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P a r r o c c h i a d i S a n t a M a r i a A s s u n t a Anno XVI - N° 50 Natale 2011 Periodico di Informazione della Parrocchia Maguzzano - Barcuzzi Don Giuseppe Accordini La zanzara, la lucciola, la prudenza. Suor Angela Grassi Via Lucis: che cos’è? Perché? Daniele Dal Molin Il Ministrtante Paola Pedrotti Catechismo: Festa dei Santi MariaElisa Crescimbeni Camposcuola 2011 Ombretta Saottini Natale in Coro Suor Grazia Papola Corso Biblico Comunità Magnificat Seminario di Vita nuova Nello Spirito Mattia Brognoli I nuovi media al servizio della parrocchia Romeo Seccamani Il ritorno dei quadri Don antonio Scattolini La Visitazione del Pontorno Luciana Carta Il racconto del Lago Giacomo Turolla Immagini di Maria Luigi e Luca Dal Pozzo Quindici anni? Forse! Cinqanta numeri certi Mauro Mondinelli e Chiara Belotti Canzoni con le ali

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giornalin odella parrocchai di santamaria assunta in maguzzano

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Parrocchia di Santa

Maria

Ass

untaAnno XVI - N° 50

Natale 2011

Periodico di Informazione della Parrocchia Maguzzano - Barcuzzi

Don Giuseppe AccordiniLa zanzara, la lucciola, la prudenza.

Suor Angela GrassiVia Lucis: che cos’è? Perché?

Daniele Dal MolinIl Ministrtante

Paola PedrottiCatechismo: Festa dei Santi

MariaElisa CrescimbeniCamposcuola 2011

Ombretta SaottiniNatale in Coro

Suor Grazia PapolaCorso Biblico

Comunità MagnificatSeminario di Vita nuova Nello Spirito

Mattia BrognoliI nuovi media al servizio della parrocchia

Romeo SeccamaniIl ritorno dei quadri

Don antonio ScattoliniLa Visitazione del Pontorno

Luciana CartaIl racconto del Lago

Giacomo TurollaImmagini di Maria

Luigi e Luca Dal PozzoQuindici anni? Forse! Cinqanta numeri certi

Mauro Mondinelli e Chiara BelottiCanzoni con le ali

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Brevi biografi e degli autori.

DON GIUSEPPE ACCORDINI

Parroco della parrocchia di Maguzzano, docente presso lo Studio Teologico San Zeno (Verona) e l’Università Cattolica di Brescia. Membro dell’Associazione Teologica Italiana e scrittore di numerosi testi e articoli.

SUOR ANGELA GRASSI

Suora orsolina di S.Carlo, superiora della Centro di Spiritualità Mericianum.

SUOR GRAZIA PAPOLA

Suora orsolina di San Carlo. Docente preso la facoltà teologica di Milano e all’ istituto superiore di Scienze Religiose “San Pietro martire” di Verona. Scrittrice di numerosi libri e articoli.

LUIGI E LUCA DEL POZZO

Direttore e redattore del mensile “GN-Garda notizie”. Per 16 anni sono stati i redattori del giornalino della nostra parrocchia.

PAOLA PEDROTTI, MARIAELISA CRESCIMBENI,

DANIELE DAL MOLIN, MATTIA BROGNOLI

Animatori della parrocchia di Maguzzano.

OMBRETTA SAOTTINI

Soprano e direttore del Coro della parrocchia di S.Maria Assunta.

GIACOMO TUROLLA

Giacomo Turolla è docente di lettere nella scuola secondaria e si interessa alla storia artistica e culturale del Garda sin dagli studi unviersitari culminati con una tesi sul Trecento gardesano. Collabora inoltre con restauratori e professionisti per consulenze di carattere storico artistico.

COMUNITÀ MAGNIFICAT

Comunità Magnificat: Nata L’8 dicembre del 1978, a Perugia, membro effettivo della “Fraternità Cattolica delle Comunità Carismatiche di Alleanza”, associazione internazionale di Diritto Pontificio.http://www.comunitamagnificat.org

ROMEO SECCAMANI

Restauratore e pittore bresciano che ha curato il restauro della chiesa di S.Maria Assunta di Maguzzano e di molti altre importanti opere d’arte sia pittoriche sia d’architettura del territorio.

DON ANTONIO SCATTOLINI

Direttore del’Ufficio Catechistico Diocesano di Verona. È insegnante presso il Seminario e lo Studio teologico di Verona. Con l’equipe formativa della catechesi ha portato avanti il metodo di rinnovamento della IC denominato dei “quattro tempi” . In qualità di esperto nel rapporto tra arte e annuncio del Vangelo collabora da diversi anni con la rivista Evangelizzare nella realizzazione degli inserti su “Arte e Catechesi”.

Questo opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/

PSMA - Periodico della parrocchia di Santa Maria Assunta di MaguzzanoAnno XVI - numero 50 - Natale 2011

Redazione Editoriale: Direzione - Don Giuseppe Accordini. Redazione - Virginia Sgobba, Chiara Belotti, Andrea Giuliano. Grafica ed Impaginazione - Andrea Giuliano.

Contributi e collaboratori di questo numero:Suor Angela Grassi, Daniele Dal Molin, Paola Pedrotti, MariaElisa Crescimbeni, Ombretta Saottini, Suor Grazia Paola, Giacomo Turolla, Matteo Prandelli, Mattia Brognoli, Romeo Seccamani, Don Antonio Scattolini, Luciana Carta, Mauro Mondinelli, Chiara Belotti, Luigi e Luca Del Pozzo.

Il giornalino è ONLINE!Lo puoi leggere, scaricare e stampare all’indirizzo:

giornalino.parrocchiamaguzzano.it

[email protected]

Collaborazioni:www.parrocchiamaguzzano.itin-chiostro.it

ORARIO DELLE SANTE MESSE IN SANTA MARIA ASSUNTALunedì Giovedì Venerdì ore 15:00Sabato ore 18.30*Domenica ore 8.00 – 10.30

*Nel periodo estivo la celebrazione si terrà nella chiesetta di S.Anna (frazione Barcuzzi)

In Copertina: Interno della chiesa di S. Maria Assunta in Maguzzano. Fotografia: Andrea Giuliano.

Stampato in copie 700 gratuite.

Stampato su carta reciclata

Visita il sito web della parrocchia e collabora con noi su:

Parrocchiamaguzzano.it

Colophon

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Qualcuno pensa che le risorse più importanti di una comunità siano la bravura organizzativa

di alcuni membri o la generosità di altri. Certamente tutto questo è importante. Ma è altrettanto importante la cura con cui alcuni membri rilevanti nella comunità tentano di far crescere e coinvolgere anche gli altri. Se uno è santo, preghi; se è prudente governi. Questo è un vecchio adagio con cui in passato si sono incoraggiate le persone giuste a mettersi a disposizione della crescita della comunità. Una comunità può funzionare solo se gira bene sui suoi cardini. Le virtù cardinali indispensabili per farla funzionare sono infatti: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza Sono atteggiamenti non spontanei, non scontati, ma indispensabili per la vita pubblica come per quella privata. Delle quattro virtù la più importante è però la prudenza. Per noi prudenza signifi ca misura, cautela, non invadenza. Questo è però solo un giudizio minimale. La prudenza è anche autocontrollo, coraggio, dedizione e autoironia. Sant’Agostino dice che la prudenza «sceglie con amore fra ciò che è utile e ciò che è dannoso». E San Tommaso d’Aquino aggiunge «Ė necessario che la persona prudente conosca non solo i principi universali della ragione, ma anche quelli singolari o particolari dell’azione dell’operazione». La prudenza ha sette prerogative: aiuta a scegliere i giusti mezzi, dispone l’individuo a seguire i fi ni della vita, introduce la ragione nei sentimenti, costruisce nel tempo la coscienza morale, modella il carattere, offre le motivazioni per l’azione, traduce il giudizio in un imperativo morale. Lo smarrimento della condizione umana trova in essa una bussola per uscire dalle nebbie più fi tte e imboccare una via più sicura. L’io frantumato e spaesato ha bisogno non solo di scoprire il senso generale del suo agire, ma anche strumenti precisi per tradurre gli ideali in scelte concrete. Avere grandi ideali signifi ca infatti anche scoprire o realizzare il bene possibile. È forse per questo che anche nel nostro mondo ecclesiale ci sono dei cinici, cioè dei moralisti delusi e degli ipocriti, cioè lodatori così esagerati della virtù da far sorgere il sospetto di appartenere alla sponda opposta.

La prudenza in un fi lone importante del pensiero contemporaneo pensa al giudizio come alla terza facoltà dello spirito dopo l’intelligenza e la volontà. La chiesa lo chiama discernimento che attrezza i cristiani ad una lucida e universale responsabilità. Concludendo ed esemplifi cando vorrei riportare qui un dialogo tra una zanzara e una lucciola.

