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1 Progetto Jonathan …”Non importa se sono penne ed ossa, mamma. A me importa soltanto di imparare che cosa si può fare su per aria, e cosa no. Ecco tutto. A me preme soltanto di sapere….” (Il gabbiano Jonathan Livingston – Richard Bach)

Progetto Jonathan

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Progetto Nuova casa Famiglia Jonathan - Aias Piacenza

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Progetto Jonathan

…”Non importa se sono penne ed ossa, mamma. A me importa soltanto di imparare che cosa

si può fare su per aria, e cosa no. Ecco tutto. A me preme soltanto di sapere….”

(Il gabbiano Jonathan Livingston – Richard Bach)

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CHI SIAMO

L’Aias di Piacenza, prima associazione di volontariato nel territorio piacentino ad

occuparsi di assistenza specifica a persone con disabilità, è stata fondata il 29

novembre 1970. Negli anni ha sviluppato una serie di progetti ed interventi volti

a perseguire l’autonomia e la promozione dei diritti delle persone con disabilità,

tra cui i principali sono:

- CASA FAMIGLIA, gestita in convenzione con il Comune di Piacenza e la Azienda

USL di Piacenza, che ospita a livello residenziale un gruppo di disabili adulti privi

in tutto o in parte di sostegno familiare.

- SAP INFORMAHANDICAP, l'Ufficio Informahandicap del Comune di Piacenza,

pensato per informare i cittadini disabili e guidarli all'interno del labirinto dei

servizi.

- CAAD, il Centro di informazione per l'adattamento dell'ambiente domestico per

anziani e disabili, presso il quale è possibile essere orientati in merito alle

soluzioni più adeguate per migliorare la mobilità e l'autonomia in casa e accedere

ai contributi regionali.

-CDI, il Centro di Documentazione per l'Integrazione, ha come obiettivo

fondamentale la sensibilizzazione della cittadinanza sul tema della disabilità e la

piena integrazione sociale. Organizza eventi, convegni, giornate di studio.

-TEMPO LIBERO E VACANZE, l'Aias porta avanti da anni un'esperienza di tempo

libero rivolto ai propri soci e di vacanze estive per soci disabili adulti. Attraverso il

suo “SPORTELLO VACANZE” è in grado di fornire informazioni su strutture

alberghiere idonee all'accoglienza di persone con disabilità.

-PRESIDIO LEGALE, servizio di consulenza e assistenza legale gratuita per i soci

dell’associazione relativamente ai problemi collegati alla loro situazione di

disabilità.

L’Aias promuove, accoglie e sostiene il contributo del volontariato nella

realizzazione di iniziative legate al progetto globale, finalizzato all’arricchimento

delle attività sociali e ricreative svolte sia all’interno che all’esterno delle proprie

strutture.

Nell’erogare i propri servizi l’Aias assume come fondamentali i principi del DPCM

27 gennaio 1994, per la tutela delle esigenze delle persone che ad essa si

rivolgono, ovvero di Eguaglianza, Imparzialità, Continuità del Servizio, Diritto di

scelta e Partecipazione da parte degli utenti, Efficienza ed Efficacia.

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EGUAGLIANZA - Nessuna distinzione nella erogazione del servizio può essere

compiuta. Va garantita la parità di trattamento. L’eguaglianza va intesa come

divieto di ogni ingiustificata discriminazione.

IMPARZIALITA’ – Si assume l’obbligo di ispirare i propri comportamenti, nei

confronti delle persone fruitrici dei propri servizi, a criteri di obiettività, giustizia

ed imparzialità.

CONTINUITA’ – L’erogazione dei servizi dell’Associazione deve essere continua e

regolare. In caso di funzionamento irregolare o di interruzione, si adottano

misure volte ad arrecare agli utenti il minor disagio possibile.

DIRITTO DI SCELTA –I fruitori dei servizi gestiti dell’Associazione hanno diritto di

scegliere e di recedere liberamente dal servizio scelto.

PARTECIPAZIONE – La partecipazione delle persone con disabilità alla

prestazione dei servizi deve essere sempre garantita. Loro e le loro famiglie

hanno diritto di accesso alle informazioni che vanno comunicate in modo chiaro e

comprensibile, ricorrendo a procedure semplificate.

