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1 Istituto Comprensivo n.1 “Foscolo” di Taormina via Dietro Cappuccini-s.n.c. Taormina telefono 0942 628612 fax 0942 628641/0942 897077 Codice meccanografico MEIC88600X Sito web www.ic1taormina.it Posta elettronica [email protected] PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA E INCLUSIONE ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI E SPECIALI

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Istituto Comprensivo n.1 “Foscolo” di Taormina via Dietro Cappuccini-s.n.c. Taormina

telefono 0942 – 628612 fax 0942 – 628641/0942 – 897077

Codice meccanografico MEIC88600X

Sito web www.ic1taormina.it

Posta elettronica [email protected]

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA E

INCLUSIONE ALUNNI CON BISOGNI

EDUCATIVI E SPECIALI

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Indice

• Premessa………………………………………………………………………………..pag. 3

• Riferimenti Normativi………………………………………………………………….pag. 4

• Compiti Istituzionali…………………………………………………………………....pag. 6

• Mappa riassuntiva BES…………………………………………………………………pag.14

• Alunni diversamente abili (DVA)………………………………………………………pag.15

• Alunni con Disturbi Specifici Di Apprendimento (DSA)………………………………pag.22

• Alunni con svantaggio socio-culturale e ambientale……………………………………pag.27

• Alunni con svantaggio: alunni stranieri…………………………………………………pag.29

• Cosa cambia dal 1° Gennaio 2019...................................................................................pag.32

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Premessa

Il Protocollo di Accoglienza è una guida dettagliata di informazione riguardante l’accoglienza e

l’inserimento ottimale degli alunni che presentano Bisogni Educativi Speciali (BES) all’interno del

nostro Istituto. Contiene principi, criteri e indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche legate

all’inclusione degli alunni secondo quanto prescritto dalla Direttiva Ministeriale del 27.12.2012,

avente ad oggetto “Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione

territoriale per l’inclusione scolastica” e dalla Circolare n. 8/2013, con la quale il Miur ha fornito

indicazioni operative per la realizzazione di quanto previsto dalla D.M. del 27.12.12.

La direttiva sottolinea che “...è compito doveroso dei C.d.C. o dei team di Docenti delle scuole

primarie indicare in quali altri casi, oltre alle certificazioni di disabilità e alle diagnosi DSA, sia

opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di

misure compensative e/o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di

tutti gli alunni”.

Il protocollo si propone di: consentire il pieno diritto all’istruzione e formazione degli studenti con

Bisogni Educativi Speciali garantendone l’inclusione, facilitare l’ingresso a scuola degli allievi con

BES, supportarli nella fase di adattamento al nuovo ambiente e sostenerne la socializzazione,

informare adeguatamente il personale coinvolto, incrementare la comunicazione e la collaborazione

tra famiglia, scuola e servizi (Comune, Asp…) durante il percorso d’istruzione e di formazione.

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Riferimenti Normativi

L’adozione del Protocollo di Accoglienza degli alunni con BES consente di attuare in modo operativo le

indicazioni normative vigenti che si riferiscono a:

1948 Art.3 della Costituzione Italiana

1992 Legge Quadro n.104/1992

1994 Decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994 – Atto di indirizzo e

coordinamento

relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap

1998 Legge n. 40 del 6 marzo 1998 – Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione

dello straniero

Decreto legislativo n. 286 del 25 luglio 1998 – Testo unico delle disposizioni concernenti

la

disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero

1999 Legge n. 17 del 28 gennaio 1999 – Integrazione e modifica della legge quadro 104/1992

2000 Legge n. 328 dell’8 novembre 2000 – Legge quadro per la realizzazione del sistema

integrato di

interventi e servizi sociali

2002 Legge n. 189 del 30 luglio 2002 – Modifica alla normativa in materia di immigrazione e

di asilo

2003 Legge n. 189 del 15 luglio 2003 – Norme per la promozione della pratica dello sport da

parte

delle persone disabili

2006 Documento generale di indirizzo per l’integrazione degli alunni stranieri e per

l’educazione

interculturale

Circolare MIUR n. 24 del 1° marzo 2006 – Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione

degli

alunni stranieri

DPCM 185/2006 “Regolamento recante modalità e criteri per l’individuazione

dell’alunno come soggetto in situazione di handicap” in riferimento alla Legge 289/2002;

2008 Intesa Stato Regioni sulle modalità ed i criteri per l’accoglienza scolastica e la presa in

carico dell’alunno disabile finalizzata a coordinare gli interventi delle varie istituzioni

pubbliche coinvolte nell’integrazione attraverso accordi di programma (regionali,

provinciali, territoriali);

2009 Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (del 4 agosto 2009);

2009 DPR 22/2009 -“Regolamento per il coordinamento delle norme sulla valutazione degli

alunni”;

2009 La Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento

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italiano con la L. 18/2009;

2010 Legge Quadro 170/2010 relativa agli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento

(DSA) e successive disposizioni attuative (DM 5669/2011);

Circolare MIUR n. 2 dell’8 gennaio 2010 – Indicazioni e raccomandazioni per

l’integrazione di

alunni con cittadinanza non italiana

2011 Decreto MIUR n. 5669 del 12 luglio 2011 – Trasmissione Linee guida DSA

Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di

Apprendimento

allegate al decreto ministeriale 5669/2011

2012 Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 -“Strumenti di intervento per alunni con

bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”, le

successive Indicazioni operative (CM n. 8 del 6 marzo 2013) e i Chiarimenti (Nota prot.

n. 2563 del 22 novembre 2013);

2013 Circolare MIUR n. 8 del 6 marzo 2013 – Indicazioni operative alunni con BES

Nota prot. n. 2563 del 22 novembre 2013 – Chiarimenti

2017 D.LGS n.66 del 13 Aprile 2017 ”Norme per la promozione dell’inclusione scolastica

degli studenti con disabilità”

2018 Nota MIUR 1143 del 17 maggio 2018 “ L’autonomia scolastica quale fondamento per il

successo formativo di ognuno”

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Compiti istituzionali

Personale Compiti

Dirigente Scolastico (DS)

Promuove, fra tutte le componenti, il processo di

integrazione e di inclusione all’interno dell’istituzione,

favorendo attività di formazione e aggiornamento e

implementando progetti mirati.

