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1 PRESENTAZIONE Il seguente lavoro, presentato all’iniziativa “Lombardia Ricerche” promossa dal mensile “Okay”, ha permesso alla nostra scuola di essere selezionata come meritevole per ricevere un pubblico riconoscimento da parte dell’Assessorato Culture, Identità ed Autonomie della Regione Lombardia, che avrà luogo a Milano il prossimo 13 febbraio 2006. Il nostro elaborato, realizzato nell’ambito del bimestre di approfondimento “Arte locale” nell’anno scolastico 2003-2004, è stato inviato alla rivista “Okay”, che aveva suggerito alle scuole lombarde il “Progetto Scuola e Culture locali”, nell’ambito del quale era richiesto di presentare in modo “informale” e senza motivazioni di concorsi o altro, elaborati e ricerche su tematiche del territorio. La nostra ricerca è stata poi prescelta, insieme ad una ventina di altre scuole, per essere un lavoro-ricerca di particolare valore e contenuto didattico e culturale, meritevole di essere pubblicamente segnalato. Mariagiulia Bertali, Margherita Bonazzi e Federica Cattaneo

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PRESENTAZIONE

Il seguente lavoro, presentato all’iniziativa “Lombardia Ricerche” promossa dal mensile “Okay”, ha permesso alla nostra scuola di essere selezionata come meritevole per ricevere un pubblico riconoscimento da parte dell’Assessorato Culture, Identità ed Autonomie della Regione Lombardia, che avrà luogo a Milano il prossimo 13 febbraio 2006. Il nostro elaborato, realizzato nell’ambito del bimestre di approfondimento “Arte locale” nell’anno scolastico 2003-2004, è stato inviato alla rivista “Okay”, che aveva suggerito alle scuole lombarde il “Progetto Scuola e Culture locali”, nell’ambito del quale era richiesto di presentare in modo “informale” e senza motivazioni di concorsi o altro, elaborati e ricerche su tematiche del territorio. La nostra ricerca è stata poi prescelta, insieme ad una ventina di altre scuole, per essere un lavoro-ricerca di particolare valore e contenuto didattico e culturale, meritevole di essere pubblicamente segnalato. Mariagiulia Bertali, Margherita Bonazzi e Federica Cattaneo

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Bergamo,città degli Orobi, è posta i piedi delle Prealpi e allo sbocco di varie vallate. Dietro le mura cinquecentesche, costruite da Paolo Berlendis, si trovano le vecchie strade di San Giacomo e di Santa Grata, della Porta Dipinta, della Boccola, di Gombito e della Fara. Raccolte attorno alla Piazza Vecchia sono la chiesa di Santa Maria Maggiore, il Battistero, la Cappella Colleoni, il Duomo, il Palazzo della Ragione e quello dello Scamozzi, ora sede della Biblioteca Civica Angelo Mai. Ai piedi del colle si trova la “città bassa”, più moderna e trafficata. Nella città bassa si trova l’Accademia Carrara.

L’edificio fu commissionato all’Amedeo dopo il 1470,i lavori si protrassero dal 1472 al 1476 e fu dedicata a San Giovanni Battista. Alla morte del Colleoni la Cappella fu terminata grazie all’interessamento di Venezia e ai fondi del Colleoni. -storiografia- 1477- in realtà i lavori erano ancora in corso. 1500- fu ultimata da Sisto di Enrico di Norimberga la statua equestre lignea dorata, posta sopra al sarcofago del capitano Colleoni. Verso la fine di questo secolo venne consacrata e vennero asportate le armi, gli stendardi e le insegne profane. 1676-fu costruito nel coro l’altare attuale mantenendo le tre statue di San Giovanni Battista, San Bartolomeo e San Marco di Tullio Lombardo. L’aspetto interno mutò radicalmente con l’aggiunta di numerosi dipinti. 1732/1733-la parte superiore della Cappella fu affrescata dal Tiepolo. Le pareti furono ornate di stucchi e d’oro.

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1773-Giacomo Caniana e il fratello eseguirono le tarsie nei banchi del presbiterio.