EFFICIENZA ED EFFICACIA – Il servizio deve essere erogato in modo da

garantire l’efficienza e l’efficacia, valutando e confrontando attentamente: risorse

impiegate e risultati raggiunti - risultati raggiunti ed obiettivi prestabiliti.

In questo senso l’Aias si è sempre proposta di:

• Porre la centralità della persona come fine ultimo della propria azione,

valorizzarne le potenzialità elaborando progetti abilitativi/riabilitativi

individualizzati, globali ed integrati

• Promuovere la cultura della qualità come fondamento dell’agire

• Lavorare in rete con servizi sociali e sanitari, con il volontariato ed il terzo

settore.

• Considerare la famiglia come parte integrante dei progetti di residenzialità.

• Contribuire alla diffusione dell’educazione alla solidarietà.

• Consolidare ricerca e riflessione sulle buone prassi che consentono di passare

da un modello di assistenza ad uno di autodeterminazione della persona.

Ora l’Associazione intende dar vita ad un progetto complesso, volto a rispondere

alle nuove esigenze di costruzione di maggiore autonomia dei propri soci.

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IL CONTESTO E I BISOGNI

Tutti ma proprio tutti i ragazzi coltivano il sogno di avere un posto nel

mondo in cui vivere da persone adulte. Ma naturalmente, non sono tutti

uguali : hanno tempi, indole, caratteristiche diverse, vivono situazioni, spazi ed

esperienze diverse, provengono da famiglie diverse. E’ proprio partendo da

questa consapevolezza che è stato prima pensato e poi fortemente voluto il

progetto Jonathan che, essendo basato su un principio universale, ha in sé,

crediamo, un grande potenziale.

Se tanti trentenni e quarantenni escono di casa nel momento in cui si sposano,

vanno a convivere o trovano lavoro, lo stesso non si può dire per le persone

disabili che a seguito della loro situazione si trovano spesso a convivere in

maniera continuativa con i genitori.

Già da tempo alcuni soci iscritti all’Associazione manifestano la necessità di

costruirsi una vita più autonoma e chiedono all’Aias di trovare una soluzione che

possa essere idonea a rispondere ai loro bisogni. Si tratta di persone in

condizione di disabilità con età media intorno ai quarant’anni che durante la

giornata lavorano oppure frequentano centri diurni o stages aziendali, e che

vivono nel loro nucleo familiare d’origine. Non si pone per loro un problema

immediato di emergenza assistenziale ma è da loro avvertito il bisogno di crearsi

uno spazio di vita autonomo rispetto a quello dei genitori.

La volontà di “padroneggiare” la propria vita risulta essere per loro oggi

più forte del desiderio di rimanere nel “nido”, per quanto questo possa

essere ancora caldo e accogliente.

Da qui una esigenza nuova: trovare uno spazio in cui poter vivere al di fuori dal

nucleo familiare e lontano dai soliti luoghi, un posto in cui sia possibile

sperimentarsi e trovare nuovi stimoli per crescere con l’aiuto di persone motivate

e qualificate.

Non un “dopo di noi”, quindi, ma un “nonostante noi”, sicuramente altrettanto

efficace e significativo ma indubbiamente più semplice da affrontare per tutti,

nessuno escluso.

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FINALITA’

Il progetto integrato “Jonathan” mira a rispondere ad una pluralità di bisogni

delle persone con disabilità e delle loro famiglie, in un approccio graduale e

composito, valorizzandone peculiarità, attitudini ed esperienze e andando

incontro a due fondamentali obiettivi :

- da un lato l’esigenza di vivere in maniera compiuta il proprio tempo libero

e contemporaneamente di sperimentare percorsi di avvicinamento ad una

vita più indipendente e autonoma rispetto a quella familiare;

- dall’altro l’esigenza di condividere una esperienza di vita indipendente che

consenta la costruzione di un ambiente di vita sereno e di un luogo

accogliente in cui sviluppare le proprie relazioni interpersonali, sviluppare

i propri interessi e sentirsi parte di una vera e propria famiglia al di là del

nucleo familiare di origine, con la possibilità di sperimentare periodi di

distacco vero aiutando ed accompagnando entrambi verso

l’emancipazione.

