32
Principi di genetica microbica 1 Nel DNA e nell’RNA le basi azotate sono sottoforma di NUCLEOTIDI NUCLEOSIDE LE BASI AZOTATE Informazioni propedeutiche supplementari 2

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Principi di genetica

microbica

1

Nel DNA e nell’RNA le basi azotate sono sottoforma di NUCLEOTIDI

NUCLEOSIDE

LE BASI AZOTATE

Informazioni propedeutiche supplementari

2

Struttura e legami chimici tra le basi azotate

eliche antiparallele

Informazioni propedeutiche supplementari

3

La formazione del legame fosfo-di-estere

Affinchè il legame fosfodiestere possa

essere formato dall’enzima DNA

polimerasi, sono indispensabili un ossidrile

(-OH) libero in posizione 3’ e un nucleotide

trifosfato (cioè in forma energizzata).

La polimerizzazione del DNA (cioè la

formazione di un filamento di DNA)

avviene perciò in direzione 5’ → 3’

Informazioni propedeutiche supplementari

4

I legami tra le basi azotate

5

La replicazione del DNA

LA Replicazione del DNA è SEMICONSERVATIVA

Informazioni propedeutiche supplementari

6

La replicazione del DNAInformazioni propedeutiche supplementari

7

La replicazione del DNA:

il meccanismo molecolare (1)

I tetrameri della porteinaDnaA si legano incorrispondeza dell’origine direplicazione (oriC)

I filamenti della doppia elica si

separano in corrispondenza di

una vicina regione ricca in A e T

Informazioni propedeutiche supplementari

8

GRAM negativo

La replicazione del DNA: il

meccanismo molecolare (2)

+ girasi

La proteina DnaB (elicasi), che forma uncomplesso con DnaC, si lega allaestremità dell’apertura. Questa reazionerichiede la presenza della proteina DnaTe di ATP. DnaB contribuisce allosvolgimento della doppia elica conl’enzima girasi

Le proteine che legano il DNA a singolofilamento (SSB) avvolgono i filamenti e neimpediscono il riappaiamento, completando laformazione del complesso iniziale

I filamenti esposti possono

ora fare da stampo per la

sintesi del DNA

La regione

legata a DnaA

si svolge

Informazioni propedeutiche supplementari

9

La replicazione del DNA: il meccanismo molecolare (3)

PRIMASI

L’enzima primasi e molte altre proteinesi localizzano nella forca replicativa

La primasi sintetizza un innesco(primer) ad RNA sia per il filamentoguida che per il filamento copia

Un complesso dimericocostituito dalla DNA polimerasiIII si lega a ogni forcareplicativa e replica i filamenti

Informazioni propedeutiche supplementari

10

La replicazione del DNA:

il meccanismo molecolare (4)

Informazioni propedeutiche supplementari

11

LA RIPARAZIONE DEGLI ERRORI

Gli errori non corretti dall’attività

Proofreading della DNA polimerasi

possono essere corretti da altri

sistemi enzimatici (MutS, MutH e

MutL).

Non sempre avviene un corretto appaiamento A:T e

C:G . La DNA polimerasi commette errori che

devono essere RIPARATI.

Il TASSO DI ERRORE in Escherichia coli

è inferiore a 10-9 per paio di basi

duplicate. Il basso tasso di errore è così

basso a causa dell’attività di riparazione

(Proofreading) della DNA polimerasi.

Informazioni propedeutiche supplementari

12

LA TRASCRIZIONE

N.B.: il fattore sigma è la

subunità della RNA-

polimerasi in grado di

riconoscere il PROMOTORE

del gene che deve essere

trascritto

N.B.: l’ mRNA dei procarioti

non viene modificato dopo la

sua trascrizione

N.B.: un gene che nella

cellula è sempre espresso è

detto gene costitutivo

Informazioni propedeutiche supplementari

13

Il dogma centrale della biologia

REPLICAZIONE

DNA → DNADNA polimerasi

TRASCRIZIONE

DNA → RNARNA polimerasi

TRADUZIONE

RNA → ProteinaRibosomi

14

La cellula può modulare quali geni, in uno

specifico contesto, possono essere espressi

(cioè trascritti) e quali invece no. Questo

processo si chiama REGOLAZIONE

GENICA o REGOLAZIONE DELLA

TRASCRIZIONE

La regolazione genica permette alla cellula di

modulare le sue capacità (variando il pool di

enzimi disponibili), facendo fronte alle

specifiche esigenze ambientali, che sono in

costante ed inevitabile mutazione

15

LA REGOLAZIONE DELLA TRASCRIZIONE

= regolazione dell'espressione genica

In una cellula è necessario che i livelli di certi enzimi siano controllati (cioè, è

necessario che un certo enzima sia presente nella giusta quantità quando serve)

