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QUADRIMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA CIECHI DI GUERRA - ONLUS ANNO XXXIII - N.1 GENNAIO/APRILE 2015 LINCONTRO Redazione: Via Castelfidardo n.8 - 00185 Roma Registrazione Tribunale di Roma n.9/83 del 15/01/1983 Poste Italiane S.p.A.- Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in Legge 27/02/2004 n. 46) Articolo 1, comma 2, DCB Roma V ita Associativa Attività della Presidenza Nazionale di Giovanni Palmili ha collaborato Italo Frioni 2 Visita ad Anzio ed altre località del Pontino di Bruno Guidi 4 Assemblea del Consiglio Emilia Romagna del 18/04/2015 di Luisa Cenci in Bracconi ha collaborato Alfonso Stefanelli 5 Memoria Nunc et semper la Resistenza ed il 25 aprile di Alfonso Stefanelli 6 Di guerra non vorremmo neppure sentire parlare di Alfonso Stefanelli 12 Amici che ci lasciano In ricordo dell’amico Damiano Cosma di Luigi Racanelli Un ricordo per Valerio Cappello di Alfonso Stefanelli 14 Nelle fotografie: a sinistra il Presidente Nazionale, Gr. Uff. Italo Frioni, a Palazzo Montecitorio durante le Cerimonie del Giorno della Memoria del 27 gennaio 2015; sotto, il Presidente Nazionale, durante l’incontro organizzato dal Ministero della Difesa con le Associazioni Combattentistiche e d’Arma

QUADRIMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA CIECHI DI … · della Camera dei Deputati, Onorevole Boldrini, hanno preso la parola il Presidente dell'unione delle Comunità Ebraiche

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QUADRIMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA CIECHI DI GUERRA - ONLUS ANNO XXXIII - N.1 GENNAIO/APRILE 2015

L’INCONTRO

Redazione:Via Castelfidardo n.8 - 00185 RomaRegistrazione Tribunale di Roma n.9/83 del 15/01/1983Poste Italiane S.p.A.- Spedizione in abbonamento postaleD.L. 353/2003 (Conv. in Legge 27/02/2004 n. 46) Articolo 1, comma 2, DCB Roma

Vita AssociativaAttività della Presidenza Nazionaledi Giovanni Palmiliha collaborato Italo Frioni 2Visita ad Anzio ed altre località delPontinodi Bruno Guidi

4Assemblea del Consiglio Emilia Romagnadel 18/04/2015 di Luisa Cenci in Bracconiha collaborato Alfonso Stefanelli

5MemoriaNunc et semper la Resistenza ed il 25 apriledi Alfonso Stefanelli

6Di guerra non vorremmo neppuresentire parlaredi Alfonso Stefanelli

12Amici che ci lascianoIn ricordo dell’amico Damiano Cosmadi Luigi Racanelli

Un ricordo per Valerio Cappellodi Alfonso Stefanelli

14

Nelle fotografie:a sinistra il PresidenteNazionale, Gr. Uff.Italo Frioni, aPalazzo Montecitoriodurante le Cerimoniedel Giorno dellaMemoria del 27gennaio 2015;sotto, il PresidenteNazionale, durantel’incontro organizzatodal Ministero dellaDifesa con leA s s o c i a z i o n iCombattentistiche ed’Arma

