12
E ditoriale iamo al secondo anno di vita de “L’Alfiere”. Festeggiamo con grande soddi- sfazione questo traguardo perché l’avventu- ra intrapresa non era né facile né scontata. Ci sono stati d’aiuto i tanti suggerimenti e consigli – le critiche anche - dei soci e dei lettori, ma quando sei guidato dalla passione ogni sforzo viene affrontato con entusiasmo. Viviamo quindi con legittimo orgoglio questo momento storico, giunti a oltre cinquantasette anni dalla fondazione della nostra Associazione. “L’Alfiere” si avvale dell’impegno straordinario e disinteressato di tanti «giornalisti volontari». È grazie al loro lavoro che cercheremo di mantenere aperto il legame e il dialogo con i soci, con la città, con il mondo della Giostra e con quanti ci ammirano e ci supportano. L’anno 2017 si è aperto con l’esibizione in Oman, di cui trovate un ampio resoconto all’interno. Siamo certi che lo strepitoso successo ottenuto in questa prestigiosa trasferta sia di favorevole auspicio per i prossimi S 1 L’ALFIERE - n. 1 - 2017 L’ALFIERE Periodico di informazione dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo Autorizzazione Tribunale Arezzo n. 2/16 del 23/05/16 - Dir. Resp.: Sergio Rossi - Coordinamento redazionale: Romano Junior Vestrini, Daniele Serboli - L’ALFIERE - Pubblicazione a cura dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo, Piazzetta del Praticino, 7 - 52100 Arezzo - Hanno collaborato: Riccardo Nardi, Lorenzo Diozzi, Simone Duranti, Ugo Baldesi, Lorenzo Buracchi e Francesco Ricciarini - Foto: archivio Sbandieratori Anno II – n. 1 Aprile 2017 Notizie dall’Associazione Successo straordinario in Oman 2 Dietro le quinte Sbandieratori, scuola di vita 4 T rasferte memorabili Corea 2000 e 2006: Seoul Drum Festival 6 Giostra e dintorni Intervista all’Associazione «Signa Arretii» 8 Parola alla storia La storia del Gruppo Sbandieratori – Parte I 10 L’angolo del circolo Festa di carnevale e tornei in sede 12 S ommario numerosi impegni e per le Giostre del Saracino di giugno e settembre, di cui avremo modo di parlare nei numeri successivi. Ci preme stavolta evidenziare una fondamentale novità: dalla prossima dichiarazione dei redditi sarà possibile destinare agli Sbandieratori il 5 per mille. Questo offrirà l’opportunità di dare sostegno concreto e gratuito ad un’Associazione che vive di autofinanziamento, di per sé non sufficiente a bilanciare i forti costi di gestione: confidiamo quindi nella partecipazione di tutti coloro che hanno a cuore il nostro Sodalizio. Buona lettura! Sergio Rossi

Presentazione standard di PowerPoint · 2020. 12. 9. · In primo piano iovedì 16 marzo, presso i locali della sede, si è tenuta la presentazione del libro «Mille bandiere fra

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  • Editoriale

    iamo al secondo anno di vita de

    “L’Alfiere”. Festeggiamo con grande soddi-

    sfazione questo traguardo perché l’avventu-

    ra intrapresa non era né facile né scontata. Ci sono

    stati d’aiuto i tanti suggerimenti e consigli – le

    critiche anche - dei soci e dei lettori, ma quando sei

    guidato dalla passione ogni sforzo viene affrontato

    con entusiasmo. Viviamo quindi con legittimo

    orgoglio questo momento storico, giunti a oltre

    cinquantasette anni dalla fondazione della nostra

    Associazione. “L’Alfiere” si avvale dell’impegno

    straordinario e disinteressato di tanti «giornalisti

    volontari». È grazie al loro lavoro che cercheremo

    di mantenere aperto il legame e il dialogo con i soci,

    con la città, con il mondo della Giostra e con

    quanti ci ammirano e ci supportano. L’anno 2017 si

    è aperto con l’esibizione in Oman, di cui trovate un

    ampio resoconto all’interno. Siamo certi che lo

    strepitoso successo ottenuto in questa prestigiosa

    trasferta sia di favorevole auspicio per i prossimi

    S

    1L’ALFIERE - n. 1 - 2017

    L’ALFIEREPeriodico di informazione dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo

    Autorizzazione Tribunale Arezzo n. 2/16 del 23/05/16 - Dir. Resp.: Sergio Rossi - Coordinamento redazionale: Romano Junior Vestrini, Daniele Serboli -

    L’ALFIERE - Pubblicazione a cura dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo, Piazzetta del Praticino, 7 - 52100 Arezzo - Hanno collaborato: Riccardo Nardi, Lorenzo

    Diozzi, Simone Duranti, Ugo Baldesi, Lorenzo Buracchi e Francesco Ricciarini - Foto: archivio Sbandieratori

    Anno II – n. 1

    Aprile 2017

    Notizie dall’AssociazioneSuccesso straordinario in Oman

    2

    Dietro le quinteSbandieratori, scuola di vita

    4

    Trasferte memorabiliCorea 2000 e 2006: Seoul Drum Festival

    6

    Giostra e dintorni Intervista all’Associazione «Signa Arretii»

    8

    Parola alla storiaLa storia del Gruppo Sbandieratori – Parte I

    10

    L’angolo del circoloFesta di carnevale e tornei in sede

    12

    Sommario

    numerosi impegni e per le Giostre del Saracino di

    giugno e settembre, di cui avremo modo di parlare

    nei numeri successivi.

