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ppalti non vale la regola olimpionica.

ppalti non vale la regola olimpionica. · 2019-10-14 · 5.6. Appalti sotto soglia 20 5.7. Lotti di gara 22 5.8. Partenariati per l’innovazione 23 5.9. Schede tecniche ed etichettature

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L’importante è vincere, non partecipare. (l’Autore)

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Prefazione

Il lavoro sottoposto all’attenzione dei lettori è pensato

per gli operatori del settore degli appalti che hanno necessità di

apprendere sia gli elementi essenziali del sistema delle gare

pubbliche sia gli aspetti particolari che hanno una finalità

operativa. Il libro, di facile lettura, è il frutto di un’esperienza

consolidata sul campo che consente, a chi intende approcciare

il mondo delle gare, di muoversi con consapevolezza sulla

scena dell’evidenza pubblica.

La riforma del Codice degli appalti del 2016, i continui

correttivi allo stesso e gli interventi costanti della

giurisprudenza amministrativa e dell’ANAC impongono un

aggiornamento ed un continuo approfondimento del quadro

normativo, nonché il ricorso a strumenti che consentano di

metabolizzare le novità che il Legislatore ha inteso introdurre

per allinearsi all’ordinamento comunitario.

Tale contesto richiede l’acquisizione di conoscenze

specifiche ma anche l’utilizzo di agevoli strumenti didattici -

quale l’e-book dell’Avv. Lacerenza - nel quale sono fornite le

chiavi di lettura degli atti di gara ed indicate le regole per

partecipare, in modo corretto e vincente, ad un appalto.

Prof.ssa Avv. Annalisa Di Giovanni

Università degli Studi di Salerno

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Indice

I. Introduzione 5

I.I. Chi sono e perché dovresti ascoltarmi 5

I.II. A chi si rivolge questo e-book 6

I.III. Cosa è una gara d’appalto 7

I.IV. Soggetti coinvolti in una gara d’appalto 8

1. Come affrontare gli appalti 10

2. Strutturazione dell’ufficio-gare 12

3. Mappatura del mercato 14

4. “Pubblicizzazione” degli appalti privati 15

5. Misure per aumentare la competitività 16

5.1. E-procurement e digitalizzazione 16

5.2. Modello 231 17

5.3. Rating di legalità 18

5.4. Programmazione degli acquisti 18

5.5. Attività preliminari al bando 19

5.6. Appalti sotto soglia 20

5.7. Lotti di gara 22

5.8. Partenariati per l’innovazione 23

5.9. Schede tecniche ed etichettature 24

5.10. Cauzioni di gara 24

5.11. Criteri di aggiudicazione 26

5.12. Anticipazione e pagamento del corrispettivo 26

6. Partecipazione alla gara 28

6.1. Analisi del bando 28

6.2. Documentazione amministrativa 30

6.3. Offerta tecnica 33

6.4. Offerta economica 34

7. Svolgimento della gara 35

II. Conclusioni 39

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“Gravitano molti avvocati intorno a me.

Uno solo è quasi autistico,

controlla le carte anche tre volte. Ma grazie a lui ho vinto quattro gare,

è il mio miglior commerciale”

(Gianni, settore comunicazione, 2014)

I. INTRODUZIONE

I.I. Chi sono e perché dovresti ascoltarmi

Da avvocato specializzato in appalti assisto da oltre

dieci anni le imprese che intendono partecipare a gare

pubbliche, aiutandole a crescere, consigliandole per evitare

errori, studiando insieme le strategie vincenti.

Ricordo un cliente che seguo da oltre quattro anni. L’ho

conosciuto perchè voleva partecipare agli appalti, ma non

aveva un ufficio-gare organizzato per farlo. Era animato da

tanta buona volontà, ma partiva da zero.

Ho tenuto direttamente in azienda un corso di

formazione per fornire a lui e alla sua segretaria le conoscenze

indispensabili della materia, le cautele da seguire, e per

raccontare le opportunità del mercato.

Ha iniziato a partecipare a gare - anzi abbiamo, perché

io ero (e sono) sempre al suo fianco per assisterlo - con amare

sconfitte ma anche grandi vittorie. Ma sempre stando con i

piedi per terra.

Oggi la sua è un’impresa matura, che investe e cresce. E

che, pur nelle difficoltà del mercato, ha ancora entusiasmo per

continuare.

E’ l’entusiasmo che vorrei trasmettere con questo e-

book, affinché ciascuno di Voi possa essere protagonista,

vincente e corretto, nel mondo degli appalti pubblici.

Entusiasmo che vorrei trasmettere a quanti intenderanno darmi

fiducia per la partecipazione ad una gara o nello svolgere

un’attività di formazione per apprendere le novità del settore. Il

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tutto con un linguaggio semplice e con un taglio operativo, per

conoscere le opportunità, le strategie e le cautele per essere

vincenti nel mondo degli appalti.

La partecipazione agli appalti è un lavoro di squadra

perchè la presentazione dell’offerta è la sintesi di conoscenze

diverse, ma al tempo stesso convergenti, per dare alla stazione

appaltante la certezza di contrarre con un’impresa e per un

progetto affidabili. Ecco perché è prezioso il contributo di

esperienza del legale, del consulente del lavoro, del

commercialista e dei tecnici esperti nella materia di gara.

I.II. A chi si rivolge questo e-book

Il libro si rivolge alle imprese, oltre che ai

professionisti che le assistono.

Per dimensione:

alle piccole, medie e grandi imprese che, partecipando alle

gare, sono alle prese con il Codice degli appalti (d.lgs.

50/2016) che è molto complesso ed in continua evoluzione.

Ma, soprattutto, pieno di insidie perché le sue norme non sono

un modello di chiarezza e, di conseguenza, sono numerose le

sentenze dei giudici amministrativi, talvolta contrastanti tra

loro, che ne definiscono di volta in volta l’esatto significato.

Per storia:

alle imprese che non hanno mai partecipato agli appalti, ma che

intendono conoscere, con parole semplici, l’ABC del settore

per avvicinarsi al mercato pubblico.

Si rivolge, altresì, ai vertici delle imprese che già operano nel

settore pubblico ma che intendono ridisegnare la loro strategia

di partecipazione alla luce delle opportunità e delle evoluzioni

del Codice, per crescere ulteriormente e per aumentare la

propria competitività rispetto alla concorrenza. O più

semplicemente, imparare a muoversi con maggior sicurezza

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nell’universo di norme e di sentenze di cui è costellato il

settore degli appalti.

Specularmente l’e-book è uno strumento per le stazioni

appaltanti, i cui RUP (responsabili del procedimento) e

commissari di gara sono chiamati nel gravoso compito di

esaminare la documentazione presentata dalle imprese per

verificarne la rispondenza alle prescrizioni del bando e alla

normativa vigente.

I.III. Cosa è una gara d’appalto

La gara d’appalto è lo strumento che consente alla

pubblica amministrazione di scegliere il miglior operatore del

mercato dal quale acquistare ciò che occorre per i propri fini, e

quindi esecuzione di lavori, prestazione di servizi o fornitura di

beni. La finalità di una gara è, dunque, di affidare alla migliore

impresa un appalto di lavori, servizi o forniture, oppure una

concessione di lavori o servizi, ed alle migliori condizioni di

mercato.

L’importanza di affidare una gara è chiara nelle parole

spesso utilizzate dai giudici amministravi nelle sentenze,

laddove si parla di appalto o di concessione come del “bene

della vita” per l’impresa.

Ma, come tutte le cose preziose, l’appalto è difficile da

conquistare, cioè vincere.

