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Protezione della popolazione RIVISTA DI ANALISI DEI RISCHI E PREVENZIONE, PIANIFICAZIONE E ISTRUZIONE, CONDOTTA E INTERVENTO 23 / NOVEMBRE 2015 Protezione della popolazione e protezione civile Sulla via del futuro Pagina 7 Denise Affolter, capointervento di REDOG Vallese «Molto più di un semplice hobby» Pagina 4 Polycom Festeggiamenti dopo 15 anni di lavori Pagina 19 Studio sulle esercitazioni Realismo quale sur- rogato della realtà Pagina 20 Canton Zurigo Pompieri e protezione civile Pagina 27 www.protpop.ch

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Protezione della popolazione RIVISTA DI ANALISI DEI RISCHI E PREVENZIONE, PIANIFICAZIONE E ISTRUZIONE, CONDOTTA E INTERVENTO 23 / NOVEMBRE 2015

Protezione della popolazione e protezione civile

Sulla via del futuroPagina 7

Denise Affolter, capointervento di REDOG Vallese

«Molto più di un semplice hobby»Pagina 4

Polycom

Festeggiamenti dopo 15 anni di lavori

Pagina 19

Studio sulle esercitazioni

Realismo quale sur­rogato della realtà

Pagina 20

Canton Zurigo

Pompieri e protezione civile

Pagina 27

www.protpop.ch

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 20152INDICE

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EDITORIALE 3

PRIMO PIANO

«Molto più di un semplice hobby» 4Denise Affolter ha partecipato alle operazioni di soccorso nell’ottobre del 2000 a Gondo e si è trovata nella condizione di dover cercare amici e conoscenti sotto le macerie. Dopo lo Tsunami del marzo 2011 si è recata in Giappone come capointervento.

DOSSIER: STRATEGIA 2015+

Sulla via del futuro 7Gli uffici cantonali e altri enti interessati stanno esaminando il nuovo rapporto sul futuro della protezione della popolazione e della protezione civile. È prevista soprattutto l’acquisizione di tecnologie supplementari. Il futuro della protezione civile: più rapida, unitaria e intercantonale 10 L’attuale rapporto sul futuro della protezione della popolazione e della protezione civile prevede un adeguamento delle strutture della protezione civile per renderla più rapida, unitaria e intercantonale. Il futuro della protezione civile: servizio obbligatorio più flessibile e attrattivo 13 Se i cambiamenti pensati per la futura protezione civile andranno in porto, tra qualche anno l’età per prestare servizio sarà più flessibile e i militi potranno essere incorporati in un altro cantone. Inoltre il servizio nella protezione civile sarà economicamente più vantaggioso. Attualità dalla protezione civile: cantoni prolifici di riforme 16 Per professionalizzare le prestazioni e sfruttare meglio le risorse, numerosi cantoni stanno raggruppando le loro organizzazioni di protezione civile.

COOPERAZIONE 19

ISTRUZIONE 20

UFPP 23

CANTONI 26 ASSOCIAZIONI 29 SERVIZI 30 L’ULTIMA PAROLA 31

Immagine di copertina: se si verifica un evento che tocca più cantoni, lo scambio di infor­mazioni sulla situazione è indispensabile per la collaborazione. A questo scopo la protezione della popolazione deve sfruttare le possibilità tecniche per lo scambio di dati.

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3PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 2015

EDITORIALE

Cari lettori

Da oltre un decennio la protezione della popolazione della Svizzera è orga-nizzata come un sistema integrato per la gestione, la protezione, il salvatag-gio e l’aiuto. La collaborazione tra le cinque organizzazioni partner (polizia, pompieri, sanità pubblica, servizi tecnici e protezione civile) si è ben sviluppa-ta e consolidata. Il sistema si è dimostrato molto efficace per far fronte a vari sinistri. Nel complesso una storia di successi!

Una cosa può essere ulteriormente migliorata anche se funziona bene. Soprattutto quando si tratta della protezione della popolazione in caso di catastrofi e situazioni d’emergenza e in ultima analisi delle vite umane, dob-biamo ottenere il massimo dalle nostre risorse e possibilità e cercare di migliorarci costantemente. In particolare dobbiamo provvedere già oggi affinché la protezione della popolazione mantenga il suo livello elevato anche tra 10, 20 o 30 anni. L’attuazione della strategia della protezione della popolazione e della protezione civile 2015+ serve proprio a questo scopo: migliorare ulteriormente la protezione della popolazione e orientarsi già oggi verso le esigenze e le possibilità del futuro.

È pertanto nostra intenzione continuare a scrivere la storia di successo del sistema integrato. E la chiave di questo successo risiede nella caratteristica centrale del sistema integrato: la collaborazione tra i partner. O si agisce tutti insieme a beneficio della popolazione svizzera, oppure ognuno per sé a scapito della popolazione svizzera. E quest’ultimo è uno scenario che non possiamo assoluta-mente permetterci.

La collaborazione e il coordinamento sono quindi la chiave di successo della protezione della popolazione. Sono convinto che la strategia 2015+ è una grande opportunità per migliorare la collaborazione e il coordinamento nei settori principali. E sono ferma-mente convinto che la strategia 2015+ sia vincente. Vi esorto a collaborare alla sua attuazione! Affrontiamo compatti il futuro!

Benno BühlmannDirettore UFPP

La chiave del successo risiede nella collaborazione.

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 20154PRIMO PIANO

Intervista a Denise Affolter, capointervento del gruppo regionale REDOG Vallese

«Molto più di un semplice hobby»La conducente di cani da catastrofe REDOG Denise Affolter, ha parteci-pato alle operazioni di soccorso nell’ottobre del 2000 a Gondo e si è trovata nella condizione di dover cercare amici e conoscenti sotto le macerie. Dopo lo Tsunami del marzo 2011, si è recata in Giappone come capointervento. Nel suo bagaglio ha messo anche le compresse allo iodio. La vallesana ha fatto della sua passione per i cani e per i soc-corsi la sua professione.

Signora Affolter, nella funzione di capointervento del gruppo regionale REDOG Vallese Lei tiene il suo cellulare sempre acceso sul comodino?(Ride). Sì. Essere attivi presso REDOG è un impegno che va ben oltre un semplice hobby.

Per essere sempre pronti ad intervenire, immagino sia necessario anche molto allenamento.Più volte la settimana svolgiamo degli addestramenti in-tensivi con i cani. I fine settimana li trascorriamo striscian-do tra le macerie, calandoci con funi nei pozzi degli ascensori o esercitandoci in cave e immobili da demolire. Inoltre svolgiamo regolarmente degli addestramenti nell’areale di una ditta di riciclaggio ginevrina.Agli interventi effettivi può partecipare solo chi si è eserci-tato da tre a cinque anni e ha superato esami molto seve-

ri. Per questo motivo la cerchia delle amicizie è spesso limitata all’associazione e non di rado vi militano anche i partner, che in ogni caso devono essere appassionati ci-nofili almeno quanto noi.

Come riesce un gruppo regionale a raggiungere un numero sufficiente di squadre di ricerca?La strategia viene decisa ai vertici. Nel nostro gruppo re-gionale abbiamo un presidente con un’ottima rete di con-tatti, che cura la collaborazione con i media, i comuni e le organizzazioni partner della catena di salvataggio vallesa-na. Attualmente disponiamo di conducenti che vengono istruiti nelle specialità mantrailing, ricerca di dispersi in superficie e ricerca di dispersi tra le macerie, come pure di membri che operano nella localizzazione tecnica.

Che cosa c’è di così affascinante nel passare le domeniche strisciando tra cumuli di macerie?Mi affascinano l’interazione con il mio cane, le sue ecce-zionali qualità olfattive, il suo spirito di collaborazione e la sua tenacia. La consapevolezza che sia in grado di trovare una persona dispersa grazie alla mia guida. La certezza di poter contare su di lui anche in situazioni difficili. Il cuore di REDOG batte assieme a quello dei cani e per le perso-ne disperse.

La ricerca si basa principalmente sul fiuto del cane, ma avete a disposizione anche mezzi tecnici. Di che si tratta esattamente?La squadra di localizzazione tecnica ci aiuta a trovare i dispersi tra le macerie con due apparecchiature: la video-camera con un obbiettivo telescopico e l’apparecchio per captare i rumori dotato di sensori molto sensibili. Servono

Denise Affolter

Denise Affolter è vicepresidente, capointervento e responsabile dell’istruzio-ne del gruppo regionale REDOG Vallese. Accade spesso che debba lavorare diversi giorni consecutivi per REDOG; su base volontaria, senza alcuna retri-buzione e con grande impegno.

La 47enne ha fatto dei suoi due hobby, la passione per i cani e per i soccor-si, la sua professione: dirige infatti una scuola cinofila, dove cerca attiva-mente nuove leve per l’associazione. È inoltre l’interlocutrice, presso l’ammi-nistrazione cantonale, per tutte le questioni concernenti i cani. Nella funzione di istruttrice, si occupa anche della formazione dei pionieri della protezione civile.

Denise Affolter vive con i suoi tre cani a Turtmann (VS).

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5PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 2015

PRIMO PIANO

a confermare i punti fiutati dal cane. Permettono di analiz-zare cosa c’è sotto le macerie e di stabilire come accedere al punto in cui si trova una persona sepolta. Si garantisce così la sicurezza delle squadre di salvataggio e delle vitti-me. Grazie ai microfoni, i soccorritori possono interrogare e rassicurare i feriti per poi prestare loro le prime cure.Le camere termiche (FLIR) permettono inoltre di trovare i dispersi anche all’imbrunire o nella completa oscurità.

Quanto tempo vi occorre per giungere sul posto con la vostra squadra?In caso d’emergenza, nel giro di due ore è pronta ad en-trare in azione una squadra di due a quattro conduttori di cani, la direzione di squadra e/o d’intervento e specialisti della localizzazione tecnica. Nel giro di due a quattro ore una nostra squadra d’intervento può quindi raggiungere qualsiasi parte della Svizzera. Ciò è possibile grazie alla struttura regionalizzata e al fatto che i membri di REDOG sono pronti ad entrare in azione in qualsiasi momento.

Qual è l’intervento che Le è rimasto maggiormen­te impresso nella memoria?Gli eventi che mi vengono subito in mente sono due: la frana di Gondo, scesa praticamente davanti alla porta di

casa nell’ottobre del 2000, e lo Tsunami in Giappone del 2011. Quello prestato a Gondo è stato un intervento mol-to difficile dal punto di vista emotivo, poiché ha colpito persone che conoscevo bene. Tra le persone sepolte dalle macerie c’era anche un membro del nostro gruppo regio-nale con la sua famiglia.

In Giappone c’è stato un susseguirsi incessante di eventi. L’allarme ci è stato dato alle 19:00. Dapprima ci hanno detto che saremmo partiti, ma due ore dopo è arrivato un contrordine. E via così fino al mattino presto. Nel frattem-po ho dovuto organizzare la mia vita privata e professio-nale, trovare assistenza per gli animali, fare i bagagli, spo-stare appuntamenti, ecc.

Come ha vissuto queste due catastrofi?A Gondo era chiaro sin dall’inizio che ci trovavamo in una zona molto pericolosa. Il terreno era inzuppato d’acqua e molto scivoloso, e in qualsiasi momento avrebbero potu-to staccarsi altre frane. Ma appena iniziate le ricerche,

«Nel giro di due a quattro ore una nostra squadra d’inter­vento può raggiungere qualsiasi parte della Svizzera».

«I fine settimana li trascorriamo strisciando tra le macerie, calandoci con una fune nei pozzi degli ascensori o esercitandoci in cave e immobili da demolire.»

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 20156PRIMO PIANO

abbiamo ritrovato calma e lucidità, presupposti indispen-sabili per operare e mettere in pratica quanto esercitato con i cani. Inoltre è stato molto appagante vedere che quanto si era appreso in tanti anni di duro addestramento funzionava davvero durante una reale emergenza.

Mentre mi preparavo per recarmi in Giappone, in un pri-mo momento non ho pensato al pericolo che avrei corso. Quando all’aeroporto di Kloten un medico della Rega ci ha distribuito le compresse allo iodio e ci ha raccomandato di portarle sempre con noi per ingerirle su suo ordine, ci sia-mo però resi conto della gravità della situazione. Inoltre, non appena giunti sul posto abbiamo vissuto in prima per-sona delle scosse d’assestamento di una certa intensità …Nonostante la gravità della situazione, in entrambi i casi ci siamo resi conto che sapere come aiutare il prossimo ci rende più forti. La mia istruzione di peer-debriefing mi ha inoltre permesso di aiutare i miei colleghi ad elaborare le esperienze vissute.

