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Commissione Statuto <[email protected]> proposte sistemi elettorali per il comitato RI Alessandro Massari <[email protected]> 20 maggio 2012 21:15 Rispondi a: [email protected] A: [email protected] Cari compagni In allegato una spiegazione del sitema australiano (quello teoricamente, di riferimento per il nostro lavoro) e delle proposte operative Ciao Alessandro ________________________________________________________________________ Alessandro Massari Componente della Direzione nazionale di Radicali Italiani Coordinatore "Gruppo economia radicale" Membro del "Comitato di liberazione referendaria -Ernesto Nathan-" fisso: 06 68979273-0667603584 2 allegati spiegazione sistema elettorae australiano.doc 108K proposte sistema elettorale comitato.doc 45K Gmail - proposte sistemi elettorali per il comitato RI https://mail.google.com/mail/u/0/?ui=2&ik=242936c3ee&vi... 1 di 1 12/10/12 13:26

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Commissione Statuto <[email protected]>

proposte sistemi elettorali per il comitato RI

Alessandro Massari <[email protected]> 20 maggio 2012 21:15Rispondi a: [email protected]: [email protected]

Cari compagniIn allegato una spiegazione del sitema australiano (quello teoricamente,di riferimento per il nostro lavoro) e delle proposte operativeCiaoAlessandro________________________________________________________________________Alessandro MassariComponente della Direzione nazionale di Radicali ItalianiCoordinatore "Gruppo economia radicale"Membro del "Comitato di liberazione referendaria -Ernesto Nathan-"

fisso: 06 68979273-0667603584

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spiegazione sistema elettorae australiano.doc108K

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Proposta 1. Propongo un sistema misto che possa tenere in conto il senso dell’emendamento approvato, mantenendo la previsione di un massimo di 5 preferenze espresse in ordine di gradimento, al candidato o ai candidati, indipendentemente dalla lista in cui si ci si candida e senza che questa possa ostacolare l’espressione di preferenze individuali; infatti la possibilità per uno stesso elettore di esprimere preferenze per candidati inserite in liste diverse è prevista e ne diviene il tratto connotante. Procedimento: -Si formano delle liste bloccate, come nel passato, composte da minimo 5 e massimo 60 candidati. -L’elettore può esprimere da una a 5 preferenze, scegliendo a suo piacere i candidati delle varie liste, senza alcuna necessità che essi appartengano tutti ad una stessa lista. Ciò consente di votare la persona, senza considerare la lista nella quale si candida, garantendo anche la preferenza plurima graduata. Come nel sistema Scozzafava, la prima preferenza varrebbe “5 punti”, la seconda 4, la terza 3, la quarta 2 e la quinta 1. Chiaramente l’elettore può scegliere di esprime preferenze per 5 candidati presentatisi nella medesima lista, ma non ne ha l’obbligo. -I medesimi punteggi attribuiti ai candidati vengono attribuiti anche alla lista In questo caso il candidato trasferisce punti alla lista. -Nel caso in cui un elettore non volesse esprime preferenze, può votare solo una lista. A questo punto le preferenze andrebbero graduate tra i primi 5 candidati della lista votata (5 punti al capolista, 4 al secondo etc, e la lista vedrebbe attribuirsi 15 punti (la somma di 5+4+3+2+1). In questo caso è la lista che trasferisce punti ai candidati. -Si calcolano poi i punteggi delle liste, sommando quelli ottenuti direttamente dalla lista (nel caso di voto senza preferenze) con quelli ottenuti dal trasferimento dei punti di preferenza dati a candidati iscritti nelle proprie liste, provvedendo in base ad un sistema proporzionale ad individuare il numero di seggi da assegnare ad ogni lista. -Successivamente, all’interno di ogni lista, si contano i “punti” di preferenze ricevute dai candidati a cui vanno sommati i punti (nel caso in cui si voti solo la lista, si ricordi che i primi 5 vedranno trasferirsi un punteggio compreso tra 5 ed 1) trasferiti loro dal voto attribuito alla sola lista. -Al candidato col punteggio più alto sarà attribuito il primo seggio nell’ambito di quelli spettanti alla lista e così via, sino a giungere all’individuazione dei candidati con punteggio maggiore coincidenti col numero di seggi attribuiti alla lista. -Nel caso in cui i candidati con preferenze siano in numero minore dei seggi attribuiti alla lista si provvede a: eliminare dalla lista i candidati già eletti col sistema dei punteggi e ad attribuire i seggi restanti ai candidati senza preferenze, secondo l’ordine di presentazione dei candidati nelle liste stesse. In questo caso la lista bloccata rappresenta un mero meccanismo di salvaguardia per ottenere con certezza il plenum del comitato, oltre a poter garantire con semplicità eventuali subentri nel caso in cui eletti nel comitato si dimettano per motivi vari, primi tra tutti la nomina a membro di giunta o direzione. E’ salvo il principio della primazia del voto singolo graduato al candidato nel numero

