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Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile 2PRIMO PIANO Volontariato: pubblicata la direttiva con i nuovi Indirizzi operativi 2FOCUS L’orizzonte della trasparenza e dei dati aperti 2STORIE Sri Lanka: lo tsunami, gli interventi, la ricostruzione DAL TERRITORIO: ESERCITAZIONE TRA MARINA MILITARE E DIPARTIMENTO • DAL DIPARTIMENTO: CAMPAGNA “IO NON RISCHIO”, AL VIA LA FORMAZIONE anno 3 - 12/13

Protezione Civile - Gennaio/Aprile 2013

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Anno III, numero 12-13

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Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

2PRIMO PIANO

Volontariato: pubblicatala direttiva con i nuoviIndirizzi operativi2FOCUSL’orizzonte della trasparenza e dei dati aperti

2STORIESri Lanka: lo tsunami,gli interventi, la ricostruzione

DAL TERRITORIO: ESERCITAZIONE TRA MARINA MILITARE E DIPARTIMENTO • DAL DIPARTIMENTO: CAMPAGNA “IO NON RISCHIO”, AL VIA LA FORMAZIONE

anno 3 - 12/13

Un servizio per informarsi sui rischi del nostro Paese e conoscere i comportamenti

per prevenirli e mitigarli, per sapere com'è organizzata e quali sono le attività della pro-

tezione civile, o per fare segnalazioni al Dipartimento della Protezione Civile. Il numero

verde risponde dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 18.00 e se necessario viene este-

so fino ad h24 tutti i giorni della settimana. Per le domande online e per consultare

lo stato di lavorazione delle richieste è disponibile il sito internet del Dipartimento.

Telefona all’800 840 840 o scrivici su protezionecivile.gov.it

IL CONTACT CENTER DEL DIPARTIMENTO

protezionecivile.gov.it

L’estate è tempo per la protezione civile di staccare l’ombra da

terra. Con la campagna antincendio 2011, anche quest’anno

tutto il Servizio Nazionale è impegnato nella difesa dei boschi:

per l’occasione facciamo un punto sulla stagione passata e sugli

interventi della flotta aerea dello Stato. Alla lotta agli incendi boschivi

sono dedicate anche molte iniziative di sensibilizzazione sul territorio

promosse dal Dipartimento, come i 107 Campi scuola “Anch’io sono la

protezione civile” per ragazzi dai 9 ai 18 anni, e la tradizionale

campagna “Non scherzate con il fuoco” in collaborazione con

Legambiente.

Dall’8 al 14 luglio si celebra la settimana italiana dell’Anno europeo del

volontariato: le associazioni di protezione civile contribuiscono con oltre

400 eventi, esercitazioni e manifestazioni in tutto il paese e, come il

Dipartimento, sono presenti a Roma nella giornata conclusiva del 13

luglio. Appuntamenti che, come quelli ricordati sopra, saranno

consultabili sul sito protezionecivile.gov.it e sulle pagine facebook di

questo Magazine, che ospitano anche gli spazi di discussione legati a

due progetti in corso su emergenza e disabilità e sulla psicologia

dell’emergenza. Per questi mesi estivi, che ci presentano una Protezione

Civile ed in particolare un Volontariato sempre più impegnati nella

prevenzione, abbiamo voluto proporvi anche due temi che ci riportano,

uno per la sua attualità e l’altro per la sua portata storica, a una

riflessione sulla possibilità di funzionamento del Sistema in emergenza.

Dedichiamo la sezione Focus a un riepilogo delle nuove disposizioni per

la dichiarazione e finanziamento degli stati di emergenza, mentre a

trent’anni dalla vicenda di Alfredino Rampi ripercorriamo in

Storie quell’avvenimento tragico che è alla base della nascita di un

Sistema nazionale per la protezione civile.

Particolarmente ricca, in questo terzo numero, e con aggiornamenti

anche sul piano per l’accoglienza dei migranti, la sezione dedicata alle

segnalazioni dal territorio e dal Dipartimento, che potrete ritrovare su

Anno 1 n. 3 maggio/giugno 2011

Pubblicazione bimestrale iscritta alRegistro degli Operatori dellaComunicazione al n. 20383 del6.12.2010

EditorePresidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

Direttore responsabileBarbara Altomonte

RedazioneVincenzo ArenaSara BabusciValeria BernabeiFrancesca DottarelliMariacristina GiovanniniSara IacoboniElena LombardoFrancesca PattiRiccardo RitaMarianna SchiavonCristina SpatolaVeronica Tretter

Art DirectorMaurilio Silvestri

ImpaginazioneSilvia Alessandrini

FotografiRomeo FrisinaMatteo ValenteGino Viani

ContattiServizio Comunicazione istituzionalee relazioni con il pubblico

00189 - Roma Via Vitorchiano, 2 [email protected]

PROTEZIONE CIVILEMAGAZINE UFFICIALE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

Volontariato, infanzia, Open Data: sono le parole chiave di questa

edizione del magazine, un numero speciale, che segna anche

una fase di transizione per la storia di questa esperienza

editoriale. A tre anni dalla sua nascita, infatti, “Protezione Civile”

cambia veste e approda online con una versione web rinnovata.

Parallelamente, prosegue l’avventura della versione tradizionale a

stampa, con tante novità che vi invitiamo a scoprire nella sezione

Focus. Il Primo Piano di questo numero è dedicato al volontariato e, in

particolare, agli Indirizzi operativi che portano a compimento il percorso

di aggiornamento del decreto n.194/2001: il regolamento che disciplina

la partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di

protezione civile. Di tutela dei minori in situazioni di emergenza si parla

invece in un approfondimento dedicato ai protocolli d’intesa sottoscritti

dal Dipartimento con “Save the Children” e “Telefono Azzurro”, da anni

impegnati su più fronti nella difesa dei diritti di bambini e adolescenti.

Ampio spazio è dedicato inoltre a un tema di stretta attualità: l’Open

Data come prospettiva di apertura delle Istituzioni alla comunità digitale

attraverso la pubblicazione online di dati e informazioni “aperti” e

accessibili. Facciamo il punto, in particolare, sul percorso verso la

trasparenza e sull’adeguamento alle ultime misure normative da parte

del Dipartimento. La Campagna di comunicazione “Io non rischio”,

quest’anno alla sua terza edizione, apre invece la sezione Dal

Dipartimento, con una segnalazione importante: oltre al tradizionale

appuntamento con il rischio terremoto, per la prima volta nelle piazze

italiane, arriva il rischio maremoto. E di questo tema, ancora poco

conosciuto in Italia, tratta anche la sezione Storie, dedicata allo tsunami

che nell’inverno del 2004 si è abbattuto sul Sud Est asiatico. I soccorsi,

le attività sul campo, la ricostruzione: passo dopo passo ripercorriamo

insieme – con parole e immagini – le diverse fasi dell’intervento italiano

in Sri Lanka.

L’editoriale

PROTEZIONE CIVILEMAGAZINE UFFICIALE DEL DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILEAnno 3 n. 12/13gennaio-aprile 2013

Pubblicazione bimestraleiscritta al Registro degli Operatori della Comunicazione al n. 20383 del 6.12.2010

EditorePresidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

Direttore responsabileMariacristina Giovannini

RedazioneMartina AlfonsiVincenzo ArenaValeria BernabeiFrancesca DottarelliMariacristina GiovanniniElena LombardoFrancesca PattiCarla RussoMarianna SchiavonVeronica Tretter

Art DirectorMaurilio Silvestri

ImpaginazioneSilvia Alessandrini

FotografiAntonio ArzediSara BabusciRomeo FrisinaMatteo ValenteGino Viani

ContattiServizio C omunicazionee relazioni con il pubblico00189 - Roma Via Vitorchiano, 2 [email protected]

StampaDel Gallo Editori

Fotografa con il tuo cellulareil QR Code qui in altoe accedi direttamente

alla pagina magazine sul sitoprotezionecivile.gov.it Per info sui temi trattati nel magazine scrivi al Contact Center. Compila il form in home page www.protezionecivile.gov.it

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Periodico bimestrale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Protezione Civile

2PRIMO PIANO

Volontariato: pubblicatala direttiva con i nuoviIndirizzi operativi2FOCUSL’orizzonte della trasparenza e dei dati aperti

2STORIESri Lanka: lo tsunami,gli interventi, la ricostruzione

anno 3 - 12/13

2 In questo numero

Editoriale

Primo PianoVolontariato

di protezione civile: le principali novità

degli Indirizzioperativi

Come richiederel’iscrizione

all’Elenco centrale: la nota del Capo

Dipartimento

Protezione civile e infanzia:

due protocolli d’intesa

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FocusIl magazine

“Protezione Civile” si rinnova:

scopri le novità

L’orizzonte della trasparenza

e dei dati aperti

StorieSri Lanka:

lo tsunami, gli interventi,

la ricostruzione

Dal territorioEsercitazione tra

Marina Militare e Dipartimento

Confederazione nazionale delle

Misericordie: il meeting

internazionale

Anpas: 14° meetingnazionale della

solidarietà dellePubbliche Assistenze

Anci Toscana: sindaci alezione di comunicazione

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Conoscere la montagnacon “Sicuri sul sentiero”

EuroPROTECT 2013: in provincia dell’Aquila

un’esercitazione europea sul rischio

sismico

“Messina 2013”, una settimana di esercitazioni

sul rischio sismico

Esercitazione a Sulmona: protagonisti gli alunni di

una scuola elementare

DalDipartimento

“Terremoto Io nonrischio”: la formazione

dei volontari per la terzaedizione della campagna

IV edizione del Forum europeo di

protezione civile

Dalla metà di giugno afine settembre: al via la

campagna Anticendioboschivo 2013

Workshop sullamicrozonazione sismica

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Scuola multimediale diprotezione civile:

conclusa la quintaedizione

Protezione civile eresponsabilità nella

società del rischio

Campi scuola “Anch’iosono la protezione civile”

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ucNormativa

pag. 38

Letterapag. 40

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Il volontariato di protezione civile trova pie-no riconoscimento a partire dalla Leggen. 225 del 1992, che lo individua come

componente e struttura operativa del Servi-zio Nazionale. L’articolo 18 del provvedi-mento assicura una piena partecipazionedelle organizzazioni di volontariato di prote-zione civile alle attività di previsione, pre-venzione e soccorso. Lo stesso articolo pre-vede anche l’emanazione di un regolamen-to, adottato l’8 febbraio 2001 con il decreton. 194 del Presidente della Repubblica.Il regolamento del 2001 tutela la partecipa-zione delle Organizzazioni di volontariato atutte le attività di protezione civile e ne di-sciplina ogni aspetto.Gli Indirizzi operativi, a più di dieci anni dalregolamento e a conclusione degli Stati Ge-nerali dell’aprile del 2012, mirano a conso-

lidare i risultati già raggiunti e a sostenereulteriormente l’azione del volontariato di pro-tezione civile nell’ambito del Servizio Nazio-nale, adeguando procedure e strumenti almutato quadro organizzativo della Protezio-ne Civile nel rispetto dei principi del Dpr n.194/2001. La Direttiva si applica su tutto il territorio na-zionale, fatte salve le competenze delle Pro-vince Autonome di Trento e di Bolzano se-condo quanto previsto dallo Statuto specia-le di cui al Dpr n. 670 del 31 agosto 1972,e dalle relative norme di attuazione. Le di-sposizioni che contiene diventeranno ope-rative dopo 180 giorni dalla data di entratain vigore, coincidente con la pubblicazione,ossia a partire dal 31 luglio prossimo. Entro lo stesso termine le Regioni e Provin-ce Autonome sono impegnate ad adegua-

2Primo Piano

Volontariatodi protezionecivile: leprincipalinovità degliIndirizzioperativi La Direttiva è statapubblicata nella GazzettaUfficiale n. 27 del 1° febbraio 2013

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re – se necessario – le rispettive leggi e re-golamenti agli Indirizzi contenuti nella Di-rettiva. Tra gli obiettivi del provvedimento:valorizzare la partecipazione del volontaria-to alle attività di protezione civile; promuo-vere una piena assunzione di responsabili-tà anche organizzativa e amministrativa –per quanto di loro competenza – da partedelle Regioni e degli Enti Locali; semplifica-re le procedure di applicazione dei beneficiprevisti dal Dpr n. 194/2001; integrare il Si-stema nazionale e i Sistemi regionali di ri-conoscimento e coordinamento delle orga-nizzazioni di volontariato. Qui di seguito tro-viamo le principali novità introdotte.

