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Corso di Laurea in PTUA Tecniche di progettazione urbanistica Prof. Carmelina Bevilacqua Prof. Carmelina Bevilacqua 1

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Tecniche di progettazione urbanistica

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Programma Tecniche di Progettazione urbanistica

La città - teorizzazioni La città teorizzazioni La preurbanistica progressista: Robert Owen, Charles Fourier, Pierre-Joseph ProudhonLa preurbanistica culturalista: John Ruskin, William MorrisLa preurbanistica senza modello: Friedrich Engels, Karl Marx.L'urbanistica progressista: Tony Garnier, Walter Gropius, Le CorbusierL'urbanistica Culturalista: Camillo Sitte, Ebenezer HowardL'urbanistica naturalista: Frank Lloyd WrightL'urbanistica moderna: Patrick Geddes, Lewis Mumford, Kevin LynchFilosofia della città: Victor Hugo Martin HeideggerFilosofia della città: Victor Hugo, Martin Heidegger.

La forma urbana Valori della forma nella storia urbanaCatalogo di modelli di forme insediative: come si genera la forma urbanaStrumenti di controllo della forma urbana:

La matrice insediativaLa matrice ecologicaLa matrice relazionale

I casi “paradigmatici” degli elementi generatori della forma urbana:La griglia: Barcellona il Plan Cerdà vs interventi contemporaneiL'isolato: Amsterdam il Plan Berlage vs interventi contemporaneiIl progetto multiscalare o transcalare

Elaborati cartograficiI Tavola – Gli strumenti di controllo della forma urbana: La matrice insediativa

G i liGrigliaLo schema compositivoLa densificazione delle aree

II Tavola – Gli Strumenti di controllo della forma urbana: La matrice ecologicaIl verde attrezzatoGli assi ecologiciI parchi urbani

III Tavola – Gli Strumenti di controllo della forma urbana: La matrice relazionaleLa classificazione della viabilitàI poli di interscambio funzionale I poli di interscambio funzionale I nodi della rete

IV Tavola: La griglia elemento generatore della forma urbana – Barcellona La griglia nel plan Cerdà e nel forum 2004Lo schema compositivo nel plan Cerdà e nel forum 2004La densificazione dell’isolato nel plan Cerdà e nel forum 2004

V Tavola: L'isolato elemento generatore della forma urbana – AmsterdamL'isolato nel plan BerlageLo schema compositivoIl superblocco

VI Tavola: Il Flusso elemento generatore della forma urbana il progetto transcalare

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VI Tavola: Il Flusso elemento generatore della forma urbana – il progetto transcalareIl livello locale – la riqualificazioneIl livello territoriale – l'accessibilitàIl livello globale – l'offerta di servizi

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Esame Esame Per sostenere l'esame è necessario produrre le sei tavole elencate e aver studiato i seguenti testi secondo le modalità che verranno spiegate durante il corso:

Argomento: La città - teorizzazioni Testo: Choay “La città Utopie e realtà”

Argomento: La forma urbanaTesto: Kevin Lynch “Progettare la città. La qualità della forma urbana”Dispense fornite durante il corso

Argomento: I casi paradigmaticiTesto: Bevilacqua Moraci “Strategie di città” Dispense fornite durante il corso

RevisioniGli elaborati da sottoporre a revisione devono essere prodotti a mano, non verranno accettati elaborati prodotti con software di grafica, sia essa vettoriale o in formato raster.

Tema del corsoAttraverso lo studio dell'evoluzione teoretica della città e degli elementi che connotano la forma urbana si approfondiscono gli strumenti di controllo della qualità della forma urbana. Pertanto il tema del corso riguarda la città come espressione formale di un'organizzazione sociale e politica in uno spazio che si trasforma. La fisicità morfologica delle trasformazioni discende da regole di controllo della qualità della forma insediativaforma insediativa.Punto di partenza è la comprensione di come l'assetto urbano acquisisce valore disciplinare nello studio della città

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La città – teorizzazioni - La preurbanisticaPer poter situare le condizioni nelle quali nel secolo XIX vengono formulati i problemi dell'assetto urbanobisogna ricordare alcuni fatti:bisogna ricordare alcuni fatti:Dal punto di vista quantitativo la rivoluzione industriale è stata quasi subito seguita da un incrementodemografico nelle città, da un drenaggio delle campagne a profitto di uno sviluppo urbano senzaprecedenti.La gran Bretagna è il primo teatro di questi avvenimenti percepibili sin dal censimento del 1801, seguonoFrancia e Germania nel 1830.Da un punto di vista strutturale nelle vecchie città europee le trasformazioni dei mezzi di produzione e ditrasporto, insieme con l'emergere di nuove funzioni urbane contribuiscono a far saltare gli antichi schemip , g gspesso sovrapposti della città medioevale e della città barocca.Un nuovo ordine si viene così a creare secondo il processo tradizionale di adattamento della città allasocietà che la abita.In questo senso Hausmann quando vuole adattare Parigi alle esigenze economiche e sociali del SecondoImpero fa un'operazione realistica.Questo nuovo ordine può essere schematicamente definito partendo da un certo numero di caratteristiche:

La razionalizzazione delle vie di comunicazionecon l'apertura delle grandi arterie e la costruzione delle stazionicon l apertura delle grandi arterie e la costruzione delle stazioni

La specializzazione piuttosto pronunciata dei settori urbaniquartieri d'affari del nuovo centro raggruppati nelle capitali intorno alla borsa (la nuova chiesa);Quartieri residenziali situati in periferia e destinati a privilegiatiCreazione di nuovi organismi urbani: grandi magazzini, grandi alberghi, grandi caffèLa crescita di quartieri suburbani: l'industria si insedia nei sobborghi, le classi operarie si riversano melleperiferie

La città cessa di essere un'entità spaziale ben delimitata

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Nel momento in cui la città del secolo XIX comincia ad assumere una propriafisionomia si crea un nuovo procedimento di osservazione e di riflessione.Lo studio della città assume nel corso del secolo XIX due aspetti assai differenti:

1. Nel primo caso è uno studio descrittivo: si osservano i fatti con distacco, si cerca di ordinarlisecondo criteri quantitativi. La statistica viene annessa dalla sociologia che sta nascendo:si tenta di formulare leggi sullo sviluppo urbano. Si cerca in sostanza di capire il fenomenodell'urbanizzazione e di situarlo in uno schema di cause ed effetti.

Urbanizzazione: termine proposto da Bardet per designare il fenomeno spontaneo dellosviluppo urbano, in opposizione all'espressione organizzata dello sviluppo stesso in cuigvorrebbe identificarsi l'urbanisica.

2. Nel secondo caso l'osservazione della città è critica e normativa: alcuni sono ispirati dasentimenti umanitari, altri da motivazioni politiche.

Engels in particolare può essere considerato uno dei fondatori della sociologia urbana (lasituazione della classe operaria in Inghilterra)

Quanto è sentito come disordine richiama la sua antitesi, l'ordine. A questo pseudodisordine dellacittà industriale si vedranno opporre delle proposte di organizzazione urbana liberamente costruiteche si sviluppa nell'immaginazione. Non potendo dare una dimensione pratica alla suache si sviluppa nell immaginazione. Non potendo dare una dimensione pratica alla suainterpretazione della società, il pensiero si rifugia nelle dimensioni dell'utopia e vi si orientasecondo due direzioni:

1. Il modello progressista2. Il modello culturalista

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Il modello progressista si può definire partendo da opere assai diverse quali quelle di Owen,Fourier Richardson Cabet ProudhonFourier, Richardson, Cabet, Proudhon.Tutti questi autori hanno in comune una stessa concezione dell'uomo e della ragione, chesottintende e determina le loro proposte relative alla città. Quando fondano le loro critiche, aproposito della grande città industriale, sullo scandalo dell'individuo alienato e quando si pongonocome obiettivo l'uomo nella sue integrità è a nome di una concezione dell'individuo umano cometipo, indipendente da ogni contingenza e diversità di luogo e di tempo, definibile in fabbisogni ditipo scientificamente deducibili.In altre parole l'analisi razionale consentirà di determinare un ordine tipo, applicabile a qualsiasigruppo umano, in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo.gruppo umano, in qualsiasi tempo e in qualsiasi luogo.Le caratteristiche del modello progressista:Lo spazio è ampiamente aperto, disseminato di verde e di vuoti questo è quanto richiedel'igiene.Lo spazio urbano è tagliato secondo un'analisi delle funzioni umane. Una classificazionerigorosa colloca in luoghi distinti l'habitat, il lavoro, la cultura, e il tempo libero. Fourierarriva fino a localizzare separatamente le varie forme di lavoro (industriale, liberale,agricolo).L'ordine specifico della città progressista viene espresso con una precisione di dettagli eun rigore tale da eliminare la possibilità di varianti o adattamenti.Se si considera il modello progressista come un insieme ci si accorge che rispetto allacittà occidentale di tipo tradizionale esso non costituisce più una soluzione densa,massiccia ma propone un insediamento esploso atomizzato: i quartieri, i comuni o lefalangi, tutti autosufficienti sono sovrapponibili all'infinito senza che questo lorosommarsi porti ad un'entità di altra natura.

Lanark (Owen)

