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Istituto Comprensivo n.1 “Foscolo” di Taormina via Dietro Cappuccini-s.n.c. Taormina
telefono 0942 – 628612 fax 0942 – 628641/0942 – 897077
Codice meccanografico MEIC88600X
Sito web www.ic1taormina.it
Posta elettronica [email protected]
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA E
INCLUSIONE ALUNNI CON BISOGNI
EDUCATIVI E SPECIALI
2
Indice
• Premessa………………………………………………………………………………..pag. 3
• Riferimenti Normativi………………………………………………………………….pag. 4
• Compiti Istituzionali…………………………………………………………………....pag. 6
• Mappa riassuntiva BES…………………………………………………………………pag.14
• Alunni diversamente abili (DVA)………………………………………………………pag.15
• Alunni con Disturbi Specifici Di Apprendimento (DSA)………………………………pag.22
• Alunni con svantaggio socio-culturale e ambientale……………………………………pag.27
• Alunni con svantaggio: alunni stranieri…………………………………………………pag.29
• Cosa cambia dal 1° Gennaio 2019...................................................................................pag.32
3
Premessa
Il Protocollo di Accoglienza è una guida dettagliata di informazione riguardante l’accoglienza e
l’inserimento ottimale degli alunni che presentano Bisogni Educativi Speciali (BES) all’interno del
nostro Istituto. Contiene principi, criteri e indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche legate
all’inclusione degli alunni secondo quanto prescritto dalla Direttiva Ministeriale del 27.12.2012,
avente ad oggetto “Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione
territoriale per l’inclusione scolastica” e dalla Circolare n. 8/2013, con la quale il Miur ha fornito
indicazioni operative per la realizzazione di quanto previsto dalla D.M. del 27.12.12.
La direttiva sottolinea che “...è compito doveroso dei C.d.C. o dei team di Docenti delle scuole
primarie indicare in quali altri casi, oltre alle certificazioni di disabilità e alle diagnosi DSA, sia
opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di
misure compensative e/o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di
tutti gli alunni”.
Il protocollo si propone di: consentire il pieno diritto all’istruzione e formazione degli studenti con
Bisogni Educativi Speciali garantendone l’inclusione, facilitare l’ingresso a scuola degli allievi con
BES, supportarli nella fase di adattamento al nuovo ambiente e sostenerne la socializzazione,
informare adeguatamente il personale coinvolto, incrementare la comunicazione e la collaborazione
tra famiglia, scuola e servizi (Comune, Asp…) durante il percorso d’istruzione e di formazione.
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Riferimenti Normativi
L’adozione del Protocollo di Accoglienza degli alunni con BES consente di attuare in modo operativo le
indicazioni normative vigenti che si riferiscono a:
1948 Art.3 della Costituzione Italiana
1992 Legge Quadro n.104/1992
1994 Decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994 – Atto di indirizzo e
coordinamento
relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap
1998 Legge n. 40 del 6 marzo 1998 – Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione
dello straniero
Decreto legislativo n. 286 del 25 luglio 1998 – Testo unico delle disposizioni concernenti
la
disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero
1999 Legge n. 17 del 28 gennaio 1999 – Integrazione e modifica della legge quadro 104/1992
2000 Legge n. 328 dell’8 novembre 2000 – Legge quadro per la realizzazione del sistema
integrato di
interventi e servizi sociali
2002 Legge n. 189 del 30 luglio 2002 – Modifica alla normativa in materia di immigrazione e
di asilo
2003 Legge n. 189 del 15 luglio 2003 – Norme per la promozione della pratica dello sport da
parte
delle persone disabili
2006 Documento generale di indirizzo per l’integrazione degli alunni stranieri e per
l’educazione
interculturale
Circolare MIUR n. 24 del 1° marzo 2006 – Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione
degli
alunni stranieri
DPCM 185/2006 “Regolamento recante modalità e criteri per l’individuazione
dell’alunno come soggetto in situazione di handicap” in riferimento alla Legge 289/2002;
2008 Intesa Stato Regioni sulle modalità ed i criteri per l’accoglienza scolastica e la presa in
carico dell’alunno disabile finalizzata a coordinare gli interventi delle varie istituzioni
pubbliche coinvolte nell’integrazione attraverso accordi di programma (regionali,
provinciali, territoriali);
2009 Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (del 4 agosto 2009);
2009 DPR 22/2009 -“Regolamento per il coordinamento delle norme sulla valutazione degli
alunni”;
2009 La Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento
5
italiano con la L. 18/2009;
2010 Legge Quadro 170/2010 relativa agli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento
(DSA) e successive disposizioni attuative (DM 5669/2011);
Circolare MIUR n. 2 dell’8 gennaio 2010 – Indicazioni e raccomandazioni per
l’integrazione di
alunni con cittadinanza non italiana
2011 Decreto MIUR n. 5669 del 12 luglio 2011 – Trasmissione Linee guida DSA
Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di
Apprendimento
allegate al decreto ministeriale 5669/2011
2012 Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 -“Strumenti di intervento per alunni con
bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”, le
successive Indicazioni operative (CM n. 8 del 6 marzo 2013) e i Chiarimenti (Nota prot.
n. 2563 del 22 novembre 2013);
2013 Circolare MIUR n. 8 del 6 marzo 2013 – Indicazioni operative alunni con BES
Nota prot. n. 2563 del 22 novembre 2013 – Chiarimenti
2017 D.LGS n.66 del 13 Aprile 2017 ”Norme per la promozione dell’inclusione scolastica
degli studenti con disabilità”
2018 Nota MIUR 1143 del 17 maggio 2018 “ L’autonomia scolastica quale fondamento per il
successo formativo di ognuno”
6
Compiti istituzionali
Personale Compiti
Dirigente Scolastico (DS)
Promuove, fra tutte le componenti, il processo di
integrazione e di inclusione all’interno dell’istituzione,
favorendo attività di formazione e aggiornamento e
implementando progetti mirati.
