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1 BANDO APERTO 2011 FONDAZIONE CARIPLO PROMUOVERE LE MOTODOLOGIE INNOVATIVE PER LA CONSERVAZIONE PROGRAMMATA PROGETTO NUOVA VITA PER ANTICHE MURA DESCRIZIONE DETTAGLIATA DEL PROGETTO FONDAZIONE MONASTERO DI S. MARIA DEL LAVELLO Via Padri Serviti, 1 - 23801 Calolziocorte (LC) – Tel.0341 1590101 - fax 0341 1590102 E-mail: [email protected] Web: www.fondazionelavello.org C.F. 92045050132 – P. IVA 03197070133

PROGETTO NUOVA VITA PER ANTICHE MURA - Fondazione … · diagnostica è possibile accertare i materiali impiegati, i prodotti del degrado, e individuare i punti ... Conservazione

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BANDO APERTO 2011 FONDAZIONE CARIPLO PROMUOVERE LE MOTODOLOGIE INNOVATIVE PER LA CONSERVAZIONE PROGRAMMATA

PROGETTO

NUOVA VITA PER ANTICHE MURA

DESCRIZIONE DETTAGLIATA DEL PROGETTO

FONDAZIONE MONASTERO DI S. MARIA DEL LAVELLO

Via Padri Serviti, 1 - 23801 Calolziocorte (LC) – Tel.0341 1590101 - fax 0341 1590102 E-mail: [email protected] Web: www.fondazionelavello.org

C.F. 92045050132 – P. IVA 03197070133

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Sommario pag

1. CONTESTO PROGETTUALE 1.1 Inquadramento storico.……….………………………………………………………...3 1.2 Inquadramento progettuale…………………………………………………….…….5 2. DESCRIZIONE DEL PROGETTO

� Fase 1 Organizzazione del Lavoro……………………….……………..7 � Fase 2 Localizzazione……………………………………………………..7 � Fase 3 Indagine conoscitiva…………………………………………….7 � Fase 4 Indagine sulla presenza di microorganismi…………………..7 � Fase 5 Rilievo difetti adesione…………………………………………...8 � Fase 6 Valutazione efficacia biocidi e idrorepellenti……………….8 � Fase 7 Verifica effetti ventilazione ipogeo del santuario…………..8 � Fase 8 Stesura Piano manutenzione e conservazione……………..9 � Fase 9 Interventi di manutenzione……………………………………..9 � Fase 10 Attività di formazione…………………………………………….9 � Fase 11 Piano di Comunicazione……………………………………….10

3. OBIETTIVI…………………………………………………………………………………...10 4. STRATEGIE…………………………………………………………………………………11 5. RISULTATI ATTESI…………………………………………………………………………..11

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1. CONTESTO PROGETTUALE

1.1 Inquadramento Storico

Poco a valle di Lecco, sulla riva sinistra del fiume Adda, ai margini della Valle San Martino, sorge il

vecchio convento dei Servi di Maria con la chiesa della Vergine del Lavello.

Qui un tempo la rapida corrente rallentava la sua corsa, consentendo di passare a guado da una

sponda all'altra.

A difesa di quel passaggio, verso l'anno mille, era stato posto un castello.,,accanto al castello

sorgeva la chiesetta di San Simpliciano che successivamente prese il nome di Santa Maria. Piccola

e modesta, aveva una sola navata di 8 metri per 4 e mezzo con l’altare dipinto.

Quel castello e quella chiesa furono quasi certamente protagonisti della lotte che nel dodicesimo

secolo videro coinvolti i Comuni lombardi e l’Impero. .

Sul finire del secolo le battaglie che sconvolsero la piana del Lavello e che videro protagonista

Bernabò Visconti, portarono alla distruzione del castello, mentre l’abitato si ridusse a una ben

misera comunità. Con la pace di Lodi del 1454 le due sponde dell'Adda divennero definitivo

confine tra il Ducato milanese e la Repubblica di Venezia.

