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Comune di Campogalliano Provincia di Modena PRG Norme Tecniche di Attuazione Testo coordinato Aggiornato con le Varianti Specifiche 1, 2, 3, 4 Variante al PEEP comunale 2000 Variante di Mitigazione TAV Varianti di Rilocalizzazione TAV Prima, Seconda, Terza e Quarta. ing. Ivano Leoni Dirigente dell’Ufficio tecnico comunale MARZO 2005

PRG norme tecniche attuazione - comune.campogalliano.mo.it · NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE. 2 2 ... legislazione vigente a concessione edilizia, autorizzazione edilizia ovvero alla

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Comune di CampogallianoProvincia di Modena

PRGNorme Tecniche di AttuazioneTesto coordinato

Aggiornato con le Varianti Specifiche 1, 2, 3, 4Variante al PEEP comunale 2000Variante di Mitigazione TAVVarianti di Rilocalizzazione TAV Prima, Seconda, Terza e Quarta.

ing. Ivano LeoniDirigente dell’Ufficio tecnico comunale

MARZO 2005

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INDICE

TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI

CAPO I - GENERALITA’

art.1 - Finalità del piano regolatore generale p. 2

art.2 - L'ambito di competenza del Piano Regolatore Generale p. 2

CAPO II - LA DISCIPLINA DEL PIANO REGOLATORE

art.3 - Trasformazioni disciplinate dal Piano Regolatore p. 4

art.4 - Articolazione della disciplina di Piano Regolatore p. 5

art.5 - Elementi costitutivi del Piano Regolatore p. 5

art.6 - Strumenti di attuazione del Piano regolatore generale p. 5

art.7 - Programma pluriennale di attuazione del Piano regolatore generale p. 6

art.8 - Piano particolareggiato p. 6

art.9 - Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica p. 9

art.10 - Piano Particolareggiato di iniziativa privata p.10

art.11 - Piano di Recupero p.10

art.12 - Piano per l'Edilizia Economica e Popolare p.13

art.13 - Piano delle aree destinate ad insediamenti produttivi p.14

art.14 - Piano di Sviluppo Aziendale o Interaziendale p.14

art.15 - Lottizzazione Convenzionata p.15

art.16 - Modalità di intervento per l'attuazione del Piano Regolatore Generale p.16

art.16.0 - Intervento Urbanistico Preventivo p.16

art.16.1 Intervento Edilizio Diretto p.17

art.16.2 Interventi sull'Edilizia Esistente p.17

art.16.3 Restauro Scientifico p.17

art.16.4 Restauro e Risanamento Conservativo p.18

art.16.5 Ripristino Tipologico p.19

art.16.6 Ristrutturazione Edilizia p.20

art.16.7 Demolizione p.21

art.16.8 Costruzione p.21

art.16.9 Ampliamento p.22

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art.16.10 Opere Interne p.23

art.16.11 Adeguamento Funzionale p.24

art.16.12 Manutenzione Straordinaria

p.24

art.16.13 Manutenzione Ordinaria p.25

art.16.14 Ristrutturazione Urbanistica p.25

art.16.15 Concessioni e Autorizzazioni p.26

art.17 Opere di urbanizzazione primaria e secondaria p.27

art.18 Edificabilità delle aree p.29

CAPO III - PARAMETRI URBANISTICI ED EDILIZI

art.19 Descrizione dei parametri urbanistici p.30

art.20 Applicazione dei parametri urbanistici p.31

art.21 Standards urbanistici di piano p.32

art.22 Descrizione dei parametri edilizi p.33

TITOLO II - ZONE A PREVALENTE DESTINAZIONE RESIDENZIALE

CAPO I - CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO COMUNALE

art.23 - Suddivisione del territorio comunale in zone omogenee p.35

CAPO II - ZONE A PREVALENTE DESTINAZIONE RESIDENZIALE

art.24 - Zone omogenee di tipo A - Parti del territorio interessate da insediamenti

storici o di prestigio ambientale p.36

art.25 - Zone omogenee di tipo B - Parti del territorio edificate a prevalente

destinazione residenziale p.37

art.25.0 Zone di tipo B' - aggregati minori a carattere prevalentemente residenziale

p.38

art.25.1 Zone di tipo B1 - aggregati minori a carattere prevalentemente residenziale p.38

art.25.2 Zone di tipo B2 - aggregati minori a carattere prevalentemente residenziale p.39

art.25.3 Zone di tipo B3 - aggregati minori a carattere prevalentemente residenziale p.39

art.25.4 Zone di tipo B4 - aggregati minori a carattere prevalentemente residenziale p.39

art.25.5 - Attività ammesse nelle zone di tipo B-B'-B1-B2-B3-B4 p.40

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art.26 - Zone omogenee di tipo C - parti del territorio destinate a nuovi insediamenti

residenziali p.41

CAPO III - ZONE A PREVALENTE DESTINAZIONE PRODUTTIVA

art.27 - Zone omogenee di tipo D - parti del territorio destinate ad insediamenti

produttivi secondari e terziari p.42

art.28 - Zone per insediamenti artigianali ed industriali (D1)

p.42

art.28.1 - Zone per industria, artigianato, distribuzione di completamento p.43

art.28.2 - Zone per industria, artigianato, distribuzione di espansione p.43

art.28.3- Parti della zona D soggette a prescrizioni specifiche p.43

art.29 - SOPPRESSO

art.30 - Zone per insediamenti di attività terziaria (D3) p.44

art.31 -Zone destinate ad attrezzature turistico alberghiere (D4) p.45

art.32 - SOPPRESSO

CAPO IV - ZONE A PREVALENTE DESTINAZIONE PRODUTTIVA PRIMARIA

art.33 Zone omogenee di tipo E - parti del territorio destinate ad usi agricoli p.46

art.33 bis Modalità di intervento p.47

art.34 - Definizione degli interventi nelle zone agricole p.47

art.35 - Prescrizioni da adottare per interventi sul patrimonio edilizio esistente

e per nuove costruzioni in zona agricola p.53

art.36 - Finalità degli interventi p.56

art.37 - Parere della Commissione Consultiva per le zone agricole p.57

art.38 - Strumenti di attuazione del P.R.G. nelle zone agricole p.57

art.38* p.59

art.39 - Classificazione delle zone agricole p.60

art.40 - Zone agricole normali

p.65

art.40.1 - Zone agricole di tutela dei caratteri ambientali p.65

art.40.2 - Zone agricole di valore paesaggistico p.66

art.41 - Zone agricole di tutela idrogeologica p.66

art.42 - Zone agricole destinate a parco territoriale p.67

art.42.0 A) Zone a parco attrezzato per sport acquatici p.67

art.42.1 B) Zone agricole di rispetto ambientale p.67

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art.42.2 C) Zone di riequilibrio ecologico p.68

art.43 - Zone agricole di rispetto ai centri abitati p.68

art.44 - Parametri edilizi ed urbanistici per gli interventi nelle zone agricole p.68

art.45 - Stato di fatto e frazionamenti successivi p.72

art.46 - Disposizioni particolari per gli allevamenti suinicoli

p.72

art.47 - Zone destinate all'esercizio delle attività estrattive p.73

CAPO V - ZONE DESTINATE AD ATTREZZATURE PUBBLICHE DI INTERESSE

GENERALE (Zone omogenee di tipo F)

art.48 - Zone destinate alla viabilità p.73

art.48.1 - Prescrizioni per la viabilità complanare Sud p.75

art.49 - Spazi di sosta e parcheggio in zone residenziali produttive, commerciali

e turistiche p.75

art. 49.1 – area soggetta a prescrizioni specifiche p. 77

art.50 - Zone d'acqua p.78

art.50.1 - Aree destinate a mitigazione ambientale di infrastrutture stradali ferroviarie e

idrauliche. p.78

CAPO VI - ZONE PER ATTREZZATURE PUBBLICHE DI QUARTIERE O DI

COMPLESSO INSEDIATIVO (Zone omogenee di tipo G)

art.51 - Zone per attrezzature tecniche di interesse pubblico p.79

art.52 - Zone a verde pubblico di quartiere o di complesso insediativo elementare p.79

art.53 - Zone per attrezzature di servizio residenziali p.80

art.54 - Zone per attrezzature di servizio per gli insediamenti produttivi, direzionali,

commerciali e turistici p.80

TITOLO III - VINCOLI SPECIALI

CAPO I - ZONE A VINCOLO SPECIALE

art.55 - Zone di rispetto alla viabilità p.82

art.56 - Zone a vincolo per ragioni storico ambientali p.82

art.57 - Zone a vincolo cimiteriale p.82

art.58 - Zone a verde privato p.83

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art.59 - Vincolo su alberature ad alto fusto p.83

art.60 - Zone a vincolo per scopi di protezione idrogeologica e per la tutela

dei corsi d'acqua p.83

art.61 - Zone di tutela storico-archeologica e della centuriazione p.84

CAPO II - SCARICHI NELLE ACQUE NEL SUOLO E NELL'ATMOSFERA

art.62 - Disciplina degli scarichi p.84

CAPO III - CAPTAZIONE ED UTILIZZO DELLE ACQUE SOTTERRANEE

art.63 - Utilizzo delle acque sotterranee p.84

art.63 bis - Zone di rispetto ad uso acquedottistico p.87

CAPO IV - ATTIVITÀ PRODUTTIVE IN ZONA AGRICOLA

art.64 - Industrie in zona agricola p.87

art.65 - Aree ed edifici destinati ad attività non legate all'agricoltura in zona agricola p.88

TITOLO IV - DISCIPLINA PER GLI ALLEVAMENTI SUINICOLI

CAPO I - INSEDIAMENTO DEGLI ALLEVAMENTI SUINICOLI

art.66 - Pianificazione degli insediamenti per allevamento suinicolo p.89

art.67 - Qualificazione e tipologia degli insediamenti afferenti l'allevamento suinicolo p.89

art.68 - Parametri di proporzionamento degli insediamenti per l'allevamento suinicolo p.90

art.69 - Requisiti degli insediamenti per allevamento suinicolo p.91

art.70 - Allevamenti esistenti, sospesa e cessata attività, modifica della titolarità p.92

art.71 - Classificazione del territorio agricolo comunale in funzione delle possibilità

di accogliere interventi relativi ad insediamenti per allevamenti suinicoli p.92

art.72 - Interventi relativi ad allevamenti suinicoli aziendali esistenti p.93

art.73 - Divieto di realizzazione per nuovi allevamenti aziendali p.95

art.74 - Interventi relativi ad allevamenti intensivi esistenti p.95

art.75 - Divieto di realizzazione per nuovi allevamenti intensivi p.95

TITOLO V: RILOCALIZZAZIONE DI EDIFICI IN CONSEGUENZA DELLAREALIZZAZIONE DI INFRASTRUTTURE STRADALI, FERROVIARIE EIDRAULICHE

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Art. 76: rilocalizzazione degli edifici da demolire in conseguenza della realizzazione diinfrastrutture stradali ferroviarie e idrauliche. p.96Art. 77: rilocalizzazione degli edifici dichiarati incompatibili in conseguenza dellarealizzazione di infrastrutture stradali ferroviarie e idrauliche. p.97

Art. 78: termini per le domande di rilocalizzazione. p.98

Art. 79: fasce di valutazione del clima acustico. – norme relative agli scarichi delle acquereflue domestiche

p.99

COMUNE DI CAMPOGALLIANO

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

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TITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI

CAPO I - GENERALITA’

art.1 - Finalità del piano regolatore generale

Ai sensi delle leggi vigenti:- 17 Agosto 1942, n. 1150 e successive modificazioni;- 18 Aprile 1962, n. 167;- 6 Agosto 1967, n. 765 e successivi Decreti Interministeriali di applicazione;- 19 Novembre 1968, n. 1187;- 22 Ottobre 1971, n. 1865;- 28 Gennaio 1977, n. 10;- 5 Agosto 1978, n. 457;- 25 Marzo 1982, n. 94;- 28 Febbraio 1985, n. 47;ed ai sensi delle leggi della Regione Emilia Romagna:- 7 Dicembre 1978, n. 47;- 29 Marzo 1980, n. 23;- 5 Settembre 1988, n. 36;- 8 Novembre 1988, n. 46;

la disciplina urbanistica del territorio comunale viene regolata dalle presenti norme e dalletavole di progetto allegate.

Il Piano Regolatore Generale disciplina le destinazioni d'uso relative all'intero territoriocomunale e gli interventi pubblici e privati in rapporto alle esigenze abitative, di sviluppoeconomico e sociale delle comunità locali, tendendo alla salvaguardia dei valori urbanicollettivi, di quelli ambientali e naturali, nonché di quelli produttivi.

art.2 - L'ambito di competenza del Piano Regolatore Generale

Il Piano Regolatore Generale recepisce e specifica le previsioni ed i vincoli contenuti nel PianoTerritoriale Regionale, Piano Paesistico, Piano Integrato dei trasporti e degli atti normativi e diindirizzo esistenti.

Il Piano Regolatore deve disciplinare le destinazioni d'uso relative all'intero territorio comunalee gli interventi pubblicie privati in rapporto alle esigenze di sviluppo economico e sociale delle comunità locali,tenendo alla salvaguarda dei valori urbani collettivi, di quelli ambientali e naturali, nonché diquelli produttivi.

- Il Piano regolatore disciplina le trasformazioni degli immobili compresi nel territoriocomunale che, intervenendo sulla consistenza fisica e/o sull'uso, siano soggette allalegislazione vigente a concessione edilizia, autorizzazione edilizia ovvero alla dichiarazione dicui all'art. 26 della legge regionale 7 dicembre 1978, n.47.

- Il Piano regolatore disciplina inoltre ulteriori particolari trasformazioni che, in rapporto allatutela dei beni ambientali, naturali e culturali, ovvero in dipendenza da specifiche normative,siano assoggettate ad autorizzazioni particolari.

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Il Piano regolatore generale prevede altresì:

1) la distribuzione tra insediamenti concentrati e sparsi della popolazione ipotizzata per ildecennio dal piano territoriale provinciale;

2) la specificazione del fabbisogno in termini di residenza, di occupazione e di serviziindicandone la quota che può essere soddisfatta attraverso il recupero del patrimonio edilizio eurbano esistente e definendo la quantità di aree necessarie per la realizzazione della restantequota di nuovi insediamenti;

3) l'individuazione del territorio urbanizzato costituito dal perimetro continuo che comprendetutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi;

4) l'individuazione delle aree da sottoporre a speciali norme ai fini della difesa del suolo, dellatutela dell'ambiente e della salvaguardia della salute pubblica, nonché del recupero delpatrimonio edilizio esistente di cui alla legge 5 agosto 1978, n.457;

5) l'individuazione, attraverso un piano di servizi articolato per quartieri, circoscrizioni ofrazioni, delle aree necessarie ad assicurare agli insediamenti la dotazione minima einderogabile, di servizi, di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico e aparcheggi, nel rispetto degli standards di cui all'art.46 della legge regionale 7 dicembre 1978n.47, nonché la specificazione urbanistica delle previsioni dei piani di adeguamento e sviluppoin materia di distribuzione commerciale;

6) l'individuazione delle aree e delle zone di rispetto per le vie di comunicazione.

Il Piano regolatore generale, in rapporto alle indicazioni di cui ai punti precedenti, provvedealla suddivisione del territorio comunale in zone omogenee dettando per ciascuna zona precisenorme sull'utilizzazione dei suoli.

Le zone territoriali omogenee ai sensi dell'art.13 della legge regionale 1978, n.47 sono leseguenti:

ZONA TERRITORIALE OMOGENEA A: parti del territorio interessate da agglomeratiurbanistico-edilizi che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale,oppure da porzioni di essi, comprese le aree circostanti che possono considerarsi per talicaratteristiche parte integrante degli agglomerati stessi;

ZONA TERRITORIALE OMOGENEA B: parti del territorio totalmente o parzialmenteedificate diverse dalle zone A e a prevalente destinazione residenziale;

ZONA TERRITORIALE OMOGENEA C: parti del territorio destinate a nuovi insediamentiresidenziali;

ZONA TERRITORIALE OMOGENEA D: parti del territorio, anche se parzialmente ototalmente edificate, da destinare ad insediamenti a prevalente funzione produttiva di tipoindustriale, artigianale, commerciale, direzionale e turistico.

ZONA TERRITORIALE OMOGENEA E: parti del territorio destinate ad usi agricoli.

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ZONA TERRITORIALE OMOGENEA F: parti del territorio destinate ad attrezzature diinteresse generale.

ZONA TERRITORIALE OMOGENEA G: parti del territorio individuateattraverso un piano dei servizi articolato per quartieri ove esistono, per circoscrizione o perfrazioni delle aree necessarie ad assicurare agli insediamenti la dotazione minima edinderogabile dei servizi, di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico eda parcheggi nel rispetto degli standards di cui all'art.46 della L.R. 7 dic. '78 n.47, nonché nellaspecificazione urbanistica delle previsioni dei piani di adeguamento e sviluppo in materia didistribuzione commerciale.

Le attività commerciali sono attività economiche disciplinate come insediamenti produttivi dicui all'art.39 della L.R. n.47/'78.

CAPO II - LA DISCIPLINA DEL PIANO REGOLATORE

art. 3 - Trasformazioni disciplinate dal Piano Regolatore

Ai sensi del precedente articolo sono soggette alla disciplina del Piano regolatore le seguentitrasformazioni:

TRASFORMAZIONI URBANISTICHE

a) urbanizzazioneb) lottizzazionec) ristrutturazione urbanistica

TRASFORMAZIONI EDILIZIE

a) restauro scientificob) restauro e risanamento conservativo c) ripristino tipologicod) riqualificazione e ricomposizione tipologicae) ristrutturazione ediliziaf) demolizioneg) costruzioneh) ampliamento senza aumento di carico urbanisticoi) opere internej) adeguamento funzionalek) modifiche allo stato dei luoghil) manutenzione straordinariam) manutenzione ordinarian) opere infrastrutturali diffuse

TRASFORMAZIONI DELL'USO

a) modificazioni della destinazione d'uso ediliziab) modificazioni della destinazione d'uso funzionale

art.4 - Articolazione della disciplina di Piano Regolatore

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La disciplina dell'assetto urbano e territoriale è espressa congiuntamente dai seguenti ambiti digoverno del territorio:- disciplina delle trasformazioni fisiche e dell'uso;- disciplina dell'utilizzazione del suolo;- politiche urbanistiche dell'ambiente edificato;- tutela dell'ambiente e delle risorse naturali;- tutela del patrimonio culturale e paesistico;- vincoli specifici a protezione e tutela di particolarità;- disciplina dei requisiti prestazionali degli immobili.

Ciascuna delle suddette articolazione costituisce oggetto di un'apposita parte della presentenormativa.

Le trasformazioni fisiche e di uso ammesse sugli immobili compresi nel territorio comunalesono definite congiuntamente dalle articolazioni della disciplina di Piano regolatore indicate alprecedente articolo.

art.5 - Elementi costitutivi del Piano Regolatore

Gli elementi costitutivi del Piano regolatore sono i seguenti:

a) relazione illustrativa;b) tavole di progetto nel rapporto 1:5000 dell'intero territorio comunale (zonizzazione);c) comparti di attuazione nel rapporto 1:2000;d) classificazione del territorio agricolo:- tavole relative al territorio urbano ed extraurbano, in rapporto 1/10.000e) Norme Tecniche di attuazione;f) Relazione Geologica;g) carta degli spandimenti agronomici nel rapporto 1:10.000;f) carta degli interventi relativi agli insediamenti suinicoli nel rapporto 1:10.000;g) Relazione e Norme Tecniche inerenti la modifica del perimetro del centro storico e relativadisciplina di intervento;h) cartografia di modifica del perimetro del centro storico e relative categorie di intervento nelrapporto 1:500;

art.6 - Strumenti di attuazione del Piano regolatore generale

Il Piano regolatore si realizza, sulla base del Programma Pluriennale di Attuazione previstodalla legge 28 Gennaio 1977, n.10, tramite i seguenti strumenti di attuazione:

1) i piani particolareggiati di iniziativa pubblica;2) i piani per l'edilizia economica e popolare;3) i piani delle aree destinate agli insediamenti produttivi;4) i piani particolareggiati di iniziativa privata;5) i piani di recupero di iniziativa pubblica e privata;6) la concessione onerosa;7) la concessione convenzionata;8) la concessione gratuita;9) autorizzazione

art.7 - Programma pluriennale di attuazione del Piano regolatore generale

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Il Piano regolatore generale si attua esclusivamente sulla base del programma pluriennale diattuazione adottato dal Comune ai sensi della legge 28 Gennaio 1977, n.10, della leggeregionale 12 Gennaio 1978, n.2 e successive modificazioni.

Al di fuori delle previsioni del Programma pluriennale di attuazione sono ammessetrasformazione nelle sole ipotesi previste dall'art.9 della legge 28 gennaio 1977, n.10 edall'art.6 della legge 25 marzo 1982, n.94.

Il Programma pluriennale di attuazione preordina altresì la tempestiva formazione deglistrumenti urbanistici attuativi, affinchè alla scadenza del suo periodo di validità risultiperfezionata la pianificazione necessaria alle attuazioni del successivo programma pluriennale.

In occasione di varianti al Piano regolatore il programma pluriennale di attuazione vieneaggiornato, se ed in quanto necessario, ad avvenuta approvazione delle stesse.

art.8 - Piano particolareggiato

Il Piano particolareggiato ha la funzione di dare esecuzione alle previsioni del Pianoregolatore, regolando e conformando gli interventi pubblici e privati necessari e/o conseguentimediante la definizione dettagliata dell'assetto di un ambito o porzione di territorio.

Le prescrizioni del piano regolatore possono essere modificate dal piano particolareggiato neisoli casi previsti dalla legge regionale 8 novembre 1988, n.46.

È obbligatoria la preventiva formazione di Piano particolareggiato per l'attuazione ditrasformazioni urbanistiche, edilizie o dell'uso nei seguenti casi:• quando espressamente prescritto dalla cartografia di piano regolatore o dalle norme di zona

elementare;• in ogni caso in cui sia previsto l'intervento urbanistico preventivo.

Quando specificatamente prescritto come obbligatorio dal Piano regolatore il pianoparticolareggiato deve essere formato su una superficie territoriale non inferiore a quellaindicata dal Piano regolatore.

La formazione di piano particolareggiato, ove non disposta obbligatoriamente dal Pianoregolatore, costituisce comunque facoltà che può essere esercitata su qualsiasi parte diterritorio, per iniziativa pubblica o per iniziativa privata, previa autorizzazione del Comune nelsecondo caso.

Gli elementi costitutivi del piano particolareggiato, ai sensi dell'art.49 della legge regionale 7dicembre 1978, n.47.

a) Schema di convenzione nella quale siano quantomeno definiti:- superficie territoriale dell'intervento;- abitazioni ed altre unità immobiliari previste;- superficie utile edificabile relativa a tutte le destinazioni d'uso previste;- abitanti e/o addetti insediabili;- delimitazione e quantificazione delle aree destinate al soddisfacimento degli standardsurbanistici, nonché delle altre aree pubbliche o ad uso pubblico;

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- identificazione delle aree necessarie per le opere di urbanizzazione e modalità per la lorocessione a titolo gratuito;- corrispettivo delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria da realizzarsi a cura delcomune ovvero, qualora dette opere vengano eseguite a cura e a spesa del concessionario, lerelative garanzie finanziarie, gli elementi progettuali delle opere da eseguire e le modalità per illoro trasferimento al Comune;- gli elementi progettuali di massima delle opere e degli edifici da realizzare;- i termini di inizio e di ultimazione delle opere e degli edifici, nonché delle opere diurbanizzazione;- le sanzioni convenzionali a carico del concessionario per l'inosservanza degli obblighistabiliti nella convenzione.

b) Stralcio dello strumento urbanistico vigente e delle relative norme di attuazione.

c) Estratto catastale con indicazione dei limiti di proprietà e relative superfici nonché elencocatastale delle proprietà da espropriare o da vincolare; nel caso di piano particolareggiato inzona territoriale omogenea E è inoltre richiesta una relazione, debitamente documentata,esplicativa delle modalità di formazione dell'azienda agricola, resa in forma di atto notorio aisensi della legge 4 gennaio 1968, n.15.

d) Stato di fatto planimetrico ed altimetrico della zona, prima e dopo l'intervento, conl'individuazione di un caposaldo fisso permanente da riferire alle curve di livello, allamedesima scala delle tavole di cui alla lettera g.

e) stato di fatto alla medesima scala contenente, fra l'altro:- rilievo del verde esistente con la indicazione delle essenze legnose non appartenenti a colture;- costruzioni e manufatti di qualsiasi genere esistenti, con indicazione delle destinazioni d'usoin essi comprese, rappresentati anche come particolari scala 1:200;- elettrodotti, metanodotti, fognature ed impianti di depurazione, acquedotti e relative servitù;- viabilità e toponomastica;- altri eventuali vincoli.

Nel caso di piano particolareggiato in zona agricola:

- l'appoderamento in atto tramite la definizione cartografica data da estratto catastale, ilrapporto fra la superficie utile degli edifici e la relativa superficie agricola asservita nonchél'eventuale acquisto o vendita di particelle catastali avvenute dopo il 1975.- la consistenza, tramite rilievo in scala adeguata, degli edifici esistenti sul fondo con laspecificazione della destinazione d'uso di tutte le unità immobiliari, suddivise in servizi rusticied abitazioni.

f) documentazione fotografica del terreno oggetto di trasformazione con indicazione dei puntidi ripresa.

g) planimetria di progetto in scala 1:500 oppure 1:1000 indicante numerazione dei lotti, strade,piazze debitamente quotate, spazi di verde attrezzato (pubblico, condominiale, privato),eventuali utilizzazioni in sotterraneo dei servizi centralizzati, spazi per servizi e per verdeattrezzato, spazi pubblici per sosta e parcheggio, ubicazione dei contenitori per rifiuti solidi,delle superfici per affissioni, delle fermate dei mezzi di trasporto pubblico, della segnaleticadirezionale.

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h) sezioni e profili in scala 1:200 e 1:500 o 1:1000 con l'indicazione delle tipologie edilizie edelle relative destinazioni d'uso.

i) schema degli impianti tecnici quali acquedotto, gas, fognatura ed impianti di depurazione,energia elettrica e rete telefonica, se ed in quanto costituenti opere di urbanizzazione primaria;in particolare lo schema della fognatura deve essere accompagnato dalla scheda idraulica di cuiall'art. 6 del vigente Regolamento dei servizi di fognatura e degli scarichi nelle pubblichefognature rilasciata dai competenti uffici comunali sulla base di specifica richiesta, attraversola quale risultino individuati recapiti finali, caratteristiche tecnologiche costruttive delle reti,vincoli e prescrizioni connessi alle condizioni di carico idraulico del bacino di scolo su cuiinsiste il previsto intervento.

j) progetto di massima dell'impianto di illuminazione pubblica con ubicazione delle necessariecabine.

k) norme urbanistiche ed edilizie per la buona esecuzione del piano.

l) relazione illustrativa e relazione sulla previsione della spesa occorrente per le sistemazionigenerali, relative ad urbanizzazioni, necessarie all'attuazione del piano particolareggiato.

m) relazione geologica e analisi geotecnica del terreno.

n) dichiarazione del sindaco attestante che il piano particolareggiato in questione ricade omeno:

- all'interno di zone dichiarate bellezze naturali ai sensi della legge 29 giugno 1939, n.1497;- all'interno di zone soggette a vincolo idrogeologico forestale;- all'interno della zona territoriale omogenea A o in area d'interesse ambientale;- in area soggetta a consolidamento dell'abitato;- in area dichiarata sismica.

I piani particolareggiati in zona territoriale omogenea E devono comprendere gli ulterioriseguenti elementi:

o) qualifica professionale del richiedente, titolo di possesso e forma di conduzione esercitatisull'azienda;

p) consistenza occupazionale dell'azienda con la indicazione degli occupati a tempo pieno e atempo parziale, nonché degli occupati già residenti nell'ambito dell'azienda;

g) relazione sull'attività delle azienda, con indicazione delle produzioni, delle previsioni disviluppo conseguenti o successive alle opere per cui si richiede la concessione, nella qualesiano puntualmente trattate ed evidenziate le seguenti variabili tecniche, economiche e socialicaratterizzanti la tipologia aziendale:variabili sociali:- forma di conduzione;- tipo di possesso;- dimensione aziendale: SAU (superficie agricola utilizzata);- intensità colturale: SAU intensiva/SAU estensiva;

variabili organizzative:

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- intensivazione aziendale: capitale fisso/capitale vincolato;- densità di manodopera: addetti/SAU;- dotazione macchine agricole: potenza complessiva/SAU;- carico di bestiame: numero di capi/SAU- rapporto fra produzione lorda vendibile (PLV) zootecnica e PLV totale;- rapporto tra PLV da colture pluriennali e PLV totale; variabili di efficienza produttiva:- produttività unitaria: PLV/SAU;- grado di trasformazione dei prodotti: PLV prodotti trasformati/PLV prodotti grezzi;- specializzazione colturale: PLV totale/PLV da ordinamento prevalente.

r) programma di esecuzione delle opere e dei fabbricati previsti dal Piano particolareggiato.

I Piani particolareggiati di iniziativa pubblica possono omettere gli elementi di cui alle letteree), f), n), del precedente comma. Per i Piani particolareggiati formati nell'ambito della zonaterritoriale omogenea E gli elementi costitutivi di cui alle lettere d), e), (limitatamente al rilievodel verde), f), g), h), i), j), m) possono essere limitati ad una porzione della superficieterritoriale dell'azienda compresa in una distanza non inferiore a 100 ml. dagli edifici esistentio previsti, disciplinati dal Piano particolareggiato.

La formazione dei Piani particolareggiati è avviata di norma in riferimento alle priorità indicatedal Programma pluriennale di attuazione del Piano regolatore.

I Piani particolareggiati di iniziativa privata sono predisposti da soggetti privati singoli oassociati, entro il termine fissato dall'autorizzazione o invito appositamente espressi da partedel Comune ai sensi dell'art.25 della legge regionale 7 dicembre 1978, n.47.

Con la deliberazione consiliare relativa a tale autorizzazione o invito sono accertati ancheperimetro, vincoli, criteri, grandezze da osservarsi nella progettazione del Pianoparticolareggiato.

A tale fine, nonché ai fini dell'attuazione ove il previsto Piano particolareggiato comprendaaree appartenenti a proprietà diverse, i proprietari devono procedere in forma associata esolidalmente.

Ai sensi dell'art.25 della legge regionale 7 dicembre 1978, n.47, ove i soggetti autorizzati oinvitati non provvedano alla presentazione del Piano particolareggiato nel termine indicato edeventualmente rinnovato il Comune procede alla formazione di un Piano particolareggiato diiniziativa pubblica.

art.9 - Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica

La formazione, l'approvazione, l'efficacia e l'attuazione dei Piani particolareggiati di iniziativapubblica sono regolate dalle norme contenute nella legge regionale 7 Dicembre 1978, n.47 agliartt. 21 e 22. L'adozione del piano particolareggiato di iniziativa pubblica è obbligatoria:

a) nelle zone omogenee A, ove non sia previsto l'intervento di attuazione attraverso i piani perl'edilizia economica e popolare, o i Piani di recupero di cui agli artt.27 e seguenti della legge 5Agosto 1978, n.457, qualora lo richiedano particolari caratteristiche del centro storico especifiche esigenze di intervento;

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b) nelle zone omogenee B, salvo che per le zone di degrado, ove sia previsto il Piano direcupero di cui agli artt.27 e seguenti della legge 5 agosto 1978, n.457, per trasformazionid'uso o ristrutturazione di complessi insediativi di notevoli dimensioni, da determinare in sededi previsioni del Piano regolatore generale, rispetto al contesto in cui si devono inserire ecomunque per interventi superiori a 30.000 mc. e per le nuove costruzioni con un indice diutilizzazione fondiaria superiore ai 3 mc/mq., ove non sia previsto dal piano regolatoregenerale quello di iniziativa privata;

c) nelle zone omogenee C e D, fatte salve le aree espressamente indicate nelle tavole di piano,ove non sia previsto l'intervento con i piani per l'edilizia economica e popolare, con i piani pergli insediamenti produttivi o con i piani particolareggiati di iniziativa privata.

art. 10 - Piano Particolareggiato di iniziativa privata

I Piani particolareggiati di iniziativa privata sono obbligatori per nuovi insediamentiresidenziali e produttivi per i quali non siano già previsti piani particolareggiati di iniziativapubblica, piani per l'edilizia economica e popolare e piani per gli insediamenti produttivi, dellearee di espansione. Secondo le previsioni dei programmi pluriennali di attuazione, il Comune,con delibera del Consiglio comunale, invita o autorizza i proprietari compresi nei perimetrifissati a presentare il piano particolareggiato. Entro il termine stabilito dal Comune all'attodell'invito i proprietari o gli aventi titolo dovranno predisporre il progetto di pianoparticolareggiato nonché lo schema di convenzione da stipularsi con il Comune.

Ove i proprietari non provvedano nei termini indicati il Comune, fissato eventualmente unnuovo termine e dopo l'inutile decorso di questo, può procedere all'interno di detti perimetriattraverso il piano particolareggiato di iniziativa pubblica. Il piano particolareggiato diiniziativa privata, prima della sua approvazione da parte del Consiglio comunale, vienedepositato per 30 giorni consecutivi presso la Segreteria del comune, ove chiunque potràprenderne visione, ed è altresì inviato agli organi di decentramento comunale il cui territorio èinteressato dal piano. Chiunque può presentare osservazioni al piano entro e non oltre trentagiorni dal compiuto deposito. I proprietari direttamente interessati possono presentareopposizioni al piano entro e non oltre trenta giorni dal compiuto deposito.

Gli organi di decentramento comunale esprimono il loro parere entro il termine di 30 giorni dalricevimento del piano. Decorso tale termine il Consiglio comunale procede ai successiviadempimenti, sentita la commissione edilizia. La delibera di approvazione diviene esecutiva aisensi della legge 10 febbraio 1953 n.62. Con la medesima delibera il Consiglio comunaledecide sulle osservazioni e le opposizioni.

art.11 - Piano di Recupero

Il Piano di recupero ha la funzione di dare esecuzione alle previsioni del Piano regolatore,regolando e conformando gli interventi pubblici e privati necessari o conseguenti mediante ladefinizione dettagliata dell'assetto e delle modalità di riabilitazione di porzioni di territorioedificato che versano in condizioni di decadimento fisico e funzionale.

I Piani di recupero sono formati all'interno delle zone di recupero del patrimonio edilizioesistente individuate, ai sensi dell'art.27 della legge 5 agosto 1978, n.457, ovvero medianteapposita deliberazione consiliare.