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Il modello culturalista deriva dalle opere di Ruskin e di Morris; lo si ritroverà ancora alla fine delsecolo in Howard il padre della città giardinosecolo in Howard il padre della città giardino.La sua base critica non è più la condizione dell'individuo ma quella della comunità umana, dellacittà.All'interno di essa l'individuo non è più, come nel modello progressista, un'unità intercambiabile,con le sue caratteristiche e la sua propria originalità: ciascun membro della comunità necostituisce, al contrario, un elemento insostituibile. Lo scandalo storico punto di partenza deiseguaci del modello culturalista è la scomparsa dell'antica unità organica della città, sotto lapressione disintegratrice della industrializzazione.La chiave di volta ideologica di questo modello non deve essere più ricercata nelconcetto di progresso, ma bensì in quello di cultura.Contrariamente all'agglomerazione del modello progressista, questa città è innanzituttochiaramente circoscritta all'interno di limiti precisi.In quanto fenomeno culturale, la città deve formare un contrasto senza ambiguità conuna natura che si cerca di conservare nel suo aspetto più selvaggio.Le dimensioni delle città sono modeste ispirate a città medioevali che hanno sedottoRuskin e Morris.Sono cancellate le grandi città tentacolari: Londra viene ad esempio ridotta a quello chefu il suo centro e tutte le antiche agglomerazioni industriali si ritrovano private della loroperiferia. In tal modo la popolazione è nello stesso tempo decentrata, dispersa in unamolteplicità di punti e in ciascuno di questi raggruppata in modo più denso.All'interno della città nessuna traccia di geometrismo.In Ruskin e Morris l'estetica sostiene il ruolo che veva l'igiene per Owen, Fourier eRochardsonRochardson.Nel campo delle costruzioni niente prototipi né standard. Ogni edificio dovrà esserediverso dagli altri esprimendo così la sua specificità.L'accento viene messo sugli edifici comunitari e culturali, a scapito dell'habitatindividuale.La sontuosità e la ricerca architettonica degli uni contrastano con la semplicità dell'altro.La critica senza modello di Engels e Marx

Marx e Engels hanno criticato le grandi città industriali contemporanee senza ricorrere al mito deldisordine né proporre come sua alternativa il modello della città futura.Per essi la città possiede il privilegio di essere il luogo della storia: è là che in un primo momento siè sviluppata la borghesia e vi ha giocato il suo ruolo rivoluzionario. E' là che nasce il proletariatoindustriale che avrà per compito principale la rivoluzione socialista e la realizzazione dell'uomouniversale.Questa concezione del ruolo storico della città esclude il concetto di disordine.P M E l l ittà it li t è l t i l' i di di h bi

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Per Marx e Engels la città capitalista è al contrario l'espressione di un ordine che bisognadistruggere per andare avanti.

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L’urbanistica differisce dalla preurbanistica su due punti importanti; invece di essere opera digenerici storici economisti o politici essa è sotto i due aspetti quello teorico e quello pratico

La città – teorizzazioni – L’urbanistica e il modello progressista

generici, storici, economisti o politici, essa è, sotto i due aspetti, quello teorico e quello pratico,appannaggio di specialisti.L'urbanistica cessa di inserirsi in una visione globale della società.Questa sua trasformazione si può spiegare soltanto con l'evoluzione della società industriale neipaesi capitalisti. Dopo la fase militante eroica del secolo XIX le società capitaliste si liberalizzanoe le loro classi dirigenti riprendono certe idee e certe proposte del pensiero socialista del secoloXIX.Inoltre queste idee verranno applicate. Invece di restare relegata nell'utopia l'urbanisticaassegnerà un compito pratico ai suoi tecniciassegnerà un compito pratico ai suoi tecnici.Essa non sfugge tuttavia alla visione dell'immaginario.Malgrado le differenze segnalate prima e per quanto non si possa parlare di una continuitàideologica coscientemente assunta tra preurbanistica e urbanistica, quest'ultima assegneràanch'essa nel suo metodo un ruolo all'immaginario. Ritroveremo così sotto una forma aggiornata idue modelli della preurbanistica.La nuova versione del modello progressista trova una prima espressione nella Citè industrielledell'architetto Tony Garnier.Quest'opera edita solo nel 1917 si compone di una breve introduzione accompagnata da unQuest opera, edita solo nel 1917, si compone di una breve introduzione accompagnata da unconsiderevole numero di tavole illustrative che furono esposte e conobbero una grande notorietàsin dal 1904.Secondo Le Corbusier vi si può scoprire “un tentativo di ordinare e di coniugare soluzioni utilitariee soluzioni plastiche. Una regola unitaria distribuisce in tutti i quartieri della città la stessa scelta divolumi essenziali e stabilisce gli spazi secondo necessità di ordine pratico e le ingiunzioni di unsenso poetico proprio dell'architetto.

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Con Garnier l'utopia urbanistica si separa definitivamente nelle sue due componenti: progettazione e Con Garnier l utopia urbanistica si separa definitivamente nelle sue due componenti: progettazione e politica. Da ora in avanti la progettazione sarà neutra, consentendo così uno slancio progettuale che avrà il suo apice nell'attività di Le Corbusier. Spesso la cité industrielle è stata contrapposta alla garden city, ma in realtà essa ha numerosi punti in comune con il piano di Howard, così come con tutta la tradizione utopistica ottocentesca.Garnier attribuisce autonomia economica e culturale alla sua città; ne riserva metà del suolo a verde pubblico e la pensa per una popolazione di 35.000 persone, lo stesso numero preventivato per Letchworth; la articola in zone diverse, come auspicato dai primi socialisti; immagina una pianta a scacchiera elemento caratteristico della tradizione utopistica; pone come ossatura della citéscacchiera, elemento caratteristico della tradizione utopistica; pone come ossatura della citéindustrielle (che sarà larga solo 600 metri) il tram elettrico, analogamente a quanto fatto da Soria y Mata per la sua ciudad lineal. Ma allo stesso tempo non cerca di diluire la città in campagna né si basa sull'industria pesante di piccola dimensione, come aveva fatto

