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MINISTERO DELL’ ISTRUZIONE, DELL’ UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO 1° ISTITUTO COMPRENSIVO - CASSINO (FR) Scuola Infanzia “Cassino Via Arno” 0776 270016 Scuola Primaria “Pio Di Meo” Via Pascoli 46 0776 21194 Scuola Secondaria di I grado “G. Di Biasio” Via Bellini 1 077621730 Codice meccanografico FRIC856005 Codice Fiscale 90032240609 Codice Univoco UFT9CD Via Bellini,1- 03043 Cassino (Frosinone) Telefono 0776/21730 Dirigente 0776/320548 - 21194 FAX. 0776/21730 [email protected] [email protected] Protocollo accoglienza Alunni stranieri INDICE PREMESSA LA COMMISSIONE INTERCULTURA IL PROTOCOLLO ASPETTO AMMINISTRATIVO ASPETTO COMUNICATIVO-RELAZIONALE ASPETTO EDUCATIVO-DIDATTICO ITALIANO COME SECONDA LINGUA ASPETTO SOCIALE RIFLESSIONI SULLA NORMATIVA RIGUARDANTE IL PROCESSO DI ACCOGLIENZA NORMATIVA DI RIFERIM ENTO STRUMENTI GIURIDICO-AMMINISTRATIVI UTILI PER PROGETTARE L’INTEGRAZIONE

Protocollo accoglienza Alunni stranieri - … · Protocollo accoglienza Alunni stranieri INDICE PREMESSA LA COMMISSIONE INTERCULTURA IL PROTOCOLLO ASPETTO AMMINISTRATIVO ASPETTO COMUNICATIVO-RELAZIONALE

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MINISTERO DELL’ ISTRUZIONE, DELL’ UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

1° ISTITUTO COMPRENSIVO - CASSINO (FR)

Scuola Infanzia “Cassino Via Arno” 0776 270016

Scuola Primaria “Pio Di Meo” Via Pascoli 46 0776 21194

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Protocollo accoglienza Alunni stranieri

INDICE

PREMESSA

LA COMMISSIONE INTERCULTURA

IL PROTOCOLLO

ASPETTO AMMINISTRATIVO

ASPETTO COMUNICATIVO-RELAZIONALE

ASPETTO EDUCATIVO-DIDATTICO

ITALIANO COME SECONDA LINGUA

ASPETTO SOCIALE

RIFLESSIONI SULLA NORMATIVA RIGUARDANTE IL PROCESSO DI

ACCOGLIENZA

NORMATIVA DI RIFERIM ENTO

STRUMENTI GIURIDICO-AMMINISTRATIVI UTILI PER PROGETTARE

L’INTEGRAZIONE

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PREMESSA

La realtà scolastica del nostro Istituto ci porta a prestare una maggior attenzione al continuo stato di

“emergenza nuovi arrivi” e, pertanto, la scuola si è trovata ad affrontare sul campo un notevole

cambiamento sociale. La presenza in classe di alunni che “vengono da lontano” impone alla scuola

una riflessione circa i temi dell’accogliere e dell’integrazione sociale. Da questa consapevolezza

scaturisce la necessità, da parte di ogni istituto, di impegnarsi in una ricerca pedagogica e didattica,

che sia finalizzata a migliorare l’offerta formativa per tutti i ragazzi.

Il Protocollo del nostro Istituto nasce con l’intento di pianificare le prime azioni di inserimento

degli alunni stranieri. Contiene criteri, principi, indicazioni riguardanti l’iscrizione e l’inserimento

degli alunni immigrati; definisce compiti e ruoli degli operatori scolastici; traccia le varie fasi

dell’accoglienza e propone suggerimenti per facilitare l’apprendimento della lingua italiana. Il

Protocollo costituisce uno strumento di lavoro flessibile e deve essere verificato periodicamente

sulla base delle esperienze effettuate; la Commissione Intercultura, coordinata dal dirigente

scolastico e dalla funzione strumentale per l’integrazione, procede all’aggiornamento del

documento sulla base dei rilievi e dei suggerimenti derivanti dal Collegio Docenti, in ottemperanza

al DPR 31/8/99 n° 394, art. 45, dove si attribuiscono al Collegio Docenti numerosi compiti

deliberativi in merito all’inserimento degli alunni stranieri nelle classi.