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Per quanto non diversamente disposto dal presente articolo al Piano di recupero si applicano lemedesime norme stabilite per il Piano particolareggiato.La formazione di Piano di recupero di iniziativa pubblica o privata, ove non dispostaobbligatoriamente del piano regolatore, costituisce comunque facoltà che può essere esercitatasu qualsiasi parte di territorio che oggettivamente proponga esigenze di recupero edilizio edurbanistico, discrezionalmente valutate dall'Amministrazione Comunale.

In ogni altro caso il Piano di recupero deve essere formato su una superficie territoriale noninferiore a quella risultante dalla cartografia ovvero non inferiore a quella di pertinenza di unaunità tipologica.

Gli elementi costitutivi del Piano di recupero sono i seguenti:

a) schema di convenzione, sottoscritto unilaterale nel caso di piano di recupero di iniziativaprivata, nella quale siano quantomeno definiti:- superficie territoriale dell'intervento;- abitazioni ed altre unità immobiliari, superficie utile edificabile relativa a tutte le destinazionid'uso previste;- abitanti e/o addetti insediabili;- delimitazione e quantificazione delle aree destinate al soddisfacimento degli standardsurbanistici, nonché delle altre aree pubbliche o di uso pubblico;- identificazione delle aree necessarie per le opere di urbanizzazione e modalità per la lorocessione a titolo gratuito;- corrispettivo delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria da realizzarsi a cura delcomune ovvero, qualora dette opere vengano eseguite a cura e a spesa del concessionario, lerelative garanzie finanziarie, gli elementi progettuali delle opere da eseguire e le modalità dicontrollo sulla loro esecuzione nonché i criteri e le modalità per il loro trasferimento alcomune;- gli elementi progettuali di massima delle opere e degli edifici da realizzare;- i termini di inizio ed ultimazione delle opere e degli edifici nonché delle opere diurbanizzazione;- le sanzioni convenzionali a carico del concessionario per l'inosservanza degli obblighistabiliti nella convenzione;

b) stralcio dello strumento urbanistico vigente e delle relative norme di attuazione;

c) estratto catastale con indicazione dei limiti di proprietà e relative superfici nonché elencocatastale delle proprietà e documentazione catastale relativa alle unità immobiliari compresenell'intervento;

d) stato di fatto planimetrico ed altimetrico della zona, prima e dopo l'intervento, con laindividuazione di un caposaldo fisso permanente da riferire alle curve di livello, alla medesimascala delle tavole del punto g);

e) stato di fatto alla medesima scala, contenente fra l'altro:- rilievo del verde esistente con la indicazione delle essenze legnose;- costruzioni e manufatti di qualsiasi genere esistenti;- elettrodotti, metanodotti, fognature ed impianti di depurazione, acquedotti e relative servitù;- viabilità e toponomastica;- altri eventuali vincoli;

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f)analisi della consistenza fisica degli immobili compresi nel perimetro del Piano di recupero,comprendente fra l'altro:- documentazione fotografica con indicazione dei punti di ripresa (prospetti esterni ed interni,principali, spazi interni, particolari architettonici);- rilievo scala 1:200 (pianta, prospetti, sezioni, coperture) con descrizione dei materiali, deglielementi costruttivi e delle tecniche;- ricostruzione interpretativa dello stato di fatto alle sezioni storiche appropriate arappresentare compiutamente le trasformazioni subite dall'immobile nel tempo, con particolareriferimento alla conformazione tipologica ed alle destinazioni d'uso delle unità immobiliari edelle superfici inedificate;- relazione storico-filologica e relativa documentazione delle fonti;

g) planimetria di progetto in scala 1:500 oppure 1:1000 indicante numerazione dei lotti, strade,piazze debitamente quotate, spazi di verde attrezzato (pubblico, condominiale, privato),eventuali utilizzazioni in sotterraneo e servizi centralizzati, spazi per servizi e per verdeattrezzato, spazi pubblici per sosta e parcheggio, ubicazione dei contenitori per rifiuti solidi,delle superfici per affissioni, delle fermate dei mezzi di trasporto pubblico, della segnaleticadirezionale;

h)elaborati di progetto (planimetrie di tutti i piani e della copertura, sezioni e prospetti in scala1:200 di tutte le unità tipologiche comprese nel Piano di recupero) indicanti in particolare:- distribuzione degli spazi interni- identificazione delle unità immobiliari previste- dettagli costruttivi delle opere di sistemazione delle superfici inedificate- disposizione delle aperture esterne ed interne- demolizioni e componenti costruttivi di nuovo inserimento

i) schema degli impianti tecnici quali acquedotto, gas, fognatura ed impianti di depurazione,energia elettrica e rete telefonica con relativa previsione di spesa;

j) progetto di massima dell'impianto di illuminazione pubblicacon ubicazione delle necessarie cabine, con relativa previsione di spesa;

k) norme urbanistiche ed edilizie per la buona esecuzione del piano;

l) relazione illustrativa e relazione sulla previsione della spesa occorrente per le sistemazionigenerali necessarie all'attuazione del piano;

m) relazione geologica e analisi geotecnica del terreno;

n) dichiarazione del Sindaco attestante che il Piano di recupero in questione ricade o meno:- all'interno di zone dichiarate bellezze naturali ai sensi della legge 29 giugno 1939, n.1497.- all'interno di zone soggette a vincolo idrogeologico- forestale;- all'interno della zona territoriale omogenea A o in area d'interesse ambientale;- in area soggetta a consolidamento dell'abitato;- in area dichiarata sismica.

I Piani di recupero non comprendenti immobili soggetti a vincolo conservativo possonoomettere gli elementi di cui alla lettera f) del precedente comma; può essere inoltre omessol'elemento di cui alla lettera m) ove il Piano di recupero non preveda la realizzazione di nuovi

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fabbricati. I Piani di recupero di iniziativa pubblica possono inoltre omettere la dichiarazioneriportata alla lettera n).

In conformità all'art. 30 della legge 5 Agosto 1978, n.457 la formazione del piano di recuperopuò essere promossa per iniziativa privata dei proprietari rappresentanti, in base all'imponibilecatastale, almeno i tre quarti del valore degli immobili interessati. Alla formazione dei piani direcupero di iniziativa privata si applicano le disposizioni riportate per il Pianoparticolareggiato.

art.12 - Piano per l'Edilizia Economica e Popolare

Il Piano per l'edilizia economica e popolare ha la funzione di dare esecuzione alle previsionidel piano regolatore disponendo, con efficacia di Piano particolareggiato, la definizionedettagliata dell'assetto urbanistico, l'acquisizione da parte del Comune e l'urbanizzazione diaree per nuovi insediamenti residenziali sufficienti a soddisfare non meno del 40% e non oltreil 70% del fabbisogno decennale di edilizia abitativa.

Ai sensi dell'art. 49, secondo comma, della legge regionale 7 dicembre 1978, n.47 e della legge18 aprile 1962, n.167, gli elementi costitutivi del Piano per l'edilizia economica e popolareall'atto della sua formazione sono i seguenti:

a) planimetria in scala non inferiore a 1:10.000 del Piano regolatore con l'individuazione dellezone destinate all'edilizia economica e popolare;

b) planimetria in scala non inferiore a 1:1.000, disegnata sulla mappa catastale e contenente iseguenti elementi:- la rete stradale e la delimitazione degli spazi riservati ad opere ed impianti di interessepubblico, nonché ad edifici pubblici o di culto;- la suddivisione in lotti delle aree, con l'indicazione della tipologia edilizia e, ove del caso,l'ubicazione e la volumetria dei singoli edifici;- la profondità delle zone laterali a opere pubbliche, la cui occupazione serva ad integrare lefinalità delle opere stesse ed a soddisfare prevedibili esigenze future.

c) elenchi catastali delle proprietà comprese nel piano;

d) compendio delle norme urbanistiche edilizie per la buona esecuzione del piano;

f) criteri e priorità per l'assegnazione delle aree ai diversi soggetti ai sensi dell'art.35 dellalegge 22 ottobre 1971, n.865.

Preventivamente all'attuazione, in riferimento al Programma pluriennale di attuazione di cuiall'art.38 della legge 22 ottobre 1971, n.865, la pianificazione di ciascun insediamentocompreso nel Piano per l'edilizia economica e popolare dovrà essere specificata a sviluppatacon contenuti ed elementi costitutivi identici a quelli richiesti, ai sensi dell'art.49 della leggeregionale 7 dicembre 1978, n.47, dall'articolo riguardante il Piano particolareggiato e da quellodel Piano di recupero, secondo si tratti di nuove edificazioni o di recupero di edilizia esistente.Tali specificazioni saranno apportate mediante varianti al Piano per l'edilizia economica epopolare ai sensi dell'art.34 della citata legge 22 ottobre 1971, n.865.

art.13 - Piano delle aree destinate ad insediamenti produttivi

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Il Piano delle aree destinate ad insediamenti produttivi ha la funzione di dare esecuzione alleprevisioni del Piano regolatore disponendo, con efficacia di Piano particolareggiato, ladefinizione dettagliata dell'assetto urbanistico, l'acquisizione da parte del Comune el'urbanizzazione di aree per gli insediamenti destinati a funzioni di tipo industriale, artigianale,commerciale, direzionale, turistico e agroindustriale.

Al Piano delle aree destinate ad insediamenti produttivi si applicano le medesime normedisposte o richiamate per il Piano per l'edilizia economica e popolare previste dall'articoloprecedente.

art.14 - Piano di Sviluppo Aziendale o Interaziendale

Il Piano di sviluppo (inter)aziendale di cui all'art.40 della legge regionale 7 dicembre 1978,n.47, redatto in conformità agli indirizzi per la regolamentazione degli interventi edilizi nellezone agricole emanati con deliberazione del consiglio Provinciale n.1/79 del 8 maggio 1986,stabilisce in funzione delle reali necessità produttive aziendali la qualità degli interventiinfrastrutturali ed edilizi necessari al loro sviluppo.

Il Piano di sviluppo (inter)aziendale ha validità massima di sei anni. Decorso il termine divalidità il piano di sviluppo (inter)aziendale decade per le parti non realizzate e qualunquerichiesta di concessione edilizia per opere previste nel piano decaduto è subordinataall'approvazione di un nuovo Piano di sviluppo (inter)aziendale che potrà avvenire per stralciattuativi, a condizione che questi possiedano intrinseca complementarità o autonomafunzionalità nell'ambito degli obiettivi del Piano di sviluppo (inter)aziendale.

Il Piano di sviluppo (inter)aziendale deve contenere i seguenti elementi costitutivi:- documentazione sulla qualifica del richiedente, sulla proprietà coinvolta nel piano, sullaforma di conduzione dell'azienda;- individuazione planimetrica del fondo di pertinenza in scala 1:25.000;- planimetria, elenchi e certificati catastali di tutti gli immobili facenti parte dell'azienda,nonché documentazione sulle eventuali servitù prediali in scala 1:1.000 o 1:2.000;- planimetria dello stato di fatto in scala 1:500 con l'indicazione dei fabbricati esistenti; questidevono essere individuati con quote planimetriche generali, quote delle altezze e destinazioned'uso degli edifici;- dimostrazione della reale disponibilità, nei tempi utili, dei terreni che si intendono acquisirecon i quali si intende ampliare la superficie agricola qualora gli interventi richiesti sianodimensionati e/o giustificabili in prospettiva del potenziamento aziendale;- descrizione degli indirizzi colturali e produttivi dell'azienda, con l'indicazione del ripartocolturale per i singoli appezzamenti e delle infrastrutture tecniche e di servizio all'aziendaagricola;- descrizione della consistenza occupazionale, con indicazione dettagliata delle produzioni edella loro valorizzazioni e destinazione economica;- programma di ristrutturazione e di sviluppo aziendale, con indicazione delle scelte colturali eproduttive, delle previsioni occupazionali, delle linee di commercializzazione dei prodotti,delle soluzioni tecniche adottate, delle opere necessarie ed una dettagliata analisi delleprospettive tecnico economiche dell'assetto organizzativo e produttivo che si proponerapportato alle caratteristiche aziendali;- progetto edilizio delle opere necessarie in scala non inferiore a 1:500 comprendentedescrizioni, dimensioni e destinazione d'uso dei fabbricati esistenti, di quelli da sottoporre adoperazioni di ripristino e di ristrutturazione, di quelli da demolire e di quelli da costruire,nonché descrizione, dimensione e destinazione d'uso degli spazi inedificati di pertinenza,

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rilievo delle infrastrutture, dei canali, delle alberature e di ogni altro elemento connotativodelle zone di intervento;- programma di esecuzione delle opere e dei fabbricati per i quali si richiede la concessioneedilizia;- programma degli investimenti e piano dei finanziamenti eventualmente disponibili;- atto bilaterale per la trascrizione dei vincoli di inedificabilità alla Conservatoria degli attiimmobiliari nei casi in cui siano state concentrate possibilità edificatorie derivanti daappezzamenti aziendali disgiunti, nonché nei casi specificatamente previsti dalle seguentinorme;- dichiarazione impegnativa, che precisi:- durata del Piano di sviluppo (inter)aziendale, di norma non superiore a sei anni, fattaeccezione per casi di particolare complessità e rilevanza edilizio-urbanistica e/o socio-economica;- tempi e modi di attuazione del piano e, nel caso di previsione di interventi infrastrutturali ededilizi programma di richiesta delle relative concessioni;- eventuali congrue garanzie finanziarie per l'adempimento degli obblighi stabiliti;- piano di smaltimento e/o trattamento dei fattori inquinanti se ed in quanto presenti predispostiai sensi delle vigenti disposizioni in materia.Ove la formazione del Piano di sviluppo (inter)aziendale si accompagna o seguita dallaformazione di Piano particolareggiato, i contenuti della dichiarazione impegnativa concorronoal contenuto della convenzione.

art.15 - Lottizzazione Convenzionata

La lottizzazione convenzionata di cui all'art.8 della legge 6 agosto 1967, n.765, in quanto noncompresa fra gli strumenti indicati all'art.18 della legge regionale 7 dicembre 1978, n.47 perl'attuazione del Piano regolatore, non trova applicabilità come strumento di attuazione:-alle lottizzazioni convenzionate approvate dalla Regione prima dell'entrata in vigore dellalegge regionale 7 dicembre 1978, n.47.

Modificazioni ai piani di lottizzazione convenzionata autorizzati anteriormente alla entrata invigore della legge 7 dicembre 1978, n.47 possono essere approvate solo mediante laformazione di Piani particolareggiati che li sostituiscano in tutto o in parte, in conformità alladisciplina del Piano regolatore vigente. In tale caso le obbligazioni previste dalla convenzionedi lottizzazione in ordine all'esecuzione e/o al concorso nelle spese delle opere diurbanizzazione, nonché in ordine alla cessione gratuita delle aree necessarie alle medesime,mantengono efficacia ed entrano a far parte della convenzione (vedi articolo sul piano direcupero).

art.16 - Modalità di intervento per l'attuazione del Piano Regolatore Generale

Il P.R.G., sia che intervenga sua aree totalmente o parzialmente inedificate sia che intervengasu edifici esistenti, si attua attraverso “interventi urbanistici preventivi” o “interventi edilizidiretti” secondo le previsioni di zona contenute nei rispettivi articoli.Le rispettive concessioni saranno rilasciate dal Sindaco sentito il parere della commissioneedilizia.Nel caso di interventi che incidano in maniera sensibile sull’organizzazione del territorio (pianiurbanistici preventivi progetti per attrezzature di uso pubblico) sarà sentito il parere deiconsigli di quartiere interessati.Per gli interventi, sia diretti che preventivi, di recupero edilizio/urbanistico di edifici ed areeproduttive, è fatto obbligo di presentare una relazione a firma di un tecnico circa la presenza di

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sostanze, materiali o altri residui per i quali siano necessarie opere di messa in sicurezza obonifiche ambientali. In questo caso la preventiva bonifica dei siti, sopra la vigilanza, perquanto di competenza, dei Servizi dell’Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente (A.R.P.A.)e/o dell’Azienda USL, è condizione vincolante per l’edificabilità o il cambio d’uso. Per glistessi interventi, relativamente all’evacuazione delle acque, dovrà essere documentata larispondenza alle nuove esigenze dei collettori e dei corpi idrici superficiali interessati,prevedendo, per quanto possibile, la separazione delle reti di raccolta e deflusso delle acquemeteoriche e delle acque reflue civili e produttive.

art.16.0 - Intervento Urbanistico Preventivo

Nelle parti di territorio soggette a intervento urbanistico preventivo, ogni trasformazioneurbanistica, edilizia e dell’uso, ad eccezione di manutenzione ordinaria e straordinaria e opereinterne è subordinata alla preventiva formazione di un piano particolareggiato di iniziativapubblica, esteso a tutta la superficie dei singoli comparti individuati nelle tavole di piano oprescritti dalle norme, secondo la procedura prevista dalla legge urbanistica..

In mancanza del piano particolareggiato di cui sopra il Comune potrà invitare o autorizzare leproprietà comprese nel perimetro a presentare piano particolareggiato di iniziativa privata anorma dell’articolo 25 della legge regionale 7 dicembre 1978, n. 47.Nelle zone di completamento tale strumento può essere sostituito da una concessione ediliziarelativa all’intera area perimetrata, che individui la totalità delle opere da eseguirsi, anche asemplice titolo di riferimento qualora la realizzazione delle opere sia da frazionarsi su piùtempi successivi, e sia regolata da una convenzione o atto d’obbligo formati ai sensidell’articolo 11 della legge 28 gennaio 1977, n.10, che disciplini la realizzazione di tutte leopere di urbanizzazione primaria e secondaria previste, nonché la cessione gratuita dellerelative aree.

L'intervento preventivo permette di distribuire convenientemente nell'area interessata ladisponibilità edificatoria calcolata come somma delle Su ottenute applicando alla zona o allezone che costituiscono il comparto, i relativi indici di utilizzazione territoriale Ut. Nel computodella Su si considerano anche gli edifici esistenti e recepiti nel P.P.

Nelle porzioni di territorio comunque regolate da uno strumento urbanistico attuativo, ladisciplina di tali strumenti rimane in vigore a tempo indeterminato, a norma dell’articolo 17della legge 17 agosto 1942, n. 1150. Le trasformazioni edilizie ricadenti in tali zone, attuabiliper intervento diretto, devono pertanto uniformarsi alle prescrizioni dello strumento urbanisticoattuativo che ne ha disciplinato l’urbanizzazione, a meno di varianti allo strumento stesso ospecifiche discipline di piano regolatore che lo sostituiscano o integrino con prescrizionidirettamente efficaci. In caso di lacune o carenze delle prescrizioni dello strumento attuativoapprovato dovrà essere fatto riferimento allo strumento urbanistico generale vigente almomento dell’approvazione di questo.

art.16.1 Intervento Edilizio Diretto

Si definisce "intervento edilizio diretto" quello attuabile mediante la presentazione di singoliprogetti edilizi.

Tale intervento è realizzabile su tutte le aree edificabili per le quali le norme di zona nonprescrivono "l'intervento urbanistico preventivo".

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Condizione necessaria per l'intervento sarà la garanzia della esecuzione delle opere e lacessione gratuita delle aree relative all'urbanizzazione primaria e la corresponsione deicontributi di cui alla legge n.10.Qualora ne ravvisi la necessità, l'Amministrazione Comunale può richiedere la preventivaredazione di un piano di intervento coordinato al fine di garantire l'armonico sviluppo degliinsediamenti.

Tale piano di intervento coordinato è adottato con delibera del Consiglio Comunale ecostituisce uno schema di riferimento al quale i singoli concessionari si impegnanovolontariamente ad adeguarsi.

art.16.2 Interventi sull'Edilizia Esistente

Gli edifici possono essere suddivisi, in base alle possibilità di intervento, nelle categorie piùavanti indicate.

Oltre agli interventi previsti o sanciti dai vari articoli delle presenti norme, sugli edifici sonoammesse:

art.16.3 Restauro Scientifico

L'intervento di restauro scientifico consiste in un insieme sistematico di opere che nel rispettodegli elementi tipologici, formali e strutturali dell'edificio, ne consentono la conservazionevalorizzandone i caratteri e rendendone possibile un uso adeguato alle intrinsechecaratteristiche.

Il tipo di intervento prevede:

a) il restauro degli aspetti architettonici o il ripristino delle parti alterate e cioè:- il restauro o il ripristino dei fronti esterni ed interni;- il restauro o il ripristino degli ambienti interni;- la ricostruzione filologica di parti dell'edifico eventualmente crollate o demolite;- la conservazione o il ripristino dell'impianto distributivo organizzativo originale;- la conservazione o il ripristino degli spazi liberi quali, tra gli altri, le corti, i larghi, i piazzali,gli orti, i giardini, i chiostri;

b) il consolidamento, con sostituzione delle parti non ricuperabili senza modificare la posizionee la quota dei seguenti elementi strutturali:- murature portanti sia interne che esterne;- solai e volte;- scale;- tetto, con ripristino del manto di copertura originale;

c) la eliminazione delle superfetazioni come parti incongrue all'impianto originario ed agliampliamenti organici del medesimo;

d) l'inserimento degli impianti tecnologici e igienico- sanitari essenziali nel rispetto dellenorme di cui ai punti precedenti.

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Il restauro scientifico è applicabile alla generalità del patrimonio edilizio esistente, adeccezione degli immobili soggetti a demolizione senza ricostruzione. Ai sensi della leggeregionale n.23, 29 marzo, 1980, art.29 è soggetto a concessione gratuita.

art.16.4 Restauro e Risanamento Conservativo

Ai sensi della legge regionale 7 dicembre 1978 n.47, art.36, gli interventi di restauro e dirisanamento conservativo riguardano le unità edilizie in buono o mediocre stato diconservazione che, pur non presentando particolari pregi architettonici ed artistici,costituiscono parte integrante del patrimonio edilizio dell'insediamento storico, sia in quantoelementi partecipanti alla formazione dell'ambiente storico antico, sia perché significativi dalpunto di vista tipologico per la distribuzione interna degli ambienti, la disposizione deglielementi di collegamento verticale o per altre caratteristiche morfologiche.

Gli interventi di restauro e di risanamento conservativo sono quelli rivolti a conservarel'organismo edilizio e ad assicurare la funzionalità mediante un insieme sistematico di opereche, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, neconsentono destinazioni d'uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono ilconsolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimentodegli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, eliminazione deglielementi estranei all'organismo edilizio.

I tipi di restauro e risanamento conservativo sono specificati all'interno di sotto categorie:

- Restauro e Risanamento Conservativo di tipo A

Gli interventi di restauro e risanamento conservativo di tipo A riguardano le unità edilizie il cuistato di conservazione consente di riconoscere la rilevanza tipologica, strutturale e morfologicadell'edificio e permette il suo completo recupero.

Il tipo di intervento prevede:

a) la valorizzazione degli aspetti architettonici per quanto concerne il ripristino dei valorioriginali, mediante:- il restauro e il ripristino dei fronti esterni ed interni; su questi ultimi sono consentite parzialimodifiche purché non venga alterata l'unitarietà del prospetto e siano salvaguardati gli elementidi particolare valore stilistico;- il restauro e il ripristino degli ambienti interni nel caso in cui vi siano elementi didocumentata importanza;

b) il consolidamento con sostituzione delle parti non ricuperabili, senza modificare la posizionedei seguenti elementi strutturali:- murature portanti sia interne che esterne;- solai e volte;- scale;- tetto, con ripristino del manto di copertura originale;

c) l'eliminazione delle superfetazioni come parti incongrue all'impianto originario e agliampliamenti organici del medesimo;

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d) l'inserimento degli impianti tecnologici e igienico-sanitari essenziali, nel rispetto dellenorme di cui ai punti precedenti

- Restauro e Risanamento Conservativo di tipo B.

Gli interventi di restauro e risanamento conservativo di tipo B riguardano le unità edilizie inmediocre stato di conservazione ed in carenza di elementi architettonici ed artistici di pregioche fanno tuttavia parte integrante del patrimonio edilizio storico.

Il tipo di intervento prevede:

a) la valorizzazione degli aspetti architettonici mediante:- il restauro e il ripristino dei fronti esterni ed interni; su questi ultimi sono ammesse nuoveaperture purché non venga alterata l'unitarietà del prospetto;- il restauro degli ambienti interni; su questi sono consentiti adeguamenti dell'altezza internadegli ambienti rimanendo fisse le quote delle finestre e della linea di gronda;

b) il consolidamento e il nuovo intervento strutturale esteso a larghe parti dell'edificio;

c) la eliminazione delle superfetazioni definite come parti incongrue all'impianto originario eagli ampliamenti organici del medesimo;

d) l'inserimento degli impianti tecnologici ed igienico-sanitari essenziali nel rispetto dellenorme di cui ai punti precedenti.

art.16.5 Ripristino Tipologico

Gli interventi di ripristino tipologico riguardano le unità edilizie fatiscenti o parzialmentedemolite di cui è possibile reperire adeguata documentazione sulla organizzazione tipologicaoriginaria individuabile anche in altre unità edilizie dello stesso periodo storico e della stessaarea culturale:

Il tipo di trasformazione prevede la valorizzazione degli aspetti architettonici mediante:- il ripristino dei collegamenti verticali e orizzontali collettivi quali androni, blocchi scale,portici;- il ripristino ed il mantenimento della forma, dimensioni e rapporti fra unità ediliziepreesistenti ed aree scoperte quali corti, chiostri;

Il ripristino dovrà ricomporre caratteristiche formali ed architettoniche tali da ricostituirel’integrità del tessuto edilizio preesistente riproponendo materiali edilizi e logiche diprogettazione architettonica desunte da comportamenti tipici e coerenti con l'area dellatradizione edilizia propria del contesto di appartenenza:Il ripristino tipologico è soggetto a concessione edilizia ed è applicabile nei soli casispecificamente indicati dalla cartografia di Piano regolatore.

art.16.6 Ristrutturazione Edilizia

Si definiscono interventi di ristrutturazione edilizia quelli rivolti a trasformare un organismoedilizio mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizioin tutto od in parte diverso dall'originario. Tali interventi comprendono il ripristino o la

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sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio, la eliminazione, la modifica el'inserimento di nuovi elementi ed impianti.

Le trasformazioni di ristrutturazione edilizia devono uniformare gli immobili alla totalità delleprescrizioni del Piano regolatore e degli strumenti urbanistici di attuazione inclusi nelledisposizioni date in precedenza sugli strumenti del sistema di pianificazione, compresi inparticolare i limiti quantitativi di edificabilità. Alla ristrutturazione edilizia possono tuttaviaessere associati ampliamenti senza aumento di carico urbanistico.

Ai sensi dell'art.36, comma 11, lett.A3 della legge regionale 7 dicembre 1978, n.47 laristrutturazione edilizia è articolata nelle due sottocategorie della ristrutturazione e delripristino edilizio. Gli interventi di ristrutturazione riguardano le unità edilizie con elementi oparti di esse, esterne od interne, ancora conservate nel loro assetto e nella loro configurazioneoriginaria.

Il tipo di intervento prevede la valorizzazione degli aspetti urbanistici architettonici mediante:- il restauro ed il ripristino dei fronti esterni ed interni per le parti originarie ancora conservatee per gli elementi di particolare valore stilistico; mentre in generale deve essere salvaguardatal'unitarietà dei prospetti e la configurazione dei corpi edilizi;- il restauro e il ripristino degli ambienti interni per le parti originarie ancora consistenti e pergli elementi di particolare valore stilistico;- il ripristino e la sostituzione delle opere necessarie per il riordino dei collegamenti verticalied orizzontali collettivi nonché dei servizi;- l'inserimento di nuovi elementi ed impianti; il piano regolatore può altresì prevedere la quotadi parcheggi fissata dalla legge 24 marzo, 1989, n.122.

Gli interventi di ripristino edilizio riguardano gli spazi già edificati ed ora completamentedemoliti dei quali non è possibile reperire adeguata documentazione della loro organizzazionee per i quali è necessario ricostituire la compagine edilizia originaria. Il tipo di interventoprevede la ricostruzione con nuovo intervento nel rispetto degli allineamenti orizzontali everticali, prevalenti nell'isolato, prevedendo la quota di parcheggi fissata dalla legge n.122 del1989 e la cessione o monetizzazione di uno standard di parcheggio pubblico non inferiore a 3mq. ogni 30 mq. di superficie utile.La ristrutturazione edilizia è soggetta a concessione edilizia onerosa; tale trasformazione non èattuabile su edifici soggetti a vincolo conservativo ovvero soggetti a demolizione senzaricostruzione.

art.16.7 Demolizione

La demolizione consiste nello smantellamento e rimozione fisica, parziale o totale, di unqualsiasi manufatto la cui realizzazione sia soggetta a concessione edilizia o a autorizzazioneedilizia dalle norme vigenti.

La demolizione è soggetta ad autorizzazione edilizia ed è applicabile alla generalità delpatrimonio edilizio esistente, ad eccezione degli immobili soggetti a vincolo conservativo.

art.16.8 Costruzione

Si definisce costruzione la realizzazione di manufatti che, non necessariamente infissi al suoloe pur semplicemente aderenti a questo alterino lo stato dei luoghi e, difettando del carattere diassoluta precarietà, siano destinati alla soddisfazione di esigenze perduranti nel tempo.

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Non costituiscono costruzioni ai sensi delle presenti norme:- opere a carattere precario, destinate ad attività e fini di carattere temporaneo;- serre fisse od asportabili, tunnel ed altri impianti analoghi non classificabili come serreindustriali, se finalizzati all'intensificazione o al semplice riparo di colture praticatedirettamente sulla superficie agraria da esse ricoperta;- sistemazioni delle superfici inedificate di pertinenza di edifici esistenti e relativi arredi, anchefissi, ove non si tratti di patrimonio di interesse culturale o paesistico, soggetto a tutela e nonincidano sulla destinazione funzionale di tali superfici.

La realizzazione di costruzioni o loro ampliamento è soggetta a concessione edilizia ed èammessa unicamente nei casi e nei modi esplicitamente previsti dalla disciplina di Pianoregolatore e dagli strumenti urbanistici di attuazione ed è soggetta a concessione edilizia.

Le costruzioni costituenti pertinenze od impianti tecnologici al servizio di edifici già esistentisono soggette ad autorizzazione edilizia.

La costruzione di opere provvisionali è soggetta ad autorizzazione edilizia solo se posta inesecuzione anticipatamente rispetto al rilascio del provvedimento concessorio o autorizzativorelativo all'opera servita.

La realizzazione di manufatti a carattere precario destinati ad attività e fini di caratteretemporaneo e determinato con durata superiore a sei mesi è soggetta ad autorizzazioneamministrativa a condizione che il concessionario si obblighi con atto unilaterale a demolire lacostruzione ed eseguire le sistemazioni eventualmente necessarie entro il termine fissato,prestando allo scopo congrue garanzie finanziarie.

Nelle aree urbane soggette a politiche di tutela e di ricostituzione edilizia ed ambientale, lacostruzione e l'ampliamento di edifici devono uniformarsi ai criteri ed alle modalità insediativepropri dell'impianto di origine dell'isolato ( o del contesto circostante, qualora l'isolato inoggetto non presenti elementi di organizzazione riconducibili alle regole insediativegeneralmente osservate) quali:- il posizionamento nel lotto, nella porzione di isolato o nell'isolato;- il dimensionamento in pianta e in alzato;- il sistema volumetrico-compositivo;- i materiali costruttivi e di rifinitura esterna.

art.16.9 Ampliamento

Costituiscono ampliamento le trasformazioni intese ad ingrandire una costruzione esistente conla creazione di superficie utile e/o di volume aggiuntivi, realizzati mediante addizioniorizzontali e/o verticali. L'ampliamento può essere associato ad ogni altra trasformazioneedilizia ad eccezione del restauro scientifico e del restauro e risanamento conservativo.

L'ampliamento, quale caso particolare di costruzione, è soggetto in generale alla medesimadisciplina dettata per questa. Costituiscono casi particolari gli interventi di ampliamento senzaaumento di carico urbanistico di cui ai seguenti commi.

L'ampliamento senza aumento di carico urbanistico di abitazioni comprese in edifici nonsoggetti a vincolo conservativo è consentito in tutti i casi, salvo specifico divieto, allecondizioni seguenti:

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- l'ampliamento deve essere di modesta entità e consistere nell'addizione all'abitazione diulteriori stanze o pertinenze per adeguamenti di natura igienica, funzionale, dimensionale;- non sono ammessi ampliamenti che, mediante soluzioni distributive appropriate a consentirelo scorporo di unità immobiliari autonomamente abitabili e suscettibili di accesso indipendente,possano comportare un incremento del numero di abitazioni oltre il limite stabilito dal Pianoregolatore;- non sono ammessi ampliamenti da ottenersi mediante la realizzazione di ulteriori partizioniorizzontali a quote superiori a quella di calpestio dell'ultimo piano utile;- ampliamenti consistenti nella realizzazione di locali idonei per dimensione ed ubicazione aduso di autorimessa potrà essere assentita esclusivamente per edifici totalmente o parzialmentesprovvisti dall'origine di locali appositi o idonei, e nel limite massimo complessivo di unaautorimessa ogni abitazione.

Nelle aree urbane soggette a politiche di tutela e di ricostituzione edilizia ed ambientale,l'ampliamento deve osservare le medesime modalità indicate per la costruzione dall'articoloriguardante la costruzione.

Negli edifici rurali soggetti a riqualificazione e ricomposizione tipologica gli interventi diampliamento devono riferirsi alla lettura del processo costitutivo dell'edificio, nella logica diaccrescimento propria della specifica tipologia ed osservare le prescrizioni dell'articoloriguardante la costruzione.

Negli edifici in cui prevalgono le destinazioni d'uso comprese fra le seguenti categorie:- negozi, botteghe (e locali per pubblici esercizi);- magazzini e locali di deposito;- laboratori per arti e mestieri;- opifici;- fabbricati per speciali esigenze di attività industriale non destinabili diversamente senzaradicali trasformazioni;- fabbricati per speciali esigenze di attività commerciale non destinabili diversamente senzaradicali trasformazioni costituiscono ampliamenti senza aumento di carico urbanistico lacopertura dei parcheggi di servizio mediante strutture leggere di altezza non superiore a ml.2.30, la realizzazione di pensiline a copertura di superfici di deposito di materiali oattrezzature, nonché la realizzazione di servizi igienici aggiuntivi e impianti tecnici.

L'ampliamento senza aumento del carico urbanistico è soggetto a concessione edilizia.