1781-lo stesso autore eseguì le tre tarsie del bancale sotto il monumento di Medea (figlia del Colleoni). Dal 1900-furono restaurate la cupola e la facciata e nel 1912/1913 venne eretta la cancellata. L’edificio ha una pianta a croce greca ed è composto dalla Cappella, a pianta quadrata sormontata da una cupola, e un piccolo corpo quadrangolare addossato alla parete destra comprendente l’altare e la sagrestia. La facciata policroma è un tipico esempio di

architettura pittorica. Conserva elementi di gusto medievale come il rosone centrale. La struttura è rinascimentale e risulta frantumata dalla decorazione scultorea e dalla stessa policromia. All’interno della Cappella ci sono due monumenti funebri dedicati a Bartolomeo Colleoni e alla figlia Medea. Parete d'ingresso

Ai lati: Giobbe sul letamaio di G. Guglielmi (1765. a destra) e Giuditta e Oloferne di I. Concioli (1787, a sinistra); nella lunetta della volta: Decollazione del Battista di G. B. Tiepolo (1733). Parete di fronte all’ingresso

Tomba di Bartolomeo Colleoni, di G. A. Amadeo, sorretta da quattro pilastrini con leoni alle basi; il primo sarcofago, dove è stato sepolto il Colleoni, riporta un fregio di tre pannelli, suddivisi da quattro statue raffiguranti le Virtù, con episodi del Martirio e della Resurrezione di Cristo e, al di sopra, statuette di eroi; il secondo sarcofago, più piccolo, a tre pannelli con episodi del Vangelo di Natale, è sormontato da una statua equestre in legno del Colleoni realizzata da Sisto e Siry da Norimberga nel 1501, "La tomba monumentale dei Colleoni con due arche sovrapposte sottese a un

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arco trionfale, si presenta, tipologicamente, come una rielaborazione delle tombe monumentali gotiche e i suoi caratteri più spiccatamente rinascimentali sono riconoscibili nei bassorilievi e nelle sculture, che testimoniano delle straordinarie capacità plastiche dell'Amadeo. Ai lati della tomba vi sono due epigrafi in marmo nero dei letterato bergamasco Ercole Tasso del 1599 e “Tobia restituisce la visita al Padre”, di G. Diotti (1823, sinistra) e “Giacobbe lotta con l'angelo” di G. Guglielmi (1765, destra). Nella lunetta della volta vi è “Battesimo di Cristo” del Tiepolo (1733).

Parete di destra

Al centro: ingresso all'area del presbiterio; a sinistra: ingresso alla sagrestia dove vi era un affresco del '400 raffigurante “La Pietà”, attribuito al Mantegna ora conservato al Luogo Pio Colleoni; ai lati: “Mattia ucciso dal popolo” di G. B. Cignaroli (1745, sinistra) e “Davide trionfante sull'ucciso Golia” di G. B. Pittoni, (1745. destra) Parete di sinistra

Al centro: la Tomba di Medea, figlia dei Colleoni, opera dell'Amadeo con al centro sul fronte, in altorilievo, La Pietà (1470). Sotto: bancale in noce con tarsie bibliche di G. Caniana (1785). Ai lati: “Ester” di G. Poli (1822, a sinistra) e “Agar e Ismael” di G. Landi (1793, a destra). Al centro: Giosuè che ferma il sole di G. M. Crespi (1738); nella lunetta della volta: “La predicazione” del Tiepolo (1733). Presbiterio Al centro dell’altare del 1676 di B. Manni con mensa disegnata da L. Pollak sormontato da tre statue degli

Apostoli di Pietro e Tullio Lombardo (1490); alla parete di sinistra: “Martirio di S. Bartolomeo” di G. B. Tiepolo e “La Sacra Famiglia” di M. A. Kauffmann; alla

parete di destra: “S. Marco Evangelista” del Tiepolo; ai lati, due banchi in legno con intagli di G. A. Sanz e tarsie bibliche dei Canina del 1773. Cupola

Nei pennacchi: “Le Virtù” di G. B. Tiepolo; nelle lunette: “Storie di S. Giovanni” B. di G. B. Tiepolo (1733).

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14-4-2004 Oggi siamo entrati in Città Alta da Porta San Giacomo. Questa porta è rivestita interamente in marmo ed è composta da un fornice centrale e principale e due piccoli laterali. Il fornice, cioè l’apertura dell’arco, è delimitato da due colonne anulari ai suoi lati, mentre nei due corpi laterali leggermente arretrati rispetto a quello centrale ci sono tre semicolonne per corpo. L’ordine superiore è invece occupato da un frontone sovrastato da un timpano a forma triangolare. Nell’attico è stato posizionato un leone, cioè il simbolo di Venezia. Poi abbiamo proseguito verso il centro della Cittadella e nella via che porta alla stazione della funicolare abbiamo visto una nicchia, che probabilmente racchiudeva una figura sacra, e una santella che era una delle santelle che decoravano le strade di Bergamo e che contengono episodi religiosi. Il piccolo davanzale che sporge dal muro è retto da un modiglione reggimensole a “esse”. Sempre su questo muro si possono vedere dei fori o buchi pontai. PIAZZA VECCHIA

