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PROGETTO IN.F.E.A. TERA 2010-2012
Percorso di formazione: conflitti, ambiente, energia.
Almese – Bussoleno Dicembre 2011 – Marzo 2012
a cura di Maurizio Vico
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Struttura del percorso
1° Incontro. L'esperienza del conflitto: processi, cause, dinamiche,
elementi e strategie di gestione.
2° Incontro: Lettura, analisi e riflessioni sui conflitti legati alla tematica
ambientale ed energetica.
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Ipotesi di lavoro
1. “Il Conflitto è”: interpretazioni del fenomeno nella cultura occidentale e nelle scienze sociali.
2. Il Conflitto ha dei “costi” e un “peso”.
3. Dal punto di vista dell'apprendimento: - leggere e interpretare i conflitti- sostare nei conflitti- gestire i conflitti
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Incominciamo da noi: per me il conflitto è...
Qual è la mia metafora del conflitto?
Video: “Frontiere” di Christian Fisher and Maud Gravereaux
(1999)
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Le “arene” del conflitto
##############################Conflitto interno Conflitto esterno
Persona Dilemma, conflitto interiore
Conflitto interpersonale faccia a faccia
Gruppo Conflitto interpersonale, intragruppo
Conflitto tra gruppi o organizzazioni
Organizzazione Conflitto interpersonale tra gruppi
Conflitto tra organizzazioni
Società Conflitto tra gruppi, organizzazioni, movimenti, etc.
Conflitti tra società, stati, etnici, internazionali etc.
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Tipologie di conflitti: dimensioni e complessità
-Quasi sempre si intersecano: un conflitto che si presenta in una dimensione dell'interazione sociale può essere “influenzato da” e influnzare altre dimensioni
-Col crescere della dimensione cresce anche il livello di complessità sia dei conflitti che degli attori che ne fanno parte (organizzazioni contrutture stabili, crescita di capacità strategica, etc.)
-Ciascuna tipologia ha proprie peculiarità ma anche caratteri comuni con le altre
Micro Relazioni faccia a faccia
Meso Tra gruppi o piccole organizzazioni
Macro Tra grandi organizzazioni o tra stati
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Le poste in gioco dei conflitti (issues)- Controllo sulle risorse:beni materiali o di posizione (es. denaro, beni, ruoli…)
- Valori o sistemi di valori (dimensione del dover essere)
- Credenze: come dev’essere intesa la realtà
- Natura delle Relazioni: conflitto tra aspettative diverse in merito alle relazioni
- Sopravvivenza: fisica, psicologica o in termini di organizzazione sociale
- Conflitti irealistici: una questione minore fa divampare un conflitto che però è solo effetto di una forte contraddizione di base (es. meccansmo del capro espiatorio)
N.B. Nella realtà sono sempre mescolate, sovrapponibili e interpretate in modo diverso dagli attori
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Una definizione di conflitto.
Un conflitto è un’interazione tra agenti (individui, gruppi, organizzazioni ecc.), in cui almeno un attore percepisce un’incompatibilità con uno o più altri attori nella dimensione del pensiero e delle percezioni, nella dimensione emozionale e\o nella dimensione della volontà in una maniera tale che la realizzazione (dei propri desideri, emozioni e volontà) venga ostacolata da un altro attore. (Friedrich Glasl,economista austriaco, Unesco - 1997 ).
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Le tre dimensioni del conflitto
Tornando ad un conflitto significativo vissuto o conosciuto in prima
persona...
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Le tre dimensioni del conflitto:
- I comportamenti: insieme delle azioni osservabili (dimensione osservabile)
- Atteggiamenti: percezioni, emozioni, disposizioni, etc. (dimensione soggettiva)
- Bisogni fondamentali negati e contraddizione di base: incompatibilità di base tra scopi degli attori o tra gli attori e una struttura sociale che impedisce il perseguimento dei loro scopi (dimensione strutturale)
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Tipologie di interazioni conflittuali:Rispetto ai 3 elementi - agenti, scopo, azioni- possiamo avere:
I. Divergenza: un’azione dovrebbe essere coordinata e cooperativa tra più agenti ma emergono obiettivi differenti.
II. Concorrenza: due agenti vogliono la stessa cosa.
III. Ostacolamento: un agente dirige la sua azione contro l’azione di un altro agente.
IV. Aggressione: Azione diretta contro altro agente per modificare la sua condizione o stato.
- Considerando le strategie di attacco, fuga, difesa, compromesso, cooperazione, etc.. diversi agenti possono dare interpretazioni differenti delle azioni e giustificare così le proprie azioni (Es. difesa interpretata come attacco).