LA COMMISSIONE INTERCULTURA

La commissione Intercultura rappresenta una articolazione del Collegio, da cui è eletta.

Deve essere rappresentativa dell’Istituto: è composta, quindi, da alcuni docenti per ogni

ordine di scuola, al fine di garantire un raccordo in materia di accoglienza, e ha carattere

gestionale e progettuale.

L’istituzione formale di un gruppo di lavoro, come articolazione del Collegio Docenti,

segnala l’impegno dell’Istituto in questo campo ed evidenzia l’assunzione collegiale di

responsabilità.

La Commissione si riunisce al completo per progettare esperienze comuni, per monitorare

l’esistente, per operare un raccordo tra le diverse realtà e per gestire i rapporti con il

territorio sfruttando le risorse pubbliche e private. A volte, sarà necessario, per snellire il

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lavoro, che si organizzino sottogruppi di ordine scolastico soprattutto per valutare

l’inserimento nelle classi degli alunni neo-arrivati.

La Commissione orienta i colleghi verso la ricerca di materiale, sussidi, consulenza

all’interno del circolo o presso le agenzie preposte operanti sul territorio.

Fornisce informazioni relative ad iniziative di formazione o aggiornamento proposte nel

territorio.

La Commissione intercultura di istituto per il corrente anno scolastico è costituita dai collaboratori

del dirigente scolastico, ( scuola primaria) dalle fiduciarie dei due plessi di scuola dell’infanzia e

dalle due funzioni strumentali per l’integrazione, rispettivamente della scuola dell’infanzia e della

scuola primaria. I compiti attribuiti alla commissione sono:

Progettuali

Di documentazione

di rilevazione alunni stranieri

di verifica del progetto in itinere e finale

di raccordo e di continuità tra le diverse realtà

di gestire i rapporti con enti e amministrazioni

Prima conoscenza alunni famiglie neo arrivate

Ricostruzione della biografia famigliare apprenditiva e linguistica

proposta di assegnazione alla classe

La commissione sarà convocata all’arrivo di nuovi immigrati e periodicamente in base alle necessità

IL PROTOCOLLO

Questo documento intende presentare un modello di accoglienza che illustri una modalità corretta

per affrontare e facilitare l’inserimento scolastico degli alunni stranieri. Per la stesura del presente

lavoro si è fatto riferimento alle “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni

stranieri” (marzo 2006). Il Protocollo definisce prassi condivise di carattere

- Amministrativo: l’iscrizione

- Comunicativo e relazionale: prima conoscenza

- Educativo-didattico: accoglienza, proposta di assegnazione alla classe

- Sociale: rapporti con il territorio

Il Protocollo prevede l’istituzione formale della Commissione Intercultura come gruppo di lavoro-

articolazione del Collegio Docenti Nella definizione e gestione del protocollo il Dirigente

Scolastico svolgerà il proprio ruolo di promozione e di coordinamento, predisponendo gli strumenti

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attuativi della proposta formativa ed assicurando altresì il regolare espletamento degli atti relativi

all’iscrizione e all’assegnazione alle classi degli alunni di provenienza estera, in sintonia con le

normative vigenti (DL 297/94, Circolare n° 205/90, DPR 394/99).

ASPETTO AMMINISTRATIVO

L’iscrizione

Obiettivi: far sì che l’iscrizione a scuola dell’alunno straniero non sia vissuta come “fine a se

stessa”, ma come il primo passo di un percorso di accoglienza dell’alunno e della sua famiglia.