Garantisce i rapporti con gli enti territoriali coinvolti

Gestionali

Individua le risorse interne ed esterne per rispondere

alle esigenze di inclusione.

Assegna i docenti di sostegno.

Gestisce le risorse umane e strumentali e promuove

l’intensificazione dei rapporti tra i docenti e le famiglie

di alunni e studenti diversamente abili (DVA),

favorendone le condizioni e prevedendo idonee

modalità di riconoscimento dell’impegno dei docenti.

Garantisce i rapporti con gli enti coinvolti.

Organizzativi

Sovrintende alla formazione delle classi, garantisce il

raccordo i soggetti che operano nella scuola e le realtà

territoriali, stimola e promuove ogni utile iniziativa

finalizzata a rendere operative le indicazioni condivise

con organi collegiali e famiglie, attiva interventi

preventivi.

Riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la

acquisisce al protocollo e la condivide con il gruppo

docente.

Promuove attività di formazione e aggiornamento per il

conseguimento di competenze specifiche diffuse.

Promuove e valorizza progetti mirati, individuando e

rimuovendo ostacoli, nonché assicurando il

coordinamento delle azioni (tempi, modalità,

finanziamenti).

Consuntivi

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Convoca i Consigli di classe straordinari e il GLI

quando opportuno.

Definisce, su proposta del Collegio dei docenti, il Piano

Annuale per l’Inclusività.

Collegio dei docenti

Delibera il Piano Annuale relativo al processo di

inclusione.

Personale di segreteria

Istituisce un’anagrafe di istituto e comunica, qualora

fosse necessario i nominativi ai referenti di progetto

INVALSI e al referente BES

Aggiorna il fascicolo personale dello studente

Riceve dalla famiglia la certificazione e l’eventuale

diagnosi al momento dell’iscrizione, ne dà

comunicazione al Dirigente scolastico, al coordinatore

di classe e/o al coordinatore docente di sostegno, la

protocolla e la inserisce nel fascicolo personale dello

studente.

Certificazione competenze linguistiche per alunni

stranieri

Contatta la famiglia per chiarimenti, aggiornamenti e/o

integrazioni

NOTE (VEDI ANCHE TABELLE DI SINTESI BES 1, BES 2-3; BES 4)

La scuola individua gli studenti con Bisogni Educativi Speciali in tre modi, attraverso:

certificazione, diagnosi o da considerazioni didattiche.

“Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi

specifici e quella dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale” (punto 1, Dir. M.

27/12/2012).

Possiamo trovarci di fronte a tre diverse situazioni ( vedi mappa riassuntiva ):

a) Alunni con certificazione di disabilità, questa fa riferimento alla Legge 104/92 (art3) ed

elaboriamo un PEI.

b) Alunni con diagnosi di disturbi evolutivi:

- Se hanno diagnosi di DSA, facciamo riferimento alla Legge 170/10 e DM 5669 12/7/2012 ed

elaboriamo un PDP.

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- Se hanno diagnosi di ADHD, Disturbi del Linguaggio, Disturbi della coordinazione motoria o

non-verbali allora la scuola è in grado di decidere in maniera autonoma, “se” utilizzare, o meno, lo

strumento del PDP, in caso non lo utilizzi ne scrive le motivazioni, infatti: “la scuola può

intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, secondo i bisogni e

la convenienza. (…) il Consiglio di Classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare

un Piano Didattico Personalizzato con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative,

avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione” (Piano Didattico Personalizzato, pag. 2

Nota Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363).

c) Alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale: “Tali tipologie di BES

dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli

operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche”

(Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale, CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013).

Il temine “ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche” presuppone che un alunno (in

assenza di diagnosi o certificazioni mediche), il quale mostra delle difficoltà di apprendimento

legate al fatto di provenire da un ambiente con svantaggio socio-economico, con deprivazioni

culturali o linguistiche (come nel caso degli stranieri), può essere aiutato dalla scuola con l’adozione

di percorsi individualizzati e personalizzati come strumenti compensativi e/o dispensativi (pag. 3

CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013) ma “non” è obbligata a fare il PDP, dunque sceglie in autonomia

se fare o meno un PDP, e questi interventi dovranno essere per il tempo necessario all’aiuto in

questione.

Alcuni BES possono essere anche temporanei

I Bisogni Educativi Speciali degli alunni nell’area dello svantaggio socio-economico, linguistico e

culturale, prevedono interventi verificati nel tempo così da attuarli solo fin quando serve. Daremo

priorità alle strategie educative e didattiche più frequenti anziché alle modalità di

dispensazione/compensazione.

“Si avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinchè siano messi in atto per il tempo

strettamente necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi,

le misure dispensative (…) avranno carattere transitorio ed attinente aspetti didattici, privilegiando

dunque le strategie educative e didattiche (…) più che strumenti compensativi e misure

dispensative” (pag. 3 CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013.

Non esiste la “diagnosi di BES” ma necessità di Bisogni Educativi Speciali a scuola

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La diagnosi è una dicitura sanitaria e può essere di “Disturbo Specifico di Apprendimento, nello

specifico di Dislessia Evolutiva”, oppure diagnosi di “ADHD”. Quindi non esiste la diagnosi (e

dunque neppure la certificazione) di Bisogni Educativi Speciali.

Cosa diversa è se vi è una relazione specialistica in cui dopo della dicitura diagnostica come

“Discalculia Evolutiva” appare un suggerimento come “il soggetto necessita di un BES a scuola”. In

questo caso lo psicologo o il medico che compila la relazione sottolinea semplicemente che la

scuola avrà cura di adottare gli strumenti d’intervento per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali.

I Bisogni Educativi Speciali dei DSA: ovvero BES e DSA sono due concetti diversi.