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L’INCONTRO 2

di Giovanni Palmili ha collaborato Italo Frioni

Nel precedente numero de“L’Incontro”, abbiamo riferito

sull’intensa azione compiuta dallaPresidenza finalizzata ad eliminareuna palese ed ingiustificatadiscriminazione tra appartenenti allamedesima categoria. Inoltre, laPresidenza ha dovuto prendere attoche, nonostante la pressante azioneesercitata, gli emendamenti fattipresentare, ad uno ad uno, sono stati divolta in volta, ritirati o dichiaratiinammissibili per mancanza dicopertura finanziaria. La nostrasperanza era che l’interessamentodella Ministra della Difesa, Sen.Roberta Pinotti, compisse il miracoloauspicato, ma, purtroppo, la legge distabilità n. 190/2014, per il triennio2015-2017, non ha accolto le nostrelegittime aspettative. Preso attodell’ennesimo diniego di ovviare aduna macroscopica carenza legislativa,il Presidente Nazionale, come detto, siè mosso tempestivamente per inserirsicon emendamenti nel cosiddettoDecreto mille proroghe del 31dicembre 2014, n. 192 (Proroga ditermini previsti da disposizioni legi-slative). Immediatamente, è stato datocorso ad una nutrita corrispondenzacon gli Organi Governativi determi-nanti, nonché con quelle forzepolitiche che si sono rese disponibili atentare di superare, l’assurdasituazione che l’insufficiente stanzia-mento della legge n. 288 del 2002verrà a riproporre, ossia, la distinzionetra cittadini titolari degli stessi diritti.Sul proseguo dell’azione svolta dallaPresidenza, mirante a conseguirealmeno la proroga dell’articolo 1 dellalegge n. 184/2009, riteniamoopportuno riportare la circolare del 2marzo 2015, inviata a tutti i Presidentidei Consigli Periferici Regionali edInterregionali, nonché ai delegati dellaPresidenza per le regioni Toscana eAbruzzo-Molise, con la quale ilPresidente Nazionale riferisce loro ipositivi risultati conseguiti a corona-

Attività della Presidenza Nazionalemento dell’intenso lavoro portatoavanti con determinazione, nonostantei negativi precedenti: “Prorogaassegno sostitutivo - Legge n. 11 del27 febbraio 2015. È con grandesoddisfazione personale e di tutti icomponenti l’Ufficio di PresidenzaNazionale che ti comunico quantoriassunto nell’oggetto. Per la primavolta, siamo riusciti a fare inserirenella legge di conversione delDecreto legge “Conversione in legge,con modificazioni, del decreto-legge31 dicembre 2014, n. 192, recanteproroga di termini previsti da disposi-zioni legislative” con il quale vieneprorogato, per gli anni 2015-2016,l’art. 1 della legge n. 184/2009. Ilrisultato è il frutto di un lavoro tenacee certosino; tenace perché, nonostantegli ostacoli incontrati, i negativi pareriricevuti, le perplessità manifestate datanti interlocutori e i consequenzialiscoraggiamenti, non siamo cadutinello sconforto; ma, più ostacoliabbiamo incontrato, più è cresciuta lavolontà d’insistere, nella convinzioneche un milione di euro prima o poi sidoveva trovare. Gli emendamentipresentati, tra l’altro, dagli onorevoliBrunetta, Palese, Fedriga, Guidesi,Miotto, ecc., hanno costituito la basedi partenza delle nostre richieste; iripetuti incontri con l’On. Leoni,consigliere politico della Presidentedella Camera dei Deputati, On. LauraBoldrini, con il Sottosegretario delMinistero della Difesa, On. DomenicoRossi, la stessa titolare del DicasteroMinistra Sen. Roberta Pinotti, che,come detto in altra occasione, avevascritto direttamente al Ministrodell’Economia e delle Finanze,chiedendo di risolvere il problema,senza ricevere alcun riscontro, daultimo le assicurazioni avute dall’On.Paola De Micheli, Sottosegretaria alDicastero dell’Economia e delleFinanze, nonché dal RagioniereGenerale dello Stato Dott. DanieleFranco, hanno fatto intravedere la

possibilità che la nostra richiestapotesse avere un esito positivo.Sinceramente, abbiamo temuto ilpeggio quando, per le tumultuosesedute del Parlamento, sono statisospesi, per qualche giorno, i lavoridella competente Commissione; timoritramutatisi, lasciatemelo dire, inmeritata soddisfazione, allorché allaripresa dell’esame del provvedimentola Commissione approvava l’emenda-mento da noi fatto presentare con laproroga proposta. Certo, la fiduciarichiesta dal Governo in sede diconversione del cosiddetto Decretomille proroghe ha fatto temere ilpeggio, ma, alla fine l’approvazionedel testo da parte di entrambi i rami delParlamento ha permesso di raccoglierel’ambito frutto. Non appenapubblicata la legge di conversione delcitato Decreto legge, sono stati presicontatti sia con i funzionari delMinistero dell’Economia e delleFinanze, sia con quelli del Ministerodella Difesa. Dall’ufficio settimo divia Casilina sono state date assicura-zioni che per coloro che appartengonoalla prima fascia, i relativi mandatisaranno inviati a giorni, cioè prima del9 marzo; mentre per coloro cheappartengono alle altre fasce, lafunzionaria del ministero difesa, hagarantito che accelererà l’iter delprescritto decreto interministeriale.Successivamente, l’Ufficio settimo divia Casilina ha informato laPresidenza che, per sopraggiuntedifficoltà, le autorizzazioni per lacorresponsione dell’assegno sostitu-tivo dell’accompagnatore sarebberostate inviate alle competenti Ragione-rie territoriali dello Stato nei primigiorni del mese di aprile, mentre, comedetto le autorizzazioni per le altre fascedegli aventi diritto ha ribadito lanecessità che venga emanato ilprescritto Decreto interministeriale.Parallelamente all’attività legislativa,la Presidenza Nazionale hapartecipato a tutte le iniziative a cui è