La Piazza Vecchia è considerata da tutti i bergamaschi il simbolo della città. Già nel '300 la piazza comincia a formarsi ma solo in periodo veneziano raggiunge la sua forma attuale Un lato della piazza è occupato dal palazzo della Biblioteca Civica destinata inizialmente a sede dei Municipio. Si deve arrivare però agli inizi dei '900 per vedere completata la facciata che presenta

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un porticato che sostiene il primo piano in cui si trova l'attuale sala di lettura della biblioteca. La sala fu costituita nel 1778 con una donazione dei cardinale Alessandro Furietti con sede in questo palazzo dal 1928. Sul lato ovest della piazza ha sede l'Istituto Universitario di Lingue e Letterature Straniere nel già Palazzo del Podestà veneto in cui si trovano solo deboli tracce degli affreschi eseguiti dal Bramante nel '400 All'angolo della piazza, la Torre del Comune meglio conosciuta come Campanone che ogni sera alle dieci batte 100 tocchi a ricordo dei coprifuoco. Adiacente alla torre troviamo il Palazzo della Ragione a cui si accede da uno scalone. Ricostruito dall'Isabello nella seconda metà dei '500 dopo un incendio, conserva al suo interno alcuni strappi d'affresco del Bramante. Le sale del palazzo oggi ospitano manifestazioni, mostre e convegni Sulla facciata, sopra una trifora, il Leone di S. Marco, simbolo dei dominio veneziano Sotto le volte dell'atrio nel '700 Giovanni Albricci costruì la Meridiana ancora ben conservata. Questo palazzo era il vecchio comune della città, è di stile gotico ed è composto da due principali stanze:il portico aperto al livello del terreno e una sola grande stanza al primo piano. Entrambe erano usate per delle riunioni, il portico d’estate e la sala coperta d’inverno.

Le finestre sono a punta divise in tre luci, cioè trifore. I muri portanti del palazzo sono circondati da archetti pensili, ovvero piccoli archi che non poggiano su nessun supporto e quindi sospesi, questi archetti possono essere conclusi da peducci. Davanti al suo portico c’è una statua di Bernardo Tasso, padre di Torquato Tasso.

Al centro della piazza, la Fontana del Contarinii donata nel 1780 dal podestà Alvise Contarini che, rimossa alla fine dell'800, venne poi ricollocata nel 1922.

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BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE

Ha una pianta a croce greca, cioè con tutti i bracci uguali. Su entrambe le facciate vi è un protiro, cioè una costruzione che orna, copre e sottolinea il portale. Un lato poggia sulla facciata, l’altro è sorretto da colonne o pilastri. Ci sono due leoni stilofori che sorreggono le colonne.Il protiro è strombato, ovvero ha una lieve inclinazione

originata dall’apertura di un portale o di una finestra. I portali romanici o gotici sono spesso decorati da statue. Lungo l’abside corre una loggia, cioè una struttura architettonica aperta su uno o più lati, con arcate sostenute da colonne o pilastri, può essere a sé stante o far parte di un edificio. Può essere anche camminabile . Il protiro è di stile gotico del 1300 , la costruzione di stile romanico e l’interno di stile barocco. Il Duomo fu rifatto nel 1800, mentre il Battistero, inizialmente situato all’interno di Santa Maria Maggiore, fu rifatto più volte.

21-4-2004 Proseguendo verso Santa Maria Maggiore, abbiamo incontrato il portale di una casa probabilmente nobiliare. Fatto di arenaria è stato soggetto all’azione erosiva di molti agenti atmosferici e purtroppo è molto rovinato. Sul fregio, nelle metope alternate ai triglifi, vi sono dei bucefali, cioè teste di bue, e uno scudo con una spada, probabilmente il simbolo della famiglia. Le colonne erano di ordine dorico senza però le scanalature. Prima di arrivare a Santa Maria Maggiore ne abbiamo analizzato dall’alto il tiburio, cioè la copertura esterna di una cupola a base poligonale generalmente coperta da un tetto a spiovente.