    Ci preme stavolta evidenziare una fondamentale

    novità: dalla prossima dichiarazione dei redditi sarà

    possibile destinare agli Sbandieratori il 5 per mille.

    Questo offrirà l’opportunità di dare sostegno

    concreto e gratuito ad un’Associazione che vive di

    autofinanziamento, di per sé non sufficiente a

    bilanciare i forti costi di gestione: confidiamo

    quindi nella partecipazione di tutti coloro che

    hanno a cuore il nostro Sodalizio.

    Buona lettura!

    Sergio Rossi

  • Successo straordinario in Oman

    l 2017 si è aperto nel migliore dei modi per

    l’Associazione poiché nei primi giorni di

    gennaio il gruppo è stato protagonista della

    importante trasferta a Muscat, capitale del Sultanato

    dell’Oman. Questo impegno ha richiesto alla squa-

    dra composta da musici, sbandieratori e capitanata

    da Giacomo Romanelli diverse settimane di prepa-

    razione. Gli allenamenti al freddo dei mesi invernali

    erano però scaldati dall’aspirazione di volersi esibire

    al meglio nel clima mite della penisola araba. Lo

    spettacolo si è tenuto a seimila kilometri da Piazza

    Grande presso i giardini del teatro dell’Opera di

    Muscat in occasione dell’evento “Celebrating

    Oman: The Great Journey” con il quale per tre

    giorni consecutivi il Sultano dell’Oman ha voluto

    celebrare la propria nazione. Questo evento ha

    visto la partecipazione di decine di gruppi di artisti

    e ha ripercorso i vari momenti storici dello Stato

    arabo dalla sua nascita allo sviluppo economico

    degli ultimi trenta anni. Le esibizioni degli

    sbandieratori hanno rappresentato con il lancio

    delle loro bandiere unite a quelle dell’Oman proprio

    il momento di benessere più attutale. Tra i tanti spet-

    Gli altri impegni di inizio annoe altre esibizioni degli Sbandieratori in

    questi primi mesi dell’anno sono state il

    14 Gennaio in Duomo per l’Offerta dei

    Ceri a Beato Gregorio X, evento giunto alla

    ventesima edizione che segna l’inizio dell’Anno

    Giostresco e il 15 Febbraio per celebrare la Ma-

    donna del Conforto. Questi due appuntamenti,

    ai quali partecipano tutti

    i gruppi e quartieri della

    Giostra, sono tra i più

    importanti incontri del

    mondo del Saracino con

    la tradizione religiosa

    della città. Inoltre il 19

    Febbraio nella cornice

    di Castiglion Fibocchi il

    gruppo si è esibito per il Carnevale dei figli di

    Bocco in una festa alla quale l’Associazione

    partecipa sempre con grade entusiasmo.

    NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE

    2

    Lorenzo Diozzi

    I

    L’ALFIERE - n. 1 - 2017

    Ltatori erano anche presenti le più importanti cariche

    politiche nazionali ed internazionali presenti nella

    capitale del sultanato.

    Gli altri gruppi che sono stati chiamati

    dall’organizzazione dello spettacolo erano formati

    da atleti, musicisti ed artisti di altissimo livello e

    facenti parte di realtà artistiche di natura

    professionale. Questa differenza tra la nostra

    passione gratuita e volontaria e le altre realtà

    presenti nel teatro non ha però rappresentato un

    ostacolo bensì è stato un volano per spingere al

    massimo le nostre capacità.

    Il 2017 inizia con una trasferta di grande prestigio in Medio Oriente

  • NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE

    3L’ALFIERE - n. 1 - 2017

    Il capotrasferta è stato Ucellino, noto anche come

    Giacomo Romanelli, che più volte prima delle

    prove e delle esibizioni ha radunato musici e

    sbandieratori richiamando alla concentrazione ed

    evocando nei vari componenti del gruppo lo spirito

    di unione e affiatamento che ha reso di alto livello

    ogni lancio di bandiera e nota musicale. La trasferta

    tuttavia ha avuto anche dei momenti di difficoltà: i

    bagagli del gruppo che contenevano costumi,

    strumenti e bandiere sono arrivati con un giorno di

    ritardo rispetto all’arrivo degli sbandieratori e

    all’inizio delle prove organizzate dalla regia

    dell’evento. Questo ritardo che può sembrare

    minimo era invece un potenziale ostacolo per lo

    svolgimento di tutto lo spettacolo. Tuttavia

    dimostrando di essere un gruppo unito e coeso gli

    sbandieratori hanno saputo gestire il difficile

    momento dimostrando poi fortunatamente nel

    secondo giorno di prove il proprio potenziale. Le

    difficoltà sono poi presto andate in secondo piano

    e sono state sostituite dall’entusiasmo naturale

    provato a seguito delle ben riuscite esibizioni e degli

    apprezzamenti e complimenti ricevuti dal pubblico,

    dalla regia e dall’organizzazione dello spettacolo.