Gli uffici di segreteria

Iscrivono i minori

Raccolgono la documentazione relativa alla precedente scolarità (se esistente)

Acquisiscono l’opzione di avvalersi o non avvalersi della Religione Cattolica

Avvisano tempestivamente i membri della Commissione Intercultura

Individuano tra il personale ATA un incaricato del ricevimento delle iscrizioni al fine di

aiutare l’interazione con i cittadini immigrati

Forniscono ai genitori materiali plurilingue per una prima informazione sul sistema

scolastico dell’Istituto

Materiali

Schede scuola-famiglia plurilingue per:

la raccolta di informazioni sull’alunno e la famiglia

l’iscrizione a scuola

le comunicazioni degli insegnanti rispetto alle attività scolastiche

Schede esplicative sul funzionamento della scuola (in più lingue)

ASPETTO COMUNICATIVO-RELAZIONALE

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Prima conoscenza

Obiettivi:

facilitare la comunicazione fra la scuola e la famiglia straniera ricorrendo

ad eventuali interventi di interpreti o mediatori culturali per superare le

difficoltà linguistiche

creare un clima di apertura che riduca il distacco e la diffidenza

dell’alunno e della famiglia verso la realtà scolastica

La commissione intercultura

effettua tempestivamente un colloquio con la famiglia al fine di raccogliere informazioni

relative al processo migratorio e alla biografia relazionale- affettiva, apprenditiva linguistica

del minore, ai bisogni particolari dell’alunno, anche alimentari, a eventuali problemi medici

presenta, a grandi linee, il modello formativo ed educativo della scuola

individua le aspettative della famiglia verso la nuova istituzione scolastica, sottolineando

l’importanza del rapporto scuola-famiglia

osserva l’alunno in situazione con frequenti contatti con gli insegnanti di classe

La raccolta di questi dati è tesa a mettere in luce gli eventuali fattori di vulnerabilità, di sostegno e

facilitazione, che giocano un ruolo fondamentale nei percorsi d’inserimento degli alunni stranieri.

Nel caso di alunni stranieri inseriti in strutture pubbliche di accoglienza, il colloquio avverrà con i

tutori legali e/o gli operatori della struttura stessa, secondo modalità che saranno adattate di volta in

volta.

Il momento dell’iscrizione può prevedere i seguenti casi:

caso A: iscrizione ad inizio anno scolastico.

Prima dell’inizio dell’anno scolastico l’alunno sarà osservato in un incontro.

caso B: inserimento in corso d’anno.

L’alunno sarà osservato in un incontro in orario scolastico ridotto.

caso C: inserimento a fine anno scolastico.

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L’alunno sarà iscritto in una classe se giunto entro e non oltre il 30 aprile; gli insegnanti potranno

non compilare completamente il documento di valutazione.

Materiali

Traccia di primo colloquio con la famiglia

Traccia per la rilevazione della biografia linguistica dell’alunno

Schede per il rilevamento delle competenze linguistiche

Schede informative sulle scuole dei Paesi d’origine degli alunni stranieri

Elenco mediatori linguistici operanti sul territorio

ASPETTO EDUCATIVO-DIDATTICO

Assegnazione dell’alunno alla classe/sezione

Obiettivi:

individuare la classe di inserimento

elaborare percorsi individualizzati

rivedere la programmazione

Gli elementi raccolti durante la fase della conoscenza permettono di formulare proposte in merito

alla classe di inserimento, tenendo conto delle disposizioni normative contenute nell’articolo 45 del

DPR 394 del ’99. Tali proposte vengono sottoposte al Dirigente Scolastico che

esamina gli esiti del colloquio con la famiglia e il percorso scolastico dell’alunno

decide l’iscrizione corrispondente alla “classe corrispondente all’ età anagrafica”, salvo che

“deliberi l’iscrizione ad una classe diversa”, tenendo conto:

o della situazione globale della classe

o del numero di alunni per classe

o della presenza di alunni HP (valutando il tipo di handicap e il reale possibile

appoggio dell’insegnante di sostegno, che non sempre può essere utilizzato come

supporto all’alunno neo-inserito)

o della presenza di alunni stranieri: “evitando la costituzione di classi in cui risulti

predominante la presenza di alunni stranieri”

o della lingua straniera insegnata

o dei percorsi o progetti attivati

Il Dirigente Scolastico assegna l’alunno alla sezione che risulta più idonea all’inserimento, dopo

aver convocato tutti gli insegnanti interessati.

