20
A.S.L. CASERTA Comitato Tecnico Aziendale per il Controllo e la Sorveglianza delle Infezioni Ospedaliere [C.I.O. ] Procedura: Igiene delle mani Elaborata: Giugno 2010 Edizione: 1 Rev. Redatta da: CPS inf. Sorrentino Milena e-mail : [email protected] Pagina 1 di 20 INDICE INDICE........................................................................................................ 1 GLOSSARIO ............................................................................................... 2 INTRODUZIONE: ....................................................................................... 3 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE ....................................................... 3 CRITERI DI VALIDAZIONE INTERNA ........................................................ 3 DESTINATARI ............................................................................................. 4 FUNZIONI INTERESSATE E LIVELLI DI RESPONSABILITA’ .................... 4 PRECISAZIONI DI ORDINE SEMANTICO .................................................. 4 PROCEDURE A FAVORE DELL’IGENE DELLE MANI .............................. 5 RACCOMANDAZIONI ................................................................................. 9 EVIDENZE SCIENTIFICHE RIGUARDANTI AUMENTO DELL’ADERENZA E DELLE CONOSCENZE .......................................................................................... 13 INDICATORI DI RISULTATO .................................................................... 14 CONCLUSIONI.......................................................................................... 14 Bibliografia ................................................................................................ 15

PROTOCOLLO LAVAGGIO MANI 2 - aslcaserta.it 02_CIO... · Pagina 3 di 20 I N T R O D U Z I O N E : Nonostante sia trascorso più di un secolo da quando Semmelweiss osservò gli effetti

Embed Size (px)

Citation preview

A.S.L. CASERTA Comitato Tecnico Aziendale per il Controllo e la Sorveglianza

delle Infezioni Ospedaliere [C.I.O.]

Procedura:

Igiene delle mani Elaborata: Giugno 2010

Edizione: 1 Rev.

Redatta da: CPS inf. Sorrentino Milena e-mail :

[email protected]

Pagina 1 di 20

INDICE

INDICE........................................................................................................ 1

GLOSSARIO ............................................................................................... 2

INTRODUZIONE: ....................................................................................... 3

SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE ....................................................... 3

CRITERI DI VALIDAZIONE INTERNA ........................................................ 3

DESTINATARI ............................................................................................. 4

FUNZIONI INTERESSATE E LIVELLI DI RESPONSABILITA’ .................... 4

PRECISAZIONI DI ORDINE SEMANTICO .................................................. 4

PROCEDURE A FAVORE DELL’IGENE DELLE MANI .............................. 5

RACCOMANDAZIONI ................................................................................. 9

EVIDENZE SCIENTIFICHE RIGUARDANTI AUMENTO DELL’ADERENZA E DELLE

CONOSCENZE .......................................................................................... 13

INDICATORI DI RISULTATO .................................................................... 14

CONCLUSIONI.......................................................................................... 14

Bibliografia ................................................................................................ 15

2

GLOSSARIO

APIC Association for Professionals in Infection Control and Epidemiology

CCM Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie

CDC Centers for Disease Control and Prevention

FDA Food and Drug Administration

HICPAC Healthcare Infection Control Practices Advisory Committee

ICA Infezioni Correlate all’Assistenza Sanitaria

MRSA Methicillin-resistant Staphylococcus aureus

NHS National Health Service

NPSA National Patient Safety Agency

OMS Organizzazione Mondiale della Sanità

Pagina 3 di 20

I N T R O D U Z I O N E :

Nonostante sia trascorso più di un secolo da quando Semmelweiss osservò gli effetti di una cattiva

igiene delle mani degli operatori sanitari sulle puerpere, ancora oggi tale pratica viene in molti casi

disattesa e, pur rappresentando un punto cruciale per la prevenzione delle ICA e la diffusione di

microorganismi resistenti come dimostrato da molteplici trial randomizzati e controllati (WHO,

2009), la compliance resta nella migliore delle ipotesi prossima al 40%. (Haas et al, 2008; CDC,

2002).

L’OMS, con il progetto “sfida globale per la sicurezza del paziente” (global patient safety challenge),

lancia un’iniziativa senza precedenti a livello mondiale al fine di contrastare le ICA; lo scopo è quello

di sensibilizzare tutti i paesi sul problema e promuovere strategie idonee.

SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE

Lo scopo è promuovere, attraverso interventi multimodali, l’igiene delle mani focalizzata in cinque

momenti fondamentali per gli operatori sanitari:

• prima del contatto con il paziente,

• prima di una manovra asettica,

• dopo l’esposizione ad un liquido biologico,

• dopo il contatto con il paziente,

• dopo il contatto con ciò che sta intorno al paziente (CDC, 2002).

Le raccomandazioni di seguito descritte dovranno essere poste in essere da in tutte le unità operative e

i servizi della ASL Caserta. I poster in allegato dovranno essere affissi in tutte le U.O. ed in

particolare nei luoghi deputati all’igiene delle mani.

CRITERI DI VALIDAZIONE INTERNA

Il presente documento è frutto di una revisione della letteratura volta ad identificare e analizzare le

informazioni esistenti. Tale revisione è stata condotta attraverso l’utilizzo di banche dati quali la

National Library of Medicine (MEDLINE, PubMed, OVID) e la Cumulative Index to Nursing and

Allied Health Literature (CINAHL) le parole chiave utilizzate:

• handwashing

• hand hygiene

• hand rubbing

4

in combinazione grazie ad operatori booleani con diversi descrittori di soggetto.

