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Programma Teatro Al Massimo

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“Teatro Al Massimo Stabile Privato di Palermo” Società Consortile a Responsabilità Limitata senza scopo di lucro

Piazza Verdi, 9 – 90138 Palermo – P.I. 04870030824 – tel. 091/589575-589070 – Fax 091/6127546 www.teatroalmassimo.it - e-mail [email protected]

Calendario Stagione 2012/2013

21^ Rassegna del Musical Prosa e Spettacolo

1ª Rappresentazione

Dal 29 Novembre al 10 Dicembre 2012

MICHELE PLACIDO

IN

“RE LEAR” di W. Shakespeare

Regia Michele Placido e Francesco Manetti

Una produzione Ercole Palmeri per Ghione Produzioni e Goldenart Production In collaborazione con Estate Teatrale Veronese

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2ª Rappresentazione

Dal 17 al 27 Gennaio 2013

MICHELLE HUNZIKER

IN

“MI SCAPPA DA RIDERE” di Riccardo Cassini, Francesco Freyrie, Piero Guerrera, Michelle

Hunziker e Giampiero Solari Coreografie di BILL GOODSON

Musiche di LEONARDO DE AMICIS Costumi GRAZIA MATERIA

Impianto scenico e luci MARCELLO JAZZETTI Regia video CRISTINA REDINI

Abiti di scena di Michelle ELISABETTA FRANCHI CELYN b. Ideazione e realizzazione grafica SDB STILE DI BOLOGNA

Regia di GIAMPIERO SOLARI

Una Produzione BALLANDI ENTERTAINMENT S.P.A.

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3ª Rappresentazione

Dal 31 Gennaio al 10 febbario 2013

“W ZORRO” IL MUSICAL

con

MICHEL ALTIERI liberamente ispirato alla storia di William Lamport

DI STEFANO D’ORAZIO MUSICHE DI ROBY FACCHINETTI

DIREZIONE MUSICALE – Giovanni Maria Lori ADATTAMENTO – Gianfranco Vergoni

VOCAL DIRECTOR – Rossana Casale SCENE – Aldo De Lorenzo

COSTUMI – Zaira De Vincentis LIGHT DESIGNER – Umile Vainieri

Regia e Coreografie FABRIZIO ANGELINI In collaborazione con GIANFRANCO VERGONI

Organizzazione e distribuzione Gianclaudio Bandista per MEDINA PRODUZIONI

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4ª Rappresentazione

Dal 14 al 24 Febbraio 2013

OPERETTA

“CIN CI LA’” Libretto di C. Lombardo - Musiche di V. Ranzato e C. Lombardo

CON

UMBERTO SCIDA ELENA D’ANGELO

ARMANDO CARINI

DIRETTORE D’ORCHESTRA MAESTRO ORLANDO PULIN

Regia UMBERTO SCIDA

Una produzione COMPAGNIA ITALIANA D’OPERETTE

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5ª Rappresentazione

Dal 28 Febbraio al 10 Marzo 2013

VITTORIA BELVEDERE LUCA WARD

MY FAIR LADY di Friederick Loewe e Alan J. Lerner da “Pigmalione” di George B. Shaw

con

Aldo Ralli nel ruolo di ALFRED DOLITTLE e con

Enrico Baroni – Col. Pickering

Scene Aldo Di Lorenzo Coreografie Roberto Croce

Direzione musicale Emanuele Friello

Adattamento e Regia Massimo Romeo Piparo

Una produzione PEEPARROW e IL SISTINA

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6ª Rappresentazione

Dal 14 al 24 Marzo 2013

GIANFRANCO JANNUZZO IN

CERCASI TENORE Di Ken Ludwig

Traduzione Di Lilla Picciotto

CON LA PARTECIPAZIONE DI

MILENA MICONI e

FEDERICO PACIFICI, CLAUDIA COLI, TIZIANA BAGATELLA, FABRIZIO APOLLONI, STEFANIA PAPIRIO, RODOLFO MEDINA

Scene NICOLA RUBERTELLI Costumi DORA ARGENTO

Musiche LUCIANO FRANCISCI Disegno LUCI FRANCO FERRARI

Regia GIANCARLO ZANETTI

Una produzione FENICE SRL

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7ª Rappresentazione

Dal 04 al 14 Aprile 2013

ANTONIO CATANIA GIANLUCA RAMAZZOTTI

MIRIAM MESTURINO LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI

RAFFAELE PISU CON NINI SALERNO

E CON LICINIA LENTINI IN

“SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA ANCORA PIU’ GROSSA”

Commedia di Ray Cooney - Versione italiana di Antonio Barcellona

Scene ALESSANDRO CHITI Costumi GRAZIELLA PERA Luci STEFANO LATTAVO

Regia GIANLUCA GUIDI

Una produzione ARTU’

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8ª Rappresentazione

Dal 18 al 28 Aprile 2013

PAOLA GASSMAN PIETRO LONGHI

IN

“DUE DOZZINE DI ROSE SCARLATTE”

di Aldo De Benedetti – Adattamento di David Norisco

Scene MARIO AMODIO Costumi LUCIA MARIANI Musiche STEFANO SALETTI Luci FRANCO FERRARI

Regia MAURIZIO PANICI

Una produzione ARGOT e TEATRO ARTIGIANO

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9ª Rappresentazione

Dal 02 al 12 Maggio 2013

GIOVANNA CRISCUOLO MARIA TERESA AMATO

IN

“CUORI IN AFFITTO” UNA COMMEDIA BRILLANTE

DI BIBI HILTON

Scene di Antonio Piazza

Regia ANTONELLO CAPODICI

Una produzione Teatro Al Massimo Stabile Privato di Palermo

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10ª Rappresentazione Dal 16 al 26 Maggio 2013

ENRICO GUARNERI

IN

“GATTA CI COVA” di Antonino Russo Giusti

scene SALVO MANCIAGLI

costumi RICCARDO CAPPELLO E LINA RAGONESE

Regia ANTONELLO CAPODICI

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Spettacolo di recupero stagione 2011/12 Dal 08 al 20 Novembre 2012

LINA SASTRI IN

“LinaNapolinapoLinapolinapoli” Testo e drammaturgia di LINA SASTRI

Concerto - spettacolo

Con 7 musicisti in scena:

CIRO CASCINO – pianoforte LUIGI SIGILLO – basso FILIPPOD’ALLIO – chitarra SASA’ PIEDIPALUMBO – fisarmonica GENNARO DESIDERIO – violino

