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Crittografia 1 Francesca Benanti Dipartimento di Matematica ed Informatica Università degli Studi di Palermo, Via Archirafi 34, 90123 Palermo Tel.: 091-23891105 E-mail: [email protected] http://math.unipa.it/~fbenanti/ PROGETTO LAUREE SCIENTIFICHE – OTTOBRE 2019 LABORATORIO DI CRITTOGRAFIA, LICEO CLASSICO UMBERTO

PROGETTO LAUREE SCIENTIFICHE OTTOBRE 2019math.unipa.it/~fbenanti/CrittografiaUMBERT2019_5lezione.pdf · 2019-11-07 · di spionaggio. Esempi di scritture segrete sono presenti anche

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  • Crittografia

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    Francesca Benanti

    Dipartimento di Matematica ed Informatica Università degli Studi di Palermo, Via Archirafi 34, 90123 Palermo

    Tel.: 091-23891105

    E-mail: [email protected] http://math.unipa.it/~fbenanti/

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    mailto:[email protected]://math.unipa.it/~fbenanti/http://math.unipa.it/~fbenanti/

  • “Il desiderio di svelare segreti è profondamente radicato nella natura

    umana; la promessa di partecipare a conoscenze negate ad altri eccita

    anche la mente meno curiosa. Qualcuno ha la fortuna di trovare un

    lavoro che consiste nella soluzione di misteri, ma la maggior parte di

    noi è spinta a soddisfare questo desiderio risolvendo enigmi artificiali

    ideati per il nostro divertimento. I romanzi polizieschi o i cruciverba

    sono rivolti alla maggioranza; la soluzione di codici segreti può essere

    l’occupazione di pochi.”

    John Chadwick

    The Decipherment of Linear B

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    Simon Singh, CODICI E SEGRETI, BUR SAGGI, 2001

  • La crittografia è una forma di comunicazione in ambiente ostile

    Ronald Rivest, (la “R” di RSA)

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  • Alice Bob

    Canale di comunicazione Forma tipica del messaggio

    Corriere privato, Servizio postale Documento scritto

    Telegrafo Sequenza di impulsi elettrici

    Telefono Messaggio vocale

    Radio Emissione di Onde

    elettromagnetiche

    Internet (World Wide Web) File binario

    Canale di comunicazione a distanza

    Messaggio

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  • Alice Bob

    Oscar

    1. Ruolo passivo (solo ascolto)

    2. Ruolo attivo (ascolto e trasmissione)

    CRITTOGRAFIA (lo “scudo” di Alice e Bob)

    CRITTOANALISI (la “spada” di Oscar)

    Canale insicuro

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  • La Crittografia tratta delle "scritture nascoste", ovvero dei metodi per rendere un messaggio "offuscato" in modo da non essere comprensibile a persone non autorizzate a leggerlo. Un tale messaggio si chiama comunemente crittogramma.

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

    La crittografia si occupa dei metodi e delle tecniche per rendere

    sicura la trasmissione di un messaggio fra due soggetti lungo un

    canale di comunicazione potenzialmente non sicuro.

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  • Le origini

    Per migliaia di anni re, regine e generali hanno avuto il bisogno di comunicazioni efficienti per governare i loro paesi e comandare i loro eserciti. Nel contempo, essi compresero quali conseguenze avrebbe avuto la caduta dei loro messaggi in mano ostili: informazioni preziose sarebbero state a disposizione delle nazioni rivali e degli eserciti nemici. Fu il pericolo dell'intercettazione da parte degli avversari a promuovere lo sviluppo di codici, tecniche di alterazione del messaggio destinate a renderlo comprensibile solo alle persone autorizzate.

    Il bisogno di segretezza ha indotto le nazioni a creare segreterie alle cifre e dipartimenti di crittografia. E’ stato loro compito garantire la sicurezza delle comunicazioni, escogitando e impiegando i migliori sistemi di scrittura segreta. Nello stesso tempo, i decrittatori hanno tentato di far breccia in quei sistemi e carpire i dati che custodivano. Crittografi e decrittatori sono cercatori di significati, alchimisti votati alla trasmutazione di astruse serie di segni in parole dotate di senso.

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  • La lunga battaglia tra inventori e solutori di codici ha prodotto importanti progressi scientifici. Gli inventori hanno creato codici sempre più resistenti mentre i solutori, per farvi breccia, hanno escogitato metodi sempre più sofisticati. Nello sforzo di tutelare e, rispettivamente, violare la segretezza, gli opposti schieramenti hanno attinto a un’ampia gamma di scienze e specializzazioni, dalla matematica alla linguistica, dalla teoria dell’informazione alla fisica quantistica. A loro volta, inventori e solutori di codici hanno arricchito queste discipline, e il loro lavoro ha accelerato il progresso tecnologico, come è dimostrato nel caso dei calcolatori.

    La storia dei codici è la storia dell’antica secolare battaglia tra inventori e solutori di scritture segrete; una corsa agli armamenti intellettuale il cui impatto sulle vicende umane è stato profondo.

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  • Oggi

    Questa disciplina, che fino a tempi relativamente recenti, riguardava principalmente l'ambiente militare e commerciale, con le nuove forme di comunicazione ha incominciato a interessarsi di situazioni in cui facilmente tutti noi ci troviamo coinvolti.

    1. telefono cellulare: le comunicazioni viaggiano, almeno in parte, via satellite, e di conseguenza possono essere intercettate facilmente;

    2. pay TV: il segnale televisivo viene cifrato, e solo chi ha pagato il canone ha la possibilità di decodificare il segnale;

    3. internet: i dati immessi in rete vanno protetti (numero di carta di credito, numero di conti bancari, ecc.), firma digitale e dell’autenticazione dei documenti.

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  • Scritture Segrete

    Lo scopo delle scritture segrete è di nascondere un messaggio; per

    questo obbiettivo nella storia si sono succedute molte tecniche, che

    ancora oggi continuano ad essere usate.

    STEGANOGRAFIA

    steganòV = coperto

    Grafein = scrivere

    coprire la scrittura

    CRITTOGRAFIA

    kriptòV = nascosto Grafein = scrivere

    nascondere la scrittura

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  • Esempi di Steganografia

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    Erodoto narra (libro V delle Storie):

    “Istieo voleva dare ad Aristagora l'ordine di ribellarsi,

    non aveva alcun altro modo per annunziarglielo con

    sicurezza, essendo le strade sorvegliate, fatta rasare la

    testa al più fido degli schiavi, vi impresse dei segni, e

    aspettò che ricrescessero i capelli. Non appena

    ricrebbero, lo spedì a Mileto, non comandandogli

    null'altro se non che, quando giungesse a Mileto,

    dicesse ad Aristagora di fargli radere i capelli e di

    guardare la sua testa: i segni impressi ordinavano,

    come già prima ho detto, la rivolta.”

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  • La scritta veniva applicata sul capo rasato di uno schiavo, quindi si attendeva che i capelli ricrescessero e si inviava il

    messaggero. All’arrivo

    presso il destinatario, questi rasava nuovamente lo schiavo e leggeva il messaggio.

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  • Esempi di Steganografia

    CINA:

    il messaggio era scritto

    su striscioline finissime di

    seta, che poi venivano

    ricoperte di cera (strato

    protettivo) e fatte

    ingerire a uno schiavo.

    Arrivato a destinazione, il

    messaggio veniva

    espulso dallo schiavo,

    scrostato e finalmente …

    letto.

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  • Esempi di Steganografia

    INCHIOSTRI SIMPATICI:

    da Plinio il Vecchio (I dC) a Umberto Eco (Il Nome della Rosa), si narra di una

    metodologia di scrittura

    a base di limone o latice

    di titimabo; inchiostri simpatici che appaiono invisibili, ma ricompaiono una volta che il testo venga

    esposto a una fonte di calore.

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  • Esempi di Steganografia

    ITALIA:

    nel XVI secolo un modo

    interessante di recapitare

    i messaggi era di scriverli

    con aceto sul guscio di

    un uovo sodo; il guscio,

    poroso, permetteva

    all’aceto di passare e,

    una volta recapitato il

    messaggio, era

    sufficiente sgusciare

    l’uovo per leggerlo!

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  • Crittografia

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    La longevità della steganografia dimostra che essa garantisce una certa sicurezza, ma il suo punto debole è evidente: se il latore del messaggio è attentamente perquisito, è probabile che il messaggio sia scoperto.

    Perciò in parallelo con lo sviluppo della steganografia si assistè all'evoluzione della crittografia. La crittografia non mira a nascondere il messaggio in sè, ma il suo significato. Per rendere incomprensibile un testo, lo si altera per mezzo di un procedimento concordato a suo tempo dal mittente e dal destinatario. Il vantaggio della crittografia è che, anche se il nemico intercetta il messaggio, esso risulta incomprensibile e quindi inutilizzabile.

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  • Crittografia

    Non tutte le società antiche svilupparono forme di crittografia. La Cina, per esempio, l'unica civiltà antica ad usare una scrittura ideografica, non ne ha mai viste. Le ragioni, a detta degli storici, sono legate alla natura prevalentemente orale delle comunicazioni.

    17

    In India, invece, forme di crittografia furono concretamente praticate. In diversi testi sacri sono presenti riferimenti a forme di scritture segrete. Nell'Artha-Sastra, un testo classico sugli affari di stato, si sottolinea l'importanza delle scritture segrete nei servizi di spionaggio. Esempi di scritture segrete sono presenti anche nel Latila-Vistara, un libro che esalta le virtù di Budda.

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  • Crittografia

    Nel Kama-Sutra, invece, tra le 64 arti (yogas) che la donna deve conoscere e praticare c'è l'arte della scrittura segreta. La 44-esima e, in particolare, la 45-esima arte (mlecchita-vikalpa) trattano di regole di trasformazione delle parole basate essenzialmente sulla sostituzione di caratteri del messaggio originale.

