24
Prevenzione Primaria

Prevenzione Primaria - europa.uniroma3.iteuropa.uniroma3.it/cdlsfp/files/e3519ed7-b218-4083-95c9-fd023d2c8a... · Si occupa di analizzare le cause, il decorso e le conseguenze delle

  • Upload
    dokhanh

  • View
    223

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Prevenzione Primaria

MALATTIE INFETTIVE

Vaccinazioni

Disinfezione

Sterilizzazione

Notifica e accertamento dei casi

Controlli alimenti

HACCP

Controlli acque potabili

MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE

INCIDENTI E INFORTUNI

Educazione alimentare Limiti di velocità

Norme antinquinamento Cinture di sicurezza

Lotta alla droga Uso del casco

Campagne contro il fumo Norme antincendio

Campagne contro l’alcool Protezione dei lavoratori

Barriere anti-rumore Impianti elettrici a norma

Divieto all’uso di materiali pericolosi Educazione stradale

Prevenzione Secondaria

Prevenzione Terziaria

rischio

Fattori causali Fattori di rischio

esposizione

Non malattia

malattia

Malattia asintomatica

Segni e sintomi

Bisogno di salute Non percepito

Bisogno di salute Non espresso

Espressione del malessere

Bisogno di salute Non soddisfatto

Diagnosi-terapia

Riconoscimento del malessere (bisogno di salute)

PREVENZIONE PRIMARIA

PREVENZIONE TERZIARIA

PREVENZIONE SECONDARIA

FASE  LIBERA   INCUBAZIONE   MALATTIA  CLINICA  MORTE

GUARIGIONE

CRONICIZZAZIONE

AGENTE  ETIOLOGICO  

Inizio  esposizione   Inizio  processo  patologico  

Comparsa  segni  precoci  

Comparsa  segni  e  sintomi  clinici  

Instaurarsi  del  processo  patologico  e/o  esito  

Fase  di  induzione  (ESPOSIZIONE)  

Fase  di  latenza  (INCUBAZIONE)  

Decorso                    pre-­‐clinico  

Decorso  clinico  

tempo  

Indagini  sui  faFori  di  rischio  nella  popolazione  (fumo,  alcol,  colesterolo,  etc.)  

Screening  di  popolazione  (pap-­‐test,  sangue  occulto  nelle  feci,  etc.)  

Diagnosi  precoce  

Diagnosi  conclamata,  riabilitazione  

Educ.  sanitaria  

Trattandosi di contesti con alta frequenza di malattie infettive, vita media breve, scarsità di risorse e livello socio-economico molto basso, le iniziative più importanti devono contemplare le patologie infettive a più alta mortalità (notifiche, accertamenti diagnostici, isolamenti, potabilizzazione dell’acqua, costruzione di servizi igienici, vaccinazioni, etc.)

Le iniziative di prevenzione primaria, un tempo quasi esclusivamente limitate alle patologie infettive, negli ultimi decenni si sono estese alle malattie croniche ed agli infortuni

Epidemiologia   (dal Greco επι= sul, δηµος= popolo e λογος=

discorso, studio)

  L’epidemiologia è la Scienza che studia la distribuzione e le cause delle patologie dell’uomo

  Mac Mahon, 1970

  E’ la disciplina biomedica che si occupa dello studio della distribuzione e frequenza di malattie e di eventi di rilevanza sanitaria nella popolazione.

  Si occupa di analizzare le cause, il decorso e le conseguenze delle malattie.

Scopi dell'epidemiologia •  determinare l'origine di una malattia la cui causa è conosciuta •  studiare e controllare una malattia la cui causa è sconosciuta

o poco nota •  acquisire informazioni sull'ecologia e sulla storia naturale della

malattia •  programmare ed attivare piani di controllo e di monitoraggio

della malattia •  valutare gli effetti economici di una malattia ed analizzare i

costi e benefici economici

Per raggiungere i suoi scopi l'epidemiologia si serve della statistica, basata a sua volta sulla matematica e sulla demografia.

Epidemiologia descrittiva •  Descrive eventi sanitari come malattie, cause di morte

e la presenza di fattori di rischio come, ad esempio, il fumo di tabacco, l'inquinamento atmosferico, ecc.