Tra i resti delle antiche costruzioni, accanto alla rustica cappella, ancora esistente nel 1438,

trovarono rifugio alcuni eremiti. Si narra che uno di costoro, di nome Jacopino, in seguito ad un

ordine divino, si diede a costruire una chiesa più vasta. Fu durante quei lavori che, nell’aprile del

1480, di sotto a un'antica sepoltura, scaturì improvvisamente una fonte che acquistò presto fama

di miracolosa e divenne meta di pellegrinaggi, tanto che intorno al 1486 da Bergamo giunsero

alcuni Servi di Maria che contribuirono alla costruzione della nuova chiesa.

La consacrazione avvenne quattro anni dopo, nel 1490, durante una sontuosa cerimonia alla

presenza di tutti i nobili e i popolani della Valle San Martino. Nel 1493 al Lavello già si teneva una

importante fiera e le elemosine assommavano a circa mille ducati.

Nel 1510 i frati iniziarono la costruzione dell'odierno convento.

Col tempo ai religiosi furono donati diversi terreni. Le buone rendite consentirono l'avvio di nuovi

lavori con la costruzione di due dormitori, il refettorio, nuovi porticati e parti del chiostro. . E il popolo

affluiva numeroso. La nuova chiesa divenne ben presto insufficiente ad accogliere i fedeli. Così, sul

finire del sedicesimo secolo la navata venne ingrandita e raggiunse le dimensioni attuali.

Nel 1629 la discesa dei lanzichenecchi con la loro scia di devastazioni mise fine ad un lungo

periodo di prosperità. i.

Successivi lavori di sistemazione e alcuni rifacimenti segnalano l’inizio di un nuovo periodo di

prosperità lungo tutto il sec. XVII.

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Nel 1772 un decreto del Senato veneto ordinò la soppressione del convento e i Serviti lo

abbandonarono definitivamente. Esso divenne oggetto di contesa tra parroci e estimati che

vantavano diritti sul complesso, ma la chiesa aveva ormai perso molta della sua capacità di

attrazione.

Ripetuti tentativi di rivitalizzare il Santuario furono fatti nel corso degli anni successivi, con fortune

alterne ma poche speranze di tornare ai fasti del passato. L'ultima offesa al convento venne inferta

dagli eserciti in guerra nel secondo conflitto mondiale. Solo nel settembre 1948 fu possibile la

riapertura della chiesa, primo passo di un lento lavoro di recupero concluso ai nostri giorni.

Il restauro del complesso di Santa Maria del Lavello avviato nel 1997 e conclusosi nel 2002, è stato

realizzato nell’ambito del progetto europeo RECITE II “N.C.E. - Network Culture Economy” che ha

consentito il contemporaneo recupero dei monasteri di Buch in Sassonia (Germania) e di Güssing

nel Burgenland (Austria). Il progetto, promosso dalla Provincia di Lecco, ha visto l’adesione della

Camera di Commercio di Lecco, insieme alla Regione Lombardia, al Comune di Calolziocorte, alla

Comunità Montana Valle S. Martino e alla Parrocchia di Foppenico.

Lo storico complesso oggi è affidato alla Fondazione “Monastero di Santa Maria del Lavello”

costituita tra: Regione Lombardia, Provincia di Lecco, Comune di Calolziocorte, Camera di

Commercio di Lecco, Comunità Montana Lario Orientale-Valle San Martino, Diocesi di Bergamo, e

che ha tra i fini statutari la tutela, la conservazione e la valorizzazione del compendio.

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1.2 Inquadramento progettuale

A seguito dell’ultimo intervento di restauro che si è concluso nel 2002, si sono resi evidenti alcune

criticità che richiedono l’adozione di un piano di conservazione programmata e di manutenzione,

al fine di limitare i danni generati dall’interazione con l’ambiente naturale e dall’uso.