Garantisce i rapporti con gli enti territoriali coinvolti
Gestionali
Individua le risorse interne ed esterne per rispondere
alle esigenze di inclusione.
Assegna i docenti di sostegno.
Gestisce le risorse umane e strumentali e promuove
l’intensificazione dei rapporti tra i docenti e le famiglie
di alunni e studenti diversamente abili (DVA),
favorendone le condizioni e prevedendo idonee
modalità di riconoscimento dell’impegno dei docenti.
Garantisce i rapporti con gli enti coinvolti.
Organizzativi
Sovrintende alla formazione delle classi, garantisce il
raccordo i soggetti che operano nella scuola e le realtà
territoriali, stimola e promuove ogni utile iniziativa
finalizzata a rendere operative le indicazioni condivise
con organi collegiali e famiglie, attiva interventi
preventivi.
Riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la
acquisisce al protocollo e la condivide con il gruppo
docente.
Promuove attività di formazione e aggiornamento per il
conseguimento di competenze specifiche diffuse.
Promuove e valorizza progetti mirati, individuando e
rimuovendo ostacoli, nonché assicurando il
coordinamento delle azioni (tempi, modalità,
finanziamenti).
Consuntivi
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Convoca i Consigli di classe straordinari e il GLI
quando opportuno.
Definisce, su proposta del Collegio dei docenti, il Piano
Annuale per l’Inclusività.
Collegio dei docenti
Delibera il Piano Annuale relativo al processo di
inclusione.
Personale di segreteria
Istituisce un’anagrafe di istituto e comunica, qualora
fosse necessario i nominativi ai referenti di progetto
INVALSI e al referente BES
Aggiorna il fascicolo personale dello studente
Riceve dalla famiglia la certificazione e l’eventuale
diagnosi al momento dell’iscrizione, ne dà
comunicazione al Dirigente scolastico, al coordinatore
di classe e/o al coordinatore docente di sostegno, la
protocolla e la inserisce nel fascicolo personale dello
studente.
Certificazione competenze linguistiche per alunni
stranieri
Contatta la famiglia per chiarimenti, aggiornamenti e/o
integrazioni
NOTE (VEDI ANCHE TABELLE DI SINTESI BES 1, BES 2-3; BES 4)
La scuola individua gli studenti con Bisogni Educativi Speciali in tre modi, attraverso:
certificazione, diagnosi o da considerazioni didattiche.
“Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi
specifici e quella dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale” (punto 1, Dir. M.
27/12/2012).
Possiamo trovarci di fronte a tre diverse situazioni ( vedi mappa riassuntiva ):
a) Alunni con certificazione di disabilità, questa fa riferimento alla Legge 104/92 (art3) ed
elaboriamo un PEI.
b) Alunni con diagnosi di disturbi evolutivi:
- Se hanno diagnosi di DSA, facciamo riferimento alla Legge 170/10 e DM 5669 12/7/2012 ed
elaboriamo un PDP.
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- Se hanno diagnosi di ADHD, Disturbi del Linguaggio, Disturbi della coordinazione motoria o
non-verbali allora la scuola è in grado di decidere in maniera autonoma, “se” utilizzare, o meno, lo
strumento del PDP, in caso non lo utilizzi ne scrive le motivazioni, infatti: “la scuola può
intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, secondo i bisogni e
la convenienza. (…) il Consiglio di Classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare
un Piano Didattico Personalizzato con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative,
avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione” (Piano Didattico Personalizzato, pag. 2
Nota Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363).
c) Alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale: “Tali tipologie di BES
dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli
operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche”
(Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale, CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013).
Il temine “ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche” presuppone che un alunno (in
assenza di diagnosi o certificazioni mediche), il quale mostra delle difficoltà di apprendimento
legate al fatto di provenire da un ambiente con svantaggio socio-economico, con deprivazioni
culturali o linguistiche (come nel caso degli stranieri), può essere aiutato dalla scuola con l’adozione
di percorsi individualizzati e personalizzati come strumenti compensativi e/o dispensativi (pag. 3
CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013) ma “non” è obbligata a fare il PDP, dunque sceglie in autonomia
se fare o meno un PDP, e questi interventi dovranno essere per il tempo necessario all’aiuto in
questione.
Alcuni BES possono essere anche temporanei
I Bisogni Educativi Speciali degli alunni nell’area dello svantaggio socio-economico, linguistico e
culturale, prevedono interventi verificati nel tempo così da attuarli solo fin quando serve. Daremo
priorità alle strategie educative e didattiche più frequenti anziché alle modalità di
dispensazione/compensazione.
“Si avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinchè siano messi in atto per il tempo
strettamente necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi,
le misure dispensative (…) avranno carattere transitorio ed attinente aspetti didattici, privilegiando
dunque le strategie educative e didattiche (…) più che strumenti compensativi e misure
dispensative” (pag. 3 CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013.
Non esiste la “diagnosi di BES” ma necessità di Bisogni Educativi Speciali a scuola
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La diagnosi è una dicitura sanitaria e può essere di “Disturbo Specifico di Apprendimento, nello
specifico di Dislessia Evolutiva”, oppure diagnosi di “ADHD”. Quindi non esiste la diagnosi (e
dunque neppure la certificazione) di Bisogni Educativi Speciali.
Cosa diversa è se vi è una relazione specialistica in cui dopo della dicitura diagnostica come
“Discalculia Evolutiva” appare un suggerimento come “il soggetto necessita di un BES a scuola”. In
questo caso lo psicologo o il medico che compila la relazione sottolinea semplicemente che la
scuola avrà cura di adottare gli strumenti d’intervento per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali.
I Bisogni Educativi Speciali dei DSA: ovvero BES e DSA sono due concetti diversi.
“La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali
disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di
capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma
possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana” (Art. 1
Leg.170/10).
