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ILLUMINAZIONE &
VDT
Percorso formativo ai sensi dell'art. 37 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i.
15/05/2014 – Dott.ssa Miriam Imbroisi
Illuminazione - Normativa di riferimento:
Norma UNI 12464 – 1 : 2004 «Illuminazione dei posti di lavoro» La corretta illuminazione è garantita:
• dai livelli di illuminamento
• dalla direzionalità della luce
• dalla temperatura della luce
• dalla mancanza di abbagliamento
• dalla mancanza di sfarfallamento
• dalle possibilità di controllo della luce naturale
ILLUMINAMENTO Grandezza fotometrica risultante dal rapporto tra il flusso luminoso emesso da una sorgente e la superficie dell'oggetto illuminato È massimo quando la superficie è disposta perpendicolarmente ai raggi luminosi e diventa nullo quando i raggi sono paralleli alla superficie. L'unità di misura dell'illuminamento è il lux.
DIREZIONALITÀ DELLA LUCE La luce naturale deve provenire perpendicolarmente rispetto all’operatore La luce artificiale deve essere parallela rispetto all’operatore
TEMPERATURA DELLA LUCE La temperatura della luce, o temperatura di colore, è un termine utilizzato per quantificare la tonalità della luce. Si misura in kelvin.
LUCE CALDA: quando la temperatura di colore è bassa, 2800° K - lampade ad incandescenza Rosso/Giallo LUCE FREDDA: quando la temperatura di colore è maggiore 3200° K – lampade alogene Bianco/Azzurro
ABBAGLIAMENTO L’abbagliamento è la sensazione generata da valori eccessivi di luminanza presenti all'interno del campo visivo. In generale è dato dalla presenza di una zona significativamente più luminosa del contesto Gli abbagliamenti si dividono in: • Abbagliamento debilitante: peggioramento istantaneo delle
funzioni visive. • Abbagliamento fastidioso: senso di disagio visivo a lungo andare
provoca fatica visiva, stress, difficoltà di concentrazione, riduzione della capacità di attenzione, aumento delle probabilità di errore diminuzione di rendimento.
La luminanza: rapporto tra l'intensità luminosa emessa da una sorgente verso una superficie e l'area della superficie stessa.
ABBAGLIAMENTO L’abbagliamento si elimina con: • Un’adeguata schermatura delle lampade • Un’adeguata copertura delle finestre attraverso tendaggi
regolabili • Piani di lavoro con superfici opache
SFARFALLAMENTO Effetto di visione intermittente, sgradevole, prodotto da un illuminamento periodico la cui frequenza sia inferiore a quella necessaria perché la visione appaia continua. Può provocare distrazione, nel migliore dei casi, o generare effetti fisiologici, come le cefalee L’effetto di sfarfallio proveniente dalle lampade può essere completamente evitato con l’impiego di lampadine ad alta frequenza (> 20.000 Hz.). Lo sfarfallio dei monitor si elimina operando sui pixel o sulle impostazioni di frequenza di refresh
CONTROLLO DELLA LUCE NATURALE La luce naturale in ingresso nell’ambiente di lavoro deve essere controllata con sistemi di oscuramento adeguati a limitare fenomeni di riflessione e abbagliamento
La carenza di tali requisiti può produrre conseguenze: • per la nitidezza dell’immagine aumentando lo sforzo di accomodamento soprattutto nelle zone dove l ’illuminazione è debole e si lavora in spazi ravvicinati su piccoli oggetti • per l’adattamento alla quantità della luce imponendo all’occhio una complessa attività di regolazione a seconda del colore dell’oggetto, delle caratteristiche della sua superficie, della necessità dei movimenti dello sguardo o dalla presenza di zone di diversa intensità luminosa
ILLUMINAZIONE NEI LOCALI OPERATORI L’illuminamento medio dei locali operatori non dove essere inferiore ai 1000 lux L’illuminamento dovrà essere prodotto da apparecchi speciali dedicati: LAMPADA SCIALITICA
diffonde la luce in tutto il campo operatorio, eliminando così le ombre che si possono proiettare quando il chirurgo si mette tra la luce e il paziente
Normativa di riferimento:
• D. Lgs. 81/08 – Titolo VII «Attrezzature munite di Videoterminali»
• Disposizioni generali
• Obblighi del datore di lavoro, dei dirigenti e dei preposti
• Sanzioni • D.Lgs 81/08 – Allegato XXXVI «Videoterminali, Requisiti Minimi»
• Requisiti delle attrezzature
• Requisiti dell’ambiente
• Requisiti dell’interfaccia elaboratore/uomo
Definizioni..