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L’INCONTRO 3

chiamata a intervenire nell’ambito deisuoi fini istituzionali, nonché dalla suaiscrizione alle Associazioni Combat-tentistiche e d’Arma, e quale membrodella Federazione tra le AssociazioniCombattentistiche e Partigiane. Comegià comunicato nello scorso numerode “L’Incontro” nel corso dell’anno2014 la Presidenza del Consiglio deiMinistri ha approvato e finanziato ilprogetto “Dall’oppressione allaLibertà” presentato dalla nostraAssociazione, per commemorare ilsettantesimo anniversario dellaResistenza e della Guerra diLiberazione. A inizio anno l’Ufficiodi Presidenza si è riunito peradempiere alle necessarie formalitàper avviare l’attuazione del progetto. Ilprimo incontro, nel quale sono staticoinvolti il Prof. Franco Valerio e lostorico Prof. Michele Graziosetto, si èsvolto presso la scuola Arcobaleno diMondragone (CE). La cerimonia oltrea coinvolgere le scolaresche del luogoè stata aperta anche all’interapopolazione. Altre iniziative sisvolgeranno nel mese di maggio eavremo modo di illustrarle nelprossimo numero de “L’Incontro”. Il13 gennaio alle ore 16,00 presso lasala Diaz di Palazzo Esercito, si ètenuto il primo incontro con irappresentanti delle AssociazioniCombattentistiche, d'Arma, dicategoria e di Specialità, al fine diillustrare i criteri che saranno adottatiper il riparto dei finanziamenti perl'anno 2015. Alla riunione hapartecipato il Presidente Nazionale, haavuto la soddisfazione di ricevere icomplimenti da parte del Capo diGabinetto protempore del Ministrodella Difesa, Gen. De Leverano, peraver ottenuto la proroga dell’assegnosostitutivo dell’accompagnatore pergli anni 2015-2016. Martedì 27gennaio, presso il PalazzoMontecitorio, è stato celebrato il"Giorno della Memoria". Allacerimonia erano presenti oltre anumerose autorità istituzionali e civili,il Presidente Nazionale, Gr. Uff. ItaloFrioni, il Generale Umberto Rocca,presidente del Gruppo Medaglie D’oroe altri Presidenti delle Associazioni

Combattentistiche e D’arma, nonchéuna folta rappresentanza dellescolaresche di Roma e provincia.Dopo l'intervento della Presidentedella Camera dei Deputati, OnorevoleBoldrini, hanno preso la parola ilPresidente dell'unione delle ComunitàEbraiche Italiane, Renzo Gattegna, trestudenti e la Ministra dell'Istruzione,Senatrice Stefania Giannini. Lafunzione di moderatrice è stata svoltadalla giornalista Maria ConcettaMattei. Nel corso della Celebrazione èstato proiettato un filmato prodotto darai Storia con immagini dei campi diconcentramento di allora e di oggi,intervallato da racconti dei sopravvis-suti, fra cui Sami Modiano.Un’apprezzato intervento musicaledella cantante Ute Lemper, accompa-gnata dalla pianista Vana Gierig, ipregevoli brani musicali eseguiti dallaviolinista Francesca Dego hannocreato un’atmosfera più serena. Lasolenne celebrazione si è conclusa conl’intervento del Presidente del Senatodella Repubblica, Onorevole PietroGrasso, il quale, tra l’altro, hapersonalmente proceduto alconferimento dei premi agli Istitutivincitori della XIII edizione delconcorso "I giovani ricordano laShoah". Il 12 febbraio scorso, ilPresidente Nazionale ha partecipato,presso la Casa Madre del Mutilato diGuerra, alla presentazione del libro“Regioni, Province, Reparti, Cittàdecorate di Medaglia d’Oro al ValorMilitare, al Valor Civile, al MeritoCivile per la Guerra di Liberazione”edito dall’Ass. Nazionale CombattentiGuerra di Liberazione, a talepresentazione erano presenti i rappre-sentanti di alcuni dei Comuni insignitidella medaglia d’Oro ed unarappresentanza delle scolarescheromane. Il 24 febbraio, si è tenuta unaseconda riunione presso il Ministerodella Difesa per esprimere il pareresui progetti presentati dalleAssociazioni per il riparto delcontributo statale 2015. L’11 marzo siè tenuta la riunione dellaConfederazione Italiana fra leAssociazioni Combattentistiche ePartigiane durante la quale si è svolta