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indicato da uno a cinque, con il ricorso solo eventuale e residuale al sistema delle liste bloccate. Inoltre ciò garantisce che, nel caso l’elettore decida di votare una lista senza esprimere preferenze, la conoscibilità anticipata dell’esito che la sua scelta esercita sul computo, senza bisogno di criteri sostitutivi, come l’estrazione a sorte o altri -nel caso in cui una lista ottenga un numero di seggi superiore al numero dei candidati in lista, i seggi eccedenti saranno distribuiti proporzionalmente ai risultati ottenuti dalle altre liste in competizione. La misura deve essere necessariamente prevista per evitare eventuali empasse nel caso in cui liste con un numero esiguo di candidati ottengano un risultato superiore alle loro stesse attese. Si consideri che è prevista, a pena di nullità, la presentazione di liste contenenti almeno 5 candidati, per consentire il voto di lista (ed il trasferimento del voto ai candidati preordinati ) in alternativa alla scelta preferenziale dell’elettore. Inoltre si propone di mantenere la sottoscrizione delle liste, regola attualmente vigente, per evitare un innaturale e un tendenzialmente ostruzionistico proliferare di liste poco rappresentative e con un basso numero di candidati. COMMENTO: Questo sistema è utilizzato in Italia per l’elezione di candidati solo nell’ambito di organi amministrativi, non politici. E’ utilizzato invece in altri paesi, a vari stadi di rappresentanza politica, ad es. in Germania, in Svizzera, in Belgio, partendo dal livello municipale, per giungere sino al Cantone o al Land. Questo tipo di sistema, nell’ambito di elezioni politiche basate sulla presentazione di liste legate a partiti tra loro contrapposti, ha lo svantaggio di veder snaturata la coerenza di una offerta politica insita nell’appartenenza ad una stessa lista, che è necessariamente formata di candidati naturalmente portatori delle medesime istanze politiche generali. L’elettore, in questo caso, può eleggere i suoi candidati a prescindere dall’appartenenza partitica, ma correndo il rischio che si mini la governabilità a vantaggio di una sterile rappresentatività Nel nostro caso, però, poiché lo scontro politico tra più candidati alla segreteria è infrequente, grazie all’ unitarietà della proposta elaborata nel tempo, garantita da un gruppo dirigente coeso, le liste tra loro in competizione sono quasi sempre a sostegno dell’unico candidato segretario e dell’unico candidato tesoriere. Il primo ed ultimo congresso in cui si ebbero effettivamente più candidati segretari in competizione tra loro e liste contrapposte a essi riconducibili (Capezzone-Della Vedova, non me ne voglia Viale e, soprattutto, Tosoni), risale al 2004. Attualmente il movimento, se si escludono le “sorprese” sempre possibili in un congresso, incarna una linea politica condivisa tra dirigenza e militanti. Ciò è dimostrato, sino a prova contraria, dalla nostra storia congressuale. Ciò ovviamente non significa una scarsa ricchezza politica interna, né uno schiacciamento su posizioni predeterminate ed eterodirette. Considero ciò un punto di forza di una matura formazione politica. In queste particolari condizioni può emergere la possibilità effettiva, come indicato dal voto congressuale, in cui si voglia premiare direttamente, con la preferenza, le singole ricchezze individuali portate da ogni candidato in competizione per l’elezione a membro del comitato nazionale, prescindendo dalla posizione in cui si colloca all’interno di una lista, consentendo così ad ogni singolo congressista la possibilità di modificare l’ordine con il quale i candidati sono presentati al loro vaglio. Il rischio di veder frammentata una opzione politica a causa di scelte elettorali non coerenti è, nel nostro caso, remota.

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E’ invece tipico dei congressi radicali la caratterizzazione del singolo iscritto, oltre che per l’adesione ai vari temi di RI, direi della galassia radicale, anche per una particolare battaglia. Cito, solo a titolo di esempio numerosi compagni, Pullia, Bolognetti, Viale, Innocenzi, Rosasco, Rovasio, Bertè, Sterzi, Manfredi, Nicotra, De Pascalis, Capone, Mina, Stango, Biancardi e moltissimi altri ancora. Si può anzi dire che il movimento radicale rappresenti un unicum nel panorama politico italiano per la libertà di azione che lascia a chi è intraprendente e competente. E’ però possibile, oltre che necessario per motivi statutari, premiare ancor più le individualità, in modo diretto, nell’alveo di un progetto condiviso. Esse, senza togliere il ruolo fondamentale di coordinamento e supplenza svolto dalle liste che continueranno a garantire ai candidati la legittimazione politica mediante la sottoscrizione dei congressisti, e al congresso la certezza del plenum si entra nella competizione. Ma è soprattutto grazie alle preferenze che si accederà al seggio, utilizzando questo sistema. La preordinazione dei nomi serve solo come criterio eventuale e, soprattutto, preventivo, per far conoscere ai votanti l’esito tendenziale anche in caso in cui si voti ma si scelga di non esprime preferenze. In pratica, se l’ordine in lista dei candidati è ben predisposto, esso sarà accolto, se invece sarà in parte non coincidente con la valutazione della maggioranza dei congressisti, potrà essere da essi modificato secondo le proprie preferenze dichiarate. Proposta 2 Si propone di adottare un duplice sistema elettorale, alternativo l’uno all’altro, facendo scegliere all’elettore con quale sistema esercitare il proprio diritto di voto. -In un collegio unico plurinominale si accettano candidature dei singoli per eleggere 5 candidati -la parte restate viene eletta come è attualmente, in base a un sistema di liste bloccate contrapposte. -L’elettore che sceglie il primo sistema può esprimere sino a 5 preferenze, utilizzando il metodo del singolo voto trasferibile - L’elettore che sceglie il secondo, vota una lista bloccata, senza esprimere preferenze e i candidati saranno eletti in base all’ordine di presentazione in lista. Il sistema ha il vantaggio di consentire letteralmente, ma solo per una parte, il metodo approvato dal Congresso, col sistema del singolo voto trasferibile. Ma ha lo svantaggio rappresentato dal fatto che solo 1/12 dei candidati viene eletto con preferenze individuali, lasciando al sistema deell liste bloccate un valore preponderante nell’assegnazione dei seggi ai candidati .