Parametri restrittivi adottati per la ricerca bibliografica:

• il tempo: sono stati inclusi articoli con data di pubblicazione dal 2000 sino al marzo 2010

• la lingua: sono stati inclusi articoli in lingua inglese, francese, spagnolo ed italiano

• il genere: esclusione del genere animale.

Si sono considerati inoltre documenti di organizzazioni governative e non quali CDC, APIC,

HICPAC, SHEA, IDSA, OMS, Ministro della Salute, NHS, FDA.

DESTINATARI

Tutti gli operatori sanitari che erogano assistenza e cura ai pazienti

FUNZIONI INTERESSATE E LIVELLI DI RESPONSABILITA’

• Direzione Sanitaria Aziendale

• Direzione Sanitaria di Presidio Ospedaliero

• Dipartimenti clinico-assistenziali

• UU.OO. e servizi

• Ambulatori

Le Direzioni Sanitarie di Presidio Ospedaliero e le UU.OO. assicurano per il tramite dei rispettivi

Direttori/Responsabili, la divulgazione della Procedura a tutto il personale sanitario monitorandone

l’attuazione.

PRECISAZIONI DI ORDINE SEMANTICO

I termini usati in letteratura per definire e trattare l’argomento sono risultati molteplici e ciò ha creato

non pochi problemi all’interpretazione degli articoli e nel paragonare studi già effettuati.

Al fine di usare un linguaggio unico e riconosciuto, in questo elaborato la terminologia è la stessa

utilizzata nel report del CDC del 2002 ove, per ridurre la babele linguistica, si è puntato sin

dall’introduzione a far chiarezza definendo le diverse modalità di lavaggio delle mani e in particolare

per:

• “hand wash” ossia “lavaggio delle mani” s’intende il lavaggio sociale senza l’impiego di

sostanze battericide, volto a rimuovere sporco e flora transitoria.

Pagina 5 di 20

• “hygienic hand wash” ossia “lavaggio igienico delle mani” s’intende il lavaggio igienico o

antisettico con detergente battericida al fine di intervenire sia sulla flora transitoria sia su

quella residente.

• “hygienic hand rub” ossia “frizione igienica delle mani” s’intende lo strofinamento delle mani

con 2 – 3 ml di prodotto battericida, senza l’uso dell’acqua, a base alcolica e con l’aggiunta di

emollienti.

PROCEDURE A FAVORE DELL’IGENE DELLE MANI

Il lavaggio di routine delle mani prevede l’impiego di acqua (solvente universale) allo scopo di

rimuovere lo sporco visibile, materiale organico e flora transitoria; assumono un ruolo importante, lo

sfregamento e il risciacquo delle mani, mentre non ha significato sulla rimozione della flora residente

e transitoria la temperatura dell’acqua anche se è riconosciuto il potere sgrassante dell’acqua calda

(WHO, 2009).

L’utilizzo di un sapone non antimicrobico ha effetto molto scarso sulla rimozione della flora batterica

dalla cute; anzi, alcuni studi hanno mostrato un aumento della conta batterica dopo il suo utilizzo e

possono essere associati a notevoli irritazioni (Winnefeld M. et al, 2000), (Boyce J. M. et al, 2000).

L’asciugatura delle mani riveste un ruolo fondamentale perché un ambiente umido offre condizioni

più favorevoli alla trasmissione di microorganismi. I metodi comuni prevedono l’utilizzo di

asciugamani di carta, di stoffa e l’impiego di ventilatori ad aria calda. Un report ha confrontato i vari

sistemi, i risultati non hanno mostrato differenze significative (Gustafson et al, 2000), ma non è

consigliabile utilizzare sistemi multiuso al fine di evitare infezioni crociate, ed i sistemi a gettito d’aria

calda hanno mostrato innumerevoli limiti. Tra questi vale la pena ricordare l’aumento del tempo

necessario all’asciugatura con impatto negativo sull’adesione e l’aerosolizzazione di agenti patogeni

presenti sulle mani (Yamamoto et al, 2005).

L’uso dei guanti è consigliato, sia per impedire la trasmissione di microorganismi presenti sulle mani

degli operatori da paziente a paziente, sia per ridurre i rischi di contrarre un’infezione da parte

dell’operatore stesso. Il potere “barriera” dei guanti varia a seconda del materiale con cui sono stati

prodotti, al tempo ed al modo di utilizzo. I guanti non garantiscono una protezione completa contro la

contaminazione delle mani, vanno rimossi nell’assistenza tra un paziente e l’altro, nello stesso

soggetto quando si passa da una sede corporea contaminata ad un’altra pulita o quando si devono

eseguire diverse procedure. Ad oggi non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino un aumento

dell’adesione all’igiene delle mani correlato all’uso dei guanti (WHO, 2009). Indossare i guanti dopo

lavaggio o applicazione di alcool quando le mani sono ancora umide aumenta il rischio di irritazione

cutanea.

6

Diversi studi hanno dimostrato che l’uso di anelli comporta una maggiore colonizzazione di germi

nelle aree cutanee sottostanti rispetto alle aree cutanee in cui tali oggetti non sono presenti (Trick et al,

2003), rendendo difficile l’igiene delle mani ( Akyol et al, 2006). Non ci sono studi sufficienti che

dimostrano un aumento della trasmissione crociata dei patogeni, ma anelli sporchi possono aumentare

le probabilità di infezione ed amuleti con superfici appuntite e/o taglienti possono essere un pericolo

sia per gli operatori che per i pazienti, possono facilmente creare lacerazioni nei guanti tali da

renderne vano il loro uso (WHO, 2009).

