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PROGETTAZIONE
74RCI n.3/2015
Un retrofitting economico per le scuoleTutti siamo a conoscenza della
situazione generale in cui versano
gli edifici scolastici nel nostro paese
e non fanno certamente eccezione
gli impianti, obsoleti e quasi sempre
energivori. Alcuni accorgimenti per
aumentare l’efficienza energetica
garantendo nel contempo un maggior
comfort agli occupanti.
Degli oltre 52.000 edifici scolastici presen-
ti nel nostro paese, oltre il 60% è stato
costruito da oltre 40 anni, dunque ancor
prima dell’introduzione di una qualsiasi le-
gislazione energetica. Secondo il - rappor-
to Cresme-Enea 2014, consumi termici e
elettrici annui delle scuole sono stimati in
9,6 TWh (di cui 8,2 TWh termici) che im-
plicano una spesa annua di circa 1,3 mi-
liardi di euro.
A prescindere dalle irrinunciabili attenzioni
alla sicurezza strutturale (antisismicità), di
igiene e salubrità pubblica (amianto), que-
sti numeri dovrebbero a fare capire l’im-
portanza non più procrastinabile di neces-
sari interventi di efficientamento. Facile a
dirsi, molto meno da tradursi in opere con-
crete che siano economicamente sosteni-
bili in un periodo prolungato di crisi e di
scarsità di risorse.
Difatti, escludendo per ragioni di costi e di
opportunità interventi radicali sull’involu-
cro edilizio - molte strutture scolastiche al
pari di altri edifici costruiti nel pieno del
boom economico, frutto dell’incoscienza
energetica del tempo, sono assolutamen-
te privi di qualsiasi considerazione di ri-
sparmio energetico (consumi nell’ordine
Luca Ferrari
dei 200- 300 kWh/m2 anno) in modo che
andrebbero non ristrutturati, ma demoliti
e ricostruiti in toto - è possibile suggerire
alcuni accorgimenti sugli impianti e sul-
la gestione per il contenimento dei con-
sumi energetici, in modo che anche con
investimenti limitati si possa finalmente
avviare nella giusta direzione la gestione
energetica di questo importante patrimo-
nio pubblico.
Diagnosi energetica
Pur considerando che è normalmente dif-
ficile oggi reperire informazioni dettagliate
sui consumi energetici della scuola, sulla
qualità interna dell’aria e sul grado di sod-
disfazione del comfort, è viceversa agevo-
le recuperare dalle bollette o dalle fatture
legate alle forniture di energia elettrica e
combustibile i consumi annui dell’istituto
scolastico.Partendo da questi dati è pos-
sibile sviluppare una seria analisi energeti-
ca dell’intera struttura scolastica al fine di
poter valutare lo stato di fatto del sistema
edificio-impianto e poter quindi procedere
razionalmente alla operazioni di riqualifi-
cazione e migliorie, con priorità, specificità
e opere da realizzare.
Il modello viene quindi verificato confron-
tando il suo comportamento teorico con
quello effettivo, controllando cioè che i
dati di consumo energetico (e i relativi co-
sti) teorici siano coerenti con quelli rea-
li delle bollette energetiche degli ultimi
tre anni.
E’ poi consigliabile, in assenza di impor-
tanti risorse, stabilire livelli minimi di mi-
glioramento e interventi successivi al fi-
ne di programmare future economie di
esercizio.
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75RCI n.3/2015
Riduzione dei carichi e delle potenze
Una volta portata a termine la fase della
diagnosi energetica, prima di procedere
con qualsiasi intervento migliorativo, con-
viene cercare di agire sulla possibile dimi-
nuzione dal lato della domanda, mettendo
dunque in campo un azione di riduzione
dei carichi termici ed elettrici al fine di po-
ter abbassare da subito la bolletta energe-
tica della struttura scolastica.
Limitando l’osservazione ai soli interventi
di razionalizzazione sullo stato di fatto si
possono individuare alcune voci minime
d’intervento:
- risigillatura dei serramenti e l’utilizzo del-
le schermature solari;
- riorganizzazione dell’occupazione de-
gli spazi;
- l’illuminazione e le apparecchiature elet-
triche.
