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Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla Ottobre 2016 Numero 72 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro Qual è stato, quest'anno, l'andamento dell'occupazione in Italia? Secondo gli ultimi dati del Ministero del Lavoro, nel secondo trimestre del 2016, rispetto al secondo trimestre del 2015, sono aumentati del 7,4% i licenziamenti; sono diminuiti del 29% i contratti a tempo indeterminato, con un incremento, invece, dei contratti precari. Migliaia di posti di lavoro sono a rischio nei prossimi mesi. E’ l'esatto opposto di quelli che avrebbero dovuto essere i risultati del Jobs Act, tanto strombazzato da Renzi. I disoccupati sono circa 3,1 milioni, ai quali vanno aggiunti 3,5 milioni che nemmeno cercano più lavoro. La produttività del lavoro in Italia è in netto calo rispetto agli altri paesi dell'OCSE, non certo a causa degli operai che sono sottoposti al più intenso sfruttamento, ma a causa della mancanza di investimenti capitalisti. E il famoso bonus di 80 euro non ha rilanciato la domanda interna. La diagnosi più spietata sulla situazione dell'economia italiana è venuta dal presidente della consorteria dei capitalisti italiani, Vincenzo Boccia, il quale ha detto chiaro e tondo che la "ripresa" dell'economia italiana, millantata da Renzi e Padoan, si è già fermata (se mai c'è stata). L'industria arretra, la spesa delle famiglie rallenta, diminuiscono i matrimoni, le nascite sono al minimo storico. Il Pil è fermo da quindici anni nel nostro Paese. E se la Confindustria ha riveduto al ribasso le previsioni di crescita italiane (solo lo 0.7% quest’anno), l’OCSE prevede un calo della crescita dell'intera economia capitalistica europea e mondiale. In questo sistema irrazionale e barbaro aumentano in modo vertiginoso le diseguaglianze sociali, aumenta la povertà. Da un lato una minoranza di borghesi privilegiati sempre più ricchi (gli stessi che sostengono le controriforme costituzionali di Renzi), dall’altro una maggioranza di operai e di lavoratori sempre più poveri. Solo la classe operaia, alla testa di tutti gli oppressi e gli sfruttati dal capitale, può rovesciare in modo rivoluzionario questa situazione. Socialdemocratici, revisionisti, riformisti di ogni pelo e colore stanno fallendo tutti i loro obiettivi. Il passo decisivo da compiere, oggi, affinché un Governo operaio possa arrivare ad abbattere il dominio del capitale è la costruzione - anche in Italia - del Partito comunista del proletariato nelle cui file possano unirsi, insieme alle avanguardie operaie, tutti gli autentici marxisti-leninisti.

Proletari di tutti i paesi, unitevi! Scintilla · padroni e dei loro governi ... governo e burocrazie sindacali. ... e su tutto il territorio. Contratti: è il momento di fare sul

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Proletari di tutti i paesi, unitevi!

ScintillaOttobre 2016 Numero 72 www.piattaformacomunista.com [email protected] Prezzo: 1 euro

Qual è stato, quest'anno, l'andamentodell'occupazione in Italia? Secondo gli ultimi dati del Ministero delLavoro, nel secondo trimestre del 2016,rispetto al secondo trimestre del 2015, sonoaumentati del 7,4% i licenziamenti; sonodiminuiti del 29% i contratti a tempoindeterminato, con un incremento, invece,dei contratti precari. Migliaia di posti dilavoro sono a rischio nei prossimi mesi.E’ l'esatto opposto di quelli che avrebberodovuto essere i risultati del Jobs Act, tantostrombazzato da Renzi. I disoccupati sono circa 3,1 milioni, ai qualivanno aggiunti 3,5 milioni che nemmenocercano più lavoro. La produttività del lavoroin Italia è in netto calo rispetto agli altri paesidell'OCSE, non certo a causa degli operaiche sono sottoposti al più intensosfruttamento, ma a causa della mancanza diinvestimenti capitalisti. E il famoso bonus di80 euro non ha rilanciato la domanda interna.La diagnosi più spietata sulla situazionedell'economia italiana è venuta dalpresidente della consorteria dei capitalistiitaliani, Vincenzo Boccia, il quale ha dettochiaro e tondo che la "ripresa" dell'economiaitaliana, millantata da Renzi e Padoan, si ègià fermata (se mai c'è stata).L'industria arretra, la spesa delle famiglierallenta, diminuiscono i matrimoni, le nascitesono al minimo storico. Il Pil è fermo daquindici anni nel nostro Paese. E se la Confindustria ha riveduto al ribasso leprevisioni di crescita italiane (solo lo 0.7%quest’anno), l’OCSE prevede un calo dellacrescita dell'intera economia capitalisticaeuropea e mondiale.In questo sistema irrazionale e barbaroaumentano in modo vertiginoso lediseguaglianze sociali, aumenta la povertà. Da un lato una minoranza di borghesiprivilegiati sempre più ricchi (gli stessi chesostengono le controriforme costituzionali diRenzi), dall’altro una maggioranza di operaie di lavoratori sempre più poveri.Solo la classe operaia, alla testa di tutti glioppressi e gli sfruttati dal capitale, puòrovesciare in modo rivoluzionario questasituazione.Socialdemocratici, revisionisti, riformisti diogni pelo e colore stanno fallendo tutti i loroobiettivi. Il passo decisivo da compiere, oggi,affinché un Governo operaio possa arrivaread abbattere il dominio del capitale è lacostruzione - anche in Italia - del Partitocomunista del proletariato nelle cui filepossano unirsi, insieme alle avanguardieoperaie, tutti gli autentici marxisti-leninisti.

Menzogne e truffe di regime2 Ottobre 2016

Si avvicina il referendumcostituzionale e Renzi spara lesue ultime cartucce. Dopo lepolitiche di macelleria socialefinora applicate, dopo il Jobs Acte la “Buona scuola”, dopol’approvazione a colpi di fiduciadelle controriforme e lunghimesi di nebbia sulla data delvoto, arrivano le briciole perincantare lavoratrici e lavoratori,pensionati, giovani…Il furbetto aveva cominciato adagosto con la miserabile uscitasui 500 milioni risparmiati dadare ai poveri, mentre elargivamiliardi alle banche. Hacontinuato a settembre conannunci e bluff in funzione delSI al referendum.E allora ecco il bonus ai giovanida spendere nei musei, ecco i500 euro agli operai in CIG chefanno la fame; annuncia poi unintervento sulla povertà, la 14aper le pensioni minime, loscivolo delle pensioni (colmutuo), il taglio dei contributisulle partite Iva, una mancia peri contratti del pubblicoimpiego… Siamo di fronte a unacolossale operazione dimistificazione e corruzionepolitica. Tutto fumo agli occhidei lavoratori e dei giovani,perchè Renzi non sfora né mettein discussione i “sacri vincoli dispesa” dettati dalla Troika, mavuole allargare solo un po’ lemaglie, con misure del tuttoinsufficienti, per cercare diconvincere i lavoratori che il suogoverno sta facendo qualcosa.Ma il “bello” verrà dopo ilreferendum.Se vincerà il SI la politicaantioperaia, a esclusivobeneficio e servizio del capitalefinanziario, verrà rafforzata eresa ancora più imperativa ebrutale. Lo Stato borghese diverràsempre più autoritario – esempre più corrotto e inefficiente– e le ragioni di quel Comitato diaffari della borghesia chiamato“governo” predominerannosistematicamente. Gli autocrati al potere userannoil pugno di ferro in fabbrica enella società. Aumenterà losfruttamento, verranno aboliti inostri diritti collettivi eindividuali, a cominciare daquello di sciopero. Verrà allungato l’orario dilavoro, si estenderà il lavoronero, la precarietà e la

flessibilità. Verranno liquidati iservizi sociali e le pensionipubbliche. Si inasprirà larepressione delle lotte delmovimento operaio e sindacale.Dilagherà la militarizzazionedella società e saremo trascinatiin luttuose guerre di rapina percercare di rilanciare il decadenteimperialismo italiano.Come giustamente hanno dettogli operai di Pomigliano in unaassemblea, per i lavoratori lademocrazia “è qualcosa che simangia”, intendendo che laderiva autoritaria del sistemapolitico italiano ha dei riflessiimmediati nei posti di lavoro,sotto forma di attacco allecondizioni di vita, ai diritti, etc. Perciò la questione delreferendum non può e non deverimanere confinata alleriflessioni di carattere giuridicoe ai dibattiti dei professoroni, madeve diventare una grandebattaglia politica e di classe.Per vincerla dobbiamodenunciare e battere la squallidapropaganda renziana. La tattica referendaria delburattino messo a Palazzo Chigidal grande capitale, dagli USA edal Vaticano per realizzare idisegni reazionari, si basa suvacue promesse e miserabilielemosine con le quali cerca dicomprare i voti della poveragente, nella più classicatradizione democristiana (i piùanziani ricorderanno la pasta diAchille Lauro e la scarpa primadel voto). La miseria e la povertà sono vistida Renzi, e da chi lo sostiene,come elementi sociali dapremiare con la carità in cambiodi voti. La politica del renzismoè il liberismo autoritario ecompassionevole. Una politicache trasforma i lavoratori, icittadini, in mendicanti, mentreesalta il ruolo e la retoricadell’uomo solo al comando. Una politica profondamenteantidemocratica eanticostituzionale perché se ilprimo articolo della Costituzioneafferma che l’Italia è unaRepubblica democratica fondatasul lavoro, quando simercanteggia il voto in cambiodi un’elemosina si abbatteassieme alla dignità deilavoratori anche l’art. 1!Come chiunque può capire, nonè in ballo solo la seconda partedella carta antifascista, ma anche

