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Informarsi per decidere Inverno 2015 PREVENZIONE ALIMENTAZIONE BENESSERE SPECIALE BIOLOGICO Tutti i benefici per la salute Il pasto biologico nell'infanzia deve diventare una consuetudine a casa e a scuola P. 10 «Consiglio il Bio ai miei pazienti» Parla il biologo nutrizionista Mauro Meloni P. 16 Pesticidi in Friuli Intervista a un tecnico ispettore dell'ICEA P. 8

PREVENZIONE • ALIMENTAZIONE • BENESSERE · ce il rischio di sovrappeso. Certo è che la salubrità del cibo e dei prodotti biologici si sta affermando come un driver del mercato

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Informarsi per decidere

Inverno 2015

P R E V E N Z I O N E • A L I M E N TA Z I O N E • B E N E S S E R E

SPECIALE BIOLOGICO

Tutti i beneficiper la saluteIl pasto biologico nell'infanzia deve diventare una consuetudinea casa e a scuola

P. 10

«Consiglio il Bio ai miei pazienti»Parla il biologo nutrizionistaMauro Meloni

P. 16

Pesticidi in FriuliIntervista a un tecnico ispettore dell'ICEA

P. 8

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P. 20

StareSani SOCIAL

SOMMARIO

Numero unico realizzato a cura di:

Publistar s.r.l.Via Treppo, 5/B - 33100 UdineTel. 0432.299664Fax [email protected]

Testi e interviste a cura di:Irene Giurovich

StaresaniFVGF StaresaniFVGT StaresaniFVGY

Informarsi per decidere

È vietata la riproduzione anche parziale dei contenuti senza autorizzazione.Tutti i diritti riservati. IL PRIMO MAGAZINE DI APPROFONDIMENTO

SULLA SALUTE ANCHE ONLINE!

Salute

Food

Bio

BIOLOGICO:OPZIONE NECESSARIA

P. 5

ENDOMETRIOMeno tumori graziealla dieta mediterranea

P. 7

COME RICONOSCEREI PRODOTTI "BIO"Occhio a marchi ed etichette

P. 11

IN FRIULI LE AZIENDEBIO UTILIZZANOI PESTICIDI?Risponde l'ispettore dell'ICEAFrancesco Breda

P. 8

I NUMERIDEL BIOLOGICO

P. 12

W LE FIBRE!Meccanismi d'azioneiper-salutari

P. 22

MANDORLE CONTROAUMENTO DI PESOE COLESTEROLO

P. 18

CONSIGLIO IL PRODOTTOBIO AI MIEI PAZIENTIIntervista al biologo nutrizionistaMauro Meloni

P. 16

LE RICETTEPolpettine delizia alla zucca, mele e mandorleTortino di patate e seitan

P. 24

P R E V E N Z I O N E • A L I M E N TA Z I O N E • B E N E S S E R E

P. 5

P. 14

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Sempre più consumatori sono alla ricerca di ali-menti sani e sicuri, il

che significa privi di pesticidi, fertilizzanti, farmaci. Siamo tutti maggiormente orientati verso cibi naturali, nutrienti e ricchi di gusto. In una pa-rola, siamo sempre più at-tratti dall'universo biologico.

Ma a questo punto sorge la domanda di rito: siamo pro-prio certi che nei prodotti bio non ci siano sostanze chimi-che? Anche se l'agricoltore non utilizza pesticidi o fer-tilizzanti chimici, come può impedire che questi contami-nino le sue piante arrivando dal terreno, dai campi vicini, dall'aria o dall'acqua? Ora, le sostanze tossiche provenienti dall'aria inquinata risultano in quantità molto inferiori ri-spetto a quelle che vengono sparse sui terreni coltivati con pesticidi o fertilizzanti chimi-ci. In un metro cubo di smog di città sono presenti circa 10 mg di inquinanti (soprattutto ossido di carbonio), mentre un terreno coltivato riceve in un anno fino a 2 mila mg di fitofarmaci ogni metro qua-

drato. Inoltre i pesticidi sono molto più tossici rispetto alle sostanze inquinanti presen-ti nell'aria cittadina. L'ali-mentazione bio, grazie alle sostanze naturali presenti integralmente nella frutta e negli ortaggi, aiuta a disin-tossicare l'organismo, rinforza il sistema immunitario, ridu-ce il rischio di sovrappeso.

Certo è che la salubrità del cibo e dei prodotti biologici si sta affermando come un driver del mercato alimentare e non, accompagnato ad una crescente consapevolezza dei benefici ambientali dell'a-gricoltura biologica stessa.

Alcuni economisti chiama-no in causa il fattore-prezzo per giustificare la non am-pia diffusione del biologico. Bisogna però tenere conto che l'agricoltura biologica presenta costi di produzione nettamente superiori rispetto a quella convenzionale che ricorre a molti composti chi-mici per accrescere la produ-zione ed eliminare i parassiti e le malattie. I costi a carico dell'agricoltura biologica sono

in media del 20 per cento più alti, in quanto il rendimento delle colture è inferiore e la rotazione dei terreni impone che per almeno 1 anno l'a-zienda debba rinunciare ad una produzione importante. Si dichiara, quindi, che i pro-dotti biologici presentano un prezzo più elevato per com-pensare la maggiore intensità di lavoro o le rese solitamente più basse (oltre, ovviamente, agli oneri di certificazione).

“In realtà – si legge nel libro L'Italia del biologico (Edizioni Ambiente) – il prezzo dei pro-dotti biologici è una variabile legata per lo più alla dimen-sione di nicchia nella quale finora è stata relegata l'agri-coltura biologica. Quest'ulima infatti, se opportunamente incentivata, potrebbe avere un potenziale di resa in cer-ti casi del tutto paragonabile a quello dell'agricoltura con-venzionale, mentre il raggiun-gimento di economie di scala adeguate, in sinergia con mo-dalità distributive alternative e locali, potrebbe contribuire alla calmierazione dei prez-zi al dettaglio. Inoltre, se il

prezzo più alto fosse davvero il maggiore ostacolo alla dif-fusione dei prodotti biologici, sarebbe difficilmente spie-gabile il loro crescente suc-cesso in termini di quote di mercato e profitti crescenti”.

Tra i concetti chiave dell'agri-coltura biologica rientrano la stagionalità dei cibi e la filiera corta, ovvero il passaggio di-retto dal produttore al consu-matore oppure la vendita del raccolto in negozi che si tro-vano vicino all'azienda, senza dimenticare l'assenza di OGM (è ammessa una presenza di organismi geneticamente mo-dificati fino al massimo dello 0,9 per cento, generalmente non per scelta ma per con-taminazione da altre colti-vazioni), i metodi alternativi (ad esempio la coltivazione di piante che ospitano insetti rivali dei parassiti), la libertà degli animali (pascolo libero), l'assenza di sostanze chimi-che. Meno pesticidi significa meno metalli pesanti (il cad-mio, ad esempio, è il metallo che si trova in una percen-tuale che supera del 50 per cento la coltivazione bio).

Biologico,opzionenecessariaper la salute

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Un modello produttivo alter-nativo, in grado di assicura-re quella necessaria fiducia

che si ritiene non possa più esse-re generata all'interno dell'attuale modello produttivo. La scelta del biologico, secondo gli esperti, è da decifrarsi come una vera e propria strategia di fronte alla percezione soggettiva del rischio e ai cambiamenti strutturali che investono le società moderne. È il valore della fiducia a sorregge-re il mercato del biologico, visto che lo scetticismo nei confronti di un sistema agroalimentare in preda ad un'industrializzazione sempre più spinta è galoppante. Nelle colture biologiche non ven-gono appunto utilizzati pesticidi, per questo le piante sviluppano da sole le proprie difese naturali e così si ottengono frutta e ver-dura più ricche di sostanze pro-tettive, soprattutto antiossidanti.

Il consumatore tipo presenta delle caratteristiche socio-de-mografiche precise: un reddito medio alto (vi rientra quasi il 70% dei consumatori di prodot-ti biologici) e un elevato titolo di studio (67% dei consumatori di biologico), oltre alla propen-

sione a preferire stili di vita sa-lutistici e attenti alle esigenze dell'ambiente (Nomisma 2014).