GIANNI MINALE – sassofono SALVATORE MINALE - percussioni

REPERTORIO CLASSICO NAPOLETANO

Idea scenica e luci BRUNO GAROFALO Costumi M.G. NICOTRA

Arrangiamenti MAURIZIO PICA Danzatore DIEGO WATZKE

Regia LINA SASTRI

Una produzione Diana O.r.i.s

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Spettacolo di Fuori Abbonamento Dal 21 al 25 Novembre 2012

MANUEL FRATTINI IN

“PETER PAN” Il Musical

Tratto dal romanzo di J.M. Barrie

MUSICHE DI EDOARDO BENNATO

Arrangiamenti musicali Mauro Spina, Stefano Pulga Coreografie Chiara Valli

Direzione Musicale Emanuele Friello Direzione Musicale Associata Davide Magnabosco

Direzione voci e cori Alex Procacci Costumi Marco Biesta, Marica D’Angelo

Scenografie Rinaldo Rinaldi, Mariagrazia Cernetti Suono Maurizio Capitini

Aiuto Regia Alice Mistroni

Regia MAURIZIO COLOMBI

Una produzione Il Sistina

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MICHELE PLACIDO IN

“RE LEAR”di W. Shakespeare Regia Michele Placido e Francesco Manetti

Una produzione Ercole Palmeri per Ghione Produzioni e Goldenart Production In collaborazione con Estate Teatrale Veronese

PREFAZIONE Per poter descrivere le caratteristiche di questo adattamento, vogliamo prima di tutto raccontarvi che a compiere il viaggio complesso e meraviglioso di tradurre e adattare quest’opera di Shakespeare sono due attori. Uno dei quali, Michele Placido, dopo aver interpretato Shakespeare con maestri come Costa, Bellocchio, Strehler, Patroni Griffi, Sbragia, per la prima volta si è assunto la responsabilità di lavorare anche sull’adattamento di un opera.

Il Re Lear è stato scritto tra il 1604 e il 1605, poco dopo l’incoronazione di Giacomo I, che mise al centro della discussione pubblica il tema dell’unità del regno. Proprio questo tema diventa il punto di partenza della trama.

La disgregazione del regno diventa disgregazione linguistica, la distruzione che può causare la divisione del regno si riflette sul piano espressivo. Anzi, ancora di più, la forma della scrittura appare un elemento di sostanza, fondamentale nel definire il contenuto stesso dell’opera nel Re Lear: l’incapacità linguistica di Cordelia nell’articolare il suo affetto per il padre è, infatti, il fattore che innesca tutti gli eventi. Re Lear inizia la sua spartizione chiedendo alle figlie di definire il loro amore, ha bisogno di parole che lo descrivano, ma Cordelia non è in grado di verbalizzare l'amore che prova per Lear. Lo scollamento tra verbo e sentimento è un fil rouge che attraversa tutta l’opera fino agli ultimi versi affidati ad Edgard: “Dobbiamo dire ciò che sentiamo non ciò che conviene dire”. E’ Lear che

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innesca il meccanismo infernale chiedendo alle figlie di dire ciò che conviene. E’ lui a cacciare Cordelia dichiarando: “Meglio non fossi mai nata, piuttosto che non avermi compiaciuto meglio”. Goneril e Regan sanno, invece, come rendere artificiosa e disinvolta la parola e, non a caso, provano un’attrazione irresistibile per Edmund che in quest’arte appare un maestro.

Dopo aver subito l’abbandono delle altre due figlie Goneril e Regan, dopo aver attraversato la tempesta interiore ed esteriore, che lo ha condurrà alla pazzia, sarà però lo stesso Re, nell’atto IV, a citare il Vangelo secondo Matteo:

“Il vostro dire sia: si si; no, no. Il resto è del demonio” (Mt 5,37).

Ed è interessante questa frase, che enfatizza in modo inequivocabile, la necessità di trovare per i propri pensieri un linguaggio che non si lasci neanche un microscopico spiraglio di

interpretazione.‘Si si, no no’: vale a dire una parola drasticamente nuda e diretta.Tutto il

contrario, insomma, di quanto richiesto da Lear alle sue figlie nel primo atto. La follia di Lear è, quindi, una condizione che semplifica e scarnifica il verbo, lo riporta alla sua funzione primordiale ed essenziale: il “dire ciò che sentiamo” appunto.

L’assunto al quale Lear arriva nel suo percorso abbiamo deciso di farlo nostro come metodologia di lavoro, attraverso la ricerca di una lingua tagliente e scarna. Il lavoro di assimilazione del testo inglese originale, di analisi di grandi punti di riferimento come le storiche traduzioni che vanno da Gabriele Baldini a Giorgio Melchiori, da Agostino Lombardo e Dario Dal Corno, e l’appassionata lettura di studi shakespeariani di personalità come Jan Kott, Harold Bloom e Nadia Fusini, ha lasciato ad un certo punto il posto alla lettura recitata con gli attori della compagnia. Questi due livelli potrebbero sembrare distinti e distanti, mentre nel nostro viaggio sono stati complementari e indivisibili: ogni attore ha dato il suo contributo a rendere viva e credibile la lingua del suo personaggio. Ancora oggi, mentre s, la traduzione e l’adattamento di questa immensa opera sono in divenire, ogni giorno aggiustiamo il tiro, modifichiamo una parola, spostiamo una frase grazie alla collaborazione della Compagnia. E così speriamo che accada fino al debutto, anzi per tutte le repliche nelle quali daremo vita a queste meravigliose parole. Michele Placido Marica Gungui

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NOTE DI REGIA Io pure sono mortale e uomo come tutti gli altri,

e sono nato da colui che per primo fu creato dalla terra. E nel ventre di mia madre fui plasmato in dieci mesi per essere carne:

fui coagulato nel sangue dal seme dell’uomo e dal piacere che deriva dal sonno. E quando nacqui, ricevetti la comune aria e caddi sulla terra, che è di natura affine,

da prima piangendo e gemendo come tutti gli altri. Fui avvolto in fasce e nutrito con grande cura.