Accoglienza

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Si ritiene che le fasi precedenti possano servire a organizzare momenti di conoscenza dell’alunno,

perché accogliere in maniera positiva significa fare attenzione al clima relazionale, all’imprinting

iniziale che spesso segna in maniera profonda le successive tappe dell’inserimento. Gli insegnanti di

classe:

incontrano l’alunno accompagnato dai genitori prima dell’inserimento

prestano attenzione al “clima relazionale”

attivano nelle classi metodologie flessibili che coinvolgano a più livelli tutti gli alunni

valutano la possibilità di affiancare al nuovo alunno uno o più compagni tutor che lo aiutino

a inserirsi nel nuovo ambiente

progettano, in ogni ambito, esperienze che favoriscano la conoscenza di sé, il decentramento

relazionale e storico riconoscendo le culture “altre” e le lingue d’origine dei ragazzi

“definisce, in relazione al livello di competenze dei singoli alunni stranieri, il necessario

adattamento dei programmi di insegnamento; allo scopo possono essere adottati specifici

interventi individualizzati o per gruppi di alunni, per facilitare l’apprendimento della lingua

italiana, utilizzando, ove possibile, le risorse della scuola. Il consolidamento della

conoscenza e della pratica della lingua italiana può essere realizzata altresì mediante

l’attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici progetti, anche

nell’ambito delle attività aggiuntive di insegnamento per l’arricchimento dell’offerta

formativa” (Art. 45, comma 4, DPR 394/99)

favoriscono il confronto di esperienze

Per i casi che si presentano particolarmente complessi, verrà valutata la possibilità di fare

frequentare l’alunno con orario ridotto per un periodo deciso dalla Commissione e dagli insegnanti

interessati. Per la Scuola dell’Infanzia è indispensabile che ogni bambino frequenti per un primo

periodo ad orario ridotto, non solo per i casi che si presentano complessi. Nell’accoglienza di alunni

stranieri provenienti da strutture pubbliche le modalità e i tempi di inserimento saranno concordati

di volta in volta con gli operatori della struttura stessa.

Materiali

_ Parole di “primo soccorso”

_ Allestimento di una biblioteca plurilingue dei paesi di origine degli alunni

stranieri

_ Materiali specifici

Supporti, consulenze e materiali specifici potranno anche essere richiesti ad

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Agenzie, Associazioni e Centri operanti sul territorio.

Valutazione

“La valutazione degli alunni stranieri, in particolare di coloro che si possono definire neo-arrivati,

pone diversi ordini di problemi, dalle modalità di valutazione a quelle di certificazione, alla

necessità di tener conto del singolo percorso di apprendimento. La pur significativa normativa

esistente sugli alunni con cittadinanza non italiana non fornisce indicazioni specifiche a proposito

della valutazione degli stessi. L’art. 45, comma 4, del DPR n°394 del 31 agosto 1999 così recita: “Il

Collegio Docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il

necessario adattamento dei programmi di insegnamento…”.

Il tema dell’adattamento del programma va di pari passo con quello della valutazione. Su questo

punto le “Linee Guida” affermano che: “Benché la norma non accenni alla valutazione, ne consegue

che il possibile adattamento dei programmi per i singoli alunni comporti un adattamento della

valutazione. Questa norma va inquadrata nel nuovo assetto ordinamentale ed educativo, “Profilo

educativo dello studente”, che costituisce il nuovo impianto pedagogico, didattico ed organizzativo

della scuola italiana, basato sulla L.53/03, art. 3, relativo in particolare alla valutazione. In questo

contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella certificativa si prendono in

considerazione il percorso dell’alunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la motivazione e

l’impegno e, soprattutto, le potenzialità di apprendimento dimostrate.”