Ove l'ampliamento si accompagni ad adeguamento funzionale ovvero ad opere interne e/omanutenzione straordinaria aventi carattere di sistematicità la trasformazione è da classificarsicome ristrutturazione.

art.16.10 Opere Interne

Sono definite come opere interne non soggette a concessione o ad autorizzazione, ai sensi dellalegge 28 febbraio 1985, n.47, le opere interne alle costruzioni che non siano in contrasto congli strumenti urbanistici adottati o approvati e con il regolamento edilizio vigente, noncomportino modifiche della sagoma, della costruzione, dei prospetti, né aumento dellesuperfici utili delle singole unità immobiliari e del numero delle unità immobiliari, nonmodifichino la destinazione d'uso delle costruzioni e delle singole unità immobiliari, nonrechino pregiudizio alla statica e, per quanto riguarda gli immobili soggetti a vincoloconservativo rispettino le originarie caratteristiche costruttive. Ai fini del presente articolo non

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è considerato aumento delle superfici utili l'eliminazione o lo spostamento di pareti interne o diparti di esse.

Per il rispetto delle originarie caratteristiche costruttive di cui al precedente comma laesecuzione di opere interne in immobili soggetti a vincolo conservativo deve comunque esempre rispettare i seguenti criteri:- le strutture orizzontali lignee preesistenti devono essere meramente conservate e restaurate o,se inadeguate staticamente o in cattivo stato di conservazione, sostituite con altre analoghe;- le strutture di copertura lignee con capriate, devono essere conservate, restaurate, ripristinateo, solo in caso di certificata idoneità statica, sostituite con altre analoghe;- i muri interni portanti e non, realizzati in muratura di mattoni, possono essere ricostruiti odiversamente ubicati solo con analoga tecnica costruttiva;- la distribuzione interna deve conformarsi all'impianto tipologico originario della costruzione,evitando suddivisioni di spazi interni unitari.

Nelle costruzioni aventi le seguenti destinazioni:- magazzini e locali di deposito;- laboratori per arti e mestieri;- opifici;- fabbricati per speciali esigenze di attività industriale non destinabili diversamente senzaradicali trasformazioni; in riferimento alla Circ. Min. Lavori Pubblici 16 novembre 1977,n.1918, costituiscono opere interne, oltre a quelle definite al primo comma del presentearticolo, le trasformazioni intese ad assicurare la funzionalità degli impianti produttivi ed illoro adeguamento tecnologico quando, in rapporto alle dimensioni della costruzione, non nemodifichino le caratteristiche complessive, siano interne al loro perimetro e non incidano sullestrutture e sull'aspetto.

L'esecuzione di opere interne è ammessa sulla generalità del patrimonio edilizio ed è soggettaalla dichiarazione di cui all'art. 26 della legge 28 febbraio 1985, n.47.

Ove un intervento edilizio da eseguirsi consista in un complesso di opere, quali sopra definite,avente carattere di sistematicità ovvero accompagni a queste un complesso sistematico di operedi manutenzione, esso sarà classificato, secondo le sue specifiche caratteristiche, comeintervento di restauro, di restauro e risanamento conservativo, di riqualificazione ericomposizione tipologica o di ristrutturazione.

art.16.11 Adeguamento Funzionale

Costituiscono adeguamento funzionale le trasformazioni che integrano opere interne e/omanutenzione straordinaria con modificazioni dei prospetti intese ad adeguare gli accessi e lefinestrature all'organizzazione distributiva interna dell'unità immobiliare, ovvero conmodificazione delle partizioni poste fra due unità immobiliari adiacenti intese al trasferimentodi superficie utile dall'una all'altra.

L'adeguamento funzionale non è ammesso su edifici soggetti a vincolo conservativo.

L'adeguamento funzionale è soggetto a autorizzazione edilizia. Ove esso abbia carattere disistematicità la trasformazione è da classificarsi come ristrutturazione.

art.16.12 Manutenzione Straordinaria

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Sono definite come manutenzione straordinaria le trasformazioni consistenti in opere emodifiche necessarie per rinnovare o sostituire parti, anche strutturali, fatiscenti o collabenti,degli edifici, nonché in opere e modifiche per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitarie tecnologici, sempreché non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari enon comportino modifiche alle destinazioni d'uso.

Per gli edifici industriali ed artigianali costituiscono interventi di straordinaria manutenzioneanche le opere e le modifiche necessarie al rinnovamento degli impianti e quelle finalizzateall'adeguamento tecnologico senza aumento di carico urbanistico, ove non costituiscano opereinterne o di ordinaria manutenzione.

In particolare sono opere di manutenzione straordinaria il rifacimento totale degli intonaci, direcinzioni, di manti di copertura e pavimentazioni esterne, con modificazioni dei tipi deimateriali esistenti, delle tinte, nonché il rifacimento comportante anche la realizzazione exnovo di locali per servizi igienici e tecnologici.

Se attuata su costruzioni soggette a vincolo conservativo la manutenzione straordinaria deveosservare le medesime modalità prescritte per le opere interne al precedente art.16.9.

Ove il complesso di opere di manutenzione straordinaria da eseguire abbia carattere disistematicità l'intervento rientra, secondo i casi, nelle categorie del restauro e risanamentoconservativo, della riqualificazione e ricomposizione tipologica o della ristrutturazione.

La manutenzione straordinaria è ammessa sulla generalità del patrimonio edilizio ad esclusionedegli edifici a restauro scientifico secondo le disposizioni dell'art.43, 4 comma della leggeregionale 7 dicembre 1978, n.47.

Nel caso di interventi di recupero abitativo la manutenzione straordinaria è soggetta adautorizzazione edilizia, ai sensi dell'art.7 della legge 94/'82; negli altri casi è soggetta aconcessione edilizia.

art.16.13 Manutenzione Ordinaria

Sono definite come tali le trasformazioni che consistono nelle opere di riparazione,rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare omantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti quali:- pulitura esterna, ripresa parziale di intonaci senza alterazione dei materiali o delle tinteesistenti;- pulitura, riparazione, sostituzione o tinteggiatura degli infissi esterni, recinzioni, manti dicopertura, pavimentazioni esterne, senza alterazioni dei tipi di materiali esistenti o delle tinte odelle tecnologie;- rifacimento parziale di rivestimenti esterni, senza modificazione dei materiali esistenti o delletinte o delle tecnologie;- riparazione ed ammodernamento di impianti tecnici che non comportino la costruzione o ladestinazione ex-novo di locali per servizi igienici e tecnologici;- tinteggiatura, pulitura e rifacimento degli intonaci interni;

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- riparazione di infissi interni, grondaie e canne fumarie;- riparazione di pavimenti interni;

Per gli edifici industriali ed artigianali costituiscono interventi di manutenzione ordinaria anchequelli che riguardano opere di riparazione degli impianti tecnologici.

Gli interventi di manutenzione ordinaria sono ammessi sulla generalità del patrimonio edilizio,ferme restando le eventuali disposizioni e competenze previste dalle leggi 1 giugno 1939,n.1089 e 29 giugno 1939, n.1497 con successive modificazioni ed integrazioni. Gli interventiconcernenti fabbricati compresi nella zona territoriale omogenea A o comunque soggetti avincolo conservativo sono soggetti a nulla osta del Sindaco.Ove il complesso di opere di manutenzione ordinaria da eseguirsi abbia carattere disistematicità, l'intervento è da classificarsi di manutenzione straordinaria.

art.16.14 Ristrutturazione Urbanistica

Gli interventi riguardano le unità minime di intervento, contenenti unità edilizie incongrueall'organizzazione morfologica e tipologica del tessuto urbanistico.

Gli interventi di ristrutturazione urbanistica sono quelli rivolti a sostituire l'esistente tessutourbanistico con altro diverso mediante un insieme sistematico di interventi edilizi anche con lamodificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale, ognuno risultante incontrasto con le caratteristiche dell'impianto urbano ed edilizio originario.

Il tipo di intervento prevede:

a) la valorizzazione degli aspetti urbanistici ed architettonici mediante:- la demolizione e ricostruzione, sulla base di parametri planivolumetrici specificati nelleplanimetrie di piano, ricavati dalla organizzazione morfologica e tipologica originaria e conuna densità fondiaria in ogni caso non superiore a 5 mc./mq. e comunque non superiore al 50%della densità fondiaria media nella zona;- il rispetto dell'art.18 della legge 6 agosto 1967, n.765, della legge 24 marzo 1989 n.122 e lacessione gratuita di uno standard di parcheggio pubblico non inferiore a 3mq. ogni 30 mq. disuperficie utile all'atto della concessione.

I medesimi criteri si applicano agli interventi per l'edilizia economica e popolare di cui allalegge 18 aprile 1962, n.167, sulle aree libere di cui al secondo comma del precedente articolo35 nel caso in cui non si applichi il ripristino tipologico e rinnovo di cui all'articolo riguardanteil restauro ed il risanamento conservativo.

Il P.R.G. può, in ogni altra parte del territorio estranea alla zona omogenea A, individuare gliedifici e i complessi edilizi di interesse culturale, storico-artistico ambientale, dettando larelativa disciplina particolareggiata secondo le categorie di intervento stabilite dal restauroscientifico e dal restauro e risanamento conservativo, delimitando le eventuali aree verdi dipertinenza o comunque gli spazi liberi circostanti di rispetto non edificabili e definendo ledestinazioni d'uso.

Negli strumenti urbanistici vigenti, non adeguati alle disposizioni dettate dall'articolo 36 dellalegge regionale n.47/'78 nonché di cui gli articoli 42 e 43 della presente legge regionale;interventi diversi sono ammessi solo mediante Piani di recupero, Piani Particolareggiati

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pubblici e Piani per la Edilizia Economica e Popolare di cui alla presente legge che dettino ladisciplina particolareggiata di cui ai commi precedenti.

art.16.15 Concessioni e Autorizzazioni

Chiunque intenda nell'ambito del territorio comunale, ivi comprese le aree del demaniopubblico, eseguire nuove costruzioni, ampliare, modificare o demolire quelle esistenti,procedere all'esecuzione di piani particolareggiati di iniziativa privata ovvero procedereall'esecuzione di opere di urbanizzazione o di qualsiasi opera che comunque comporti unamodificazione del territorio, ad eccezione delle normali operazioni colturali e a fini produttiviagricoli, deve chiedere concessione al Sindaco.

Tale concessione può essere:- onerosa;- convenzionata;- gratuita;

Sono soggette a concessione:- le varianti in corso d'opera (art.15 legge 47/'85), sono variazioni essenziali rispetto allaconcessione per gli effetti di cui alla Legge 28 febbraio 1985 n.47 quelle definite dall'art.1della legge regionale 8 novembre 1988 n.46.

La concessione onerosa si applica nei casi in cui il proprietario richiedente non abbia optatoper l'ipotesi di cui all'art.7 della legge 28 gennaio 1977 n.10 ed è subordinata comunque allastipula di una convenzione o ad un atto unilaterale d'obbligo da parte del richiedente laconcessione costituita secondo le prescrizioni di cui all'art.22 della legge regionale 29 marzo1980 n.23.

La concessione convenzionata si applica nei casi previsti agli art.7 e 9, punto b) della legge 28gennaio 1977 n.10 ed è subordinata alla stipula di una convenzione o di un atto unilateraled'obbligo da parte del richiedente la concessione costituita secondo le prescrizioni di cuiall'art.23 della legge regionale 29 marzo 1980 n.23.

La concessione gratuita si applica nei casi previsti all'art.9 della legge 28 gennaio 1977 n.10,ed è comunque subordinata all'esistenza delle opere di urbanizzazione primaria o allaprevisione da parte del Comune dell'attuazione delle stesse nel successivo triennio oall'impegno dei privati richiedenti di procedere all'attuazione delle medesimecontemporaneamente alle costruzioni oggetto della concessione, eccetto che nei casi di cui allalett.a) del citato art.9, fatti salvi comunque i regolamenti comunali, nonché alla stipula di unaconvenzione o ad un atto unilaterale d'obbligo che deve prevedere tra l'altro:

1) le caratteristiche costruttive e tipologiche degli edifici da realizzare e le relative destinazionid'uso;2) l'obbligo a rispettare le destinazioni d'uso previste dalla convenzione nei casi di cui allelettere a), b), d) dell'art.9 della legge 28 gennaio 1977 n.10, comunque nel rispetto di quantodisposto nell'ultimo comma dell'art.10 della citata legge;3) le sanzioni per l'inosservanza degli obblighi stabiliti nella convenzione.

A tutti i tipi di concessione succitati si applicano inoltre le norme prescritte all'art.21 dellalegge regionale 29 marzo 1980 n.23.

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La concessione viene sostituita da una autorizzazione nei casi di interventi che ricadano dentrola disciplina dell'art.48, della legge 5 agosto 1978 n.457, nonché ai sensi dell'art.7 del DecretoLegge n.23/'82 convertito nella legge n.94/'82 , dell'art.7 della legge 28 febbraio 1985 n.47.

Non sono soggette ad autorizzazione le opere che ricadono all'interno dell'art.10 della legge47/'85 e le opere interne in base all'art.26, legge 47/'85

art.17 Opere di urbanizzazione primaria e secondaria

L'urbanizzazione primaria è costituita da quell'insieme di servizi, aree ed opere necessarie perrendere edificabile un'area. Sono opere di urbanizzazione primaria, ai fini all'art.25 della leggeregionale 29 marzo 1980 n.23 (e dell'art.4 della legge n.847/'64) le opere sottoelencate per laparte posta al diretto servizio dell'insediamento:

a) le strade a servizio degli insediamenti compresi gli allacciamenti alla viabilità principale deilotti edificabili, gli spazi necessari per la sosta ed il parcheggio degli autoveicoli in relazionealle caratteristiche degli insediamenti, rilevando che l'entità minima prescritta (come dall'art.2della legge n.122/'89) di 1 mq. per 10 mc. (inerente ai parcheggi da non cedere al comune);b) le fognature e gli impianti di depurazione;c) il sistema di distribuzione dell'energia elettrica, forza motrice, gas, telefono;e) la pubblica illuminazione;f) gli spazi di verde attrezzato, di aree a servizio dei singoli edifici mantenute a verde conalberature ed eventuali attrezzature.

Sono opere di urbanizzazione secondaria ciò che riguarda in linea di massima le attrezzaturecollettive e le opere di interesse pubblico comunale e intercomunale, nonché le opere allaviabilità e relative aree.

Le opere di urbanizzazione secondaria sono stabilite in base all'art. 25 della legge regionalen.23/'80 e della legge n.847/'64.

Sono opere di urbanizzazione secondaria ai fini dell'articolo 5 della legge 28 gennaio 1977n.10:

a) gli asili nido e le scuole materne;b) le scuole dell'obbligo;c) i mercati di quartiere;d) le delegazioni comunali;e) le chiese e gli altri edifici per servizi religiosi;f) i centri civici e sociali, le attrezzature culturali e sanitarie di quartiere;g) gli spazi pubblici a parco e per lo sport;h) i parcheggi pubblici ( da calcolarsi in base all'art.39 della legge regionale n.23/'80.

Sono opere di urbanizzazione generale gli allacciamenti ai pubblici servizi e le infrastruttureindotte a carattere generale.

Sono da considerarsi opere di urbanizzazione secondaria per gli insediamenti produttiviindustriali ed artigianali, eccettuati quelli a carattere temporaneo o isolati nelle zone agricole ilocali destinati a mensa, sosta e ricreazione dei dipendenti.

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Detti locali, coordinati in un complesso edilizio, comprendente i servizi di mensa, di assistenzasanitaria, di sosta, di ricreazione e di organizzazione sindacale dei lavoratori, devono essereprevisti per ciascun gruppo di aziende in uno stesso comparto di attuazione o località, nellearee destinate dal P.R.G. a servizi pubblici o da destinarsi a tale uso attraverso gli strumenti diattuazione del P.R.G. In tal caso il complesso potrà contenere anche la sede per il personale dicustodia.

Gli oneri di urbanizzazione sono stabiliti con deliberazione comunale secondo le tabelleparametriche definite dalla regione in base all'art. 5 della legge 28 gennaio 1977 n.10. Le operedi urbanizzazione primaria sono di norma attuate dai concessionari.

Per ciascun tipo di nuovo insediamento previsto dal P.R.G., l'area edificabile si consideraservita da opere di urbanizzazione primaria, quando sono verificate le seguenti condizioni:

1) Insediamenti residenziali:- esistenza di strada asfaltata, connessa con continuità alla rete di strade e servizi esistenti,della sezione carrabile minima di m.5,00 e comunque non inferiore alle previsioni di P.R.G.,fognature bianche e nere, acquedotto, gas (ove esiste la strada urbana), rete di illuminazionestradale connessa con continuità a quella urbana, spazi di sosta o di parcheggio, spazi di verde,realizzati in prossimità dell'insediamento o nell'ambito del quartiere, come da apposita deliberacomunale. diverse condizioni possono essere ammesse nell'ambito delle convenzioni relative apiani particolareggiati.

2) Insediamenti produttivi industriali ed artigianali:- esistenza di strade come per gli insediamenti residenziali;- spazi attrezzati pubblici, esterni al lotto edificabile, in misura non inferiore a mq.20 ogni 100mq. di superficie utile (fondiaria) di cui 10 mq. per parcheggi ed attività collettive ed i restanti10 a verde pubblico.

Qualora la superficie fondiaria non raggiunga i mq.5.000, tali spazi possono essere destinatiintegralmente a parcheggio.

3) Insediamenti produttivi terziari (commerciali, alberghiere e direzionali);- esistenza di strade come per gli insediamenti residenziali;- spazi attrezzati pubblici esterni al lotto edificabile, destinati a parcheggio nella misuraminima fissata dalle presenti norme (ex art.19, 20) per le singole destinazioni e destinati averde attrezzato e alberato per una superficie di almeno mq.60 ogni 100 mq. di superficie utile.

4) Insediamenti produttivi agricoli:- esistenza di strada in macadam all'acqua della sezione carrabile minima di m.5,00 completa disistemi di scolo per le acque meteoriche (cosiddette "strade bianche");- esistenza di acquedotto e di rete elettrica;- esistenza, in mancanza di fognatura, di sistema di raccolta e di depurazione delle acque nere edi sistema di depurazione delle acque contenenti detersivi veleni separato dal precedente.

art.18 Edificabilità delle aree

Conseguentemente alla disposizione degli articoli precedenti si considerano dunque articoliprecedenti si considerano dunque soggette a trasformazioni d'uso, ovvero edificabili, e quindi

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idonee ad ottenere concessione edificabili, e quindi idonee ad ottenere concessione edificatorie,le parti di territorio che presentino insieme le seguenti caratteristiche:

1) Siano inserite nel presente P.R.G. come zone territoriali omogenee di tipo A, B, C, D, E, F,G ai sensi della classificazione di cui al precedente art.2 delle presenti norme e nel rispettodelle limitazioni e prescrizioni che regolano l'attività edificatoria nelle singole zone omogeneeo parti di esse previste ai successivi articoli delle presenti norme;

2) siano inserite nei programmi pluriennali di attuazione di cui al precedente art.7 dellepresenti norme;

3) sia vigente a tutti gli effetti di legge lo strumento di attuazione del P.R.G., qualora le aree inoggetto si trovino inserite, in virtù delle previsioni del presente P.R.G., in un compartosoggetto a:- piano particolareggiato di iniziativa pubblica- piano per l'edilizia economica popolare- piano delle aree destinate agli insediamenti produttivi- piano particolareggiato di iniziativa privata- piano di recupero di iniziativa pubblica e privata ai sensi rispettivamente dei precedenti artt.8, 9, 10, 11, 12, 13 delle presenti norme;

4) siano dotate di opere di urbanizzazione primaria ai sensi del precedente art.17, ovvero lapresenza di tali opere sia garantita o dalla previsione di realizzazione delle stesse da parte delComune nel successivo triennio, o dall'impiego dei privati a realizzare le opere diurbanizzazione suddette contemporaneamente alle costruzioni oggetto di concessione.

CAPO III - PARAMETRI URBANISTICI ED EDILIZI

art.19 Descrizione dei parametri urbanistici

L'edificazione e l'urbanizzazione nelle varie zone del territorio comunale è regolata daiseguenti parametri:

a) Superficie territoriale - St.Sulla quale si applica l'indice di utilizzazione territoriale Ut, è rappresentata dall'insiemedell'area fondiaria e dalla superficie per opere di urbanizzazione primaria e secondaria esclusi iparcheggi o le aree per verde e servizi individuate nelle tavole di P.R.G. La superficieterritoriale quindi si misura al netto delle zone per la viabilità e al lordo delle fasce di rispettostradale e delle strade esistenti o previste internamente all'area di intervento, purchéclassificabili di tipo E od F secondo la suddivisione di cui all'art. 48 delle presenti norme.

b) Superficie per opere di urbanizzazione primaria - U1È rappresentata dalla somma delle superfici destinate alle strade di tipo E ed F sopra richiamatee di eventuali strade di altro tipo con funzioni di distribuzione, delle superfici destinate aparcheggi di pertinenza e degli spazi di sosta e di distribuzione individuati come primari dalla

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legge nonché ad altri eventuali spazi destinati alle reti ed alle centrali tecnologiche a serviziodell'area.

c) Superficie per opere di urbanizzazione secondaria - U2È rappresentata dalla somma delle superfici destinate agli spazi pubblici per attività collettive,definiti ai sensi dell'art.17 delle presenti norme e comprende quindi tutti gli spazi destinati aservizi scolastici, alle attrezzature di interesse comune (commerciali, sociali. ecc...) al verdepubblico attrezzato a parco, alle aree per il gioco e per lo sport ed i parcheggi pubblici nellamisura di 30 mq. per abitante teorico insediato

d) Superficie fondiaria - SfÈ rappresentata:1- nel caso di intervento urbanistico preventivo, piano particolareggiato la Superficie Fondiariaè data dall'area netta edificabile detratte le opere di urbanizzazione primaria (la viabilitàinterna) e le opere di urbanizzazione secondaria (verde e parcheggi individuati dalle tavole diP.R.G.). Non vanno invece detratte per la relativa determinazione ai fini edificatori le aree dipertinenza degli edifici compresi i parcheggi e le autorimesse al servizio degli e il verdecondominiale.2- nel caso di intervento edilizio diretto, dal lotto edificabile che risulta deducendo le superficiper opere di urbanizzazione primaria.

e) Superficie minima di intervento - SmÈ rappresentata dal minimo valore ammissibile della superficie fondiaria Sf o territoriale St pergli interventi edilizi od urbanistici nelle diverse zone del territorio comunale, ed èspecificatamente indicata dalle presenti norme tecniche di attuazione, oppure individuatagraficamente nelle tavole di P.R.G.

f) Comparti urbanistici di interventoSi intendono comparti urbanistici di intervento quelle zone, specificamente indicate dallepresenti norme ovvero individuate graficamente nelle tavole di P.R.G., la cui progettazioneurbanistica deve avere carattere unitario.Nelle zone di intervento urbanistico preventivo il comparto costituisce la superficie minima diintervento per la redazione dei piani urbanistici di attuazione quali i piani particolareggiati, ipiani per l'edilizia economica e popolare, i piani delle aree produttive, i piani di recupero.

g) Per densità del compartoSi intende il rapporto tra il numero massimo ammissibile di abitanti e la superficie dell'interocomparto.

h) Indice di utilizzazione territoriale - UtÈ l'indice che si applica nella superficie territoriale St. per ottenere la superficie edificabile Su;nel caso dei piani particolareggiati e degli interventi convenzionati, cioè nei casi in cui èrichiesto l'intervento urbanistico preventivo.

i) Indice di utilizzazione fondiaria - UfÈ l'indice che si applica sulla superficie fondiaria Sf per ottenere la superficie edificabile Su,sui singoli lotti netti, sia nei casi di intervento edilizio diretto, sia nei casi di attuazione deipiani particolareggiati e di interventi convenzionati.

- It = Indice di fabbricabilità territoriale: esprime il volume massimo costruibile per ogni ettarodi superficie territoriale.

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- If = Indice di fabbricabilità fondiaria: esprime il volume massimo costruibile su uno o piùpiani per ogni mq. di superficie fondiaria.

art.20 Applicazione dei parametri urbanistici

I parametri di fabbricabilità ed utilizzazione territoriale (It ed Ut) si applicano in sede didefinizione degli strumenti urbanistici di attuazione ed in particolare dei piani particolareggiati,facendo riferimento alle superfici totali dei comparti individuati in cartografia di P.R.G.

I parametri di fabbricabilità ed utilizzazione fondiaria (If e Uf) si applicano per l'edificazionenei singoli lotti per intervento diretto o in attuazione di piani urbanistici preventivi sia pubbliciche privati, in quei comparti per i quali le presenti norme impongano il rispetto anche di taliparametri.

Nel caso di approvazione di piani particolareggiati o piani ad essi assimilati (come ad esempioi piani di recupero), l'area utilizzata per la applicazione dei parametri urbanistici deve essereesattamente definita in confini ed in superficie, in modo da escludere la possibilità di un suoriutilizzo per altre costruzioni.

Detta area inoltre dovrà essere attribuita e destinata all'uso degli edifici che ne hanno utilizzatol'indice e non potrà subire modifiche di destinazione o suddivisioni interne mediante recinzionio partizioni diverse da quelle previste dal progetto approvato.

I parametri e gli indici urbanistici operano dalla data di adozione delle presenti norme tecniche.

Le modificazioni alla proprietà o altre, di carattere patrimoniale, intervenute successivamentealla data di adozione, non influiscono sul vincolo di pertinenza delle aree inedificate relativealle costruzioni esistenti ed autorizzate.

Pertanto, indipendentemente da qualsiasi passaggio di proprietà o frazionamento,l'utilizzazione dei parametri esclude, salvo il caso di ricostruzione, il successivo rilascio di altreconcessioni ad edificare sulle superfici stesse.

art.21 Standards urbanistici di piano

In ottemperanza delle prescrizioni di cui all'art.17 delle presenti norme di attuazione delP.R.G., nonché in conformità con il dettato dell'art.46 della legge regionale 7 dicembre 1978,n.47, il Piano Regolatore Generale assicura la dotazione di standards minimi di aree per servizipubblici di quartiere e di complesso insediativo sulla base dei seguenti parametri:

1) Aree per attrezzature al servizio degli insediamenti residenziali: mq.30 per ogni abitanteinsediato o da insediare e mq.30 per ogni due posti letto negli insediamenti residenziali acarattere turistico residenziale, che dovranno risultare così ripartiti:a) mq.7 di aree per l'istruzione dell'obbligo, asili nido, scuole materne;b) mq.4 di aree per attrezzature di interesse comune, di cui mq.1,2 per servizi religiosi;c) mq.14 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco, per il gioco e lo sport, escluse le zone dirispetto stradale, ferroviario, aereoportuale, demaniale, marittimo e cimiteriale;d) mq.5 di aree per parcheggi pubblici.

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Nelle zone residenziali e turistiche esistenti, sottoposte a piano particolareggiato, piano perl'edilizia economica e popolare e piano per gli insediamenti produttivi, nel caso siano previstiinterventi di demolizione e ricostruzione; il Piano Regolatore Generale fissa, tramiteindicazioni cartografiche e apposite prescrizioni normative, il livello degli standards, fermorestando un minimo inderogabile corrispondente a mq.5 di parcheggio pubblico per abitante,calcolato come nel comma precedente per le zone turistiche.

2) per i nuovi insediamenti produttivi, turistici, industriali ed artigianali, commerciali edirezionali vanno previste le seguenti dotazioni minime:a) nei nuovi insediamenti di carattere turistico, commerciale e direzionale ,a mq.100 disuperficie lorda di pavimento di edifici previsti corrisponderà la quantità minima di mq.100 dispazio pubblico, escluse le sedi viarie, di cui mq.40 destinati a parcheggi pubblici in aggiunta aquelli di cui all'art.18 della legge 6 agosto 1967, n.765, e mq.60 a verde pubblico alberato edattrezzato;b) nei nuovi insediamenti produttivi industriali ed artigianali la superficie a spazi pubblici,oltre le aree destinate alla viabilità, non sarà inferiore al 20% della superficie destinata a taliinsediamenti, di cui il 10% per parcheggi ed il restante 10% a verde pubblico ed attrezzaturecollettive.

L'approvazione della variante generale al P.R.G., relativamente alle aree nelle quali siano stategià specificatamente localizzate singole opere pubbliche, equivale a dichiarazione di pubblicautilità e consente l'inizio delle espropriazioni delle aree destinate al soddisfacimento deglistandards urbanistici del presente articolo, sempreché il P.R.G. stesso non ne dispongal'attuazione mediante piano particolareggiato.

Le aree computate ai fini degli standards sono soltanto quelle per le quali è prevista laacquisizione da parte della Pubblica Amministrazione o, quanto meno, l'assoggettamento aservitù di uso pubblico. Gli standards di servizi previsti ai punti 1 e 2 del presente Art. 21 sonoda cedere al Comune al momento dell'attuazione delle previsioni di PRG da parte dei soggettiattuatori, sia in termini di aree che di opere quali oneri di U/1 e U/2

art.22 Descrizione dei parametri edilizi

L'edificazione di qualsiasi parte del territorio comunale è regolata, oltre che dai parametriurbanistici di cui agli articoli precedenti, anche dai seguenti parametri edilizi:

a) Superficie utile - SuÈ la superficie ammessa delle norme che si ottiene dai prodotti UtxSt oppure UfxSf, a secondache si tratti di intervento urbanistico preventivo o intervento edilizio diretto.Tale superficie viene computata come somma della superficie lorda di tutti i piani interrati enon, al lordo di muri, vani scala, aggetti chiusi ed al netto di portici, logge, balconi aggettanti,per una profondità non superiore al ml.1,50, nonché dei locali destinati a servizi (cantine,garages,...) a condizione che l'altezza utile interna non sia superiore al ml.2,50 eccezion fattaper la C.T. che potrà avere un'altezza superiore. Dalla Su viene inoltre scomputata la superficielorda dei locali in sottotetto, a condizione che l'altezza media (di ogni locale) non sia superiorea ml.1,80 e che lucernari e finestre quando superano mq. 0.50 per ambiente rispettino 1/20della superficie di pavimento e siano infine destinati a locali di deposito o di servizio.

Nel caso di locali adibiti a stenditoi e lavanderie sono ammesse aperture di dimensionemaggiore. Negli edifici adibiti a residenza, in qualunque destinazione di P.R.G. ricadenti(residenziale, agricola, industriale, ecc...) i locali o loro parti, aventi altezza utile uguale o

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maggiore di ml.4,50 verranno, ai fini della Su, computati due volte. Sono esclusi dal computodella Su i portici di uso pubblico.

b) Distanze minime e visuale liberaPer tutti gli interventi edilizi è prescritta la distanza minima tra pareti finestrate o parti di paretifinestrate di ml.10,00 fatto salvo il rispetto dell'art.9 del D.M. 2/4/1968 n.1444 ed il criterio divisuale libera.

Quest'ultimo rappresenta il rapporto che deve esistere tra la distanza delle varie fronti delfabbricato dai confini di zona e di proprietà, dai cigli stradali, dalle altre fronti dello stessoedificio e l'altezza (Hf) delle fronti stesse. La norma si applica anche quando una sola paretesia finestrata: per pareti, o parti di pareti, non finestrate non si applica.Inoltre è prescritta una distanza dai confini del lotto o dai limiti di zona, comprese quelle per laviabilità (fatti salvi i maggiori vincoli previsti dai rispetti grafici o dai rispetti delD.M. 1.4.1968) pari al prodotto dell'altezza dei fabbricati per il coefficiente di visuale libera,con un minimo di ml.5,00. Il criterio di visuale libera rispetto a limiti di zona potrà non essereapplicato fra aree aventi destinazioni affini come ad esempio:- industriale di espansione- industriale di completamento;- industriale di espansione e completamento - infrastrutture tecniche;- residenziale di espansione - residenziale di completamento.Nel caso di lotti prospicienti strade di categoria D) ed E) nelle quali l'edilizia esistente si trovi adistanza minore di quella di norma con consistenza tale da determinare allineamentoprevalente, la distanza dei nuovi fabbricati potrà derogare dal minimo sopra indicato peradeguarsi a detto allineamento.Salvo nei casi in cui debbano rispettarsi, dalle strade di categoria "D", le distanze di cui alD.M. 1.4.1968 n.1404.

c) Superficie coperta - ScArea risultante dalla proiezione del piano orizzontale di tutte le parti edificate fuori terra,delimitate dalla superfici esterne delle murature perimetrali, con esclusione delle partiaggettanti come balconi e sporti di gronde.

d) Altezza delle fronti - HfAi fini della determinazione dei distacchi l'altezza di ciascun fronte del fabbricato è data dalladifferenza fra la quota media del marciapiede prospiciente la sede stradale e la più alta delledue quote:- soffitto dell'ultimo piano stabile sia orizzontale che inclinato (in questo caso calcolata nelpunto medio)- bordo superiore della linea di gronda o media dell'inclinazione delle coperture.

e) Volume - VLa somma dei prodotti delle superfici utili di ogni piano per le relative altezze lorde (misuratada pavimento a pavimento).

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TITOLO II - ZONE A PREVALENTE DESTINAZIONE RESIDENZIALE

CAPO I - CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO COMUNALE

art.23 - Suddivisione del territorio comunale in zone omogenee

Il Piano regolatore generale opera una suddivisione del territorio comunale definendo lecaratteristiche insediative delle diverse zone e formulando le previsioni relative alladestinazione d'uso delle varie parti del territorio riportate nelle tavole di progetto del piano, infunzione di un equilibrato sviluppo del territorio stesso, di un corretto e programmato utilizzodei suoli delle risorse naturali nel pieno rispetto degli interessi generali.

Tale suddivisione, che fa riferimento alle prescrizioni del D.M. 2 aprile 1968, n.1444, nonchéalle prescrizioni della legge regionale 7 dicembre 1978 n.47, classifica il territorio comunale inzone omogenee secondo la definizione di cui all'art.2, comma quarto delle presenti norme.

Le zone territoriali omogenee fondamentali così individuate risultano le seguenti:- zone di tipo A: zone di carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale;- zone di tipo B: zone totalmente o parzialmente insediate a prevalente destinazioneresidenziale o turistico residenziale;- zone di tipo C: zone destinate a nuovi insediamenti residenziali;- zone di tipo D: zone con prevalente destinazione produttiva di tipo industriale, artigianale,commerciale, direzionale turistico;- zone di tipo E: parti del territorio destinate ad uso agricolo;- zone di tipo F: zone destinate ad attrezzature pubbliche di interesse generale;- zone di tipo G: zone destinate ad attrezzature pubbliche di quartiere, circoscrizione ofrazione.

Il P.R.G. individua, inoltre zone a vincolo speciale per la tutela delle risorse ambientali e per larealizzazione delle previsioni di piano. Tali zone sono:- H: zone di rispetto della viabilità e della rete ferroviaria;- I: zone a vincolo cimiteriale;- L: zone di tutela ambientale e/o di protezione idrogeologica;- M: zone di tutela storica, archeologica e della centuriazione.

