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PROGETTAZIONE 74 RCI n.3/2015 Un retrofitting economico per le scuole Tutti siamo a conoscenza della situazione generale in cui versano gli edifici scolastici nel nostro paese e non fanno certamente eccezione gli impianti, obsoleti e quasi sempre energivori. Alcuni accorgimenti per aumentare l’efficienza energetica garantendo nel contempo un maggior comfort agli occupanti. Degli oltre 52.000 edifici scolastici presen- ti nel nostro paese, oltre il 60% è stato costruito da oltre 40 anni, dunque ancor prima dell’introduzione di una qualsiasi le- gislazione energetica. Secondo il - rappor- to Cresme-Enea 2014, consumi termici e elettrici annui delle scuole sono stimati in 9,6 TWh (di cui 8,2 TWh termici) che im- plicano una spesa annua di circa 1,3 mi- liardi di euro. A prescindere dalle irrinunciabili attenzioni alla sicurezza strutturale (antisismicità), di igiene e salubrità pubblica (amianto), que- sti numeri dovrebbero a fare capire l’im- portanza non più procrastinabile di neces- sari interventi di efficientamento. Facile a dirsi, molto meno da tradursi in opere con- crete che siano economicamente sosteni- bili in un periodo prolungato di crisi e di scarsità di risorse. Difatti, escludendo per ragioni di costi e di opportunità interventi radicali sull’involu- cro edilizio - molte strutture scolastiche al pari di altri edifici costruiti nel pieno del boom economico, frutto dell’incoscienza energetica del tempo, sono assolutamen- te privi di qualsiasi considerazione di ri- sparmio energetico (consumi nell’ordine Luca Ferrari dei 200- 300 kWh/m 2 anno) in modo che andrebbero non ristrutturati, ma demoliti e ricostruiti in toto - è possibile suggerire alcuni accorgimenti sugli impianti e sul- la gestione per il contenimento dei con- sumi energetici, in modo che anche con investimenti limitati si possa finalmente avviare nella giusta direzione la gestione energetica di questo importante patrimo- nio pubblico. Diagnosi energetica Pur considerando che è normalmente dif- ficile oggi reperire informazioni dettagliate sui consumi energetici della scuola, sulla qualità interna dell’aria e sul grado di sod- disfazione del comfort, è viceversa agevo- le recuperare dalle bollette o dalle fatture legate alle forniture di energia elettrica e combustibile i consumi annui dell’istituto scolastico.Partendo da questi dati è pos- sibile sviluppare una seria analisi energeti- ca dell’intera struttura scolastica al fine di poter valutare lo stato di fatto del sistema edificio-impianto e poter quindi procedere razionalmente alla operazioni di riqualifi- cazione e migliorie, con priorità, specificità e opere da realizzare. Il modello viene quindi verificato confron- tando il suo comportamento teorico con quello effettivo, controllando cioè che i dati di consumo energetico (e i relativi co- sti) teorici siano coerenti con quelli rea- li delle bollette energetiche degli ultimi tre anni. E’ poi consigliabile, in assenza di impor- tanti risorse, stabilire livelli minimi di mi- glioramento e interventi successivi al fi- ne di programmare future economie di esercizio.

PROGETTAZIONE - Ing. Luca Ferrari · gli edifici scolastici nel nostro paese e non fanno certamente eccezione gli impianti, obsoleti e quasi sempre ... corretto intervento di riqualificazione

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PROGETTAZIONE

74RCI n.3/2015

Un retrofitting economico per le scuoleTutti siamo a conoscenza della

situazione generale in cui versano

gli edifici scolastici nel nostro paese

e non fanno certamente eccezione

gli impianti, obsoleti e quasi sempre

energivori. Alcuni accorgimenti per

aumentare l’efficienza energetica

garantendo nel contempo un maggior

comfort agli occupanti.

Degli oltre 52.000 edifici scolastici presen-

ti nel nostro paese, oltre il 60% è stato

costruito da oltre 40 anni, dunque ancor

prima dell’introduzione di una qualsiasi le-

gislazione energetica. Secondo il - rappor-

to Cresme-Enea 2014, consumi termici e

elettrici annui delle scuole sono stimati in

9,6 TWh (di cui 8,2 TWh termici) che im-

plicano una spesa annua di circa 1,3 mi-

liardi di euro.