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    Kamasutra Mallanga Vatsyayana Kamasutra, cap. III Delle arti e scienze da coltivare Ecco le arti da studiare assieme col Kamasutra: • Il canto, l'uso di strumenti musicali [. . . ] • Conoscenza di miniere e cave [. . . ] • L'arte di interpretare scritture cifrate e di scrivere parole in modi particolari [. . . ] • Giochi matematici

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  • Crittografia

    Anche nelle scritture cuneiforme sviluppate in Mesopotamia sono stati ritrovati esempi di crittografia. Sia presso gli Assiri che i Babilonesi, le due grosse civiltà sorte sulle sponde del Tigri, è stata rinvenuta l'usanza di sostituire le parti terminali delle parole con elementi corti e stereotipati detti colofoni. In Iraq, nel periodo finale delle scritture cuneiformi, è presente per la prima volta la sostituzione di nomi con numeri.

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  • Steganografia e Crittografia

    Anche se la steganografia e la crittografia sono discipline indipendenti, possono essere impiegate per alterare e occultare il medesimo testo, garantendo un livello di sicurezza molto più alto. Per esempio, il « microdot », cioè la riduzione di uno scritto alle dimensioni di un punto, è una forma di steganografia che ebbe largo impiego durante la seconda guerra mondiale. Tramite un procedimento fotografico, gli agenti tedeschi in America latina trasformavano una pagina scritta, precedentemente crittografata, in una macchia con un diametro inferiore al millimetro, che poteva essere nascosta nel puntino di una « i » in una comunicazione banale. Il primo microdot fu scoperto dall' FBI nel 1941 grazie a una soffiata.

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  • Che cos’è la crittografia?

    E’ la scienza che studia come rendere segreta e sicura la comunicazione tra due persone o entità nascondendo il significato del messaggio

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    Se Alice e Bob, vogliono scambiarsi un messaggio in maniera sicura, dovranno adottare un linguaggio o un codice noto soltanto a loro, in modo da renderlo incomprensibile ad Eva interessata a intercettare la loro comunicazione.

    Bob Alice

    Eva

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  • PER TRASPOSIZIONE

    anagramma

    PER SOSTITUZIONE

    algoritmo

    Crittatura

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  • Esempi di Crittatura per Trasposizione

    CRITTATURA A INFERRIATA: si sceglie un numero di righe e si scrive il messaggio alternando una lettera per ogni riga. Per decifrare la frase, il destinatario deve conoscere il numero di righe scelto.

    S C R I V E R E I N C O D I C E

    S R V R I C D C C I E E N O I E

    S R V R I C D C

    C I E E N O I E

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  • CRITTATURA PER SOSTITUZIONE

    ALGORITMO

    CIFRATURA CODICE Sostituzione a livello di lettere Sostituzione a livello di parole DECIFRARE DECODIFICARE

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  • Esempi di Codici

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  • 26

    Algoritmo di crittazione:

    sostituire ogni lettera con quella X posti avanti.

    Chiave: X=13

    Messaggio in chiaro:

    VENDERE TUTTI I FONDI OBBLIGAZIONARI.

    Messaggio crittato :

    IRAQRER GHGGV V SBAQV BOOYVTNMVBANEV.

    Esempi di Cifratura

    A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

    N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G H I J K L M

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  • 27

    RIASSUMENDO …

  • 28

    Il processo nel quale il messaggio originale detto M o testo in chiaro viene reso incomprensibile ad altri, va sotto il nome di

    cifratura

    Il processo inverso, che ritrasforma il messaggio C o testo cifrato è detto

    decifratura

    CRITTARE/DECRITTARE

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  • CRITTARE/DECRITTARE

    Per realizzare il processo di cifratura e/o decifratura si utilizza una funzione matematica, detta

    algoritmo crittografico o cifrario.

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  • CRITTARE/DECRITTARE

    Gli algoritmi crittografici rappresentano soltanto le modalità “generiche” attraverso cui un messaggio M viene crittato in C.

    La chiave è ciò che invece definisce le modalità “specifiche”. Mentre spesso l’algoritmo è pubblico (ovvero si conoscono le operazioni “generiche” che svolge per crittografare un’informazione) e analizzabile da tutti, la chiave è personale e deve rimanere segreta

    30 LABORATORIO DI CRITTOGRAFIA, LICEO CLASSICO UMBERTO

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  • CRITTARE/DECRITTARE

    ALGORITMI SIMMETRICI

    Gli algoritmi che utilizzano la stessa chiave per cifrare e decifrare il messaggio sono detti algoritmi simmetrici

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  • CRITTARE/DECRITTARE

    ALGORITMI ASIMMETRICI

    Algoritmi che utilizzano chiavi diverse per la cifratura e la decifratura sono detti algoritmi asimmetrici

    32 LABORATORIO DI CRITTOGRAFIA, LICEO CLASSICO UMBERTO

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  • Legge di Kerckhoffs

    La netta separazione concettuale di chiave e algoritmo è uno

    dei saldi principi della crittografia, e fu formulata in modo

    definitivo nel 1883 dal linguista olandese Auguste Kerckhoffs

    von Nieuwenhof, nel trattato “La Cryptographie Militaire”:

    .

    33 LABORATORIO DI CRITTOGRAFIA, LICEO CLASSICO UMBERTO

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  • Sistemi Crittografici

    Le più antiche notizie sicure sono probabilmente quelle sulla scitala lacedemonica , data da Plutarco come in uso dai tempi di Licurgo (IX sec a.C.) ma più sicuramente usata ai tempi di Lisandro (verso il 400 a.C.)

    Consisteva in un bastone su cui si avvolgeva ad elica un nastro di cuoio; sul nastro si scriveva per colonne parallele all'asse del bastone, lettera per lettera, il testo segreto. Tolto il nastro dal bastone, il testo vi risultava trasposto in modo regolare ma sufficiente per evitare la comprensione senza un secondo bastone uguale al primo. Esempio di crittografia per trasposizione

    34 LABORATORIO DI CRITTOGRAFIA, LICEO CLASSICO UMBERTO

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  • 35

    Tra il 390 e il 360 a.C. venne compilato da Enea il tattico, generale della lega arcadica, il primo trattato di cifrari il cui XXI capitolo tratta appunto di messaggi segreti. In questo viene descritto un disco sulla zona esterna del quale erano contenuti 24 fori, ciascuno dei quali era contrassegnato da una lettera disposte in ordine alfabetico. Un filo, partendo da un foro centrale, si avvolgeva passando per i fori delle successive lettere del testo. Il destinatario del messaggio svolgeva il filo dal disco segnando le lettere da esso indicate. Il testo si doveva poi leggere a rovescio.

    Disco di Enea il tattico

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  • 36

    Fonti preziose di scritture segrete sono i testi sacri. Nel Vecchio Testamento gli storici hanno evidenziato tre tipi di trasformazione: l'Atbash, l'Albam e l'Atbah.

    L'Atbash ebraico è una tecnica di trasformazione ad alfabeto capovolto: il primo carattere dell'alfabeto viene sostituito con l'ultimo, il secondo con il penultimo e così via. Infatti la prima lettera dell'alfabeto ebraico (Aleph) viene cifrata con l'ultima (Taw), la seconda (Beth) viene cifrata con la penultima (Shin); da queste quattro lettere è derivato il nome di Atbash (A con T, B con SH) per questo codice. L'Atbash viene utilizzato nel libro del profeta Geremia per cifrare il nome della città di Babilonia.

    Il metodo ATBASH

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  • Usando l'attuale alfabeto ordinario, l'Atbash può essere riassunto con la seguente tabella di cifratura:

    A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

    Z Y X W V U T S R Q P O N M L K J I H G F E D C B A

    Messaggio in chiaro: IL LIBRO DI GEREMIA. Messaggio crittato : ROORYILWRTVIVNRZ

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  • L'Albam richiede che l'alfabeto venga diviso in due parti e che ogni lettera venga sostituita con la corrispondente dell'altra metà. Infine, l'Atbah richiede che la sostituzione soddisfi una relazione di tipo numerico. Le prime nove lettere dell'alfabeto vengono sostituite in modo tale che la somma della lettera da sostituire e della lettera sostituente risulti uguale a dieci. Quindi, per esempio, Aleph (prima lettera dell'alfabeto) viene sostituita con Teth (nona lettera dell'alfabeto). Per le restanti lettere dell'alfabeto deve valere una regola simile con somma pari a 28 in decimale (per esempio, la 13-esima lettera viene sostituita con la 15-esima, etc.).

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  • Il cifrario di Cesare

    Svetonio nella Vita dei dodici Cesari racconta che Giulio Cesare usava per le sue corrispondenze riservate un codice di sostituzione molto semplice, nel quale la lettera chiara veniva sostituita dalla lettera che la segue di tre posti nell'alfabeto.

    39 LABORATORIO DI CRITTOGRAFIA, LICEO CLASSICO UMBERTO

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  • Il cifrario di Cesare

    Esempio: Messaggio in chiaro:

    Auguri di buon compleanno

    A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

    D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C

    Messaggio crittato : DXJXULGLEXRQFRPSOHDQQR

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  • E’ possibile generalizzare il sistema di Cesare usando uno spostamento di k posti, anzichè di 3. Ad esempio con k=7

    Generalizzazione del cifrario di Cesare

    A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

    H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G

    Messaggio in chiaro:

    Auguri di buon compleanno

    Messaggio crittato : HBNBYPKPIBVUJVTWSLHUUV

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  • Sistemi Crittografici

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    ESERCIZI: Esercizio 1 Esercizio 2 Esercizio 3 Soluzioni: Esercizio1, Esercizio2, Esercizio3

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    cesare1.doccesare2.doccesare3.docSol.cesare1.docSol.cesare2.docSol.cesare3.doc

  • 43

    Limiti del cifrario di Cesare:

    Numero delle chiavi: 26

    Se il messaggio è intercettato e si sospetta che l’algoritmo sia la cifratura di Cesare, la decrittazione può essere effettata controllando le possibili chiavi

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  • Il crittosistema di Cesare o la sua generalizzazione è un cifrario in cui la stessa lettera è codificata sempre con la stessa lettera slittata di un certo posto.