Nessun re ha avuto altro inizio di nascita. Tutti gli uomini entrano nella vita e similmente ne escono. (Libro della Sapienza)

Lear ,Tragedia della gravità (Simone Weil)

Re Lear esplora la natura stessa dell'esistenza umana: l'amore e il dovere, il potere e la perdita, il bene e il male, racconta della fine di un mondo, il crollo di tutte le certezze di un’epoca, lo sgomento dell’essere umano di fronte all’imperscrutabilità delle leggi dell’universo. All’inizio del dramma Lear rinuncia al suo ruolo, consegna il suo regno nelle mani delle figlie, si spoglia dell’essere Re, pilastro e centro del mondo, per tornare uomo tra gli uomini, rifarsi bambino e in pace “gattonare verso la morte”. Come un bambino pretende l’amore, Lear esige in cambio della cessione del suo potere, che le figlie espongano in parole i loro sentimenti per lui. Ma Cordelia, la più piccola, sa che l’amore, il vero amore non ha parole e alla richiesta del padre può rispondere solo: “nulla, mio signore”. È questo equivoco, questo confondere l’amore con le parole, che, nel momento in cui le altre figlie si mostreranno per quello che sono, farà crollare Lear rendendolo pazzo. E con Lear è il mondo intero che va fuor di sesto, la natura scatenata e innocente riprende il suo dominio, riporta gli uomini al loro stato primordiale, nudi e impauriti, in balia di freddo e pioggia a lottare per la propria sopravvivenza, vermi della terra. È qui che può cominciare un crudele cammino d’iniziazione: resi folli o ciechi per non aver saputo capire o vedere, Lear e il suo alter ego Gloucester, accompagnati da figli che si son fatti padri, giungeranno finalmente a capire e vedere.

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Il palcoscenico in cui si muovono i nostri personaggi, è la distruzione del mondo. La storia di Lear è la storia dell’uomo, la storia di civiltà che si credono eterne ma che fondano il loro potere su resti di altri poteri, in un continuo girotondo di catastrofi e ricostruzioni, di macerie costruite su macerie. Che cosa ha dunque senso in questa tragedia? Quale speranza possiamo trarre? Forse proprio la conoscenza, quella consapevolezza di che cosa sia l’uomo di fronte all’universo, raggiunta attraverso un percorso di spoliazione in cui l’amore e la solidarietà si mostrano nella loro essenza terribilmente umana. Per dirla con Pascal: “l’uomo è solo una canna, la più fragile della natura; ma una canna che pensa. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua bastano a ucciderlo. Ma quand’anche l’universo intero lo schiacciasse, l’uomo sarebbe sempre più nobile di quel che lo uccide, perché sa di morire, e conosce la superiorità che l’universo ha su di lui; mentre l’universo non ne sa nulla.” Forse solo a questo, ad aiutare la creazione di questa consapevolezza, mira tutto l’opera di Shakespeare, a patto però che gli spettatori non dimentichino mai di trovarsi a teatro, che non cadano nell’illusione di un altro mondo, che sempre vedano il muro dietro la scena di cartone. Michele Placido Francesco Manetti

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MICHELLE HUNZIKER IN

“MI SCAPPA DA RIDERE” di Riccardo Cassini, Francesco Freyrie, Piero Guerrera, Michelle

Hunziker e Giampiero Solari Regia Giampiero Solari

Che cosa è la risata? Uno sfogo, una reazione nervosa del nostro organismo? Una forma di timidezza, un segnale di debolezza, un indice di positività? Per Michelle Hunziker, la risata è anche un modo di comunicare. E' una sua caratteristica che prorompe, nella vita reale come nel lavoro, non solo nei momenti giusti ma anche in quelli meno adatti, come situazioni drammatiche o malinconiche. La risata è il suo mantra, una formuletta magica, il bidibi bodibi bu che spalanca le porte del suo carattere e della sua comunicatività. Se esistesse una favola di Michelle Hunziker, comincerebbe certamente con una risata. Una risata così cristallina da scatenare un uragano, capace di trasportare lo spettatore in un mondo inatteso di aneddoti sorprendenti, dove nessuno - soprattutto lei - si prende mai sul serio. E da qui nasce “Mi scappa da ridere”, il primo spettacolo originale portato in scena da Michelle, prodotto da Ballandi Entertainment, in cui è lei stessa a raccontare la “sua favola”. La sua vita reale, la sua infanzia, la sue passioni, i suoi principi azzurri si fondono a fantasia, invenzione ed immaginazione. Ne nasce uno show scoppiettante dove Michelle si mette in gioco del tutto: in versione intimista, sexy, umoristica, invecchiata, ritoccata chirurgicamente e, come da inizio carriera... di schiena. E naturalmente anche cantante, ballerina e intrattenitrice. Un “One Woman Show” dal ritmo incalzante e dall'impianto visivo di grande fascino e novità, che lo rendono unico ed originale come l'artista intorno alla quale è stato costruito. Il supporto di mezzi tecnologici e visuali usati in modo narrativo ed interattivo, farà sì che Michelle sia accompagnata, ora dal vivo, ora in maniera creativo-virtuale, dal corpo di ballo, dall' orchestra, ma soprattutto da un intrigante personaggio critico e dissacratore, a metà fra il Grillo Parlante e lo Stregatto, impersonato da Michele Foresta alias Mister Forest.

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Con una scenografia ricca di ledwall ed ologrammi, "Mi scappa da ridere" ha alla regia Giampiero Solari. Lo spettacolo è scritto da Riccardo Cassini, Francesco Freyrie, Piero Guerrera, Giampiero Solari ed ovviamente dalla stessa Michelle. Con le coreografie di Bill Goodson le musiche di Leonardo De Amicis, “Mi scappa da ridere” ha impianto scenico e luci di Marcello Jazzetti e regia video di Cristina Redini.

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“W ZORRO”IL MUSICAL con

MICHEL ALTIERI liberamente ispirato alla storia di William Lamport

DI STEFANO D’ORAZIO MUSICHE DI ROBY FACCHINETTI

Regia e Coreografie FABRIZIO ANGELINI In collaborazione con GIANFRANCO VERGONI

Dopo l’avventura di Pinocchio ed il successo di Aladin il musical, che nel primo anno di tourneè ha realizzato più di 150.000 spettatori con grandi consensi di pubblico e critica, e dopo aver curato le liriche in italiano di Mamma Mia, il musical della Stage Entertainment, STEFANO D’ORAZIO torna a firmare il testo, nonchè le liriche, di un nuovo spettacolo, con il prezioso contributo delle musiche firmate da ROBY FACCHINETTI. Un progetto che aveva da tempo nel cassetto e che adesso, in collaborazione con la MEDINA PRODUZIONI, ha deciso di realizzare. Un prodo o Italiano che, con l’ironia e la crea vità “favolis ca” pica della penna di D’Orazio, arricchito da meravigliose musiche e personaggi nuovi che si fondono con i protagonisti del racconto che la tradizione ci ha abituato a conoscere, promette di coinvolgere, commuovere e divertire tutto il pubblico. Una storia che da sempre affascina grandi e piccoli, un modo per avvicinare il pubblico ad una storia apparentemente lontana, ma che tanto ha in comune con il mondo di oggi. L’eroe dal cuore grande e dalla spada veloce, ieri come oggi, è pronto a rapire chiunque si lascerà trasportare da questa meravigliosa avventura.