Il modo principale con cui una cellula riesce a garantire questa necessità è attraverso

la regolazione della TRASCRIZIONE di un gene

Solo una piccola parte dei circa 4000 geni che compongono un tipico genoma

batterico (per es. quello di E. coli) è espressa allo stesso momento

Alcuni prodotti genici è indispensabile che siano espressi costantemente (geniCOSTITUTIVI) (per es. i geni che codificano per le proteine e l’RNA necessari alla

sintesi proteica)

Altri prodotti genici, invece, devono essere presenti in quantità molto minore e solo

quando serve alla cellula (geni INDUCIBILI) (per es. i geni di risposta allo stress o i

geni necessari per la metabolizzazione di un certo substrato)

La regolazione dell’espressione genica è ciò che spiega il fenomeno della DIAUXIA

Di seguito sono riportati alcuni esempi che descrivono le principali tipologie di

regolazione genica nei batteri

LA REGOLAZIONE DELLA TRASCRIZIONE

Regolazione NEGATIVA (es. 1)

Operone:

insieme di geni che vengono

regolati in modo strettamente

coordinato

Promotore genico:

regione di DNA costituita da

specifiche sequenze NON

CODIFICANTI (dette

consenso), alla quale si lega

la RNA polimerasi per

iniziare la trascrizione di un

gene, o di più geni (operone)

Operatore:

Regione del DNA

(generalmente posta tra un

promotore e un gene) alla

quale si lega una proteina

repressore per impedire la

trascrizione

operatore

geni

16

La regolazione della trascrizione

Regolazione NEGATIVA (es. 2)

Assenza di triptofanoAssenza di triptofano

il gene regolatore produce un repressore inattivo, chenon è in grado di legarel’operatore

La RNA polimerasi trascrive i genidell’operone, che vengono tradottiin enzimi della via metabolica del triptofano.

Assenza di triptofanoAssenza di triptofano

il gene regolatore produce un repressore inattivo, chenon è in grado di legarel’operatore

La RNA polimerasi trascrive i genidell’operone, che vengono tradottiin enzimi della via metabolica del triptofano.

Presenza di triptofanoPresenza di triptofano

.. che è in grado dilegarsi all’operatore

Il triptofano si legaal repressore

.. la sintesi dei genidella via metabolicadella sintesi del triptofano è bloccata

17

La regolazione della trascrizione

Regolazione POSITIVA(es. del REGULONE MALTOSIO)

N.B.: REGULONE = insieme di operoni regolati mediante un

meccanismo comune

18

Assenza di maltosio Presenza di maltosio

LA SINTESI PROTEICA

IL CODICE GENETICO è degenerato (cioè,

un singolo aminoacido è codificato da più tripplette)

Informazioni propedeutiche supplementari

19

Nelle cellule procariote la trascrizione e la traduzione di una specifica regione del

cromosoma avvengono contemporaneamente

LA SINTESI PROTEICA

20

Gli RNA Transfer (tRNA) ...

Informazioni propedeutiche supplementari

21

… sono “caricati” dall’enzima aminoacil tRNA sintasiInformazioni propedeutiche supplementari

22

Il ribosoma e l’inizio della sintesi proteica

Informazioni propedeutiche supplementari

23

Sintesi proteica: fase di allungamentoInformazioni propedeutiche supplementari

24

Sintesi proteina: fase di terminazioneInformazioni propedeutiche supplementari

25

Sintesi proteica: direzione di sintesiInformazioni propedeutiche supplementari

26

Destino delle proteine di neosintesi in una cellula eucariota

Nei procarioti e negli eucarioti le proteine di neosintesi possono subirele seguenti modificazioni POST-TRADUZIONALI

27

VitaLa definizione biologica di vita è una questione che ha generato secoli di discussioni scientifiche

e diatribe filosofiche che tuttora non hanno portato a una soluzione univoca

In linea esemplificativa si possono definire vivi quegli enti fisici che dispongono di almeno le

seguenti due proprietà:

Secondo il vocabolario

Lo Zingarelli 2012

Oxford Dictionary

Un'altra definizione può essere la seguente: "Gli esseri viventi sono caratterizzati dal seguente

ciclo: nascita, crescita, riproduzione, morte".