L’appalto (come pure la concessione) è un

procedimento amministrativo i cui passaggi sono regolati dal

Codice degli appalti (d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50) e da una

complessa pletora di norme attuative (DPR 207/2010, decreti

ministeriali, linee guida ANAC). Il recente decreto “sblocca

cantieri” (decreto legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito in

legge 14 giugno 2019, n. 55) ha previsto l’adozione di un

Regolamento unico del Codice che dovrebbe raccogliere, in

una sola fonte, la gran parte delle suddette norme di attuazione.

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Nell’attesa della sua entrata in vigore, restano tuttavia operanti

le vigenti norme attuative.

La normativa sugli appalti è, dunque, disomogenea ed

in continua evoluzione; ciò che impone alle imprese (ma anche

alle stazioni appaltanti) un’adeguata preparazione, e cioè

dotarsi di strutture interne o di consulenti esterni che “abbiano

il polso” aggiornato della materia.

La partecipazione ad una gara può avvenire in modalità

tradizionale attraverso la preparazione della documentazione

cartacea da inserire in un plico - la c.d. “busta di gara” - da

consegnare all’ufficio protocollo della stazione appaltante. In

tal caso occorre prestare attenzione ai tempi e alle modalità di

spedizione della busta affinché essa giunga al protocollo entro

il termine di scadenza della gara.

Sempre più frequentemente la partecipazione è

telematica, tramite il “caricamento” della busta di gara su una

piattaforma messa a disposizione dall’amministrazione. A tal

riguardo è bene ricordare che - regola generale - ricadono sui

concorrenti le conseguenze del rallentato o mal funzionamento

delle piattaforme (provare in giudizio queste difficoltà è una

vera “prova diabolica” per le imprese). Si raccomanda, dunque,

di avviare il caricamento dei documenti con larghissimo

anticipo rispetto all’ora di scadenza della gara per evitare

eventuali problemi dovuti al contemporaneo upload dei file da

parte di più concorrenti nell’imminenza della scadenza del

termine.

I.IV. Soggetti coinvolti in una gara d’appalto

Gli attori principali di una gara sono due: la stazione

appaltante che indice l’appalto e l’impresa o le imprese che

intendono parteciparvi.

Possono affiancarsi altri attori eventuali, che definisco

in tal modo non per sminuirne l’autorevolezza (tutt’altro!) ma

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solo per evidenziare che il loro intervento potrebbe anche non

essere necessario o richiesto nel corso di una gara. Penso ai

giudici amministrativi - in primo grado i Tribunali

Amministrativi Regionali, in appello il Consiglio di Stato - che

su istanza dell’impresa o della stazione appaltante decidono

sulla legittimità o meno di un procedimento di gara; oppure

l’Autorità Nazionale Anticorruzione, meglio conosciuta come

ANAC, che è l’organo di vigilanza del mercato degli appalti,

con poteri sanzionatori in caso di violazione della normativa e

di regolazione del mercato attraverso l’adozione di linee guida,

bandi-tipo e pareri sulla normativa del settore.

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“Negli appalti è come stare in campo,

puoi vincere solo se sei allenato”

(Paolo, settore sanità, 2008)

1. COME AFFRONTARE GLI APPALTI

La decisione di partecipare agli appalti deve costituire

una scelta di strategia per l’impresa. La partecipazione agli

appalti è, infatti, il frutto di una decisione ragionata da parte

dell’imprenditore, tanto per l’impresa che vuole avvicinarsi al

settore, quanto per quella che già vi opera ma che vuole

crescere ulteriormente.

In altri termini, prima di partecipare alle gare (o prima

di aumentare il volume di partecipazione) è opportuno che

l’imprenditore maturi una scelta di campo, e cioè che gli

appalti debbano costituire una parte, più o meno grande,

del proprio business complessivo. Solo così l’imprenditore

potrà dare la giusta importanza agli appalti, destinando

adeguate risorse umane ed economiche alla partecipazione alle

gare.

In alcuni casi strutturarsi per partecipare a gare non

richiede alcun investimento aggiuntivo, essendo sufficiente

impiegare al meglio le risorse già disponibili. Basta formarle

prima, poi aggiornarle rispetto alla normativa ed alle prassi di

settore.

Solo una scelta strategica può consentire all’impresa di

maturare le competenze, le professionalità e l’esperienza

necessarie per competere sul mercato, e possibilmente vincere.

Come si suol dire, “più si partecipa, maggiori sono le

probabilità di vincere”.

Diversamente, se l’imprenditore, piccolo o grande che

sia, decidesse di partecipare solo saltuariamente alle gare,

sarebbe elevatissimo il rischio di “deprimersi” alla prima

sconfitta o di “esaltarsi” alla prima vittoria. Senza una strategia

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d’impresa, il risultato netto, nell’arco di un anno, è scontato: è

negativo.

Accompagnando un mio cliente alle sedute di gara,

spesso mi capitava di incontrare un operatore del settore

sanitario. Al momento di salutare i colleghi/concorrenti gli

sentivo talvolta dire, con tono quasi rassegnato, pressappoco

così: “Sono venuto a rispondere pure oggi a questa gara”.

Almeno nelle gare alle quali ho assistito (circa una decina)

quella società non è mai risultata vincente. Fosse stato mio

cliente, gli avrei detto di affrontare le gare con grinta, non di

partecipare tanto per esserci. Anche perché, così facendo, si

spendono soldi inutilmente (attenzione: i costi vivi di

partecipazione - tra contributo ANAC, cauzione,

giornate/uomo per la progettazione, eventuali consulenti -

possono ammontare anche a migliaia di euro per ogni gara).

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“Ora che partecipo a gare

la mia cooperativa funziona

come l’orchestra della Scala di Milano” (Antonio, settore logistica, 2011)

2. STRUTTURAZIONE DELL’UFFICIO-GARE

Per partecipare agli appalti è necessario che l’impresa

strutturi un efficiente ufficio-gare dimensionato in base agli

obiettivi da raggiungere, che abbia il compito di predisporre la

documentazione da presentare.

L’ufficio-gare è come il sole nel sistema solare. È al

centro, nel senso che è il cuore pulsante dell’impresa che

partecipa agli appalti. E’ il luogo nel quale devono

convergere, in tempo reale, le informazioni ed i documenti

necessari per preparare la “busta di gara” che l’impresa deve

poi presentare all’amministrazione. Dovendo sovrintendere alla

rigida normativa sugli appalti, l’ufficio-gare svolge anche una

funzione di controllo interno dell’azienda, affinché nella

società vengano rispettati adempimenti e scadenze previsti

dalla legge.

Tutt’intorno ci sono i pianeti, cioè le persone che hanno

le informazioni o i documenti necessari per predisporre la

documentazione di gara (esempio, dati su aspetti fiscali o

contributivi della società, sui bilanci), oppure coloro che

devono elaborare il progetto da presentare ai fini dell’appalto.

Nelle piccole imprese è possibile che l’ufficio-gare sia

composto da una sola persona che svolge, al tempo stesso, la

funzione di “sole” e di “pianeta”. Man mano che le dimensioni

aziendali crescono, la partecipazione alle gare richiede

l’intervento di persone diverse, talvolta uffici diversi (esempio,

ufficio progettazione, ufficio fiscale, ufficio affari societari);

spesso anche di soggetti esterni all’impresa (avvocati,

commercialisti, consulenti del lavoro, progettisti).

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Per non commettere errori, è necessario che tutte le

informazioni ed i documenti provenienti da questi diversi

soggetti convergano verso l’ufficio-gare, ecco perché è il

“sole”, che ha il compito di preparare la gara secondo le rigide

prescrizioni del bando.

Per essere vincenti non c’è spazio per

l’improvvisazione. Data la complessità della normativa sugli

appalti, l’impresa che vuole partecipare a gare deve disporre di

un’organizzazione interna che tenga conto dell’importanza che

gli appalti rivestono nella vita e per il futuro dell’impresa

stessa.