U L’Elenco nazionaleLe Organizzazioni che intendono partecipa-re alle attività di previsione, prevenzione e

intervento in vista o in ca-so di eventi calamitosi esvolgere attività formative e addestrative nel-lo stesso ambito devono essere iscritte nel-l’Elenco nazionale delle organizzazioni di vo-lontariato di protezione civile. Una delle prin-cipali novità consiste nel fatto che i requisi-ti di idoneità tecnico-operativa necessari perfar parte dell’Elenco dovranno essere perio-dicamente verificati. L’Elenco nazionale è costituito dalla sommadegli elenchi/albi/registri regionali, denomi-nati Elenchi territoriali e dall’Elenco centra-le istituito presso il Dipartimento della Pro-tezione Civile.Tutte le organizzazioni iscritte negli Elenchiterritoriali e nell’Elenco centrale possono es-sere attivate e chiamate ad operare in casodi eventi di rilievo nazionale.

In questa pagina e nellesuccessive, volontariimpegnati sul territorio

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U Gli Elenchi territorialiPer poter intervenire e operare per attivitàed eventi di rilievo regionale/locale le orga-nizzazioni devono essere iscritte all’Elencoterritoriale del volontariato della propria Re-gione o Provincia Autonoma.L’elenco territoriale è istituito separatamen-te dal registro previsto dalla Legge n.266/1991 (legge-quadro sul volontariato) ele Organizzazioni che ne hanno i requisitipossono iscriversi ad entrambi. Negli elen-chi territoriali possono iscriversi:• Organizzazioni di volontariato costituite aisensi della Legge n. 266/1991 con carat-tere locale.

• Organizzazioni di altra natura, ma con ca-rattere prevalentemente volontario.

• Articolazioni locali delle Organizzazioni ri-chiamate nei punti precedenti, con diffu-sione nazionale.

• Gruppi comunali e intercomunali.• Coordinamenti territoriali che raccolgonopiù Organizzazioni o gruppi delle tipologieprecedentemente indicate.

Tra le più rilevanti novità, per le articolazio-ni locali delle Organizzazioni di rilievo na-zionale viene prevista l’esigenza di indivi-duare, al proprio interno, delle “aliquote”che le sezioni locali devono indicare al mo-mento dell’iscrizione all’Elenco territoriale,specificando volontari, risorse e attrezzatu-re che restano dedicate all’Organizzazionenazionale di appartenenza, nell’ambito del-la rispettiva colonna mobile nazionale, equelle che, invece, sono riservate all’ope-ratività sul territorio, per esigenze di natu-ra locale.Le modalità per richiedere l’iscrizione neglielenchi territoriali sono disciplinate dalle ri-

spettive legislazioni regionali che determi-nano i necessari requisiti di idoneità tecni-co-operativa. I requisiti devono però soddi-sfare i quattro criteri generali individuati dal-la Direttiva.

U L’Elenco centraleQuesta sezione dell’Elenco nazionale è de-stinata ad accogliere le organizzazioni cheper caratteristiche operative e diffusione, as-sumono una particolare rilevanza medianteun diretto raccordo con il Dipartimento del-la Protezione Civile che assume rilevanza incaso di eventi di rilievo nazionale. Le moda-lità per richiedere l’iscrizione saranno indi-cate dal Dipartimento attraverso un succes-sivo provvedimento. Possono richiedere l’iscrizione nell’Elencocentrale:• Le strutture nazionali di coordinamento diorganizzazioni costituite ai sensi della leg-ge n.266/1991 diffuse in più Regioni.

• Le strutture nazionali di coordinamentodelle organizzazioni di altra natura a com-ponente prevalentemente volontaria.

• Organizzazioni prive di articolazione re-gionale, ma in grado di svolgere funzionispecifiche ritenute dal Dipartimento dellaProtezione Civile di particolare rilevanzaed interesse a livello nazionale.

• Le strutture nazionali di coordinamento deigruppi comunali e intercomunali.

La Direttiva precisa i requisiti strutturali e lecaratteristiche di capacità tecnico-operativadi rilievo nazionale che le Organizzazioni de-vono possedere per richiedere l’iscrizionenell’Elenco centrale. Tra questi è indicata espressamente la rile-vanza operativa nazionale, che va argo-

2Primo Piano

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mentata con riferimento a specifici para-metri, che non sono necessariamente con-nessi alle attività finalizzate agli interventi diemergenza.L’iscrizione nell’Elenco centrale di un’orga-nizzazione diffusa in più Regioni può com-portare il riconoscimento anche delle sezio-ni locali ed articolazioni territoriali operativeper attività di rilievo nazionale.Il Dipartimento della Protezione Civile e leRegioni definiscono preventivamente con leorganizzazioni, per quanto di rispettiva com-petenza, i necessari accordi e protocolli ope-rativi per assicurare la possibile contestua-le operatività, in contesi di emergenze na-zionali, di sezioni o articolazioni locali sia nel-l’ambito della rispettiva colonna mobile re-gionale o provinciale, sia nell’ambito dellacolonna mobile nazionale dell’organizzazio-ne di appartenenza.

U Gestione informatizzata dell’Elenconazionale

Per consentire l’aggiornamento in tempo rea-le dell’Elenco nazionale delle organizzazio-ni e la sua pubblica consultazione il Dipar-timento e le Regioni metteranno a punto unagestione informatizzata degli Elenchi.

U Benefici normativi per i volontari diprotezione civile

Per l’applicazione dei benefici previsti da-gli articoli 9 (rimborsi ai datori di lavoro deivolontari) e 10 (rimborsi delle spese vive so-stenute in attività operative dalle organiz-zazioni di volontariato) del Dpr n. 194/2001è necessario che l’intervento delle organiz-zazioni di volontariato sia formalmente ‘at-tivato’. L’attivazione delle organizzazioni de-ve contenere alcuni elementi di base: even-to di riferimento, decorrenza, termine del-

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le attività/cessata emergenza, modo di ac-creditamento dei volontari e rilascio atte-stati e l’eventuale autorizzazione all’appli-cazione dei benefici normativi utilizzandola modulistica ufficiale disponibile sui sitiweb del Dipartimento della Protezione CI-vile e delle Regioni.

U Attività formative e addestrativeLe attività formative e addestrative devonoessere in ogni caso autorizzate, per l’appli-cazione dei benefici di legge, dal Diparti-mento anche se organizzate su scala locale. • Le organizzazioni iscritte nell’Elenco cen-trale presentano direttamente istanza alDipartimento.

• Le sezioni territoriali/locali di organizzazioniiscritte nell’elenco centrale presentano larichiesta di autorizzazione al Dipartimen-to attraverso le strutture nazionali (infor-mando anche le strutture di protezione ci-vile della Regione di appartenenza).

• Le Organizzazioni iscritte negli Elenchi ter-ritoriali devono presentare domanda esclu-sivamente per il tramite della Regione diappartenenza.

U Attività e interventi in vista/in caso diemergenze/altri eventi

Per eventi di tipo “c”, ossia di carattere na-zionale, o per attività e interventi di rilievo in-ternazionale l’attivazione delle Organizza-zioni e l’autorizzazione all’applicazione deibenefici è disposta dal Dipartimento dellaProtezione Civile (con oneri a suo carico). Per eventi di tipo “a” e “b”, l’attivazione del-le Organizzazioni e l’autorizzazione all’ap-plicazione dei benefici è a cura delle strut-ture di protezione civile delle Regioni (con

oneri a loro carico). Secondo il Dpr n.194/2001 l’autorizzazione all’applicazionedei benefici normativi è competenza delloStato o della Regione, non dei Comuni o dialtre istituzioni territoriali. In base alla Leggen. 225/1992, però, i Comuni hanno titolo adattivare le organizzazioni (ma non a dispor-re dei benefici normativi). Per chiarire questo punto la Direttiva preci-sa che la richiesta dei benefici normativi de-ve essere rivolta in via preventiva alla Re-gione competente, così da consentire laquantificazione degli oneri.

2Primo Piano

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U Casi particolari: specifiche tipologiedi eventi di rilievo regionale o locale

I casi particolari analizzati sono due: il pri-mo riguarda eventi diversi dalle emergenze,che per il loro impatto possono mettere a ri-schio l’incolumità della popolazione, seppu-re concentrati in ambito territoriale limitato.In casi di questo tipo l’applicazione di bene-fici normativi è subordinata all’attivazione delpiano comunale e all’istituzione temporaneadel Coc. Il secondo caso riguarda invece la ri-cerca di persone disperse al di fuori del con-testo previsto dalla Legge n. 225/1992 e in am-

biente diverso da quello montano o imper-vio. Per le ricerche in ambiente urbano la ri-chiesta di concorso dei sistemi locali di pro-tezione civile può riguardare il volontariato:• Se la richiesta è avanzata dall’autorità com-petente che ha anche il coordinamento ditutte le attività.

• Se la richiesta è rivolta alla struttura di pro-tezione civile territorialmente competente.

• Se la struttura locale o regionale si assu-me l’onere di individuare e attivare le or-ganizzazioni utili per l’intervento richiesto,in raccordo con l’autorità richiedente. 2

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Dal 31 luglio 2013 – a 180 giorni dal-la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale– diventano operative le disposizio-

ni della Direttiva “Indirizzi operativi volti adassicurare l’unitaria partecipazione delle or-ganizzazioni di protezione civile alle attivitàdi protezione civile”.Gli Indirizzi operativi ridefiniscono composi-zione e articolazione dell’Elenco nazionaledelle Organizzazioni di volontariato di prote-

zione civile, istituito nel 2001 dal Regola-mento recepito nel Dpr n. 194/2001.L’iscrizione in questo Elenco è presuppostoessenziale e irrinunciabile per l’accesso aibenefici e alle misure previste nel Regola-mento. Gli Indirizzi operativi individuano inol-tre i requisiti cui devono rispondere – sul-l’intero territorio nazionale – gli Elenchi ter-ritoriali delle Organizzazioni di volontariatodi protezione civile gestiti da Regioni, Pro-

2Primo Piano

Come richiedere l’iscrizioneall’Elenco centrale:

la nota del Capo DipartimentoIl Capo Dipartimento della Protezione Civile Franco Gabrielli

ha trasmesso in una nota le nuove disposizioni degli Indirizzi operativisugli Elenchi territoriali e sull’Elenco centrale.

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vince Autonome o Province di altre Regioniin base ai diversi ordinamenti interni. L’iscrizione in questi Elenchi costituisce, sen-za ulteriori adempimenti, condizione suffi-ciente per l’accesso ai benefici previsti da-gli articoli 9 e 10 del Dpr n. 194/2001.L’iscrizione è inoltre condizione necessariaper la partecipazione delle Organizzazioni divolontariato alle attività che si svolgono in vi-sta o in occasione di eventi a carattere lo-cale (gli eventi di tipo “a” o “b” individuatidalla legge n. 225 del 1992 e successivemodifiche e integrazioni).Dal 31 luglio 2013 la partecipazione delleOrganizzazioni di volontariato a questo tipodi attività diventa di esclusiva competenzadelle Regioni e delle Province Autonomeche, entro questa data, devono procederead adeguare, se necessario, le disposizioniche disciplinano istituzione e tenuta deglielenchi territoriali, come concordato in se-de di intesa sulla Direttiva.Sempre entro il 31 luglio il Dipartimento sta-

bilirà con Regioni e Province Autonome co-me assicurare l’accessibilità e la consulta-zione degli elenchi territoriali sul sito istitu-zionale del Dipartimento.Possono richiedere l’iscrizione nell’Elencocentrale:• Le strutture nazionali di coordinamento diorganizzazioni costituite ai sensi della leg-ge n.266/1991 diffuse in più Regioni.

• Le strutture nazionali di coordinamentodelle organizzazioni di altra natura a com-ponente prevalentemente volontaria.

• Organizzazioni prive di articolazione re-gionale, ma in grado di svolgere funzionispecifiche ritenute dal Dipartimento dellaProtezione Civile di particolare rilevanzaed interesse a livello nazionale.

• Le strutture nazionali di coordinamento deigruppi comunali e intercomunali.

Le Organizzazioni che ritengono di apparte-nere a una di queste categorie devono atte-stare il possesso dei requisiti inviando do-manda di iscrizione al Dipartimento. 2

I termini per la presentazione della domanda si sono chiusi il 31 maggio 2013 ed è stata avviata la fase

istruttoria. Per procedere alla prima edizione dell’Elenco centrale entro il 31 luglio 2013 – data in cui l’Elenco

unico attuale cesserà di avere efficacia – il Servizio volontariato del Dipartimento della Protezione Civile

sta procedendo alla verifica delle richieste di iscrizione anche attraverso sopralluoghi nelle sedi operative

delle Organizzazioni.