Diceva una notte una Zanzara ad una lucciola:«Io non credo che vi sia al mondo una creatura più utile e ad un tempo più nobile di me. Se l’uomo non fosse per natura un ingrato, dovrebbe essermi grandemente obbligato; infatti non potrebbe avere miglior maestra di comportamento morale. Poiché con le mie acute punture, io mi impegno ad esercitarlo nella più nobile virtù della pazienza. E affi nché si scuota dal suo torpore, di giorno o di notte, quando si corica per dormire, mi impegno a punzecchiarlo ora sulla fronte, ora sul naso ».E tu lucciola infi ngarda quale bene vai recando nel mondo?Risponde la lucciola:«Amica mia, temo forte che tu prenda abbaglio nel giudicare tra noi. Tutto quello che ritieni di fare a benefi cio di altri, in realtà lo fai per te stessa. Nel punzecchiare gli uomini tu suggi dalle loro vene il sangue che giova a nutrire il tuo ventre; suonando la tromba, cerchi di esaltare il tuo operato ai tuoi occhi e a quelli degli altri. In verità tu vuoi bene solo a te stessa. Io posso solo fornire una piccola luce a chi brancola nel buio. Sia giudice l’uomo, di chi fra noi due gli sia di maggior giovamento».

E’ questo un duetto che mi frastorna e mi lascia indeciso. Non saprei scegliere tra l’una o l’altra posizione in astratto. La vita della comunità infatti può aver bisogno di entrambe: a volte di lucidità critica, a volte di testimonianza appassionata e discreta. Chi vuole aiutare la comunità a crescere deve usare pertanto prudenza, discernimento, limitare l’invadenza e preferire al fare il far fare. Solo così la prudenza diventa una virtù cardinale e architettonica di una comunità che vive nella forza dello Spirito.

La Zanzara, la Lucciola e la Prudenza.

EditorialeDon Giuseppe Accordini

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Era infatti il marzo del 1994 quando prendeva avvio quella che è stata per noi una

meravigliosa e assai positiva esperienza: la realizzazione di un periodico!Che fosse un “parrocchiale” aveva un fascino tutto suo che ci stimolava nell’intraprendere una nuova, per noi, forma di comunicazione. I nostri

“corrispondenti” o collaboratori erano persone che con il giornalismo non avevano avuto, per la maggior parte, a che fare. Per noi si trattava di mettere in piedi qualcosa che potesse informare circa l’andamento della nostra parrocchia i nostri parrocchiani. E già nel cercare di imbastire il titolo un dubbio: scrivere Parrocchia di Maguzzano oppure Maguzzano-Barcuzzi? La seconda opzione, anche con l’input di don Giuseppe, è stata quella preferita. E poi la stampa. Parola d’ordine, o quasi: spendere poco! D’obbligo quindi ricadere sul ciclostilato realizzato con l’appoggio della Parrocchia di Lonato. E poi la rilegatura nelle sale della canonica. Infine la distribuzione domenicale in chiesa e poi per le famiglie della parrocchia. Ma il nostro periodico già dai suoi primi numeri suscitava interesse anche al di fuori dei confini parrocchiali divenendo per alcune realtà parrocchiali stimolo di emulazione. Per noi invece si trattava di un impegno periodico, allora si usciva con frequenza quadrimestrale e quindi finito il numero già si iniziava a preparare quello successivo con continue e pressanti richieste di

articoli e materiale: gli unici a rispettare sempre la puntualità nella consegna del materiale sono stati don Giuseppe ed il vignettista Franco Oneta. Grazie! E poi via via con le uscite e le presentazioni fino ai giorni nostri. Per noi con questo 2011 sono passati 18 anni con la realizzazione di ben 50 numeri. Senza dubbio un bel traguardo che, speriamo, non venga ritenuto conclusivo di questa meravigliosa esperienza. Lo scorso anno la nostra collaborazione si era limitata alla impaginazione e stampa del periodico, con questo numero invece inizia una nuova era, fatta di giovani parrocchiani che si lanciano in questo settore giornalistico ai quali auguriamo veramente di cuore di avere tante soddisfazioni come quelle che hanno accompagnato noi nello sviluppo e trasformazione di questo meraviglioso mezzo di comunicazione.Ricordate il titolo del primo editoriale a firma del nostro parroco don Giuseppe? “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Ecco questa frase ci ha sempre accompagnati nel nostro cammino e, speriamo, accompagni anche quei giovani volonterosi che si apprestano da questo numero in avanti a proseguire il “contatto con le famiglie e tutti quanti vivano all’interno della nostra Parrocchia” scrivevamo nel nostro “chi siamo” del marzo 1994.In bocca al lupo e tanti auguri di serene e liete festività!

I l ministrante, meglio conosciuto come chierichetto, è il ragazzo che presta servizio al celebrante durante la Liturgia. Egli svolge molteplici funzioni, dalle ampolline, al messale, alle candele, e fornisce un aiuto

indispensabile al sacerdote assistendolo durante l’intera Celebrazione liturgica. Il nome ministrante deriva dal latino ministrans e significa “colui che serve”, essere ministrante non si limita quindi a partecipare alla Messa domenicale, ma significa soprattutto, prestando un piccolo servizio per la propria comunità, seguire l’esempio di Cristo che non ha esitato a servire gli altri fino a sacrificare la sua stessa vita. Il chierichetto, prestando il suo impegno gratuitamente con generosità e altruismo, non viene perciò pagato, e non presta nemmeno la sua disponibilità per tale scopo, egli quindi, non è solo un ragazzo che si limita a prestare servizio all’altare, ma una persona che con amore e fiducia ha imparato a conoscere Cristo fin dal suo Battesimo e a condividere con lui tutti i giorni della sua vita. Durante la lavanda dei piedi Gesù, considerato il Maestro, si è umiliato a tal punto da lavare i piedi agli apostoli fino a morire per noi sulla croce, e con la celebre frase pronunciata durante l’ultima cena: “Se dunque io il Signore e il maestro ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri”, ci stimola a seguire il suo esempio e a prestare un piccolo servizio per il prossimo. In un mondo dove in molti paesi la sofferenza è una realtà quotidiana e molte persone adulte come sacerdoti e missionari offrono il loro servizio per gli altri, anche dei semplici ragazzi possono donare il loro piccolo contributo per la propria comunità, un contributo →

I l M i n i s t r a n t e

Quindici anni? Forse! cinquanta numeri Certi.

Editoriale

Riflessioni

Daniele Dal Molin

Luca e Luigi Del Pozzo

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Ogni anno, alla vigilia di Pentecoste, siamo invitati a partecipare alla Via Lucis vicariale,

una veglia di preghiera in attesa della solennità, proposta con una modalità che riesce a tenere insieme dimensione liturgica e antropologica. La forma del pellegrinaggio, con uno sviluppo di una tematica scelta di anno in anno, favorisce la personale coscientizzazione della presenza dello Spirito e della sua azione nel mondo. La preghiera nel buio della notte, lungo il percorso a tappe, è segno del popolo in cammino che canta la sua fede ed invoca il dono dello Spirito.

Ricordo, come esempio, lo svolgimento della Via Lucis dello scorso anno incentrata sulla tematica

“Sogni e visioni: lo Spirito suscita uomini che rendono concreti i grandi sogni di Dio sull’umanità”.L’avvio della processione avviene al Mericianum. Un quadro iniziale costituisce l’ouverture che lancia il tema e contiene tutto l’andamento. Sotto la regia creativa e minuziosa di Donata, anche i più inesperti attori si muovono bene per rappresentare il sogno di Dio sull’umanità: un mondo bello e buono, ma non compreso e non accolto dalle creature. Intanto il sole è tramontato, si accendono i flambeaux, quasi un gioco per i più piccoli – e sia! – e quindi la processione si snoda dietro il passo sicuro ed espero di Giuseppe.Si canta, si ascoltano brani e preghiere dalla calda voce di Guido e alla prima curva di via Maccarona ecco i ragazzi di don Gabriele e don Michele pronti a proporre le loro riflessioni. Impersonano i frati di san Francesco che, sognando di ricostruire la chiesa di Dio, con la sua intuizione ha determinato una svolta decisiva nella storia della chiesa. E così anche noi siamo invitati a verificare le nostre aspettative, i progetti di bene, la volontà di rafforzare l’opera delle nostre mani..Si è fatto così buio che l’esile luce della candela diventa indispensabile per camminare. Una piccola fiamma è la nostra fede, ma ti permette di procedere, anche se un passo alla volta. Mi lascio incantare dal cielo buio, dalle luci del lago che

