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1 DOTTORATO DI RICERCA RICCARDO FRANCOVICH”: STORIA E ARCHEOLOGIA DEL MEDIOEVO, ISTITUZIONI E ARCHIVI DEBORA FERRERI Le aree cimiteriali della città di Classe: studio archeologico e paleoantropologico Introduzione Lo studio delle sepolture è una delle fonti principali per la conoscenza delle società antiche. Dall’analisi di singole sepolture, di gruppi sepolcrali, o dall’indagine di un intero cimitero si possono ottenere differenti informazioni. È possibile conoscere gli usi funerari di una società, la percezione della morte, la relazione esistente tra il mondo dei vivi e quello dei morti, e inoltre comprenderne le strutture sociali. Infine le sepolture, attraverso i resti scheletrici, sono rivelatrici dello stato di salute dei singoli individui, e su scala più estesa della collettività. Proprio per questo i cimiteri sono considerati lo specchio di pratiche culturali e trasformazioni sociali 1 . L’oggetto di questo progetto di ricerca è lo studio delle aree cimiteriali della città di Classe alla luce delle ultime indagini. L’obiettivo principale sarà il conseguimento di informazioni utili alla caratterizzazione della popolazione presente nel territorio, capirne l’organizzazione sociale ed economica, i cambiamenti nelle modalità e nella qualità della vita, l’evoluzione dei riti funerari e della concezione della morte. L’indagine sarà realizzata attraverso differenti livelli di analisi: archeologica, paleoantropologica e antropologica. Confrontando e integrando fra loro i dati ottenuti dai distinti studi sarà possibile ottenere una conoscenza complessiva del fenomeno in esame. Partendo dall’analisi della documentazione storica e degli scavi pregressi, la ricerca proseguirà con lo studio degli ultimi interventi di scavi effettuati da parte dell’Insegnamento di Archeologia Medievale, della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna 2 . Lo studio paleoantropologico delle sepolture, iniziato già in corso di scavo, sarà seguito dalle analisi che si effettueranno presso il Laboratorio di Antropologia della Facoltà, che ha sede a Ravenna. 1 Brogiolo 1998. 2 La direzione scientifica degli scavi è del Prof. Andrea Augenti.

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DOTTORATO DI RICERCA “RICCARDO FRANCOVICH”: STORIA E ARCHEOLOGIA DEL MEDIOEVO,

ISTITUZIONI E ARCHIVI

DEBORA FERRERI

Le aree cimiteriali della città di Classe: studio archeologico e paleoantropologico

Introduzione

Lo studio delle sepolture è una delle fonti principali per la conoscenza delle società antiche.

Dall’analisi di singole sepolture, di gruppi sepolcrali, o dall’indagine di un intero cimitero si

possono ottenere differenti informazioni. È possibile conoscere gli usi funerari di una società, la

percezione della morte, la relazione esistente tra il mondo dei vivi e quello dei morti, e inoltre

comprenderne le strutture sociali. Infine le sepolture, attraverso i resti scheletrici, sono rivelatrici

dello stato di salute dei singoli individui, e su scala più estesa della collettività.

Proprio per questo i cimiteri sono considerati lo specchio di pratiche culturali e trasformazioni

sociali1.

L’oggetto di questo progetto di ricerca è lo studio delle aree cimiteriali della città di Classe alla

luce delle ultime indagini. L’obiettivo principale sarà il conseguimento di informazioni utili alla

caratterizzazione della popolazione presente nel territorio, capirne l’organizzazione sociale ed

economica, i cambiamenti nelle modalità e nella qualità della vita, l’evoluzione dei riti funerari e

della concezione della morte.

L’indagine sarà realizzata attraverso differenti livelli di analisi: archeologica, paleoantropologica e

antropologica. Confrontando e integrando fra loro i dati ottenuti dai distinti studi sarà possibile

ottenere una conoscenza complessiva del fenomeno in esame.

Partendo dall’analisi della documentazione storica e degli scavi pregressi, la ricerca proseguirà con

lo studio degli ultimi interventi di scavi effettuati da parte dell’Insegnamento di Archeologia

Medievale, della Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università di Bologna2. Lo studio

paleoantropologico delle sepolture, iniziato già in corso di scavo, sarà seguito dalle analisi che si

effettueranno presso il Laboratorio di Antropologia della Facoltà, che ha sede a Ravenna.