Per il team di classe che deve valutare alunni stranieri inseriti nel corso dell’anno scolastico - per i

quali i piani individualizzati prevedono interventi di educazione linguistica e di messa a punto

curricolare – diventa fondamentale conoscere la storia scolastica precedente, gli esiti raggiunti, le

caratteristiche delle scuole frequentate, le abilità e le competenze acquisite. In particolare, nel

momento in cui si decide il passaggio o meno da una classe all’altra o da un grado scolastico al

successivo, occorre far riferimento a una pluralità di elementi fra cui non può mancare una

previsione di sviluppo dell’alunno.” Dalle “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli

alunni stranieri”

Materiali

Per valutare il livello di competenza dell’alunno si può fare riferimento ai parametri di valutazione

del “Quadro Comune Europeo”: schede linguistiche, schede matematiche, test.

ITALIANO COME SECONDA LINGUA

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Nell’accogliere alunni non italofoni è importante individuare tipologie di intervento atte a realizzare

percorsi efficaci di approccio alla nuova lingua. L’alunno neo-arrivato deve elaborare un lessico di

base che gli permetta di comunicare nel nuovo paese (lingua della comunicazione). Le ricerche

pedagogiche indicano l’importanza dei compagni per l’apprendimento della nuova lingua; si avrà

cura, quindi, di creare contesti comunicativi ricchi e vari in cui il nuovo alunno possa sperimentare

l’uso sociale della lingua. Attività specifiche di piccolo gruppo possono aiutare l’approccio alla

lingua dello studio, che necessita di un tempo molto più lungo per essere completamente

padroneggiata: studi riferiscono che possono bastare sei mesi/un anno per apprendere bene la lingua

comunicativa, mentre la lingua dello studio ha bisogno di più anni e dell’impiego di interventi

individualizzati.

Il Collegio Docenti può deliberare:

Interventi specifici di insegnamento dell’italiano come seconda lingua utilizzando insegnanti

dell’Istituto in orario extra-scolastico, o avvalendosi di personale volontario con capacità di

insegnamento comprovate

Un supporto alla classe (nel caso di inserimento particolarmente problematico), con

l’utilizzo di insegnanti in compresenza con insegnanti di Religione Cattolica o Lingua

Straniera, per il periodo ritenuto necessario

Materiali:

testi semplificati

testi per l’apprendimento dell’italiano come L2

vocabolari illustrati

video e CD ROM

allestimento di un laboratorio linguistico

La Commissione valuta proposte di acquisto di materiale ritenuto utile dagli insegnanti interessati.

ASPETTO SOCIALE

Per promuovere la piena integrazione degli alunni nel più vasto contesto sociale e per realizzare un

progetto educativo che coniughi insieme pari opportunità con il rispetto delle differenze, la Scuola

si avvale delle risorse del territorio, mantenendo i contatti con le istituzioni che operano nell’ambito

dell’accoglienza agli stranieri e favorendo l’introduzione degli alunni non italiani nei contesti

sociali in cui sono attivi i compagni.

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La commissione intercultura

segnala ai colleghi iniziative di tipo interculturale proposte sul territorio

favorisce la valorizzazione delle varie culture presenti nell’Istituto

contatta le associazioni che operano sul territorio

stabilisce momenti di incontro per favorire lo scambio di conoscenze e

per affrontare concrete tematiche

promuove la collaborazione

NORMATIVA RIGUARDANTE IL PROCESSO DI ACCOGLIENZA

Art. 45 del DPR n° 394/99

Comma1

I minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all’istruzione indipendentemente

dalla regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno. L’iscrizione dei minori stranieri nelle

scuole italiane di ogni ordine e grado avviene nei modi e alle condizioni previste per i minori

italiani. L’iscrizione può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico.

Comma 2

I minori stranieri soggetti all’obbligo scolastico vengono iscritti d’ufficio alla classe corrispondente

all’età anagrafica salvo che il Collegio Docenti deliberi l’iscrizione ad una classe diversa tenendo

conto:

dell’ordinamento degli studi del Paese di provenienza degli alunni, che può determinare

l’iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella

corrispondente all’età anagrafica

dell’accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno

del corso di studi eventualmente seguito dall’alunno nel Paese di provenienza

dal titolo di studio eventualmente posseduto dall’alunno

Comma 3

Il Collegio Docenti formula proposte per la ripartizione nelle classi: la ripartizione va effettuata

evitando comunque la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni

stranieri.