Le destinazioni d'uso attribuite alle diverse zone secondo cui è classificato il territoriocomunale hanno carattere vincolante.

Oltre alla funzione specifica di zona, sono ammesse nelle varie zone attività aventi carattere diservizio o attinenza con le zone stesse sulla base delle indicazioni contenute nei successiviarticoli delle presenti norme.

Eventuali attività non espressamente indicate potranno essere classificate per analogia.

L'esercizio delle varie attività implica l'esistenza di locali aventi destinazioni d'usocorrispondente. Tali destinazioni d'uso fanno parte dei caratteri costruttivi soggetti aconcessione edilizia.

In caso di abusivo mutamento di destinazioni il comune procederà alla revoca delleconcessioni rilasciate.

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L'esistenza di un'attività non attribuisce ai locali in cui è ospitata il carattere di destinazioned'uso corrispondente se i locali stessi non hanno i requisiti di idoneità richiesti dai regolamenticomunali, edilizio e di igiene. Al cessare dell'attività pertanto non conservano alcun diritto alreimpiego per un uso al quale non sono idonei.

CAPO II - ZONE A PREVALENTE DESTINAZIONE RESIDENZIALE

art.24 - Zone omogenee di tipo A - Parti del territorio interessate da insediamenti storici odi prestigio ambientale

Ai fini della disciplina d'uso del territorio sono considerate zone territoriali omogenee di tipoA) le parti del territorio interessate da agglomerati insediativi che rivestono carattere storico-artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni isolate di essi, comprese le areecircostanti che possono considerarsi parte integrante degli agglomerati stessi, e come talivengono individuate dalle tavole di progetto del P.R.G.

Sono quindi compresi in tali zone culturali ed ambientali:

1) gli insediamenti storici uniti senza soluzione di continuità con l'espansione urbana; essiriguardano, oltre al nucleo originario, gli organici ampliamenti ad esso storicamente connessianche se non contigui;2) gli insediamenti storici isolati ovvero iscritti in perimetri murati o comunque definiti.

Per tali zone il P.R.G. fa riferimento alla disciplina specifica per il centro storico redatta inbase alle disposizioni della legge n. 47/'78 e n.23/'80 (elaborati n.9 - 10 del P.R.G.),prevedendosulle singole unità edilizie le seguenti categorie di intervento.- restauro scientifico;- restauro e risanamento conservativo di tipo A;- restauro e risanamento conservativo di tipo B;- ristrutturazione edilizia;- ristrutturazione urbanistica;

La disciplina riportata dalla legge regionale 29 marzo 1980 n.23, art.29, prescrive le modalitàdi intervento e le destinazioni d'uso delle unità di intervento atte al recupero del tessutourbanistico e delle tipologie edilizie, perseguendo l'obiettivo del mantenimento delledestinazioni d'uso esistenti o compatibili in particolare quelle residenziali, artigianali, terziarie,del commercio al minuto, nonché al recupero di quelle residenziali.

Tale disciplina si articola per unità minime di intervento che possono comprendere, in ragionedella complessità tipologica, una o più particelle edilizie. Sono altresì individuate le zoneall'interno delle quali gli interventi sono subordinati all'adozione di piani particolareggiati diiniziativa pubblica o privata nonché dei piani di recupero di cui all'art.27 della legge 5 agosto1978, n.457.

I piani particolareggiati di attuazione del P.R.G. recepiscono e specificano tale disciplinaparticolareggiata. Nelle aree comprese nel programma pluriennale di attuazione del P.R.G.sottoposte a piani particolareggiati di iniziativa pubblica, in attesa dell'adozione dei medesimi,sono ammessi interventi diretti attraverso concessione su singole unità edilizie ad eccezione diinterventi di ristrutturazione urbanistica comportanti demolizione e ricostruzione dellevolumetrie esistenti.

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Per la collocazione di elementi di decoro o di arredo urbano in tali zone deve essere fattoriferimento alle prescrizioni stabilite dal Regolamento Edilizio vigente.

art.25 - Zone omogenee di tipo B - Parti del territorio edificate a prevalente destinazioneresidenziale

Sono classificate dal P.R.G. come tali le parti del territorio comunale totalmente o parzialmenteedificate, diverse dalle zone A e a prevalente destinazione residenziale.

Alla definizione di tali zone omogenee corrisponde l'individuazione del territorio urbanizzatooperata dal piano tramite la perimetrazione chiusa ed ininterrotta di tutte le aree edificate concontinuità e dei lotti interclusi.

Per tali zone il P.R.G. prevede interventi atti al consolidamento ed al recupero delle struttureedificate destinate allo svolgimento delle funzioni residenziali e delle attività di serviziocomplementari alla residenza, nonché all'adeguamento di tali strutture agli indici di pianoprescritti dal presente articolo ed alla edificazione dei lotti liberi interclusi individuati conanaloga simbologia per il completamento del tessuto residenziale esistente secondo leprescrizioni e le modalità di cui ai punti successivi del presente articolo.

Gli interventi suddetti si attuano per intervento diretto attraverso concessione singola su unasuperficie minima di intervento SM = mq.500, salvo lotti di misura inferiore preesistenti alladata di adozione delle presenti norme; ad esclusione dei comparti espressamente individuatinelle tavole di progetto del P.R.G. per i quali è prescritta la preventiva adozione di pianiparticolareggiati pubblici o privati.

Tuttavia, nelle aree comprese nel programma pluriennale di attuazione e soggette a pianiparticolareggiati sono ammesse, in attesa dell'adozione di tali piani, le opere di cui all'art.9 lett.b), c), d), e), f), g), della legge 28 gennaio 1977 n.10.

Le aree già soggette ad intervento urbanistico preventivo in fase di completamento, primadell'adozione della variante generale al P.R.G., mantengono i parametri urbanistici sui singolilotti stabiliti dal piano particolareggiato anche dopo la decadenza del piano stesso.

Nelle aree ove, in assenza di prescrizione di intervento urbanistico preventivo obbligatorio,sono ammessi interventi diretti, subordinati cioè a semplice concessione edificatoria ai sensidella legge 28 gennaio 1977 n.10, sia che riguardino incrementi di volumetrie esistenti oedificazione delle aree libere edificabili per destinazione di piano sono soggetti ai seguentiindici:

a) If - indice di fabbricabilità fondiaria = 2,00 mc./mq.b) Su - superficie utile = 0;60 mq./mq. di superficie netta del lottoc) Parcheggi di pertinenza = 10 mq./100mc. (vedi art.2 della legge 24 marzo 1989 n.122)c1) Parcheggi pubblici 5 mq/ab. art.37 L.n.47/'78d) Aree private sistemate a verde di uso condominiale = 10 mq./100 mc.e) H - Altezza massima = 14 ml.f) Vl - indice di visuale libera = 0,5g) Autorimessa _ minimo un P.M. per alloggio.h) D - distanza dai confini di proprietà = 5 ml.

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D4 - distanza dalle sedi stradali come da DD.MM. 1.4.'68 n.1444 ovvero maggiori se indicategraficamente; nel caso di ristrutturazione o di nuove costruzioni possono essere mantenuti sulfronte strada gli allineamenti prevalenti.

Oltre ai casi previsti nelle tavole di piano in cui l'intervento urbanistico previsto è resoobbligatorio, esiste comunque nell'ambito delle zone "B" la possibilità per i proprietari di due opiù unità fondiarie o immobiliari limitrofe di costituirsi in consorzio per la formazione di unpiano particolareggiato di iniziativa privata nel rispetto delle presenti norme di attuazione diPRG.

Qualora l'intervento urbanistico preveda la realizzazione di un congiungimento fra edificiesistenti su lotti contigui (a due a due) e la conseguente realizzazione di uno spaziocondominiale unitario, pur nel rispetto di tutte le altre prescrizioni ed indici di cui ai puntiprecedenti, la volumetria e la SU è da ritenersi solo quella relativa alla destinazioneresidenziale, con esclusione dei servizi annessi (garage, cantine, lavanderie, ecc...).

art. 25.0 Zone di tipo B' - aggregati minori a carattere prevalentemente residenziale

In tali zone l'intervento è di tipo urbanistico preventivo.

Gli interventi si rendono particolarmente indispensabili nel caso del riordino della strutturainsediativa quando questa necessita di ristrutturazione urbanistica e sono rivolti al recupero,alla riqualificazione, alla sostituzione del tessuto urbanistico edilizio anche con lamodificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale. Gli edifici o parti diedificio evidenziati con apposita simbologia, saranno conservati e su di essi sarà possibileintervenire con il "restauro e risanamento conservativo di tipo B" mantenendo gli spaziantistanti a piazzale e a verde. La capacità edificatoria sarà applicata sull'intero comparto,includendo gli spazi destinati ad opere di urbanizzazione primaria (parcheggi e strade) esecondaria (parcheggi e verde) definiti quantitativamente in cartografia, devono essere ceduteal Comune mq. 30 per abitante teorico insediato (aree per attrezzature al servizio degliinsediamenti residenziali) calcolati in 0,75 ab./stanza, con 1 stanza 100 mc.

Sulle aree vengono adottati i seguenti parametri urbanistici.- It = 2 mc./ mq.- Su = 0,60 mq./ mq.- verde pubblico e spazi pubblici: 14 mq./ab.- parcheggi pubblici 5 mq./ab.

Restano altresì confermate le rimanenti prescrizioni previste per l'intervento diretto.

art. 25.1 Zone di tipo B1 - aggregati minori a carattere prevalentemente residenziale

Negli aggregati residenziali minori (di tipo B1) appositamente individuati nelle tavole diprogetto del P.R.G: è consentito un incremento della superficie utile per unità immobiliare del20% partendo da un minimo di 20 mq. ad un massimo di 40 mq., per ogni singola unità, acondizione che tale ampliamento sia sviluppato con continuità rispetto alle unità immobiliariregolarmente accatastate alla data di adozione delle presenti norme, nel rispetto delle alberatureesistenti ed in applicazione dei seguenti parametri:

a) H max. = 2P + Ptb) Vl - visuale libera = 0,4

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c) D - distanza dai confini = ml.5 D4- distanza dalle sedi stradali come da D.M. 1.4.'68 n.1404.d) parcheggi pubblici : 5 mq./ab.

art. 25.2 Zone di tipo B2 - aggregati minori a carattere prevalentemente residenziale

In tali zone, individuate con apposita simbologia di piano, l'intervento è di tipo preventivo. Gliedifici contrassegnati sono sottoposti ad intervento di "restauro e risanamento conservativo ditipo A" (legge regionale 29 marzo 1980 n.23 art.29) e al mantenimento dell'area verde dipertinenza. Negli edifici esistenti prima dell'adozione del piano possono essere + destinateanche attività bianche di tipo terziario ed artigianale. Sull'intera superficie si applicano iseguenti parametri urbanistici considerando anche le volumetrie esistenti all'interno delle aree:

a) If = 1,2 mc./ mq.b) Su = 0,40 mq./ mq.c) parcheggi di pertinenza = 10 mc./100 mq.c1) parcheggi pubblici: 5 mq./ab.d1) verde pubblico: 14 mq./ab.d) Aree private sistemate a verde di uso condominiale pari a 10 mq./100 mc. negli edifici dinuova edificazione; negli edifici vincolati verranno quantitativamente indicate nelle tavole dipiano e costituiranno servizio di tali edifici;e) H massima = 2P + Ptf) Vl = indice di visuale libera 0,4g) Autorimessa minima = un P.M. per ogni alloggioh) Distanza dai confini = ml.5

Devono essere ceduti al Comune mq. 30 per abitante teorico insediato calcolati in 0,75ab./stanza, con 1 stanza = 100 mc.

art. 25.3 Zone di tipo B3 - aggregati minori a carattere prevalentemente residenziale

In tali zone, evidenziate con apposita simbologia di piano, è previsto un intervento di tipodiretto sull'intero lotto applicando i seguenti parametri urbanistici:

a) If. = 1,5 mc./ mq.b) Su = 0,5 mq./ mq.c1) parcheggi pubblici : 5 mq./ab.

I parametri c), d), e), f), g), h), rimangono invariati come nell'articolo precedente.

Gli edifici contrassegnati nelle tavole di piano da apposita simbologia sono sottoposti aripristino tipologico.

art.25.4 Zone di tipo B4 - aggregati minori a carattere prevalentemente residenziale

In tali zone, distinte con apposita simbologia di piano, è previsto un intervento di tipo direttosull'intero lotto con possibilità di ristrutturazione urbanistica, mantenendo e recuperando ivolumi esistenti, oppure quando vi sia demolizione parziale sul lotto si applicano i seguentiparametri:

a) If = 2,00 mc./ mq.

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b) Su = 0,60 mq./ mq.c1) parcheggi pubblici : 5 mq./ab.

I rimanenti parametri c), d), e), f), g), h), rimangono invariati come nell'articolo 25.2

art.25.5 - Attività ammesse nelle zone di tipo B-B'-B1-B2-B3-B4

Nell'ambito delle zone territoriali omogenee di tipo B a prevalente destinazione residenzialesono ammesse, oltre ovviamente alla specifica destinazione di zona residenziale, non inferioreal 50% della S.U. totale ammessa, attività aventi carattere di servizio o attinenza con laprevista funzione prevalente quali:

1) Attività commerciali:Sono consentiti esclusivamente negozi per la vendita al dettaglio nelle aree delimitate comecentri commerciali negli elaborati grafici. Il tipo e la superficie dei negozi consentiti nei centriè determinato dal piano di sviluppo ed adeguamento della rete distributiva e può giungere finoad un massimo del 50% della Su. ammessa.

L'insediamento di nuove attività commerciali è comunque subordinato alla disponibilità di areeverdi e percorsi pedonali nella misura di 1 mq./mq. di superficie di vendita da cedere alComune di cui il 40% a parcheggio ed il 60% a verde.

Dovranno altresì essere garantiti in prossimità dei punti di vendita al dettaglio; oltre alladotazione dei parcheggi di urbanizzazione primaria e secondaria, parcheggi di pertinenza delleattività commerciali nelle seguenti proporzioni minime:a) insediamento fino a 400 mq. : 1 mq./ogni mq. di superficie di vendita;b) insediamento superiore a 400 mq. ed inferiore a 1.000 mq: 1mq. ogni 2 mq. di superficie divendita

2) Attività al diretto servizio della residenza:Sono consentiti: chiostri e negozi di giornali, farmacie, tabaccherie; servizi per l'igiene e lapulizia; parrucchieri, barbieri, istituti di bellezza, lavanderie, stirerie smacchiatori; ambulatori;caffè, bar, pasticcerie, panetterie, gelaterie; attività amministrative direzionali con funzioni diservizio di quartiere, sedi locali di partiti politici, associazioni sindacali, artigianali, ufficipostali, agenzie di assicurazione ed agenzie bancarie attività di laboratorio artigianale e conimpatto ambientale nullo.

Per tali attività ed altre aggregabili le superfici ammesse sono computate con gli stessi criteriindicati per le attività commerciali di cui al punto precedente cioè pari al 30% del Su totale.Tale disposizione ha validità sia per il lotto singolo che per accorpamenti di più lotti.

3) Attività ricettive:Sono ammessi alberghi, pensioni e ristoranti purché siano definiti nelle aree delimitate daicentri commerciali e sia garantita la dotazione di parcheggi di pertinenza nella misura minimada cedere al Comune di:

- per gli alberghi e le pensioni:0,50 mq./mq. di Su avente tale destinazione;

- per i ristoranti:2,00 mq./mq. di Su avente tale destinazione.

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Per gli elementi di decoro e di arredo urbano si deve fare riferimento alle prescrizioni stabilitenel Regolamento Edilizio

art.26 - Zone omogenee di tipo C - parti del territorio destinate a nuovi insediamentiresidenziali

Ai fini della disciplina d'uso del territorio sono considerate zone territoriali omogenee di tipo Cle parti di territorio destinate alla realizzazione dei nuovi insediamenti residenziali previstidalla Variante generale al P.R.G.

In tali zone il P.R.G. si attua esclusivamente per intervento urbanistico preventivo, piano peredilizia economica e popolare, piano particolareggiato di iniziativa pubblica o pianoparticolareggiato di iniziativa privata, relativo ad una superficie minima di interventocorrispondente alle perimetrazioni di comparto di attuazione indicate nelle medesime tavole diprogetto. La capacità edificatoria sarà applicata sull'intero comparto escludendo gli spazidestinati ad opere di urbanizzazione secondaria, quali parcheggi e verde definitiquantitativamente in cartografia calcolati in base agli abitanti potenziali da insediare.Dovranno essere applicati i seguenti indici:

a) It - Indice di fabbricabilità territoriale = 15.000 mc./Hab) Aree private a verde di uso condominiale = 10 mq./100 mc.c) Parcheggi di pertinenza alle costruzioni = 10 mq./100 mc. (legge n.122/'89, art.2)d) S1 - Aree di urbanizzazione primaria - Strade come da progetto di intervento urbanistico preventivo.e) S2 - Aree di urbanizzazione secondaria (per la realizzazione di servizi pubblici di quartiere odi complesso insediativo, di parcheggi e verde da cedersi al Comune nella misura prevista di30 mq./ab. come specificato nel precedente art.21 delle N.T.A.. Sono indicate per destinazionee quantità nell'ambito dei singoli comparti d'attuazione nelle tavole di progetto del P.R.G.quantificate in base agli abitanti potenziali da insediare nell'area (14 mq./ab. verde e spazipubblici, 5 mq./ab. parcheggi pubblici):f) H - Altezza massima = 15 ml.g) Vl. - Indice di visuale libera = 0,5h) Distanza minima degli edifici dai confini di proprietà = ml.5,00 salvo eventuali maggioridistanze imposte dalle fasce di rispetto indicate nelle tavole di P.R.G.i) Distanze minime degli edifici dalle strade in conformità alle prescrizioni dei D.D.M.M. 1aprile 1968, n.1404 e 2 aprile 1968, n.1444.l) Autorimesse = un posto macchina per ogni alloggio e comunque non meno di 1 mq./ 20 mc.

Attività ammesseNell'ambito delle zone omogenee di tipo "C" sono ammesse le attività al diretto servizio dellaresidenza di cui al punto 2 dell'art.25.5, le attività commerciali e ricettive sono consentite solose indicate con apposita simbologia nelle tavole di PRG calcolate con i parametri stabilitidall'art.25.5 per tali attività i parametri di verde e parcheggio sono quelli stabiliti al punto 2dell'art.21 delle N.T.A.

CAPO III - ZONE A PREVALENTE DESTINAZIONE PRODUTTIVA

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art. 27 - Zone omogenee di tipo D - parti del territorio destinate ad insediamentiproduttivi secondari e terziari

Sono zone omogenee D le parti del territorio destinate agli insediamenti artigianali edindustriali, alle attrezzature distributive, agli insediamenti per attività terziarie private e agliinsediamenti di carattere turistico alberghieri.In rapporto allo stato di urbanizzazione e di edificazione, e quindi agli strumenti di attuazionerichiesti per l’attuazione di trasformazioni edilizie e urbanistiche, le zone D sono classificaterispettivamente di espansione, pianificate e di completamento.Nelle zone D di espansione ogni trasformazione urbanistica o edilizia è subordinata allapreventiva formazione di piano particolareggiato, di piano delle aree destinate a insediamentiproduttivi o di altro strumento urbanistico attuativo equivalente, in conformità alle disposizionidi legge e ai parametri indicati dalle presenti norme.

art. 28 - Zone per insediamenti artigianali ed industriali (D1)

Tali zone sono esclusivamente destinate ad edifici ed attrezzature per l'industria manifatturiera,delle costruzioni e delle installazioni di impianti, per l’artigianato produttivo, per commercioall'ingrosso, nonché per commercio al dettaglio di autoveicoli, natanti, mobilio; attivitàcommerciali al dettaglio sono ammesse solo se specificamente previste e localizzate dal pianodi sviluppo e adeguamento della rete distributiva.Non è comunque ammesso l’insediamento nel territorio comunale di nuove industrie del tipozincheria e ceramiche e di tutte le industrie che svolgono attività di prima lavorazione. Per leunità locali già destinate a tali produzioni sono ammessi l’adeguamento e il potenziamentodelle sedi legittimamente occupate, se conformi alla disciplina urbanistica vigente, fino aquando l’attività risulta in essere. Alla cessazione dell’attività non è ammesso un nuovoinsediamento del tipo zincheria e ceramiche e di tutte le industrie che svolgono attività diprima lavorazione.L’insediamento di attività di autotrasporto, spedizioni, corrieri e analoghe attività è ammessoesclusivamente nelle zone D poste a est dell’asse autostradale A22.Per le zone comprese in quelle indicate nell’art. 28 zona B del P.T.C.P. “Zone di tutela deicorpi idrici superficiali e sotterranei”, dovrà essere rispettata la normativa specifica prevista dalP.T.C.P. stesso.

Oltre alle destinazioni di cui sopra sarà consentita la costruzione di laboratori di analisi e diricerca, magazzini per commercio all'ingrosso, depositi, silos, rimesse, edifici edapparecchiature di natura ricreativa e sociale al servizio degli addetti dell'industria, ufficiconnessi con la produzione industriale, nonché abitazioni per il solo personale di sorveglianzae manutenzione nella misura massima di 200 mq in una sola unità abitativa per azienda, con unmassimo di due abitazioni per lotto minimo di intervento, e a condizione che tali abitazionisiano funzionalmente collegate all’azienda.

In tali zone è consentito coprire le zone di parcheggio all'interno dei lotti con strutture leggere,con altezza massima di ml 2,50.

art. 28.1 - Zone per industria, artigianato, distribuzione di completamento

Nelle zone D1 di completamento l'intervento è di tipo diretto su di una superficie minima diintervento Sm = 2.500 mq, salvo lotti di misura inferiore esistenti al 4 febbraio 1980, nelrispetto dei seguenti parametri:Indice di utilizzazione fondiaria = 0,60 mq/mq

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Parcheggi pubblici e verde da cedersi al Comune: nella misura del 15% della Su con unminimo del 5% a parcheggio, nell’ambito delle aree soggette a intervento urbanisticopreventivo.Parcheggi di pertinenza = minimo 10% della Su;Indice di visuale libera =ml 0,4 con minimo di ml 5 dai confini di proprietà.Distanza minima dalle strade in conformità alle disposizioni del Codice della strada e, perquanto non disciplinato da questo, del DM 1° aprile 1968, n. 1404, che comunque prevalgonoin caso di difformità della cartografia di piano regolatore.

art. 28.2 - Zone per industria, artigianato, distribuzione di espansione

Nelle zone D1 di espansione ogni trasformazione urbanistica ed edilizia è subordinata allapreventiva formazione di piano particolareggiato, piano delle aree destinate a insediamentiproduttivi o altro strumento urbanistico equivalente, esteso alla superficie dei singoli compartiindividuati nella cartografia di piano, e nell’osservanza delle seguenti prescrizioni:

Indice di utilizzazione = 5.000 mq/haAree per urbanizzazione primaria: definite dallo strumento urbanistico preventivo, con relativaquantificazione dei parcheggi..Aree di urbanizzazione secondaria: 20% della superficie territoriale.

La superficie dei parcheggi di pertinenza delle costruzioni deve essere non inferiore al 10%della superficie utile; nel caso di attività commerciali, la dotazione di parcheggi di pertinenzanon dovrà essere inferiore a quella prescritta dal successivo articolo 30 in relazione allespecifiche destinazioni.Internamente al lotto dovranno essere collocati alberi di alto fusto, in ragione non inferiore auno ogni 100 mq di superficie utileIndice di visuale libera = ml 0,5 con un minimo di ml 6 dai confini di proprietà.Distanza minima dalle strade in conformità alle disposizioni del Codice della strada e, perquanto non disciplinato da questo, del DM 1° aprile 1968, n. 1404, che comunque prevalgonoin caso di difformità della cartografia di piano regolatore.Distanza minima degli edifici dai confini di proprietà 6 ml.

art. 28.3 – Parti della zona D soggette a prescrizioni specificheNella zona individuata dal simbolo D1(1) l'intervento è di tipo urbanistico preventivo,applicando sull'intera superficie l'indice fondiario If = 0,60 mq/mq; deve inoltre esseregarantita una quota pari al 10% dell'area di intervento da destinarsi a parcheggio pubblico.Nella zona individuata dal simbolo D1(2) l'intervento è di tipo diretto con ripristino tipologicodegli edifici esistenti senza aumento della Su. In caso di ristrutturazione e di ampliamentointernamente al lotto dovranno essere collocati alberi di alto fusto, in ragione non inferiore auno ogni 100 mq di superficie utileLa zona individuata dal simbolo D1(3) è destinata esclusivamente alla concentrazione diattività produttive di trasformazione di prodotti agricoli. L’indice di utilizzazione fondiaria èstabilito in 0,65 0,70 mq/mq. Le attività o impianti rumorosi dovranno essere collocati in zonedistanti dagli edifici residenziali posti in prossimità del comparto, garantendo il rispetto deilimiti acustici di zona e differenziali indicati dal DPCM 14 novembre 1997, e adottando leeventuali opere di mitigazione acustica che si rendessero necessarie.Nella zona individuata dal simbolo D1(4) è ammessa la realizzazione di un’unica unitàimmobiliare e produttiva; se l’attività in atto dovesse cessare, l’insediamento di una nuovaattività dovrà essere autorizzato dalla giunta comunale.

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La zona individuata dal simbolo D1(5) è destinata esclusivamente ad attività produttive dilavorazione e conservazione di prodotti ortofrutticoli. L’indice di utilizzazione fondiaria èstabilito in 0,65 0,70 mq/mq. Le attività o impianti rumorosi dovranno essere collocati in zonedistanti dagli edifici residenziali posti in prossimità del comparto, garantendo il rispetto deilimiti acustici di zona e differenziali indicati dal DPCM 14 novembre 1997, e adottando leeventuali opere di mitigazione acustica che si rendessero necessarie.La zona individuata dal simbolo D1(6), perimetrata come comparto, deve essere attuatamediante concessione edilizia convenzionata estesa all’intero comparto, che dovrà inparticolare disciplinare la realizzazione e la cessione delle opere di urbanizzazione primaria,delle opere di urbanizzazione secondaria (anche con modificazioni dei perimetri interni alcomparto, nel rispetto dell’ estensione indicata come verde pubblico dalla cartografia dipiano) nonché dell’allacciamento del comparto alla viabilità mediante gli assi viari previsti.Dovranno inoltre essere osservate le seguenti prescrizioni:• le attività o impianti rumorosi dovranno essere collocati in zone distanti dagli edifici

residenziali posti in prossimità del comparto, garantendo tale attenzione anche agli edificiesistenti all’interno del complesso, se mantenuti a residenza;

• il rispetto dei limiti acustici di zona e differenziali indicati dal DPCM 14 novembre 1997dovrà essere documentato con una valutazione di impatto acustico redatta ai sensi dell’art.8 della legge 447/95; in caso di superamento di qualcuno dei limiti previsti dovranno essereindividuati i necessari interventi di mitigazione acustica, adeguatamente documentati;

• dovranno essere evitati gli stoccaggi interrati di idrocarburi o sostanze pericolose: seassolutamente inevitabili dovranno essere realizzati previo studio idrogeologico didettaglio e con le soluzioni tecniche appropriate;

• in fase attuativa dovranno essere concordate con l’ente gestore delle fognature le soluzioniappropriate a superare le diverse problematicità del tronco fognario di recapito edell’impianto di sollevamento su via Ponte Alto;

• le acque meteoriche dovranno essere trattate da un impianto di disoleazione appropriatoall’estensione della superficie impermeabilizzata.

art.29 - Zone destinate ad attrezzature distributive (D2)

(articolo soppresso)

art.30 - Zone per insediamenti di attività terziaria (D3)

Sono classificate zone territoriali omogenee di tipo D3, per insediamenti di attività terziarieprivate le aree destinate alla realizzazione di edifici e strutture sedi di:- uffici privati- laboratori per attività non in contrasto con la destinazione di zona- banche- agenzie di assicurazione- rappresentanze- ambulatori privati- studi professionali- destinazioni assimilabili per analogia

Nell'ambito di tali aree è consentita la ubicazione di cinematografi, teatri, ristoranti, tavolecalde, pizzerie, bar e attività commerciali se indicate dal Piano di ristrutturazione edadeguamento della rete commerciale. È inoltre ammessa la residenza fino ad un massimodell'80% della superficie costruita.

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Il P.R.G. si attua per intervento diretto applicando i seguenti indici:- If : indice di fabbricabilità fondiaria = 3 mc./mq.- Su : Superficie utile = 0,90 mq./mq.S1: Aree per urbanizzazione primaria- strade- come da progetto urbanistico preventivo;parcheggi, quantitativamente indicati nell'ambito del comparto delle tavole di piano.S2 : Aree per urbanizzazione secondaria = 100 mq./100 mq. di superficie utile, di cui almeno40 destinati a parcheggio pubblico ed i rimanenti a verde pubblico alberato ed attrezzato.- Vl : indice di visuale libera = 0,4- D : distanza minima dalle strade in conformità dei DD.MM. 1.4.'68 n.1404 e 2.4.'68 n.1444- autorimessa con un minimo di un posto macchina per alloggio.

Devono comunque essere garantiti parcheggi di pertinenza per le singole destinazioni nelleseguenti quantità:- per uffici, agenzie, banche, rappresentanze, ambulatori e studi professionali, laboratori =mq.40/100 mq. di Su avente tale destinazione.- per teatri, cinema, auditori, ecc. = mq. 2 ogni mq. di Su avente tale destinazione- per ristoranti ecc.. = mq 2 ogni mq. di Su avente tale destinazione- per negozi e licenze = mq. 1 ogni mq. di Su di esercizi commerciali avente tale destinazione- per supermercati o grandi magazzini = mq. 3 ogni mq. di Su avente tale destinazione- per residenza = mq. 10 ogni 100 mc. avente tale destinazione

È possibile prevedere la complementarità d'uso delle aree di parcheggio per attività cheavvengono in diversi orari, in edifici o parti di edifici contigui; in questo caso ildimensionamento deve essere fatto per la attività a più alta percentuale. dette superfici diparcheggio possono essere previste scoperte o scoperte cioè all'interno di edifici specifici(silos) o ai diversi piani degli edifici.

L'entità della quota di parcheggio coperta non potrà però superare il 50% del fabbisogno diparcheggio.

art.31 -Zone destinate ad attrezzature turistico alberghiere (D4)

Le zone per attrezzature turistico-alberghiere sono destinate alla realizzazione di alberghi,ristoranti, tavole calde, discoteche, dancing, sale di attrazione e servizi in genere connessi conla ricettività turistica alberghiera.

A) Nelle aree soggette a tale destinazione d'uso comprese nell'ambito del perimetro dei centriedificati definite secondo i criteri descritti per l’individuazione delle zone di tipo B, il piano siattua per intervento diretto su una superficie minima corrispondente alle singole unitàurbanistiche individuate dalle tavole di zonizzazione del P.R.G., applicando i seguenti indici:a) If : indice di fabbricabilità fondiaria = 2,00 mc./mq.b) Parcheggi di pertinenza = 1 mq./ 3mq. di superficie utilec) Parcheggi e verde pubblico U2: 100 mq./100mq. di Su di pavimento avente taledestinazione, escluse le sedi viarie, di cui 40% a parcheggio pubblico e 60% a verde pubblicoattrezzatod) Vl : Indice di visuale libera = 0,5e) H : Altezza massima ml 14f) D : Distanza minima dai confini di proprietà = ml. 5,00, salvo eventuali maggiori distanzeimposte dalle fasce di rispetto indicate nelle tavole di P.R.G.

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g) Distanze minime degli edifici dalle strade in conformità con prescrizioni dei DD.MM.1.4.'68 n.1404 e 2.4.'68 n.1444.

B) Nelle aree turistico alberghiere di completamento indicate con apposita simbologia nelle ditavole di progetto di P.R.G.

Per tali aree rimane in vigore il rapporto edificatorio stabilito dal piano particolareggiato anchedopo la decadenza del piano stesso.

C) Nelle nuove zone turistico-alberghiere indicate con apposita simbologia nelle tavole diprogetto di P.R.G., il piano si attua per intervento urbanistico preventivo (piano delle areeproduttive ai sensi dell'art.27 della legge 22 ottobre 1971, n.865 ovvero piano particolareggiatodi iniziativa pubblica o privata) su una superficie minima corrispondente ai singoli compartiobbligatori individuati nelle tavole di piano.

Dovranno essere applicati sull'intera area i seguenti indici:a) Ut : Indice di utilizzazione territoriale : 0,60 mq./mq.b) Parcheggi di pertinenza = 1mq./3mq. di superficie utilec) H : Altezza massima = ml.19d) S2 . aree di urbanizzazione secondaria : mq.100/100 mq. di Su, di cui almeno mq.40destinati a parcheggi pubblici ed i rimanenti a verde pubblico alberato ed attrezzature.e) Vl : indice di visuale libera = 0,5f) Distanza minima degli edifici dai confini di proprietà = ml.5,00g) Distanza degli edifici dalle strade in conformità con le prescrizioni dei DD.MM. 1.4.'68n.1404 e 2.4.'68 n.1444.

Per quanto riguarda le attività complementari alla destinazione turistica-alberghiera (ritrovi,ristoranti, dancing, ecc..) valgono le prescrizioni inerenti tali attività di cui al precedente art.30.

art.32 - Zone destinate ad attrezzature distributive a carattere commerciale (D5)

(articolo soppresso).

CAPO IV - ZONE A PREVALENTE DESTINAZIONE PRODUTTIVA PRIMARIA

art.33 Zone omogenee di tipo E - parti del territorio destinate ad usi agricoli

Le zone agricole sono tutte le parti del territorio comunale destinate all'esercizio di attivitàagricole, ovvero ricuperabili alla produzione agricola, o comunque ad attivitàdirettamente connesse con le produzioni agricole.

In tutte le zone agricole il P.R.G. opera nel rispetto delle scelte programmatiche contenute nelPiano Zonale di sviluppo agricolo, nell'ambito dell'USL n.16 del Comune di Modena, in basealla legge regionale n.34/1983; disciplina gli interventi ai fini del recupero e dello sviluppo delpatrimonio produttivo agricolo, tutelando le unità produttive e favorendo le esigenzeeconomiche e sociali dei lavoratori agricoli, delle imprese coltivatrici e delle loro formeassociative e cooperative.

art.33 bis Modalità di intervento

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È ammessa la formazione di nuovi insediamenti rurali sia a residenza che a servizio qualoraesistano possibilità edificatorie residue sulle superfici poderali individuate dallo stato di fattodegli appoderamenti esistenti in tutto il territorio comunale alla data del 04.02.'80 art.45 dellepresenti N.T.A. Oltre ai parametri stabiliti nel successivo art.34, i nuovi insediamenti ruralidovranno costituirsi in adiacenza delle aree cortilive di quelli esistenti ed in prossimità dellarete di collegamento stradale. Per nuovo insediamento rurale si intende la parte edificata chepermette l'organizzazione delle attività di conduzione agricola del fondo sia come servizi cheabitazione.