Alte concentrazioni di microorganismi sono ospitate nelle aree sub ungueali; smalto appena applicato

non determina un aumento di patogeni, mentre aumento di patogeni si rileva allorquando lo smalto

risulta essere scheggiato, forse per la facilità dei microorganismi di annidarsi fra le soluzioni di

continuo dello smalto stesso. Argomento fonte di moltissimi dibattiti e di moltissime pubblicazioni

sono le unghie artificiali, diverse ricerche hanno infatti dimostrato che le mani degli operatori che

indossano unghie artificiali presentano una contaminazione maggiore di patogeni rispetto alle mani di

operatori con unghie naturali. Tale definizione risulta essere confermata prima e dopo il lavaggio delle

mani e dopo l’uso di frizioni a base alcolica (McNeil et al, 2001; Hedderwick et al, 2000). La nail art

oltre ad un aumento di patogeni, può provocare negli operatori sanitari limitazioni nell’assistenza e

possibilità di infezioni locali (Jeanes et al, 2001).

Gli antisettici a base alcolica hanno attività germicida grazie alla loro capacità di denaturare le

proteine, in genere sono reperibili in soluzioni al 60-80% (concentrazioni più elevate paradossalmente

hanno un potere germicida inferiore poiché la denaturazione delle proteine difficilmente avviene in

assenza di acqua), la loro azione è ridotta nei confronti dei virus non lipofilici e sono inattivi verso le

spore. L’azione germicida persistente può essere prolungata grazie all’aggiunta di composti di

ammonio quaternario o triclosan (Gaonkar et al, 2005), non hanno una buona azione detergente e

quindi se ne sconsiglia l’uso quando le mani siano visibilmente sporche (CDC, 2002).

Questi prodotti possono essere reperiti sotto forma di schiume o gel, con l’aggiunta di agenti

emollienti che determinano una minore irritazione della cute. Numerosi studi hanno mostrato un

aumento dell’adesione alla pratica igienica delle mani dopo l’introduzione di questi prodotti sia per la

loro praticità sia per il loro “comfort” (Winnefeld M. et al, 2000) (Boyce J. M. et al, 2000) (Larson et

al, 2001).

Reazioni cutanee correlate all’igiene delle mani quali dermatiti irritative (disidratazione, irritazione,

screpolature ecc.) o dermatiti da contatto allergiche (forma molto rara). Derivano dall’uso frequente di

prodotti per l’igiene delle mani che denaturando le proteine dello stato corneo alterando i lipidi. Il

deterioramento dello stato corneo della pelle determina desquamazioni ed un cambiamento della

microflora che, a sua volta, comporta un aumento del rischio di infezione. Si può verificare

Pagina 7 di 20

limitazione ad interventi sanitari per sintomatologia locale anginosa (Kaiser et al, 2006). Sotto questo

aspetto i prodotti a base alcolica sono meno aggressivi dei detergenti poiché contengono sostanze

emollienti (Winnefeld M. et al, 2000). Uno studio condotto nel 2003 ha dimostrato che il lavaggio

delle mani di routine prima o dopo l’utilizzo di soluzioni a base alcolica non solo è inutile ma può

anche aumentare la probabilità di dermatiti (Kampf et al, 2003). Il rischio di dermatiti irritative da

contatto può essere ridotto utilizzando creme e lozioni che idratano la cute (Kampf et al, 2006); l’uso

di prodotti idratanti e il conseguente miglioramento dello stato corneo della cute hanno comportano

un aumento del 50% della frequenza del lavaggio delle mani da parte del personale sanitario

(McCormick et al, 2000). Le creme emollienti utilizzate devono essere “ compatibili” con i prodotti

per l’igiene delle mani utilizzati in quanto alcune creme possono ridurre o addirittura inattivare il

potere antimicrobico dei gel e dei saponi. A questo proposito vale la pena ricordare che è stata

osservata una diminuzione del potere di azione della clorexidina se vengono usate creme contenenti

sostanze emollienti anioniche (Heeg et al, 2001).

Difficoltà nell’accessibilità ai prodotti per l’igiene delle mani. Diversi studi hanno dimostrato che la

frequenza del lavaggio delle mani dipende anche dall’accessibilità e dalla dislocazione delle

attrezzature all’interno delle UO (Vernon, 2003; Bischoff et al, 2000). La scarsità di lavabi presenti e

la loro dislocazione non sempre ottimale in relazione ai luoghi deputati all’assistenza sono

sicuramente causa di una diminuzione dell’aderenza (Haas et al, 2008).

A questo proposito le soluzioni a base alcolica hanno apportato un grandissimo vantaggio poiché

queste possono essere poste nei pressi dei punti di assistenza senza richiedere l’istallazione di lavabi e

attrezzature per l’asciugatura delle mani; in commercio vi sono anche dosatori tascabili che

consentono il lavaggio delle mani in qualsiasi situazione che lo richieda (Pittet et al, 2000; Pittet et al,

2004; Pittet et al, 2001).

La tabella che segue, (Tabella 1) è tratta dalle linee guida dei CDC del 2002, confronta i principi attivi

contenuti nei prodotti per l’igiene delle mani con la loro attività contro i microorganismi, rapidità

d’azione e possibili effetti collaterali (+++ = eccellente; ++ = buona; + = sufficiente;

- = nessuna attività o attività insufficiente). Si noti la non inclusione dell’esaclorofene poiché non

accettato come principio attivo per i prodotti per l’igiene delle mani.

