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PRATO IL CENTRO RIAPRE DOPO TRE ANNI Se il Pecci è la Fine del mondo NELLA navicella spaziale di Maurice Nio può capitare di sbucare dal tronco di un albero e venire cata- pultati in un video di Björk. Di attraversa- re le porte in polistirolo e ritrovarsi di fron- te alla "Foresta pietrificata" di Jimmie Du- rham. E, ancora, imbattersi in un branco di lupi e soffermarsi di fronte a dipinti e sculture di Fontana , Boccioni, Picasso. Non è, a dispetto del nome, un'idea di ca- tastrofe imminente a guidare i visitatori lungo il percorso della collettiva "La fine del mando" che, da oggi , segna la riaper- tura del Centro Pecci di Prato dopo 3 anni. SERVIZIO A PAGINA XIII Ieri la riapertura del Pecci dopo tre anni

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PRATO IL CENTRO RIAPRE DOPO TRE ANNI

Se il Pecci è la Fine del mondo

NELLA navicella spaziale di MauriceNio può capitare di sbucare daltronco di un albero e venire cata-

pultati in un video di Björk . Di attraversa-re le porte in polistirolo e ritrovarsi di fron-te alla "Foresta pietrificata" di Jimmie Du-rham. E , ancora, imbattersi in un brancodi lupi e soffermarsi di fronte a dipinti esculture di Fontana , Boccioni, Picasso.Non è, a dispetto del nome, un'idea di ca-tastrofe imminente a guidare i visitatorilungo il percorso della collettiva "La finedel mando" che, da oggi , segna la riaper-tura del Centro Pecci di Prato dopo 3 anni.

SERVIZIO A PAGINA XIII Ieri la riapertura del Pecci dopo tre anni

o Nella "navicella" di Prato

liParinello Si )azio

ELLA navicella spaziale di Mau-rice Nio può capitare di sbuca-re dal tronco di un albero - quel-lo di una bellissima installazio-

- ne dell'artista brasiliano Henri-que Oliveira - e venire catapultati senza so-luzione di continuità in un video di Björk. Diattraversare le monumentali porte in polisti-rolo, gommapiuma e scotch realizzate daThomas Hirschhorn e ritrovarsi di fronte al-la 'Foresta pietrificata' di Jimmie Durham,un ufficio in cui ogni oggetto, dal fax agliscaffali, appare ricoperto da una pioggia dicemento. E, ancora, imbattersi in un brancodi novantanove lupi ricreati a grandezza na-turale dal cinese Cai Guo-Qiang e, al tempostesso, soffermarsi di fronte a dipinti e scul-ture iconici del secolo scorso come quelli diFontana, Boccioni, Picasso. Non è, a dispettodel nome, un'idea di catastrofe imminentea guidare i visitatori lungo il percorso circola-re della collettiva 'La fine del mondo" che,da oggi, segna la riapertura del Centro Peccidi Prato dopo uno stop di tre anni e il termi-ne (o quasi visto che, all'esterno dell'edifi-cio, i cantieri restano in piena attività) dei la-vori di ristrutturazione e ampliamento fir-mati dall'architetto sino-olandese. E, piutto-sto, un interrogativo: quello su cosa resterà,parafrasando un tormentone di molte estatifa, di questi anni Dieci, dal punto di vista ar-tistico, certo, ma anche sociale ed esistenzia-le. Il tentativo, per usare questa volta le paro-le del direttore e curatore Fabio Cavallucci,di dare un nome allo «stato di incertezza, lacondizione di sospensione, l'incapacità dicomprendere i grandi cambiamenti presen-ti, che ci fa pensare che una situazione cheabbiamo conosciuto finora sia ormai giuntaal termine». E di farlo salendo a bordo diun'astronave «pronta a partire per chissàquale luogo del cosmo», da dove «rivedere il

Porte in gommapiuma e tunnelche diventano una grotta,alberi e branchi di lupi nellacollettiva "La fine del mondo"

Nella struttura, oltrealla superficie per le mostre,anche auditorium, archivio,biblioteca, bookshop e ristorante

nostro mondo come un reperto fossile, lonta-no ere geologiche dal tempo presente».

Ecco allora una selezione di 69 artisti e uncentinaio di opere frutto di un abile mix dinomi super pop e maestri storicizzati, di la-vori premiati dalla critica (come il video diCamille Henrot 'Grosse Fatigue", Leoned'argento alla Biennale 2013 e già apprezza-

to al museo Gucci) e installazioni spettacola-ri, di firme già affermate e progetti emer-genti, compresi quelli di tanti giovani prove-

nienti dai paesi mediorientali, dal Sud Ame-rica o dall'ex Urss nella convinzione, spiegaCavallucci «che laddove vi sono conflitti pos-sano scaturire visioni del mondo». La sfida èdoppia: da un lato «riavvicinare l'arte alla so-cietà, facendo sì che torni ad essere qualco-sa di cui la gente si nutra quotidianamente».Dall'altro rilanciare un luogo - l'unica istitu-

zione pubblica italiana dedicata all'arte con-temporanea, nata nel 1988 per volontà diEnrico Pecci, che la donò a Prato in memoriadel figlio Luigi, e oggi gestita da una Fonda-zione istituita dal Comune e sostenuta dallaRegione - che nella sua storia ha vissuto, unpo' come la città che lo ospita, vicende alter-ne, passando da anni di gloria alla recentecrisi strutturale e di visitatori che ne ha anti-cipato la chiusura. Per questo, il nuovo Pecci

non sarà solo mostre: dei 12 mila metri qua-dri del centro (quasi 8 mila in più rispetto al-la struttura originaria di Italo Gamberini,per un investimento di 14 milioni e 400 mila

euro) solo 3 mila sono adibiti a superficieespositiva: ci sono poi un auditorium all'a-perto da 140 posti, una sala interna per 120persone, un archivio e una biblioteca con 50mila volumi, le sedi di tre dipartimenti scien-

tifici, oltre a bookshop e ristorante. Parallela-mente, nel programma, sono previsti con-certi, performance, conferenze nella speran-za «di creare, intorno al museo, una comuni-tà». E nella certezza, ricordata dal sindacoMatteo Biffoni, che non ci sia «altro posto inItalia in cui la contemporaneità è arrivata inmodo così definitivo». Oggi la riapertura alpubblico, gratis, dalle 11 alle 23 (con confe-renze, fra gli altri, di Nio e Mare Augè); poi,la mostra resterà visitabile fino al 19 marzotutti i giorni tranne il lunedì negli stessi ora-ri, con un biglietto da 10 euro.

3 RIVRGIJU<IONE RISER ATA

UENTRO tL TUNNEL `Tr; ,redor'"del brasiliano Henrique Oliveira,un tunnel di matton tiventa una grotta e infine un albero

DALL'ORIENTE "The circulatio n of revolutinn"di Qiu Zhijie, una delle prime opere che incontra il visitatore dopo aver attraversato lemonumentali porte di Thomas Hirschhorn, che firma l'installazione di :" rertura "Break Tftrough'

IL BRANCO In "Head on" l'artista cinese Cai Guo-Qiangha riprodotto novantanove lupi a grandezza naturale

Il Centrodopo tre anni

riapre conuna selezione

di 69 artistiUn mix di maestrie nomi super pop

ANNI SETTANTA "Children at their desk from the dead class", unainquietante installazione di Tadeusz Kantor (del 1975)