I DSA tecnicamente non sono dei BES, ma i DSA necessitano di Bisogni Educativi Speciali a
scuola, ovvero di interventi e strategie didattiche specifiche per i DSA. Lo stesso principio vale per
l’ADHD, o Disturbi del Linguaggio o svantaggio socio-culturale. Tutti questi necessitano di un
Bisogno Educativo Speciale a scuola.
“In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di
ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi
specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana” (Dir. MIUR
22/12/2012).
Il PDP - Piano Didattico Personalizzato NON è obbligatorio per tutti i BES
Il Piano Didattico Personalizzato citato nella normativa è previsto dal DM n°5669 12/7/2011 sui
DSA.
E’ obbligatorio quando: abbiamo una diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento, dunque
con tutti codici che iniziano con F 81 dell’ ICD-10.
“E’ necessario il riferimento ai codici nosografici (attualmente tutti quelli compresi nella categoria
F81: Disturbi evolutivi Specifici delle Abilità Scolastiche) e alla dicitura esplicita del DSA in
oggetto (della lettura e/o della scrittura e/o del calcolo).”
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(Art. 3, comma 1, “Elementi di Certificazione Diagnostica” della Conferenza Stato-Regioni per
Diagnosi DSA).
E’ scelta della scuola quando:
Abbiamo una diagnosi di Disturbo Evolutivo (diverso dai DSA) come ADHD, Disturbo del
Linguaggio, Disturbo Coordinazione Motoria o visuo-spaziale. Oppure quando abbiamo delle
difficoltà di apprendimento, svantaggio socio-culturale o alunni stranieri.
“Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però
non hanno diritto alla certificazione di Disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel
decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di
verbalizzare le motivazioni della decisione” (Piano Didattico Personalizzato, pag. 2 Nota
Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363).
Nei casi con Disabilità certificata ai sensi della Leg.104/92 a scuola va compiliamo il PEI.
Il PDP può essere compilato in qualsiasi periodo dell’anno.
Se vi è diagnosi di DSA si compila entro 3 mesi.
La compilazione spetta sempre alla scuola, e questo può avvenire durante l’anno anche inoltrato.
Solo per le diagnosi di DSA, il PDP deve essere operativo entro 3 mesi dalla presentazione della
documentazione diagnostica a scuola. Motivo per cui è sempre bene segnarsi data e numero di
protocollo della presentazione dei documenti.
“La scuola predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non superino il primo trimestre
scolastico un documento che dovrà contenere almeno le seguenti voci, articolato per le discipline
coinvolte dal disturbo” (DM n°5669 12/7/2011).
Se si frequenta una classe in cui vi saranno gli esami di Stato, è invece richiesto che la
diagnosi sia presentata entro il 31 marzo dell’anno in corso (CM n° 8 del 6/3/2013).
Consenso Genitori:
Il PDP va firmato da tre figure: Dirigente scolastico (o da suo delegato), dai docenti e dalla famiglia,
ciò è riportato a pag. 2 della CM n° 8 del 6/3/2013.
Infatti il PDP rappresenta un accordo di reciproca collaborazione tra scuola e famiglia. Ma, come
abbiamo detto, il PDP non è necessario per tutti i BES, in molti casi la scuola può decidere di
mettere in atto della strategie didattiche di intervento senza formalizzarle nel PDP. In questo caso,
non essendoci il PDP non è necessaria alcuna firma da parte della famiglia. D’altro canto non c'è
11
bisogno di alcun documento per spiegare l'utilizzo di strategie didattiche più conformi a migliorare
l’apprendimento di un alunno in difficoltà.
Il PDP è uno strumento operativo che va applicato.
“Il Piano Didattico personalizzato non può essere inteso come mera esplicazione di strumenti
compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; esso è bensì lo strumento in cui si potranno, ad
esempio, includere progettazione didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le
competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione
diagnostica, abbisognano), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni
o dispense, a carattere squisitamente didattico-strumentale”.(CM n°8 del 6/3/2013).
Con diagnosi di DSA rilasciata da struttura privata redigiamo il PDP
Il Piano Didattico Personalizzato può subito essere predisposto con la diagnosi di DSA della struttura
privata, ritenuta rigorosa perché compilata da professionisti che rispettano la Consesus Conference
sui DSA. In questo modo, sia la scuola che la famiglia, si attiveranno tempestivamente per percorsi
didattici riabilitativi come previsto dalla legge quadro dei DSA (comma f, art 2, L. 170/10).
La diagnosi di DSA emessa da strutture private per la piena applicazione della Legge 170/10 e DM
5669 12/7/2011, può essere accettata in attesa di certificazione di struttura sanitaria pubblica o
accreditata.
“Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura
privata, si raccomanda - nelle more del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie
pubbliche o accreditate
– di adottare preventivamente le misure previste dalla Legge 170/2010, qualora il Consiglio di
classe o il team dei docenti della scuola primaria ravvisino e riscontrino, sulla base di
considerazioni psicopedagogiche e didattiche, carenze fondatamente riconducibili al disturbo.
Pervengono infatti numerose segnalazioni relative ad alunni (già sottoposti ad accertamenti
diagnostici nei primi mesi di scuola) che, riuscendo soltanto verso la fine dell’anno scolastico ad
ottenere la certificazione, permangono senza le tutele cui sostanzialmente avrebbero diritto. Si
evidenzia pertanto la necessità di superare e risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle
certificazioni (in molti casi superiori ai sei mesi) adottando comunque un piano didattico
individualizzato e personalizzato nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate
richiedono.” (Pag. 2 e 3 della CM MIUR n° 8-561 del 6/3/2013).
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BES e prove Invalsi: il loro svolgimento dipende dal tipo di disturbo o difficoltà.