improvvisamente compaiono oltre i campi. Con il pensiero invoco qui le persone che mi sono care, quelle che si affidano alle mie preghiere, penso con nostalgia a coloro che non ci sono più…Nostalgia inutile, perché essi sono misteriosamente vivi nella luce e realmente vicini in questa Via Lucis. Le voci di Daniele e Matthias, che camminano dietro di me, mi aiutano a pregare: vieni santo Spirito, a suscitare e realizzare sogni grandi. Il coro, guidato da Gigi, sostiene la preghiera in canto. Le note del flauto di Milena accompagnano le belle voci, poi si staccano come in una melodia propria, per riprenderle ad esaltarle subito dopo.A metà del cammino ecco Andrea, Chiara, Virginia ci aspettano per la seconda sosta di riflessione. Con una modalità originale e un metodo esperienziale veniamo condotti nel progetto di don Marcolini, che ha realizzato il sogno di numerose famiglie, quello di abitare una casa propria e di costruire relazioni. Ancora preghiere litaniche, brani di santi cosiddetti “sognatori” e, infine, sul portone di ingresso dell’Abbazia i sette monaci cistercensi di Algeri impersonati dagli amici del Magnificat. Un sogno infranto quello dei monaci martiri, e tuttavia compiuto proprio attraverso il sacrificio della vita..Entriamo in silenzio nel bellissimo chiostro dell’Abbazia per la conclusione della nostra preghiera e qui viene rappresentato il sogno di Dio, finalmente realizzato nella visione della Gerusalemme celeste, che dal cielo scende bella come una sposa. Il Signore dà compimento al suo progetto, decidendo di abitare la città degli uomini. Il Dio con noi manda il suo Spirito e la faccia della terra si rinnova.Don Aleardo conclude la preghiera, ci benedice e ci invia nella storia che continua. I flambeaux non servono più, il chiostro è illuminato di tutti i colori dell’arcobaleno. Si rompe il silenzio con un applauso e i saluti a tutti i compagni di viaggio. Don Giuseppe si avvicina agli organizzatori: il suo grazie sincero e umile incoraggia tutti. Ci sarà una Via Lucis 2012.

V i a L u c i s : c h e c o s ’ è ? P e r c h é ?Suor Angela Grassi

pensato e concreto, fatto con i muscoli e non solo di belle parole, e tramite la figura del chierichetto dimostrare che servire significa seguire l’esempio di Gesù, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare sé stesso per tutti noi. Oggi nessuno forse ci chiede di dare la vita fisicamente, ma non è forse dare la vita sacrificare un po’ del proprio tempo così come fa il chierichetto prestando il suo servizio durante la Liturgia ? E l’amore è anche servizio concreto, pensato, fatto con i muscoli e non solo di belle parole…... ma non è forse dare la vita anche sacrificare un pò del proprio tempo o imparare ad amare l’amico che non ci sta simpatico...? ■

Diari

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Sabato 22 ottobre è ricominciato il catechismo; anche per quest’anno non mancheranno

gli imperdibili momenti di animazione per tutti i bambini e ragazzi della parrocchia. Già sabato 22 ottobre, infatti, si è tenuta la 2°edizione della “Festa dei Santi, Festa per tanti”. Dopo il successo e la partecipazione avuti lo scorso anno si è deciso di replicare, e perchè no, di migliorare quello che non aveva molto funzionato. L’idea, il significato di questa festa è valido: nel periodo dell’anno in cui ormai, di questi tempi, l’attenzione soprattutto dei più piccoli e dei giovani è rivolta ad Halloween, è andato un pò perduto il valore del giorno di Ognissanti. Perciò, con il divertimento ma non solo, noi animatori intendevamo ricordare l’importanza di questa giornata, per farla riscoprire. A differenza dell’anno scorso la “Festa dei Santi” si è concentrata nel solo pomeriggio di sabato, dalle ore 15.00 fino alle 18.00. Si è svolta in abbazia: nel cortile e nel salone, ma anche tra gli ulivi, l’eremo, la vasca dei pesci. Complice il tempo splendido e la perfetta temperatura, ci si è potuti trattenere all’aria aperta per quasi tutto il pomeriggio. Vi è stata una buona partecipazione, speriamo che tutti abbiano gradito e si siano divertiti.Nella prima parte della festa, dopo i classici e immancabili balli, tutti i bambini sono stati divisi in diversi gruppi, ognuno dei quali doveva occuparsi di un santo. I santi rappresentati

quest’anno sono stati Sant’Agnese, Sant’Angela Merici, Santa Elisabetta d’Ungheria, Santa Giulia e San Massimiliano Kolbe. Ciascun gruppo ha seguito un santo in una passeggiata-caccia al tesoro fra i giardini dell’abbazia, durante la quale è stata raccontata la vita di ognuno, tramite anche la ricerca di oggetti-chiave ad essa legati, nascosti in giro. Dopo la merenda (un ringraziamento speciale va a tutte le mamme cuoche!) ci siamo spostati nel salone, dove ogni grupo ha narrato la storia del santo seguito. E’ stato sottolineato durante la spiegazione e la preghiera tutti insieme, l’amore incondizionato di queste persone, che addirittura hanno donato la loro vita per Gesù e il Cristianesimo. Il resoconto della festa è stato perciò anche quest’anno molto soddisfacente, ringraziamo tutti i partecipanti e rinnoviamo l’invito a tutti gli interessati che vogliono passare dei bei momenti nella parrocchia, perchè le occasioni non mancheranno!

Intanto, per l’appunto si ricorda il prossimo evento: LA RECITA DELL’EPIFANIA! Le prove si terranno a partire da sabato 17-12 in canonica, mentre la rappresentazione avrà luogo come ogni anno in Chiesa il 6 gennaio.La partecipazione è aperta a tutti i bambini aspiranti attori, ma anche agli spettatori che desiderano passare un piacevole pomeriggio in parrocchia.

C a t e c h i s m o - F e s t a d e i S a n t i

AttivitàPaola Pedrotti

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Tutto è pronto; il camion carico di viveri, valige, animatori ma soprattutto tanta voglia

di divertirsi e di far divertire i bambini. Da animatrice posso raccontare in prima persona questa splendida avventura. Con Paola, Elena, Chiara, Matteo, Mattia, Federica, Daniele e Andrea abbiamo trascorso una settimana carica di emozioni, soprattutto per noi “nuovi animatori”, io, Elena, Paola, Daniele e Federica, che prima d’ora non avevamo avuto la possibilità di metterci al servizio di scatenatissimi bambini. La meta è stata Barzesto, un piccolo paesino vicino a Bergamo, un luogo molto bello, immerso nel verde e nella tranquillità. Un posto perfetto per ospitare una ventina di bambini e ragazzi pronti a scatenarsi e a passare una settimana intensa. Il tema della settimana è stato il Far West. I ragazzi fin da subito sono stati catapultati con la “macchina del tempo” nel Far West, guardando e prestando attenzione agli animatori che per loro si erano tramutati in cacciatori di pelle, maghi, cartomanti e capitani di carovana. Fin da subito si è notata una straordinaria voglia di divertirsi, conoscere nuove persone e passare un po’ di tempo senza nessun pensiero per la testa, lasciando alle spalle l’anno scolastico appena concluso. Durante il viaggio delle carovane verso il Far West, la meta da raggiungere, i ragazzi sono stati divisi in due squadre che hanno preso il nome di “Red Bull” capitanate da me ed Elena e Predators, capitanati da Federica, Paola e Daniele. È stato un viaggio molto divertente ed emozionante, dedicando

anche intere giornate alla natura con bellissime passeggiate nel verde e passaggi attraverso fiumi e sotto cascate. Si sono tenuti tantissimi giochi a squadre o prove individuali, come la caccia al tesoro e prove di sfida e di abilità, il tutto con la totale partecipazione dei ragazzi, più carichi che mai. Noi giovani animatori, oltre a metterci volentieri al servizio degli animati travestendoci e interpretando gli antichi del Far West, cantando a squarciagola canzoni e ballando in continuazione balletti cercando di coinvolgere, con più fatica, anche i maschi, abbiamo partecipato a tutti i giochi con tanto divertimento, scatenati come gli animati. Abbiamo avuto la possibilità di venire a contatto con diversi caratteri, abbiamo imparato a essere pazienti e a coinvolgere nel modo corretto i ragazzi in modo tale da rendere contenti un po’ tutti, abbiamo imparato, come hanno fatto i ragazzi, a metterci al servizio degli altri. La mattina, infatti, ognuno si occupava di un lavoro nella casa, preparando la colazione, pulendo le stanze, i bagni, la cucina o sparecchiando, notando però nei loro occhi la giustificata voglia di accelerare per raggiungere gli altri per finire la partita di calcetto. Dopo il campo scuola sono nate delle belle amicizie tra i giovani ma anche tra gli animatori. Possiamo con certezza inoltre dire l’obiettivo del campo è stato raggiunto: passare sette giorni in allegria e rispettarsi reciprocamente, senza però dimenticarsi di Dio dedicando infatti una parte della giornata alla preghiera e al ringraziamento della giornata.