Risigillatura dei serramenti e l’utilizzo delle
schermature solari
Pur senza impegnarsi in un rinnovo inte-
grale dei serramenti, è comunque dove-
roso intervenire per risigillare le guarnizio-
ni delle finestre e delle porte meno per-
formanti al fine di mantenere l’integrità
dell’involucro edilizio.
E’ consigliabile in questo casi anche met-
tere al bando ogni superfice vetrata che
non sia costituita da doppi vetri, situazione
perlomeno ancora riscontrabile nei labo-
ratori, locali officine, sale mense, corridoi
seminterrati, ecc.
La presenza o meno di schermature solari
risulta un benefit in grado di ridurre il ri-
scaldamento dal sole nei mesi più caldi e
consentire invece un apporto positivo in
inverno per l’effetto opposto (sono nu-
merosi i locali accessori dotati inutilmente
di tende che schermano qualsiasi apporto
solare all’ambiente).
La valutazione va comunque ben ponde-
rata, specie per le regioni più calde, con-
siderando che la chiusura delle tende nei
mesi estivi può si ridurre il costo di raf-
freddamento degli ambienti, ma inevitabil-
mente diminuisce i risparmi ottenuti dalla
luce naturale.
Riorganizzazione dell’occupazione
degli spazi
All’inizio dell’anno scolastico quasi ogni
scuola riorganizza il numero delle classi
e la loro collocazione all’interno dell’edi-
ficio. La necessità di avere un alto nume-
ro di alunni per classe ha portato ad una
diminuzione delle classi rispetto al nume-
ro delle aule disponibili e dunque, senza
entrare nel ginepraio della collocazione
oraria delle materie di insegnamento, e
compatibilmente con l’utilizzo delle aule,
pare evidente che sia da preferire con-
seguire situazioni “full load” (aule sta-
bilmente occupate) per le sistemazioni
poste verso la zona sud in modo da po-
ter beneficiare nella stagione fredda del
contributo termico delle radiazioni sola-
ri attraverso le superfici vetrate. Come
si vedrà successivamente questa atten-
zione per essere effettivamente sfruttata
deve andare di pari passo ad un controllo
termico di zona e/o localizzato.
Allo stesso tempo è possibile riorganiz-
zare il riscaldamento degli uffici, bibliote-
che, laboratori, auditorium, ecc. In modo
da garantire condizioni climatiche otti-
mali solo in presenza degli alunni e/o del
personale scolastico, e viceversa ottimiz-
zare l’uso intermittente (schedulazione
oraria) con una temperatura di mante-
nimento nei periodi di non occupazio-
ne (pomeriggi, sera, sabato, fine/inizio
orario)
Anche la compartimentazione tra i diver-
si ambienti (riscaldati e non) con barrie-
re d’aria o attraverso pressurizzazione,
dovrebbe essere presa in considerazione.
Tipica aula scolastica con ampie vetrate in metallo, vetro singolo e tende oscuranti. Il rinnovo dei serramenti e una corretta gestione degli elementi schermati sono punti irrinunciabili di ogni corretto intervento di riqualificazione energetica.
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76RCI n.3/2015
L’illuminazione e le apparecchiature
elettriche
Viene stimato che in una struttura scola-
stica l’illuminazione consumi circa il 30 per
cento del totale di energia. E cosi il retro-
fit dell’impianto luci viene considerato un
“must” nei programmi di efficientamento
perché i miglioramenti sono di solito molto
semplici da implementare e con costi deci-
samente sostenibili. A questi interventi si
dovrebbero associare, come attività com-
plementare, l’educazione degli studenti (e
degli insegnanti) sulle tecniche di illumina-
zione e dei sistemi di controllo.
Gli interventi subito attuabili possono ri-
assumersi con:
- la sostituzione delle lampadine incande-
scenti (ci sono ancora!) con quelle fluore-
scenti compatte (CFL) o meglio ancora con
le lampadine a LED. Quest’ultime utilizza-
no fino al 90 per cento in meno di energia
rispetto alle lampadine a incandescenza. Il
periodo di payback per le lampadine a LED
diminuisce ulteriormente perché durano
più a lungo e richiedono meno sostituzioni
rispetto alle lampade ad incandescenza;
- la sostituzione delle lampade fluorescenti
T12/T8 con i modelli T5, tubolari fluore-
scenti a spettro completo di nuova gene-
razione che consentono una migliore effi-
cienza luminosa. Le lampade T5 utilizzano
esclusivamente alimentatori elettronici ad
alta frequenza, che non necessitano dello
starter, e questo contribuisce alla loro ele-
vata efficienza. Sono inoltre disponibili sul
mercato particolari lampade T5, applicabili
senza bisogno di sostituire le preesisten-
ti plafoniere in cui sono installate lampa-
de T8 o T12. Esistono anche particolari
alimentatori elettronici in versione “dim-
ming”, che consentono di regolare il flusso
luminoso dal 10% al 100%, conseguendo
così ulteriori risparmi energetici.