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LA SINOSSI Con un testo assolutamente inedito ed una “leggerezza” tipica della commedia musicale italiana, lo spettacolo racconta la storia del più famoso eroe mascherato ispirandosi alla leggenda di quello Zorro, pare realmente esistito più di due secoli fa. Dopo una lunga assenza Diego (Zorro) torna in Messico per la morte dell’anziano padre William, nobile idealista, da sempre dalla parte dei peones. La sua terra e’ oppressa dal regime dittatoriale; nella California messicana ormai il divario fra miseria e nobiltà è incolmabile ed e’ imminente una nuova rivoluzione. Diego capira’ presto che il misterioso personaggio, abile di spada e di parola, apparso spesso in passato al fianco dei peones per perorare la loro causa, che il popolo chiamava el zorro (la volpe) era proprio il suo amato padre. Da ora in poi sara’ lui ad indossarne la maschera per portare avanti la causa del popolo oppresso e per dare giustizia alla bella cecilia (adottata in tenera età dal padre di Diego) che dai tiranni aveva avuto sterminata la famiglia. Una storia arricchita da spettacolari coreografie, effetti speciali sorprendenti, combattimenti al filo di spada, con un cast che sarà abilmente guidato da FABRIZIO ANGELINI che ne cura la regia e le coreografie in collaborazione con GIANFRANCO VERGONI, cast che sta già allenandosi a tirare di spada con un maestro d’armi d’eccezione, il pluripremiato campione del mondo STEFANO PANTANO, con la direzione musicale di GIOVANNI MARIA LORI (che cura anche gli arrangiamenti) e la direzione vocale affidata a ROSSANA CASALE. Tutto questo e molto altro ancora sara’ svelato a settembre nella presentazione ufficiale dello spettacolo. L’adattamento è di GIANFRANCO VERGONI. Le scene sono di ALDO DE LORENZO. I costumi di ZAIRA De Vincentiis. Il disegno di UMILE VAINIERI. La consulenza per il flamenco è di Lia Ruscica. La consulenza storica è del PROF. FABIO TRONCARELLI docente di paleografia università di Viterbo. I PERSONAGGI Michel Altieri Zorro Alberta Izzo Cecilia Roberto Rossetti Don Juan De Salvatierra Jacqueline Ferry Consuelo Maurizio Semeraro Henriquez Diego Pinto Garcìa Fabrizio Checcacci William lamport e Fra Diego de La Cruz

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Ensemble: 6 danzatrici e 6 danzatori/acrobati: Bianca Balido, Gianluca Bessi, Federica Capra, Filippo Grande, Danilo Grano, Sara Marinaccio, Emiliano Palmieri, Carlo Pucci, Federica Rosati, Daniele Sibilli, Sara Telch, Gioia Vicari. Note della produzione “Zorro è solo una scintilla che può scatenare un fuoco […] Zorro è il cuore e la speranza che da forza a chi ci crede, ma gli eroi di tanta fede siete voi (…)” In questa strofa, tratta dal brano che chiude lo spettacolo, c’è forse tutta l’essenza di ciò che ci ha mosso nell’intraprendere la strada che ci ha condotto fino all’allestimento di questo spettacolo, e del significato di fondo che ci abbiamo visto, cercando, con leggerezza e senza demagogia, di trasmettere al pubblico. L’idea di produrre per la stagione 2012/2013 uno spettacolo impegnativo come W Zorro, è, forse, un po’ controcorrente rispetto ai tempi che stiamo vivendo nel nostro Paese e rispetto al clima che aleggia anche nel mondo del teatro. Mossi però dalla passione che è alla base di ogni nostra decisione e che caratterizza le radici mediterranee e sanguigne che ci portiamo fieramente dentro, come dei salmoni che risalgono faticosamente la corrente abbiamo scelto di cedere e credere al nostro istinto. Proprio questo è il momento giusto per il nostro Zorro – ci siamo detti – proprio adesso il pubblico ha bisogno di sano intrattenimento di qualità, per uscire dal teatro pensando che, perché no, ognuno di noi nel suo piccolo potrebbe essere uno Zorro e, magari, immaginando, anche solo per un attimo, che prima o poi un eroe mascherato potrà arrivare a risolvere anche i nostri problemi. Affascinati dal personaggio di Zorro, che come tutti conosciamo, ma di cui sapevamo poco, siamo andati a fondo avvalendoci della consulenza storica del prof. Fabio Troncarelli (docente di paleografia presso l’università di Viterbo), il più grande studioso ed esperto in materia, che ha al suo attivo diverse pubblicazioni proprio relative alle origini della leggenda di Zorro, che ci ha documentato circa l’origine di questo personaggio, che risalgono addirittura all’Irlanda del 1600. La regia e le coreografie, con numeri di flamenco e combattimenti al filo di spada, insieme alle melodie che ci hanno incantato fin da subito, fanno da cornice alle gesta dell’eroe mascherato più famoso di tutti i tempi. Ci sono tutti gli ingredienti per incantare e divertire grandi e piccini in uno spettacolo per tutti. Testi e musiche inedite, un cast di 18 professionisti di prim’ordine, uno staff creativo eccellente e strutturato in modo da poter avere un ottimo livello in ogni settore, scenografie e costumi spettacolari ed effetti scenici all’avanguardia, fanno di W Zorro sicuramente uno spettacolo “grande”, ma stiamo lavorando affinché per il pubblico sia anche un “grande spettacolo”.