    Ad esempio la lettera ‘a’ è sempre codificata con la lettera ‘D’, la ‘b’ è codificata con ‘E’, ...

    44

    Caso Generale

    Il caso più generale è quello in cui l’alfabeto cifrato è una permutazione

    di quello in chiaro. L'alfabeto cifrante viene ottenuto scegliendo, meglio

    se a caso, una fra le tante permutazioni dell'alfabeto chiaro:

    si può ad esempio scegliere che alla 'A' del chiaro corrisponda la 'F' nel

    cifrato, alla 'B' la 'Z', alla 'C' la 'K' e così via senza un ordine regolare.

    In questo caso la chiave è l’alfabeto cifrato.

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  • Esempio:

    45

    a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z

    L P A I Q B C T R J X Z D S E G F H U O N V Y W K M

    Testo Chiaro: Et tu brute?

    Testo Cifrato: QO ON PHNOQ?

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  • Esistono 26!=51090942171709440000 permutazioni possibili,

    cioè circa 51 · 1018, ossia più di cinquanta miliardi di miliardi.

    Una ricerca esaustiva per trovare la permutazione giusta è

    praticamente impossibile

    46

    Vantaggi:

    Svantaggi:

    La memorizzazione dell’alfabeto cifrante può indurre il mittente

    o il destinatario a conservare l’alfabeto cifrante in forma scritta

    con il rischio che cada in mani ostili e ogni segretezza sia perduta

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  • Supponiamo, per esempio, di voler impiegare il nome JULIUS CAESAR come frase

    chiave. In primo luogo, si dovranno eliminare sia gli spazi sia le lettere ripetute; la

    sequenza così ottenuta, JULISCAER, sarà l’inizio dell’alfabeto cifrante , mentre le

    lettere che non fanno parte della sequenza verranno aggiunte in ordine alfabetico

    partendo dall’ultima lettera della parola chiave.

    47

    Parola chiave

    a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z

    J U L I S C A E R T V W X Y Z B D F G H M N O P Q T

    Testo Chiaro:

    Testo Cifrato:

    Domani attaccheremo

    IZXJYR JHHJLLESFSXZ

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  • Memorizzare una parola chiave è molto più facile che memorizzare una sequenza priva di senso;

    Esempio: scegliere come chiave «Cifra Gennaio», cambiare ogni mese la chiave – da «Cifra Gennaio» a «Cifra Febbraio» e da questa a «Cifra Marzo», ecc.,- . Questo sistema di generazione di chiavi può essere organizzato in modo che l’errore dell’emittente e del ricevente sia improbabile ed il suo aggiornamento molto semplice.

    Il numero di alfabeti cifranti generati da una parola o frase chiave è inferiore al numero di alfabeti cifranti generati per riorganizzazione generale, ma è pur sempre immenso.

    48

    Vantaggi:

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  • Il cifrario di Polibio

    Lo storico greco Polibio (~200-118 a.C.), nelle

    sue Storie (Libro X) attribuisce ai suoi

    contemporanei Cleoxeno e Democleito

    l’introduzione di un sistema di

    telecomunicazione basato su un interessante

    metodo di cifratura.

    L'idea è quella di cifrare una lettera con una

    coppia di numeri compresi tra 1 e 5, in base

    ad una scacchiera 5x5.

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  • La traduzione nell’attuale alfabeto si

    ottiene "fondendo" k e q, due lettere

    rare ma non foneticamente differenti

    (nella lingua inglese), nella stessa

    casella.

    @ 1 2 3 4 5

    1 A B C D E

    2 F G H I J

    3 KQ L M N O

    4 P R S T U

    5 V W X Y Z

    Il cifrario di Polibio (Uno dei primi algoritmi di sostituzione chiamato così in onore dello storico greco Polibio (203-120 a.c.), che ci lasciò in eredità la documentazione relativa allo stesso)

    Ogni lettera viene rappresentata dai due

    numeri che corrispondono alla riga e alla

    colonna in cui la lettera si trova.

    Per esempio, a=11 e r=42.

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    https://it.wikipedia.org/wiki/Polibio

  • Quindi la frase:

    “ Attenzione agli scogli “

    dopo la cifratura risulterà:

    1144441534552435341511223224431335223224

    | | | | | | | | | |

    A t t e n z i o n e …………………………………

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    Il cifrario di Polibio

  • 1 2 3 4 5

    1 A B Γ Δ Ε

    2 Z H Θ I K

    3 Λ M N Ξ O

    4 Π Ρ Σ T Υ

    5 Φ Χ Ψ Ω

    La scacchiera di Polibio non nacque come sistema crittografico bensì come sistema per comunicare a distanza: era in pratica una sorta di antico telegrafo. Polibio descrive infatti nelle Storie il suo come un metodo per inviare messaggi mediante l'uso di torce. Un uomo si poneva dietro ad un riparo con 5 torce alla sua destra e 5 torce alla sua sinistra: la comunicazione avveniva mediante il sollevamento di un determinato numero di torce per lato. Il numero era dato proprio dalle coordinate (il numero di riga e quello di colonna) delle lettere del messaggio all'interno della seguente scacchiera (basata sull‘ alfabeto greco):

    Per inviare ad esempio la parola CRETESI, che in greco è KΡHTEΣ (cretès), si formeranno le lettere in questo modo: K: 2 torce a sinistra, 5 torce a destra Ρ: 4 torce a sinistra, 2 torce a destra H: 2 torce a sinistra, 2 torce a destra T: 4 torce a sinistra, 4 torce a destra E: 1 torcia a sinistra, 5 torce a destra Σ: 4 torce a sinistra, 3 torce a destra

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    Il cifrario di Polibio

    https://it.wikipedia.org/wiki/Scacchiera_di_Polibiohttps://it.wikipedia.org/wiki/Scacchiera_di_Polibiohttps://it.wikipedia.org/wiki/Scacchiera_di_Polibiohttps://it.wikipedia.org/wiki/Scacchiera_di_Polibiohttps://it.wikipedia.org/wiki/Scacchiera_di_Polibiohttps://it.wikipedia.org/wiki/Telegrafohttps://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_greca_antica

  • La scacchiera di Polibio ha alcune importanti caratteristiche:

    riduzione nel numero di caratteri utilizzati

    conversione in numeri

    riduzione di un simbolo in due parti che sono utilizzabili separatamente

    La sua importanza nella storia della crittografia sta nell'essere alla base di altri

    codici di cifratura come il Playfair Cipher o il cifrario campale germanico, usato

    nella prima guerra mondiale, o la cifratura ADFGVX

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    http://www.crittologia.eu/critto/playfair.phtmlhttp://www.crittologia.eu/critto/playfair.phtmlhttp://www.crittologia.eu/critto/playfair.phtmlhttp://www.crittologia.eu/critto/playfair.phtmlhttp://www.crittologia.eu/critto/campale.htmhttp://www.crittologia.eu/critto/campale.htmhttp://www.crittologia.eu/critto/campale.htmhttp://www.crittologia.eu/critto/campale.htmhttp://www.crittologia.eu/critto/campale.htmhttp://www.crittologia.eu/critto/campale.htmhttp://www.crittologia.eu/critto/adfgvx.htmlhttp://www.crittologia.eu/critto/adfgvx.htmlhttp://www.crittologia.eu/critto/adfgvx.htmlhttp://www.crittologia.eu/critto/adfgvx.html

  • La cifratura pigpen (recinto per maiali) era usata dai massoni del Settecento per

    proteggere i loro archivi.

    La cifratura pigpen

    Per crittare una lettera,

    si trova la sua

    posizione in una delle

    quattro grate, poi si fa

    lo schizzo della

    porzione di grata

    necessaria a

    rappresentare la

    lettera.

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    ciao diventa

  • Sistemi Crittografici

    ESERCIZI: Esercizio 1 Esercizio 2 Esercizio 3 Soluzioni: Esercizio1, Esercizio2, Esercizio3

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    Polibio1mio.docpolibio2.docparolachiave.docsol_polibio1mio.docSol_Polibio 2.docSol.parolachiave.doc

  • Cifrari monoalfabetici

    I cifrari monoalfabetici sono cifrari di sostituzione: del testo chiaro si sostituisce ogni carattere con un altro carattere (o

    numero o simbolo) secondo una tabella prestabilita, ottenendo

    il testo cifrato.

    Tutti i cifrari a sostituzione considerati fino ad ora (Cesare,

    Polibio, Pigpen, ecc…) sono di tipo monoalfabetico.

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  • Crittoanalisi

    Semplicità ed affidabilità sono i pregi grazie ai quali la cifratura per sostituzione

    dominò la crittografia per tutto il primo millennio della nostra era.

    Agli arabi va attribuita l’invenzione della crittoanalisi, la scienza

    dell’interpretazione di un messaggio di cui si ignora la chiave. Furono i

    crittoanalisti arabi a trovare il punto debole della sostituzione monoalfabetica,

    un sistema che da secoli resisteva ad ogni assalto.

    Il cifrario di Cesare, come la maggior parte dei cifrari monoalfabetici, può essere facilmente violato utilizzando tecniche statistiche

    (crittoanalisi statistica).