Nelle Indicazioni in merito a valutazione, certificazione delle competenze ed Esame di stato nelle
scuole del primo ciclo di istruzione (Nota MIUR 1865 del 10.10.2017) si esplicita che: “Le alunne e
gli alunni con disturbo specifico di apprendimento (DSA) partecipano alle prove INVALSI di cui
agli articoli 4 e 7 del decreto legislativo n. 62/2017. Per lo svolgimento delle suddette prove il
consiglio di classe può disporre adeguati strumenti compensativi coerenti con il piano didattico
personalizzato. Le alunne e gli alunni con DSA dispensati dalla prova scritta di lingua straniera o
esonerati dall'insegnamento della lingua straniera non sostengono la prova nazionale di lingua
inglese. Le alunne e gli alunni con disturbo specifico di apprendimento sostengono le prove d'esame
secondo le modalità previste dall'articolo 14 del decreto ministeriale n. 741/2017, utilizzando, se
necessario. gli strumenti compensativi indicati nel piano didattico personalizzato - dei quali hanno
fatto uso abitualmente nel corso dell'anno scolastico o comunque ritenuti funzionali allo svolgimento
delle prove - ed usufruendo. eventualmente. di tempi più lunghi per lo svolgimento delle prove
scritte. In ogni caso, l'utilizzazione di strumenti compensativi non deve pregiudicare la validità delle
prove scritte.”
Si ricorda che anche per le alunne e gli alunni con DSA la partecipazione alle prove lNVALSI è
requisito di ammissione all'esame di Stato. Per gli alunni con DSA, dispensati dalle prove scritte in
lingua straniera, si fa riferimento alla sola dimensione orale di tali discipline. Per gli alunni con DSA,
esonerati dall'insegnamento della lingua straniera, ai sensi del decreto ministeriale 12 luglio 2011,
non viene compilata la relativa sezione. Anche nella documentazione predisposta da INVALSI, si fa
esplicito riferimento al D. Lgs.62/2017 e alla nota MIUR 1865 del 10.10.2017, si afferma che, in
base a quanto previsto dal PDP, per gli alunni con DSA possono essere adottate:
Misure compensative
● tempo aggiuntivo (fino a 15 min. per ciascuna prova)
● dizionario
● donatore di voce per l’ascolto individuale in audio-cuffia
● calcolatrice
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Misure dispensative: esonero dalla prova nazionale di lingua Inglese per gli alunni con DSA
dispensati dalla prova scritta di lingua straniera o esonerati dall’insegnamento della lingua straniera.
Le misure compensative sono applicabili solo agli allievi con DSA certificato. Tutti gli altri
allievi BES svolgono la prova ordinaria secondo le modalità standard previste per tutti gli altri
allievi.
Aggiornamento - nota esplicativa
Il 20 febbraio 2018 il MIUR ha emanato la Nota n. 2936, avente per oggetto Esame di Stato
conclusivo del primo ciclo di istruzione. Indicazioni per lo svolgimento delle prove INVALSI.
Ricordiamo che le prove nazionali predisposte dall’INVALSI che interessano gli studenti del terzo
anno della scuola secondaria di primo grado (ex-scuola media) sono 3 :
- italiano,
- matematica
- inglese
L’introduzione delle prove INVALSI effettuate attraverso il computer (computer based ,CBT) ha
previsto, per tutti gli studenti, un incremento del tempo di svolgimento di 15 minuti ciascuna (
ogni prova, quindi, durerà 90 minuti) e a un minore numero di quesiti, circa il 10% in meno di
domande rispetto alle prove cartacee degli anni passati. Per permettere agli studenti di familiarizzare
con questa tipologia di prove, Nei prossimi giorni le scuole dovranno indicare nell’area riservata
al Dirigente scolastico per quali alunni sono previsti eventuali strumenti compensativi o misure
dispensative, in riferimento all’articolo 11 del Decreto legislativo n. 62/2017. Questo articolo
ribadisce che gli strumenti compensativi e/o le misure dispensative sono previsti solo per gli studenti
con disabilità certificata ai sensi della legge n. 104/1992 o con disturbi specifici di apprendimento
certificati ai sensi della legge n. 170/2010, coerentemente con quanto previsto, rispettivamente, dal
PEI o dal PDP. Gli alunni con DSA, quindi, possono usare tutti gli strumenti compensativi,
indicati nel PDP e abitualmente utilizzati durante il percorso scolastico. Anche gli alunni che
non sostengono le prove INVALSI di inglese hanno diritto all’ammissione all’esame di Stato.
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15
MAPPA RIASSUNTIVA BES
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ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI (DVA o BES 1)
Protocollo per l’inclusione degli studenti diversamente abili
Finalità:
● garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti agli alunni;
● inserire gli alunni diversamente abili nel contesto della classe e della scuola, favorendo il
● successo scolastico, agevolando la piena integrazione bio-psico-sociale;
● ridurre i disagi formativi ed emozionali;
● assicurare una formazione adeguata e lo sviluppo delle potenzialità;
● adottare forme e tempi di verifica e di valutazione adeguati;
● sensibilizzare e preparare insegnanti e genitori nei confronti delle problematiche legate ai
DVA.
Fasi e tempi:
● iscrizione – entro il termine stabilito da norme ministeriali (di solito a gennaio);
● raccolta dati – febbraio-giugno o fine anno scolastico;
● accoglienza – settembre (a seconda dei casi anche prima dell’inizio delle lezioni);
● inserimento – settembre e ottobre con l’analisi della situazione iniziale;
● progettazione dell’integrazione didattica – ottobre;
● Piano Dinamico Funzionale – inizio, cambio di ciclo scolastico e in fase intermedia in classe
terza
● PEI – dopo ratifica del GLI iniziale entro metà novembre;
● verifiche e valutazione – al termine dei quadrimestri.
17
PERSONALE COINVOLTO COMPITI
GLI/ Referente alunni BES 1
Controlla la documentazione in ingresso e
predispone quella in uscita.
Fornisce informazioni circa le disposizioni
normative vigenti al fine di realizzare un
intervento didattico adeguato e personalizzato.
Diffonde e pubblicizza le iniziative di
formazione specifica o di aggiornamento
Raccorda le diverse realtà (scuole, ASL,
famiglie, Consigli di classe, enti territoriali, enti
di formazione).