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Proposta 3 Nell’ambito di un sistema di liste contrapposte, l’elettore può esprime sino a un massimo di 5 preferenze graduate, nell’ambito di candidati in una stessa lista Come per la proposta Massari 1, si attribuisce un valore di 5 punti alla prima preferenza e di 1 punto all’ultima. Se le preferenze ponderate espresse non fossero sufficienti a garantire il plenum del Comitato, si ricorrerebbe all’elezione dei candidati in ordine di presentazione in lista (esclusi quelli già eletti con le preferenze, ovviamente)- Il sistema consente di esprime preferenze, pur se limitato nella scelta dall’ ortus conclusus rappresentato dalla lista stessa. Solo in questo più ristretto ambito trova albergo la possibilità di votare la persona. In questo modo si depotenzia la massima possibilità di scelta per l’elettore, ma ciò viene compensato dalla potenziata coerenza della scelta politica fatta dagli elettori, poiché le preferenze possono essere espresse solo in favore di individui che condividono non solo sostanzialmente, ma anche formalmente, la medesima proposta politica. Valgono, a contrario, le considerazioni fatte per la proposta Massari 1 Proposta 4 -Si propone il medesimo sistema sopra descritto, con un uguale peso delle preferenze espresso. Tutte varrebbero 1, senza distinzione tra la prima e la quinta. Come è d’uso in Italia. Una volta esaurite le preferenze, si eleggerebbero i candidati con posizione predefinita più alta in lista, (sempre escludendo quelli già eletti con le preferenze, ovviamente). Nel caso in cui molti candidati giungessero, ex aequo, come per la proposta di Romolini, si dovrebbe prevedere un meccanismo di soluzione dell’empasse. Il mio personale gradimento và alla democrazia degli antichi, con l’estrazione a sorte. Ma è solo uno dei modi utilizzabili. Ad es. proprio l’anzianità di iscrizione, o il suo contrario nel caso si voglia facilitare una crescita nella dirigenza delle giovani generazioni radicali. Credendo però poco alle categorie giovane/vecchio per stabilire un priorità, personalmente preferisco sempre un rimando alla (buona) sorte.

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Introduzione

La modifica statutaria approvata nel corso dell’ultimo congresso del Movimento recita: “Il Comitato nazionale è composto: a) Da 60 membri e lett i SULLA BASE DI CANDIDATURE INDIVIDUALI. OGNI ISCRITTO PUO’ ESPRIMERE FINO A 5 PREFERENZE IN ORDINE DI GRADIMENTO (METODO AUSTRALIANO)”.

Se il fine è chiaro, quello di sostituire il metodo precedentemente in vigore (voto proporzionale con elezione dei candidati su liste bloccate) con un sistema basato sul voto individuale al singolo candidato, specificando chiaramente che deve trattarsi del sistema australiano, la previsione di poter esprime un massimo di sole 5 preferenze, previsione oltretutto eventuale e non obbligatoria, rappresenta un ostacolo alla realizzabilità stessa del modello australiano. In pratica la prima indicazione contraddice la seconda. Ma essendo la seconda l’unica realizzabile, può essere percorsa, a condizione che si sani l’inesattezza sulla modalità di espressione delle preferenze e sul numero. Chiarito ciò sottolineo il fatto che Il sistema elettorale australiano è molto complesso e, proprio per l’inesattezza di base contenuta nell’emendamento, nemmeno una disciplina dettagliata per via regolamentare potrebbe riprodurlo esattamente. La proposta qui fatta è l’approssimazione più vicina al vero sistema australiano, ma non è il sistema australiano. Anticipo subito una ulteriore difficoltà: il sistema australiano produce i suoi noti effetti, solo a condizione che si esprimano un numero di preferenze pari al numero dei seggi. E’ evidente che il congressista che deve, a pena di nullità del voto, esprimere 60 preferenze, non sarà stimolato alla partecipazione, per tacere delle complicanze relative allo scrutinio. Di converso, un sistema che preveda un numero di preferenze inferiori al numero dei seggi da attribuire rischia di non giungere allo scopo perché c’è il pericolo concreto che non tutti i seggi vengano attribuiti. Di qui la necessità di realizzare la volontà congressuale (voto australiano) con un numero di preferenze che deve essere sicuramente inferiore a 60, ma certamente maggiore di 5.

Note brevi sui sistemi elettorali australiani In Australia vigono due sistemi elettorali differenti: uno per la "House of Representatives” ed uno per il Senato.

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"House of Representatives” Nell’elezione della Camera dei Rappresentanti, i singoli Stati e i Territori sono divisi in collegi che eleggono un loro rappresentante alla "House of Representatives”. Il sistema elettorale della Camera dei rappresentanti è uninominale a voto alternativo con maggioranza assoluta (instant runoff). E’ inutilizzabile in sede congressuale per le stesse ragioni per le quali non è utilizzabile il sistema uninominale maggioritario a turno unico, di cui si può dire sommariamente che ne è una variante migliorativa poiché riassume in sé il le qualità sia del c.d. doppio turno francese, poiché l’eletto ha sempre la maggioranza assoluta, anche se ciò avviene con una sola votazione, come nel modello anglosassone, evitando un mercato dei voti tra il primo ed il secondo turno. La scheda elettorale contiene un elenco di tutti i candidati nel collegio, determinato per estrazione immediatamente dopo la dichiarazione di candidatura. L’elettore, per esprimere validamente il proprio voto, deve, innanzitutto, attribuire il punteggio “1” al candidato preferito, la cd. “prima scelta” (scrivendolo nell’apposito rettangolo che affianca ciascun nome). Successivamente deve stilare una graduatoria di tutti gli altri candidati, assegnando punteggi crescenti da 2 a n (con n = numero dei candidati) Il voto è pertanto valido solo se l’elettore ha riempito tutti i rettangoli posti di fianco ai candidati, con una serie consecutiva di numeri, in accordo con le proprie preferenze. Quindi un elettore deve scrivere: • il numero 1 nel box accanto al candidato cui vuole dare la prima preferenza; • il numero 2 nel box accanto al candidato cui vuole dare la seconda preferenza, • il numero 3 nel box accanto al candidato cui vuole dare la terza preferenza, e così di seguito fino al completamento di TUTTI i box. Il voto è nullo se la scheda è compilata in modo scorretto o incompleto Esempi di voto nullo: • la scheda è bianca, • sono state usate crocette o altri segni, • sono stati apposti segni che possono identificare l’elettore, • viene ripetuto un numero nell’attribuzione della graduatorie delle preferenze, • l’intenzione di voto dell’elettore non è chiare • non contiene il timbro dell’ufficio elettorale o questo non è ritenuto autentico. ● non sono state apposte tutte le preferenze.