“La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali

disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di

capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma

possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana” (Art. 1

Leg.170/10).

I DSA tecnicamente non sono dei BES, ma i DSA necessitano di Bisogni Educativi Speciali a

scuola, ovvero di interventi e strategie didattiche specifiche per i DSA. Lo stesso principio vale per

l’ADHD, o Disturbi del Linguaggio o svantaggio socio-culturale. Tutti questi necessitano di un

Bisogno Educativo Speciale a scuola.

“In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di

ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi

specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana” (Dir. MIUR

22/12/2012).

Il PDP - Piano Didattico Personalizzato NON è obbligatorio per tutti i BES

Il Piano Didattico Personalizzato citato nella normativa è previsto dal DM n°5669 12/7/2011 sui

DSA.

E’ obbligatorio quando: abbiamo una diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento, dunque

con tutti codici che iniziano con F 81 dell’ ICD-10.

“E’ necessario il riferimento ai codici nosografici (attualmente tutti quelli compresi nella categoria

F81: Disturbi evolutivi Specifici delle Abilità Scolastiche) e alla dicitura esplicita del DSA in

oggetto (della lettura e/o della scrittura e/o del calcolo).”

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(Art. 3, comma 1, “Elementi di Certificazione Diagnostica” della Conferenza Stato-Regioni per

Diagnosi DSA).

E’ scelta della scuola quando:

Abbiamo una diagnosi di Disturbo Evolutivo (diverso dai DSA) come ADHD, Disturbo del

Linguaggio, Disturbo Coordinazione Motoria o visuo-spaziale. Oppure quando abbiamo delle

difficoltà di apprendimento, svantaggio socio-culturale o alunni stranieri.

“Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però

non hanno diritto alla certificazione di Disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel

decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di

verbalizzare le motivazioni della decisione” (Piano Didattico Personalizzato, pag. 2 Nota

Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363).

Nei casi con Disabilità certificata ai sensi della Leg.104/92 a scuola va compiliamo il PEI.

Il PDP può essere compilato in qualsiasi periodo dell’anno.

Se vi è diagnosi di DSA si compila entro 3 mesi.

La compilazione spetta sempre alla scuola, e questo può avvenire durante l’anno anche inoltrato.

Solo per le diagnosi di DSA, il PDP deve essere operativo entro 3 mesi dalla presentazione della

documentazione diagnostica a scuola. Motivo per cui è sempre bene segnarsi data e numero di

protocollo della presentazione dei documenti.

“La scuola predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non superino il primo trimestre

scolastico un documento che dovrà contenere almeno le seguenti voci, articolato per le discipline

coinvolte dal disturbo” (DM n°5669 12/7/2011).

Se si frequenta una classe in cui vi saranno gli esami di Stato, è invece richiesto che la

diagnosi sia presentata entro il 31 marzo dell’anno in corso (CM n° 8 del 6/3/2013).

Consenso Genitori:

Il PDP va firmato da tre figure: Dirigente scolastico (o da suo delegato), dai docenti e dalla famiglia,

ciò è riportato a pag. 2 della CM n° 8 del 6/3/2013.

Infatti il PDP rappresenta un accordo di reciproca collaborazione tra scuola e famiglia. Ma, come

abbiamo detto, il PDP non è necessario per tutti i BES, in molti casi la scuola può decidere di

mettere in atto della strategie didattiche di intervento senza formalizzarle nel PDP. In questo caso,

non essendoci il PDP non è necessaria alcuna firma da parte della famiglia. D’altro canto non c'è

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bisogno di alcun documento per spiegare l'utilizzo di strategie didattiche più conformi a migliorare

l’apprendimento di un alunno in difficoltà.

Il PDP è uno strumento operativo che va applicato.

“Il Piano Didattico personalizzato non può essere inteso come mera esplicazione di strumenti

compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; esso è bensì lo strumento in cui si potranno, ad

esempio, includere progettazione didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le

competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione

diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni

o dispense, a carattere squisitamente didattico-strumentale”.(CM n°8 del 6/3/2013).

Con diagnosi di DSA rilasciata da struttura privata redigiamo il PDP

Il Piano Didattico Personalizzato può subito essere predisposto con la diagnosi di DSA della struttura

privata, ritenuta rigorosa perché compilata da professionisti che rispettano la Consesus Conference

sui DSA. In questo modo, sia la scuola che la famiglia, si attiveranno tempestivamente per percorsi

didattici riabilitativi come previsto dalla legge quadro dei DSA (comma f, art 2, L. 170/10).

La diagnosi di DSA emessa da strutture private per la piena applicazione della Legge 170/10 e DM

5669 12/7/2011, può essere accettata in attesa di certificazione di struttura sanitaria pubblica o

accreditata.

“Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura

privata, si raccomanda - nelle more del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie

pubbliche o accreditate

– di adottare preventivamente le misure previste dalla Legge 170/2010, qualora il Consiglio di

classe o il team dei docenti della scuola primaria ravvisino e riscontrino, sulla base di

considerazioni psicopedagogiche e didattiche, carenze fondatamente riconducibili al disturbo.

Pervengono infatti numerose segnalazioni relative ad alunni (già sottoposti ad accertamenti

diagnostici nei primi mesi di scuola) che, riuscendo soltanto verso la fine dell’anno scolastico ad

ottenere la certificazione, permangono senza le tutele cui sostanzialmente avrebbero diritto. Si

evidenzia pertanto la necessità di superare e risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle

certificazioni (in molti casi superiori ai sei mesi) adottando comunque un piano didattico

individualizzato e personalizzato nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate

richiedono.” (Pag. 2 e 3 della CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013).

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BES e prove Invalsi: il loro svolgimento dipende dal tipo di disturbo o difficoltà.