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L’influenza della citè industrielle fu notevole sulla prima generazione di architetti razionalisti.Il tt di hit tt i li t è t t tili t d li t i i d ll’ hit tt (Z i Il concetto di architettura razionalista è stato utilizzato dagli storici dell’architettura (Zevi soprattutto) per designare il movimento che si affermò dopo la prima guerra mondiale a favore delle forme pure, (contro l’Art Nouveau e sotto l’influenza del cubismo). Esso tende a escludere ogni decorazione e ornamentazione degli edifici e preconizza lo sfruttamento radicale delle risorse della tecnica e dell’industria. I suoi principali fautori furono Walter Gropius, Le Corbusier, mies van der Rohe, Oud e Mendelsohn.

A partire dal 1928 il modello progressista trova il suo organo di diffusione in un movimento internazionlae il gruppo dei Ciam; nel 1933 questo gruppo propone una formulazione dottrinale internazionlae, il gruppo dei Ciam; nel 1933 questo gruppo propone una formulazione dottrinale chiamata la Carta di Atene.

Il gruppo dei Ciam (congressi internazionali di architettura moderna) riunisce non solo europei come Gropius, Le Corbusier, Rietveld, Sert, van Eaesteren ma anche degli USA (Neutra, Wiener) del Brasile (Costa) del giappone (Sakakura). Assorbiti in un primo memento dal problema dell’alloggio i Ciam posero l’urbanistica al primo posto tra le loro preoccupazioni. Nel 1933 elaborarono la Carta di Atene o Town planning chart

L’idea chiave che sottintende l’urbanistica progressista è quella della modernità.l’industria e l’are si uniscono nella loro ricerca dell’universale e il loro spiegamento su scala mondiale conferma gli p g gurbanisti progressisti nella concezione dell’uopmo tipo della preurbanistica: identico sotto tuitte le latitudini ed in tutti i contesti culturali, l’uomo per Le Corbusier sarà definito dalla somma delle costanti psicofisiologiche riconosciute, inventariate da persone competenti .Questa immagine dell’uomo tipo ispirerà la Carta di Atene, che analizza i bisogni umani universali nel quadro di quattro grandi funzioni: abitare, lavorare, circolare coltivare il corpo e lo spirito. E’ su questa base che si dovrebbe potere determinare a priori con ogni certezza quello che Gropiusdefinisce il tipo ideale dell’insediamento umano.Questo modello si applicherà nello stesso modo, attraverso uno spazio planetario omogeneo, dove

i d t i i t fi i l ogni determinazione topografica viene esclusa. Le Corbusier arriverà a proporre praticamente lo stesso schema per Rio e Algeri e il pinao per la ricostruzione di Sain-Diè riproduce in piccola scala il piano Voisin di Parigi degli anni ’20.

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Urbanisme - Rio de Janeiro (Brésil)

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Non meno che dall’ambiente la pianta della città progressista risulta indipendente dalleNon meno che dall ambiente, la pianta della città progressista risulta indipendente dallecoercizioni della tradizione culturale; essa vuole esprimere soltanto una demiurgica libertàdella ragione al servizio dell’efficienza e dell’estetica: saranno questi due imperativi aconferire il particolare carattere dello spazio del modello progressista.Tali obiettivi porteranno gli urbanisti progressisti a fare esplodere il vecchio spazio chiuso, perridurne la densità, per isolare nel sole e tra il verde edifici che cessano così di essere legatigli uni agli altri , per diventare delle unità autonome.La conseguenza più importante sarà l’abolizione della strada. Allo stesso tempo la maggiorparte degli urbanisti auspicheranno la costruzione in altezza, per sostituire alla continuità deiparte degli urbanisti auspicheranno la costruzione in altezza, per sostituire alla continuità deivecchi edifici bassi un numero ridotto di unità o di pseudo città verticali.La città si trasformerà un pò alla volta in un parco, anticipa Le Corbusier e Gropius aggiungelo scopo dell’urbanista deve essere quello di creare un contatto sempre più stretto tra città ecampagna. Si arriva così ai concetti di città giardino verticale di Le Corbusier e dell’urbs inhorta di Hilberseimer.Questo spazio esploso è tutavia regolato da un ordine rigoroso che risponde ad un nuovogrado di efficienza, quello dell’attività produttiva. In effetti la città industriale è ancheindustriosa e questo significa per l’urbanistica progressista uno strumento di lavoro.q g p p gPerché la città possa adempiere a questa funzione utilitaria, deve essere classificata,analizzata ogni funzione deve occuparvi un’area specializzata.Al seguito di Tony Garnier gli urbanisti progressisti separano accuratamente i luoghi di lavoroda quello dell’Habitat e questi ultimi dai centri civici o dai luoghi di svago. Ciascuna di questecategorie viene a sua volta suddivisa in sottocategorie, ugualmente classificate e ordinate.