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Percezioni, interpretazioni, categorie:
Nei conflitti le azioni sono influenzate dalle reciproche aspettative per decidere se cooperare o competere
C’è una costante interazione tra comportamenti e percezioni\interpretazioni\aspettative
La realtà e le relazioni sono sempre interpretate con un processo di organizzazione e categorizzazione economizzante
Questo garantisce efficienza
Si è sempre a rischio semplificazione e scartamento delle eccezioni
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Influenza delle strutture percettive:Dissonanza cognitiva: le persone hanno bisogno di mantenere il più coerente
possibile il proprio sistema di credenze
La Percezione diviene quindi più selettiva
Whishful thinking: i messaggi tendono a essere interpretati in base alle proprie aspettative
Profezia che si autoavvera: conseguenza della percezione selettiva e delle interazioni comportamentali
-si accolgono info che confermano le credenze
-si tendono a scartare le altre
-si reinterpretano quelle dubbie in modo flessibile
Si considera la causa di un comportamento:
1. interna al soggetto avversario più che alla situazione
2. come un elemento stabile del soggetto (“è aggressivo”) piuttosto che accidentale (“è in un momento di crisi”)
-
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Motivazioni e bisogni fondamentali
Se siamo riusciti a clasificarli in base alle poste in gioco, più problematico sarà classificare i conflitti in base alle motivazioni.
Un ipotesi è che abbiano origine dalla negazione dei bisogni umani fondamentali. Ovvero c’è un conflitto là dove la soddisfazione di un bisogno o di un desiderio di un agente viene negata dall’azione o dalla non azione di un altro agente.
Bisogni materiali: bisogno di benessere e bisogno di sicurezza.
Bisogni non materiali (relativi all’identità): autonomia (possibilità di assumere decisioni in modo indipendente), riconoscimento (la costruzione dell’identità è legata al bisogno di essere riconosciuti da amici e da antagonisti).
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Dinamiche conflittuali tra gruppi
Henri Tajfel: i membri di un gruppo sono percepiti come più simili tra loro (minimizzazione delle differenze) mentre tra due gruppi si accentua la percezione delle differenze
Tendenza a livellare verso la media i membri di una categoria influenza la ten percezione di omogeneità interna e nei gruppi
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Ingroup - outgroup
L’in-group tende ad accettare maggiormente le sue differenzazioni interne
L’out-group è percepito come più omogeneo
Si tendono a ignorare le somiglianze tra tra ingroup e outgroup
Se un gruppo è in una situazione superiorità accentua la disponobilità a percepirsi come differenziato internamente, se è subalterno tende a accentare la propria omogeneità (in quanto in cerca di maggior solidarietà interna).
I meccanismi di differenziazione tendono a diventare di esclusione (es. gli amici dei miei nemici sono miei nemici)
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Teoria dei giochi
Possiamo distinguere giochi a somma zero e giochi a somma diversa da zero.
Tre possibili tipologie di giochi:
-giochi win-win (cooperazione)
-giochi win-lose (somma zero)
-giochi lose-lose
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Stili di comunicazione
Ad rem (quando si parla del problema)
Ad hominem (quando si attaccano le argomentazioni della controparte)
Ad personam (quando si attacca verbalmente la persona)
Quando dalle parole si passa ai fatti e si interrompe la comunicazione verbale si perde il livello della metacomunicazione (ad es. come facccio mentre agisco a comunicare che non voglio danneggiarti o che mi sto difendendo?)
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EscalationIL CONFLITTO TENDE A CRESCERE SIA PERCHE’ GLI ATTORI
METTONO SUL TAPPETO SEMPRE NUOVE ISSUES, SIA PERCHE’ AUMENTA LA QUANTITA’ DI RISORSE INVESTITE.
LE ISSUES IN QUESTIONE DA SPECIFICHE TENDONO A DIVENTARE GENERALI: RIGUARDANO I VALORI, LA RELAZIONE NEL SUO INSIEME E INFINE L’ESISTENZA STESSA DELL’ALTRO.
INOLTRE, GLI STRUMENTI IMPIEGATI DALLE PARTI SI FANNO VIA VIA PIU’ PESANTI: DALLA PERSUASIONE, AL SOTTERFUGIO, ALLA MINACCIA E INFINE ALL’IMPIEGO DELLA VIOLENZA APERTA.