1. la capacità di contrastare l'entropia mantenendo costante nel tempo la propria struttura fisica

2. la capacità di riprodurre un’entità simile a sé stessa

28

29

I virusUn virus è definito come materiale nucleico (DNA o RNA) organizzato in una struttura di rivestimento

proteico. Il materiale nucleico del virus contiene l’informazione necessaria alla sua replicazione e

moltiplicazione ma deve usare le attività sintetiche della cellula ospite

Un ulteriore problema nella definizione di VITA si è avuto alla scoperta dei virus, considerati come

l'anello di congiunzione tra gli esseri animati e quelli inanimati, in quanto sono sia in grado di

riprodursi (caratteristica principale dei viventi) che di ridursi alla forma cristallina, diventando così

non-viventi.

30

In un virus nudo (privo di

envelope) lo strato esterno è

costituito dal rivestimento

proteico o capside

In un virus con envelope il

rivestimento proteico è

circondato da un doppio strato

lipidico. Le proteine virus-

specifche si proiettano dalla

superficie dell’envelope.

Capside

Virus nudo

Virus con envelope

Acido

nucleico

Proteina del capside

(capsomero)

Proteine

dell’envelope

virus-specifiche

Membrana

envelope

Proteina

del capside

Proteina del

rivestimento

Acido

nucleico

Capside: involucro proteico che contiene il materiale nucleico. Un capside è

composto da monomeri proteici organizzati in strutture regolari ripetute detti

capsomeri.

Tutti i virus esistono in due stati: EXTRACELLULARE e INTRACELLULARE.

Nel primo caso si parla comunemente di virioni o particelle virali.

31

La morfologia dei Virus è molto varia, ci sono virus icosaedrici, virus

elicoidali, virus con envelope e virus complessi.

Questo è un virus

dei batteri, detto

BATTERIOFAGO

32

I batteriofagi

I virus batterici si chiamano BATTERIOFAGI, i quali hanno una struttura complessa

per permettere loro (1) di aderire alla superficie esterna della parete batterica e (2) di

perforare la spessa parete batterica

Come si possono DIFENDERE i BATTERI dall’attacco dei BATTERIOFAGI?

Ostacolando l’adsorbimentodei FAGI sulla superficie della

cellula batterica

Degradando il materiale nucleico

del FAGO utilizzando gli Enzimi di Restrizione

In questo caso il batterio protegge il suo DNA utilizzando sistemi di MODIFICAZIONE (metilazione delle basi azotate)

33

34

35

Il genoma virale

Diverse tipologie di genoma virale e diversi percorsi per ottenere mRNA

dsDNA mRNA

ssDNA dsDNA mRNA

ssRNA(+) funziona da mRNA

ssRNA(-) mRNA(+)

dsRNA filamento (-) trascritto in mRNA

solo per retrovirus

ssRNA(+) ssDNA(-) dsDNA mRNA

36

Ciclo di moltiplicazione virale

Il virus può infettare la cellula ospite, riprodursi e distruggerla, cioè attuare un ciclo LITICO

In alternativa, dopo che un virus infetta la cellula ospite, il materiale genetico virale può integrarsi nel

cromosoma batterico. In questo caso l’interazione tra batterio e virus è definita LISOGENIA e il virus che la

determina è definito TEMPERATO. Anche in una coltura lisogena può indursi un ciclo litico, ma la frequenza

con cui questo processo accade è molto bassa (una cellula su 1000).

37

38

Le mutazioni

La variazione della sequenza dei nucleotidi in un gene viene detta mutazione. Come

conseguenza, in un genoma aploide (batterico), una mutazione viene subito espressa

nelle cellule figlie. Negli organismi diploidi (per es. alcuni lieviti) l’effetto della

mutazione in una copia del gene può essere mascherato dalla presenza della seconda

copia dello stesso gene.