Nelle Indicazioni in merito a valutazione, certificazione delle competenze ed Esame di stato nelle

scuole del primo ciclo di istruzione (Nota MIUR 1865 del 10.10.2017) si esplicita che: “Le alunne e

gli alunni con disturbo specifico di apprendimento (DSA) partecipano alle prove INVALSI di cui

agli articoli 4 e 7 del decreto legislativo n. 62/2017. Per lo svolgimento delle suddette prove il

consiglio di classe può disporre adeguati strumenti compensativi coerenti con il piano didattico

personalizzato. Le alunne e gli alunni con DSA dispensati dalla prova scritta di lingua straniera o

esonerati dall'insegnamento della lingua straniera non sostengono la prova nazionale di lingua

inglese. Le alunne e gli alunni con disturbo specifico di apprendimento sostengono le prove d'esame

secondo le modalità previste dall'articolo 14 del decreto ministeriale n. 741/2017, utilizzando, se

necessario. gli strumenti compensativi indicati nel piano didattico personalizzato - dei quali hanno

fatto uso abitualmente nel corso dell'anno scolastico o comunque ritenuti funzionali allo svolgimento

delle prove - ed usufruendo. eventualmente. di tempi più lunghi per lo svolgimento delle prove

scritte. In ogni caso, l'utilizzazione di strumenti compensativi non deve pregiudicare la validità delle

prove scritte.”

Si ricorda che anche per le alunne e gli alunni con DSA la partecipazione alle prove lNVALSI è

requisito di ammissione all'esame di Stato. Per gli alunni con DSA, dispensati dalle prove scritte in

lingua straniera, si fa riferimento alla sola dimensione orale di tali discipline. Per gli alunni con DSA,

esonerati dall'insegnamento della lingua straniera, ai sensi del decreto ministeriale 12 luglio 2011,

non viene compilata la relativa sezione. Anche nella documentazione predisposta da INVALSI, si fa

esplicito riferimento al D. Lgs.62/2017 e alla nota MIUR 1865 del 10.10.2017, si afferma che, in

base a quanto previsto dal PDP, per gli alunni con DSA possono essere adottate:

Misure compensative

● tempo aggiuntivo (fino a 15 min. per ciascuna prova)

● dizionario

● donatore di voce per l’ascolto individuale in audio-cuffia

● calcolatrice

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Misure dispensative: esonero dalla prova nazionale di lingua Inglese per gli alunni con DSA

dispensati dalla prova scritta di lingua straniera o esonerati dall’insegnamento della lingua straniera.

Le misure compensative sono applicabili solo agli allievi con DSA certificato. Tutti gli altri

allievi BES svolgono la prova ordinaria secondo le modalità standard previste per tutti gli altri

allievi.

Aggiornamento - nota esplicativa

Il 20 febbraio 2018 il MIUR ha emanato la Nota n. 2936, avente per oggetto Esame di Stato

conclusivo del primo ciclo di istruzione. Indicazioni per lo svolgimento delle prove INVALSI.

Ricordiamo che le prove nazionali predisposte dall’INVALSI che interessano gli studenti del terzo

anno della scuola secondaria di primo grado (ex-scuola media) sono 3 :

- italiano,

- matematica

- inglese

L’introduzione delle prove INVALSI effettuate attraverso il computer (computer based ,CBT) ha

previsto, per tutti gli studenti, un incremento del tempo di svolgimento di 15 minuti ciascuna (

ogni prova, quindi, durerà 90 minuti) e a un minore numero di quesiti, circa il 10% in meno di

domande rispetto alle prove cartacee degli anni passati. Per permettere agli studenti di familiarizzare

con questa tipologia di prove, Nei prossimi giorni le scuole dovranno indicare nell’area riservata

al Dirigente scolastico per quali alunni sono previsti eventuali strumenti compensativi o misure

dispensative, in riferimento all’articolo 11 del Decreto legislativo n. 62/2017. Questo articolo

ribadisce che gli strumenti compensativi e/o le misure dispensative sono previsti solo per gli studenti

con disabilità certificata ai sensi della legge n. 104/1992 o con disturbi specifici di apprendimento

certificati ai sensi della legge n. 170/2010, coerentemente con quanto previsto, rispettivamente, dal

PEI o dal PDP. Gli alunni con DSA, quindi, possono usare tutti gli strumenti compensativi,

indicati nel PDP e abitualmente utilizzati durante il percorso scolastico. Anche gli alunni che

non sostengono le prove INVALSI di inglese hanno diritto all’ammissione all’esame di Stato.

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MAPPA RIASSUNTIVA BES

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ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI (DVA o BES 1)

Protocollo per l’inclusione degli studenti diversamente abili

Finalità:

● garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti agli alunni;

● inserire gli alunni diversamente abili nel contesto della classe e della scuola, favorendo il

● successo scolastico, agevolando la piena integrazione bio-psico-sociale;

● ridurre i disagi formativi ed emozionali;

● assicurare una formazione adeguata e lo sviluppo delle potenzialità;

● adottare forme e tempi di verifica e di valutazione adeguati;

● sensibilizzare e preparare insegnanti e genitori nei confronti delle problematiche legate ai

DVA.

Fasi e tempi:

● iscrizione – entro il termine stabilito da norme ministeriali (di solito a gennaio);

● raccolta dati – febbraio-giugno o fine anno scolastico;

● accoglienza – settembre (a seconda dei casi anche prima dell’inizio delle lezioni);

● inserimento – settembre e ottobre con l’analisi della situazione iniziale;

● progettazione dell’integrazione didattica – ottobre;

● Piano Dinamico Funzionale – inizio, cambio di ciclo scolastico e in fase intermedia in classe

terza

● PEI – dopo ratifica del GLI iniziale entro metà novembre;

● verifiche e valutazione – al termine dei quadrimestri.

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PERSONALE COINVOLTO COMPITI

GLI/ Referente alunni BES 1

Controlla la documentazione in ingresso e

predispone quella in uscita.

Fornisce informazioni circa le disposizioni

normative vigenti al fine di realizzare un

intervento didattico adeguato e personalizzato.