Vi allenate a salvare vite umane e vi assumete molta responsabilità. Ma non sempre le vittime vengono estratte ancora in vita. Come superate queste situazioni?Veniamo sempre chiamati ad intervenire laddove si sono verificati degli eventi di una certa gravità. È per questo che da quattordici anni, e soprattutto dopo la mia esperienza in Giappone, mi impegno a favore di una gestione profes-sionale delle situazioni di stress in seno a REDOG. Già durante la formazione, i membri dei servizi di salvataggio

devono apprendere quali potrebbero essere le conseguen-ze di queste situazioni sulla loro psiche e come reagire per superarle. Dobbiamo avere cura di noi stessi, e non solo a livello fisico. È una cosa che si può imparare.

Lei trasmette le Sue conoscenze anche a militi della protezione civile.Esatto. Grazie alla mia formazione di istruttrice e capose-zione sostegno nella protezione civile e di caposquadra presso REDOG, conosco le capacità e le esigenze sul ter-reno di entrambe le organizzazioni. Sono tra l’altro l’unica donna attiva nella protezione civile ad aver assolto l’intero iter di istruttore per pionieri dell’Ufficio federale della protezione della popolazione e quindi ad aver conseguito questo diploma.

In che modo REDOG può arricchire l’istruzione della protezione civile?Gli interventi in Svizzera e all’estero hanno permesso a REDOG di acquisire sul terreno conoscenze d’importanza fondamentale per i corsi di perfezionamento. Siamo in grado di istruire i membri della protezione civile e di altri partner che non dispongono di queste conoscenze speci-fiche ad affrontare scenari che potrebbero verificarsi anche in Svizzera. Assistiamo i nostri partner nella prepa-razione e nello svolgimento di esercitazioni d’intervento, sia a livello individuale, sia nell’ambito di grandi esercita-zioni, ma anche durante gli interventi reali. In questi casi ci avvaliamo anche delle conoscenze di ingegneri specia-lizzati in statica delle macerie.

La collaborazione tra partner della protezione del­la popolazione funziona bene?La collaborazione tra le organizzazioni di salvataggio è sicuramente divenuta più professionale. In Vallese ad esempio, l’organizzazione cantonale di salvataggio KWRO coordina la collaborazione e sempre più spesso anche le esercitazioni congiunte delle diverse organizza-zioni. La cosa migliore è però prevenire le catastrofi natu-rali. In effetti si è fatto molto in questo senso: i fiumi e torrenti vengono rinaturati e per mitigare le piene si allar-ga il bacino del Rodano.Le catastrofi naturali ci saranno sempre, qui in Vallese lo sappiamo bene. E a causa dei cambiamenti climatici e del ritiro dei ghiacciai, nei prossimi anni la situazione non po-trà che peggiorare.

Gentile Signora Affolter, La ringrazio per questa intervista.

Intervistatrice:Dagmar WurzbacherComunicazione REDOG

«È stato molto appagante vedere che quanto si era appreso in tanti anni di duro addestramento funzionava davvero durante una reale emergenza».

«Veniamo sempre chiamati ad intervenire laddove si sono verificati degli eventi di una certa gravità».

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7PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 2015

DOSSIER STRATEGIA 2015+

Attuazione della strategia «Protezione della popolazione 2015+»

Sulla via del futuroGli uffici cantonali e altri enti interessati stanno esaminando il nuovo rapporto sul futuro della protezione della popolazione e della protezio-ne civile. L’analisi relativa alla protezione della popolazione evidenzia la necessità di migliorare il coordinamento e la comunicazione, tra l’altro attraverso l’acquisizione di tecnologie supplementari.

I (diversi) sistemi cantonali e nazionali costituiscono la base per l’analisi coordinata della situazione su una piattaforma comune (nell’immagine l’infrastruttura di condotta del Canton Vaud).

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 20158DOSSIER STRATEGIA 2015+

Nel maggio del 2012, il Consiglio federale ha approvato il rapporto sulla strategia della protezione della popolazio-ne e della protezione civile dopo il 2015. L’obiettivo è quello di gestire in modo più efficiente le catastrofi e le situazioni d’emergenza di qualsiasi natura (tecnologica, naturale e sociale), conciliando gli interessi e le esigenze della Confederazione e dei cantoni. Al fine di sviluppare e adottare misure di perfezionamento, due gruppi di pro-getto hanno stilato un rapporto sul futuro della protezio-ne della popolazione e della protezione civile, che all’ini-zio dell’autunno è stato sottoposto per consultazione ai cantoni e agli enti interessati.

Redatta sotto la direzione del sottoscritto, la parte dedi-cata alla protezione della popolazione descrive il profilo delle prestazioni del sistema integrato e delle sue diverse organizzazioni partner. A questo proposito, non è neces-sario alcun adeguamento fondamentale dal momento che lo status quo ha dimostrato la sua validità. In effetti, la ripartizione tra le cinque organizzazioni partner (poli-

zia, pompieri, servizi della sanità pubblica, servizi tecnici e protezione civile) dev’essere mantenuta, come pure il principio d’aiuto sussidiario dell’esercito.

Migliore collaborazione tra le forze d’interventoImportanti novità sono previste invece a livello di coordi-namento e collaborazione tra la Confederazione e i can-toni. Per rafforzare questo settore, occorre aggiornare i meccanismi e le piattaforme esistenti. Il rapporto mette inoltre in evidenza i processi in cui l’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP) potrebbe assumere ancora più funzioni di coordinamento generale.L’UFPP assumerà pertanto un ruolo chiave all’interno del-lo Stato maggiore federale NBCN, originariamente creato per il caso d’aumento della radioattività (N) e che negli

ultimi anni ha esteso le sue competenze ai settori B (bio-logia), C (chimica) e N (pericoli naturali). La nuova sfida consiste nell’estendere il suo mandato, la sua funzione, la sua struttura, la sua composizione e la sua designazione per essere in grado di operare sul piano della pianificazio-ne e della gestione di qualsiasi evento rilevante per la pro-tezione della popolazione a livello nazionale.In caso di un evento sovracantonale, la collaborazione esi-ge uno scambio di informazioni sulla situazione. Per ga-rantire l’analisi coordinata della situazione tramite un qua-dro completo dell’evento, occorre mettere a disposizione queste informazioni su una piattaforma comune. L’analisi sarà in tal modo fondata su diversi sistemi cantonali e nazionali e sui dati ivi contenuti. Per il momento, tale inte-roperabilità dei sistemi d’analisi della situazione non è ancora realizzabile.

Risorse e infrastrutturaLa gestione delle risorse ha invece raggiunto una fase di sviluppo più avanzata: quando una regione non è più in grado di gestire una catastrofe o una situazione d’emer-genza, gli organi di condotta competenti possono richie-dere risorse supplementari. Lo strumento di gestione delle risorse della Confederazione (ResMaB) dovrebbe sostituire il processo attuale e, dal 2017 circa, coordinare l’attribuzione di tutti i mezzi disponibili a livello nazionale. Le relative basi legali sono state create nel 2011 con l’ordi-nanza sull’organizzazione di interventi in caso di eventi NBC e di catastrofi naturali. Sono integrati anche i gestori delle infrastrutture critiche, come ad esempio le imprese di trasporto.I responsabili del progetto si sono chinati anche sulle in-frastrutture di condotta utilizzate per la protezione della popolazione, distinguendo tra posti di condotta protetti, non protetti e mobili. Con un’infrastruttura mobile è pos-sibile dirigere e coordinare le operazioni direttamente sul luogo del sinistro. I posti di condotta protetti dispongono di meccanismi di protezione contro le armi nucleari, con-venzionali, chimiche e biologiche e, grazie alla loro co-

Struttura di condotta

Livello politico

Livello tecnico

Consiglio federale

Dipartimentocompetente

Dipartimentocompetente

Stato maggiorefederale NBCN

Uffici federaliPartnerEsperti

Offices/ServicesPartnerEsperti

Organo cantonaledi condotta

Consiglio di Stato

Livello strategico-operativo

Il progetto mira a strutture di condotta analoghe per Confederazione e cantoni.

Importanti novità sono previste a livello di coordinamento e collaborazione tra la Confederazione e i cantoni.

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9PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 2015

DOSSIER STRATEGIA 2015+

struzione solida, resistono anche agli eventi naturali. Essi offrono così un’alternativa alla consueta infrastruttura di condotta e sono disponibili in numero sufficiente.I cantoni scelgono l’ubicazione di condotta tenendo con-to più degli aspetti tecnici della sicurezza che di quelli fisici: un posto di condotta moderno deve essere protetto contro gli attacchi informatici ed equipaggiato con gene-ratori di corrente per permettere un’alimentazione auto-noma di elettricità a lungo termine. Inoltre, deve essere dotato di un sistema di comunicazione sicuro.

Comunicazione con la popolazioneLa comunicazione in caso d’evento ha attirato in modo particolare l’attenzione degli autori del rapporto. La di-sponibilità, l’affidabilità e la sicurezza dei sistemi telemati-ci e dei mezzi di comunicazione destinati alla protezione della popolazione devono essere elevate. Le autorità e le organizzazioni attive nel campo del salvataggio e della si-curezza (AOSS) devono essere in grado di comunicare tra loro e con la popolazione in qualsiasi situazione, in parti-colare in caso d’interruzione dei mezzi di comunicazione ordinari.Da alcuni decenni, le autorità hanno la possibilità di dif-fondere l’allarme alla popolazione e di informarla via radio in caso di pericolo. Il progetto POLAYLERT, che per-metterà alla polizia cantonale di attivare a distanza le circa 5’000 sirene fisse della Svizzera, sarà completato nei prossimi mesi. In caso di crisi, il sistema POLYINFORM permetterà alle autorità di diffondere i loro comunicati anche da studi radiofonici protetti, tramite segnali OUC che raggiungono i destinatari persino nei rifugi.Inoltre, la protezione della popolazione osserva costante-mente le possibilità dei moderni mezzi di comunicazione nonché le abitudini e le tendenze nell’uso dei media da parte della popolazione. Concepito per la comunicazione nella fase di preparazione ad un evento o in caso d’insor-genza di un evento, grazie anche all’uso dei social media il programma Alertswiss deve permettere di rafforzare la resilienza nella popolazione. A tal fine, Internet e i telefo-ni mobili dovranno assumere un ruolo più importante.Il sito web Alertswiss, collegato ad un canale Twitter e YouTube, contiene principalmente informazioni utili per prepararsi a un evento. Ognuno può allestire il proprio piano d’emergenza. Questa possibilità è proposta anche dall’applicazione Alertswiss; è inoltre prevista l’introdu-zione di una funzione «push» che permetterà di diffon-dere l’allarme ai dispositivi di telefonia mobili. Tale evolu-zione costituisce anche un passo verso una diffusione dell’allarme senza barriere, conforme alle esigenze degli audiolesi. A lungo termine, l’obiettivo è quello di informa-re la popolazione tramite la via ufficiale in tutte le fasi di un evento attraverso diversi canali. Per compiere questo passo si devono però ancora superare diversi problemi tecnici.

Comunicazione tra le autoritàLo scambio tra gli attori del sistema integrato di protezio-ne della popolazione riveste almeno altrettanta impor-tanza della comunicazione con i cittadini. Lo scorso ago-sto, i responsabili del progetto POLYCOM hanno festeg-giato il completamento della rete radio svizzera di sicurez-za. Questa è utilizzata da circa 55’000 utenti delle autori-tà e delle organizzazioni attive nel campo del salvataggio e della sicurezza. In futuro si tratterà di perfezionare l’in-frastruttura di comunicazione attuale, tenendo conto del-le nuove esigenze. I progetti di modernizzazione della rete e di comunicazione wireless a banda larga sono già in corso.Nel maggio scorso, il Consiglio federale ha deciso di acce-lerare il progetto della rete dati sicura (RDS), che permet-terà di assicurare la comunicazione tra i partner della Rete nazionale di sicurezza (RNS) in situazioni d’emergenza. Quest’ultima costituisce tra l’altro una delle basi della suc-citata analisi coordinata.