la prima parte, che la borghesiaha fatto marcire per decenni. La propagandadi Renzi è tantodemagogica quanto falsa, tantosterile quanto reazionaria. Nonostante le elemosine e lemenzogne, nonostantel’arroganza padronale e leingerenze straniere, nonostanteun quesito truffaldino sulleschede del referendum, lacontroriforma renziana nonpasserà perché sbatterà contro ilmuro della crescente protestaoperaia e popolare, che già siesprime con forza in tutte leoccasioni in cui il bulletto tiene isuoi squallidi comizi. Operai, lavoratori, donne egiovani del popolo, nonlasciamoci ingannare! Uniamo le nostre file negliscioperi e nelle mobilitazioni diquest’autunno! Il 4 dicembre votiamo in massaNO al referendum ed esigiamo ledimissioni di Renzi.Battiamo il piano reazionario delgoverno, di Confindustria e deibanchieri, di Marchionne e diSoros, del FMI e della UE, diWall Street e dell’ambasciataUSA. Difendiamo le conquistedemocratiche della classeoperaia e dei partigiani, diamovita a una nuova Resistenza cheporti a termine il compitolasciato irrisolto da quellaprecedente: il socialismo!Rafforziamo e moltiplichiamonelle fabbriche, nei posti dilavoro, nel territorio, i comitatidi fronte unico proletario e difronte popolare per il NO, glialtri organismi operai e di massa,per aprire la strada all’alternativadi potere, al Governo operaio edegli altri lavoratori sfruttati!

La RAI asservita algoverno Renzi

Secondo gli ultimi dati fornitidall'Agcom, nelle trasmissioniRai i sostenitori del SI alreferendum costituzionalehanno avuto quasi l'80% deltempo di notizia, mentre isostenitori del NO hanno avutocirca il 20%. Negli altriprincipali media la situazionenon è diversa.E’ uno scandalo inaudito, chenegli ultimi tempi èulteriormente aggravato a causadella tattica del rinvio del votoda parte di Renzi, che così haproseguito il suo monologoelettorale sui media asserviti alpotente di turno. Questo ci sprona a ribadire chenon possiamo avere nessunafiducia nella decantata “parcondicio”, con cui si cerca diabbellire la democraziaborghese, a uso e consumo deicapitalisti e dei ricchi.La vittoria del NO alreferendum di ottobre è,fondamentalmente, nelle manidei proletari, dei lavoratori e ditutte le forze progressive delpopolo italiano! Ad essi, e a nessun altro, spettaorganizzarsi e agire perseppellire con le lotte, con lapropaganda e l’agitazione esotto una valanga di NO lacontroriforma costituzionale diRenzi! Avanti con l’unità, la lotta el’organizzazione per battere ildisegno reazionario del capitalefinanziario e aprire la via alcambiamento rivoluzionariodella società: il socialismo è ilfuturo!

A fine settembre riprendono letrattative per il rinnovo deicontratti di milioni di lavoratori,tra cui metalmeccanici epubblico impiego. Quello chesi profila è ormai chiaro datempo. Non sono bastate lepiattaforme al ribassopresentate dai vertici sindacali.Padroni e governo voglionocancellare il Contrattonazionale di lavoro e legare lebriciole della contrattazioneaziendale alla produttività e al“merito” individuale, cioè allalogica del massimo profitto.Gli scioperi e le lotte deimetalmeccanici, che hannovisto un’ampia partecipazionehanno costretto Federmeccanicaa rivedere le proposte iniziali eda presentare una nuovapiattaforma, mentre per quantoriguarda il pubblico impiego siparla solo di briciole e per di piùper pochissimi lavoratori.In questo momento la lotta per icontratti è strettamentecollegata a quella per il NO alreferendum costituzionale didicembre. Difendere le

conquiste e le libertà dellaclasse operaia e degli altrilavoratori, impedire ladistruzione dei CCNL,scongiurare il pericolo di unrafforzamento abnorme deipoteri del governo dei padronidiventa un imperativocategorico per tutti gli sfruttati. D’altronde le posizioni incampo sono ben chiare: dallaparte del SI ci sono il governoRenzi, i padroni capeggiati daConfindustria e da Marchionne,le grandi banche di affari, ilFMI e i mercati finanziari,mentre i vertici sindacali o sischierano palesemente per il Sicome la Cisl, o non fanno nullaper mobilitare le masse, comeCgil e Uil. In ogni caso sonotutti sfacciatamente schieratidalla parte dei profitti e contro ilavoratori. Questo ci deve far capire qual èla vera posta in gioco: si tratta diun referendum sulrafforzamento del dominio delcapitale in Italia. La veradomanda a cui dovrannorispondere i lavoratori sulle

schede elettorali sarà: volete voiche sia aumentato il potere deipadroni e dei loro governicontro la classe lavoratrice?Volete voi meno libertà e dirittiper difendere il lavoro control’ingordigia del capitale?In questa situazione va sconfittoogni attesismo. Sono gli operaie gli altri lavoratori, sono idelegati combattivi che devonoprendere in mano la situazione.E’ ora di passare alla lotta dura.Organizziamo nelle fabbriche enegli altri posti di lavoro la

battaglia per difendere i nostriinteressi e diritti, per strapparecontratti veri!Scioperiamo in massa erealizziamo il fronte unico dilotta della classe sfruttata,contro padroni, governo eburocrazie sindacali.Costruiamo Comitati per il NOalla controriformacostituzionale e control’Italicum, nelle fabbriche enegli altri posti di lavoro, neiquartieri, nelle scuole, e su tuttoil territorio.

Contratti: è il momento di fare sul serio!Ottobre 2016 3

CorrispondenzaNel mese di luglio l’Istituto distatistica dello Stato hapubblicato nuove stimesull'occupazione.Il tasso di occupazione nellafascia 15-64 anni è del 57,3%, iltasso di disoccupazionecomplessivo è del 11,4%, iltasso di disoccupazione nellafascia d’età 15-24 anni è del39,2, il tasso di inattività, checomprende coloro che non sonooccupati e non cercano lavoro,nella fascia 15-64 anni è del35,2%.I disoccupati sono la maggiore ela più palese accusa contro ilcapitalismo, una delle numerosemanifestazioni della crisispirituale e morale cheattanaglia la società borghese.In un numero enorme si contanole masse di giovani e di donneprivi di un lavoro, abbandonatie lasciati senza speranza dallaborghesia: in seno a lorofermenta la rivolta e stannoaccumulandosi elementi diesplosioni rivoluzionarie.I disoccupati sono un preziosoalleato nella lotta della classeoperaia. Affinché questo

esercito di riserva sia in grado diesprimere il proprio potenzialerivoluzionario, esso dovràristabilire la sua unità con glioperai occupati nellaproduzione e con tutti gli altrilavoratori.I comunisti devono spiegaresistematicamente alle masselavoratrici che il fenomenodella disoccupazione non ècasuale, temporaneo ocongiunturale, ma chescaturisce dalla natura classistasfruttatrice dell’ordinamentocapitalista e che non può esseresuperato nel quadro di un taleordinamento. Ma essi sanno chese il movimento dei disoccupativiene lasciato privo di unaadeguata guida rivoluzionaria,di ciò si avvantaggeranno lasocialdemocrazia e la reazioneborghese. I capi crumiri dei sindacatiufficiali si oppongonoall’organizzazione di unaconsistente attività di massa daparte dei lavoratori occupati indifesa degli interessi deidisoccupati, sebbene si siaconstatata la possibilità che idisoccupati appoggino

attivamente i lavoratori insciopero. Dal canto loro, isostenitori della lotta puramentesindacale pretendono di fare deiloro sindacati un surrogato diun’estesa organizzazione deidisoccupati.Raccogliere alcuni nuclei didisoccupati sotto il palazzodella Regione promuovendobattaglie sui cosiddetti fondieuropei è un modo per impedireuna vera lotta di massa contro ladisoccupazione e diffondereillusioni sugli organi di governodella borghesia e sulla stessademocrazia borghese. Accettarel’esistenza di questi fondieuropei significa approvare ilcapitalismo europeo che li hacreati a sostegno della suadottrina economica delneoliberismo, non combatterlo.Occorre creare un movimentodi massa dei disoccupati, rivoltodirettamente contro lo Statocapitalista strumento nelle manidell’oligarchia finanziarialocale e mondiale, che pongaall’ordine del giorno la lotta peril salario pieno per tutti ilavoratori in caso disospensione o riduzione della

produzione, per una indennitàche copra le necessità vitali deidisoccupati e dei loro familiari,per l’esproprio senza indennizzidelle aziende che trasferisconoall’estero o che cessano la loroattività e l’affidamento da partedello Stato della continuitàproduttiva ai lavoratorilicenziati, per la tassazione deiprofitti dei monopoli e dellegrandi imprese per assicuraretutte le provvidenze necessarieai disoccupati e alle lorofamiglie. Il movimento dei disoccupatideve prendere la forma di marcecontro la fame e didimostrazioni politiche. Laquestione dell’affermazione diun nuovo potere, di un governodegli operai e di tutti glisfruttati, per risolvere lenecessità vitali dei lavoratori edei disoccupati, è all’ordine delgiorno. La parola d’ordine dellosciopero generale di massadovrà diventare popolare intutte le grandi lotte operaie, intutte le dimostrazioni di strada,per sollevare le più grandimasse per imporre allaborghesia l’alterativa di classe.