Collabora, ove richiesto, alla elaborazione di
strategie volte al superamento dei problemi nella
classe con alunni DVA, offre supporto ai
colleghi riguardo a specifici materiali didattici e
di valutazione
coordina il gruppo docenti della commissione
“Interventi e strumenti a supporto degli alunni
BES”
Redige il Piano Annuale per l’Inclusività.
Referente di classe
Prende contatti con la scuola frequentata
precedentemente.
Cura le relazioni all’interno del Consiglio di
classe e con la famiglia per quanto riguarda la
comunicazione del PEI, dei risultati e della
valutazione, promuovendo il coinvolgimento e
la collaborazione.
Informa eventuali supplenti in servizio nelle
classi con alunni con PEI.
Tiene i contatti con la famiglia.
Tiene i contatti con il referente di istituto.
Coordina le attività pianificate.
È garante di quanto concordato nel PEI e
aggiorna il Consiglio di classe sul percorso dello
studente.
Provvede a informare i colleghi su eventuali
18
evoluzioni del problema.
Esami di Stato
Nel documento del Consiglio di classe di
maggio il coordinatore si farà carico di
controllare che ogni singolo docente abbia
specificato:
- tutte le informazioni sugli strumenti
compensativi e dispensativi, con riferimento
alle verifiche, ai tempi e al sistema
valutativo utilizzati in corso d’anno;
- le modalità, i tempi e i sistemi valutativi per
le prove d’esame;
- le simulazioni delle prove d’esame.
La Commissione d’esame prenderà in
considerazione un colloquio preliminare
con l’insegnante di sostegno onde essere informata
su caratteristiche peculiari dell’alunno DVA.
La Commissione d’esame per le prove scritte e orali
prenderà in considerazione:
- tempi più lunghi;
- utilizzo degli strumenti previsti;
- la necessità di avvalersi dell’insegnante di sostegno
(o dell’educatore) per lo svolgimento delle prove;
l’insegnante di sostegno potrà essere presente anche
alle prove orali, se richiesto dall’allievo.
Insegnante di sostegno
Prende contatti con la scuola frequentata
precedentemente.
Cura le relazioni all’interno del Consiglio di
classe e con la famiglia per quanto riguarda
la comunicazione del PEI, dei risultati e
della valutazione, promuovendo il
coinvolgimento e la collaborazione.
Informa eventuali supplenti in servizio nelle
classi con alunni con PEI.
Tiene i contatti con la famiglia.
Tiene i contatti con il referente di istituto.
Partecipa alla programmazione educativa e
19
didattica e alla valutazione.
Cura gli aspetti metodologici e didattici
funzionali a tutto il gruppo classe.
Svolge il ruolo di mediatore dei contenuti
programmatici, relazionali e didattici.
Tiene rapporti con gli esperti ASL e gli
operatori comunali.
Cura la stesura del PEI concordato fra i
docenti, la famiglia ed eventuali altri
operatori e specialisti
Coordina le attività pianificate.
È garante di quanto concordato nel PEI e
aggiorna il Consiglio di classe sul percorso
dello studente.
Provvede a informare i colleghi su eventuali
problemi e sulle relative evoluzioni.
Valuta con la famiglia e lo studente
l’opportunità e le dovute modalità per
affrontare in classe un eventuale problema.
Esami di Stato
Può essere presente a un colloquio
preliminare con la Commissione d’esame al
fine di informarla sulle modalità di lavoro e
sulle caratteristiche peculiari dell’alunno
DVA.
Può essere presente per lo svolgimento delle
prove sia scritte sia orali in accordo con le
richieste dell’allievo.
La Commissione d’esame per le prove
scritte e orali prenderà in considerazione:
- tempi più lunghi;
- utilizzo degli strumenti previsti.
Conoscenza e accoglienza
Prende atto della certificazione DVA al
primo incontro.
20
Consiglio di classe/Team docenti
Legge e analizza la certificazione DVA
Inserisce lo studente nella classe e condivide
gli strumenti utili per il superamento delle
difficoltà.
Si mantiene informato sull’evoluzione dei
materiali di supporto (strumenti
compensativi) e sulla normativa vigente.
Primo mese di scuola
Osserva lo studente mediante la
somministrazione di prove specifiche;
realizza una scheda analitica per rilevare le
difficoltà e le potenzialità.
Incoraggia e dialoga con lo studente per
comprendere il livello di conoscenza e di
accettazione delle proprie difficoltà.
Incontra la famiglia per osservazioni
particolari.
Elaborazione del percorso didattico
personalizzato in coincidenza con il Consiglio
di classe di ottobre
Nel PEI sono descritti gli interventi integrati ed
equilibrati tra loro predisposti per l’alunno; sono
evidenziati gli obiettivi, le esperienze, gli
apprendimenti e le attività più opportune mediante
l’assunzione concreta di responsabilità da parte delle
diverse componenti firmatarie. Viene formulato
entro novembre. Esso è costituito da una parte
generale, redatta dall’insegnante di sostegno, che
raccoglie le osservazioni del Consiglio di classe, e
da una parte specifica di programmazione delle
singole discipline, redatta dagli insegnanti
curricolari e vagliata con l’insegnante di sostegno. Il
piano per la parte disciplinare è allegato al PEI con
le programmazioni dei singoli docenti.
Condivide il PEI con la famiglia.
Sottoscrive il PEI.
21
Verifica in itinere
Effettua un riscontro delle attività
programmate nel PEI, con eventuali
modifiche e integrazioni.
Verifica finale
Effettua un riscontro delle attività
programmate nel PEI a fine anno scolastico.
Tiene conto, in sede di valutazione
intermedia e finale, accanto al rendimento
scolastico, dei progressi e dei miglioramenti
dello studente sul piano dell’autonomia e
della crescita personale.
Personale socio-educativo e assistente alla
comunicazione
Collabora alla formulazione del PEI.
Collabora con gli insegnanti per la
partecipazione dell’alunno a tutte le attività
scolastiche e formative.