Collaborazione tra Confederazione e cantoniLa protezione della popolazione compete principalmente ai cantoni. Il rapporto mira a migliorare l’interoperabilità dei cantoni sui piani della condotta e dell’intervento attra-verso l’armonizzazione delle strutture di condotta a livello federale e cantonale. A tal fine, i cantoni, ma anche l’UFPP, devono fornire il loro contributo. Il ruolo di quest’ultimo non dovrebbe limitarsi alla sua partecipazio-ne nello Stato maggiore federale, ma comprendere anche altri compiti, quali la gestione dei sistemi di condotta, d’allarme e di comunicazione su scala nazionale e il soste-gno ai cantoni nel campo dell’istruzione. Quest’ultima deve infatti essere unificata, in particolare per quanto

attiene alla formazione federale dei responsabili degli or-gani cantonali di condotta. Esercitazioni cantonali, inter-cantonali, nazionali e internazionali permetteranno di intensificare il coordinamento delle operazioni e delle de-cisioni tra i titolari di funzioni e le organizzazioni d’inter-vento.

L’applicazione delle misure raccomandate dal rapporto aumenterà l’efficienza della protezione della popolazione in Svizzera e costituisce pertanto un altro passo avanti per affrontare le sfide del futuro.

Denis FroidevauxResponsabile del progetto «Protezione della popolazione 2015+» e capo del Servizio della sicurezza civile e militare del Canton Vaud

Le autorità e le organizzazioni attive nel campo del salvataggio e della sicurezza devono essere in grado di comunicare tra loro e con la popolazione.

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 201510DOSSIER STRATEGIA 2015+

Il futuro della protezione civile

Più rapida, unitaria e intercantonaleLa protezione civile deve rimanere orientata alla gestione di catastrofi e situazioni d’emergenza. Su questo punto sono tutti unanimi. L’attuale rapporto sul futuro della protezione della popolazione e della protezione civile prevede tuttavia un adeguamento delle sue strutture, per renderla più rapida, unitaria e intercantonale.

Considerato che le catastrofi naturali dovute ai cambia-menti climatici sono sempre più frequenti, è probabile che in futuro le varie prestazioni della protezione civile sa-ranno ancora più richieste. Gli addetti aI progetto Prote-zione civile, che si occupa dell’attuazione della strategia «Protezione civile 2015+», ha stilato un elenco dettagliato dei compiti, dei campi d’attività e delle future capacità della protezione civile e ha leggermente modificato il suo profilo delle prestazioni. Non si tratta di cambiamenti so-stanziali, anche perché il profilo attuale si è rivelato valido. L’organizzazione rimane focalizzata sull’intervento e sui lavori di ripristino. Occorre invece ampliare le prestazioni nel campo della logistica e della protezione NBC, ossia la protezione in caso di pericoli nucleari, biologici e chimici.La nuova struttura proposta diverge leggermente da

quella attuale: pionieri, localizzazione e salvataggio, pro-tezione NBC e sicurezza sono riuniti in un settore deno-minato «Sostegno tecnico». Tutte le prestazioni logistiche vengono raggruppate nel settore logistico. Viene inoltre proposta la creazione di un servizio sanitario. Il nuovo modello di struttura è più chiaro e corrisponde meglio al profilo di prestazione e alle esigenze delle organizzazioni di protezione civile.

Più rapida e più mobileDi regola, la protezione civile è un elemento del secondo scaglione e serve ad aumentare la capacità di resistenza del sistema integrato. In futuro è prevista la creazione di squa-dre d’intervento specializzate, pronte ad intervenire entro un’ora dalla chiamata, così come già in uso in singoli canto-ni, e il 60% dei militi dovrà essere operativo entro 48 ore.Affinché l’aumento della prontezza operativa serva allo scopo ed i mezzi (personale e materiale) possano arrivare per tempo sul posto, bisogna garantire la trasmissione dell’allarme e la mobilità. Ciò richiede processi e sistemi che permettano una rapida chiamata in servizio e mezzi di trasporto supplementari.

Stutture più unitarie ma ugualmente flessibiliIl rapporto d’attuazione, attualmente in consultazione presso i cantoni e gli organi interessati, non mette in que-stione la struttura federalista della protezione civile.

Anche in futuro continueranno ad essere i cantoni a deci-dere come strutturare le loro organizzazioni di protezione civile. Da anni è in atto una regionalizzazione, e la prote-zione civile è ormai organizzata perlopiù a livello regiona-le o cantonale. È tuttavia auspicata un’ulteriore concen-trazione, con l’obiettivo di avere un’organizzazione di protezione civile ogni 30–50’000 abitanti.Il modello dei livelli organizzativi permette ai cantoni di strutturare la protezione civile in modo flessibile e confor-

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I settori previsti per la protezione civile del futuro, compreso il nuovo servizio sanitario.

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11PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 2015

DOSSIER STRATEGIA 2015+

me alle esigenze. Le organizzazioni di protezione civile a livello comunale o regionale forniscono le prestazioni di base e mettono a disposizione il grosso delle truppe. Vi è anche la possibilità di riunire la protezione civile in un’uni-ca organizzazione cantonale, una soluzione ideale soprat-tutto nei cantoni più piccoli. Gli elementi d’intervento cantonali forniscono prestazioni supplementari specifiche a favore dell’intero cantone e possono costituire sia un mezzo prioritario che un elemento di primo intervento come descritto sopra. Le basi d’appoggio intercantonali servono invece a fornire quelle prestazioni che superereb-bero le capacità di un singolo cantone. Strutture più semplici sono auspicate anche per le orga-nizzazioni di protezione civile stesse. Alcuni cantoni dispongono già di formazioni della protezione civile con struttura a battaglione. In futuro dovranno essere reintro-dotti degli stati maggiori con le rispettive funzioni.

Garantire gli effettivi, eliminare le riserve Oggi, alcuni cantoni, soprattutto quelli con un numero elevato di abitanti, dispongono di effettivi in eccesso, mentre altri faticano a raggiungere l’effettivo richiesto. A livello nazionale si conta, su 70’000 militi attivi, una riser-va di circa 60’000 persone. Questa grande riserva inutiliz-

zata deve essere eliminata. In futuro l’effettivo dovrà con-tare, a livello nazionale, da 70 a 80’000 militi, tenuto conto del profilo di prestazioni, della prontezza operativa e delle forme organizzative.

Non si tratta quindi di un grosso cambiamento rispetto agli attuali effettivi di militi attivi. Va sottolineato che la regionalizzazione non comporta automaticamente una ri-duzione degli effettivi. Questi non dovrebbero però di-pendere solo dalle esigenze della propria organizzazione, ma permettere anche l’aiuto vicinale.

Basi d’appoggio intercantonali della protezione civileUna novità importante sono le basi d’appoggio intercan-tonali della protezione civile, che soddisfano la necessità di prestazioni specializzate supplementari. Si tratta di prestazioni che i singoli cantoni non devono (o possono) fornire da soli. Le basi d’appoggio intercantonali permet-tono di colmare i deficit e le lacune nel campo del mate-riale e del personale. Esse incrementano inoltre la capaci-

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Mil PCi (in migliaia)

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50

60

70

80

90

t

H+12

ore settimane mesi

D1 D2 D3 D4 D5 D6 D7 W1 W2 W3 W4

100

110

Entrati i

n servizio

ca. 80’000 totale mil PCi incorporati (100%)

+ 30’000 – 40’000 mil PCi

Rinforzo della PCi per eventi estremi

ca. 48’000 mil PCi (60%)

ca. 8000 mil PCi

mil PCi = militi della protezione civile

ca. 64’000 mil PCi (80%)

M1 M2

giorni

ca. 25 – 30’000 mil PCi (30 – 40%)in impiego permanente

In futuro le unità specializzate dovranno essere pronte ad intervenire entro un’ora dalla chiamata. Il 60 % dei militi dovrà essere operativo entro 48 ore. milPCi: militi della protezione civile

In futuro, determinate unità d’intervento specializzate dovranno essere pronte ad intervenire entro un’ora dalla chiamata.

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 201512DOSSIER STRATEGIA 2015+

tà e l’efficienza della protezione civile e favoriscono l’inte-roperabilità tra cantoni.Le basi d’appoggio dovranno essere incentrate sui compi-ti che le organizzazioni di protezione civile regionali e cantonali e le organizzazioni partner della protezione civi-le non sono attualmente in grado di fornire o solo parzial-mente. Il profilo di prestazioni delle basi d’appoggio è incentrato sul sostegno tecnico (localizzazione e salvatag-gio, protezione NBC) e sulla logistica (alloggi di fortuna, preparazione di acqua potabile). Nel campo della localiz-zazione e del salvataggio sussiste effettivamente un defi-cit per quanto riguarda i salvataggi in profondità secondo gli standard ONU.

In campo NBC sussistono invece delle lacune nella gestio-ne di eventi con effetti di portata sovraregionale o nazio-nale. Le basi d’appoggio si occuperanno quindi di dosi-metria, decontaminazione di persone, animali e oggetti e di lotta alle epizoozie. Fungeranno inoltre da depositi per materiale NBC specifico. In campo logistico i loro compiti consisteranno ad esempio nella realizzazione e nella gestione di alloggi e posti d’approvvigionamento per sen-zatetto e di impianti mobili per la preparazione di acqua potabile.

I cantoni determinano ubicazione, numero e organizza-zione delle basi d’appoggio intercantonali. Sono ipotizza-bili l’annessione a un’organizzazione o formazione di protezione civile esistente (ad esempio a un elemento d’intervento cantonale) oppure accordi sulle prestazioni delle basi d’appoggio.

Semplificazioni nell’istruzione e negli interventiL’attuale suddivisione in servizi d’istruzione e servizi d’in-tervento, con limiti temporali massimi differenti a dipen-denza del tipo di servizio e del livello di funzione, è com-plicato e difficile da tenere sotto controllo. Per questo motivo il sistema sarà radicalmente semplificato. Oggi si distingue tra servizi d’istruzione (istruzione di base, istru-zione complementare, istruzione dei quadri, corsi di per-fezionamento e corsi di ripetizione), interventi di pubblica utilità, lavori di ripristino e interventi in caso di catastrofi e situazioni d’emergenza. Il progetto «Protezione civile 2015+» prevede solo una distinzione tra istruzione e intervento.Rientrano nell’istruzione i servizi d’istruzione e i corsi di perfezionamento e di ripetizione. Tutti i compiti pianifica-bili che non sono direttamente legati alla gestione dell’e-vento, come interventi di pubblica utilità e lavori di ripri-stino, saranno svolti nell’ambito dei corsi di ripetizione. Specifiche istruzioni disciplineranno in modo unitario i contenuti e lo svolgimento dei corsi di ripetizione. Per l’i-struzione verrà fissato un limite temporale massimo di quaranta giorni; per mantenere la capacità operativa, un milite dovrà prestare almeno 5 giorni di corsi di ripetizio-ne l’anno.Un ulteriore obiettivo consiste nel rafforzare la collabora-zione tra organizzazioni partner della protezione della popolazione e con l’esercito nel campo dell’istruzione. In questo ambito si dovrà promuovere anche la collabora-zione tra cantoni, ad esempio attraverso la creazione di centri di competenze. Dal canto suo, l’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP) dovrà impe-gnarsi ancora più attivamente per l’unificazione dell’istru-zione.

Christoph FluryCapo progetto «Protezione civile 2015+» e direttore sostituto UFPP

Tipi di prestazioni di servizio Istruzione Intervento

Corsi d’istruzione

• Istruzione di base (IB) della truppa

– Istruzione specialistica

– Istruzione di reparto

• Istruzione complementare (IC) per specialisti

• Istruzione per quadri (IQ)

• Corsi di perfezionamento (CR) per quadri e specialisti

Catastrofi e situazioni d’emergenza

Conflitto armato

Corsi di ripetizione

compresi

• interventi di pubblica utilità e

• lavori di ripristino

Il progetto «Protezione civile 2015+» propone di distinguere solo tra istruzione e intervento.

L’attuale suddivisione in servizi d’istruzione e servizi d’intervento verrà radicalmente semplificata.

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13PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 2015

DOSSIER STRATEGIA 2015+

Novità per i membri della protezione civile

Servizio obbligatorio più flessibile e attrattivoSe i cambiamenti pensati per la futura protezione civile andranno in porto, per i militi ci saranno molte novità. Sono previsti ad esempio un’età di servizio flessibile e la possibilità di essere incorporati in un altro cantone. Inoltre il servizio nella protezione civile dovrebbe essere economicamente più vantaggioso.

Attualmente è in consultazione presso i cantoni e altri enti interessati la bozza del rapporto d’attuazione relativo alla strategia «Protezione della popolazione e protezione civile 2015+». I responsabili del progetto vi descrivono come dovrebbe essere organizzata la protezione civile a partire dal 2019.