Tipologie di mutazioni

Transizioni o Sostituzioni di una singola base. Una purina viene sostituita da un’altra

purina (G o A) oppure una pirimidina viene sostituita con un’altra pirimidina (C o T).

Trasversione o Sostituzioni di una singola base con un’altra di classe diversa.

Una purina viene sostituita da una pirimidina.

Delezioni. Perdita di uno o più nucleotidi.

Inserzioni. Acquisto di uno o più nucleotidi.

1

2

3

4

Le mutazioni permettono l’evoluzione di una specie (concetto neodarwiniano di

evoluzione: mutazioni casuali, selezionate dall’ambiente). Tuttavia, le 4 tipologie dimutazione appena elencate determinerebbero una mutazione MOLTO lenta.

Negli eucarioti esiste la sessualità che accelera l’evoluzione (crossing over); nei

procarioti ci sono invece altri processi (trasformazione, coniugazione e trasduzione)…39

Il trasferimento genico ela ricombinazione genica

I batteri possiedono anche materiale genetico extra-cromosomale

40

Che tipo di informazioni sono codificate a livello plasmidico?

- Geni codificanti per enzimi coinvolti nell’utilizzazione di mono- e polisaccardi

- Geni codificanti per enzimi coinvolti nell’utilizzazione di proteine

- Informazioni correlate alla produzione di sostanze antibatteriche (batteriocine)

- Informazioni correlate alla produzione di sostanze tossiche per altre specie

viventi (tossine)

- Geni che donano resistenza agli antibiotici

Nessuna informazione essenziale per la vita della cellula !

Si tratta di informazioni che posso fornire, a chi le possiede,

un vantaggio nella competizione ambientale con altri ceppio altre specie batteriche che non le possiedono

41

Oltre alle mutazioni esistono altri meccanismi per fare acquisire “nuove

caratteristiche” ad un gene. Questi meccanismi consentono anche l’acquisizione di nuovi

geni o la perdita di geni preesistentiRicombinazione Omologa

le regioni di DNA interessate dalla

ricombinazione omologa devono

possedere zone “estese” con elevata

omologia di sequenza. Questo

processo è definito anche crossing-

over

1le regioni di DNA interessate alla ricombinazione

omologa possono trovarsi nella stessa molecoladi

DNA o risiedere su molecole diverse di DNA

(cromosoma e plasmide, cromosoma e DNA fagico)

2

La ricombinazione genetica

le proteine RecA, RecB,RecC e RecD mediano ilprocesso di ricombinazione eriarrangiamento genico

La ricombinazione sidefinisce sito-specificaquando richiede la presenza disequenze omologherelativamente brevi (più piccoledi un gene) nelle regionicoinvolte nel processo diricombinazione

3

4

42

regioni omologhe

Plasmide ricombinante

Quando avviene la ricombinazione omologa tra un

plasmide e il cromosoma, il risultato è l’integrazione del

plasmide nel cromosoma

La ricombinazione può avvenire tra due plasmidi (A) o tra un plasmide e il cromosoma (B)

La ricombinazione genetica

43

La ricombinazione può avvenire anche tra due regioni omologhe presenti sulla stessa molecola

Regione che va

incontro a

ricombinazione

Regione che va

incontro a

ricombinazione

La ricombinazione genetica

44

45

Negli eucarioti, la riproduzione sessuale prevede il crossing-over, cioè

l’interscambio di regioni di DNA tra due cromosomi omologhi appaiati durante la

meiosi.

Nei procarioti, la meiosi (e quindi il crossing-over) non avvengono, poichéquesti organismi si riproducono esclusivamente per via asessuale(riproduzione per scissione binaria):

(mitosis)

Il crossing-over determina il

riarrangiamento dei geni e producevariazioni nelle caratteristiche ereditariedella progenie � il crossing over

PRODUCE VARIABILITÀ GENETICA e,quindi, promuove l’evoluzione.