•  Utilizza strumenti statistici detti misure di frequenza (tassi di incidenza o di prevalenza, rapporti) e informazioni di tipo demografico. Si pone come obiettivo quello di rispondere a domande come: "Chi si è ammalato? Dove? Quando?".

L'Epidemiologia descrittiva contribuisce all'epidemiologia analitica.

Epidemiologia analitica •  Indaga e cerca relazioni causa-effetto tra fattori di rischio e malattie.

•  Cerca il nesso tra il fattore di rischio (ad es. "fumo di sigaretta”) e l'eventuale insorgenza di patologie legata ad esso (cancro al polmone, enfisema, etc.)

•  Si pone, quindi, come obiettivo quello di rispondere alla domanda: "perché?".

•  Gli strumenti d'indagine utilizzati dall'epidemiologia analitica sono: - gli studi di coorte (o di incidenza) - gli studi caso-controllo - gli studi trasversali (è un studio osservazionale, descrittivo)

Epidemiologia sperimentale •  Valuta l'efficacia degli interventi sanitari adottati in

seguito a indagini epidemiologiche. •  Studi di epidemiologia sperimentale possono essere

sia di tipo preventivo (ad es. la valutazione dell'effettiva riuscita di campagne di sensibilizzazione) che terapeutico (ad es. sperimentazioni sui farmaci e tecniche operatorie).

•  Gli studi in epidemiologia sperimentale si possono effettuare a singolo cieco, a doppio cieco o a triplo cieco; rispettivamente sono così definiti gli studi per cui: 1) solo i volontari non sappiano di stare nel gruppo dei controlli o degli sperimentali; 2) anche il ricercatore non sa chi appartenga ad un gruppo e chi ad un altro (lo sa solo il supervisore); 3) ci si affidi ad un ricercatore esterno.

PIRAMIDI DI ETÀ DELLA POPOLAZIONE ITALIANA 1901 -1981

1981 1901

Piramide  delle  età  rela,va  alla  popolazione  residente  a  Palermo  nel  1991  (a  sinistra)  e  nel  2001  (a  destra)    

Nella seconda metà del XX secolo si è verificata una complessa e rapida transizione epidemiologica nei Paesi Industrializzati, le cui caratteristiche riguardavano non soltanto la patologia, ma anche altre importanti caratteristiche sociali e demografiche che possono essere così schematicamente indicate:

•  passaggio da epidemie di malattie infettive, curabili e guaribili (broncopolmoniti, enteriti, difterite, tifo, ecc.) a epidemie di malattie cronico-degenerative (neoplasie, cardiopatie, artropatie, diabete, demenze, ecc.) con aumento delle sofferenze prolungate;

•  invecchiamento esplosivo della popolazione che si intreccia inestricabilmente con il cambiamento anzidetto della patologia in una serie di rapporti reciproci di causa ed effetto;

•  cambiamenti rapidi degli stili di vita e dei comportamenti (sedentarietà, sovraccarico quali-quantitativo alimentare, fumo, alcol, droghe, ecc.) con relativo aumento delle malattie comportamentali;

•  rapido aumento della patologia mentale (depressioni, ansie, angosce, anoressie, bulimie, crisi di panico, ecc.) e del disagio sociale sia giovanile che degli anziani, sempre più soli, ingombranti e consapevoli del loro tramonto.

Transizione epidemiologica

MUTATE CONDIZIONI SOCIO-CULTURALI

- Maggiori conoscenze del cittadino utente e più servizi offerti anche attraverso i mass-media (ad es.strutture sanitarie che fanno marketing per “attrarre” clienti) - Richiesta da parte dell’utenza di professionalità e di servizi sanitari di qualità (ad es. con attenzione anche ai servizi “alberghieri”)

- Diversa concezione del concetto di salute

MUTATE CONDIZIONI SOCIO-CULTURALI

- Popolazione sempre più multi-etnica e sempre più anziana, (sempre meno genitori accompagnati dai figli e sempre più dalle “badanti”)

- Forte immigrazione: dal 2006 si raddoppia la quota degli immigrati,circa 150000. Negli ultimi 5 anni in Italia gli studenti stranieri sono passati da 4620 a 18338 e rappresentano il 6,24% della popolazione scolastica;

Utile predisporre un costante inserimento di lavoratori qualificati extra-comunitari nel mondo sanitario pubblico e privato

Così cambierà il Paese