Istruzione o interventoSe oggi si distingue ancora tra servizi d’istruzione (istru-zione di base, istruzione complementare, istruzione dei

quadri, corsi di perfezionamento e di ripetizione), inter-venti di pubblica utilità, lavori di ripristino e interventi in caso di catastrofi e situazioni d’emergenza, in futuro si differenzierà solo tra istruzione e intervento. Tutti i com-piti pianificabili che non sono in relazione diretta con la gestione di un evento saranno svolti nell’ambito dei corsi di ripetizione e rientreranno pertanto nella categoria «istruzione». Tutti i membri della protezione civile potranno come fino-ra essere chiamati a prestare un numero illimitato di giorni

I lavori di ripristino saranno considerati alla stessa stregua dei servizi d’istruzione e saranno prestati nell’ambito di corsi di ripetizione. Nell’immagine: pionieri dell’organizzazione di protezione civile nidvaldese fissano dei tronchi con ferri d’armatura.

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 201514DOSSIER STRATEGIA 2015+

d’intervento in caso di catastrofe e situazioni d’emergen-za per l’intero periodo d’assoggettamento. Ciò vale an-che per eventi estremi come un conflitto armato, caso in cui il Consiglio federale avrebbe la facoltà di prolungare l’obbligo di prestare servizio per ulteriori cinque anni al massimo. Per questo motivo le persone obbligate a pre-stare servizio nella protezione civile rimarranno soggette all’obbligo di notifica e registrate nel sistema di gestione del personale per ulteriori cinque anni dopo il prosciogli-mento.

Età di servizio flessibileContrariamente a quanto previsto per gli interventi, il nu-mero dei giorni d’istruzione sarà limitato: dopo l’istruzio-ne di base, il grosso dei militi dovrebbe rimanere nella protezione civile finché non ha prestato complessivamen-te 240 giorni di servizi d’istruzione, ma almeno altri undici

anni. Potranno essere convocati per un massimo di 40 giorni d’istruzione l’anno. Così anche i militi della prote-zione civile avranno la possibilità di prestare 240 giorni di servizio l’anno, analogamente a quelli dell’esercito. Chi ha

raggiunto questo traguardo, viene prosciolto dall’obbligo di prestare servizio e non è più tenuto a versare la tassa d’esenzione dall’obbligo militare.Per i membri della truppa e i sottufficiali ne risulterebbe un’età di prestare servizio flessibile. I complessivi 12 anni di servizio obbligatorio potrebbero essere prestati tra il 19° e il 37° anno d’età. Presso le basi d’appoggio canto-nali e intercantonali, i militi della protezione civile potreb-bero addirittura prestare l’intero servizio in una sola volta (militi in ferma continuata).

Ufficiali fino a 37 anniPer i sottufficiali di grado superiore e gli ufficiali si appli-cano gli stessi limiti massimi per l’istruzione: al massimo 40 giorni l’anno. Essi dovranno però rimanere nella prote-zione almeno fino a 37 anni. Per rendere più attrattive le funzioni di quadro nella pro-tezione civile, gli ufficiali e i sottufficiali di grado superiore ricevono, proprio come nell’esercito, un supplemento del soldo. Ai cantoni si raccomanda inoltre di versare un’in-dennità di funzione supplementare agli ufficiali e ai sot-tufficiali di grado superiore in funzioni di milizia.

Diverse funzioni di baseIl reclutamento comune dei militi dell’esercito e della pro-tezione civile viene mantenuto. Rimangono invariate

anche le sei funzioni di base in cui vengono incorporati i militi della protezione civile, ma potrebbero cambiare de-nominazione. Al momento non è ancora chiaro se verrà creata una settima funzione di base per i sanitari:• aiutante alla condotta• addetto all’assistenza • pioniere• sorvegliante del materiale• sorvegliante dell’infrastruttura • cuoco• sanitario

I cantoni hanno la possibilità di cambiare incorporazione e riformare un milite, ad esempio in caso di non idoneità ad una funzione.

Attribuzione intercantonale possibileIn futuro dovrebbe essere possibile assolvere il servizio di protezione civile in un cantone vicino. Al momento del re-clutamento i militi vengono attribuiti al cantone di domi-cilio. Tuttavia, se il fabbisogno in un cantone è coperto, si potranno attribuire dei militi ad un cantone con carenza di personale. Chi alla fine dell’anno del reclutamento non è ancora stato attribuito, finirà in un pool nazionale del personale. I pianificatori mirano così a compensare e ca-renze a livello regionale.Fondamentalmente i cantoni assegnano i militi alle orga-nizzazioni di protezione civile regionali e alle basi d’ap-

19 26 37

12 anni oppuremax 240 giorni d’istruzione

Servizio obbligatorio per la truppa e i sottufficiali

20 32

Dopo l’istruzione di base, il grosso dei militi dovrà rimanere nella protezione civile finché non ha prestato complessivamente 240 giorni di servizi d’istruzione, ma almeno undici anni.

Presso le basi d’appoggio cantonali e intercantonali, i militi della protezione civile avrebbero la possibilità di

prestare l’intero servizio in una sola volta (militi in ferma continuata).

20

3725

Servizio obbligatorio per i sottufficiali di grado superiore e gli ufficiali

I sottufficiali di grado superiore e gli ufficiali dovranno rimanere nella protezione civile almeno fino a 37 anni.

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15PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 2015

DOSSIER STRATEGIA 2015+

poggio cantonali. Il cantone a cui il milite è attribuito provvede anche alla sua istruzione.

Vantaggi finanziari in materia di tassa d’esenzione dall’obbligo militareIn futuro, tutti i servizi d’istruzione prestati dal recluta-mento fino alla fine del 37° anno d’età saranno detratti dalla tassa d’esenzione. Al contempo, la tassa d’esen-zione sarà ridotta del cinque per cento per ogni giorno di servizio prestato nell’anno di assoggettamento. La tassa d’esenzione dall’obbligo militare verrebbe così a cadere: – negli anni in cui sono stati prestati 20 giorni di servizio e – complessivamente dopo 12 anni se sono stati prestati

240 giorni di servizio.

Concretamente si prevede che i militi della protezione civile possono recuperare i giorni di servizio mancanti (fino al totale di 240 giorni). Una volta prosciolti, la tassa d’esenzione viene loro rimborsata. Con queste modifiche il rapporto accoglie una disposizione del Consiglio federa-le e del Parlamento (mozione Müller).

Istruzione di base e complementare Dopo il reclutamento, i militi della protezione civile devo-no assolvere un’istruzione tecnica di almeno 10 giorni e un’istruzione di reparto di almeno 5 giorni entro la fine del 26° anno d’età. L’istruzione di reparto permette di consolidare quanto appreso e di esercitare l’intervento in una formazione d’esercizio. Essa permette inoltre agli aspiranti quadri di applicare le competenze di condotta apprese durante l’istruzione per quadri.I volontari possono assolvere l’istruzione di base anche dopo i 26 anni. In presenza di esperienze analoghe acqui-site nell’esercito o in un’altra organizzazione partner della protezione della popolazione, possono essere esonerati, per intero o in parte, dall’istruzione di base. Chi vuole cambiare funzione (e assumere una funzione di quadro o per una nuova incorporazione), deve poter ripetere l’istru-zione di base se necessario.Per compiti speciali, come conducenti o pionieri di salva-taggio, è prevista un’istruzione complementare la cui du-rata dipende dalla materia da apprendere. Con la sop-pressione dell’attuale mansione di specialista, alle funzio-ni di base viene attribuito un ventaglio d’intervento più ampio. Ciò aumenta l’efficienza durante l’istruzione e la flessibilità durante l’intervento.

Istruzione dei quadri in due e tre partiDiversamente dal sistema attuale, in futuro per ogni set-tore (aiuto alla condotta, assistenza, eventualmente

servizio sanitario, sostegno tecnico, protezione dei beni culturali e logistica) dovrà essere possibile assumere il gra-do di sottufficiale e ufficiale.

Per i sottufficiali è prevista un’istruzione divisa in due par-ti: un corso quadri per capigruppo prepara gli aspiranti sottufficiali a svolgere i loro compiti di condotta e appro-fondisce le conoscenze tecniche. Nella successiva istruzio-ne di reparto i sottufficiali applicano quanto appreso sotto la direzione di personale insegnante professionista.

Gli aspiranti capisezione seguiranno dapprima un corso quadri in materia di condotta a livello di sezione dove apprenderanno la condotta nell’ambito dell’esercizio, dei corsi di ripetizione e dell’intervento, prima di approfondi-re le capacità e le conoscenze acquisite in un corso spe-cialistico specifico. Infine applicheranno nella pratica quanto appreso in un’istruzione di reparto.

Possibilità di certificazioneL’istruzione dei comandanti subirà solo lievi modifiche: l’unica novità prevista consiste infatti nello svolgimento di corsi per comandanti di battaglione e membri degli stati maggiori anche nell’ambito dell’istruzione di base. I qua-dri superiori avranno la possibilità, alla fine della loro istruzione, di concludere i moduli (per es. «Leadership») con un certificato riconosciuto. Le competenze dirigenzia-li acquisite nella protezione civile costituirebbero così anche un arricchimento per il curriculum professionale.

Heinz HerzigCollaboratore scientifico Strategia, UFPP

Idoneo al servizio di PCi

Necessità nelcantone didomicilio

Attribuzione al cantonedi domicilio

Effettiviinsufficienti inaltri cantoni

Pool nazionaledel personale

senza néincorporazionené istruzione

Assegnazione ad unaltro cantone

Sì Sì

NO NO

Incorporazione e istruzione nelcantone di domicilio

Incorporazione e istruzione nelcantone d’assegnazione

In futuro, tutti i servizi d’istruzione prestati dal reclutamento fino alla fine del 37° anno d’età saranno detratti dalla tassa d’esenzione dall’obbligo militare.

Dopo il reclutamento, di principio i militi continuano ad essere attribuiti al cantone di domicilio. Sarà tuttavia possibile assolvere il servizio in un cantone vicino.

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 201516DOSSIER STRATEGIA 2015+

Il punto sulla protezione civile

Cantoni prolifici di riformePer professionalizzare le prestazioni e sfruttare meglio le risorse, numerosi cantoni stanno raggruppando le loro organizzazioni di protezione civile. Sono molte le riforme pianificate o già in corso.

«Per fare spazio a nuove idee, bisogna abbandonare le vecchie abitudini»: è con queste parole che nel suo di-scorso all’assemblea generale di questa primavera, Walter Müller, consigliere nazionale del Canton San Gallo e pre-sidente della FSPC, ha incoraggiato i delegati ad accoglie-re i progetti di riforma previsti o in corso presso la Confe-derazione e Cantoni.In effetti, molte organizzazioni di protezione civile si tro-vano in una fase di cambiamento. Un giro d’orizzonte da est a ovest mostra a che punto siamo. Un anno fa il go-verno turgoviese ha varato il «Concetto organizzativo protezione civile Turgovia 2015+». Jörg Köhler, capo dell’ufficio cantonale del militare e della protezione civile, ha comunicato che l’esecutivo del Canton San Gallo pre-senterà una revisione di legge ancora prima dell’inizio dell’inverno. Nel Canton Argovia, il parlamento sta esami-nando il progetto di revisione. E Soletta ha fatto sapere che la disposizione governativa di ristrutturare i comandi sarà attuata con le fusioni in corso.

Largo consensoCiò che sta accadendo nei succitati cantoni rientra nella tendenza nazionale di riforma della protezione civile. Le unità organizzative a livello comunale sono ormai un’ec-cezione; quelle gestite da comuni con meno di 6’000 abi-tanti sono rimaste solo otto. Dal 2008 sono state rag-gruppate un centinaio di unità locali. Nell’ambito del re-porting sulla protezione civile svolto dall’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP), i cantoni riferi-scono che oltre due terzi dei comandi della protezione ci-vile sono stati nel frattempo regionalizzati o cantonalizza-ti. Il governo argoviese intende ridurre le attuali ventidue regioni di protezione civile a undici. Anche l’esecutivo so-lettese auspica una riduzione delle regioni di protezione civile, ma non fornisce cifre concrete. Nonostante com-portino profondi cambiamenti, questi progetti sono quasi sempre accolti favorevolmente, come dimostra la riforma in atto nel Canton Turgovia.Due anni fa, il governo turgoviese ha presentato il suo «Concetto organizzativo protezione civile Turgovia

2015+». Questo prevede che le dodici organizzazioni di protezione civile debbano essere ridotte a cinque per

corrispondere ai cinque distretti politici. La consultazione popolare si è svolta senza problemi, le reazioni sono state perlopiù positive. Nel frattempo, il compito di raggruppare le forze d’intervento è sancito da un’ordinanza. «Su que-sta base possiamo finalmente trasformare la protezione ci-vile in un organo efficiente di protezione contro le cata-strofi », sottolinea Urs Alig, capo dell’ufficio della protezio-ne della popolazione e del militare del Canton Turgovia.