Le domande di iscrizione arrivate dopo il 31 luglio 2013 saranno comunque considerate per successive

integrazioni dell’Elenco centrale. Le Organizzazioni che ritengono di avere i requisiti possono dunque

presentare richiesta di iscrizione in ogni momento, inviando la domanda completa di documentazione all’indirizzo

di posta elettronica certificata [email protected]. Il Dipartimento procederà, nei tempi più rapidi

possibili, alle verifiche necessarie.

LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

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le scuole e, nelle aree di accoglienza inemergenza, esperienza diretta in attività disostegno dedicate alle famiglie con bambi-ni. L’accordo con Telefono Azzurro onlus -Linea nazionale per la prevenzione del-l’abuso all’infanzia è stato sottoscritto nelmese di febbraio dal Capo Dipartimento del-la Protezione Civile Franco Gabrielli e dalPresidente di Telefono Azzurro Ernesto Caf-fo e mira a integrare con azioni dirette allatutela dei minori le modalità operative del Si-stema di protezione civile in emergenza.Tra gli obiettivi individuati, il sostegno allanaturale resilienza dei bambini e degli ado-lescenti in emergenza attraverso interventimirati a prevenire e contrastare la sintoma-tologia post-traumatica. Grazie a questo pro-tocollo, il Dipartimento può contare su unteam di Telefono Azzurro preparato a inter-venire in emergenza a tutela dell’infanzia di-rettamente o indirettamente coinvolta dal-l’evento. Il supporto psicologico e sociale sirivolge, infatti, ai bambini colpiti in primapersona, ma anche a quanti hanno subitouna esposizione non mediata alle immaginidell’emergenza, ad esempio attraverso la te-levisione. In caso di emergenza e su richie-sta del Dipartimento – d’intesa rispettiva-mente con il Dipartimento per le Pari Op-portunità e con il Ministero dell’Interno –possono inoltre essere attivati il numero 114emergenza infanzia e il numero 116000, li-nea diretta per i minori scomparsi.Per rendere ancora più efficaci queste azio-ni, il protocollo individua la necessità di for-mare gli operatori del Sistema di protezionecivile sul tema della tutela dei minori e glioperatori di Telefono Azzurro sui temi di pro-tezione civile.

2Primo Piano

In un contesto di emergenza i bambinisono particolarmente vulnerabili. Una ca-lamità naturale è una minaccia al loro

mondo e li espone al rischio di perdere iprincipali punti di riferimento: i genitori, gliamici, la casa, la scuola.A questo proposito, in Italia, è necessariorafforzare una cultura della prevenzione edella risposta alle emergenze a misura dibambino, tale cioè da valorizzare la promo-zione dei diritti dell’infanzia e dell’adole-scenza nel pieno rispetto dei principi gene-rali della Convenzione Onu.Il Dipartimento della Protezione Civile – dasempre sensibile al tema dell’infanzia negliambiti di previsione, prevenzione e gestio-ne delle emergenze – ha avviato nel corsodell’ultimo anno un dialogo con due Orga-nizzazioni non governative da sempre im-pegnate nella tutela dei minori: Telefono Az-zurro e Save the Children. Entrambe le Or-ganizzazioni hanno competenza specificanella realizzazione di progetti educativi nel-

Protezionecivile einfanzia: dueprotocollid’intesaL’obiettivo è promuoverestudi, ricerche e strategiedi intervento per la tuteladei minori in emergenza

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Lo scorso novembre il Dipartimento dellaProtezione Civile ha inoltre sottoscritto unprotocollo d’intesa con Save the Children Ita-lia, una Onlus che nel nostro Paese ha espe-rienza decennale in progetti e attività per tu-telare i diritti dei bambini e degli adolescentia livello nazionale e internazionale, con par-ticolare attenzione ai minori a rischio. L’accordo nasce dalla volontà comune diintegrare i programmi e i modelli operativicon azioni mirate alla tutela dei più piccolicon il fondamentale obiettivo di garantireuna gestione delle fasi di emergenza e dipost-emergenza che tenga conto anche del-le esigenze dei minori. Tra le azioni previste, la realizzazione di mo-duli formativi su questo tema rivolti agli ope-ratori del Servizio Nazionale della Protezio-ne Civile e, al contempo, la definizione dimetodi per la tutela dei bambini e degli ado-lescenti in situazioni di emergenza, da affi-nare con il coinvolgimento del volontariato,delle agenzie educative e del Servizio Na-zionale nel suo complesso.

U La Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

La Convenzione Onu sui diritti dell’infanziae dell’adolescenza, approvata dall’Assem-blea generale delle Nazioni Unite il 20 no-vembre 1989, è uno strumento normativointernazionale di promozione e tutela dei di-ritti dell’infanzia. Ad oggi sono 193 gli Statiparti della Convenzione. L’Italia ha ratificatola Convenzione con Legge n. 176 del 27maggio 1991 e, ad oggi, ha presentato alComitato sui Diritti dell’infanzia quattro Rap-porti. La Convenzione – composta da 54 ar-ticoli e da due Protocolli opzionali sui bam-bini in guerra e sullo sfruttamento sessuale– prevede un meccanismo di controllo sul-l’operato degli Stati, che devono presentarea un Comitato indipendente un rapporto pe-riodico sull’attuazione dei diritti dei bambi-ni sul proprio territorio. I principi fonda-mentali sono: non discriminazione, supe-riore interesse, diritto alla vita, alla sopravvi-venza e allo sviluppo del bambino, ascoltodelle opinioni del minore. 2

Dalla sua fondazione nel 1999Save the Children Italia lavo-ra per tutelare e promuovere idiritti delle bambine e dei

bambini e per migliorare concretamente le loro condizionidi vita. Lavorando con le comunità locali, Save the Chil-dren porta aiuti immediati, assistenza e sostegno allefamiglie e ai bambini in difficoltà; crea cambiamen-ti positivi e duraturi nella vita dei bambini nei luoghidove opera. Le attività riguardano educazione, rispo-sta alle emergenze, riduzione della povertà, lotta al-l’Aids, salute e contrasto allo sfruttamento e abuso.

SAVE THE CHILDREN ITALIA E TELEFONO AZZURRO

Nasce nel 1987 con l’esigenza didare alle richieste di aiuto dellebambine e dei bambini un puntodi ascolto e di accesso. Promuo-

ve il rispetto dei diritti dei minori, mira a incentiva-re le loro potenzialità e li tutela da abusi e violenzeche possono pregiudicarne il benessere e il percorsodi crescita. Telefono Azzurro offre risposte alle loro ri-chieste di aiuto, anche attraverso la collaborazione conistituzioni, associazioni e altre realtà territoriali. Al-l’ascolto telefonico associa nuovi fronti di attività percombattere situazioni di disagio e maltrattamento.

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2 Focus

al mese. Le domande e risposte saranno se-lezionate tra quelle raccolte attraverso il Con-tact Center del Dipartimento della Protezio-ne Civile, il servizio attivato nel luglio 2011per creare uno strumento di ascolto, dare in-formazioni e raccogliere segnalazioni sulleattività di competenza del Dipartimento.Un box “Curiosità” sarà invece dedicato apillole di protezione civile: piccoli approfon-dimenti, spunti, cenni storici e voci di glossarioper scoprire insieme aspetti interessanti epoco conosciuti di questo mondo.Per chi vuole essere sempre aggiornato sul-le ultime novità è inoltre in arrivo un servi-zio di newsletter interamente dedicato al ma-gazine. La newsletter riproporrà tutti gli ar-ticoli pubblicati nelle quattro principali se-zioni del sito: “Primo piano”, “Focus”, “DalDipartimento” e “Dal Servizio Nazionale”.

Atre anni dalla sua nascita “ProtezioneCivile” cambia veste. Per risponderea una domanda di informazione sem-

pre più tempestiva, infatti, il magazine si tra-sferisce online e si apre a diversi tipi di con-tributo: notizie, interviste, approfondimenti,gallerie fotografiche e clip video.Il sito web protezionecivile.gov.it/magazinedarà spazio a contenuti brevi, fruibili, multi-mediali e tratterà temi di attualità legati alleattività del Dipartimento e del Servizio Na-zionale. Una galleria web che proporrà disettimana in settimana aggiornamenti utili –anticipazioni di eventi in programma, eser-citazioni di protezione civile, progetti forma-tivi – rivolti ad attori istituzionali, operatoridella protezione civile e volontariato.Il magazine promuoverà anche un canalediretto con il cittadino pubblicando una faq

Il magazine“ProtezioneCivile” sirinnova: scopri le novitàIn arrivo un settimanaleonline dedicato all’attualitàe una versione cartaceaancora più ricca

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Sempre operativa anche la pagina facebo-ok “Magazine Protezione Civile”. Oltre 2mi-la i “mi piace” per questa finestra social sul-l’attività del Dipartimento della ProtezioneCivile e del Servizio Nazionale, che – in que-sti anni – è diventata un vivace luogo di con-fronto sui temi di previsione, prevenzione egestione delle emergenze. La pagina face-book ospita anche attività e progetti disse-minati sul territorio nazionale come i Campiscuola “Anch’io sono la protezione civile”,organizzati in collaborazione con le Regionie le Organizzazioni di volontariato.Disponibili su facebook, oltre alle iniziativesegnalate dai lettori, anche tutti i numeri delmagazine in versione sfogliabile e link diret-ti alle norme di comportamento da adottarein caso di emergenza, ai comunicati stam-pa, ai dossier e alle notizie del sito istituzio-

nale protezionecivile.gov.it. Canale privile-giato per la segnalazione di iniziative sul ter-ritorio da parte delle Organizzazioni di vo-lontariato, dei Comuni, delle Province e del-le Regioni resta la casella [email protected], che dal momento della sua at-tivazione ad oggi ha gestito un flusso di ol-tre mille mail. Questa casella di posta è an-che il contatto a cui i lettori possono richie-dere numeri arretrati o comunicare varia-zioni di indirizzo per il recapito.

U La nuova versione cartaceaIl magazine approda sul web, quindi, ma seda una parte si sperimenta con la nuova ver-sione online, dall’altra prosegue l’avventuradi “Protezione Civile” nella sua veste tradi-zionale e cartacea, con una periodicità rivi-sta e una linea editoriale del tutto rinnovata.Il magazine cartaceo approfondirà i granditemi di protezione civile, le attività del Servi-zio Nazionale, i rischi, il ruolo della comuni-tà scientifica. Ogni numero sarà articolato inmacro-temi affrontati con approcci diversi –tecnico-scientifico, istituzionale, normativo,etimologico, narrativo – e da più punti di vi-sta, con il contributo di membri della comu-nità scientifica, umanisti, esponenti istitu-zionali, esperti di settore, giuristi, rappre-sentanti del mondo accademico.Continuità e innovazione – dunque – proce-dono insieme, con l’obiettivo di offrire ai let-tori un servizio sempre più completo, inte-ressante e ricco di spunti, per migliorare la cir-colazione delle notizie all’interno del Servi-zio Nazionale e per alimentare il flusso di di-scussione sui grandi temi, sulla storia e sul-le sfide vicine e future cui è chiamata a ri-spondere la protezione civile. 2

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Le amministrazioni pubbliche come“case di vetro”. Questo l’obiettivo chenegli anni Novanta avevano le prime

disposizioni di legge sulla trasparenza. Tut-ta la normativa a seguire ha fissato il proprioorizzonte di rinnovamento guardando pro-prio alla prospettiva dell’apertura totale del-le Istituzioni e dei loro dati. Un contesto che ha portato la Pubblica Am-ministrazione a porre l’accento su un nuo-vo approccio alla gestione dei propri dati edelle proprie informazioni, anche in riferi-mento al trattamento telematico e alla loropubblicazione online. L’Open Data, quindi, consente di renderedati e informazioni delle istituzioni pubbli-che “aperti” e accessibili direttamente on-line. Più precisamente per “Open Data” siintende il formato “aperto” con cui le infor-mazioni e i dati digitali possono essere tra-smessi, distribuiti e scambiati sul web. I dataset delle Istituzioni devono essere pub-blicati e riusabili in formati semplici e sup-portati dai programmi più utilizzati dalla co-munità digitale. Devono essere liberi da li-cenze che ne limitino l’uso. Inoltre, i dati sono “aperti” se vengono ga-rantite agli utenti le possibilità di riutilizzo eintegrazione, anche con l’obiettivo di crea-re nuove risorse, applicazioni, programmi eservizi di pubblica utilità. I dati devono es-

sere ricercabili con facilità e immediatezza,e quindi i siti devono dotarsi di strumenti diricerca selettivi e permanenti.