Del resto, se la maggior parte degli agricoltori si convertisse al bio, si ridurrebbero di oltre il 23% le emissioni di anidride car-

A normare il metodo della produzione biologica è il regolamento CE834 del 2007, e successive modifiche. Si devono scegliere terreni idonei lontani da fonti di contaminazione (fabbriche, reti autostradali, circonvallazioni, etc); convertire il suolo per un pe-riodo di tempo che varia in base alla coltivazione ma in ogni caso non inferiore a 2 anni (i prodotti ottenuti in questo arco di tempo, anche se non sono state impiegate sostanze chimiche, non possono qualificarsi come biologici, in quanto il terreno potrebbe ancora conte-nere residui di fitofarmaci); impiegare solo sostanze organiche come concime, residui di colture precedenti e il sovescio (tecnica che consiste nel sotterrare, dopo la raccolta, piante che arricchiscano il terreno di composti organici e soprattutto azoto); far ruotare le colture, con il riposo perio-dico di un campo; utilizzare, anziché pesticidi, macerati ed estratti di piante officinali, insetticidi vegetali e insetti per la distruzione dei parassiti; trattare e conservare i prodotti coltivati senza ricorrere a sostanze chi-miche; in caso di allevamenti scegliere e selezionare le razze in modo naturale, preferibilmente provenienti da zone locali; alimentare il bestiame con mangime non trattato chimicamente, escludere l'uso di ormoni o altri stimolanti della crescita; curare gli animali preferibilmente con rimedi omeopatici o fitoterapici.

bonica soltanto in Europa (fonte: Andreas Gattinger, Istituto di Ri-cerca per l'Agricoltura Biologica). Oltre il 90% delle famiglie ita-liane che compravano biologico nel 2011 hanno dichiarato di aver continuato in questa scelta, acquistando anche maggiori pro-

dotti, nel 2012, mentre nel 2013 sono diventati ancora più nume-rosi i frequent-user, ovvero quelle famiglie che consumano prodot-ti biologici con regolarità quasi quotidiana (22% della popola-zione) o a cadenza almeno setti-manale (37%), Nomisma 2014.

AGRICOLTURA BIOLOGICA IDENTIKIT

CHE COSA CERCA IL CONSUMATORE DI

alimenti biologici?

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La dieta mediterranea fa la dif-ferenza anche per contrastare il rischio di ammalarsi di tumore dell'endometrio: le donne che presentano una più alta aderenza a seguire i canoni della dieta me-diterranea, notoriamente povera di carni, latte e latticini, mostra-no una riduzione del rischio di tumore dell'endometrio del 57% rispetto alle donne che non se-guono, o seguono scarsamente, i dettami della dieta mediterranea, dichiarata, non a caso, patrimo-nio Unesco. Ogni anno si am-

malano di questo tumore 8 mila donne.

Come mai? Semplice: gli effetti antitumorali di questa dieta sono associati all'elevato contenuto di antiossidanti, fibre e grassi polinsaturi. Questa ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sul British Journal of Cancer, è tut-ta italiana: Istituto Mari Negri di Milano, in collaborazione con il Centro di riferimento oncologico di Aviano, l'Università di Milano, l'Istituto nazionale tumori di Na-poli e l'Università svizzera di Lo-

sanna. Merito di questo studio è rilevare, una volta di più per chi ancora avesse qualche dubbio sul ruolo delle abitudini alimentari quali fattori di protezione dalle malattie tumorali, che la scelta consapevole di una dieta ricca di frutta e verdura, pesce, cereali e grassi polinsaturi, può contribu-ire a ridurre di molto il rischio di comparsa anche del tumore dell'endometrio. La correlazione messa in luce in questa ricerca punta molto sul ruolo complessi-vo giocato dalla dieta, più che sul

singolo elemento, quindi è uno stile complessivo di alimentazio-ne a determinare la funzione pro-tettiva. La relazione fra aderenza alla dieta mediterranea e rischio di tumore dell'endometrio è stata valutata in oltre 5 mila donne ita-liae con uno studio-controllo.

Ricordiamo in questa sede an-che che la dieta mediterranea ha un'azione protettiva anche nei confronti di altre forme tumo-rali, come ad esempio i tumori del cavo orale, stomaco, fegato e pancreas.

Endometrio, menotumori grazie alla dietamediterraneaANCHE IL CRO DI AVIANO NELLA RICERCA TUTTA ITALIANA

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Incontriamo il tecnico ispettore, Francesco Breda, nell'ufficio di Udine, in via Superiore 9: da

dieci anni lavora per l'ICEA, l'Isti-tuto per la certificazione etica ed ambientale (con sede centrale a Bologna) e da tredici anni svolge l'attività di 'controllorÈ. In Friuli Venezia Giulia si contano oltre 500 aziende biologiche certifica-te e ICEA ne controlla la metà. Il trend del numero delle aziende certificate sul nostro territorio, negli ultimi anni, è in leggera crescita.

Biologico, innanzitutto che cos'è secondo la legge?

“Il biologico si basa su alcuni regolamenti europei a cui sono seguite varie modifiche. Sostan-zialmente il riferimento va ai regolamenti europei 834/2007 e 889/2008. Un'azienda che produce bio deve attenersi alle norme definite in questi due pi-lastri, il che significa utilizzare soltanto alcuni dei mezzi tecnici

ammessi, non ricorrere a prodotti di sintesi chimica. Il mondo del biologico però è un mondo ancora poco conosciuto. Se io le dicessi infatti che in agricoltura biologica sono impiegati anticrittogamici e pesticidi, come reagirebbe?”.

Non ho capito bene. L'agricoltura biologica ricorre ai pesticidi?

“Sì. Per esempio a pesticidi rica-vati da piante. Quindi parliamo di pesticidi naturali, ma sempre pe-sticidi sono. Ad esempio il piretro si ricava dai fiori di una pianta della famiglia delle Asteraceae, oppure l'olio di Neem che viene estratto dai semi dell'Azadirachta Indica. Il vantaggio di questi pe-sticidi naturali è che si disgrega-no, quindi non rilasciano alcun residuo. Il cosiddetto tempo di carenza, ovvero il tempo che in-tercorre fra l'ultima applicazione del pesticida sulla coltura e la raccolta e l'immissione nel mer-cato del prodotto, è di pochi gior-ni, in alcuni casi appena due.

Con l'effetto del sole, del calore e dell'aria, le molecole vengono de-gradate e trasformate in molecole non nocive (anidride carbonica, etc). L'agricoltura biologica non è un tipo di agricoltura in cui le piante vengono abbandonate, ma monitorate attentamente e cura-te”.

E per salvaguardare i frutteti?

“Per proteggere dagli attacchi de-gli insetti e dei funghi i frutteti e le viti, oltre che i prodotti già ci-tati, si utilizzano anticrittogamici naturali, non di sintesi chimica, che vengono estratti dalle minie-re, per esempio lo zolfo che è uno degli anticrittogamici più usati

in agricoltura biologica. Tutte le molecole che vengono impiegate esistono già in natura, questo è il concetto da comprendere. Nulla viene creato in laboratorio. Que-ste molecole vengono immesse nel ciclo biologico, ma in natura ci sono già, per questo la natura è in grado di smaltirle. Tanto per capirci, in alcune parti d'Italia, dalle analisi sui terreni si trova anche il DDT utilizzato prima del-la guerra!”.

Si trovano alcuni che vendono bio pur senza etichetta...

“Solo chi è sottoposto al controllo può vendere i suoi prodotti

“Ma le aziende biologichein Friuli utilizzanoi pesticidi?”

Intervista al tecnico ispettore Francesco Breda

continua >

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come biologici. Quindi, il conta-dino che ti dice che la sua merce è tutta biologica perché non ci butta nulla di chimico non può venderla come bio. Gli agricoltori che entrano nel biologico, devono rispettare anche il tempo di con-versione”.

Che cosa significa?

“Chi vuole fregiarsi del marchio bio deve necessariamente osser-vare un periodo di conversione che va da 2 a 3 anni, a seconda della coltura, per transitare dal convenzionale al biologico. Ri-cordiamoci sempre che biologico è soltanto ciò che risulta certifi-cato”.

E sul fronte dei prodotti trasfor-mati?

“I prodotti bio non sono soltanto i prodotti primari. Esistono anche i prodotti trasformati che usano esclusivamente materie prime di origine bio (quindi, la pizza bio utilizza solo farina bio, olio bio; la salsa di pomodoro solo pomodori bio e via dicendo). Ovviamente, il settore bio delle trasformazioni presenta delle rigide limitazioni riguardo ciò che può impiegare nell'iter del processo produttivo. Dalla mia esperienza ho potuto

costatare che i conservanti am-messi (E...), comunque di gran lunga inferiori rispetto a quelli utilizzati nel convenzionale, ven-gono drasticamente ridotti. Le aziende biologiche preferiscono evitare anche gli additivi conces-si”.

Per far capire bene al lettore, quanti controlli eseguite nelle 250 aziende da voi monitorate?