Si attiva per il potenziamento
dell’autonomia della comunicazione e della
relazione.
Personale ausiliario
Su richiesta, può accompagnare l’alunno
negli spostamenti interni relativamente ai
bisogni primari
La famiglia
Procede all’iscrizione dell’alunno entro i
termini stabiliti.
Fa pervenire la certificazione attestante la
diagnosi clinica, aggiornata per il cambio di
ciclo
È invitata a collaborare con la scuola al fine
di perseguire un armonico sviluppo
psicofisico del/la proprio/a figlio/a
attraverso la definizione di un percorso
didattico personalizzato condiviso.
Consegna in Segreteria didattica la diagnosi.
Eventualmente partecipa agli incontri con il
Consiglio di classe.
Concorda il PEI con il Consiglio di classe e
i singoli docenti.
22
Mantiene i contatti con gli insegnanti.
Richiede la versione digitale dei libri, se
necessaria.
Considera non solo il significato valutativo,
ma anche quello formativo delle singole
discipline.
Utilizza gli stessi strumenti di facilitazione
in ambito domestico per supportare lo
studente e sostiene la motivazione e
l’impegno dello studente nel lavoro
scolastico e domestico.
Verifica regolarmente lo svolgimento dei
compiti assegnati e che siano portati a
scuola i materiali richiesti.
Incoraggia l’acquisizione di un sempre
maggiore grado di autonomia nella gestione
dei tempi di studio, dell’impegno scolastico
e delle relazioni con i docenti.
Gli studenti
Hanno diritto a ricevere una didattica
individualizzata e personalizzata, nonché
adeguati strumenti compensativi e misure
dispensative, e suggeriscono ai docenti le
strategie di apprendimento che hanno
maturato autonomamente.
Hanno il dovere di porre adeguato impegno
nel lavoro scolastico.
Devono essere chiaramente informati
riguardo alla diversa modalità di
apprendimento e alle strategie che possono
aiutarli a ottenere il massimo dalle loro
potenzialità.
23
ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA O BES 2-3)
Protocollo per l’inclusione degli studenti con DSA
Finalità:
• garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti agli alunni;
• favorire il successo scolastico e prevenire blocchi nell’apprendimento, agevolando la piena
• integrazione sociale e culturale;
• ridurre i disagi formativi ed emozionali;
• assicurare una formazione adeguata e lo sviluppo delle potenzialità;
• adottare forme di verifica e di valutazione adeguate;
• sensibilizzare e preparare insegnanti e genitori nei confronti delle problematiche legate ai
DSA.
Studenti con disturbo specifico di apprendimento
I Disturbi Specifici di Apprendimento sono fragilità di natura neurobiologica e pertanto non possono
essere risolti, ma solamente ridotti (compensazione del disturbo). Tra questi si distinguono:
- la dislessia evolutiva, un disturbo settoriale dell’abilità di lettura;
- la disortografia, la difficoltà a rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlatoin
linguaggio scritto;
- la disgrafia, la difficoltà a produrre una grafia decifrabile;
- la discalculia, il deficit del sistema di elaborazione dei numeri e/o del calcolo.
24
PERSONALE COMPITI
GLI in forma ristretta
( FS area 3; referente commissione BES)
Controlla la documentazione in ingresso e predispone
quella in uscita.
Fornisce informazioni circa le disposizioni normative
vigenti al fine di realizzare un intervento didattico
adeguato e personalizzato.
Diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione
specifica o di aggiornamento.
Raccorda le diverse realtà (scuole, ASL, famiglie,
Consigli di classe, enti territoriali, enti di formazione).
Attua il monitoraggio di progetti relativi all’inclusione.
Redige il Piano Annuale per l’Inclusività.
Referente di classe Prende contatti con la scuola frequentata
precedentemente e cura le relazioni all’interno del
Consiglio di classe e con la famiglia.
In presenza di certificazione clinica invita la famiglia
alla compilazione del modulo per la richiesta stesura
PDP
Cura la stesura del Piano Didattico Personalizzato
concordato fra i docenti, la famiglia ed eventuali altri
operatori.
Qualora si proceda alla stesura di un PDP, in assenza di
certificazione clinica, il consiglio di classe o team
docenti deve motivare, verbalizzandole, le motivazioni
che hanno determinato la personalizzazione
dell’apprendimento sulla base di considerazioni di
carattere pedagogico-didattiche. Nel caso di alunni con
DSA, che abbiano una certificazione rilasciata da una
struttura privata, la CM n.2563/13 raccomanda di
adottare, in attesa della certificazione rilasciata da una
struttura pubblica, le misura previste dalla legge n.
170/2010, qualora il consiglio di classe o il team di
docenti ravvisino e riscontrino, sulla base di
considerazione psico-pedagogiche e didattiche, carenze
riconducibili al disturbo.
25
Coordina le attività pianificate.
È garante di quanto concordato nel PDP e aggiorna il
Consiglio di classe sul percorso dello studente.
Convoca le famiglie in caso di sospetto di difficoltà
riferibile ad alunni DSA.
Verifica che, in ragione degli adempimenti connessi agli
esami di Stato, le certificazioni siano state presentate
entro il termine del 31 marzo, come previsto all’art. 1
dell’Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni sulle
certificazioni per i DSA.
Esami di Stato
Nel documento del Consiglio di classe di maggio il
coordinatore si farà carico di controllare che ogni singolo
docente abbia specificato:
- tutte le informazioni sugli strumenti compensativi e
dispensativi, con riferimento alle verifiche, ai tempi e
al sistema valutativo utilizzati in corso d’anno;
- le modalità, i tempi e i sistemi valutativi per le prove
d’esame;
- le simulazioni delle prove d’esame.
26
Consiglio di classe Conoscenza e accoglienza
Recepisce e prende atto della certificazione DSA entro
settembre (se già pervenuta).
Primo mese di scuola
Osserva lo studente mediante la somministrazione di
prove specifiche; realizza una scheda analitica per rilevare
le difficoltà e le potenzialità.