1 Brogiolo 1998. 2 La direzione scientifica degli scavi è del Prof. Andrea Augenti.

2

1 L’area di studio: la città di Classe

Il territorio della città di Classe è caratterizzato dalla presenza di necropoli e aree sepolcrali databili

a partire dalla prima età imperiale fino ai secoli centrali del Medioevo. Le necropoli più antiche

occupavano la linea costiera, caratterizzata dalla presenza di dune sabbiose,comprese tra il mare e le

lagune interne. La maggior parte di esse si trovava inoltre lungo la strada romana, nota in epoca

medievale con il nome di Via Reina. Queste aree cimiteriali costituivano dei nuclei ben distinti,

separati tra loro da strade, aree libere e ville. Successivamente, in epoca tardoantica, con il

prosciugarsi di alcune aree paludose, le aree sepolcrali si estesero occupando più spazio, formando

spesso un complesso ininterrotto di sepolture disposte in maniera molto ravvicinata. Nel corso della

tarda antichità furono inoltre costruite alcune chiese cimiteriali in aree precedentemente occupate da

sepolture ed in principio esterne all’abitato, ora invece inglobate all’interno del circuito murario.

Nei casi in cui queste basiliche erano costruite su cimiteri più antichi, è stata osservata una

complessa sovrapposizione della sequenza stratigrafica delle varie sepolture3

Fig.1: Il territorio di Classe

3 Per quanto riguarda le necropoli classicane: Maioli, 1986; Maioli, 1988; Maioli., 1990; Lasi, 2002; Danesi, 1990; Maioli, Stoppioni 1987; Bermond Montanari, 1974; Bermond Montanari, 1983.

3

L’intera zona è stata interessata nel corso del tempo sia da interventi di scavi programmati che di

emergenza, che hanno lasciato numerosi quesiti irrisolti.

A partire dal 2001 nel territorio della città sono state avviate nuove indagini da parte

dell’Insegnamento di Archeologia Medievale dell’Università di Bologna in collaborazione con la

Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e con la Fondazione Ravennantica,

nata per la realizzazione del Parco Archeologico di Classe.

Inizialmente le indagini hanno interessato la zona dell’antico centro portuale della città di Classe, in

seguito, a partire dal 2006, le ricerche si sono indirizzate anche verso il complesso della basilica e

del monastero di San Severo, dove sono attualmente in corso di svolgimento.

1.2 Il fenomeno delle sepolture urbane.

Tra la tarda Antichità e l’alto Medioevo avviene una trasformazione che riguarda sia gli usi funerari

sia la città. Questi mutamenti si manifestano attraverso una diversa concezione dello spazio

urbano4. Infatti all’interno dello spazio prima destinato esclusivamente alle abitazioni, si

costituiscono alcune aree cimiteriali. L’ingresso delle sepolture all’interno delle città è il segno di

un cambiamento sia di concezione dello spazio urbano che della società. Le leggi della Res Publica

romana proibivano la sepoltura dei defunti all’interno della città, così le aree cimiteriali erano

collocate all’esterno dei limiti pomeriali e lungo le principali direttrici viarie.

Gradualmente, a partire del IV secolo, presso le aree cimiteriali esterne alla città, su luoghi dove

spesso era situata la tomba di un martire, vengono costruiti degli edifici di culto. Queste chiese

martiriali favoriranno l’avvio della pratica delle sepolture ad sanctos. La posizione e la collocazione

della sepoltura comincia ad avere importanza, e i cimiteri avranno una configurazione strutturale e

una gerarchizzazione degli spazi. Quasi nello stesso momento si verifica l’entrata delle sepolture

all’interno delle mura della città, dapprima attraverso la presenza di sepolture isolate o di piccoli

nuclei, in seguito con la formazione di veri e propri cimiteri5.

È ormai evidente che l’ingresso delle sepolture in città non documenta una fase di abbandono e di

degrado delle zone dove sono localizzate o della stessa città, ma una certa continuità e dinamicità

insediativa.

La pratica delle sepolture urbane è attestata in differenti città italiane e si manifesta sporadicamente

tra il IV e il V secolo, più intensamente tra il VI e il VII secolo6.