8

GRUPPO GRAM POS. GRAM NEG. MICOBAT-TERI FUNGHI VIRUS RAPIDITA’ DI

AZIONE

COMMEN-TI

alcool +++ +++ +++ +++ +++ rapida Concentra-zione ottima 60% -

95% non attività persistente

Clorexidina (2% e 4%

acqua

+++ ++ + + +++ intermedia Attività persistente;rare

reazioni allergiche

Composti di iodio

+++ +++ +++ ++ +++ intermedia Bruciore ed irritazione della

pelle

Iodio +++ +++ + ++ ++ intermedia Meno irritante dei

composti di iodio

Derivati

fenolici

+++ + + + + intermedia Attività

neutralizzata dai surfactanti

anionici

triclosan +++ ++ + - +++ intermedia Media

tollerabilità

Composti di

ammonio quaternario

+ ++ - - + bassa Usati solo in

combina-zione con l’alcool

Tabella 1: (CDC, 2002)

L’esaclorofene nella percentuale del 3% era ampliamente utilizzato in passato per il lavaggio delle

mani e per il bagno di routine dei bambini nei nidi. Alcune ricerche hanno dimostrato assorbimento

cutaneo con conseguente sviluppo di neurotossicità, per la sua tossicità il prodotto è stato

universalmente messo al bando in tutto il mondo (CDC, 2002).

Universalmente, nei report di ricerca che trattano l’argomento, vengono riconosciuti limiti dettati da

dati insufficienti per definire raccomandazioni su quali prodotti dovrebbero essere usati nell’igiene

delle mani. Nessun prodotto è ideale e tutti hanno vantaggi e svantaggi (Akiol et al 2006).

L'OMS consiglia di utilizzare formulazioni a base alcolica per i seguenti motivi:

• attività rapida e ad ampio spettro, eccellenti caratteristiche battericide ed assenza di

possibili casi di resistenza;

• vengono superate le difficoltà di accesso a lavabi o altri elementi per eseguire l’igiene

delle mani con utilizzo di acqua;

Pagina 9 di 20

• aumento dell’aderenza all'igiene delle mani attraverso la riduzione del tempo;

• riduzione dei costi, per cui il costo annuale per promuovere l'igiene delle mani, incluso

il ricorso a prodotti a base alcolica per la frizione delle mani, non supera l'1% dei costi

legati alle ICA (WHO, 2009).

Numerosi studi hanno dimostrato che le soluzioni a base alcolica sono da preferire ad altre perché

hanno la capacità di inibire o ridurre la crescita di microorganismi (Widmer et al, 2000; Larson et al,

2001; Maury et al, 2000; Girou et al, 2002).

Una revisione sistematica della letteratura pubblicata nel 2004 ha compreso il decennio dal 1992 –

2002 ed ha paragonato la frizione a base alcolica con il lavaggio delle mani con agenti antisettici e/o

acqua e sapone. Dai risultati si evince che la frizione a base alcolica richiede meno tempo, è più

efficiente, efficace e irrita meno la pelle (Picheansathian et al, 2004).

Il lavaggio chirurgico delle mani rappresenta un elemento critico per la

sicurezza dell'assistenza sanitaria; ha come obiettivo la riduzione dei batteri dalle mani dell’equipe

chirurgica per tutta la durata della procedura (WHO, 2003).

Rispetto al lavaggio igienico o alla frizione con prodotto a base alcolica, il lavaggio chirurgico è

volto ad eliminare la flora transitoria e ridurre quella residente (Widmer et al, 2000); Deve inoltre

inibire la proliferazione batterica sulle mani che indossano i guanti. Dalla letteratura si evince che

quando le mani non vengono lavate con sapone antimicrobico si ha la rapida moltiplicazione dei

batteri cutanei sotto i guanti chirurgici, mentre questa avviene più lentamente a seguito dello scrub

chirurgico con prodotto antisettico (WHO, 2009).

RACCOMANDAZIONI

Il sistema CDC/HICPAC per classificare le raccomandazioni contenute nella Tabella 2 tiene conto

dei dati scientifici disponibili, del razionale teorico, dell’applicabilità e dell’impatto economico.

Categoria 1A Misure la cui applicazione è fortemente raccomandata e fortemente

supportata da studi sperimentali, clinici o epidemiologici ben disegnati

Categoria 1B Misure la cui applicazione è fortemente raccomandata da alcuni studi sperimentali,

clinici o epidemiologici oltre che da un solido razionale teorico

Categoria 1C Misure richieste da leggi federali, statali o da standard

Categoria II Misure la cui applicazione è suggerita e supportata da interessanti studi clinici o

epidemiologici o da un razionale teorico Nessuna

raccomandazione Aspetto irrisolto. Pratiche per la cui efficacia non esistono sufficienti prove di

evidenza o consenso Tabella 2: raccomandazioni CDC 2002

10

Le tabelle che seguono sono una sintesi di quanto descritto in precedenza; ad ogni raccomandazione è

assegnata la classificazione secondo le linee guida del CDC del 2002.