Strutture più semplici e snelleUn obiettivo analogo è perseguito dal Canton San Gallo con la riforma in corso «Protezione civile 2015+», secon-do cui otto regioni invece delle attuali venti sarebbero più che sufficienti. Inoltre le autorità sangallesi intendono ridurre gli effettivi. Il numero di militi passerà da 5’300 a 3’300. Le critiche non sono mancate, ma il bilancio della consultazione è stato comunque positivo. Il desiderio di semplificare e snellire le strutture ha prevalso. Ottimizzare la capacità d’intervento e l’efficienza incrementando al contempo le prestazioni sono vantaggi che autorità e le-gislatori di molti cantoni non vogliono farsi scappare.Le riorganizzazioni che accomunano molti cantoni presen-tano però anche delle particolarità locali: il Canton Turgo-via introduce ad esempio un elemento d’intervento in caso di catastrofe a livello cantonale e intende unificare le esi-genze poste alle strutture d’intervento per quanto concer-ne il materiale, l’organizzazione, il personale e l’infrastrut-tura. Le cinque regioni di protezione civile avranno addirit-tura un identico organigramma di battaglione. La riparti-zione dei compiti e dei costi tra cantone e comuni è stata chiarita. Il capoufficio turgoviese Urs Alig è convinto che la riforma permetterà di migliorare la qualità: «La ristruttura-zione non consente solo di adempiere gli attuali mandati di prestazioni, ma anche di affrontare le sfide del futuro».

Stimoli di cambiamentoUno stimolo importante a procedere alle riforme è stata proprio la consapevolezza che le organizzazioni di prote-

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17PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 2015

DOSSIER STRATEGIA 2015+

zione civile non sono sufficientemente equipaggiate per affrontare le sfide del futuro. Un’analisi condotta quattro anni fa da una ditta di consulenza esterna aveva rilevato la necessità di ottimizzare la protezione civile turgoviese. Valutazioni analoghe hanno indotto anche altri cantoni a cambiare la loro protezione civile. Queste analisi rilevano che spesso gli effettivi delle formazioni di protezione civi-le locali non soddisfano le reali esigenze e che gli equi-paggiamenti sono poco uniformi. Un altro difetto sta nel fatto che l’esistenza di troppe piccole unità non permette di occupare tutte le funzioni di quadro.Per migliorare la situazione, le analisi cantonali propone-vano quindi un cambiamento fondamentale della strate-gia organizzativa, tra cui l’unificazione delle strutture e la riduzione degli effettivi. Raggruppare piccoli comandi della protezione civile è anche una strategia che aumenta

la percentuale lavorativa per i quadri superiori, rendendo questi posti più attrattivi e più facili da occupare a lungo termine. Inoltre, aumenta l’efficienza e armonizza il ven-taglio dei compiti. Ciò permette al comando della prote-zione civile di occuparsi nuovamente di compiti assegnati all’esterno, come il controllo periodico dei rifugi. La con-seguente riduzione dei costi è un altro effetto benvenuto del programma di riforma.

Anche il governo cantonale sangallese ha chiesto che la ristrutturazione della protezione civile fosse accompagna-ta da sgravi finanziari. Ciononostante la riforma non è in-

Le analisi hanno rilevato grandi differenze tra le organizzazioni di protezione civile per quanto riguarda gli equipaggiamenti. La qualità sarà migliorata grazie alle regionalizzazioni.

Le unità organizzative a livello comunale sono ormai un’eccezione.

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tesa come riduzione delle prestazioni né come manovra di risparmio. Il governo ha però deciso di aumentare la quota di finanziamento a partire dai contributi sostitutivi per i rifugi. Inoltre, l’offerta della protezione civile sarà ampliata con prestazioni di localizzazione e salvataggio di persone sepolte sotto le macerie e d’assistenza alle vitti-me d’incidenti. Ciò significa un ampliamento del venta-glio dei compiti e un rafforzamento della collaborazione

con la polizia e gli organi di salvataggio. Il governo di San Gallo, intenzionato ad aumentare le quote femminili nella protezione civile, spiega inoltre che «le donne sono ben-venute».

Miglioramenti anche a livello d’infrastrutturaScrupoli di ordine finanziario hanno invece indotto il Can-ton Lucerna a mantenere lo status quo e a bloccare un’i-niziativa volta ad unificare la protezione civile. Inizialmen-te si mirava alla cantonalizzazione delle attuali sei regioni di protezione civile, ma il previsto aumento dei costi ha dissuaso governo e parlamento a compiere questo passo. Anche il progetto di ampliamento del centro d’istruzione è stato annullato per motivi di risparmio.La protezione civile zurighese ha puntato con successo su una riforma a tappe. Dieci anni fa ha avviato una ristrut-turazione di ordine organizzativo: un centinaio di unità

locali sono state raggruppate in una dozzina di regioni e

l’effettivo dei militi attivi è stato ridotto di oltre due terzi. Recentemente è stata rimodernata l’infrastruttura d’istru-zione. Il centro della protezione civile di Andelfingen, or-mai vecchio di quarant’anni, è stato trasformato in un moderno centro d’istruzione cantonale per la protezione della popolazione e messo in esercizio un anno fa. Il Can-ton Zurigo è riuscito a coinvolgere l’assicurazione canto-nale sugli immobili nel finanziamento. Presso il centro di Andelfingen possono ora addestrarsi anche i pompieri, i soccorritori, i militari e gli agenti di polizia dei cantoni Sciaffusa, Turgovia, Argovia e Basilea-Città.Già molto avanzati sono i progetti di riforma in atto nella Svizzera occidentale. In Vallese la protezione civile è già stata cantonalizzata tre anni fa. Nel 2012, una quaranti-na di unità sono state raggruppate in sei comandi regio-nali. Questi sono stati incaricati di fornire prestazioni cantonali ed attribuiti ai comandi dei centri di soccorso dei pompieri.Un passo analogo verso una maggiore efficienza e pro-fessionalizzazione è stato compiuto alla fine dello scorso anno dalla protezione civile vodese. Come gli altri cantoni che hanno intrapreso questa strada, anche il governo del Canton Vaud spera che la concentrazione delle risorse permetta di meglio soddisfare i suoi bisogni di sicurezza e protezione.

Paul Knüselgiornalista freelance

Il centro della protezione civile di Andelfingen, ormai vecchio di quarant’anni, è stato trasfor­mato in un moderno centro d’istruzione cantonale per la protezione della popolazione e messo in esercizio un anno fa. Nel canton Zurigo possono ora addestrarsi anche i pompieri, i soccorri­tori, i militari e gli agenti di polizia dei cantoni Sciaffusa, Turgovia, Argovia e Basilea­Città.

I progetti di riforma sono molto avanzati nella Svizzera occidentale.

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19PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 2015

COOPERAZIONE

Concluso il progetto POLYCOM

Meritati festeggiamenti dopo tre lustri di lavoriPer novembre 2015 è prevista la messa in funzione della rete POLYCOM del Canton Zugo. Si conclude così la realizzazione della Rete radio nazionale di sicurezza, che conta circa 55’000 utenti tra autorità e organiz­zazioni attive nel campo del salvataggio e della sicurezza.

Il 21 agosto 2015 ha avuto luogo la festa per la conclusio-ne del progetto POLYCOM, organizzata dall’Ufficio fede-rale della protezione della popolazione (UFPP). 150 invita-ti di organizzazioni utenti di Confederazione, cantoni e comuni nonché numerosi ospiti esteri hanno partecipato all’evento presso il Centro federale d’istruzione a Schwar-zenburg, dove l’UFPP impartisce ormai da anni i corsi d’istruzione in materia di configurazione e sorveglianza delle reti e sull’uso dei terminali.

Comunicazione tra le organizzazioniLa festa è iniziata con una dimostrazione della comunica-zione tra le organizzazioni. Vi hanno preso parte il corpo delle guardie di confine, i pompieri, la polizia, la protezio-ne civile, la Rega, Zentras (responsabile per l’esercizio e la manutenzione delle strade nazionali della Svizzera centra-le), l’esercito e l’UFPP. Jürg Noth, comandante del Corpo delle guardie di confine, ha poi evidenziato l’importanza di POLYCOM per affrontare le sfide attuali. La comunica-zione assume infatti un ruolo centrale in molti ambiti, dalla gestione dei flussi migratori al contrabbando, un fe-nomeno in forte aumento.Andreas Koellreuter, presidente della Commissione fede-rale per la telematica in ambito di salvataggio e sicurezza, ha iniziato il suo discorso ringraziando tutti coloro che hanno portato avanti il progetto. Ci sono voluti quindici anni per completare l’opera: era infatti il 21 febbraio 2001 quando il Consiglio federale ha deciso che Confe-derazione, cantoni, comuni e organizzazioni avrebbero dovuto assumere congiuntamente i costi per la realizza-zione della rete radio nazionale di sicurezza. Questo mo-dello di finanziamento federalista comportava che i tempi di realizzazione sarebbero in larga misura dipesi dalle decisioni politiche nei vari cantoni. In particolare i cantoni che avevano appena investito in un altro sistema di comu-nicazione radio, si sono integrati solo con un certo ritardo nella rete nazionale.

Un traguardo, ma anche un nuovo punto di partenzaLa realizzazione e la messa in funzione a livello nazionale del sistema POLYCOM sono state coordinate da un grup-po di gestione del progetto dell’UFPP. Dopo quindici anni di lavori, la rete è stata finalmente completata con succes-so: un traguardo da festeggiare. Ma ciò non significa che possiamo dormire sugli allori. L’UFPP ha il dovere di ga-

rantire anche in futuro il funzionamento operativo di questa infrastruttura di comunicazione unica nel suo genere, che conta 55’000 mila utenti.Considerati i rapidi pro-gressi tecnologici degli ul-timi anni, gran parte delle componenti del sistema, in uso ormai da più di dieci anni, devono già essere sostituite. L’UFPP ha per-tanto lanciato il progetto POLYCOM 2030, volto a garantire l’uso del sistema e salvaguardare il suo valo-re almeno fino al 2030.Parallelamente, il progetto POLYCOM+ mira a mette-re a disposizione delle au-torità e delle organizzazio-ni attive nel campo del sal-vataggio e della sicurezza (AOSS) servizi a banda lar-ga di alta qualità. La co-municazione a banda larga senza fili (dBBK) sarà intro-dotta a complemento dell’attuale rete di radioco-municazione POLYCOM.

Grazie a POLYCOM, la Rete radio nazionale di sicurezza, le autorità e le organizzazioni attive nel campo del salvataggio e della sicurezza possono comunicare tra loro in tutta la Svizzera.

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 201520ISTRUZIONE

Studio di ricerca sulle esercitazioni

Realismo quale surrogato della realtà Le esercitazioni della protezione della popolazione non potranno mai riprodurre fedelmente una catastrofe e le sue conseguenze. Tuttavia possono essere realistiche, come dimostra uno studio dell’Università di Londra condotto anche su grandi esercitazioni organizzate in Svizzera.

Le esercitazioni della protezione della popolazione posso-no essere realistiche? Era questa la domanda centrale di un progetto di ricerca internazionale del Goldsmith-Colle-ge dell’Università di Londra, concluso nel 2015 con il so-stegno del Consiglio europeo della ricerca. Due sociologi e un antropologo hanno analizzato diverse esercitazioni anti-catastrofe svolte in India, Gran Bretagna e Svizzera. A tal fine hanno preso in esame le grandi esercitazioni nazionali e gli addestramenti locali. Hanno inoltre discus-so con gli esperti coinvolti sulla preparazione, lo svolgi-mento e la valutazione delle esercitazioni e sul loro lavoro quotidiano.Per la loro ricerca in Svizzera, i ricercatori hanno segui-to le due esercitazioni più grandi degli ultimi anni: SEISMO 12, un’esercitazione internazionale di stato maggiore, organizzata per mettere alla prova la colla-borazione a diversi livelli tra gli organi di condotta e d’intervento in caso di un forte terremoto, e l’esercita-zione d’emergenza generale 2013 (EEG13), organizza-ta per addestrare lo scenario di un incidente in una centrale nucleare.