La complessità della normativa richiede, inoltre, che

l’impresa si avvalga di professionisti specializzati (interni o

consulenti esterni) che abbiano il polso della materia. Avvocati

esperti in contratti pubblici. Consulenti del lavoro che aiutino

l’impresa nella gestione del personale, visto che il costo del

lavoro è determinante ai fini del calcolo dell’offerta

economica. Commercialisti per guidare l’azienda nella

direzione della stabilità finanziaria e patrimoniale, senza le

quali l’impresa non potrebbe competere. Esperti in diritto

societario per scandire le regole di un corretto agire

dell’impresa. Poi una compagnia di assicurazione, una società

di certificazione della qualità, coloro che svolgono il

monitoraggio degli appalti, gli esperti in modelli di gestione

“231”, tanto per citarne alcuni altri. Questo vale per tutte le

società, tanto le piccole imprese quanto le grandi

multinazionali.

IL CASO. L’ufficio-gare di una grande impresa, a poche ore dalla scadenza

della gara, viene casualmente a conoscenza di modifiche nel C.d.A., non

comunicate da parte dell’ufficio affari-societari. Nell’impossibilità di verificare

i certificati penali dei nuovi amministratori, la Società non ha partecipato

all’appalto, pur avendo già preparato (sostenendone i relativi costi) la restante

parte della documentazione prevista dal bando, ivi compreso il progetto.

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“Inizio la giornata con il caffé

e leggendo i bandi.

Così vedo crescere la mia società” (Paola, settore servizi ambientali, 2015)

3. MAPPATURA DEL MERCATO

Per cogliere le opportunità degli appalti l’impresa deve

mappare il mercato, cioè conoscere quotidianamente gli avvisi

di gara pubblicati dalle stazioni appaltanti. A tal fine basta

sottoscrivere un abbonamento grazie al quale, ogni giorno,

l’impresa riceve una mail contenente le informazioni

selezionate in base agli interessi aziendali (esempio, settore

merceologico, aree territoriali).

Attenzione a non commettere errori! Molti si limitano a

chiedere il monitoraggio dei bandi di gara (cioè degli avvisi

finalizzati alla presentazione di un’offerta), ignorando

l’importanza degli avvisi per la costituzione degli albi dei

fornitori, degli avvisi di aggiudicazione o degli avvisi di

consultazioni preliminari di mercato.

Gli albi dei fornitori sono importanti per essere inseriti

negli elenchi dei fornitori di fiducia dell’amministrazione e,

quindi, essere invitati a partecipare soprattutto alle c.d. “gare ad

invito” per affidare gli appalti sotto soglia (art. 36). Gli appalti

sotto soglia costituiscono circa il 65% dei bandi pubblicati ogni

giorno; ecco perché è importante iscriversi agli albi.

Gli avvisi di aggiudicazione, invece, consentono

all’impresa di avere il “polso del mercato”, perché contengono

l’informazione su chi ed a quale prezzo è stato aggiudicato un

appalto.

Circa gli avvisi per le consultazioni preliminari di

mercato, si veda successivo § 5.5.

IL CASO. Otto per cento (nel primo anno) è stato l’incremento di fatturato che

una PMI, settore comunicazione, ha maturato a seguito della decisione di

partecipare anche agli appalti sotto soglia.

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“Partecipando agli appalti ho imparato tante cose

che mi aiutano ad essere convincente anche con i clienti privati”

(Alfredo, settore servizi di pulizia, 2017)

4. “PUBBLICIZZAZIONE” DEGLI APPALTI PRIVATI

Da un paio d’anni vi è la tendenza da parte delle grandi

imprese italiane o delle multinazionali estere presenti nel

nostro Paese ad utilizzare alcuni strumenti tipici degli appalti

pubblici per procedere ai loro acquisti.

Pur non essendo pubbliche amministrazioni tenute ad

applicare il Codice degli appalti, vi sono, dunque, imprese al

100% private che richiedono ai loro fornitori certificazioni

penali o di qualità, modello “231”, rating di legalità, DURC

oppure impiegano piattaforme di acquisto per ricevere le

offerte.

La “pubblicizzazione” degli appalti privati è, ormai, una

realtà. Pertanto, un’impresa deve essere ben strutturata non

solo per operare nel mercato pubblico con le regole imposte dal

Codice, ma anche per poter (e saper) cogliere le opportunità

offerte dal settore privato.

In altre parole, se un’impresa è organizzata per operare

nel pubblico, sicuramente ha gli strumenti giusti per proporsi e

competere anche nel privato.

IL CASO. Un appalto indetto da una multinazionale agroalimentare prevedeva

che i concorrenti presentassero cauzione provvisoria, certificato ISO 9001 e

modello 231 (in alternativa, un codice aziendale di autodisciplina). Non avendo

il modello 231, veniva presentato un codice di autodisciplina, senza tuttavia

convincere il Committente, in quanto tutti gli altri concorrenti avevano

prodotto un collaudato modello 231.

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“L’Avvocato mi parlava delle opportunità del codice, ma non ci credevo.

Quando ho visto vincere una gara perché non avevo il rating di legalità

mi sono mangiato le mani” (Andrea, settore ambiente, 2017)

5. MISURE PER AUMENTARE LA COMPETITIVITÀ

Il mercato dei lavori, servizi e forniture è caratterizzato

da una forte concorrenza: ampia per il numero delle imprese

che partecipano alle gare, vivace per il livello del confronto

competitivo che si apre su ogni gara. Non è cosi infrequente

registrare appalti aggiudicati al “fotofinish”, per una frazione di

punteggio.

In questo contesto, per essere vincente l’impresa deve

impiegare al meglio gli strumenti giuridici e tecnici messi a

disposizione dalla normativa e dalla prassi.

Si tratta di opportunità per gli operatori economici, ed

in molti casi esse costituiscono mera facoltà (e non obblighi)

per l’impresa. Opportunità che, però, fanno la differenza solo

se un imprenditore le coglie, soprattutto con anticipo rispetto

agli altri concorrenti.

5.1. E-procurement e digitalizzazione

Il futuro degli appalti è nella digitalizzazione dei

processi di acquisto e per competere le imprese devono

necessariamente adeguarsi al nuovo corso.

Vige per le amministrazioni centrali e periferiche (ad

esclusione di scuole di ogni ordine e grado, istituzioni

educative e universitarie, enti di previdenza e agenzie fiscali)

l’obbligo di avvalersi del mercato MEPA per gli acquisti

superiori a euro 5.000 e al di sotto delle soglie comunitarie. Ciò

consente, soprattutto alle PMI, di avere visibilità sull’intero

mercato nazionale, partecipando alle gare grazie all’impiego di

una piattaforma gratuita che consente di concludere contratti in

modo veloce.

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Primo semestre del 2019, conclusi sul MEPA 280.548

contratti*: è la cifra di un mercato dinamico e di agevole

accesso (basta abilitarsi per operare!) per concorrere

all’aggiudicazione di un vasto paniere di opportunità: dai lavori

di manutenzione all’informatica, dagli arredi alle pulizie o alle

apparecchiature elettromedicali, tanto per citarne alcune. * fonte, sito Acquisti in Rete, agosto 2019

Il fronte digitale non è solo pubblico. E’, infatti, da

considerare come sia sempre più frequente il ricorso da parte

delle imprese private, soprattutto medio-grandi, a procedure

telematiche di acquisto (richiesta di offerta, negoziazione,

stipula e gestione del contratto) per approvvigionarsi di quanto

hanno bisogno.

5.2. Modello 231

Il c.d. “modello 231” (d.lgs. 231/2001) è un modello di

organizzazione, gestione e controllo dell’impresa che consente

alla società di non incorrere in responsabilità (equiparabile a

quella penale) qualora al suo interno fosse commesso un reato

(reato del quale è penalmente responsabile anche la persona

che lo ha commesso).