VIDEOTERMINALE: Schermo alfanumerico o grafico, a prescindere dal tipo di
procedimento di visualizzazione utilizzato
VIDEOTERMINALISTA: Il lavoratore che utilizza un’attrezzatura munita di videoterminale, in
modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni
NON sono considerati videoterminalisti i lavoratori addetti: • Ai posti di guida dotati di sistemi informatici • Ai sistemi informatici destinati in modo prioritario all’utilizzazione da
parte del pubblico • Alle macchine calcolatrici, ai registratori di cassa e a tutte le
attrezzature munite di piccolo dispositivo di visualizzazione • Alle macchine di videoscrittura senza schermo separato
Definizioni..
POSTAZIONE DI LAVORO:
L’insieme che comprende:
• le attrezzature munite di videoterminale,
• dispositivi di input
• dispositivi di output
• l’arredamento (sedia, poggia piedi, ecc..)
• l’ambiente di lavoro immediatamente circostante
SVOLGIMENTO DEL LAVORO QUOTIDIANO Il lavoratore ha diritto ad una interruzione delle sue attività mediante pause. Il lavoratore ha diritto ad una pausa di 15 minuti ogni 2 ore di applicazione continuativa al video terminale
SORVEGLIANZA SANITARIA I lavoratori sono sottoposti a controlli periodici con particolare riferimento: • Ai rischi per la vista e per gli occhi • AI rischi per l’apparato muscolo scheletrico INFORMAZIONE E FORMAZIONE I lavoratori devono ricevere le informazioni per quanto riguarda: • Le misure applicabili al luogo di lavoro • Le modalità di svolgimento delle attività • La protezione degli occhi e della vista
DISTURBI VISIVI Sintomi:
• oculari (bruciore, senso di corpo estraneo, dolore, irritazione, lacrimazione, pesantezza)
• visivi (calo visivo, difficoltà accomodazione, diplopia, fotofobia, visione sfocata)
• generali (cefalea, malessere)
Cause!?!
Principali cause:
illuminazione inadatta
riflessi da superfici lucide
luce diretta (artificiale o naturale) su monitor o occhi
presenza di superfici di colore estremo (bianco o nero)
difettosità del monitor
impegno visivo statico, ravvicinato, protratto nel tempo
Sedi interessate: collo, schiena, spalle, braccia, mani;
Sintomi: formicolii, intorpidimento, rigidità, dolore;
Fino a: sollecitazioni dei dischi intervertebrali; affaticamento muscolare e infiammazione dei tendini
DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI
PRINCIPALI CAUSE
postura incongrue
postura protratta per lunghi periodi
uso intensivo e scorretto di mouse e tastiera
AFFATICAMENTO MENTALE
Disturbi di tipo psicologico o psicosomatico:
Mal di testa
Stanchezza
Irritabilità
Tensione
Ansia
Depressione
Insonnia e altri disturbi del sonno;
Problemi digestivi
POSSIBILI CAUSE
elevato impegno attentivo e cognitivo
Monotonia delle operazioni
Ripetitività delle operazioni
Eccessiva sedentarietà
scarsa possibilità di rapporti interpersonali
Isolamento rispetto all’esterno
Utilizzo di software o hardware inadeguati
fattori ambientali:
Spazio circostante
Microclima
COME PREVENIRE LA COMPARSA DI TALI DISTURBI?
Postura
Piano di lavoro
Sedile di lavoro
Monitor
Tastiera
Mouse
Poggiapiedi
Illuminazione
Strategie per la prevenzione della fatica mentale
Braccia:
piegate a circa 90°. Avambracci appoggiati nello spazio fra bordo tavolo e tastiera (15 cm)
Occhi:
distanza occhi monitor fra i 50 e i 70 cm. Il bordo superiore del monitor deve essere posto all’altezza degli occhi.
