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pubblicazione gratuita riservata ai soci dell’Università delle Tre Età di Alessandria a cura del laboratorio “Scuola di scrittura e giornalismo” Anno 3 - n. 2 - aprile/maggio 2009 università delle tre età alessandria

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pubblicazione gratuita riservataai soci dell’Università delleTre Età di Alessandriaa cura del laboratorio“Scuola di scritturae giornalismo”

Anno3-n.2-aprile/maggio2009

universitàdelle tre etàalessandria

Vita in Unitre

Sommario

3 Notizie dall’associazione di Francesco Allocco

4 Il laboratorio di francese a Volpedodi Lucia Boully Ponzano

4 La Compagnia teatrale del Martedì

5 Il laboratorio di inglese: escursione a Maltadi Carola ed Evasio

6 Il laboratorio “Andiamo per castelli”a Montaldeo di Milva Gaeta Gallo

7 Laboratorio di scrittura creativa... sì, grazie!di Elle.Effe

8 Personaggi - Intervista a SilvestroCastellana di Lelio Fornara

9 In confidenza... dialogo con la questura:prevenzione dei reati contro gli anziani

10 Alessandrinità - Massime popolaridi Orazio Messina

11 Letteratura Italiana - Italo Calvinodi Gianna Quattrocchio

12 Letteratura Italiana - Il partigiano Johnnydi Lidia Gentili

13 Astronomia - Osservare il cielodi Lelio Fornara

14 Omaggio a De Andrè - Mille papaveri rossidi Maria Pia Molinari

15 L’ultima sentenza di Giuseppe Gallinotti

16 Uni...informa

Via Teresa Castellani, 315100 Alessandriatel. 0131.235500fax 0131.300000

[email protected]

Direttore:Mariangela Ciceri

Redazione:Antonio Dalò

Milva Gaeta GalloGiuseppe GallinottiGiovanna Garrone

Marta ButtiniMauro Chiazza

Maria Pia MolinariLelio Fornara

Maura CornaraLidia Gentili

Orazio MessinaGianna Quattrocchio

Progetto graficoe impaginazione:Mariateresa Allocco

Stampa:Keller Grafiche srl

Via Einaudi, 43Alessandria

Carissimi Amici,la nostra vita associativa continua afunzionare con soddisfazione di tutti,nonostante qualche spostamento dilezioni per esigenze di alcuni docenti,lezioni ampiamente recuperate. Anchelo spostamento della lezione diCapolavori nei secoli nella SalaMonferrato non ha creato particolaridisagi.Ricevo i complimenti di tutti sulla vali-dità dei nostri relatori che ci hannoregalato splendide lezioni sulle moltematerie trattate.La mostra di pittura esposta nelsalone della Fidicom è stata visitatada moltissime persone ed agli organiz-zatori rivolgo il grazie più cordiale perl’accoglienza ed il ricchissimo buffet. AiSoci i miei complimenti e gli ap-prezzamenti dei visitatori per glielaborati che hanno esposto: risaltanoi progressi compiuti nell’anno accade-mico, l’attaccamento alla pittura el’impegno che hanno posto.Con l’attiva partecipazione dei mieiCollaboratori, ai quali rivolgo un vivo

ringraziamento per l’impegno di sup-porto e di idee, è ormai definito ilprogramma per il prossimo AnnoAccademico, sia per le lezioni in salaFerrero sia per i laboratori: le novitàsono molte per cui potremo sicura-mente puntare ad attirare nuovi soci.Per quanto riguarda il rinnovo dialcune cariche sociali che avevamoprogrammato di fare entro aprile con ilsistema del referendum a mezzoposta, data la ristrettezza dei tempi edi costi che il Consiglio ritiene opportu-no contenere, si è deciso di effettuarein una apposita Assemblea, inseconda convocazione, direttamente inSala Ferrero con l’avviso che verrà dif-fuso in tutte le sedi dove si svolgono lenostre attività.Il Consiglio Direttivo sta esaminandouna nuova veste grafica per ilGiornalino, cercando anche il modo diraccogliere inserimenti di aziende lea-der come soci sostenitori per la stam-pa a colori anziché in bianco e nero:speriamo che la cosa sia fattibile dalmese di ottobre.Come lo scorso anno, la mostragenerale dei lavori fatti dai nostriSoci nei diversi ambiti espressivi,verrà allestita presso la ScuolaVochieri nella seconda quindicina delmese di maggio 2009.Chiamo a raccolta la buona volontà ditutti i Soci e dei nostri Docenti per unbrillante finale di anno accademico.

Cordiali saluti a tutti.

Notiziedall? associa-

Il vostro presidenteFrancesco Allocco

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Vita in Unitre

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Vita in Unitre

Diario di bordo. Siamo in 20, tra noidue bambini. Aeroporto calmo e puli-to. Inizia così il nostro week-end dagiovedì 26 febbraio a domenica 1 marzo. Ilnostro obbiettivo è l’isola di Malta, propo-staci alcuni mesi prima dalla nostra inse-gnante di inglese, Lorella. Dopo il disbrigodelle pratiche di imbarco, eccoci di fronte alDufry shops. Ci soffermiamo su una frase etentiamo di tradurla (non per niente siamoalunni del corso di inglese!): Yes you canbuy without worring about restrictions(puoi comprare senza preoccuparti dellerestrizioni). Tutto scintillante, tutto bello,nessun problema (come evidenziato nellafrase), ma ... che prezzi! E meno male chesia al Dufry shops. Viaggio in aereo perfet-to. Orario rispettato ... ma siamo in Italia?Sì ... si vede che anche noi abbiamo dellecose che funzionano. La bella giornata cipermette di individuare il paesaggio sotto-stante, che ci provoca alcune emozioni,come cogliere i contorni della Sicilia.Arrivati a Malta e usciti dall’aeroporto: unasplendida gimcana tra le vie di Sliema, ovesi trova il nostro hotel. Il conducente delpulmino che è venuto a prenderci ha, a dirpoco, una guida piuttosto allegra.