un ampia discussione sulle possibiliconseguenze delle valutazioni espressedal Ministero della Difesa in merito aiprogetti finalizzati alla celebrazionedel settantesimo anniversario dellaResistenza e della Guerra diLiberazione e del centenario dellagrande guerra, ai fini del riparto delContributo Statale 2015. Ai finiistituzionali il Presidente Nazionale hapartecipato, nel quadrimestre, alleassemblee Regionali della Sardegnatenutasi il 14 marzo e dell’EmiliaRomagna il 18 aprile. Il 23 marzo si ètenuto in Roma il ConsiglioNazionale, durante il quale oltreall’approvazione del bilancioconsuntivo dell’anno 2014 e delbilancio preventivo 2016, è statostabilito di confermare gli importidelle quote sociali corrispostinell’anno 2014; di portare avanti idisegni di legge già presenti inparlamento relativi miglioramentipensionistici, e alla definitivadisciplina dell’assegno sostitutivodell’accompagnatore militare a tuttigli aventi diritto. Il ConsiglioNazionale ha partecipato il giornosuccessivo, 24 marzo alla celebrazioneper il 71° Anniversario dell’Eccidiodelle Fosse Ardeatine. Il 9 aprile,organizzata dall’AssociazioneNazionale Vittime Civili di Guerra, siè svolta presso la Casa Madre DeiMutilati di Guerra, la GiornataMondiale per la promozione el'assistenza all'azione contro le mine egli ordigni bellici inesplosi. Neldibattito che ne è seguito, presente ilPresidente Nazionale, si è ribadita lanecessità di una continua ed insistenteazione, nell’ambito scolastico ai fini diridurre sensibilmente gli incidentidovuti al rinvenimento di ordignibellici. Il 24 aprile il Presidente Nazionale hapartecipato all’incontro indetto dalPresidente della Repubblica, SergioMattarella con i rappresentanti delleAssociazioni Combattentistiche ePartigiane. Il 25 aprile era presente alladeposizione di una corona d'alloropresso l'Altare della Patria.

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l’INCONTRO 4

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Visita ad Anzio edaltre località delpontinodi Bruno Guidi

Il giorno 28 marzo, alcuni soci delConsiglio interregionale Lazio-Um-bria, dell’A.I.C.G., hanno preso partead una gita organizzata per visitarealcune località del pontino, collegatealla seconda guerra mondiale, tra cui lacittà di Anzio, luogo dove è avvenutolo sbarco dell’esercito Americano il22/01/1944, per affrontare le truppeTedesche e liberare Roma, dopol’armistizio firmato dal Re VittorioEmanuele III e da Pietro Badogliol’8/09/1943. La Città di Anzio è uncomune italiano di 50.789 abitanti,facente parte della città metropolitanadi Roma Capitale, nel Lazio,rappresenta l'erede indiretta dell'anticacittà di Antium (le attuali Anzio eNettuno), la quale, per un lungoperiodo, fu la principale città dellapopolazione dei Volsci, finché nondivenne romana. Essa si trovanell'Agro Romano, il cui limitemeridionale è segnato dal fiumeAstura, a 60 chilometri a sud di Roma,ed a 26 chilometri ad ovest da Latina.Il centro della città si sviluppasull'omonimo promontorio, proteso sulMar Tirreno. L'attuale Nettuno èinvece la diretta continuatrice storicadell'antica città, di cui Anzio modernaè comunque erede (seppure indiretta),essendosi sviluppata nel territoriodipendente da Nettuno tra il 1827 e il1857. Frequenti furono i combatti-menti tra i Volsci e i Romani,soprattutto nel V secolo a.C., quandoAntium era dei primi la capitale. Iromani più eminenti vi costruironobellissime ville in riva al mare. Gliimperatori della dinastia Giulio-Clau-dia la visitavano frequentemente eMecenate vi possedeva una villa. Ad