Per insediamento rurale esistente si intende una delle seguenti definizioni:-mappale o insieme di mappali risultanti dal N.C.T. o dal N.C.E.U. censiti come fabbricatiresidenziali, rurali, corti e proprie aree di pertinenza distinte dal circostante terreno agrario edaccessibili alla rete viaria;-area su cui giacciono edifici e di fatto sottratta alla coltivazione agraria desunta dalfrazionamento e che individui una superficie minima non inferiore a 6 volte la proiezione inpianta dell'edificio;-delimitazione dedotta da rilievi diretti;-area su cui giacciono edifici e di fatto sottratta alla coltivazione agraria, desunta dalla letturadella Carta Tecnica Regionale in scala 1:5.000.

art.34 - Definizione degli interventi nelle zone agricole

Gli interventi previsti e regolamentati dal P.R.G. nelle zone agricole sono i seguenti:

A) Costruzione di nuove abitazioni che risultino necessarie ai fini della conduzione agricola eche siano destinate ad ospitare: i coltivatori diretti, gli affittuari, i mezzadri, i salariati agricoli,quando siano addetti alla conduzione del fondo sul quale si intende realizzare l'abitazione.

Sono compresi in questo tipo di intervento anche gli ampliamenti degli edifici di abitazioneesistenti, quando presentano incrementi della superficie coperta esistente e non sianoclassificabili come al successivo punto L4.

B) Costruzione di fabbricati di servizio, necessari al diretto svolgimento delle attività aziendaliproduttive, quali:- depositi di attrezzi, materiali, fertilizzanti, sementi antiparassitari;- rimesse per macchine agricole;- ricoveri per animali di allevamento aziendale o interaziendale;- ogni altra analoga costruzione di servizio che risulti direttamente funzionale alle esigenzeproduttive dell'azienda agricola singola o associata.

Tali interventi sono così suddivisi:B1) Fabbricati ed impianti per allevamenti suinicoli di tipo aziendale (sono definiti allevamentisuinicoli di tipo aziendale, o civili, quelli in cui non viene superato il rapporto max di 40 q.li di"peso vivo" allevato per ettaro di terreno in proprietà e/o in possesso di un documentato dirittodell'azienda richiedente.Sono classificabili come allevamenti di tipo aziendale, quelli nei quali l'alimentazione delbestiame viene effettuata regolarmente mediante razioni alimentari costituite per almeno il40%, espresso in unità foraggere da produzioni aziendali;B2) Fabbricati ed impianti di ogni altro genere classificabili come interventi di tipo B) ai sensidel presente comma, ivi compresi i piani terra delle case d'abitazione, qualora questi sianodestinati a servizi per l'agricoltura.

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C) Costruzione di fabbricati per l'allevamento zootecnico di tipo industriale con annessi ifabbricati di servizio e gli impianti necessari allo svolgimento dell'attività zootecnica.Tali interventi sono così suddivisi:C1) allevamenti intensivi di suini;C2) allevamenti intensivi di bovini;C3) allevamenti intensivi di polli o di zootecnica minore.

D) Costruzione di lagoni di accumulo per la raccolta dei liquami di origine zootecnica, conconseguente applicazione delle tecniche di spandimento agronomico.

E) Costruzione di impianti tecnici e tecnologici al servizio del territorio agricolo, delleproduzioni agricole e delle strutture aziendali, legati ad una sola azienda, quali: silos, frigo,caseifici; questi ultimi possono essere al servizio di più aziende agricole.

F) Costruzioni di abitazioni per il personale di custodia addetto alla sorveglianza di impianti ditipo C), E).È ammesso un solo alloggio di max. 180 mq. di Su.

G) Costruzione di serre fisse o mobili, per attività colturali di tipo intensivo o industriale.

H) Costruzione di infrastrutture tecniche e di difesa del suolo quali:- strade poderali;- canali;- opere di difesa idraulica.

L) Interventi sul patrimonio edilizio esistente. Tali interventi sono stati classificati dallaVARIANTE al P.R.G. delle zone agricole secondo la legge regionale 7 dicembre 1978 n.47art.36 e successive modificazioni e si distinguono in:

L1) Manutenzione ordinaria, ferme restando le eventuali disposizioni e le competenze previstedalle leggi 1 giugno 1939 n.1089 e 29 giugno 1939 n.1497 e successive modificazioni edintegrazioni, costituiscono interventi di manutenzione ordinaria quelli che riguardano le operedi riparazioni, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie adintegrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti, quali:1) pulitura esterna, ripresa parziale di intonaci senza alterazioni di materiali o tinte esistenti;2) rifacimento parziale di rivestimenti esterni, senza modificazione dei tipi di materiali esistentio delle tinte e delle tecnologie;3) pulitura, riparazione, sostituzione o tinteggiatura degli infissi esterni, recinzioni, manti dicopertura, pavimentazioni esterne, senza alterazioni dei tipi di materiali esistenti o delle tinte odelle tecnologie;4) riparazione ed ammodernamento di impianti tecnici che non comportino la costruzione o ladestinazione ex-novo dei locali per servizi igienici e tecnologici;5) tinteggiatura, pittura e rifacimento degli intonaci interni;6) riparazione di infissi interni, grondaie e canne fumarie;7) riparazione dei pavimenti interni.

Per gli edifici industriali ed artigianali costituiscono interventi di manutenzione ordinaria anchequelli che riguardano le opere di riparazione degli impianti tecnologici.

L2) Manutenzione straordinaria, fatta salve le limitazioni del precedente punto L1)costituiscono intervento di manutenzione straordinaria, le opere e le modifiche necessarie per

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rinnovare o sostituire parti anche strutturali fatiscenti o collabenti degli edifici, nonché le operee le modifiche per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici semprechénon alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifichealle destinazioni d'uso.In particolare sono opere di manutenzione straordinaria il rifacimento totale di intonaci, direcinzioni di manti di copertura e pavimentazioni esterne, con modificazioni dei tipi deimateriali esistenti delle tinte nonché il rifacimento ex novo di locali per i servizi igienici etecnologici.Nel caso di interventi su edifici classificati al successivo punto L5) del presente articolo, vannocomunque rispettate nelle manutenzioni straordinarie le prescrizioni ivi riportate.

L3) Opere interne (art.26, legge n.47/1985)1. Non sono soggette a concessione né ad autorizzazione le opere interne alle costruzioni chenon siano in contrasto con gli strumenti urbanistici adottati o approvati e con i regolamentiedilizi vigenti, non comportino modifiche della sagoma, né aumento delle superfici utili e delnumero delle unità immobiliari, non modifichino la destinazione d'uso delle costruzioni e dellesingole unità immobiliari, non rechino pregiudizio alla statica dell'immobile e, per quantoriguarda gli immobili compresi nelle zone indicate alla lettera A dell'art.2 del D.M. 2 aprile1968, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.97 del 16 aprile 1968, rispettino le originariecaratteristiche costruttive.2. Nei casi in cui al comma precedente, contestualmente all'inizio dei lavori, il proprietariodell'unità immobiliare deve presentare al sindaco una relazione, a firma di un professionistaabilitato alla progettazione, che asseveri le opere da compiersi e il rispetto delle norme disicurezza e delle norme igienico-sanitarie vigenti.3. Le disposizioni di cui ai commi precedenti non si applicano nel caso di immobili vincolati aisensi delle leggi 1 giugno 1939, n.1089 e 29 giugno 1939 n.1497, e successive modificazionied integrazioni.4. Gli spazi di cui all'art. 18 della legge 6 Agosto 1967, n.765, costituiscono pertinenze dellecostruzioni, ai sensi e per gli effetti degli articoli 817, 818 e 819 del codice civile.

L4) Ristrutturazione EdiliziaGli interventi di ristrutturazione edilizia riguardano le unità edilizie che non presentano alcunacaratteristica storico- culturale, ma sono tuttavia compatibili con l'ambiente in cui sonocollocate.Questo intervento pertanto nel nostro caso, resta valido per quegli edifici esistenti, nonrientranti negli art. L5(1) - L5(2).Per essi si impone il rispetto di norme costruttive, che vengono di seguito dettate, in modo chegli edifici in esame non sfuggano alle caratteristiche dell'insieme tipologico ambientale dellazona agricola.

L5) Restauro e Risanamento ConservativoGli interventi di restauro e di risanamento conservativo riguardano le unità edilizie in buono omediocre stato di conservazione che, pur non presentando particolari pregi architettonici edartistici, costituiscono parte integrante del patrimonio edilizio dell'insediamento storico, sia inquanto elementi partecipanti alla formazione dell'ambiente storico antico, sia perchésignificativi dal punto di vista tipologico per la distribuzione interna degli ambienti, ladisposizione degli elementi di collegamento verticale o per altre caratteristiche morfologiche.Gli interventi di restauro e di risanamento conservativo sono quelli rivolti a conservarel'organismo edilizio e ad assicurare la funzionalità mediante un insieme sistematico di opereche, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, neconsentano destinazioni d'uso con essi compatibili.

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Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementicostitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalleesigenze dell'uso, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio.I tipi di intervento della categoria A2 restauro e risanamento conservativo sono specificatiall'interno di sotto categorie.

L5.1) Restauro e Risanamento Conservativo di tipo AGli interventi di restauro e di risanamento conservativo di tipo A riguardano le unità edilizie ilcui stato di conservazione consente di riconoscere la rilevanza tipologica, strutturale emorfologica dell'edificio e permette il suo completo recupero.Il tipo di intervento prevede:a) la valorizzazione degli aspetti architettonici per quanto concerne il ripristino dei valorioriginali, mediante:- il restauro e il ripristino dei fronti esterni ed interni; su questi ultimi sono consentite parzialimodifiche purché non venga alterata l'unitarietà del prospetto e siano salvaguardati gli elementidi particolare valore stilistico;- il restauro e il ripristino degli ambienti interni nel caso in cui vi siano elementi didocumentata importanza;b) il consolidamento con sostituzione delle parti non ricuperabili, senza modificare la posizionedei seguenti elementi strutturali:- murature portanti sia interne che esterne;- solai e volte;- scale;- tetto, con ripristino del manto di copertura originale;c) l’eliminazione delle superfetazioni come parti incongrue all'impianto originario e agliampliamenti organici del medesimo;d) l'inserimento degli impianti tecnologici e igienico-sanitari, essenziali nel rispetto dellenorme di cui ai punti precedenti.

L5.2) Restauro e Risanamento Conservativo di tipo BGli interventi di restauro e risanamento conservativo di tipo B riguardano le unità edilizie inmediocre stato di conservazione ed in carenza di elementi architettonici ed artistici di pregio,patrimonio edilizio storico.Il tipo di intervento prevede:a) la valorizzazione degli aspetti architettonici mediante:- il restauro ed il ripristino dei fronti esterni ed interni; su questi ultimi sono ammesse nuoveaperture purché non venga alterata l'unitarietà del prospetto;- il restauro degli ambienti interni;su questi sono consentiti adeguamenti dell'altezza interna degli ambienti rimanendo fisse lequote delle finestre e della linea di gronda;b) il consolidamento e il nuovo intervento strutturale esteso a larghe parti dell'edificio;c) la eliminazione delle superfetazioni definite come parti incongrue dell'impianto originario eagli ampliamenti organici del medesimo;d) l'inserimento degli impianti tecnologici ed igienico-sanitari essenziali nel rispetto dellenorme di cui ai punti precedenti.

L5*) Edifici di servizio di recente costruzione classificati privi di carattere tipologico èammessa la ristrutturazione edilizia senza cambio di destinazione d'uso.

L6) Ripristino Tipologico

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Gli interventi di ripristino tipologico riguardano le unità edilizie fatiscenti o parzialmentedemolite che non rientrano nella categoria 1 - 2 di cui è possibile reperire adeguatadocumentazione della loro organizzazione tipologica originaria individuabile anche in altreunità edilizie dello stesso periodo storico e della stessa area culturale. Il tipo di interventoprevede:

a) la valorizzazione degli aspetti architettonici mediante:- il ripristino dei collegamenti verticali e orizzontali collettivi quali androni, blocchi scale,portici;- il ripristino e il mantenimento della forma, dimensioni e dei rapporti tra unità ediliziepreesistenti ed aree scoperte quali corti, chiostri;- il ripristino di tutti gli elementi costitutivi del tipo edilizio, quali partitura delle finestre,ubicazione degli elementi principali e particolari elementi di finitura.

L7) Demolizione:Limitatamente agli edifici o parti di edifici privi di valore storico-artistico ambientale etipologico : Demolizione.

L8) Demolizione e ricostruzione rispettando gli indici stabiliti dal P.R.G. per le nuovecostruzioni in zona agricola.

L9) Modifica di destinazione d'uso. Tale intervento è così suddiviso:

L9.1.) Modifica senza aumento di carico urbanistico.

L9.2) Modifica con aumento di superficie utile o di carico urbanistico: è consentita perdestinazione residenziale e attività che non contrastino con l'ambiente e tali da non comportareuna alterazione della tipologia originaria degli immobili. Non sono ammesse modificazioni allasagoma ed alla volumetria dell'edificio esistente, tranne che per quegli interventi tendenti arecuperare le caratteristiche tipologiche, strutturali ed architettoniche originarie.Qualora sia richiesto un aumento della superficie coperta dell'edificio, l'intervento risulta ditipo A) : costruzione di nuove abitazioni.L'intervento di tipo L9.2) è ammesso per le seguenti destinazioni d'uso:

1) Riconversione all'uso agricolo del fabbricato effettuato utilizzando i parametri edilizi edurbanistici prescritti dalla presente normativa delle zone agricole;

2) Recupero o trasformazione ad uso residenziale civile, per gli edifici o complessi di edificigià adibiti originariamente ad uso residenza (agricola o civile).Nel caso in cui l'edificio o il complesso di edifici comprenda una parte originariamentedestinata a servizi rustici, di carattere tipologico, tale parte può essere recuperata a residenza eda servizi relativi alla residenza, specificando che non è possibile recuperare all'uso residenzialegli edifici completamente scollegati dalla struttura principale quali: forni, ghiacciaie, pollai,porcili, legnaie che non possono avere destinazione abitativa, pertanto in tali edifici èriconfermata la destinazione a servizi. Si mantengono valide le norme del P.R.G. per la zonaresidenziale per quanto concerne i servizi di pertinenza (art. 24).La superficie destinata a garage e servizi non dovrà essere inferiore ad 1 mq./15 mc. daricavarsi al piano terra dei fabbricati.

3) Recupero o trasformazione ad uso attrezzature per attività di ristori e ricettive conesclusione

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per le funzioni di tipo alberghiero, solo negli edifici ove è previsto un intervento di restauro erisanamento conservativo di tipo A e B e ripristino tipologico.Tali trasformazioni possono essere ammesse solo nel caso in cui sia garantito un adeguatoaccesso viario e sia assicurata la dotazione di parcheggi nella misura di 1 mq. di Su destinata atale attività.

4) Attrezzature culturali e ricreative avente interesse collettivo, comprese sedi di associazioni,società sportive, ricreative o similari, purché sia assicurata una superficie di parcheggio di 1mq./mq. di Su.

5) Attività di tipo commerciale (nel rispetto del piano di sviluppo e di adeguamento della retedistributiva al dettaglio in sede fissa e del commercio ambulante) e di attività di piccoloartigianato.È possibile intervenire sino ad un massimo di 200 mq. di superficie utile per unità aziendaleoriginaria solo nei casi in cui queste attività siano compatibili con le caratteristichemorfologiche e funzionali dell'edificio e non richiedano potenziamenti delle infrastruttureesistenti, non siano inquinanti e moleste e sia assicurata una superficie di parcheggio pari a 1mq. per ogni mq. di superficie utile.

6) Magazzini e deposito di materiali e sostanze non inquinanti moleste o pericolose,mantenendo i parametri di cui al precedente punto 5, con un limite massimo di superficie di500 mq di superficie utile per unità aziendale originaria, con arrotondamento per eccesso allasuperficie utile dell’edificio o del gruppo di edifici interessati dall’intervento.

7) Gli edifici dichiarati inabitabili prima della adozione della VARIANTE al P.R.G. della zonaagricola (adottata con delibera del C.C. n.260 del 15/12/1988), possono essere recuperatipurché mantengano i caratteri tipologici originari e gli interventi rispettino le nuoveprescrizioni.

8) Qualora si proceda alla realizzazione di nuovi edifici di tipo A, i fabbricati esistenti possonoessere utilizzati esclusivamente a servizi agricoli definiti nell'art. 44 delle presenti norme.

10) In caso di frazionamento la capacità edificatoria sulla nuova azienda sarà consideratadetraendo la superficie utile rispettivamente in abitazione e servizi esistenti prima delfrazionamento come stabilito dall'art.44 e 45 delle presenti N.T.A. 11) Negli edifici di serviziodi recente costruzione classificati dalla VARIANTE al P.R.G. privi di carattere tipologico èammessa la ristrutturazione edilizia senza cambio di destinazione d'uso.

Gli interventi consentiti per destinazioni estranee alle funzioni agricole secondo quanto sopraindicato sono finalizzati esclusivamente al pieno recupero del patrimonio edilizio esistentenelle zone agricole.Per il conseguimento di tali finalità la trasformazione d'uso dovrà realizzarsi attraversointerventi tendenti a recuperare i valori tipologici strutturali ed architettonici.Qualora si provveda ad un frazionamento nel rispetto della legge n.47/'85 la superficie minimada associare al fabbricato oggetto del frazionamento dovrà essere maggiore di almeno 6 (sei)volte la proiezione in pianta dell'edificio.

I paragrafi 1-11 devono rispondere ai requisiti richiesti dal regolamento edilizio per i diversitipi di attività .

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Tutti gli interventi precedentemente definiti sono soggetti alla concessione edilizia ai sensidella legge n.10/1977, ad eccezione degli interventi di tipo L1), L2), L3), (manutenzioneordinaria e straordinaria e modifiche interne previste dall'art.26 della legge n.47/1985), per iquali è richiesto solo il rilascio di una autorizzazione del Sindaco.

Gli interventi C) ed E) qualora la concessione non sia richiesta da imprenditore agricolo atitolo principale e G), sono soggetti a concessione onerosa.

Gli interventi A), B), D), E), F), L.9.2), L4), L5), L8), L9), (quando non vengono superati gliindici previsti all'art.42 punto 1-2) sono soggetti a concessione gratuita quando le opere darealizzare sono in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze dell'imprenditoreagricolo a titolo principale, ai sensi dell’art. 12 della legge n.153/1975; negli altri casi sonosoggetti a concessione onerosa gli interventi A), B), F), L.9.2), L5), L8), L9).

Gli interventi di tipo L1), L2), L3), L7), sono soggetti a concessione gratuita.

art.35 - Prescrizioni da adottare per interventi sul patrimonio edilizio esistente e pernuove costruzioni in zona agricola

1) STRUTTURE PORTANTI VERTICALITutti gli interventi riguardanti il ripristino ed il consolidamento delle strutture verticali devonoessere eseguiti nel rispetto della struttura originaria.Qualora si presentino casi di strutture realizzate con particolari tecniche costruttive (vedi adesempio casi di mattoni alternati con ciottoli di fiume, mattoni disposti a spina di pesce o dicoltello a formare architravi) tali testimonianze devono essere conservate e lasciate in vistamediante accurato restauro che utilizzi le tecniche moderne a disposizione per iniezioni dimalte cementizie e resine sintetiche.Opportune tecniche di consolidamento devono essere adottate per salvaguardare strutturelignee verticali, che meritino di essere lasciate a vista.Il taglio dei muri alla base e l'isolamento della muratura dalla fondazione mediante iniezione dimalte espansive o resine, è quasi sempre necessario per togliere l'umidità ascendente.

2) STRUTTURE PORTANTI ORIZZONTALISono ammessi consolidamenti e ripristini dei solai esistenti qualora venga garantito il sistemastrutturale preesistente. Travi e solai lignei si possono sostituire con solai in latero-cementoqualora essi risultino fatiscenti e tali per cui necessiti la sostituzione per evitare problemi dicrollo.Il consolidamento dei solai lignei può essere effettuato con getto di cls. alleggerito (cappa)mediante aggiunta opportuna di rete elettrosaldata.Le travi principali in legno, previo trattamento speciale con vernici antimuffa, possono essererecuperate e consolidate con tecniche tradizionali di inserimento di piatti in acciaio e modernequali l'utilizzo di resine epossidiche.

3) ARCHI E VOLTEArchi e volte vanno restaurate e consolidate mediante l'utilizzo di catene in acciaio atte adannullare la spinta orizzontale.Micropali, rinfianchi cellulari e sigillature cementizie fanno parte delle tecniche che si possonoutilizzare per un ulteriore ed efficace consolidamento.Particolare attenzione deve essere data al recupero degli edifici in cui è presente la "portamorta".

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4) ALTEZZA DEI PIANINel rispetto delle tipologie riconoscibili, l'altezza dei piani deve risultare conservata, sonoammesse variazioni sull'altezza allo scopo di eliminare superfetazioni e riportare le altezze allanorma consentita per l'abitabilità del vano.

5) SCALEConsolidamenti, ripristini e sostituzioni devono avvenire nel rispetto dell'impianto geometricooriginario. Nel ripristino e nella ristrutturazione è prescritta la conservazione degli elementicaratteristici quali pavimentazioni in cotto o rivestimenti particolari.

6) PORTICIVengono consentiti portici che non entrino in contrasto con la tipologia originaria dell'edificio.

7) ASCENSORI E MONTACARICHISono consentiti inserimenti di ascensori o montacarichi purché non sia alterato l'impiantotipologico dell'edificio, ed i vani tecnici non escano dalle falde.

8) SCANTINATIAperture sono consentite per il risanamento degli scantinati purché eseguite nel rispetto dellasituazione preesistente.Una modifica può essere apportata al piano di calpestio allo scopo di consentire l'adeguamentodell'altezza del locale al regolamento edilizio esistente.

9) COPERTURESono ammessi consolidamenti, ripristini e sostituzioni delle coperture esistenti purché simantenga la caratteristica geometrica strutturale originaria.Corpi tecnici che fuoriescono al di sopra della copertura non sono consentiti.In particolare non si ammette la creazione di terrazzi all'esterno del profilo di falda, sfalsamentinel tetto di copertura e si impongono le pendenze caratteristiche della nostra zona. Si prescrivela conservazione degli abbaini e dei comignoli nella forma originaria.

10) MANTI DI COPERTURASi prescrive la conservazione del coppo tradizionale modenese quando possibile altrimenti siricorre alla sostituzione con il coppo nuovo avente stesse caratteristiche.Si possono inserire lastre sottocoppo allo scopo di alleggerire la copertura (tipo ondulinesottocoppo).

11) CORNICIONIParticolare cura deve essere rivolta alla salvaguardia dei cornicioni esistenti di rilevanzastorico-culturale.In caso di rifacimento ex novo è necessario utilizzare tecniche conformi all'originale.Grondaie e pluviali devono essere a sezione circolare in lamiera preverniciata o in rame.

12) PORTE E FINESTREFinestre, porte, portoni devono mantenere le caratteristiche originarie.Le dimensioni delle finestre nei nuovi edifici dovranno mantenere il rapporto di 80 - 100centimetri per una altezza di 130 - 160 centimetri sui prospetti principali; sulle altre facciate leaperture possono superare tali misure in larghezza fino e non oltre 180 centimetri purchéripartite da una finestratura a quattro ante.

13) IMPIANTI CIVILI

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È consentito l'inserimento di impianti civili allo scopo di adeguare l'edificio alle nuoveesigenze, il tutto eseguito nel rispetto delle tipologie originarie.

14) PARAMENTI ESTERNI ED INTONACII paramenti esterni murari devono essere trattati con intonaco civile lisciato del tipotradizionale oppure intonaci precolorati solo a grana fine.Le zoccolature in cemento o in pietra tradizionale vanno lasciate a vista.Gli intonaci a calce sono preferibili rispetto quelli a cemento poiché meglio compatibili con lemurature in laterizio tradizionale.

15) TINTEGGIATURE ESTERNELe tinteggiature esterne degli intonaci devono essere effettuate con tinte tradizionaliescludendo nel modo più assoluto pitture sintetiche lavabili con superficie lucida o in rilievo.Vanno esclusi i rivestimenti plastici o al quarzo, a grana grossa anche per l'impedimento allatraspirazione delle vecchie murature.I colori da usarsi devono essere concordati con l'Ufficio Tecnico comunale in base adopportuna campionatura predisposta e tali da rimanere nell'ambito delle tinteggiaturetradizionali locali.

16) INFISSI ESTERNINon sono ammessi infissi metallici in luogo di quelli tradizionali in legno, ma è d'obbligo illoro ripristino e se necessita la sostituzione con materiale analogo.Le chiusure esterne devono essere realizzate con scuretti o persiane all'italiana, escludendo nelmodo più assoluto le serrande avvolgibili.La tinta per gli scuretti è quella tradizionale (grigio, marrone, verde) e la ferramenta di corredodovrà avere disegno semplice.È vietato l'uso di telai in alluminio anodizzato esterno per l'inserimento del doppio vetro,mentre è consentito utilizzare profili per l'inserimento del doppio vetro in infissi antichi.

17) TRAVETTI DI COPERTURAI travetti in vista che fuoriescono dalla copertura dovranno mantenere il carattere tradizionale asezione quadrata senza decorazioni e sagomature e dovranno essere in legno.

18) ELEMENTI IN FERROGli elementi in ferro quali inferriate, ringhiere, cancelli ecc.. devono essere conservati eripristinati, o nel caso di sostituzione, questa deve avvenire nel rispetto di quelli tradizionali.Gli elementi dovranno essere a disegno semplice ed il trattamento di protezione si eseguirà continte tradizionali.

19) ELEMENTI IN PIETRA DA TAGLIO, camini, pavimentazioni esterne.Definiti come elementi architettonici e messi in rilievo nelle schede del censimento (capitelli,zoccoli, camini, abbaini, pozzi in pietra, forni, colonne di accesso) vanno salvaguardati eristrutturati, mantenendo intatta la caratteristica originaria.Lo stesso dicasi per le pavimentazioni di spazi aperti (cortili, marciapiede, androni, ecc...)devono essere ripristinate e conservate.Eventuali nuove pavimentazioni vanno adattate a quelle esistenti (cotto di piatto, o a spina dipesce, ciottolo o pietra).

23) CORNICIONI E MARCAPIANISono da conservare nella consistenza preesistente.

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24) ELEMENTI DECORATIVI VARII seguenti elementi comunque siano inseriti nell'edificio vanno ripristinati e salvaguardati.Trattasi di lapidi cancellate, inferriate, edicole, statue o statuette votive, numeri civici inporcellana o in cotto, meridiane, pietre con datazioni, fontane e pozzi, muri di recinzione inmattoni, camini interni originari in pietra, mensole decorate e tutti gli elementi tradizionalidella civiltà contadina.

25) AREE VERDI, RECINZIONI E PARCHEGGI DI PERTINENZAParticolare spazio deve essere dato alla creazione di aree verdi con la conservazionedell'esistente e l'incentivazione a piantare essenze in uso nella tradizione locale, nella misura diuna ogni 30 mq. di superficie utile.Sono consentite chiusure delle corti coloniche con siepi o muretti la cui altezza non può esseresuperiore a 150 centimetri.È vietato l'uso dell'asfalto per la pavimentazione dei parcheggi di pertinenza.

art.36 - Finalità degli interventi

La concessione per gli interventi descritti al precedente art.34 viene rilasciata dal Sindaco epuò essere ottenuta quando gli interventi richiesti sono volti al servizio dei seguenti operatori,singoli ed associati:- coltivatori diretti, proprietari od affittuari;- proprietari concedenti, limitatamente agli interventi funzionali alle esigenze della aziendaagricola;- proprietari conduttori in economia;- affittuari conduttori e mezzadri, ai sensi delle Leggi n.117/1971 e n.765/1965;- cooperative di conduzione;- Enti pubblici, Consorzi tra Comuni, Consorzi di Bonifica che statutariamente operano sulterritorio;- altri soggetti purché in possesso dei requisiti di legge per essere concessionari.

Per gli interventi A), B), E), G), H), L), la concessione può essere rilasciata quando gliinterventi richiesti sono volti al servizio degli operatori che risultano definiti come"imprenditori agricoli a titolo principale" ai sensi dell'art. 40 della legge regionale n.47/1978 esuccessive modifiche.

Tali requisiti vengono accertati dal Sindaco, sentito il parere della Commissione di cui alsuccessivo articolo 37.

Per gli interventi di tipo L) la concessione può essere rilasciata anche quando i medesimi nonsono finalizzati alla produzione agricola e da soggetti di qualunque tipo purché in possesso deirequisiti di legge per essere concessionari.Tali interventi devono comunque essere finalizzati al recupero del patrimonio edilizioesistente.

Per gli insediamenti E), H), la concessione può essere rilasciata anche per interventi propostida Enti Pubblici, Enti di Diritto Pubblico, Consorzi tra Comuni, Consorzi di Bonifica chestatutariamente operano sul territorio, ecc...

Per gli interventi C), D), la concessione può essere rilasciata per interventi richiesti da soggettidi qualunque categoria purché in possesso dei requisiti di legge per essere concessionari.

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art.37 - Parere della Commissione Consultiva per le zone agricole

Per accertare l'ammissibilità dell'intervento per cui viene richiesta la concessione in relazionealla presente normativa di P.R.G. e per verificare le finalità dell'intervento stesso in base alprecedente art.34, il Sindaco deve valersi del parere della Commissione Consultiva per le zoneagricole.

Per valutare la conformità degli interventi il Sindaco si avvale della Commissione ConsultivaAgricola all'uopo costituita con delibera del Consiglio Comunale.

Tale Commissione è composta almeno da nove membri in rappresentanza delle organizzazioniprofessionali agricole sindacali e cooperative del settore, maggiormente rappresentative alivello regionale.

La Commissione è presieduta dal Sindaco o da un suo delegato.

Il parere della Commissione Consultiva per le zone agricole è obbligatorio ed integra, ma nonsostituisce, quello della Commissione Consultiva edilizia. La Commissione Agricola puòessere sostituita dalla C.E. integrata, ai sensi dell'art.40 della L.R. n.47/'78 successivemodifiche ed integrazioni.

art.38 - Strumenti di attuazione del P.R.G. nelle zone agricole

Gli interventi previsti dal P.R.G. nelle zone agricole si attuano attraverso i seguenti strumenti:

A) Piani particolareggiati di iniziativa pubblica o privata, previsti dai Piani Zonali di sviluppoagricolo;B) Piani per insediamenti produttivi, ai sensi dell'articolo n. 27 della legge n.865/1971;C) Piani di sviluppo aziendale o interaziendale di iniziativa privata, redatti ai sensi della leggeregionale Emilia-Romagna n.18/1977 per gli interventi A), B), D), H), L), fatto salvo quantoprescritto al successivo punto D), E), del presente articolo.

Quando il richiedente la concessione, non intendendo ricorrere ai finanziamenti pubblici per larealizzazione degli interventi richiesti, non formula un Piano di Sviluppo Aziendale ointeraziendale, per la realizzazione degli interventi A), B), D), H), L), nelle condizioni di cui alparagrafo precedente potrà presentare un Piano Aziendale o interaziendale che stabilisca, infunzione delle reali necessità produttive dell'azienda, la qualità e la quantità degli interventiinfrastrutturali ed edilizi necessari al suo sviluppo.

A tal fine il piano Aziendale dovrà contenere:

a) descrizione della situazione aziendale nel corso dell'anno precedente;b) indicazione degli orientamenti produttivi prescelti, dei mezzi e degli strumenti messi in attoper realizzarli in relazione ai tempi di lavoro programmati;c) programma degli investimenti e piano di finanziamenti con indicazione dei tempi entro cuisi intende dare attuazione al programma di sviluppo;d)elementi di prova di reale disponibilità, nei tempi utili, delle terre che si intendono acquisiree con le quali si vuole ampliare la propria superficie aziendale.

Il Piano di Sviluppo Aziendale o Interaziendale è approvato dal Consiglio Provinciale, il qualene verifica la corrispondenza alle norme vigenti.

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I Piani di Sviluppo Aziendali o Interaziendali devono essere corredati dei progetti edilizi delleopere necessarie, con indicata descrizione, dimensione e destinazione d'uso di tutti i fabbricatiesistenti, di quelli da demolire, di quelli che si vogliono costruire; nonché descrizione,dimensione e destinazione d'uso degli spazi inedificati di pertinenza.

Detti progetti edilizi dovranno essere redatti nelle forme richieste per il rilascio delleconcessioni edilizie secondo le norme di P.R.G. e di Regolamento Edilizio.

Qualora il Piano di Sviluppo Aziendale o interaziendale comporti l'esecuzione di opere ediliziedi dimensioni eccedenti i massimi previsti dalle norme urbanistiche di zona (art.44)l'approvazione del Piano di Sviluppo aziendale o interaziendale costituisce anche approvazionedei maggiori limiti cui i progetti edilizi dovranno uniformarsi, rispettando in ogni caso, per leabitazioni il limite massimo fissato dall'art.7, punto 4 del D.M. 2 aprile 1968. Se scaduti itermini, gli impegni assunti non sono stati assolti, in tutto o in parte, per inerzia delconcessionario, gli edifici eventualmente realizzati sono considerati non conformi al progettoapprovato e pertanto sono abusivi.

Il Sindaco può su parere della Commissione di cui al precedente art.37 concedere un nuovotermine, scaduto inutilmente il quale gli edifici eventualmente realizzati sono abusivi a tutti glieffetti.

D) Concessione edilizia; per interventi di qualsiasi tipo quando l'intervento richiesto siacontenuto entro i limiti massimi di cui al successivo articolo 44.

E) Concessione edilizia, per interventi L), con aumento di superficie utile, cambio didestinazione d'uso e carico urbanistico rientrante nei parametri del punto L4); gli interventirealizzati all'interno dell'edificio esistente e tesi al recupero del patrimonio edilizio.