Nonostante ciò,tra un ciondolarea destra e unciondolare a sini-stra, ci accorgia-mo subito, intanto, di esserein pieno Mediter-raneo, e poi diuna marcata im-pronta araba dei

luoghi. Il resto della prima giornata, esple-tate le formalità del caso, è filata lisciacome l’olio, grazie a Lorella, la quale si erapreoccupata in anticipo perché questoavvenisse. La serata è finita con quattrosalti in padella... pardon, no, non in padel-la, ma sulle piste improvvisate della halldell’albergo che ci ospita. La nostra Renataha dimostrato di gustare particolarmente lacosa e, nonostante nessun cavaliere adisposizione, balla da sola al ritmo di ciòche propone la nostra modesta orchestri-na. Seconda giornata: venerdì 27 febbraio.È ormai sera. Siamo in camera a prenderciun meritato riposo. Oggi abbiamo trascor-so una giornata meravigliosa. Dopo unabreve colazione: via! Alle 9 si parte allavolta di Valletta. Conosciamo la nostraguida e il nostro autista che ci accompa-gneranno per due giorni. Un tuffo nella sto-ria, anzi, nella preistoria. Così si inizia. Poipassiamo alle varie dominazioni succedute-si a Malta: Romani, Arabi, Cavalieri di SanGiovanni poi di Malta. Gli stili architettonicici incantano; e infine la chicca. All’internodella chiesa di San Giovanni, il dipinto dellaDecollazione di San Giovanni Battista delCaravaggio. Dio che meraviglia! Che con-trasti di luce; che luminosità nel buio! Lanostra giornata non è ancora completata.Lorella ci propone un dopo cena in unalocalità vicina a Sliema: St. Julian. Anchese stanchi, siamo curiosi di conoscerebrandelli di vita notturna maltese.

Carola ed Evasio

Per ragioni di spazio siamo costretti a interrom-pere... ma il racconto continua sul web all’indi-rizzo www.unitrealessandria.it

Il Laboratorio teatrale dell’Unitre haassunto il nome di Compagnia Teatraledel Martedì. Conta 14 iscritti e 3 inse-gnanti che il 24 aprile metteranno inscena presso la sala Ferrero la 7° rasse-gna teatrale dell’Unitre, che verrà repli-cata il 5 maggio c.m. alle ore 21.00 aBorgio Verezzi. Un diario mai scritto fatornare in mente pagine di vita vissutaintrecciate a pagine di letture di unavita. Così le parole di grandi scrittorifanno rivivere gesti e parole del passa-to, risuscitano i ricordi della narratrice eforse anche degli spettatori. Il testoportato in scena risulta opera di MariaCatellana “con la collaborazione” diautori quali De Luca, Guareschi,Goldoni, Brecht, Weiss, Wilder, Neruda,

Masters... un’opera mosaico che per-mette agli alunni-attori di cimentarsi inun repertorio vario che spazia dal dram-ma alla commedia, dalla lettura di unbrano alla recitazione di una poesia, dalcanto alla danza. Lo spettacolo duracirca 1 h e 50’. Gli attori sono: SerenaBarberis, M. Grazia Berta, GraziellaBertassello, Luciana Bonafini, GabriellaBruni, Maria Castellana, SilvestroCastellana, Calogero Crifasi, Paola DePeretti, Mauro Foglino, GiuseppinaGiacomazzi, Renata Grosso, LuigiGusmara, Adriana Lo Galbo, SeverinoMaspoli, Miranda Raccar, FrancescaTaverna. La regia è di SilvestroCastellana e Severino Maspoli. La sce-nografia è di Maria Castellana.

COMUNICATO - La Compagnia Teatrale del Martedì

Voci dai Laboratori

Il laboratorio di Francese a

Voci dai Laboratori

Il laboratoriodi

Prima di tutto: complimenti per il bellis-simo libro sui “25 anni e Compagni”. Peril piacere di “esserci” anche NOI, scrivia-mo oggi un piccolo e meditato artico-lo. Noi del laboratorio di linguafrancese, operante da quindicianni, vogliamo dare il nostrocontributo. Dopo essercipreparati, in francese, allavisita dei luoghi e alla tec-nica pittorica di Pelizza,siamo andati (fingendocituristi francesi), in visita aVolpedo. Nello studio del pit-tore, nei luoghi dei suoi quadri,seguendo gli usi e i costumi del-l’epoca, abbiamo cercato di compren-dere il più possibile il senso della suapittura. Primi in assoluto, abbiamo pro-iettato diapositive delle sue opere e letto

alcune sue lettere da Parigi, alla suacara moglie Teresa, commossi dalla suamalinconia dovuta all’allontanamento

del luogo natale. Ma se questo fa giàparte del passato, oggi, alla

Taglieria del pelo, sede deilaboratori di lingue, il fervorenon è diminuito per gliincontri di francese comeper le altre lingue, il tutto ècoordinato abilmente eamichevolmente dai coor-dinatori (operatori volontarinonché efficienti) dell’Unitre.

In francese amiamo chiamarel’Unitre: l’UNIversité du Temps

REtrouvé. Fa molto Proustiano!Perché pensiamo che “L’età non conta.”Merci dello spazio.