A prescindere dalle irrinunciabili attenzioni

alla sicurezza strutturale (antisismicità), di

igiene e salubrità pubblica (amianto), que-

sti numeri dovrebbero a fare capire l’im-

portanza non più procrastinabile di neces-

sari interventi di efficientamento. Facile a

dirsi, molto meno da tradursi in opere con-

crete che siano economicamente sosteni-

bili in un periodo prolungato di crisi e di

scarsità di risorse.

Difatti, escludendo per ragioni di costi e di

opportunità interventi radicali sull’involu-

cro edilizio - molte strutture scolastiche al

pari di altri edifici costruiti nel pieno del

boom economico, frutto dell’incoscienza

energetica del tempo, sono assolutamen-

te privi di qualsiasi considerazione di ri-

sparmio energetico (consumi nell’ordine

Luca Ferrari

dei 200- 300 kWh/m2 anno) in modo che

andrebbero non ristrutturati, ma demoliti

e ricostruiti in toto - è possibile suggerire

alcuni accorgimenti sugli impianti e sul-

la gestione per il contenimento dei con-

sumi energetici, in modo che anche con

investimenti limitati si possa finalmente

avviare nella giusta direzione la gestione

energetica di questo importante patrimo-

nio pubblico.

Diagnosi energetica

Pur considerando che è normalmente dif-

ficile oggi reperire informazioni dettagliate

sui consumi energetici della scuola, sulla

qualità interna dell’aria e sul grado di sod-

disfazione del comfort, è viceversa agevo-

le recuperare dalle bollette o dalle fatture

legate alle forniture di energia elettrica e

combustibile i consumi annui dell’istituto

scolastico.Partendo da questi dati è pos-

sibile sviluppare una seria analisi energeti-

ca dell’intera struttura scolastica al fine di

poter valutare lo stato di fatto del sistema

edificio-impianto e poter quindi procedere

razionalmente alla operazioni di riqualifi-

cazione e migliorie, con priorità, specificità

e opere da realizzare.

Il modello viene quindi verificato confron-

tando il suo comportamento teorico con

quello effettivo, controllando cioè che i

dati di consumo energetico (e i relativi co-

sti) teorici siano coerenti con quelli rea-

li delle bollette energetiche degli ultimi

tre anni.

E’ poi consigliabile, in assenza di impor-

tanti risorse, stabilire livelli minimi di mi-

glioramento e interventi successivi al fi-

ne di programmare future economie di

esercizio.

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75RCI n.3/2015

Riduzione dei carichi e delle potenze

Una volta portata a termine la fase della

diagnosi energetica, prima di procedere

con qualsiasi intervento migliorativo, con-

viene cercare di agire sulla possibile dimi-

nuzione dal lato della domanda, mettendo

dunque in campo un azione di riduzione

dei carichi termici ed elettrici al fine di po-

ter abbassare da subito la bolletta energe-

tica della struttura scolastica.

Limitando l’osservazione ai soli interventi

di razionalizzazione sullo stato di fatto si

possono individuare alcune voci minime

d’intervento:

- risigillatura dei serramenti e l’utilizzo del-

le schermature solari;

- riorganizzazione dell’occupazione de-

gli spazi;

- l’illuminazione e le apparecchiature elet-

triche.

Risigillatura dei serramenti e l’utilizzo delle

schermature solari

Pur senza impegnarsi in un rinnovo inte-

grale dei serramenti, è comunque dove-

roso intervenire per risigillare le guarnizio-

ni delle finestre e delle porte meno per-

formanti al fine di mantenere l’integrità

dell’involucro edilizio.

E’ consigliabile in questo casi anche met-

tere al bando ogni superfice vetrata che

non sia costituita da doppi vetri, situazione

perlomeno ancora riscontrabile nei labo-

ratori, locali officine, sale mense, corridoi

seminterrati, ecc.

La presenza o meno di schermature solari

risulta un benefit in grado di ridurre il ri-

scaldamento dal sole nei mesi più caldi e

consentire invece un apporto positivo in

inverno per l’effetto opposto (sono nu-

merosi i locali accessori dotati inutilmente

di tende che schermano qualsiasi apporto

solare all’ambiente).