Con questo progetto, l’Aias intende quindi promuovere il benessere delle

persone disabili coinvolte e dei loro genitori, favorendo la loro integrazione nel

territorio e percorsi di scoperta e recupero dell’autonomia nella gestione di sé,

dei rapporti con gli altri, dei tempi e degli spazi. Specificamente, il progetto si

propone i seguenti obiettivi:

- sviluppare e sostenere l’autonomia personale, intesa come possibilità,

per la persona, di essere e di sentirsi soggetto attivo di pensiero e di

azione, promuovendo le capacità residue, portando alla luce le

potenzialità esistenti e garantendo la massima espressività possibile,

all’interno di una gestione della vita quotidiana rispettosa sia degli spazi

individuali che dei momenti comunitari;

- favorire il benessere psicofisico degli utenti, attraverso progetti

educativi che tengano conto delle diversità individuali;

- attivare iniziative volte a favorire lo scambio relazionale, la capacità di

adattamento, la flessibilità comportamentale, individuando all’interno

della programmazione le opportune aree d’intervento;

- sostenere le famiglie, dando la possibilità di un sollievo effettivo dagli

impegni di cura;

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- supportare i genitori nel momento in cui sentono di non poter più

essere il solo punto di riferimento nella vita dei loro figli;

- documentare l’esperienza, affinchè acquisisca un carattere di

trasferibilità e comunicabilità.

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I DESTINATARI

Il target del progetto, come accennato, è costituito sia da persone disabili che

dai loro familiari.

LE FAMIGLIE

I genitori si preoccupano soprattutto dell’avvenire dei loro ragazzi nel momento

in cui non potranno più occuparsi di loro personalmente.

Per i genitori diventa con il passare degli anni sempre più importante :

- sentirsi ascoltati e accolti

- poter parlare dei dubbi, delle paure relative al futuro dei loro figli

- essere accompagnati in un percorso di progressivo distacco,

superando la naturale tendenza a credere che nessuno meglio di

loro stessi può provvedere alla sorte dei propri figli

- essere rassicurati sul fatto che comunque anche quando loro non

potranno più occuparsene, i loro figli verranno seguiti con

attenzione, sensibilità e sollecitudine da personale preparato e

disponibile

- confrontarsi con gli altri genitori e trovare una rete di accoglienza e

sostegno reciproco anche attraverso il gruppo di auto mutuo aiuto

che è nato spontaneamente qualche mese fa e che ora fa parte

integrante del presente progetto.

I genitori chiedono all’Associazione di dar vita sia a risposte intermedie

(laboratori per l’acquisizione di autonomia e percorsi di sviluppo

dell’indipendenza) sia ad un luogo in cui si possa realizzare una accoglienza

anche residenziale in periodi programmati o di emergenza familiare (ad es.

ricoveri in ospedale dei genitori) o stabilmente nel momento in cui la famiglia

d’origine non risulterà più essere idonea a supportare quotidianamente la

persona con disabilità .

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LE PERSONE CON DISABILITA’

Le persone disabili coinvolte saranno complessivamente una ventina, con età

media intorno ai 40 anni, alcune delle quali coinvolte in molteplici ambiti del

progetto.

Persone

coinvolte

Età Ambito Residenziale (nuova

Casa Famiglia)

Ambito Laboratorio di

Vita Indipendente

Ambito Tempo

Libero

1 L.B. 45 X X X

2 F.B. 37 X X X

3 C.C. 45 X

4. M.D.A. 32 X X X

5. F.G. 64 X X

6 G.G. 43 X

7. E.G. 35 X X

8. M.M. 26 X X

9. E.P. 54 X X

10. L.P. 45 X X

11. C.S. 36 X X

12. R.C. 48 X X

13. F.T. 35 X

14. S.C. 36 X X

15. G.S. 22 X X

16. G.F. 30 X X X

17. M.B. 37 X X X

18. A.L. 33 X X

19 A.P. 45 X

Ciò che chiedono è la possibilità di sperimentare periodi di distacco dai genitori

in cui vivere in condivisione con gli altri momenti di autonomia e di tempo libero,

per acquisire propri spazi di vita autonomi.