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A PROPOSITO DI ZORRO (note dell’autore) Da bambino Zorro era il mio eroe, coraggioso, forte e intraprendente, ma forse me lo ero un po’ dimenticato. A settembre, complice un ennesimo trasloco, ho ritrovato in un baule il costume che aveva accompagnato i carnevali della mia infanzia, quel piccolo Zorro mi è saltato addosso quasi riconoscendomi e mi è subito venuta voglia di costruire, intorno a quella sorpresa una nuova avventura. In meno di un mese il mio Cavaliere Mascherato aveva riempito più di cento pagine di imprese rocambolesche mentre intorno a lui spuntavano personaggi sconosciuti, paradossali e divertenti che hanno dato alla mia storia quel ritmo e quell’ironia che mi è indispensabile per giocare a scrivere le mie piccole cose. Ho spedito il copione hai miei censori fidati Angelini e Vergoni che mi hanno dato un entusiastico placet, tanto che l’hanno proposto alla Medina, una nuova e giovane società di produzioni teatrali, che ha subito abbracciato il progetto. Siamo così scesi in campo ad inventare nuove emozioni con un altro Musical: “W Zorro”. Devo dire che mi piace forte raccontare storie e vederle prendere forma in mano a professionisti di grande esperienza e questa volta la colonna sonora della mia nuova scommessa è di Roby Facchinetti che mi ha regalato delle musiche straordinarie perfettamente in sintonia con il mio racconto. Adesso si tratta di mettere in “verticale” i personaggi sdraiati in “orizzontale” sulle pagine del mio copione. Abbiamo aperto le audizioni per conoscere i compagni di questa nuova divertente avventura ed hanno risposto in tantissimi, tutti con un loro perché e spesso con un grande talento. La nostra voglia e quella di scegliere i migliori, poi inizieremo le prove e a ottobre daremo il via a questo grosso lavoro che parte sotto un segno fortunato, infatti, ci aspettano già più di cento repliche il che è sicuramente impegnativo e altrettanto appassionante, e allora: W Zorro e prepariamoci a galoppare.

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OPERETTA “CIN CI LA’”

Libretto di C. Lombardo - Musiche di V. Ranzato e C. Lombardo

UMBERTO SCIDA ELENA D’ANGELO ARMANDO CARINI

MAESTRO DIRETTORE D’ORCHESTRA ORLANDO PULIN Regia UMBERTO SCIDA

Siamo a Macao. La giovane Timida principessa Myosotis sta per sposarsi ma, al contrario di quanto sarebbe lecito supporre, è triste perchè deve abbandonare i sogni e i giochi della fanciullezza. E anche il principe Ciclamino, suo promesso sposo, è triste per gli stessi motivi e s i dimostra scarsamente entusiasta del matrimonio. Ora a Macao c'è questa usanza: durante il periodo di fidanzamento di una principessa, ogni divertimento e ogni lavoro vengono sospesi. Ed è proprio in questo periodo che giunge a Macao la bella Cin Ci Là, attrice cinematografica francese, assieme a Petit Gris il suo accompagnatore ufficiale, innamorato cotto di lei. Il Mandarino di Macao Fonky, padre della principessa Myosotis, decide di affidare i due giovani, così scarsamente entusiasti del matrimonio alle esperte cure di Cin Ci Là. La bella attrice prende a cuore la cosa e s i dedica con particolare interesse alla emancipazione del principe Ciclamino. Petis Gris viene colto da un furibondo attacco di gelosia e per vendicarsi rivolge le proprie attenzioni alla principessa. Accade così che il principe Ciclamino che ha preso gusto alla cosa, si innamora di Cin Ci Là e la vuole sposare. Ma l'attrice saggiamente gli spiega che lei non può e non vuole contrarre nessun legame duraturo. Del resto la principessa Myosotis è ora disposta a lasciare le sue bambole e i suoi sogni e a convolare a giuste nozze con Ciclamino; il che avviene fra le più allegre feste di tutta Macao. Personaggi Interpreti Cin Ci Là ELENA D'ANGELO Petit Gris UMBERTO SCIDA Blum ARMANDO CARINI

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VITTORIA BELVEDERE LUCA WARD

MY FAIR LADY di Friederick Loewe e Alan J. Lerner da “Pigmalione” di George B. Shaw

con Aldo Ralli nel ruolo di ALFRED DOLITTLE

e con Enrico Baroni – Col. Pickering

Scene Aldo Di Lorenzo Coreografie Roberto Croce

Direzione musicale Emanuele Friello

Adattamento e Regia Massimo Romeo Piparo

Dopo quasi 20 anni di sinergia operativa si consolida il sodalizio tra il Teatro Sistina e l'Impresa di produzione di Massimo Romeo Piparo: il più importante organismo di Teatro musicale ha siglato con la Peep Arrow srl. un accordo di co-produzione per una Commedia musicale per la stagione 2012-2013. Si tratta di uno dei più amati classici della storia del Musical: My Fair Lady, la favola della povera e rozza fioraia trasformata in principessa da un ostinato e burbero professore di fonetica. La cultura, la conoscenza della propria lingua, gli strumenti per un'elevazione sociale, sono il fulcro narrativo di questo spettacolo: un tema molto attuale in un momento storico come quello che stiamo attraversando. My Fair Lady debutterà ai primi di Dicembre 2012 e replicherà presso il Teatro Sistina per l'intero periodo delle Festività natalizie fino al 6 Gennaio 2013. Toccherà poi le principali città italiane fino al 31 Marzo 2013 (Bologna, Firenze, Torino, Genova, Napoli, Bari, Assisi, Palermo, Catania). Note di regia

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Non capita a tutti i “classici” del Teatro musicale di poter essere sempre “giovani”. La fortuna di un musical spesso sta nel palmares del film o della piece da cui è tratto. Il musical My fair lady deve la propria “immortalità” a se stesso. A ciò che racconta, a come lo traduce in emozioni, ai sorrisi che fa scaturire, alla universalità del suo linguaggio musicale. ...Cosa c’è di più sublime che colmare il dislivello che separa classe da classe, anima da anima... così recita il Prof. Higgins, il “pigmalione” che affida al modo di parlare il passepartout per il riscatto sociale di una rozza fioraia. Già, il modo di parlare...anche questo è un tema che di giorno in giorno si fa sempre più attuale. La perdita delle proprie radici culturali, l’omologazione e la globalizzazione della società contemporanea hanno fatto svanire il rapporto tra l’essere umano e la propria cultura. Ecco allora che “”My Fair Lady” si impone come il sogno che non vuole svanire, come la favola “possibile”, rappresenta il lieto perdersi in una tempesta di sentimenti. La “fair lady” Eliza Doolittle è un po’ Cenerentola, un po’ Pretty Woman, Mary Poppins, un po’ Bella e un po’ Bestia, insomma è l’archetipo del riscatto, della rivincita, dell’affermazione, della trasformazione e così incarna il desiderio e il sogno di tutto l’universo femminile che simpaticamente partecipa sin dal primo momento alla sua avventura. Ma alla fine, e qui si impone in tutta la sua statura George Bernard Shaw ispiratore col suo “Pigmalione” della versione musicale, anche la chiave maschile della vicenda cede alla forza delle emozioni e dei sentimenti: soli non si è completi e anche un apparente “misogino e scapolo convinto” come il Prof. Higgins o il collega di “sventura” Colonnello Pickering, o il cinico e spietato padre di Eliza, Alfred Doolittle, si trovano costretti a svestire la maschera della durezza e coprirsi con un velo di dolcezza. In un momento in cui sembra che il corto circuito dei rapporti umani abbia interrotto il passaggio di energia tra le persone, My Fair Lady si impone come un “generatore di corrente elettrica” che concede una bella “scossa” alla nostra anima. E adesso...lasciatevi travolgere anche voi dalla tempesta dei sentimenti...