Comma 4

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Il Collegio Docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il

necessario adattamento dei programmi di insegnamento; allo scopo possono essere adottati specifici

interventi individualizzati o per gruppo di alunni, per facilitare l’apprendimento della lingua

italiana, utilizzando, ove possibile, le risorse professionali della scuola.

Comma 5

Il Collegio Docenti formula proposte in ordine ai criteri e alle modalità per la comunicazione tra la

scuola e le famiglie degli alunni stranieri. Ove necessario, anche attraverso intese con l’ente locale,

l’istituzione scolastica si avvale dell’opera di mediatori culturali qualificati.

RIFLESSIONI SULLA NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Il complesso fenomeno migratorio che negli ultimi anni ha interessato numerosi paesi è stato

accompagnato da una ricca legislazione internazionale e nazionale, finalizzata a realizzare forme di

convivenza e di integrazione. Qui si presentano, in modo essenziale, i riferimenti legislativi italiani

più importanti che negli ultimi vent’anni hanno gradualmente definito il tema dell’educazione

interculturale. Di fronte all’emergenza del fenomeno migratorio, l’educazione interculturale è

individuata inizialmente come risposta ai problemi degli alunni stranieri/immigrati: in particolare, si

è inteso disciplinare l’accesso generalizzato al diritto allo studio, l’apprendimento della lingua

italiana e la valorizzazione della lingua e cultura d’origine (cfr. CM 8/9/1989, n. 301, Inserimento

degli alunni stranieri nella scuola dell’obbligo. Promozione e coordinamento delle iniziative per

l’esercizio del diritto allo studio).

In seguito si afferma il principio del coinvolgimento degli alunni italiani in un rapporto interattivo

con gli alunni stranieri/immigrati, in funzione del reciproco arricchimento (cfr. CM 22/7/1990, n.

205, La scuola dell’obbligo e gli alunni stranieri. L’educazione interculturale). Questa disposizione

introduce per la prima volta il concetto di educazione interculturale, intesa come la forma più alta e

globale di prevenzione e contrasto del razzismo e di ogni forma di intolleranza. Gli interventi

didattici, anche in assenza di alunni stranieri, devono tendere a prevenire il formarsi di stereotipi nei

confronti di persone e culture (cfr. anche la pronuncia del Cnpi del 24/3/1993, Razzismo e

antisemitismo oggi: il ruolo della scuola).

Si individua l’Europa, nell’avanzato processo di integrazione economica e politica in corso, come

società multiculturale, imperniata sui motivi dell’unità, della diversità e della loro conciliazione

dialettica, e si colloca la dimensione europea dell’insegnamento nel quadro dell’educazione

interculturale, con riferimento al trattato di Maastricht e ai documenti della Comunità europea e del

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Consiglio d’Europa (cfr. documento Il dialogo interculturale e la convivenza democratica, diffuso

con CM 2/3/1994, n. 73).

È utile, poi, richiamare la sottolineatura, contenuta nella legge sull’immigrazione n. 40 del 6 marzo

1998, art. 36, sul valore formativo delle differenze linguistiche e culturali:

Nell’esercizio dell’autonomia didattica e organizzativa, le istituzioni scolastiche realizzano, per tutti

gli alunni, progetti interculturali di ampliamento dell’offerta formativa, finalizzati alla

valorizzazione delle differenze linguistico-culturali e alla promozione di iniziative di accoglienza e

di scambio.

Il Decreto legislativo del 25 luglio 1998, n. 286 Testo unico delle disposizioni concernenti la

disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero riunisce e coordina le varie

disposizioni in vigore in materia con la stessa legge n. 40/98, ponendo, anche in questo caso,

particolare attenzione sull’effettivo esercizio del diritto allo studio, sugli aspetti organizzativi della

scuola, sull’insegnamento dell’italiano come seconda lingua, sul mantenimento della lingua e della

cultura di origine, sulla formazione dei docenti e sull’integrazione sociale. Tali principi sono

garantiti nei confronti di tutti i minori stranieri, indipendentemente dalla loro posizione giuridica,