Tale dinamica interessa anche le città di Ravenna e di Classe7. 4 Cantino Wataghin, Lambert 1998; Fiocchi Nicolai 2003. 5 Gelichi 2002, Lambert 1997. 6 La bibliografia di riferimento è molto vasta. Per una sintesi sulle problematiche inerenti le sepolture urbane si veda ad esempio: Brogiolo, Gelichi 1998; Lambert 2003; Cantino Wataghin 1999

4

1.3 Le ultime indagini: Il porto

La zona dell’antico centro portuale di Classe (località podere Chiavichetta) era stata già oggetto di

scavi nel corso degli anni ‘70, che avevano portato alla luce alcuni magazzini ed edifici porticati

connessi alla città tardoantica8.

Le nuove indagini hanno rivelato una zona di produzione destinata alla realizzazione di contenitori

in ceramica, annessa a un edificio con fornace, e l’identificazione di nuovi edifici del porto

tardoantico. Tra questi l’edificio 9, con annessa una bottega per la produzione di oggetti in osso,

l’edificio 17, un magazzino per lo stoccaggio delle derrate, il quale a causa di un incendio fu

distrutto verso l’inizio del VI secolo e l’edificio 6, con all’interno una piccola fornace forse per la

lavorazione del vetro9.

G

Fig.2: Gli edifici del porto

7 Cirelli 2005; Augenti 2005b; Augenti 2006. 8Bermond Montanari 1983; Maioli 1987. 9 Augenti, Cirelli, Nannetti 2004.

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A partire dal VII secolo la città di Classe comincia a entrare in crisi e i cambiamenti che investono

la città si riflettono nella zona portuale, dove alcuni magazzini perdono la funzione per la quale

sono stati concepiti e subiscono delle trasformazioni nella struttura e nell’uso dello spazio.

A questa fase appartengono le sepolture rinvenute su tutta la superficie indagata, localizzate dentro

le abitazioni o nelle zone dimesse degli edifici, dei quali sfruttano il materiale di spoglio e parte

delle murature. Il rinvenimento di queste inumazioni è una testimonianza del fenomeno delle

sepolture urbane e del mutamento degli usi funerari, soprattutto nel rapporto tra il mondo dei vivi e

dei defunti, che interessa la città di Classe.

Tra gli scopi del progetto di ricerca è quello di riuscire a definire la distribuzione spaziale delle

aree destinate a un uso funerario e quelle destinate a un uso abitativo, distinguendo tra sepolture

sporadiche e piccoli cimiteri. Ad un uso funerario è destinata l’area che occupa l’interno

dell’edificio 9. In questo, che sembra essere un piccolo cimitero, sono state ritrovate 13 sepolture,

appartenenti per la maggior parte dei casi, secondo una prima analisi antropologica, a individui di

sesso femminile e bambini. Inoltre le sepolture infantili si localizzano in una precisa zona del

settore, facendo pensare a un uso differenziato delle aree di inumazione.

Questa differenziazione degli spazi sepolcrali sembra essere confermata dalle sepolture rinvenute

nell’area II, a nord-ovest del porto canale. Nell’edificio 14, in corrispondenza con le strutture

murarie e affiancate ad esse, sono state ritrovate 8 sepolture, tutte di bambini. Inoltre, nel corso di

precedenti campagne di scavo, è stata identificata un’abitazione (edificio 2) che nel VII secolo

reimpiegava parte dei muri del magazzino tardoantico e al cui interno sono state rinvenute alcune

sepolture di bambini, deposti all’interno di anfore10. La presenza di bambini e neonati nei cimiteri

medievali è un problema per l’archeologia degli spazi sepolcrali11. Infatti spesso sia i dati

archeologici, sia i dati paleodemografici testimoniano che in diversi casi gli individui immaturi non

sono affatto presenti nelle aree sepolcrali o lo sono in numero estremamente limitato. Questo è un

dato da non trascurare. In diverse occasioni sono stati rinvenuti luoghi di sepoltura di neonati e

bambini, assolutamente distinti dalle aree cimiteriali dove erano sepolti gli adulti, come all’interno

di abitazioni, o in aree comunitarie particolari.

Le sepolture rinvenute nel corso delle ultime campagne di scavo nel podere Chiavichetta sono 50, di

cui 40 nell’area I e 10 nell’area II.