U Trasparenza. La normativa di riferimento

Il percorso normativo verso la trasparenzadelle amministrazioni comincia nel 1990 conle disposizioni della Legge n. 241 che fissa,per la prima volta nel nostro Paese, il prin-cipio secondo cui “l'attività amministrativa[...] è retta da criteri di economicità, di effi-cacia, di pubblicità e di trasparenza”. An-che la Legge n. 150 del 2000 disciplina leattività di informazione e di comunicazionedelle pubbliche amministrazioni “in attua-zione dei princìpi che regolano la traspa-renza e l'efficacia dell'azione amministrati-va”. Ancora, l’art. 21 della Legge n. 69 del2009 obbliga le amministrazioni a “pubbli-care nel proprio sito internet le retribuzioniannuali, i curricula vitae, gli indirizzi di po-sta elettronica e i numeri telefonici ad usoprofessionale dei dirigenti e dei segretari co-munali e provinciali nonché di rendere pub-blici, con lo stesso mezzo, i tassi di assen-za e di maggiore presenza del personale di-stinti per uffici di livello dirigenziale”. Il decreto legislativo n. 150 del 2009 ha san-cito l’adozione del principio di trasparenzacome “accessibilità totale, anche attraverso

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L’orizzonte della trasparenzae dei dati aperti

La normativa di riferimento e il percorso del Dipartimento della Protezione Civile verso l’Open Data

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lo strumento della pubblicazione sui siti isti-tuzionali delle amministrazioni pubbliche,delle informazioni concernenti ogni aspettodell’organizzazione, degli indicatori relativiagli andamenti gestionali e all’utilizzo dellerisorse per il perseguimento delle funzioniistituzionali, dei risultati dell’attività di misu-razione e valutazione svolta dagli organi com-petenti, allo scopo di favorire forme diffusedi controllo del rispetto dei principi di buonandamento e imparzialità”. Proprio in attuazione di questa disposizioneil decreto legislativo ha fissato l’obbligo del-le pubbliche amministrazioni di dotare i pro-pri siti web della sezione “Trasparenza, va-lutazione e merito” e una delibera della Com-missione indipendente per la valutazione, latrasparenza e l’integrità delle amministra-zioni pubbliche ha disposto le modalità dipubblicazione dei dati nella Sezione traspa-renza. È l’art. 18 del Decreto legge n. 83/2012a disporre un potenziamento della traspa-renza delle Istituzioni pubbliche passanteper la pubblicazione di nuove tipologie di da-ti sui siti internet. In particolare il comma 1 del-l’articolo 18 ha disposto che la concessionedelle sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausilifinanziari alle imprese e l’attribuzione dei cor-rispettivi e dei compensi a persone, profes-sionisti, imprese ed enti privati e comunquedi vantaggi economici di qualunque genere[...] sono soggetti alla pubblicità sulla reteinternet [...] secondo il principio di accessi-bilità totale”. È comunque il Decreto legisla-tivo n. 33 del 2013, che abroga e reintegra l’art.18 del decreto n. 82/2012, a riorganizzarein modo organico gli obblighi di trasparenzadelle pubbliche amministrazioni. Nei siti web istituzionali le amministrazioni

devono predisporre la sezione “Ammini-strazione trasparente” con tutte le informa-zioni e i dati già ospitati nella Sezione tra-sparenza, valutazione e merito, integrando-la con nuove tipologie di dati in formato aper-to. Da questa sezione devono essere dispo-nibili anche le informazioni sulle procedu-re di affidamento di beni, forniture e servizisopra i mille euro. In caso di calamità e diemergenze è prevista la pubblicazione de-gli atti urgenti e straordinari adottati in de-roga alla legislazione vigente.

U Dall’accesso agli atti all’accesso civico La Legge n. 241 del 1990 aveva sancito ildiritto all’accesso ai documenti amministra-tivi come principio generale delle Istituzionipubbliche. L’accesso agli atti favoriva, nelleintenzioni del legislatore, la partecipazionedei cittadini, titolari di un diritto soggettivo odi un interesse legittimo, all’attività ammini-strativa. La richiesta di accesso ai documentidoveva essere motivata. Il decreto legislativo n. 33 ha introdotto, invece,l’istituto dell’accesso civico: le amministra-zioni devono obbligatoriamente pubblicare idocumenti, le informazioni e i dati individuatinel d.lgs. sul proprio sito e chiunque ha il di-ritto di richiedere la pubblicazione dei do-cumenti, le informazioni o i dati se non sonopubblicati. La richiesta di accesso non è sot-toposta ad alcuna limitazione, non deve es-sere motivata ed è gratuita.

U Open Data. Normativa di riferimento Le disposizioni di legge sulla trasparenzahanno fissato l’obbligo di pubblicità di specifichecategorie di dati. In particolare il Codice del-l’Amministrazione Digitale, l’art. 18 del de-

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creto legge n. 83 del 2012 e il decreto legi-slativo n. 33 del 2013 sanciscono l’introdu-zione nel nostro ordinamento del formatoaperto per la pubblicazioni dei dataset a di-sposizione della pubblica amministrazione.Già nel 2003 l’Unione Europea aveva fissa-to con la direttiva sul “riutilizzo dell’informa-zione del settore pubblico” il principio ge-nerale per cui i documenti degli Stati mem-bri, se possibile, debbano essere disponibi-li online e “riutilizzabili a fini commerciali o non commerciali”. In attuazione di questa direttiva, tre anni do-po, il decreto legislativo n. 36 del 2006 haribadito che le pubbliche amministrazionidevono “rendere riutilizzabile il maggior nu-mero di informazioni, in base a modalità cheassicurino condizioni eque, adeguate e nondiscriminatorie”.Il Codice dell’Amministrazione Digitale, a ri-guardo, dispone che sui siti internet le Am-ministrazioni pubblichino “il catalogo dei da-ti, dei metadati e delle relative banche dati inloro possesso ed i regolamenti che ne disci-plinano l’esercizio della facoltà di accessotelematico e il riutilizzo”. Il riuso dei dati passa per la disponibilità de-gli stessi in formati aperti: alcune tipologiedi dati, per cui è disposta la pubblicazioneper legge, devono essere liberamente ac-cessibili, senza restrizioni di copyright, bre-vetti o altre forme di controllo che ne limitinola riproduzione. A tal riguardo già l’art. 18del decreto legislativo n. 82/2012 aveva di-sposto che i dati dovevano “essere resi di fa-cile consultazione, accessibili ai motori di ri-cerca ed in formato tabellare aperto che neconsente l’esportazione, il trattamento e ilriuso”. Ancora, il decreto legislativo n. 33/2013

all’art. 7 ha sancito che “I documenti, le in-formazioni e i dati oggetto di pubblicazioneobbligatoria ai sensi della normativa vigente[…] sono riutilizzabili […] senza ulteriori re-strizioni diverse dall'obbligo di citare la fon-te e di rispettarne l’integrità”.

U Trasparenza e Open Data: il percorsodel Dipartimento della Protezione Civile

L’entrata in vigore del decreto legislativo n.33 del 14 marzo 2013 sancisce l’accessibi-lità totale delle informazioni che riguardanol’organizzazione e l’attività delle pubblicheamministrazioni, per favorire il controllo sul-le funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle ri-sorse pubbliche. Il Dipartimento della Protezione Civile si staadeguando alle nuove disposizioni norma-tive – gradualmente e senza pesare sulle ri-sorse pubbliche – proseguendo il percorsoverso la progressiva apertura e trasparenzaai cittadini già iniziato da qualche anno. Apartire dal 2011, infatti, il Dipartimento del-la Protezione Civile ha scelto di pubblicaresul proprio sito web nella sezione “Bandi ealtre procedure” tutti gli impegni di spesa,assunti anche con procedure senza la pub-blicazione del bando di gara e inferiori aimille euro. Questa sezione è stata realizzata seguendole disposizioni del decreto del Presidente delConsiglio dei Ministri del 26 aprile 2011“Pubblicazione nei siti informatici di atti eprovvedimenti concernenti procedure ad evi-denza pubblica o di bilanci, adottato ai sen-si dell’articolo 32 della legge 18 giugno 2009,n. 69”, estendendone l’applicazione anchea procedure in economia, procedure nego-ziate senza la pubblicazione di bando o pro-

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cedure tramite convenzioni Consip/Mepa.Successivamente, nel 2012, il Dipartimentoha pubblicato anche l’elenco e le informa-zioni principali degli accordi e convenzioni,onerosi e non onerosi, stipulati dall’ammini-strazione con università, istituti e centri di ri-cerca scientifica, enti e amministrazioni, or-ganizzazioni di volontariato. Questi dati, pub-blicati in formato accessibile, si sono aggiuntialle informazioni già presenti sul sito web delDipartimento della Protezione Civile e previ-ste dalle precedenti disposizioni normativesulla trasparenza, come i dati sui tassi di as-senza o maggiore presenza del personale,le retribuzioni dei dirigenti, l’elenco dei con-tratti di collaborazione esterna. Il decreto legislativo n. 33/2013 introducenuovi obblighi di pubblicazione sulle infor-mazioni, soprattutto su quelle di carattereamministrativo, e stabilisce che questi datidevono essere disponibili in un formato ditipo aperto, cioè devono poter essere riuti-lizzati sono citandone la fonte e rispettan-done l'integrità. Per rispettare il nuovo obbligo di legge, il Di-partimento sta agendo su due piani: sta ar-ricchendo e adeguando a quanto prevedela norma i contenuti già presenti sul sito webe ha avviato una ricognizione sui nuovi datida inserire. Ogni passaggio sta avvenendoin stretto coordinamento con la Presidenzadel Consiglio dei Ministri, di cui il Diparti-mento è parte. Attualmente sul sito web sono pubblicate: leprocedure del Dipartimento nella sezione“Bandi e altre procedure”; i contributi con-cessi alle Organizzazioni di volontariato per ilpotenziamento delle strutture o il migliora-mento della preparazione tecnica; gli accor-

di e le convenzioni onerose e non onerose; imutui stipulati da Regioni e Province per fi-nanziare interventi di ricostruzione e ripara-zione provocati da calamità naturali e perl’organizzazione dei “grandi eventi”; l’elen-co dei contratti di collaborazione. Sono anchedisponibili i rendiconti dei Commissari dele-gati, non richiesti dal d.lgs. n. 33/2013, maprevisti dalla legge n. 225/1992, all’art. 5,comma 5bis, che comunque possono rica-dere tra quelle informazioni che garantisco-no la trasparenza e tracciabilità dell’uso del-le risorse pubbliche. I dati sono pubblicati secondo modalità difacile consultazione, alcuni sono disponibiliin formato tabellare che ne consente l’espor-tazione, il trattamento e il riutilizzo nei limitidella normativa sulla privacy. Sono tutti rac-colti nella pagina “Amministrazione traspa-rente”, facilmente raggiungibile dall’homepage, che riporta l’elenco di tutte le infor-mazioni disponibili e i link per raggiungerele pagine in cui queste sono state pubblica-te. Per quanto riguarda, invece, gli interven-ti avviati sugli open data, è stato costituito ungruppo di lavoro interdisciplinare all’internodel Dipartimento che ha la funzione di indi-viduare quali dati rendere “aperti” e con qua-le tipo di licenza permetterne l’uso. Il grup-po opererà in coordinamento con quantoprevede su questo tema la Presidenza delConsiglio dei Ministri. Al momento, tutti i dati e le informazioni pub-blicati sul sito del Dipartimento sono tutela-ti da una licenza Creative Commons, checonsente agli utenti di riprodurre e riutiliz-zare i dati citandone la fonte e condividendoliallo stesso modo, ma ne impedisce l’uso perfini commerciali. 2

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Una sezione dedicata agli eventi che hanno segnato la storia italiana e che, al contempo, hanno contribuitoalla nascita e all’evoluzione di una cultura condivisa di protezione civile.

Uno sguardo al passato che è anche occasione di riflessionesui temi di previsione e prevenzione dei rischi e sullacapacità del Sistema diprotezione civile di rispondereefficacemente alle emergenze.