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Il modello culturalista, prima di quello progressista, assume molto presto la forma

La città – teorizzazioni – L’urbanistica e il modello culturalista

, p q p g , pprettamente urbanistica, prima ancira della creazione del termine urbanistica.Lo si può riscontrare sul piano teorico e su quello pratico nella Germania e nell’Austria deglianni 1880 e 1890.Tra i suoi fondatori ricordiamo:

Camillo Sitte, il grande urbanista austriaco che nel 1889 pubblica Der Stadtebau (L‘arte dicostruire la città) che avrà una notevole influenza in Germania e in Gran Bretagna.Ebenezer Howard l’autore socialista di TomorrowUnwin l’architetto urbanisa che realizzò la prima garden city inglese di Letchworth.p g y g

I principi ideologici di questo modello sono paragonabili a quelli del suo precursore. La totalità– l’agglomerazione urbana – ha il sopravvento sulle parti – gli individui.Scrive Sitte e’ solo studiando le opere dei nostri predecessori che potremo riformarel’ordinamento banale delle nostre grandi città.Lo spazio del modello culturalista si oppone punto per punto a quello del modelloprogressista.

Limiti precisi vengono assegnati alle città. La metropoli dell’era industriale fa orrore a Howard che fissa a 30.000 o 58.000 il numero di abitanti della sua città.

Il valore limite della popolazione assegnato da Howard alle città è di 30.000 abitanti più 2000 proprietari terrieri. Queste città per definizione isolate le une dalle altre da cinture di verde possono eventualmente essere raggurppate nella periferia di una città centrale che disti da 5 a 32 Km la cui popolazione non dovrà essere superiore ai 58.000 abitanti.

Ogni città occupa lo spazio in modo particolare e differenziato; questa è la conseguenza del ruolo che i culturalisti accordano all’individualismo.Sitte si concentrerà esclusivamente sui mezzi in grado di assicurare caratteri di peculiarità e varietà allo spazio interno. Egli ricorrerà all’analisi delle città del passato e sarà instancabile nello studiare il tracciato delle vie di circolazione la disposizione e le dimensioni delle piazze rispetto studiare il tracciato delle vie di circolazione, la disposizione e le dimensioni delle piazze rispetto alle strade che vi si accedono agli edifici che li delimitano ai monumenti che li ornano. All’analisi tipologica Sitte sostituisce quella relazionale; la strada è un organo fondamentale, le forme direttrici non sono più quelle degli edifici ma bensì quelle dei luoghi di passaggio e di incontro, vale a dire delle strade e delle piazze.Sitte: "Le strade strette delle antiche città permettevano che alle piazze si dessero delledimensioni modeste, mentre oggi occorrono spazi giganteschi per controbilanciare la larghezzadei nostri stradoni.A quali gigantesche dimensioni oggi bisognerebbe ricorrere per valorizzare una piazza situata suuna delle principali strade, larghe dai 50 ai 60 metri? Il Ring di Vienna misura 57 metri dilarghezza, l'Esplanade di Amburgo 50, e l'Unter di Berlino 58.Anche piazza S. Marco a Venezia non raggiunge questa larghezza.E che dire dei Champ Elysees di Parigi, con in loro 142 metri? 58 x 142 metri, ebbene, questesono le dimensioni medie delle più grandi piazze delle città antiche. Ma in generale più lo spazioè grande, più l'effetto è debole, perché gli edifici e i monumenti, visti da lontano, sembrano tuttiuguali nell'immensa piazza e non possono imporsi " (Der Staedte-Bau nach seinen

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uguali nell immensa piazza e non possono imporsi. (Der Staedte Bau nach seinenKuenstlerischen Grundsaetzen, 1889)

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Le città nuove in Gran Bretagna

Da garden city alle new townsg yIl pensiero sociale di garden cityDall’utopia alla norma

Prima generazione delle new towns: dal 1946 al 1951Organigramma

Centro urbanoArea industrialeAmbito residenziale organizzato per neighbourhood unit

Seconda generazione: 1951 (conservatori al governo, battuta d’arresto dei finanziamenti pubblici)

Organigramma: centro civico/ megastrutturaTerza generazione: enfasi posta sui sistemi di trasporto

Da garden city alle new towns1938: green belt act (cintura verde di 8 Km) 1938: green belt act (cintura verde di 8 Km) 1946: new town act (stabilisce finanziamenti e norme per 13 new towns)1947: town and country planning act (affida allo stato la programmazione delle aree industriali di sviluppo)

PROCEDURA: istituzione di una Development Corporation cheRedige il programmaRedige il planovolumetricoIndica le prescrizioni tipomorfologiche

Da garden city alle new townsLeitchworth, 1903Hampstead garden suburb, 1905Welwin garden town e Welwin New Town 1919 e 1948Welwin garden town e Welwin New Town, 1919 e 1948Stevenage, 1946Harlow, 1947Cumbernaud, 1955Milton Keynes, 1967

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Letchworth

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Hampstead Garden Suburb

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Welwin

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Stevenage

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Harlow

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Cumbernaud

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Milton Keynes

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La città – teorizzazioni – L’urbanistica e il modello naturalista