Una realtà non riproducibile al 100 % …Simili esercitazioni non potranno mai riprodurre fedel-mente le catastrofi e le loro conseguenze. Non è infatti possibile organizzare esercitazioni anti-catastrofe che simulano completamente l’entità dei danni, le perturba-zioni ai sistemi e alle infrastrutture vitali della società, le complesse sfide amministrative e le conseguenze fisiche e psicologiche per le persone colpite.Per avvicinarsi alla realtà è tuttavia sensato e auspicabile pianificare un’esercitazione in modo che le sfide per i partecipanti siano il più realistiche possibile. A tal fine si possono ad esempio simulare singole conseguenze di una catastrofe: un edificio crollato, un casa allagata o un certo numero di feriti. Allo stesso modo, le organizzazioni pos-sono testare il loro procedimento in caso di catastrofe sulla base di scenari ipotetici dove i partecipanti devono reagire al susseguirsi degli eventi.

… ma cinque forme di realismoLa squadra di ricerca ha dedotto diverse possibilità per organizzare esercitazioni anti-catastrofe che siano realistiche. Dal profilo sociologico, è possibile creare diversi «realismi» nella pianificazione e nello svolgi-mento di esercitazioni. Questi sono talvolta compatibi-li tra loro nell’ambito di singole esercitazioni, ma spes-

so è difficile conciliare le diverse forme di realismo nella pianificazione e nello svolgimento di esercitazio-ni anti-catastrofe.Si applica spesso la forma del realismo scientifico, dove l’esercitazione si basa intenzionalmente su fatti scientifi-camente provati e su prescrizioni tecniche vigenti. Nell’ambito dell’EEG13 ci si è ad esempio basati su dati meteo storici per determinare la diffusione della ricaduta radioattiva.Con finalità analoghe si applica la forma del realismo tecnico, dove i partecipanti all’esercitazione utilizzano il loro equipaggiamento e mettono alla prova le loro com-petenze tecniche e organizzative. Si tratta spesso di sem-plici test di funzionamento degli equipaggiamenti neces-sari in caso di catastrofe, ma anche di grandi esercitazioni dell’intero processo d’impiego degli equipaggiamenti e delle attrezzature per fronteggiare un evento. È una forma di realismo finalizzata principalmente a testare il rapporto tra l’uomo e i macchinari in un contesto locale specifico.Diversa è invece la forma del realismo fisico, dove i par-tecipanti sono al centro dell’esercitazione. Si tratta in particolare di sperimentare e valutare come le persone reagiscono in situazioni difficili e come funziona la colla-borazione tra le persone e i gruppi. A tal fine, si inscena-no spesso giochi di ruolo, in cui i figuranti simulano varie lesioni oppure finti giornalisti interrogano i responsabili della condotta e dell’intervento durante una finta confe-renza stampa. Si cerca di avvicinarsi alla realtà sottopo-nendo i partecipanti a una pressione particolare. A tal fine, queste esercitazioni possono anche iniziare senza preavviso all’alba o in piena notte. I partecipanti lavorano a turni straordinari di lunga durata oppure mettono alla prova la loro capacità di affrontare numerosi imprevisti simultanei.Un’altra forma è il realismo organizzativo, dove si trat-ta di simulare ed esercitare le reazioni organizzative in caso di catastrofe. Essa permette di mettere alla prova le relazioni tra il governo centrale e le numerose organizza-zioni d’emergenza. Per i pianificatori di simili esercitazioni si pone tutta una serie di problemi pratici: in che misura si devono coinvolgere le numerose organizzazioni compe-tenti? Come si possono testare le tecnologie necessarie per rendere più efficiente la comunicazione e il coordina-mento tra queste organizzazioni?Una forma speciale, ma frequentemente applicata, è il realismo teatrale (detto anche realismo performativo),

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ISTRUZIONE

dove il target dell’esercitazione non sono i partecipanti, ma gli osservatori esterni, che possono essere esperti, VIP, giornalisti, ma anche un pubblico più vasto. È quindi importante che l’esercitazione venga percepita come realistica soprattutto dagli osservatori e non tanto dai partecipanti.

Realistico da una parte, non realistico dall’altraNon è possibile applicare tutte le cinque forme di realismo alle esercitazioni anti-catastrofe. Un’esercitazione pianifi-cata in modo realistico in un settore, diventa inevitabil-mente meno realistica negli altri. La sfida per i pianificatori consiste quindi nel pianificare l’esercitazione nel modo più realistico possibile per raggiungere l’obiettivo prefisso, ap-plicando in modo ponderato le diverse forme di realismo necessarie. È possibile migliorare lo svolgimento delle esercitazioni anti-catastrofe solo se si tiene adeguatamen-te conto di questo aspetto nella loro pianificazione.

Joe DevilleDocente presso l’Università di Lancaster (GB)

Questo articolo espone i risultati del progetto «Organizzazione in caso di catastrofe: la protezione civile e la popolazione», finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (numero di progetto 263731)

Die Auswertung eines Trainings kann direkt zu Vorsorgeplanungen führen oder zuerst eine Weiterbearbeitung oder Folgetrainings nach sich ziehen. In jedem Fall sollten Erkenntnisse in die Vorsorgeplanungen einfliessen.

L’esercitazione Watermark del 2011 è stata la più grande esercitazione di catastrofe finora svolta in Gran Bretagna. Lo scenario, basato sulle piene del 2007, è stato realizzato in modo molto vicino alla realtà grazie a vari accorgimenti.

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 201522ISTRUZIONE

Una prima per il Canton Soletta

Addestrato l’esercizio di un centro consulenza RadioattivitàDurante l’esercitazione d’emergenza generale tenutasi a metà settembre 2015, i partner della protezione d’emergenza hanno esercitato la gestione di un grave incidente presso la centrale nucleare di Gösgen. A Balsthal, nel Canton Soletta, è stato simulato anche l’esercizio di un centro di consulenza Radioattività.

Presso il centro di consu-lenza Radioattività, le per-sone provenienti da una zona colpita da un aumen-to della radioattività ven-gono sottoposte a una misurazione della radioat-tività e assistite e consiglia-te sul piano medico e psi-cologico. Si tratta di un centro allestito congiunta-mente da Confederazione, Cantoni ed altri partner ad hoc.

Confederazione e Cantoni insiemeLa Centrale nazionale d’allarme (CENAL) dell’Ufficio fede-rale della protezione della popolazione (UFPP) decide, d’intesa con lo stato maggiore federale competente (sta-to maggiore federale NBCN) e i cantoni interessati, in merito all’allestimento di un centro di consulenza; questo è il punto di riferimento federale permanente per eventi radiologici. I cantoni sono responsabili per l’allestimento e l’esercizio del centro e mettono a disposizione l’infrastrut-tura, il personale necessario per l’organizzazione di misu-razione e i care team.Dal punto di vista organizzativo il centro di consulenza Radioattività è strutturato in cinque moduli che assicura-no un esercizio efficiente e competente: dall’accettazione alla misurazione e consulenza (medica e radiologica) fino alla dimissione. A seconda dei risultati delle misurazioni, medici e specialisti conducono visite più approfondite. L’UFPP offre una prima parte dell’istruzione presso il suo

centro d’istruzione a Schwarzenburg con i corsi per per-sone competenti in radioprotezione e il corso base per capi moduli.Le esercitazioni d’emergenza generale (EEG) svolte ogni due anni con una delle quattro centrali nucleari svizzere e gli organi competenti, permettono di esercitare in modo ottimale e vicino alla realtà l’allestimento e l’esercizio di un centro di consulenza Radioattività.

Canton Soletta sollecitatoQuest’anno l’EEG della durata di due giorni si è tenuta a metà settembre con la centrale nucleare di Gösgen. ll centro di consulenza Radioattività, questa volta realizzato a Balsthal, costituisce un elemento dell’esercitazione. Con la rotazione delle centrali nucleari cambia anche il canto-ne responsabile. Il 16 settembre 2015, il centro di consu-lenza è stato realizzato per la prima volta dal Canton

Soletta. Grazie all’impiego di 250 figuranti è stato possi-bile addestrare le procedure del centro in modo molto re-alistico.In un primo bilancio dell’EEG 15, Martin Haller, capo eser-citazione dell’UFPP, si è espresso in modo molto positivo. Egli ha affermato che anche la parte relativa al centro di consulenza radioattività è stata un successo. Diego Ochsner, capo dell’Ufficio del militare e della protezione della popolazione del Canton Soletta e capo dell’organo cantonale di condotta ha spiegato che il suo cantone ha profuso grandi sforzi per l’EEG 15, e che ne è valsa la pena. Oltre all’ottimo lavoro di stato maggiore, Ochsner si è detto molto soddisfatto anche di come si sono svolte le operazioni presso il centro di consulenza. L’esercitazione ha mostrato che le procedure previste funzionano e sono attuabili nella realtà.

Presso il centro di consulenza radioattività si tratta di accer­tare il grado di contaminazione dei visitatori e di fornire loro la necessaria consulenza.

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NOVITÀ DELL’UFPP

Giornata delle porte aperte al Laboratorio Spiez

Radioattività, Ebola, gas nervini e altre minacceI partecipanti alla giornata delle porte aperte al Laboratorio Spiez, tenutasi il 19 e 20 giugno 2015, hanno potuto informarsi sulle attuali minacce NBC ed incontrare di persona gli esperti.

Con quale precisione i fisici sono stati in grado di misura-re la radioattività dopo l’incidente nucleare di Fukushima, che ha tenuto con il fiato sospeso tutto il mondo? Come si proteggono i biologi che sperimentano i vaccini contro l’Ebola nel loro laboratorio di sicurezza? Come hanno proceduto i chimici di Spiez per dimostrare, su mandato

delle Nazioni Unite, che durante la guerra civile siriana è stato utilizzato gas tossico contro persone innocenti?Per rispondere a tutte queste domande e a molte altre, i collaboratori hanno guidato i visitatori attraverso il Labo-ratorio Spiez e spiegato il loro lavoro quotidiano nei setto-ri della fisica, della biologia e della chimica.

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 201524NOVITÀ DELL’UFPP

Consegna dei diplomi

Nuovi istruttori della protezione civileIn occasione di una cerimonia tenutasi il 26 giugno 2015 a Schwarzenburg, l’UFPP ha consegnato i diplomi e i certificati a quindici nuovi istruttori a tempo pieno e a quattro istruttori a tempo parziale.

Per la prima volta Benno Bühlmann, direttore dell’UFPP in carica dal 2014, ha consegnato, in presenza di Urs Schneiter, capo della divisione Istru-zione, i diplomi e i certifica-ti ai neo-istruttori della pro-tezione civile. L’ospite d’o-nore Ferdinando Frehner, capo dei servizi d’istruzione presso la scuola intercanto-nale di polizia di Hitzkirch,

ha tenuto una relazione sul modernissimo sistema d’istru-zione della polizia.

Diploma federale d’istruzione della protezione civi­le: Sven Amsler (TG), Rolf Bill (BE), Julien Bolomey (VD), Dominique-Bert Bösiger (BE), Dominique Charmet (NE), Patrick Filipponi (TI), Peter Franzen (ZH), Moreno Glaus (TI), Michael Graupner (UFPP), Elmar Kunkler (NW),

Christoph Kurt (BE), Marc Olivi (SG), Ludovic Petoud (VD), Eros Robbiani (TI), Hanspeter Ruch (BE)Certificato di istruttore a tempo parziale della pro­tezione civile: Nicolas Gauye (VS), Frédéric Héritier (VS), Werner Moser (VS), Patrice Urdieux (VS)

I neodiplomati presso il Centro federale d’istruzione di Schwarzenburg (CFIS)

Alertswiss

Filmato dell’UFPP vince premio europeoIl filmato dell’UFPP intitolato «E voi, siete pronti? Reagire correttamente in caso di pericolo» è stato insignito del rinomato premio europeo BCP­Award quale migliore produzione europea nella categoria Media digitali / Filmato esplicativo.

Lo scopo del film è quello di sensibilizzare la popola-zione sul tema della prepa-razione individuale alle emergenze. Costituisce un elemento importante dell’informazione sulle ca-tastrofi e sulle situazioni d’emergenza destinata alla popolazione ed è diffuso tramite i nuovi canali d’in-formazione che l’UFPP gestisce da febbraio sotto la designazione «Alert-swiss».