Il 26 dicembre 2004 il Sud Est asiatico è colpito da un violentissimo ter-remoto. Il sisma di magnitudo 8.9 – con epicentro in mare a ovest del-la costa nord dell’Isola di Sumatra – libera un’energia enorme e scate-

na uno tsunami di proporzioni straordinarie. L’onda provocata dal terremoto corre a una velocità di oltre 600 chilometri orari. In pocopiù di un’ora travolge le coste abitate della Thailandia, la punta settentrionale di Suma-tra, gli arcipelaghi delle Nicobare e le coste Birmane. Nell’arco di due ore colpisce le co-ste dello Sri Lanka, dove provoca perdite inimmaginabili in termini di vite umane, dan-ni ai beni materiali, alle strutture e alle infrastrutture delle zone colpite. Nelle ore successive, raggiunge le coste indiane e le Maldive. Persino le coste africane della

Sri Lanka: lo tsunami, gli interventi, la ricostruzioneNel 2004 un maremoto di proporzioni straordinarie colpisceil Sud Est asiatico

La prima volta che vidi lo Sri Lanka sulla pagina del mio atlante sco-lastico mi venne in mente l’idea di una perla, appesa per fili invisi-

bili sull’azzurro pacato dei mari disegnati delle carte geografiche. La geo-grafia mi aveva illusa, quella volta; la storia di quell’isola tormentata mi haaperto gli occhi, suggerendomi immagini meno poetiche e romantiche; la Pro-tezione Civile mi ha riportato a quella prima immagine, al collegamentostretto tra Sri Lanka e qualcosa di veramente prezioso, che questa volta è ilfrutto di virtù italiane che hanno lasciato in quella terra, e nella nostra co-scienza, una “perla” di cose fatte, di persone incontrate, di strette dimano, di sorrisi di amicizia e solidarietà destinate a durare1.

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Somalia e del Kenya, che distano oltre 4mila chilometri dall’epicentro, sono lambite dall’onda.È una catastrofe naturale tra le più pesanti subite nella storia dell’umanità. Oltre 227mila

persone – un numero indicibile – sono strappate alla vita dalla violenza dell’oceano. Trai tre e i cinque milioni di abitanti perdono la propria casa.

Mescolati alla popolazione locale, migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mon-do affollano i resort di Thailandia e Sri Lanka, mete tradizionali del turismo invernaleoccidentale. La notizia dello tsunami corre veloce in tutto il mondo.

Sms e telefonate di aiuto dei turisti italiani presenti nelle zone colpite raggiungono leAutorità del Governo, il Ministero degli Affari Esteri, e il vertice della Protezione Civile,che mobilitano le proprie strutture. L’associazione dei tour operator comunica che sonooltre 4mila i turisti italiani in vacanza in diversi Paesi del Sud Est asiatico. Dalla rete del-le ambasciate, dagli aeroporti dell’area e dai connazionali stessi presenti nella zona, checontattano l’Italia, si ha notizia dei primi italiani feriti o che tentano invano di reimbar-

(1) Fernanda Contri, Presidente del Comitato dei Garanti, istituito l’8 gennaio 2005 con un decreto del Presidente del Consiglio dei Mi-

nistri e composto dall’on. Emma Bonino, dal sen. Giulio Andreotti, dall’on. Giuliano Amato, dall’on. Giorgio Napolitano e dal prof. Andrea

Monorchio. L’organismo svolge sia una funzione di supervisione sia di partecipazione nelle decisioni. La citazione è tratta dalla prefa-

zione alla pubblicazione del Dipartimento della Protezione Civile “Sri Lanka: il rendiconto” (Lupetti editore, 2007).

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carsi negli aeroporti, dove la programmazione ordinaria dei voli è saltata. La mattina del26 dicembre, mentre le autorità dello Sri Lanka dichiarano lo stato di disastro naturale,lo Stato italiano individua nel Dipartimento della Protezione Civile l’organo di governoper fronteggiare l’emergenza.

Quando il terremoto colpisce il Sud Est asiatico in Italia è l’1.58. Alle 8.00 ora italianaè convocata l’Unità di crisi nella sede del Dipartimento della Protezione Civile, a cui su-bentra poi il Comitato Operativo. Alle 10.30 un’ordinanza di protezione civile stabiliscel’intervento di una squadra nazionale e, appena poche ore più tardi – in un arco di tem-po compreso tra il 26 e il 27 dicembre – tre team italiani sono in partenza per Maldive,Sri Lanka e Thailandia.

Il 26 dicembre parte da Malpensa, con destinazione Malè, la prima squadra del Di-partimento della Protezione Civile. Qui il lavoro consiste principalmente nell’organizza-zione delle operazioni di rimpatrio dei connazionali coinvolti. Conclusa questa fase, adappena quattro giorni dall’arrivo della squadra italiana, il team lascia le Maldive e con-voglia nelle zone più colpite dello Sri Lanka.

La seconda squadra, composta da personale del Dipartimento e da giornalisti, parteda Fiumicino con destinazione Colombo, Sri Lanka, alle 21.50 del 26 dicembre, seguitaa poche ore di distanza dal gruppo di intervento sanitario dell’Azienda Ospedaliera di Pisa,

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che porta con sé tutto il materiale necessario per allestire un Posto medico avanzato: unastruttura di pronto soccorso in emergenza completa di sala operatoria.

La mattina del 27 dicembre parte quindi da Fiumicino una terza squadra del Dipar-timento in direzione Phuket, Thailandia. Contemporaneamente, un carico di materiale diprimo intervento, tende e attrezzature per il Posto medico avanzato arriva nelle zone di-sastrate a bordo di un B707 dell’Aeronautica militare.

In Thailandia la Commissione europea affida al Dipartimento della Protezione Civi-le il ruolo di Coordination Head dell’intervento europeo. All’appello del Centro di Infor-mazione e monitoraggio2 - anche in assenza di una richiesta formale internazionale daparte del Governo thailandese – rispondono la Grecia, con una squadra di sommozzato-ri per le ricerche in mare, il Portogallo, con un team di medici legali e l’Italia, con unasquadra mista di Carabinieri e Polizia Scientifica specializzati nelle operazioni di identi-ficazione delle vittime.

La squadra italiana installa a Patong un Posto medico avanzato, in raccordo con l’équi-pe medica dell’Ares Marche. Complessivamente sono 50 i connazionali assistiti sul terri-torio e rimpatriati in Italia.

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(2) Mic, Monitoring and Information Centre

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Il 27 dicembre – in collaborazione con alcune Compagnie aeree private e militari e instrettissimo raccordo con l’Unità di crisi del Ministero degli Esteri – il Dipartimento av-via il rimpatrio dei connazionali coinvolti.

A ogni volo gli aerei portano a casa centinaia di italiani e ripartono carichi di aiuti uma-nitari: medicinali, tende, coperte, potabilizzatori, cisterne. Negli aeroporti di Fiumicinoe Malpensa, personale del Dipartimento e delle Strutture Regionali di protezione civile,della Croce Rossa, delle Forze dell’Ordine, delle Organizzazioni di volontariato, delle strut-ture sanitarie regionali è in attesa dei passeggeri in arrivo dalle zone del disastro per as-sisterli, fornire viveri, acqua e vestiario, ospitare in albergo chi deve proseguire il viag-gio per altre destinazioni.

Il 3 gennaio, con l’ultimo volo del ponte aereo con l’Italia, si chiudono le operazionidi rimpatrio. Il bilancio è di oltre 4.300 passeggeri in transito negli aeroporti italiani –tra loro, anche 342 stranieri – e 52 voli coordinati e seguiti dal Comitato operativo.

U L’INTERVENTO IN SRI LANKAIn Sri Lanka la situazione è drammatica, le coste devastate, i collegamenti impossibi-

li. Spostamenti di poche decine di chilometri comportano viaggi interminabili: rete stra-dale, collegamenti ferroviari e linee telefoniche sono pesantemente danneggiate e nella mag-

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gior parte dei casi interrotte. Il Dipartimento della Protezione Civile organizza le operazionidi recupero degli italiani da rimpatriare e – su richiesta del Governo cingalese – avvia inparallelo le attività di assistenza alla popolazione e di ricerca delle persone disperse.

Nell’arco di pochi giorni iniziano a lavorare nelle aree colpite due Posti medici avan-zati, gestiti da medici e infermieri italiani.

Il 30 dicembre viene aperto l’ospedale da campo di Hunawatuna, nel sud est dello SriLanka: i feriti vengono medicati e i casi gravi dirottati negli ospedali più vicini, per untotale di oltre 8mila persone assistite in tre mesi di attività. Fino alla fine di gennaio la strut-tura è gestita dai volontari del Gruppo per gli interventi di protezione civile dell’ospeda-le di Pisa, cui si alternano nei mesi successivi Volontari del Cives, operatori dell’ospedaledi Catania e volontari del gruppo sanitario della Regione Toscana. Il 18 marzo 2005 la strut-tura è definitivamente consegnata alle Autorità locali. Il 2 gennaio 2005 la struttura di Hu-nawatuna è affiancata da un secondo Posto medico avanzato a Trincomalee, allestito a Kin-niya accanto all’ospedale distrutto dal maremoto e in prossimità di una moschea messa adisposizione per i soccorsi.

Nel corso del tempo il Posto medico avanzato è potenziato nei mezzi e nelle attrezza-ture fino a diventare un ospedale da campo autosufficiente. In una prima fase l’ospedaleè gestito dal personale medico e infermieristico del gruppo 118 ligure, cui subentrano poi

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i medici dell’Associazione nazionale alpini e, dal luglio 2005, l’Aispo, Organizzazione nongovernativa dell’ospedale San Raffaele di Milano.

In questa prima fase emergenziale il Dipartimento della Protezione Civile si concentradunque nelle attività di assistenza alla popolazione, anche attraverso l’allestimento di areedi accoglienza. Le persone sopravvissute allo tsunami e ormai senza casa sono accolte instrutture pubbliche, come le scuole, alloggi improvvisati in cui le condizioni di vita e igie-nico-sanitarie sono difficili e precarie. Il Dipartimento della Protezione Civile decide, quin-di, di allestire le aree di accoglienza dopo un’attenta valutazione dei bisogni della popo-lazione colpita. La scelta della tenda come soluzione abitativa, infatti, risponde non soloa una esigenza di tipo logistico, ma anche alla volontà di ricreare un clima comunitario,in un contesto fortemente disgregato dalla tragedia. Migliaia di persone senza casa trova-no riparo nelle tende allestite dai volontari della protezione civile, attivati e coordinati dalDipartimento e subito operativi nelle aree di intervento assegnate all’Italia dalle autoritàlocali. A sud, tra Matara e Galle, vengono allestiti 12 campi per un totale di 534 tende. Anord est le tende montate sono 208, in 4 campi. Complessivamente le tende arrivate dal-l’Italia ospitano oltre 4mila persone e 600 nuclei familiari.

Nel corso dell’emergenza operano – sia nei Posti medici avanzati sia nelle aree di ac-coglienza – numerosissimi volontari attivati dalle Regioni Friuli, Lazio, Marche, Calabria

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ed Emilia-Romagna oltre che dalle organizzazioni di protezione civile Anpas, Misericor-die, Associazione Nazionale Carabinieri e Prociv-Arci. Il problema del trasporto dei ma-teriali utilizzati – tende, attrezzature, farmaci, generi alimentari, kit di prima assistenzaalle famiglie e altro materiale di prima necessità – tra l’aeroporto di Colombo e le diver-se località interessate dall’azione del Dipartimento viene risolto attraverso l’invio in Sri Lan-ka di due Canadair della flotta aerea del Dipartimento. Grazie a un accordo tra lo Statoitaliano e il Governo di Sri Lanka, infatti, il Dipartimento della Protezione Civile può uti-lizzare i propri velivoli per rendere più efficaci e tempestivi gli spostamenti sul territorio.I Canadair – partiti dall’Italia il 31 dicembre e arrivati sul posto quattro giorni più tardi– volano per oltre 450 ore tra la base di Ratmalana, Aeroporto militare di Colombo, e gliAeroporti di Trincomalee e di Kogaala, nell’area di Matara: 208 missioni, 64 tonnellate dimateriali trasportati e oltre mille passeggeri – personale del Dipartimento, Vigili del Fuo-co, operatori delle Organizzazioni non governative e delle Agenzie dell’Onu, équipe me-diche, autorità locali e personalità in visita dall’Italia – in appena tre mesi di attività.

U ITALIANI PER LO SRI LANKA: GLI AIUTILe immagini dello tsunami girate dai turisti con mezzi di fortuna sono trasmesse in si-

multanea dalle emittenti televisive internazionali e restituiscono appieno l’immagine del

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dramma. La popolazione di tutto il mondo è chiamata ad attivarsi con generosità per fron-teggiare questa emergenza. In Italia, la risposta solidale dei cittadini è veicolata attraver-so giornali, televisioni, associazioni umanitarie e Organizzazioni non governative. Diversipromotori di raccolte fondi scelgono di operare direttamente o finanziando progetti e pro-grammi proposti da singole Ong. I gestori di telefonia mobile in collaborazione con Tele-com Italia, invece, attivano un numero unico per la raccolta di fondi attraverso un sms so-lidale e individuano nel Dipartimento della Protezione Civile – già attivo sul posto – il sog-getto cui affidare le risorse raccolte. Il Dipartimento della Protezione Civile accetta di as-sumere l’incarico e individua la procedura per la gestione delle donazioni. Con ogni sog-getto viene firmato un protocollo che prevede il versamento delle donazioni raccolte su unconto corrente ad hoc e l’impegno a concordare con gli operatori sottoscrittori gli inter-venti da realizzare in Sri Lanka. Un altro aspetto chiarito sin dal principio è che le som-me raccolte grazie alla generosità degli italiani devono essere utilizzate esclusivamente perle attività di soccorso, assistenza e ricostruzione al netto delle spese amministrative, orga-nizzative e logistiche della struttura di missione. L’impegno in Sri Lanka del Dipartimen-to della Protezione Civile parte, dunque, con azioni di risposta alla fase di prima emergenzae si struttura poi in un articolato programma di aiuti in favore della popolazione colpitadallo tsunami.