Lucia Boully Ponzano e la classe

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Vita in Unitre Vita in Unitre

Di tutto riposo l’orario stabilito per que-sto laboratorio. Nelle prime ore delpomeriggio eccoci pronti per andare acaccia dei nostri castelli. Non di quellifamosi, che quasi tutti noi abbiamo giàvisitato, ma di quelli non conosciuti, incui non sempre è possibile la visita ma... magica Unitre, le porte si spalancanoe ci accingiamo a passare un pomeriggiointeressante. Mariarosa, la nostra guida,ci intrattiene durante il viaggio con pre-cise, dettagliate notizie sia del luogo cheandremo a visitare che dei vari paesiche stiamo attraversando. Ci stupisce lapreparazione e l’amore che questanostra accompagnatrice lascia trapelaredai suoi racconti, mai negativi anchequando lo dovrebbero essere. Un’altrapiacevole sorpresa ci attende. Sarà ilMarchese Clemente Doria a farci da“cicerone”. E che “cicerone”. Dalle sueparole, dal modo di porsi, dal sorriso edall’eloquio pacato e rassicurante tra-spare tutto l’amore per il castello e perla famiglia. Apprezzato il suo dettagliatoracconto storico sulle vicende del castel-lo e dei suoi proprietari. Il marchese nontralascia di inserire il tutto nel contestostorico della zona in cui è collocato.Delicato e “protettivo” il racconto di unsuo antenato omonimo che alcune leg-gende descrivono autore di gesta nonproprio gloriose. Il castello è poi interes-sante sia per la sua struttura che per gliappropriati rifacimenti che lo rendonoancora oggi testimone di un passato sto-rico notevole. E come non ricordare edapprezzare lo spettacolare panoramache si può godere dai suoi terrazzi? Ilmonte Tobbio innevato come le monta-gne tutto intorno alla vallata, fanno da

Com’è bello ogni tanto aprire il cassettodei sogni per evadere dalla routine quo-tidiana, dall’ansia, dalle preoccupazionie lasciare spazio alla fantasia, all’imma-ginazione e alla creatività! Uno dei sognipiù ricorrenti è senz’altro lo “scrivere”: èsempre emozionante mettersi davanti auna pagina bianca e riempirla liberandoi pensieri, le sensazioni, le idee. Il piace-re di raccontare, l’emozione di ricordare,il gusto di immaginare; l’appagamentodel bisogno primitivo dell’uomo di lascia-re una traccia della sua vita e dei suoisentimenti. All’Unitrequalcuno ha avuto l’ideadi offrire la “chiave” peraprire il cassetto deisogni degli associati edare la possibilità diimparare ogni genere discrittura: fantasy, av-venturosa, autobiografi-ca, esistenziale e chi piùne ha più ne metta. IlLaboratorio di scritturacreativa è lo strumentogiusto per chi vuole cimentarsi con loscrivere, imparare le tecniche, appro-fondire le conoscenze, sperimentare lecapacità e soprattutto dare sfogo all’in-ventiva. Non è necessario avere giàqualche esperienza in proposito cosìcome non è indispensabile saper scrive-re bene; è sufficiente aver voglia dilasciare liberi i sogni e la sensibilità,desiderare di lasciare spazio alle emo-zioni e ai ricordi. Nessuno giudica e nes-suno dà voti, si lavora tutti insiemediscutendo serenamente e portando lereciproche esperienze, un piacevole eproficuo confronto di gruppo doveognuno si esercita sui temi proposti con

la massima libertà. Le lezioni del nostroLaboratorio iniziano con l’insegnamentodelle tecniche per osservare e descrive-re, per scrivere le fiabe e le favole, peridentificare e sperimentare nuovi modidi parlare e di pensare. Questo avvioconsente di imparare a tradurre immagi-ni, percezioni, attese e desideri in paro-le e poi si impara a scrivere i primi duecapitoli di un romanzo! Ma le sorpresesono appena iniziate perché ci si ritrovaa fare un bel tuffo nel passato percimentarsi con l’autobiografia e raccon-

tare il ricordo più antico.In tema di ricordi, comesi fa a non tornare suibanchi di scuola e nonparlare del primo e del-l’ultimo giorno di scuo-la? Intanto l’anno scola-stico del Laboratorioscorre e arriva il Car-nevale, tempo di ma-schere per bambinie….adulti. Allora unsalto introspettivo per

capire se qualche volta ci siamomascherati magari per proteggerci daglialtri o dalle situazioni difficili della vita. Ela vita è fatta di emozioni, di sentimen-ti, di ansie, di paure, di felicità, di rabbiae di desideri: perché non usare la scrit-tura creativa per capire meglio l’originedi queste e di tante altre emozioni e percomprendere il nostro atteggiamentonei loro confronti? Questi argomenti, inrapida sintesi, rappresentano il contenu-to delle lezioni del Laboratorio di scrittu-ra creativa, una ghiotta occasione peruscire dal quotidiano e diventare final-mente un po’ “scrittori”!

Elle.Effe

degna corona al castello stesso. Duesoci del laboratorio di fotografia hannoscattato significative immagini delcastello. Esse verranno esposte tra ilavori dei nostri laboratori a fine annoaccademico. A tale scopo, oltre a ringra-ziarlo per la simpatica accoglienza rice-vuta, il Presidente Franco Allocco hachiesto il permesso per l’esposizione dialcune fotografie ed ha invitato il mar-chese Clemente Doria a visitare lanostra mostra. Grazie per lo spazioriservatoci nel vostro sempre interes-sante “giornalino”.