C a m p o s c u o l a 2 0 1 1 : B a r z e s t o , l a c i t t à d e l F a r W e s t .

AttivitàMariaElisa Crescimbeni

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Siamo a Natale. Anche quest’anno. E con il Natale tornano gli alberi illuminati, le giacche pesanti

con cappelli e sciarpe, i panettoni –pandori -torroni, e, alla fine, i buoni sentimenti.Tornano anche le canzoni e i canti di Natale, melodie a volte scontate, a volte banali, talvolta interessanti, ma soprattutto conosciute e amate da tutti . Amate da tutti forse perché ci riportano indietro nel tempo o forse perché ci fanno sentire più buoni.Un canto non ha probabilmente il potere di farci uscire dai nostri egoismi per essere davvero più buoni, ma senza dubbio va a toccare alcune corde del nostro intimo e noi, magicamente, “sentiamo” che è Natale. Per questo anche quest’anno il coro S. Maria Assunta proporrà alla vostra attenzione, fra gli altri, due canti tipici del periodo natalizio: Stille Nacht o l’italianizzato Astro del ciel, e Adeste fideles, Venite fedeli, su melodia tradizionale. Il primo canto, musicato da Franz Gruber ed eseguito per la prima volta la vigilia di Natale del 1818 nella chiesa di S. Nicola, vicino a Salisburgo, è stato tradotto in più di 300 lingue e la versione italiana non è la traduzione letterale dal tedesco, ma un testo originale scritto intorno agli anni ’50. Il testo tedesco ci fa vedere il bambino che dorme, vegliato dai genitori: tutto intorno è pace, silenzio. L’armonizzazione da noi interpretata è così completa che fa di questo pezzo un brano eseguibile anche a cappella, cioè con le sole voci, senza accompagnamento strumentale. Molti autori hanno invece arrangiato il secondo canto, l’Adeste fideles, essendo questa una melodia tradizionale natalizia di compositore anonimo. Il suo testo è un invito ad andare alla Santa Capanna a rendere omaggio al Bambinello. La nostra esecuzione è del maestro Zardini, il quale mette in evidenza l’origine gregoriana della melodia. Per canto gregoriano si intende tutto il canto liturgico della chiesa romana e occidentale, dalle prime espressioni durante i secoli di decadenza dell’Impero Romano (III – V sec. d.C.) a tutto il Medioevo. Il papa San Gregorio Magno (590-604) ebbe il compito di fare ordine, di raccogliere tutto il repertorio liturgico, ma solo la parte dei testi, in quanto ancora non si conosceva la scrittura musicale e ci si affidava alla tradizione orale. Gregorio quindi fece trascrivere questi testi in un libro, chiamato Antifonario e, sempre

secondo tradizione, pare che questa raccolta fosse legata con una catena d’oro ad un altare della Basilica di San Pietro. Avrebbe inoltre potenziato la “Schola cantorum” in cui si preparavano i cantori destinati a portare nei più lontani paesi il canto della Chiesa di Roma. Durante il Medioevo i monaci custodirono gelosamente questi testi e ciò ha permesso che arrivassero fino ai nostri giorni. Nei secoli successivi alla riforma di Papa Gregorio si veniva affermando, come elemento centrale della liturgia, la messa, cioè una composizione musicale che accompagna le celebrazione religiosa. Anche il nostro coro oggi, indegno continuatore di gregoriana memoria, canta la messa.I canti della messa sono molti e diversi fra loro per forma e stile. Alcuni conservano un testo immutabile durante l’intero anno liturgico: sono le cosiddette parti fisse (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Benedictus, Agnus Dei) e formano l’ ”Ordinarium Missae”. Le parti mobili o variabili, così chiamate per i testi che mutano secondo il tempo liturgico e la solennità (Introitus, Alleluja, Sequentia, Offertorium, Communio,…), costituiscono invece il “Proprium Missae”. Moltissimi musicisti hanno composto messe: da Palestrina a Vivaldi, con Scarlatti, Mozart, Beethoven, Schubert, Verdi, Rossini, Donizetti, Brahms, per dire solo alcuni nomi di grandi. Il solo Perosi, musicista minore del secolo appena trascorso, ha scritto ben 52 messe. Mozart ne compose “solo” 17, musiche insuperate e probabilmente insuperabili. E morì a soli 33 anni…Quest’anno il coro propone la messa di Bonfitto, sicuramente di più facile impatto rispetto a quella eseguita l’anno scorso, la “Messe Basse” di G. Faurè, uno dei grandi musicisti francesi della fine del XIX secolo e dell’inizio del XX. Per “Messe Basse” si intende una messa piccola, breve perché priva del Gloria e del Credo: Faurè la scrisse per un organico di 3 voci femminili e organo, ricca di dissonanze molto difficili da intonare.

Chi volesse venire al coro per vedere di che si tratta è il benvenuto: le prove sono solitamente il lunedì sera, presso la Chiesa Parrocchiale, dalle 21 alle 22.30. Vi aspettiamo.

N a t a l e i n C o r o

AttivitàOmbretta Saottini

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I m m a g i n i d i M a r i a

Pagine di In...Chiostro

I l chiostro interno dell’abazia di Maguzzano è silenzioso, quasi privato e la storia si percepisce in quell’inconfondibile sapore che l’aria di questi luoghi sospesi può assumere. Qui ci è

stato concesso di esporre i pannelli di Immagini di Maria, la mostra/itinerario dedicata alle raffigurazioni mariane disseminate nelle chiese del Garda bresciano; si è creato in questo modo un particolare gioco di tempi e spazi poiché le antiche pareti del chiostro hanno ospitato moderni pannelli raffiguranti Vergini o santi desunti dalle opere commissionate a nomi celebri come Palma il Giovane, Andrea Bertanza o Grazio Cossali o a ignoti frescanti come quelli del Carmine di San Felice o della chiesa del Lucone a Polpenazze. Uno scambio ininterrotto tra passato e presente che ha permesso a molti di ritrovare dipinti, volti e colori che fino ad oggi giacevano nascosti nell’ombra di una cappella o solo di una pigra memoria. Unica inoltre la possibilità offerta di leggere la storia di un dipinto al contempo riprodotto in mostra e visibile dal vivo, sull’altare della vicina chiesa abaziale: la grandiosa Assunta dell’ultimo Moretto aiutato dal suo allievo e continuatore Luca Mombello ha infatti accolto i visitatori che la sera dell’inaugurazione hanno potuto godere della splendida introduzione musicale del Coro di Maguzzano diretto dalla maestra Ombretta Saottini. Gli archi del chiostro hanno poi invitato il pubblico che ha visitato la mostra con incedere lento e pacato, scambiando idee e opinioni serene in una calda sera d’estate. Questi sono stati i toni e i modi di chi ha percorso con entusiasmo questi spazi, stupito, incuriosito o forse anche divertito dalle molte, inaspettate sorprese.Un ringraziamento va certamente a Fratel Mario interessato e collaborativo sostenitore di questa iniziativa e agli amici di Inchiostro che si sono fatti portatori di questa nostra proposta con la quale intendiamo rispondere a chi crederebbe di soddisfare solo in modo altisonante, oneroso e poco ragionato alla necessità percepita da tutti noi di riscoprire i tesori di casa nostra, necessità questa che viene in molti casi solo ostentata e raramente sentita davvero.