La valutazione va comunque ben ponde-

rata, specie per le regioni più calde, con-

siderando che la chiusura delle tende nei

mesi estivi può si ridurre il costo di raf-

freddamento degli ambienti, ma inevitabil-

mente diminuisce i risparmi ottenuti dalla

luce naturale.

Riorganizzazione dell’occupazione

degli spazi

All’inizio dell’anno scolastico quasi ogni

scuola riorganizza il numero delle classi

e la loro collocazione all’interno dell’edi-

ficio. La necessità di avere un alto nume-

ro di alunni per classe ha portato ad una

diminuzione delle classi rispetto al nume-

ro delle aule disponibili e dunque, senza

entrare nel ginepraio della collocazione

oraria delle materie di insegnamento, e

compatibilmente con l’utilizzo delle aule,

pare evidente che sia da preferire con-

seguire situazioni “full load” (aule sta-

bilmente occupate) per le sistemazioni

poste verso la zona sud in modo da po-

ter beneficiare nella stagione fredda del

contributo termico delle radiazioni sola-

ri attraverso le superfici vetrate. Come

si vedrà successivamente questa atten-

zione per essere effettivamente sfruttata

deve andare di pari passo ad un controllo

termico di zona e/o localizzato.

Allo stesso tempo è possibile riorganiz-

zare il riscaldamento degli uffici, bibliote-

che, laboratori, auditorium, ecc. In modo

da garantire condizioni climatiche otti-

mali solo in presenza degli alunni e/o del

personale scolastico, e viceversa ottimiz-

zare l’uso intermittente (schedulazione

oraria) con una temperatura di mante-

nimento nei periodi di non occupazio-

ne (pomeriggi, sera, sabato, fine/inizio

orario)

Anche la compartimentazione tra i diver-

si ambienti (riscaldati e non) con barrie-

re d’aria o attraverso pressurizzazione,

dovrebbe essere presa in considerazione.

Tipica aula scolastica con ampie vetrate in metallo, vetro singolo e tende oscuranti. Il rinnovo dei serramenti e una corretta gestione degli elementi schermati sono punti irrinunciabili di ogni corretto intervento di riqualificazione energetica.

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76RCI n.3/2015

L’illuminazione e le apparecchiature

elettriche

Viene stimato che in una struttura scola-

stica l’illuminazione consumi circa il 30 per

cento del totale di energia. E cosi il retro-

fit dell’impianto luci viene considerato un

“must” nei programmi di efficientamento

perché i miglioramenti sono di solito molto

semplici da implementare e con costi deci-

samente sostenibili. A questi interventi si

dovrebbero associare, come attività com-

plementare, l’educazione degli studenti (e

degli insegnanti) sulle tecniche di illumina-

zione e dei sistemi di controllo.

Gli interventi subito attuabili possono ri-

assumersi con:

- la sostituzione delle lampadine incande-

scenti (ci sono ancora!) con quelle fluore-

scenti compatte (CFL) o meglio ancora con

le lampadine a LED. Quest’ultime utilizza-

no fino al 90 per cento in meno di energia

rispetto alle lampadine a incandescenza. Il

periodo di payback per le lampadine a LED

diminuisce ulteriormente perché durano

più a lungo e richiedono meno sostituzioni

rispetto alle lampade ad incandescenza;

- la sostituzione delle lampade fluorescenti

T12/T8 con i modelli T5, tubolari fluore-

scenti a spettro completo di nuova gene-

razione che consentono una migliore effi-

cienza luminosa. Le lampade T5 utilizzano

esclusivamente alimentatori elettronici ad

alta frequenza, che non necessitano dello

starter, e questo contribuisce alla loro ele-

vata efficienza. Sono inoltre disponibili sul

mercato particolari lampade T5, applicabili

senza bisogno di sostituire le preesisten-

ti plafoniere in cui sono installate lampa-

de T8 o T12. Esistono anche particolari

alimentatori elettronici in versione “dim-

ming”, che consentono di regolare il flusso

luminoso dal 10% al 100%, conseguendo

così ulteriori risparmi energetici.