Lo strumento centrale è il piano d’emergenza personale, accessibile sul sito web o tramite l’app Alertswiss. Per garantire informazioni aggiornate, l’UFPP utilizza in modo mirato i canali dei social media: il sito Alertswiss pubblica regolarmente post, la social wall è linkata con contenuti interessanti dei partner e l’account twitter Alertswiss (@alertswiss) diffonde brevi informazioni attuali.Il premio è stato consegnato all’UFPP nell’ambito della se-rata di gala del Forum europeo Best Corporate Publishing BCP, tenutasi a metà giugno a Monaco di Baviera. L’UFPP ha ottenuto così un altro importante riconoscimento dopo aver già vinto l’Edi.14, il premio svizzero del film su commessa e dello spot pubblicitario con lo spot televisivo sulla prova delle sirene.Per maggiori informazioni: www.alertswiss.ch

«E voi, siete pronti? Reagire correttamente in caso di perico­lo»: il film mostra come ciascuno di noi può migliorare la sua sicurezza personale con misure semplici.

Squadra d’intervento in caso di radioattività del DDPS

Video dell’esercitazione «PUMA»Un video di cinque minuti (disponibile solo in tedesco) documenta l’esercitazione PUMA, svolta il 21 agosto 2015 dall’UFPP in collaborazione con diversi partner. Alla Squadra d’intervento in caso di radioattività del DDPS

(N-SIDDPS) è stato assegnato il compito d’intervenire pres-so l’aeroporto militare di Locarno per una situazione radio-logica che richiedeva un esame forense nucleare.Il video è disponibile su YouTube: http://youtu.be/aloZUkyxvHo

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NOVITÀ DELL’UFPP

Forum PBC 25/2015

La protezione dei beni culturali in caso di catastrofi e situazioni d’emergenzaIl numero 25 di «Forum PBC» pone l’accento sulla prote-zione dei beni culturali in caso di catastrofi e situazioni d’emergenza: una pratica in auge da tempo in Svizzera, ma che solo ora, con l’estensione tematica della legge, ottiene finalmente una base legale vincolante. La nuova legge prevede che le misure preventive per la protezione dei beni culturali non devono essere adottate solo in vista

di un conflitto armato, ma anche in previsione di terremo-ti, inondazioni, frane, scoscendimenti e incendi. L’ultimo numero della rivista contiene esempi di misure PBC in Svizzera e all’estero.

È possibile scaricare la rivista dal sito www.kgs.admin.ch > Pubblicazioni PBC

Guida

Protezione delle infrastrutture criticheL’UFPP ha pubblicato una guida che spiega il procedimen-to per il controllo ed il rafforzamento della resilienza delle infrastrutture critiche. Tra quest’ultime rientrano l’approv-vigionamento di energia, i trasporti, la sanità e il settore finanziario. Lo scopo della guida è quello di aiutare a ridur-re i rischi per la popolazione e l’economia della Svizzera. La guida, destinata ai gestori delle infrastrutture critiche e alle autorità competenti, è stata elaborata in collaborazio-

ne con diversi esperti in gestione dei rischi, delle crisi e della continuità operativa e la sua utilità è stata testata per diversi scenari concreti. È stata inoltre sottoposta a gestori, associazioni e conferenze cantonali per una con-sultazione tecnica.

È possibile scaricare la guida dal sito www.infraprotection.ch

Laboratorio Spiez

Massimo dei voti a livello internazionaleL’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) sottopone ogni anno i suoi laboratori di fiducia e possibili nuovi laboratori da accreditare a due test compa-rativi. Il Laboratorio Spiez del DDPS ha superato brillante-mente anche l’ultimo test comparativo. Quello di Spiez è quindi uno dei soli cinque istituti al mondo ad essere stati in grado di mantenere ininterrottamente la loro designa-zione presso l’OPAC. Tra questi, Spiez ha inoltre ottenuto i voti complessivi migliori.

Il Laboratorio Spiez è un laboratorio di fiducia dell’Organiz-zazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) dal 1998. All’ultimo test dell’OPAC hanno partecipato 19 istituti di 17 Stati membri. Anche questa volta il Laboratorio Spiez dell’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP) è riuscito ad identificare correttamente tutti i compo-sti rilevanti per la Convenzione sulle armi chimiche contenuti nei campioni e ad ottenere così il punteggio massimo. Solo altri due laboratori hanno saputo fare altrettanto bene.

Nuova pubblicazione

Guida pratica per specialisti in pericoli naturaliLa guida pratica per l’impiego dei sistemi di preallarme in caso di pericoli naturali gravitazionali (disponibile solo in francese e tedesco) è un nuovo opuscolo realizzato dall’UFPP in collaborazione con l’Istituto WSL per lo stu-

dio della neve e delle valanghe SLF. Basato su uno studio dell’affidabilità dei sistemi di preallarme, riassume i risul-tati per l’applicazione concreta ed è destinato agli specia-listi cantonali in pericoli naturali.

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 201526CANTONI

CR 2015 per pionieri

OPC Nidvaldo: addestramento sulle attrezzature pesanti L’organizzazione di protezione civile del Canton Nidvaldo ha istruito i suoi 240 pionieri sull’arco di sei giorni. Oltre a utilizzare motoseghe ed escavatrici, essi hanno appreso come applicare un nuovo sistema di sicurezza contro le cadute e come si comporta il legno quando è sottoposto a forti tensioni.

Ogni pioniere dell’organiz-zazione di protezione civile (OPC) ha frequentato un corso di ripetizione (CR) di un giorno. Suddivisi in quattro gruppi, i pionieri hanno appreso preziosi in-segnamenti presso le po-stazioni di lavoro pratico e d’istruzione teorica, dispo-ste lungo una strada di montagna a 1100 metri di altitudine.

Quattro postazioni impegnativeLe due postazioni di lavoro prevedevano la costruzione di ripari contro i franamenti. Entrambe sono state dirette da quattro pionieri con le necessarie conoscenze professio-nali. Alla guida delle escavatrici e dei trattori si trovavano esperti macchinisti dell’OPC Nidvaldo. Per rendere sicura la strada a valle del pendio esposto al pericolo di frane è stato realizzato un cassone di legno lungo 45 metri, mentre a monte sono stati costruiti due consolidamenti in legno.L’abbattimento di alberi lungo una linea elettrica aerea ha permesso ai pionieri di sperimentare in prima persona le difficoltà che comportano i lavori nei boschi. Come previ-

sto dalle prescrizioni di sicurezza, i lavori sono stati seguiti da un collaboratore dell’azienda elettrica di Nidvaldo.Il corso prevedeva anche due postazioni d’istruzione teo-rica. Con un simulatore di piegamento di tronchi messo a disposizione dall’UFPP è stato dimostrato ai pionieri come si comporta il legno quando viene sottoposto a forti ten-sioni. Inoltre, è stato spiegato come funziona il sistema di sicurezza Bornack contro le cadute, acquistato lo scorso anno. Questo sistema viene impiegato durante i lavori su terreni scoscesi e franosi, che non mancano certo in que-sto cantone alpino.

La prontezza operativa: un aspetto fondamentale Grazie all’ottima preparazione e ai compiti interessanti e impegnativi, il CR si è dimostrato un vero successo. Tutti gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti nella massima sicurezza. I pionieri, molto motivati, hanno lavorato con grande impegno. La sezione comando di una compagnia di pionieri si è occupata di tutti gli aspetti logistici, com-preso il vitto.Grazie al buon livello d’istruzione e a procedure standar-dizzate, l’OPC Nidvaldo è in grado di entrare rapidamente in azione dopo l’assegnazione di un incarico. In caso di si-nistro deve essere garantita la prontezza operativa. L’OPC Nidvaldo è ad esempio prontamente intervenuta sull’arco di tre giorni per eseguire lavori di sgombero a Stans dopo i violenti temporali dello scorso giugno.

La protezione civile rende sicura una strada realizzando dei cassoni di legno su un pendio impervio e franoso.

Avvicendamento al vertice nel Canton Nidvaldo

Nuovo direttore dell’Ufficio del militare e della protezione della popolazioneNell’agosto del 2015 Martin Dudle-Ammann ha assunto la direzione dell’Ufficio del militare e della protezione del-la popolazione del Canton Nidvaldo. Di origini lucernesi, dispone di grande esperienza nel campo della pianifica-zione, della condotta, dell’organizzazione e dell’econo-mia aziendale. Grazie alla sua carriera militare e alla sua pluriennale funzione di milizia quale capo del personale

nello stato maggiore della Regione territoriale 2, il colon-nello Martin Dudle è avvezzo ad affrontare nuove sfide.Prima di frequentare la scuola per quadri superiori a Lucerna, gestiva un’impresa in proprio. Lascia la carica di segretario comunale di Oberdorf per subentrare a Urs Friedländer, che ha lasciato vacante il posto di capo uffi-cio già nel settembre del 2014.

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CANTONI

Canton Zurigo: corso per aspiranti comandanti

Addestramento congiunto di pompieri e protezione civile «L’unione fa la forza» è stato il motto dell’ultimo corso per aspiranti comandanti dei pompieri e della protezione civile del Canton Zurigo.

A inizio giugno, 23 nuovi comandanti dei pompieri e 10 nuovi comandanti della protezione civile hanno seguito un’intensa settimana d’istruzione. Il primo giorno è stata loro assegnata una missione fuori dal comune: attraversa-re il Schönenbodensee nel Toggenburgo senza usare una barca. L’obiettivo consisteva nel prendere insieme una decisione e nel metterla in atto. Il secondo giorno c’era in programma un addestramento congiunto dei pompieri e della protezione civile. La prote-zione civile aveva il compito prendere in consegna, assi-stere e vettovagliare per cinque ore 40 bambini evacuati da una scuola dai pompieri.Il terzo giorno prevedeva delle esercitazioni con quadri sconosciuti, mentre il quarto è culminato nell’esercitazio-

ne serale con i pompieri. L’obiettivo dell’addestra-mento alla condotta dell’ultimo giorno consi-steva invece nel valutare una situazione difficile da inquadrare, prendere in modo rapido e mirato le decisioni ed assegnare in-carichi brevi e chiari.

Attraversare il Schönenbodensee senza barca: una missione fuori dal comune per gli aspiranti comandanti.

Canton Vaud: trattative sul nucleare con l’Iran

La protezione civile a sostegno della poliziaDurante i negoziati sul programma nucleare iraniano, tenutisi a Montreux e Losanna, la protezione civile vodese ha partecipato al dispositivo di sicurezza gestito dalla polizia cantonale.

Per garantire la sicurezza delle delegazioni internazionali che hanno soggiornato su territorio vodese tra il 26 feb-braio e il 3 aprile 2015, è stato necessario adottare diver-se misure che hanno richiesto l’impiego di circa 500 per-sone. Durante i quaranta giorni dei negoziati (con alcune interruzioni), la protezione civile ha svolto soprattutto compiti logistici come vettovagliare il personale d’inter-vento, gestire un servizio navetta e sostenere la polizia nel disciplinamento del traffico.La protezione civile ha preparato circa 11’000 pasti e 3’500 lunch bag. I suoi veicoli hanno percorso oltre 12’000 chilometri per trasportare 7’000 persone. Nei pressi dei luoghi in cui si tenevano le trattative, la prote-zione civile ha sbarrato, in collaborazione con la polizia, le strade d’accesso utilizzate dai convogli delle delegazioni. Inoltre, alcuni membri delle organizzazioni di protezione civile regionali sono stati messi a disposizione delle cellule d’informazione incaricate di accompagnare i giornalisti in-ternazionali.

600 militi della protezione civile per 1’500 giorni di servizio L’impiego della protezione civile è stato diretto dallo stato maggiore della pro-tezione civile del Canton Vaud. 600 miliziani e pro-fessionisti della protezione civile hanno prestato com-plessivamente 1’500 giorni di servizio. La protezione civile vodese ha dimostra-to la sua prontezza opera-tiva e di essere un anello indispensabile della sicu-rezza cantonale.

La protezione civile ha messo in sicurezza, in collaborazione con la polizia cantonale e comunale, le strade utilizzate dai convogli delle delegazioni internazionali.

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 201528CANTONI

Bufere di neve e siccità nel Canton Vaud

Stato maggiore di condotta sotto continua pressioneNei primi otto mesi del 2015, lo stato maggiore di condotta del Canton Vaud ha dovuto prestare numerosi interventi. Soprattutto il lungo periodo di siccità estiva ha richiesto tutta la sua disponibilità e polivalenza.