Per quanto riguarda la tipologia è presente la fossa terragna, la cassa lignea e in laterizi, e ad anfora,

tipologia molto diffusa nella zona di Classe.

In alcune di esse sono stati rinvenuti elementi di corredo funerario, come dei pettini in osso, degli

elementi di collana, e alcune monete. 10 Lambert 2003; Ortalli 1991. 11 Giovannini 2001.

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Sarà obiettivo di questo progetto analizzare i differenti elementi di corredo e le tipologie tombali,

mettendoli in relazione con i dati paleoantropologici.

Questi dati in seguito saranno confrontati con quelli ottenuti dallo studio delle sepolture della

basilica di San Severo.

1.4 La Basilica di San Severo.

La basilica di San Severo è stata oggetto di diverse campagne di scavo a partire dagli anni ‘60 del

secolo scorso. Queste indagini hanno messo in luce l’edificio ecclesiastico, con le stesse

caratteristiche della vicina San Apollinare in Classe, impostato sui resti di una villa romana e su una

necropoli antica (I-IV secolo d. C.), dove fu sepolto il vescovo Severo, prima di essere collocato

nella basilica a lui dedicata12.

Nel corso delle campagne di scavo effettuate negli anni ’60 e ‘80 furono messe in luce le prime

sepolture, dislocate all’esterno dell’abside e lungo il muro perimetrale nord della basilica. Sono stati

ritrovati i corpi di circa 30 individui, tutti di sesso maschile e di età adulta, deposti in diverse fasi,

senza alcun elemento di corredo.13

Una nuova indagine ha interessato il sito nel corso del 2006. La campagna di scavo si è svolta

all’interno della basilica e l’area esterna localizzata a nord di essa14.

Sono state ritrovate 46 sepolture, alcune localizzate all’interno dell’edificio, altre disposte lungo il

muro esterno nord della basilica e in un’area cimiteriale esterna.

Si sono potute identificare diverse tipologie di tombe: fossa terragna, a cassa rettangolare in laterizi

di medie-grandi dimensioni posti verticalmente, e a cassa con laterizi di piccole-medie dimensioni

posti orizzontalmente lungo i perimetrali. Inoltre sono presenti tombe singole e multiple, utilizzate

anche in momenti cronologici differenti. È risultato evidente che le sepolture caratterizzano l’intera

vita della basilica di San Severo e che ci sia stata una progressione nel loro sviluppo spaziale e

cronologico.

Per quanto riguarda la distribuzione spaziale da una prima analisi, che bisognerà approfondire,

risultano esistenti diverse aree funerarie. Nella zona dell’abside sono state localizzate tombe

destinate ad accogliere individui di solo sesso maschile, come le analisi antropologiche hanno

dimostrato, facendo supporre una zona dell’edifico destinata alle sepolture del clero. Nella zona

esterna, a nord del muro perimetrale, sono state individuate invece solo sepolture femminili.

Obiettivo di questa ricerca, e della prossima campagna di scavo, sarà di capire l’organizzazione

12 Cortesi 1966; Bermond Montanari 1968, Maioli 1992 13 Per quanto riguarda lo studio paleoantropologico si veda Martuzzi Veronesi, Malacarne, 1968. 14 Per i primi risultati di questa campagna: Augenti (a cura di) 2006c.

7

spaziale delle sepolture della basilica di San Severo. Certamente, a causa della funzione martiriale,

la basilica fu un polo di attrazione e luogo di tombe privilegiate, in accordo con la nuova percezione

e organizzazione dello spazio urbano15. Il fenomeno della gerarchizzazione dello spazio è diffuso

all’interno dei cimiteri cristiani16, è possibile quindi che anche qui alcune aree fossero destinate a

differenti categorie di persone, distinguendo la chiesa in settori, più o meno importanti, in base alla

vicinanza con le reliquie del santo.

Cronologicamente le sepolture fino ad ora identificate si collocano lungo un periodo che va

dall’edificazione della chiesa e all’epoca immediatamente successiva (VI-VIII), fino a una fase

posteriore che arriva all’incirca ai secoli centrali del Medioevo.

