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Quaderno di osservazione e scoperta:
le differenze di genere nella scuola dell’infanzia.
Area Servizi Decentrati verso la Città Metropolitana
Direzione Politiche Educative
Settore Progettazione e Coordinamento Sistema Pedagogico
U.O.C. Accreditamento e Piano Educativo Regionale
16149 Genova - Via Di Francia 1 - Tel. 010 5576564
e-mail: [email protected]
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Presentazione
Le scuole dell’infanzia della Direzione Politiche Educative del Comune di Genova lavorano da anni intorno
alle tematiche delle pari opportunità e delle differenze di genere.
In particolare, i finanziamenti offerti dal Dipartimento “Servizio Famiglia, Minori, Giovani e Pari
Opportunità, Servizio Civile” della Regione Liguria negli anni scolastici 2009/10 e 2010/11 hanno permesso
di approfondire ed ampliare conoscenze e competenze di insegnanti, collaboratori, funzionari tecnici e
responsabili dei servizi attraverso la realizzazione di progettazioni in rete che hanno riguardato una
ventina di scuole, non soltanto comunali.
Inoltre, negli anni scolatici 2010/11 e 2011/12, alcune scuole della Direzione hanno partecipato al progetto
“St.E.P. - STereotipi, Educazione, Pari opportunità”, promosso e finanziato dal Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali.
Tali progettazioni hanno previsto e realizzato percorsi di riflessione e formazione degli adulti (operatori e
genitori), osservazioni mirate, attività didattiche e laboratori rivolti ai bambini, mostre, feste ed eventi che
hanno coinvolto i territori e la cittadinanza. Le tematiche affrontate hanno riguardato gli stereotipi di
genere, la parità/disparità di accesso alle opportunità, i pregiudizi, le discriminazioni nei vari contesti di vita
dei più piccoli.
Lo strumento che qui proponiamo è frutto dell’esperienza di Cristina Micali, funzionaria referente per la
Direzione Politiche Educative per le Pari Opportunità e componente del C.P.O. Comitato Pari Opportunità
(poi, C.U.G. Comitato Unico di Garanzia), nonché docente nell'ambito di corsi di formazione sulla
comunicazione professionale in ambito educativo. Esso si pone quale stimolo alla riflessione sulle differenze
di genere a scuola da parte degli insegnanti e può trovare impiego nell’ambito di corsi di formazione e/o
autoformazione.
Lidia Boccaccio
Responsabile
U.O.C. Accreditamento e Piano Educativo Regionale
Settore Progettazione e Coordinamento Sistema Pedagogico
Direzione Politiche Educative
Area Servizi Decentrati verso la Città
Metropolitana
Comune di Genova
Area Servizi Decentrati verso la Città Metropolitana
Direzione Politiche Educative
Settore Progettazione e Coordinamento Sistema Pedagogico
U.O.C. Accreditamento e Piano Educativo Regionale
16149 Genova - Via Di Francia 1 - Tel. 010 5576564
e-mail: [email protected]
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Premessa
Questo quaderno è pensato per offrire uno spunto di lavoro per i/le docenti che desiderano
ampliare la propria consapevolezza sulle differenze di genere e si rivolge principalmente alle
insegnanti della scuola dell’infanzia che lavorano con i bambini e le bambine dai 3 ai 6 anni; anche
le educatrici che si occupano di bambini più piccoli o più grandi possono trovarne una certa utilità,
adattando le esercitazioni proposte in modo congruente all’età dei partecipanti.
Il quaderno nasce quindi dall’idea di rispondere in modo semplice, diretto e concreto agli/alle
insegnanti che abbiano, o non abbiano, già approfondito la pedagogia della differenza o lo studio
delle pari opportunità.
Il quaderno è una risposta formativa che stimola attività di autoformazione e consapevolezza sulle
differenze di genere.
Le differenze di genere
Oggi l’uomo e la donna sono sempre più spinti a riflettere sul proprio ruolo: nella vita lavorativa,
nelle relazioni e nella famiglia, d’origine o costruita.
Le normative, non solo europee e nazionali, mirano a creare opportunità di pari dignità per i
cittadini e per le cittadine, in particolare nello studio e nel lavoro.