    Si analizzano le frequenze relative dei caratteri nel testo cifrato e le si

    confrontano con quelle di una lingua conosciuta, ad esempio l'italiano.

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  • Crittoanalisi

    Non si sa chi per primo abbia capito che la diversa

    frequenza delle lettere permetteva di decifrare un

    crittogramma; di certo, la più antica descrizione

    del procedimento si deve allo studioso arabo del

    IX secolo Abu Yusuf ibn Ishaq al-Kindi. La sua

    più lunga monografia, ritrovata solo nel 1987, si

    intitola Sulla decifrazione dei messaggi crittati.

    Giovanni Soro (Venezia, ... – 1544) è stato

    indicato come il primo crittanalista di rilievo in

    Europa. Il suo lavoro è tra i più antichi nella

    crittoanalisi che siano stati conservati. A partire

    dal 1506 ricoprì, per primo, la carica

    di Segretario alle Cifre a Venezia

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  • Crittoanalisi

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  • 0

    1

    2

    3

    4

    5

    6

    7

    8

    9

    10

    11

    12

    13

    14

    a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z

    Carattere alfabetico

    Fre

    qu

    enza

    (%

    )

    Ita

    Eng

    Analisi delle Frequenze: Italiano e Inglese a confronto

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  • Crittoanalisi

    GND ASBLLNIOE PCBCSBVBU BTNTB OBSLESZLE LSN AZMDZ B SN PCBCSZBS. DB IZDDNQGNPZIB GELLN, AZGZLE ZD SBHHEGLE UZ IB’BSQA, PZ BDVE, FBHZE ZD PQEDE UBTBGLZ B DQZ N UZPPN: “MSBG SN, ONS IZDDN N QGB GELLN TZ CE GBSSBLE DN ABTEDN UNZ LNIOZ OBPPBLZ N DN DNMMNGUN UNMDZ BGLZHCZ SN. OEPPE NPPNSN HEPZ BSUZLB UB HCZNUNSN QGABTESN B TEPLSB IBNPLB?”

    Z SBHHEGLZ UNDDN IZDDN N QGB GELLN, NOZDEME

    Crittoanalisi di un testo cifrato

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  • Lett. Occ. %

    A 6 2

    B 38 12,6

    C 7 2,3

    D 22 7,3

    E 24 8

    F 1 0,3

    G 16 5,3

    H 8 2,6

    I 8 2,6

    L 22 7,3

    Crittoanalisi

    Frequenze Lett. Occ. % M 6 2

    N 40 13,3

    O 7 2,3

    P 16 5,3

    Q 7 2,3

    R 0 0

    S 22 7,3

    T 7 2,3

    U 11 3,6

    V 2 0,6

    Z 31 10,6

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  • Crittoanalisi

    1° IPOTESI cerchiamo le lettere con la frequenza maggiore e sostituiamole:

    N = e, B = a, Z = i, E = o

    _________________________________________

    GeD ASaLLeIOo PCaCSaVaU aTeTa OaSLoSiLo LSe AiMDi a Se PCaCSiaS. Da IiDDeQGePiIa GoLLe, AiGiLo iD SaHHoGLo Ui Ia’aSQA, Pi aDVo, FaHio iD PQoDo UaTaGLi a DQi e UiPPe: “MSaG Se, OeS IiDDe e QGa GoLLe Ti Co GaSSaLo De AaToDe Uei LeIOi OaPPaLi e De DeMMeGUe UeMDi aGLiHCi Se. OoPPo ePPeSe HoPi aSUiLa Ua HCieUeSe QGAaToSe a ToPLSa IaePLa?”

    i SaHHoGLi UeDDe IiDDe e QGa GoLLe, eOiDoMo

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  • Crittoanalisi

    2° IPOTESI cerchiamo le lettere con la frequenza minore:

    La V è la più rara (ci sarebbe la F ma è solo una).

    Può essere o uguale a Q o a Z.

    Se fosse V = q, sappiamo che la q è sempre seguita dalla u, scegliamo una stringa: BDVE, la u ha frequenza del 3%, mentre la E dell’8 %, quindi sarà

    V = Z.

    Si ottiene

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  • Crittoanalisi

    GeD ASaLLeIOo PCaCSazaU aTeTa OaSLoSiLo LSe AiMDi a Se PCaCSiaS. Da IiDDeQGePiIa GoLLe, AiGiLo iD SaHHoGLo Ui Ia’aSQA, Pi aDzo, FaHio iD PQoDo UaTaGLi a DQi e UiPPe: “MSaG Se, OeS IiDDe e QGa GoLLe Ti Co GaSSaLo De AaToDe Uei LeIOi OaPPaLi e De DeMMeGUe UeMDi aGLiHCi Se. OoPPo ePPeSe HoPi aSUiLa Ua HCieUeSe QGAaToSe a ToPLSa IaePLa?”

    i SaHHoGLi UeDDe IiDDe e QGa GoLLe, eOiDoMo

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  • Crittoanalisi

    3° Ipotesi concentriamoci su aDzo:

    potrebbe essere alzo, quindi ipotizziamo D = l.

    Ora guardiamo le stringhe di due e di tre lettere:

    Se, Da, iD, Pi, De, GeD, LSe, QGa, Uei.

    Da GeD e QGa si può ipotizzare: G = n e Q = u,

    ipotesi anche compatibile con le frequenze.

    Si ottiene

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  • Crittoanalisi

    nel ASaLLeIOo PCaCSazaU aTeTa OaSLoSiLo LSe AiMli a

    Se PCaCSiaS. la IilleunePiIa noLLe, AiniLo il SaHHonLo Ui

    Ia’aSuA, Pi alzo, FaHio il Puolo UaTanLi a lui e UiPPe: “MSan

    Se, OeS Iille e una noLLe Ti Co naSSaLo le AaTole Uei LeIOi

    OaPPaLi e le leMMenUe UeMli anLiHCi Se. OoPPo ePPeSe

    HoPi aSUiLa Ua HCieUeSe unAaToSe a ToPLSa IaePLa?”

    i SaHHonLi Uelle Iille e una noLLe, eOiloMo

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  • Crittoanalisi

    4° ipotesi

    “noLLe” potrebbe essere “notte”, ipotizziamo

    L = t,

    “Puolo” potrebbe essere “suolo”, ipotizziamo

    P = s.

    le frequenze sono compatibili e ci sono doppie. Si ottiene

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  • Crittoanalisi

    nel ASatteIOo sCaCSazaU aTeTa OaStoSito tSe AiMli a Se

    sCaCSiaS. la IilleunesiIa notte, Ainito il SaHHonto Ui

    Ia’aSuA, si alzo, FaHio il suolo UaTanti a lui e Uisse:

    “MSan Se, OeS Iille e una notte Ti Co naSSato le AaTole

    Uei teIOi Oassati e le leMMenUe UeMli antiHCi Se. Oosso

    esseSe Hosi aSUita Ua HCieUeSe unAaToSe a TostSa

    Iaesta?”

    i SaHHonti Uelle Iille e una notte, eOiloMo

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  • Crittoanalisi

    5° ipotesi “Ille”, potrebbe essere “mille”, e quindi I = m.

    “SaHHonto” potrebbe essere “racconto”, cioè S = r e H = c.

    ___________________________________________

    nel ArattemOo sCaCrazaU aTeTa Oartorito tre AiMli a re sCaCriar. la milleunesima notte, Ainito il racconto Ui ma’aruA, si alzo, Facio il suolo UaTanti a lui e Uisse: “Mran re, Oer mille e una notte Ti Co narrato le AaTole Uei temOi Oassati e le leMMenUe UeMli anticCi re. Oosso essere cosi arUita Ua cCieUere unAaTore a Tostra maesta?”

    i racconti Uelle mille e una notte, eOiloMo

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  • Crittoanalisi

    6° ipotesi “ArattemOo” potrebbe essere “frattempo”, e A = f, O = p.

    “Ui”, “Uei”, suggeriscono U = d

    ___________________________________________

    nel frattempo sCaCrazad aTeTa partorito tre fiMli a re sCaCriar. la milleunesima notte, finito il racconto di ma’aruf, si alzo, Facio il suolo daTanti a lui e disse: “Mran re, per mille e una notte Ti Co narrato le faTole dei tempi passati e le leMMende deMli anticCi re. posso essere cosi ardita da cCiedere unfaTore a Tostra maesta?”

    i racconti delle mille e una notte, epiloMo

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  • Crittoanalisi

    7° ipotesi

    “anticCi” e “cCiedere” suggeriscono C = h. “aTeTa” e “daTanti” suggeriscono T = v

    __________________________________________

    nel frattempo shahrazad aveva partorito tre fiMli a re shahriar. la milleunesima notte, finito il racconto di ma’aruf, si alzo, Facio il suolo davanti a lui e disse: “Mran re, per mille e una notte vi ho narrato le favole dei tempi passati e le leMMende deMli antichi re. posso essere cosi ardita da chiedere unfavore a vostra maesta?”

    i racconti delle mille e una notte, epiloMo

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  • Crittoanalisi

    8° ipotesi “fiMli” sarà “figli” e “Mran” sarà “Gran” e quindi M = g.

    “Facio” sarà “Baciò”, e quindi F = B

    nel frattempo shahrazad aveva partorito tre figli a re shahriar. la milleunesima notte, finito il racconto di ma’aruf, si alzo, bacio il suolo davanti a lui e disse: “gran re, per mille e una notte vi ho narrato le favole dei tempi passati e le leggende degli antichi re. posso essere cosi ardita da chiedere un favore a vostra maesta?”

    i racconti delle mille e una notte, epilogo

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  • Crittoanalisi

    Alfabeto

    Chiaro a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z

    cifrato B ? ? U N A M C Z D I G E O ? S P L ? T V

    L’alfabeto cifrante deriva dalla frase chiave: UNAMCZDIGEORSP ottenuta

    eliminando spazi e ripetizioni da UNA MANCANZA DI GEORGES PEREC; la

    frase è stata inserita in corrispondenza della quarta lettera dell’alfabeto chiaro, e le

    lettere non comprese in essa sono state aggiunte da sinistra a destra in ordine

    alfabetico, saltando la parte occupata dalla frase chiave.