Antium nacquero gli imperatoriCaligola e Nerone. Quest'ultimo fondòuna colonia di veterani in città ecostruì un nuovo porto, le cui rovinesono tuttora esistenti. Anzio èconosciuta internazionalmente peressere stata teatro di una delle piùcelebri azioni della seconda guerramondiale, lo sbarco che da lei prendeil nome. Il giorno 22 gennaio 1944 glieserciti alleati iniziarono a sbarcare suun'ampia fascia costiera. Anzio eNettuno rappresentarono tuttavia iperni di tutta l'operazione. Anzio fu ilcentro abitato che subì più danni.Oltre alle vittime civili, gran parte delpatrimonio edilizio della città andòdistrutto o semidistrutto, tra cuiPalazzo Sinimberghi sito in piazza Piacon la facciata ricoperta di pitture ingraffito di Luigi Fontana (pittore attivoa cavallo del XIX-XX secolo). Losbarco si protrasse anche nei giornisuccessivi ed ebbe termine solo il 31gennaio, quando approdarono leultime unità anglo-americane. In totalesbarcarono oltre centomila uomini conuna gran quantità di materiale bellico.I tedeschi, colti di sorpresa, iniziaronoa reagire energicamente solo tre giornidopo l'inizio dell'azione, quando si eragià costituita una solida testa di ponteattorno ad Anzio, Nettuno e nelle zonelimitrofe. Pur tuttavia l'obiettivo di unarapida conquista della vicina capitale,che aveva spinto gli Alleati a proget-tare lo sbarco, non venne raggiunto.Roma, situata a soli cinquantachilometri di distanza, o poco più,venne infatti liberata solo quattro mesie mezzo più tardi, il 4 giugno 1944.Dopo aver visitato il museo dellosbarco, il gruppo di visitatori si èrecato presso il cimitero anglo-ameri-cano che venne edificato nell'attualeterritorio della città di Nettuno (alloraNettunia), come cimitero temporaneo,il 24 gennaio 1944, dopo solo duegiorni dall'inizio dello sbarco di Anzioe Nettuno o sbarco di Nettunia, che

ebbe luogo sulla costa tirrenicanell'area che si estende da Lido deiPini fino a Torre Astura.Il sito copre una dimensione di311.542 m² si apre un grande vialecosteggiato da 7.862 lapidi bianche,corrispondenti a tutti gli americani divarie religioni e caduti in diversicontesti, tra loro anche molte donnecrocerossine ad esempio:nell'operazione Shingle; in quellaconcretizzatasi con lo sbarco in Siciliainiziato il 10 luglio del 1943; nellosbarco a Salerno, che ebbe luogonella zona della città campana il 9settembre del 1943. In 490 tombesono raccolte le spoglie di coloro chenon poterono essere identificati.Successivamente il gruppo si è recatoa Piana Delle Orme nelle vicinanze diSezze dove ha pranzato dopodiché èseguita la visita al museo, privato, chenasce dalla collezione di Mariano DePasquale e viene continuamentearricchita. Sono raccolti nel museocirca 50.000 reperti tra i più disparati:giocattoli, strumenti di lavoro,oggetti di vita quotidiana, trattori eidrovore utilizzate per la bonifica edopo la bonifica, tram, auto, moto,armi e mezzi militari come aerei,carri armati, elicotteri, jeep, fucili,proiettili, divise, etc... Il materiale èconservato in più padiglioniorganizzati secondo due percorsitematici principali.Uno dei due percorsi è relativo allaBonifica dell'Agro Pontino inparticolare e alla vita agricola in Italiain generale.Il secondo percorso è relativo adeventi bellici della seconda guerramondiale in cui è rimasta coinvoltal'Italia e il Lazio. Ogni padiglione affronta unparticolare tema attraversospecifiche ricostruzioni didattiche(anche animate e acustiche) in cuisono presenti oggetti originali.