Diffonde e pubblicizza le iniziative di

formazione specifica o di aggiornamento

Raccorda le diverse realtà (scuole, ASL,

famiglie, Consigli di classe, enti territoriali, enti

di formazione).

Collabora, ove richiesto, alla elaborazione di

strategie volte al superamento dei problemi nella

classe con alunni DVA, offre supporto ai

colleghi riguardo a specifici materiali didattici e

di valutazione

coordina il gruppo docenti della commissione

“Interventi e strumenti a supporto degli alunni

BES”

Redige il Piano Annuale per l’Inclusività.

Referente di classe

Prende contatti con la scuola frequentata

precedentemente.

Cura le relazioni all’interno del Consiglio di

classe e con la famiglia per quanto riguarda la

comunicazione del PEI, dei risultati e della

valutazione, promuovendo il coinvolgimento e

la collaborazione.

Informa eventuali supplenti in servizio nelle

classi con alunni con PEI.

Tiene i contatti con la famiglia.

Tiene i contatti con il referente di istituto.

Coordina le attività pianificate.

È garante di quanto concordato nel PEI e

aggiorna il Consiglio di classe sul percorso dello

studente.

Provvede a informare i colleghi su eventuali

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evoluzioni del problema.

Esami di Stato

Nel documento del Consiglio di classe di

maggio il coordinatore si farà carico di

controllare che ogni singolo docente abbia

specificato:

- tutte le informazioni sugli strumenti

compensativi e dispensativi, con riferimento

alle verifiche, ai tempi e al sistema

valutativo utilizzati in corso d’anno;

- le modalità, i tempi e i sistemi valutativi per

le prove d’esame;

- le simulazioni delle prove d’esame.

La Commissione d’esame prenderà in

considerazione un colloquio preliminare

con l’insegnante di sostegno onde essere informata

su caratteristiche peculiari dell’alunno DVA.

La Commissione d’esame per le prove scritte e orali

prenderà in considerazione:

- tempi più lunghi;

- utilizzo degli strumenti previsti;

- la necessità di avvalersi dell’insegnante di sostegno

(o dell’educatore) per lo svolgimento delle prove;

l’insegnante di sostegno potrà essere presente anche

alle prove orali, se richiesto dall’allievo.

Insegnante di sostegno

Prende contatti con la scuola frequentata

precedentemente.

Cura le relazioni all’interno del Consiglio di

classe e con la famiglia per quanto riguarda

la comunicazione del PEI, dei risultati e

della valutazione, promuovendo il

coinvolgimento e la collaborazione.

Informa eventuali supplenti in servizio nelle

classi con alunni con PEI.

Tiene i contatti con la famiglia.

Tiene i contatti con il referente di istituto.

Partecipa alla programmazione educativa e

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didattica e alla valutazione.

Cura gli aspetti metodologici e didattici

funzionali a tutto il gruppo classe.

Svolge il ruolo di mediatore dei contenuti

programmatici, relazionali e didattici.

Tiene rapporti con gli esperti ASL e gli

operatori comunali.

Cura la stesura del PEI concordato fra i

docenti, la famiglia ed eventuali altri

operatori e specialisti

Coordina le attività pianificate.

È garante di quanto concordato nel PEI e

aggiorna il Consiglio di classe sul percorso

dello studente.

Provvede a informare i colleghi su eventuali

problemi e sulle relative evoluzioni.

Valuta con la famiglia e lo studente

l’opportunità e le dovute modalità per

affrontare in classe un eventuale problema.

Esami di Stato

Può essere presente a un colloquio

preliminare con la Commissione d’esame al

fine di informarla sulle modalità di lavoro e

sulle caratteristiche peculiari dell’alunno

DVA.

Può essere presente per lo svolgimento delle

prove sia scritte sia orali in accordo con le

richieste dell’allievo.

La Commissione d’esame per le prove

scritte e orali prenderà in considerazione:

- tempi più lunghi;

- utilizzo degli strumenti previsti.

Conoscenza e accoglienza

Prende atto della certificazione DVA al

primo incontro.

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Consiglio di classe/Team docenti

Legge e analizza la certificazione DVA

Inserisce lo studente nella classe e condivide

gli strumenti utili per il superamento delle

difficoltà.

Si mantiene informato sull’evoluzione dei

materiali di supporto (strumenti

compensativi) e sulla normativa vigente.

Primo mese di scuola

Osserva lo studente mediante la

somministrazione di prove specifiche;

realizza una scheda analitica per rilevare le

difficoltà e le potenzialità.

Incoraggia e dialoga con lo studente per

comprendere il livello di conoscenza e di

accettazione delle proprie difficoltà.

Incontra la famiglia per osservazioni

particolari.

Elaborazione del percorso didattico

personalizzato in coincidenza con il Consiglio

di classe di ottobre

Nel PEI sono descritti gli interventi integrati ed

equilibrati tra loro predisposti per l’alunno; sono

evidenziati gli obiettivi, le esperienze, gli

apprendimenti e le attività più opportune mediante

l’assunzione concreta di responsabilità da parte delle

diverse componenti firmatarie. Viene formulato

entro novembre. Esso è costituito da una parte

generale, redatta dall’insegnante di sostegno, che

raccoglie le osservazioni del Consiglio di classe, e

da una parte specifica di programmazione delle

singole discipline, redatta dagli insegnanti

curricolari e vagliata con l’insegnante di sostegno. Il

piano per la parte disciplinare è allegato al PEI con

le programmazioni dei singoli docenti.

Condivide il PEI con la famiglia.

Sottoscrive il PEI.

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Verifica in itinere

Effettua un riscontro delle attività

programmate nel PEI, con eventuali

modifiche e integrazioni.

Verifica finale

Effettua un riscontro delle attività

programmate nel PEI a fine anno scolastico.

Tiene conto, in sede di valutazione

intermedia e finale, accanto al rendimento

scolastico, dei progressi e dei miglioramenti

dello studente sul piano dell’autonomia e

della crescita personale.

Personale socio-educativo e assistente alla

comunicazione

Collabora alla formulazione del PEI.