Diventa poi obbligo l’installazione di sen-
sori di presenza e/o timer orari, in modo
da spegnere automaticamente le luci ne-
gli spazi non occupati come aule, servizi
igienici, uffici, e biblioteche.
Anche l’utilizzo di sensori di luce diurna
aiutano a spegnere le luci quando la luce
del giorno raggiunge livelli luminosi de-
finiti.
Nella struttura scolastica sono inoltre nu-
merose le apparecchiature elettriche ed
elettroniche impiegate negli uffici, nelle
aule didattiche e professionali, nelle ope-
razioni di pulizia, ecc.
Molte aule didattiche, in special modo laboratori, versano in questa situazione: tapparelle perennemente abbassate e illuminazione artificiale. Qualsiasi intervento di retrofit porterà a risultati inferiori se non si interviene sulla gestione e sull’educazione energetica verso il personale e gli alunni.
Immagine tratta dall’interno di un aula in una scuola pubblica. I terminali di erogazione, cosi come la loro regolazione, dovrebbero suscitare la medesima attenzione della sostituzione dei generatori di calore.
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77RCI n.3/2015
La maggior parte di queste apparecchia-
ture rimangono accese tutto il giorno, e
quindi bastano pochi ed elementari accor-
gimenti per ridurre il consumo energetico.
Ecco alcuni consigli che andrebbero osti-
natamente perseguiti:
- spegnere sempre le apparecchiature di
notte. Durante il giorno, impostare le fun-
zioni di stand-by o ibernazione dopo 30
minuti o meno di inattività. Nei compu-
ter, per esempio, il consumo prevalente di
energia è causato dal monitor, nel quale
raramente viene attivato il programma di
spegnimento;
- le stampanti individuali vanno sempre
tenute spente se non utilizzate. Quelle di
rete, sempre online, devo implementare
funzioni di risparmio power down. Analo-
go discorso per le macchine fotocopiatrici;
- gli stessi distributori automatici di bevan-
de calde e merendine dovrebbero essere
soggetti a programmi di monitoraggio e
spegnimento programmati.
Il retrofit degli impianti
Gli impianti di riscaldamento degli edifici
scolastici nel nostro paese riprendono in
generale il classico schema progettuale co-
stituito da una (o più) caldaie centralizza-
te (con bruciatore atmosferico, tempera-
tura fissa e accensione on-off) alimentate
a metano, gasolio, più raramente a olio o
carbone, con distribuzione del calore tra-
mite acqua pressurizzata alla temperatu-
ra di 70-90 °C e termosifoni in ghisa nelle
aule e aerotermi nelle palestre, mense e
auditorium. La regolazione si limita in ge-
nerale, ad una valvola miscelatrice a tre vie
che calibra, attraverso una sonda di tem-
peratura esterna con curva climatica, la
temperatura di mandata alle utenze. Non
sono in genere previsti regolazioni di zo-
na o ambiente. La potenzialità del gene-
ratore di calore è di norma sovrastimata,
e solo per questo sarebbe necessario una
loro riprogettazione, in prospettiva anche
dell’utilizzo di eventuali fonti alternative.
Le tecniche per assicurare un miglioramen-
to dei consumi di energia termica posso-
no essere ricondotte sostanzialmente alle
seguenti misure:
- sostituzione delle caldaie esistenti con
quelle di classe a 4 stelle (a condensazione);
- sostituzione del sistema di distribuzione/
emissione del calore con sistemi a bassa
temperatura;
- miglioramento e messa in efficienza
dell’isolamento della rete di distribuzione;
- termoregolazione.
Dati i vantaggi certi sul lato del consu-
mo energetico, la sostituzione delle cal-
(In alto) L’installazione delle valvole termostatiche sui termosifoni dovrebbe avere un ordine primario di priorità.