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  • Crittoanalisi

    ESERCIZI:

    Esercizio 1

    Esercizio 2

    Soluzione: Esercizio1

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    testo_a.doctesto_a.docCryptoDelph.pdfSol_testoa.doc

  • Crittoanalisi

    Edgar Allan Poe, “Lo scarabeo d'oro” (1843)

    Il racconto “Lo scarabeo d’oro” narra l’immaginaria avventura di William Legrande che s’imbatte in uno strano coleottero, uno scarabeo d’orato, e lo raccoglie con un foglio di carta trovato nei pressi. La sera usa il foglio per tracciare uno schizzo dell’insetto. Quando lo avvicina al focolare , il calore fa comparire il disegno di un capretto e una serie di segni tracciati con l’inchiostro simpatico. Legrande si trova di fronte a un crittogramma che custodisce l’ubicazione del tesoro del capitano Kidd.

    LABORATORIO DI CRITTOGRAFIA, PROGETTO LAUREE SCIENTIFICHE, LICEO REGINA MARGHERITA, a.a. 2017-2018

    Nel 1843 Poe scrisse un racconto sui codici segreti che è la miglior opera letteraria sull’argomento.

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  • Crittoanalisi

    53++!305))6*;4826)4+.)4+);806*;48!8`60))85;]8*:+*8!83(88)5*!;46(;88*96*?;8)*+(;485);5*!2:*+(;4956*2(5*4)8`8*;4069285);)6!8)4++;1(+9;48081;8:8+1;48!85;4)485!528806*81(+9;48;88;4(+?34;48)4+;161;:188;+?;

    Edgar Allan Poe, “Lo scarabeo d'oro” (1843)

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  • Crittoanalisi

    53++!305))6*;4826)4+.)4+);806*;48!8`60))85;]8*:+*8!83(88)5*!;46(;88*96*?;8)*+(;485);5*!2:*+(;4956*2(5*4)8`8*;4069285);)6!8)4++;1(+9;48081;8:8+1;48!85;4)485!528806*81(+9;48;88;4(+?34;48)4+;161;:188;+?;

    Edgar Allan Poe, “Lo scarabeo d'oro” (1843)

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    La prima cosa da fare e’ un’ipotesi sulla lingua del testo del crittogramma. L’Autore spiega che il manoscritto e’ stato rinvenuto in una zona un tempo infestata da pirati, e che uno dei piu’ famosi pirata si chiamava Kidd: poiche’ in inglese “kid” vuol dire capretto, in mancanza di altre informazioni la prima ipotesi sulla lingua del crittogramma e’ che questa sia l’inglese.

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  • Crittoanalisi

    53‡!305))6*;4826)4+.)4+);806*;48!8`60))85;]8*:+*8!83(88)5*!;46(;88*96*?;8)*+(;485);5*!2:*+(;4956*2(5*4)8`8*;4069285);)6!8)4‡;1(+9;48081;8:8+1;48!85;4)485!528806*81(+9;48;88;4(+?34;48)4+;161;:188;+?;

    Edgar Allan Poe, “Lo scarabeo d'oro” (1843)

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    Il secondo passo da fare è l’analisi di frequenza:

    Simboli Occorrenze 8 33 ; 26 4 19 ‡ 16 ) 16 * 13 5 12 6 11 ( 10 ! 8 1 8 0 6 2 5 9 5 : 4 3 4 ? 3 . 1 – 1

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  • Crittoanalisi

    (Vedi per dettaglio crittoanalisi CryptoDelph.pdf)

    Edgar Allan Poe, “Lo scarabeo d'oro” (1843)

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    Alla fine….

    A good glass in the bishop’s hostel in the devil’s seat—forty-one degrees and thirteen minutes — northeast and by north — main branch seventh limb east side — shoot from the left eye of the death’s-head— a bee-line from the tree through the shot fifty feet out.

    La sua traduzione in italiano è la seguente:

    Un buon vetro nell’ostello del vescovo sulla sedia del diavolo—quarantun gradi e tredici minuti—nord-nordest—tronco principale settimo ramo lato est — cala dall’occhio sinistro del teschio — una linea retta dall’albero passando per il punto toccato lontano cinquanta piedi.

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    CryptoDelph.pdfCryptoDelph.pdfCryptoDelph.pdfCryptoDelph.pdf

  • Sistemi Crittografici

    Alla fine di questo esempio di crittoanalisi, il concetto da sottolineare è che:

    Ogni lettera ha una sua identità, che consiste sia nella frequenza media, sia nella tendenza a evitare o prediligere la vicinanza di altre lettere.

    La debolezza della sostituzione monoalfabetica è che cambia l’abito della lettera ma non la sua identità, un po’ come un uomo che adottasse un travestimento continuando a fare la stessa vita e a frequentare le stesse persone.

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  • Il cifrario di L.B. Alberti

    Leon Battista Alberti (Genova, 18 febbraio 1404 – Roma, 20 aprile 1472) è stato un architetto,

    scrittore, matematico e umanista italiano; fu inoltre crittografo, linguista, filosofo, musicista e

    archeologo: una delle figure artistiche più poliedriche del Rinascimento.

    Per secoli, la semplice cifratura per sostituzione

    monoalfabetica aveva garantito la segretezza; ma lo sviluppo

    dell’analisi delle frequenze, prima in Arabia poi in Europa

    con il rinascimento, cancellò quella garanzia.

    L’onere di escogitare una cifratura nuova e più resistente

    cadde sui crittografi. Anche se essa non prese forma prima

    della fine del XVI secolo, le sue origini si possono far

    risalire all’ingegno multiforme di Leon Battista Alberti

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    https://it.wikipedia.org/wiki/Leon_Battista_Albertihttps://it.wikipedia.org/wiki/Leon_Battista_Albertihttps://it.wikipedia.org/wiki/Leon_Battista_Albertihttps://it.wikipedia.org/wiki/Leon_Battista_Albertihttps://it.wikipedia.org/wiki/Leon_Battista_Albertihttps://it.wikipedia.org/wiki/Leon_Battista_Alberti

  • Alberti propose di usare due o più alfabeti cifranti e di sostituirli durante la cifratura

    Il cifrario di L.B. Alberti

    Esempio

    a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z

    E U F A V 0 D N P J K H S G T M I L B R Z C X W Y Q

    C M U N B I P L O K J V A T G S D R H Q F Z W Y X E

    Testo Chiaro:

    Testo Cifrato:

    Leone

    HBTTV

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  • Alberti creò una «macchina cifrante» composta da due ruote concentriche: Due dischi di rame di differenti diametri in modo che uno possa circondare l’altro; ambedue sono infilati in un perno in modo che siano liberi di ruotare indipendentemente. Sulla circonferenza dei dischi sono tracciati gli alfabeti così che ruotando un disco rispetto ad un altro si possono far corrispondere lettere diverse.

    Il disco esterno rappresenta le lettere in chiaro; quello interno la lettera in cifra. Si deve semplicemente definire la posizione iniziale o chiave da modificare durante la cifratura.

    Disco Cifrante di L.B.Alberti

    Links: https://it.wikipedia.org/wiki/Disco_cifrante http://www.crittologia.eu/critto/alberti.phtml https://archeocomputing.wordpress.com/2014/01/31/il-disco-di-leon-battista-alberti/

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    discocifrante.pdfdiscocifrante.pdfdiscocifrante.pdfhttps://it.wikipedia.org/wiki/Disco_cifrantehttp://www.crittologia.eu/critto/alberti.phtmlhttp://www.crittologia.eu/critto/alberti.phtmlhttps://archeocomputing.wordpress.com/2014/01/31/il-disco-di-leon-battista-alberti/https://archeocomputing.wordpress.com/2014/01/31/il-disco-di-leon-battista-alberti/https://archeocomputing.wordpress.com/2014/01/31/il-disco-di-leon-battista-alberti/https://archeocomputing.wordpress.com/2014/01/31/il-disco-di-leon-battista-alberti/https://archeocomputing.wordpress.com/2014/01/31/il-disco-di-leon-battista-alberti/https://archeocomputing.wordpress.com/2014/01/31/il-disco-di-leon-battista-alberti/https://archeocomputing.wordpress.com/2014/01/31/il-disco-di-leon-battista-alberti/https://archeocomputing.wordpress.com/2014/01/31/il-disco-di-leon-battista-alberti/https://archeocomputing.wordpress.com/2014/01/31/il-disco-di-leon-battista-alberti/https://archeocomputing.wordpress.com/2014/01/31/il-disco-di-leon-battista-alberti/https://archeocomputing.wordpress.com/2014/01/31/il-disco-di-leon-battista-alberti/

  • Alberti non riuscì a trasformare la sua idea appena abbozzata in una tecnica

    ben definita. Dopo Alberti molti furono i letterati che cercarono di

    continuare la sua opera, dall’abate tedesco Johannes Trithemius allo

    scienziato italiano Giambattista Della Porta, ma si arrivò ad una

    conclusione definitiva solo con il diplomatico francese Blaise de Vigenère.

    Il cifrario di Vigenère

    Vigenère (1523-1596) prese confidenza con gli scritti di Alberti,

    Trithemius, e Della Porta a 26 anni quando fu inviato a Roma per

    due anni in missione diplomatica. All’inizio il suo interesse per la

    crittografia fu esclusivamente pratico e legato alla attività

    diplomatica.