Sviluppare il movimento di massa dei disoccupati

Proseguono senza soste gliomicidi sul lavoro. Riceviamo evolentieri pubblichiamo ilseguente commento su talebruciante questione.Nell'anno trascorso sono statepresentate 636.766 denunced’infortunio sul lavoro e 1246denunce d’infortunio mortaleavvenuto in occasione dellavoro e durante il tragitto casa-lavoro-casa. Sono statedenunciate 58.925 malattieprofessionali, la maggioranzadelle quali riguardano il sistemaosteomuscolare e il sistemanervoso. Ecco quanto leggiamonell'ultimo rapporto pubblicatodall'Inail questa estate.Beninteso si tratta di statisticheche dissimulano le dimensionidel fenomeno, in quanto nonfanno parte di questa contabilitàgli infortuni dei lavoratoricosiddetti indipendenti, le mortiper malattie professionali, gliinfortuni mai denunciati perchéavvenuti in settori come illavoro agricolo e l’edilizia, neiquali non esistono praticamentetutele per i lavoratori. Pur falsate, tuttavia esse sono ladimostrazione più esemplaredella forza distruttiva dellaproduzione capitalistica e unatto d’accusa contro ilcrumiraggio dei capi sindacali.Ma il parlamento borghese hamesso all'ordine del giorno deisuoi lavori una legge perliberare i capitalisti da ogniaccessorio burocratico e dallesanzioni sproporzionate.

I capitalisti in tutti questi anninon hanno mai rinunciato ai loropropositi di ridurre la questionedella tutela della sicurezza nellefabbriche ad un qualchecertificato che stabilisca alcuneprescrizioni ordinarie con ilsigillo dello Stato borghese. Essi hanno continuato a sfruttareprepotentemente i rapporti diforza a loro vantaggio percostringere gli operai a barattareil posto di lavoro con lecondizioni di salute e disicurezza tecnica e semprehanno tentato di gettare ognicolpa sui lavoratori. Oggi attraverso i legislatoriborghesi vorrebbero ottenere lasantificazione della passione delcapitalista per il profitto e ilsigillo della fatalità edell’imponderabilità per irisultati di questa loro passione. È l’intensificazionedell’oppressione e dellosfruttamento capitalistici unitiall'assoluta mancanza dicondizioni pur minime di lavoroe di sicurezza tecnica aprovocare l’aumento degliincidenti sul lavoro e lamassiccia diffusione dellemalattie professionali. La borghesia è una classeparassitaria, che si arricchiscesempre più sfruttando eimpoverendo le masselavoratrici e in primo luogo laclasse operaia.È il tempo per gli operai diriprendere la lotta per lasicurezza e la salute, dentro e

fuori la fabbrica, da dove essil’hanno interrotta, sopraffattidalla minacce dei capitalisti edal tradimento dell’aristocraziaoperaia che si è impadronita deisindacati.È il tempo per essi di ricomporrel’unità della classe operaiacontro la potenza concentratadel capitale. Per cominciare, essi devonoimporre l’elezione diretta deipropri rappresentanti per lasicurezza, per avere il modo discegliere i più capaci ecombattivi, prevedendo lapossibilità della revocadell’incarico da parte deglistessi lavoratori. Questi rappresentanti elettidevono a loro volta tendere asuperare la conduzione dellevertenze aziendali, riunendosi inun organismo nazionale che lottiper l’affermazione del principiodel controllo delleorganizzazioni operaie sulla

formazione di tutti i lavoratori esull'attività di prevenzione neiluoghi di lavoro.Ma il compito certamentedifficile, ma insostituibile, cheattende i più coscienti tra ilavoratori, è quello di preparareuna vasta agitazione sull'insiemedelle condizioni di vita e dilavoro della classe lavoratrice. Nel corso degli scioperi e dellemanifestazioni, larivendicazione di ognimiglioramento contrattuale deveaccompagnarsi alla lotta per lasoppressione del capitalismo.Sempre più deve farsi largo tragli operai la convinzione chesolo il socialismo può dare lorosoddisfazione nel lavoro, poichéesso soltanto libera dalle cateneche le avvincono tutte le forzeproduttive della società e perciòla loro lotta per abbattere ilsistema capitalista deveassumere proporzioni sempremaggiori.

Ottobre 20164

Omicidi sul lavoro e lotta di classe

Imbrogli sulla pelle dei lavoratori: i lavori usurantiContinua il balletto fra governoe vertici sindacali sui lavoriusuranti. La normativariconosce l’uscita anticipata, mal’elenco dei lavoratori chesvolgono questi lavori e chedeve essere tutelato non èancora definito e i fondi dautilizzare sono sempre meno, acausa della politica di austerità.La questione dei lavori usurantiè una delle tante dimostrazionedi come la borghesia se ne fregadella salute delle lavoratrici edei lavoratori. Le norme sono nate male e sonorimaste sostanzialmenteinapplicate, finite nel calderoneparlamentare tra rinvii, elezioni,pareri mancanti, terminiscaduti, et. Solo nel 2011 sonostati fissati i criteriindispensabili per usufruire

delle risorse di un Fondoutilizzato in minima parte. Chi svolge attività usuranti nonavrà comunque vita facile peraccedere alla pensioneanticipata: solo se ha iniziato alavorare da giovane,raggiungerà prima il requisito dianzianità contributiva previstaper i lavoratori precoci (41-42anni), rispetto all’etàpensionabile (62 anni e mezzo)richiesta ad hoc dalla Forneroper chi ha svolto tali attività. Le categorie, ampiamentesottostimate, dei lavori usuranti,in realtà, ci sono dal 2007 esono quattro: quella cheriguarda le mansioni piùgravose ed esposte a rischicome i lavoratori delle cave,delle miniere, i palombari ealtro; i lavoratori notturni

definiti in base a intervalli orariben precisi; gli addetti allacatena di montaggio e iconducenti di mezzi pubblici danove posti in su. Mentre un nuovo disegno dilegge è approdato un mese faalla Camera per includere gliedili e chi vive in equilibriosulle impalcature (sono le primevittime sul lavoro), nel 2016un’ulteriore stretta ha ancorapiù irrigidito i requisiti sugliusuranti, già particolarmentecavillosi. Infatti ogni categoria ha i suoirequisiti, modificati nel 2012.Resi così vincolanti, però, daaver creato un imbutostrettissimo che ha escluso ilgrosso delle pratiche inoltratedai patronati. Su 11.124domande presentate al 2011, ne

risultano accolte 3 mila erespinte più di 8 mila. Laconseguenza è stata che dalfondo predisposto per lecoperture, non sono stati pagati1,5 miliardi di euro stanziati dal2009 al 2013. L’obiettivo di tutte questemanovre, nonchè lo scopo difondo dei tagli sulle pensioni, èarrivare alla privatizzazione delsistema pensionistico pubblico,affidando sempre di più lapensione al sistema bancario,assicurativo e finanziario,mentre le burocrazie sindacali esono sempre più coinvolte neifondi pensionistici integrativi.Diciamo NO ad accordi chepuzzano di scambio pre-referendum e ripartiamo con lalotta per il riconoscimento ditutti i lavori usuranti!

5Ottobre 2016

L’Assemblea nazionale dellaCGIL, svolta a Roma il 7 e 8settembre, ha deciso di invitarea votare NO in occasione delprossimo referendumcostituzionale. Quello di Camusso è però unNO al ribasso e con molti puntidi condivisione dellecontroriforme costituzionali. Infatti i dirigenti della CGIL,seppure criticano “l’eccesso dipotere in materia legislativa”attribuito al governo,condividono “l’auspicabileobiettivo di superare ilbicameralismo perfetto” e“l'intenzione di cambiarel'equilibrio dei poteri traRegioni e Stato”. Quanto all’invito a votare NO,esso si accompagna alla“libertà di posizioniindividuali”, mentre siribadisce che la CGIL “perpreservare la propriaautonomia” non aderirà al alcuncomitato.La decisione presa dei vertici edella burocrazia CGIL dunquenon prelude a nessunamobilitazione di massa deilavoratori per incidererealmente nella battagliareferendaria. La critica dei mandarinisindacali alla controriforma diRenzi e Verdini non ha nulla a

che vedere con la lotta decisa edi massa alla trasformazionereazionaria dello Statoborghese, imposta dal capitalemonopolistico finanziario. Si accusa infatti il governo diaver sprecato un’occasione perintrodurre i necessaricambiamenti atti a rafforzare,semplificandole, le istituzioniborghesi; si attacca Renzi peraver messo in atto una riforma“non convincente”. Sono le solite motivazioniriformiste, tutte interne allalogica del perfezionamento edel rafforzamento dell’apparatod’oppressione borghese, che lasocialdemocrazia sindacalesostiene egregiamente. Ma quali sono le ragioni chesono dietro questa pallida presadi posizione per il NO? Innanzitutto, essa esprime laconsapevolezza dei vertici e deiburocrati CGIL di essere sottoscacco da parte del neoliberistaRenzi. Essi sanno che il governorafforzerà l’offensiva nei loroconfronti se passerà lacontroriforma costituzionale.Dunque, un primo motivo è ladifesa, da parte dell’apparatoCGIL del proprio ruolo, delleproprie prerogative e posizionidi privilegio, oggi a rischiodavanti alla furia restauratrice