Diventa poi obbligo l’installazione di sen-

sori di presenza e/o timer orari, in modo

da spegnere automaticamente le luci ne-

gli spazi non occupati come aule, servizi

igienici, uffici, e biblioteche.

Anche l’utilizzo di sensori di luce diurna

aiutano a spegnere le luci quando la luce

del giorno raggiunge livelli luminosi de-

finiti.

Nella struttura scolastica sono inoltre nu-

merose le apparecchiature elettriche ed

elettroniche impiegate negli uffici, nelle

aule didattiche e professionali, nelle ope-

razioni di pulizia, ecc.

Molte aule didattiche, in special modo laboratori, versano in questa situazione: tapparelle perennemente abbassate e illuminazione artificiale. Qualsiasi intervento di retrofit porterà a risultati inferiori se non si interviene sulla gestione e sull’educazione energetica verso il personale e gli alunni.

Immagine tratta dall’interno di un aula in una scuola pubblica. I terminali di erogazione, cosi come la loro regolazione, dovrebbero suscitare la medesima attenzione della sostituzione dei generatori di calore.

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77RCI n.3/2015

La maggior parte di queste apparecchia-

ture rimangono accese tutto il giorno, e

quindi bastano pochi ed elementari accor-

gimenti per ridurre il consumo energetico.

Ecco alcuni consigli che andrebbero osti-

natamente perseguiti:

- spegnere sempre le apparecchiature di

notte. Durante il giorno, impostare le fun-

zioni di stand-by o ibernazione dopo 30

minuti o meno di inattività. Nei compu-

ter, per esempio, il consumo prevalente di

energia è causato dal monitor, nel quale

raramente viene attivato il programma di

spegnimento;

- le stampanti individuali vanno sempre

tenute spente se non utilizzate. Quelle di

rete, sempre online, devo implementare

funzioni di risparmio power down. Analo-

go discorso per le macchine fotocopiatrici;

- gli stessi distributori automatici di bevan-

de calde e merendine dovrebbero essere

soggetti a programmi di monitoraggio e

spegnimento programmati.

Il retrofit degli impianti

Gli impianti di riscaldamento degli edifici

scolastici nel nostro paese riprendono in

generale il classico schema progettuale co-

stituito da una (o più) caldaie centralizza-

te (con bruciatore atmosferico, tempera-

tura fissa e accensione on-off) alimentate

a metano, gasolio, più raramente a olio o

carbone, con distribuzione del calore tra-

mite acqua pressurizzata alla temperatu-

ra di 70-90 °C e termosifoni in ghisa nelle

aule e aerotermi nelle palestre, mense e

auditorium. La regolazione si limita in ge-

nerale, ad una valvola miscelatrice a tre vie

che calibra, attraverso una sonda di tem-

peratura esterna con curva climatica, la

temperatura di mandata alle utenze. Non

sono in genere previsti regolazioni di zo-

na o ambiente. La potenzialità del gene-

ratore di calore è di norma sovrastimata,

e solo per questo sarebbe necessario una

loro riprogettazione, in prospettiva anche

dell’utilizzo di eventuali fonti alternative.

Le tecniche per assicurare un miglioramen-

to dei consumi di energia termica posso-

no essere ricondotte sostanzialmente alle

seguenti misure:

- sostituzione delle caldaie esistenti con

quelle di classe a 4 stelle (a condensazione);

- sostituzione del sistema di distribuzione/

emissione del calore con sistemi a bassa

temperatura;

- miglioramento e messa in efficienza

dell’isolamento della rete di distribuzione;

- termoregolazione.

Dati i vantaggi certi sul lato del consu-

mo energetico, la sostituzione delle cal-

(In alto) L’installazione delle valvole termostatiche sui termosifoni dovrebbe avere un ordine primario di priorità.

(Qui sopra) Auspicabili sono interventi sulle grandi superfici scolastiche (palestre, auditorium, mense), fino ad oggi dotate principalmente di impianti di distribuzione con aerotermi, in molti casi poco performanti e insufficienti.