    Ogni sera dopo le esibizioni il gruppo si è divertito

    a riguardare i propri lanci e ascoltare le proprie

    musiche non su Teletruria, come succede sempre

    dopo il Saracino ma su OmanTv la rete nazionale

    che ha trasmesso lo spettacolo in tutto l’Oman.

    Nella trasferta ci sono stati dei momenti in cui gli

    sbandieratori non hanno dovuto vestire costume e

    stivali e si sono concentrati nel visitare le attrazioni

    della città di Muscat come la Grande Moschea, la

    spiaggia oceanica e il mercato nel quale ognuno ha

    comprato la tunica tradizionale dell’Oman e tanti

    altri oggetti per ricordo e regalo. Merita inoltre di

    essere ricordata la giornata in cui il gruppo ha

    visitato il deserto a bordo di alcuni fuoristrada

    guidati da esuberanti guide turistiche per poi fare

    una rilassante tappa in mezzo ad impervi monti

    privi di vegetazione tra i quali come per miraggio si

    trova una oasi di acqua dolce.

    Questa trasferta ha permesso alle bandiere e

    musiche della nostra città di unirsi ai simboli

    dell’Oman: i colori e gli stemmi disegnati da Piero

    della Francesca in Toscana nel XV secolo hanno

    infatti sfilato vicino ad edifici dalla struttura

    architettonica araba.

    In questa occasione il Gruppo Sbandieratori non è

    solo stato ambasciatore di Arezzo in una parte del

    mondo ma anche ambasciatore di importanti valori

    come il rispetto delle diverse tradizioni e la

    collaborazione con esse per raggiungere momenti

    di armonia e bellezza.

  • DIETRO LE QUINTE

    4

    Sbandieratori, scuola di vita

    Entrare negli Sbandieratori ha un significato che va ben oltre l’indossare un costume medievale

    Riccardo Nardi «FLEBO»

    L’ALFIERE - n. 1 - 2017

    hi non conosce l’immagine del Gruppo

    Sbandieratori di Arezzo?! I nostri alfieri

    fotografati mentre si esibiscono nelle piazze

    più belle dei cinque continenti, da Parigi a New York,

    da Beirut a Johannesburg, spingendoci poi fino a

    Melbourne.

    Inutile ripetere quale impegno richieda il

    raggiungimento di tali risultati… si sa! 80 ragazzi di

    estrazione sociale variegata: dal professore di storia (che

    ci tiene informati sugli Unni e gli Ittiti), all’artigiano (che

    mobilita i ragazzi per ristrutturare la sede ogni tre

    giorni) o al commerciante orafo (esperto di

    SPAGNUOLO), per non parlare poi dell’alto ufficiale

    (disarmato perché obiettore di coscienza). Fasce di età

    che vanno dai 14 anni dei più giovani ai 70 di Edo, il

    “Re del capèllo”, (Edo lo sai che ti voglio bene eh!);

    tutte persone che dopo una dura giornata di lavoro o di

    studio trovano la voglia e lo spirito, togliendo del

    tempo alle proprie famiglie, per andare ad impegnarsi

    per il gruppo. Tenete presente che anche chi non ha

    più l’età per fare trasferte, continua a dare un

    contributo al gruppo come socio, come consigliere,

    oppure più semplicemente aiutando i più giovani nelle

    più svariate iniziative, che vanno dalle cene, alla

    pubblicazione di un giornale, alla partecipazione a feste

    C

    più o meno impegnative come fu il Medioevo Aretino

    o recentemente Arezzo Back in Time.

    Quindi la domanda può sorgere spontanea: “ma chi

    ve lo fa fare?”

    Chi ve lo fa fare di affrontare viaggi snervanti in

    pullman, oppure in aereo, per andare a stamburellare

    (nel mio caso) in altre città o paesi? Oggi un viaggio è

    alla portata di tutti, senza troppo impegno o stress!

  • In primo pianoiovedì 16 marzo, presso i locali della sede, si è tenuta la presentazione del libro

    «Mille bandiere fra storia e memoria», che ripercorre la storia del Gruppo dalle ori-

    gini ai suoi primi grandi successi internazionali, attraverso una raccolta di memorie,

    emozioni e sensazioni di coloro che per primi hanno fatto parte dell'Associazione. La serata,

    introdotta dal Presidente Giovanni Bonacci e coordinata da Ugo Baldesi, è stata animata dagli

    interventi, tra gli altri di Rodolfo Grotti, Giorgio Landini e Claudio Saviotti.

    DIETRO LE QUINTE

    5L’ALFIERE - n. 1 - 2017

    Deve esserci altro! Entrare negli Sbandieratori ha un

    significato che va ben oltre l’indossare un costume

    medievale e sfilare.