di Renzi e dell’oligarchiafinanziaria, che diverrebbeinarrestabile con una ulterioreconcentrazione di potere nellemani del governo.Un secondo motivo, è la spondache la burocrazia sindacaleriformista vuole offrire a quellecomponenti di minoranza delPD schierate per il NO. A Camusso e soci interessanomolto di più questi equilibrismie tatticismi nel camporiformista, molto di più lariconquista della concertazione,piuttosto che lo sviluppo dimigliori rapporti di forza per laclasse operaia mediante la lotta. Infine, c’è il tentativo da partedei capi CGIL di sottrarsi allecritiche di immobilismo ecollaborazionismo, oggitiepide, ma domani più radicalie di massa, da parte dei propriiscritti e dei lavoratori. E’ chiaro che la direzione CGILfarà di tutto per non chiamaregli sfruttati ad una reale lottapolitica, così da mantenere lasfida referendaria a bassi livelliper non mettere realmente indiscussione la poltrona di Renzie lo strapotere dell’oligarchiafinanziaria. La manovra effettuata daCamusso e dalla segreteriaconfederale è volta ad aprirsi,assieme ai collaborazionistisfacciati di CISL e UIL (quellidelle crociere e dei gioiellicomprati coi soldi degli iscrittial sindacato) degli spazicontrattuali ove rilanciare, conuna ferrea centralizzazione

delle trattative la politica disvendita degli interessifondamentali dei lavoratori. Il NO debole e al ribasso, senzamobilitazione, spoliticizzato,dei vertici CGIL fa il gioco diRenzi che vuole andare alreferendum in una situazione dipace sociale. Ma se questo è il disegno deicapi riformisti esocialdemocratici ben altrodev’essere l’atteggiamento deilavoratori, dei delegati e deimilitanti combattivi della CGILche sono schierati nettamentecontro la riforma costituzionalee gli altri progetti reazionari edantidemocratici del capitale. E’ ora di passare dalle parole aifatti, all’organizzazione,utilizzando tutte le possibilità(dalle assemblee allo sciopero,dalla formazione di Comitatiunitari dal basso alledimostrazioni di piazza) perdifendere in modo intransigentei nostri interessi di classe, persviluppare la battaglia per il NOe per la cacciata di Renzi, per laripresa della lotta di classeanticapitalista e rivoluzionaria. I lavoratori devono provvederealla difesa dei loro interessi,sbaragliando i piani reazionarie imperialisti, lottando su unfronte unico di classe senza icapi collaborazionisti edisfattisti!Questo sarà anche il modomigliore per accrescerel’influenza e l’organizzazionedei comunisti e degli operaiavanzati nei posti di lavoro.

Le manovre dei vertici CGIL e la ripresa dellla mobilitazione dei lavoratori

Lotta a tappeto per il NO!- Formare Comitati per il NOnelle fabbriche, nei posti dilavoro e nel territorio.- Promuovere assemblee,riunioni, per spingere i sindacatiaziendali a prendere unaposizione decisa per il NO.- Realizzare scioperi, fermatedel lavoro, corteimanifestazioni; partecipare agliscioperi proclamati dai sindacatiper i contratti legandovi il NOal referendum e la cacciata diRenzi.- Effettuare volantinaggi davantile principali fabbriche e posti dilavoro, fermate della metro,nodi di scambio, centricommerciali, poste, ospedali,stazioni ferroviarie, etc. - Intervenire nelle riunioni edibattiti pubblici, facendopropaganda ed agitazionepolitica per il NO e la cacciatadel governo Renzi.

- Realizzare striscioni, scrittemurali, manifesti ben esposti(nei luoghi sopra indicati),utilizzando anche i cartellonipubblicitari stradali. - Realizzare comizi davanti lefabbriche e altri posti di lavoro.- Allestire banchetti informativinelle principali piazze deiquartieri popolari, specie neigiorni festivi.- Utilizzare la posta elettronica,internet (siti web, blog), socialmedia, realizzare “catene disant’antonio” via sms,whatsapp, twitter, etc. perinvitare a votare NO.- Intervenire nelle radio e nelletelevisioni locali.- Inserire volantini nelle cassettepostali dei caseggiati.- Fare propaganda e agitazione avoce, telefonare a amici eparenti. Moltiplichiamo glisforzi! Azione di massa!

Verso il referendum del 4 dicembre

L’ultima di Bersani: «In Spagna forze come Podemos e Ciudadanosvengono assorbite, entrano nel sistema, trovano uno spazioistituzionale in quella democrazia» (dall'intervista di "Repubblica"del 14 settembre 2016).Sono parole che non ci stupiscono. Un politico più «assorbito»dell'ex "comunista" Bersani nel meccanismo della falsa democraziacapitalistica e del parlamentarismo borghese è difficile trovarlo!

Il conservatorismo piccolo-borghese del M5SAbbiamo assistito in questeultime settimane all’offensivapolitica e mediatica deitradizionali partiti borghesicontro il M5S, volta adimostrare l’incapacità diquesto movimento-partito aproporsi come “alternativa”(cioè alternanza) di governo.Gli esponenti degli stessicorrotti partiti che hannoportato il paese alla rovina, chehanno innalzato per i lorointeressi la montagna del debitopubblico, che sono collusi conla mafia e le altreorganizzazioni criminali (vedi ilcaso di “Mafia Capitale”) sisono scatenati contro i parvenusdel M5S, offrendo unospettacolo indecente. Ma nonrecupereranno un solo voto.Da parte sua il movimentogrillino dimostra di non essereuna forza che ha rotto con lepolitiche tradizionali. La Raggiper essere eletta sindaca diRoma ha fatto compromessi coni poteri forti, ed è una pedina delVaticano e della Chiesacattolica.Una riprova? Il quotidiano dellaCei “Avvenire” ha pubblicatol’8 settembre scorso uneditoriale di prima pagina, cheha preso le distanze dal “coro”dei partiti e mass media,concedendo una nuova aperturadi credito al M5S e alla Raggi:“Dopo anni e anni di malagestione della ‘vecchia politica’– si legge sul quotidiano dellaCei – il tempo passato è troppo

poco per pretendere già dibuttare dalla rupe tarpeaun’esperienza, quella delmovimento ispirato da BeppeGrillo, che resta innovativa”.Anche le dichiarazioni disostegno di monsignor Becciuparlano chiaro: la monarchiaassoluta vaticana sostiene, perora, la sindaca.Altre cartine di tornasole delcarattere conservatore dellaRaggi stanno nella difesa aspada tratta di Minenna (unbocconiano ex Consob), diMarra (vicino al fascistaAlemanno) e di Muraro (legataal boss dei rifiuti Cerroni). Tuttipersonaggi del mondo borghesepiù avido e reazionario, legaleillegale.Le vicende sollecitano alcuneconsiderazioni, piacciano o noalle “scimmie urlanti dellarete”. 1. I movimenti della piccola emedia borghesia impoverita erovinata dalla crisi, come ilM5S, non possono essereindipendenti né coesi, data lanatura di questa mezza classe.In particolare in Italia ilrapporto di subalternità di ampisettori della piccola e dellamedia borghesia conl’oligarchia e il Vaticano inItalia è intrinseco. Questosignifica che il M5S, in quantoespressione di questi strati, silascia inevitabilmente attrarredalla parte della borghesia e deiparassiti, mantenendo unaposizione subalterna.

2. Come scriveva Marx: “Tratutte le classi che oggi sicontrappongono alla borghesia,solo il proletariato è una veraclasse rivoluzionaria…. I cetimedi, i piccoli industriali, ilpiccolo commerciante,l'artigiano, il contadino, tutticostoro combattono laborghesia, per assicurarsil’esistenza come ceti medi. Essinon sono quindi rivoluzionari,ma conservatori… Se sonorivoluzionari, lo sono inrapporto al loro prossimopassaggio al proletariato”. Chiaramente il proletariato pertrionfare nella rivoluzione può edeve influenzare e dirigere, puòe deve mettersi alla testa – e nonalla coda - della lotta di tutti ilavoratori e gli sfruttati controgli oppressori e gli sfruttatori.La rinunzia all’ideadell’egemonia del proletariatonei confronti di ampi settoridella piccola borghesia urbana erurale (vedi i “rivoluzionari”

che lanciano appelli a votare esostenere i grillini) è oggi unodegli aspetti più volgari delriformismo edell’opportunismo, oltre adessere una resa al neoliberismo.3. Non esistono soluzioniparlamentari perl’emancipazione economica epolitica del proletariato, cosìcome non esiste una soluzionedel problema dello Stato chenon sia la presa del potere daparte della classe operaia. Il governo che ci vuole peruscire dalla crisi e dalladecomposizione della societàitaliana è un governo dellaclasse operaia divenuta classedominante. Dunque un governo che puòsorgere solo come risultato delsuo movimento rivoluzionario,per annientare il potere politicodella borghesia, abbattere ilgiogo del capitale e creare unnuovo e superiore regimesociale.