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• Sri Lanka: il rendiconto, Dipartimento della Protezione Civile, Lupetti Editore, 2007

• Sri Lanka. Microfinanza per tornare a vivere, Francesca Lo Re, Lucia Poletti, Lupetti Editore, 2008

• www.emergenzamaremoto.org - Sito ufficiale della gestione dell’emergenza

• «La Repubblica», «La Stampa», «Il Messaggero», archivi storici

FONTI

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Superata la primissima fase – durante la quale gli aiuti consistono soprattutto nella di-stribuzione di kit di prima assistenza, nell’allestimento di aree di accoglienza e nella for-nitura di reti e barche ai pescatori – il piano degli interventi spazia e si struttura nei di-versi ambiti di necessità individuati in raccordo con le Autorità locali: dalla ricostruzionee riqualificazione di case, scuole, ospedali, orfanotrofi e altre strutture pubbliche, al sostegnodella ripresa economica con interventi di microcredito rivolti alle famiglie più svantaggiate.

Le donazioni ricevute raggiungono, nel tempo, circa 50 milioni di euro. Complessiva-mente, il programma di aiuti realizzato grazie alla solidarietà degli italiani si traduce in 56progetti, 34 dei quali in convenzione con Organizzazioni non governative, 8 con altri Entie Organizzazioni, e 14 realizzati direttamente dal Dipartimento della Protezione Civile.

A due anni e mezzo dallo tsunami, nel mese di agosto 2007, tutti i progetti sono porta-ti a termine e tutte le strutture realizzate consegnate alla popolazione e alle Autorità locali.

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2Dal Territorio

Verificare la capacità tecnico-operativa degli assetti della

Marina Militare per esigenze diprotezione civile. Questol’obiettivo dell’esercitazioneorganizzata dalla Marina Militarein collaborazione con ilDipartimento della ProtezioneCivile l’11 e il 12 aprile. Leattività, incentrate sul soccorso el’assistenza alla popolazionecolpita da un terremoto, si sonosvolte a Massafra eprincipalmente nel Golfo diTaranto, a bordo della portaereiCavour. In particolare, è statatestata l’efficacia dellepredisposizioni della nave persupportare le forze di soccorso sularga scala dal mare a terra. Sonostate allestite in poche orestrutture di emergenza a terra eun punto di coordinamentoavanzato sulla nave in grado difornire comunicazioni tradizionalie satellitari, supporto aereo pertrasporti ed evacuazioni mediche.È stata testata quindi la sinergiatra forze civili e militari conl’obiettivo di rafforzare lacollaborazione tra il Dipartimentoe la Marina Militare e consolidareun modulo operativo di reazionerapida in caso di emergenza.All’ultima giornata esercitativahanno partecipato anche il Capo

umanitaria – che ha coinvoltoComponenti e Strutture operativedel Servizio Nazionale – laportaerei ha trasportato generialimentari, medicine e moduliabitativi per la popolazionesfollata. Supporto logistico pertutto il personale civile e militareimpegnato sull’isola, la nave hafornito un importante sostegnoanche per le attività sanitarie, siaattraverso l’ospedale di bordo siaattraverso il trasporto aereosanitario. Sulla nave sono statiinoltre imbarcati i mezzi pesantiutilizzati per la rimozione dellemacerie e l’allestimento delletende nelle aree di accoglienza. 3 INFOwww.marina.difesa.it www.protezionecivile.gov.it

Dipartimento Franco Gabrielli e ivertici della Difesa tra cuil’ammiraglio Giuseppe De Giorgi.L’esercitazione rientra nell’ambitodelle capacità dual use – militaree civile – delle navi. Lapeculiarità della portaerei Cavoursta infatti nella sua duttilità: puòpartecipare ad operazioni militariper la tutela e la sicurezza delPaese ma anche intervenire, contempestività e autonomialogistica, dove si è verificataun’emergenza ed è richiestosoccorso umanitario. In questocontesto si inquadra la missionedella nave Cavour ad Haiti nelgennaio 2010, a seguito delterremoto che ha colpito l’isola.Nell’ambito della missione

Esercitazione tra Marina Militare e Dipartimento Le operazioni si sono svolte a bordo della portaerei Cavour

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S i è svolto in Emilia-Romagna, dal 24 al 26 maggio, il 14° meeting nazionale della solidarietà delle Pub-bliche Assistenze Anpas.“Si lavora qui per ingentilire i cuori […]”: questo il tema centrale dell’iniziativa,

un’edizione speciale, perché organizzata a Bologna e Mirandola, zone colpite dal terremoto dello scorso anno,dove Anpas è intervenuta con circa 5mila volontari in quattro mesi di emergenza. L’iniziativa si è aperta il 24 maggio a Bologna, con l’inaugurazione di un campo tendato che ha ospitato i vo-lontari. Nel pomeriggio si è svolto un convegno su “Pubblico e privato: le responsabilità del welfare”, un’occasioneper riflettere sul rapporto tra Istituzioni pubbliche e soggetti privati. Il 25 mattina si è svolta l’Assemblea na-zionale delle Pubbliche Assistenze, con interventi di esperti e personalità dal mondo della scienza e delle isti-tuzioni. Nel pomeriggio da Bologna, invece, è partita “L’ambulanzata” che ha toccato le comunità colpite dalsisma. Altre colonne di mezzi sono partite dal Veneto e dalla Lombardia, per poi convergere a Mirandola. L’iniziativa, cui hanno partecipato rappresentanti del Dipartimento della Protezione Civile e della RegioneEmilia-Romagna, è stata un importante momento di incontro tra le istituzioni e le comunità colpite dal terre-moto. Domenica 26, a conclusione delle giornate del meeting, i volontari Anpas hanno sfilato in corteo per levie di Bologna.3 INFOwww.anpasnazionale.orgwww.regione.emilia-romagna.it

Dal 10 al 12 maggio si è svolto a Modena il 1°meeting internazionale delle Misericordie,

un’occasione per premiare i 1.500 volontari e le350 Misericordie di tutta Italia, che hanno dato illoro contributo per l’emergenza terremoto in Emiliadello scorso anno. Un appuntamento atteso ancheper la consegna ai sindaci dei Comuni di Mirandolae di San Felice sul Panaro, dei fondi raccolti con lasottoscrizione lanciata dalla stessa Confederazionenazionale. Giornate di forte partecipazione, conl’intervento del Capo Dipartimento della ProtezioneCivile, Franco Gabrielli, che ha ricordato come tuttigli attori: “dopo 800 anni ‘sono ancora qua’, erappresentano un asset importante nel nostrosistema […]”, e con la partecipazione delPresidente e del direttore della Confederazionenazionale delle Misericordie d’Italia - Ugem,Roberto Trucchi e Piergiorgio Salvatori.

Confederazione nazionale delle Misericordie: il meeting internazionale

Anpas: 14° meeting nazionale della solidarietàdelle Pubbliche Assistenze

L’evento si è svolto nel Parco Enzo Ferrari, un’arenadi 18mila metri quadrati allestita per ospitare ilcampo della colonna mobile nazionale di protezionecivile delle Misericordie. Una struttura di eccellenza con oltre 100 tende,una zona pranzo per circa 3mila pasti al giorno,otto moduli per bagni e docce, due tendeaerostatiche, un Pma - Posto medico avanzato perl’assistenza sanitaria, due Sale operative per lagestione del complesso, e tre grandi tensostrutturededicate agli incontri.Tre giornate che hanno appassionato anche il SantoPadre, Papa Francesco, che attraverso unmessaggio indirizzato alla Confederazione, harivolto il Suo personale invito a percorrere, anche infuturo, un così importante cammino di solidarietà.3 INFOwww.protezionecivile.gov.it www.misericordie.it

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2Dal Territorio

Anci Toscana: sindaci alezione di comunicazione

Conoscere il piano di emergen-za comunale e saper comuni-

care le informazioni essenziali aicittadini. Sono questi alcuni degliobiettivi delle lezioni che Anci To-scana rivolge a Sindaci, assessori de-legati, dirigenti e responsabili diUnioni di Comuni che si occupanodi protezione civile. Il percorso for-mativo, diviso in due giornate, pre-vede l’approfondimento di numero-si temi come il ruolo e le competen-ze dei Sindaci in ambito di prote-zione civile, la redazione del piano co-munale, la pianificazione e le pro-cedure da seguire in fase di allertae di emergenza. Al termine delle gior-nate i partecipanti saranno in gra-do di utilizzare al meglio il piano co-munale, raccordandosi, quando ne-cessario, con le altre istituzioni coin-volte e le associazioni di volonta-riato e fornendo ai cittadini le tem-pestive informazioni sui comporta-menti da adottare per ridurre l’espo-sizione ai rischi. Per favorire la par-tecipazione di tutti i Comuni, il ciclodi lezioni sarà ripetuto da maggioa settembre in diverse città dellaRegione e gli interventi saranno mo-dulati in base alla tipologia di ri-schi presenti sul territorio. La par-tecipazione è gratuita, ma subordi-nata all’iscrizione tramite i modulipubblicati sul sito ancitoscana.it.3 [email protected]

Si svolge il 16 giugno in tuttaItalia la nuova edizione di

“Sicuri sul sentiero”, la giornatadi prevenzione degli incidenti inmontagna organizzata dal Cai -Corpo alpino italiano e dal Cnsas- Corpo nazionale soccorso alpinoe speleologico. Nel corso dellamanifestazione, tecnici delsoccorso alpino, istruttori,accompagnatori del Cai e guidealpine saranno presenti in diverselocalità montane per dareinformazioni sulla correttafrequentazione di sentieri, vieferrate, falesie e grotte e per dareconsigli a quanti praticano ilcanyoning o ricercano funghi.

Previsti anche seminari diapprofondimento, escursioniguidate e simulazioni di ricerca dipersone disperse. Lamanifestazione rientra nelprogetto “Sicuri in montagna” eha l’obiettivo di diffondere lacultura di prevenzione dei rischitipici dell’ambiente montano,soprattutto tra quanti affrontanola montagna senza alcunaesperienza e senza il supporto diuna guida alpina. L’elenco deglieventi in programma, suddivisiper Regione, è consultabile sulsito sicurinmontagna.it.3 INFOwww.cai.itwww.cnsas.it

Conoscere la montagnacon “Sicuri sul sentiero”

Si è tenuta a Campotosto in Provincia dell’Aquila “EuroPROTECT2013”, la prima esercitazione europea organizzata dalla Prociv-Arci

- Associazione nazionale volontari per la protezione civile. Dal 30maggio al 2 giugno oltre 3mila volontari e Forze dell’Ordine di tuttaEuropa sono stati impegnati nelle attività post emergenziali relativealla simulazione di un evento sismico di magnitudo 6. Le attività hannoprevisto l’elaborazione dello scenario di danno, l’attivazione dei centrioperativi e dei piani d’emergenza comunali. Focus dell’esercitazione: leoperazioni di primo soccorso e la ricerca e il recupero di feriti e dispersi.I volontari sono stati impegnati poi nell’allestimento delle tendopoli,nell’evacuazione delle scuole e nel recupero di opere d’arte.All’esercitazione hanno partecipato il Dipartimento della ProtezioneCivile e le protezioni civili di Belgio, Finlandia, Francia, Germania,Grecia, Olanda, Portogallo, Spagna.3 [email protected]

EuroPROTECT 2013: in provincia dell’Aquilaun’esercitazione europea sul rischio sismico

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Dal 6 all’11 maggio la città di Messina ha ospitato la IV edizione della “Settimana della sicurezza”, un ap-puntamento ricco di esercitazioni sul rischio sismico, nato dalla collaborazione tra Prefettura, Diparti-

mento Regionale di Protezione Civile, istituzioni e mondo del volontariato. Hanno partecipato in qualità di os-servatori funzionari degli Uffici gestione delle emergenze e volontariato, formazione e comunicazione del Di-partimento della Protezione Civile. L’esercitazione è iniziata con la simulazione di un terremoto di magnitudo6.3 nello Stretto di Messina e il successivo arrivo sulle coste di un’onda di maremoto. Scopo dell’iniziativa:verificare il funzionamento e la capacità di coordinamento delle singole Componenti e Strutture Operative pre-senti sul territorio. Durante le prime giornate sono stati testati i piani di evacuazione degli istituti dei Distret-ti scolastici 28 e 29 che aderiscono al “Progetto scuola sicura” e le reti di radiocomunicazione alternativa diemergenza. Sono stati inoltre censiti i ripetitori, gli apparati radio in dotazione ai Centri operativi e verificatii collegamenti radio d’emergenza, anche con l’ausilio di postazioni mobili. Il 118 Seus - Servizio emergenza ur-genza sanitaria ha coordinato la gestione dell’emergenza sanitaria territoriale. Con l’occasione è stata veri-ficata la funzionalità dei Pma - Posti medici avanzati e l’efficienza dei Piani intraospedalieri di tre strutture cit-tadine (Policlinico “G. Martino”, Piemonte e Papardo) per la gestione di macro-emergenze sanitarie. Le asso-ciazioni di volontariato, secondo le specifiche competenze, sono state coinvolte nei vari scenari delle simula-zioni. La fase operativa dell’esercitazione si è conclusa venerdì 10. La giornata di sabato è stata dedicata al-

la consegna degli attestati di partecipazione e al debriefing per valutarela gestione degli interventi realizzati durante la settimana.