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Scrutinio Il sistema elettorale della Camera dei rappresentanti è uninominale a voto alternativo con maggioranza assoluta (instant runoff) Ad ogni elettore è data la possibilità di mettere in ordine di preferenza i candidati contrassegnandoli con un numero (1°-2°-3°-4°...). Perché il voto sia valido, i candidati devono essere tutti contrassegnati tutti. (tranne nel nuovo Galles del sud). Viene eletto il candidato che raggiunge la maggioranza assoluta. Se con le prime preferenze non si verifica tale condizione, il candidato con il minor numero di prime preferenze viene eliminato. A questo punto, si considerano le sue seconde preferenze, cioè si considerano le seconde preferenze delle schede in cui la prima preferenza è per il candidato ultimo arrivato. Tali preferenze sono sommate, in aggiunta alle prime, ai candidati rimasti. Terminata la somma, si guarda se vi è un candidato che ha ottenuto più del 50% dei voti. In caso contrario il processo continua fino a quando un candidato non raggiunge la maggioranza assoluta. Essendo impossibile creare sessanta collegi maggioritari in sede congressuale il sistema è per noi, purtroppo, inutilizzabile. Il Senato

Questo sistema è utilizzabile in sede congressuale poiché consente la realizzabilità dei pricipii indicati nella modifica statutaria: voto attribuito al singolo candidato (senza alcuna necessità di trovare ospitalità in una lista) e possibilità di espressione di preferenze multiple. Si tratta di un sistema proporzionale dagli effetti maggioritari. I Senatori, che rappresentano gli Stati e I Territori, sono eletti con un sistema elettorale proporzionale sulla base di preferenze. Secondo la Costituzione australiana, il Senato deve: - comprendere un numero uguale di senatori per ogni Stato originario; - avere almeno sei senatori per ogni Stato originario; - assicurare che ogni legge elettorale riguardante il Senato non operi discriminazioni tra gli Stati. In totale ci sono 76 senatori: 12 per ciascuno Stato e 2 per ogni Territorio. I Senatori di ogni stato sono eletti per sei anni, mentre quelli dei Territori, per un mandato

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equivalente alla durata della camera dei rappresentanti. Ad eccezione del caso di scioglimento contestuale delle due Camere (previsto in casi specifici dalla Costituzione), occorre ricordare che 40 senatori (non quelli in rappresentanza dei territori) sono rinnovati in modo sfalsato rispetto ai rimanenti a distanza di tre anni (half-Senate election). La scheda elettorale per il rinnovo del Senato La posizione dei candidati sulla scheda elettorale è determinate per sorteggio. La scheda è suddivisa in due parti e l’elettore ha due modi di esprimere il proprio voto. a)Votare il partito politico o il gruppo applicando il numero “1” in uno dei rettangoli posti nella parte superiore della scheda che affiancano i nomi di ciascun partito o gruppo. In questo caso, la parte sottostante della scheda elettorale va lasciata bianca. Con questo metodo, l’elettore lascia che siano i partiti o i gruppi a determinare l’ordine delle preferenze (Group Voting Ticket). Candidati indipendenti non hanno la possibilità di usufruire di questa modalità. In pratica si vota il partito che poi decide gli eletti sulla base di liste bloccate. Questo sistema è inutilizzabile in sede congressuale b)Riempire ogni rettangolo posto a fianco dei nominative dei candidate posti nella parte inferiore della scheda, attribuendo la propria preferenza assegnando '1' al candidate che reputano la “prima scelta '2' al candidato che considerano la seconda scelta, e così via. In questo caso la parte superiore della scheda va lasciata bianca. Se l’elettore opta per questo secondo metodo, deve esprimere tutte, o almeno il 90% delle preferenze, a seconda dei candidati da eleggere. Per questo motivo l’espressione eventuale di sole 5 preferenze, come indicato nella modifica statutaria, su un totale di 60 eligendi è del tutto insufficiente. Se si applicasse alla lettera, quasi certamente non si riuscirebbe ad eleggere i sessanta membri, se non ricorrendo all’estrazione a sorte tra gli ultimi candidati che hanno ottenuto le medesime preferenze. Ma il sistema ateniese non è compreso nel novero delle possibilità indicate nella modifica statutaria. IL SISTEMA ELETTORALE AUSTRALIANO DEL SENATO E’ SICURAMENTE UTILIZZABILE, OPERATE LE OPPORTUNE MODIFICHE, PER L’ELEZIONE DEI MEMBRI DEL COMITATO NAZIONALE, A CONDIZIONE DI TENERE IN DEBITO CONTO QUANTO SOPRA DETTO.

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Riporto, dal volume di Maurizio Oliviero e Mauro Volpi intitolato “Sistemi elettorali e democrazie”, il paragrafo 4 del saggio di Leonardo Perari, dal titolo “I sistemi elettorali in Australia”, specificamente dedicato al sistema che ci interessa.