Incontra la famiglia per osservazioni particolari.
Entro i primi tre mesi di ogni anno scolastico, o
comunque dopo che la famiglia ha prodotto la
certificazione, formula il PDP, composto da una parte
generale e una parte specifica delle singole discipline.
Verifica in itinere
Effettua un riscontro delle attività programmate nel PDP,
con eventuali modifiche e integrazioni.
Verifica finale
Tiene conto, in sede di valutazione intermedia e finale,
accanto al rendimento scolastico, dei progressi e dei
miglioramenti dello studente sul piano dell’autonomia e
della crescita personale.
La famiglia Collabora e condivide il percorso didattico personalizzato.
Provvede di propria iniziativa, o su segnalazione, a far
valutare il proprio figlio nel passaggio tra i vari ordini.
Dichiara l’avvio della procedura di accertamento DSA, ai
fini della compilazione del PDP, e consegna in Segreteria
didattica la diagnosi e la certificazione con la richiesta di
protocollo (entro il 31 marzo, se ultimo anno).
Concorda il PDP con il Consiglio di classe e i singoli
docenti.
27
Gli studenti Hanno diritto a ricevere una didattica individualizzata e
personalizzata, nonché adeguati strumenti compensativi e
misure dispensative.
Devono essere chiaramente informati riguardo alla
diversa modalità di apprendimento e alle strategie che
possono aiutarli a ottenere il massimo dalle loro
potenzialità.
28
ALUNNI CON SVANTAGGIO o BES 4
Alunni con svantaggio socio-culturale e ambientale
Protocollo per l’inclusione degli studenti in situazione di svantaggio
Finalità:
• garantire a tutti il diritto all’istruzione riuscendo a sviluppare le singole potenzialità;
• ridurre il disagio favorendo il pieno successo scolastico;
• adottare forme di verifica e di valutazione adeguate;
• creare una sensibilità diffusa nei confronti delle problematiche legate al disagio scolastico.
Studenti in situazione di svantaggio socio-culturale e ambientale
Lo studente coinvolto in una situazione di svantaggio socio-culturale e ambientale manifesta spesso
un disagio scolastico, espressione di un’esperienza personale di fragilità emotiva e psicologica, che
condiziona negativamente la sua relazione con l’ambiente, i contesti e le persone incontrate. Tutto ciò
impedisce una partecipazione efficace dell’allievo al processo di apprendimento e consolida, invece,
condizioni di reale marginalità che conducono a scelte dispersive. Il fattore-chiave per
l’individuazione di un bisogno educativo speciale è la rilevazione oggettiva dello svantaggio socio-
culturale, resa possibile attraverso la segnalazione dei servizi territoriali competenti e/o attraverso una
documentazione circoscritta, acquisibile dopo un’osservazione diretta in presenza. Il Consiglio di
classe, attraverso un’osservazione strutturata, concorda con la famiglia, lo studente ed eventualmente
altre figure professionali, un intervento didattico personalizzato, anche per un breve periodo.
29
PERSONALE COINVOLTO COMPITI
GLI/Commissione Analizza la situazione a livello d’istituto e monitora le
risorse a disposizione.
Offre un supporto pedagogico-didattico ai Consigli di
classe.
Redige il Piano Annuale per l’Inclusività.
Consiglio di classe Imposta la programmazione pedagogico-didattica
tenendo conto dei bisogni educativi di tutti gli alunni
presenti in classe.
Individua casi di svantaggio socio-culturale e per
questi allievi predispone eventuali PDP, anche
temporanei.
Promuove un’attività didattica inclusiva.
L’osservazione e le relative decisioni devono essere
collegiali
La famiglia Collabora con i docenti nella lettura delle difficoltà
dell’allievo e nel percorso educativo proposto dal
Consiglio di classe.
Gli studenti Hanno diritto a ricevere una didattica individualizzata
e personalizzata, nonché adeguati strumenti
compensativi e misure dispensative.
Devono essere coinvolti nella scelta delle diverse
modalità di apprendimento e nelle strategie che
possono aiutarli a ottenere il massimo dalle loro
potenzialità
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ALUNNI CON SVANTAGGIO o BES 4
Alunni stranieri
Protocollo per l’inclusione degli studenti stranieri
Finalità:
• garantire il diritto all’istruzione agli studenti non di madrelingua italiana, con difficoltà di vario
livello riscontrate nelle competenze linguistiche in lingua italiana onde favorirne il successo
scolastico;
• contribuire al pieno inserimento nel contesto socio-culturale del Paese e della città;
• favorire lo scambio tra diverse culture, elemento di ricchezza e di stimolo culturale;
• promuovere il senso di appartenenza alla comunità scolastica, cittadina, nazionale;
• promuovere la ricchezza insita nell’appartenenza a diverse culture e rendere tutti gli studenti
«cittadini del mondo»: educazione alla mondialità.
Fasi e tempi:
• iscrizione entro i termini consentiti dalle norme ministeriali, con indicazione
• predisposizione dell’accoglienza per studenti stranieri;
• accoglienza
• rilevamento degli specifici bisogni formativi linguistici
• verifica e valutazione al termine dei quadrimestri
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Personale coinvolto Compiti
Referente di istituto Controlla presso la Segreteria didattica la documentazione
in ingresso.
Diffonde presso i Consigli di classe le normative vigenti e
fornisce eventuali chiarimenti.
Diffonde presso i Consigli di classe interessati esempi di
PDP.
Diffonde e pubblicizza eventuali corsi di formazione o
aggiornamento.
Collabora, ove richiesto, al superamento di eventuali
problemi che possano verificarsi nella classe ove sono
inseriti studenti stranieri e fornisce ai colleghi materiali utili
alla didattica e alla valutazione.
Coordinatore di classe Effettua un primo colloquio con gli studenti stranieri per
desumere indicazioni utili al progetto educativo
personalizzato e ne lascia traccia documentale
Chiarisce alla classe quali sono le difficoltà degli studenti
neo-arrivati e li invita alla fattiva collaborazione.