INDICAZIONI PER IL LAVAGGIO E L’ANTISEPSI DELLE MANI

CATE

G. RACCOMANDAZIONI

1A Lavare le mani con acqua e sapone non antimicrobico o con acqua e sapone antimicrobico quando le

mani sono visibilmente sporche o contaminate da materiale proteico, o visibilmente sporche di

sangue o altri liquidi corporei.

1A Frizionare le mani con una soluzione alcolica, quando le mani NON sono visibilmente sporche, per

la decontaminazione di routine in tutte le situazioni sotto descritte. In alternativa lavare le mani con

acqua e sapone antimicrobico.

1A Frizionare le mani con una soluzione alcolica per la decontaminazione di routine dopo il contatto

con liquidi biologici o secrezioni, mucose, cute non integra e medicazioni di ferite (se le mani non

sono visibilmente sporche)

1B Frizionare le mani con una soluzione alcolica per la decontaminazione di routine:

prima di avere un contatto diretto con un paziente

prima di indossare i guanti sterili per inserire un catetere venoso centrale prima del posizionamento di un catetere vescicale, catetere venoso periferico, o altri dispositivi

invasivi che non richiedono una procedura chirurgica

dopo il contatto con la cute integra dei pazienti (p.e. quando si rileva il polso, la pressione arteriosa e

si solleva il paziente)

dopo la rimozione dei guanti

1B Lavare le mani con acqua e sapone antimicrobico o con acqua e sapone non antimicrobico:

prima di mangiare

dopo aver usato la toilette

1B Le salviette impregnate di sostanza antimicrobica, a causa della minor efficacia nel ridurre la

contaminazione batterica sulle mani degli operatori, possono essere considerate:

un’alternativa al lavaggio delle mani con acqua e sapone non antimicrobico

non possono sostituire il frizionamento delle mani con soluzione alcolica o il lavaggio con acqua e

sapone antimicrobico

II Frizionare le mani con una soluzione alcolica per la decontaminazione di routine:

prima del passaggio da una parte del corpo contaminata ad una parte del corpo pulita durante

l’assistenza al paziente

dopo il contatto con oggetti inanimati (incluse le apparecchiature medicali) nelle immediate

vicinanze del paziente

II Lavare le mani con acqua e sapone non antimicrobico o acqua e sapone antimicrobico se si sospetta

o è provata l’esposizione al Bacillus Anthracis. L’azione fisica del lavare e risciacquare le mani in

tali circostanze viene raccomandata in quanto gli alcoli, la clorexidina, gli iodoformi ed altre

sostanze antisettiche sono scarsamente attive contro le spore No

Racc. In ambito sanitario non si possono formulare raccomandazioni circa l’uso di routine di prodotti a

base non alcolica per il frizionamento delle mani. Tema irrisolto Tabella 3: indicazioni per il lavaggio e l’antisepsi delle mani; CDC 2002

Pagina 11 di 20

TECNICA PER L’IGIENE DELLE MANI

Categ

.

Raccomandazioni

1B Per decontaminare le mani con un prodotto a base alcolica:

Applicare il prodotto sul palmo di una mano

Frizionare le mani tra loro

Coprire tutta la superficie delle mani e delle dita

Frizionare fino a quando le mani sono asciutte

Seguire le istruzione del produttore circa la quantità di prodotto da usare

1B Per lavare le mani con acqua e sapone:

Bagnare le mani con l’acqua

Applicare sulle mani la quantità di prodotto raccomandata dal produttore

Frizionare vigorosamente le mani tra loro per almeno 15 secondi

Coprire tutta la superficie delle mani e delle dita

Sciacquare le mani con acqua

Asciugare accuratamente con salvietta monouso

Utilizzare la salvietta per chiudere il rubinetto

Evitare l’utilizzo di acqua calda in quanto l’esposizione ripetuta ad essa aumenta il rischio di dermatiti

II Per il lavaggio semplice delle mani è accettabile l’uso di acqua e sapone normale (liquido, saponetta o

polvere). Quando si utilizzano saponette dovrebbero essere di pezzatura ridotta con un portasapone

che faciliti lo sgocciolamento

II In ambito sanitario non è raccomandato l’utilizzo condiviso da più operatori di asciugamani in stoffa

semplici o a rullo

Tabella 4: tecnica per l’igiene delle mani; CDC 2002

12

ANTISEPSI CHIRURGICA DELLE MANI

Categ. Raccomandazioni

II Rimuovere anelli, orologi e braccialetti prima dell’inizio del lavaggio chirurgico delle mani

II Rimuovere i residui di sporco sotto le unghie usando un pulisci-unghie e mantenendo le mani

sotto acqua corrente

1B Effettuare l’antisepsi chirurgica delle mani utilizzando un sapone antisettico o una soluzione a

base alcolica con attività persistente prima di indossare i guanti sterili per la procedura

chirurgica:

SAPONE ANTIMICROBICO

Frizionare mani ed avambracci per il tempo

raccomandato dal produttore (generalmente

2-6 minuti). Tempi di strofinamento più

lunghi (p.e. 10 minuti non sono necessari)

SOLUZIONE A BASE ALCOLICA CON

ATTIVITA’ PERSISTENTE

Prima di applicare la soluzione alcolica

effettuare un pre-lavaggio delle mani e degli

avambracci con sapone non antisettico e

asciugare completamente mani e avambracci.