La “231” è un abito sartoriale che definisce, in ragione

dell’attività e della struttura dell’impresa, il quadro delle regole

e delle cautele per prevenire la commissione di reati.

Predisporre un adeguato “modello 231” è importante, non fosse

altro perché ci si accorge di errori solo quando è troppo tardi,

cioè quando si è chiamati dal Pubblico Ministero a rendere

spiegazioni circa un reato commesso nell’ambito della propria

società.

Il modello 231, e il rating di legalità di cui si parla

appresso, sono un investimento sul futuro dell’impresa in

termini di sicurezza per l’azienda e di riduzione dei suoi costi

di esercizio.

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5.3. Rating di legalità

Il rating di legalità è un’attestazione del rispetto da

parte dell’impresa degli standard di legalità rilasciata

dall’Antitrust alle società costituite da almeno due anni e con

almeno due milioni di fatturato (Delibera Antitrust n.

27165/2018). Ad oggi solo 6.838 imprese* ne possono

beneficiare. * fonte, sito Antitrust, agosto 2019

Per ottenerlo l’impresa deve dimostrare il rispetto degli

standard di legalità fissati dall’Antitrust: assenza di condanne

penali e illeciti antitrust, regolarità fiscale e contributiva,

tracciabilità dei pagamenti, possesso di certificazioni e di

modello organizzativo 231, adesioni a protocolli di legalità.

Dal possesso del rating (graficamente: una, due o tre

“stellette”) derivano significativi benefici per l’impresa:

riduzione degli oneri bancari e assicurativi, migliore

valutazione del progetto presentato ai fini della partecipazione

ad un appalto, semplificazioni e premialità nella concessione di

incentivi pubblici (attribuzione di punteggi aggiuntivi o riserve

di quote finanziarie allocate).

A ben vedere, si tratta di benefici rilevanti in un

mercato fortemente concorrenziale, come quello d’oggi, nel

quale peraltro l’attenzione ai costi è il “chiodo fisso”

dell’imprenditore.

5.4. Programmazione degli acquisti

Le stazioni appaltanti sono tenute ogni biennio a

programmare gli acquisti di beni e servizi, mentre per i lavori

pubblici la programmazione è su base triennale (art 21). Esse,

poi, devono pubblicare gli atti di programmazione, ed i relativi

aggiornamenti, nella sezione “Amministrazione trasparente”

del proprio sito (art. 29).

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L’ufficio-gare dell’impresa deve accedere ai siti delle

amministrazioni di proprio interesse al fine di avere

conoscenza dei programmi dei futuri acquisti delle singole

stazioni appaltanti. La conoscenza con largo anticipo delle

intenzioni di acquisto delle singole amministrazioni consente,

infatti, all’imprenditore di direzionare preventivamente le

proprie strategie commerciali su questo o quel territorio: ad

esempio, avviando intese con altri operatori per costituire

raggruppamenti temporanei di impresa nel momento in cui gli

acquisti programmati saranno messi a gara.

5.5. Attività preliminari al bando

Prima dell’avvio di una procedura di gara le

amministrazioni possono svolgere consultazioni finalizzate alla

migliore predisposizione degli atti di gara (soprattutto del

capitolato), raccogliendo informazioni e documentazione da

parte di esperti ed operatori del mercato (art. 66). Le

consultazioni possono anche essere utilizzate dalle stazioni

appaltanti per fornire alle imprese informazioni circa le

procedure di gara programmate.

E’ la c.d. norma dei commerciali, ovvero la norma che

consente ai referenti commerciali dell’impresa di dare

visibilità, in modo corretto e trasparente, alle soluzioni

proposte dall’azienda. L’ANAC ne ha disciplinato lo

svolgimento con le Linee guida n. 14 del 2019.

Le amministrazioni devono rendere nota l’intenzione di

avviare una consultazione pubblicando un apposito avviso sul

proprio sito (ciò che impone all’impresa di attivare il

monitoraggio quotidiano delle consultazioni di mercato, oltre

che delle gare e degli albi dei fornitori). Non è tuttavia da

escludersi che detta intenzione possa, in aggiunta, essere

comunicata alle imprese che sono iscritte all’albo dei fornitori

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della medesima amministrazione (ad ulteriore conferma della

opportunità di iscriversi agli albi).

Quanto alla costruzione di opere di rilevante impatto, le

amministrazioni devono raccogliere le osservazioni dei soggetti

interessati e pubblicare sul sito gli esiti delle relative

consultazioni (c.d. dibattitto pubblico), nonché tenere conto

delle relative osservazioni in sede di predisposizione del

progetto definitivo (art. 22). Il DPCM 10 maggio 2018, n. 76

ne regola le modalità di svolgimento.

In tal modo si contribuisce ad evitare il disagio sui grandi

cantieri, prima avviati ma subito bloccati dalle contestazioni di

soggetti interessati, come accaduto per la TAV.

5.6. Appalti sotto soglia

Come sopra detto, gli appalti sotto soglia (art. 36)

costituiscono circa il 65% delle gare indette in Italia.

Oggetto di numerose modifiche normative, oggi a

seguito del decreto “sblocca cantieri” (n. 32/2019) le procedure

da seguire in ragione delle soglie di importo sono le seguenti:

a) lavori/servizi/forniture inferiori a euro 40.000:

affidamento diretto, anche senza previa consultazione

di due o più imprese.

b) - lavori tra euro 40.000/149.999: affidamento diretto

previa valutazione di tre preventivi, ove esistenti.

- servizi e forniture tra euro 40.000/inferiori alle soglie

comunitarie: affidamento diretto previa valutazione di

almeno cinque imprese individuate con indagini di

mercato o tramite albi, nel rispetto del principio di

rotazione.

In entrambe i casi l’avviso sui risultati della procedura

contiene l’indicazione anche dei soggetti invitati.

c) lavori tra euro 150.000/349.999: procedura negoziata

previa consultazione, ove esistenti, di almeno dieci

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imprese, nel rispetto della rotazione degli inviti,

individuate con indagini di mercato o tramite albi.

L’avviso sui risultati della procedura contiene

l’indicazione anche dei soggetti invitati.

d) lavori tra euro 350.000/999.999: procedura negoziata

previa consultazione, ove esistenti, di almeno quindici

imprese, nel rispetto della rotazione degli inviti,

individuate con indagini di mercato o tramite albi.

L’avviso sui risultati della procedura contiene

l’indicazione anche dei soggetti invitati.

e) lavori tra euro 1.000.000/soglia comunitaria:

procedura aperta

Altra specifica ipotesi di affidamento sotto soglia è stata

introdotta dal decreto “crescita”, con particolare riferimento

alla messa in sicurezza degli edifici scolastici (art. 30-bis,

decreto legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito in legge 28

giugno 2019, n. 58). Per il triennio 2019-2021, ove Consip o

Invitalia non provvedono a pubblicare gli atti di gara entro 90

giorni dalla presentazione agli stessi del progetto definitivo da

parte degli enti locali beneficiari dei finanziamenti, questi

ultimi possono affidare i lavori tra euro 200.000 e sino alle

soglie comunitarie mediante procedura negoziata con

consultazione, nel rispetto del criterio di rotazione, di almeno

quindici operatori, ove esistenti, individuati sulla base di

indagini di mercato o tramite elenchi di fornitori. L’avviso

sui risultati della procedura di affidamento contiene anche

l’indicazione dei soggetti invitati.

Come sopra visto, il principio di rotazione è la regola

cardine negli affidamenti sotto soglia, e ciò per evitare il

consolidarsi di rendite di posizione in favore dell’affidatario

uscente dell’appalto. Detto principio, tuttavia, si presta ad una

duplice interpretazione: se la regola generale è l’obbligo di

rotazione, la stazione appaltante può comunque procedere

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all’invito del precedente affidatario, ma in tal caso deve

puntualmente motivare tale decisione, ad esempio facendo

riferimento al numero ridotto di operatori presenti sul mercato,

al grado di soddisfazione maturato a conclusione del

precedente rapporto contrattuale ovvero al peculiare oggetto

dell’appalto (Consiglio di Stato, Sez. V, 5 marzo 2019, n.