Foto della mostra “Immagini di Maria” della fondazione Cominelli allestita da In...Chiostro il 24 Luglio 2011 nel chiostro dell’abbazia di Maguzzano

Giacomo Turolla

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C a n z o n i c o n l e A l i

Pagine di In...Chiostro

Ciao, mi chiamo Mauro Mondinelli, sono un ragazzo che scrive poesie, alcune delle quali sono state trasformate in canzoni. La scorsa estate, durante una delle bellissime serate di “In-chiostro”

presso l’Abazia, qualcuno di voi ha avuto l’opportunità di ascoltarle. Il nostro gruppo si è creato quattro anni fa grazie ai nostri legami di amicizia. Io e Giancarlo Boni, che siamo gli autori, ci conoscevamo sin da bambini perché abbiamo frequentato lo stesso Istituto, Nikolajewka a Brescia. Da tempo scrivevo, avevo imparato a utilizzare in una maniera particolare la macchina da scrivere elettrica e sono riuscito anche a pubblicare e vendere i testi da me composti. Qualche tempo fa, in vacanza, Giancarlo mi ha presentato il suo compaesano, Armando Gallo che già musicava le poesie di Giancarlo. Armando ha quindi deciso di mettere in musica le nostre poesie e ha prestato chitarra e voce per farle conoscere al pubblico.le parole raccontano di noi, delle nostre esperienze vissute e delle nostre poesie. Quando mi sono unito al gruppo che già formavano Giancarlo e Armando, ho firmato un contratto di una casa discografica. Io ero molto emozionato, mandai ad Armando le mie poesie, non so descrivere la gioia che ho avuto dentro di me, ancora oggi mi sento felice.Abbiamo scritto e depositato ben 15 canzoni che vengono dal cuore, che vogliono esprimere ciò che c’è dentro di noi. Sono canzoni che parlano di amicizia e di speranza e le chiamiamo “canzoni con le ali” perché grazie a queste parole e alla musica, ci permettono davvero di volare, al di là di ogni barriera fisica che possiamo incontrare nel quotidiano. Il nostro amico Giuliano Vianelli ha iniziato ad organizzare dei concerti che ci danno il modo di far conoscere non solo le nostre parole e le nostre musiche, ma i nostri pensieri e le nostre vite.

Foto del concerto “Canzoni con le Ali” organizzato da In...Chiostro il 21 Luglio 2011 nel chiostro dell’abbazia di Maguzzano

Mauro Mondinelli è nato a Montichiari dove tutt’oggi vive. E’ spastico e siede dalla nascita su una sedia a rotelle. Ha frequentato la scuola elementare, la scuola media concludendo gli studi presso il di Mompiano Brescia. Successivamente è stato inserito presso la cooperativa Nikolajewka di Brescia dove ha imparato l’uso del computer attraverso il movimento del piede sinistro. Dal 1993 lascia la cooperativa per nuove esperienze, per un intenso lavoro d’archiviazione a Montichiari. Un po in comune e in biblioteca, accompagnato ed aiutato da Giuliano Vianelli. Ha già scritto 4 raccolte di poesie.

Mauro Mondinelli e Chiara Belotti

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Cari sorelle e fratelli della Comunità parrocchiale di Maguzzano, da più di dieci

anni vive, peregrinando qua e la nelle varie strutture della parrocchia (prima l’asilo, poi in abbazia ora in canonica) una piccola fraternità della Comunità Magnificat. Questa fraternità si è sviluppata pian piano nel tempo, nata come gruppo di preghiera del Rinnovamento nello Spirito con il nome di “Primavera di Gesù”, ad un certo punto del suo cammino ha sentito forte la chiamata a vivere la propria esperienza spirituale come una vera e propria Comunità a servizio della Chiesa, e l’incontro con alcuni responsabili della Comunità Magnificat è stata l’occasione provvidenziale per mettersi su questa strada.

Dalla “Regola di vita” della Comunità Magnificat:“La Comunità Magnificat è una Comunità di Alleanza,che ha al centro l’unico Signore Cristo Gesù. Tutta la vita comunitaria si sviluppa su indicazione di una “parola”che fin dalle origini venne considerata fondamentale e profetica:

“Con Gesù, su Gesù, costruisci”. Noi crediamo, infatti, che il cristianesimo, prima che una dottrina o una morale, sia la persona di Gesù Cristo. Chi lo ha incontrato e ne ha fatto esperienza arde dal desiderio di conoscerlo e vuole modellare la sua vita sui suoi insegnamenti, che il Magistero della Chiesa autorevolmente a suo nome propone e attualizza. Noi crediamo che all’inizio della nostra vita comunitaria ci sia l’amore di Cristo che ci ha amati e ci ha riuniti, dandoci la grazia di amarlo a nostra volta nei fratelli. Noi crediamo che la Comunità sia un monastero dalle mura invisibili, in cui ogni giorno si cerca di vivere alla scuola di Cristo, Maestro e Signore. Noi crediamo che il nome Magnificat indichi che ciascun membro della Comunità intende unire la contemplazione all’azione, come Maria che, appena ricevuto in sé il dono di Gesù, si affrettò a portarlo ad Elisabetta.”

La Comunità Magnificat è fatta per lo più di famiglie e laici, che non fanno vita comune, ma come un monastero dalle mura invisibili, hanno un medesimo stile di vita e si impegnano a

seguire la stessa Regola di vita. La vita della comunità si svolge attraverso degli incontri, uno di questi a cadenza settimanale è aperto a tutti (siete invitati!) coloro che vogliono pregare e fare l’esperienza dell’amore di Dio.Tutti i mercoledì sera dalle ore 20.30 alle 22.00 c’è la preghiera comunitaria aperta a tutti in canonica: il primo mercoledì del mese viviamo la celebrazione della messa, il secondo e il quarto la preghiera carismatica di lode e intercessione; il terzo mercoledì del mese l’adorazione eucaristica.

Quest’anno abbiamo proposto, al vicariato del lago bresciano e a tutti coloro che intendevano partecipare, la seconda edizione del “Seminario di vita nuova nello Spirito Santo” con inizio il 15 ottobre e concluso il 26 novembre, otto incontri a cadenza settimanale dove, passo passo si scopre l’amore di Dio e i fondamenti della vita cristiana, dando si delle nozioni ma soprattutto facendo esperienza di quel Dio che ci ha creati e messi al mondo per essere felici e portare il Suo messaggio!!!Ringraziamo Dio per questi anni di grazie, anche nelle difficoltà vi testimoniamo che Lui è fedele e non ci ha mai lasciati, l’anno scorso e quest’anno il Signore ha usato largamente il seminario per toccare i cuori di tanti fratelli che poi hanno semplicemente vissuto meglio la loro vita di fede, personalmente, in famiglia, in parrocchia, oppure hanno deciso di continuare a camminare con la Comunità Magnificat attraverso percorsi di approfondimento biblico e momenti di crescita umana e spirituale. Ringraziamo di cuore don Giuseppe che ci ha sempre accolti e sostenuti, e ringraziamo chi ci ha permesso di avere questo spazio nel giornale. Il Signore rinasca nel cuore di tutti e ci dia la gioia e il coraggio di Maria che, appena ricevuto in sé il dono di Gesù, si affrettò a portarlo ad Elisabetta.I responsabili della fraternità di Maguzzano della Comunità Magnificat vi ringraziano per l’attenzione e vi aspettano!!!Mariangela Matteo Giacomo

S e m i n a r i o d i V i t a N u o v a n e l l o S p i r i t o

DiariComunità Magnifi cat

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A settembre sono ritornati nella chiesa di S. Maria Assunta di Maguzzano i due

dipinti raffiguranti “L’adorazione dei pastori” e “L’adorazione dei Magi” che mancavano da parecchi anni e sono stati ricollocati al loro posto nelle due cappelle a fianco dell’altare maggiore. Si completa così il restauro della chiesa iniziato più di vent’anni fa.

I dipinti non sono firmati e non appaiono di particolare rilevanza artistica, ma hanno un sapore di arte popolare genuina ed emanano un senso di calore devozionale grazie alla loro particolare cromia luminosa. Il restauro ha contribuito certamente a renderli più godibili e ne ha valorizzato la cromia che racconta con gioiosa semplicità e colori caldi e brillanti il miracolo della natività che qui acquista quasi il sapore di un popolaresco ex voto.

Prima dell’intervento i dipinti erano molto offuscati dallo sporco che si era stratificato nel tempo e mescolato a vecchie vernici ossidate. I rispettivi telai non li sostenevano più con la tensione necessaria e perciò lo strato pittorico diventava sempre più fragile. Già il colore si era in vari punti frantumato e si erano prodotte sulla tela tante piccole, fitte lacune.I dipinti sono stati perciò smontati dai vecchi telai, ben puliti e consolidati con materiale adatto che li preserverà da muffe e altri agenti dannosi. Sono stati poi rinforzati con una nuova tela che proteggerà quella su cui è steso il colore e sono stati ritesi su nuovi e robusti telai. La cromia, liberata dallo sporco addensatosi nel tempo, è stata poi ritoccata nelle lacune nel pieno rispetto dei valori originali. Anche le cornici sono state trattate con antiparassitario, consolidate e lucidate.

I l r i t o r n o d e i q u a d r i

Arte & CulturaRomeo Seccamani

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La Visitazione del Pontormo è uno dei dipinti più celebri della sua epoca, e più

in generale, dell’intera storia dell’arte; dipinta nel 1528, e collocata nella Chiesa parrocchiale di Carmignano, presso Firenze, rimane una straordinaria testimonianza del primo Manierismo toscano.