“Messina 2013”, una settimanadi esercitazioni sul rischio sismico

Operatori del Sistema diprotezione civile per un

giorno: questa l’esperienza deglialunni dell’Istituto pontificioMaestre Pie Filippini di Sulmona,che hanno simulato il 3 maggiol’evacuazione della loro scuola inseguito a una scossa diterremoto. Hanno coordinatol’esercitazione, gli operatori dellaprotezione civile del Comune diSulmona, i Vigili del Fuoco e ivolontari della Croce rossaitaliana. Gli alunni sono statisuddivisi in tre squadre e hannoindossato l’abbigliamento

identificativo della struttura cherappresentavano. Una parte deiragazzi ha partecipato alleoperazioni nell’edificio, un’altraha invece coordinato le attivitàdalla sala radio. L’esercitazione èiniziata quando è suonatol’allarme e sono state attivate leprocedure del piano dievacuazione della scuola. È poiproseguita con una chiamata ainumeri di soccorso che ha dato ilvia alle operazioni: i piccoli Vigilidel Fuoco, insieme ai verioperatori, hanno spento un fintoincendio nell’edificio e hanno

ricercato due feriti/dispersi; glioperatori di protezione civilehanno censito i compagni etransennato l’edificio; irappresentanti della Croce rossahanno seguito i veri volontarinelle operazioni di soccorso.I bambini, primadell’esercitazione, sono statipreparati con lezioni teoriche sulServizio Nazionale dellaProtezione Civile e sul ruolo dellediverse componenti e Struttureoperative del Sistema.3 INFOwww.comune.sulmona.aq.itwww.pontificioistitutompf.it

Esercitazione a Sulmona: protagonisti gli alunni di una scuola elementare

3 INFOwww.comune.messina.it/[email protected]

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2Dal Dipartimento

teressati. L’iniziativa, giunta alla ter-za edizione, si svolgerà il 28 e 29 set-tembre in più di 200 Comuni a ri-schio sismico di quasi tutta la Pe-nisola. Nel 2011 la campagna è sta-ta realizzata in nove piazze di sei Re-gioni, mentre l’edizione 2012 ha coin-volto 102 piazze di quasi tutta Italia.L’iniziativa punta a promuovere unacultura della prevenzione, formareun volontario specializzato e avvia-re un processo che porti il cittadinoa svolgere un ruolo attivo nella ri-duzione del rischio sismico. Prota-gonisti sono i volontari di protezio-ne civile, formati su questo rischio,che istruiscono a loro volta altri vo-

Ivolontari di protezione civile, isti-tuzioni e mondo della ricerca scien-tifica sono insieme per il terzo annoper la prevenzione del rischio sismi-co. È partita, infatti, a maggio la for-mazione dei volontari di “TerremotoIo non rischio”, la campagna di co-municazione nazionale per la ridu-zione del rischio sismico promossadal Dipartimento della Protezione Ci-vile e dall’Anpas - Associazione na-zionale delle pubbliche assistenze,in collaborazione con Ingv - Istitutonazionale di geofisica e vulcanolo-gia e ReLUIS-Rete dei Laboratori uni-versitari di ingegneria sismica e in ac-cordo con le Regioni e i Comuni in-

“Terremoto Io non rischio”:la formazionedei volontariper la terza

edizione dellacampagna Sono oltre 200

i Comuni a rischiosismico coinvolti

in quasi tutta Italia

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lontari, arrivando alla fine del per-corso a più di 3mila persone forma-te. A settembre ci saranno degli in-contri per verificare che la formazio-ne sia stata compiuta in modo effi-cace. In piazza, i volontari saranno im-pegnati a distribuire materiale in-formativo e a rispondere alle do-mande dei cittadini.Oltre all’Anpas, presente fin dallaprima edizione, partecipano le as-sociazioni nazionali Ana - Associazionenazionale alpini, Anai - Associazio-ne nazionale autieri d’Italia, Anvvfc-Associazione nazionale Vigili del Fuo-co in congedo, Avis - Associazionevolontari italiani del sangue, Fir-CB-

Federazione italiana ricetrasmissio-ni Citizen’s band, Legambiente On-lus, Confederazione nazionale delleMisericordie d’Italia, Prociv Arci - As-sociazione nazionale volontari per laprotezione civile, Prociv Italia - As-sociazione nazionale volontari pro-tezione civile e sanità, Federazionepsicologi per i popoli, Rnre - Rag-gruppamento nazionale radiocomu-nicazioni emergenza, Ucis - Unità ci-nofile italiane da soccorso e Unital-si - Unione nazionale italiana tra-sporto ammalati a Lourdes e san-tuari internazionali.3 [email protected]

“IO NON RISCHIO”PARLERÀ ANCHE DI MAREMOTO

La campagna nazionale dicomunicazione “Io nonrischio”, nata persensibilizzare i cittadini sututti i rischi del territorioitaliano, quest’anno tratteràin via sperimentale il temadel maremoto. L’iniziativa sisvolgerà nei quattro finesettimana di ottobre nellepiazze di 29 comuni costieridella provincia di Salerno. Il25 e il 26 maggio scorso si èsvolta la formazione di unprimo gruppo di volontari che,durante l’estate, avranno ilcompito di formarne di nuovi.La campagna è promossa erealizzata da Dipartimento,Anpas, Ingv, ReLUIS, incollaborazione con Ispra, Ogs,in accordo con la RegioneCampania e i comuniinteressati. Partecipano igruppi comunali, leassociazioni regionali diprotezione civile e le sezionilocali delle Organizzazioninazionali di volontariato.L’ultimo fine settimana dellacampagna si svolgerà inconcomitanza conl’esercitazione internazionaleTwist sul rischio maremoto.

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2Dal Dipartimento

IV edizione del Forum europeo di protezione civile

Il 15 e il 16 maggio si è svolta aBruxelles la quarta edizione del Fo-rum europeo di protezione civile, l’in-contro organizzato dalla Commis-sione Europea che ha l’obiettivo dirafforzare la capacità di gestionedelle emergenze in ambito europeoed extra europeo, con particolare at-tenzione alla fase di previsione e diprevenzione. “Gestione del rischio - migliorare lanostra capacità di comprendere i ri-schi a tutti i livelli di governo” è iltitolo del workshop a cui è interve-nuto anche il Capo Dipartimento del-la Protezione Civile, Franco Ga-brielli, che ha affrontato il tema del-la comunicazione del rischio, evi-

denziando l’importanza di “Compiereuno sforzo congiunto tra i vari livellidi responsabilità per garantire unainformazione puntuale, chiara, com-prensibile e completa ai cittadini nel-le varie fasi di gestione del ri-schio”. Con la partecipazione delCommissario europeo, KristalinaGeorgieva, il Forum è stata anchel’occasione per inaugurare il nuovoEuropean Emergency Respons Cen-tre - sala operativa del MeccanismoEuropeo di Protezione Civile, lo stru-mento dell’UE che risponde alleemergenze in territorio interno edesterno all’Unione Europea.3 INFOwww.protezionecivile.gov.it www.ec.europa.eu/echo

Workshop sullamicrozonazione sismica

Due giorni di lavori per fare ilpunto sulla microzonazione

sismica in Italia, sulle prospettivein campo scientifico esull’applicazione dei risultati sulterritorio. Si è svolto a Roma il 22e 23 maggio nell’aula convegnidel Consiglio nazionale dellericerche il worskshop “Strategie dimitigazione del rischio sismico”,organizzato dal Dipartimento dellaProtezione Civile, in collaborazionecon l’Istituto di geologiaambientale e geoingegneria.Hanno partecipato oltre 200rappresentanti di istituzioni,Regioni, mondo della ricerca eUniversità, coinvolti negli studi dimicrozonazione sismica enell’applicazione dei risultati allapianificazione territoriale e diemergenza. Alla luce delleesperienze del terremoto inAbruzzo del 2009 e dei terremotiemiliani del 2012, sono statievidenziati i temi da approfondireper integrare gli “Indirizzi e criteriper gli studi di microzonazionesismica”, pubblicati nel 2008. Aconclusione dei lavori, una tavolarotonda con esperti di Francia,Grecia, Portogallo e Turchia haanalizzato quanto realizzato neidiversi Paesi e le possibilità dicoordinamento a livello europeo. 3 INFOwww.protezionecivile.gov.it www.cnr.it

Dalla metà di giugno a fine settembre: al via la campagna Anticendio boschivo 2013

Con una flotta aerea fortemente ridotta nei numeri parte il 21 giugnola campagna Aib-antincendio boschivo 2013, per concludersi alla

fine di settembre. Nel periodo di massima attenzione dei mesi di luglio eagosto saranno a disposizione 15 Canadair e un elicottero Ab412 dei Vi-gili del Fuoco, a cui potrà aggiungersi qualche altro mezzo se sarannotrovate le risorse necessarie e espletate le necessarie procedure amministrative.I mezzi della flotta aerea dello Stato saranno come sempre coordinati dalCoau - Centro operativo aereo unificato del Dipartimento della Protezio-ne Civile, mentre la gestione dei velivoli – sulla base di quanto previstodalla legge n. 100 del luglio 2012 – è passata al Dipartimento dei Vigi-li del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. Rispetto ai 30mezzi a disposizione lo scorso anno i velivoli sono praticamente dimezzati.Di fronte alla limitata possibilità di intervento della flotta aerea statalesaranno quindi fondamentali gli schieramenti delle flotte aeree regiona-

li, così come le convenzioni e i gemellaggi tra levarie regioni per condividere risorse e mezzi.