1524).

Gli appalti sotto soglia costituiscono una rilevantissima

opportunità di crescita non solo per le PMI, che in tal modo

possono affacciarsi al mercato pubblico e maturare fatturati tali

da consentire, successivamente, la partecipazione a gare di

maggiori dimensioni (c.d. sopra soglia). Ma anche per le

imprese di grandi dimensioni, per le quali i piccoli appalti

rappresentano un modo agevole di accesso al mercato pubblico

in ragione della loro organizzazione e capacità produttiva che

sono tarate sulle grandi commesse.

5.7. Lotti di gara

Le stazioni appaltanti devono suddividere gli appalti in

lotti funzionali o in lotti prestazionali al fine di favorire la

partecipazione delle micro, piccole e medie imprese (art. 51).

Non solo: nel caso di suddivisione in lotti, il relativo valore

deve essere adeguato in modo da garantire l’effettiva

possibilità di partecipazione da parte delle microimprese,

piccole e medie imprese. Al fine di garantire l’effettiva applicazione della norma, le

amministrazioni hanno l’obbligo di motivare nel bando la

mancata suddivisione in lotti.

La suddivisione in lotti è, dunque, un principio vitale

per assicurare la massima apertura alla concorrenza, anche in

considerazione del fatto che il tessuto imprenditoriale italiano è

costituito per il 99% da MPMI (micro, piccole e medie

imprese). Non a caso a partire dall’entrata in vigore del Codice

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numerose sono state le pronunce che, su istanza di imprese o

associazioni di categoria, ne hanno fatto applicazione (TAR

Lazio, Sez. II, 26 gennaio 2017, n. 1345, secondo il quale le

scelte delle stazioni appaltanti non devono limitare “in modo

irragionevole la facoltà di presentazione individuale delle

offerte” da parte delle imprese).

Ove mai la stazione appaltante decidesse di non

suddividere l’appalto in lotti deve adeguatamente motivare la

scelta (Consiglio di Stato, Sez. III, 21 marzo 2019, n. 1857);

scelta che, peraltro, deve essere possibile anche sotto un profilo

tecnico, come rilevato da ANAC (delibera 24 luglio 2018, n.

713) a proposito della fornitura di un trapano a batteria per uso

chirurgico, il cui motore era inscindibile dal pezzo principale.

Dunque, grazie a questa norma le PMI italiane hanno la

possibilità di competere sul mercato degli appalti al pari delle

grandi imprese. Poi, vinca il migliore, piccolo o grande che sia!

5.8. Partenariati per l’innovazione

Le amministrazioni con un apposito bando possono

manifestare al mercato, con il partenariato per l’innovazione

appunto, la richiesta di sviluppare prodotti, servizi o lavori

innovativi che non sono disponibili sul mercato (art. 65).

L’apertura alla concorrenza nei settori innovativi è

importante perché favorisce la crescita di imprese

d’avanguardia che animano il tessuto imprenditoriale italiano,

e che sono spesso già vincenti all’estero.

Più in generale, sul fronte dell’innovazione negli appalti

sono da rilevare il progressivo superamento del concetto

puramente amministrativo di appalto come mera sommatoria di

atti e l’avvio di forme di dialogo con le pubbliche

amministrazioni. Su tale terreno opera il D.M. del Ministero

dello Sviluppo Economico 31 gennaio 2019 che ha stanziato 50

milioni di euro, da impiegare mediante bandi di gara adottati

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secondo la disciplina degli appalti di innovazione e/o pre-

commerciali, per sostenere le imprese, anche in collaborazione

con organismi e centri di ricerca, per lo sviluppo, la

prototipazione e la sperimentazione di soluzioni utili a

soddisfare i c.d. “fabbisogni smart” delle comunità e degli

utenti.

5.9. Schede tecniche ed etichettature

Il bando può prescrivere il rispetto di specifiche

tecniche o etichettature particolari per i lavori, beni o servizi da

acquistare. Il mancato possesso non può tuttavia precludere la

partecipazione all’appalto, a condizione che l’impresa possa

dimostrare che la propria offerta, ancorchè basata su specifiche

o etichettature diverse da quelle richieste nel bando, sia

equivalente rispetto a quanto previsto dal bando stesso (art. 68-

69).

Al fine di garantire la più ampia partecipazione agli

appalti, è onere del concorrente dichiarare l’equivalenza della

propria offerta, fornendo, già in sede di partecipazione alla

gara, la prova “con qualsiasi mezzo ritenuto appropriato, che

le soluzioni da lui proposte ottemperino in maniera equivalente

ai requisiti definiti dalle specifiche tecniche” (Consiglio di

Stato, Sez. III, 5 settembre 2017, n. 4207).

5.10. Cauzioni di gara

Ai fini della partecipazione alla gara l’impresa deve

presentare una cauzione c.d. provvisoria il cui importo è, di

regola, pari al 2% del valore della base d’asta (art. 93). In caso

di stipulazione del contratto, invece, l’impresa deve depositare

una cauzione c.d. definitiva di importo variabile in base al

ribasso offerto, con un minimo del 10% dell’importo

contrattuale (art. 103).

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In entrambe i casi l’impresa ha la possibilità di ridurre

gli importi da garantire ove sia in possesso di determinate

certificazioni di qualità (es. ISO 9001, OHSAS 18001, ISO

14001), con una conseguente riduzione dei premi da

corrispondere alle compagnie assicuratrici o alle banche garanti

(riduzione significativa soprattutto in caso di emissione della

cauzione definitiva, che risente della percentuale di ribasso

praticato sulla base d’asta).

E’, quindi, opportuno che l’impresa consegua le

certificazioni di qualità necessarie non solo a migliorare i

propri processi produttivi ma anche per ridurre i costi dei

premi assicurativi e il c.d. “castelletto-fidi”, ovvero il

plafond di garanzia che ciascun garante assegna all’impresa

medesima.

Tre notazioni utili.

La stazione appaltante può motivatamente ridurre

l’importo della cauzione provvisoria all’1% o incrementarlo al

4% in ragione della natura dell’appalto, oppure non richiederla

affatto in caso di affidamento diretto inferiore ad euro 40.000.

La riduzione degli importi assicurati in ragione del

possesso di certificazioni di qualità è progressiva, e quindi

l’importo della cauzione non potrà mai essere pari a zero in

caso di concorso di più certificazioni.

Infine, l’ente ha facoltà di non richiedere la garanzia

definitiva per gli affidamenti diretti inferiori ad euro 40.000 o

se l’aggiudicatario abbia comprovata stabilità oppure per la

fornitura di beni che devono essere acquistati nel luogo di

produzione o forniti direttamente dai produttori o di prodotti

d’arte, macchinari, strumenti e lavori di precisione l’esecuzione

dei quali deve essere affidata a operatori specializzati.

L’esonero, tuttavia, opera subordinatamente ad un

miglioramento del prezzo di aggiudicazione in favore della

stazione appaltante.

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5.11. Criteri di aggiudicazione

Per gli appalti da aggiudicare secondo il criterio

dell’offerta economicamente più vantaggiosa, le stazioni

appaltanti possono prevedere nel bando dei criteri premiali di

valutazione del progetto.

A parità di offerta tecnica, quindi, possono fare la

differenza in termini di aggiudicazione dell’appalto il rating di

legalità dell’impresa, l’essere una PMI o giovani professionisti

o impresa di nuova costituzione, il minor impatto delle

soluzioni offerte sulla salute e sull’ambiente, la fornitura di

beni a “chilometro zero” (art. 95).