II sistema elettorale del Senato: il voto singolo trasferibile

La Costituzione australiana dedica alla disciplina del Senato (Senate) la Parte II comprendente gli articoli che vanno da 7 a 23.

I suoi membri - in totale 76 - vengono eletti, per sei anni, in numero di dodici all'interno di ogni Stato membro ed in numero di due, per soli tre anni, all'interno dei Territori'.

A partire dal 1949 , il sistema di elezione adottato e quello del veto singolo trasferibile

Se il voto alternativo rappresenta una peculiarità, o quasi, dell’ordinamento australiano, anche il sistema in parola viene adottato do pochissimi 'Paesi, atteso che fra essi si possono annoverare, oltre all'Australia, solo le esperienze di Malta (dal 1921), dell'Irlanda (dal 1922) e del Sud Africa (per il solo Senato)''.

Trattasi di un sistema di natura proporzionale, elaborato nel XIX secolo dall’inglese Thomas Hare-.

La caratteristica principale e quella per cui le candidature vengono presentate – all'interno di un collegio unico per singolo Stato – per individui e non già per liste contrapposte. In particolare, si tratta di un sistema non di lista, ossia che non prevede una lista di candidati sottoposta da ciascun partito al -.giudizio degli elettori. In buona sostanza, vi sono candidati sulle liste elettorali ma e s s i s i p r e s en tano in c ompe t i z i one f ra d i l o r o anche a l i v e l l o i n t e rpa r t i t i c o , essendo ciascuno presente in modo indipendente .

Nei diversi collegi plurinominali gli elettori ricevono una scheda (di colore bianco) in cui l'ordine dei candidati e posto mediante un'estrazione a sorte condotta elettorale di ciascuno Stato membro o Territorio federale interessato. _

In verità, la scheda è divisa in due parti, lasciando la facoltà all'elettore di votare, alternativamente, nell'una o nell'altra sezione.

Nella parte superiore l'elettore può apporre il segno 1 accanto al partito che preferisce, lasciando in bianco tutte le altre caselle; detto voto verrà poi conteggiato nel modo scelto dal gruppo o partito politico per cui si e votato.

Qualora si opti di esercitare tale facoltà, e come se l'elettore si rimettesse alle scelte preferenziali preventivamente effettuate dal partito di appartenenza'.

Nella parte inferiore della scheda, invece, l'elettore può scegliere di esprimere le sue preferenze in ordine graduale, fino al completamento di tutte le opzioni, Senza, ovviamente, ripetizioni ed omissioni. Se nella parte inferiore della scheda sono presenti dieci o più) candidati, per la validità del voto, l'elettore deve

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esprimere un numero di preferenze pari almeno al 90%. Se, inve-ce, sono presenti meno di dieci candidati, l'elettore deve esprimere un ordine di preferenze per tutti i candidati presenti tranne uno-

Unità di base della rappresentanza e una quota, che in teoria potrebbe essere calcolata in diversi modi a seconda della variante adottata.

Vengono dichiarati eletti i candidati che ottengono un numero uguale o superiore a detta cifra elettorale.

Fu il matematico inglese Droop a modellare, nel 1868, la quota, individuandola nel numero risultante dalla seguente operazione matematica:

[voti/(seggi + 1)] + 1.

Quindi, la quota in parola si ottiene dividendo il numero dei voti valida-mente espressi per il numero dei seggi da assegnare, aumentato di uno, ed in-crementando it quoziente cosi ottenuto di un'altra un.

giunge un numero di prime preferenze almeno pari alla quota Droop viene da subito eletto.

Il problema si pone allorché vi siano – e ciò evidentemente succede quasi sempre – candidati che ottengano un numero di voti di prima preferenza ec-cedenti la quota Droop; in tal caso, si genera un surplus di voti che saranno trasferiti proporzionalmente agli altri candidati, rispettando le seconde prefe-renze espresse sulle schede che riportano it candidato già eletto come prima preferenza

Nel caso in cui, dopo tale operazione, rimangano ancora dei seggi vacanti da assegnare, si procede ad eliminare it candidato meno votato e si riversano le seconde preferenze sugli altri e cosi via sino a che non siano assegnati tutti i seggi posti in palio''.

Anche per il sistema in parola tin esempio può aiutare a capire meglio it relativo meccanismo.

Si consideri tin collegio in cui debbono essere eletti cinque senatori e a concorrere siano sette candidati.

I voti espressi risultano essere 300. La quota da raggiungere per essere eletti sarà data da:

[voti/(seggi+1 )]+1

e quindi:

[300: (5+1)] + 1 = 51.

I candidati che ricevono un numero di prime preferenze eguale o superiore a detta quota sono da subito eletti. I voti eccedenti la quota (surplus) vengono trasferiti ai candidati di seconda scelta. Poiché, però, non è in astratto possibile determinare quali voti (di prime

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preferenze) abbiano realmente eletto il candidato e quali voti costituiscano surplus, e necessario trasferire in maniera pro porzionale quest’ultima che viene perciò ripartito dividendo il numero dei voti in più ottenuti dal candidato eletto per il numero totale delle schede elettorali (di prima preferenza) del candidato stesso moltiplicato per i voti di seconda preferenza avuti dagli altri candidati sulle schede del candidato eletto. Tornando all'esempio, i voti espressi per i sette candidati sono cosi ripartiti:

Candidati Voti prime preferenze

A 65

B 49

C 46

D 40

E 35

F 33

G 32

Si consideri che i1 candidato prima arrivato e già eletto (A) abbia ottenuto 65 consensi. Poiché — si e visto — la quota per esseri eletti e di 51, si avrà un surplus di voti pari a 14. Per effettuare il trasferimento di questi voti in eccesso occorre procedere alla seguente operazione: Surplus (14)/numero totale dei voti di prima preferenza (65) = moltiplicatore per le seconde preferenze (0,21). A questo punto, si consideri che sulle 65 schede del candidato vincitore le

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seconde preferenze siano cosi distribuite:

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CANDIDATI VOTI SECONDE PREFERENZE

B 16

C 12

D 11

E 9

F 8

G 9

Quindi, i 14 voti eccedenti saranno ripartiti tra i restanti candidati propor-zionalmente alle seconde preferenze in base alla seguente operazione:

(Surplus/voti di prima preferenza del candidato

che ha superato la Droop quota) x voti di seconda preferenza che si trovano sulle schede del medesimo candidato.