Volta del chiostra maggiore

Parete Nord

A) Dal punto di vista diagnostico si intendono affrontare le problematiche relative alla

conservazione degli intonaci in malta di calce in condizioni climatiche di elevata umidità, con

presenza di risalita capillare e la conservazione dei reperti archeologici negli spazi ipogei del

santuario. Il progetto diagnostico deve essere in grado, nel rispetto della complessità dell’edificio,

di valutare e determinare il reale stato di conservazione del manufatto, realizzando analisi volte ad

indagare le caratteristiche dei manufatti oggetto dell’indagine, completando le informazioni che si

possono desumere dalla documentazione dell’intervento di restauro. Mediante la campagna

diagnostica è possibile accertare i materiali impiegati, i prodotti del degrado, e individuare i punti

più a rischio, per caratteristiche intrinseche dell’edificio o in relazione alle opere eseguite, e quindi

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ottimizzare le successive azioni di prevenzione e manutenzione. Pertanto le analisi da eseguire sono

state scelte in base alle caratteristiche dell’edificio, allo stato di conservazione e alle diverse

risposte degli intonaci ai precedenti interventi di restauro.

B) Nello spazio ipogeo, la campagna diagnostica viene indirizzata a verificare le condizioni di

ventilazione attuali e dopo la progettazione ed installazione di prototipi di ventilatori/estrattori di

aria, secondo le più avanzate ricerche in corso riguardo alla protezione delle aree archeologiche.

C) Nella realizzazione delle opere si possono ipotizzare due linee di intervento, previa conferma

da parte della diagnostica.

Da un lato una manutenzione ordinaria, da estendersi alle superfici che risulteranno meno

soggette ai fenomeni di degrado, dall’altro, una manutenzione straordinaria, finalizzata a

ricostituire le condizioni originarie delle murature, anche mediante rimozione e disfacimento di

porzioni di intonaci ammalorati, ipotizzando l’eventuale ridefinizione delle tipologie di finitura,

qualora giudicate più consone alla conservazione del bene in rapporto al contesto ambientale e

climatico.

D) L’attività di formazione e comunicazione avrà come scopo la messa a sistema delle

acquisizioni dell’attività diagnostica per una riflessione sul modello di gestione che unisce la

prevenzione del degrado di un bene con la valorizzazione dello stesso anche con il coinvolgimento

delle realtà locali di volontariato.

La comunicazione si avvarrà di canali specialistici e di strumenti informatici.

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2. DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Le principali fasi del progetto possono essere riassunte come segue:

2.1 Fase 1 : Organizzazione del lavoro/Segreteria Durata (01/01/2012 - 30/06/2014)

Nella fase preliminare verrà coordinata e pianificata da parte della Fondazione l’evoluzione

temporale delle operazioni da svolgere con tutti i soggetti interessati, in particolare l’Istituto per la

Conservazione e la valorizzazione dei Beni Culturali del CNR di Milano e il dipartimento BEST del

Politecnico di Milano. Verrà seguito in itinere il procedere delle fasi e la loro realizzazione, e curerà

la rendicontazione del progetto

2.2 Fase 2 : Localizzazione Durata (01/01/2012-28/02/2012) Verranno localizzati nella varie zone: prospetto nord, chiostro maggiore, chiostro minore, alcuni

locali interni, gli intonaci che risultano maggiormente degradati.

2.3 Fase 3 : Indagine conoscitiva Durata (01/03/2012 – 31/12/2012)

La finalità di questa fase risiede nella valutazione dello stato di conservazione in riferimento al sistema

degli intonaci applicati sulla muratura in oggetto al fine di valutarne la compatibilità. Le indagini si

avvarranno di metodi strumentali per la caratterizzazione chimica e mineralogica dei materiali in

opera così come di misure prestazionali per la verifica di alcuni comportamenti degli intonaci

soprattutto per quanto concerne l’interazione con l’acqua.