5.12. Anticipazione e pagamento del corrispettivo

Il decreto “sblocca cantieri” (n. 32/2019) ha esteso

anche ai servizi e alle forniture la regola dell’anticipazione del

prezzo, prima operante solo per gli appalti di lavori (art. 35).

Oggi, dunque, per tutti gli appalti è prevista l’anticipazione

all’impresa del 20% del valore del contratto da corrispondere

entro 15 giorni dall’inizio della prestazione. L’erogazione

dell’anticipo è subordinata alla costituzione di una garanzia

fideiussoria bancaria o assicurativa di importo pari

all’anticipazione maggiorato del tasso di interesse legale

applicato al periodo necessario al recupero dell’anticipazione

stessa secondo il cronoprogramma della prestazione.

Limitatamente ai contratti per la difesa e sicurezza (art.

159), l’art. 47-bis del decreto “crescita” (n. 34/2019) prevede

che, in caso di contratti pluriennali superiore a tre anni,

l’anticipazione sia calcolata sul valore delle prestazioni di

ciascuna annualità contabile del contratto, stabilita nel

cronoprogramma dei pagamenti, ed è corrisposta entro 15

giorni dall’effettivo inizio della prima prestazione utile relativa

a ciascuna annualità.

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Anche se i tempi di pagamento si sono sensibilmente

ridotti rispetto al passato, sussistono ancora ritardi dovuti

all’inefficienza amministrativa delle procedure di pagamento

per la metà delle stazioni appaltanti (fonte, Il Sole 24 Ore, 29

novembre 2018). E’ di tutta evidenza, quindi, come

l’anticipazione del pagamento costituisca un’autentica boccata

d’ossigeno per l’impresa che deve avviare l’esecuzione di un

contratto.

Più in generale, l’art. 113-bis del Codice, introdotto

dalla legge 37/2019, prevede rilevanti modifiche al fine di

assicurare liquidità alle imprese. In particolare, quanto agli

acconti, i pagamenti devono essere effettuati entro 30 giorni

dall’adozione di ogni stato di avanzamento dei lavori, salvo

diverso termine concordato nel contratto, comunque non

superiore a 60 giorni e purché ciò sia oggettivamente

giustificato dalla natura del contratto. Poi, all’esito positivo del

collaudo o della verifica di conformità, e comunque entro un

termine non superiore a 7 giorni dagli stessi, il RUP rilascia il

certificato di pagamento ai fini dell’emissione della fattura da

parte dell’appaltatore; il relativo pagamento è effettuato entro

30 giorni dal suddetto esito positivo, salvo diverso termine

concordato nel contratto, comunque non superiore a 60 giorni e

purché ciò sia oggettivamente giustificato dalla natura del

contratto.

IL CASO. Bando indetto nel 2017 da un’azienda ospedaliera che prevedeva, tra

i criteri di valutazione, una premialità da 1 a 3 punti a seconda del possesso del

rating di legalità (una, due o tre “stellette”). L’impresa non ha partecipato alla

gara sapendo di non avere il rating, a differenza di tutti i suoi diretti

competitors.

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“C’è adrenalina quando si partecipa ad una gara,

quella che ti da’ la concentrazione per non sbagliare”

(Vittorio, settore ristorazione collettiva, 2016)

6. PARTECIPAZIONE ALLA GARA

Per una corretta ed efficace partecipazione alle gare

sono necessarie due accortezze, una interna e l’altra esterna

all’impresa.

La prima: una perfetta organizzazione dell’impresa.

In particolare, l’ufficio-gare deve essere il perno che governa la

tempistica degli adempimenti e la ripartizione dei compiti tra

tutti i soggetti che, a vario titolo, sono coinvolti nella gara. Solo

in tal modo l’impresa lavora serenamente e, soprattutto, si

evitano gli errori dovuti alla “fretta di fare”; errori che nel

settore degli appalti possono costare anche molto caro.

La seconda cautela: presentare la documentazione in

modo logico ed ordinato per semplificare il lavoro del RUP o

del Seggio di gara.

Ne conseguono alcune indicazioni utili per esaminare,

preparare, infine presentare la documentazione di gara.

6.1. Analisi del bando

Entro massimo 48 ore dalla pubblicazione del bando,

l’impresa deve decidere se partecipare all’appalto. A tal fine

l’ufficio-gare deve:

- esaminare l’intera disciplina di gara per valutare i requisiti di

partecipazione (bando e disciplinare);

- svolgere una preliminare fattibilità economica dell’appalto

in base al capitolato tecnico per verificare la marginalità di

massima della commessa. In altri termini, è bene fare subito i

conti per evitare, come talvolta capita, di accorgersi che

l’appalto è in perdita solo alla vigilia della scadenza della gara,

e quando sono stati già sostenuti buona parte dei costi di

partecipazione.

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La tempestività è, poi, necessaria per muoversi sul

mercato al fine di trovare dei partner per affrontare la gara

(raggruppamento temporaneo d’impresa-RTI, avvalimento o

subappalto) e per avere il tempo necessario per predisporre la

busta di offerta. Tenendo conto di quanto previsto all’art. 48

(RTI), all’art. 89 (avvalimento) e all’art. 105 (subappalto),

quest’ultimo riformulato dal decreto “sblocca cantieri” che ha

elevato dal 30 al 40% la quota massima subappaltabile e

sospeso sino al 31 dicembre 2020 l’indicazione obbligatoria

della terna dei subappaltatori.

La tempestività dell’analisi è, infine, necessaria per

impugnare il bando (entro 30 giorni dalla sua pubblicazione)

laddove lo stesso contenga clausole escludenti per l’impresa,

cioè clausole che rendono impossibile la presentazione

dell’offerta sotto il profilo dei requisiti soggettivi o della

formulazione dell’offerta tecnica ed economica (esempio, base

d’asta esigua rispetto alla tipologia dell’appalto).

Decisa la partecipazione, l’imprenditore con il supporto

dell’ufficio-gare deve disegnare la strategia di gara e la

tempistica delle attività da svolgere per giungere, senza

affanni, alla presentazione dell’offerta.

Laddove siano necessari chiarimenti sul contenuto del

bando, occorre innanzitutto valutare se porre dei quesiti

all’amministrazione. Talvolta, infatti, è opportuno sfruttare le

incertezze del bando per insinuare la propria partecipazione

alla gara in considerazione del generale principio di favor

partecipationis in caso di clausole non chiare (Consiglio di

Stato, Sez. V, 14 maggio 2018, n. 2852). Al contrario, nel caso

si decida di porre dei quesiti, occorre formularli in modo da

ottenere una risposta utile per l’impresa, e cioè “costringere” la

stazione appaltante a fornire una risposta chiara al quesito

posto; diversamente le risposte ai quesiti possono costituire un

boomerang che può abbattersi sulla partecipazione alla gara.

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6.2. Documentazione amministrativa

Regola generale, che non conosce eccezioni: ciascuna

amministrazione (e per essa i RUP e i commissari di gara)

preferisce leggere la modulistica da essa predisposta, non fosse

altro perché la conosce per averla impostata ed esaminata altre

volte.

E’, dunque, opportuno mettere gli esaminatori in una

condizione di agevole lettura della documentazione di gara.

Per questo è bene utilizzare i modelli predisposti dalla stazione

appaltante; qualora in formato pdf, compilarli a penna oppure

con programmi di sovrascrittura a patto che non alterino il

contenuto del modello.

E’ consigliabile non trasformare i file da pdf in formato

editabile per evitare che la responsabilità di modifiche

accidentali del testo predisposto dall’amministrazione possa

ricadere sul concorrente.

Se richiesta la presentazione di dichiarazioni su carta intesta

del concorrente, basta apporre un timbro dell’impresa in alto

sulla prima pagina del modulo pdf.