Nella realizzazione di una seconda abitazione quale sdoppiamento del nucleo famigliareoriginario, la concessione è gratuita nei casi in cui alla lettera "a" dell'art. 9 della leggen.10/1977 e sarà accompagnata da un atto unilaterale d'obbligo da trascriversi allaConservatoria degli atti immobiliari, con cui il concessionario richiedente si impegna, per se eper i suoi aventi causa a vendere o affittare, a soggetti di cui all'art.40 della legge regionalen.47/1978.

art.38*

Su motivata richiesta dell'interessato, e con parere della C.E., è possibile ottenere la modificadei criteri di intervento sui fabbricati esistenti; tale modifica costituisce VARIANTEPARZIALE AL P.R.G. e pertanto deve essere approvata dalla Regione con le procedured'obbligo.

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art.39 - Classificazione delle zone agricole

La classificazione delle zone agricole è effettuata in conformità alle indicazioni del PianoZonale di Sviluppo Agricolo per la zona di Modena. Tale classificazione tiene conto:

- delle caratteristiche fisiche, ambientali e produttive del territorio;- delle esigenze del suo corretto uso agricolo;- dell'esigenza di tutela delle risorse naturali;- dei vincoli di natura urbanistica.

Per tali zone valgono le prescrizioni di natura paesistica dettati dal Piano territoriale PaesisticoRegionale formulato in base alla legge 8 luglio 1985, n.431.

La suddivisione in zone corrispondenti alla classificazione del territorio agricolo è riportatanelle tavole grafiche di P.R.G. e gli articoli di normativa seguenti ne specificano le modalità diattuazione ed i parametri urbanistici di intervento.

Ad integrazione della classificazione generale del territorio extraurbano, di cui agli articolisuccessivi il P.R.G. individua altresì una classificazione specifica del territorio relativa agliinsediamenti suinicoli ed alle modalità di attuazione dei piani di spandimento dei liquami per lafertirrigazione.

La classificazione generale del territorio agricolo, di cui agli articoli successivi riguarderàdunque la generalità degli insediamenti, fatta eccezione soltanto per gli allevamenti suinicoli ditipo aziendale, gli allevamenti suinicoli industriali e la costruzione di lagoni di accumulo per laraccolta e lo smaltimento agronomico dei liquami. Tali interventi sono infatti sottoposti aspecifica disciplina allegata alle presenti norme.

È fatta eccezione inoltre per le porzioni di territorio agricolo identificate come “Zona agricolacon prescrizioni specifiche” in relazione all’esistenza di situazioni e esigenze particolari.Tali prescrizioni, raccolte nelle schede che seguono, integrano localmente la disciplina dellezone agricole, al fine di regolare trasformazioni relative a entità o funzioni specifiche, che nonpossono essere adeguatamente ricondotte a una norma diffusa di carattere generale.Per quanto non diversamente disposto dalle seguenti prescrizioni specifiche vige la disciplinagenerale di piano regolatore.

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Zona agricola con prescrizioni specificheZONA 1 Deposito inerti – Strada vicinale Vandelli

Prescrizioni generali L’area è compresa nella zona omogenea E: per quanto nondiversamente qui disposto si applica, in quanto compatibile, ladisciplina della zona agricola normale.Nell’area sono ammesse trasformazioni relative esclusivamenteal suo utilizzo come deposito scoperto di inerti e per lalavorazione per riciclaggio di rifiuti speciali non pericolosiderivanti dalle operazioni di costruzione e demolizione, comeindicato nella codifica e classificazione dei rifiuti CER 2002.Sono escluse nuove costruzioni di ogni tipo: è ammesso ilrecupero dei fabbricati colonici esistenti.La sistemazione dell’area dovrà osservare i seguenti criteri:• adeguamento della viabilità di accesso in conformità alle

indicazioni definite dalla convenzione che dovrà fa partedella concessione edilizia;

• mediante l’impiego di cortine alberate e siepi dovrà essereconseguito un completo isolamento dal paesaggiocircostante; è prescritto l’impiego di essenze autoctone, arapido accrescimento;

• le recinzioni dovranno essere realizzate in rete metallica esiepe viva.

• nella costruzione di eventuali cabine di trasformazioneMT/BT, in attesa che vengano definite per questa tipologia diimpianti appropriate fasce di rispetto, dovrà essere rispettatala distanza minima di ml 3.15 tra le parti in tensione ed iluoghi con permanenza di persone per un periodo superiorealle quattro ore; dovrà comunque essere sempre attestato, dalgestore o dal richiedente l’autorizzazione, il perseguimentodell’obiettivo di qualità di 0,2 micro Tesla, valutato airicettori, ai sensi del comma 4, art. 13, della LR 390/2000;

• realizzazione di un anello chiuso perimetrale alle zone distoccaggio per la captazione delle acque piovane ricadentisui cumuli; tali acque dovranno poi essere convogliate a unimpianto dissabbiatore prima del recapito finale a un corpoidrico superficiale;

• gli scarichi domestici dovranno recapitare alla fognatura;• il rispetto dei limiti acustici di zona e differenziali dovrà

essere documentato con una valutazione di impatto acusticoredatta ai sensi dell’art. 8 della legge 447/95, con particolareriferimento alle attività di macinazione e separazione inerti;

• dovranno essere adottate tutte le soluzioni necessarie acontenere le emissioni di polveri nella movimentazione deimateriali stoccati, predisponendo inoltre uno o più punti dipresa idrica per le bagnature del materiale polverulento;

• i rifiuti risultanti dalle operazioni di cernita dovranno esserecollocati in contenitori a tenuta ed adeguatamente smaltiti.

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Trasformazioniammesse

• modifica dello stato dei luoghi• ripristino tipologico• manutenzione ordinaria e straordinariaLa modifica dell’uso dell’area dovrà essere preceduta dallaprogettazione unitaria della sua sistemazione e del recupero deifabbricati esistenti, nonché delle relative opere infrastrutturali,con particolare riferimento all’accesso viario: tutte le suddetteopere saranno soggette a concessione edilizia convenzionata aisensi dell’articolo 11 della legge 28 gennaio 1977, n. 10.

Capacità insediativa non sono ammesse nuove costruzioniAltezza massima quella esistente

Destinazioniammesse

- abitazione di custodia nel fabbricato esistente- uffici a servizio dell’azienda;- magazzini e depositi

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Zona agricola con prescrizioni specificheZONA 2 PSK – via Levata

Prescrizioni generali L’area è compresa nella zona omogenea E. Per quanto nondiversamente qui disposto si applica, in quanto compatibile, ladisciplina relativa alle industrie in zona agricola (articolo 64delle norme di attuazione).Nell’area sono ammesse trasformazioni intese unicamente al suoutilizzo per l’attività produttiva in atto.La sistemazione dell’area dovrà osservare i seguenti criteri:• le attività o impianti rumorosi dovranno essere collocati in

zone distanti dagli edifici residenziali posti in prossimità delcomparto, garantendo il rispetto dei limiti acustici di zona edifferenziali indicati dal DPCM 14 novembre 1997, eadottando le eventuali opere di mitigazione acustica che sirendessero necessarie; il rispetto dei limiti acustici suddettipresso i ricettori sensibili limitrofi dovrà essere documentatocon una valutazione di impatto acustico redatta ai sensidell’art. 8 della legge 447/95;

• mediante l’impiego di cortine alberate e siepi dovrà essereconseguito un completo isolamento dell’intero complesso dalpaesaggio circostante; è prescritto l’impiego di essenzeautoctone, a rapido accrescimento;

• le recinzioni dovranno essere realizzate in rete metallica esiepe viva;

• nella costruzione di eventuali cabine di trasformazioneMT/BT, in attesa che vengano definite per questa tipologia diimpianti appropriate fasce di rispetto, dovrà essere rispettatala distanza minima di ml 3.15 tra le parti in tensione ed iluoghi con permanenza di persone per un periodo superiorealle quattro ore; dovrà comunque essere sempre attestato, dalgestore o dal richiedente l’autorizzazione, il perseguimentodell’obiettivo di qualità di 0,2 microTesla, valutato airicettori, ai sensi del comma 4, art. 13, della LR 390/2000;

• dovrà essere realizzato un idoneo impianto di depurazionedelle acque reflue domestiche a servizio dell’interoinsediamento, compresa la parte esistente.

Trasformazioniammesse

• nuova costruzione• ampliamento• ristrutturazione• manutenzione straordinaria e ordinaria

Capacità insediativa Sull’area complessivamente è ammesso un incremento disuperficie utile non superiore a 1.800 mq rispetto alla superficieutile esistente al 26 luglio 1994.

Altezza massima quella esistente, e comunque non superiore a ml 7,00Destinazioni

ammessele medesime ammesse nelle zone per insediamenti artigianali edindustriali (D1), con le limitazioni poste dall’art. 64.

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Zona agricola con prescrizioni specificheZONA 3 Cantina sociale Masone

Prescrizioni generali L’area è compresa nella zona omogenea E. Per quanto nondiversamente qui disposto si applica, in quanto compatibile, ladisciplina relativa alla zona agricola normale (articolo 40 dellenorme di attuazione).Nell’area sono ammesse trasformazioni intese unicamenteall’adeguamento degli impianti della cantina sociale esistente.La sistemazione dell’area dovrà osservare i seguenti criteri:• le attività o impianti rumorosi dovranno essere collocati in

zone distanti dagli edifici residenziali posti in prossimità delcomparto, garantendo il rispetto dei limiti acustici di zona edifferenziali indicati dal DPCM 14 novembre 1997, eadottando le eventuali opere di mitigazione acustica che sirendessero necessarie;

• mediante l’impiego di cortine alberate e siepi dovrà essereconseguito l’isolamento dal paesaggio circostante; èprescritto l’impiego di essenze autoctone, a rapidoaccrescimento;

• le recinzioni dovranno essere realizzate in rete metallica esiepe viva;

• nella costruzione di eventuali cabine di trasformazioneMT/BT, in attesa che vengano definite per questa tipologia diimpianti appropriate fasce di rispetto, dovrà essere rispettatala distanza minima di ml 3.15 tra le parti in tensione ed iluoghi con permanenza di persone per un periodo superiorealle quattro ore; dovrà comunque essere sempre attestato, dalgestore o dal richiedente l’autorizzazione, il perseguimentodell’obiettivo di qualità di 0,2 microTesla, valutato airicettori, ai sensi del comma 4, art. 13, della LR 390/2000;

• i sistemi di trattamento degli scarichi dovranno essereadeguati alla nuova entità degli stessi.

Trasformazioniammesse

• nuova costruzione• ristrutturazione• manutenzione straordinaria e ordinaria

Capacità insediativa è ammesso un incremento di superficie utile non superiore a mq1.000.

Altezza massima quella esistente e non oltre ml 7,00, ad eccezione dei volumitecnici che potranno eccedere tale limite

Destinazioniammesse

le medesime ammesse nella zona agricola normale, senza lelimitazioni dall’articolo 43 delle norme di attuazione relativo alrispetto ai centri abitati.

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art.40 - Zone agricole normali

Si definiscono zone agricole normali le parti del territorio destinate a sviluppare le loro elevatepotenzialità produttive senza che siano necessarie particolari misure di tutela.

Tali zone sono differenziate in funzione delle prevalenti funzioni produttive risultanti dallevalutazioni condotte in coerenza con il Piano Operativo Agricolo Provinciale.

Le zone agricole normali risultano quindi articolate in:

- zona agricola normale di tipo B: idonea alle colture arboree specializzate o promiscue e atutte le colture erbacee intensive;- zona agricola normale di tipo D: idonea alle sole colture erbacee intensive ed estensive.

In tali zone il P.R.G. disciplina l'uso del territorio avendo come finalità principale lapromozione e valorizzazione delle attività agricole e direttamente connesse all'agricoltura,secondo le specifiche potenzialità produttive del territorio. A tale scopo gli interventi ammessinelle zone agricole normali risultano parzialmente differenti a seconda delle specifichesottozone in cui esse sono ripartite. In tutte le zone agricole normali sono ammessi gliinterventi di tipo A), B2), H), L), classificati come al precedente art.34 così come di seguitospecificato:

a) nelle zone agricole normali di tipo B), ai sensi della classificazione di cui al secondo commadell'articolo 34, sono ammessi anche interventi di tipo C2), C3), E), F), G), in quanto perattività direttamente collegate con le specifiche produzioni della zona e la loro utilità risulti dalPiano di sviluppo aziendale o interaziendale approvato.

b) nelle zone agricole normali di tipo D), ai sensi della classificazione di cui al secondo commadel presente articolo sono ammessi anche interventi di tipo C2), C3), E9, F), G), in quanto perattività direttamente collegate con le specifiche produzioni della zona e la loro utilità risulti dalpiano di sviluppo aziendale o interaziendale approvato.

Per l'attuazione degli interventi suindicati tramite rilascio della concessione edilizia ai sensidell’art. 38, lettere D), ed E) delle presenti norme, si applicano i parametri edilizi ed urbanisticidi cui al successivo articolo 44.

art.40.1 - Zone agricole di tutela dei caratteri ambientali

Si definiscono zone agricole di tutela dei caratteri ambientali le parti del territorio destinate asviluppare le loro elevate potenzialità produttive di tipo intensivo, caratterizzate da coltivazionidi tipo agronomico, quali frutteti specializzati, dalla presenza di terremo a prevalentesalvaguardia idrogeologica, dalla presenza di edifici sparsi di particolari caratteristichetipologiche, dalla permanenza di elementi paesaggistici quali strade vicinali ed interpoderali,canali di irrigazione e sistema vegetazionale.

In tali zone il PRG disciplina l'uso del territorio avendo come finalità principale la promozionedelle colture specializzate, la valorizzazione delle attività agricole, in virtù della potenzialitàproduttiva del territorio e la tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale-percettivoesistente, mediante il recupero del patrimonio edilizio esistente ed il divieto di costruire nuoviedifici a carattere insediativo.

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Nelle zone agricole di tutela dei caratteri ambientali sono ammessi solo interventi del tipo "L"ossia di recupero del patrimonio edilizio esistente e del tipo "B2", in struttura tradizionale nonprefabbricata.

In tali zone le attività agricole dovranno effettuarsi al fine di disincentivare le tecniche colturaliche comportano elevati rischi di inquinamento diffuso come lo spandimento e l'applicazione apieno campo di fertilizzanti, diserbanti ed altri parassitari

art.40.2 - Zone agricole di valore paesaggistico

Si definiscono zone agricole di valore paesaggistico le parti del Territorio Comunalecaratterizzate dalla presenza di peculiarità culturali e vegetazionali, dalla permanenza dielementi paesaggistici, agricoli e di interesse storico-testimoniale tale da determinare una"unità di paesaggio" per il territorio di Campogalliano. Quanto sopra in base all'art.6 delP.T.P.R.. In queste zone sono stati individuati, delimitati e catalogati i beni culturali, storici etestimoniali di particolare interesse per gli aspetti paesaggistici e per quelli geologici ebiologici.

In tali aree il PRG persegue il fine di mantenere invariato il paesaggio nonché le condizioni peril mantenimento della loro integrità quali la vegetazione autoctona, il sistema dei canali, ipercorsi pedonali ed interpoderali esistenti.

Sono ammessi solo interventi del tipo "L", ossia di recupero del patrimonio edilizio esistente.

Interventi del tipo "B2" (fabbricati di servizio) sono consentiti, qualora definiti, per le esigenzeproduttive dell'azienda, da un piano di sviluppo aziendale, il quale dovrà tenere conto altro chedella esigenza produttiva, anche degli aspetti percettivi e pertanto gli edifici di servizio "B2",se ammessi di risulta dal piano di sviluppo aziendale, sono consentiti solo in strutturatradizionale non prefabbricata.

In tali zone le attività agricole dovranno effettuarsi al fine di disincentivare le tecniche colturaliche comportano elevati rischi di inquinamento diffuso come lo spandimento e l'applicazione apieno campo di fertilizzanti, diserbanti ed altri parassitari

art.41 - Zone agricole di tutela idrogeologica

Si definiscono zone agricole di tutela idrogeologica le parti di territorio comunalecaratterizzate da suoli permeabili di alimentazione delle falde poste a profondità tale da poteressere interessate dagli usi superficiali.

In esse prevalgono le esigenze di salvaguardia assoluta delle risorse idriche sotterranee. Sonoquindi ammessi interventi di tipo A), B2), H), L), ai sensi della classificazione di cui alprecedente articolo 34 delle presenti norme e quelle del successivo articolo 64. Sono ammessiinterventi di tipo E), ai sensi della classificazione di cui al precedente articolo 34 delle presentinorme e quella del successivo articolo 64, solamente per le attività aziendali/interaziendali oproduttive già insediate alla data di approvazione del vigente P.R.G. Ogni intervento edilizio dinuova edificazione o di ampliamento della volumetria esistente ai fini del rilascio dellaconcessione dovrà essere correlato da una relazione geologica dettagliata estesa all'ambitointeressato dall'intervento; tale relazione, redatta da tecnico abilitato dovrà prescrivere le

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modalità per salvaguardare il livello di vulnerabilità dell'area. Per quanto riguarda gli scarichivalgono le disposizioni di cui al successivo art.62Per gli interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione ed ampliamento delle struttureproduttive presenti è richiesto il preventivo parere dell’Azienda Regionale per la Prevenzione el’Ambiente.Quando il rispetto dell'abitato si sovrappone alle zone di tutela idrologica, oppure in presenzadi altre sovrapposizioni del genere, vale la disciplina d'uso che in termini di tutela risulta piùrestrittiva.

art.42 - Zone agricole destinate a parco territoriale

Sono definite come tali dal P.R.G. le parti del territorio comunale sottoposte a particolaretutela, per la particolare sensibilità ambientale e per la vulnerabilità dell'acquifero, all'internodelle quali sono organizzati gli ambiti di pubblica fruizione del parco territoriale a scalainterprovinciale.

In tali zone il Comune opera con intervento urbanistico preventivo mediante pianiparticolareggiati le cui previsioni dovranno essere conformi alle disposizioni degli art. 17 - 18 -19 delle norme del P.T.P.R. con riferimento ai rispettivi ambiti, come individuati alla tav. 1-17del P.T.P.R. stessoLa variante al P.R.G. individua le seguenti zone all'interno del parco:

art.42.0 A) Zone a parco attrezzato per sport acquatici

Tali zone individuate da apposita simbologia nelle tavole di PRG sono destinate allarealizzazione di attrezzature sportive per la balneazione e gli sport acquatici, pesca sportiva,windsurf e nuoto. È vietata ogni attività sportiva e/o competizione nautica effettuata con mezzia motore. Le acque nere, distinte dalle bianche dovranno essere convogliate in opportuna retefognaria da immettersi nella fognatura Comunale. Fino alla stesura di un pianoparticolareggiato, in tale area non è ammessa nuova attività edilizia e cambio di destinazioned'uso se non volta al mantenimento delle strutture esistenti quali opere di manutenzioneordinaria e straordinaria.

Il piano si attua per piano particolareggiato recependo il progetto di attuazione della pista dicanottaggio redatto dalla Provincia di Modena ed approvato con provvedimento del ConsiglioProvinciale n.398 del 31.05.'89 e successive varianti.

Per i bacini per sport acquatici saranno utilizzati esclusivamente i siti di ex cave esistenti, condivieto assoluto di apertura di nuovi scavi.

art.42.1 B) Zone agricole di rispetto ambientale

Tali zone rimarranno zone agricole sottoposte a particolari misure di tutela con funzione diconnessione ecologica ed ambientale per gli ambiti di parco territoriale; devono quindi essereconsiderate come campo di determinazione dei progetti di parco territoriale, pur conservandoessenzialmente una destinazione produttiva.

A questo scopo è necessario che tale zona mantenga e promuova la sua attuale destinazioneproduttiva agricola tutelandone e valorizzandone gli aspetti significativi sotto il profilopaesistico ed ambientale, ed escludendo invece quelle modificazioni edilizie, urbanistiche,

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colturali ed in genere degli usi del territorio che potrebbero compromettere la funzione dicampagna-parco.

Fino all'approvazione dei piani particolareggiati, che meglio specificheranno gli usi delterritorio agricolo delle zone destinate a parco territoriale, in tali zone si applica, per quanto dicompetenza, la presente normativa.

Dopo l'approvazione dei piani particolareggiati, il Comune ovvero i Comuni interessatiprovvederanno a definire, insieme con gli operatori agricoli delle aree comprese nei piani, lemodalità di attuazione dei piani stessi, proponendo agli operatori agricoli apposite convenzioniper l'utilizzo delle aree destinate alla fruizione del pubblico. Fino all'approvazione dei pianiparticolareggiati, nelle zone agricole destinate a parco territoriale, sono ammessi i seguenti tipidi intervento classificati, come al precedente art.34: interventi di tipo a) , H), L1), L2), L3),L4), L5), L5*), L6),ai soli fini abitativi e produttivo-agricoli. Per quanto riguarda gli scarichivalgono le disposizioni di cui al successivo art.62.

art.42.2 C) Zone di riequilibrio ecologico

Tali zone individuate con apposita perimetrazione nelle tavole di PRG, sono le aree naturali oin corso di naturalizzazione, inserite in ambiti territoriali caratterizzate da intense attivitàantropiche che, per la funzione di ambienti di vita e rifugio per specie vegetali ed animali, sonoorganizzate in modo da garantire la conservazione, il restauro, la ricostruzione (L.R. 02.04.'88,n.1 art.2 comma 3x).

In queste zone fino all'approvazione di piani particolareggiati è fatto divieto di nuove attivitàedilizie, impiantistiche ed infrastrutturali ad esclusione di interventi finalizzati alla difesaidrogeologica ed idraulica, al disinquinamento ambientale, al recupero naturalistico, all'attivitàdidattica ed alla fruizione con mezzi non motorizzati. Sono ammesse strade di servizio alleattività ed ai residenti inserite nel parco con l'esclusione del transito ai mezzi pesanti di cava edi cantiere tra via Albone e via Madonna.

art.43 - Zone agricole di rispetto ai centri abitati

Si definiscono zone agricole di rispetto ai centri abitati le parti del territorio comunalecomprese entro un raggio di metri lineari 500 in linea d'aria dal perimetro esterno delleprevisioni urbanistiche di P.R.G. relative al centro capoluogo ed ai principali centri di frazione.Per esse il piano prescrive condizioni di salvaguardia nei confronti di eventuali forme diinquinamento ambientale che potrebbero ripercuotersi sui vicini centri urbani. Sono quindiconsentiti interventi di tipo A), B2), G), H) e L), i quali se attuati in base a concessione ediliziaai sensi dell’art. 38 lettera D) ed E) sono altresì subordinate al rispetto dei parametri edilizi edurbanistici di cui al successivo art. 44.

art.44 - Parametri edilizi ed urbanistici per gli interventi nelle zone agricole

Tutte le possibilità edificatorie derivanti dall'applicazione dei parametri edilizi ed urbanisticiprevisti dalle presenti norme per qualsiasi tipo di intervento, si intendono utilizzabili una solavolta.

L'utilizzo completo delle possibilità edificatorie di cui alle presenti norme comporta il vincolodi inedificabilità per tutti quegli immobili ai quali sono stati applicati i parametri edilizi edurbanistici all'atto della concessione edilizia. Tale vincolo di inedificabilità è trascritto alla

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Conservatoria degli Atti Immobiliari nelle forme e con le procedure di legge. Per ciascun tipodi intervento, i parametri edilizi-urbanistici si applicano con riferimento alla relativa superficiedi intervento, senza che su tale superficie possano essere sommati gli effetti dell'applicazionedi parametri relativi a diversi tipi di intervento. Fanno eccezione gli interventi classificati aisensi del precedente articolo 34 come interventi di tipo A) ed interventi di tipo B), i cui effettisi sommano sulla medesima superficie di intervento, ferme restando tutte le altre prescrizionidi cui alle presenti norme.

Le prescrizioni sono differenziate a secondo che si tratti di intervento riguardante una nuovacostruzione ovvero una costruzione esistente e si articolano nel modo seguente in riferimentoalla classificazione degli interventi di cui al precedente articolo 34.

1. Interventi di tipo A - abitazioni agricolePer interventi riguardanti nuove costruzioni tipo A) sono richiesti i seguenti parametri edilizi-urbanistici:

- Sm = 30.000 mq. per la generalità dei casi;- Sm = 10.000 mq. per le aziende formate con appoderamento precedente la data del 23/7/1973e per le quali l'intervento sia stabilito al punto C), del precedente art.38;- Su = 180 mq. aumentabili in proporzione all'ampiezza dell'azienda agricola, nel rapporto di10 mq. per ogni ettaro eccedente il primo, fino ad un massimo di 440 mq. e comunque tutticoncentrati in un unico edificio di abitazione;- H = 8 mt.;- D1 = distanza dai confini di zona agricola = 15 mt.;- D2 = distanza dai confini di proprietà = 15 mt.;- D3 = distanza dalle case di abitazione di qualunque tipo = in applicazione del criterio divisuale libera;- D4 = distanza dalle strade esistenti e di progetto = in applicazione del D.M. 1.4.1968 n.1404;- VL = indice di visuale libera = 1.

2. Costruzioni di tipo B - fabbricati di servizioPer interventi riguardanti fabbricati classificabili di tipo B) sono richiesti i seguenti parametriurbanistici:

- Sm = 30.000 mq.;- Su = 150 mq. aumentabili in proporzione all'ampiezza dell'azienda agricola utilizzata fino adun massimo di 4.650 mq., nel rapporto di 150 mq. ogni ettaro superiore al primo, fino ad unmassimo di 1.000 mq., con la presentazione di una relazione sullo sviluppo dell'azienda dapresentarsi alla C.E. integrata. Se viene superato tale rapporto deve essere presentato un pianodi Sviluppo Aziendale, come da disposizioni dettate dall'art.14 delle N.T.A..- D1 = 15 mt.;- D2 = 15 mt.;- D3 = 15 mt.;- D4 = quella prevista dal D.M. 1.4.1968 dalle strade esistenti e di progetto, secondo la relativaclassificazione;- Vl = 1.

Per gli insediamenti suinicoli valgono inoltre le prescrizioni stabilite nella disciplina allegata.

2.a Disposizioni particolari per gli allevamenti bovini di tipo aziendale

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Per gli allevamenti zootecnici bovini di tipo aziendale, che rientrano nelle costruzioniclassificate di tipo B2), come al precedente art. 34 valgono le seguenti disposizioni particolari.Gli allevamenti zootecnici bovini, per poter essere considerati di tipo aziendale e quindirientrare nelle costruzioni di tipo B2) devono rispettare, oltre ai parametri edilizi-urbanisticirelativi a tale categoria di intervento, anche determinati rapporti tra numero di c.b.e. allevati esuperficie agricole utilizzata dall'azienda, così come specificato dal vigente Piano Zonale diSviluppo Agricolo.Per la superficie agricola utilizzata dall'azienda ricadente entro le zone agricole normali di tipoD, classificate come al precedente art. 40 il numero massimo di capi allevabili risulta pari a 6c.b.e. ha.Nel caso che l'allevamento non rispetti i rapporti di cui ai commi precedenti, l'allevamentostesso dovrà essere considerato di tipo industriale e classificato come costruzione di tipo C2);per esso dovranno valere quindi le norme di cui al successivo punto 3.Si procede per analogia nel caso di allevamenti di altro tipo assimilabili.

3. Costruzioni di tipo C - allevamenti industrialiPer gli allevamenti industriali di tipo C valgono i seguenti parametri urbanistici ed edilizi:

- Sm = 30.000 mq.;- Uf = 0,3 mq./mq.;- Distanza minima dell'allevamento in ogni sua parte e componente;- D1 = 500 mt.;- D2 = 20 mt.;- D3 = 60 mt.;- D4 = quella prevista dal D.M. 1.4.1968 dalle strade esistenti e di progetto, secondo la relativaclassificazione.

Nel caso in cui trattasi di fabbricati esistenti, i parametri edilizi- urbanistici sono:

- Sm = appoderamento in atto come da stato di fatto catastale stabilito come al successivoart.45.- Sm = incremento massimo rispetto alla superficie utile esistente pari al 10%, senza superarela dimensione finale di 4.650 mq.;- D1 = D2 = D3 = distanze maggiori o uguali a quelle esistenti;- D4 = quella prevista dal D.M. 1.4.1968 dalle strade esistenti e di progetto secondo la relativaclassificazione.

Per gli insediamenti suinicoli valgono inoltre le prescrizioni stabilite dalla disciplina allegata.

Nel caso di interventi riguardanti fabbricati classificabili di tipo C3), valgono le stesseprescrizioni indicate al comma precedente per i fabbricati di tipo C2), ad eccezione dellasuperficie minima di intervento che è ammessa pari a : Sm = 5.000 mq.

4. Costruzioni di tipo E - impianti produttivi e tecniciPer interventi riguardanti fabbricati classificabili di tipo E) valgono i seguenti parametri edilizied urbanistici.

Nel caso di nuovi fabbricati:- Sm = 5.000 mq.;- Uf = 0,3 mq./mq.;- VL = 1;

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- D1 = D2 = D3 = 20 mt.;- D4 = quella prevista dal D.M. 1.4.1968 dalle strade esistenti e di progetto secondo la relativaclassificazione;- Parcheggi di pertinenza di edifici = 0,3 Su;

Nel caso di ampliamento di fabbricati esistenti:- Sm = appoderamento in atto da stato di fatto catastale stabilito come al successivo articolo45;- Su = incremento massimo rispetto alla superficie utile esistente pari 10%, ovvero fino alraggiungimento di Uf = 0,3 mq./mq.;- D1 = D2 = D3 = 20 mt. riducibili fino al minimo pari alle distanze esistenti;- D4 = quella prevista dal D.M. 1.4.1968 dalle strade esistenti e di progetto, secondo la relativaclassificazione;- Vl = 1.

5. Costruzioni di tipo F - abitazioni di custodiaPer interventi riguardanti i fabbricati classificati di tipo F) valgono i seguenti parametri edilizi-urbanistici.

Nel caso di nuovi fabbricati annessi a nuove costruzioni tipo C), tipo E):- Su = 150 mq. aumentabili nella misura dell'1% dell'impianto produttivo;- D4 = quella prevista dal D.M. 1.4.1968 dalle strade esistenti e di progetto, secondo la relativaclassificazione;- VL = 1.

Nel caso di nuovi fabbricati annessi a costruzioni di tipo C), tipo E), già esistenti e sprovvistedi costruzioni tipo F):- Su = 150 mq. aumentabili nella misura dell'1% della Su dell'impianto produttivo;- D4 = quella prevista dal D.M. 1.4.1968 dalle strade esistenti e di progetto, secondo la relativaclassificazione;- Vl = 0,5.

Nel caso di ampliamenti di fabbricati esistenti tipo G):- Su = ampliamento del 10% di quella esistente e comunque fino al raggiungimento dellasuperficie utile pari a 150 mq. aumentata dell'1% della Su dell'impianto produttivo;- D4 = quella prevista dal D.M. 1.4.1968 dalle strade esistenti e di progetto, secondo la relativaclassificazione.

6. Costruzioni tipo G) - serre industrialiPer interventi riguardanti fabbricati classificabili di tipo G) sono prescritti i seguenti parametriedilizi-urbanistici:- Sm = 5.000 mq.;- D4 = quella prevista dal D.M. 1.4.1968 dalle strade esistenti e di progetto, secondo la relativaclassificazione;- Vl = 1.

7. Costruzioni tipo H) - infrastrutture tecnicheGli interventi riguardanti costruzioni classificabili di tipo H) sono realizzabili secondo lenorme e gli usi degli enti esecutori.

art.45 - Stato di fatto e frazionamenti successivi

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Per l'applicazione delle presenti norme si fa riferimento allo Stato di fatto esistente alla data diadozione del P.R.G. adottato dal C.C. il 4/2/1980 come risulta dai documenti catastali.

Lo stato di fatto catastale documenta:a) l'appoderamento in atto, con riferimento al rapporto tra edifici e superficie agricola dipertinenza;b) la classificazione degli edifici esistenti con riferimento alla loro destinazione d'uso.Gli appoderamenti ed i frazionamenti che risultano dallo stato di fatto catastale costituiscono ilriferimento fondiario per l'applicazione delle presenti norme. Nei casi in cui le presenti normestabiliscano una superficie minima di intervento, il frazionamento di tale superficie minimadeve risultare dallo stato di fatto catastale.Ai fini della costituzione di una superficie minima di intervento i frazionamenti successivi alladata di adozione della presente variante generale al P.R.G. possono essere considerati validisolo a condizione che, attraverso tali frazionamenti, non vengano a formarsi aziende agricoleresidue aventi una superficie agricola utilizzata inferiore a 3,00 Ha.

art.46 - Disposizioni particolari per gli allevamenti suinicoli

Il presente P.R.G. stabilisce criteri e prescrizioni per l'insediamento degli allevamenti suinicoli.La loro ristrutturazione e razionalizzazione, il loro esercizio nonché l'esercizio delle tecnicheagronomiche ed essi collegate sono dettate in base a criteri di corretto uso del suolo e razionaleutilizzo delle risorse naturali e produttive.

Gli allevamenti industriali esistenti, come pure quelli aziendali esistenti, possono essereautorizzati ad effettuare ampliamenti purché nell'ambito delle necessarie operazioni diristrutturazione degli impianti e con operazioni finalizzate a conseguire un effettivo risparmiodel consumo idrico, oppure una razionalizzazione ed un completamento del relativo cicloproduttivo.

La localizzazione degli insediamenti per allevamento suinicolo è regolamentata dalla appositadisciplina allegata alle presenti norme e costituisce parte integrante del P.R.G. in base allaspecifica classificazione del territorio agricolo.

Tale disciplina, regolata dal Piano Paesistico Regionale, stabilisce lo spandimento dei liquamisul terreno a scopo di irrigazione del territorio, formulata in funzione della produzioneagricola, della salvaguardia ambientale e delle acque superficiali dagli inquinamenti, nonchédalle attività zootecniche di allevamento suinicolo.

Nel rispetto delle discipline della legge 10.7.1976 n.319 e della succitata disciplina allegataalle presenti norme, lo spandimento dei liquami può essere effettuato esclusivamente previaautorizzazione allo scarico ottenuta dal Comune su domanda dell'interessato, in attuazionedella predetta legge ed in conformità alle indicazioni ed ai limiti, eventualmente anche piùrestrittivi, contenuti nell'autorizzazione stessa.

Per ottenere la concessione edilizia per opere di tipo D) ai sensi della classificazione di cuiall'art. 34 delle presenti norme, la domanda di concessione dovrà dunque essere accompagnatadalla relativa autorizzazione allo scarico di cui al comma precedente.

art.47 - Zone destinate all'esercizio delle attività estrattive

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L'esercizio di attività estrattive per lo sfruttamento di materiali lapidei ed argilla è ammessoesclusivamente nell'ambito delle apposite zone individuate nelle tavole di progetto del P.R.G.