Milva Gaeta Galloe i suoi “compagni di viaggio”

Voci dai Laboratori

Il laboratorio Andiamo percastellia Montaldeo

Voci dai Laboratori

Il laboratorio di scrittura crea-va......s , grazie!

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In sicurezzaPersonaggi

La voglia di recitare e di provarel’ebbrezza del palcoscenico, la possibili-tà di conoscere i segreti della vita tea-trale, l’emozione del sipario che si apree l’attesa dell’applauso: queste sono lesensazioni provate intervistandoSilvestro Castellana, autore teatrale,regista, attore e docente, insieme allamoglie Maria, del nostro Laboratorio didizione e recitazione teatrale. “IlLaboratorio, nato dalla collaborazioneiniziata tre anni fa” ci spiega l’amicoSilvestro “è la risposta a quanti hannosempre sognato di fare teatro, a quantivogliono misurarsi con se stessi nellalettura e nella recitazione teatrale, a chivuole mettersi in gioco ed esporsidavanti al pubblico e interpretare unruolo e una personalità diversi dai pro-pri; a volte è anche il tentativo di supe-rare le difficoltà che ci sono nel relazio-narsi con gli altri. Quest’anno abbiamosedici allievi, in prevalenza donne edevo rilevare che se c’è da mettersi ingioco, le donne sono più brillanti degliuomini!”. Chi si avvicina al Laboratorio,normalmente non ha alle spalle partico-lari esperienze, al più qualche recita gio-vanile; il nostro regista spiega che “èmeglio così ma chi ha la passione per

quest’arte, riesce a portare a galla anchela semplice emozione provata nel vedereuno spettacolo teatrale qualsiasi”.“A differenza di quando ho messo incampo la mia compagnia teatrale (LaCompagnia Teatro Insieme – n.d.r.) perla quale avevo organizzato una verascuola di recitazione, con gli allievidell’Unitre ho cercato di travasarel’esperienza di tutti questi anni ma lacosa più bella e più importante è l’avercreato un gruppo con un rapporto nonsolo di collaborazione ma soprattutto diamicizia, un legame stretto con stimoli eaiuti reciproci anche nei momenti di dif-ficoltà personali”. In un impegno fatto divolontariato può venir fuori qualcheaspetto negativo, il classico rovesciodella medaglia. “Un limite è rappresen-tato dal tempo: si inizia a ottobre e lospettacolo deve essere pronto entroaprile. Con due ore la settimana qualchesbavatura può esserci anche perché siopera con persone alle prime armi; que-st’anno però” assicura SilvestroCastellana “gli allievi hanno messo ungrande impegno e i risultati si vedranno.È importante infine che la data del sag-gio finale sia comunicata e pubblicizzatatempestivamente per consentire agliappassionati di teatro di intervenirenumerosi”. A questo punto non restache augurare buon lavoro al nostrointerlocutore e ai suoi allievi, aspettandocon impazienza il momento di poterliapplaudire.

Lelio Fornara

A proposito di testimonianze teatrali, abbiamoricevuto dalla signora Maria Castellana il ricordodal titolo “Continuando a parlare di Ennio”. Perragioni di spazio siamo costretti a rimandarne lapubblicazione. Invitiamo chi volesse anticipare lalettura a consultare il nostro sito web.

In confidenza...dialogo con i poliziotti del

Questura

redazione rubricatel. 0131-310640fax: 0131310500

visitate il sito dellaQuestura di Alessandrianella home page della

Polizia di Stato:www.poliziadistato.ite poi cliccare sul link

“dove siamo”

L? intervista a Silvestro

PREVENZIONE DEI REATI CONTRO GLI ANZIANICOSE DA FARE E DA NON FARE IN STRADA

• Evita percorsi nelle zone buie ed iso-late;

• porta borse e borselli sempre dal latointerno del marciapiede, possibilmen-te dalla parte del muro, “a tracolla”,con la buona abitudine di proteggerlicon l’avambraccio ed evitando diriporvi tutti gli oggetti di valore edocumenti;

• nelle strade a doppio senso di marcia,cammina sempre sul marciapiede disinistra, in modo da procedere nelladirezione opposta a quella dei veicoli;

• gli scippi sono tra le più fastidiose epericolose azioni che la microcrimina-lità attua contro i cittadini: considerache lo strappo può provocare seridanni fisici; se sei scippato lascia lapresa, altrimenti c’è pericolo di esse-re trascinato e travolto;

• gli scippatori generalmente operanocon moto o motorini quindi, per quan-to abili e spericolati, hanno bisogno diun minimo spazio per agire e permanovrare il mezzo;

• gli scippi possono essere compiutianche a piedi: quando senti o notiqualcuno che compie movimentisospetti, portati fuori tiro, fuori dallasua traiettoria e cerca, nel limite delpossibile e per quanto le circostanzelo consentono, di rilevare tutti gli ele-menti utili per il riconoscimento degliscippatori e del mezzo usato;

• se devi portare oggetti preziosi ogrosse somme di denaro, tienili nellatasca interna dell’abito;

• evita di fare sfoggio di orecchini,

catenine e altri oggetti d’oro preziosie molto vistosi, non è il caso;

• diffida se sconosciuti ti attorniano conil pretesto di pulirti gli abiti: stannocercando di derubarti;

• non fermarti mai per strada per dareascolto a chi ti offre facili guadagni oa chi ti chiede di poter controllare ituoi soldi o il tuo libretto della pensio-ne anche se chi ti ferma o ti vuoleparlare è una persona distinta e daimodi affabili;