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LE ATTIVITA’

Il progetto è composto da 3 diversi filoni complementari :

- una nuova residenza per persone disabili che intendono vivere al di

fuori del contesto familiare durante la settimana (con eventuale ritorno

a casa nel weekend per qualcuno e per la fruizione del servizio proprio

nei fine settimana da parte di altri)

- un “laboratorio di vita indipendente” destinato ad aumentare le

autonomie residue delle persone coinvolte

- la realizzazione di iniziative di tempo libero che si affianchino e si

coordinino sia con le attività previste dagli altri due filoni che con la

realtà della Casa Famiglia gestita dall’associazione e con le uscite di

tempo libero già in corso.

A questi si affiancherà il proseguimento di un gruppo di auto mutuo aiuto che ha

preso avvio da qualche mese, all’interno del quale i genitori possono confrontare

e condividere le proprie esperienze e stati d’animo supportati da una psicologa e

da un facilitatore.

L’AMBITO RESIDENZIALE

La nuova Casa costituirà una sorta di comunità allargata, che possa assicurare

spazi di vita autonomi e il più possibile indipendenti a cui si affiancano spazi

comuni nei quali stare in gruppo e vivere momenti conviviali, con un rientro in

famiglia nei fine settimana, durante le festività e nei momenti di chiusura

concordati preventivamente.

Disporrà di un’organizzazione con orari di vita improntati alla flessibilità e atti a

venire incontro ai ritmi di vita dei singoli ospiti. Si intende così garantire all’ospite

la massima libertà e la possibilità di ricreare nella struttura un ambiente

familiare idoneo a favorire il benessere di ognuno e il mantenimento dei rapporti

con la famiglia.

La struttura promuoverà l’organizzazione di attività ricreative, tenendo conto

delle attitudini e delle aspettative degli ospiti, delle proposte di associazioni e

soggetti terzi, delle indicazioni espresse dalle famiglie, delle opportunità e

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iniziative ricreative, sportive, culturali e sociali attuate nel territorio. In

particolare, la presenza, in prossimità della nuova struttura, della Casa Famiglia

già gestita dall’Associazione consentirà la possibilità di realizzare insieme

momenti di tempo libero e di socializzazione , oltre che iniziative comuni

(vacanze, feste, uscite) ed economie di gestione.

L’Associazione individuerà gli interventi da sviluppare tenendo conto del grado di

autosufficienza di ogni singolo ospite.

Saranno pertanto fornite:

- prestazioni di assistenza e aiuto alla persona in ogni attività quotidiana che

gli ospiti non siano in grado di compiere autonomamente.

- prestazioni alberghiere (preparazione del vitto; lavanderia, guardaroba e

pulizie degli ambienti)

- prestazioni educative ed animative (realizzate attraverso figure

professionali idonee supportate da volontari) volte ad aiutare la

costruzione di un percorso di vita più autonomo e la creazione di un

ambiente di vita sereno; mediare eventuali difficoltà relazionali tra l’ospite

e la famiglia d’origine; supportare gli ospiti nella creazione e nel

mantenimento di relazioni positive tra loro; incentivare la partecipazione a

iniziative ricreative anche esterne alla struttura; organizzare iniziative di

tempo libero aperte anche ad altri soci dell’Associazione o a componenti di

Casa Famiglia Aias; supportare gli ospiti in attività espressive o nella

pratica di hobbies scelti in base alle proprie personali attitudini; raccordarsi

con medici di famiglia e altre figure socio-assistenziali di riferimento;

promuovere il benessere di ogni singolo ospite.

L’Aias non intende esternalizzare servizi poiché si ritiene che l’ambiente debba

essere il più possibile familiare e informale per favorire la partecipazione alle

piccole attività quotidiane (spese, preparazione pasti, piccole pulizie…) che

promuovano le autonomie e permettano a ciascuno, nei limiti delle proprie

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possibilità, di rendersi utile e sentirsi soggetto attivo di un progetto e non

semplice fruitore di un servizio.