Sono previste indagini di caratterizzazione dei materiali in opera mediante il prelievo di campioni ed il

loro studio in laboratorio mediante analisi diffrattometri che a raggi X (XRD) e , per la caratterizzazione

di eventuali finiture presenti, osservazioni al microscopio ottico in luce riflessa di sezioni trasversali

lucide, al microscopio elettronico corredato di microsonda elettronica (SEM+EDS), al

microspettrofotometro (FTIR). Molte delle indagini previste forniranno anche informazioni utili per la

definizione dello stato di conservazione; particolare attenzione sarà posta alla comprensione dei

fenomeni in atto sulle superfici in intonaco e alla presenza di sali solubili che saranno quantificati

mediante cromatografia ionica .

2.4 Fase 4 : Indagini finalizzate alla verifica della presenza di microrganismi sulle superfici degli intonaci.

Durata (01/03/2012 – 31/12/2012) La documentazione fotografica messa a disposizione ha evidenziato la probabile presenza di

colonizzazione biologica sulle superfici in oggetto. Si ritiene pertanto necessaria una serie di indagini

microscopiche al fine di determinare la tipologia di organismi presenti, le modalità di adesione al

substrato lapideo e conseguentemente lo stato di conservazione dello stesso.

A tal fine saranno effettuate osservazioni al microscopio ottico in luce trasmessa, al microscopio

elettronico a scansione ed al microscopio ottico in luce riflessa su sezioni trasversali.

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2.5 Fase 5 : Rilievo dei difetti di adesione delle finitura in opera Durata (01/03/2012 – 31/12/2012)

Le murature interessate da vistosi fenomeni di degrado saranno indagate mediante indagini

termografiche in modalità attiva (in fase di riscaldamento per irraggiamento solare e in fase di

raffreddamento) per la localizzazione delle aree di distacco.

2.6 Fase 6 : Valutazione dell’efficacia di prodotti biocidi ed idrorepellenti Durata (01/03/2012 – 31/12/2012) La presenza di organismi, se confermata, comporterà la necessità di effettuare la rimozione degli

stessi e successivamente a questa fase dovranno essere attuati trattamenti idonei a limitarne la

ricomparsa. A tal fine si propone, su alcune superfici campione in intonaco scelte in funzione della

loro morfologia ed esposizione, di effettuare una sperimentazione volta a monitorare l’eventuale

ricomparsa degli organismi. L’estensione delle superfici oggetto della sperimentazione dovrà

essere sufficientemente ampia da garantire il posizionamento degli strumenti e l’esecuzione di un

numero sufficiente di misure da fornire una solida base statistica allo studio; si prevede, a questo

proposito di utilizzare superfici con una estensione di circa 50x50 cm.

Sulle superfici preventivamente pulite farà seguito la stesura di prodotti biocidi ad azione

persistente e prodotti idrorepellenti. Verrà eseguito un confronto delle diverse applicazioni ed un

monitoraggio nel tempo delle condizioni di conservazione degli intonaci dopo i trattamenti,

mediante misure non distruttive in situ.

Sono previste misure di assorbimento di acqua per capillarità a bassa pressione, misure

colorimetriche ed osservazioni mediante microscopio portatile da cantiere. Se verranno considerati

necessari si effettueranno anche prelievi di intonaco da studiare con metodi di laboratorio. La fase

di monitoraggio andrà eseguita seguendo le condizioni delle superfici al variare delle stagioni e

delle condizioni ambientali, per cui si prevede una durata di 12 mesi.