“Per regolamento è obbligatorio almeno 1 controllo l'anno per azienda. Le aziende però sono suddivise in tre classi di rischio dal Ministero, pertanto in base alla classe variano il numero di visite e le modalità. Le classi sono distinte in relazione alla superficie, alla tipologia di pro-dotti, etc. La classe di rischio 3, ad esempio, comprende aziende che commercializzano cereali, o con superfici molto estese, o con colture potenzialmente a rischio (come la soia), o particolarmente difficili come gli ortaggi oppure alcune coltivazioni arboree. In questi casi il Ministero stabilisce un numero minimo di visite da effettuare, in questo caso 3 con-trolli l'anno e 1 campionamento all'anno a sorpresa. Ci sono azien-de in cui svolgiamo un controllo,

ed altre che visitiamo 7/8 volte...! Sono previsti a campione anche controlli e campionamenti a sor-presa”.

Di solito i controlli come vanno? Trovate irregolarità?

“Negli anni sono stati trovati alcuni residui di sostanze non ammesse in campioni di frut-ta, verdura, foglie o terreno. In quest'ultimo anno abbiamo ri-scontrato la presenza di due prin-cipi attivi chimici su oltre 100 campionamenti. In un caso si è trattato di una contaminazione esterna involontaria e accidenta-le, derivante da trattamenti nei terreni limitrofi. I limiti erano talmente bassi che l'agricoltore, come espressamente previsto dal ministero non ha ricevuto sanzio-ni, anche perché non era colpa sua. Il secondo caso era legato all'acquisto della materia prima: l'azienda di trasformazione ha dovuto ritirare subito il prodotto”.

Sanzioni o sospensioni?

“Come organismo di controllo noi non eroghiamo multe, queste sono di competenza di altri orga-nismi, Nas, ICQRF (Repressione frodi). Noi ci occupiamo della sospensione della certificazione in caso di irregolarità rilevate.

Nell'arco di dieci anni qui in Friu-li Venezia Giulia non abbiamo mai espulso nessuno dal sistema di controllo, mentre abbiamo so-speso la certificazione soltanto ad un paio di aziende. Dopo il perio-do di sospensione, che varia da un minimo di 3 mesi a un mas-simo di 12, i terreni ritornano in conversione, si riparte da zero”.

E con i confini a rischio come vi regolate?

“Per evitare la contaminazione derivante dai terreni limitrofi, col-tivati in modo convenzionale, ci sono varie strategie: c'è chi pian-ta una siepe che funge da barrie-ra oppure gestisce in modo bio-logico le coltivazioni del vicino, accollandosi le spese, oppure de-stina al mercato del convenziona-le i prodotti raccolti nella fascia di terreno a ridosso del confine, oppure in alcuni casi distrugge la propria coltura 'contaminata' dal-la coltura del vicino”.

Questi accorgimenti sono suffi-cienti per evitare inconvenienti?

“L'assoluta certezza non c'è mai, ed è per questo che noi effettu-iamo spesso i campionamenti di prodotti proprio a ridosso dei confini a rischio, ma in generale direi di sì”.

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Tutti i benefici per la saluteUn dato incontrovertibile a

supporto della teoria del biologico è che questi pro-

dotti contengono, in ogni caso, una minore quantità di sostanze potenzialmente tossiche. Man-giare cibo bio significa assumere un maggior numero di elementi nutrizionali (ricerca dell'Univer-sità di Newcastle). Vari studi condotti negli ultimi anni hanno dimostrato che la frutta bio con-tiene più vitamina C, il latte è più ricco di Omega 3 (a protezio-ne del sistema cardiovascolare); i pomodori bio sono più ricchi di licopene e sali minerali (ricerca condotta dall'Università di Pisa).

Chi segue un'alimentazione biologica riesce a ridurre i me-diatori delle infiammazioni e a proteggere il cuore. L'Universi-tà Tor Vergata (progetto Sabio 'Nutrire per prevenire') aveva dimostrato come si possano maggiormente prevenire le ma-lattie cronico-degenerative e cardiovascolari attraverso un regime alimentare biologico ri-spetto ad uno convenzionale. I

test hanno messo in

luce come il potere antiossidan-te degli alimenti fosse superiore nella dieta bio, mentre inferiore si è rivelata la presenza di fat-tori infiammatori. Lo studio ha ribadito che una dieta biologica equilibrata riduce il livello di omocisteina correlata al rischio cardiovascolare, parola dei re-sponsabili del progetto Antonino De Lorenzo e Laura Di Renzo.

Si registra anche un contenu-to maggiore di polifenoli nei cibi naturali rispetto a quelli dell'agricoltura convenziona-le, come evidenziato da uno studio dell'Unità di Tecnologie Alimentari Specciali dell'Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizio-ne). I polifenoli sono deputati a contrastare i radicali liberi, in questo senso svolgono una funzione antiossidante, riduco-no il livello di colesterolo nel sangue e quindi combattono il rischio di aterosclerosi ed esercitano una funzio-ne protettiva per il cuore. Alcuni polifenoli inoltre sono risultati efficaci

anche nel prevenire ed osta-colare le formazioni tumorali.

Prima si inizia a mangiare bio, meglio è. Parola del pediatra Lu-ciano Proietti secondo il quale il “pasto biologico nell'infanzia deve diventare una consuetudi-ne sia a casa sia a scuola per contrastare il fenomeno dell'o-besità attraverso l'educazione ad una corretta e sana alimentazio-ne che deve svilupparsi proprio in ambito scolastico per creare i consumatori di domani”. Se si mangia biologico nei primi 2 anni di vita, si ottiene un aiuto per prevenire le malattie dell'e-tà adulta, e anche il rischio di sovrappeso e obesità potrebbe ridursi. Inoltre, le mamme che allattano i bambini dopo aver mangiato cibi biologici possono produrre un latte migliore dal

punto di vista nutri-zionale (rapporto “The Organic Cen-ter for Education and Promotion”).

La soluzione a chi soffre di allergie e in-tolleranze (celiachia

in primis) potrebbe derivare pro-prio dal bio: i cereali coltivati in maniera naturale, infatti, hanno meno glutine che è la proteina responsabile dei disturbi alle persone ipersensibili, proteina che deve essere categoricamen-te eliminata dai soggetti celiaci. Fra le cause del boom di intolle-ranze ed allergie, oltre ai grani modificati c'è anche l'utilizzo in-discriminato dei pesticidi e l'ag-giunta di additivi e conservanti di sintesi. Ora, è risaputo che il numero di additivi alimenta-ri, potenzialmente allergizzanti, è molto più basso nei prodotti biologici rispetto a quelli con-venzionali, come dichiarato dal medico e agronomo Matteo Gian-nattasio. I disturbi crescono an-che per l'uso di diserbanti e clo-ro. Gli alti livelli di diclorofenolo contenuti nei pesticidi potrebbe indebolire la tolleranza alimen-tare e causare allergie alimenta-ri. Secondo il parere di alcuni ri-cercatori, mangiare prodotti che provengono da agricoltura che impiega pesticidi potrebbe ri-cadere negativamente anche sul siste- ma immunitario.

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Controlli ferreiUn aspetto del biologico

dovrebbe mettere a tacere tutti gli scettici: i control-

li rigorosi che non vanta di cer-to l'agricoltura convenzionale. I prodotti biologici devono passa-re il vaglio di specifici Organismi di Controllo che sono Enti auto-rizzati dal Ministero delle Poli-tiche Agricole finalizzati a mo-nitorare l'intero iter produttivo.

Solo dopo aver ottenuto il via libera dell'Organismo di con-trollo, l'azienda può sfoggiare il marchio del soggetto certifi-catore. A loro volta, le aziende certificate subiscono un al-tro controllo annuale da parte dell'ARPA nei cui laboratori ci si accerta sul corretto metodo di coltura e sui campioni prele-vati (da prodotti e dai terreni). In Italia, ecco alcuni degli enti certificatori: Icea, Suolo e sa-lute, Bioagricert, Ccpb, Codex,

Ecogruppo Italia, Q Certificazio-ni, Bios, Sidel Cab, Valoritalia.

Recentemente, in occasione di Biofach 2015 (Salone mondiale degli alimenti biologici, Norim-berga), è stata presentata la pri-ma banca dati europea – DATA BIO – per la tracciabilità delle produzioni e transazioni biologi-che, ideata da FEDERBIO e AC-CREDIA, l'Ente unico nazionale di accreditamento designato dal Governo italiano con il compi-to di attestare la competenza, l’imparzialità e l’indipendenza dei laboratori e degli organismi che verificano la conformità di prodotti. Fornisce i dati rela-tivi al 95% degli operatori bio italiani e permette di ridurre al minimo le frodi ed evitare che prodotti falsamente bio entrino nella filiera. La banca dati, de-nominata Data Bio che debutta nell’anno di Expo, nasce dall’in-

tegrazione del database di Ac-credia, relativo ai documenti di certificazione e sanzione degli operatori del biologico italiano, con quello di FederBio e vede la partecipazione diretta dei principali organismi di certifica-zione del settore e delle impre-se della filiera. “Si tratta di un grande passo in avanti per tutto il mercato biologico italiano.