Ove non disponibile sul sito della stazione appaltante, è

opportuno fare richiesta della modulistica di gara inviando una

mail al RUP; solo in caso di risposta negativa, l’ufficio-gare

dovrà predisporre il modello di dichiarazione, avendo cura di

riportare tutte le indicazioni richieste dal bando e

preferibilmente nell’ordine previsto dallo stesso.

In via più generale, è bene che l’ufficio-gare disponga

di un set completo di documenti di gara da poter utilizzare

all’occorrenza.

Per le dichiarazioni di gara da rendere mediante il

DGUE (documento unico di gara europeo) è bene utilizzare

quello messo a disposizione dall’amministrazione, ma a patto

di verificare che riprenda lo schema reso pubblico dal

Ministero delle Infrastrutture (MIT) il 28 luglio 2016. Nel

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dubbio o qualora il DGUE non fosse messo a disposizione, è

possibile scaricarlo dal sito del MIT al link

http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/documento-di-gara-

unico-europeo-dgue

I campi del DGUE da compilare, a mano oppure con un

programma di scrittura, sono quelli corrispondenti alle

previsioni del bando.

Poiché lo schema di DGUE del MIT risale al 2016 e

non è stato aggiornato con le numerose modifiche introdotte al

Codice, è necessario allegare al DGUE una dichiarazione

integrativa, resa ai sensi del DPR 445/2000, mediante la quale

il legale rappresentante del concorrente attesta l’assenza delle

cause di esclusione progressivamente introdotte, sino ad oggi,

all’art. 80.

Occorre prestare la massima attenzione alle

dichiarazioni da rendere circa i requisiti generali di

partecipazione alla gara previsti dall’art. 80: comma 1, assenza

di condanne penali definitive di particolare gravità; comma 2,

assenza di condizioni ostative antimafia; comma 4, regolarità

fiscale e contributiva; comma 5, inaffidabilità e illeciti

professionali.

Al fine di evitare mendaci dichiarazioni, è necessario avere

sempre aggiornati i documenti attestanti lo status della società

e dei suoi vertici: visura camerale (profili autorizzatori e

societari), certificato carichi pendenti e visura penale ex art. 33

(procedimenti penali e condanne definitive penali a carico dei

vertici societari), certificato sanzioni amministrative dipendenti

da reato (condanne a carico della società), certificato anagrafe

tributaria, DURC e atti dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione

(regolarità fiscale e contributiva), prospetto lavoratori occupati

ai fini del calcolo della quota di obbligo di assunzione dei

lavoratori disabili, provvedimenti sanzionatori adottati da

ANAC o da altre Autorità di controllo.

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Alcune notazioni utili per evitare gli errori

statisticamente più frequenti.

Mai compilare in modo automatico i documenti di gara,

nella convinzione che siano, più o meno, sempre gli stessi.

Occorre leggerli con attenzione perché ogni gara è una storia a

sé. E’ bene sapere che in caso di dichiarazioni mendaci

l’impresa rischia lo stop dalle gare fino ad un massimo di due

anni. L’esclusione è (secca) di tre anni ove l’impresa sia stata

esclusa per una delle varie violazioni o illeciti professionali

previsti dal comma 5 dell’art. 80.

Non appena viene notificato un atto di interesse della

società o dei suoi vertici, occorre immediatamente verificare il

contenuto per valutarne l’impatto ai fini della partecipazione

agli appalti.

Prima procedere alla nomina di un vertice aziendale è

opportuno acquisire preventivamente un certificato dei carichi

pendenti ed una visura ex art. 33. Non è il massimo della

diplomazia, ma aiuta ad evitare spiacevoli sorprese.

Prestare attenzione al contenuto delle referenze bancarie

e delle certificazioni di qualità, che devono essere coerenti con

le prescrizioni del bando.

Tranne che per le gare da presentarsi con firma digitale,

occorre allegare alle dichiarazioni il documento di identità in

corso di validità del sottoscrittore (la regola vale per i

documenti amministrativi, ma anche per la documentazione

tecnica e l’offerta economica).

Per agevolare l’esame dei documenti, velocizzando

anche le operazioni di gara, è opportuno presentare la

documentazione secondo l’ordine indicato nel bando.

Sono disponibili sul mercato piattaforme che aiutano

l’ufficio-gare nella gestione documentale delle gare di appalto.

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6.3. Offerta tecnica

Il peso dell’offerta tecnica nell’aggiudicazione della

gara secondo il criterio dell’offerta economicamente più

vantaggiosa è di almeno 70 punti (art. 95). Ne deriva che

l’elaborazione del progetto rivesta un’importanza determinante

ai fini di una buona valutazione.

Per proporre un progetto vincente occorre:

- articolare la relazione in capitoli e paragrafi corrispondenti ai

criteri e sotto criteri di valutazione previsti dal disciplinare;

- scrivere una relazione in modo sintetico e logicamente

lineare;

- tenere conto delle normative del settore oggetto di gara

(esempio, Criteri Ambientali Minimi);

- garantire la coerenza tra le soluzioni tecniche proposte e

l’offerta economica, onde evitare di proporre offerte anomale e

cioè economicamente non sostenibili;

- scrivere in una forma chiara e grammaticalmente corretta;

- evidenziare nella relazione solo le parti che devono “balzare

all’occhio” della commissione di gara;

- segretare solo le parti del progetto contenenti segreti tecnici-

commerciali o informazioni segrete (art. 98 codice proprietà

industriale). Segretare l’intero progetto equivale a segretare

nulla!

- siglare il progetto in ogni pagina e, nell’ultima pagina, datarlo

e sottoscriverlo per esteso.

Un progetto è vincente se oltre ad essere convincente

è anche sostenibile dal punto di vista economico, cioè è

giustificabile. A tal fine, è necessario un perfetto raccordo tra

offerta tecnica e offerta economica per evitare di proporre

soluzioni interessanti per la stazione appaltante, ma non

sostenibili in termini di costo da parte dell’impresa (è

emblematico il caso dell’applicazioni di un microcip ad ogni

cestino dei rifiuti in un appalto di pulizie: soluzione

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tecnicamente meritevole di buona valutazione, tuttavia

insostenibile per il concorrente, che venne escluso dalla gara in

quanto il costo dei segnalatori non era coperto dal corrispettivo

proposto dall’impresa).

6.4. Offerta economica

Nella redazione dell’offerta economica l’impresa deve

innanzitutto tener conto del costo dei fattori produttivi

necessari per eseguire l’appalto.

Deve calcolare, inoltre, il costo della manodopera ed i

costi da sostenere per assicurare la sicurezza dei lavoratori, i

quali tranne alcune eccezioni (forniture senza posa in opera,

servizi intellettuali e affidamenti diretti inferiori ad euro

40.000) vanno sempre indicati nell’offerta (art. 95).

Attenzione a non confondere i costi aziendali per la

sicurezza che devono essere quantificati dal concorrente ed

indicati nella propria offerta, dai costi da interferenza che

devono essere quantificati dalla stazione appaltante e da essa

indicati nel bando o nel DUVRI ad esso allegato.

Ancorchè non richieste in sede di gara, è importante

che, al momento della predisposizione dell’offerta, l’impresa

predisponga le giustificazioni dell’offerta, ovvero abbia il

conto delle componenti del prezzo proposto alla stazione

appaltante. Salvo richieste specifiche di quest’ultima in caso di

verifica dell’anomalia dell’offerta, le giustificazioni devono

riguardare i costi dei fattori produttivi oggetto d’appalto, costi

generali d’impresa, costi della manodopera, costi aziendali

della sicurezza, infine l’utile derivante dalla commessa.