NEL CASO IN CUI LE PARTI DECIDANO DI NON PASSARE AL LIVELLO SUPERIORE DI ESCALATION E IL PUNTO DI ARRIVO SIA STABILE E NON COSTITUISCA SOLO UNA PAUSA NELL’AZIONE DELLE PARTI, CI TROVIAMO DI FRONTE AD UN “INCAPSULAMENTO” DEL CONFLITTO O “STAND-OFF”
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Strategie nel conflitto:
-Definizione del problema: il primo a definire il problema parte in modo avvantaggiato
-Strategia del dato di fatto
-Autolimitazione (“ho le mani legate”, firma di accordi, necessità di rispettare la parola data,etc. ), impegno, promessa (e relativo pay-off)
- Manifestazione di preoccupazione, condanna, avvertimento, minaccia, menzogna, bluff, ultimatum
-Overcommitment: l'investimento è arrivato a un punto tale che ritirarsi sarebbe una catastrofe
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Tre fasi dell'escalation:
1. Autogestione del conflitto – Negoziazione
2. Polarizzazione – Rottura della comunicazione- Terzo mediatore neutrale, negoziatore riconosciuto dalle parti
3. Aggressione - Terzo separatore
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DE- ESCALATION DEL CONFLITTO DE- ESCALATION DEL CONFLITTO
1. RIDIMENSIONAMENTO DEI FINI DEGLI ATTORI
2. DEPOLARIZZAZIONE
3. ESAURIMENTO DELLA SPIRALE EMOTIVA
DALLA DISTRUZIONE DEL NEMICO SI PASSA A LAVORARE SULLA COSTRUZIONE DI UN ACCORDO REALISTICO, RIACCETTANDO LA COMPLESSITA’ DELLA RELAZIONE
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Gestione dei conflitti
Mediazione e negoziazione:Ha luogo quando due o più parti riconoscono l’esistenza di
differenze di interessi o di valori tra di loro, ma intendono ( o sono costretti a) raggiungere un accordo.
-Intervento di un terzo senza potere (Negoziazione - Mediazione)
- Intervento di un terzo dotato di potere (utilizzo della coercizione con riferimento a un sistema di norme condiviso che garantisca imparzialità)
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NegoziazioneDistributiva: le parti si concentrano sulla distribuzione de costi
e benefici a partire dalle proprie posizioni effettuando concessioni e facendo richieste fino a convergere in un accordo (divisione della torta).
Integrativa:Ha un grado di complessità maggiore, richiede attenzione per l'altro, empatia e maggior creatività. Permette di mettere in gioco nuove poste in gioco (allargare la torta) e passare dalle posizioni ai bisogni sottostanti.
Fase I. Chiarimento delle percezioni delle parti
Fase II. Riesaminare le poste in gioco rilevanti per ciascuna parte
Fase III. Dalle posizioni ai bisogni
Fase IV. Ricerca di opzioni alternative e condivise al problema
PROGETTO IN.F.E.A. TERA 2010-2012
2° incontro
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I conflitti ambientali
«non accettiamo il termine paesaggio ... preferiamo la parola “paese” che per noi della zona significa la contrada natia... perché si ha un bel gridare “Italia, Italia” e vociare “Europa, Europa”, la patria nel cuore dell’uomo è e resta piccola, spesso non oltre quattro orizzonti ben noti e cari (...). Ebbene, l’attuazione del progetto Enel ci priverebbe proprio della patria, rendendola irriconoscibile.»
(La sesia, 16 gennaio 1990, lettera pubblicata sul periodico a proposito della costruzione della cengtrale di Trino Vercellese).
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NIMBY O LULU ?
I principali casi di conflitti ambientali riguardano conflitti tra le comunità locali e le grandi opere legate a progetti giudicati di utilità generale spesso legati alla produzione di energia o allo smaltimento di rifiuti.
Acronimi:
NIMBY: Not in my back yard
LULU :Locally Unwanted Land Use
Si tratta di insediamenti che producono esternalità negative o ritenute negative nelle aree circostanti (o su larga scala) e che causano conseguenze negative di tipo ambientale: rischi per la salute, per la qualità della vita e per il paesaggio.
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...e i NIMBY “Sociali”
Ci sono anche frequenti casi di Nimby Sociali: i residenti si oppongono all'apertura di servizi sociali che minacciano di abbassare lo status del loro quartiere o di mettere in pericolo la sicurezza.
Le situazioni problematiche sobo causate dall'apertura di:
-centri di accoglienza, campi nomadi, centri di raccolta in attesa di provvedimenti di espulsione
-centri di accoglienza per tossicodipendenti, malati mentali o persone disagiate.
Sebbene abbiano dinamiche simili sono spesso sostenute da fazioni politiche di orientamento conservatore e alimentate da sentimenti di intolleranza.
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La scelta dei siti:
Le scelte dei siti sono riconducibili a due approcci principali:
-approccio regolativo:scelta compiuta dall'autorità pubblica attraverso scrutinio di localizzazioni alternative valutate su basi tecniche e poi imposta alla comunità in nome di un benessere superiore e mediante un provvedimento
-approccio di mercato: un promotore privato in base a un criterio di convenienza individua il sito e poi si sottopone ai controlli pubblici previsti cercando di far accettare la propria scelta alle comunità locali attraverso atti di pesuasione, negoziazione e offrendo compensazioni
In Italia la strategia prevalente e quella di mercato o “caso per caso” mentre ad esempio in Canada è prevalente un approccio regolativo e negoziato.