Dopo l’applicazione della soluzione alcolica

secondo le indicazioni del produttore, lasciare

asciugare completamente le mani e gli

avambracci prima di indossare i guanti sterili

Tabella 5: antisepsi chirurgica delle mani; CDC 2002

Pagina 13 di 20

ALTRI ASPETTI RELATIVI ALL’IGIENE DELLE MANI

1A Non indossare unghie artificiali o allungate quando si è a diretto contatto con pazienti ad

alto rischio (p.e. cure intensive o sala operatoria)

II Mantenere la lunghezza delle unghie naturali a ¼ di pollice (circa 0.6 cm)

1C Indossare i guanti quando si può verificare contatto con sangue o altri materiali

potenzialmente infetti, mucose, e cute non integra

1B Rimuovere i guanti dopo l’assistenza ad ogni paziente. Non indossare lo stesso paio di guanti

per l’assistenza a più di un paziente e non lavare i guanti per utilizzarli con pazienti diversi

II Cambiare i guanti durante l’assistenza ad un paziente se ci si sposta da un’area del corpo

contaminata ad una pulita

No

Racc.

Non possono essere formulate raccomandazioni circa l’utilizzo degli anelli nelle strutture

sanitarie. Tema irrisolto (nessuna raccomandazione)

Tabella 6:altri aspetti relativi all’igiene delle mani; CDC 2002

EVIDENZE SCIENTIFICHE RIGUARDANTI AUMENTO DELL’ADERENZA E DELLE

CONOSCENZE

Nel 2000 uno studio svolto presso l’Ospedale Universitario di Ginevra ha posto in essere un

programma multidisciplinare per migliorare l’adesione all’igiene delle mani; punti cardine erano

l’informazione e formazione di tutto il personale sanitario, la promozione della soluzione a base

alcolica in dispenser posizionati nei pressi dei letti dei degenti e personalizzati per gli operatori,

l’utilizzo di poster informativi dislocati in diversi punti della struttura. La valutazione dell’intervento è

stata effettuata calcolando il consumo di soluzione a base alcolica e i tassi d’infezione correlati

all’assistenza e di MRSA. I ricercatori hanno dimostrato un aumento dell’aderenza (passato dal 48%

al 66% P.<0,001), il consumo del prodotto a base alcolica è aumentato passando da 3,5 litri a 15,4

litri, mentre il consumo del sapone è risultato invariato ed i tassi d’infezione di ICA e MRSA sono

diminuiti (Pittet et al, 2000). Altre ricerche hanno confermato che la disponibilità di dispenser con

soluzioni a base alcolica accanto al letto del paziente aumenta l’adesione all’igiene delle mani da parte

del personale sanitario (Pittet et al, 2004; Rupp et al, 2008).

14

INDICATORI DI RISULTATO

Al fine di valutare conoscenze ed aderenza degli operatori sanitari riguardo l’igiene delle mani verrà

predisposto un questionario dal CIO Aziendale da somministrare a tutti gli operatori sanitari ove le

domande verranno “calibrate” con distrattori e tramite il calcolo dei LAP stabilito il livello accettabile

di performance.

Verranno altresì predisposti indicatori di impatto per rilevare l’adesione nella pratica assistenziale ed

in particolare, studi con l’utilizzo di questionari per la valutazione dell’aderenza e le conoscenze degli

operatori (autoriferito)

Nel 1974 venne approntata una scala per la valutazione della qualità del lavaggio delle mani. La scala

di Feldman, ideata per testare la qualità della tecnica di igiene delle mani divideva le attività in

sporche e pulite (distinzione oggi superata) prendendo in esame i comportamenti essenziali per il

lavaggio delle mani definiti dall’Assosiation for practitioners in infection control del 1983 (Fox,

1976). Dalla revisione della letteratura eseguita non risulta che tale scala sia stata validata in senso di

riproducibilità e sensibilità.

Nel 2006 Larson esegue uno studio atto a sviluppare uno strumento per stimare l’appropriatezza della

tecnica dell’igiene delle mani approntando un questionario che utilizzava la scala di Feldman

opportunamente modificata; i test statistici utilizzati per la validazione diedero esiti positivi (Larson

et al, 2006). Interessante sarebbe valutare le eventuali correlazioni possibili tra livello di aderenza e

giusta tecnica di esecuzione dell’igiene delle mani utilizzando tale scala di valutazione.

CONCLUSIONI

Alcuni studi hanno fornito stime quantitative in merito al costo-efficacia dei programmi di

promozione all’igiene delle mani ed in particolare, l’introduzione di gel a base alcolica e corsi di

formazione ed informazione hanno determinato una diminuzione dell’incidenza di MRSA portando

ad una riduzione della spesa; per ogni 1,5 € speso per l’acquisto di soluzione a base alcolica

venivano risparmiati dai 13 ai 30 € in antibiotico (teicoplanina) (MacDonald et al, 2004).

In un’altra ricerca realizzata da Larson nel 2001 condotta in due unità di terapia intensiva, il costo

dell’impiego della soluzione a base alcolica risultava la metà rispetto all’utilizzo di soluzioni

antimicrobiche (Larson et al, 2001).

Pagina 15 di 20

Il problema dei costi dei prodotti per l'igiene delle mani continuerà a essere un tema rilevante per i

responsabili degli acquisti, ma il livello di accettabilità di questi prodotti da parte del personale

sanitario rappresenta un fattore ancora più importante. Un prodotto poco costoso, con caratteristiche

indesiderabili, può scoraggiare le pratiche igieniche tra il personale sanitario e la conseguente scarsa

adesione non è vantaggiosa in termini economici (WHO, 2006).