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GIANFRANCO JANNUZZO IN

CERCASI TENORE Di Ken Ludwig

Traduzione Di Lilla Picciotto

CON LA PARTECIPAZIONE DI

MILENA MICONI e

FEDERICO PACIFICI, CLAUDIA COLI, TIZIANA BAGATELLA, FABRIZIO APOLLONI, STEFANIA PAPIRIO, RODOLFO MEDINA

Scene NICOLA RUBERTELLI Costumi DORA ARGENTO

Musiche LUCIANO FRANCISCI Disegno LUCI FRANCO FERRARI

Regia GIANCARLO ZANETTI “Lend me a Tenor” Cercasi Tenore è una commedia in cui i continui colpi di scena e le situazioni comiche sono la base di uno dei più importanti successi di Broadway. La stampa e il pubblico italiano hanno concordato nel definire questo straordinario sforzo produttivo come “lo spettacolo comico dell’anno”. Campione d’incasso al teatro Manzoni di Milano si è registrato nei primi mesi di tournee il tutto esaurito nei teatri e un gran favore di pubblico. Una commedia garbata e intelligente. Un divertimento assicurato.

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Come hanno scritto i critici: poco importa che l’abbiate già vista o no: potete cominciare a ridere fin da ora! Gianfranco Jannuzzo, attore poliedrico, raffinato ed elegante mostra, in questo spettacolo un lato nuovo del suo talento, allontanandosi dai personaggi che lo hanno reso famoso nei suoi one man show e calandosi in un ruolo molto diverso da quel siciliano che il pubblico ha amato. Oltre a Jannuzzo Milena Miconi ed altri sei attori di grandissima esperienza arricchiscono uno spettacolo raffinato e coinvolgente. La regia è affidata a Giancarlo Zanetti, attore, produttore e regista che negli ultimi anni ha messo in scena spettacoli originali e di grande sensibilità; si consolida anche in questa occasione la collaborazione con lo scenografo Nicola Rubertelli, riconosciuta presenza al fianco di Roberto De Simone e responsabile degli allestimenti del Teatro San Carlo di Napoli e del Petruzzelli di Bari. La storia: siamo negli anni ’30, la vicenda ruota attorno a Max aspirante ed incerto cantante lirico che in qualità di assistente affianca un direttore senza scrupoli di teatro d’opera di provincia. Grandi fermenti agitano gli animi dei protagonisti per l’arrivo di un tenore di fama mondiale di rara bravura, tanto da essere soprannominato “il stupendo”, che interpreterà Otello. Cosa accade però quando a poche ore dallo spettacolo il grande artista soccombe ad un potente mix di alcol e sedativi? Tutto precipita in un esilarante vortice di fraintendimenti, scambi di persona, doppi sensi mal interpretati, vulcaniche gags che strappano allo spettatore risate a non finire.

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ANTONIO CATANIA GIANLUCA RAMAZZOTTI

MIRIAM MESTURINO LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI RAFFAELE PISU

CON NINI SALERNO E CON LICINIA LENTINI

IN

“SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA ANCORA PIU’ GROSSA” Commedia di Ray Cooney - Versione italiana di Antonio Barcellona

Regia GIANLUCA GUIDI

Dopo lo straordinario successo di CHAT A DUE PIAZZE di Ray Cooney, Gianluca Ramazzotti torna con Antonio Catania e Miriam Mesturino, e ancora una volta supportati dalla irrefrenabile simpatia di Raffaele Pisu, e con la simpatica verve di Nini Salerno, ancora una volta diretti da Gianluca Guidi, per la prima versione italiana della nuova esilarante commedia degli equivoci di Ray Cooney, che vanta nientemeno che il prestigioso premio Lawrence Olivier come miglior commedia dell’anno a Londra. Rappresentata in tutto il mondo ma con un enorme successo a Parigi con il titolo di “Panique au Plazza” e a Madrid come “Politicamente Incorrecto”, è il seguito di un’altra importante commedia sempre di Ray Cooney “Se devi dire una bugia dilla Grossa”interpretata da Johnny Dorelli, dove i personaggi principali si ritrovano anni dopo nell’Hotel Plaza, ingarbugliati in un’altra vorticosa serie di bugie per nascondere addirittura un cadavere che non vuole proprio saperne di passare inosservato… Invece di presenziare alla Camera dei Deputati, l’On. De Mitri, Ministro di Governo, sta per passare la notte, con la sua amante , la Signora Rolandi, segretaria del Leader dell’opposizione, all’interno della bellissima suite 748 dell’Hotel Plaza. Purtroppo per loro niente andrà come previsto. Un cadavere appare dietro la grande finestra e il personale dell’albergo è troppo impiccione. Venti di panico soffiano sul Hotel Plaza e lo scandalo sta per scoppiare..Fortunatamente l’Onorevole De Mitri può contare sul suo fedele portaborse, Mario Girini, che con tutte le sue forze affronterà le situazioni più incredibili e divertenti mai viste a teatro…per la gioia dello spettatore.

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PAOLA GASSMAN PIETRO LONGHI IN

“DUE DOZZINE DI ROSE SCARLATTE” di Aldo De Benedetti – Adattamento di David Norisco

Scene MARIO AMODIO Costumi LUCIA MARIANI Musiche STEFANO SALETTI Luci FRANCO FERRARI

Regia MAURIZIO PANICI

Un classico della commedia degli equivoci, un intramontabile successo di umorismo raffinato e di sensualità galante e discreta: “Due dozzine di rose scarlatte”, interpretato dagli applauditi Paola Gassman e Pietro Longhi.

Scritto nel 1936 da Aldo De Benedetti per Vittorio De Sica e Giuditta Rissone, “Due dozzine di rose scarlatte” è una di quelle pièce argute ed eleganti in cui il gioco delle coppie si mostra come un imprescindibile motore narrativo, un testo umoristico e brillante che funziona da più di settant'anni e che è uno dei più rappresentati in Italia.