• quando fai operazioni di prelievo oversamento in banca o in uffici posta-li, possibilmente fatti accompagnare,soprattutto nei giorni in cui vengonopagate le pensioni o in quelli di sca-denze generalizzate;

• se hai il dubbio di essere osservatofermati all’interno della banca o del-l’ufficio postale e parlane con gliimpiegati o con chi effettua il serviziodi vigilanza. Se questo dubbio ti assa-le per strada, entra in un negozio ocerca un poliziotto ovvero una com-pagnia sicura;

• durante il tragitto di andata e ritornodalla banca o dall’ufficio postale, coni soldi in tasca, non fermarti con sco-nosciuti e non farti distrarre;

• ricordati che nessun cassiere di bancao di ufficio postale ti insegue per stra-da per rilevare un errore nel conteg-gio del denaro che ti ha consegnato;

• quando utilizzi il bancomat usa pru-denza: evita di operare se ti sentiosservato.

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Corsi Corsi

I contributi della Redazione alle Lezioni UnitreLetteratura Italiana

Considerazioni su Italo CalvinEsistono dei termini e delle massime (spe-cie dialettali) che riescono ad esprimereprecisi concetti in modo incisivo. Prendeteil nostro “scarnebbia”. È la categoricarisposta a chi chiede: “Che tempo c’èfuori?” “Scarnebbia”. Cioè non c’è nebbia eneppure piove ma una particolare condizio-ne climatica altrimenti difficile da spiegare.Che dire di quelle frasi dialettali che colpi-scono l’obiettivo come colpi di frusta!Esemplari! Ecco un divertito esercizio checerca d’interpretare alcuni sferzanti modi didire del dialetto alessandrino:A tei pén ‘cme ‘n but oppure ‘cme ‘na titei-na: Sei pieno come un bottiglione o comeuna “cima”. Si dice a chi ha mangiato inmodo smisurato.A tei smorbi ‘cme ‘na vaca. Difficilissima latraduzione, ma chiarissimo il significato.Sei smorbio come una mucca. Si usa direscherzosamente a chi prende la vita allaleggera ed è un po’ dandy. Smorbi è unvocabolo aperto a mille interpretazioni.Cosa c’entri la mucca è tutto da studiare…Tra zu e fa buji: butta giù (in una pentola)e fa bollire. Massì falla andare come meglioti aggrada.Piòntla a moj - Ma lasla buji: Mettila a bagno- Lasciala bollire. È un richiamo a chi la tiraper le lunghe e rompe le scatole.A l’à bitì ‘l fèn ans la casenna: Ha messo ilfieno sulla cascina. Ci si riferisce, con unpizzico d’invidia, a chi è riuscito a rispar-miare parecchio sino ad arricchirsi e potervivere di rendita.A tei in bèl gadòn – A tei un bel giargianeis:Sei un bel gadano o giargianese (due ter-mini intraducibili). Anche qui ci si rivolge achi la prende bene senza porsi troppedomande.Fanciott peila basa: Ragazzo prendila

bassa. È un invito a non darsi troppe arieed essere più modesto.A tei bèle panà – A tlai ant l’orgu: Seiimpannato – Ce l’hai in quel posto. È lasentenza per chi si giudica finito propriocome un cibo fritto in padella nel panegrattugiato. Chiarissimo il riferimento acome ci si dovrebbe sentire ad averlo inquel posto…A l’è ‘n fa la nana. Quasi intraducibile. Èuno che dorme, che fa la nanna… che vivein uno stato quasi ipnotico.El bat i querce: batte i coperchi. La frase èrivolta a chi non ci sta tanto con la testa. Icoperchi battuti sono una bella metafora.Un bala in ogg: Mi balla un occhio. Cioè: misa che non me la racconti giusta. Stento acredere quello che mi dici.A tei gnurònt ‘cme ‘na gaba: Sei ignorantecome una gaba (la gaba indica un ceppo diun albero). Significa che la tua ignoranza èben radicata.Qui, per ragioni di spazio, mi fermo. Mal’elenco è ancora lunghissimo. Mi riservo dicontinuarlo se richiesto. Voglio precisareche i significati da me attribuiti possonoessere molto riduttivi. In realtà solo chi èavvezzo al dialetto riesce a percepirli intutta la loro interezza. Inoltre penso cheognuna delle frasi riportate abbia una suaprecisa origine storica.

Orazio Messina

Italo Calvinonasce a Cubanel 1923, masubito dopo tor-na in Italia conla famiglia e sistabilisce a SanRemo. Nel 1950viene assuntocome redattoreda l l ’ E i n aud i ,lavoro che svol-gerà anche do-po essere diven-tato famoso, macollaborerà an-

che con testate giornalistiche quali:Corriere della Sera e Repubblica. Muore aSiena nel 1985. L’esordio, come scrittore,si ebbe nel 1947 con “I sentieri dei nidi diragno” un romanzo ambientato in Liguriaall’epoca della seconda guerra mondialema il suo percorso letterario, riguarderàdiversi campi, dai saggi alle favole. Nellascorsa lezione del 20 marzo, presso ilTeatro comunale, si è parlato di “Le cittàinvisibili” un’opera di avventura del post-moderno. Questo mi ha suggerito alcuneconsiderazioni. “Le città invisibili” è unresoconto di viaggi attraverso città chenon trovano posto in alcun atlante. Ognicittà porta un nome di donna. La letturadel libro ci conduce in un oriente favolosoquasi da “Mille e una notte”. Gli aromi chesi respirano, si mescolano suggestivamen-te con le atmosfere delle metropoli dioggi. La descrizione di queste città è minu-ziosa, valutata nell’insieme e rivolte a det-tagli che solo lui nota, mentre ad altriappaiono invisibili. Italo Calvino crea imondi di cui tratta, così come Marco Polocrea queste città mentre le racconta. Glispunti del romanzo sono molti: il rapporto