Universalmente si evince che la sola formazione non è sufficiente e, solo interventi multifattoriali

possono portare al successo programmi per l’implementazione dell’igiene delle mani (Pittet et al,

2000; Pittet et al, 2002; Naikoba et al, 2001).

Una continua campagna informativa e formativa del personale che enfatizzi comportamenti giusti

conduce ad un aderenza maggiore rispetto ad interventi volti alla sensibilizzazione degli operatori sul

rischio di infezioni (Sax et al, 2007).

Per massimizzare l’effetto e ottenere un'adesione ottimale all'igiene delle mani è necessario che i

prodotti siano facilmente disponibili tramite erogatori posti presso i punti di cura, o in piccoli

flaconi individuali da tenere in tasca (Pittet et al, 2004; Maury et al, 2000).

Interventi per aumentare l’aderenza a tali pratiche devono essere parte di un approccio integrato al

controllo delle infezioni avvalendosi dell’introduzione di azioni appropriate per le diverse necessità

culturali e sociali ( Akyol A. et al, 2006).

Bibliografia

Akyol A. et al. (2006). Handwashing: a simple, economical and effective method for preventing

nosocomial infections in intensive care units. Journal of Hospital infections , 395-405.

Akyol et al. (2006). Handwashing: a simple, economical and effective method for preventing

nosocomial infections in intensive care units. The Journal of Hospital infections , 395-405.

Beggs et al. (2006). The influence of nurse cohorting on hand hygiene effectiveness. American

Journal Infection Control , 621-626.

Bischoff et al. (2000). Handwashing compliance by health care workers the impact of introducing an

accessible, Alcohol-Based hand antiseptic. Archives of internal medicine .

Boyce. (1999). It Is Time for Action: Improving Hand Hygiene in Hospitals. Annals of Internal

Medicine .

Boyce J. M. et al. (2000). Skin irritation and dryness associated with two hand-hygiene regimens:

soap-and-water hand washing versus hand antisepsis with an alcoholic hand gel. Infection control and

16

hospital epidemiology , Boyce J. M. et al. Skin irritation and dryness associated with two hand-

hygiene regimens: soap-and-water hand washing versus hand antisepsis w442-448.

Castella, A. (2006). l'igiene delle mani valutazioni teorico pratiche. giornale italiano delle infezioni

ospedaliere , 76-81.

CDC. (2002). Centers for DGuideline for Hand Hygiene in Health-Care Settings Reccomendations of

the Healthcre Infection Control Pratices Advisory Committe and the HIPAC/SHEA/APIC/IDSA

Hand Hygiene Task Force. Morbidity and Mortailit .

Colombo et al. (2002). Impact of teaching interventions on nurse compliance with hand disinfection.

The Journal of Hospital infection .

Creedon. (2005). Healthcare workers' hand decontamination practices: compliance with

recommended guidelines. Journal of Advanced Nursing .

Fox. (1976). How Good Are Hand Washing Practices. The American Journal of Nursing .

Gaonkar et al. (2005). An alcohol hand rub containing a synergistic combination of an emollient and

preservatives: prolonged activity against transient pathogens. Journal of Hospital Infection , 12-8.

Girou et al. (2002). Efficacy of handrubbing with alcohol based solution versus standard handwashing

with antiseptic soap: Randomized clinical trial. British Medical Journal .

Gould. (2007). Interventions to improve hand hygiene compliance in patient care, (Review) . The

Cochrane library .

Gustafson. (2000). Effects of 4 hand-drying methods for removing bacteria from washed hands: a

randomized trial. Mayo Clinic Proceedings .

Gustafson et al. (2000). Effects of 4 hand-drying methods for removing bacteria from washed hands:

a randomized trial. mayo Clinic Proceedings , 705-708.

Haas et al. (2008). Compliance with hand hygiene. American journal of nursing .

Harbarth et al. (1999). Outbreak of Enterobacter cloacae related to understaffing, overcrowding, and

poor hygiene practices. Infection control and hospital epidemiology , 598-603.

Hedderwick et al. (2000). Pathogenic organisms associated with artificial fingernails worn by

healthcare workers. Infection Control and Hospital Epidemiology .

Heeg et al. (2001). Does hand care ruin hand disinfection. Journal of hospital infection .

Hugonnet et al. (2002). Alcohol-Based Handrub Improves Compliance With Hand Hygiene in

Intensive Care Units. Archives of internal medicine .

Pagina 17 di 20

Jeanes et al. (2001). Nail art: a review of current infection control issues. Journal of Hospital Infection

.

Kaiser et al. (2006). Formulation technology as a key component in improving hand hygiene

practices. American Journal Infection Control .

Kampf et al. (2003). Dermatological aspects of a succesful introduction and continuation of alcohol-

based hand rubs for hygienic hand disinfection. The Journal of Hospital Infection .

Kampf et al. (2006). Regular use of a hand cream can attenuate skin dryness and roughness caused by

frequent hand washing. BioMed Center Dermatology .

Larson et al. (2000). An organizational climate intervention associated with increased handwashing

and decreased nosocomial infections. Behavioral Medicine .

Larson et al. (2001). Comparison of different regimens for surgical hand preparation. AORN Journal .

Larson et al. (2006). Evaluation handwashing technique. Journal of advanced nursing .

MacDonald et al. (2004). Performance feedback of hand hygiene, using alcohol gel as the skin

decontaminant, reduces the number of inpatients newly affected by MRSA and antibiotic costs. The

Journal of hospital infection .