Le idee della corrente antiurbana americana si cristallizzano nel secolo XX in un nuovo modello.Questo nuovo modello è stato elaborato dall’architetto americano F.L. Wright sotto il nome diBroadacre City.La polemica antiurbana è un connotato costante della cultura americana poiché la città europea èsinonimo di congestione ed autoritarismo. L’automobile consentiva di vincere le distanzeconquistando l’intero territorio. “Broadacre City” era distribuita su una griglia reticolare a scalaregionale che si autogovernava. Wright fu l’unico a prevedere il degrado delle concentrazioni urbanee ad indicare una seria alternativa, “l’urbanesimo rurale”, inizialmente giudicato dagli urbanisti fruttodi uno spirito romantico ottocentescoNel 1928 coniò il termine Usonia che denotava una cultura egualitaria che sarebbe emersa spontaneamente negli Stati Uniti e che avrebbe realizzato una nuova forma dispersa di civiltà, resa possibile dalla proprietà generalizzata dell’automobile.Nel 1932 fu pubblicato il libro “The Disappearing City” a completamento del suo studio su “BroadacreCity”.

I principi ideologici sui quali fonda Broadacre sono quelli di un fedele discepolo di Emerson.Ralph Waldo Emerson (Boston, 25 maggio 1803 – Concord, 27 aprile 1882) è stato uno scrittore, saggista e

filosofo statunitense. È conosciuto anche per essere stato un noto poeta. Oggi il critico letterario HaroldBloom lo considera "la figura centrale nella cultura americana", e il filosofo di Harvard Stanley Cavell log , yritiene uno dei filosofi americani più sottovalutati in assoluto.

La grande città industriale viene accusata di alienare l’individuo in un ambiente artificiale.Solo il contatto con la natura può restituire l’uomo a se stesso.La natura ridiventa un ambiente continuo nel quale tutte le funzioni urbane sono disperse e isolate sotto forma

di unità ridotte. L’alloggio è individuale; non appartamenti ma case con almeno 4 acri di terreno chegli abitanti destineranno ad agricoltura e alle varie attività del tempo libero.

Lo spazio di questo modello naturalista è uno spazio complesso: alcune delle sue caratteristiche loapparentano al modello progressista altre a quello culturalista esso è allo stesso tempo chiuso eaperto universale e particolare.p p

L’architettura è subordinata alla natura di cui deve costruire una specie di introduzione. Inoltre l’intimità,l’organicità e la limitazione dello spazio care agli urbanisti culturalisti si ritrovano a livello degli edificiparticolari.

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Nel libro “The Living City” (1958) egli identifica le forze che avrebbero trasformato la civiltà:g y ( ) gl’Elettrificazione, la possibilità di Movimento Meccanico (dato da automobile ed aeroplano) el’Architettura Organica .Il progetto di città ideale “Broadacre City” prevede che ogni cittadino ha a disposizione un acro (ca. 4.000 mq). La città tradizionale dovrebbe ridursi ad un luogo di lavoro utilizzato solo negli orari lavorativi mentre la vita associativa si svolge in appositi centri sparsi nel territorio (modello di città americana, downtown)Gli spostamenti sono affidati alle automobili mentre la maggior parte delle interrelazioni avviene servendosi delle moderne tecnologie di telecomunicazioneWright immagina una città estesa dagli ampi spazi servita da un efficace sistema viabilistico Il sistema di strade definisce un griglia che accoglie al suo interno residenze, fabbriche ed attrezzature urbane.La griglia di Wright è un quadrato di 3,2 km di lato che accoglie 1.400 famiglie. L’estensione dell’area è1.024 ha, la densità abitativa è bassa 5-7 ab/ha, pur variando in relazione all’importanza delle diverse funzioni e all’importanza degli edifici.L unità minima si dispone entro un terreno di 1 acro (circa 4000 mq) Come le abitazioni, anche l tt t l f tt i l tti ità d tti i di lib t i l tti di f le attrezzature, le fattorie, le attività produttive si dispongono liberamente in lotti di forma rettangolare di superficie minima di 1 acro

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Il sistema viabilistico è articolato in livelli gerarchici: La viabilità è costituita principale da strade a 6 g p pcorsie con incroci su più livelliLa maglia di distribuzione è effettuata con strade a 2 corsie ed incroci a raso Strade a fondo cieco di dimensioni inferiori conducono a uno o più lotti residenzialiNel progetto di Wright si riconoscono due tipologie edilizie residenziali: case unifamiliari e torri verticaliCiascun lotto di casa riferimento visuali nel territorio unifamiliare è dotato di un giardino ed un parcheggio Le torri residenziali 15 20 di 15-piani sono disposte a grande distanza l’una dall’altra e poggiano su piastre attrezzate per il parcheggio ed i servizigg ggL espressione formale edifici non è legata ad alcun vincolo di omogeneità e risulta quindi eterogenea.