2.7 Fase 7 : Verifica effetti ventilazione spazio ipogeo nel santuario Durata (01/03/2012 – 31/12/2012)

Al Santuario di S. Maria Lavello si prevede di effettuare una verifica degli effetti dovuti alla

ventilazione forzata misurando la velocità dell’aria in diversi punti del vano sotterraneo mediante

un anemometro a filo caldo mentre l’impianto è in funzione. Inoltre si intende predisporre, sulla

base dei risultati della battuta anemometrica, 8 sonde ad acquisizione oraria, che permetteranno

di ottenere un controllo puntuale delle variazioni microclimatiche. La disposizione delle sonde sarà

finalizzata a misurare nel tempo l’efficacia di ulteriori interventi per abbattere l’UR, quali

l’installazione di materiali adsorbenti e l’uso di deumidificatori per limitati periodi di tempo.

Il monitoraggio dello spazio ipogeo, e lo studio sistematico delle variazioni indotte dall’utilizzo di

accorgimenti per ridurre l’UR ambientale, costituisce un avanzamento dello ricerca sulle condizioni

di conservazione delle superfici in ambienti severi, quali cripte, fondazioni e scavi archeologici. Il

campo di applicazione dei risultati ottenuti è molto esteso, e quindi la diffusione di dati e di

procedure che si intende sperimentare sarà molto ampia, di estensione nazionale, anche se si avrà

cura di privilegiare in ambito locale e regionale l’esportazione diretta delle conoscenze che si

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acquisiranno riguardo a materiali, tecniche costruttive e condizioni climatiche dell’area

geografica del fiume Adda.

2.8 Fase 8 : Stesura del piano di manutenzione e conservazione programmata

Durata (01/10/2012 – 31/03/2013) In base alla risultante della azione di diagnostica e monitoraggio, stesura del piano di manutenzione e

conservazione con l’evidenziazione degli interventi più urgenti da realizzare.

2.9 Fase 9 : Interventi di manutenzione Durata (01/04/2013 – 31/12/2013) Come già premesso le modalità di approccio per gli interventi manutentivi saranno differenziate, in

quanto devono tenere conto dello stato di conservazione del bene, così come definito dalle indagini

conoscitive, che avranno anche definito l’estensione delle porzioni di muratura su cui applicare dette

modalità.

Gli interventi di manutenzione ordinaria si avvarranno degli esiti delle indagini di cui alla prima fase del

presente progetto, costituendo quindi un laboratorio di prova di quanto definito dal piano di

manutenzione e conservazione programmata che ne è scaturito (fase 8).

Anche gli interventi di manutenzione straordinaria si avvarranno degli esiti delle indagini del progetto,

in quanto gli stessi potranno dettare le più corrette tecnologie di ripristino, ma anche giungere a

definire, unitamente a valutazioni storico/artistiche, obiettivi che differiscono da quelli individuati dal

progetto di recupero terminato nei primi anni del 2000.

2.10 Fase 10 : Attività di Formazione

Durata (01/09/2013 – 31/12/2013) L’attività formativa sarà rivolta ai volontari che si occupano della apertura al pubblico,

accoglienza turistica e manutenzione ordinaria del patrimonio cittadino, in particolare quelli riuniti

nell’associazione "Amici volontari per Calolziocorte Città turistica", titolare di una convenzione con

il Comune, nel Museo del Muratore di Carenno “Ca’ Marti” e nell’Ecomuseo della Val San Martino.

Obiettivi formativi saranno:

- motivazioni per la cura del patrimonio culturale;

- responsabilità e limiti di competenza dei volontari ausiliari;

- elementi per il riconoscimento dei sintomi dei processi di degrado e dissesto e comportamenti da

tenere;

- uso consapevole degli edifici;

- contenuti informativi da trasmettere ai visitatoti in relazione alle problematiche di conservazione

preventiva dei beni.

Sono previsti n° 4 incontri di 3 ore

Responsabile dell’azione formativa: prof.ing.arch. Stefano Della Torre, con la collaborazione tra gli

altri della prof. Elisabetta Rosina e dell’arch. Rossella Moioli

Prevista la predisposizione d materiali didattici.