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I Soggetti coinvolti:
-Amministrazioni Pubbliche
-Imprese private o a partecipazione pubblica
-Comitati cittadini ad hoc(con portata più limitata delle richieste molto legate a interessi più locali, materiali e circoscritti) con carattere reattivo: non diretti a promuovere vantaggi ma ad evitare un danno.
- Single issue movement: definizione in parte sovrapponibile alla precedente in quanto diretta a uno specifico obiettivo ma legati a cause generalmente più generaliste come grandi cause civili. (es. Associazioni ambientaliste)
Gli ultimi due spesso spontanei, apolitici e autonomi.
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Protesta locale o ambientale:
Spesso la protesta locale prevale su quella ambientale in quantoin quanto le associazioni nazionali ambientaliste hanno nella maggior parte dei casi una presenza più defilata
Nell'ultimo ventennio sono molto cambiati gli attori delle proteste contro insediamenti indesiderabili: nel periodo della prima contestazione antinucleare i Comuni non erano affatto coinvolti nella protesta mentre oggi sono maggiormente protagoniste.
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Scontro tra linguaggi:
Due scienziati politici USA Bruce Williams e Albert Matheny (1995) sostengono che le controversie ambientali sono condotte sulla base di 3 linguaggi:
-discorso manageriale per cui ogni soluzione può essere ricavata attraverso l'uso esclusivo di linguaggi tecnico-scientifici, che l'interesse pubblico può essere definito con criteri oggettivi e che i conflitti si possono evitare grazie a una corretta informazione e educazione
-discorso pluralista: fa appello alla correttezza e alla legittimità del processo democratico per cuiun risultato corrisponde all'interesse pubblico se è stato raggiunto attraverso un contraddittorio tra maggior. E opposiz., tra centro e periferia e tra i diversi interessi coinvolti secondo le procedure democratiche
-discorso comunitario: pone l'accento sulle singole comunità opponendosi alle scelte decise dalla politica nazionale sulla loro testa, sostenendo il valore dell'autogoverno.
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Scontro tra concezioni della giustizia:
Se una soluzione appare equa ad alcuni e ingiusta ad altri il motivo potrebbe anche essere che entrano in conflitto diverse concezioni di giustizia.
-concezione libertaria: sono giuste le soluzioni che sono il risultato di interazioni svolte senza costrizioni tra individui liberi (sono quindi legittimi i contratti tra promotori di impianti e comunità locali)
-concezione utilitaristica: giuste sono le soluzioni che danno maggior benessere al maggior numero di individui (si ammette il sacrificio di singole comunità in nome di interessi generali)
-concezione della giustizia sociale: giuste le soluzioni che addossano minori costi ai gruppi più svantaggiati (che quindi minimizzano i rischi per le comunità destinatarie)
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Tre Casi studio con tre esiti diversi:
- La Discarica di Baricalla a Collegno- L'inceneritore Fenice a Verrone- La Centrale Enel di Trino Vercellese
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Proviamo a analizzare il caso
del Termodistruttore della Fiat a Verrone (BI)...
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Negoziazione e approccio consensuale:
-la consultazione preliminare
-la volontarietà e la possibilità di ritirarsi in qualsiasi momento
-l'Opzione “0”
-La suddivisione dei pesi (tanti piccoli impianti diversificati)
-Le garanzie
-Le compensazioni
-Il controllo locale sulla gestione
-la chiarezza nelle competenze decisionali
-la neutralità dei mediatori
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Negoziazioni e tavoli di concertazione:
La negoziazione è una prassi che presuppone valutazioni e analisi preliminari: la valutazione delle poste in gioco e degli altri sistemi decisionali disponibili, l’identificazione degli attori coinvolti e l’analisi dei loro interessi e dei loro obiettivi
A differenza dei tavoli di concertazione dove i soggetti portano le proprie opinioni, nel processo di negoziazione partecipano direttamente alla decisione.
Tutte le parti devono essere coinvolte.
E' un processo caratterizzato dall'informalità e non dalla razionalità tecnico-amministrativa.
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Bibliografia essenziale
- Perchè proprio qui? , Luigi Bobbio, Franco Angeli 1999
-Di questo accordo lieto, Luigi Bobbio, Ires 1994- Conflitti e mediazione, E. Arielli, G. Scotto, Ed.
Bruno Mondadori , 2003-Gestione dei conflitti e mediazione, C. Besemer,
E.G.A, Torino 1999