così come espressamente previsto dal Decreto del Presidente della Repubblica del 31 agosto 1999,

n. 394, Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti le

disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero. In particolare, si legge che

l’iscrizione scolastica può avvenire in qualunque momento dell’anno e che spetta al Collegio dei

docenti formulare proposte per la ripartizione degli alunni stranieri nelle classi, evitando la

costituzione di sezioni in cui la loro presenza sia predominante, e definire, in relazione ai livelli di

competenza dei singoli alunni, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento. Inoltre,

per sostenere l’azione dei docenti, si affida al Ministero dell’Istruzione il compito di dettare

disposizioni per l’attuazione di progetti di aggiornamento e di formazione, nazionali e locali, sui

temi dell’educazione interculturale.

Ulteriori azioni di sostegno nei confronti del personale docente impegnato nelle scuole a forte

processo immigratorio sono definite dalla CM n. 155/2001, attuativa degli articoli n. 5 e n. 29 del

Ccnl del comparto scuola: fondi aggiuntivi per retribuire le attività di insegnamento vengono

assegnati alle scuole con una percentuale di alunni stranieri e nomadi superiore al 10% degli iscritti.

La CM n. 160/2001 è invece finalizzata all’attivazione di corsi e iniziative di formazione per minori

stranieri e per le loro famiglie, tesi a realizzare concretamente il diritto allo studio, in un contesto in

cui la comunità scolastica accolga le differenze linguistiche e culturali come valore da porre a

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fondamento del rispetto reciproco e dello scambio tra le culture. La legge del 30 luglio 2002, n. 189,

cosiddetta Bossi- Fini, che modifica la precedente normativa in materia di immigrazione e asilo,

non ha cambiato le procedure di iscrizione degli alunni stranieri a scuola, che continuano ad essere

disciplinate dal Regolamento n. 394 del 1999.

La Pronuncia del Cnpi del 20/12/2005, Problematiche interculturali, è un documento di analisi

generale sul ruolo della scuola nella società multiculturale.

La CM n. 24 del 1 marzo 2006 Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri

fornisce un quadro riassuntivo di indicazioni operative per l’organizzazione delle scuole e

l’attivazione di misure volte all’inserimento degli alunni stranieri.

Il Documento di indirizzo La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni

stranieri, redatto dall’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri (ottobre 2007),

definisce le caratteristiche di un modello italiano di integrazione nella prospettiva interculturale.

La Nota Prot. n. 779 del 26 novembre 2008, Misure incentivanti per progetti relativi alle aree a

rischio, a forte processo immigratorio e contro l’emarginazione scolastica, a.s. 2008/2009, art. 9

del Ccnl Comparto scuola, ha rivisto e aggiornato i criteri e gli indicatori utilizzati per la

ripartizione delle risorse finanziarie.

La Nota Prot. n. 807 del 27 novembre 2008, Programma Scuole aperte, a.s. 2008/2009, Piano

nazionale L2 per alunni stranieri di recente immigrazione delle scuole secondarie di primo e

secondo grado ha definito i criteri e le modalità di utilizzo delle risorse dedicate al Piano nazionale

L2.

La CM n. 2 dell’8 gennaio 2010, Indicazioni e raccomandazioni per l’integrazione degli di alunni

con cittadinanza non italiana ha introdotto il “tetto” del 30% di alunni stranieri per classe.

Il Documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sulle problematiche connesse all’accoglienza

degli alunni stranieri nelle scuole italiane, Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera

dei deputati, del 12 gennaio 2011 (il rapporto integrale è stato presentato il 28 giugno 2011)

contiene dati, esperienze, analisi, proposte frutto di audizioni con testimoni privilegiati e visite sul

campo da parte della Commissione; insieme all’indagine è stata presentata una proposta di legge

bipartisan, n. 4018 Interventi finanziari per il potenziamento e la qualificazione dell’integrazione

scolastica degli alunni immigrati o figli di immigrati e per la promozione della dimensione

interculturale dei saperi.

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La CM n. 67 del 29 luglio 2011, Scuole nelle aree a rischio e a forte processo immigratorio

definisce criteri e indicatori per la ripartizione delle risorse finanziarie per l’anno scolastico

2011/2012.