50-70 cm 90°
POSTURA
• bordi arrotondati • colore neutro e superficie opaca • altezza, fissa o regolabile, indicativamente fra 70 e 80 cm.; • profondo 80 cm • largo >90 cm. • di dimensioni sufficienti per permettere una disposizione
flessibile delle attrezzature
IL PIANO DI LAVORO:
IL SEDILE DI LAVORO:
DEVE ESSERE: • stabile • con 5 razze e ruote • girevole • senza braccioli (o arrotondati) • regolabile:
sedile (alto/basso) schienale (alto/basso, inclinazione)
• traspirante e lavabile
SEDILE TROPPO ALTO
SEDILE TROPPO BASSO
IL MONITOR
DEVE ESSERE: • orientabile e inclinabile • con superficie antiriflettente • con luminosità e contrasto regolabili • con immagine stabile senza
“sfarfallamenti” • con caratteri leggibili e definiti • pulito • la parte retrostante lontana da pareti
LA TASTIERA
DEVE ESSERE: • inclinabile e separata dal monitor • lontana dal bordo del piano di
lavoro 15 cm. • con superficie opaca e di colore
neutro • con simboli chiari
DEVE: • garantire una buona
impugnatura (ergonomica) • essere “manovrato” avendo cura
di poggiare l’avambraccio al piano di lavoro
MOUSE
IL POLSO NON DEVE ESSERE NÉ IN FLESSIONE NÉ IN ESTENSIONE
NO
SI
AVAMBRACCIO E MANO DEVONO ESSERE ALLINEATI
NO
SI
• Dovrà essere di dimensioni adeguate:
larghezza 45 cm. profondità 35 cm. Inclinazione 10-20°
• superficie in materiale anti-scivolo
IL POGGIAPIEDI
LA POSTAZIONE CORRETTA Postazione di lavoro
3-7 cm
Bordo arrotondato
Sedia girevole a 5 punti d’appoggio
Sedile regolabile in altezza
Supporto mobile
Schienale regolabile in altezza
Sguardo dall’alto verso il basso
Tastiera separata da altri componenti
Spazio per la corretta sistemazione delle gambe e dei piedi
Eventuale poggiapiedi
72 cm 28 cm
Schermo regolabile
ILLUMINAZIONE Valori e condizioni ottimali: • fra i 200 e i 400 lux • pareti, pavimenti, soffitti, porte,
piani di lavoro devono essere di colore chiaro e opaco
• le tende devono consentire la regolazione della luce naturale (es. veneziane)
• plafoniere anti-abbagliamento
ILLUMINAZIONE
• POSIZIONE SBAGLIATA
ILLUMINAZIONE
• POSIZIONE SBAGLIATA
ILLUMINAZIONE
• POSIZIONE CORRETTA
• Distogliere lo sguardo dal monitor e rivolgerlo verso oggetti lontani
• Rispettare le pause previste dalla legge durante l’uso prolungato del videoterminale
• Pause brevi e frequenti sono preferibili a pause lunghe e infrequenti
• Conoscere bene i programmi e le procedure informatiche poiché un’adeguata formazione evita lo “stress da software”
• Cambiare di frequente la posizione del corpo e delle gambe
• Distendere i muscoli e muovere le articolazioni
MISURE DI PREVENZIONE
GINNASTICA DA UFFICIO
ESERCIZI PER GLI OCCHI
PALMING
Coprire entrambi gli occhi con i palmi delle mani senza premere, più nero risulta il colore maggiore è il rilassamento ottenuto. Concentrarsi su immagini mentali piacevoli
BLINKING
Battere le palpebre rapidamente due o più volte senza sforzo. Si ottiene così un effetto rilassante sulla visione.
SUNNING
Esporre gli occhi alla luce solare a palpebre chiuse per circa 1 minuto. Si ottiene così un rilassamento dei muscoli oculari per l’effetto vasodilatatore dei raggi infrarossi.
WASHING
Lavare gli occhi con acqua fredda quando si ha la sensazione di affaticamento visivo.