La parità nei diritti e nei doveri può realizzarsi solo attraverso una profonda rivisitazione dei ruoli
legati al genere.
In Italia il percorso verso l’eliminazione delle discriminazioni di genere è iniziato durante il
Femminismo, si è formalizzato nel 1995 con la creazione di uno specifico Ministero e oggi viene
stimolato da nuovi movimenti di donne.
Non sappiamo né come né quando in Italia le stesse opportunità saranno accessibili senza
discriminazioni di genere; sappiamo invece che ogni obiettivo culturale e sociale si realizza
passando attraverso le attuali generazioni di bambini e di ragazzi.
Per questo è sempre più importante che gli educatori e i docenti di ogni ordine e grado della
scuola si interroghino sulle differenze di genere e su come il loro pensiero incida su ogni bambino
e bambina della classe.
Pertanto, l’intento di questo quaderno, in un contesto così ampio, è circoscritto e modesto:
suscitare una riflessione aperta.
Gli stereotipi
Ogni persona quando entra in uno spazio porta con sé la persona che è: l’essere uomo, l’essere
donna, l’essere contenta o triste, quarantenne, ventenne o cinquantenne, “maestra” o “maestro”
….
Ogni persona vive e si rapporta con il mondo sulla base del proprio essere e dei propri valori; ogni
persona vede gli esseri umani attraverso i propri stereotipi.
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E succede anche all’insegnante della Scuola dell’Infanzia, infatti è impossibile non avere degli
stereotipi.
Gli stereotipi in sé non sono né “buoni” né “cattivi”, sono uno degli elementi neutri che
permettono di decifrare e di leggere la Vita, come i sentimenti, i valori, le competenze e le
capacità personali.
Ogni generazione porta con sé le “sue” opinioni sul mondo, sulla vita e sui concetti di giusto e
sbagliato. L’adulto è strutturato grazie ai pensieri, alle convinzioni e alle esperienze che lo
inducono a comportarsi in un certo modo invece che in un altro. Pertanto è normale che anche
l’insegnante abbia un’idea personale di ciò che è femminile o maschile e di come un bambino o
una bambina sia.
Così come fa parte della professionalità dell’insegnante la capacità di generalizzare la propria
esperienza, dopo anni di osservazione, è altrettanto interessante osservare come l’insegnante
riesca sempre a meravigliarsi nel notare le differenze che ogni piccolo essere umano esprime nelle
scelte e nei gusti.
Le “regole del gioco”
Chi lavora con le relazioni conosce i meccanismi che regolano i rapporti umani e sa come è facile
cadere nella “manipolazione” del soggetto più debole. Ogni operatore esperto nell’ambito sociale
ed educativo impara con la teoria e la pratica a tenere sotto controllo la propria influenza e a
diventare un “canale” che favorisce lo sviluppo, la crescita, l’educazione.
Le insegnanti amano che i bambini e le bambine realizzino se stessi e se stesse, per come sono
davvero, ciascuno e ciascuna nel proprio modo di esprimersi e nel proprio modo di vivere anche il
proprio genere.
Le “regole del gioco”, sempre valide nella gestione delle attività di gruppo, diventano
fondamentali quando il gruppo è composto da bambine e bambini; esse possono essere così
sintetizzate e ricordate:
� non giudizio,
� riservatezza,
� rispetto per ogni partecipante.
Applicare il “non giudizio” significa non permettere ai partecipanti, compresa l’insegnante, di
intervenire per bloccare la spontaneità di qualcuno quando il suo comportamento appare insolito.
Far vivere la “riservatezza” ai bambini e alle bambine significa insegnare molto presto a non
commentare il comportamento degli altri in loro assenza; questa regola deve essere avvallata
dall’esempio dell’insegnante.
Il “rispetto per ogni partecipante” si impara e si realizza quando, durante attività specifiche o
laboratoriali, si creano momenti individuali per ciascun bambino e per ciascuna bambina che
riceverà lo stesso tempo e la stessa modalità di ascolto.
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La capacità di osservare
Per le insegnanti della scuola dell’infanzia è importantissimo restare sensibili ai cambiamenti dei
bambini e delle bambine con cui lavorano.