Da oggi - commenta il Presi-dente di Accredia, Federico Grazioli - tutti gli operatori del settore, ma anche i cittadini, potranno avere a disposizione la più grande banca dati eu-ropea, frutto di un lavoro du-rato quasi due anni. In questo modo forniremo informazioni sicure, aggiornate, dettaglia-te e cercheremo di arginare la circolazione di falsi prodotti biologici che tanti danni produ-cono all’economia del Paese”.

Come riconoscerei prodotti "bio"OCCHIO A MARCHI ED ETICHETTE

Soltanto se il pro-dotto contiene in-gredienti che per

il 95% provengono da agricoltura biologica, esso può fregiarsi della dicitu-ra ‘biologico’ (il rimanen-te 5 % deve comunque corrispondere alle norme sulla salute e l’igiene). In caso contrario, quindi, sulla confezione non può essere apposto il logo che identifica i prodotti bio.

Attenzione! Non fatevi ingannare dal-la dicitura ‘naturalÈ che non equivale a quella ‘bio’ e non può sostituirla. Per i prodotti definiti ‘naturali’, infatti, non c’è alcun rego-lamento, per cui non si è tutelati dalle garanzie as-sicurate dal marchio bio, compreso il rispetto per gli animali e l’ambiente.

Solo in caso di certifi-cazione, il prodotto può

esporre l’ormai noto mar-chio comunitario con la foglia verde composta da 12 stelline. Vicino al logo si trova la scritta “Organismo di controllo autorizzato dal Mipaaf (Ministero delle politiche agricole alimentari e fore-stali) con la sigla dell’En-te certificatore: ad esem-pio IT (ovvero organismo italiano) e BIO 009 (co-dice identificativo dello specifico istituto che ha

eseguito il controllo). Accanto anche la sigla dell’azienda controllata produttrice dell’alimen-to. Sotto queste scritte, di solito, si trova l’in-dicazione della prove-nienza degli ingredienti.

Come sapereda dove arrivano gli ingredienti? Semplice. Troviamo scrit-to “Agricoltura UE” se

i prodotti arrivano dai paesi comunitari; “Agri-coltura italiana” se sono prodotti nel nostro Paese, “Agricoltura non UE” se provengono da paesi non comunitari. Mentre se al-cuni ingredienti arrivano da nazioni della Comunità europea e altri da Paesi extracomunitari, allora sull’etichetta troveremo la dicitura “Agricoltura UE/Agricoltura non UE”.

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I numeri delBIOLOGICOTra i dieci paesi con il mag-

gior aumento dell'agricoltu-ra biologica – tasso di cre-

scita in termini di ettari coltivati – ben otto sono europei. I primi tre sono Francia, Polonia, Spa-gna, mentre Germania, Francia, Regno Unito e Italia coprono in-sieme oltre il 70 per cento delle quote di mercato. La Spagna è il paese con la maggiore esten-sione di coltivazioni biologiche (1,6 milioni di ettari), seguita da Italia (1,2 milioni di ettari) e dalla Germania che rappresen-ta anche il mercato più ampio in termini di valore monetario, con oltre sette miliardi di euro.

L'Italia si colloca al sesto posto al mondo in termini di fatturato le-gato al mercato biologico con un valore pari a 1,7 miliardi di euro, un mercato interno in forte con-trotendenza rispetto all'andamen-to generale dell'agroalimentare. Ben il 70% dei nostri prodotti biologici finiscono sui mercati di Germania e Stati Uniti, ma anche i consumi interni stanno registrando un notevole incre-mento: addirittura del 17% nei primi mesi del 2014 sui prodotti biologici confezionati, la cresci-ta più elevata degli ultimi 12 anni (Ismea-Gfk/Eurisko 2014).

La crescita dei consumi è da ricercarsi soprattutto nella maggior presenza dei prodotti biologici nella Gdo (grande di-stribuzione organizzata), nella

moltiplicazione di nuove linee di prodotto, anche private label, e nell'ingresso di marchi biolo-gici nei discount (Sana 2014). I negozi specializzati risultano concentrati soprattutto nelle aree settentrionali del Paese (il 65% circa si trova al Nord).

Il tasso di penetrazione del food certificato tocca in Italia una percentuale del 59% (No-misma 2014) che dipende in modo particolare dagli aumenti a due cifre fatti registrare dagli acquisti di biscotti, dolciumi, snack biologici (+ 22,9%) e be-vande analcoliche (+ 16,5%), mentre hanno inciso in misu-ra minore gli aumenti di pasta, riso, sostituti del pane (+8,9%) e ortofrutticoli freschi e trasfor-mati (+7,8%), Bioreport 2013.

Nel 2013 le aree dedicate alle colture biologiche nel nostro Paese hanno raggiunto una su-perficie di oltre 1 milione e trecentomila ettari, con un in-cremento del 12,8% rispetto al 2012, doppio rispetto all'an-damento dell'anno precedente (+6,4%), Sinab/Ismea 2014.

Il numero di operatori è cre-sciuto del 5,4%. Quanto alla superficie coltivata, troviamo prati, pascoli (oltre 264 mila ettari) e colture foraggere (cir-ca 250 mila ettari), segnale dell'incremento anche degli al-levamenti che seguono il regime biologico (Sinab/Ismea 2014).

Bisogna prestare particolare attenzione anche al marchio europeo recante la foglia a stelle: se la foglia dovesse presentare una forma diversa, fosse accompagnata da una dicitura non regolare, se non fosse stampata su uno sfon-do neutro o verde, se le stelle avessero una forma diversa, allora ci troviamo di fronte ad un logo non autorizzato, e pertanto il prodotto potreb-be non essere davvero bio.

Se il logo viene stampato a colori, lo sfondo deve essere verde. Dal 2010 è possibi-

le stampare sulle confezioni dei prodotti preconfezionati bio il logo di produzione bio-logica dell’Unione Europea.

Nel caso di prodotti non con-fezionati, come ad esempio or-taggi e frutta, si deve ricordare che i contenitori dei prodotti – le cassette di frutta – devono riportare tutte le voci esatta-mente come le etichette dei prodotti confezionati; inoltre noi consumatori abbiamo il diritto di chiedere di vedere i certificati che hanno accompa-gnato la merce nel trasporto.

ATTENZIONE ALLA FOGLIAA STELLE

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Dal 60 all'80 per cento degli adulti viene colpito almeno una volta nella vita dal disturbo mu-scolare scheletrico più diffuso nei Paesi industrializzati: il mal di schiena. Per mantenere la colon-na vertebrale sana ci sono alcuni accorgimenti che è opportuno mettere in pratica.

Come evitare le lombalgie? In-nanzitutto i muscoli devono es-sere tonici: il movimento infatti è la più efficace arma preventi-va. È sufficiente camminare a buon passo mezz'ora al giorno o un'ora (quando non è in corso un attacco di mal di schiena). Se si abita in condominio, si dovreb-bero percorrere le scale a piedi, evitando l'ascensore, rinforzando così i muscoli lombari. Il peso in eccesso rappresenta sicuramente un limite, visto che è una delle principali cause di lombalgia e dolori articolari. Si può ricorrere, come aiuto, alle App scaricabili

sullo smarphone per essere sem-pre aggiornati sul numero di sca-le che facciamo ogni giorno e sui passi compiuti quotidianamente. Vanno curati anche gli addomina-li che sostengono la schiena as-sieme ai muscoli paravertebrali.

Sostituite zaini e borse con i trol-ley ogni volta che è possibile. Se dovete raccogliere qualcosa da terra, flettete le ginocchia, non la schiena. Indossate scarpe como-de che vi permettano di eseguire movimenti corretti e conservare posture più fisiologiche.

Fondamentale anche la corretta postura quando si sta seduti o sdraiati sul letto o sul divano. Me-glio preferire le sedie rigide, con braccioli e schienale sagomato su cui scaricare il peso delle braccia e della schiena mentre si studia o lavora.

In auto il sedile va regolato in modo da poter guidare con ginoc-

chia e gomiti semiflessi, seden-dosi bene in fondo e appoggiando completamente la schiena allo schienale. Per dormire bene, poi, è meglio scegliere un materasso rigido oppure inserire un asse di almeno due centimetri di spesso-re fra rete e materasso.

Per alleviare i forti mal di schie-na si può ricorrere a farmaci di automedicazione, ac-quistabili in farma-cia, senza ricetta medica. Mol-to usati a n c h e i far-mac i a n -t i n -f iammatori topici a base di ibu-profene sale di lisina al 10 per cento.

Mal di schiena? No, grazie!

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Com'è il tuo stile di vita? Com'è la tua alimentazione? Per trovare alcune risposte puoi scoprirlo con il test della salute su www.cura-relasalute.com, campagna rea-lizzata grazie al supporto di Pfizer e con il patrocinio di Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italia-ni, Federfarma, Società italiana di medicina generale, Società italiana di gerontologia e geriatria, Società Oftalmologica Italiana e l'ANMCO.