In un matrimonio fin troppo fedele, la moglie - forse trascurata - comincia a sentire voglia di evasione e organizza un viaggio da sola, il marito - complice l'amico avvocato - ne approfitta per tentare di avvicinare una bella contessa inviando due dozzine di rose scarlatte con lo pseudonimo "mistero". Ma il mazzo per errore arriverà alla moglie. Da questo equivoco si sviluppa una storia parallela sul desiderio e la necessità di sognare, un percorso iniziatico che ci fa riflettere sorridendo sulle nostre debolezze.

Il fascino di questa commedia, giocata da tre (più uno) personaggi straordinariamente disegnati, risiede nella sua leggerezza, nel linguaggio dinamico ed effervescente, nella trama mai superficiale, nel gioco degli equivoci, condotto con raffinata abilità. Un testo brillante e divertente, ma che nasconde quell'infelicità e quell'insoddisfazione che spesso accompagnano l'essere umano costringendolo ad una vita claustrofobica e stagnante, in attesa che, prima o poi, arrivi "qualcosa" di nuovo a riaccendere una scintilla di vita, magari... due dozzine di rose scarlatte.

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GIOVANNA CRISCUOLO MARIA TERESA AMATO

IN

“CUORI IN AFFITTO” UNA COMMEDIA BRILLANTE

DI BIBI HILTON

Regia ANTONELLO CAPODICI

La Novità di Maria Teresa Augugliaro ci porta, quest’anno, nel territorio sapidissimo della commedia – così detta – di “costume”. Essa riprende i temi tradizionali che furono, nella generazione precedente, dei film di Monicelli e di Risi : l’osservazione dei temi d’attualità, ma descritti in una chiave grottesca e a tratti persino parodistica. Questa volta (ed è una bella eccezione rispetto al tradizionale impianto drammaturgico delle opere di genere) i protagonisti veramente comici sono i personaggi femminili, affidati innanzitutto alla “verve” ed alla classe di Giovanna Criscuolo e Maria Teresa Amato. Senza tuttavia dimenticare il resto della bellissima Compagnia del Teatro Al Massimo, che ha già ampiamente guadagnato i favori del Nostro Pubblico a colpi di risate e applausi.

Soprattutto esilarante sono il ruolo e la vicenda di Mariella, alias Giovanna Criscuolo, la quale si sdoppia nella “gemella” Samantha, costretta com’è – dalla crisi imperante – a sostenere due parti di donna differente in due differenti storie sentimentali e familiari.

Attorno a lei ruotano, in una sarabanda di equivoci e paradossali situazioni comiche, le amiche del cuore (con la Ginevra di Maria Teresa Amato in primo piano) e gli “uomini del cuore”, mariti e amanti di rara cialtroneria e stupidità.

Una bellissima commedia che, divertendo con le “gags” e le situazioni, lascia sul cuore attimi di tenerezza e commozione.

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ENRICO GUARNERI IN

“GATTA CI COVA” di Antonino Russo Giusti

scene SALVO MANCIAGLI

costumi RICCARDO CAPPELLO E LINA RAGONESE

Regia ANTONELLO CAPODICI La trama :

Il ricco ma sempliciotto proprietario terriero patron Isidoro è preso di mira dalla sua abile e furba sorellastra ‘Ntonia; la quale, abilmente consigliata da astuti legali, riesce a carpirgli la donazione di tutte le sue proprietà, in cambio di una vana quanto generica promessa di “possesso in vita”. Quando Isidoro si accorge del tranello in cui è caduto, cerca di rendere nullo l'atto che ha sottoscritto invocando l'art. 1083 del Codice Civile: adozione o legittimazione di un figlio. Nella sua fattoria vi è infatti una ragazza, Vanna, figlia della “massara” ‘gna Mena, incinta del fidanzato, nel frattempo morto. Il padrone è deciso a sposarla e a riconoscerne il figlio. La lite è sospesa fino al giorno decisivo della nascita del bimbo. Purtroppo il bambino nasce morto e il povero proprietario, ormai sconfitto, abbandona immediatamente le sue terre. Ma qualcuno lo raggiunge per richiamarlo indietro, annunciandogli la vittoria. La ragazza ha dato alla luce un secondo bambino, un gemello vivo e vitale. Il bravo uomo la sposa, legittima il figlio e rientra nell'incontrastato possesso della sua proprietà. Note :

Cavallo di battaglia dei più grandi interpreti del Novecento (primo fra tutti Angelo Musco) ecco una sorprendente rilettura della ormai “proverbiale” vicenda dell’ingenuo Patron Isidoro e della – di lui - terribile sorellastra Antonia : la vicenda ingarbugliata di una donazione (in vero più

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estorta che spontanea) come miccia di una pirotecnica girandola di fragorose risate, ma anche di piccoli guai e grandi miserie. Non solo materiali.

Anche questa produzione insegue l’obbligo del rinnovamento, com’è naturale per qualsiasi classico teatrale. Ritrova, nelle idee nuove della Regia e nel magistero del suo Protagonista, una leggerezza e una grazia che, nelle varie interpretazioni più o meno storiche, si era cristallizzata nella maniera. Una sorta di contenitore di “gags” estemporanee, sempre più distante dalla profonda ed intelligente ironia del testo originario.

Guarneri ne fa, oggi, il racconto poeticissimo di una sconfitta, ma anche di una possibile rivincita. Muove, nella fantasia dello spazio scenico, il suo proprio corpo e quello più vasto della Compagnia, in una bizzarra epifania della menzogna e della verità.

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Spettacolo di recupero stagione 2011/12

LINA SASTRI IN

“LinaNapolinapoLinapolinapoli” Testo e drammaturgia di LINA SASTRI

Concerto - spettacolo

Con 7 musicisti in scena:

CIRO CASCINO – pianoforte LUIGI SIGILLO – basso FILIPPOD’ALLIO – chitarra SASA’ PIEDIPALUMBO – fisarmonica GENNARO DESIDERIO – violino

GIANNI MINALE – sassofono SALVATORE MINALE - percussioni

REPERTORIO CLASSICO NAPOLETANO

Regia LINA SASTRI Il Mio Nome Finisce Con l’inizio Del Nome Della Mia Citta’, Il Nome Della Mia Citta’ Finisce Con l’inizio Del Mio Nome, Il Nome Della Mia Citta’ Finisce Con l’inizio Del Mio Nome, Il Mio Nome Comincia Con La Fine Del Nome Della Mia Citta’. Lina-Napoli-Lina-Napoli Ho Provato A Dirlo Come Un Unico Suono,,E Sembra Proprio Di Dire , Di Cantare , Sempre …Napoli…. Senza Fine, Napoli, All’infinito- E’ Per Questo Che Ho Voluto Chiamare Cosi’ Questo Spettacolo,Questo Concerto In Musica E Parole Dove Racconto La Mia Terra Con La Sua Musica Immortale ,Infinita,Accompagnata Da Sette Musicisti ,Passando, Come Sempre, Dalla Parola Alla Musica ,Alla Danza,In Un Flusso Dell’anima Che Va E Viene , Come Il Mare.