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SANTA MARIA MAGGIORE-PORTALE MERIDIONALE

Le porte in legno furono aggiunte in un secondo momento, nel 1771, al protiro di stile gotico. Il protiro è strombato,retto da leoni stilofori e telamoni che reggono le colonne principali che sorreggono il protiro. Le cariatidi sono sostegni a raffigurazione femminile che sorreggono le colonne o i pilastri, mente i telamoni sono l’equivalente al maschile. La cromia di questo protiro è principalmente

bianca e nera e si alterna in fasce, è voluta per staccare dal fondo la struttura e per alleggerirla. Il protiro termina con un attico decorato da nicchie abitate, cioè cavità formate da un arco sfondato decorate con figure umane poste al loro interno. Lo sfondo delle nicchie è di colore rosso, chiamato rosso di Verona. La strombatura del protiro è formata da molte colonnine, tra le quali

� a torciglione= colonne composte da fasce attorte su sé stesse � con tralci di vite e grappoli d’uva � con pavoni, aquile � con animali fantastici

Nello stile gotico e romanico la vita contadina e i segni zodiacali venivano utilizzati come soggetti dei calendari e quindi anche nelle chiese. Gli animali fantastici furono mutuati dalla cultura orientale nella cultura cristiana come simbolo di immortalità e di vita ultraterrena e quindi in senso positivo. Sopra il protiro si trova una guglia, elemento architettonico di forma piramidale o conica posto a coronamento di campanili, torri o contrafforti. È tipico dello stile gotico. In Santa Maria Maggiore si è sostituito l’arco a tutto sesto con un frontone cuspidato, vi è una nicchia abitata da una statua di Cristo e dei doccioni a forma di figure fantastiche che sporgono con la bocca aperta per far scolare l’acqua piovana.

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Sulle pareti delle absidiole vi sono delle bifore, cioè finestre divise in due luci da un piastrino o una colonnina su cui posano le imposte del doppio arco. A volte è incorniciata da un altro arco. Lungo il perimetro della Basilica vi sono dei pilastri a fascio, cioè composizioni composite, formate da colonnine e semicolonne addorsate e riunite in un unico fascio.

Attorno alle bifore c’è una decorazione composta da cilindretti e perline, detta fusarola.

Loggia camminabile lungo l’abside

Vista di una delle absidiole laterali

SANTA MARIA MAGGIORE- PORTALE SETTENTRIONALE

La cromia di questo potale è bianca e rosa. Anche qui vi è un protiro strombato con molte colonnine decorate e due leoni stilofori. Sopra al protiro vi è una decorazione simile a una guglia con degli archi a tutto sesto con decorazione a trifoglio: con intradosso costituito da tre lobi.

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28-4-2004 SANTA MARIA MAGGIORE- UBICAZIONE

La basilica si trova al centro del nucleo storico della città. Fu costruita nel XII° secolo sopra le fondamenta di un’altra chiesa, nel periodo in cui il governo

vescovile viene sostituito da un governo comunale aristocratico. Questi sono gli anni della Lega Lombarda contro Federico Barbarossa che voleva invadere questi territori. Sorge in una delle aree principali di Bergamo vicino alla piazza e agli edifici più importanti. L’ingresso è situato sul fianco della chiesa, sulla quale si appoggia la Cappella Colleoni. È una delle pochissime chiese che non è di proprietà della Diocesi di Bergamo, bensì appartiene all’Opera Pia della

Misericordia, un ente laico, anche se apparteneva al comune fino alla fine del XV° secolo. Una volta al posto del protiro vi era un porticato dove si svolgevano i mercati e tuttora sono visibili le “misure”, liste di ferro che servivano per misurare le stoffe. SANTA MARIA MAGGIORE- STILE

La costruzione non è sfarzosa e vi si notano numerosi elementi tipici della cultura popolare, e la leggenda attribuisce loro un valore simbolico negli anni della peste. Nel corso dei vari secoli ha subito numerosi cambiamenti, tuttavia si possono individuare caratteristiche orientali e elementi dell’arte del nord. La pietra utilizzata è l’arenaria originaria delle zone lombarde. La pianta è a croce greca poliabsidiale; le absidi son costituite da due ordini con finestre strombate. L’interno della chiesa si sviluppa su due piani: sul primo troviamo le navate, il transetto, il presbiterio e tutte le cappelle, sul secondo ci sono i matronei che

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sono raggiungibili attraverso delle scalinate situate tra il muro interno e quello esterno. Nel corso del 1500 ha subito molte trasformazioni, tra cui l’aggiunta all’interno di moltissime decorazioni in stucco, molto economico e facile da lavorare, inoltre in questo periodo tale materiale viene riscoperto perché era più facile da reperire poiché in l’Italia si era molto impoverita in seguito alla Controriforma e all’invasione spagnola. SANTA MARIA MAGGIORE- L’INTERNO