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

R.D. 4/5/25, n.653, art.14 (scuola secondaria);

C.M. n.301/90 cit. e C.M. n.205/90 .

Circolare del Ministero degli Interni cit. e dalla C.M. n.5/94, che ammette l’iscrizione di minori

stranieri alla scuola dell’obbligo, ancorché sprovvisti di permesso di soggiorno, sino alla

regolarizzazione della posizione;

Legge 6 marzo 1998, n.40 "Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello

straniero", cit., in particolare l’art. 36 ("I minori stranieri sul territorio sono soggetti all’obbligo

scolastico; ad essi applicano tutte le disposizioni vigenti in materia di diritto all’istruzione, di

accesso ai servizi educativi, di partecipazione alla vita della comunità scolastica").

D.P.R. n. 394 del 31/08/1999 "Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle

disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello

straniero...", in particolare, art. 45 . Relativamente al riconoscimento dei titoli di studio

conseguiti dagli stranieri nel Paese d’origine, le disposizioni sono costituite dal D.M.

10/06/1982 (G.U. n.163 del 16/06/1982), dalla C.M. n. 264 del 06/08/1982 e dagli artt. 381-390

del D.L.vo n.297/94 (Testo Unico delle leggi dell’istruzione).I minori stranieri sono soggetti

all’obbligo scolastico; l’iscrizione alle classi della scuola dell’obbligo va accolta in qualsiasi

momento dell’anno, in coincidenza con il loro arrivo sul suolo nazionale (D.P.R. n.394/99, art.

45, C.M. del 23/03/2000 n.87 e C.M. del 05/01/2001, n.3 ). Essi vanno accolti anche se

sprovvisti di permesso di soggiorno o privi di documentazione (art. 45 del DPR n.394/99).

All’atto d’iscrizione i genitori, o esercenti la patria potestà, possono presentare in luogo

delle certificazioni rilasciate dall’autorità competente (anagrafe comunale)

un’autocertificazione (D.P.R. n.394/99) relativamente alle vaccinazioni effettuate

Il minore straniero viene iscritto, in via generale, alla classe corrispondente all’età

anagrafica (art.45 del D.P.R. n.394/99).

Legge n.40/1998: "La comunità scolastica accoglie le differenze linguistiche e culturali

come valore da porre a fondamento del rispetto reciproco, dello scambio tra le culture e

della tolleranza; a tal fine promuove e favorisce iniziative volte all’accoglienza, alla tutela

della cultura e della lingua d’origine e alla realizzazione di attività interculturali comuni"

(art.36, comma III)

D.L. del 25 Luglio 1998 “ Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina

dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”

D.P.R. 394 del 31/8/1999 ART.45 che regolamenta l’assegnazione degli alunni stranieri alle

classi e la possibilita’ di individualizzazione dei percorsi

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LEGGE DELEGA N.53 del 2003

C.M.N. 28 DEL 15/03/2007 punto 6 in merito alla valutazione

C.M. N.24 del 1 marzo 2006: “Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni

stranieri”

“La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri”

dell’Ottobre 2007

L’atto di indirizzo del Ministero della Pubblica Istruzione per l’anno 2008

Strumenti giuridico-amministrativi utili per progettare l’integrazione

DPR n. 275 dell’08/03/1999 (Regolamento dell’autonomia scolastica, in vigore dal

1/09/2000);

CCNL del 26/05/1999, art. 25 (attività d’insegnamento svolta con il ricorso all’orario

aggiuntivo del personale docente a ciò disponibile);

CCNI del 31/08/1999, in particolare l’art. 37

C.M. n.249 del 21/10/1999 (fondi alle scuole in zone a forte flusso immigratorio) e

successivi analoghi provvedimenti (ultima, la C.M. n.106/2002).

Decreto Interministeriale n. 44 del 1/02/2001 Regolamento concernente le "Istruzioni

generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche"

Documento di riferimento dell’USR Lazio

http://www.usrlazio.it/_file/documenti/intercultura/index.html