Pontormo, l’autore di questo dipinto, era un uomo dal temperamento schivo e solitario, amante di una vita semplice e morigerata ed affezionato ai pochi amici pittori; non aveva particolari ambizioni perché lavorava solo per chi gli piaceva e per le opere che lo interessavano, tralasciando commissiono importanti e dedicandosi anche a personaggi umili e di poca importanza. Di lui possediamo un diario che ci permette di conoscere molti aspetti della sua vita privata, dai cibi preferiti alle condizioni di salute, dall’uso del denaro agli stati d’animo, dal lavoro ai fenomeni atmosferici. La sua pittura, innovativa ed originale, era maturata all’interno delle botteghe dei migliori artisti del momento, da Leonardo ad Andrea del Sarto, ed il suo stile riscontrò il favore dei Medici, signori di Firenze. Di lui dice Vasari che era

“un cervello che sempre andava investigando nuovi concetti e stravaganti modi di fare. Di niuna cosa si contentava già mai”; questa nota ci fa capire la sua preoccupazione della ricerca formale ed espressiva e la cura meticolosa del disegno e della tecnica pittorica. Pontormo era considerato un uomo estremamente erudito, con una buona formazione filosofica e teologica che gli permetteva di prendere parola nei dibattiti culturali del suo tempo; frequentava scienziati e pensatori di diverse discipline, soprattutto dal 1552, quando divenne membro dell’Accademia Fiorentina. Sappiamo anche che l’artista era amico Michelangelo, maestro insuperabile, che rimase per lui fonte di ispirazione e punto di riferimento di primaria importanza. E’ancora Vasari che ci documenta il fatto che lo stesso Michelangelo, di fronte alle prime creazioni

pittoriche di Pontormo affermò che “Questo giovane sarà anco tale per quanto si vede, che, se vive e seguita, porrà quest’arte in cielo!”. Pontormo si era aperto anche alle influenze del grande maestro tedesco Durer, fino al punto di prendere più volte spunto dalle sue celebri incisioni, come nel caso degli affreschi della Certosa del Galluzzo o in questa Visitazione. L’artista, nato nel 1494 e morto all’inizio del 1557, visse in un periodo storico segnato da dolorose vicende politiche, culturali e religiose: basterebbe ricordare gli sconvolgimenti legati alla prima e seconda cacciata dei Medici, con l’intermezzo della istituzione della Repubblica Teocratica del Savonarola; sono gli anni della scoperta dell’America e della Riforma di Lutero che fanno tramontare definitivamente un’epoca e conducono ad una nuova configurazione dell’Europa e del mondo intero. E nella pittura di Pontormo sembra proprio riflettersi questo clima di inquietudine e di contraddizioni tipico della prima generazione di artisti di questa Età Moderna: così ritroviamo anche in questa Visitazione il dinamismo e la tensione dei corpi, il mistero che si riflette nelle espressioni dei suoi personaggi, una composizione eccentrica al limite del surreale (come si vede nel paesaggio urbano

“cubista”, dalla prospettiva improponibile!), gli eccessi dei panneggi, la drammaticità delle luci quasi spettrali, i forti contrasti e l’uso di colori artificiali. L’altro suo capolavoro riconosciuto, oltre a questa Visitazione, è la celebre Deposizione che si trova nella Cappella Capponi della Chiesa di Santa Felicita a Firenze; purtroppo tra le sue produzioni perdute dobbiamo annoverare i controversi affreschi del Coro di san Lorenzo, in particolare quelli del Giudizio Universale, che erano considerati qualcosa di grandioso, tanto da competere con quelli michelangioleschi della Cappella Sistina!

Il dipinto della Visitazione interpreta il testo del vangelo di Luca 1, 39 - 56: la pagina narra la

L a v i s i t a z i o n e d e l P o n t o r m o1 5 2 8 - S a n M i c h e l e - C a r m i g n a n o

Arte & CulturaDon Antonio Scattolini

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visita che Maria fece, dopo l’Annunciazione, alla cugina Elisabetta che era avanti negli anni ed era incinta: da lei sarebbe poi nato Giovanni Battista. La Visitazione non è una semplice visita di cortesia di una cugina: è un evento di benedizione e di salvezza, amplificato nel Cantico del Magnificat. Maria è colei che porta la presenza del Signore in mezzo al suo popolo e questa presenza viene salutata con gioia da Elisabetta e dal bambino che esulta nel suo in grembo! La scena è dunque molto intensa dal punto di vista spirituale: ciò che è essenziale accade all’interno del grembo delle due madri, una vergine e l’altra sterile … e non è visibile ai nostri occhi! Ci sono dunque delle presenze/assenze che sfidano l’artista perché egli non può esplicitarle ma può solo suggerirle ed evocarle: deve essere rappresentato l’invisibile!

Pontormo va diritto al cuore del mistero, proponendo allo spettatore dei colori e dei movimenti vibranti, che risaltano nel dipinto per l’effetto di una luce che non si capisce bene da quale fonte provenga. Così sembra quasi che questo vortice di tessuti e di pieghe rapisca anche noi: infatti tutto è in movimento in queste ondate successive di vesti che si gonfiano e si sollevano come animate da un vento spirituale che soffia nella tela e che crea un’atmosfera di sospensione in cui le figure sembrano levitare. Pontormo aveva già trattato il soggetto della Visitazione negli affreschi della Santissima Annunziata di Firenze: in quel caso egli aveva adottato lo schema più classico, che proponeva solamente una stretta di mano tra le due cugine con Elisabetta che si inginocchiava davanti a Maria. Qui invece tutto accade nella cornice di un abbraccio intimo, affettuoso e gioioso. I due ventri gravidi delle cugine si sfiorano in un’atmosfera di sospensione, allo stesso tempo grave e leggera: le loro ampie curve si accostano delicatamente, appena tangenti in un punto, e le due sfumature di verde (colore della vita!) sono messe in risalto dal velo arancio che avvolge Elisabetta. Le due donne sembrano quasi muovere un passo di danza: infatti possiamo notare che i loro piedi sono appena

appoggiati a terra ed i loro sguardi si intrecciano intensamente.

A questo proposito, ci sorprende la scelta del pittore di inserire un contrappunto, che viene creato da due ancelle che si alternano a Maria ed Elisabetta nella composizione della scena e che non sono menzionate nella pagina di Luca. Pontormo ha elaborato un gioco di sguardi molto particolare: quelli delle due cugine, che guardano nel profondo l’una dell’altra, immergendosi nel riconoscimento e nell’emozione di questo abbraccio che rende visibile anche l’incontro dei bambini che portano in seno. Ma il percorso degli sguardi prosegue nella figura che più ci colpisce, quella della aiutante anziana che si trova in posizione centrale e che ci fissa come emergendo dal fondo della scena, là dove lo scorcio prospettico del muro incrocia un cielo dalle tinte scure. Il ritmo marcata dalla posizione frontale di questa donna viene raddoppiato dalla figura dell’ancella di Maria: ciascuna di queste due aiutanti è evidentemente corrispondente alle due cugine per l’età e per l’abbigliamento. I loro occhi sono fissati su di noi, e sembrano cercarci come accade spesso nei ritratti: ciò che cercano è ciò che vuol fare il dipinto stesso … cioè è come se esse aprissero anche a noi la possibilità di inserirci nel mezzo degli sguardi delle due madri, rendendoci partecipi all’evento della Visitazione!

La Visitazione di Pontormo è un dipinto molto significativo e ricco di allusioni: esso riprende il tema simbolico del passaggio dalla antica Sinagoga, rappresentata da Elisabetta, alla nuova Chiesa, rappresentata da Maria; secondo qualcuno questa immagine evocava anche l’acceso dibattito religioso e politico circa le istanze di rinnovamento della Chiesa di Roma in relazione alla Riforma protestante; probabilmente vi è attribuito anche un messaggio politico legato alle vicende dei Medici (qui evocato dalle mura fortificate di Firenze messe in evidenza dietro ai personaggi femminili). Comunque sia, al di là dei significati cui rimanda questo capolavoro, ciò che noi qui

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vediamo ci presenta un incontro, un’accoglienza umanissima in cui si rende visibile e tangibile la presenza del Signore in mezzo al suo popolo. Questa Maria e questa Elisabetta possono essere per noi madri e sorelle nel riscoprire ciò che Pontormo ci propone con la sua arte raffinata: una meditazione su un saluto, su un incontro, su gesti e sguardi che esprimono in chi visita ed in chi è visitato un senso di benvenuto e la gioia per una presenza.