Promuove una fattiva collaborazione di classe per il mutuo
sostegno: in questo modo, risulterà chiaro che tutti abbiamo
bisogno di aiuto, e che il reciproco scambio favorisce tutti
Predispone, con il Consiglio di classe, il PDP ove
necessario e ne verifica periodicamente, mediante colloqui
con i suoi membri, la realizzazione per
correggere/aggiornare alcuni passaggi, ove necessario.
Mantiene i contatti con la famiglia e con il referente
d’istituto.
Coordina le attività pianificate.
32
Consiglio di classe Conoscenza e accoglienza
Prende atto della documentazione fornita dalla Segreteria in
merito alle competenze e alle necessità degli studenti
stranieri con bisogno formativo specifico.
Favorisce l’inserimento dello studente straniero,
fornendogli materiale didattico adeguato al livello di
competenze rilevato.
Si documenta sui materiali di supporto presenti all’interno
della scuola (biblioteca, sito).
Prende atto delle normative vigenti e le declina nel modo
opportuno.
Somministra i test di ingresso nelle diverse discipline per
verificare il livello di conoscenze e competenze e declinare
l’intervento;
Definisce il PDP e lo condivide con la famiglia in
coincidenza con il Consiglio di classe di ottobre.
Verifica in itinere
Verifica il riscontro delle attività programmate in sede di
Consiglio, ed eventualmente apporta le modifiche ritenute
opportune.
Verifica finale
A conclusione dell’anno scolastico effettua il riscontro di
quanto programmato nel PDP.
In sede di valutazione finale, tiene conto dei progressi
dell’allievo e della sua crescita personale.
La famiglia È invitata a collaborare con la scuola al fine di perseguire il
positivo sviluppo del figlio/figlia attraverso l’individuazione
di un percorso didattico/educativo personalizzato.
Condivide il PDP elaborato dal Consiglio di classe.
Mantiene i contatti con gli insegnanti.
33
Cosa cambia dal 1° Gennaio 2019...
Domanda di accertamento della disabilità dal 1° gennaio 2019
Progettazione e l’organizzazione scolastica per l’inclusione
Una delle tante novità, riguarda la domanda per l’accertamento della disabilità in età evolutiva di
cui alla Legge 5 febbraio 1992, n. 104, dal 1 gennaio 2014 deve essere presentata all’Istituto
Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), che darà il riscontro non oltre 30 giorni dalla data di
presentazione. Vengono introdotti dei cambiamenti nelle commissioni mediche e nella
documentazione da stilare: un Profilo di Funzionamento, redatto secondo i criteri del modello bio-
psico-sociale della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute
(ICF), sostituirà integralmente la Diagnosi Funzionale e il Profilo Dinamico Funzionale. Tale
documento sarà prodotto dall’Unità di Valutazione Multidisciplinare, di cui al DPR del 24/02/94. Il
Profilo di Funzionamento è il documento propedeutico e necessario alla predisposizione del Progetto
Individuale e del Piano Educativo Individualizzato (PEI), definisce le competenze professionali e la
tipologia delle misure di sostegno e delle risorse strutturali necessarie per l’inclusione scolastica, è
redatto con la collaborazione dei genitori e con la partecipazione di un rappresentante
dell’amministrazione scolastica, è aggiornato al passaggio di ogni grado di istruzione e in presenza
di nuove e sopravvenute condizioni. Il Progetto individuale, di cui alla L. n. 328/00 è redatto dal
competente Ente locale sulla base del Profilo di Funzionamento, su richiesta e con la collaborazione
dei genitori. Le prestazioni, i servizi e le misure previste sono definite anche in collaborazione con
le istituzioni scolastiche. Il PEI è elaborato e approvato dai docenti contitolari o dal consiglio di
classe, con la partecipazione dei genitori o dei soggetti che ne esercitano la responsabilità,
delle figure professionali specifiche interne ed esterne all’istituzione scolastica che
interagiscono con la classe e con l’alunno con disabilità nonché con il supporto dell’unità di
valutazione multidisciplinare, tiene conto della certificazione di disabilità e del Profilo di
Funzionamento, individua strumenti e strategie, modalità didattiche e di coordinamento degli
interventi. Dev’essere redatto all’inizio di ogni anno scolastico e aggiornato in presenza di nuove e
sopravvenute condizioni. Ogni istituzione scolastica predispone il Piano per l’inclusione chdee
finisce le modalità per l’utilizzo coordinato delle risorse.
34
Trasmissione all’USR per proposta organico
35
Assegnazione alle scuole di collaboratori scolastici
I collaboratori scolastici dovranno svolgere compiti di assistenza previsti dal profilo professionale.
Pertanto, nell’assegnazione delle risorse, si dovrà tener conto del genere degli alunni. Un altro aspetto
interessante riguarda l’individuazione di criteri per la progressiva uniformità su tutto il territorio
nazionale della definizione dei profili professionali del personale destinato all’assistenza per
l’autonomia e comunicazione, anche attraverso la previsione di specifici percorsi formativi. Resta
compito degli enti locali provvedere alla dotazione di assistenti all’autonomia e comunicazione, ai
servizi per il trasporto, all’accessibilità delle scuole.
Valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione
L’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI)
è chiamato a definire gli indicatori per la valutazione della qualità dell’inclusione scolastica sulla
base di diversi criteri: livello di inclusività del Piano triennale dell’offerta formativa delle scuole,
realizzazione di percorsi per la personalizzazione e individualizzazione, coinvolgimento dei diversi
soggetti nell’elaborazione del Piano per l’inclusione e nell’attuazione dei processi di inclusione,
realizzazione di iniziative finalizzate alla valorizzazione delle competenze professionali del
personale, utilizzo di strumenti e criteri condivisi per la valutazione dei risultati di apprendimento,
grado di accessibilità e di fruibilità delle risorse, delle attrezzature, di strutture e spazi.