(Qui sopra) Auspicabili sono interventi sulle grandi superfici scolastiche (palestre, auditorium, mense), fino ad oggi dotate principalmente di impianti di distribuzione con aerotermi, in molti casi poco performanti e insufficienti.
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daie con quelle a maggiore efficienza do-
vrebbe essere all’ordine del giorno di ogni
struttura scolastica. Più complesso (e più
oneroso) operare per la sostituzione del
sistema distributivo con uno a bassa tem-
peratura (pannelli radianti a pavimento).
Quanto alle coibentazione delle reti distri-
butive va ricordato che molte di esse risal-
gono a periodi precedenti 373/76 e che
dunque, dove tecnicamente eseguibile, sia
doveroso intervenire al loro rifacimento.
Discorso più attento, almeno per lo scopo
di questo articolo, merita la termoregola-
zione in virtù del fatto che l’investimento
basilare può essere decisamente contenu-
to e viceversa portare risultati di risparmio
energetico non trascurabili.
Difatti la termoregolazione nell’ambito
del riscaldamento degli ambienti permet-
te di mantenere costante la temperatu-
ra desiderata, adattando l’erogazione di
calore dai corpi scaldanti in dipendenza
dalle condizioni climatiche esterne e da-
gli apporti gratuiti interni. Essa dà, inoltre,
la possibilità di differenziare la tempera-
tura dei locali a seconda dei tempi di oc-
cupazione e della destinazione d’uso dei
locali stessi.
Questo consente, ad esempio, di fissare
temperature ridotte, rispetto ai valori di
comfort, durante le assenze e negli am-
bienti normalmente meno frequentati.
Per ottimizzare i consumi della caldaia,
è possibile introdurre valvole termosta-
tiche sui termosifoni che possono esse-
re controllate o manualmente o da sonde
di temperatura poste nelle singole aule.
Sarà quindi possibile regolare in ciascuna
aula la temperatura ottimale. Si può sti-
mare che per ogni grado centigrado ridot-
to tramite regolazione si ha un risparmio
energetico del 7%.
Per regolare le variazioni di pressione do-
vute all’apertura e alla chiusura delle val-
vole termostatiche ed evitare conseguen-
ti sibili e rumori che si manifestano in al-
cuni casi, è obbligatoria l’installazione in
centrale termica di una pompa a portata
variabile.
Nuove tecnologie
e alternative impiantistiche
Naturalmente è possibile considerare nella
revisione del sistema di produzione e di-
stribuzione del calore la sostituzione con
i nuovi sistemi impiantistici, anche se a
scapito di investimenti quasi sempre più
consistenti.
L’argomento vale comunque un approfon-
dimento in virtù del risparmi conseguiti
e delle eventuali sinergie che è possibile
mettere in campo tra i vari sistemi.
La sostituzione dei generatori di calore con caldaie a condensazione in cascata è certamente uno degli interventi più necessari.
LA NECESSITÀ DI UN PIANO STRATEGICOTutto quanto indicato nell’articolo
assume un significato e dunque
fattibilità, se la scuola o meglio
l’intero plesso scolastico si dota
di un piano strategico di gestione
dell’energia.
Questo piano dovrebbe definire gli
obiettivi, le metodologie, le respon-
sabilità e il budget.
In particolare occorre:
- programmare un audit per rac-
cogliere le indicazioni da tutte
le parti interessate, tra cui inse-
gnanti, studenti, manager, am-
ministratori, facility manager, e
membri del personale di custodia
e di manutenzione;
- assicurarsi un azione veritiera
e duratura di commissionig, cioè
“un processo di gestione del pro-
getto per ottenere, verificare e
documentare che le prestazioni
dell’edificio, degli impianti e degli
equipaggiamenti soddisfi obbiettivi
e criteri ben definiti”.
Si segnalano infatti diversi casi in
cui l’azione di azione di retrofit
energetico non abbia portato ad
apprezzabili risultati di economia;
- porre la massima attenzione alla
raccolta e analisi dei dati, fissando
opportuni benchmark che identifi-
cano i parametri di confronto per
le azioni di retrofit. Questa fase di
indagine risulta sempre critica e
delicata perché se non ben attua-
ta può essere la causa di risultati
inferiori agli obiettivi prefissati e
di minori risparmi;
- coinvolgere i fornitori/partner
esterni in programmi di con-
sulenza e di database (consumi
energetici);
- verificare anno per anno i target
energetici per documentare i pro-
gressi e rinnovare gli obiettivi e le
strategie. Questi report assegnano
anche le varie responsabilità e per-
mettono di condividere i successi
con tutti i soggetti coinvolti.