Sede: presso il Monastero di S. Maria del Lavello

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2.11 Fase 11 : Piano di Comunicazione Durata (01/01/2012 – 31/12/2013)

Sono previste attività specifiche per la comunicazione del progetto.

L’attività di comunicazione si articolerà nei seguenti termini

1. Organizzazione di una giornata di studi a conclusione del progetto, alla quale si prevede

partecipino tutti i consulenti scientifici, la Soprintendenza, docenti universitari, con invito esteso alla

cittadinanza, alle Associazioni all’Ordine degli Ingegneri e all’Ordine degli Architetti.

2. Presenza sul web, attraverso pagine dedicate sui siti www.fondazionelavello.org , da realizzarsi in

apertura del progetto e da aggiornare via via che le attività procedono.

3. Comunicati alla stampa locali, a regolare frequenza.

3. OBIETTIVI

Il progetto si propone la realizzazione di obiettivi intersecantesi su diversi piani di intervento:

1) Sul piano dell’approccio ad un sistema scientifico di manutenzione programmata il progetto

prevede una serie di interventi multidisciplinari da parte di specialisti operanti nel campo della

conservazione dei beni per identificare i fenomeni di degrado presenti a seguito delle diverse

risposte degli intonaci agli interventi di restauro e determinarne le cause per tenere sotto controllo

lo stato conservativo dell’edificio e prevederne la futura evoluzione e la protezione dei reperti

archeologici negli spazi ipogei del santuario.

2)Sul piano dell’applicazione di tecnologie e processi innovativi nelle diverse fasi del progetto si

prevede l’impiego di tecniche innovative avanzate per il monitoraggio dei parametri ambientali e

strutturali e la caratterizzazione chimico-fisica dei materiali per realizzare un intervento mirato

all’ottimizzazione del bene sia dal punto di vista conservativo che economico.

Il coinvolgimento del Politecnico di Milano e del CNR consentirà, oltre ad un confronto tra

esperienze su problemi simili ad alti livelli di sperimentazione, la possibilità del trasferimento delle

conoscenze sulle metodologie utilizzate ai futuri operatori del settore.

3) Sul piano della condivisione, la creazione di un gruppo di lavoro qualificato incaricato di

costituirsi da subito come “cabina di regia del progetto” e come luogo di stabile di

capitalizzazione dei risultati degli interventi, di monitoraggio delle tecniche applicate e di

competenze sicure ed aggiornate in merito agli interventi presenti e futuri da svolgersi per la

manutenzione programmata del bene per sviluppare l’incremento della facilitazione della

fruizione “sostenibile” degli spazi.

Del gruppo di lavoro faranno parte in una prima fase il Politecnico di Milano, alcuni esperti del Cnr

ed i tecnici delle Amministrazioni interessate al progetto (Amministrazione Provinciale,

Amministrazione comunale di Calolziocorte ).

L’ attività formativa prevista consentirà inoltre di coinvolgere attivamente i gruppi spontanei già

attivi nel territorio (volontari della Parrocchia , i volontari del gruppo”Calolziocorte città turistica “ed

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i volontari che hanno reso possibile l’apertura del “Museo dei muratori” del vicino comune di

Carenno, nodo dell’Ecomuseo della Val S.Martino come il complesso del Lavello ).

4. STRATEGIE

Mediante la campagna diagnostica sarà possibile accertare i motivi del degrado e individuare i

punti più a rischio ,per caratteristiche intrinseche dell’edificio e quindi ottimizzare le successive

azioni di prevenzione e manutenzione. Nello spazio ipogeo, la campagna diagnostica dovrà

verificare le condizioni di ventilazione attuali e dopo la progettazione ed installazione di prototipi di

ventilatori/estrattori d’aria.