La lunga serie di interventi dello stato maggiore di condotta del Canton Vaud è iniziata a febbraio dopo le bufere di neve che han-no bloccato le strade cre-ando non pochi disagi al traffico.Il 25 aprile è deragliato un treno merci carico di so-stanze chimiche a Daillens. Il traffico ferroviario su quella tratta è rimasto in-terrotto per diversi giorni. La tossicità delle sostanze coinvolte ha imposto l’a-dozione di particolari prov-vedimenti per lo sgombero dei vagoni. Lo stato mag-giore cantonale di condot-ta ha coordinato gli inter-venti durante sette giorni.In maggio, il maltempo ha iniziato ad imperversare sulla Svizzera occidentale e le forti piogge hanno fatto scattare l’allerta inonda-zioni e frane soprattutto nelle regioni dei laghi di

Morat e Neuchâtel. L’evoluzione della situazione è stata seguita in stretta collaborazione con il Canton Friburgo.

Un’estate torridaLa scorsa estate, il Canton Vaud è stato colpito, come molte altre regioni del Paese, da diverse ondate di caldo, costringendo i responsabili della sanità pubblica a mette-re in atto, a più riprese, il piano canicola. Le condizioni meteorologiche eccezionali hanno provocato una grave siccità e prosciugato le riserve idriche, al punto che il 17 luglio è stata mobilitata l’organizzazione in caso di cata-strofe (ORCA). Lo stato maggiore cantonale di condotta ha lavorato per cinque settimane consecutive. I suoi compiti sono stati adottare provvedimenti antincen-dio, preservare le risorse idriche e possibilmente la biodi-versità nonché garantire l’abbeveramento dei bovini pre-senti sulle alpi del Giura e delle Prealpi vodesi. Lo stato

maggiore di condotta ha inoltre coordinato i lavori del Di-partimento dell’economia e dello sport (DIS), del Diparti-mento delle infrastrutture e delle risorse umane (DIRH), e dell’Assicurazione contro gli incendi (ECA) e dell’esercito.Quest’operazione ha richiesto il dispiegamento di un di-spositivo importante, con diverse decine di collaboratori cantonali e numerosi militi della protezione civile. Citiamo qualche cifra:

– circa 500 allevatori hanno chiamato la centrale tele-fonica per ordinare l’acqua per l’abbeveraggio del loro bestiame;

– sono state installate 4 stazioni di pompaggio; – sono stati realizzati 10 bacini per l’approvvigiona-

mento idrico; – sono stati riforniti d’acqua 200 alpeggi con circa

6’000 capi di bestiame; – sono stati forniti oltre 7 milioni di litri d’acqua; – sono stati utilizzati 11 mezzi di trasporto pesanti

privati; – sono stati impiegati 135 militi della protezione civile

per un totale di 649 giorni di servizio; – l’esercito ha prestato complessivamente 1’156 giorni

di servizio; – le Forze aeree hanno effettuato 250 ore di volo.

Le forniture d’acqua hanno permesso al bestiame bovino di rimanere sugli alpeggi e fornire latte pregiato per la produzione del formaggio Gruyère, invece di tornare al piano per produrre latte industriale molto meno redditi-zio.

Dimostrazione di disponibilità e polivalenza Nei primi otto mesi del 2015, che entreranno negli annali della protezione della popolazione, lo stato maggiore di condotta vodese ha dato prova della sua disponibilità, della sua polivalenza e della sua capacità di adattarsi a qualsiasi situazione straordinaria.

Alla fine di aprile, lo stato maggiore di condotta del Canton Vaud ha coordinato per un’intera settimana le operazioni necessarie per gestire le conseguenze di un un treno merci deragliato a Daillens.

Lo stato maggiore cantonale di condotta ha lavorato per cinque settimane consecutive per gestire le conseguenze della siccità estiva.

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ASSOCIAZIONI

Nuovo sito web della Federazione svizzera della protezione civile (FSPC)

Uno spazio per le otto zonePiù immagini, un design moderno e uno spazio riservato a ciascuna delle otto zone: sono queste le principali novità del sito completamente rinnovato della FSPC.

Con la creazione delle zone e la conseguente necessità di dare loro spazio sul web, l’esigenza, già sentita da tempo, di realizzare un nuovo sito, si era resa impellente. Quest’impresa è stata compiuta e i responsabili delle otto zone possono finalmente pubblicare in rete le loro attivi-tà. Visto che sono d’interesse soprattutto per i membri delle relative zone, le informazioni vengono pubblicate nella relativa lingua. Il sito www.szsv-fspc.ch, che colpisce per un design più moderno e una maggiore quantità di immagini, rimane invece in tre lingue.Per non perdersi novità e informazioni importanti concer-nenti la FSPC, gli interessati possono farsi avvisare auto-maticamente sui nuovi contenuti pubblicati nel sito trami-te un RSS-Feed.

Consultabile in sicurezza anche via smartphone e tabletIl nuovo sistema ha inoltre permesso di colmare impor-tanti lacune nella sicurezza. La presentazione del sito è stata sviluppata anche per apparecchi come smartphone

e tablet. In poche parole si può dire che la Federazio-ne svizzera della protezio-ne civile dispone ora di un sito che rende onore alla sua missione e ai suoi affi-liati.

Indirizzo web della FSPC: www.szsv-fspc.ch

Nel suo nuovo sito, la FSPC punta su un design moderno e una maggiore quantità di immagini.

Seminario 2015 della Federazione svizzera della protezione civile (FSPC)

Un mix di temi interessantiIl programma del seminario 2015 della Federazione svizzera della protezione civile (FSPC) prevedeva, come da tradizione, un mix di informazioni di prima mano, relazioni e workshop. Benno Bühlmann, direttore dell’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP), ne ha approfittato per fare il punto della situazione.

Benno Bühlmann, direttore dell’Ufficio federale della pro-tezione della popolazione (UFPP) da quasi anno, è inter-vento al seminario del 12 maggio 2015 a Morat per fare il punto della situazione. Egli ha spiegato che in Svizzera siamo esperti nel fronteggiare piccole e medie catastrofi, ma che vi sono ancora grandi lacune da colmare nella ge-stione di catastrofi di portata nazionale, non da ultimo per carenza di esercitazioni. Come esempio ha citato lo scenario di un forte terremoto con migliaia di morti e cen-tinaia di migliaia di senzatetto e ha concluso: «Possiamo prepararci solo in modo approssimativo, ma è proprio quello che dobbiamo fare!».

Troppe domande di differimento del servizioIn base alla sua esperienza lavorativa, la specialista HR Ra-mona Bischof ha spiegato che in molte aziende è prassi

inoltrare domande di differimento del servizio nonostan-te gli interventi di milizia rappresentino un grande arric-chimento sia per i collaboratori aziendali, sia per l’azienda stessa. In effetti, l’azienda approfitta del fatto che i colla-boratori durante il loro servizio nella protezione civile

acquisiscono nuove conoscenze e liberano la mente. Tut-tavia, molti quadri provenienti dall’estero non conoscono il sistema di milizia elvetico. La ricetta di Ramona Bischoff è quindi la seguente: puntare su militi della protezione civile motivati che facciano buona pubblicità per la causa della PCi nell’azienda in cui lavorano.

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PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE 23 / NOVEMBRE 201530SERVIZI

Pubblicazione

Uscire dalla vulnerabilitàCome possiamo aiutare le persone in difficoltà? La Croce Rossa Svizzera (CRS) ha pubblicato un libro sull’argomen-to. Catastrofi naturali, epidemie, disparità nelle possibilità di formazione, disoccupazione, povertà, isolamento so-ciale, condizioni sociali difficili, disgrazie, sono solo alcune

delle numerose situazioni che possono rendere fragile una persona. Il volume «Wege aus der Verletzlichkeit» (uscire dalla vulnerabilità), che contiene undici articoli in tedesco e due in francese, affronta l’argomento da un punto di vista psicologico e sociologico.

Webzine «ambiente» 2/2015

Gestire i rischi naturaliSono passati dieci anni dalle piogge torrenziali che nel 2005 hanno causato piene e frane sull’arco alpino. Si è indubbiamente trattato del maltempo più costoso degli ultimi 100 anni. Ma oggi siamo meglio preparati a far

fronte a un simile evento? Il numero 2/2015 del webzine «ambiente», edito dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), cerca di rispondere a questa domanda.

Report della Croce Rossa

Meno catastrofi naturaliSecondo il rapporto 2015 sulle catastrofi nel mondo, nel 2014 i danni causati da catastrofi naturali sono stati net-tamente inferiori rispetto agli anni precedenti. Nel mon-do, le persone che hanno perso la vita a causa di una calamità naturale sono state 8’200: una cifra inferiore è stata registrata solo vent’anni prima, nel 1986. L’anno

scorso l’Africa occidentale è stata però colpita da un’epi-demia di Ebola che ha mietuto oltre 8’600 vittime, molte di più di quelle causate da tutte le catastrofi naturali mes-se insieme. Il numero di eventi (317) è stato il più basso degli ultimi dieci anni.

Archivio

Riviste digitalizzateIl Politecnico federale di Zurigo (PFZ) in collaborazione con l’UFPP, la Biblioteca Am Guisanplatz e la Federazione svizzera della protezione civile (FSPC) ha digitalizzato i quattro organi divulgativi più importanti della FSPC e la presente rivista dell’UFPP. Tutti i numeri delle riviste «Pro-

tar», «Schutz und Wehr», «Protezione civile», «Action» e «Protezione della popolazione», pubblicati tra il 1934 e il 2012, sono stati digitalizzati nell’ambito del progetto re-tro.seals.ch e sono ora integralmente consultabili online.

IMPRESSUM

Protezione della popolazione 22 / Luglio 2015 (anno 8)

La rivista Protezione della popolazione in Svizzera è gratuita e

disponibile in italiano, francese e tedesco.

Editore: Ufficio federale della protezione della popolazione UFPP

Coordinamento e redazione: P. Aebischer

Redazione: A. Bucher, Ch. Fuchs, D. Häfliger, M. Haller,

K. Münger, N. Wenger

Traduzioni e revisione redazionale: Servizi linguistici UFPP

Contatto: Ufficio federale della protezione della popolazione UFPP,

Informazione, Monbijoustr. 51A, CH-3003 Berna,

telefono +41 58 462 51 85, e-mail [email protected]

Fotografie: pag. 1 Keystone, pag. 28 (in alto) @SPSLEJ

Layout: Centro dei media elettronici CME, Berna

Riproduzione: Gli articoli e le immagini pubblicati nella rivista

Protezione della popolazione sono protette da copyright.

La riproduzione è vietata senza l’autorizzazione della redazione.

Tiratura: tedesco 8100 copie, francese 3100 copie,

italiano 800 copie.

La rivista «Protezione della popolazione» è edita dall’Ufficio fede-

rale della protezione della popolazione (UFPP). Non è una pubbli-

cazione ufficiale in senso stretto, bensì una piattaforma. Pertanto

gli articoli non rispecchiano sempre il punto di vista dell’UFPP.

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L’ULTIMA PAROLA

La protezione della popolazione e la protezione civile sulla via del futuro.

Il punto di vista di V. L’ÉpeéVincent L’Epée lavora come vignettista per i quotidiani romandi «L’Express», «L’Impartial» e «Le Journal du Jura». I suoi lavori sono pubblicati anche sulla rivista bimestrale «Edito+Klartext» e saltuariamente nel settimanale «Cour-rier international». Risiede a Neuchâtel.

Prospettive N. 24, marzo 2016

Dossier

Assicurazioni

Che cosa ne pensate?Vi siamo grati per qualsiasi giudizio e suggerimento per i prossimi numeri.

[email protected]

OrdinazioneLa rivista dell’Ufficio federale della protezione della popolazione UFPP esce 3 volte all’anno in italiano, francese e tedesco.

Potete ordinare le riviste e gli abbonamenti gratuiti nel sito www.protpop.ch o all’indirizzo e-mail [email protected].

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«Una cosa può essere migliorata anche se funziona bene. Soprattutto quando si tratta della protezione della popolazione in caso di catastrofi e situazioni d’emergenza».

Benno Bühlmann, direttore dell’Ufficio federale della protezione della popolazione UFPP

Pagina 3

«Le amicizie sono spesso limitate alla cerchia dell’associazione, e non di rado vi militano anche i partner».

Denise Affolter, capo intervento del gruppo regionale REDOG Vallese Pagina 4

«Dal profilo sociologico, è possibile creare diversi «realismi» nella pianificazione e nello

svolgimento di esercitazioni».Joe Deville, docente presso l’Università di Lancaster (GB)

Pagina 20

Ufficio federale della protezione della popolazione UFPP Monbijoustrasse 51ACH­3003 BernaTelefono +41 58 462 51 85E­mail: [email protected]