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daie con quelle a maggiore efficienza do-

vrebbe essere all’ordine del giorno di ogni

struttura scolastica. Più complesso (e più

oneroso) operare per la sostituzione del

sistema distributivo con uno a bassa tem-

peratura (pannelli radianti a pavimento).

Quanto alle coibentazione delle reti distri-

butive va ricordato che molte di esse risal-

gono a periodi precedenti 373/76 e che

dunque, dove tecnicamente eseguibile, sia

doveroso intervenire al loro rifacimento.

Discorso più attento, almeno per lo scopo

di questo articolo, merita la termoregola-

zione in virtù del fatto che l’investimento

basilare può essere decisamente contenu-

to e viceversa portare risultati di risparmio

energetico non trascurabili.

Difatti la termoregolazione nell’ambito

del riscaldamento degli ambienti permet-

te di mantenere costante la temperatu-

ra desiderata, adattando l’erogazione di

calore dai corpi scaldanti in dipendenza

dalle condizioni climatiche esterne e da-

gli apporti gratuiti interni. Essa dà, inoltre,

la possibilità di differenziare la tempera-

tura dei locali a seconda dei tempi di oc-

cupazione e della destinazione d’uso dei

locali stessi.

Questo consente, ad esempio, di fissare

temperature ridotte, rispetto ai valori di

comfort, durante le assenze e negli am-

bienti normalmente meno frequentati.

Per ottimizzare i consumi della caldaia,

è possibile introdurre valvole termosta-

tiche sui termosifoni che possono esse-

re controllate o manualmente o da sonde

di temperatura poste nelle singole aule.

Sarà quindi possibile regolare in ciascuna

aula la temperatura ottimale. Si può sti-

mare che per ogni grado centigrado ridot-

to tramite regolazione si ha un risparmio

energetico del 7%.

Per regolare le variazioni di pressione do-

vute all’apertura e alla chiusura delle val-

vole termostatiche ed evitare conseguen-

ti sibili e rumori che si manifestano in al-

cuni casi, è obbligatoria l’installazione in

centrale termica di una pompa a portata

variabile.

Nuove tecnologie

e alternative impiantistiche

Naturalmente è possibile considerare nella

revisione del sistema di produzione e di-

stribuzione del calore la sostituzione con

i nuovi sistemi impiantistici, anche se a

scapito di investimenti quasi sempre più

consistenti.

L’argomento vale comunque un approfon-

dimento in virtù del risparmi conseguiti

e delle eventuali sinergie che è possibile

mettere in campo tra i vari sistemi.

La sostituzione dei generatori di calore con caldaie a condensazione in cascata è certamente uno degli interventi più necessari.

LA NECESSITÀ DI UN PIANO STRATEGICOTutto quanto indicato nell’articolo

assume un significato e dunque

fattibilità, se la scuola o meglio

l’intero plesso scolastico si dota

di un piano strategico di gestione

dell’energia.

Questo piano dovrebbe definire gli

obiettivi, le metodologie, le respon-

sabilità e il budget.

In particolare occorre:

- programmare un audit per rac-

cogliere le indicazioni da tutte

le parti interessate, tra cui inse-

gnanti, studenti, manager, am-

ministratori, facility manager, e

membri del personale di custodia

e di manutenzione;

- assicurarsi un azione veritiera

e duratura di commissionig, cioè

“un processo di gestione del pro-

getto per ottenere, verificare e

documentare che le prestazioni

dell’edificio, degli impianti e degli

equipaggiamenti soddisfi obbiettivi

e criteri ben definiti”.

Si segnalano infatti diversi casi in

cui l’azione di azione di retrofit

energetico non abbia portato ad

apprezzabili risultati di economia;

- porre la massima attenzione alla

raccolta e analisi dei dati, fissando

opportuni benchmark che identifi-

cano i parametri di confronto per

le azioni di retrofit. Questa fase di

indagine risulta sempre critica e

delicata perché se non ben attua-

ta può essere la causa di risultati

inferiori agli obiettivi prefissati e

di minori risparmi;

- coinvolgere i fornitori/partner

esterni in programmi di con-

sulenza e di database (consumi

energetici);

- verificare anno per anno i target

energetici per documentare i pro-

gressi e rinnovare gli obiettivi e le

strategie. Questi report assegnano

anche le varie responsabilità e per-

mettono di condividere i successi

con tutti i soggetti coinvolti.