tra lo straniero e la terra straniera, il temadella comunicazione e del linguaggio, ilrapporto del sovrano con il suo reame, ilrapporto tra Marco Polo e il Gran Khan chericorda molto la dialettica di oggi tra imedia e gli ascoltatori. Il Khan infattiascoltando i racconti del suo ospite, puressendo esposti in maniera seducente,non sa se credere o meno a quello chedice. Sebbene il romanzo abbia unaambientazione storica, nel libro sono pre-senti molti riferimenti al mondo contempo-raneo, come gli aeroporti, che allora nonesistevano. Da un capitolo all’altro è trac-ciata una rotta, un percorso di viaggio, chedescrive i desideri e le angosce del vivereoggi nelle nostre città. Non mi piace pen-sare a un contenitore che si riempie di ideegià scritte e dette da altri, un miscelare iltutto, prima di shakerare e dare vita adun’opera nuova. Per me l’arte del narrareè qualcosa che nasce da dentro. Ti guardiintorno, ascolti una parola, e d’impeto lamente crea altre parole, espone sentimen-ti, spalma a piene mani sensibilità chesono dentro di noi. Nulla a che vedere conil “ricopiare”, il “riscrivere”, il “rigirare”cose già note per fare uscire il lavoro let-terario. Resta il fatto che si può riconosce-re la bravura nello scrivere, la genialitànell’assemblaggio, la vivacità dell’esposi-zione, ma sarà sempre un ibrido. Unacopia delle copie, perché tutto è già statoscritto, suonato, costruito e non resta chemescolare per fare nuove opere che pos-sono anche risultare gradevoli. Non restaquindi che accettare chi disdegna l’arte deifai da te come se creare dal nulla nonavesse più senso.

Gianna Quattrocchio

fonte di documentazione: la “Redazione Virtuale”

I contributi della Redazione alle Lezioni UnitreAlessandrinità

Massime popo-

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Corsi

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Corsi

Quest’anno l’Unitre ha dedicatoquattro lezioni all’Astronomia, lascienza dell’osservazione e dellostudio del cielo, dei suoi cambia-menti e delle sue bellezze. Gliinizi di questa scienza risalgonoa più di 5000 anni fa quandosono comparse le civiltà medio-rientali; a 400 anni fa invece sicollocano le prime osservazionicon il cannocchiale fatte daGalileo Galilei, uno dei più illu-stri scienziati di tutti i tempi. Mail 2009 riveste un’importanza particolarein quanto è stato proclamato l’anno del-l’astronomia a livello internazionale, quin-di un’occasione in più per alzare gli occhial cielo e cercare di scoprire qualche suosegreto. Anche se non si è addetti ai lavo-ri, si può cominciare ad avvicinare questadisciplina scientifica senza particolari stru-mentazioni: per guardare bastano i nostriocchi. Se poi si vuole approfondire laconoscenza, c’è solo l’imbarazzo dellascelta delle attrezzature. In una notte lim-pida si possono vedere migliaia di stelleche scintillano da una parte all’altra del-l’orizzonte: sono delle grandi palle di gasidrogeno ed elio con piccole quantità dialtri elementi chimici. La distanza è cosìelevata che la loro luce impiega addirittu-ra degli anni per raggiungerci; si misura inanni luce corrispondenti a milioni di milio-ni di chilometri. Alcune si trovano a centi-naia o addirittura migliaia di anni luce,una distanza che la mente umana ha dif-ficoltà a immaginare. Le stelle nasconoall’interno di enormi nubi di gas e polverechiamate nebulose; gli astronomi hannocalcolato che possono splendere permiliardi di anni. Il Sole, per esempio, bril-la da circa cinque miliardi di anni! Per iprincipianti un binocolo o un piccolo tele-

scopio possono essere strumenti utili permigliorare la visione del cielo. Molto prati-che si possono rilevare le cosiddette cartedel cielo che ci permettono di identificarele costellazioni, un insieme di stelle chesembrano essere raggruppate per assu-mere la forma di oggetti, animali, segnizodiacali. Da tenere presente che il cielocambia in continuazione: le costellazionisembrano muoversi, compaiono nuovestelle mentre altre spariscono. Questofenomeno è dovuto al fatto che la Terragira attorno a se stessa, da ovest a est ecosì le costellazioni e le stelle cambiano diposizione non solo secondo le ore maanche secondo il periodo dell’anno.Nell’osservare il cielo, l’attenzione saràsubito attratta dal nostro satellite, laLuna, quel meraviglioso oggetto luminosoche per la prima volta fu “visitato” dall’uo-mo il 20 luglio 1969. Il suo paesaggio, conmilioni di buchi e crateri, prodotti in mag-gior parte da meteoriti caduti dallo spazio,ha ispirato scrittori e poeti ma ancheognuno di noi non può non emozionarsidavanti alla sua vista, così come non puòrestare insensibile alla vastità e alla bel-lezza di un cielo stellato.