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La città – teorizzazioni: sintesi dei tre modelli

Questi tre modelli (progressista, culturalista, naturalista) non hanno avuto nella pratica la stessa risonanza.Lo studio delle realizzazioni concrete nell’urbanistica rivela come è intuibile la grande superiorità numerica delle agglomerazioni progressiste.Il modello naturalista non ha potuto esprimersi che molto parzialmente e soprattutto negli Stati Uniti in forme suburbane.Il modello culturalista continua ad ispirare la costruzione di nuove città in Inghilterra; altrove non ha dato luogo che ad esperienze limitatenon ha dato luogo che ad esperienze limitate.Se il modello progressista si è imposto sotto i regimi economici e politici più diversi, ha tuttavia assunto forme diverse in relazione alle peculiarità culturali rimaste vitali a seconda del riferimento preso.

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Gli urbanisti progressisti benché concepissero in un mondo nuovo lo spazio globale della città non

La città – teorizzazioni: l’avvento della tecnologia

Gli urbanisti progressisti benché concepissero in un mondo nuovo lo spazio globale della città nonhanno saputo utilizzare interamente le possibilità offerte loro dalla tecnica, e hanno così mancatoquella rivoluzione tecnologica che costituiva uno dei fondamenti della loro teoria.La logica stessa dell’urbanistica progressista richiedeva una critica di quel rapporto difettoso.Pertanto ingegneri architetti tecnici hanno tentato di ideare in termini radicali la città del XX secoloin funzione sia delle nuove tecniche di costruzione sia dello stile di vita e delle esigenze propriedell’uomo del XX secolo.Le nuove funzioni della città risultano definite da una serie di bisogni quantificabili. L’accento ègposto soprattutto su due aspetti:

I problemi nati dall’incremento della popolazione mondialeLo sviluppo di una serie di bisogni che risultano dal progresso tecnico.

Nascono così le cosiddette "città coniche" o le città verticali progettate dall’architetto PaulMaymont e da Otto Frei. Nel progetto di Maymont vi è una colonna centrale vuota, del diametro di20 metri, realizzata in cemento armato, che rappresenta l’albero centrale della città e permette lacircolazione verticale. Collegati a questo albero centrale, sostenuti da cavi di acciaio, vi sono deii i t i i li i t ll ti t tti li l ti b i ( ffi i l hi bbli ipiani autoprecompressi sui quali vengono installati tutti gli elementi urbani (uffici, luoghi pubblici

ecc.). Ogni città conica avrebbe un’altezza di 125 metri, comprenderebbe 45 piani e conterebbe15-20 mila abitanti. Queste città coniche sarebbero collegate tra di loro da un’autostrada centralesituata al di sotto delle stesse.Il vantaggio di questo tipo di città consisterebbe nel concentrare tutti i carichi in un solo punto, inmodo da ottenere una notevole economia spaziale in termini di suolo libero. differenza diMaymont l’architetto svizzero Walter Jonas ha progettato una città conica con il vertice rivoltoverso il basso, a forma di imbuto, a cui è stato dato l’appellativo di "Intrapolis".pp p

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Negli anni '60, Yona Friedman cominciò a pensare di ricoprire le città già esistenti con nuoveg , p p gstrutture interamente sopraelevate su giganteschi ponteggi, "moltiplicare la superficie originaleusando piani elevati".Questa "città spaziale" avrebbe potuto estendersi anche sull'acqua, o su terreni agricoli, a un'altezzavariabile fra 18 e 25 metri, creando una fusione fra abitato e campagna, e avrebbe lasciato deivarchi per grattacieli e altri grandi edifici di precedente costruzione o ancora da costruire. I ponteggitridimensionali avrebbero annoverato da sei a venti piani, e i pilastri di sostegno si sarebbero trovatia distanza da 35 a 50 metri. I ponteggi, a vari livelli, avrebbero creato delle cellule base di 25 metriquadrati in cui installare moduli prefabbricati, e per lasciar passare in basso la luce solare, metàdello spazio disponibile sarebbe rimasto vuotodello spazio disponibile sarebbe rimasto vuoto.I moduli prefabbricati si sarebbero adattati alle necessità di individui e famiglie. Ascensori contenutinei pilastri avrebbero permesso di recarsi da un livello all'altro e di scendere al suolo.Friedman proponeva di costruire con questo sistema nuove città completamente sospese, in Africae altri territori vergini. Addirittura, giunse a sostenere che ricoprendo di ponteggi l'intera superficiedelle terre emerse, e concedendo 100 metri quadrati a persona, il mondo avrebbe potuto accogliere700 miliardi di abitanti (oltre il doppio ricoprendo anche i mari)! Sarebbero occorsi 2000 miliardi ditonnellate d'acciaio, e settecento anni per la costruzione. Tempo sufficiente, dato che, al ritmo del1960, l'umanità avrebbe raggiunto i 700 miliardi di anime solo fra 1500 anni..., gg

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La città – teorizzazioni: per un assetto umanistico