    Quando un giovane entra nel gruppo, può sembrare

    crudele, ma viene messo alla prova sistematicamente,

    con battute provocatorie, domande che possono

    sembrare imbarazzanti per un adolescente, qualche

    scherzetto ben fatto.

    Un esempio: al ritorno dall’ultima trasferta in Oman,

    durante lo scalo ad Abu Dhabi, ci siamo appisolati

    tutti in sala di attesa e, al momento di ripartire, il

    Soldani - detto “il Ciaccia” per la sua curiosità

    ossessiva - non si era svegliato (vedi foto a pagina 4) ed è

    bastato uno sguardo fra tutti noi per capire che era il

    momento di agire: ci siamo allontanati di pochi metri

    e ci siamo nascosti…vedere la sua reazione nel

    trovarsi solo al risveglio, in un aeroporto straniero, è

    stato esilarante ed istruttivo.

    MA! (il ma è da leggere alla Chiericoni) tutto questo

    fa sì che loro possano abbassare tutte le proprie

    difese e, sempre seguiti da vicino dai diversamente

    giovani (noi più vecchiotti), semplicemente farsi

    conoscere a fondo.

    Ed è allora che il gruppo li accoglie e li accetta con

    tutti i loro pregi e difetti, aiutandoli a crescere e

    migliorare.

    A questo punto sono pronti per costruire amicizie

    che li terranno legati al gruppo per mooooolto tempo.

    …Nella misura in cui conosci un amico, puoi

    scherzare, giocare, lavorare con lui, senza ferirlo o

    mancargli di rispetto…….

    Conosciamo i consiglieriMario Boncompagni: il Responsabile Trasferte

    Romano Junior Vestrini

    riginario di

    Monterchi,

    voci narrano

    che ne sia pratica-

    mente proprietario, il

    Mario è sicuramente

    uno dei volti più noti

    del Gruppo e uno dei

    più “soprannominati”, in omaggio ad una

    caratteristica fisica che lo rende facilmente

    identificabile. Si dice addirittura che una volta,

    trovatasi perfettamente allineata al sole, la sua

    testa si sia sostituita alla luna causando un’ap-

    parentemente misteriosa eclissi totale. Trala-

    sciando le leggende, Mario, che devolvendo il

    suo 5x1000 all’Associazione diventerà anche lo

    Sbandieratore più amato, è ormai da molti anni

    il nostro Responsabile delle trasferte, dimo-

    strando sul campo capacità degne di un vero

    professionista del settore. Ragazzo schietto e

    sincero, è sicuramente una delle persone più

    autenticamente buone che ci siano nel Grup-

    po e, senza dubbio, uno dei consiglieri più ope-

    rosi. Vanta ad oggi oltre 430 trasferte (facile,

    essendo colui che le trova) in giro per il mondo.

    O

    www.sbandieratori.arezzo.it #SbandieratoriArezzo SbandieratoriArezzoSbandieratori di Arezzo

    G

  • TRASFERTE MEMORABILI

    6

    Corea 2000 e 2006: Seoul Drum Festival

    Protagonisti in occasione di uno dei più importanti eventi percussionistici

    L’ALFIERE - n. 1 - 2017

    Simone Duranti

    on sempre gli Sbandieratori di Arezzo

    vengono chiamati ad esibirsi per l’ecceziona-

    lità del loro maneggiar le insegne ma può ca-

    pitare che la richiesta parta dall’interesse nei confronti

    del settore musicale del gruppo. Così è stato almeno in

    due occasioni: l’invito e la partecipazione al Seoul

    Drum Festival, importante avvenimento percussio-

    nistico di rilevanza mondiale che si tiene annualmente

    in Corea del Sud. La nostra partecipazione, col gruppo

    tamburi al completo ed una rappresentanza contenuta

    di sbandieratori, ha riguardato le edizioni 2000 e 2006.

    È comprensibile che con un focus principale nella

    musica e nelle percussioni in particolare, le nostre

    preoccupazioni si siano concentrate sulla costruzione di

    performances con il tamburo al centro della scena e la

    qualità delle nostre esibizioni (su palchi e sfilate in

    parate cittadine) è stata garantita dalla direzione tecnica

    di Ivan Luttini, a lungo riferimento di questo settore

    degli sbandieratori. Ivan è stato colui che negli anni ha

    insegnato la tecnica del tamburo a decine di nuove leve,

    curandone la crescita con competenza ineccepibile,

    oltre che con gusto musicale particolarmente elevato.