Vogliamo dunque contemplare questa “Visitazione” lasciandoci accompagnare da Enzo Bianchi, che ha scritto parole che ci sembrano particolarmente in sintonia con questa immagine e con la pagina di Vangelo che gli sta a monte:

“Nella nostra società occidentale … sappiamo per esperienza che non sempre questo atteggiamento nasce spontaneo: l’estemporaneità dell’arrivo, l’abitudine o la diffidenza,oppure l’aspetto ed il comportamento del nuovo arrivato rischiano sovente di indisporci verso la novità. Ma non dimentichiamo che si sceglie di ospitare chi sopraggiunge prima ancora di conoscerlo,prima di valutarlo, prima di discernere perché è venuto. La sua presenza è comunque e sempre

“occasione”, tempo favorevole, opportunità per vivere il mistero fecondo dell’accoglienza, del riconoscerci capaci di accogliere e della radice di questa capacità: l’essere stati noi, un giorno, a nostra volta accolti, accettati per il fatto stesso di essere venuti all’esistenza. E il saluto di benvenuto introduce l’ospite non solo nella casa, ma nello spazio privilegiato

dell’accoglienza: l’ascolto. Si tratta di ascoltare innanzitutto la presenza dell’altro, prima ancora delle sue parole, e cercare di percepire qual è il suo bisogno … Si tratta di ascoltare quello che l’ospite vuole comunicare, e l’ascolto autentico ha sempre una dimensione di obbedienza, quasi di sottomissione … Ora, ascoltare non è mai atteggiamento passivo: l’ascolto è attenzione, è volontà di una presenza che accoglie, e che come tale ha bisogno di molte energie e di grande forza di volontà. Ascoltare è far tacere sé stessi per dare peso, fiducia alla parola dell’altro. L’altro non lo si ascolta mai invano, ma occorre lasciarsi incontrare da lui:ascoltare è ospitare l’altro dentro di noi, ritrarsi per lasciare campo libero anche all’altro. Un ascolto autentico richiede quindi che si rinunci ai pregiudizi … Un’ospitalità di questo tipo, antica quanto il mondo, specialmente nelle società nomadiche e contadine, può sembrare oggi un’utopia: tutto nelle nostre leggi, nei nostri costumi, nella nostra gestione del tempo, dello spazio e della proprietà sembra andare nella direzione opposta. Eppure se saremo capaci di praticarla, a livello individuale e collettivo, ne riceveremo un dono inatteso: quasi inavvertitamente finiremo per scoprire che facendo spazio all’altro nella nostra casa e nel nostro mondo interiore, la sua presenza non ci sottrarrà spazio vitale, ma allargherà le nostre stanze ed i nostri orizzonti, così come la sua partenza non lascerà un vuoto, ma dilaterà il nostro respiro fino ad abbracciare il mondo intero” (da “La differenza cristiana”, Torino 2006).

La riproduzione della Visitazione è disposta In Quarta di Copertina

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“Lo sviluppo delle nuove tecnologie e, nella sua dimensione complessiva, tutto il mondo digitale rappresentano una grande risorsa per l’umanità nel suo insieme e per l’uomo nella singolarità del suo essere e uno stimolo per il confronto e il dialogo.” Papa Benedetto XVI

La nostra comunità parrocchiale ricca di talenti e di carismi conta tantissime realtà che nella loro attività non mancano mai di dare soddisfazioni. Penso per esempio al camposcuola a Barzesto di quest’estate a cui nuovi animatori hanno aderito con impegno, alle numerose iscrizioni al campo scuola stesso, al catechismo da poco iniziato con iscrizioni sempre più numerose e alla sollecita risposta di nuovi catechisti alle numerose iscrizioni. Penso a queste realtà che per come vivo la parrocchia conosco meglio, sapendo di trascurarne tantissime altre, ugualmente importanti e vive, di cui conosco poco o nulla. Quest’abbondanza di realtà sono la risposta ad ogni bisogno che il cristiano incontra durante il cammino spirituale di incontro con Dio, dove non è mai lasciato solo ma è accompagnato da tutta la chiesa, nella veste del parroco e di gruppi di persone che si formano e si dedicano ad ogni aspetto della vita comunitaria, partendo dalla preparazione al battesimo, all’animazione dei bambini, all’educazione cristiana nel catechismo e alla preparazione ai sacramenti, alla crescita nel servizio nella comunità parrocchiale, alla preparazione al matrimonio, dando ampio spazio a nuove opportunità di servizio. In questa grande abbondanza di realtà dinamiche così eterogenee al servizio della parrocchia è però facile perdere occasioni di incontro e partecipazione alle varie e numerose attività che si propongono. Occasioni per far fruttare il proprio talento al servizio del prossimo ma anche occasioni per cogliere i frutti che la parrocchia offre. Accogliendo il messaggio del Santo Padre Benedetto XVI in occasione della 44ª giornata mondiale delle comunicazioni sociali dove afferma:

“Per dare risposte adeguate... ....all’interno dei grandi cambiamenti culturali, particolarmente avvertiti nel mondo giovanile, le vie di comunicazione aperte dalle conquiste tecnologiche sono ormai uno strumento indispensabile.” Per dar quindi spazio a maggiori opportunità di incontro e di servizio nella parrocchia e accogliendo con rinnovata fiducia il messaggio del Papa, nel consiglio pastorale parrocchiale del 27 settembre 2011, in comune accordo con i rappresentati delle vare realtà, con grande entusiasmo si è deciso l’apertura di un sito internet per la parrocchia di Maguzzano chiamato www.parrocchiamaguzzano.it, già raggiungibile, per dar spazio e visibilità ad ogni

attività parrocchiale sperando che diventi, con l’aiuto di tutti, un punto di riferimento per parrocchiani e fedeli con nascente interesse verso la parrocchia. Ma come ammonisce il Santo Padre nel messaggio per la 44ª giornata mondiale delle comunicazioni sociali:

“Tuttavia, la diffusa multimedialità e la variegata “tastiera di funzioni” della medesima comunicazione possono comportare il rischio di un’utilizzazione dettata principalmente dalla mera esigenza di rendersi presente, e di considerare erroneamente il web solo come uno spazio da occupare.... ...invece, è richiesta la capacità di essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà al messaggio evangelico, per esercitare il proprio ruolo di animatori di comunità che si esprimono ormai, sempre più spesso, attraverso le tante “voci” scaturite dal mondo digitale, ed annunciare il Vangelo avvalendosi, accanto agli strumenti tradizionali, dell’apporto di quella nuova generazione di audiovisivi (foto, video, animazioni, blog, siti web), che rappresentano inedite occasioni di dialogo e utili mezzi anche per l’evangelizzazione e la catechesi.” Per questo www.parrocchiamaguzzano.it vuol essere un ponte virtuale di incontro per tutti i parrocchiani, non solo una fonte di informazione e novità sulla nostra parrocchia, ma un’opportunità di coesione e di vita comunitaria “entrando in contatto con il proprio territorio ed instaurando, molto spesso, forme di dialogo a più vasto raggio” (Papa 44ª giornata mondiale delle comunicazioni sociali). Da qui si aprono numerosissime opportunità, come un novo modo di promuovere attività ed eventi parrocchiali e ancora un nuovo modo di coinvolgere i giovani, ma anche i meno giovani, secondo i propri talenti, al servizio gratuito nella comunità, con la testimonianza di ricevere il centuplo. Queste però sono prospettive felici, che con alcun dubbio si potranno realizzare, se l’opportunità che è il sito internet parrocchiale, sarà accolta da tutti i parrocchiani attivi e non attivi al servizio della comunità. Contribuire al sito internet è molto facile, ci sono delle cose che puoi fare anche tu, non servono grandi capacità ma se le hai tanto meglio, qui c’è posto per te... ti piace scrivere? Puoi scrivere articoli! Ti piace fare foto? presto apriremo uno spazio anche per te! Ti piace la storia? Noi vorremmo conoscere meglio quella di Maguzzano e della chiesa... Ti diletti con il computer e siti internet? Segui qualche attività in parrocchia? Qua c’è posto per te, contattaci all’indirizzo [email protected]. Altrimenti già solo per sostenere questo nuovo progetto visita costantemente il sito www.parrocchiamaguzzano.it, avrai in mano uno strumento in più per vivere e partecipare la parrocchia.