MOBILITA’ OCULARE 1
A) Muovere gli occhi lentamente in su ed in giù senza muovere il capo. B) Muovere gli occhi a destra ed a sinistra senza muovere il capo. C) Seguire con lo sguardo il perimetro del soffitto prima in senso orario e poi in senso antiorario, non muovere il capo.
MOBILITA’ OCULARE 2
Spostare velocemente lo sguardo da oggetti vicini ad oggetti lontani (più di 6 metri) e viceversa.
MOBILITA’ OCULARE 3
Muovere lentamente gli occhi a cerchio, seguendo il contorno di un piccolo oggetto (per es. il bordo del monitor), prima in senso orario e poi in senso antiorario.
MICROCLIMA
Definizione.. Il microclima può essere definito come il complesso di parametri ambientali che condizionano gli scambi termici tra uomo e ambiente Parametri ambientali:
• Temperatura: condizioni favorevoli all'organismo si hanno tra i 18° C e i 20°C
• Umidità relativa: accettabile in una percentuale dal 30% al 70%
• Velocità dell’aria: considerate accettabili velocità comprese tra i 40 e i 50 cm/s in estate, e tra i 4 e i 12 cm/s d'inverno
MICROCLIMA: Si deve provvedere a rendere il microclima degli ambienti lavorativi il più possibile prossimo alla zona del BENESSERE TERMICO
Si definiscono condizioni di "BENESSERE TERMICO" quelle in cui l'organismo riesce a mantenere l'equilibrio termico senza
l'intervento di alcuni meccanismi di difesa del sistema di termoregolazione.
Temperatura ottimale è tra i 23°C - 29°C in estate ed i 17°C - 20°C in inverno. L'umidità deve essere contenuta nei limiti compresi tra il 30 ed il 70%. La velocità dell’aria non deve superare gli 0,2 m/s
Bilancio termico
• Il benessere termico è regolato dalla legge universale del bilancio termico:
B = M ± C ± R – E Dove: B = bilancio termico M = calore prodotto metabolicamente C = calore scambiato per conduzione o convezione R = calore scambiato per irraggiamento E = calore di evaporazione disperso per sudorazione, traspirazione della pelle
e per effetto della respirazione. Se B = 0 viene rilevata una condizione di omeotermia Se B > 0 viene rilevata una sensazione di caldo Se B < 0 viene rilevata una sensazione di freddo
Gli indici di benessere per ambienti moderati vengono calcolati prendendo in considerazione tre parametri:
• Valori fisici registrati (ta Va, RH, tr); • Livello metabolico corrispondente all’attività svolta; • Resistenza termica del vestiario.
Il benessere o confort termico viene calcolato tramite gli indici: • PMV = voto medio previsto
La scala si riferisce a sette voci : • + 3 = molto caldo; • + 2 = caldo; • + 1 = leggermente caldo; • 0 = neutro; • - 1 = leggermente fresco; • - 2 = fresco; • - 3 = freddo.
•PPD = percentuale di insoddisfatti.
PMV PPD +2 75% +1 25% 0 5% -1 25% -2 75%
AMBIENTI TERMICI Convenzionalmente gli ambienti termici vengono distinti in:
MODERATI CALDI FREDDI
Gli ambienti MODERATI sono caratterizzati da un moderato intervento di termoregolazione da parte del corpo per il raggiungimento dell’omotermia. Questi ambienti sono caratterizzati da: • Condizioni piuttosto omogenee, sia spaziali che temporali • Assenza di scambi termici tra soggetto e ambiente • Attività fisica modesta • Uniformità di vestiario tra i diversi operatori
Gli ambienti CALDI sono caratterizzati da un notevole intervento di termoregolazione da parte del corpo per il raggiungimento dell’omotermia. Questi ambienti sono caratterizzati da: • Valori elevati di temperatura in relazione
all’attività svolta • Valori elevati di umidità • Alta variabilità di temperatura tra le diverse
postazioni • Disuniformità del livello di impegno fisico
richiesto e del vestiario
Gli ambienti FREDDI sono caratterizzati da un notevole intervento di termoregolazione da parte del corpo per il raggiungimento dell’omotermia. Questi ambienti sono caratterizzati da: • Valori di temperatura bassi (tra 10° C e 0° C per gli ambienti