Compito degli operatori sarà quello di valorizzare e incentivare rapporti

d’amicizia e di conoscenza, fondamentali per una reale socializzazione.

In un progetto di questo genere, un ruolo fondamentale verrà giocato anche

dalla famiglia di origine di ognuno degli ospiti. Attraverso un atteggiamento di

ascolto, accogliente ed empatico, si cercherà di coinvolgere la famiglia nella

condivisione di obiettivi educativi, tempi, modalità relazionali, strategie

comportamentali volte a far raggiungere ad ognuno degli ospiti la massima

serenità possibile . In questo senso la famiglia sarà un importante alleato nella

costruzione di un percorso di vita più autonomo ma anche un destinatario

dell’intervento psico-relazionale svolto dagli operatori dell’Associazione. Il

personale Aias si adopererà per aiutare la famiglia stessa, attraverso il gruppo di

auto mutuo aiuto già attivato, nella ridefinizione del proprio ruolo, delle proprie

responsabilità e del proprio modus vivendi nel momento dell’uscita di un

componente dal nucleo familiare e nel successivo “adattamento” a nuove

situazioni di vita con la massima attenzione e il massimo rispetto possibile per i

genitori e i fratelli. L’intero intervento sarà improntato alla creazione di un clima

di fiducia, sia nei confronti degli ospiti che nei confronti delle loro famiglie.

La struttura sarà di norma attiva dal lunedì al venerdì per alcuni oppure durante i

fine settimana per altri e assicurerà la presenza dei propri operatori supportati da

volontari durante l’arco della giornata in concomitanza con la presenza in

struttura degli ospiti e durante l’intera nottata. Non ci saranno orari particolari di

visita; familiari e amici saranno i benvenuti in qualsiasi momento, nel rispetto

della riservatezza degli altri ospiti, per favorire la possibilità di coinvolgimento

del mondo esterno alla vita della comunità (non escludendo la possibilità di

usufruire anche degli spazi e del personale della Casa Famiglia esistente per ogni

eventualità).

La modalità ed i tempi dell’ingresso verranno concordati con la singola persona

interessata e con la famiglia. Qualora una presa in carico sia sollecitata dai

servizi sociali di riferimento, sarà con essi, con la persona e con la famiglia di

riferimento che ci si raccorderà, prestando la massima attenzione alle esigenze

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dell’interessato. Requisiti e documentazione personale dell’ospite di cui si

proporrà l’ammissione saranno descritti in un apposito regolamento interno.

Le figure professionali coinvolte saranno in possesso di titoli specifici (laurea in

psicologia e scienze dell’educazione, qualifica di OSS) .

La retta potrà essere:

- interamente a carico degli ospiti che usufruiscono del servizio ;

- parzialmente a carico, in caso di inserimento in convenzione con i Servizi

sociali del Comune

Sono da individuare eventuali contributi privati finalizzati (provenienti da Enti,

Aziende, privati) che possano acquisire un carattere di regolarità nel tempo.

L’AMBITO VITA INDIPENDENTE

L’Aias con questo progetto intende anche supportare i ragazzi nell’abituarsi

progressivamente ad un nuovo tipo di vita, senza la presenza costante dei

genitori, sviluppando le loro autonomie residue e al tempo stesso facendoli

sentire protetti da una rete di supporto (costituita da operatori e volontari) tale

da rassicurare sia le loro famiglie sia i disabili stessi, per porli in condizione di

costruire legami relazionali e umani che prescindono dal ristretto gruppo

familiare.

Per fare tutto ciò occorre però stimolare i ragazzi disabili a diventare il più

possibile autonomi nella gestione delle proprie piccole attività quotidiane e

favorire la preparazione dei disabili e delle loro famiglie al progressivo

allontanamento dal nucleo familiare di origine in maniera graduale, non

necessariamente legata alla perdita improvvisa dei genitori, imparando ad

interagire con altri soggetti ed acquisendo abilità minime indispensabili per

vivere fuori casa, ognuno secondo le proprie potenzialità, supportati da

specifico personale (educatori e volontari) che li aiuteranno a sviluppare le

proprie autonomie.