Slogan dell'iniziativa:

METTITI IN TESTA LA SALUTE!Alcuni semplici quesiti vi aiuteran-no nel test:

• RITIENI DI AVERE UNO STILE DI VITA ATTIVO

OPPURE SEDENTARIO?

• FAI SPESSO DEGLI SPUNTINI FUORI PASTO A BASE DI FRUTTA?

• PENSA A IERI, QUANTE PORZIONI DI FRUTTA E VERDURA HAI MANGIATO?

• SAI CHE IL TUO PESO E GIRO VITA SONO INDICATORI DELLA TUA SALUTE?

• HAI MAI PARLATO DEL TUO PESO O DELLA TUA ALIMENTAZIONE CON UN ESPERTO DELLA SALUTE?

Una volta risposto al questionario, niente di meglio che confrontarsi con il proprio medico di base o far-macista.

Questa campagna ricorda che un'a-limentazione adeguata ed equili-brata non solo garantisce un appor-to di nutrienti ottimale, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico dell'organismo, ma può contribuire attivamente alla prevenzione di pa-tologie dell'età avanzata.

Per assicurare questi benefici la nostra alimentazione dovrebbe es-sere ricca in fibre e comprendere ogni giorno tre o più porzioni di ce-reali integrali, calcio, vitamina D e B12, cinque o più porzioni di frutta e verdura, prodotti caseari, due o più porzioni di proteine e limitare il consumo di grassi saturi.

Quanto poi agli integratori multivi-taminici e multiminerali, completi e a dosaggi bilanciati, possono rappresentare un valido aiuto per

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Il Lago degli AngeliMercatino di Klagenfurt fra i più importanti della Carinzia. Visita ad un noto birrificio. Pranzo in birreria storica. Magica minicrociera natalizia "sul Lago Degli Angeli". € 80,00

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Arco e la No�e degli Alambicchi AccesiVisita del tradizionale mercatino di Arco cittadina "Asburgica". “La notte degli Alambicchi nella Valle dei laghi” serata suggestiva nel borgo premiato da il Gambero Rosso per l'eccellenza del distillato, con spettacolo, visite e degustazione. € 75,00

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Trento e B�go di P�gine Vista guidata del Castello del Buon Consiglio, il più imponenete del Trentino, con il mercatino raccolto nella storica Piazza Fiera e antiche mura merlate. Borgo Pergine, visita del mercatino con degustazione di prodotti tipici. Cena in tipica birreria. € 90,00

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MERCATINI DI NATALE IN PARTENZA CON PULLMAN DA UDINE

fronteggiare carenze nutriziona-li, soprattutto in alcune fasi della vita. In particolare dopo i 50 anni i fabbisogni nutrizionali cambiano e si innalza il rischio di carenze di alcune vitamine e minerali.

Indipendentemente dall'età, co-munque, il nostro stile di vita e la nostra alimentazione possono non rispondere correttamente alle esi-genze del nostro organismo privan-dolo di nutrienti essenziali al man-tenimento di una buona salute. Quando ciò si verifica, si presen-tano delle carenze nutrizionali che possono avere conseguenze anche gravi e accrescere il rischio di ma-lattie croniche come ad esempio ipertensione, osteoporosi, malattie cardiovascolari, diabete.

Il Testdella

Salute

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Entrare a 'Note di Gusto' signifi-ca dare il benvenuto ad una cu-cina sana, leggera e digeribile, che non utilizza conservanti, glu-tammato o altri additivi chimici. In questo locale - studiato nei minimi dettagli grazie alla mae-stria dell'interior designer Ales-sandro Nonino - trovate i piatti pronti che, per natura, contenuto e modalità di preparazione, risul-tano completamente differenti da quelli standard dove la chi-mica predomina. Nelle vetrine espositive di Note di Gusto, che ha come obiettivo seguire la sta-gionalità dei prodotti, ogni piatto racchiuso all'interno delle con-fezioni in atmosfera modificata/protetta (Atm) o sottovuoto è il risultato di una procedura che coniuga il rispetto per la nostra salute e il mantenimento delle qualità organolettiche dell'ali-mento.

Franco, Luca e Barbara introdu-cono il cliente dentro l'universo dei veri piatti pronti, freschi, leg-geri e gustosi. I prodotti confe-zionati in Atm vengono cucinati e dopo immediato abbattimento di temperatura vengono conser-vati in vaschette dentro cui viene

inserita la miscela di gas alimen-tari azoto e Co2: questa moda-lità, che caratterizza la genesi dei primi piatti (gnocchi, orzotti, paste, crespelle, pasticci, etc), consente che prodotti alimentari freschi confezionati e minima-mente lavorati mantengano le proprie caratteristiche nutrizio-nali originali. Il confezionamento in ambiente controllato di generi alimentari permette di ottenere una shelf life prolungata – dai 7 ai 15 giorni - solamente con-servando il prodotto ad una tem-peratura compresa tra 0 e 4°C senza bisogno di aggiungere con-servanti chimici o stabilizzanti.

L'altro capitolo, che riguarda i secondi piatti (pesce o carne) e le verdure (rigorosamente di sta-gione e a km0), è un'iniziazione alla cottura sottovuoto, ovvero la modalità di cucinare a vapo-re con basse temperature, fra i 72 e i 90 gradi, un alimento preventivamente messo in sot-tovuoto all'interno di sacchetti appositamente ideati per questa finalità. In questo modo i sapori naturali dell'alimento vengono non solo mantenuti ma anche esaltati. L'alimento necessita di

meno condimento, meno sale e meno grassi e mantiene inalte-rata la struttura molecolare. Non a caso, in questo locale, negli impasti non si usano burro, glu-tammati o altri prodotti di sintesi ma si predilige esclusivamente l’olio extra vergine di oliva. An-che in questo caso la scadenza arriva fino a due settimane. E sul tema 'scadenzÈ, è l'Università di Udine, scelta come ente certi-ficatore, a condurre le analisi a campione e a confermare pun-tualmente la validità del sistema anti-batteri e anti-germi di qual-siasi tipo.

A Note di Gusto la clientela può optare per l'asporto degli alimen-

ti, e infatti il locale è nato cinque anni fa con la missione-asporto (menù monoporzione ma è pos-sibile anche l’asporto per rinfre-schi, compleanni, lauree etc. su prenotazione), ma può decidere anche di consumare in loco gra-zie all'area dedicata alla degusta-zione. Per le ricorrenze, Natale e Pasqua, si realizzano menù dedi-cati a base di carne o pesce e da quest'anno l’obiettivo è inserire anche menù per vegetariani e ve-gani. Note di Gusto offre anche una linea di marmellate, sottace-ti e salse di propria produzione, con frutta e materie prime rigo-rosamente locali. Come dire, una sinfonia di sapori sani e naturali.

Mangiare sano, naturale e di qualità

[email protected] - tel. 0432.1793610 - Orario: lun-ven 8.00-19.30 / sab 8.00- 14.30 / domenica chiuso

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Dottor Meloni, lei consiglia di mangiare biologico ai suoi pa-zienti?

“In linea di massima sì, il con-siglio personale di consumare prodotti bio è dettato sia da una questione di salvaguardia della genuinità del prodotto (genuinità intesa come non utilizzo di pe-sticidi, e in particolare di fitofar-maci, in campo agricolo, limitato utilizzo di additivi e impiego solo in casi eccezionali di antibioti-ci negli allevamenti) sia da una maggiore e direi anche evidente salvaguardia della biodiversità in natura a cui si aggiungono una maggiore valorizzazione della produzione locale e regionale, un rispetto maggiore verso l’ambien-te e verso il territorio in generale.

Se dovessi scegliere quali tra i prodotti bio non dovrebbero man-care in tavola, sicuramente la frutta e la verdura per esempio,

come anche un altro alimento po-trebbe essere l’olio extravergine di oliva, uno dei punti di riferi-mento della dieta mediterranea. Qualunque sia la scelta, o bio o convenzionale, un consiglio è di lavare sempre il prodotto prima del consumo (almeno per quan-to riguarda la frutta e la verdu-ra); strofinare e lavare una mela per esempio riduce di molto la quantità di sostanze chimiche eventualmente presenti sulla sua superficie”.

E per quanto riguarda la carne? Bio o convenzionale?