    Non nuovi all’estremo oriente, ci siamo calati con

    entusiasmo in una realtà dal passato millenario, tanto

    poco conosciuta al visitatore odierno se non per alcuni

    ovvi motivi storici, a partire dal recente passato nove-

    centesco della guerra fra le due Coree. Chi può spinger-

    si verso un passato più remoto avrà cognizione del

    ruolo storico di quell’antico e potente impero coreano,

    composto da svariate dinastie e numerose ripartizioni

    territoriali di quella penisola che fu in grado di resistere

    per decenni ai tentativi di assoggettamento da parte

    mongola. Fu solamente nel XIII secolo, con Kublai

    Khan (nipote del celebre Gengis), che la dinastia

    “Goryeo” dovette accettare l’asservimento alla potenza

    militare mongola e alla superiorità schiacciante della sua

    cavalleria d’assalto. Detto per inciso, è proprio da

    questa dinastia che deriva il nome di Corea. La Seoul

    degli anni duemila è una immensa metropoli di più di

    dieci milioni di abitanti all’interno della quale convivono

    le elevatezze tecnologiche vetro/acciaio dei grattacieli

    N

    della Samsung con le case di legno, derivazione di un

    orientalismo antico e raffinato. Non si stupisca quindi il

    viaggiatore odierno nel non trovare numerosi reperti

    architettonici del passato remoto, vista la deperibilità di

    strutture quasi completamente realizzate in legno

    dipinto. Nel contesto urbano si confrontano pertanto il

    fragile passato di una cultura largamente permeata dal

    buddismo e un approccio occidentale molto accen-

    tuato, tipico di quelle realtà di confine fra socialismo e

    capitalismo. La penisola di Corea resta infatti un angolo

    di mondo in parte cristallizzato nell’atmosfera di una

    guerra fredda che non sembra essersi conclusa. Uno dei

    paradossi di questa condizione riguarda proprio la

    percezione che noi occidentali abbiamo della Corea

    “democratica”: l’esistenza della Corea del Nord, con la

    sua opprimente dittatura personalistica ormai fuori dal

    tempo, impedisce qualunque riflessione sulle qualità

    della democrazia della Corea del Sud. In pochi

    ricordano l’esistenza di una recente dittatura in questo

    paese, così salda e capillare da condizionare ancora oggi

    il potere politico ed economico locale. Solo di sfuggita

    leggiamo infatti del vasto sistema di corruzione che lega

    oggi i vertici del governo di Seoul con i principali

    gruppi economico-finanziari della nazione. Ma a questo

    punto entrano in gioco fattori complessi di apparte-

    nenza e visione del mondo, a dimostrazione che sul

  • TRASFERTE MEMORABILI

    7

    piano intellettuale e delle scelte personali noi uomini

    dell’occidente siamo ancora troppo condizionati dal

    fronteggiamento fra i blocchi e poco inclini a ragionare

    su quanto ancora faccia comodo alla politica degli affari

    agitare davanti agli occhi dei cittadini lo spauracchio

    delle dittature classiche. Fra i luoghi importanti di visita

    turistica in Corea c’è senza dubbio il monumento eretto

    sul 38° parallelo, dal quale si osserva quel fiume che

    divide i due paesi dalla fine della seconda guerra

    mondiale. Analogamente a quanto avvenne in Europa

    con la sconfitta del nazi-fascismo, anche la Corea,

    occupata per 35 anni dall’impero giapponese, venne

    ripartita in una zona sovietica e in una americana.

    Teatro di scontri sanguinosi e laceranti nella guerra

    civile fra il 1950 e il ‘53, il fiume separa due luoghi che, a

    partire dalle diverse visioni del mondo, sono cambiati

    anche per ambiente e geografia. Colpisce, dalla sponda

    sud, osservare quel nord silenzioso e scarsamente illu-

    minato dove domina una jungla che avvolge anche

    idealmente di mistero un paese sconosciuto per chiusu-

    ra quasi impermeabile. Eppure, come di fronte ad ogni

    muro, reticolato e diaframma culturale, i coreani conti-

    nuano a cercarsi e ricercarsi, caparbiamente interessati a

    conservare legami familiari ed amicali spezzati dalle

    divisioni politiche ed amministrative. Parlando con un

    soldato dall’inglese stentato mi sono sentito dire: “ep-

    pure di qua e di là mangiamo le stesse alghe bollite…

    siamo la stessa gente”. Le alghe: ci sono momenti nei

    quali lo scontro culturale e di civiltà si fa palpabile fra

    oriente ed occidente. Assicuro i lettori che, anche arma-

    to della migliore volontà ed apertura, sedersi come ci è

    capitato in un bistrot di cucina tradizionale, di fronte ad

    una scodella di alghe bollite non è possibile farcela.

    L’ALFIERE - n. 1 - 2017

    Si tratta di vegetali elastici del colore e della consistenza

    di una camera d’aria di bicicletta, lunghi circa un metro,

    e serviti senza particolari orpelli come piatto principale.

