il padiglione d’ingresso per il Nausicaa Festival diSiracusa.Gruppo di lavoro: Lorenzo Masotto, Anna Valtorta, Risultato: progetto vincitore.Data: Luglio 2011

Descrizione del progetto:Il padiglione si colloca al termine del asse principale di Ortigia, sul quale si trovano i principali segni della storia ellenica di Siracusa. Si compone così un soggetto contemporaneo che diventa protagonista di una porzione di città, collocato all’interno di un’ottica urbana coinvolgendo tutta l’isola in una coesistenza di epoche e funzioni diverse che hanno contribuito al disegno della città moderna. I soggetti localizzati sul piazzale vengono interpretati come fondamentali nella composizione architettonica del padiglione, si è deciso di operare ricorrendo a una forma tradizionale, già presente nell’area, rintracciabile nel Castello e nella Caserma Abela, entrambi generati dalla pianta quadrata. La compenetrazione dei volumi, derivati dalla pianta genera all’interno uno spazio flessibile adatto a un uso pubblico , le aperture sono studiate al fine di creare un ricambio d’aria naturale, sfruttando i venti che insistono sull’area.

Sotto: schemi concettuali.

Pagina accanto.Sopra: vista del padiglione in relazione alla caserma Abela.

Sotto: vista verso il Castello.

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Sopra: sezione longitudinale di dettaglioSotto: sezione trasversale di dettaglio.

Pagina accanto.Prospetto est, pianta e prospetto ovest.

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