Le indagini si avvarranno di metodi strumentali per la caratterizzazione chimica e mineralogica dei

materiali con prelievo di campioni e studio in laboratorio. Dal punto di vista scientifico il campo

d’applicazione dei risultati attesi è molto vasto mentre in ambito locale sarà importante

l’esportazione delle conoscenze rispetto a materiali, tecniche e condizioni climatiche dell’area del

fiume Adda. Importante, inoltre, la condivisione strategica dell’evoluzione del progetto con tutti i

soggetti interagenti con l’attività della Fondazione e con i gruppi di volontariato qualificato

presenti nel territorio (Caloziocorte turistica, Museo del muratore di Carenno ).

5. RISULTATI ATTESI

1) Disponibilità di un programma di manutenzione programmata che consentirà di utilizzare le

informazioni ottenute dalle analisi sui materiali ed i sistemi di monitoraggio attivati per effettuare in

maniera tempestiva ed efficace le operazioni previste. Il manuale di manutenzione programmata

consentirà di attivare un ciclo virtuoso permanente di conservazione del bene basato su :

• diagnostica intesa non come intervento “una tantum “ ma come attività periodica di verifica

delle condizioni di conservazione e delle cause di rischio degrado nonchè l’identificazione di

interventi preventivi per limitare le situazioni di rischio;

• monitoraggio inteso come attività di controllo sistematico delle condizioni della struttura nel suo

complesso;

• manutenzione programmata a cicli per garantire “il mantenimento dell’integrità e

dell’efficienza funzionale di un bene così fortemente radicato nel senso di identità locale e

recentemente meta crescente di pellegrini e visitatori italiani e stranieri.

2) Condivisione di priorità e tempistica degli interventi tra i diversi soggetti interagenti nella

programmazione della manutenzione del bene. Considerato che il complesso del Santuario e del

convento del Lavello vede l’interazione di diversi soggetti(Fondazione, Amministrazione Provinciale

di Lecco, Diocesi di Bergamo, Amministrazione Comunale di Calolziocorte, Gestore degli spazi di

accoglienza ) con diversi ruoli sia in ambito gestionale che di conservazione della struttura, il lavoro

di diagnostica e l’elaborazione di un manuale di manutenzione programmata consentirà di

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coordinare gli sforzi, programmare l’utilizzo delle risorse, condividere tempi e metodologie, evitare

la sovrapposizione e cercando la sinergia tra diversi progetti.

3) Intervento su alcuni intonaci dei chiostri mediante l’attivazione di un “cantiere pilota “che

consenta di sperimentare le tecniche suggerite dai risultati delle analisi e del monitoraggio della

struttura. L’apertura di un cantiere–pilota finalizzato ad un primo intervento sugli intonaci del

complesso consentirà di sperimentare una approccio più coerente con le condizioni ambientali in

cui il bene si trova inserito. Occorrerà tener conto delle diversificate risposte degli intonaci agli

interventi precedenti attivando una prima applicazione di tecniche innovative con la possibilità di

capitalizzare l’esperienza anche nel trattamento degli altri intonaci del complesso nonché di

socializzare i risultati rendendoli disponibili per altri edifici con problematiche simili.

4) Potenziamento delle competenze e della consapevolezza nei volontari, che gravitano a vario

titolo nel complesso, grazie all'attività formativa.

Grazie al senso di appartenenza che la gente del luogo prova verso il santuario è stato possibile

attivare intorno agli interventi l’interesse di gruppi di volontariato portatori di proprie conoscenze e

disponibili a metterle a disposizione in un contesto strutturato di vigilanza sullo stato di

conservazione della struttura. Si tratta dei volontari dell’Associazione “Calolziocorte città Turistica“,

del gruppo di gestione del vicino “Museo del muratore “di Carenno, dei volotari della Parrocchia

di Foppenico.

5) Restituzione al pubblico di un bene storico e religioso, a cui la Comunità Locale è

particolarmente legata, ma anche al turismo italiano ed internazionale, in continua crescita,di

una condizione di migliore fruibilità e visibilità.