    Al primo assaggio si rimane disturbati dal sapore di

    mare di porto, di risacca; poi si passa alla consistenza e

    ci si rende conto dell’impossibilità di andare avanti. Va

    da se che il gruppo nella prima esperienza a Seoul dette

    prova di completa insofferenza verso i piatti tipici locali

    e tese ad orientarsi per il resto del soggiorno verso

    pizzerie dalle insegne e dagli odori industriali più

    rassicuranti. L’ultimo riferimento doveroso alla tradi-

    zione culinaria coreana necessita di ricorrere ad un

    aneddoto. In una domenica di sole parte del gruppo si

    recò a svagarsi in un grande parco pubblico. Improv-

    visamente sopraggiunse un velocipede che al suono

    della trombetta richiamava soprattutto i bambini come

    accade da noi col gelataio. Osservo la scena e fra l’incre-

    dulo e il divertito metto a fuoco che cosa vendeva l’am-

    bulante: insetti vivi di ogni specie, grado e forma, molti

    dei quali sono normalmente raffigurati sugli spray che

    servono da noi per sterminarli o sui furgoni della

    disinfestazione. I bambini felicissimi col soldino in ma-

    no scambiavano la banconota con un cono di carta do-

    ve al posto di olive e castagne c’era in tutta la sua croc-

    cantezza una manciata di insetti carbonizzati al mo-

    mento su una lastra rovente. Sono queste in effetti le

    sfide più tollerabili, per quanto insidiose, del multicul-

    turalismo dell’epoca che ci tocca di vivere. Senza

    pregiudizi, con curiosità ed apertura, gli sbandieratori

    anche in Corea si sono confrontati con le diversità,

    interrogandosi e mettendosi in discussione. Ma pur

    senza rimpiangere lo spaghetto, di fronte all’insetto

    flambeau abbiamo battuto in ritirata!

  • GIOSTRA E DINTORNI

    8

    Intervista all’Associazione Signa Arretii

    Il Presidente Stefano Giustini tra passato, presente e futuro

    Daniele Serboli, Romano Junior Vestrini

    L’ALFIERE - n. 1 - 2017

    Signa arretii: fanti ma non solo. Stefano, raccon-

    taci questa associazione.

    Innanzitutto mi fa piacere quello che hai detto, “fanti

    ma non solo”, anche perchè non siamo solo il gruppo

    fanti. Nella nostra Associazione sono presenti tutti i

    simboli di Arezzo, signa aretii significa insegne di

    Arezzo: i fanti portano il cavallo inalberato (non

    rampante!!!), poi abbiamo gli antichi gonfaloni del

    popolo, il bipartito rossoverde del comune (mentre il

    cavallo era la Città), abbiamo le insegne della parte

    guelfa e ghibellina e gli stemmi dei quattro quartieri,

    quindi tutta l’araldica aretina medievale e moderna.

    Il motto “Ubi nos Arretium est” ovvero, “dove siamo noi

    c’è Arezzo”, non segue la forma latina perfetta perchè

    si pensa che nel medioevo il latino non fosse così pre-

    -ciso e diffuso. Proposi questa frase all’allora preside del

    liceo classico Prof. Giugnoli, il quale ci diede

    l’approvazione ad utilizzare questa forma particolare.

    Per te cosa significa indossare questi abiti?

    Indossare questi costumi deve essere un privilegio,

    dietro questi costumi c’è la storia della nostra città: i

    fanti del comune sono nominati addirittura nello

    statuto della città del 1327.

    Per quanto mi riguarda, ho avuto l’onore di vestire il

    costume di sergente dei fanti, una fortuna che ho avuto

    e che mi riempie di orgoglio, come mi riempie di

    orgoglio la crescita esponenziale di questo gruppo.

    In merito a questa grande crescita, quali sono i

    progetti futuri nel medio-lungo periodo?

    Questa associazione è cresciuta moltissimo, sia a livello

    quantitativo che qualitativo e la recente inaugurazione

    della sede è un vanto per tutta la città. Riusciamo a

    creare degli eventi e delle iniziative molto interessanti,

    quindi per il futuro l’obiettivo è quello di provare a

    mantenerci su questi binari e confermarli.

    Quale tipo di collaborazione concreta vedi nei tre

    gruppi non facenti parte della competizone.

    Siamo tre Associazioni, ciascuna con una propria

    caratteristica.

    ‘Associazione "SIGNA ARRETII" dopo un lungo percorso di crescita, si costituisce ufficialmente nel

    2007. Ne fanno parte le figure dei Valletti, Vessilliferi e Fanti, in qualità di Rappresentativa Comunale,

    anche al di fuori del contesto giostresco, ruolo in questi anni svolto in più occasioni in Italia ed all'estero.L

  • GIOSTRA E DINTORNI

    9L’ALFIERE - n. 1 - 2017

    a parte la collaborazione classica all’interno della

    Giostra, potrebbe essere interessante sedersi di fronte

    ad un tavolo e porsi obiettivi ben precisi per creare

    qualche cosa di nuovo: un esempio, mi piacque molto

    quando il Gruppo Musici si esibì in concerto,

    rappresentando la propria storia, in Piazza Grande. Su

    quella scia, noi abbiamo pensato di realizzare una

    rappresentazione teatrale su Campaldino: mettersi alla

    prova è alla base di tutto.

    Un ricordo di quando indossavi il costume da

    sergente?

    Il ricordo più bello, devo citarlo, è stato quando non

    ero vestito: il 4 luglio 2015 quando abbiamo aperto la

    nostra nuova sede, il coronamento di un percorso che

    mi ha emozionato fortemente.

    Cosa cambieresti della Giostra?

    Dal punto di vista pratico, il “canovaccio” della Giostra

    del Saracino non ha bisogno di grandi stravolgimenti.