La basilica di San Severo mantiene la sua importanza sia come basilica che come monastero,

continuando ad avere una funzione cimiteriale e di attrazione per le sepolture, anche mentre Classe

sembra avere una fase di declino.

Fig. 3: Pianta della Basilica di San Severo: le sepolture

15 Cantino Wataghin 1999. 16 Effros 1997; Spain 1999.

8

2 La metodologia di indagine

Per poter comprendere il fenomeno delle sepolture è necessario un approccio complesso, che

consideri le molteplici categorie che caratterizzano una tomba: i resti scheletrici, la pratica

funeraria, la cultura materiale, i simboli. L’approccio metodologico utilizzato sarà quindi finalizzato

all’analisi e all’interpretazione di questi differenti aspetti17.

La prima fase del lavoro è quella relativa allo scavo delle sepolture, alla documentazione e al

recupero del materiale. È importante procedere tenendo in considerazione i gesti funerari, come le

pratiche preparatorie e i trattamenti del cadavere, nonché le pratiche sepolcrali e post-sepolcrali,

ovvero le condizioni in cui è avvenuta la decomposizione del corpo e l’intervento degli agenti

naturali; fondamentale è quindi la tafonomia (dal greco táphos, sepolcro, e nómos, normativa) che

indica l’insieme dei processi di alterazioni subite da un corpo dopo la morte. È essenziale quindi

che avvenga una registrazione dettagliata sia dello scheletro che della tomba per permettere in

seguito un’interpretazione globale delle pratiche funerarie18. Per la gestione dei dati di scavo e di

analisi dei reperti osteologici è stata elaborata una scheda informatica di sepoltura19, concepita

per la raccolta di tutte le informazioni necessarie, da collegare alla piattaforma GIS del sito. Questo

permetterà la correlazione tra dati differenti e una rapida ricerca delle informazioni. La scheda è

così strutturata:

- Parte generale (Località, US, Responsabile, N.di Pianta, Data)

- Parte archeologica (Rapporti stratigrafici, Tipologia tomba, Localizzazione, Orientamento,

Tipo di deposizione)

- Corredo (Tipo, Localizzazione rispetto al corpo)

- Parte antropologica (il defunto e le connessioni anatomiche).

La seconda fase si svilupperà in laboratorio, dove verranno effettuate le analisi

paleoantropologiche. Inizialmente si effettuerà la determinazione del sesso e della età al momento

della morte negli individui adulti, e la determinazione dell’età per quanto riguarda gli individui

infantili, valutazioni fondamentali al fine di compiere qualsiasi indagine demografica20.

17 Per quanto riguarda la metodologia di indagine e le problematiche relative allo studio delle sepolture un riferimento sono i lavori di Barbiera 2005, Halsall 1995, Lucy 1998. 18Questo approccio di anthropologie du terrain si è sviluppato in Francia nei primi anni ’80 e ha visto interagire direttamente nello scavo delle sepolture sia l’archeologo che l’antropologo. Tra i massimi esponenti di “antropologia funeraria o sul campo” Henrie Duday 19 Scheda elaborata in ambiente Access dalla scrivente appositamente per la raccolta dei dati inerenti le sepolture degli scavi del territorio di Classe. 20 Queste analisi saranno effettuate secondo le raccomandazioni di Ferembach, di Schwidetzky e di Stloukal (1979). L’età di morte negli adulti è determinabile in base all’osservazione di più distretti scheletrici, come lo stadio di ossificazione della sinfisi pubica, l’usura dentaria, il grado di sinostosi delle suture craniche e in base alla morfologia

9

Successivamente sono previste indagini più specifiche da compiere sul materiale scheletrico,

rivelandone le caratteristiche metriche e morfologiche, effettuando lo studio ergonomico, per poter

determinare l’impegno funzionale del corpo, diagnosticando l’attività lavorativa prevalente, ed

eventuali patologie ossee e dentarie21.

Inoltre le indagini tradizionali saranno affiancate da analisi moderne con la possibilità, dove ritenuto

necessario e attuabile, di effettuare l’ analisi del mtDNA, per consentire l’identificazione di legami

di parentela, patologie ereditarie, e la perfetta determinazione del sesso anche su materiale poco

conservato, nei casi di dimorfismo sessuale e per i sub-adulti22.