CANDIDATI RIPARTIZIONE DEI VOTI ECCEDENTI (SURPLUS)

B 14/65 X 16=3

C 14/65 X 12=3

D 14/65 X 11=2

E 14/65 X 19=2

F 14/65 X 8=2

G 14/65 X 9=2

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La cifra cosi ottenuta, sommata alle prime preferenze ricevute da ogni

singolo candidato porterà alcuni di essi a raggiungere la Droop quota

per essere eletti.

In particolare, nell'esempio:

CANDIDATI VOTI DI PRIMA PREFERENZA + RIPARTIZIONE DEI VOTI ECCEDENTI (SURPLUS)

B 49+3= 52

C 46+3= 49

D 40+2= 42

E 35+2= 37

F 33+2= 35

G 32+2= 34

II candidato B risulterà eletto avendo raggiunto la quota.

Gli altri, nonostante l'incremento acquisito, non riescono a raggiungere la soglia prevista.

Poiché la ripartizione del residuo surplus non consentirebbe ad alcun altro candidato di raggiungere la quota, si procede ad un ulteriore conteggio, cosi concepito.

Il candidato ultimo nella graduatoria, rideterminata alla luce della distribu-zione del surplus, viene eliminate e le sue seconde preferenze sono distribuite ai restanti candidati.

Quando un candidato raggiunge la quota richiesta, sarà eletto La procedura descritta di ripartizione dei seggi continua sino al suo

completamento.

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Il sistema appena descritto appare, da un punto di vista squisitamente pratico, alquanto laborioso. Ed invero, nelle elezioni per il rinnovo del Senato australiano, capita sovente che, all'interno delle varie circoscrizioni, compaiano elenchi con moltissimi candidati e ciò impone uno scrutinio lungo ed estenuante, tanto che occorrono diverse settimane per definirne il risultato finale . - A ciò si aggiungano le altre e più penetranti critiche fatte alla meccanica elettorale in parola, poiché quest'ultima pub provocare delle gravi distorsioni.

Pub, infatti, accadere che un candidato che si presenti all'interno di una competizione, in cui si voti con il sistema del voto singolo trasferibile, sia addi-rittura danneggiato dalla circostanza di ricevere dei voti in più. Questo può verificarsi laddove il primo candidato raggiunga da subito la quota richiesta senza surplus cosi da eliminare immediatamente il candidato meno votato i cui voti vengono trasferiti alla seconda preferenza dei suoi sostenitori'.

Nonostante questa ipotetica irrazionalità e la difficoltà del suo scrutinio, peraltro oggi, almeno in parte, risolvibile mediante I'ausilio delle moderne tec-nologie informatiche, it sistema oggetto di analisi offre un vantaggio innegabile, ossia quello di garantire una soluzione al problema della rappresentatività.

Da ultimo, si consideri che il voto singolo trasferibile, al pare del sistema del voto alternativo, ha come precipua caratteristica un tipo di votazione c.d. ordinale, giacché all'elettore e attribuita, in entrambi i casi, la facoltà di esprimere non solo un voto di preferenza ma anche l'ordine di presentazione candidati delle varie liste.

Di sotto una bozza di regolamento per utilizzare il sistema in sede congressuale. Anticipo che gli articoli 7 e 8 sono non solo i più importanti, poiché stabiliscono le operazioni di voto e l’assegnazione dei seggi, ma possono apparire oscuri a chi non si occupa scientificamente di sistemi elettorali. Probabilmente sarà necessario redigere uno snello un manuale di istruzione per gli scrutatori, magari traducendo quello australiano, che è molto chiaro e pragmatico, dividendo le molteplici fasi singolarmente, nel dettaglio e con chiarezza. Serve poi una integrazione con le definizioni di alcuni concetti per l’utilizzabilità concreta riferita a questo specifico modello come quelli di: quorum, resti, surplus, prima preferenza, seconda preferenza.

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Specifico sin d’ora che i membri di diritto sono incandidabili perché, se ciò non avvenisse, falserebbe il meccanismo del trasferimento delle seconde preferenze agli altri candidati, principio cardine del sistema adottato.

REGOLAMENTO PER L’ELEZIONE DEI MEMBRI DEL COMITATO NAZIONALE DI RI

Articolo 1 (Generalità)

1. La componente elettiva del Comitato Nazionale di Radicali Italiani è costituita da 60 membri eletti sulla base di candidature individuali, utilizzando il sistema per il rinnovo del Senato australiano detto del “voto singolo trasferibile”.

Articolo 2 (Elettorato attivo)

1. Sono elettori gli scritti a Radicali italiani per l’anno in corso. 2. Il regolamento del Congresso di Radicali italiani specifica le modalità di verifica

della sussistenza del diritto di cui al comma 1.

Articolo 3 (Elettorato passivo)

1. Sono candidabili alla carica di membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani tutti gli iscritti per l’anno in corso che avanzino la propria candidatura entro il termine stabilito dall’ordine dei lavori approvato dal Congresso di Radicali italiani.