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l’INCONTRO 5

Il 18 aprile 2015 si è tenuta in Parma,presso l’Hotel Palace Maria Luigia,l’Assemblea Regionale dell’EmiliaRomagna. Il Prof. Alfonso Stefanelli,dopo aver salutato tutti i sociintervenuti, apre i lavori con l’elezionedelle cariche assembleari, gli eletti,Presidente il Gr. Uff. Italo Frioni, VicePresidente il Prof. Alvise Taglietti,segretaria la Sig.ra Luisa vedovaBracconi si uniscono ai saluti del Prof.Stefanelli e augurano buon lavoro.Il socio Dal Cielo Romano, di Parma,città ospitante, da il benvenuto a tuttie si unisce agli auguri di buon lavoro.Dopo la lettura della Relazione Moralee Finanziaria nella quale, inparticolare, vengono valorizzate lebellezze della città di Parma, che gliaccompagnatori andranno a visitarecon un apposita guida, vengonoesaminati i più importanti problemidella categoria con un sentito invitoall’unità e all’andare insieme, comechiarito nel manifesto, vengono letti idocumenti di Bilancio. Al terminedelle formalità il Prof. Stefanelli,invita a rendere omaggio alla memoria

dei soci defunti e ad osservare unminuto di silenzio. Il Presidente ItaloFrioni apre il dibattito sulla Relazione.Numerosi gli interventi, fra cui quellodel Prof. Attilio Princiotto, che dopoaver salutato approva pienamente laRelazione e commenta il libro delsocio Prof. Franco Valerio, cheripercorre la storia e le difficoltà dinumerosi invalidi che in questi annihanno dovuto affrontare con enormisacrifici, con la speranza che gli orroridella guerra non si ripetano mai più eche le loro mutilazioni non venganomai dimenticate. Il Prof. Stefanelli checondivide i sentimenti del Prof.Princiotto invita caldamente i soci acontinuare a raccontare le loro storieed esperienze con sincerità, “maiscordare quello che è stato lorocrudelmente procurato da altri”.Domenico Sassoli ringrazia tutti, inparticolare il Presidente Frioni per illavoro svolto a favore dei soci,approva la relazione ed esprime il do-lore per la morte improvvisa dell’Avv.Valerio Cappello e aggiunge di noncondividere pienamente l’argomento

trattato dal prof. Franco Valerio. Ilricordo è sempre meritevole, masprona a pensare al futuro, andareavanti con caparbietà e lasciare allespalle i tristi ricordi del passato. Ilsocio Romano Dal Cielo, comunica ilgrave lutto che ha colpito la suafamiglia e ringrazia per aver scelto lacittà di Parma come sede dell’Assem-blea Regionale, così da permetterglila partecipazione. Il Presidente Frioni,è in leggero contrasto con i socipropensi a pensare di più al futuro eriporre i tristi ricordi un poco a riposo.Le gravi mutilazioni che portiamo incorpo sono sempre presenti, ognigiorno, a ricordare le difficoltàaffrontate. Le mogli, i mariti e i figlisono stati per noi, in tutto questotempo, un valido aiuto e uno sprone aproseguire a vivere la vita con dignitàe coraggio. Negli interventi sievidenzia il rammarico per lasituazione finanziaria della categoriain quanto sono già 25 anni che nonottiene alcun miglioramentoeconomico, ad eccezione del piccoloadeguamento automatico di inizioanno. Iole Neri, porta all’attenzionedell’assemblea le difficoltà di chi nonè sposato, che, non potendo avereaiuto dai figli o da un marito, deveogni giorno chiedere a personeestranee e che a volte è molto difficiletrovare. Piero Padovin esprimeapprezzamenti per il lavoro svolto dalPresidente Nazionale, Italo Frioni peraver seguito con grande zelol’ottenimento dell’assegno sostitutivo.Il Presidente Frioni ribadisce chel’ottenimento dell’assegno sostitutivoha comportato un lavoro lungo edestenuante. La nostra Associazione,lavora alacremente anche per ilmiglioramento della reversibilità deiconiugi. L’obbiettivo della reversibilità èmolto sentito insieme all’assegnosostitutivo, la battaglia deve essereil nostro compito principale