Opera di grande pregio è il presbiterio, diviso dalla zona dei fedeli da una balaustra composta da delle colonnine, in cui i banchi finemente lavorati del coro girano intorno all'abside impreziositi da tarsie in legno che abbelliscono tutta l'area del presbiterio e del coro. Esse raffigurano Racconti biblici, sono state eseguite tra il 1524 e il 1532 dal bergamasco G. F. Capoferri, da Giovanni Belli e altri artisti su disegni di Lorenzo Lotto; gli affreschi trecenteschi del transetto furono eseguiti da un autore ignoto di scuola lombarda (Storie di S. Egidio, L'ultima cena, Nozze mistiche di S. Caterina); il grande Crocefisso

del 'Cristo doloroso' anch'esso di ignoto del '300; il confessionale ligneo di A. Fantoni e gli arazzi fiamminghi cinquec enteschi e la tomba di G. Donizetti

SANTA MARIA MAGGIORE- TARSIE DI L.LOTTO

Le tarsie di Lorenzo Lotto furono realizzate per ornare gli stalli del coro di S. Maria Maggiore tra il 1522 e il 1555 dal maestro intagliatore G.F. Capoferri, Giovanni Belli e altri artisti, su disegni quasi esclusivamente di Lorenzo Lotto. Le tarsie nelle quali si riconosce l'opera del Lotto sono trentatrè; di esse quattro di maggiori dimensioni che separano il presbiterio dal coro, mentre le

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altre ventinove, di minore dimensione, costituiscono in parte gli schienali degli stalli corali. Le quattro grandi tarsie sul frontale del presbiterio rappresentano quattro episodi dell' Antico Testamento (si segnala anche il soggetto del relativo coperchio):

Per la realizzazione delle diverse cromie sono stati utilizzati molti tipi di legni. In alcuni casi, le diverse sfumature sono state ottenute con la brunitura tramite sabbia calda e il colore intensificato con infusi di erbe.

"Passaggio del Mar Rosso" (1527); (la follia del Faraone)

"Diluvio universale" (1526); ("Restauratio humana" - il ripristino dell'uomo)

"Giuditta e Oloferne" (1527); ("Viduitatis gloria" - la gloria della vedovanza)

"Davide e Golia" (1526); ("Maximi certaminis victoria" - la vittoria del duello più grande)

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SANTA MARIA MAGGIORE- OPERE DEL FANTONI

Nella basilica (navata laterale di sinistra), è esposto l'esuberante confessionale (1704-1705) opera di Andrea Fantoni, che fu portato qui dall’oratorio di Zandobbio. Esso viene considerato l’apologia della confessione: Dio tra la Verità e il Silenzio sovrasta la scena della consegna delle chiavi a S. Pietro. Ai lati, a schermo del penitente, sono rappresentati la Penitenza e il Tempo.

Particolare:medaglione centrale

Confessionale del Fantoni

12-05-2004 Oggi siamo rimasti in Città Bassa e abbiamo analizzato alcuni palazzi nel centro di Bergamo. Per prima cosa abbiamo analizzato il palazzo d’angolo di via G.D’alzano. La facciata principale di questo palazzo è divisa in tre corpi di fabbrica, uno centrale e due ali in leggero aggetto, cioè leggermente sporgenti rispetto ad un piano di fondo, in questo caso il corpo centrale. Quest’ultimo è diviso in tre ordini, dall’alto al basso:

1. alla sommità dell’ordine superiore troviamo un timpano, cioè una superficie triangolare racchiusa nella struttura del frontone e spesso posta al di sopra di porte e finestre; sotto al timpano si trova una parete

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ai cui lati si sviluppano due loggette limitate da quattro colonnine molto semplici, lisce, leggermente rastremate, con una lieve entasi, con una base e un capitello libero.

2. l’ordine di mezzo è liscio e vi compaiono solo le finestre. Queste sono incorniciate da del bugnato rigato e decorate da un concio centrale . le tettoie delle finestre sono decorate da perline.

3. l’ordine inferiore è invece tutto in bugnato a punta di diamante o rigato e nella parte corrispondente all’ingresso il bugnato è alternato a delle formelle decorate con un fiore a cinque petali. La decorazione di queste formelle è eseguita in positivo alternate ad altre in negativo.