Articolo 4 (Ufficio elettorale)

1. Presso la segreteria di Presidenza del Congresso è costituito l’ufficio elettorale congressuale (di seguito ufficio) composto dai membri della segreteria di presidenza, che nomina al proprio interno un Presidente, il quale dirige le operazioni elettorali e ne assicura il corretto svolgimento, ed un Segretario che ne verbalizza le varie fasi e l’esito finale.

2. L’ufficio, se necessario, può chiedere alla Presidenza del Congresso, in qualsiasi fase, di individuare ed incaricare un numero congruo di iscritti da affiancare ai membri dell’ufficio elettorale stesso, per l’espletamento delle varie fasi del procedimento elettorale.

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Articolo 5 (Presentazione delle candidature)

1. Ogni iscritto può candidarsi personalmente sottoscrivendo un apposito modulo di presentazione di candidatura predisposto dall’ufficio, senza bisogno di alcuna altra sottoscrizione d’appoggio in aggiunta alla propria.

2. L’ufficio provvede a rilasciare al candidato la ricevuta di corretto deposito della candidatura stessa, previa verifica dei requisiti previsti all’articolo 3 e la inesistenza delle cause di incandidabilità previste all’articolo 6.

3. In deroga a quanto stabilito al comma 1, la Presidenza del Congresso può candidare iscritti non presenti in sede congressuale, per validi e giustificati motivi la cui sussistenza è demanda alla valutazione della Presidenza del Congresso stessa, nel numero massimo di un decimo degli eligendi, previo annuncio pubblico all’Assemblea.

4. L’ufficio provvede ad annotare su apposito verbale, che sostituisce la ricevuta del deposito di cui al comma 2, i nominativi delle candidature avanzate secondo le modalità di cui al comma precedente.

5. Scaduto il termine per la presentazione delle candidature stabilito dall’ordine dei lavori approvato dal Congresso di Radicali italiani, l’ufficio provvede a elencare in ordine alfabetico i nominativi di tutti i candidati e a rendere pubblico tale elenco mediante affissione nella sala congressuale e garantendo la distribuzione dello stesso tra gli iscritti che ne fanno richiesta, con le modalità ritenute più idonee al raggiungimento dello scopo, le quali devono essere rese note ai congressisti dalla Presidenza del Congresso.

Articolo 6 (Incandidabilità) Sono incandidabili i parlamentari italiani ed europei e i consiglieri regionali iscritti a Radicali Italiani per l’anno in corso, perché membri di diritto del Comitato nazionale stesso, come previsto dall’articolo 4, comma 3, dello Statuto.

Articolo 7 (Operazioni di voto)

1. Le operazioni di voto si svolgono nell’ultimo giorno congressuale, per un lasso di tempo pari ad almeno sei ore, al fine di consentire la più ampia partecipazione al voto stesso degli iscritti presenti al Congresso.

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2. L’inizio delle operazioni di voto per il rinnovo del Comitato nazionale deve avvenire non oltre le ore 11.00 dell’ultima giornata congressuale e la conclusione delle operazioni di voto deve avvenire non oltre le ore 17.00.1

3. Ogni elettore riceve una scheda per l’elezione dei sessanta membri del Comitato nazionale.

4. Ogni elettore indica sulla scheda elettorale i nomi dei candidati, in un numero minimo di cinque, sino ad un massimo di dieci, per i quali esprime il voto in ordine decrescente di preferenza, che coincide con l'ordine di scrittura.

5. Sono bianche le schede prive di voto valido. 6. Sono nulle le schede nelle quali vi sono segni che rendono il voto

riconoscibile nonché quelle contenenti un numero di preferenze inferiori a 5.

7. E' altresì nulla ogni preferenza: a) espressa per un nominativo non presente nella lista dei candidati; b) espressa in eccedenza rispetto al limite massimo di dieci;

8. Scaduto il termine finale delle operazioni di voto previsto al comma 2, la Presidenza dichiara chiuse le votazioni per il rinnovo del Comitato nazionale.

Articolo 8 (Assegnazione dei seggi)

1. Concluse le operazioni di voto, l’ufficio provvede allo scrutinio. 2. Immediatamente dopo l’apertura dell’urna per il rinnovo del Comitato

nazionale, l’ufficio provvede al conteggio delle schede ivi contenute, al fine di stabilire il numero totale dei votanti.

3. Successivamente, le schede elettorali sono aperte, controllate ai sensi dell’articolo 7,commi 5 e seguenti, e suddivise tra quelle valide, bianche e nulle.

4. Le schede valide sono ulteriormente suddivise in gruppi a seconda della prima preferenza espressa.

5. Sono determinati il totale dei voti validi e il totale delle prime preferenze per ciascun candidato, nonché il totale delle schede bianche e nulle.

6. L'assegnazione dei seggi tra i candidati avviene fissando un quorum secondo la formula seguente, arrotondata per difetto:

                                                                                                                         1  Inserire  la  necessità  di  modifica  del  regolamento  congressuale,  che  deve  essere  approvata  dal  comitato  nazionale,  per  differenziare  le  operazioni  di  voto  per  il  rinnovo  del  Comitato  da  quelle  per  l’elezione  di  segretario,  tesoriere,  presidente  e  revisori  dei  conti.  

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quorum = [numero dei voti validi/(seggi + 1)] + 1

7. Ogni candidato, le cui di prime preferenze raggiungano o superino il quorum, è dichiarato eletto. Qualora nessun candidato abbia raggiunto il quorum previsto si procede in base a quando stabilito nel comma 13, ultimo periodo.