Collabora con gli insegnanti per la

partecipazione dell’alunno a tutte le attività

scolastiche e formative.

Si attiva per il potenziamento

dell’autonomia della comunicazione e della

relazione.

Personale ausiliario

Su richiesta, può accompagnare l’alunno

negli spostamenti interni relativamente ai

bisogni primari

La famiglia

Procede all’iscrizione dell’alunno entro i

termini stabiliti.

Fa pervenire la certificazione attestante la

diagnosi clinica, aggiornata per il cambio di

ciclo

È invitata a collaborare con la scuola al fine

di perseguire un armonico sviluppo

psicofisico del/la proprio/a figlio/a

attraverso la definizione di un percorso

didattico personalizzato condiviso.

Consegna in Segreteria didattica la diagnosi.

Eventualmente partecipa agli incontri con il

Consiglio di classe.

Concorda il PEI con il Consiglio di classe e

i singoli docenti.

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Mantiene i contatti con gli insegnanti.

Richiede la versione digitale dei libri, se

necessaria.

Considera non solo il significato valutativo,

ma anche quello formativo delle singole

discipline.

Utilizza gli stessi strumenti di facilitazione

in ambito domestico per supportare lo

studente e sostiene la motivazione e

l’impegno dello studente nel lavoro

scolastico e domestico.

Verifica regolarmente lo svolgimento dei

compiti assegnati e che siano portati a

scuola i materiali richiesti.

Incoraggia l’acquisizione di un sempre

maggiore grado di autonomia nella gestione

dei tempi di studio, dell’impegno scolastico

e delle relazioni con i docenti.

Gli studenti

Hanno diritto a ricevere una didattica

individualizzata e personalizzata, nonché

adeguati strumenti compensativi e misure

dispensative, e suggeriscono ai docenti le

strategie di apprendimento che hanno

maturato autonomamente.

Hanno il dovere di porre adeguato impegno

nel lavoro scolastico.

Devono essere chiaramente informati

riguardo alla diversa modalità di

apprendimento e alle strategie che possono

aiutarli a ottenere il massimo dalle loro

potenzialità.

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ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA O BES 2-3)

Protocollo per l’inclusione degli studenti con DSA

Finalità:

• garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti agli alunni;

• favorire il successo scolastico e prevenire blocchi nell’apprendimento, agevolando la piena

• integrazione sociale e culturale;

• ridurre i disagi formativi ed emozionali;

• assicurare una formazione adeguata e lo sviluppo delle potenzialità;

• adottare forme di verifica e di valutazione adeguate;

• sensibilizzare e preparare insegnanti e genitori nei confronti delle problematiche legate ai

DSA.

Studenti con disturbo specifico di apprendimento

I Disturbi Specifici di Apprendimento sono fragilità di natura neurobiologica e pertanto non possono

essere risolti, ma solamente ridotti (compensazione del disturbo). Tra questi si distinguono:

- la dislessia evolutiva, un disturbo settoriale dell’abilità di lettura;

- la disortografia, la difficoltà a rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlatoin

linguaggio scritto;

- la disgrafia, la difficoltà a produrre una grafia decifrabile;

- la discalculia, il deficit del sistema di elaborazione dei numeri e/o del calcolo.

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PERSONALE COMPITI

GLI in forma ristretta

( FS area 3; referente commissione BES)

Controlla la documentazione in ingresso e predispone

quella in uscita.

Fornisce informazioni circa le disposizioni normative

vigenti al fine di realizzare un intervento didattico

adeguato e personalizzato.

Diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione

specifica o di aggiornamento.

Raccorda le diverse realtà (scuole, ASL, famiglie,

Consigli di classe, enti territoriali, enti di formazione).

Attua il monitoraggio di progetti relativi all’inclusione.

Redige il Piano Annuale per l’Inclusività.

Referente di classe Prende contatti con la scuola frequentata

precedentemente e cura le relazioni all’interno del

Consiglio di classe e con la famiglia.

In presenza di certificazione clinica invita la famiglia

alla compilazione del modulo per la richiesta stesura

PDP

Cura la stesura del Piano Didattico Personalizzato

concordato fra i docenti, la famiglia ed eventuali altri

operatori.

Qualora si proceda alla stesura di un PDP, in assenza di

certificazione clinica, il consiglio di classe o team

docenti deve motivare, verbalizzandole, le motivazioni

che hanno determinato la personalizzazione

dell’apprendimento sulla base di considerazioni di

carattere pedagogico-didattiche. Nel caso di alunni con

DSA, che abbiano una certificazione rilasciata da una

struttura privata, la CM n.2563/13 raccomanda di

adottare, in attesa della certificazione rilasciata da una

struttura pubblica, le misura previste dalla legge n.

170/2010, qualora il consiglio di classe o il team di

docenti ravvisino e riscontrino, sulla base di

considerazione psico-pedagogiche e didattiche, carenze

riconducibili al disturbo.

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Coordina le attività pianificate.

È garante di quanto concordato nel PDP e aggiorna il

Consiglio di classe sul percorso dello studente.

Convoca le famiglie in caso di sospetto di difficoltà

riferibile ad alunni DSA.

Verifica che, in ragione degli adempimenti connessi agli

esami di Stato, le certificazioni siano state presentate

entro il termine del 31 marzo, come previsto all’art. 1

dell’Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni sulle

certificazioni per i DSA.

Esami di Stato

Nel documento del Consiglio di classe di maggio il

coordinatore si farà carico di controllare che ogni singolo

docente abbia specificato:

- tutte le informazioni sugli strumenti compensativi e

dispensativi, con riferimento alle verifiche, ai tempi e

al sistema valutativo utilizzati in corso d’anno;

- le modalità, i tempi e i sistemi valutativi per le prove

d’esame;

- le simulazioni delle prove d’esame.

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Consiglio di classe Conoscenza e accoglienza

Recepisce e prende atto della certificazione DSA entro

settembre (se già pervenuta).