Ottobre 20166

Scintillaorgano di Piattaforma Comunista

- per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

Periodico mensile. Iscrizione ROC n. 21964 del 1.3.2012

Dir. resp. E. MassiminoRedaz: Via di Casal Bruciato 15, Roma

Editrice Scintilla OnlusChiuso i l 26.9.2016 - stampinprop.Per contatti e contibuti:

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Il pedigree dei galletti del “direttorio”E’ noto che Virginia Raggi,sindaca di Roma per il M5S, hafatto pratica nello studio diCesare Previti, e chesuccessivamente ha presiedutouna società di recupero creditilegata al giro del fascista GianniAlemanno, indagato percorruzione aggravata.Chiara Appendino, la sindaca diTorino, è invece laureata allaBocconi, ha fatto uno stage allaJuventus, il “giocattolo” dellafamiglia Agnelli, ed è moglie(ovviamente sposata in chiesa)di un imprenditore che producearticoli per la casa. Il padreDomenico è vicepresidenteesecutivo di Prima Industrie,l’azienda che produce macchinelaser guidata da GianfrancoCarbonato, presidente di

Confindustria del Piemonte.Non c’è da meravigliarsi. Ilegami fra i capi del M5S, ipadroni e l’estrema destra sononoti. Anzi sono “genetici”.Basta guardare il pedigree deidue galletti che si contendono laleadership del movimento,incredibilmente simili.Luigi Di Maio (Avellino): ilpadre Antonio, imprenditoreedile, è stato dirigente del MSIprima e di AN poi.Alessandro Di Battista (CivitaCastellana): il padre Vittorio,imprenditore nel campo delleceramiche, è stato consiglierecomunale nelle file del MSI,fascista dichiarato. Figli di padroni, lavorano per leimprese italiane e straniere. Perun “onesto e trasparente”

sfruttamento del proletariato.Per una santa “alleanza nonsubalterna” con gli USA (poverigonzi!). Noi comunisti m-l abbiamosempre denunciato ecombattuto il populismo delM5S come contenitore deldissenso e cavallo di ricambiodel regime borghese indecomposizione.Mettiamo in guardia i proletaridall’abboccare all’amo: il“nuovo che avanza” è la solitavecchia musica antioperaia,neoliberista e filoatlantica. La sola alternativa ai governidella borghesia e della piccolaborghesia è un vero Governooperaio, che può sorgere solodal movimento di lotta dellemasse sfruttate e oppresse.

Mistificazioni socialdemocratiche7Ottobre 2016

Stralci della nostra relazione alXX Seminario “Problemi dellaRivoluzione in America Latina”Le vicende latinoamericanehanno avuto in questi anninotevoli ripercussioni nella lottadel movimento comunista eoperaio in Europa e nel nostropaese. In che modo si è manifestataquesta positiva influenza?Anzitutto, il risveglio politicodei lavoratori, dei popoli e dellagioventù in America Latina(AL) ha permesso di superare,sia pure parzialmente, il riflussogenerato dal collasso delcosiddetto “socialismo reale”.Ha dunque contribuitopositivamente alla ripresa delleorganizzazioni comuniste,rivoluzionarie, a livellointernazionale. L’importanza dell’AL comefattore di crisi rivoluzionaria delsistema imperialistico mondialeè cresciuta negli ultimi duedecenni. La classe operaia e ipopoli dell’AL sono una fucinapermanente del movimento dimassa rivoluzionario, di quadricoraggiosi; un laboratoriopermanente di tesi e diesperienze che hanno un grandevalore per lo sviluppo dellebattaglie contro il capitalismo el’imperialismo, per ilsocialismo. Sul piano internazionale,l’offensiva delle forzerivoluzionarie, popolari eprogressiste in America Latinainiziata negli anni ’90 harafforzato e rafforza la fiduciadella classe operaia e dellemasse popolari in se stesse. In particolare rafforza tutticoloro che lottano per la ripresadel movimento comunista eoperaio. .....Per noi è dunquefondamentale far conoscere allaclasse operaia e alle massepopolari italiane le vittorie delleforze popolari e progressiste inAL; denunciare lap a r t e c i p a z i o n edell’imperialismo italiano eeuropeo all’aggressioneneocoloniale e al depredamentodelle ricchezze dei popoli in AL;appoggiare attivamente la lottadei popoli dell’AL control’imperialismo, stabilire il piùstretto legame fra questa lotta eil movimento operaio esindacale delle metropoliimperialiste.

Allo stesso tempo, osserviamoche la lotta delle forze popolari eprogressiste in AL e soprattuttol’affermarsi dei “governialternativi” viene usata in sensoanticomunista dalle forzesocialdemocratiche erevisioniste italiane, che sonosostenitrici di questi governi edelle loro politiche,spacciandole per rivoluzionariee socialiste......In primo luogo, queste forzeutilizzano l’affermazione diquesti governi per rinnegare larivoluzione proletaria, la rotturadella catena imperialista nei suoipunti deboli, per rigettare lavittoriosa esperienza dellacostruzione del socialismo inUnione Sovietica e in altri paesi,per gettare alle ortiche gliinsegnamenti preziosi sullastrategia e la tattica dellarivoluzione socialista, specie neipaesi imperialisti.In secondo luogo, queste forzesviluppano una offensivaideologica per dimostrare che ilsocialismo scientifico èfracassato in teoria e in pratica,che il capitalismo è invincibile eche la rivoluzione è inutile, chela dittatura del proletariato èdannosa, etc. I socialdemocratici e irevisionisti negano che la nostraepoca - sebbene le primeesperienze di socialismo sianostate sconfitte principalmente acausa della degenerazionerevisionista – è e rimane l’epocadel capitalismo morente, l’epocadelle rivoluzioni proletarie edelle rivoluzioni popolari,democratiche e antimperialiste,in marcia verso il socialismo e ilcomunismo.In terzo luogo, diffondono unconcetto di socialismo - omeglio di “socialismi di mercatoe con mercato” - che nullahanno a che vedere colsocialismo scientifico, ma sioppongono frontalmente adesso. Socialdemocratici e revisionistiidentificano il socialismo con ilwelfare state, con lanazionalizzazione di alcuneaziende lasciando al potere laborghesia e conservando il suoStato. Ricordiamo che Marx eEngels hanno dedicate pagineilluminanti nel “Manifesto delPartito comunista” riguardoquesto tipo di socialismo: ilsocialismo borghese e piccolo

borghese.In quarto luogo, sostengono unconcetto di imperialismo (e diantimperialismo) che si opponeagli insegnamenti di Lenin.Queste forze promuovono la tesireazionaria secondo cui percombattere un imperialismobisogna appoggiarsi su un altro,invece di approfittare delle lorocontraddizioni. Ciò in pratica si traduce in unapolitica di appoggio aperto agliimperialismi “emergenti” e allaCina che viene decantata come“socialista” o ad orientamentosocialista. Sul piano teorico, la loroposizione deriva dalla negazionedell’imperialismo comecapitalismo monopolisticofinanziario, capitalismo giuntonella sua ultima fase. Sul piano politico-praticoriflette l’interesse dellasocialdemocrazia allosfruttamento imperialistico deipaesi dipendenti esemicoloniali, da cui laborghesia trae queisovrapprofitti con cui corrompelo strato superiore della classeoperaia, lega a sè la piccolaborghesia, etc. Infine, la socialdemocrazia e ilrevisionismo approfittanodell’esistenza dei governi“alternativi” per cercare usciredalla loro profonda crisiideologica e politica.Appoggiando questi governirilanciano le posizioniriformiste, le illusioni pacifiste eopportuniste, diffondono lefavole piccolo borghesi della“democratizzazione” delcapitale all’interno delmovimento operaio e sindacale,nei movimenti di massa.

Questo col chiaro tentativo diindebolire il movimentorivoluzionario proletario eattaccare le sue posizioni, diproseguire l’offensivaideologica anticomunista. .....Le forze e le correntisocialdemocratiche e irevisionisti – siano essi al potereoppure all’opposizione - sonoagenti della politica borghese eimperialista in seno alla classeoperaia e alle masse popolari. I loro dirigenti e quadri – cheprovengono in gran partedall’aristocrazia operaia, dallaburocrazia sindacale, dallapiccola borghesia urbanaradicalizzata - seminano unagran confusione ideologica epolitica tra i lavoratori e ipopoli, alimentano nelle massel’illusione di un passaggiopacifico e indolore alsocialismo, l’illusione della pacee del disarmo senza che sianecessario rovesciarel’imperialismo. Sono i veicolidiretti dell’influenza e dellapressione borghese e piccoloborghese sul proletariato. Sono imigliori puntelli sociali delputrido sistema capitalistico e ipeggiori nemici del comunismonel movimento operaio, essendouna forza rivolta contro larivoluzione proletaria e ilsocialismo.La socialdemocrazia – compresala sua ala “sinistra” – e ilrevisionismo rimangono semprelegati alla borghesia eall’imperialismo. Sono semprepronti a collaborare direttamentecon le classi dominanti, a dare ilproprio appoggio attivo alregime capitalista-imperialistain crisi profonda, a frenare edividere la classe operaia.

Ottobre 2016

Cooperare alla redazione e alla diffusionedi Scintilla è un compito rivoluzionarioNello scorso numero abbiamoindicato i compitiindispensabili per lo sviluppo eil miglioramento di Scintillaquale organo di lotta impegnatosui tre fronti (politico,ideologico e economico) dellalotta proletaria contro ilcapitalismo.La necessità di dare nuovoimpulso al nostro periodicoderiva da alcune ragionifondamentali. Nel mezzo dell’offensivaantioperaia, antipopolare eanticomunista della borghesia,Scintilla è uno dei pochi, se nonil solo, periodico a porrecostantemente il problema dellaformazione diu n ’ o r g a n i z z a z i o n eindipendente e rivoluzionariadella classe operaia, embrionedel Partito; a sostenere gliinteressi di classe riconoscendoapertamente la necessità dellarivoluzione sociale delproletariato, della demolizionedel vecchio Stato borghese edell’instaurazione delladittatura del proletariato percostruire la nuova societàdapprima socialista e poicomunista; a sforzarsi di unireil socialismo scientifico almovimento operaio per elevare