Il primo e il secondo ordine sono divisi da un cornicione marcapiano molto importante organizzato su più piani: troviamo un fascione liscio , una gola, cioè un fascione rientrante, una fusarola e ancora un fascione liscio; sotto a questo cornicione vi è infine una decorazione a ovuli. L’ingresso di questo palazzo è costituito da un portico composto da un’architrave sorretta da due colonne a tutto tondo e da due semicolonne ai lati. Queste colonne sono di stile dorico, rastremate e senza entasi anche se non sono monolitiche, bensì formate da più rocchi. Il portale, cioè la mostra o cornice dell’apertura, è leggermente strombato verso l’interno ed è a forma trilitica in marmo. Il materiale costruttivo maggiormente utilizzato è il cemento, che viene appunto utilizzato per tutto il bugnato e le decorazioni delle finestre. Questo palazzo è stato costruito nel 1930, cioè in piene epoca fascista. Questo giustifica i molti richiami classici proprio per dare l’impressione e l’idea della potenza dell’Impero Romano. Siamo poi andati in via Ghislanzoni dove abbiamo notato un altro palazzo di epoca fascista. La sua caratteristica principale è un puro razionalismo che crea quindi una struttura molto sobria, semplice, lineare e squadrata. I cantoni dell’ingresso sono arrotondati e al secondo piano sono visibili delle colonnine molto semplici ed essenziali. Siamo poi andati in piazza Dante e nel portico che corre lungo due lati della piazza abbiamo analizzato le volte a crociera formate dall’intersezione di due volte a botte e che formavano così delle campate. La campata è lo spazio delimitato da quattro colonne o pilastri che sorreggono una volta a crociera. Le

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volte erano decorate con la tecnica del graffito e raffiguravano dei motivi fitomorfi.

19-5-2003 Oggi siamo rimasti in Città Bassa e abbiamo visto alcune delle chiese lungo la Via S. Alessandro. Partendo da Piazza Pontida abbiamo incontrato la chiese di Sant’Alessandro in Colonna. La pianta è composta da una sola navata centrale e un transetto di dimensioni limitate . Su ogni lato della navata ci sono quattro cappelle dedicate a vari santi e una più importante dedicata al Santo Sacramento. Sopra all’altare principale vi è la cupola decorata con dipinti. La navata è divisa in sei campate, la cui divisione è rimarcata sul soffitto da delle costolonature. Lungo la navata centrale correva una loggia camminabile delimitata da delle colonnine. Su un lato dell’abside vi è la cantoria, cioè l’organo e il balconcino che lo sorregge. In tutta la chiesa ci sono undici altari, quello principale, due alle estremità del transetto e gli altri nelle varie cappelle. Nella cappella dedicata al Santo Sacramento si trova un altare secondario, arricchito dal ciborio, cioè un tempietto che custodisce una statua o più propriamente il tabernacolo. Attorno al ciborio ci sono dei candelieri diversi dai candelabri perché a differenza di questi ultimi hanno solo un braccio. Uscendo siamo passati da una porta a bussola, ovvero una struttura diaframma che crea un piccolo ambiente. La facciata di questa chiesa è organizzata su due ordini:

1. in quello inferiore vi sono l’ingresso principale, sovrastato da una lunetta decorata, e due ingressi secondari, sovrastati invece da un timpano. Sopra a questi ultimi vi sono due statue, San Pietro e San Paolo.

2. l’ordine superiore è occupato solamente da una finestra proseguendo lungo la via S. Alessandro abbiamo trovato sulla nostra destra la chiesa di Santa Maria Maddalena, appartenente alla confraternita dei Disciplini, ed ora chiusa per dei restauri e lavori di ristrutturazione.

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Sempre salendo verso Città Alta in via S. Alessandro abbiamo trovato il Monastero di San Benedetto. Spesso questi monasteri erano molto grandi e contenevano al loro interno oltre alla chiesa anche un ospedale, la farmacia e molte altre strutture che consentivano di svolgere la vita dei monaci all’interno del monastero. In questo non vi è per esempio l’ospedale perché il poco spazio non ne consentiva la costruzione. La facciata della chiesa del monastero è molto semplice e le decorazioni sono principalmente in cotto e con affreschi. Le decorazioni in cotto si trovano soprattutto nella parte superiore della facciata, cioè nei cornicioni, dentelli e dentelloni, fusarole, decorazioni a ovuli e nelle tegole. Siamo poi passati dal Vicolo delle Torri, un resto dell’antico borgo medievale. Si può infatti vedere come le case si adattino alla strada che genera anche delle rientranze o delle sporgenze dei muri delle case.