Primo mese di scuola

Osserva lo studente mediante la somministrazione di

prove specifiche; realizza una scheda analitica per rilevare

le difficoltà e le potenzialità.

Incontra la famiglia per osservazioni particolari.

Entro i primi tre mesi di ogni anno scolastico, o

comunque dopo che la famiglia ha prodotto la

certificazione, formula il PDP, composto da una parte

generale e una parte specifica delle singole discipline.

Verifica in itinere

Effettua un riscontro delle attività programmate nel PDP,

con eventuali modifiche e integrazioni.

Verifica finale

Tiene conto, in sede di valutazione intermedia e finale,

accanto al rendimento scolastico, dei progressi e dei

miglioramenti dello studente sul piano dell’autonomia e

della crescita personale.

La famiglia Collabora e condivide il percorso didattico personalizzato.

Provvede di propria iniziativa, o su segnalazione, a far

valutare il proprio figlio nel passaggio tra i vari ordini.

Dichiara l’avvio della procedura di accertamento DSA, ai

fini della compilazione del PDP, e consegna in Segreteria

didattica la diagnosi e la certificazione con la richiesta di

protocollo (entro il 31 marzo, se ultimo anno).

Concorda il PDP con il Consiglio di classe e i singoli

docenti.

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Gli studenti Hanno diritto a ricevere una didattica individualizzata e

personalizzata, nonché adeguati strumenti compensativi e

misure dispensative.

Devono essere chiaramente informati riguardo alla

diversa modalità di apprendimento e alle strategie che

possono aiutarli a ottenere il massimo dalle loro

potenzialità.

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ALUNNI CON SVANTAGGIO o BES 4

Alunni con svantaggio socio-culturale e ambientale

Protocollo per l’inclusione degli studenti in situazione di svantaggio

Finalità:

• garantire a tutti il diritto all’istruzione riuscendo a sviluppare le singole potenzialità;

• ridurre il disagio favorendo il pieno successo scolastico;

• adottare forme di verifica e di valutazione adeguate;

• creare una sensibilità diffusa nei confronti delle problematiche legate al disagio scolastico.

Studenti in situazione di svantaggio socio-culturale e ambientale

Lo studente coinvolto in una situazione di svantaggio socio-culturale e ambientale manifesta spesso

un disagio scolastico, espressione di un’esperienza personale di fragilità emotiva e psicologica, che

condiziona negativamente la sua relazione con l’ambiente, i contesti e le persone incontrate. Tutto ciò

impedisce una partecipazione efficace dell’allievo al processo di apprendimento e consolida, invece,

condizioni di reale marginalità che conducono a scelte dispersive. Il fattore-chiave per

l’individuazione di un bisogno educativo speciale è la rilevazione oggettiva dello svantaggio socio-

culturale, resa possibile attraverso la segnalazione dei servizi territoriali competenti e/o attraverso una

documentazione circoscritta, acquisibile dopo un’osservazione diretta in presenza. Il Consiglio di

classe, attraverso un’osservazione strutturata, concorda con la famiglia, lo studente ed eventualmente

altre figure professionali, un intervento didattico personalizzato, anche per un breve periodo.

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PERSONALE COINVOLTO COMPITI

GLI/Commissione Analizza la situazione a livello d’istituto e monitora le

risorse a disposizione.

Offre un supporto pedagogico-didattico ai Consigli di

classe.

Redige il Piano Annuale per l’Inclusività.

Consiglio di classe Imposta la programmazione pedagogico-didattica

tenendo conto dei bisogni educativi di tutti gli alunni

presenti in classe.

Individua casi di svantaggio socio-culturale e per

questi allievi predispone eventuali PDP, anche

temporanei.

Promuove un’attività didattica inclusiva.

L’osservazione e le relative decisioni devono essere

collegiali

La famiglia Collabora con i docenti nella lettura delle difficoltà

dell’allievo e nel percorso educativo proposto dal

Consiglio di classe.

Gli studenti Hanno diritto a ricevere una didattica individualizzata

e personalizzata, nonché adeguati strumenti

compensativi e misure dispensative.

Devono essere coinvolti nella scelta delle diverse

modalità di apprendimento e nelle strategie che

possono aiutarli a ottenere il massimo dalle loro

potenzialità

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ALUNNI CON SVANTAGGIO o BES 4

Alunni stranieri

Protocollo per l’inclusione degli studenti stranieri

Finalità:

• garantire il diritto all’istruzione agli studenti non di madrelingua italiana, con difficoltà di vario

livello riscontrate nelle competenze linguistiche in lingua italiana onde favorirne il successo

scolastico;

• contribuire al pieno inserimento nel contesto socio-culturale del Paese e della città;

• favorire lo scambio tra diverse culture, elemento di ricchezza e di stimolo culturale;

• promuovere il senso di appartenenza alla comunità scolastica, cittadina, nazionale;

• promuovere la ricchezza insita nell’appartenenza a diverse culture e rendere tutti gli studenti

«cittadini del mondo»: educazione alla mondialità.

Fasi e tempi:

• iscrizione entro i termini consentiti dalle norme ministeriali, con indicazione

• predisposizione dell’accoglienza per studenti stranieri;

• accoglienza

• rilevamento degli specifici bisogni formativi linguistici

• verifica e valutazione al termine dei quadrimestri

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Personale coinvolto Compiti

Referente di istituto Controlla presso la Segreteria didattica la documentazione

in ingresso.

Diffonde presso i Consigli di classe le normative vigenti e

fornisce eventuali chiarimenti.

Diffonde presso i Consigli di classe interessati esempi di

PDP.

Diffonde e pubblicizza eventuali corsi di formazione o

aggiornamento.

Collabora, ove richiesto, al superamento di eventuali

problemi che possano verificarsi nella classe ove sono

inseriti studenti stranieri e fornisce ai colleghi materiali utili

alla didattica e alla valutazione.