Per evitare contestazioni da parte delle stazioni

appaltanti o degli altri concorrenti, non scrivere mai la parola

“zero” nell’offerta o nelle giustificazioni dell’offerta. IL CASO. Nella fretta di chiudere le buste di gara, non veniva inserito nella

busta-documenti amministrativi il “protocollo di legalità”. La Società è stata

esclusa dall’appalto, anche dopo aver fatto ricorso al Tar.

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“Partecipando agli appalti ho imparato

che non bisogna trascurare nulla,

soprattutto i dettagli” (Anna, settore facility management, 2014)

7. SVOLGIMENTO DELLA GARA

Le stazioni appaltanti hanno l’obbligo di convocare

sedute pubbliche dedicate all’apertura dei plichi di gara, dando

comunicazione ai concorrenti del giorno, ora e luogo della

riunione. La necessaria compresenza fisica del Seggio di gara e

delle ditte partecipanti non è necessaria per le gare digitali, e

quindi non è obbligatoria la seduta pubblica per l’apertura dei

plichi di gara poichè tutte le fasi del procedimento sono

tracciate dalla piattaforma.

In particolare, nella prima seduta il Seggio di gara:

- apre il plico generale contenente, a sua volta, la

documentazione di gara - busta documenti amministrativi e

busta offerta economica in caso di gara al prezzo più basso,

mentre in caso di gara da aggiudicare secondo l’offerta

economicamente più vantaggiosa si aggiunge la terza busta del

progetto tecnico -;

- verifica che dette buste siano correttamente sigillate;

- esamina la rispondenza dei documenti amministrativi rispetto

alle previsioni del bando.

In caso di gara al prezzo più basso, le imprese che

superano la fase amministrativa vengono convocate in una

seconda seduta pubblica per assistere all’apertura dei plichi

contenenti l’offerta economica; nel corso di detta seduta viene

data lettura dell’offerta e quindi redatta la graduatoria finale.

Per le gare da aggiudicare secondo il criterio

dell’offerta economicamente più vantaggiosa, nella seconda

seduta pubblica la Commissione apre i plichi contenti le offerte

tecniche al solo scopo di verificarne il contenuto (attenzione:

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nella gara tradizionale, l’apertura dei plichi in seduta riservata è

illegittima e fonte di annullamento della gara stessa). Quindi si

riunisce in una o più sedute riservate per esaminare e valutare i

progetti.

Le imprese vengono, poi, convocate per una terza seduta

pubblica, nel corso della quale viene data lettura dei punteggi

attribuiti all’offerta tecnica; vengono poi aperte le buste

contenenti l’offerta economica, dando lettura del contenuto,

infine redatta la graduatoria combinando i punteggi tecnici ed

economici secondo la formula indicata nel bando di gara.

La presenza alle sedute di gara di un rappresentante

della Società, munito di apposita delega, è importante ed

opportuna per chiarire eventuali dubbi circa la documentazione

presentata.

Delle sedute di gara, pubbliche o riservate, viene redatto

un verbale che la stazione appaltante deve rendere pubblico e

disponibile in caso di accesso agli atti.

Prima di procedere all’aggiudicazione la stazione

appaltante verifica la veridicità delle dichiarazioni rese

dall’impresa risultata prima in graduatoria circa i requisiti di

partecipazione, nonché valuta la congruità della sua offerta (art.

97), chiedendo in caso di anomalia le giustificazioni del prezzo

offerto.

Nel caso in cui le verifiche diano esito positivo,

l’amministrazione aggiudica la gara all’impresa risultata prima

in graduatoria.

Dal momento della comunicazione del provvedimento

di aggiudicazione - di regola, avviene via pec - le imprese non

aggiudicatarie hanno 30 giorni per proporre ricorso al TAR.

Nel frattempo, al fine di poter argomentare le proprie

contestazioni, esse devono immediatamente procedere

all’accesso agli atti di gara mediante una istanza che faccia

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espresso riferimento alla tipologia degli atti da accedere e alle

motivazioni della richiesta di ostensione.

Alcune notazioni utili.

La sintetica ricostruzione dello svolgimento del

procedimento di gara non esclude che dette fasi possano

conoscere delle variazioni ad opera del seggio di gara. Da ciò

deriva il suggerimento di seguire con attenzione tutte le fasi del

procedimento, di partecipare alle sedute pubbliche, di annotare

gli elementi che possono essere utili a tutelare gli interessi

dell’impresa.

Qualora dovessero pervenire all’impresa richieste da

parte della stazione appaltante (esempio, chiarimenti in caso di

soccorso istruttorio), è bene attivarsi immediatamente, se del

caso coinvolgendo i consulenti esperti nella materia oggetto

della richiesta, e “mai ridursi all’ultimo giorno” o rispondere in

modo approssimativo. Una risposta errata o incompleta

potrebbe dare origine a provvedimenti sfavorevoli per

l’impresa (esempio, esclusione dalla gara).

Vorrei, infine, richiamare una semplice regola di

condotta spesso ignorata dagli imprenditori o dai loro delegati

che partecipano alle sedute di gara: dinanzi al Seggio occorre

tenere sempre una condotta rispettosa, come se ci si trovasse in

un’aula di Tribunale; men che meno, tentare di “fare i

simpatici” o saccenti facendo domande o esprimendo

considerazioni da “primo della classe”, oppure sbandierando la

propria conoscenza del Codice. Per esperienza, si tratta di

comportamenti poco graditi ai commissari che, è bene

evidenziarlo, entro i limiti della legge e della ragionevole

discrezionalità tecnica, sono comunque i valutatori della vostra

offerta.

Ho personalmente assistito alle intemperanze di un

imprenditore che aveva usato un linguaggio non consono per

una seduta pubblica, e che per questo veniva allontanato dalla

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sala della riunione. Non saprò mai se, e quanto,

quell’allontanamento abbia pesato sulla valutazione del

progetto presentato dall’impresa ai fini della gara!

IL CASO. Una Società risultata aggiudicataria di un appalto di euro 26.000.000

si è vista revocare l’aggiudicazione perché l’amministrazione, a seguito dei

controlli effettuati, ha rilevato che l’amministratore non aveva dichiarato un

vecchio decreto penale di condanna ad una sanzione di euro 2.400. Alla revoca

dell’aggiudicazione, confermata da Tar e Consiglio di Stato, è seguita

l’escussione della cauzione provvisoria da parte dell’amministrazione, con il

conseguente dissesto della Società.

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“A coloro che, dandomi fiducia,

mi danno l'entusiasmo per andare avanti.

Sempre” (l’Autore, 2018)

9. CONCLUSIONI

L’e-book che avete letto è una sintetica rassegna

operativa delle regole e delle buone prassi per partecipare

correttamente agli appalti e, al tempo stesso, ridurre i costi di

partecipazione nonchè aumentare la competitività rispetto alla

concorrenza.

Una sorta di “cassetta degli attrezzi” per fornire

informazioni pratiche frutto dell’esperienza sul campo e,

perciò, dell’unione di conoscenze multidisciplinari non

rintracciabili sui manuali di diritto amministrativo.

Per competere in un settore caratterizzato dalla continua

(e purtroppo non chiara) evoluzione normativa e dall’impatto

della giurisprudenza (spesso variabile anche nell’interpretare

uno stesso comma del Codice), le imprese devono puntare su

consulenza, formazione e organizzazione.

Questo è il trinomio vincente che aiuta le imprese a muoversi

con sicurezza e consapevolezza nel mondo degli appalti.

Per l’impresa decidere di partecipare agli appalti ed

affrontare la singola gara è come essere in pista per una corsa,

ma ad ostacoli. Ogni gara cui partecipa un mio Cliente è (un

pò) anche la mia gara, perché io sono con lui per assisterlo

affinchè possa superare gli ostacoli.

Grazie per l’attenzione e per la fiducia che vorrai

attestarmi.

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Aggiornato agosto 2019

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