Le aree soggette all'esercizio delle attività estrattive al di fuori delle zone individuate nelletavole di piano sono operanti in funzione di concessioni già rilasciate alla data di adozionedella seguente variante secondo le modalità prescritte dal P.A.E. (Piano delle AttivitàEstrattive) adottato dal C.C. con delibera n.232 del 6/11/1976 ed approvato dalla regioneEmilia Romagna con atto n.4353 del 1/12/1978, modificato con variante adottata dal C.C. condelibera n.121 del 16/6/1988. Alla scadenza delle concessioni relative alle attività estrattivepreviste dal P.A.E. le aree interessate saranno soggette a progetto di ripristino il quale dovràrecepire le indicazioni del piano particolareggiato del Parco Fluviale.

Non sono ammesse nuove attività estrattive e le zone di frantoio non potranno esserericonfermate alla cessazione delle attività.

CAPO V - ZONE DESTINATE AD ATTREZZATURE PUBBLICHE DI INTERESSE GENERALE (Zone omogenee di tipo F)

art.48 - Zone destinate alla viabilità

Le zone destinate alla viabilità comprendono:

a) le strade;b) i nodi stradali;c) i parcheggi;d) le aree di rispetto;

L'indicazione grafica delle strade, dei nodi stradali e dei parcheggi ha valore indicativo finoalla redazione del progetto dell'opera.

Le infrastrutture viarie sono classificate in base alle loro caratteristiche di P.R.G. nellecategorie seguenti:

A) Autostrade: con funzione nazionale e regionale (di tipo A ai sensi del D.M. 1.4.1968) sonoaccessibili solo attraverso le stazioni previste ed eventualmente indicate nelle tavole di P.R.G.

B) Strade di grande comunicazione o di traffico elevato, strade statali di grandecomunicazione: sono accessibili solo attraverso i nodi indicati nelle tavole di P.R.G.Le costruzioni osserveranno una distanza minima dal ciglio stradale di 40 ml. fuori dalperimetro dei centri abitati, oppure rispetteranno se maggiori i limiti delle fasce di rispettoindicate nelle tavole di P.R.G.

C) Assi di scorrimento urbani ed extraurbani: di funzione prevalentemente sovracomunale conlarghezza della sede maggiore di mt. 10,50 (di tipo C, ai sensi del D.M. 1.4.1968), sonoaccessibili attraverso i nodi indicati nelle tavole di P.R.G. o attraverso nuove eventualiimmissioni di strade secondarie, purché distanti non meno di 500 metri dagli accessipreesistenti e da quelli previsti dal P.R.G. Le costruzioni osserveranno una distanza minima dalciglio stradale di ml.30 fuori dal perimetro dei centri abitati oppure rispetteranno se maggiori ilimiti delle fasce di rispetto indicate nelle tavole di P.R.G.

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D) Strade primarie e secondarie di interesse locale: con funzione prevalentemente comunale (ditipo D, ai sensi del D.M. 1.4.1968) sono accessibili mediante dirette immissione delle stradeinterne che dovranno distare fra loro almeno 250 metri.Le costruzioni osserveranno una distanza minima dal ciglio stradale di 20 ml. fuori dalperimetro dei centri abitati, oppure rispetteranno, se maggiori, i limiti delle fasce di rispettoindicate nelle tavole di P.R.G.

Per la distanza dei fabbricati dalle strade appartenenti alle categorie B, C, D, all'interno delperimetro dei centri abitati valgono le prescrizioni di cui al decreto ministeriale 2 aprile 1968,n.1444, art.9, punto 3:- 5 ml. per lato in strade di larghezza inferiore a 7 ml.;- 7,50 ml. per lato in strade di larghezza compresa tra i 7 ml. e i 15 ml.;- 10 ml. per lato in strade di larghezza maggiore a 15 ml.

E) Strade interne: con funzione di distribuzione capillare urbana o poderale degli autoveicoli.La sezione minima, per le strade residenziali a fondo cieco che servono non più di 10.000 mc.,non potrà essere inferiore a 6,50 ml. con carreggiata minima di 4,50 ml.Per le strade locali non a fondo cieco la sezione minima complessiva di recinzione è di 10,50ml.Distanza delle costruzioni dal ciglio stradale 5,00 ml.

F) Strade ciclabili e pedonali: con funzione di distribuzione capillare dei ciclisti e dei pedoni.

La sezione delle strade ciclabili è multipla di 1,25 ml. con un minimo di 2,50 ml.La sezione minima dei pedonali, ivi compresi i marciapiedi stradali, è di ml.1,50.Sulle strade pedonalizzate o parzialmente pedonalizzate è consentita la realizzazione deinecessari arredi e attrezzature connessi al gioco, allo svago ed al tempo libero, nonchéall'installazione a carattere precario di piccole attrezzature quali chioschi, edicole, ecc...

Devono essere rispettate le disposizioni previste dalla legge 9 gennaio 1989 n.13 e del D.M.n.236 del 14 giugno 1989.Nell'attuazione del P.R.G. dovranno essere modificati e soppressi quegli accessi carrabili, cherisultano difformi dalle presenti norme e dalle indicazioni grafiche del P.R.G.All'interno delle zone per la viabilità potranno essere realizzati, oltre a nuove attrezzatureviarie, ampliamenti delle strade esistenti, sedi indipendenti per il traffico dei ciclomotori; ciclie pedoni, impianti di verde di arredo stradale, canalizzazioni di infrastrutture tecnologiche, areedi parcheggio.

Per le strade vicinali ed interpoderali, non asfaltate alla data di adozione della variante alP.R.G., va mantenuta la pavimentazione in mac-adam esistente. Sono ammesse opere dimanutenzione. I nodi stradali sono i luoghi di confluenza di due o più strade. I parcheggipubblici sono individuati nelle tavole di P.R.G.

All'interno di tali zone possono essere realizzati parcheggi interrati o in elevazione, suprevisione di piano particolareggiato.

Sulla base di tale piano, l'Amministrazione Comunale può consentire la realizzazione di edificidi servizio e di attrezzature connesse al traffico.

In sede di progettazione della rete stradale principale e primaria possono essere previsti nuoviparcheggi ad integrazione nelle aree di rispetto stradale.

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Le aree di rispetto, sono necessarie per la realizzazione delle nuove strade, all'ampliamento diquelle esistenti, od alla protezione della sede stradale nei riguardi dell'edificazione e viceversa.

Tali aree sono sottoposte a vincolo speciale che costituisce elemento condizionante ai finidell'edificazione, secondo le prescrizioni dell'apposito articolo 55.

Il limite delle fasce di rispetto equivale comunque al limite di edificabilità.

art.48.1 - Prescrizioni per la viabilità complanare Sud

La realizzazione della infrastruttura viaria complanare alle autostrade e di collegamento delnuovo casello di Campogalliano con Rubiera ad ovest e Modena ad est dovrà sottostare alleprescrizioni fornite dal "Progetto Ambiente" adottato dal Consiglio Comunale con deliberan.92 del 18.07.1991; in particolare dovranno essere previste opere impermeabilizzanti per laraccolta e l'allontanamento di tutte le acque della sede stradale ed autostradale. Le acquedovranno poi essere smaltite nel sistema superficiale geologico minore; tali opere dovrannoinoltre prevedere idonee vasche per lo stoccaggio delle acque dilavanti e/o fluidi inquinantiversati accidentalmente sulla sede autostradale. Su tutto il territorio dovranno essere previstestrutture che impediscano agli automezzi di fuoriuscire dalla sede stradale e dalle sueimmediate vicinanze; dovranno essere previsti un numero adeguato di filari di idonee essenzead alto fusto ed arbustive autoctone, in modo da costituire una barriera visiva ed acustica per learee poste immediatamente a Sud destinate a Parco Fluviale.

Nella fase attuale il tracciato previsto dalla complanare sud resta sospeso in attesa degliapprofondimenti del P.T.O. come da delibera di Giunta Regionale n. 3668 del 26/07/'94.

art.49 - Spazi di sosta e parcheggio in zone residenziali produttive, commerciali eturistiche

Gli spazi di urbanizzazione secondaria adibiti alla sosta e al parcheggio pubblici relativi allediverse destinazioni residenziali, produttive e commerciali, turistiche, sono individuati dalletavole di progetto di P.R.G., in adiacenza delle aree su cui è previsto l'intervento diretto oppurenell'ambito dei comparti per i quali è prescritto l'intervento urbanistico preventivo.

In quest'ultimo caso le aree destinate a parcheggio individuate dalle tavole di P.R.G. sonovincolanti per quanto riguarda l'entità della superficie, mentre la distribuzione e l'ubicazionespaziale ha puramente valore indicativo e dovrà essere precisata e definita progettualmentedalle previsioni dei successivi piani particolareggiati di intervento.Oltre alla dotazione di parcheggi pubblici di urbanizzazione primaria dovranno essere garantiteall'interno del lotto quantità minime di parcheggi di pertinenza correlate al tipo di attivitàprevista.

Tali parcheggi saranno di uso pubblico se relativi a funzioni di tipo commerciale, direzionale,ricreativo, di servizio generale e di attività di servizio.

Le quantità minime per i parcheggi di pertinenza degli edifici sono indicate per le singoledestinazioni agli appositi articoli normativi di zona.

Le aree di parcheggio dovranno essere indicate nelle planimetrie di progetto individuando isingoli posti macchina che per numero dovranno rispettare il rapporto:

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N = S/22,dove S (espresso in mq.) è la superficie risultante dall'applicazione delle quantità sopra indicate

Per i parcheggi di pertinenza degli edifici nel Centro Storico (zona A) dovranno essererispettate le prescrizioni contenute nella relativa disciplina particolareggiata.

Le aree di parcheggio possono essere eccezionalmente localizzate anche in vani interrati.

Nel solo caso di piano particolareggiato è possibile prevedere con apposita clausola da inserirsinella convenzione urbanistica, la parziale complementarità d'uso delle aree di parcheggiopubblico per attività che comportino sempre afflusso di pubblico in orari diversi.

Nel caso di variazione di attività, la concessione potrà essere rilasciata solo subordinatamenteal reperimento degli spazi per parcheggio pubblico.

I parcheggi per attività commerciali ricadenti in zone urbanizzate di tipo "B" ai sensi del D.M.2.4.1968 n.1444 art.5, possono essere localizzati su aree non adiacenti al punto di venditaquando la situazione non consente soluzioni più appropriate. In questo caso la distanzadell'area, della quale il richiedente deve dimostrare la piena disponibilità, non può esseresuperiore a 100 ml. Comunque in adiacenza del punto di vendita deve essere prevista almenouna quota di parcheggio pari al 30% dell'area complessiva.

Nel caso che in adiacenza agli istituendi punti di vendita esistano aree di parcheggio pubblico,potrà essere esaminata, in accordo con l'Ufficio Tecnico Comunale, la possibilità diconteggiare parte dei posti macchina richiesti dalla norma su tali aree e con la monetizzazionedella quota non concessa.

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Art. 49.1 – Area soggetta a prescrizioni specificheZONA 4 Parcheggio TRANSMEC

Prescrizionigenerali

L’area è compresa nella zona omogenea F.Nell’area sono ammesse trasformazioni intese unicamente allarealizzazione di un parcheggio privato a raso destinato alla sosta degliautomezzi dell’adiacente ditta di spedizioni.L’intervento si attua mediante concessione edilizia convenzionata, chedovrà in particolare disciplinare la realizzazione e la cessione delleopere di urbanizzazione primaria, delle opere di urbanizzazionesecondaria (anche con modificazioni dei perimetri interni al comparto,nel rispetto dell’ estensione indicata come verde pubblico dallacartografia di piano).La sistemazione dell’area dovrà osservare i seguenti criteri:• mediante l’impiego di cortine alberate e siepi dovrà essere

conseguito l’isolamento dal paesaggio circostante; è prescrittol’impiego di essenze autoctone, a rapido accrescimento;

• le recinzioni dovranno essere realizzate in rete metallica e siepeviva;

• nella costruzione di eventuali cabine di trasformazione MT/BT, inattesa che vengano definite per questa tipologia di impiantiappropriate fasce di rispetto, dovrà essere rispettata la distanzaminima di ml 3.15 tra le parti in tensione ed i luoghi conpermanenza di persone per un periodo superiore alle quattro ore;dovrà comunque essere sempre attestato, dal gestore o dalrichiedente l’autorizzazione, il perseguimento dell’obiettivo diqualità di 0,2 microTesla, valutato ai ricettori, ai sensi del comma4, art. 13, della LR 390/2000;

• dovranno essere evitati gli stoccaggi interrati di idrocarburi osostanze pericolose: se assolutamente inevitabili dovranno essererealizzati previo studio idrogeologico di dettaglio e con le soluzionitecniche appropriate;

• in fase attuativa dovranno essere concordate con l’ente gestoredelle fognature le soluzioni appropriate a superare le diverseproblematicità del tronco fognario di recapito e dell’impianto disollevamento su via Ponte Alto;

• le acque meteoriche dovranno essere trattate da un impianto didisoleazione appropriato all’estensione della superficieimpermeabilizzata. Il trattamento previsto sarà limitato alle acqwuedi prima pioggia.

• L’area dovrà essere dotata di colonnine di alimentazione elettricadei camion-frigo in sosta, a motore spento.

Trasformazioniammesse

• modifiche allo stato dei luoghi• opere infrastrutturali

Capacitàinsediativa

chiosco di custodia

Destinazioniammesse

parcheggio privato

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art.50 - Zone d'acqua

Le zone d'acqua sono quelle occupate da corsi o specchi d'acqua, le aree demaniali e private,sui lati dei fiumi e dei canali individuate dalle tavole di P.R.G:

Dette aree possono essere destinate soltanto ad opere di sistemazione idrogeologica e ad usiconnessi con le attrezzature per il tempo libero.

Di tali zone è vietata qualunque manomissione che non si renda necessaria per la regolazionedel regime idrico.

La disciplina degli scarichi in tali zone è regolata dal Regolamento Comunale d'Igiene.

ART. 50.1 - aree destinate a mitigazione ambientale di infrastrutture stradali ferroviariee idrauliche.

1. Tali zone sono destinate alla realizzazione di opere di mitigazione ambientale diinfrastrutture stradali, ferroviarie e idrauliche. In tali zone sono ammesse esclusivamente leopere indicate negli strumenti urbanistici o nei progetti di opere pubbliche approvatidall’Amministrazione comunale nei modi di legge. Tali opere hanno finalità di mitigazionedell’impatto sul territorio generato dalla realizzazione di nuove infrastrutture di interessepubblico da parte del Comune o di Enti terzi;

2. Le aree di cui al presente articolo possono essere di proprietà pubblica o privata, comedefinito in sede di accordo procedimentale tra le parti;

3. Le gestione e manutenzione delle aree di cui al presente articolo sarà a curadell’Amministrazione Comunale o di soggetti privati che stipulino con il Comune appositaconvenzione;

4. Le aree di cui al presente articolo potranno essere aperte al pubblico. L’accesso saràregolato da apposita ordinanza in caso di aree di pubblica proprietà e dalla stessaconvenzione di cui al comma precedente in caso di proprietà privata. L’ordinanza e laconvenzione dovranno tenere conto delle vigenti norme in materia di tuteladall’inquinamento acustico e dai campi elettromagnetici.

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CAPO VI - ZONE PER ATTREZZATURE PUBBLICHE DI QUARTIERE O DICOMPLESSO INSEDIATIVO (Zone omogenee di tipo G)

Sono classificate zone territoriali omogenee di tipo G le areenecessarie al soddisfacimento degli standards a livello di quartiere o di complesso insediativoper gli insediamenti esistenti e per i nuovi insediamenti previsti dal P.R.G.

art.51 - Zone per attrezzature tecniche di interesse pubblico

Le zone per attrezzature tecniche di interesse pubblico sono destinate alla realizzazione diimpianti ed attrezzature tecnologiche al servizio della collettività e relativi edifici di servizio.

Appartengono a tale categoria di attrezzature:

- aziende del gas e dell'acqua;- aziende elettriche;- centrali termiche;- aziende tranviarie;- impianti di depurazione di fognature pubbliche;- edifici annonari;- macelli;- mercati comunali;

Oltre tali opere è consentita l'installazione di laboratori scientifici, rimesse attrezzature edimpianti di natura ricreativa e sociale al servizio degli addetti alle attività di cui sopra, ufficiconnessi con le destinazioni ammesse in tali zone, nonché abitazioni per il solo personale disorveglianza e manutenzione.

In queste zone il piano si attua per intervento urbanistico preventivo esteso alle singole areeindividuate dal P.R.G. come comparti di attuazione del piano si dovranno applicare i seguentiindici:

a) Ut = indice di utilizzazione territoriale = 0,45 mq./mq.;b) Parcheggi pubblici = indicati nelle tavole di P.R.G.;c) VL = indice di visuale libera = 0,4;d) Distanze minime dai cigli stradali e dai confini = 5 ml. salvo maggiori distanze imposte dalD.M. 1.4.1968, n.1404.

art.52 - Zone a verde pubblico di quartiere o di complesso insediativo elementare

Nelle zone a verde pubblico residenziale sono ammesse soltanto attrezzature per il gioco.

In tali zone il piano si attua per intervento urbanistico preventivo (P.P.) applicando i seguentiindici:

a) Uf = Indice di utilizzazione fondiaria = 0,10 mq./mq. comprendente attrezzature coperte escoperte;b) Parcheggi = indicati nelle tavole di P.R.G.;c) H = altezza massima = 8 ml.;

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d) Vl = Indice di visuale libera = 1 (distanza minima dai confini 5 ml.);e) Q = Rapporto massimo di copertura = 10%.

art.53 - Zone per attrezzature di servizio residenziali

Le zone per attrezzature di servizio residenziali sono destinate alla realizzazione dei servizi diquartiere o di settore urbano elementare in diretta funzione delle residenze; appartengono a talecategoria di attrezzature:

- i servizi scolastici fino all'obbligo compreso (nido, materna, elementare e media inferiore)corrispondenti allo standard minimo di 7 mq./ab. previsto dalla legge regionale;

attrezzature di interesse comune quali:

- servizi religiosi |- servizi culturali | a scala di quartiere o comunque sub-comunale- servizi sociali |- servizi assistenziali |

Tali attrezzature corrispondono allo standard minimo di 4 mq./ab. previsto dalla leggeregionale.- Servizi sportivi e ricreativi (verde attrezzato per il gioco dei bambini e sport dei ragazziconcorrente, insieme al verde pubblico di cui all'articolo precedente, alla formazione dellostandard minimo di 10 mq./ab. previsto dalla legge regionale.

Nelle zone per attrezzature di servizio residenziali, il P.R.G. si attua per intervento urbanisticopreventivo (P.P.) nell'ambito dei comparti di attuazione individuati dalle tavole del piano.

All'interno delle zone A e B l'individuazione delle zone per attrezzature di servizio riportatenelle tavole di piano hanno carattere vincolante per l'attuazione del P.R.G., mentre nell'ambitodei comparti di espansione le delimitazioni di tali zone hanno valore indicativo e sono riportateper dare un indirizzo alle previsioni dei piani urbanistici preventivi.Dovranno comunque essere rispettate quantitativamente le previsioni del P.R.G.Gli interventi per l'attuazione del piano nelle zone per attrezzature di servizio residenziali sonosoggette all'applicazione dei seguenti indici:

a) Uf = Indice di utilizzazione fondiaria = 0,60 mq./mq.;b) Parcheggi = indicati nelle tavole di P.R.G.;c) H = altezza massima = 14,50 ml;d) Vl = indice di visuale libera = 0,5;e) Distanza minima dai confini = 5 ml.;f) Q = Rapporto massimo di copertura = 30%.

art.54 - Zone per attrezzature di servizio per gli insediamenti produttivi, direzionali,commerciali e turistici

Sono classificate come tali le aree necessarie al soddisfacimento degli standards perattrezzature funzionali agli insediamenti produttivi, direzionali e commerciali, quali centri eservizi sociali, mense ed attrezzature sportive.

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Tali aree, soggette a piano urbanistico di intervento preventivo in via di completamento primadell'adozione della VARIANTE generale, sono soggette a mantenere il rapporto edificatoriosui singoli lotti stabilito dal P.P. anche dopo la decadenza del piano stesso.

In tali zone valgono i seguenti indici:

a) Uf = Indice di utilizzazione fondiaria; A - per le attrezzature di servizio = 0,60 mq./mq. B - per verde ed attrezzature sportive = 0,15 mq./mq.b) Parcheggi = indicati nelle tavole di P.R.G.:c) H = Altezza massima: A - 14,50 ml. B - 8,0 ml.d) VL = Indice di visuale libera: A - 0,5 B - 1e) Distanza minima dai confini = 5 ml.f) Q = Rapporto massimo di copertura: A - 30% B - 15%

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TITOLO III - VINCOLI SPECIALI

Le prescrizioni contenute negli articoli successivi rientrano tra gli elementi condizionanti aifini del computo della potenzialità edificatoria.Nelle zone soggette a vincolo speciale non sono consentite nuove costruzioni, ferma restandola possibilità di computarne la superficie ai fini edificatori, secondo le previsioni del P.R.G. esecondo le prescrizioni di zona.

CAPO I - ZONE A VINCOLO SPECIALE

art.55 - Zone di rispetto alla viabilità

Tali zone sono destinate alla realizzazione delle nuove strade, all'ampliamento ed alle opere diadeguamento e sistemazione di quelle esistenti, od alla protezione della sede stradale oferroviaria nei riguardi dell'edificazione e viceversa e quindi debbono considerarsiinedificabili.

L'indicazione grafica delle zone di rispetto alla viabilità è riportata nelle tavole di progetto delP.R.G. in mancanza di tale indicazione per viabilità, valgono dove applicabili i rispetti previstidal D.M. 1.4.1968 n.1404 e dall'art.48 delle presenti norme.

Nelle zone di rispetto stradale, sulla base di una quantificazione del fabbisogno di impianti perla distribuzione del carburante fatta a livello provinciale, il Piano regolatore generale consente,a titolo precario la costruzione di detti impianti.

art.56 - Zone a vincolo per ragioni storico ambientali

Gli edifici o i complessi edificati indicati sulle tavole di P.R.G., il cui valore discende da unparticolare pregio ambientale od architettonico e nel quale comunque si riconosce unatestimonianza storica, sono sottoposti al vincolo nella loro attuale configurazione, al fine digarantirne la conservazione ed in virtù delle leggi sulla tutela delle bellezze naturali ( L.1.6.1939 n.1089 e 20.6.1939 n.1497).

Sono ammesse quindi le sole opere di restauro e risanamento conservativo e le opere diordinaria manutenzione ed integrazione per il complesso delle alberature e degli spazi verdi.

art.57 - Zone a vincolo cimiteriale

Le zone a vincolo cimiteriale sono destinate alle attrezzature cimiteriali e nelle relative aree dirispetto sono consentite soltanto piccole costruzioni per la vendita dei fiori od oggetti per ilculto e l'onoranza dei defunti.

La concessione o l'autorizzazione alle piccole costruzioni di cui sopra sarà esclusivamente atitolo precario.

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art.58 - Zone a verde privato

In tali zone è consentito il solo recupero degli edifici esistenti secondo la destinazione diP.R.G. degli edifici stessi. Non sono ammessi ampliamenti o nuovi edifici; sono ammessiparcheggi di pertinenza e percorsi all'interno delle areedestinate a verde.

art.59 - Vincolo su alberature ad alto fusto

Gli alberi ad alto fusto sottoposti a particolare tutela sono quelli catalogati nell'appositocensimento effettuato dal Comune di Campogalliano e facente parte del provvedimento divariante adottato dal C.C. con deliberazione n.146 del 9 settembre 1968 ed adottato condeliberazione n.54 del 26 marzo 1987.

1. L'abbattimento di alberi ad alto fusto e la modificazione di impianti colturali aventi caratteremonumentale-paesaggistico ovvero costituenti ambiti di rilevante interesse ambientale, èconsiderato intervento sottoposto a vincolo e come tale soggetto a particolari autorizzazioni.

2. Nel caso in cui l'intervento di abbattimento o di modifica delle alberature di caratteremonumentale-paesaggistico si rende inevitabile, la relativa autorizzazione può essere rilasciatasulla base di un progetto di risistemazione dell'ambiente che preveda il ripristino dellealberature con la piantumazione di essenze adeguate e di relativo impiego del richiedente, amezzo di apposita convenzione.

3. In tutti i progetti presentati le piante legnose esistenti (alberi ed arbusti) dovranno essererilevate ed indicate su apposita planimetria corredata da documentazione fotografica e sidovranno rispettare le alberature esistenti avendo particolare cura di non offendere gli apparatiradicali.

4. Per interventi di ogni tipo, dalle alberature di pregio definite come al presente articolo èrichiesto il rispetto di opportune distanze di salvaguardia, tali da conservare la strutturadell'albero nella sua integrità.

5. Sono tutelati e quindi ne è vietata la demolizione o sostituzione senza relativaautorizzazione, tutti quegli elementi di arredo tradizionale dei fondi agricoli e delle aie, qualipilastrini d'ingresso (coperti e scoperti) lastricature in cotto o in pietra, pozzi vetusti, maestà,banchine e ponti di particolare fattura stilistica.

6. Gli alberi di alto fusto sottoposti a particolare tutela ai sensi del presente articolo sono tuttiquelli catalogati nell'apposito censimento effettuato dal Comune; tale censimento viene assuntocome parte integrante delle presenti norme.

art.60 - Zone a vincolo per scopi di protezione idrogeologica e per la tutela dei corsid'acqua

Tali zone corrispondono ad aree sulle quali è possibile intervenire esclusivamente per laconservazione dell'assetto attuale del suolo o per la realizzazione di opere indispensabili per ilrecupero e la difesa del territorio dalle azioni di alterazione provocate nel tempo dagli elementinaturali o dall'intervento dell'uomo.

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In tali zone è esclusa qualsiasi nuova edificazione. È consentito aumentare le cubature agricoleesistenti (sia residenziali che di servizio) per una quota "una tantum" pari al 20% . Le zone dirispetto ai corsi d'acqua, individuate nelle tavole di progetto del P.R.G., comprendono la zonadi rispetto dal Fiume Secchia, con 150 ml. dal limite demaniale, dei principali canali dibonifica (scolo ed irrigazione) con 100 ml. dal Cavo Lama mentre debbono essere rispettati 50ml. misurati a partire dalla sponda (canali in trincea) o dal piede esterno dell'argine ( cavipensili) e dei canali di bonifica minori per 10 ml. misurati nel modo indicato.

Nelle fasce di rispetto della canalizzazione è vietata la costruzione di edifici e manufatti perqualsiasi destinazioni, ad eccezione di quelli necessari per la sorveglianza e regolazione delregime idrico, per la viabilità locale, nonché per le attrezzature tecnologiche municipali e dialtri Enti che erogano servizi pubblici.

art.61 - Zone di tutela storico-archeologica e della centuriazione

In tali zone il vincolo è finalizzato alla tutela dei beni di interesse storico archeologico,vincolati ai sensi delle leggi nazionali e regionali, e delle presenze archeologichemotivatamente ritenute in tali aree.

Nelle tavole di Piano regolatore vengono individuate, in particolare, le zone di tipo 1 deimateriali archeologici e le zone di tipo 2 di tutela degli elementi della centuriazione in base allaclassificazione stabilita dall’art. 23 del Piano Paesistico.

Le zone di tipo 1 possono essere incluse in parchi regionali volti alla tutela ed allavalorizzazione dei singoli beni archeologici, nonché di altri valori eventualmente presenti.

Nelle zone di tipo 2 considerate di tutela della morfologia centuriata, è di fatto vietato alteraregli elementi caratterizzanti l'impianto storico quale: strade, strade interpoderali, canali di scoloe di irrigazione disposti lungo gli assi principali della centuriazione, i tabernacoli agli incrocidegli assi viari, le case coloniche. Qualsiasi intervento dovrà rispondere ai requisiti richiestidall’art. 23 paragrafo 7 e 8 del Piano Paesistico Regionale.

CAPO II - SCARICHI NELLE ACQUE NEL SUOLO E NELL'ATMOSFERA

art.62 - Disciplina degli scarichi

Il P.R.G. persegue obiettivi di assoluta protezione del territorio da ogni possibile forma diinquinamento o di compromissione ambientale.Per quanto riguarda la disciplina degli scarichi nelle acque, nel suolo e nell'atmosfera valgonole norme contenute nel Regolamento Comunale d'Igiene.

CAPO III - CAPTAZIONE ED UTILIZZO DELLE ACQUE SOTTERRANEE

art.63 - Utilizzo delle acque sotterranee

Il P.R.G. persegue l'obiettivo di salvaguardare le falde sotterranee per un utilizzo razionaledelle risorse idriche. A tal fine l'esercizio di captazione ed utilizzo delle acque sotterranee devesottostare alle seguenti norme da integrare con quelle specificatamente contenute nelRegolamento Comunale d'Igiene e nel regolamento Edilizio Vigente.

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Sono soggetti ad autorizzazioni del Sindaco, ai sensi della Legge 28/01/1977 n.10 e successivemodificazioni ed integrazioni, l'escavazione, costruzione e ristrutturazione dei pozzi per acquaindipendentemente dall'uso domestico o non domestico, al quale è destinata l'acquaeventualmente estraibile (R.D. 11/12/1933 n.1755) per la ricerca, estrazione ed utilizzazionedelle acque sotterranee destinate ad usi diversi da quello domestico, dovrà essere ottenutadebita autorizzazione dalla regione Emilia Romagna, attraverso gli Uffici Provinciali di Difesadel Suolo, Risorse Idriche e Forestali (ex genio Civile), in conformità al R.D. 11/12/1933n.1755.

A tale scopo si precisa che per uso domestico è da intendersi quanto segue:

Rientrano nell'uso domestico le seguenti utilizzazioni d'acqua:a) alimentare ed igienico sanitario, quando l'acqua viene impiegata dal proprietario del terrenosu cui sorge il pozzo e dal suo nucleo famigliare, indipendentemente dalla presenza del "fondo"di cui all'art.93 del R.D. 11/12/1933 n.1755;b) innaffiamento di orti e giardini, intendendo per orto o giardino domestico quella porzione diterreno di stretta pertinenza dell'abitazione, sono compresi anche gli orti non adiacenti atti asoddisfare le esigenze della sola famiglia; sono esclusi i giardini con area superiore a 1.500mq., conseguenza diretta di intervento urbanistico edificatorio;c) abbeveraggio del bestiame, quando il bestiame allevato venga utilizzato per il consumodiretto del proprietario del fondo e del suo nucleo famigliare oppure nel caso di allevamento dibovini e/o suini, non venga superato il rapporto di due capi di bestiame per ogni ettaro disuperficie foraggera del fondo, con un massimo di 10 capi bovini e/o suini.

Non rientrano pertanto fra gli usi domestici:- al punto a) l'acqua per usi alimentari ed igienico sanitari qualora venga impiegata incomplessi turistico alberghieri, industrie, case di cura, ecc..- al punto b) l'acqua impiegata per l'innaffiamento di orti e giardini adibiti alla coltivazione diprodotti destinati alla commercializzazione, nonché i vivai, i parchi, le aree verdi attrezzate e learee verdi inserite in complessi industriali;- al punto c) l'acqua impiegata per l'abbeveraggio del bestiame quando questo è di tipointensivo e nel caso di allevamento di bovini e/o suini, quando questi superano i 10 capi;- tutti gli usi riguardanti impianti di condizionamento a pompa di calore, l'alimentazione dipiscine, laghetti ornamentali, ed impianti ittici, ed in genere per attività produttive (ad esempiosolubilizzazione di antiparassitari quando questi vengano impiegati per prodotti destinati allacommercializzazione).

I pozzi per acqua e/o le ricerche idriche che si spingono al di sotto dei 30 metri dal p.d.c., sonoassoggettati alla Legge 4/08/1984 n.464 e quindi gli interessati dovranno produrre idoneadocumentazione al "Servizio geologico Nazionale" come previsto dalla medesima Legge,attenendosi alla relativa "Circolare esplicativa preliminare".

A.2 Documentazione di progetto.

Nel caso si richieda l'autorizzazione per l'escavazione, costruzione e ristrutturazione di pozziper l'acqua, si dovranno allegare gli elaborati tecnici necessari, di seguito riportati:

- scheda denuncia pozzo, per le parti compilabili in tale fase (all. n.1);- corografia scala 1:25.000 con indicata l'ubicazione del pozzo evidenziata in colore;- planimetria catastale scala 1:2.000 con indicata l'ubicazione del pozzo;

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- planimetria scala 1:500 dell'area interessata con indicazione dei fabbricati, del pozzo inprogetto, di eventuali altri pozzi esistenti, delle distanze da fosse biologiche, pozzi neri,concimaie, vasche stoccaggio liquami zootecnici, fognature, recapiti delle acque nere o altrefonti di possibile inquinamento;- sezione schematica del pozzo con indicazione dell'avampozzo;- relazione tecnica sulle caratteristiche ed uso, prevedibili delle acque prelevate, numero delleabitazioni che si vogliono servire, uso dell'acqua degli eventuali altri pozzi esistenti,indicazione se l'area è servita o meno da pubblico acquedotto, o altre fonti diapprovvigionamento idrico idonee allo scopo.

Rifornimento idrico

1) Opere di captazione da falde.Sulla base delle caratteristiche delle formazioni interessate e di quelle dell'acquifero si definiràil complesso delle opere di attingimento e, in particolare, i tipi dei pozzi più idonei ademungere la portata richiesta.la depressione della superficie piezometrica della falda disturbata dovrà essere contenuta entrovalori tali da evitare richiami da altre falde o di acque esterne.I prelievi dovranno essere opportunamente limitati o anche vietati in quelle zone in cui è datemere un abbassamento del terreno che possa danneggiare direttamente o indirettamente ilterritorio interessato e in particolare gli edifici e le opere sovrastanti.

2) Uso potabile igienico-sanitario e domestico.Ogni fabbricato deve essere provvisto di acqua potabile proveniente dall'AcquedottoComunale, così da garantire un regolare rifornimento per ogni utente.Nelle zone prive di Acquedotto Comunale e quando vi sia la dimostrata impossibilità diprovvedere altrimenti, l'acqua per tali usi potrà essere prelevata da pozzi non superficiali: in talcaso l'apertura del pozzo deve essere debitamente autorizzata dal Comune, e se pozzo nondomestico, anche dal competente Servizio Provinciale Difesa del Suolo.Il Comune autorizzerà, eventualmente, sulla base del presente regolamento di igiene oltre adappositi criteri tecnico- scientifici adottati con delibera consiliare.

3) Altri usi.Sono compresi fra tali usi quelli non ricadenti nella casistica di cui al precedente punto 2.).