I n u o v i m e d i a a l s e r v i z i o d e l l a p a r r o c c h i a

AttualitàMattia Brognoli

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La nuova edizione del Corso Biblico, organizzato dall’Università del Garda in

collaborazione con il Centro Culturale Bazoli e l’Assessorato alla Cultura di Desenzano del Garda, affronta ancora una volta un tema trasversale a tutti i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento. La tematica scelta dalla curatrice Franca Grisoni con la consulenza di Mons. Giacomo Canobbio è quella dei legami umani. In un tempo di fragilità e di disillusione circa la possibilità di rapporti significativi e significanti, di fedeltà e gratuità, il tema coinvolge e sfida a guardare a come nella Bibbia sono intese e vissute le relazioni primarie: la sponsalità, la paternità, la maternità, la fraternità, l’amicizia. L’itinerario è come una sorta di «strada verso casa», perché le storie che racconta non sono solo affascinanti ma hanno una dimensione assolutamente particolare: mentre narrano le vicende di padri, madri, figli, amici e sposi lontani, chi ascolta riconosce proprio in quelle storie la propria. Il titolo «i legami» risulta maggiormente evocativo del semplice «le relazioni», poiché riesce a sintetizzare un aspetto decisivo dell’antropologia biblica. Infatti, se l’antropologia contemporanea vede l’individuo al centro del mondo nella prospettiva di una continua amplificazione, rinnovazione, perfezionamento,

restauro, duplicazione, espansione di sé, per cui nella visione contemporanea le ragioni dell’individuo sono determinanti rispetto a quelle del gruppo, della comunità, con la conseguenza di far decadere le categorie della fedeltà e della durata, valori che custodivano e avevano ragion d’essere proprio all’interno di un legame tra più soggetti, la riflessione biblica sull’uomo si pone su un piano differente. L’essere umano è inteso innanzitutto come essere di comunione, tensione verso l’Altro, rapporto, legame, alleanza. La vita di ogni uomo trova pertanto compimento a partire da un radicamento in più legami che intersecano la terra e il cielo, Dio e gli uomini. Il legame con Dio affonda in un prima che viene e va nell’eternità; il legame con la propria famiglia di origine affonda nel passato e si dipana in un presente che richiede parole nuove e bisognose di sapienza; il legame con l’alterità guarda verso un futuro condizionato ad una inedita profezia. Sulla base di queste tre appartenenze nasce un compimento, cioè un senso della vita e una adesione ad esso.I cinque incontri presentano la tematica da prospettive differenti, mettendo a fuoco le diverse modalità con le quali i legami sono vissuti, compiuti, disattesi, traditi, desiderati, sognati, attraverso percorsi di carattere letterario, biblico e teologico, così da offrire un contributo di carattere complessivo e sintetico alla riflessione.

I l e g a m i n e l l a b i b b i aC o r s o B i b l i c o 2 0 1 2

AppuntamentiSuor Grazia Papola

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Non ci sembrava vero: la nebbia che aveva accompagnato i nostri giorni, era finalmente

sparita, lasciando spazio a giornate piene di sole. Corremmo verso il lago, aspiravamo al suo azzurro vigore, ai giochi d’acqua. Ma giunti alla riva, nel dissolversi della nebbia, il lago era scomparso, lasciando uno spazio sporco, crudele. Non c’era più acqua, né la vita che si accompagnava ad essa. Disseccato, il fondo rivelava alghe ammuffite e tronchi d’albero. Sparite le anitre e i cigni. Un terriccio biancastro misto a pietrame. Null’altro.Smarriti ci interrogavamo: cosa poteva essere successo? Qualcuno parlò di un terremoto sotterraneo o di una falda che s’era aperta, minacciosa, aspirando l’acqua.Di fatto, noi poveri profani, non capivamo: erano rimaste le romantiche rive; ornate di fiori e salici piangenti, le panchine spoglie i grandi massi che rilucevano sotto il sole. I monti che sembravano sorridere all’azzurro. La notte apparve anche la luna piena che però non spandeva i suoi raggi. L’azzurro del cielo non combaciava con la massa d’acqua anzi, sembrava smorto come non mai. Ma il peggio doveva ancora arrivare: dai rubinetti, dopo i primi giorni, non arrivò più l’acqua. Disseccate le fonti, presto l’acquedotto non fornì più il magico elemento.Arrivarono dottoroni da ogni parte d’Italia. Anche dall’estero, professori di scienza, vulcanologi, fisici, matematici, geologi, biologi.Portarono strane pipette, misuratori, ruspe: addirittura una trivella che perforò il suolo trovando il petrolio.Gas naturali, petrolio ma niente acqua.Inseguirono i letti dei fiumi che portavano al grande lago, trovarono le fonti disseccate, i rivoli che non spandevano più. Le grotte delle cascate malinconiche e umide dove già i licheni cominciavano a morire. L’erba stessa, dei grandi monti, ingialliva come per un precoce autunno.Gli scienziati parlavano di glaciazione o desertificazione. Ognuno insisteva per la propria teoria. Ma un vero risultato non fu trovato.E poi, stranamente non pioveva. Non piovve per settimane intere, per mesi. Sempre quel sole vuoto, a rischiare i volti tristi delle persone.Oramai la gente andava al mare. Almeno l’acqua azzurra era presente. Si dimenticarono il grande lago e i canneti con le folaghe birichine. Dimenticarono il calore che il lago rimandava e i rossi tramonti, le barche che pigre solcavano l’onda, gli anfratti deliziosi pieni di fiori.Si ovviò all’inconveniente degli acquedotti usando

l’acqua minerale per ogni cosa, anche la più semplice. Tutto questo costò caro alla popolazione che a poco a poco s’indebolì. Si tornò ad essere poveri come in tempo di guerra.Tristi e depressi guardavamo il letto di un lago che oramai privo di vita, non rimandava che vuoto stupore.Ma non lontano, appena al di là dei monti, l’acqua continuava a scorrere. Si organizzarono trasporti d’acqua, tutti rigorosamente sulle spalle, catene umane che cominciarono a fraternizzare. Scoprimmo popoli che non conoscevamo, dialetti stretti che non capivamo. L’acqua fu divisa equamente, con gioia. Non ne venne sprecata una goccia.Quando arrivò il fraticello venuto da lontano, sorrise al nostro racconto. Guardò il lago che non esisteva più e le montagne ingiallite e i mesti pensieri che le persone rinserravano nel cuore. Raccontò una storia:C’era un paese, molto lontano da qui, che viveva nelle savane. L’acqua era il bene più prezioso, forse più della vita stessa. Abbeverava gli animali, rendeva la terra soffice per poterla lavorare.Quando le donne partorivano occorreva l’acqua, molta acqua. Serviva per l’igiene. La vita stessa era acqua. Quando mancava, per lunghi periodi, vi era carestia e la gente moriva. Non cresceva più il grano o il riso, mancava la tapioca. Moriva il bue.Ma c’era anche un grande paese, al di là del mare: un paese pieno di grattacieli e ville. L’acqua scorreva nei grandi fiumi. Veniva sprecata: vasche idromassaggio, piscine. Parchi creati dal nulla con cascate artificiali e grandi laghi. La gente si lavava tre volte al giorno, si usava l’acqua per irrorare, giocare e, sprecare.Tutto questo, vi chiedo, può durare in eterno? Questa disparità che crea alcuni ricchi e altri poveri. L’acqua, non è forse di tutti? Non è quella che provoca ricchezza? Ma dev’essere un bene a cui tutti debbono accedere.L’acqua tornerà nel vostro lago. E’ stato un insegnamento. Siete fortunati perché avete capito che l’acqua si può dividere. Si deve.Quando tutto si ripristinerà, amerete ancor di più la massa d’acqua silenziosa, la capirete e, la proteggerete.

Quella notte nessuno dormì. Attendemmo l’alba. La nebbia impediva ogni sguardo. Ma a poco a poco, essa si alzò, e nella dissolvenza, scoprimmo il lago, il nostro meraviglioso lago che era ritornato a vivere.

I l r a c c o n t o d e l L a g o

RaccontiLuciana Carta

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Nata

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P S M A 19

Jacopo Carrucci da Pontormo: “la Visitazione” , 1528-29, olio su tavola,

pieve di San Michele in Carmignano (Firenze).

Arte & Cultura

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Calendario Liturgico della Parrocchia di Maguzzano

NATALE 2011

2011

Domenica 18 Dicembre ore 10,30: celebrazione degli anniversari signifi cativi di matrimonio

Sabato 24 Dicembre ore15-18: confessioni individuali in chiesa

ore 24: Messa nella notte di Natale, accompagna il Coro Parrocchiale

Domenica 25 Dicembre ore 8-10,30: Messe del giorno di Natale accompagna il Coro Parrocchiale

Lunedì 26 Dicembre ore 8-10,30: Messe di S. Stefano

Sabato 31 Dicembre ore18,30: Messa con Te-deum di ringraziamento.

2012

Domenica 1 Gennaio ore 8-10,30 e alle ore 18,30: Messe nella solennità di Maria Madre del Signore

Giovedì 5 Gennaio ore 18,30: Messa prefestiva dell ’Epifania

Venerdì 6 gennaio ore 8-10,30: Messe della solennità dell ’Epifania

ore 15: Sacra rappresentazione curata dai catechisti e interpretata dai bambini del catechismo. Premiazione concorso presepi. Estrazione dei biglietti della lotteria dell ’Epifania