    Devo però segnalare troppo “provincialismo” nei

    figuranti: noi cerchiamo di porre molta attenzione ai

    dettagli quando indossiamo il costume, cosa che non

    sempre si può dire dei quartieristi. Un esempio banale è

    l’utilizzo dei foulard sopra al costume storico.

    Abbiamo parlato di questi tre gruppi:

    Associazione Signa Arretii, Gruppo Musici della

    Giostra e Associazione Sbandieratori. Recente-

    mente sono avvenuti episodi sgradevoli durante le

    sfilate e a fine manifestazione. Perché secondo te?

    Il motivo è quello che dicevo prima, non c’è una reale

    percezione di quello che rappresentiamo e quello che

    facciamo. Siamo è un biglietto da visita per i turisti e

    vedere offesa una rappresentativa comunale, o vedere

    una persona in borghese «sfidare» una persona in

    costume non è un bel segno: c’è da lavorare molto

    sotto questo punto di vista.

    Hai un consiglio da agli Sbandieratori?

    Non posso dare consigli ad un’associazione che ammi-

    ro. Mutuo un detto dei bersaglieri: “Sbandieratori è per

    sempre”. Ho fatto circa 7 anni di gruppo attivo e sono

    stati 7 anni molto intensi, sono felice di essere socio di

    questa associazione che, come altre in questo ambito, fa

    le cose con il cuore: ci vuole la passione alla base, ma se

    non c’è il cuore non si appianano certe situazioni.

    In evidenzaPubblichiamo, ringraziando l’autrice per averci omaggiato di

    questo componimento, la poesia dedicataci dalla Prof.ssa Daniela

    Calzoni. Aretina di nascita, Daniela è docente di Lingua e

    Letteratura Inglese e trascorre gran parte del suo tempo in

    Irlanda. Ha pubblicato una raccolta di poesie «Risvegli» (ed.

    Iride), è tra gli autori dell’antologia «Toscano» ed ha partecipato

    a vari concorsi ottenendo numerose menzioni d’onore.

    Danza di bandiere

    Leggere come piume si librano nel cielo

    sembrano danzare cullate dalle nuvole serene

    serene scivolano morbide come a coprire le stelle

    che di luce propria luccicano dalla notte dei tempi.

    Perfette si allineano a tempo, schierate e attente

    custodi di un sigillo storico con fierezza mostrano

    l’arcobaleno di colori che solo il pennello virtuoso

    di abile artista può catturare e rendere immortale.

    Ecco, immortale ora mi sembra lo sbandieratore

    soldato o atleta senza tempo, avvolto dal drappo

    che dolce quasi accarezza la terra o soffia nell’aria

    varca confini di corti e palazzi, si posa su piazze.

    Alza lo sguardo, quanta meraviglia in quelle sfumature

    quanto sgomento in quei giochi di luce e ombre

    solidale l’intesa tra chi adesso con passione sventola

    e colui che da stesso amore animato fu, adesso afferra.

  • olti sanno, ed è stato da più parti scritto, che

    il Gruppo Sbandieratori nacque ufficialmen-

    te nel novembre del 1960 per volere del Dr.