La progenie è geneticamente identica, ad eccezione delle mutazioni casuali

che possono avvenire durante la replicazione del DNA

▼DIVERSITÀ GENETICA RIDOTTA

46

Nei procarioti, la meiosi (e quindi il crossing-over) non avviene…tuttavia, i processi di ricombinazione genetica avvengono nei procarioti,attraverso:

il trasferimento genico orizzontale (TGO)

Trasferimento verticale dell’informazione genetica =trasmissione alla progenie

Trasferimento orizzontale dell’informazione genetica (il

trasferimento è possibile

anche tra cellule batteriche

appartenenti a gruppi

tassonomici

filogeneticamente distanti)

I motivi per i quali il TGO nei batteri è importante

1. I meccanismi di TGO sono i principali generatori della biodiversità nei procarioti. In altre parole, il TGO promuove l’evoluzione batterica. Il TGO, infatti, partecipa alla speciazione (il processo evoluzionistico attraverso cui si generano le specie biologiche)

1. .2. Il TGO promuove la disseminazione di tratti di patogenicità e, soprattutto,

i geni di resistenza antibiotica.

Il TGO determina l’acquisizione da parte di una cellula batterica di nuovi geni, e quindi

l’acquisizione di nuovi fenotipi (per esempio, la resistenza a un antibiotico o l’abilità di

metabolizzare un carboidrato).

Se il fenotipo acquisito conferisce un vantaggio al batterio, il suo gene si diffonderapidamente nella popolazione batterica attraverso trasmissione verticale alla progenie: la

sottopopolazione di cellule ricombinanti (cioè, cellule che hanno acquisito il nuovo

gene/fenotipo) hanno un vantaggio rispetto alle altre cellule che gli permette di diffondersi più

efficacemente.

Ciò che determina se un gene (e il fenotipo ad esso associato) offre un vantaggio alla cellula

batterica o meno è l’ambiente: l’ambiente esercita una pressione selettiva sui geni checonferiscono un vantaggio alla cellula batterica.

47

Popolazione clonale di uno specifico ceppo batterico

L’antibiotico ampicillina è presentenell’ambiente � C’È LA PRESSIONESELETTIVA per il mantenimento delgene di resistenza antibiotica ampR

Cellula batterica che ha acquisito il gene di resistenza antibiotica

ampR (dona resistenza all’ampicillina) attraverso TGO

La cellula batterica che ha acquisito

orizzontalmente il gene ampR

possiede un vantaggio ecologico rispetto alle altre; le cellule ricombinanti possono perciò

diffondersi e diventare dominantinella popolazione

L’antibiotico ampicillina non èpresente nell’ambiente � NO C’ÈPRESSIONE SELETTIVA per ilmantenimento del gene

Il TGO può avere diverse conseguenze che dipendono

dalla pressione selettiva ambientale

48

La cellula batterica che ha acquisito

orizzontalmente il gene ampR si può

riprodurre; tuttavia, in assenza dipressione selettiva, il genotipo di

questa cellula non dona un vantaggio

rispetto alle cellule parentali non

mutate. Le cellule ricombinantitenderanno quindi a scomparire

Il «superbatterio» più noto e diffuso è il:

MRSA: Methicillin-resistant Staphylococcus aureus

k__Bacteria;p__Firmicutes;c__Bacilli;o__Bacillales;f__Staphylococcaceae;g__Staphylococcus

I “superbatteri” sono generati dall’accumulo progressivo di geni di

resistenza agli antibiotici in un singolo microrganismo patogeno (ciò può

avvenire con maggiore facilità in ambito ospedaliero).

49

50

MUTAZIONI = modificazioni della sequenza nucleotidica del DNA,

generate da errori non corretti nel corso del processo replicativo

IL CONCETTO NEODARWINIANO DI EVOLUZIONE

Gli organismi attuali hanno un progenitore evolutivo comune e derivano da esso

mediante una serie di piccoli cambiamenti (mutazioni), ognuno dei quali ha conferito un

vantaggio selettivo per alcuni organismi in nicchie ecologiche particolari. Questi

cambiamenti sono però molto piccoli e determinerebbero una evoluzione molto lenta

nei batteri. Ci sono però gli eventi di ricombinazione genetica naturale chepermette il TRASFERIMENTO GENICO ORIZZONTALE…).