RCI n.3/201578

[email protected] 78 16/02/15 10:35

79RCI n.3/2015

Si possono così indicare:

- impianto a tutt’aria, anche a portata va-

riabile (VAV);

- sistemi ibridi con caldaie e pompe di ca-

lore geotermiche, ad acqua e aria, anche

ad assorbimento;

- sistemi VRF.

Nel nostro paese sono quasi del tutto as-

senti nelle scuole impianti HVAC tutt’aria,

se non per grandi ambienti, come avviene

invece di norma dall’altra parte dell’ocea-

no. Questo rende decisamente problema-

tico procedere a qualsiasi azione di retrofit

in virtù del fatto che bisognerebbe ripro-

gettare ex novo tutto il sistema distributi-

vo, in particolare tutta la foronometria dei

passaggi delle condotte aria, senza trascu-

rare le possibili implicazioni sul lato della

sicurezza antincendio.

Comunque la possibilità non andrebbe

sottovaluta in virtù del fatto che la flessi-

bilità del sistema e la sua regolazione por-

forte logica energetica e in definitiva an-

che di gestione e comfort climatico (anche

e soprattutto in versione di climatizzazio-

ne estiva). Inoltre va ricordato che queste

nuove apparecchiature sono da tempo in

grado di generare acqua calda anche per

usi sanitari.

Acqua calda sanitaria

In media, il riscaldamento dell’acqua sani-

taria è responsabile del 10 per cento del

fabbisogno energetico di una scuola.

L’adeguamento e una corretta manuten-

zione delle tubazioni, degli isolamenti e

apparecchiature possono aumentare l’ef-

ficienza di riscaldamento dell’acqua sani-

taria.

Conviene comunque limitare le tempera-

ture di erogazione entro i 60 °C, e instal-

lare invece scaldacqua dedicati per quel-

le situazioni in cui siano necessarie tem-

perature più elevate, come ad esempio

le cucine.

Non va inoltre esclusa la possibilità di uti-

lizzare degli scambiatori di calore per re-

cuperare il calore dalle acque di scarico.

Ventilazione

Dove sicuramente è possibile certificare

un deficit importante nelle nostre scuole

è nella ventilazione e nei ricambi di aria

Impianto di distribuzione a bassa temperatura in una scuola materna di Bologna.

L’impiego di fonti alternative deve anch’esso diventare una priorità negli interventi di retrofit. Nell’immagine l’impianto fotovoltaico della scuola materna Collodi a Corbetta (MI).

Tab. 1 - Portate volumetriche di aria esterna qv,o,p

(10-3 m3 s-1 per persona) secondo prUNI 10339:2014 (Fonte Ashrae).

Ambiente Classe di qualità dell’ambiente termico

Elevata Media Bassa

Asili nido e scuole materne 7.5 6 4.5

Aule scuole (elementari, medie inferiori e superiori) 7.5 6 4.5

Aule universitarie 7.5 6 4,5

Bagni/servizi Estrazioni in funzionamento continuo

terebbero ad una gestione realmente di-

namica dell’intero impianto.

Discorso completamente diverso invece

per i nuovi sistemi ibridi di produzione

del calore, tra l’altro già utilizzati in diver-

se scuole, e sulla scorta di quello che sta

avvenendo nel più consueto campo resi-

denziale, l’abbinamento pompa di calore

– caldaia condensazione sta dimostrando

la propria efficienza e competitività. Va da

se che il retrofit con questo sistema risulta

economicamente impegnativo, molto nel

caso di pompe di calore geotermiche, in

virtù del fatto che per esprimersi ai mas-

simi livelli abbisogna di una distribuzione

a bassa temperatura.

In ultimo potrebbe sembrare un eresia

pensare di sostituire la centrale termica

con le nuove apparecchiature VRV/VRF

in presenza di un edificio vetusto e non

performante. Viceversa si può dimostrare

che la sostituzione ha comunque una sua

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80RCI n.3/2015

esterna necessari a garantire condizioni

di IAQ accettabili, soprattutto in presenza

di classi densamente affollate come quel-

le che si stanno considerando di questo

tempi (tabella 1).