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Cominciai Con “ Cuore Mio” A Raccontare La Mia Musica Che Si Fa Teatro, E Poi Seguirono “Melos”, “Corpo Celeste”,”Mese Mariano”,E Poi Le Parole De “La Casa Di Ninetta” , Fino A “Per La Strada”,Dove Scelsi La Musica Napoletana Contemporanea. Ora E’ Tempo Di Tornare A Casa,Quella Conosciuta, Ma Con Il Bagaglio Di Questi Anni, Che Mi Hanno Fatto Mescolare Da Sempre Strumenti E Note Senza Fermarmi Alle Vie Conosciute, Ma Cercando, Sempre, Vie Nuove Di Musica, Percorsi Che Non Hanno Paura Di Cantare La Tradizione Senza Limitarsi Alla Tradizione, Cercando Nella Musica Il Teatro, Guardando A Ogni Canzone Come A Un Momento Di Emozione Da Comunicare Con La Voce, Con Il Canto, Con Il Corpo, Con Il Cuore, Con l’anima.Con La Scelta Degli Strumenti E Dei Colori Della Musica ,Con La Luce , Con I Silenzi. La Liberta’ E’ La Nota Piu’ Bella, Me La Concedo, E’ Il Regalo Piu’ Grande Che Mi Fa La Musica,E’ Per Questo Che La Scelgo,Oggi Piu’ Che Mai, Come Una Tappa Importante Della Mia Vita Dedicata Al Teatro E All’arte.

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MANUEL FRATTINI IN

“PETER PAN” Il Musical Tratto dal romanzo di J.M. Barrie

MUSICHE DI EDOARDO BENNATO

Regia MAURIZIO COLOMBI

Peter Pan il Musical , la produzione firmata Il Sistina che negli ultimi anni ha fatto sognare grandi e piccini!

Nel ruolo di Peter Pan troviamo ancora Manuel Frattini che si conferma sempre perfetto ad interpretare il ruolo del “bambino che non voleva crescere”.

A capo della ciurma dei pirati, nel ruolo dell’efferato Capitan Uncino, Pietro Pignatelli. Al suo fianco Jacopo Pelliccia nel ruolo del fedele Spugna e ancora Ilaria De Rosa (Giglio

Tigrato), Nikolas Lucchini (John Darling), Valentina Corrao (Mrs. Darling) e Daniela Simula (Michael Darling)

Tratto dal capolavoro di James Matthew Barrie, questo musical vede in scena una compagnia di venticinque artisti, diretti da Maurizio Colombi “Sono Solo Canzonette” di Edoardo Bennato, arrangiato in versione musical dallo stesso autore.

Peter Pan il Musical è uno spettacolo di grande impatto visivo e sonoro, immerso in una atmosfera incantata, dove i duelli tra Peter Pan e i pirati di Capitan Uncino continuano a far sognare grandi e bambini.

Ad appassionare gli spettatori le entusiasmanti coreografie acrobatiche, lo sbarco della nave pirata ed il personaggio di Trilly, realizzato con tecnologie laser.

SINOSSI

Si apre il sipario... e, nel prologo, come in una fotografia nella Londra di inizio ‘900, il “menestrello” intonando “Ma che sarà” proietta gli spettatori nel mondo della nota favola di J.M.Barrie.

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Le scene, accuratamente dipinte come nell’immaginario dei libri di favole del secolo scorso, si susseguono e, come nella storia, si ripercorrono tutti i momenti fin dall’arrivo in volo di Peter Pan (Manuel Frattini) nella camera dei piccoli Darling, dove incontra e duetta con Wendy in un’intensa “L’Isola Che Non C’è”.

La regia si avvale della più avanzata tecnologia digitale: il duello di Peter Pan con la sua ombra ribelle, lo scambio di battute con Trilly, ricreata con tecnologia laser, il viaggio fino all’Isolachenoncè dove il pubblico, come immerso in un cartoon, vola insieme a Peter Pan e ai fratelli Darling.

Di grande impatto visivo il cambio di scena con la realistica Nave dei Pirati, dove Capitan Uncino (Pietro Pignatelli) e la sua ciurma interpretano il coinvolgente e celebre “Rock di Capitan Uncino”, mentre Spugna (Jacopo Pelliccia) con “Dopo il Liceo Che Potevo Far”, ironico tip tap style Broadway, chiude il primo tempo.

Nel secondo tempo gli indiani, i pirati, le fate, i “bambini sperduti”, che interpretano un’avvincente “Viva La Mamma”, si alternano in scene corali.

E dopo l’immersione negli storici brani di Edoardo Bennato con cui è cresciuta una generazione e che continuano a far sognare, arriva il momento del nuovo singolo composto per l’occasione dal cantautore partenopeo: "Che paura che fa Capitan Uncino", specchio dell’ironica perfidia di Capitan Uncino.

Tutto, nello spettacolo, concorre a ricreare il magico e incantato mondo dell’infanzia ma il ritorno alla realtà è inevitabile e lo spettacolo si chiude con una corale “Ogni Favola è Un Gioco” nella cameretta dei fratelli Darling mentre un imbronciato Peter Pan osserva la scena dalla finestra, pronto per spiccare il volo verso la sua eterna giovinezza.

Note di Regia “In Peter Pan Il Musical abbiamo voluto mantenere delle caratteristiche “da cartoon”, per

quanto riguarda scenografie, costumi, e recitazione “sopra le righe”. E’ stata scelta questa impostazione perchè la favola ha un contenuto così intenso e marcato che non ha bisogno di ulteriori specifiche per godersi lo spettacolo. Ognuno ha poi la libera scelta di raccogliere i molteplici contenuti di questa storia. Lo spettacolo è molto complesso anche per la tecnologia del volo e la realizzazione laser di Trilly.” Maurizio Colombi