Nelle classi di oggi si mescolano esperienze di contrasto fra pensieri diversi portati da bambini con
situazioni familiari diversissime in quanto figli di giovanissime mamme ecuadoriana o di “anziane”
mamme italiane, di genitori separati, di donne musulmane che si coprono il viso, privi di mamma,
con sei/otto nonne, oppure bambini con il padre solo.
Come si esprime la differenza di genere in un contesto così vario?
Il quaderno
Il quaderno offre alle insegnanti alcuni esercizi utili a sperimentare con semplicità momenti di
osservazione sulle differenze di genere, nell’arco della giornata lavorativa; il quaderno aiuta ad
allenarsi ad osservare, per “imparare” in prima persona a guardare e ad accorgersi delle
trasformazioni in corso.
Il quaderno parla alle insegnanti al femminile perché il 99% delle docenti di scuola dell’infanzia
sono donne. E questa potrebbe già essere la prima domanda: perché?
Ogni giorno è possibile fare un esercizio, traendo spunto da questo quaderno e dalla propria
fantasia. Alle insegnanti la possibilità di registrare quanto capita tutti i giorni in sezione e di
calibrare la propria proposta.
Infine
Mi auguro che alcune delle sollecitazioni che propongo possano essere interessanti per
ottimizzare il vostro stile di conduzione delle attività in sezione, nei piccoli gruppi o di laboratorio.
Resto in attesa di eventuali vostri riscontri e, per costruire altre pagine di quaderno nel prossimo
futuro, potete inviare suggerimenti e considerazioni al mio indirizzo di posta elettronica:
E allora … buon lavoro!
Cristina Micali
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SCHEDA n. 1 Buon giorno bambini e bambine!
Oggi mi prendo un attimo per riflettere con me stessa e mi pongo alcune domande:
1) cosa mi aspetto da questa giornata?
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2) quando intendo lavorare sulle differenze di genere, su cosa ricade il mio sguardo?
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3) ……………………………., quale nuova domanda mi sta sorgendo spontanea?
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SCHEDA n. 2
Osservo i bambini e le bambine
Osservo come sono vestiti i bambini e le bambine oggi:
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Mi domando: “mi sembra che ci siano scelte di genere nell’abbigliamento dei bambini di oggi?”
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Ricordo eventuali mode di genere, quando ero bambina?
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SCHEDA n. 3
Deduco …
Oggi mi chiedo, secondo me, che cosa è tipico delle bambine?
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Oggi mi chiedo, secondo me, che cosa è tipico dei bambini?
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SCHEDA n. 4
Chi sono io rispetto al bambino e alla bambina
Oggi mi ascolto e mi osservo.
Cambio atteggiamento quando parlo con una bambina o con un bambino?
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Provo a registrare alcuni avvenimenti che mi sono sembrati importanti nell’arco della giornata
di lavoro:
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SCHEDA n. 5
Una delle solite cose …
Propongo attività semplici, comuni e abituali, tipo:
- “Fate un disegno e scegliete i colori”. E poi offro per tutti dei fogli rosa e ne osservo le
reazioni.
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- Dopo (un altro giorno) ripeto la proposta e offro a tutti dei fogli esclusivamente azzurri e ne
osservo le reazioni.
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SCHEDA n. 6
Un’altra delle solite cose …
Propongo un’altra attività semplice, comune e abituale, quasi “stereotipata”, ad esempio:
- il gioco in casetta.
Scrivo quante bambine vi partecipano___________
E quanti bambini vi partecipano___________________
Valuto le percentuali
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Registro se ci sono bambini di genere femminile che partecipano sempre a questa proposta e
se ci sono bambini di genere maschile che non vi partecipano mai.
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SCHEDA n. 7
Leggiamo un libro
Osservo la nostra biblioteca di sezione.
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Ci sono dei libri preferiti dalle bambine o dai bambini?
Descrivo le caratteristiche:
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Provo un giorno la lettura “incrociata”, cioè faccio dei piccoli gruppi misti di bambine e bambini
e propongo momenti di lettura con eventuali testi che mi sono sembrati più orientati a un
genere per le figure i colori o la storia. Riflessioni personali:
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Possiedo a scuola qualche testo per bambine che stimola verso professioni “maschili” o
qualche storia che parla di papà che assumono in casa i compiti della mamma?