L’argomento merita una trattazione dedi-

cata in quanto è ormai riscontrato che l’at-

tenzione scolastica e di conseguenza l’ap-

prendimento seguono una correlazione di-

retta con i valori di IAQ (CO2) presenti in

ambiente.

Dal punto di vista energetico è altresì no-

to che la ventilazione meccanica degli am-

bienti risulta un plus per la gestione dei ca-

richi termici attraverso le opportune unita

di recupero del calore.

Fonti rinnovabili

A partire dal 1991, con l’emanazione del-

la legge 10, le scuole, come tutti gli edifici

pubblici nuovi o in ristrutturazione, avreb-

bero dovuto integrare il risparmio energe-

tico e le fonti rinnovabili negli edifici di-

chiarati interventi di pubblica utilità e di

pubblico interesse.

9 Una speranza. Ecco come si presenta l’aula didattica di in moderno laboratorio di biologia in una scuola secondaria americana. Forse è giunto il tempo di comprendere che anche l’investimento in strutture efficienti e confortevoli, può essere una ragione in più per vedere aumentare la competitività delle future generazioni

Purtroppo la mancata applicazione del-

la norma in tutto il territorio nazionale,

a causa della sostanziale assenza di un

sistema sanzionatorio e di controllo sul-

le inadempienze, ha portato ad un par-

co edilizio scolastico di gran lunga lonta-

no dagli standard qualitativi della media

europea.

Oggi le scuole dovrebbero poter valuta-

re di generare la propria energia sfruttan-

do le diverse forme di energia alternativa

messe a disposizione dal progresso tec-

nologico (vento, solare, geotermica, gas

di discarica, ecc.). 

La quantità di energia disponibile da que-

ste fonti e dei costi complessivi dipendono

da diversi fattori tra i quali la posizione ge-

ografica,  le dimensioni del progetto, e

la disponibilità di  incentivi finanziari. 

Rimanendo nel campo delle scarse dispo-

nibilità economiche, viene naturale indi-

care l’installazione di scaldacqua solari per

ridurre i costi di produzione dell’acqua cal-

da sanitaria. © RIPRODUZIONE RISERVATA

COME FINANZIARE GLI INTERVENTILa Legge 90/ 2013 di conversione del

medesimo decreto all’art. 5 riporta

come “Al Fine di Promuovere la re-

alizzazione di servizi energetici e di

misure di incremento dell’efficienza

energetica degli edifici di proprietà

pubblica, con particolare attenzio-

ne agli edifici scolastici, il fondo di

garanzia cui all’articolo 22, comma

4, del Decreto Legislativo n. 28/2011

(Governo Italiano, 2011), è utilizzato

anche per il sostegno della realizza-

zione di progetti di miglioramento

dell’efficienza energetica nell’edilizia

pubblica”

Ora in attesa di veder finalmente

arrivare a destinazione questo au-

spicato fondo di garanzia, alle scuole

pubbliche per non rischiare l’immo-

bilismo, e con bilanci via via sempre

più risicati, non rimane che cercare di

finanziare gli interventi di migliora-

mento energetico attraverso accordi

con società specializzate, le cosiddet-

te Esco (Energy Service Company),

aziende che effettuano interventi

finalizzati a migliorare l’efficienza

energetica, assumendo su di sé il

rischio dell’iniziativa e liberando il

cliente finale da ogni onere organiz-

zativo e di investimento.

I risparmi economici ottenuti vengono

condivisi fra la Esco ed la struttura

scolastica con diverse tipologie di

accordo commerciale.

Il vantaggio di una Esco è che permet-

te alle scuole di procedere in modo

rapido alle necessarie operazione

di retrofit energetico, senza dover

aspettare specifici decreti attuativi

e/o gare di appalto, procedure queste

che oltre alle complicanze presentano

sempre tempi di attuazione non brevi.

In ultima istanza sarebbe auspicabile,

sulla falsariga del modello americano,

che anche alcune importanti aziende

del settore, trovino interesse nell’im-

pegnarsi direttamente in operazioni

di finanziamento e di assistenza verso

le istituzioni scolastiche.

[email protected] 80 16/02/15 10:35