la coscienza di classe deglisfruttati; a farsi portabandierad e l l ’ i n t e r n a z i o n a l i s m oproletario nella pratica vivente.Nelle colonne del nostrogiornale non s’incontrerà maiuna sola riga con posizionivacillanti, opportuniste orevisioniste. Il nostro proposito è infattiquello di aiutare il distacco deimigliori elementi delproletariato dalle forze e dalleposizioni che rappresentano laquinta colonna della borghesianella classe operaia.Oggi è della massimaimportanza sviluppare lafunzione organizzativa diScintilla. La chiave per fare ciò stanell’incremento di una rete dicompagni corrispondenti ediffusori, nella creazione dicircoli di lettori che sianopropagandisti e diffusori, nellacrescita del senso critico e dellamilitanza, del lavoro collettivo. Questo foglio dev’esseredunque uno strumento perstringere legami con glielementi avanzati della classeoperaia, con i giovanirivoluzionari, sviluppando cosìla sua funzione di impalcaturaper la costruzione

dell’organizzazione, e domanidel Partito politico per cuilottiamo. La vita e lo sviluppo del nostroperiodico dipende dall’apportovolontario dei rivoluzionariproletari, dei lavoratori piùcoscienti, degli intellettualiorganici alla classe, dei giovaniche hanno uno spirito libero ecombattivo, di tutti coloro checomprendono la necessità dioffrire il loro contributo – perpiccolo che sia – alla grandecausa del comunismo. La redazione è disposta amantenere il numero di pagine

attuale, a sviluppareulteriormente il giornale, maquesto sforzo si potrà realizzarenella misura in cui i nostricollaboratori e simpatizzantisvilupperanno un’ampia e seriaattività volta a inviareregolarmente articoli,corrispondenze, diffondere lamaggior quantità di copie nelminor tempo possibile, etc. L’affermazione di Scintillacome tribuna del proletariato èun compito rivoluzionario diprim’ordine, rispetto al quali icompagni devono assumere unamaggiore responsabilità.

Rilanciare la solidarietà con gli operai licenziati dai padroniNon è ancora nota la sentenzasui 5 operai licenziati per unamanifestazione satirica diprotesta contro Marchionne. Al riguardo pubblichiamo laseguente corrispondenza, checondividiamo pienamente.

Mimmo Mignano, AntonioMontella, Marco Cusano,Massimo Napolitano e RobertoFabbricatore ricominciano laloro battaglia per la libertà diparola e di critica degli operaidavanti al tribunale di Napoli.La vicenda è nota. Per averinscenato la propria mortedavanti ai cancelli dellostabilimento Fiat di Nola edaver unito ad essa il suicidio diun pupazzo con la maschera diSergio Marchionne, i cinqueoperai sono stati licenziati e illoro licenziamento è stato poiconfermato dal tribunale di

Nola. Mignano e i suoi compagni cosìhanno perso anche gli 800 eurodi cassa integrazione e oravivono in povertà assoluta.Tutti i lavoratori devonoprestare la massima attenzionealla lotta condotta cosìcoraggiosamente dai cinqueoperai di Nola, e non devonotrarsi in disparte come fossecosa che non toccaimmediatamente le loro vite.È un caso politico generale cheriguarda tutti gli operai italianie non esclusivamente gli operaidella FIAT.La più fiera resistenza deveopporre la classe operaiaitaliana al tentativo deicapitalisti dell’industriaautomobilistica di soffocare lavoce di questi lavoratori: quelloche i capitalisti sperimentanonegli stabilimenti

automobilistici viene poiapplicato in tutte le fabbricheed aziende contro i lavoratoripiù arditi e combattivi.Neppure la lotta economica piùelementare sarebbe possibile segli operai non avessero il dirittodi esprimere le proprieopinioni, di organizzare leriunioni, di associarsi e discioperare contro i capitalisti eil loro sistema economico esociale.La borghesia mentespudoratamente ai lavoratori aproposito dell’uguaglianza:oggi vale il principio dei pienidiritti per la minoranza deglisfruttatori e la mancanza didiritti per la maggioranzasfruttata dei cittadini.La libertà individuale èriconosciuta solo ai possessoridel capitale, tutti gli altricittadini sono considerati alla

stregua di un grezzo materialebuono solo per essere gettatonella fornace della produzionecapitalista.Questi cinque operai avrebberodovuto poter contare su unavasta campagna di solidarietà asostegno della loro causa.Questi operai avrebbero dovutopoter contare sul sostegno diuna cassa di resistenza per ilavoratori licenziati che ipadroni vogliono immiseriti emuti.A questi errori bisogna subitorimediare.Il processo di Napoli è un buonmotivo per riproporre questedue questioni all’ordine delgiorno in tutte le organizzazionisindacali, politiche e sociali,per fare propria la causa deicinque operai licenziati.

Lettera firmata

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“Sono socialista perchè amo”Sono socialista perché amo.Amo tutto quel che di buono e bello vi è nella vita,amo chi si procura il pane col suo lavoro,amo l’umanità sofferente che abbrutisce nelle stamberghe umide,amo la pace che consente alla civiltà di migliorare le condizionidi vita e di elevare lo spirito,amo il vero.Ed il mio amore grandissimo porta anche all’odio.Ed io odio ogni ingiustizia ed ogni oppressione,odio il ricco che calpesta il povero, il prepotente che abbattel’umile,il capitalista che si arricchisce sul sudore di chi fatica.L’amore e l’odio così fusi insieme fanno di me un socialista.

Poesia di Gastone Sozzi (Cesena 8.3.1903 - Perugia, 6.2.1928).Militante comunista, responsabile del lavoro clandestino entro leforze armate, imprigionato torturato per settimane e poi uccisodalla polizia fascista. Non fece alcun nome.

Teoria: la legge generale dell'accumulazione del capitale, ovvero le due inseparabili accumulazioni

Nell'editoriale di questo numero di "Scintilla" abbiamo messo inrilievo lo stato di profondo decadimento economico delcapitalismo nella sua attuale fase agonica, in Italia, in Europa e nelmondo. Questa situazione, che apre la strada a sempre più acuticontrasti di classe fra borghesia e proletariato, era stata prevista -più di un secolo e mezzo fa - da Karl Marx nella sua profondaanalisi scientifica del modo di produzione capitalistico e delle sueleggi. di movimento, di sviluppo e di dissoluzione, con particolareriguardo a quella costante regolarità del capitalismo che Marxchiama la «legge assoluta. generale dell'accumulazionecapitalistica»:«Entro il sistema capitalistico tutti i metodi per incrementare laforza produttiva del lavoro si attuano a spese dell'operaioindividuo; tutti i mezzi per lo sviluppo della produzione si

capovolgono in mezzi di dominio e di sfruttamento del produttore,mutilano l'operaio facendone un uomo parziale, lo avviliscono ainsignificante appendice della macchina, distruggono con iltormento del suo lavoro il contenuto del lavoro stesso. […] Neconsegue, quindi, che nella misura in cui il capitale si accumula,la situazione dell'operaio, qualunque sia la sua retribuzione, altao bassa, deve peggiorare. […] Questa legge determinaun'accumulazione di miseria proporzionata all'accumulazione dicapitale. L'accumulazione di ricchezza all'uno dei poli è dunque altempo stesso accumulazione di miseria, tormento di lavoro,schiavitù, ignoranza, brutalizzazione e degradazione morale alpolo opposto, ossia dalla parte della classe che produce il proprioprodotto come capitale». (Marx, Il Capitale, vol. III).

Il giornale turco Yeni Akit,conosciuto per i suoi strettilegami con Erdogan, harecentemente pubblicato unarticolo intitolato ‘Evrensel, ilportavoce del PKK, saràchiuso". Nell'articolo si lascia intendereche la chiusura del quotidianoEvrensel - quotidiano che da 22anni sostiene e illumina la lottadella classe operaia e dei popolidi Turchia - è all'ordine delgiorno. L’intento del governo turco dichiudere Evrensel non è unanovità. Ma oggi, mentre il clima

politico in Turchia diventasempre più pesante, si rafforzala boria di coloro che voglionochiudere questo giornale eavanza il “sicariato” mediatico,come quello dello Yeni Akit.Senza dubbio il principaleresponsabile della soppressionedel giornalismo di classe edemocratico è l'intolleranzadimostrata dal governo di AKPverso i giornalisti che nonubbidiscono ai voleri diErdogan e denuncianosistematicamente la sua politicareazionaria. Nonostante le crescenti

pressioni e le difficoltà, ilperiodico Evrensel, così comela televisione Hayat,continueranno a far sentire laloro voce perché i lavoratori e lemasse popolari ne hannobisogno come l’aria per vivere. Ricordiamo che dopo esserestato chiuso tre volte negli anni‘90, Evrensel ogni volta è rinatodalla sue ceneri. Nessuna pressione potràostacolare la ricerca della veritàda parte di Evrensel! Evrensel non rimarrà in silenzioe non sarà messo a tacere!

Turchia: il giornale Evrensel non rimarrà in silenzio!

Una pagina di LeninIn una pagina di Lenin sonoriuniti alcuni concettifondamentali del marxismo.

L'abbattimento del dominiodella borghesia è possibilesoltanto ad opera delproletariato, come classeparticolare, preparata a questorovesciamento dalle propriecondizioni economiche diesistenza che le danno lapossibilità e la forza dicompierlo. Mentre la borghesiafraziona, disperde la classecontadina e tutti gli stratipiccolo-borghesi, essaconcentra, raggruppa eorganizza il proletariato. Graziealla sua funzione economicanella grande produzione, solo ilproletariato è capace di esserela guida di tutti i lavoratori e ditutte le masse sfruttate, che laborghesia spesso sfrutta,opprime, schiaccia non meno eanche più dei proletari, ma chesono incapaci di lottare da soliper la loro emancipazione.La dottrina della lotta di classe,applicata da Marx allo Stato e

alla rivoluzione socialista, portanecessariamente a riconoscere ildominio politico delproletariato, la sua dittatura, ilpotere cioè che esso non dividecon nessuno e che si appoggiadirettamene sulla forza armatadelle masse. L'abbattimento della borghesianon è realizzabile se nonattraverso la trasformazionedel proletariato in classedominante, capace di reprimerela resistenza inevitabile dellaborghesia e di organizzare perun nuovo regime economicotutte le masse lavoratrici esfruttate.Il potere statale,l'organizzazione centralizzatadella forza, l'organizzazionedella violenza, sono necessarial proletariato per dirigerel'immensa massa dellapopolazione - contadini,piccola borghesia,semiproletariato - nell'opera diavviamento all'economiasocialista.