Agli insediamenti industriali l'Amministrazione Comunale può imporre gli accorgimentitecnologici atti a limitare il prelievo dell'acqua, specie ai fini del raffreddamento e lavaggio,tramite il riciclaggio della medesima oppure il rifornimento idrico da acquedottospecificatamente destinato ad attività industriali, ove esistente.Qualora approvvigionamento avvenga da fonti diverse (acquedotto, acqua di falda, acquesuperficiali) dovranno essere attuate scelte razionali in relazione ai diversi impieghi, pergarantire a ciascun uso la risorsa più idonea, limitando l'impiego di acqua di falda,considerando la possibilità di integrare l'uso delle acque fra settori diversi (civile, industriale,agricolo).Tali disposizioni potranno essere dettate sulla base della documentazione allegata alladomanda di autorizzazione allo scarico di cui al precedente articolo.Per gli insediamenti industriali esistenti verranno tollerati i sistemi e le quantità prelevate dalpozzo attualmente, sempreché soddisfino le esigenze igienico-sanitarie previste dalRegolamento Comunale di Igiene, fino a quando sarà dimostrata l'impossibilità di provvederealtrimenti.

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Le acque prelevate da un corpo idrico superficiale devono essere restituite con le medesimecaratteristiche qualitative e senza maggiorazione di portata allo stesso corpo del quale sonostate prelevate.

Tutti i soggetti, ad esclusione dei pubblici servizi, i quali provvedono autonomamenteall'approvvigionamento idrico, devono provvedere all'installazione di idonei strumenti per lamisura della portata delle acque prelevate e farne denuncia ai competenti uffici delle Provincie,dei Consorzi o dei Comuni, con periodicità non superiore all'anno ai sensi dell'art.10 dellalegge n.650/1979.L'utilizzazione di acqua per vasche, laghetti, piscine di uso civile può essere limitata o vietatadall'amministrazione Comunale qualora determini valori di consumo non accettabili: per taliattrezzature è di norma prescritto l'impianto di alimentazione a ciclo chiuso.Analogamente può essere limitata o vietata dall'Amministrazione Comunale l'utilizzazionedell'acqua potabile per l'innaffiamento, con particolare riferimento agli impianti automatici sugrandi aree.

art.63 bis - Zone di rispetto ad uso acquedottistico

Nelle zone di rispetto sono vietate le seguenti attività o destinazioni:

a) dispersione, ovvero immissioni in fossi non impermeabilizzati, di reflui, franchi e liquamianche se depurati;b) accumulo di concimi organici;c) dispersione nel sottosuolo di acque bianche provenienti da piazzali o strade;d) aree cimiteriali;e) spandimento di pesticidi e fertilizzanti;f) apertura di cave o pozzi;g) discariche di qualsiasi tipo, anche se controllate;h) stoccaggio di rifiuti, reflui, prodotti, sostanze chimiche pericolose, sostanze radioattive;i) centri di raccolta, demolizione e rottamazione di autoveicoli;l) impianti di trattamento di rifiuti;m) pascolo e stazzo di bestiame;

Nelle zone di rispetto è vietato l'insediamento di fognature e pozzi perdenti; per quelle esistentisi adottano, ove è possibile, le misure per il loro allontanamento.

CAPO IV - ATTIVITÀ PRODUTTIVE IN ZONA AGRICOLA

art.64 - Industrie in zona agricola

Non sono ammessi nuovi insediamenti industriali in tali zone.

Nel caso di edifici esistenti è ammessa la ristrutturazione degli immobili esistenti; previaautorizzazione del C.C. e previa adeguata documentazione delle esigenze di produzione èconsentita la ristrutturazione urbanistica. In entrambi i casi non si può avere aumento di SUsuperiore a quanto previsto al comma successivo.

Si può autorizzare un aumento di un 10% dell'esistente fino ad un massimo di 500 mq. di Su,consentendo comunque un ampliamento minimo di 100 mq. di Su nei casi in cui l'applicazione

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del 10% determini superfici inferiori a 100 mq; l'ampliamento è da ripartire in proporzione allaSU esistente per le singole proprietà.Se l'attività svolta cessa, la nuova concessione dovrà essere soggetta ad autorizzazione delConsiglio Comunale e dovrà rientrare nelle attività ad impatto ambientale nullo.Non sono ammessi ampliamenti alle aree cortilive dopo l'adozione della presente VarianteGenerale.

art.65 - Aree ed edifici destinati ad attività non legate all'agricoltura in zona agricola

In tali zone è consentita solo la ristrutturazione edilizia senza aumento di Su.

Nel caso di aree prive di edificazione è ammessa la costruzione di edifici solo di servizioall'attività consentita fino ad un massimo di 320 mq.

Qualora l'attività esistente cessi o si trasferisca l'area dovrà tornare alla destinazione agricolaed il recupero degli edifici è regolamentato dall'art. 34 delle presenti N.T.A..

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TITOLO IV - DISCIPLINA PER GLI ALLEVAMENTI SUINICOLI

CAPO I - INSEDIAMENTO DEGLI ALLEVAMENTI SUINICOLI

art.66 - Pianificazione degli insediamenti per allevamento suinicolo

L'allevamento suinicolo è oggetto di una specifica normazione, nell'ambito della pianificazioneterritoriale e della programmazione zonale agricola prevista dalle presenti norme di P.R.G.

per conseguire gli obiettivi di pianificazione per l'insediamento degli allevamenti suinicoli, laloro ristrutturazione e razionalizzazione, lo stoccaggio dei liquami zootecnici, sonoregolamentati dalle presenti norme in base ai criteri di corretto uso del suolo e razionaleutilizzo delle risorse naturali e produttive.

La presente normativa costituisce pertanto parte integrante delle norme di attuazione delP.R.G. del Comune, integrando e variando quanto già disposto dalle norme stesse.

L'applicazione delle presenti norme non è richiesta nel caso di interventi relativi ad allevamentiaziendali aventi dimensioni inferiori a 80 q.li di peso vivo allevato o con finalità e dimensionidi auto-approvvigionamento famigliare.

Per quanto attiene alla disciplina igienico-edilizia condizionante la realizzazione delle strutturedi accumulo dei liquami nonché l'esercizio delle tecniche di spandimento agronomico deiliquami e dei fanghi degli impianti di depurazione al servizio degli insediamenti suinicoli,questa viene normata in sede di regolamento comunale di igiene.

art.67 - Qualificazione e tipologia degli insediamenti afferenti l'allevamento suinicolo

Ai fini dell'applicazione delle presenti norme, gli allevamenti suinicoli sono riconducibili alleseguenti tipologie:

a) Allevamenti suinicoli aziendali (o civili), definiti come allevamenti nei quali non vienesuperato il rapporto massimo di 40 q.li di peso vivo allevato per ettaro di terreno in proprietàe/o in possesso per effetto di un documentato diritto dell'azienda richiedente;b) Allevamenti suinicoli intensivi (o industriali o produttivi) definiti come allevamenti neiquali viene superato il rapporto di 40 q.li di peso vivo allevato per ettaro di terreno in proprietàe/o in possesso per effetto di un documentato diritto dell'azienda richiedente.

Nel caso si debbano valutare Caseifici Sociali, Cooperative Casearie o Cooperative agricole,dovranno essere considerati i terreni in affitto o in diritto reale dei singoli soci.

Ai fini dell'edificabilità, dell'ampliamento di allevamenti esistenti la superficie agricola daconsiderare deve essere compresa nell'ambito del territorio comunale e in diritto reale digodimento o in affitto.

Si considera inoltre l'allevamento "da ingrasso" quella struttura dove il numero di capimediamente presenti nell'allevamento ha il rapporto (lattonzoli + ingrasso)/ riproduttorisuperiore a 16.

È considerato a "ciclo chiuso" l'allevamento dove lo stesso rapporto è compreso fra 8 e 16.

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Si considera "scrofaia" quando tale rapporto è inferiore a 8.

Qualunque richiesta di concessione o autorizzazione edilizia concernente le strutture diallevamento, comporta la preventiva necessità, da parte del richiedente:a) di qualificare esattamente l'allevamento in base alle definizioni di cui al precedente primocomma, fornendo allo scopo la documentazione del caso; nei casi in cui ciò fosse richiesto, taledocumentazione deve risultare adeguatamente inquadrata nelle previsioni del Piano diSviluppo Aziendale approvato dai competenti Organi redatto secondo quanto previsto dallalegge regionale n.47/1978 e seguenti modificazioni;b) di avere preventivamente superato i problemi derivanti dagli scarichi zootecnici tramite unadeguato stoccaggio ed un equilibrato spandimento sul suolo o con altre tecniche alternativeche portino comunque alla completa soluzione dei problemi ambientali connessi ai liquami inrelazione a quanto previsto dalla legislazione nazionale e regionale ed alle esigenze di unacorretta pratica agronomica;c) di avere previsto, nel complesso dell'allevamento, apposite strutture per la sosta deglianimali in ingresso ( per almeno 15 giorni) e di idonei sistemi per lo stoccaggio el'eliminazione degli animali morti e degli annessi fetali;d) di avere già installato o previsto in progetto un idoneo sistema di lavaggio e disinfezione deimezzi in ingresso o in uscita dall'allevamento.

art.68 - Parametri di proporzionamento degli insediamenti per l'allevamento suinicolo

Ai sensi della vigente legislazione regionale ed ai fini dell'applicazione delle presenti norme, ilproporzionamento e la misurazione degli insediamenti per l'allevamento suinicolo vengonoeffettuati applicando i parametri di calcolo di cui ai commi e articoli successivi e, per ciòassumendo come unità di misura convenzionale il quintale di peso vivo allevato (che di seguitosarà abbreviato q.le) a cui rapportare l'effettiva consistenza dell'allevamento ed i relativiadempimenti.

I parametri di calcolo relativi alle singole categorie di animali, risultano i seguenti:

Categoria di animali limiti di peso indice medioin kg. in q.li

LATTONZOLO 7 - 25 0.15MAGRONCELLO 25 - 50 0.35MAGRONE E SCROFETTE DA RIMONTA 50 - 90 0.70SUINO MAGRO DA MACELLERIA 90 - 115 1.00SUINO GRASSO DA MACELLO 90 - 160 1.20SCROFA IN CICLO DI MATERNITÀ 150 - 200 1.80VERRO - 2.00

Per Superficie Utile di Allevamento (S.U.A.) si deve intendere la superficie di calpestio deglianimali al lordo della mangiatoia.

Ai fini del calcolo della S.U.A., non verranno considerate le aree esterne di calpestio inferiori a2 mt. (anche se coperte con strutture smontabili leggere ma non tamponate con opere murariefisse).Le aree di calpestio esterne scoperte comportano:

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- nel caso di larghezza compresa fra 2 mt. e 3mt., l'aumento del 10% della S.U.A. dellacorrispondente area di calpestio interna;

- nel caso di larghezza superiore a 3 mt., l'aumento del 30% della S.U.A. della corrispondentearea di calpestio interna.

Per consentire l'approntamento dei locali accessori (depositi mangimi, locale preparazionealimenti, ricovero attrezzature, sala fecondazione, locale per assistenza veterinaria, centraletermica, centrale elettrica, uffici, servizi accessori), verrà concessa la necessaria superficie.

Nel caso di porcilaie a più piani la superficie utile di allevamento deve computarsi per ognipiano agibile.

I parametri di riferimento relativi alla Superficie Utile di Allevamento (S.U.A.) per le singolecategorie di animali e per la valutazione della potenzialità dell'allevamento risultano, di norma,pertanto:

Categoria di animali limiti di peso S.U.A. in kg. in mq.

LATTONZOLO 7 - 25 0.20 - 0.30MAGRONCELLO 25 - 50 0.37 - 0.47MAGRONE E SCROFETTE DA RIMONTA 50 - 90 0.62 - 0.72SUINO MAGRO DA MACELLERIA 90 - 115 0.75 - 0.95SUINO GRASSO DA MACELLO - 1.00 - 1.15VERRO - 4.00 - 8.00SCROFA IN CICLO E IN MATERNITÀ 150 - 200 - nelle sale parto 4.00 - in gestazione e fecondazione-attesa: - se in gabbie 1.20 - nei box 2.00 - 3.00

I valori indicati di S.U.A. sono riferiti rispettivamente: il primo, a pavimenti fessurati, e ilsecondo, a pavimenti pieni. per le categorie di animali superiori ai 50 kg. di peso, allevate supavimento pieno e con corsie di defecazione su pavimento fessurato o con cassoni ribaltabili,dovranno essere utilizzati i primi valori.

art.69 - Requisiti degli insediamenti per allevamento suinicolo

Le costruzioni adibite all'allevamento dei suini debbono perseguire in particolare due scopi benprecisi:

a) una razionalizzazione strutturale e funzionale delle costruzioni, intendendo con ciòl'attuazione di tutti quegli accorgimenti che tendono a favorire la salubrità e il comfortdell'ambiente onde ottenere il massimo rendimento da parte dell'animale allevato e la massimasicurezza, igienicità del lavoro per gli addetti all’allevamento;b) nell'ambito delle suddette necessità, la maggior economicità realizzativa e di gestionepossibile ed una progettazione generale che consenta un risparmio nell'uso delle risorse idrichee che renda agevole l'asportazione, l'accumulo e lo spandimento dei liquami prodotti, nonchéun'adeguata organizzazione dell'ambito cortilivo (viabilità aie, barriere vegetali) per un

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migliore inserimento ambientale e per ridurre al massimo i problemi di sanità animale legati aitrasporti in caso di epidemie.

art.70 - Allevamenti esistenti, sospesa e cessata attività, modifica della titolarità

Sono definiti:

- "allevamenti esistenti": gli allevamenti in essere e in esercizio alla data di adozione dellapresente normativa;- "attività cessata": l'attività di allevamento viene considerata cessata definitivamente quando,anche a seguito di controlli di carattere sanitario e ambientale effettuati dall'appositaCommissione Comunale di Vigilanza sugli allevamenti suinicoli, l'impianto risulta sprovvistodi bestiame per un periodo superiore ad un anno e/o risulta dimostrabile, tramitedocumentazione idonea (fatture o autofatture di acquisti e vendite, forniture di energia, ecc..),una significativa attività di allevamento in essere.- "attività sospesa": l'attività di allevamento può essere preventivamente dichiarata sospesa daltitolare (e come tale continuare ad essere considerata esistente) per un periodo non superiore a12 mesi, salvo eventuali proroghe riconosciute dall'Amministrazione Comunale; il titolaredell'allevamento è tenuto a fornire comunicazione scritta al comune di quanto sopra indicato,entro 30 giorni dall'inizio della sospensione dell'attività.

Qualora venga modificata la titolarità di un allevamento esistente o sospeso (con esclusionequindi degli allevamenti cessati), dovrà essere valutata la rispondenza dei requisiti del nuovotitolare alle norme previste ai successivi articoli: in particolare si dovrà valutare sel'insediamento sia definibile di tipo civile (aziendale) o produttivo (intensivo).

Qualora cessi definitivamente l'attività di un allevamento ai sensi del presente comma, la stessanon potrà essere ripresa.

art.71 - Classificazione del territorio agricolo comunale in funzione delle possibilità diaccogliere interventi relativi ad insediamenti per allevamenti suinicoli

La localizzazione degli insediamenti per allevamento suinicolo è regolamentata dalle presentinorme in base all'apposita cartografia allegata.

La presente classificazione è effettuata in base alla vulnerabilità del territorio agricolo aglispandimenti agronomici di liquami zootecnici e in base alla densità in q.li per ettaro dei capipresenti al momento attuale sul territorio agricolo.

Per la predisposizione della zonizzazione relativa alle possibilità di insediamento degliallevamenti suinicoli, la suddivisione del territorio comunale ha come elementi di riferimento:

- le potenzialità recettive di liquami di origine zootecnico- suinicola a scopo spandimentoagronomico, anche in conformità a quanto previsto dalle norme contenute nel regolamentocomunale di igiene, definite con specifica cartografia (tav.8) e predisposte secondo i criteriindicati dalle normative regionali, le quali individuano la seguente suddivisione del territorio:

U) ZONA U (zona extra-agricola) nella quale non è ammesso nessuno spandimentoagronomico di liquami derivanti da allevamenti suinicoli;A) ZONA A di vulnerabilità ambientale esclusa agli spandimenti agronomici di liquamiderivanti dagli allevamenti suinicoli;

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B) ZONA B limitatamente idonea agli spandimenti agronomici di liquami derivanti dagliallevamenti suinicoli;C) ZONA C idonea agli spandimenti agronomici di liquami derivanti dagli allevamentisuinicoli;

- il rapporto esistente fra i q.li di peso vivo presenti e la superficie territoriale delle rispettiveSezioni di censimento agricolo (delimitate secondo quanto indicato dell'ISTAT ed al nettodelle aree urbanizzate), il quale individua la seguente suddivisione del territorio (Tav. 8):

D) ZONA D con densità complessiva di animali attualmente allevati superiore a 10 q.li/ettaro;E) ZONA E con densità complessiva di animali attualmente allevati compresa fra 10 e 5q.li/ettaro;F) ZONA F con densità complessiva di animali attualmente allevati inferiore a 5 q.li/ettaro.

L'integrazione dei due gruppi di parametri definisce la griglia delle possibilità attribuibili allediverse zone per l'insediamento suinicolo.

DENOMINAZIONE ATTRIBUIBILE ALLE DIVERSE ZONE DEL TERRITORIOCOMUNALE IN RELAZIONE ALLE POSSIBILITÀ CONSENTITE AGLIALLEVAMENTI SUINICOLI

ZONA U ZONA A ZONA B ZONA Cvul. spandim (q.li/ha) 0 0 15 30densità (q.li/ha)ZONA D > 10 1 4 7 10ZONA E < 10 > 5 2 5 8 11ZONA F > 5 3 6 9 12

La rappresentazione cartografica è definita nall'apposita tavola di P.R.G. n.8.

Tenuto conto che i parametri di riferimento ed in particolare quello della densità di animalipresenti per unità di superficie, sono destinati a modificarsi nel tempo, dovranno, di norma,essere previsti aggiornamenti almeno quinquennali della cartografia utilizzata: a discrezionedell'Amministrazione Comunale si potrà procedere ad aggiornamenti più frequenti a seguito dinotevoli modificazioni nella consistenza locale del comparto suinicolo.

art.72 - Interventi relativi ad allevamenti suinicoli aziendali esistenti

Gli interventi relativi ad allevamenti suinicoli aziendali esistenti sono regolamentati dalpresente articolo, in particolare qualora comportino ristrutturazioni e/o manutenzioni dellestrutture edilizie ed in relazione alle possibilità edificatorie ammesse.

Con riferimento alla classificazione di cui al presente art.70 sono ammessi:

- nelle zone 1, 2, 3, 4, nessun intervento consentito;- nelle zone 5, 6, 7, solo interventi di ristrutturazione (con esclusione della demolizione ericostruzione dei fabbricati), di manutenzione straordinaria senza incremento della SuperficieUtile di allevamento e dei q.li di peso vivo allevati;- nella zona 8 interventi di ristrutturazione (compresa anche la demolizione e la ricostruzione),con possibilità di ampliamenti fino al raggiungimento del rapporto pari a 10 q.li di peso vivo

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allevato per ettaro, con riferimento dell'intera superficie in proprietà o in altro diritto reale digodimento documentato; non sono consentiti accorpamenti e trasferimenti di allevamenti.- nella zona 9 interventi di ristrutturazione (compresa anche la demolizione e la ricostruzione),con possibilità di ampliamenti fino al raggiungimento del rapporto pari a 15 q.li di peso vivoallevato per ettaro, con riferimento all'intera superficie in proprietà o in altro diritto reale digodimento documentato; non sono consentiti accorpamenti e trasferimenti di allevamenti.- nelle zone 10 e 11 interventi di ristrutturazione (compresa anche la demolizione e laricostruzione), con possibilità di ampliamenti fino al raggiungimento del rapporto pari a 20 q.lidi peso vivo allevato per ettaro, con riferimento all'intera superficie in proprietà o in altrodiritto reale di godimento documentato; non sono consentiti accorpamenti e trasferimenti diallevamenti.- nella zona 12 interventi di ristrutturazione (compresa anche la demolizione e laricostruzione), con possibilità di ampliamenti fino al raggiungimento del rapporto pari a 30 q.lidi peso vivo allevato per ettaro, con riferimento dell'intera superficie in proprietà o in altrodiritto reale di godimento documentato.

Sono consentiti accorpamenti e trasferimenti di allevamenti nel rispetto di quanto indicato dallepresenti norme.

Gli ampliamenti consentiti nelle zone 8, 9, 10, 11, 12 debbono inoltre rispettare i seguentivalori massimi:

q.li di peso vivo attualmenteallevati

percentuale massima diincremento possibile

inferiore a 500 + 100%compresi fra 500 e 1000 + 40%maggiori di 1000 + 10%

Nelle zone 8, 9, 10, 11, 12, gli interventi di ristrutturazione degli allevamenti aziendali,potranno essere consentiti a condizione che:

- a mezzo di nuove tecniche di allevamento e gestione, vengano adottati dispositivi per lapulizia che comportino un consumo massimo di acqua, misurato a contatore, pari a 12litri/q.le/giorno;- venga effettuata la separazione delle acque bianche (piovane), dalle nere;- venga previsto lo spostamento in altra zona più idonea, di eventuali lagoni esistenti localizzatiin prossimità di corsi d'acqua naturali o canali irrigui.

Nelle zone di cui ai commi precedenti, gli interventi di demolizione e ricostruzione, nonché gliaccorpamenti e trasferimenti; quando ammessi, dovranno rispettare i seguenti limiti:

D1 = m. 500 dai limiti di zona agricola;D2 = m. 15 dai confini di proprietà;D3 = m. 60 dalle case di abitazione di qualunque tipo;D4 = distanza delle strade = D.M. 1.4.1968;D5 = m. 6 da fabbricati non di abitazione;e comunque nel rispetto della visuale libera VL = 0,5.

Nella zona F "tav.8" gli ampliamenti saranno ammessi solo se effettuati su lettiera permanente.

art.73 - Divieto di realizzazione per nuovi allevamenti aziendali

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I nuovi insediamenti per allevamenti suinicoli di tipo aziendale sono esclusi in qualsiasi zonadel territorio comunale.

art.74 - Interventi relativi ad allevamenti intensivi esistenti

Gli interventi relativi ad allevamenti suinicoli industriali esistenti sono regolamentati dalpresente articolo.Con riferimento alla classificazione di cui al precedente art.70 sono ammessi.Nelle zone 1, 2, 3, 4, nessun intervento è consentito.Nelle zone 5, 6, 7, solo interventi di ristrutturazione (con esclusione della demolizione ericostruzione dei fabbricati), di manutenzione straordinaria, senza incremento della SuperficieUtile di allevamento e dei q.li di peso vivo allevati.Nelle zone 8, 9, 10, 11, 12, interventi di ristrutturazione (compresa anche la demolizione e laricostruzione), senza incremento della Superficie Utile di allevamento e dei q.li di peso vivoallevati; questi potranno essere consentiti a condizione che:- a mezzo di nuove tecniche di allevamento e gestione, vengano adottati dispositivi per lapulizia che comportino un consumo massimo di acqua, misurato a contatore, pari a 12litri/q.le/giorno;- venga effettuata la separazione delle acque bianche (piovane) dalle nere;- venga previsto lo spostamento in altra zona più idonea, di eventuali lagoni esistenti localizzatiin prossimità di corsi d'acqua naturali o canali irrigui.

Non sono consentiti accorpamenti e trasferimenti di allevamenti da altre zone.

Nelle zone di cui ai commi precedenti, gli interventi di demolizione e ricostruzione, quandoammessi dovranno rispettare i seguenti limiti:

D1 = m. 500 dai limiti di zona agricola;D2 = m. 15 dai confini di proprietà;D3 = m. 60 dalle case di abitazione di qualunque tipo;D4 = distanza dalle strade = D.M. 1.4.1968;D5 = m. 6 da fabbricati non di abitazione;

e comunque nel rispetto dell'indice di visuale libera VL =0,5

art.75 - Divieto di realizzazione per nuovi allevamenti intensivi

I nuovi insediamenti per allevamenti suinicoli di tipo intensivo sono esclusi in qualsiasi zonadel territorio comunale.

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TITOLO V: RILOCALIZZAZIONE DI EDIFICI IN CONSEGUENZA DELLAREALIZZAZIONE DI INFRASTRUTTURE STRADALI, FERROVIARIE EIDRAULICHE

Art. 76: rilocalizzazione degli edifici da demolire in conseguenza della realizzazione diinfrastrutture stradali ferroviarie e idrauliche.

1. La ricostruzione di edifici funzionali all’agricoltura e ricadenti in zone territorialiomogenee E, di cui all’art. 40 della legge regionale 7 dicembre 1978, n. 47, modificata eintegrata, che debbano essere demoliti in conseguenza di provvedimenti espropriativiconnessi alla realizzazione di opere pubbliche stradali o ferroviarie o idrauliche, èconsentita, ai sensi della legge regionale 1 dicembre 1998, n. 38, al di fuori delle zone dirispetto, in aree contigue e della medesima proprietà, con la stessa potenzialità edificatoriae le stesse destinazioni d’uso con concessione edilizia gratuita.Qualora la ricostruzione di cui sopra non possa avvenire su area contigua e della medesimaproprietà, ma comunque classificata dal vigente P.R.G. come zona agricola E, essa èsempre consentita, mediante intervento diretto con concessione edilizia, alle medesimecondizioni di cui sopra, purché il nuovo insediamento rurale sia insediato su di un’area conun’estensione non inferiore a 3 ha e purchè non ricada nella casistica prevista dalla L.R.18.5.99 n. 9 e s.m.i.. Tale nuovo insediamento rurale viene identificato in sede diconcessione edilizia, in conformità a quanto stabilito dall’art. 33 bis delle presenti norme.

2. Qualora il proprietario non disponga di un’area di estensione come sopra indicata, i soliedifici residenziali in ragione della stessa potenzialità edificatoria possono essere ricostruitinell’ambito delle aree comunali individuate al fine di rilocalizzare gli edifici di che trattasi,o, a mezzo di variante al Piano regolatore generale, ai sensi dell’art. 15 della leggeregionale 7 dicembre 1978, n. 47, modificata e integrata, in zona agricola – E, su area dellamedesima proprietà.

3. La ricostruzione di edifici non funzionali all’agricoltura, ubicati in zona territorialeomogenea E, che debbano essere demoliti nelle stesse ipotesi di cui sopra, può avvenirenell’ambito delle aree comunali individuate al fine di rilocalizzare gli edifici di che trattasi,o su altra area del territorio comunale, a mezzo di variante al Piano regolatore generale, aisensi dell’art. 15 della legge regionale 7 dicembre 1978, n. 47, modificata ed integrata.- Gli edifici potranno essere rilocalizzati trasferendo nel nuovo ambito la potenzialità

edificatoria del vecchio immobile aumentando la s.u. delle unità immobiliari esistentiadibite ad abitazione di mq 30. Qualora l’immobile da delocalizzare sia unifamiliare edabbia una s.u. inferiore a mq 180, è possibile l’ampliamento fino al raggiungimento ditale superficie.

Sia gli edifici da demolire che gli ambiti di rilocalizzazione sono individuati e collegatigraficamente nelle tavole di piano con apposita simbologia numerica.Gli interventi di che trattasi sono realizzati con concessione edilizia gratuita, a parità dicarico urbanistico.

4. Le nuove abitazioni di cui ai commi 1, 2 e 3, da ricostruire in Zona E, qualora fosserooriginariamente collocate in un unico fabbricato dovranno essere realizzate ugualmente inun unico fabbricato. Nel caso in cui venga richiesta la rilocalizzazione di un numeroinferiore all’esistente di unità immobiliari accorpate in unico edificio, la stessa può essereconsentita per quei proprietari che ne abbiano presentato richiesta. I proprietari di unitàimmobiliari a destinazione residenziale che non ne richiedono la rilocalizzazione

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contestualmente agli altri condomini, mantengono il loro diritto edificatorio alle seguenticondizioni:- Le unità immobiliari residue dovranno essere ricostruite esclusivamente nelle aree

individuate dall’Amministrazione comunale e indicate al primo periodo del commasecondo del presente articolo

5. La ricostruzione degli edifici in zona agricola deve avvenire secondo criteri di coerenzacon le essenziali caratteristiche tipologiche, costruttive e compositive proprie delle formetradizionali locali e dei tipi edilizi rurali a corte tipici dell’area culturale modenese.

6. La ricostruzione di edifici ubicati in zona urbana, che debbano essere demoliti nelle stesseipotesi di cui sopra, può avvenire nell’ambito delle aree comunali individuate al fine dirilocalizzare gli edifici di che trattasi, o su altra area del territorio comunale della medesimaproprietà a mezzo di variante al Piano regolatore generale, ai sensi dell’art. 15 della leggeregionale 7 dicembre 1978, n. 47, modificata ed integrata, se necessaria, alle medesimecondizioni di cui ai precedenti commi.

7. Sono sempre fatte salve le previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale,in particolare le prescrizioni relative alle aree identificate agli artt. 17, 18 e 19 del P.T.C.Pstesso, oltre alle eventuali prescrizioni conseguenti a vincoli i cui al decreto legislativo 29ottobre 1999, n. 490.

8. Gli immobili che non hanno funzione abitativa e non possono essere riconvertiti a talefunzione ai sensi dell’art. 34 lettera L9.2 numero 2) delle presenti NTA, e che - essendopertinenze di servizio dei fabbricati abitativi non sono utilizzabili autonomamente -vengono rilocalizzati unitamente e contestualmente al fabbricato principale, calcolando lasuperficie pertinenziale come “servizi all’abitazione”.

9. Qualora si tratti di insediamento plurimo è necessario progettare coerentementel’intervento dal punto di vista dell’inserimento urbanistico/ambientale. In particolare sidovrà predisporre un progetto planivolumetrico d’insieme relativo a tutta l’area diintervento, che proponga soluzioni - coerenti con l’ambiente rurale e in conformità conquanto prescritto al comma precedente - in merito alla viabilità, le forniture elettriche, iservizi depurativi, la raccolta rifiuti, le aree pavimentate, gli elementi di mitigazioneambientale confinanti con l’area agricola (filari e siepi), ecc. In particolare lasuddivisione delle aree di pertinenza dovrà essere realizzata tramite siepe viva e retemetallica, escludendo le recinzioni in muratura.

Art. 77: rilocalizzazione degli edifici dichiarati incompatibili in conseguenza dellarealizzazione di infrastrutture stradali ferroviarie e idrauliche.

1. Gli edifici dichiarati incompatibili a seguito della realizzazione di opere pubbliche stradali,ferroviarie e idrauliche ed infrastrutture connesse, con le modalità previste dalla leggeregionale 1 dicembre 1998, n. 38, qualora, mediante convenzione, siano ceduti all’enteespropriante oppure, mediante convenzione con il Comune diventino oggetto di obbligo didemolizione da parte del proprietario, possono essere ricostruiti nell’ambito delle areecomunali individuate al fine di rilocalizzare gli edifici di che trattasi, o su altra area delterritorio comunale della medesima proprietà, a mezzo di variante al Piano regolatore

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generale, ai sensi dell’art. 15 della legge regionale 7 dicembre 1978, n. 47, modificata eintegrata. Gli interventi di che trattasi sono assoggettati a concessione edilizia onerosa,salvo i casi di gratuita specificamente disciplinati dall’art. 9 della legge 28 gennaio 1977, n.10 modificata ed integrata.

2. Per quanto compatibili, si applicano le medesime prescrizioni di cui al precedente art. 76commi 3 e 4.

3. Sono sempre fatte salve le previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale,in particolare le prescrizioni relative alle aree identificate agli artt. 17, 18 e 19 del P.T.C.Pstesso, oltre alle eventuali prescrizioni conseguenti a vincoli i cui al decreto legislativo 29ottobre 1999, n. 490.

4. Gli immobili che non hanno funzione abitativa e non possono essere riconvertiti a talefunzione ai sensi dell’art. 34 lettera L9.2 numero 2) delle presenti NTA, e che - essendopertinenze di servizio dei fabbricati abitativi non sono utilizzabili autonomamente -vengono rilocalizzati unitamente e contestualmente al fabbricato principale, calcolando lasuperficie pertinenziale come “servizi all’abitazione”.

5. non potranno in nessun caso essere concesse o autorizzate modifiche alle destinazionid’uso in atto per gli edifici dichiarati incompatibili per la funzione abitativa a seguito dellarealizzazione di opere pubbliche stradali, ferroviarie e idrauliche ed infrastruttureconnesse, con le modalità previste dalla legge regionale 1 dicembre 1998, n. 38, qualoranon fossero rilocalizzati a norma del presente capo, se le modifiche prevedano ledestinazioni di cui all’art. 25.5 e destinazioni definite come “interventi di tipo A” dagli art.34 e 44 delle presenti Norme Tecniche di Attuazione.

6. Qualora gli edifici siano – al momento della dichiarazione di incompatibilità – utilizzatiper una delle funzioni di cui al comma precedente, per gli stessi non è ammessa nuovaattività edilizia se non volta al mantenimento delle strutture esistenti, quali interventi dimanutenzione ordinaria e straordinaria.

Art. 78: termini per le domande di rilocalizzazione.

I proprietari di immobili di cui ai precedenti articoli 76 e 77 possono presentare domanda dirilocalizzazione entro un anno dalla data della stipula dell’accordo espropriativo o dalladichiarazione di incompatibilità. Decorso tale termine il diritto edificatorio verrà mantenutoalle seguenti condizioni:

- Le unità immobiliari residue dovranno essere ricostruite esclusivamente nelle areeindividuate dall’Amministrazione comunale e indicate al primo periodo del commasecondo del presente articolo

Art. 79: fasce di valutazione del clima acustico. Norme relative agli scarichi delle acquereflue domestiche

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Per quegli edifici ad uso residenziale da rilocalizzare che vengano ubicati in prossimità dellanuova infrastruttura stradale, ferroviaria o idraulica, il proprietario dovrà produrre studio divalutazione di clima acustico ai sensi dell’art. 8 della Legge 447/95, prima del rilascio dellaConcessione Edilizia.Le disposizioni di cui al comma precedente si applicano solamente a quegli edifici cherientrino nelle fasce ritenute critiche dalla V.I.A. predisposta in sede di progettazionedell’infrastruttura.

Relativamente agli scarichi delle acque reflue domestiche, questi ultimi dovranno essererecapitati in pubblica fognatura dotata di impianto di depurazione, ovvero, qualora il corporicettore sia ritenuto idoneo a ricevere scarichi idrici, occorrerà prevedere adeguatitrattamenti in loco per il rispetto dei limiti del D.Lgs. 152/99 e successive modifiche eintegrazioni; in alternativa, potranno essere adottati sistemi diversi purchè ne sia dimostratal’efficacia e la rispondenza alle norme ambientali vigenti.