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    https://it.wikipedia.org/wiki/Blaise_de_Vigen%C3%A8rehttps://it.wikipedia.org/wiki/Blaise_de_Vigen%C3%A8rehttps://it.wikipedia.org/wiki/Blaise_de_Vigen%C3%A8rehttps://it.wikipedia.org/wiki/Blaise_de_Vigen%C3%A8rehttps://it.wikipedia.org/wiki/Blaise_de_Vigen%C3%A8re

  • Il cifrario di Vigenère

    Ma a 39 anni egli giudicò di aver messo da parte

    abbastanza denaro per abbandonare l’attività

    diplomatica e dedicarsi esclusivamente agli studi.

    Così riuscì ad ottenere una tecnica crittografica

    nuova, coerente e di grande efficacia. Il suo sistema

    inventato nel 1562, si meritò l’appellativo di

    “indecifrabile”, data la sua complessità. La forza

    della cifratura di Vigenere sta nell’utilizzare non

    uno ma 26 alfabeti cifranti per criptare un solo

    messaggio.

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  • Il primo passo consiste, infatti, nella stesura della tavola di Vigenère.

    Si tratta di un normale alfabeto chiaro di 26 lettere seguito da 26

    alfabeti cifrati ognuno spostato a sinistra di una lettera rispetto al

    precedente.

    Il cifrario di Vigenère

    Perciò, la riga numero 1 rappresenta un alfabeto cifrante con uno

    spostamento di Cesare pari a 1. In modo analogo, la riga 2

    rappresenta un alfabeto cifrante con uno spostamento di Cesare pari a

    2, e così via.

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  • A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z

    B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z A

    C D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z A B

    D E F G H I L M N O P Q R S T U V Z A B C

    E F G H I L M N O P Q R S T U V Z A B C D

    F G H I L M N O P Q R S T U V Z A B C D E

    G H I L M N O P Q R S T U V Z A B C D E F

    H I L M N O P Q R S T U V Z A B C D E F G

    I L M N O P Q R S T U V Z A B C D E F G H

    L M N O P Q R S T U V Z A B C D E F G H I

    M N O P Q R S T U V Z A B C D E F G H I L

    N O P Q R S T U V Z A B C D E F G H I L M

    O P Q R S T U V Z A B C D E F G H I L M N

    P Q R S T U V Z A B C D E F G H I L M N O

    Q R S T U V Z A B C D E F G H I L M N O P

    R S T U V Z A B C D E F G H I L M N O P Q

    S T U V Z A B C D E F G H I L M N O P Q R

    T U V Z A B C D E F G H I L M N O P Q R S

    U V Z A B C D E F G H I L M N O P Q R S T

    V Z A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U

    Z A B C D E F G H I L M N O P Q R S T U V

  • La cifratura si effettuerà come in una partita a “battaglia

    navale”, ovvero basterà cercare, per ogni lettera del chiaro la

    corrispondete cifrata nell’incrocio fra la colonna individuata

    dalla lettera in chiaro e la riga della lettera chiave cioè del

    verme.

    Il cifrario di Vigenère

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  • Il metodo si può considerare una generalizzazione del codice

    di Cesare; invece di spostare sempre dello stesso numero di

    posti la lettera da cifrare, questa viene spostata di un numero

    di posti variabile, determinato in base ad una parola chiave, da

    concordarsi tra mittente e destinatario, e da scriversi sotto il

    messaggio, carattere per carattere; la parola è detta verme, per

    il motivo che, essendo in genere molto più corta del

    messaggio, deve essere ripetuta molte volte sotto questo.

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    Il cifrario di Vigenère

  • Testo chiaro ARRIVANOIRINFORZI Verme VERMEVERMEVERMEVE

    Esempio

    Testo cifrato VVLUCVRGUVGRZBVUO

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    Il cifrario di Vigenère

  • ESERCIZI:

    Esercizio 1

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    Il cifrario di Vigenère

    VIGENERE1.docVIGENERE1.doc

  • Osservazione: 1. le prime due lettere del testo cifrato sono due “V” anche se

    corrispondono ad una “A” e una “R”,

    2. la seconda e la terza lettera del testo in chiaro sono due “R” ma vengono tradotte prima con la “V” e poi con la “L”,

    3. Una parola chiave più lunga potrebbe coinvolgere un numero maggiore di righe aumentando la complessità della cifratura,

    4. Oltre a resistere all’analisi delle frequenze ammette un numero enorme di chiavi.

    Questa come si può notare è la forza del sistema di Vigenère che si basa sulla cifratura poli-alfabetica.

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  • Cifrari polialfabetici

    I cifrari polialfabetici si differenziano dai monoalfabetici in quanto un dato carattere del testo chiaro (p.es. la A) non viene cifrato sempre con lo stesso carattere, ma con caratteri diversi in base ad una qualche regola, in genere legata ad una parola segreta da concordare. In questo modo la sicurezza del codice dovrebbe aumentare in modo significativo; non è infatti più così semplice individuare le lettere del messaggio in base alla loro frequenza caratteristica in ogni lingua.

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    http://critto.liceofoscarini.it/critto/monoalf0.htmhttp://critto.liceofoscarini.it/lingue/index.htmhttp://critto.liceofoscarini.it/lingue/index.htmhttp://critto.liceofoscarini.it/lingue/index.htmhttp://critto.liceofoscarini.it/lingue/index.htmhttp://critto.liceofoscarini.it/lingue/index.htmhttp://critto.liceofoscarini.it/lingue/index.htmhttp://critto.liceofoscarini.it/lingue/index.htmhttp://critto.liceofoscarini.it/lingue/index.htmhttp://critto.liceofoscarini.it/lingue/index.htmhttp://critto.liceofoscarini.it/lingue/index.htmhttp://critto.liceofoscarini.it/lingue/index.htm

  • La cifratura di Vigenère non suscitò alcun entusiasmo, e pur priva di punti deboli, fu pressoché ignorata per ben due secoli. La natura polialfabetica è la causa della sua resistenza ma anche della sua scarsa facilità d’uso. Nel XVIII secolo, vista la professionalità raggiunta dai loro avversari, i crittografi furono infine costretti ad adottare la cifratura di Vigenère. Oltre all’efficacia della crittoanalisi un altro evento spinse all’adozione di Vigenère: l’invenzione del telegrafo e la conseguente necessità di proteggere i telegrammi dalle intercettazioni.

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  • La cifratura di Vigenere è potenzialmente indecifrabile: la sua forza risiede nel

    decidere una chiave lunga e casuale; tuttavia, per agevolare le operazioni di

    criptazione, generalmente si tendeva a utilizzare chiavi non più lunghe di venti

    lettere e questo creava dei presupposti per la sua decifrazione

    Uno dei personaggi più interessanti della crittoanalisi del

    XIX secolo è Charles Babbage, l'eccentrico e geniale

    gentleman noto per aver progettato il precursore degli

    elaboratori elettronici. Babbage, nel 1854, riuscì a creare

    un metodo per decifrare la “chiffre indéchiffrable” di

    Vigenère, basandosi sul fatto che una chiave non molto

    lunga crea una struttura ciclica all'interno del

    crittogramma, la quale può essere decifrata tramite

    l'analisi delle frequenze.

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    http://en.wikipedia.org/wiki/File:Charles_Babbage_-_1860.jpg

  • Babbage non fu l'unico ad arrivare a questa metodologia, in

    modo indipendente circa dieci anni dopo Friedrich Wilhelm

    Kasiski (un ufficiale in pensione dell'esercito prussiano)

    pubblicò “Die Geheimschriften und die Dechiffrir-kunst” (Le

    scritture segrete e l'arte della decifrazione). Per diversi motivi

    Babbage non divulgò il suo metodo, e così il sistema di

    decodifica della cifratura di Vigenère prese il nome di “test di

    Kasiski” e il contributo di Babbage fu totalmente negletto.

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  • Un elemento fondamentale per la

    decifrazione di un codice cifrato con il

    metodo di Vigenere è trovare pezzi di

    stringhe uguali, trovati questi si calcola la

    distanza fra essi che può essere differente

    per ogni stringa, ed effettuando il MCD si

    ottiene, se siamo stati fortunati, la

    lunghezza della chiave.

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  • MCD=5.

    Per esempio se la

    lunghezza della chiave è

    di “5” lettere il

    procedimento da

    svolgere è il seguente:

    I. Denominare la chiave con L1 L2 L3 L4 L5.

    II. Dividere il testo ogni 5 lettere

    III. Raggruppare tutte le prime lettere, tutte le seconde lettere, le terze, le quarte e infine

    le quinte.

    IV. Effettuare per ogni raggruppamento l’analisi statistica

    V. Confrontare il grafico della frequenza della lingua italiana con quello ottenuto per ogni

    singola lettera.

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  • Attacco al Codice di Vigenère (1)

    Bob ha spedito ad Alice 5 messaggi cifrati col Codice di Vigenère, parola chiave K = “FORMICA”:

    1) Oscar ha intercettato i crittogrammi, ed ha evidenziato le stringhe di 3 o più caratteri che si ripetono: EAV, XMBV, AQNT, GLQW, SUJ

    Messaggi in chiaro:

    m1 = s e n o n v e d o n o n c i c r e d o

    m2 = i l g a t t o i n s e g u e l a g a t t a

    m3 = e s s i s o n o f r a t e l l i g e m e l l i

    m4 = s o m m a q u e s t o a q u e l l o

    m5 = p e r q u e l l i c i s o n o s e m p r e

    Chiave:

    K = F O R M I C A F O R M I C A F O R M I C A F O

    Crittogrammi:

    c1 = X S E A V X E I C E A V E I H F V P W

    c2 = N Z X M B V O N B J Q O W E Q O X M B V A

    c3 = J G J U A Q N T T I M B G L Q W X Q U G L Q W

    c4 = X C D Y I S U J G K A I S U J Z C A

    c5 = U S I C C G L Q W T U A Q N T G V Y X T E

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  • Attacco al Codice di Vigenère (2)

    2) Oscar misura le posizioni relative delle stringhe ripetute, e trova che si tratta di distanze di 7 ovvero 14 posti: deduce che la lunghezza della chiave è di 7 caratteri.