L’ORIGINE DELLA BIODIVERSITÀ MICROBICA

Il caso e la necessitàJacques Monod, 1970

(…l’evoluzione si basa sul reciproco gioco di

forze stocastiche e deterministiche…)

Il gene egoista – Richard Dawkins, 1976(…la teoria del gene egoista… invece di concentrarsi sul singolo organismo, guarda la natura dal punto di vista del gene. È un diverso modo di vedere, non una teoria diversa…)

I meccanismi naturali di TGO nei batteri

Il trasferimento genico orizzontale comprende processi naturali ricombinazionegenetica nei quali il batterio acquisisce DNA ETEROLOGO, cioè proveniente da unaltro organismo.

Nei batteri l’acquisizione di DNA eterologo avviene attraverso TREMECCANISMI distinti (conosciuti come processi di PARASESESSUALITÀ):

1) Trasformazione acquisizione di

DNA libero dall’ambiente

2) Trasduzione, in cui il

trasferimento di DNA è mediato da

un virus (batteriofago)

1

3

51

3) Coniugazione processo di

..trasferimento di DNA da una

cellula all’altra mediato da

plasmidi

2

52

Nel 1928 il medico inglese Frederick Griffith stava studiando il batterio Streptococcus

pneumoniae (pneumococco), uno degli agenti patogeni della polmonite umana. Griffith

stava lavorando con due diversi ceppi di pneumococco (si veda la FIGURA nella slide

successiva):

(1) il ceppo S (smooth, in inglese «liscio») era costituito da cellule che producevano

colonie a superficie liscia. Essendo ricoperte da una capsula polisaccaridica, queste

cellule erano protette dagli attacchi del sistema immunitario dell’ospite. Se iniettate in

topi di laboratorio, esse si riproducevano e provocavano la polmonite (il ceppo quindi era

virulento -> il topo moriva).

(2) il ceppo R (rough, in inglese «ruvido») era costituito da cellule che producevano

colonie con superficie irregolare. Queste cellule erano prive di una capsula protettiva e

non erano virulente.

Griffith inoculò in alcuni topi degli pneumococchi S uccisi dal calore e osservò che i

batteri erano disattivati, cioè incapaci di produrre l’infezione. Quando però Griffith

somministrò a un altro gruppo di topi una miscela di batteri R vivi e batteri S uccisi dal

calore notò che gli animali contraevano la polmonite e morivano. Esaminando il sangue

di questi animali, Griffith lo trovò pieno di batteri vivi, molti dei quali dotati delle

caratteristiche del ceppo virulento S; egli concluse che in presenza degli pneumococchi

S uccisi, alcuni degli pneumococchi R vivi si erano trasformati in organismi del ceppo

virulento S.

TRASFORMAZIONE1

La trasformazione non dipendeva da qualcosa che avveniva nel corpo del topo, perché

fu dimostrato che la semplice incubazione in una provetta di batteri R vivi insieme a

batteri S uccisi dal calore produceva la stessa trasformazione. Questo dimostrava che

una qualche sostanza, all’epoca chiamata fattore di trasformazione, estratta da

pneumococchi S morti poteva agire sulle cellule R provocando un cambiamento

ereditario. A quel punto rimaneva solo da individuare la natura chimica di questa

sostanza. Si scoprì poi che il fattore di trasformazione era il DNA!

53

- Il DNA eterologo può essere lineare o

circolare (plasmidico)

- La cellula ricevente deve essere

COMPETENTE per acquisire DNA esogeno

- Questo processo avviene con grande rarità

nella maggior parte dei batteri in natura

- Questo processo può essere indotto

artificialmente (ad es. per elettroporazione)

LA TRASFORMAZIONE A LIVELLO MOLECOLARE1

La trasformazione batterica (o

semplicemente, trasformazione) è un

fenomeno parasessuale tramite il quale i

batteri possono scambiarsi materiale

genetico tra individui diversi

Alla base del fenomeno osservato da Griffith vi

è la TRASFORMAZIONE, cioè il processo di

acquisizione di DNA dall’ambiente da parte di

una cellula batterica

54

https://www.youtube.com/

watch?v=MRBdbKFisgI

CONIUGAZIONE2

Nel 1946 Joshua Lederberg eEdward Tatum studiarono dueceppi di Escherichia coli auxotrofi:

- E. coli A (met - bio - thr+ leu+

thi+), auxotrofo per metionina ebiotina.