L'intervento che verrà attivato valuterà il bisogno di sostegno della persona per

facilitare l'apprendimento di comportamenti positivi. L'operatore diventerà quindi

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un facilitatore che coniugherà l'intervento educativo a quello di cura /assistenza.

Il tutto si tradurrà nella realizzazione di una sorta di laboratorio di vita

indipendente, volto ad accompagnare ognuno nella costruzione di una sua più

piena individualità all’interno di un contesto sociale e relazionale di riferimento.

Per raggiungere questo risultato, verrà utilizzato un locale attiguo a quelli della

nuova Casa Famiglia, dotato di servizi igienici e di spazi adeguati allo sviluppo

delle autonomie anche attraverso attività laboratoriali e di

“sperimentazioni” di situazioni quotidiane in cui ci si può trovare a dover

interagire.

L’AMBITO TEMPO LIBERO

Qualità della vita e capacità di gestire in modo costruttivo il proprio tempo libero,

costituiscono due poli inscindibili nel benessere soggettivo della persona in

situazione di disabilità. Infatti, completati gli impegni quotidiani (siano essi di

tipo scolastico, riabilitativo, formativo o lavorativo), anche per le persone con

disabilità intellettiva si aprono le porte del cosiddetto tempo libero.

Di tempo libero per la persona con disabilità si è cominciato a parlare negli ultimi

anni, dopo un periodo nel quale l’interesse era stato concentrato su altri obiettivi

ritenuti prioritari, come l’integrazione scolastica e lavorativa. Il riferimento al

concetto di qualità della vita come obiettivo irrinunciabile del processo educativo

ha portato ad attribuire un ruolo fondamentale al benessere personale, del quale

la gestione adeguata del tempo libero rappresenta una componente

fondamentale.

E’ sempre più evidente che che gran parte delle persone con disabilità, in

particolare intellettiva:

- non sanno fruire del tempo libero in maniera autonoma e questo si collega

spesso con l’aumento di problemi comportamentali;

- trascorrono il tempo libero a casa e da sole;

- anche quando diventano adulte sono coinvolte in attività ricreative non

adatte all’età, con tipologie e materiali di gioco tipici dei bambini.

Mettere la persona disabile al centro significa che non solo è oggetto del

sistema di prestazioni e risposte, ma anche soggetto che collabora, partecipa,

sceglie il processo di inclusione sociale. La disattenzione, il disconoscimento della

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società di fronte all’handicap, acuisce sofferenza e solitudine. L’impossibilità di

poter beneficiare in modo positivo e partecipe delle occasioni di Tempo Libero

offerte dal territorio è vissuto dalle persone con disabilità come una mancanza grave

alla qualità della propria vita, una discriminazione sempre meno comprensibile e

accettabile. Quando il Tempo Libero si trasforma in un Tempo Vuoto provoca un forte

senso di frustrazione e impotenza. Nell’ottica guida della dignità della persona e

dei suoi diritti, il tempo ed il tempo libero non possono essere considerati accessori

di vita, ma sua parte integrante, densa di significato esistenziale. L’obiettivo della

qualità della vita riferito alle persone in situazione di disabilità si concretizza nella

ricerca del massimo sviluppo possibile, sia in termini di acquisizione di abilità,

che di capacità affettivo-relazionali e nella promozione del più ampio

dispiegamento di tali possibilità.

Su questo fronte, Aias Piacenza si è mostrata un autentico precursore: da oltre

30 anni infatti l’Aias realizza opportunità di integrazione sociale per le persone

disabili che si traducono sia in momenti ricreativi e di tempo libero che in

vacanze da vivere insieme in contesti non emarginanti , grazie al supporto di

accompagnatori e volontari motivati e attenti.