3 INFOwww.protezionecivile.gov.itwww.vigilfuoco.it

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Sono oltre 3.500 i bambini e i ragazzi che durante l’anno scolastico appena trascorso hanno “navigato” nel“mare dei rischi”, scoprendo cosa sono terremoti, vulcani, alluvioni, e maremoti. Si è conclusa a maggio

la quinta edizione di “Scuola multimediale di protezione civile”, il progetto formativo promosso dal Dipartimentodella Protezione Civile che ha l’obiettivo di diffondere la conoscenza dei rischi e delle norme di comportamen-to per prevenirli e ridurne gli effetti. Hanno partecipato all’iniziativa le regioni Abruzzo, Basilicata, Marche,Puglia e Sardegna, per un totale di 350 insegnanti e 195 classi coinvolte. Il progetto – rivolto alla IV e V ele-mentare e alla prima media – si è articolato in due momenti: una fase di e-learning, da ottobre a marzo, eun’esercitazione finale a maggio-giugno, organizzata in collaborazione con le strutture operative locali. Glialunni hanno potuto esplorare con la guida degli insegnanti i contenuti didattici della piattaforma multime-diale, dove sorgono le “isole” dei rischi. Ogni isola è un’unità didattica: la navigazione da un’isola all’altra per-mette ai ragazzi di scoprire il mondo dei rischi e le norme di comportamento. La “terraferma” rappresenta in-vece il Servizio Nazionale della Protezione Civile, simbolo della sicurezza che deriva dalla formazione e dallaconoscenza dei fenomeni. Al termine di ogni unità didattica, gli alunni hanno dovuto superare un test per va-lutare il livello di apprendimento e accedere alla successiva unità didattica. L’impegno dei ragazzi è proseguitoanche a casa, dove hanno potuto connettersi alla piattaforma per approfondire argomenti, consultare il glos-sario, e utilizzare i giochi educativi.3 INFOwww.protezionecivile.gov.itscuolamultimediale@protezionecivile.it

Scuola multimediale di protezione civile:conclusa la quinta edizione

Cosa significa per la scienza prevedere un eventocalamitoso? Quali sono gli strumenti di cui

dispone il Sistema di protezione civile per prevenirei rischi? Come si giudica la colpa? Chi garantisce ildiritto all'informazione? Sono queste alcune delledomande alle quali cerca di dare risposta il volume“Protezione civile e responsabilità nella società delrischio. Chi valuta, chi decide, chi giudica”, cheraccoglie gli atti della giornata di studioorganizzata dal Dipartimento della Protezione Civilee Fondazione Cima. Frutto delle riflessioni sulrapporto tra giustizia, informazione e protezionecivile, il libro è disponibile sul sito Edizioni Ets esulle principali librerie online.3 INFOwww.protezionecivile.gov.it www.cimafoundation.org

Protezione civile e responsabilitànella società del rischio

Campi scuola “Anch’io sonola protezione civile”

Torna anche quest’anno l’appuntamento estivocon i campi scuola “Anch’io sono la protezione

civile”, il progetto di formazione organizzato dalDipartimento della Protezione Civile incollaborazione con le organizzazioni nazionali divolontariato, le Regioni e le associazioni locali divolontariato, protagoniste nella gestione direttadelle attività del campo. Obiettivo dell’iniziativa –che coinvolgerà i ragazzi tra gli 11 e i 17 anni – èradicare nei giovani il senso di responsabilità e dicittadinanza attiva attraverso la condivisione dibuone pratiche di protezione civile. Gli oltre 130campi si svolgeranno dal 22 giugno al 7 settembrein quasi tutte le Regioni. 3 INFOwww.protezionecivile.gov.it [email protected]

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2Normativa

cPubblichiamo la nota del Capo Dipartimento che riguarda l’istituzio-ne dell’Elenco centrale e degli Elenchi territoriali delle Organizza-zioni di volontariato di protezione civile in attuazione degli Indirizzioperativi del 1° febbraio 2013[

Come è noto il Presidente del Consiglio deiMinistri ha recentemente adottato una Diret-tiva contenente specifici Indirizzi operativivolti ad assicurare l'unitaria partecipazionedelle organizzazioni di volontariato alle attivi-tà di protezione civile. La Direttiva è stata pub-blicata nella Gazzetta Ufficiale n. 27 - seriegenerale - del febbraio 2013 e le disposizio-ni in essa contenute divengono operative de-corsi 180 giorni dalla pubblicazione, vale adire a partire dal prossimo 31 luglio 2013.Tra le diverse misure oggetto della Direttiva,particolare rilevanza assumono quelle con-tenute nel paragrafo 1, con il quale è stata ri-determinata la composizione ed articolazio-ne dell'Elenco nazionale delle Organizzazio-ni di volontariato di protezione civile istituitoai sensi dell'art. 1 del Regolamento approva-to con Decreto del Presidente della Repubblicadell'8 febbraio 2001, n. 194. L'iscrizione intale Elenco (costituito dalla sommatoria del-l'Elenco centrale e degli Elenchi territoriali)costituisce il presupposto essenziale ed irri-nunciabile per l'accesso a tutti i benefici e lemisure previste nel Regolamento. Il paragra-fo 1.2, in particolare, individua i requisiti aiquali devono corrispondere, sull'intero terri-torio nazionale, gli Elenchi territoriali delle Or-

ganizzazioni di volontariato di protezione ci-vile gestiti dalle Regioni e Province Autonomedi Trento e di Bolzano, ovvero dalle Provincedelle altre Regioni, secondo i diversi ordina-menti interni. L'iscrizione in tali Elenchi co-stituisce, senza ulteriori adempimenti, con-dizione sufficiente per l'accesso ai beneficiprevisti dagli articoli 9 e 10 del richiamatoD.P.R. 194/2001. Tale iscrizione costituisce,altresì, condizione necessaria per consentirela partecipazione attiva delle Organizzazionidi volontariato alle attività in vista o in occasionedi eventi di carattere locale di cui alle letterea) e b) dell'art. 2 della legge 24 febbraio 1992,n. 225, e successive modifiche ed integra-zioni. Tale partecipazione, ai sensi di quantoprevisto dall'art. 15 del richiamato Regola-mento, a decorrere dal 31 luglio prossimorientra nella competenza esclusiva delle Re-gioni e Province Autonome. Le Regioni e le Pro-vince Autonome procederanno, pertanto, en-tro il 31 luglio prossimo, ove necessario, al-l'adeguamento delle proprie disposizioni cheregolamentano l'istituzione e la tenuta degli Elen-chi territoriali, come concordato in sede diespressione dell'intesa sulla Direttiva presi-denziale. Entro la medesima data il Dipartimentoconcorderà con ciascuna Regione e Provin-

Oggetto: Istituzione dell’Elenco centrale e degli Elenchi territoriali delle Organizzazionidi volontariato di protezione civile – attuazione delle disposizioni contenute nel paragra-fo 1 della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 novembre 2012, pub-blicata nella Gazzetta Ufficiale del 1° febbraio 2013

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cia Autonoma le modalità tecniche per assi-curare l'accessibilità e la consultazione degliElenchi territoriali mediante il sito istituzio-nale del Dipartimento medesimo, come pre-visto dal paragrafo 1.4 della Direttiva. Il paragrafo1.3 della Direttiva specifica i requisiti di cui de-Oorganizzazioni di volontariato per poter es-sere iscritte all'Elenco centrale delle Orga-nizzazioni di volontariato di protezione civile,gestito direttamente dallo scrivente Diparti-mento, e stabilisce che le relative modalitàdevono essere distinte per le quattro catego-rie di organizzazioni in esso individuate:a) strutture nazionali di coordinamento di Or-ganizzazioni di volontariato costituite ai sen-si della legge n. 266/1991 e diffuse in piùRegioni o Province Autonome; b) strutturenazionali di coordinamento di organizzazionidi altra natura purché a componente preva-lentemente volontaria e diffuse in più Regionio Province Autonome; c) organizzazioni ap-partenenti alle categorie a) e b) prive di artico-lazione regionale, ma in grado di svolgere fun-zioni specifiche ritenute dal Dipartimento del-la Protezione Civile di particolare rilevanza edinteresse a livello nazionale; d) strutture na-zionali di coordinamento dei gruppi comunalie intercomunali di protezione civile. Le orga-nizzazioni che ritengono di appartenere aduna delle 4 categorie su elencate dovranno at-testare il possesso dei requisiti specificati alparagrafo 1.3 della Direttiva, compilando la do-manda di iscrizione allegata alla presente co-municazione (scaricabile dal sito istituziona-le di questo Dipartimento) ed integrandolacon la documentazione ivi specificata. La do-manda di iscrizione, unitamente alla docu-mentazione allegata, dovrà essere trasmessa,esclusivamente a mezzo posta elettronica

certificata, allo scrivente Dipartimento all'in-dirizzo [email protected] entroil 31 maggio 2013, onde consentire l'effet-tuazione delle necessarie attività istruttorie edi verifica. Il Servizio volontariato del Diparti-mento della Protezione Civile procederà allaverifica delle domande di iscrizione, anchemediante l'effettuazione di sopralluoghi nel-le sedi operative delle organizzazioni ovverola richiesta di integrazione della documenta-zione prodotta, al fine di poter procedere, at-traverso un esame degli elementi specificidell'Organizzazione richiedente, in chiave diefficacia dell'intervento, alla prima edizionedell'Elenco centrale entro il giorno 31 luglio2013, data in cui l'attuale elenco unico ces-serà di avere efficacia. Le domande di iscri-zione che perverranno oltre tale data saran-no comunque considerate ai fini di successiveintegrazioni dell' elenco. A decorrere dal 31luglio 2013, le Organizzazioni che riterrannodi disporre dei requisiti necessari per l'ac-cesso all'Elenco centrale potranno presenta-re la propria domanda di iscrizione in ognimomento, sempre utilizzando la modulisticaallegata alla presente comunicazione ed in-viandola esclusivamente mediante posta elet-tronica certificata, all'indirizzo [email protected]. Il Dipartimento proce-derà, nei tempi più rapidi possibili, all'effet-tuazione dell'istruttoria e delle verifiche ne-cessarie e alle conseguenti comunicazioni.La presente comunicazione sarà pubblicatasul sito istituzionale del Dipartimento dellaProtezione Civile con adeguata evidenza e leDirezioni di protezione civile delle Regioni e Pro-vince Autonome sono invitate ad assicurarnela massima diffusione, con riferimento al pro-prio ambito territoriale.

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2 Lettera

uIl 19 Aprile 2013 noi alunni di classe V di XXV Aprile a Bastia Umbra in Provincia di Perugia, insieme ai com-pagni della classe V di Madonna di Campagna dello stesso circolo didattico, siamo stati a Roma per visitareil Dipartimento della Protezione Civile. L’iniziativa, completamente gratuita, è stata attivata dall’Anci Umbriain seguito alla partecipazione e alla vincita del concorso “Alla larga dai pericoli”. Appena arrivati un opera-tore ci ha mostrato un breve filmato in cui si parlava di prevenzione, previsione, rischio idrogeologico, nu-cleare, incendi, terremoti, eruzioni vulcaniche, volontariato… ci hanno invitato a fare domande e a commentarele più semplici regole di comportamento. Successivamente alcuni ragazzi hanno addirittura intervistato il ca-po della Protezione Civile Franco Gabrielli, che si è mostrato disponibile e attento a soddisfare le nostre cu-riosità. Intanto altri scolari visitavano la “Sala situazione Italia” dove si monitora attimo per attimo il terri-torio italiano. In caso di emergenze gravi, il Presidente del Governo incarica il capo della Protezione Civiledi organizzare i soccorsi per gli interventi da fare. In seguito la nostra guida ci ha accompagnati nella saladel Coemm (Centro operativo emergenze marittime) e del Coau (Centro operativo aereo unificato). Nella pri-ma ci hanno spiegato le diverse fasi per rimuovere un relitto, ma anche come togliere le sostanze chimichedisperse in mare e con quali mezzi agire; nella seconda quali sono le fasi per spegnere un incendio boschi-vo, che quasi sempre è doloso, sottolineando che il lavoro di squadra tra le varie associazioni è indispensa-bile. Mentre visitavamo queste sale ci sentivamo protetti, al sicuro ed eravamo convinti che solo per il fattodi trovarci in quel luogo non ci sarebbe potuto accadere niente di brutto. È stata un’esperienza interessan-te anche perché ci siamo sentiti grandi nell’occuparci di eventi importanti in mezzo a tante persone indispensabiliper la nostra sicurezza ed abbiamo imparato molte cose nuove in modo simpatico e divertente.Classe V di XXV Aprile

A scuola di protezione civile - Visite guidate alla sede operativa del Dipartimento Gli incontri sono rivolti alle scuole primarie e secondarie di I e di II grado e permettono agli studenti di vedereda vicino quali sono i soggetti, i metodi e le dinamiche che caratterizzano il Servizio Nazionale della ProtezioneCivile. Le visite, della durata di una mattinata, sono strutturate in base all’età dei ragazzi e prevedono unavisita guidata alla Sala Situazione Italia e ai Centri Funzionali, i centri di monitoraggio e previsione dei rischisull’intero territorio nazionale. Sul sito protezionecivile.gov.it è possibile scaricare il modulo per parteciparealle visite al link www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_dossier.wp?contentId=DOS13103.

La protezione civile siamo tutti noiPubblichiamo una lettera degli alunni della scuola di Bastia Umbra (PG)

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Provinciadi Padova

Comunedi Padova

“Terremoti d’Italia” ci invita a conoscere da vicino uno dei rischi naturali che più in-

teressa il nostro Paese in termini di diffusione: il rischio sismico. La mostra punta

a stimolare i cittadini a un ruolo attivo nel campo della prevenzione attraverso vi-

deo didattici, documenti, fotografie, filmati storici, strumenti di misura di epoche di-

verse, dispositivi antisimici. Due spettacolari tavole vibranti permettono ai visitatori

di vivere in sicurezza l’esperienza del terremoto e di osservarne da vicino gli effetti.

Informati su protezionecivile.gov.it e scrivici su [email protected] protezionecivile.gov.it

il rischio sismicotra conoscenza,memoria ed esperienza.

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