Maskerine. (2006). Improving adherence to hand hygiene among health care workers. The Journal of

Continuing Education in the Health Professions .

Maury et al. (2000). Availability of an alcohol solution can improve hand disinfection compliance in

an intensive care unit. American Journal of Respiratory and Critical Care medicine .

McCormick et al. (2000). Double-blind, randomized trial of scheduled use of a novel barrier cream

and an oil-containing lotion for protecting the hands of health care workers. American journal of

infection control .

McNeil et al. (2001). Effect of hand cleansing with antimicrobial soap or alcohol-based gel on

microbial colonization of artificial fingernails worn by health care workers. Clinical Infectious

Diseases .

Moro. (2007). "Cure pulite sono cure più sicure”: la campagna nazionale italiana. Giornale Italiano

delle Infezioni Ospedaliere .

Moro. (2006). Infezioni correlate all’assistenza sanitaria, il progetto INF-OSS. Giornale Italiano delle

Infezioni Ospedaliere .

18

Muto et al. (2000). Hand hygiene rates unaffected by installation of dispensers of a rapidly acting

hand antiseptic. American Journal of Infection Control .

Naikoba et al. (2001). The effectiveness of interventions aimed at increasing handwashing in

healthcare workers- a systematic review. Journal of Hospital Infection .

O’Boyle et al. (2001). Understanding adherence to hand hygiene recommendations: The theory of

planned behavior. American journal of infection contro .

Pessoa-Silva. (2004). Dynamics of bacterial hand contamination during routine neonatal care.

Infection Control and Hospital Epidemiology .

Picheansathian et al. (2004). A systematic review on the effectiveness of alcohol-based solutions for

hand hygiene. International Journal of Nursing Practice .

Pittet. (1999). Compliance with handwashing in a teaching hospital. Annals of Internal Medicine .

Pittet et al. (1999). Bacterial Contamination of the Hands of Hospital Staff During Routine Patient

Care. Archives of Internal Medicine , 821-826.

Pittet et al. (2001). Compliance with hand disinfection and its impact on hospital-acquired infections.

Journal of Hospital Infection .

Pittet et al. (2000). Effectiveness of a hospital- wide programme to improve compliance with hand

hygiene. Lancet .

Pittet et al. (2004). Hand Hygiene among Physicians: Performance, Beliefs, and Perceptions. Annals

of internal medicine .

Pittet et al. (2004). Hand Hygiene among Physicians: Performance, Beliefs, and Perceptions. Annals

of internal medicine .

Pittet et al. (2003). Hand-cleansing during postanesthesia care. Anaesthesiology .

Pittet et al. (2000). Improving compliance with hand hygiene in hospitals. Infection Control and

Hospital Epidemiology .

Pittet et al. (2002). Promotion of hand hygiene: magic, hype, or scientific challenge? Infection Control

and Hospital Epidemiology .

Pittet. (2001). Improving Adherence to Hand Hygiene Practice. Infection Control and Hospital

Epidemiology .

Rupp et al. (2008). Prospective, controlled, cross-over trial of alcohol-based hand gel in critical care

units. Infection Control and Hospital Epidemiology .

Pagina 19 di 20

Salisbury. (1997). The effect of rings on microbial load of health care workers’ hands. American

Journal of Infection Control .

Sartor. (2000). Nosocomial Serratia marcescens infections associated with extrinsic contamination of

a liquid nonmedicated soap. Infection Control and Hospital Epidemiology .

Sax et al. (2007). Determinants of Good Adherence to Hand Hygiene Among Healthcare Workers

Who Have Extensive Exposure to Hand Hygiene Campaigns. Infection Control and Hospital

Epidemiology .

Tarsitani et al. (1999). Formazione degli operatori sanitari: conoscenze delle procedure igieniche.

View & Review .

Tarsitani et al. (2000). Progetto di formazione continua finalizzato alla prevenzione delle infezioni

ospedaliere per operatori sanitari (o.s.). Annali Igiene .

Trick et al. (2003). Impact of ring wearing on hand contamination and comparison hand hygiene

agents in a hospital. Clinical Infectious Diseases .

Vernon. (2003). Adherence with hand hygiene: does number of sinks matter? Infection control and

hospital epidemiology .

Vicca A. F. (1999). Nursing staff workload as a determinant of methicillin-resistant Staphylococcus

aureus spread in an adult intensive therapy unit. Journal of Hospital Infection .

Whitby. (2006). Why healthcare workers don’t wash their hands: a behavioral explanation. Infection

Control and Hospital Epidemiology 2006;27(5):484-492 .

WHO. (2009). Guidelines on Hand Hygiene in Health Care. who.

WHO. (2003). Surgical care at the district hospital. WHO.

WHO. (2006). World alliance for patient safety Global Patient Safety Challenge, 2005-2006 Clean

Care is Safer Care.

Widmer et al. (2000). Replace Hand Washing with Use of a Waterless Alcohol Hand Rub? Clinical

infectious diseases .

Winnefeld M. et al. (2000). Skin tolerance and effectiveness of two hand decontamination procedures

in everyday hospital use. British Journal of Dermatology . , 546-550.

Yamamoto et al. (2005). Efficiency of Hand drying for removing bacteria from washed hands:

comparison of paper towel drying with warm air drying. Infection control and Hospital epidemiology

20

, Yamamoto Y., et al. Efficiency of Hand drying for removing bacteria from washed hands:

comparison of paper towel drying 316-320.