L’Associazione svolge da anni, senza alcun contributo da parte dell’ente pubblico,

un progetto, tuttora attivo, che prevede la realizzazione di una serie di uscite di

tempo libero, che danno la possibilità alle persone in situazione di handicap di

sentirsi integrate nella società e di partecipare ad occasioni ricreative, culturali e

sociali che coinvolgono l’intera cittadinanza, senza alcun tipo di discriminazione o

di ghettizzazione (feste e fiere, cinema, carnevali, teatro, concerti, pranzi e cene

in pizzerie e agriturismi, eventi sportivi, visite a musei ed esposizioni, piscina

ecc.) . Gli operatori sono stati individuati in relazione alla loro pregressa

esperienza con l’utenza disabile: attualmente c’è una figura di autista con

competenze specialistiche e titolo di operatore socio sanitario e una figura

educativa con ampia esperienza con i disabili. A loro si aggiunge un operatore

che all’interno dell’Associazione organizza e coordina le uscite, contattando i

disabili e i loro familiari, raccogliendo le preferenze e le proposte dei ragazzi e

proponendo un calendario di uscite .

I volontari sono individuati attraverso passaparola e sulla base della esperienza

pregressa nella relazione con i disabili, che è titolo preferenziale.

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Questa opportunità coinvolge tutte le persone disabili coinvolte dal progetto

Jonathan e ha rappresentato e rappresenta tuttora una opportunità valida e

significativa per le persone disabili coinvolte di avere momenti di vita sociale

autonoma dai genitori in un contesto non emarginante. Le famiglie vedono il

tempo libero come un momento di effettivo sollievo dai compiti di cura, con la

certezza di aver affidato i propri figli ad un gruppo di persone motivate e attente

che permettono loro di vivere una esperienza di relazione e condivisione in una

atmosfera serena e rassicurante.

Fin dagli Anni’ 70 inoltre l’Associazione realizza una vacanza estiva di dieci giorni

per gli ospiti della attuale Casa Famiglia e per i soci : si tratta di un’esperienza di

socializzazione particolarmente importante per coloro che la vivono, affiancati da

accompagnatori motivati e attenti durante tutta la durata del soggiorno. Le

ultime vacanze sono state organizzate presso una struttura specializzata di

Lignano Sabbiadoro e hanno visto la partecipazione di 18 persone con disabilità e

19 accompagnatori in rapporto 1:1. Il soggiorno, oltre ad avere le

caratteristiche della vacanza tradizionale di gruppo, consente ai partecipanti di

essere coinvolti in opportunità di tempo libero e in attività educative, tali da

sviluppare il grado di integrazione e di socializzazione affettivo/relazionale e da

favorire l’instaurarsi di nuove amicizie. L’esperienza maturata negli anni ha reso

nel tempo possibile la creazione di un gruppo particolarmente affiatato, in grado

di gestire al meglio le eventualità e le esigenze particolari che via via si possono

presentare. Attualmente l’Aias è una delle pochissime realtà che continuano ad

offrire alle persone disabili una opportunità del genere nel territorio piacentino.

Chiaramente anche questo ambito verrà allargato agli ospiti della nuova Casa

Famiglia e a chi parteciperà alle attività laboratoriali.

IL GRUPPO DI AUTO MUTUO AIUTO

L’esperienza dell’auto mutuo aiuto appartiene ad ognuno di noi, fa parte della

vita; basti pensare a tutte le volte in cui ci siamo rivolti ad un amico, ad un

familiare, ad una persona degna della nostra fiducia e abbiamo condiviso in modo

semplice e sincero un nostro pensiero, un problema, una gioia.

In un gruppo di auto-mutuo aiuto (A.M.A.) si incontrano persone che condividono

uno stesso problema e che desiderano trovare strategie per migliorare la propria

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vita. Lo scambio di sentimenti ed esperienze è un valore assoluto, non esiste

all’interno del gruppo chi aiuta e chi è aiutato.

L’esperienza di ognuno è quindi una risorsa per tutti e il gruppo aiuta ognuno a

riconoscersi come risorsa.

La reciprocità di questo scambio, il rispetto dell’altro, la fiducia aiutano le

persone a sentirsi responsabili verso loro stesse e verso gli altri e favoriscono

l’autostima e l’iniziativa. E’ attraverso l’ascolto, la condivisione, la fiducia, la

responsabilità, il rispetto, la crescita personale che avviene il cambiamento che

porta ad un maggiore benessere . La nascita di un sentimento più positivo fa sì

che le esperienze personali, compresa la sofferenza, si possano trasformare in

speranza e fiducia nel futuro.