Lelio Fornara

“Il Partigiano Johnny” non è soltanto unbel romanzo autobiografico o un film sullaResistenza. Esso ci appartiene come ilvino e il tartufo delle Langhe. Fa partedella nostra cultura, del nostro modo diessere e di associare passato e presente.Johnny era il nome di battaglia diGiuseppe Fenoglio, nato ad Alba il 1 Marzo1922, da una famiglia di buone condizionieconomiche. Prima bambino intelligente eriflessivo, poi studente brillante, frequen-tò il Ginnasio “Govone” di Alba. Nel 1940si iscrisse alla facoltà di lettere di Torino,che frequentò fino al 1943, quando fuchiamato alle armi e destinato prima aCeva (Cuneo), poi alla caserma diPietralata (Roma) al corso di addestra-mento allievi ufficiali. Il giovane Fenoglioè dunque in caserma al momento delladisfatta dell’otto settembre! Tragica dataper tanti giovani italiani di allora, costret-ti ad una scelta alla quale non erano pre-parati perché lontana da qualsiasi eticamilitare e civile. Ma la storia non puòattendere … Beppe in cuor suo ha giàdeciso! Riesce a raggiungere la famigliaad Alba, ma presto si unirà al primo grup-po di partigiani incontrati nelle Langhe, i“Rossi” della Brigata Garibaldi, per poipassare coi badogliani che operavano traMurazzano e Mombacaro. Proprio in que-sti ultimi Johnny trova un’organizzazionepiù consona al suo ideale militare anchese non mancano errori come l’effimeraesperienza della Repubblica partigiana diAlba. Pur avendo partecipato all’operazio-ne Johnny intuisce che i partigiani nonhanno la possibilità di tenere la cittàdurante l’inverno, e che la presa di Alba

rischia di esporre la cit-tadinanza alle rappresaglie dei nazifasci-sti. Infatti, dopo una tregua per la pienadel fiume, Alba viene duramente attacca-ta. Le poche centinaia di partigiani rimastia difenderla battono in ritirata. Johnny ètra loro. È il lungo inverno 1944-45. Glialleati sono ancora lontani, impegnatinella linea gotica. I partigiani attendonoarmi e rifornimenti che tardano ad arriva-re mentre i nazifascisti compiono unamassiccie operazioni di rastrellamento.Johnny e i suoi compagni devono fuggire.Insieme agli amici Ettore e Pierre, trovanorifugio in una casa di contadini. Di lì apoco Pierre si ammala seriamente ed ècostretto a nascondersi in casa di parentimentre Ettore viene fatto prigioniero.L’indomani Johnny cattura un fascista perscambiarlo con l’amico. Dopo questa ealtre imboscate Johnny rimane il solo par-tigiano ad aggirarsi sulla collina, spoglio einfreddolito come gli alberi che inseguonoil corso del Belbo. Finita la guerra Fenoglionon riprende gli studi universitari. Graziealla sua conoscenza della lingua ingleseviene assunto come corrispondente esteroin una casa vinicola di Alba e nel tempolibero si dedica all’attività letteraria e allastesura di romanzi e racconti. Scrittoricome Calvino e Vittoriani, suoi amici, loaiutano. Muore il 18 febbraio 1963. Il suoromanzo più noto: Il Partigiano Johnnyviene pubblicato postumo nel 1968, dopoun complicato iter editoriale. È stato giu-dicato dalla critica uno dei romanzi piùletti e belli del Novecento italiano.

Lidia Gentili

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Considerazioni suIl partigiano Johnny

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Osservare il cielo

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Personaggi La nostra storia

Sono cresciuta con lui. Mi piaceva tantoFabrizio De Andrè. Aveva un viso bellissi-mo anche dietro i piccoli sfregi dell’alcool;una voce da uomo, profonda e fedele alleparole che pronunciava, levigata negli annida un fiume di sigarette. E aveva un bellis-simo cuore, il cuore dei grandi poeti, aper-to al cielo, alle nuvole, alle donne cheamano, ai soldati che muoiono, ai potentiche comprano. Fabrizio nasce il 18 febbra-io ‘40 a Genova Pegli da una famigliabenestante. Il padre, Giovanni è un con-vinto antifascista e la mamma, LuigiaAmerio, viene da una ricca famiglia diPocapaglia, vicino ad Alba, in Piemonte.Durante la guerra vengono sfollati aRevignano d’Asti, per poi rientrare aGenova nella casa di via Oriente. Fabrizioinizia lo studio del violino e nel ‘54 si iscri-ve alla Fondazione Anarchica di Carrara,dove nasce l’amicizia con il poeta disabileRiccardo Mannerini e scrive la sua primacanzone “La ballata di Michè”. Nel 1962 sisposa con Penny e il 29 dicembre nasce ilfiglio Cristiano. Nel 1967 compone la bel-lissima “Bocca di rosa”. Nel ‘77 conosceDori Ghezi con cui andrà a convivere aMilano. Nell’Aprile dello stesso anno acqui-sta la tenuta dell’Agnata, in Sardegna. Nel‘77 nasce Luvi, la bella bambina che portai nomi delle due nonne:Luisa e Vittoria.Fabrizio canta nei caffè-teatro: “Nuvolebarocche” “E fu la notte”. “Non al denaro,non all’amore, né al cielo”. Nella notte del27 Agosto del ‘79 viene rapito, all’Agnatadall’anonima sarda assieme alla compa-gna: saranno rilasciati nella notte tra il 20e 21 dicembre dello stesso anno dopo ilpagamento di un grosso riscatto da partedel padre. Nel ‘98 comincia a Genova unanuova tournèe che lo avrebbe portato iltutta Italia, ma il tumore fa sentire i primiviolenti morsi e Fabrizio deve interrompe-