8. L’ufficio provvede a verificare se, a seguito delle operazioni di cui al comma precedente, siano stati assegnati tutti i sessanta seggi. In caso positivo conclude le operazioni di scrutinio. In caso negativo provvede a calcolare, per ciascuno dei candidati dichiarati eletti, i voti eccedenti il quorum, ovvero i resti, sottraendo dal numero di prime preferenze il quorum stesso.

9. L’ufficio provvede a trasferire i resti utilizzando il valore di trasferimento definito all’articolo 9, comma 1, lettera a)

10. Se, dopo la prima fase dello spoglio, rimangano dei seggi da attribuire, si

procede per fasi successive al trasferimento dei resti dei candidati dichiarati eletti verso quelli non eletti, sulla base della seconda preferenza espressa

11. E' trasferibile una preferenza successiva alla prima, espressa sulla scheda del candidato eletto, verso uno dei candidati non ancora eletti.

12. Si procede al trasferimento dei resti dei voti dei candidati già eletti iniziando da quelli con i resti più elevato. In caso di parità di resti tra due o più candidati si estrae a sorte l’ordine con il quale i candidati già dichiarati eletti distribuiranno i resti

13. Qualora, dopo il trasferimento dei resti dei voti dei candidati già eletti, nessun altro candidato risulti eletto, si procede alla eliminazione del candidato con il più basso numero di prime preferenze ed al trasferimento delle preferenze successive espresse sulla scheda agli altri candidati. Nel caso parità di candidati col più basso numero di preferenze, si estrae a sorte l’ordine con il quale avverrà la distribuzione delle seconde preferenze. Analogamente si procede nel caso in cui, dopo la prima fase dello spoglio, nessun candidato abbia raggiunto il quorum.

14. Al termine di ogni operazione di trasferimento dei resti o di eliminazione di un candidato, sono dichiarati eletti quei candidati le cui preferenze totali raggiungano o superino il quorum.

15. Il trasferimento dei resti degli eletti o, nel caso dell’eliminazione del candidato con più basso numero di voti di preferenza di cui al comma 11,

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prosegue finché tutti i seggi non siano stati assegnati a candidati che hanno raggiunto il quorum, o il numero di candidati non ancora eletti sia uguale a quello dei seggi ancora da assegnare.2

Art. 9. (Criteri per il trasferimento dei voti).

1- Il trasferimento dei resti avviene secondo i seguenti criteri: a) nel caso dei resti originati al primo stadio del conteggio delle prime

preferenze, sono esaminate le seconde preferenze trasferibili di tutti i voti ricevuti dal candidato eletto. Le schede sono divise in gruppi sulla base delle seconde preferenze espresse per i candidati ancora da eleggere. Il surplus dei voti viene distribuito sulle seconde preferenze secondo la seguente proporzione: (quota di voti da assegnare a x ) = (surplus dei voti/ voti di prima preferenza ricevuti dal candidato eletto) per (voti di seconda preferenza che si trovano sulle schede del medesimo candidato eletto, espresse per il candidato x) dove per x s i intendono i vari candidati ancora da e leggere . Gli arrotondamenti delle quote dei resti da assegnare ai candidati non ancora eletti sono effettuati a partire dal valore decimale più elevato, fino alla distribuzione di tutto il surplus. Le quote di voti così determinate sono trasferite sui rispettivi candidati x ancora da eleggere e sommate alle prime preferenze di ciascuno di essi; con questa operazione si determina il nuovo voto totale di ogni candidato e lo si dichiara eletto qualora questo raggiunga o superi la quota di elezione.

b) Nel caso di un surplus di voti originato nel secondo o nei successivi stadi grazie a precedenti trasferimenti di schede, si procede come sopra descritto, considerando le successive preferenze di volta in volta trasferibili;

                                                                                                                         2  Ricordare  che  deve  essere  emendato  l’emendamento  Lipparini  poiché  applicandolo  alla  lettera,  con  solo  5  preferenze  ,  oltretutto  eventuali  e  non  obbligatorie,  vi  è  una  alta  probabilità,  se  non  la  certezza,  soprattutto  nel  caso  di  un  voto  molto  concentrato  su  pochi  candidati,  i  più  noti,    non  ci  saranno  i  60  eletti.  Si  deve  modificare  la  previsione  istituendo  un  voto  con  l’espressione  obbligatoria,  a  pena  di  invalidità  del  voto,  di  almeno  5,  meglio  10  preferenze,  come  accade  nel  modello  australiano  “puro”.  Il  sistema  australiano,  infatti,  funziona  proprio  perché  le  preferenze  in  ordine  decrescente  devono  essere  coincidenti  col  almeno  il  90%  del  numero  dei  candidati.  

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c) Nel caso dell'eliminazione di un candidato, le schede di ogni candidato eliminato ai sensi dell'articolo 7, comma 8, sono divise in gruppi a seconda della successiva preferenza trasferibile. Tali preferenze sono trasferite direttamente ai candidati non ancora eletti. Si sommano i voti così trasferiti a quelli già detenuti dai candidati non ancora eletti determinandone il nuovo voto totale e dichiarandoli eletti qualora questo raggiunga o superi la quota di elezione.

Art. 10. (Sostituzione di componenti)

1.. Durante l’anno di permanenza del Comitato nazionale, alla cessazione per qualsiasi causa dalla carica di un componente, segue la proclamazione, da parte del Presidente del Comitato stesso, del successore, che è individuato attraverso la ripetizione delle operazioni di cui al presente regolamento, senza tener conto dei voti espressi per l'eletto cessato dalla carica e fatti salvi i componenti già eletti.

2. La Presidenza è responsabile del corretto computo dei voti e proclama il risultato delle votazioni.