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SCHEDA n. 8
Pensiero critico
Propongo ai bambini un esercizio di pensiero critico. Quindi, ci sediamo sulle seggiole messe in
cerchio e parliamo. Parliamo di cosa fanno gli adulti di casa quando sono a casa. Quali azioni
vediamo compiere, da chi? di quale genere?
Elenco le attività abituali che si agiscono in casa e scrivo chi le compie:
- lavare i piatti ________________________________________________________
- stendere i panni _____________________________________________________
- cucinare ____________________________________________________________
- lavorare al pc ________________________________________________________
- leggere il giornale ____________________________________________________
- lavare i pavimenti ____________________________________________________
- pulire il bagno _______________________________________________________
- telefonare __________________________________________________________
- ___________________________________________________________________
- ___________________________________________________________________
Provo ad avviare la discussione: esistono compiti da maschio o da femmina? Conduco la
chiacchierata in modo misurato alla mia abilità ed esperienza.
Registro le opinioni dei bambini spiegando loro che non esistono risposte giuste o sbagliate.
Quindi li invito a immaginare il mondo al contrario che effetto potrebbe fare.
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SCHEDA n. 9
Teatro
Scelgo un breve testo, con ruoli maschili e femminili e li propongo ai/alle bambini/e a libera
scelta.
Osservo le scelte dei ruoli e registro i gusti dei/delle bambini/e.
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Verifico le percentuali di preferenza e di aderenza al proprio genere.
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SCHEDA n. 10
Cambiamo la canzone
Scelgo una canzone con desinenze maschili e la faccio cantare ai bambini cambiandone la
desinenza al femminile.
Cosa succede?
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Scelgo una canzone con desinenze femminili e la faccio cantare alle bambine cambiandone la
desinenza al maschile.
Cosa succede?
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Osservo:
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SCHEDA n. 11
Film
Approfitto della giornata di pioggia per guardare un film.
Come sempre, dopo il film, faccio rielaborare l’esperienza ai bambini attraverso disegni e
parole.
Per meglio documentare l’esperienza, suggerisco ai bambini e alle bambine di lavorare su due
fogli.
In un foglio invito i bambini a disegnare quello che hanno visto realizzato dai protagonisti e
sull’altro foglio quanto realizzato dalle protagoniste.
E’ possibile realizzare l’esperienza con film che rappresentino personaggi reali, animali o
pupazzi: esistono filmografie indicate per lavorare con i bambini e le bambine a seconda della
fascia d’età.
Osservo e scrivo le emozioni che il lavoro ha suscitato:
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SCHEDA n. 12
Travestiamoci!
Faccio portare qualche giorno prima da genitori o educatori di riferimento eccedenze di
abbigliamento, abiti che non usano più, vecchi travestimenti o vestiti di giovani amici.
Il giorno prescelto per il gioco simbolico propongo un gioco “simile al solito, ma diverso”. Offro
alle bambine una sacca in cui sono inseriti i costumi per vestirsi da “maschio” e ai bambini la
borsa con gli abiti per vestirsi da “femmina”.
Osservo come interpretano il compito.
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Le domande di rielaborazione finale per loro sono:
“ti sei divertito a fare la donna?”
“ti sei divertita a fare l’uomo?”
“perché non hai voluto giocare?”
Io rispondo a mia volta e ritengo che:
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SCHEDA n. 13
Anche io insegnante, mi travesto
Gioco a travestirmi e a mimare; faccio indovinare ai bambini cosa sto facendo:
- La maga
- Il vigile
- La maestra
- L’autista
Propongo altre professioni:
- …………….
- ……………
- ……………
- …………….
- ……………….
Osservo:
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Propongo ai bambini un’elaborazione finale: per esempio, potrò chiedere di realizzare due
disegni, uno per rappresentare un mestiere da donna ed uno per quello di un uomo.
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SCHEDA n. 14
Laboratorio di cucina
E’ necessaria una programmazione ed un’organizzazione puntuale della giornata che si potrà
chiamare:
Facciamo il pane o la focaccia.