(LENIN, Stato e rivoluzione)

Una volta annunciata la firmadell'Accordo tra il governo e laDirezione delle FARC-EP per il26 settembre nella città diCartagena, e il plebiscito dellasua approvazione per il 2ottobre, il dibattito nelledifferenti forze politiche suicontenuti, le implicazioni e lareale portata di quanto firmatosi accompagna al tema delcosiddetto post-conflitto. È chiaro che quanto è statofirmato dal governo e dallaDirezione delle FARC-EP noncomprende la fine del conflitto;da un lato, perché lo scontro tralo Stato e le organizzazioniguerrigliere dell'ELN e l'EPLcontinua nel territorio nazionaledentro una prospettiva dimaggiore aggravamento edestensione; dall’altro perché ifenomeni di esclusioneeconomica, sociale e politica,che sono la fonte viva delconflitto e dei combattimenti, siingigantiscono, lasciandointravvedere maggiori scontrisociali e politici. Il governo ha orchestrato unacampagna mediatica di grandidimensioni, con la qualevorrebbe far credere che laguerra è finita e cheappoggiando il SI nel plebiscito,il paese entrerà in una tappa dipace e di riconciliazionenazionale. Le forze politichedemocratiche e rivoluzionarieconsiderano che con questacampagna falsa e demagogica ilgoverno mira alla suarilegittimazione, così comequella dell'attuale sistemapolitico, la cui crisi èriconosciuta persino dalla stessaborghesia. L'approvazionedell'Atto Legislativo 01/2016 ela consegna di ampie estraordinarie facoltà alPresidente della Repubblica perimporre decreti legge cheassicurino l'esecuzione degliAccordi dell'Avana, completanoil quadro con il quale si fa largola strutturazione di un nuovo"Accordo o Fronte Nazionale”col quale l'imperialismo e laborghesia nel suo insiemecercano di blindare il loromodello economico, la NuovaDottrina Militare e in generaletutta la politica fascistoide cheoggi avanza nel paese. Gli Accordi dell'Avana sono atal fine lo strumento adatto perallestire dall’alto un corpo diriforme utili alle classidominanti al potere, cherisultava abbastanza tortuoso

far approvare e poi mandare arotoli in un Congressodelegittimato e con unanormativa alquanto insicura econtraddittoria. La Direzione delle FARC-EP hareso un gran favore allaborghesia colombiana firmandoun Accordo che in fondo non èaltro che un assegno in biancoconsegnato al governo, affinchéquesto approvi ed implementi asuo capriccio i cambiamenti chegli convengono, passando soprala testa del popolo, come giàfece la sua commissionenegoziale, in connivenza con laDirezione delle FARC-EP,durante quattro anni neinegoziati dell’Avana. Un Accordo che non evidenzia,né prevede, alcun cambiamentonel modello economico epolitico nel paese, che alcontrario esalta ancor più lafalsa democrazia partecipativaed il presidenzialismo, nonpotrà mai trasformarsi in unostrumento di appoggio per unpopolo che lotta percambiamenti strutturali eprofondi nella vita economica,sociale e politica della nazione. Definita come una forza incoabitazione e riformista, chenon mira a cambiamentistrutturali, serve solo perrafforzare la democraziaborghese e l’intero modello diesclusione economica, sociale epolitica che ha imperato nelpaese in tutti questi anni. Così come la parte delle forzedelle FARC-EP che è giàsmobilitata mette nuovamentein luce che il revisionismokruscioviano non è altro cheuna corrente collaborazionistache in momenti di crisi, comequello attuale, promuove laconciliazione di classe per

ostacolare e deviare per altrestrade la lotta del popolo e dellesue organizzazioni. Alzato il sipario, resta chiaronello scenario politico che laborghesia colombiana ed i suoicollaboratori continueranno ascommettere sulla difesa di unordine che assume e sviluppauna guerra contro il popolo. Lodimostrano la criminalizzazionedella protesta sociale, lasistematica violazione dei dirittiumani e del dirittointernazionale umanitario, gliassassini e le sparizioniselettive, tutta la repressione e ilterrorismo che avanza contro leorganizzazioni popolari. Il popolo è inoltre gravato diseveri carichi che peggiorano lasua situazione. Conl’annunciata la riformatributaria il governo continua lasua politica di più tasse e menosalari. Si annuncia un'altrariforma delle pensioni che va adincrementare i requisiti peraccedere a tale diritto. Ladisoccupazione e lasottoccupazione galoppanti, glialti livelli di inflazione, lasvalutazione del pesocolombiano, la privatizzazionedella sanità, dell'educazione edei servizi pubblici, sono tra lenumerose conseguenze di unapolitica economica e socialecon la quale il governo sioppone a perseguire la pacecome una questione dibenessere e diritti. La campagna chepromuoviamo, che chiama adallargare l'astensione attivacontro e in rifiuto del plebiscitodi Santos, chiarisce che le forzedemocratiche e rivoluzionariesono impegnate ad avanzarenello smascheramento dellavera anima reazionaria del

governo, dei partiti dellacosiddetta "Unità Nazionale", edi tutte le forzecollaborazioniste che sioppongono alla pace congiustizia sociale e sonocoinvolte con la guerra el'accentuazione dellafascistizzazione nel paese.Questa posizione è bendifferente dal NO del CentroDemocratico di Uribe che servea superare lo sbarramentoaffinché passi il plebiscito, datoche anche l'uribismo va aguadagnare col SI, poiché ciòche vuole Uribe è stringereancor più il nodo scorsoio cheSantos ha messo al collo delleFARC-EP e non, come diconomolti, continuare la guerracontro le FARC-EP, cosaimpossibile perché la suaDirezione è già smobilitataideologicamente, agisconocome civili, e si rinchiudono inrecinti dove sono facili bersaglidelle forze militari e di polizia. Rilanciamo perciò il nostroappello al popolo e alle sueorganizzazioni a mantenere edelevare la lotta per laconvocazione di una AssembleaNazionale Costituente ePopolare, così come per laconquista di governodemocratico e popolare cherenda possibile e reale la pacecon giustizia sociale nel paese. Abbasso il plebiscito diSantos…. Abbasso, abbasso,abbasso! Esigiamo la convocazione dellaCostituente Popolare! Per la Pace con GiustiziaSociale…. CostituentePopolare!

Partito Comunista diColombia (marxista-leninista) Comitato Esecutivo Centrale

Colombia: i veri nemici della paceOttobre 201610

Giù le mani dalla UNE - Unione Nazionale degli Insegnanti dell’Ecuador

11Ottobre 2016

Con un atto autoritario,prepotente e brutale, il regimedel presidente dell’Ecuador,Rafael Correa, lo scorso 18agosto ha sciolto la UNE(Union Nacional deEducatores), il maggioresindacato dell’Ecuador (100mila iscritti), il più antico delpaese, da sempre alla testa dellelotte per il miglioramento dellecondizioni di lavoro e di vita deilavoratori. Il pretesto è stato il mancatorispetto di alcuni regolamentistabiliti da un decreto del 2015,senza però citare nessun fattoconcreto e senza nessunargomento giuridico agiustificazione di questogravissimo comportamentoantisindacale.Si è trattato di una misurapolitica, contraria allaCostituzione dell’Ecuador,nonché agli accordiinternazionali in materia, con laquale il governo Correa si èvoluto sbarazzare di unsindacato di opposizione disinistra, che ha realizzatoimportanti scioperi per impedireil licenziamento di migliaia diinsegnanti. Dopo alcuni giorni da quest’attofraudolento e illegale, a frontedelle proteste degli insegnati, ilregime correista ha inviato lapolizia per assaltare, invadere e

occupare illegalmente la sedecentrale e altri uffici di questosindacato, che da sempre è allatesta della lotta per lademocrazia e per una societàmigliore e più giusta. Sono stati distrutti computer emobili, sequestrati documenti.Gli insegnanti che difendevanola sede sono stati aggrediti dalle“forze dell’ordine”. Ecco la democrazia e la legalitàdella “contro-revolucionciudadana”!Con questo attacco di stampofascista il governo Correa, cheattraversa una profonda crisi, hacalato la maschera. Vuoledistruggere il diritto deilavoratori a organizzarsiliberamente, mettendosi sullostesso piano dei regimineoliberisti e reazionari piùaggressivi e antipopolari. Non a caso il precedente storicodello scioglimento della UNE èquello perpetrato dalla dittaturamilitare, che nel 1976 annullò lapersonalità giuridica di questoglorioso sindacato che non si èmai arreso alla borghesia e allareazione.E’ chiaro che la dissoluzionedella UNE è una misura politicadi stampo fascista eoscurantista, da tempopreparata, che mira aintimorire, denigrare edistruggere - a pochi mesi dalle

elezioni presidenziali - le realtàdi opposizione popolare e diclasse, di sinistra edemocratiche che si stannocoalizzando, per continuare inuna politica che va a beneficiodelle classi possidenti del paeseandino e si pone al serviziodell’imperialismo yankee ecinese. In tutto l’Ecuador si stasviluppando la mobilitazionedegli insegnanti e di altrecategorie di lavoratori perdifendere la libertà diassociazione.La UNE sta ricevendo un ampioappoggio a livello nazionale einternazionale, da parte diorganizzazioni sindacali, socialie politiche, personalità, scrittori,

sinceri democratici, etc. Facciamo appello a tutti isindacati degli insegnati, alleorganizzazioni studentesche, atutte le associazionidemocratiche, popolari e diclasse, ai sinceri progressisti, adalzare la voce per condannare ladissoluzione della UNE,protestare contro il regimeautoritario e prepotente diCorrea che vuole liquidare 72anni di vita e di lotta di questoglorioso sindacato e chiedere ilrispetto dei fondamentali dirittidei lavoratori.Solidarietà con la lotta degliinsegnati dell’Ecuador!Esigiamo la revoca delladissoluzione della UNE!La UNE esiste e vivrà!