Nella società attuale, minacciata da un progressivo isolamento da cui spesso

deriva un senso di solitudine e di scoraggiamento e caratterizzata da un sempre

crescente individualismo e dalla competizione esasperata, scoprire l’esistenza di

un gruppo all’interno del quale potersi confrontare certi di essere ascoltati

traendone sostegno emotivo è sicuramente un sollievo e in un certo senso anche

una liberazione. Il gruppo infatti permette di ridimensionare i problemi, aiuta a

non ripetere errori, che altri hanno già commesso, conferma l’utilità di ciò che si

sta facendo,

Nel progetto Jonathan si è pensato di puntare quindi anche su questo tipo di

intervento, affiancandolo agli altri perché convinti della sua validità e del suo

potenziale più che mai attuale.

L’auto mutuo aiuto può essere visto come una grande risorsa per contrastare la

crisi e l’affanno dei servizi di cura formali perché porta a riconoscere e valorizzare

capacità e competenze delle persone stesse “portatrici di un problema”. Si passa

quindi dall’essere e percepirsi semplicemente come fruitore di un servizio alla

ridefinizione della propria identità come soggetto protagonista competente e

capace e di conseguenza meno rivendicativo e più propositivo e consapevole.

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I TEMPI

Il progetto si svilupperà attraverso fasi graduali che possano accompagnare

famiglie e persone con disabilità in un percorso progressivo di promozione

dell’autonomia e di accettazione del distacco, fasi che in linea di massima

possono avere il seguente sviluppo:

STEPS DEL PROGETTO

AUTUNNO

2011

PRIMAVER

A 2012

AUTUNNO

2012

PRIMAVERA 2013 ESTATE

2013

2014

ATTIVITA’DI

INCONTRO CON LE

FAMIGLIE / GRUPPI

DI AUTO MUTUO

AIUTO

DEFIZIONE PIANO

ECONOMICO

STIPULA DI

COMODATO D’USO

CON L’ASP CITTA’DI

PIACENZA

RISTRUTTURAZIONE

DEI LOCALI

ARREDO LOCALI

INIZIO DELLE

ATTIVITA’DI

PROMOZIONE

DELL’AUTONOMIA

INTERVENTI DI

INTEGRAZIONE

SOCIALE: ATTIVITA’

DI TEMPO LIBERO,

DIVERTIMENTO E

SVAGO

INGRESSO NELLA

CASA DEI PRIMI

OSPITI

ATTIVITA

LABORATORIALI

ATTIVITA’ DELLA

CASA A PIENO

REGIME

MONITORAGGIO E

VALUTAZIONE IN

ITINERE

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GLI SPAZI

La struttura che ospiterà le varie iniziative previste è stata individuata all’interno

dell’ala degli Ospizi Civili di Piacenza che insiste su Via Gaspare Landi.

Si tratta di un’area al piano terreno suddivisa in due parti (vedi progetto tecnico

allegato):

- un locale di 170 mq commerciali destinata alla realizzazione della nuova

struttura residenziale

- un locale di 98 mq commerciali destinata ad ospitare le attività

laboratoriali.

Per ambedue occorre un rilevante intervento di completamento interno, dal

momento che tali locali, oggetto di una ristrutturazione parziale, saranno

consegnati a rustico dalla ditta appaltatrice agli Ospizi Civili (attualmente confluiti

nell’ASP Città di Piacenza) alla fine dal 2011.

Aias e ASP Città di Piacenza stipuleranno uno specifico contratto di comodato

d’uso, che preveda l’assegnazione ad Aias per un congruo numero di anni dei

locali in questione, a fronte dell’impegno da parte dell’Associazione di portare

avanti il completamento della ristrutturazione dell’immobile (comprendente fra

l’altro la pavimentatura, la suddivisione in stanze, la realizzazione dei bagni,

degli impianti di riscaldamento e raffrescamento, dell’impianto idrosanitario e di

quello elettrico). I singoli costi sono dettagliati in allegato.