“Personalmente meno sostanze di sintesi ho nel mio organismo meglio è, e comunque per aggi-rare il problema consiglierei ai pazienti di ridurre il consumo di carne, in primis la carne ros-sa, visto che in Italia come in generale nei paesi occidentali il consumo è veramente eccessivo

“Consiglio il prodotto Bio ai miei pazienti ma non demonizzo quello convenzionale”

Intervista al biologo nutrizionista Mauro Meloni

e di conseguenza poco salutare. Per quanto riguarda la carne con-venzionale, in Italia vi sono molte più restrizioni sull’utilizzo degli antibiotici rispetto agli Stati Uniti per esempio ed inoltre gli ormoni sono vietati. Dalla mia esperienza anche in ambito sanitario-veterinario posso confermare che i controlli sanitari funzionano bene, soprattutto pri-ma dell’immissione nel mercato dei prodotti, ed è difficile, anche

se qualche falla nel sistema si può verificare, trovare carni con tracce di anabolizzanti.Per quanto riguarda invece l’uti-lizzo degli antibiotici, è dovero-so dire, soprattutto per le carni avicole, che viene rispettato il periodo di sospensione, ovvero il periodo che intercorre dalla fine dell’utilizzo dell’antibiotico alla macellazione. Un altro problema potrebbe essere dato dalla gene-razione di specie batteriche anti-

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biotico-resistenti che potrebbero “albergare” nella carne fino al suo utilizzo, ma questo fenomeno è stato dimostrato più negli Stati Uniti che nell’Unione Europea”.

A livello di valori nutrizionali, il cibo biologico si distingue rispet-to al non-bio?

“Su questo argomento sono stati effettuati e pubblicati numerosi studi che sono stati per così dire sintetizzati e analizzati statistica-mente in due recenti meta-analisi (la meta-analisi costituisce il più alto livello di evidenza scientifi-ca). In particolare il lavoro pub-blicato dai ricercatori dell'Uni-versità di Stanford (2012) negli Stati Uniti ha dimostrato come i valori nutrizionali di bio e conven-zionale non fossero così differenti sia per quanto riguarda il conte-nuto in macronutrienti (proteine, carboidrati, grassi) sia in micro-nutrienti (vitamine, minerali e antiossidanti). Sembra che nell’alimento bio ci sia un contenuto maggiore in azoto e fosforo, ma niente di più. Studi di questo tipo sono molto difficili da programmare ed effettuare; la presenza e la concentrazione di micronutrienti in un alimento dipende da una notevole varietà di fattori come microclima, natura del terreno, tempi e modi di raccolta, tem-peratura, presenza nel terreno di nitrati, ecc.. Capita quindi che vi sia molto disaccordo tra le ricer-che, e non credo che in futuro si giungerà a risultati molto diversi a riguardo”.

Si possono rilevare diversità fra un biologico e un altro?

“Non ci sono studi a riguardo; già gli studi tra bio e convenzionale spesso non collimano, immagi-niamoci farne uno tra differenti prodotti o alimenti biologici! Per ora le ricerche si incentrano sul-lo studio dell’effetto di singoli alimenti o gruppi di alimenti sul metabolismo, sulla modificazione della flora intestinale, sulla mo-dificazione dei parametri ematici legati ai dismetabolismi, eccete-ra”.

Ultimissima domanda sui prodot-ti lavorati (biscotti, snack, cra-cker, pasta, riso etc): meglio bio oppure no?

“Potrei dire che se consideriamo pasta, riso e cereali in generale, il mio primo interesse è cercare di convincere il paziente a inserire nella sua alimentazione più pro-dotti integrali e meno cibi raffi-nati; già questo sarebbe un buon traguardo in termini di alimen-tazione salutare ed equilibrata! Passare al prodotto bio-integrale sarebbe un traguardo successi-vo. Per quanto riguarda biscotti, snack etc…qui entra un’altra questione di attualità: l’olio di palma che eviterei più per una questione ambientale che per una questione salutare. In ogni caso si tratta sempre di un prodotto contenente una quanti-tà notevole di grassi saturi ed è quindi meglio limitare! Un buon prodotto bio per questioni di eco-sostenibilità non dovrebbe utiliz-zare teoricamente olio di palma, ma non sempre è così, quindi nel caso consiglierei un’attenta let-tura delle etichette per verificare la presenza tra gli ingredienti di questo composto”.

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Profilo

Laureato in Scienze Biologiche all'Università di Cagliari, ha conseguito un dottorato di ricerca in Microbiologia e Virologia, approfondendo gli studi in campo microbiologico e molecolare sia in ambito accademico sia presso l'Istituto Zooprofilattico della Sardegna dove si è occupato di progetti di sanità pub-blica. Ha lavorato come ricercatore presso il Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell'Università di Udine, con cui col-labora tuttora, e conseguito un Master di specializzazione in Nutrizione e Alimentazione Umana.

È autore di oltre una ventina di articoli scientifici pubblica-ti su riviste internazionali e nazionali. Lavora come biologo nutrizionista a Udine presso il suo studio professionale in via Mazzucato, 5.

ARTICOLI

- Dangour AD, Dodhia SK, Hayter A, Allen E, Lock K, Uauy R. (2009). Nutritional quality of organic foods: a systematic review. American Journal Clinical Nutrition. 90(3):680-5.

- Smith-Spangler C, Brandeau ML, Hunter GE, Bavinger C, Pe-arson M, Eschbach PJ, Sundaram V, Liu H, Schirmer P, Stave C, Olkin I, Bravata DM. (2012). Are Organic Foods Safer or Healthier Than Conventional Alternatives? A systematic review. Annals of Internal Medicine. 157(5):348-66.

REGOLAMENTI

- EC Regulation 834/2007. Council Regulation 834/2007/EC of 28 June 2007 on organic production and labelling of orga-nic products. Official Journal of the European Union L189, 20.07.2007:123.

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Una manciata di mandorle al giorno potrebbe aumentare la durata e la qualità della vita. Secondo uno studio della Penn-sylvania State University, questo alimento è ricco di sostanze nu-tritive in grado di ridurre il cole-sterolo, mantenere il peso forma, e allontanare il rischio di svi-luppare una malattia cardiaca. I ricercatori sono convinti che consumare ogni giorno circa 42 grammi di mandorle potrebbe ri-durre il rischio di morte precoce.

Queste conclusioni sono state pubblicate sul Journal of the American Hearth Association: i

ricercatori hanno confrontato le diete di 52 persone in sovrappe-so, di adulti di mezza età con co-lesterolo alto per 12 settimane. Nell'esperimento, metà dei sog-getti sono stati invitati a man-giare per 6 settimane dei muffin di banane che hanno fornito la stessa quantità di calorie delle mandorle intere naturali mangia-te dall'altra metà del gruppo. No-nostante le differenze di peso fra i due gruppi di soggetti, la dieta a base di mandorle è stata asso-ciata ad una riduzione significa-tiva del grasso che si accumula sul girovita e sulle gambe. Non

solo. Il consumo di mandorle è stato correlato anche ad una riduzione del colesterolo e, di conseguenza, ad una riduzione del rischio di sviluppare malattie cardiache.

Un'altra ricerca ha messo in luce che l'assunzione di estratti di curcumina può avere effetti di riduzione del colesterolo. Più esattamente l'assunzione giorna-liera di 1890 mg di curcumina per 12 settimane in pazienti af-fetti da sindrome metabolica è risultata associata ad un effetto ipolipemizzante (Division of En-docrinology and Metabolism, De-

partment of Internal Medicine, Chung Shan Medical University Hospital, Taichung, Taiwan; In-stitute of Medicine, Chung Shan Medical University, Taiwan). Questo studio ha preso in esame le conseguenze dirette per opera della curcumina su peso corpo-reo, glucosio e profili lipidici. Di solito curcuma e curcumina si trovano negli estratti integrali sinergici, assieme a radice di ta-rassaco, foglie di carciofo, radi-ce di scutellaria, oli essenziali di rosmarino e menta, da utilizzare appunto nelle ipercolesterolemie e nelle ipertrigliceridemie.

Una manciata di mandorle per controllare peso e colesterolo

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ritta e speciali miagolii lascia scar-si dubbi sul suo piacere di riveder-ci, come l’espressione di tristezza negli occhi di un cane e il linguag-gio del corpo che l’accompagna possono stringere il cuore.

Come tutti gli essere viventi, gli animali provano vibrazioni ener-getiche proprie e l’equilibrio di tale energia risulta fondamentale per il loro benessere. La Floritera-pia è uno strumento utile e molto apprezzato per le sue proprietà di armonizzazione dei disequilibri vibrazionali e, in particolare, la floriterapia di Bach e le Austra-lian Bush Flower Essences aiu-tano ad elaborare gli effetti delle esperienze negative e agiscono sui modelli comportamentali che possono influire negativamente sulla qualità di vita di ogni essere

Le Emozioni primarie, negli ani-mali, non sono sostanzialmente differenti da quelle degli esseri umani. Emozioni quindi come paura, collera, eccessiva ecci-tazione, tristezza sono presenti anche negli animali e possono, se non comprese e risolte, deter-minare seri problemi psicologici e comportamentali.