    3) Scompone ora i crittogrammi a blocchi di 7 caratteri, e scrive ordinatamente tali blocchi uno sotto l’altro.

    4) Applica infine l’Analisi delle Frequenze colonna per colonna (7 volte). I caratteri di ognuna delle 7 colonne sono stati infatti cifrati con lo stesso carattere della chiave.

    NB. Perché l’attacco riesca, occorre disporre di un numero abbondante di crittogrammi, tutti cifrati con la stessa chiave.

    Reciprocamente: per contrastare l’attacco, occorre scegliere chiavi lunghe, e cambiarle spesso.

    1 2 3 4 5 6 7

    X S E A V X EI C E A V E IH F V P WN Z X M B V ON B J Q O W EQ O X M B V AJ G J U A Q NT T I M B G LQ W X Q U G LQ WX C D Y I S UJ G K A I S UJ Z C AU S I C C G LQ W T U A Q NT G V Y X T E

    c5

    c1

    c2

    c3

    c4

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  • Alla fine del XIX secolo, la crittografia era in grave difficoltà: dato che con le

    innovazioni di Babbage e Kasiski anche la cifratura di Vigenère poteva essere forzata, ci

    si chiedeva se esistesse davvero un sistema crittografico perfetto e immune da ogni

    tentativo di crittoanalisi: la risposta arrivò da Vernam nel 1917.

    Egli riuscì a dimostrare matematicamente che un sistema crittografico è perfetto (cioè

    non decifrabile tramite tecniche di analisi delle frequenze) se basato su un cifrario di

    Vigenère con una chiave casuale lunga quanto il messaggio, a patto che durante la

    comunicazione le chiavi siano utilizzate una sola volta per ogni messaggio. Questo

    sistema, chiamato Cifrario di Vernam, molto bello nella teoria, è praticamente inutilizzabile nella pratica, in quanto si pongono diversi problemi di non facile

    soluzione:

    – creazione di una chiave casuale;

    – distribuzione sicura delle chiavi di ogni messaggio.

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    https://it.wikipedia.org/wiki/Cifrario_di_Vernamhttps://it.wikipedia.org/wiki/Cifrario_di_Vernamhttps://it.wikipedia.org/wiki/Cifrario_di_Vernamhttps://it.wikipedia.org/wiki/Cifrario_di_Vernamhttps://it.wikipedia.org/wiki/Cifrario_di_Vernam

  • EVOLUZIONE DEI SISTEMI CRITTOGRAFICI

    SISTEMI MONOALFABETICI (mondo arabo, greco e latino)

    Facilmente decrittabili tramite analisi delle frequenze

    SISTEMI POLIALFABETICI (Europa del XV-XVI secolo)

    Troppo complessi da impostare

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  • IL NOMENCLATORE

    In aggiunta all’alfabeto cifrante si usa un insieme di parole in codice Svantaggi: Compilazione e trasporto del repertorio Non molto più sicuro della singola sostituzione monoalfabetica

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  • IL NOMENCLATORE

    La congiura di Babington

    Nel 1586 Maria Stuarda, regina di Scozia, fu condannata a morte per aver cospirato contro la cugina Elisabetta. La congiura, organizzata da Anthony Babington, prevedeva la liberazione di Maria dalla prigionia in Inghilterra, l’uccisione di Elisabetta, una ribellione alla religione protestante. Sir Walsingham, segretario di stato, provò che Maria aveva preso parte alla congiura

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  • IL NOMENCLATORE

    Maria e Babington comunicavano grazie a un corriere (Gilbert Gifford),

    un birraio, che nascondeva i messaggi dentro lo zipolo delle botti di birra

    Un cifrario, costituito da

    • 23 simboli che sostituivano le lettere

    • 35 simboli, che sostituivano parole o frasi

    • 4 nulle e un simbolo per le doppie

    Gifford consegnava a Walsingham tutti i messaggi, che venivano decifrati da Thomas Phelippes Maria firmò la sua condanna a morte rispondendo alla lettera di Babington

    Babington e complici furono arrestati e squartati vivi

    Maria fu decapitata l’8 febbraio 1857

    La congiura di Babington

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  • CIFRATURA OMOFONICA

    Più simboli per cifrare singoli caratteri frequenti

    ESEMPIO:

    testo in chiaro: E

    testo cifrato: Õ Ñ ® (scelti a caso!)

    Si abbassano le frequenze dei simboli del testo cifrato

    12.6 per E 3.15 per Õ Ñ ®

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  • CIFRATURA OMOFONICA

    La Grande Cifra

    Elaborata nel XVII secolo dai fratelli Rossignol, a servizio del re Sole

    Le lettere sono rappresentate da numeri In proporzione alla frequenza, una lettera può essere rappresentata da più numeri Migliorano rappresentando anche le sillabe (587 combinazioni totali) Trabocchetti: numero che annulla lettera che lo precede

    Decrittata nel 1890 da Etienne Bazeries, un militare che venne a capo del mistero sull’identità della Maschera di Ferro

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  • Oltre la cifratura Monoalfabetica

    Cifrario PORTA

    Cifrario di Playfair

    Cifratura ADFGVX o Cifra Campale Germanica

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    Due approcci: • Utilizzo di cifrature di più lettere per volta:

    Playfair Porta Hill Cifratura ADFGVX

    •Utilizzo di più alfabeti cifranti

    Leon Battista Alberti Vigenère

  • Cifrario PORTA

    • Cifrario PORTA

    • Esercizio

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    ../../PLS-crittografia/crittografia-classica_bw.pdfplayfair

  • Cifrario di Playfair

    • Cifrario di Playfair

    • Esercizio

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    ../../PLS-crittografia/2-crittografia-classica.pdf../../PLS-crittografia/2-crittografia-classica.pdfplayfair.docx

  • Cifra Campale Germanica

    • Cifra Campale Germanica

    • Esercizio

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    ../../PLS-crittografia/La crittografia da Atbash a RSAliceovenezia.mhthttp://www.crittologia.eu/critto/adfgvx.htmlplayfair.docxADFGVX.docx

  • • Aritmetica Modulare – Codice di Cesare

    • Cifrari Affini

    • Algoritmo Euclideo e Identita di Bezout

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    113

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    Matematica e Crittografia

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  • MACCHINE CIFRANTI

    ENIGMA

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  • Enigma

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  • Nel 1918 l'inventore tedesco Arthur Scherbius, che aveva studiato ingegneria elettrica ad Hannover e Monaco, mette a punto un dispositivo crittografico che in sostanza era una versione elettromeccanica del disco cifrante di Alberti. La sua invenzione è chiamata Enigma.

    La versione semplificata del congegno di Scherbius consiste in 3 componenti collegati da fili elettrici: una tastiera per immettere le lettere del testo in chiaro; un'unità scambiatrice che cifra la lettera trasformandola nel corrispondente elemento del crittogramma (testo cifrato); un visore con varie lampadine, che accendendosi indicano la lettera da inserire nel testo cifrato.

    Enigma

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  • Il passo successivo consiste nel far ruotare automaticamente il disco scambiatore di un 1/26 di

    giro dopo la cifratura di ogni lettera. In altre parole, la corrispondenza tra lettere in chiaro e cifrate cambia dopo la cifratura di ogni lettera cosicché la cifratura di una stessa lettera muta continuamente. Con questa disposizione rotante, lo scambiatore definisce 26 diverse corrispondenze tra lettere in chiaro e cifrate, ed Enigma può essere usata per effettuare una cifratura polialfabetica. Tuttavia, il congegno ha un punto debole evidente: dopo 26 pressioni continue dello stesso tasto, il disco torna alla posizione iniziale, e se si continuasse a premere lo stesso tasto, lo schema di cifratura si ripeterebbe tale e quale. Per ridurre il numero di ripetizioni può essere introdotto un altro scambiatore. In questo modo, ogni volta che una lettera è cifrata, il primo disco ruota di un carattere, mentre il secondo disco invece resta immobile fin quando il primo scambiatore ha completato un giro, solo a questo punto il secondo scambiatore avanza di una posizione.

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  • L'aggiunta del secondo scambiatore comporta il vantaggio che lo schema della cifratura non si ripete finché il secondo scambiatore non è tornato al punto di partenza, il che richiede 26 giri completi del primo scambiatore, ovvero la cifratura di 26x26=676 lettere. Per una sicurezza ancora maggiore viene aggiunto un terzo rotore, per cui il numero di sostituzioni diverse è 26x25x26=16.900 (il secondo rotore effettua una rotazione in meno rispetto agli altri due, poiché dopo aver effettuato un giro completo rimane fermo una volta per far ruotare il terzo rotore). Inoltre viene aggiunto un riflessore molto simile allo scambiatore che consiste in un disco di gomma con circuiti interni che non ruotano e i fili entrano ed escono dallo stesso lato. Col riflessore installato quando si digita una lettera il segnale elettrico attraversa i 3 rotori, raggiunge il riflessore ed è mandato indietro. Quindi il segnale elettrico passa di nuovo nei rotori ma lungo un percorso diverso.