Francia: prosegue la lotta contro la legge El KhomriIn Francia per più di 4 mesicentinaia di migliaia di operai,disoccupati e studenti sonoscesi in piazza per difendere iloro diritti contro una legge(chiamata El Khomri) che miraa cancellare le residue linee didifesa dei salariati nei confrontidei padroni. Hollande, imponendo con laforza questa legge, hadimostrato di essere al completoservizio dei capitalisti,dell'oligarchia finanziaria. Ma la stessa politica diHollande e del suo governo hapermesso a milioni di lavoratorie di giovani di rendersi contodel ruolo svolto dallasocialdemocrazia che, ieri comeoggi, non esita a utilizzare larepressione contro ilmovimento operaio e popolare,quando gli interessi deiproprietari dei mezzi di

produzione e di scambio sonominacciati.Il fatto che la legge sia passatanon vuol dire che essa è stataaccettata dai lavoratori e daigiovani. Al contrario! La parola d’ordine del “ritirodella legge El Khomri” –giustamente definita nonemendabile e non negoziabile -continua a essere sentita comegiusta e attuale dalle massesfruttate e oppresse, diviene ungrido di rabbia e di sfida versogoverno e padronato. Il suo significato è chiaro: “noinon abbasseremo la testa, nonaccetteremo questa legge, macontinueranno a denunciarla e alottare contro di essa”. Le manifestazioni svolte il 15settembre in diverse città hannodimostratto che ladeterminazione operaia restaintatta e la parola di ordine del

“ritiro” è diventata la bandieradel sindacalismo di classe. Mentre la rottura con icollaborazionisti sindacali,servi dei padroni e del governo,è più profonda di prima, attornoai settori più combattivi dellaclasse operaia è cresciuta lasolidarietà. La pratica di lotta di questi mesiha permesso alla classe operaiadi acquisire nuovi livelli diconsapevolezza. Matura fra lefile proletarie e popolari lacoscienza che la verademocrazia non sta nelleistituzioni borghesi, ma nellalotta di classe del proletariato enei suoi organismi; matura lacoscienza della legittimità dellaviolenza rivoluzionaria e diclasse, così come cresce dalbasso la messa in discussionedel sistema capitalistico inquanto tale: “questo sistema

non lo vogliamo più, noi locombattiamo!”Per questo diciamo che lavittoria di Hollande è stata unavittoria di Pirro. In questi mesi molte cose sonocambiate e la situazione non èpiù quella di prima. La lotta non si è conclusa conl’estate, e l’autunno francese sipreannuncia ricco diappuntamenti per il movimentooperaio e sindacale. La questione centrale ora èlavorare per costruire conl’unità, con la lotta el’organizzazione di classe irapporti di forza necessari peraffrontare e sconfiggere ilpotere borghese. Senza dubbio i nostri compagnidel Partito Comunista degliOperai di Francia (PCOF)sapranno sostenere, qualificaree dirigere questo processo.

Ottobre 201612

Lo scorso 13 settembre, dopomesi di esitazioni e dimenzogne, il governo Renzi hadeciso di seguire le ormecolonialiste di Giolitti eMussolini, decidendo l’invio diun contingente di militari (fracui 200 parà della Folgore), diuna portaerei, dicacciabombardieri e droni inLibia, nonché l’utilizzo di trebasi militari italiane, questodopo aver concesso il nulla ostaall'utilizzo di basi e dello spazioaereo italiano per ibombardamenti USA in Libia) .L’“obbligo morale” evocatodalla ministra della guerraPinotti per giustificare questafolle decisione è l’espressionepiù nitida del servilismo alPentagono del fallimentaretentativo del governo Renzi diritagliarsi un “posticino al sole”con le aggressioni militari e ilsostegno al burattino Al Sarraj,che con l’appoggio di fazioniislamiste sta cercandodisperatamente di riprendere ilcontrollo della “Mezzalunapetrolifera” per tenere in piedi ilsuo “governo” che non gode dialcuna fiducia.Dietro la trita propaganda delgoverno Renzi (“curare imilitari libici che combattonol’ISISI”) non è difficile scorgerei veri obiettivi della “missionesanitaria” a Misurata, in realtàuna missione di guerra conregole d’ingaggio sconosciute: ipozzi petroliferi, i terminal delgas e le strutture del monopolioenergetico ENI.I rischi di estensione delconflitto e di aumento delcoinvolgimento militare sonoaltissimi. Dal 13 settembre l'Italia è ancorpiù un paese a rischio dirappresaglie, la cuiresponsabilità dovrà essere fattaricadere interamente sulla testadel governo Renzi. La sciagurata decisionecostituisce un ulteriore fattoredi tensione in una regione riccadi conflitti, sempre piùmilitarizzata dalle potenzeimperialiste, fra cui queglistessi Stati responsabili di avarridotto la Libia nelle attuali

tremende condizioni didevastazione e guerra civiledeterminate dalla scellerataaggressione mossa nel 2011contro quel paese. Ora, con la presenza di truppestraniere sul territorio libico lapossibilità di una nuova fase

della guerra civile edell’estensione del conflitto èterribilmente reale e concreta.L’invio delle truppe in Libiaannunciato dalla Pinotti èl’ennesimo capitolo di unapolitica guerrafondaia,pericolosa e avventurista, chevede già la presenza di migliaiadi soldati italiani in Afghanistan(più di 700 militari), in Iraq(500 militari a difesa della Digadi Mosul e per l’addestramentodell'esercito iracheno), inSudan, nei Balcani e in altripaesi. Complessivamente letruppe all’estero sono oggi circa7.000, a riprova del carattereaggressivo e banditescodell’imperialismo tricolore, unodei più attivi sul fronte dellaguerra e della militarizzazione,alla faccia dell’art. 11 dellaCostituzione. A ciò si accompagna l'impegnodel governo Renzi, che è adoppio servizio della NATO edella UE, per il riarmo inEuropa: dall’accerchiamentodella Russia alla “Schengendella Difesa”.La spesa militare ovviamente è

in crescita: per le strutturemilitari, gli armamenti, lemissioni all'estero, etc. ilgoverno brucia circa 100milioni ogni giorno (in questocampo l’austerità non vale…),mentre i disoccupati fanno lafame, mentre si tagliano le

spese sociali e sanitarie, mentresi negano i contratti di lavoro.L’attivismo sul piano militareha dei gravi riflessi politici esociali interni. Il Parlamento italiano è ormaiesautorato, grazie alla leggesulle missioni internazionaliapprovate dagli stessi deputatiguerrafondai, da qualsiasipotere decisionale in campomilitare. Ogni decisione spettaal potere esecutivo, che in talmodo anticipa il contenuto dellecontroriforme costituzionali.La trasformazione autoritaria eguerrafondaia dello Stato siaccompagna alla crescentecriminalizzazione della protestasociale e della repressione diquanti si oppongono alla guerrae alla militarizzazione delterritorio (vedi le denunce agliattivisti NO MUOS). All’interno di questo processobellicista, reazionario erepressivo, un ruolo di punta èsvolto dai liberal-riformisti delPD, che rappresentano la difesadei profitti dei capitalisti e deiprivilegi borghesi, delsaccheggio e dell’oppressione

imperialista dei paesidipendenti.In questa situazione tutti icomunisti, i rivoluzionari, icoerenti antimperialisti, isinceri amanti della pace,devono lavorare per rilanciaresul piano nazionale einternazionale un grandemovimento unitario contro laguerra imperialista e la reazioneinterna.Opponiamoci alla politica diguerra e di miseria impostadall’imperialismo!

Esigiamo il ritiro di tutte letruppe spedite all’estero! Esigiamo la riduzione dellespese militari e l’aumento diquelle sociali! Fuori l’Italia dalla NATO,fuori la NATO dall’Italia! Basta con la vendita dellearmi, specialmente ai regimireazionari! No alla militarizzazione delterritorio e della società! Diritto di accoglienza per imigranti che fuggono dallafame e dalle guerre provocatedalle potenze imperialiste ecapitaliste!Solidarietà con la resistenzaantimperialista dei popolioppressi! Via dalla Libia, via il governoRenzi!Queste parole d’ordine devonorisuonare nelle manifestazioni,nella campagna referendaria peril NO, per sviluppare una forteopposizione operaia e popolarealla guerra imperialista, allareazione politica e al barbarosistema imperialista cheinevitabilmente le genera.

Contro la politica di guerra e lamilitarizzazione della societàVia dalla Libia, via Renzi!

Aderente alla Conferenza Internazionale di Part iti e Organizzazioni Marxist i-Leninisti (CIPOML)