Posso invitare a partecipare mamme e papà, nonni o nonne.
Registro le risposte degli adulti e dei bambini.
Verifo se esistono reazioni simili o diverse per lo stesso genere.
Osservo gli adulti:
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Osservo i bambini e le bambine:
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SCHEDA n. 15
Danza libera
Scelgo una canzone in una lingua straniera o senza testo.
La canzone dovrebbe avere una buona musicalità e ritmica.
Propongo di ballare e ballo.
Osservo la disponibilità a muoversi dei bambini e delle bambine.
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Se ho il tempo di preparare il gioco e desidero programmare una serie di incontri, posso
chiedere ai bambini e alle bambine di portare a scuola il cd della loro canzone preferita.
Posso affiggere un biglietto per i genitori e trovare ogni giorno un momento per muovere
liberamente il corpo e osservare come si sentono i bambini nel muoversi.
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Esistono mosse da bambini e mosse da bambina?
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Continuo a registrare …..
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SCHEDA n. 16
Disegniamo il nostro corpo
Prendo dei fogli della grandezza dei bambini e li metto a terra; il bambino o la bambina
potranno coricarsi ed io tracciarne la sagoma.
Ciascun bambino o bambina potrà colorare o fare un collage per riempire di colori la sagoma
che lo rappresenta.
Il mandato potrebbe essere quello di “vestire” la propria sagoma.
Mi sembra che si riconoscano come maschio o femmina?
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Da cosa?
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Ne parlano?
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Osservo:
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SCHEDA n. 17
Compleanno
E’ il compleanno di una bambina.
E’ il compleanno di un bambino.
Costruiamo, come spesso accade in sezione, l’album ricordo in cui vengono raccolti i disegni
dei compagni e delle compagne di classe come regalo di compleanno.
Ciascun bambino, ciascuna bambina realizza un disegno libero.
Il festeggiato, la festeggiata crea la copertina scegliendo il colore del primo foglio e, sull’ultima
pagina, disegna i suoi giochi preferiti e quelli che desidererebbe ricevere in regalo.
Noto se c’è una differenza di gusti per genere che si manifesta nella scelta dei colori e nella
tipologia di disegno.
Posso chiedere ai genitori la disponibilità a segnalare tutti i compleanni e così si potrà
festeggiare, osservare e raccogliere informazioni in merito ai gusti dei bambine e delle
bambine per un intero anno scolastico!
Mi stupirei se un bambino chiedesse per il suo compleanno proprio quella bambolina che va
tanto di moda adesso?
E se la bambina desidera quell’orribile “mostro” che amano tanto i maschi, cosa ne penserei?
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SCHEDA n. 18
La voce e il suono
Propongo semplici esercizi di vocalizzazione, di apertura polmonare.
Modulo e presento l’esercizio sulla base delle mie competenze musicali.
Vocalizzo piano: “sussurriamo tutti insieme AAAAAAAAAAAAAA”
Vocalizzo forte: “urliamo tutti insieme AAAAAAAAAAAAAAA”
Vocalizzo piano: “sussurriamo tutti insieme EEEEEEEEEEEEEEE”
Vocalizzo forte: “urliamo tutti insieme EEEEEEEEEEEEE”
E’ molto simpatico realizzare un cerchio sonoro, tenendosi in piedi tutti per mano.
Osservo se c’è una preferenza di genere nell’urlare o sussurrare e se corrisponde al parere che
mi ero fatta PRIMA in merito a questo.
Riproponiamo il gioco, nel rispetto delle altre sezioni, con tutte le vocali.
Osservo se lo stesso piacere corrisponde al genere maschile e femminile e se eventuali
“vergogne” sono più maschili o femminili.
Poi propongo il SILENZIO ….
Osservo:
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SCHEDA n. 19
….
Semplice, questo esercizio, gioco, laboratorio, lo invento io!
Osservo:
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SCHEDA n. 20
Ultimo
Guardo la figura in prima ed in ultima pagina.
Provo ad immaginare quale sia la mano del bambino o della bambina ……
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Area Servizi Decentrati verso la Città Metropolitana
Direzione Politiche Educative
Settore Progettazione e Coordinamento Sistema Pedagogico
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