L’urbanistica progressista ha suscitato una critica radicale rivolta, allo stesso tempo, all’arbitrarietàdei suoi principi ed al suo disprezzo a livello esecutivo per la realtà concreta. Essa vuolereintregrare il problema urbano nel suo contesto globale, basandosi sulle informazioni fornitedall’antropologia descrittiva.Questa critica che può essere definita di tipo umanistico, si è sviluppata al di fuori dell’ambientespecializzato degli urbanisti e ha dato vita a tre approcci metodologici corrispondenti a tretendenze che si vanno sviluppando in quel perodo:

L’insediamento umano come sistema composto da vai settori connessi tra loroL’insediamento umano e le sue conseguenze sul comportamento umano e sociale.La percezione urbana

Il primo approccio fa riferimento al tentativo di studiare e definire il contesto concreto dell’insediamentoumano con l’aiuto del più gran numero possibile di settori connessi alla realtà.Il promotore di questo approccio fu lo scozzese Patrick Geddes. Biologo di formazione egli siinteressò in seguito alla sociologia ed allo studio delle città.P G dd di i b ( i i di i i ià i iPer Geddes un progetto di creazione urbana(ristrutturazione di quartieri già esistenti o nuovaedificazione) può sfuggire all’astrazione solo se viene preceduto da una vasta inchiesta cheanalizzi l’insieme complesso dei fattori che esso coinvolge. E’ il momento in cui il geografo devecollaborare con l’igienista, e tutti due con il sociologo del concreto.Questo è il metodo adottato nelle sociological surveys che si richiama ugualmente all’economia,alla demografia e all’estetica evitando di privilegiare alcun settore della realtà.Le opere più importanti di Geddes in campo urbanistico sono City Development e City in Evolution.In particolare Geddes allarga il campo dell’urbanistica facendola diventare una scienza della cittàIn particolare Geddes allarga il campo dell urbanistica facendola diventare una scienza della città(che chiama polistica – civics) multidisciplinare.Essa studia le città, la loro ripartizione, il loro sviluppo e la loro struttura, il loro funzionamentointerno ed esterno, materiale e mentale; la loro evoluzione particolare e generale.Secondo Geddes prima di stabilire un qualsiasi progetto urbano è necessario stabilire un’inchiesta(analisi) completa.Nessun progetto può essere concepito con l’idea di renderlo ugualmente valido nei particolari pertutte le città. Ma nello stesso tempo l’unità di metodo è necessaria ai fini della chiarezza,p ,indispensabile ai fini del raffronto; dopo un accurato studio dei progetti preparati per particolaricittà, ne abbiamo ricavato lineamenti generali validi per tutte, che possono essere facilmenteelaborati e adattati nei particolari all’individualità di ciascuna città grande o piccola.

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Schema di inchiesta

Ubicazione, topografia e

vantaggi naturali

Mezzi di comunicazione, per via di terra e per via d’acqua

Geologia, clima, risorse idriche

Naturali e storici

Composizione del suolo,

vegetazione, vita animale

Stato attuale

Riserve ittiche, di fiume o di mare

Possibilità di

Stato attuale

Possibilità di accesso alla

natura (costa del mare, ecc. )

Sviluppi previsti

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Ambiente urbano

Storico dalle origini in poi

Pianificazione urbanistica: suggerimenti e progetti

poi

recente Esempi di altre città grandi e piccole britanniche e

straniere

Aree comunali

Attuali: piani regolatori in

vigore, strade e

contributi e suggerimenti ai fini del progetto di piano regolatore perg

viali, spazi aperti, parchi,

comunicazioni interne, acqua,

fognature, illuminazione,

ecc

piano regolatore per quanto riguarda:

A. AreeB. Possibilità di espansione della cittàC. Possibilità di miglioramento e sviluppoD. Suggerimenti paricolareggiati

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Il pensiero di Geddes è stato ampliato e notevolmente sviluppato dal più illustre dei suoi discepoli, LewisMumford.

f fMumford risulta perfettamente contemporaneo dei primi urbanisti progressisti ed ha potuto assistere allarealizzazione integrale della loro opera. Ricco di documentazione raccolta in tutto il mondo e con unacultura sia da storico che da sociologo egli è un critico spietato.Mumford ha messo in evidenza in evidenza tutti i lati negativi di ciò che abbiamo chiamato urbanisticaprogressista.La sua critica è basata su una solida conoscenza dell’economia e della tecnologia contemporanee. Eglidifende il cittadino dalla macchina.Nella sua ricerca di nuove forme Mumford si è sempre richiamato alle lezioni della storia.La città chiaramente circoscritta all’epoca preindustriale gli è apparsa come una forma che meglio dellamegalopoli si prestava ad un armonioso sviluppo delle attitudini individuali e collettive.La storia dello sviluppo delle città medioevali ha largamente ispirato la sua concezione di unaintegrazione della natura nell’ambiente urbano.Per i giardini non devono solo assumere un ruolo importante, essi devono rimpiazzare l’ambiente amorfoche gli spazi verdi costituiscono nella città progressista; essi sono strutturati connessi in modosignificativo e non casuale, agli edifici e all’habitat.In altre parole Mumford auspica una città che sia allo stesso tempo più urbana e più

l di ll t d i d lli i trurale di quella proposta dai modelli progressista.

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