    Alberto Mario Droandi, all’epoca direttore dell’Ente

    Provinciale per il Turismo di Arezzo (EPT). Senza

    farne l’esegesi, va detto semplicemente, per spiegare le

    motivazioni che portarono Droandi a creare quella

    compagine, che l’EPT, ente pubblico controllato e

    finanziato dal Ministero del Turismo e dello Spetta-

    colo, aveva tra i molteplici compiti istituzionali quello

    di coordinare e svolgere la propaganda turistica (oggi

    diremmo promozione turistica) del territorio di propria

    competenza. Pertanto dopo che l’EPT di Arezzo ebbe

    modo di partecipare, nella primavera del 1960, ad una

    “settimana italiana” a Liverpool con la presenza degli

    sbandieratori dei quattro Quartieri della Giostra del

    Saracino, riportando un lusinghiero successo, maturò

    in Droandi l’idea di creare un gruppo autonomo da

    utilizzare in analoghe manifestazioni. Per concretiz-

    zare l’idea occorreva un istruttore in grado di preparare

    gli alfieri dei Quartieri ed altri giovani da integrare con

    essi, ad un diverso tipo di sbandieramento rispetto a

    quello praticato a “coppie”; in altri termini era neces-

    sario creare saggi e coreografie nuove che rendessero

    effetti spettacolari di sincronia collettiva. Allo scopo il

    Dr. Droandi incaricò il Prof. Vittorio Dini per istruire i

    giovani ad eseguire nuovi movimenti di gruppo che in

    breve tempo avrebbero caratterizzato lo sbandiera-

    mento aretino. Allo scopo Dini condusse approfon-

    dite ricerche analizzando numerose pubblicazioni sto-

    riche che descrivevano, anche mediante illustrazioni,

    l’arte degli antichi vessilliferi. Oltre a ciò occorreva

    realizzare i costumi per il nascente Gruppo. Droandi,

    che era anche un buon disegnatore, creò personalmen-

    te i bozzetti per il primo nucleo di dodici sbandieratori

    ispirandosi ai colori e all’araldica dei principali comuni

    della provincia oltre a quello del capoluogo Arezzo. In

    quel tempo di vivace attività, io ero stato appena

    assunto nell’EPT ed il Direttore mi affidò, fra l’atro,

    l’incarico di seguire la parte amministrativa compre-

    sa ovviamente la contabilità riguardante il “Gruppo

    PAROLA ALLA STORIA

    10

    Ugo Baldesi

    L’ALFIERE - n. 1 - 2017

    La storia del Gruppo Sbandieratori – Parte I

    Qualche flash sui lunghi anni trascorsi con gli Sbandieratori

    MSbandieratori della Giostra del Saracino”. Così ebbi

    modo di rincontrare il Prof. Dini, già mio ottimo

    insegnante di educazione fisica, il quale mi propose di

    entrare, insieme a mio fratello, a far parte dei nuovi

    allievi che avrebbero integrato il nucleo degli sbandie-

    ratori provenienti dai Quartieri della Giostra.

    È superfluo sottolineare che accettai con vero piacere

    la proposta e da allora diventai uno sbandieratore

    effettivo svolgendo nel contempo anche la mansione

    ufficiale affidatami come funzionario dell’EPT. Lo

    spazio a disposizione purtroppo non mi consente di

    dilungarmi su questo ed altri argomenti degni di atten-

    zione e quindi, scusandomi con i lettori di questo lode-

    vole foglio, mi vedo costretto ad essere stringatissimo,

    a trascurare numerosi interessanti accadimenti e com-

    piere “salti epocali”…Dico, in estrema sintesi, che du-

    rante la gestione diretta dell’EPT ebbero luogo impor-

    tanti trasferte del Gruppo fra le quali cito le prime tre

    all’estero: Harrogate in Gran Bretagna (giugno 1962),

  • PAROLA ALLA STORIA

    11L’ALFIERE - n. 1 - 2017

    Barcellona in Spagna (settembre 1962) e Copenaghen

    in Danimarca (giugno 1963). Per raggiungere

    Harrogate tutti noi provammo la prima esaltante

    esperienza di volo…

    Oltre a ciò ovviamente la trasferta fu bellissima e ci

    insegnò molto anche per la partecipazione a successivi

    analoghi eventi.

    Ci inorgoglimmo per le apprezzate esibizioni e fummo

    contenti per le gradevolissime ore di libertà che

    trascorremmo con le emancipate ragazze di Albione,

    oltre che per le interessanti escursioni culturali com-

    presa quella di Londra, ove ammirammo presso la

    National Gallery, fra le altre, le immense opere del

    nostro grande Piero della Francesca ivi custodite.

    La partecipazione alle tradizionali “Fiestas de la

    Merced” di Barcelona, assieme ai Balestrieri di

    Sansepolcro, ci vide immersi in un vero e proprio

    bagno di folla fino ad allora inimmaginabile.

    La bella città catalana e la facile comunicazione con la

    accogliente popolazione rese quella esperienza

    incancellabile.

    Per la trasferta a Copenaghen l’occasione ci fu data da

    una grande mostra di prodotti italiani. Anche in quella

    circostanza fummo affiancati dai Balestrieri di

    Sansepolcro. Nonostante la notoria freddezza dei

    popoli di quelle latitudini, conseguimmo lusinghieri

    successi con inaspettate calorose ovazioni avendo pre-

    sentato per la prima volta la “Schermaglia”- pensata e

    scritta da Dini ed interpretata da Imparati e Salvadori -

    che da allora divenne il cavallo di battaglia degli

    Sbandieratori aretini. Sul finire dell’anno 1964, ed

    esattamente il 12 di novembre, su proposta del Dr.

    Droandi e del Prof. Dini, coadiuvati dagli ex

    sbandieratori, dai nominati d’onore e dai militanti, si

    decise di costituire, con proprio statuto, la

    “Associazione FolKloristica Sbandieratori di Arezzo”

    che tuttavia avrebbe ancora operato sotto l’egida

    dell’EPT, ove peraltro aveva sede. Il mio ruolo di

    sbandieratore proseguiva con entusiasmo e fui anche

    eletto più volte componente del Consiglio direttivo del

    nuovo Sodalizio.

    …continua nel prossimo numero…

  • L’ANGOLO DEL CIRCOLO

    12

    Festa di Carnevale e tornei in sede

    Prosegue senza sosta l’attività dei ragazzi del Circolo e ogni volta è un grande successo

    Lorenzo Buracchi, Francesco Ricciarini

    L’ALFIERE - n. 1 - 2017

    traordinaria partecipazione in occasione della

    ormai tradizionale festa di Carnevale, tenuta-

    si sabato18 febbraio nei locali della sede, che

    ha visto i ragazzi del gruppo esibirsi in originali e

    divertenti travestimenti. Le attività proseguono sen-

    za sosta: tutti i giovedì sera sono infatti di scena i

    tornei di briscola, calcio balilla e biliardo.

    S

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