- E. coli B (met+ bio+ thr - leu- thi-

), auxotrofo per treonina, leucinae tiamina.

Si osservò che i ceppi A e B, postia contatto, potevano scambiarsimateriale genetico e creare deibatteri prototrofi.

Terreno di coltura chimicamente

definito, privo di metionina, biotina,

treonina, leucina e tiamina55

CONIUGAZIONE2

Alla fine degli anni ‘40 Bernard

Davis scopre che se i due

ceppi sono separati da un filtro

attraverso cui possono

passare sostanze (ma non

batteri) non si ha la formazione

di prototrofi: il contatto fisico

tra le dellule dei due ceppi

è quindi indispensabile!

Il contatto fisico tra cellule è necessario

affinché avvenga la ricombinazione. In

questo esperimento le cellule non

possono passare attraverso il filtro e

quindi non avviene la ricombinazione. 56

CONIUGAZIONE2

Nel 1953 William Hayes scoprì che il trasferimento genico avviene in una sola

direzione: da una cellula donatrice a una cellula ricevente.

Hayes ipotizzo che la capacità di fungere da donatore fosse una condizione ereditaria

determinata da un fattore di fertilità, definito fattore F. I ceppi che portano F sono

donatori (F+), quelli senza F sono riceventi (F-).

Successivamente fu dimostrato che il fattore F è un plasmide.

Il processo osservato venne definito CONIUGAZIONE BATTERICA.

La coniugazione batterica è un processo con il quale una cellula batterica trasferisce

porzioni di DNA ad un'altra tramite un contatto cellula-cellula

57

https://www.youtube.com/watch?v=KLIo3wYVKiE58

CONIUGAZIONE

- Il processo di coniugazione è mediato da

plasmidi coniugativi (plasmide F in E. coli).

L’informazione per il trasferimento dei plasmidi

coniugativi si trova sui plasmidi stessi

- La coniugazione può avvenire tra ceppi della

stessa specie o tra ceppi di specie e generi

diversi (anche se con una frequenza minore)

- Plasmidi coniugativi possono mediare il

trasferimento di plasmidi non coniugativi o di

plasmidi coniugativi che hanno perso “le

informazioni necessarie al loro trasferimento”.

In questo caso un plasmide Helper medierà il

trasferimento di un plasmide non coniugativo

- Il DNA viene trasferito con un meccanismo

noto come rolling circle, che prevede la

formazione di un intermedio a singolo filamento

2

59

CONIUGAZIONE

Se il plasmide coniugativo è

integrato nel cromosoma

(nelle cellule ad alta frequenza di ricombinazione Hfr) anche

geni del cromosoma possono essere trasferitida una cellula donatrice ad una ricevente

2

60

https://www.youtube.com/

watch?v=FjRX3Geovhk

Il processo di trasduzione permette il

trasferimento di geni da batterio a

batterio ad opera di batteriofagi

TRASDUZIONE

1

2

3

4

5

6

7

3

A seconda del meccanismo con cui

avviene il trasferimento dei geni del

batterio si parla di Trasduzione Generalizzata (rappresentata nella

figura a fianco) o TrasduzioneSpecializzata (descritta nella prossima

slide)

Nella Trasduzione Generalizzata i

diversi geni batterici vengono

trasferiti con la stessa efficienza, che

solitamente non è elevata

8

61

All’interno della cellula di E. coliil DNA Fagico è in forma circolare

La Trasduzione Specializzata richiede

l’integrazione del genoma virale nel cromosoma

batterico e viene quindi effettuata solo da virus

LISOGENI

La Trasduzione Specializzata determina

quindi il trasferimento, con

elevata efficienza, di geni

batterici posti vicino al sito

di integrazione del profago

lisogeno

L’excisione imprecisa del profago porta alla

formazione di un genoma fagico contenente il gene gal

Il DNA circolare di

integra nel

cromosoma batterico

tra i geni bio e gal

Questo Fago può portare il gene gal nella prossima cellula ospite

TRASDUZIONE3

62

TRASDUZIONE3

TRASDUZIONE SPECIALIZZATA

63

3

1

2

RIASSUMENDO,

i processi di ricombinazione

genetica nei batteri sono tre:

64