Gli animali, come i bambini, non nascondono le loro emozioni, han-no un inconscio plastico e meno strutturato, non hanno eretto bar-riere emotive e manifestano aper-tamente le emozioni attraverso gesti, comportamenti e manife-stazioni fisiche che devono essere ben interpretate. Gioia, eccitazio-ne, dolore, tristezza e rabbia trova-no riscontro nel mondo animale. Il gatto che ci accoglie con la coda

vivente. La nuova linea Animals & Pets di Australian Bush Flower Es-sences presenta enormi vantaggi, primo fra tutti l’assenza di effetti collaterali, ma anche la velocità con cui questi rimedi supportano l’animale nel ritorno ad uno stato di serenità interiore che inevitabil-mente si riflette sull' ambiente in cui vive.

Le dieci referenze in gocce che compongono questa linea sono

state specificatamente studiate per diversi disagi emotivi e pos-sono essere aggiunte al cibo o all’acqua donando un innegabile sollievo e ripristinando un equili-brio emozionale. Potere usufruire di una composizione già pronta all’uso è un valido aiuto iniziale, per poi proseguire con un tratta-mento più specifico e individuale nei casi più complessi.

Dr. Lucio Bianco, Farmacista-Erborista

I nostri amici animali e le loro emozioni

La serenità e la tranquillità dei nostri amici animali in ogni momento.

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Il consumo di carni cotte è as-sociato ad un maggior rischio di tumori. Risale al 1956 la

scoperta, per opera di Kuratsu-ne, di una sostanza cancerogen-za molto potente (benzopirene) negli alimenti sottoposti ad una cottura spinta. In quello stesso anno Denham Harman formu-la la teoria dei radicali liberi.

Le temperature che superano i 100 gradi C comportano la forma-zione di sostanze cancerogene e trasformano i grassi saturi in pro-dotti tossici. Durante il processo di cottura si liberano numerose sostanze con attività mutagena e cancerogena: benzopirene e amine eterocicliche. Ecco perchè è meglio evitare frittura, arrosto, caramelizzazione e barbecue.

Ecco in che modo ridurre la tos-sicità degli alimenti, secondo i dettami prescritti da J.P. Curtay nel suo testo "La Nutriterapia":

1. Consumare preferibil-mente frutta e verdu-re crude o poco cotte

2. Evitare il consumo di carni alla griglia, arro-sti, hamburger, fritture,

salsicce affumicate, grigliate di pesce, provole alla griglia…

LA COTTURA3. Asportare le parti abbru-

stolite o carbonizzate dalla crosta del pane, dal

fondo delle torte, dalla superficie di arrosti e pollame, dalle grigliate

4. Adottare le modalità di cottura meno nocive

5. Se si vogliono cuocere carni e pesce in pa-della, preferire olio di

oliva, senza raggiungere il pun-to di fumo e limitare la tem-peratura o il tempo di cottura

6. Usare modalità di cot-tura più appropriate, in acqua bollente a fuo-

co spento, al vapore, in forno al vapore o a calore diffuso, in forno a microonde (riducendo al minimo il tempo di cottura)

7. Per condire a crudo, usa-re oli vegetali di prima spremitura a freddo o un

olio arricchito con antiossidanti

8. Preparare al momen-to i cereali per la pri-ma colazione, a par-

tire dai fiocchi non tostati, piuttosto che cereali già grigliati.

I metodi di cottura sono fondamentali anche per mantenere il più pos-

sibile inalterate le virtù nutritive tipiche del cibo biologico. Come si ap-prende da alcune ricerche scientifiche, il cibo biologi-co può contenere un valore più elevato di antiossidanti e vitamine, elementi che rischiano di essere alterati nella fase di conservazio-ne, preparazione e cottura.

Le temperature medio-basse rendono il cibo mi-gliore: è una massima da tenere sempre a mente. È il caso degli alimenti che contengono proteine. Attorno ai 60°C gli am-minoacidi tendono a coa-gularsi, unendo meglio le proteine le une alle altre.

Risultato? Una digestione di queste sostanze decisa-mente migliore. Seguendo l'insegnamento di alcune medicine orientali, cuocere gli alimenti aiuta ad assi-milarli meglio in quanto si facilita in parte il processo digestivo che prevede la di-sgregazione degli elementi nutritivi contenuti nel cibo. Una cottura leggera, so-prattutto per i prodotti ve-getali, risulta più salutare.

Gli ortaggi, ad esempio, prima della cottura devo-no essere conservati con le dovute accortezze: bisogna evitare di lasciarli all'inter-no di sacchetti di plastica dove possono rovinarsi. Possibilmente vanno con-servati in un luogo fresco, in contenitori aerati, non di

del cibo

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del ciboplastica. L'ideale sono i sacchet-ti di carta normalmente utilizza-ti per il pane. Il cibo biologico, comunque, andrebbe consumato in tempi brevissimi dalla raccol-ta. Tutti gli ortaggi dovrebbero rimanere leggermente croccanti e non stracotti per mantenere il valore nutrizionale. Cucinare a lungo e ad alte temperature snatura il cibo biologico. Altra cottura considerata salutare è quella alla piastra, adatta so-prattutto a pesci in tranci e carni bianche. La raccomandazione è di condire a fine cottura con un filo di olio extravergine di oliva biologico e sale integrale.

Relativamente alle verdure, l'opzione maggiormente favori-ta è la cottura al vapore, possi-bilmente in appositi cestelli in bambù, materiale che permette di liberare il calore del vapore in maniera delicata e di non rila-sciare ioni metallici provenienti dalle pentole in acciaio o allumi-nio. Mentre si cucina in questo modo, l'alimento non deve es-sere condito con grassi ma solo con erbe aromatiche o spezie.

La bollitura è indicata per la pre-parazione del brodo vegetale o animale. L'aggiunta dell'alimento in acqua già bollente è più idonea per cucinare gli ortaggi. Per i ce-reali andrebbe usato il metodo ad assorbimento che si utilizza per pasta, cereali e legumi. È mol-to semplice: mettere il cereale scelto in una pentola con acqua fredda nella giusta proporzione di acqua (ad esempio per il miglio si mettono due parti di acqua e una di cereale); si deve aspettare che l'acqua giunga al punto di ebolli-zione, si spegne il fuoco coprendo molto bene con un coperchio. A

questo punto si aspetta che il ce-reale cucini (sempre lasciando la pentola ben chiusa). I tempi varia-no di pochissimi minuti rispetto al metodo classico della bollitura.

Certo, se si tratta dei legumi, bisogna prepararsi a tempi leg-germente superiori, ad esempio, per i fagioli, si consiglia di conti-nuare l'ebollizione per circa 20-25 minuti e poi spegnare il fuoco e attendere che il tutto si cuci-ni. Questo metodo garantisce all'alimento bio di non rovinarsi eccessivamente con le tempe-rature elevate e garantisce una cottura lenta ed uniforme. Cere-ali e legumi, fra l'altro, risultano molto più saporiti e digeribili.

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Con la pentola a pressione i tempi si riducono, ma viste le temperature elevate, essa ri-sulta un metodo poco salutare per il cibo biologico che ab-bonda di nutrienti essenziali. Con questa procedura si può usare meno acqua e procedere ad una cottura simile a quella a vapore, con l'accortezza che l'acqua non tocchi l'alimento.

La cottura al forno, se da un lato fa svanire le vitamine del gruppo B (se si tratta di carne), dall'altro rappresenta un'alternativa solo se si cucina l'alimento veloce-mente, o a temperature medio-basse, con forno preriscaldato. In questo modo difficilmente

si disperdono gli elementi nu-trizionali. Attenzione poi a non cucinare in forno con l'olio...Se la frittura è vietata (non preserva alcuna qualità del cibo biologico, e comunque le temperature ele-vate, oltre i 185 gradi centigradi, liberano sostanze nocive e can-cerogene), il metodo alla piastra è ok, soprattutto per quei cibi dotati di un certo livello di umi-dità. Durante la cottura si deve evitare di aggiungere del condi-mento che va unito solo alla fine. Le piastre migliori sono quelle in ghisa e ferro; approvata anche la pietra da scaldare preventiva-mente in forno e tenere in caldo grazie a piccole fiammelle come quelle delle candeline o tea light.

Attenzione ai cibiCONSERVATI

Da numerosi studi è emerso un più alto rischio di tumori del naso, del cavo orale, dell'esofago, del retto, ma soprattutto dello stomaco in chi consuma abitualmente cibi conservati.