Coordinatore di classe Effettua un primo colloquio con gli studenti stranieri per

desumere indicazioni utili al progetto educativo

personalizzato e ne lascia traccia documentale

Chiarisce alla classe quali sono le difficoltà degli studenti

neo-arrivati e li invita alla fattiva collaborazione.

Promuove una fattiva collaborazione di classe per il mutuo

sostegno: in questo modo, risulterà chiaro che tutti abbiamo

bisogno di aiuto, e che il reciproco scambio favorisce tutti

Predispone, con il Consiglio di classe, il PDP ove

necessario e ne verifica periodicamente, mediante colloqui

con i suoi membri, la realizzazione per

correggere/aggiornare alcuni passaggi, ove necessario.

Mantiene i contatti con la famiglia e con il referente

d’istituto.

Coordina le attività pianificate.

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Consiglio di classe Conoscenza e accoglienza

Prende atto della documentazione fornita dalla Segreteria in

merito alle competenze e alle necessità degli studenti

stranieri con bisogno formativo specifico.

Favorisce l’inserimento dello studente straniero,

fornendogli materiale didattico adeguato al livello di

competenze rilevato.

Si documenta sui materiali di supporto presenti all’interno

della scuola (biblioteca, sito).

Prende atto delle normative vigenti e le declina nel modo

opportuno.

Somministra i test di ingresso nelle diverse discipline per

verificare il livello di conoscenze e competenze e declinare

l’intervento;

Definisce il PDP e lo condivide con la famiglia in

coincidenza con il Consiglio di classe di ottobre.

Verifica in itinere

Verifica il riscontro delle attività programmate in sede di

Consiglio, ed eventualmente apporta le modifiche ritenute

opportune.

Verifica finale

A conclusione dell’anno scolastico effettua il riscontro di

quanto programmato nel PDP.

In sede di valutazione finale, tiene conto dei progressi

dell’allievo e della sua crescita personale.

La famiglia È invitata a collaborare con la scuola al fine di perseguire il

positivo sviluppo del figlio/figlia attraverso l’individuazione

di un percorso didattico/educativo personalizzato.

Condivide il PDP elaborato dal Consiglio di classe.

Mantiene i contatti con gli insegnanti.

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Cosa cambia dal 1° Gennaio 2019...

Domanda di accertamento della disabilità dal 1° gennaio 2019

Progettazione e l’organizzazione scolastica per l’inclusione

Una delle tante novità, riguarda la domanda per l’accertamento della disabilità in età evolutiva di

cui alla Legge 5 febbraio 1992, n. 104, dal 1 gennaio 2014 deve essere presentata all’Istituto

Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), che darà il riscontro non oltre 30 giorni dalla data di

presentazione. Vengono introdotti dei cambiamenti nelle commissioni mediche e nella

documentazione da stilare: un Profilo di Funzionamento, redatto secondo i criteri del modello bio-

psico-sociale della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute

(ICF), sostituirà integralmente la Diagnosi Funzionale e il Profilo Dinamico Funzionale. Tale

documento sarà prodotto dall’Unità di Valutazione Multidisciplinare, di cui al DPR del 24/02/94. Il

Profilo di Funzionamento è il documento propedeutico e necessario alla predisposizione del Progetto

Individuale e del Piano Educativo Individualizzato (PEI), definisce le competenze professionali e la

tipologia delle misure di sostegno e delle risorse strutturali necessarie per l’inclusione scolastica, è

redatto con la collaborazione dei genitori e con la partecipazione di un rappresentante

dell’amministrazione scolastica, è aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione e in presenza

di nuove e sopravvenute condizioni. Il Progetto individuale, di cui alla L. n. 328/00 è redatto dal

competente Ente locale sulla base del Profilo di Funzionamento, su richiesta e con la collaborazione

dei genitori. Le prestazioni, i servizi e le misure previste sono definite anche in collaborazione con

le istituzioni scolastiche. Il PEI è elaborato e approvato dai docenti contitolari o dal consiglio di

classe, con la partecipazione dei genitori o dei soggetti che ne esercitano la responsabilità,

delle figure professionali specifiche interne ed esterne all’istituzione scolastica che

interagiscono con la classe e con l’alunno con disabilità nonché con il supporto dell’unità di

valutazione multidisciplinare, tiene conto della certificazione di disabilità e del Profilo di

Funzionamento, individua strumenti e strategie, modalità didattiche e di coordinamento degli

interventi. Dev’essere redatto all’inizio di ogni anno scolastico e aggiornato in presenza di nuove e

sopravvenute condizioni. Ogni istituzione scolastica predispone il Piano per l’inclusione chdee

finisce le modalità per l’utilizzo coordinato delle risorse.

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Trasmissione all’USR per proposta organico

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Assegnazione alle scuole di collaboratori scolastici

I collaboratori scolastici dovranno svolgere compiti di assistenza previsti dal profilo professionale.

Pertanto, nell’assegnazione delle risorse, si dovrà tener conto del genere degli alunni. Un altro aspetto

interessante riguarda l’individuazione di criteri per la progressiva uniformità su tutto il territorio

nazionale della definizione dei profili professionali del personale destinato all’assistenza per

l’autonomia e comunicazione, anche attraverso la previsione di specifici percorsi formativi. Resta

compito degli enti locali provvedere alla dotazione di assistenti all’autonomia e comunicazione, ai

servizi per il trasporto, all’accessibilità delle scuole.

Valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione

L’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI)

è chiamato a definire gli indicatori per la valutazione della qualità dell’inclusione scolastica sulla

base di diversi criteri: livello di inclusività del Piano triennale dell’offerta formativa delle scuole,

realizzazione di percorsi per la personalizzazione e individualizzazione, coinvolgimento dei diversi

soggetti nell’elaborazione del Piano per l’inclusione e nell’attuazione dei processi di inclusione,

realizzazione di iniziative finalizzate alla valorizzazione delle competenze professionali del

personale, utilizzo di strumenti e criteri condivisi per la valutazione dei risultati di apprendimento,

grado di accessibilità e di fruibilità delle risorse, delle attrezzature, di strutture e spazi.