moderatamente freddi e inferiori a 0°C per quelli severi) • Contenuta variabilità spaziale e temporale delle condizioni • Attività fisica e tipologia di vestiario abbastanza simili
DPR 14/01/1997 Il DPR 14/01/1997 fissa i requisiti strutturali, tecnici e organizzativi minimi per l’esercizio dell’attività sanitaria nelle strutture sia pubbliche che private. Parametri: • Temperatura • Umidità • Ricambi d’aria • Filtraggio
Pronto soccorso ospedaliero: • temperatura interna invernale: non inferiore a 20°C / 22°C • temperatura interna estiva: non superiore a 28°C • umidità relativa: 40% - 60% • numero ricambi aria/ora: 2 v/h Area di degenza: • temperatura interna invernale: non inferiore a 20°C / 22°C • temperatura interna estiva: non superiore a 28°C • umidità relativa: 40% - 60% • numero ricambi aria/ora: 2 v/h per camere di degenza normali 3 v/h per camere di degenza pediatriche 12 v/h per servizi igienici;
Sala operatoria: • temperatura interna invernale e estiva: compresa tra 20 e 24°C • umidità relativa estiva e invernale: 40-60% • ricambi aria/ora (aria esterna senza ricircolo): 15 v/h • filtraggio aria 99,97% Rianimazione e terapia intensiva: Ha caratteristiche microclimatiche simili al reparto operatorio differiscono solo per: • ricambi aria/ora (aria esterna senza ricircolo): 6 v/h
Sala parto: • temperatura interna invernale e estiva: compresa tra 22-26°C • umidità relativa estiva e invernale: 30-60% • ricambi aria/ora (aria esterna senza ricircolo): 6 v/h • filtraggio aria: filtrazione assoluta;
Terapia intensiva neonatale: • temperatura interna invernale e estiva: compresa tra 24-26°C • umidità relativa estiva e invernale: 40-60% • ricambi aria/ora : 10 v/h di cui almeno 5 di aria esterna • filtraggio aria: filtrazione assoluta con efficienza 99,9
Medicina nucleare: • temperatura invernale/estiva: 20°C - 28°C • umidità relativa: 40-60% • ricambi aria/ora: 6 v/h • filtraggio aria: filtrazione con filtri ad alta efficienza Gestione farmaci e materiale sanitario: • temperatura interna invernale ed estiva: 20-26°C • umidità relativa: 50% • ricambi aria esterna/ora: 2 v/h • classe di purezza filtrazione con filtri a media efficienza
Servizio di sterilizzazione: • temperatura interna invernale e estiva: 20-27°C • umidità relativa estiva e invernale: 40-60% • n° ricambi aria/ora esterna: 6-10 v/h • pressione: zona pulita ha pressione positiva rispetto alla sporca Servizio mortuario: Se ci sono delle salme • temperatura interna invernale ed estiva: non superiore a 18°C • umidità relativa: 60% • n° ricambi aria/ora esterna: 15 v/h • velocità dell’aria: non superiore a 0,15 m/s.
I corretti parametri microclimatici sono mantenuti grazie agli IMPIANTI che devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione.
Immissione di aria Estrazione di aria
Gli impianti di trattamento aria devono garantire: • Un effettivo ricambio di aria in termini di volume • Un ricambio d’aria dimensionato alla tipologia di attività
lavorativa svolta • L’immissione di aria pura nell’ambiente di lavoro • La disposizione delle bocche di immissione ed estrazione in modo
tale da evitare la contaminazione
QUALITÀ INDOOR DELL’ARIA
Ambiente indoor: ambienti confinati di vita e di lavoro non industriali, in particolare quelli adibiti a dimora, svago e lavoro. Agenti chimici: ossidi azoto - ozono fumo tabacco formaldeide polveri amianto Agenti microbiologici: batteri miceti
Malattie associate agli edifici:
Building related illnessess - BRI : Indica la patologia provocata direttamente dall’edificio in presenza di un quadro clinico ben definito e conseguente ai materiali insalubri presenti
negli ambienti confinati.
Sick building syndrome - SBS : È relativa alle sintomatologie statisticamente rilevate e significative presentate da gruppi di persone dimoranti prevalentemente in grandi edifici