re il gran tour. Il suo grande cuore cessadi battere l’11 Gennaio ‘99 assistito dallacompagna e dai figli. Una folla enorme loaccompagna nella chiesa dell’Assunta incima alla collina di Carignano. Don AntonioBalletto dirà: “Fabrizio, hai aperto i sentie-ri verso miniere d’oro per i disperati e perquelli che non hanno diritto”. Dopo questamia personale mini-biografia, voglio ricor-dare alcune delle sue bellissime canzoni-poesie. “La canzone di Marinella” fu ispira-ta ad un fatto di cronaca realmente acca-duto: il corpo massacrato di una giovaneprostituta venne rinvenuto sul greto Belbo.Disse De Andrè: “non potendo restituirle lavita, ho cercato di cambiarle la morte.” In“Bocca di rosa” parla ancora una volta diuna prostituta, meno falsa nell’amare,delle comari che la costringeranno alasciare il paese dove vive, scortata allastazione, in processione, dal parroco e daicarabinieri. Il tono è scherzoso, ma la sati-ra feroce. Sono 10 anni che Febrizio nonc’è più, ma dovunque la sua anima riposiin Supramonte o in via del Campo, resta ilfatto che le sue canzoni hanno restituitobellezza e dignità agli uomini. Tutte le cittàitaliane le hanno dedicato una via, unafondazione, una scuola. Alessandria hapiazza Fabrizio De Andrè. Egli credeva inDio: chissà se anche lui come Marinella “èvolato in cielo su una stella” oppure, comeil soldato Piero “riposa all’ombra dei suoimille papaveri rossi”.

Maria Pia Molinari

L?ultima sentenzaOmaggio a DeAndr Il 4 marzo 1947

alle Basse diStura, un poligo-no di Tiro alleporte di Torino,furono giustiziatida un plotone diesecuzione dellacelere tre deiquattro uominiresponsabili dellamorte di diecipersone avvenu-ta il 20 novem-bre del 1945 aVillarbasse, un

paese poco distante dal capoluogo piemon-tese. Quella triste sera, alla cascinaSimonetto, erano presenti, oltre al proprie-tario avvocato Massimo Gianoli, il fattoreFerrero, sua moglie Anna, il genero RenatoMorra, due domestiche con i loro mariti,una terza domestica, una lavorante e unbambino di due anni. Quattro uominimascherati si presentarono all’improvvisoper rapinare il proprietario, e forse per nonessere riconosciuti, uccisero tutti i presentiad eccezione del bambino, colpendoli abastonate e facendoli precipitare in unacisterna. Il ricavato del bottino fu di200.000 lire, 4 salami, 3 paia di calze, 2fazzoletti. Puleo, La Barbera, D’Ignoti,Saporito, sono i nomi indimenticati di quel-le belve umane che compirono il più san-guinoso delitto del nostro dopoguerra. Chiha vissuto quei tempi, non può però fare ameno di ricordare il clima economico esociale che faceva da sfondo a quell’orribi-

le fatto. C’era l’inconsapevole ferocia di ungruppo di giovani lasciati allo sbando dallacrisi politica in atto. C’era la spaccaturaforte tra Nord e Sud che generava razzi-smo. Si discuteva molto per la nascenteCostituzione che poi, tra l’altro, dopo pochimesi abolì la pena di morte. C’era lo scon-tro sociale per l’annunciato referendum traMonarchia e Repubblica. Si subiva il peso diuna occupazione Alleata. Erano forti i sen-timenti di quelli che la guerra l’avevanopesantemente subita nei confronti di quelliche, invece con la guerra si erano arricchi-ti. C’erano in circolazione molte armi dafuoco. Tutto ciò mentre iniziava il fenome-no migratorio all’interno e all’esterno chesradicò milioni di italiani con conseguenzeinimmaginabili. Fu appunto in questo con-fuso sistema sociale che maturarono sia ildelitto che la sentenza emessa dalTribunale di Torino. Dopo la scoperta deicorpi nella cisterna, le indagini sembraronodifficili, ma il sottotenente dei carabinieriArmando Losco con caparbia intelligenzariuscì dai pochi indizi a risalire ai colpevoli.Si trattava di quattro siciliani provenientida Mezzojuso e residenti in Piemonte. Unodi loro, Saporito, dopo il massacro fuggì inSicilia con 45.000 lire, sua parte del botti-no, ma appena arrivato nel suo paese, fuucciso. Questa terribile vicenda è, nel suocomplesso, uno spaccato di quel periodoche esce dalla storia criminale per entrarenella storia del nostro Paese. Mi piacerebbeche il professor Pietrasanta ne prendesse lospunto per un ciclo di conferenze.

Giuseppe Gallinotti

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Uni...informa

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INFO

• si ricorda ai Soci che le candidature per le elezioni devono pervenireentro il 30 aprile.

• il 24 aprile la Compagnia Teatrale del Martedì metterà in scena pressola Sala Ferrero la 7° rassegna teatrale dell’Unitre, che verrà replica-ta il 5 maggio a Borgio Verezzi.

• dal 18 al 24 maggio 2009 con orario 15.00- 18.00 presso la ScuolaMedia Vochieri saranno esposti i lavori dei laboratori.

• Progetto “Gioca con noi” riservato ai nipoti dei Soci Unitre. Chiunqueconsegni un disegno a tema libero riceverà un gradito omaggio. I lavo-ri devono essere consegnati entro il 31 maggio o in segreteria oppureogni giovedì alle ore 15.00 in teatro.

• destina il cinque per mille della tua IRPEF all’Unitre di Alessandriaindicando il nostro codice fiscale – 96033680065 – apponendo la tuafirma sul 730 o UNICO.

• la biblioteca dell’Unitre è aperta al lunedì e al giovedì dalle 10.00alle 11.30.

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