Infine, attraverso le analisi paleonutrizionali, si potrà conoscere il tipo di alimentazione dei singoli

individui, dato da poter confrontare con i risultati provenienti da altre ricerche23, per poi ottenere

informazioni sull’intera economia24.

Tutti questi dati saranno riportati su schedatura per singolo soggetto, e poi registrati su supporto

informatico.

La terza fase è rivolta alla elaborazione e interpretazione dei dati. Si terranno in considerazione

alcune linee fondamentali di indagine:

- La rappresentatività demografica. La presenza bilanciata dei sessi e delle diverse classi di

età.

- L’organizzazione del cimitero. La presenza di aree funerarie separate, destinate a distinti

gruppi familiari o sociali.

- La tipologia delle tombe

- La presenza di elementi di corredo. Tipologia del corredo se “femminile” o “maschile” e la

sua posizione all’interno della tomba rispetto al corpo.

- La rappresentatività sociale. Se presenti differenziazioni sociali, collegati all’organizzazione

spaziale delle sepolture, o all’uso dei corredi.

della superficie articolare delle coste. Per la diagnosi si utilizzeranno le metodologie riportate in Acsàdi e Nemeskèri (1970), in Ferembach et al. (1979), in Meindl e Lovejoy (1985). Per quanto riguarda i bambini, ci si basa sul grado di ossificazione delle singole ossa e in base alla lunghezza delle dialisi delle ossa lunghe, secondo il metodo di Stloukal e Hanakova (1978) e di Olivier (1960). Fondamentale inoltre è l’analisi della maturazione dentaria, secondo il metodo di Ubelaker (1978) e di Lovejoy (1985). 21 I caratteri metrici e morfometrici saranno rilevati secondo la metodologia di Martin e Saller (1956-1959), di Olivier (1960) e di Brothwell (1981). La statura in vita degli adulti sarà calcolata secondo il metodo di Trotter e Gleser (1952, 1977). Per stabilire il grado di sviluppo dei marcatori scheletrici di stress funzionali sarà utilizzato lo studio di Robb (1994). 22 Le analisi del DNA saranno effettuati presso il laboratorio di Antropologia dell’Università degli Studi di Bologna, sede a Ravenna. 23 Un confronto dei dati si potrà effettuare con i risultati delle indagini paleobotaniche sono state effettuate dalla Dott.ssa Carra M. 24 Bartoli 1995, Bartoli 2004.

10

- Il ruolo svolto dai seppellitori. Attraverso le tombe, infatti, le identità e le relazioni sociali si

mantengono, si modificano e si distruggono25.

- Compresenza di più ideologie funerarie all’interno dello stesso contesto.

- Dialettica di “genere” tra femminile/maschile e adulto/bambino26.

- Combinazioni tra corredo/genere, corredo/età.

Queste tematiche-guida permetteranno un’indagine che valorizzi la complessità dei contesti

funerari.

Questo progetto ha dunque come obiettivo lo studio delle sepolture rinvenute a Classe nel corso

delle ultime campagne di scavo, attraverso l’integrazione e il confronto di differenti analisi:

archeologica, paleoantropologica e antropologica. Si ritiene infatti che così sia possibile ottenere

una visione complessiva del fenomeno, una migliore interpretazione delle dinamiche insediative nel

territorio di Classe, della popolazione e dei mutamenti culturali e sociali.

25 Effros 2003, Barrett 1990, La Rocca 2003. 26 Si vedano i lavori di Diaz-Andreu 2005, Gilchrist 1997, Lucy 1999.

11

Programma di realizzazione del progetto:

I anno

- Confronti bibliografici

Studio bibliografico

II anno III anno

- interpretazione dei dati

Analisi archeologica

Analisi paleoantropologiche

- Determinazione del sesso e dell’età

- Informatizzazione dei dati di scavo

- Posizionamento georeferenziato dei

rinvenimenti

Analisi antropologica

- Bibliografia di riferimento

- Documentazione scavi pregressi

- Analisi paleonutrizionali

- Analisi del mtDNA

- Studio tipologie tombali

- Studio elementi di corredo

- Usi funerari

Elaborazione dei dati:

- Organizzazione

spaziale delle sepolture

- Dialettica di

“genere”

- Analisi organizzazione

sociale

- Conclusioni e stesura elaborato

- Rappresentatività demografica

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