RCI n.3/201578
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79RCI n.3/2015
Si possono così indicare:
- impianto a tutt’aria, anche a portata va-
riabile (VAV);
- sistemi ibridi con caldaie e pompe di ca-
lore geotermiche, ad acqua e aria, anche
ad assorbimento;
- sistemi VRF.
Nel nostro paese sono quasi del tutto as-
senti nelle scuole impianti HVAC tutt’aria,
se non per grandi ambienti, come avviene
invece di norma dall’altra parte dell’ocea-
no. Questo rende decisamente problema-
tico procedere a qualsiasi azione di retrofit
in virtù del fatto che bisognerebbe ripro-
gettare ex novo tutto il sistema distributi-
vo, in particolare tutta la foronometria dei
passaggi delle condotte aria, senza trascu-
rare le possibili implicazioni sul lato della
sicurezza antincendio.
Comunque la possibilità non andrebbe
sottovaluta in virtù del fatto che la flessi-
bilità del sistema e la sua regolazione por-
forte logica energetica e in definitiva an-
che di gestione e comfort climatico (anche
e soprattutto in versione di climatizzazio-
ne estiva). Inoltre va ricordato che queste
nuove apparecchiature sono da tempo in
grado di generare acqua calda anche per
usi sanitari.
Acqua calda sanitaria
In media, il riscaldamento dell’acqua sani-
taria è responsabile del 10 per cento del
fabbisogno energetico di una scuola.
L’adeguamento e una corretta manuten-
zione delle tubazioni, degli isolamenti e
apparecchiature possono aumentare l’ef-
ficienza di riscaldamento dell’acqua sani-
taria.
Conviene comunque limitare le tempera-
ture di erogazione entro i 60 °C, e instal-
lare invece scaldacqua dedicati per quel-
le situazioni in cui siano necessarie tem-
perature più elevate, come ad esempio
le cucine.
Non va inoltre esclusa la possibilità di uti-
lizzare degli scambiatori di calore per re-
cuperare il calore dalle acque di scarico.
Ventilazione
Dove sicuramente è possibile certificare
un deficit importante nelle nostre scuole
è nella ventilazione e nei ricambi di aria
Impianto di distribuzione a bassa temperatura in una scuola materna di Bologna.
L’impiego di fonti alternative deve anch’esso diventare una priorità negli interventi di retrofit. Nell’immagine l’impianto fotovoltaico della scuola materna Collodi a Corbetta (MI).
Tab. 1 - Portate volumetriche di aria esterna qv,o,p
(10-3 m3 s-1 per persona) secondo prUNI 10339:2014 (Fonte Ashrae).
Ambiente Classe di qualità dell’ambiente termico
Elevata Media Bassa
Asili nido e scuole materne 7.5 6 4.5
Aule scuole (elementari, medie inferiori e superiori) 7.5 6 4.5
Aule universitarie 7.5 6 4,5
Bagni/servizi Estrazioni in funzionamento continuo
terebbero ad una gestione realmente di-
namica dell’intero impianto.
Discorso completamente diverso invece
per i nuovi sistemi ibridi di produzione
del calore, tra l’altro già utilizzati in diver-
se scuole, e sulla scorta di quello che sta
avvenendo nel più consueto campo resi-
denziale, l’abbinamento pompa di calore
– caldaia condensazione sta dimostrando
la propria efficienza e competitività. Va da
se che il retrofit con questo sistema risulta
economicamente impegnativo, molto nel
caso di pompe di calore geotermiche, in
virtù del fatto che per esprimersi ai mas-
simi livelli abbisogna di una distribuzione
a bassa temperatura.
In ultimo potrebbe sembrare un eresia
pensare di sostituire la centrale termica
con le nuove apparecchiature VRV/VRF
in presenza di un edificio vetusto e non
performante. Viceversa si può dimostrare
che la sostituzione ha comunque una sua
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80RCI n.3/2015
esterna necessari a garantire condizioni
di IAQ accettabili, soprattutto in presenza
di classi densamente affollate come quel-
le che si stanno considerando di questo
tempi (tabella 1).