Ecco perché è opportuno evitare o ridurre il consumo di:

> INSACCATI

> SALUMI STAGIONATI

> CARNI CONSERVATE

> FORMAGGI STAGIONATI

> CIBI IN SALAMOIA

> CONSERVE CASALINGHE E INDUSTRIALI DI OGNI TIPO

> PESCE SALATO, ESSICATO O CONSERVATO

> PEPERONCINI ESSICCATI

> SOTTACETI

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INGREDIENTI

quantità per 4 persone

1/2 zucca cotta a vapore2 mele1 tazza di mandorle1 tazza di fiocchi di avena piccoli1/2 tazza di semi di zuccazenzero in polverecannella in polverenoce moscata in polvereun pizzico di sale per la “panatura”1 tazza di semi di lino1 tazza di semi di papavero

FACILE PREPARAZIONE 45 MIN COTTURA 15 MIN

Mettere tutti gli altri ingredienti in un robot da cucina e lavorare per bene in modo da ottenere un impasto uniforme.

1 2

3 4

Porre l'impasto in frigo per 30 minuti, in modo che si asciughi e si indurisca un pochino.

Togliere dal frigo, mescolare il composto e formare delle palline. Passarle quindi in un vassoio cosparso di semi di papavero e di lino ed arrotondarle per bene.

Sistemare le polpettine così ottenute in una teglia ed infornare per 15 minuti a 180°. Servirle calde o a temperatura ambiente. Ottime da accompagnare all’aperitivo.

Polpettine Delizia alla zucca, mele e mandorle

Piccole e dolci queste polpettine che si divorano in un solo boccone! Molto particolari al sapore, ma semplicissime da preparare.

Niente olio, niente fritture, niente grassi, se non quelli buonissimi ed utilissimi dei semi di lino, delle mandorle e dei semi di zucca.

Ricetta a cura di Max NoaccoChef del Ristorante Al Tigliodi Moruzzo (UD)

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INGREDIENTI

quantità per 4 persone

250 g di patate 150 g di seitan alla piastra (oppure tofu per i celiaci)2 cucchiaini di olio extra vergine d’oliva1 cucchiaino di origanosale rosa e pepe q.b.

FACILE PREPARAZIONE 20 MIN COTTURA 10 MIN

Lessare le patate, sbucciarle e schiacciarle con 1 pizzico di sale, 1 presa di pepe, l’origano e l’olio.

1 2Prendere una tortiera, coprirla con carta da forno e sistemare metà delle patate schiacciate, fare uno strato di fettine di seitan e coprire con le patate rimaste.

3Schiacciare bene il tortino e infornare a 180 gradi, con il forno ben caldo, per 30 minuti. È buono anche freddo!

Tortino dipatate e seitan

Gastronomia e Trattoria Biologica

di Nogaro Isabella & C.

Controllato da: Istituto per la Certi�cazioneEtica Ambientale

Via San Giorgio, 60 - Tricesimo (Udine)Tel./Fax 0432.884140 - www.larcdisanmarc.it

Aperto da lunedì a sabatocon orario continuato 9.00 - 23.30

chiuso la domenica

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Tenere bassa la glicemia è un pi-lastro per prevenire il cancro e, nel caso in cui la malattia si sia manifestata, per evitare le recidi-ve, come scrive il medico Franco Berrino, patologo, epidemiologo, già direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, nel suo libro Il cibo dell'uo-mo, edito dalla FrancoAngeli. I fat-tori di crescita, se sono in eccesso, e molto spesso lo sono a causa di quello che abitualmente mangia-mo, possono favorire la crescita dei tumori. Le abitudini alimentari possono davvero fare la differenza! Tenete bassa la glicemia! Le cellule tumorali consumano molto più glu-cosio delle cellule normali e sem-pre più studi evidenziano che chi

presenta la glicemia alta – scrive il dr. Berrino – pur nell'intervallo di normalità si ammala di più (per es. tumori della mammella, del cervel-lo, del pancreas) e se si è amma-lato ha una prognosi peggiore. È risaputo che i pazienti diabetici si ammalano di più di cancro, ma la condizione prediabetica, o quando la glicemia si colloca verso l'alto dei valori normali, è associata a rischi ancora più elevati.

La glicemia nella zona alta dei valo-ri normali (superiore a 100 mg/100 ml) è associata ad un rischio di ammalarsi di cancro dell'ordine del 20% superiore rispetto a chi sta nella zona bassa dei valori normali (< 90). Il rischio è particolarmen-te elevato per il cancro del fegato e delle vie biliari e del pancreas,

ma è stato riscontrato significativa-mente elevato anche per il cancro colonrettale, per la mammella, la vescica, la prostata, la tiroide, la cervice uterina, e, ma non sem-pre, per linfomi e leucemie. Tene-re bassa la glicemia aiuta a tenere bassa l'insulina e quindi i fattori di crescita, ecco perchè il medico Berrino raccomanda di evitare fari-ne raffinate (00 e 0), pane bianco, dolciumi commerciali, patate, riso bianco, fiocchi di mais, frutta molto zuccherina. Si deve evitare anche lo zucchero, ancora di più lo sci-roppo di glucosio e fruttosio. Dob-biamo abituarci a gusti meno dolci. Tenete bassa l'insulina! Per tenere bassa l'insulina la regola generale è quella di mangiar poco, eliminando i cibi ad alto indice glicemico e cibi

ricchi di grassi animali (carni rosse, salumi, formaggi) che aumentano la glicemia in quanto ostacolano il funzionamento dell'insulina. Berri-no raccomanda anche di evitare il latte, compreso quello scremato, che determina l'aumento di insuli-na e raccomanda di limitare molto i cibi ricchi di proteine, soprattutto le proteine animali, in questo modo si tengono bassi i fattori di crescita e si può dare scacco matto a in-fiammazioni e tumori, controllan-done positivamente anche la loro evoluzione in senso prognostico. Favoriscono l'infiammazione tutti i cibi animali, eccetto il pesce (sce-gliere però i pesci piccoli), come pure favoriscono processi infiam-matori lo zucchero e i cibi ad alto indice glicemico.

Tumori, controllate i fattori di crescita!TENETE BASSA GLICEMIA E INSULINA

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l'Associazione Demaison è una Associazione senza scopo di lucro che vuole dare una rispo-sta alla grave emergenza socio-sanitaria rappresentata dalla diffusione dell'Alzheimer e del-le altre forme di Demenza (Se-condo il Piano Nazionale delle demenze del 2015 ci sono in Italia 1.200.000 casi) .Si rivol-ge ai familiari dei malati in fase moderata o grave e promuove il cohousing, o coabitazione assi-stita, una modalità assistenziale innovativa, alternativa sia alle case di riposo tradizionali ,sia all'assunzione diretta di un' as-sistente familiare.

Cohousing significa letteralmen-te abitare insieme e si ispira a modelli presenti già da alcuni decenni in altri paesi europei e volti a ottimizzare le risorse sociali, e su un progetto pilota ,avviato dal 2013 nel comune di Campoformido da tre famiglie udinesi ,che ha dato risultati molto positivi.

Infatti, come ha spiegato la Dott.ssa Nave Laura, presiden-te dell'Associazione Demaison, nella serata di presentazione che si è svolta recentemente presso il Centro Balducci, le famiglie colpite da questa grave patologia

si trovano spesso in difficoltà a garantire l'assistenza continua-tiva necessaria e a sostenere in solitudine l'enorme sforzo econo-mico e psicologico a lungo termi-ne che comporta accudire questi malati, soprattutto quando si vuole assicurare loro il miglior livello di vita possibile. La condi-visione che si realizza nei proget-ti di cohousing rende più soste-nibile il carico assistenziale per le famiglie e garantisce ai malati il giusto equilibrio tra sicurezza e rispetto per la loro identità e la loro autonomia residua.

Proprio per questo L'Associa-

zione Demaison si pone come intermediaria tra i familiari in-teressati per aiutarli a costituire piccoli nuclei abitativi, possibil-mente omogenei, di 3/4 persone malate di demenza, accudite da 2/3 operatrici residenti. I fami-liari, pur non conviventi, par-tecipano attivamente alla cura dei propri cari e cooperano alla gestione della casa e delle varie attività proposte. Il piccolo grup-po, che riproduce la struttura di una famiglia ,e proprio per questo è percepito come acco-gliente e rassicurante, consente di personalizzare l'intervento assistenziale; garantisce mag-giore attenzione alle esigenze e alle caratteristiche individuali dei malati, contribuendo a ridur-re i disturbi comportamentali e l'uso conseguente dei farmaci. Consente inoltre di apprestare abitazioni idonee alle esigenze specifiche dei malati di demen-za, dotate di facilitazioni che compensano la disabilità e con-sentono una relativa autonomia, ma soprattutto luoghi che, pur garantendo la sicurezza, sono confortevoli e accoglienti.

Oltre a creare una rete tra le fa-miglie, l'Associazione Demaison si propone di fornire supporto alle diverse fasi di realizzazione dei progetti di coabitazione at-traverso attività di formazione e consulenza indirizzate al perso-nale addetto all'assistenza e ai familiari stessi.

Associazione Demaison:un modo nuovoper affrontareAlzheimer e Demenza

Per ulteriori informazioni: www.demaison.it - segr. tel. +39.329.8799116

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