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  • Enigma

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  • Dato che il numero di chiavi è alto ma non abbastanza per scoraggiare un crittoanalista che può disporre di più macchine e più aiutanti, per accrescere l'affidabilità si dovrebbe aumentare il numero di assetti cioè il numero di chiavi. Invece di aggiungere un altro rotore e aumentare di 26 volte le chiavi sono state introdotte due nuove caratteristiche. Innanzitutto si possono utilizzare rotori removibili e sostituibili, ad esempio il primo e il terzo rotore si possono scambiare di posto. Quindi dati tre elementi intercambiabili essi possono essere permutati in sei modi differenti; con questo accorgimento il numero di chiavi aumenta di un fattore pari a sei. La seconda caratteristica è l'inserimento di un pannello a prese multiple tra la tastiera e il primo rotore. Il pannello permette al mittente di inserire alcuni cavi muniti di spinotti, in questo modo si ha l'effetto di scambiare due lettere prima della loro immissione nel rotore. L'operatore di Enigma dispone di sei cavi che gli danno la possibilità di scambiare sei coppie di lettere simultaneamente.

    Enigma

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  • Enigma

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  • Alan Mathison Turing

    Londra, 23 giugno 1912 – Manchester, 7 giugno 1954

    Alan Mathison Turing

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    turingRM.pptturingRM.pptturingRM.pptturingRM.ppt

  • BOMBE DI TURING ENIGMA

    Links

    COLOSSUS CIFRATURA DI LORENZ

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    Durante la II° guerra mondiale i solutori di codici britannici

    prevalsero sugli inventori di codici tedeschi

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  • Films:

    ENIGMA

    THE IMITATION GAMES

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  • COLOSSUS è stato progettato all'inizio del 1943 dal matematico Max Newman e dall'ingegnere Tommy Flowers per la decrittazione della macchina Lorenz usata dagli alti comandi tedeschi.

    E’ un calcolatore elettronico con circuiti elettronici a valvole.

    E’ il capostipide dei moderni elaboratori.

    Per molti anni l'americano ENIAC, costruito nel 1945, è stato considerato il primo computer della storia; oggi questo primato è stato riattribuito a merito all’inglese Colossus.

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  • Dopo aver contribuito alla nascita del computer, la crittoanalisi continuò nel dopoguerra a impiegare e migliorare la tecnologia informatica per la decodifica di qualsiasi scrittura segreta.

    I crittografi sfruttarono a loro volta le risorse dei calcolatori per generare cifrature di enorme complessità (DES).

    Dopo il 1945 l’informatica fu la protagonista della battaglia tra inventori e solutori di codici.

    Crittografia Moderna

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  • Per quanto forte possa essere in teoria una cifratura, in pratica permane un problema capace di minarne le fondamenta

    Anche se i calcolatori hanno profondamente influenzato la codifica dei messaggi, la vera rivoluzione crittografica del xx secolo è consistita nella comparsa di tecniche capaci di superare il problema della distribuzione delle chiavi.

    DISTRIBUZIONE DELLE CHIAVI

    Crittografia Moderna

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  • Diversi matematici di diverse epoche si sono cimentati sul versante della crittoanalisi, è famoso il caso della violazione della cifratura Enigma, il sistema crittografico usato dall’esercito nazista durante la II guerra mondiale, dovuta, in una prima fase, al matematico polacco Marian Rejewski e completata poi da un gruppo di scienziati inglesi, tra i quali ruolo prominente ebbe il celeberrimo logico Alan Turing.

    È però a partire dagli anni ’70 del novecento che l’utilizzo sistematico di

    idee matematiche, spesso nate in ambiti del tutto indipendenti, ha rivoluzionato teoria e tecnica della crittografia, con l’introduzione della crittografia a chiave pubblica e di altri simili protocolli.

    Crittografia Moderna

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  • Crittografia Moderna

    La crittografia moderna nasce nel

    1975 quando Diffie, Hellman e

    Merkle hanno dimostrato, in

    astratto, che è possibile per due

    persone comunicare in modo sicuro

    senza aver preventivamente

    concordato una chiave.

    Il protocollo del

    “doppio lucchetto”

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  • Crittografia Moderna

    Il protocollo del “doppio lucchetto”

    A mette il suo messaggio per B in una scatola, che chiude con un lucchetto e invia a B.

    B mette il suo lucchetto alla scatola e la rispedisce ad A.

    A toglie il suo lucchetto e rispedisce la scatola a B.

    B toglie il suo lucchetto e legge il messaggio.

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  • Crittografia Moderna

    Il problema della distribuzione delle chiavi sembra risolto.

    Tuttavia, la realizzazione pratica di un sistema in cui Alice

    critta, Bob ricritta, Alice decritta e Bob decritta urta contro un

    grave ostacolo: l’ordine delle cifrature.

    Nel 1976

    Metodo Diffie-Hellman-Merkle

    Scambio delle Chiavi

    Anche se sul piano teorico lo scambio di chiavi, che utilizza

    l’aritmetica modulare, era un enorme passo avanti, non era

    perfetto e sul piano pratico poteva dar adito a qualche difficoltà .

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  • Crittografia Moderna

    Crittografia a chiave asimmetrica

    Nel 1976 Diffie, Hellman e Merkle introdussero il

    concetto di cifratura asimmetrica:

    Nella crittografia a chiave asimmetrica ogni utente ha un paio di chiavi di cui una deve essere divulgata, la chiave pubblica, mentre l'altra deve essere custodita segretamente, la chiave privata.

    Chiave Pubblica = funzione unidirezionale,per crittare

    Chiave Privata = rende bidirezionale, per decrittare

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  • Crittografia Moderna

    In questo sistema ogni utente tiene segreta la chiave privata e

    divulga la sua chiave pubblica; un eventuale interlocutore

    prenderà la chiave pubblica e tramite questa cripterà il

    messaggio. Una volta criptato il messaggio questo potrà essere

    decifrato solo dal destinatario tramite la chiave privata (neanche

    chi ha codificato il messaggio può più decodificarlo).

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  • Crittografia Moderna

    Per la realizzazione pratica di questi sistemi si ricorre a metodi matematici basati su funzioni dette a senso unico cioè facilmente calcolabili in un senso ma difficilmente invertibili, e che generalmente si basano sul problema di fattorizzare numeri grandi, oppure sul problema di determinare il logaritmo discreto nelle forme modulari o nelle curve ellittiche.

    Il punto di forza di questo sistema e che gli utenti non devono

    più scambiarsi le chiavi simmetriche per comunicare, ma

    semplicemente cercare la chiave pubblica dell'utente con cui si

    vuole avere una comunicazione riservata.

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  • L'algoritmo RSA

    Il più conosciuto e utilizzato algoritmo a chiavi asimmetriche è stato proposto da Ron Rivest, Adi Shamir e Leonard Adleman nel 1977 e porta un nome desunto dalle iniziali dei cognomi dei suoi inventori, RSA. L’algoritmo sfrutta l’approccio di Diffie-Hellman-Merkle e si basa sulla fattorizzazione di numeri interi grandi.

    N = p x q p,q numeri primi

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  • M. Gardner nel 1977 rese nota al pubblico il protocollo RSA e sfidava i lettori con un testo criptato e la chiave:

    N = 114.381.625.757.888.867.669.235.779.976.146.612.010.218.296.721.242.362.562.561.842.935.706.935.245.733.897.830.597.123.563.958.705.058.989.075.147.599.290.026.879. 543.541.

    Il 26 Aprile 1994 una squadra di 600 volontari annunciarono che i fattori di N sono:

    p = 3.490.529.510.847.650.949.147.849.619.903.898.133.417.

    764.638.493.387.843.990.820.577.

    q = 32.769.132.993.266.709.549.961.988.190.834.461.413.177.

    642.967. 992.942.539.798.288.533

    L'algoritmo RSA

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  • Preliminari:

    La Funzione di Eulero

    Algoritmo Euclideo

    Congruenze

    L'algoritmo RSA

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  • La Funzione di Eulero

    Dato un numero N, si chiama funzione di Eulero di N, e si

    indica con φ(N), il numero di interi positivi< N e coprimi con

    N,

    φ(8) = 4, φ(6) = 2, φ(9) = 6

    Se N = p primo, allora φ(N) = p – 1

    Se N = pq, p e q primi, φ(N) = (p – 1)(q - 1)

    L'algoritmo RSA

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  • L'algoritmo RSA • p e q numeri primi, N = pq e φ(N) = (p - 1)(q - 1);

    •Sceglie intero E < φ(N) e M.C.D.(E, φ(N)) = 1;

    •Calcola d (chiave privata) tale che d x E ≡ 1 mod(φ(N));

    •Rende pubblica la chiave (E, N);

    Cifratura e Decifratura

    Per inviare m, si invia C ≡ m^E mod(N)

    Per decifrare C : m ≡ C^d mod(N)

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  • Esempio

    Fissiamo due primi: p = 5 e q = 11

    Calcoliamo: N =pxq= 55 e φ(N) = 40

    Prendiamo: E

  • Calcoliamoci il M.C.D.(40, 7) facendo uso dell’algoritmo Euclideo delle divisioni successive:

    40 = 7 x 5 + 5

    7 = 5 x 1 + 2

    5 = 2 x 2 + 1

    2 = 2 x 1

    Scriviamo 1 come combinazione di 7 e 40:

    5 = 40 – 7 x 5

    2 = 7 – 5 = 7 – (40 – 7 x 5) = 6 x 7 – 1 x 40

    1 = 5 – 2 x 2 = 40 – 7 x 5 – 2 x (6 x 7 – 1 x 40) = 3 x 40 – 17 x 7.

    Da cui -17 ≡ 1 (mod 40). Quindi d = - 17 ≡23 (mod 40) .

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  • Alice Bob

    Chiave pubblica: (7, 55)

    Chiave privata: 23

    Vuole spedire ad Alice il

    Messaggio M = 50

    Spedisce:

    C=M^7 mod55 =

    50^7mod55 = 30

    Decodifica C = 30

    M=30^23 mod55 = 50.