L’argomento merita una trattazione dedi-
cata in quanto è ormai riscontrato che l’at-
tenzione scolastica e di conseguenza l’ap-
prendimento seguono una correlazione di-
retta con i valori di IAQ (CO2) presenti in
ambiente.
Dal punto di vista energetico è altresì no-
to che la ventilazione meccanica degli am-
bienti risulta un plus per la gestione dei ca-
richi termici attraverso le opportune unita
di recupero del calore.
Fonti rinnovabili
A partire dal 1991, con l’emanazione del-
la legge 10, le scuole, come tutti gli edifici
pubblici nuovi o in ristrutturazione, avreb-
bero dovuto integrare il risparmio energe-
tico e le fonti rinnovabili negli edifici di-
chiarati interventi di pubblica utilità e di
pubblico interesse.
9 Una speranza. Ecco come si presenta l’aula didattica di in moderno laboratorio di biologia in una scuola secondaria americana. Forse è giunto il tempo di comprendere che anche l’investimento in strutture efficienti e confortevoli, può essere una ragione in più per vedere aumentare la competitività delle future generazioni
Purtroppo la mancata applicazione del-
la norma in tutto il territorio nazionale,
a causa della sostanziale assenza di un
sistema sanzionatorio e di controllo sul-
le inadempienze, ha portato ad un par-
co edilizio scolastico di gran lunga lonta-
no dagli standard qualitativi della media
europea.
Oggi le scuole dovrebbero poter valuta-
re di generare la propria energia sfruttan-
do le diverse forme di energia alternativa
messe a disposizione dal progresso tec-
nologico (vento, solare, geotermica, gas
di discarica, ecc.).
La quantità di energia disponibile da que-
ste fonti e dei costi complessivi dipendono
da diversi fattori tra i quali la posizione ge-
ografica, le dimensioni del progetto, e
la disponibilità di incentivi finanziari.
Rimanendo nel campo delle scarse dispo-
nibilità economiche, viene naturale indi-
care l’installazione di scaldacqua solari per
ridurre i costi di produzione dell’acqua cal-
da sanitaria. © RIPRODUZIONE RISERVATA
COME FINANZIARE GLI INTERVENTILa Legge 90/ 2013 di conversione del
medesimo decreto all’art. 5 riporta
come “Al Fine di Promuovere la re-
alizzazione di servizi energetici e di
misure di incremento dell’efficienza
energetica degli edifici di proprietà
pubblica, con particolare attenzio-
ne agli edifici scolastici, il fondo di
garanzia cui all’articolo 22, comma
4, del Decreto Legislativo n. 28/2011
(Governo Italiano, 2011), è utilizzato
anche per il sostegno della realizza-
zione di progetti di miglioramento
dell’efficienza energetica nell’edilizia
pubblica”
Ora in attesa di veder finalmente
arrivare a destinazione questo au-
spicato fondo di garanzia, alle scuole
pubbliche per non rischiare l’immo-
bilismo, e con bilanci via via sempre
più risicati, non rimane che cercare di
finanziare gli interventi di migliora-
mento energetico attraverso accordi
con società specializzate, le cosiddet-
te Esco (Energy Service Company),
aziende che effettuano interventi
finalizzati a migliorare l’efficienza
energetica, assumendo su di sé il
rischio dell’iniziativa e liberando il
cliente finale da ogni onere organiz-
zativo e di investimento.
I risparmi economici ottenuti vengono
condivisi fra la Esco ed la struttura
scolastica con diverse tipologie di
accordo commerciale.
Il vantaggio di una Esco è che permet-
te alle scuole di procedere in modo
rapido alle necessarie operazione
di retrofit energetico, senza dover
aspettare specifici decreti attuativi
e/o gare di appalto, procedure queste
che oltre alle complicanze presentano
sempre tempi di attuazione non brevi.
In ultima istanza sarebbe auspicabile,
sulla falsariga del modello americano,
che anche alcune importanti aziende
del settore, trovino interesse nell’im-
pegnarsi direttamente in operazioni
di finanziamento e di assistenza verso
le istituzioni scolastiche.
[email protected] 80 16/02/15 10:35