Assemblea del Consiglio Emilia Romagna del18/04/2015di Luisa Cenci in. Bracconi ha collaborato Alfonso Sytefanelli

Nella fotografia: da sinistra, Simone, il Presidente del Consiglio Regionale Emilia-Romagna, Prof. Alfonso Stefanelli, il Presidente Nazionale, Gr. Uff. Italo Frioni, aParma, durante la deposizione di una Corona d’Alloro al monumento ai caduti.

l’INCONTRO 6

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nell’immediato futuro. Nelle comunicazioni, il Presidenteinforma che l’assegnosostitutivo sarà in pagamento entromaggio per la prima fascia, per laseconda e la terza bisognaattendere il Decreto Interministe-riale, in seguito sarà pagatomensilmente fino al 31/12/2016. Altra iniziativa della sede centralesono i progetti di portare nellescuole per ricordare la Resistenzae la Guerra di Liberazione, che nondevono perdere il loro valore, chepurtroppo sembra affievolirsi colpassare degli anni. Il lavoro di sensibilizzazione nellescuole a Bologna ha già un suocalendario: il giorno 8 maggio2015 ci sarà la commemorazionedelle donne partigiane bolognesi almonumento di Villa Spada. Allacommemorazione sarannopresenti, oltre a un gruppo di soci,gli allievi e gli insegnantidell’Istituto Rosa Luxemburg,nonché rappresentanti dell’ANPIdel Comune di Bologna edestimatori dell’AICG.Il 7 Novembre 2015, ci sarà unacommemorazione per l’anniversa-rio di Porta Lame, vinta daiPartigiani contro i Nazifascisti.Dopo l’approvazione deidocumenti assembleari, il dibattitoprosegue con un confronto sulleproblematiche dei single evengono consegnate delle borse distudio a Sofia Leardini, MichelaGiorgi e Elena Tonelli. Al terminedell’assemblea il Presidente ItaloFrioni e il Prof. Alfonso Stefanelliunitamente ad un folto gruppo disoci, si sono recati presso ilmonumento ai Caduti per rendereomaggio con la deposizione di unacorona d’alloro, alla presenzadelle autorità comunali.

Ricorre oggi l’anniversario della“liberazione d’Italia”,

“l’anniversario della Resistenza”,la “festa della liberazione” o,semplicemente, il 25 aprile. Alle ore 8 del mattino, via radio, ilComitato di Liberazione Naziona-le dell’Alta Italia, C.L.N.A.I.,Presidente Luigi Longo, qualchegiorno prima dell’arrivo delleForze Alleate, proclamò la solleva-zione generale in tutti i territorioccupati dai nazifascisti,imponendo la resa, “parolad’ordine: arrendersi o morire”. La resa delle forze dell’Asse alleforze Alleate si avrà qualchegiorno dopo, il 3 maggio. Il 25 aprile divenne “festanazionale” su iniziativa dell’On.Alcide De Gasperi nel 1946(D.Lgt. n. 185 22 aprile 1946, G.U.n. 96 del 24/04/1946), diventeràdefinitiva e permanente nel 1949con la L. n. 260 27 maggio 1949col titolo “Festa della Liberazio-ne”. La Resistenza, insurrezionepopolare e antifascista spontanea ,guerra tra fascisti e antifascisti,guerra di classe con aspettativerivoluzionarie per le componenticomunista e socialista, guerrapatriottica e di liberazionedall’invasore straniero e dalnazifascismo, aveva comecomponenti politiche quellacomunista, quella monarchica,quella socialista, quella cattolica,

Nunc et semper la Resistenza ed il 25 aprile!25/04/1945-25/04/2015: 70° anniversario della fine della SecondaGuerra Mondiale.di Alfonso Stefanelli

quella repubblicana e quellaanarchica riunite tutte nelComitato di Liberazione Naziona-le, CLN, costituitosi in Roma il 9settembre 1943 e terminato aiprimi di maggio del 1945 a guerrafinita. L’antifascismo nacque negli anniVenti, proseguì poi durante ladittatura e fino al termine dellaguerra, a rischio per gli aderenti delcarcere, del confino e anchepeggio. Fu dopo il 25 luglio 1943, cadutadel fascismo, e dopo l’armistiziodell’8 settembre 1943 che gliantifascisti uscirono dallaclandestinità e la Resistenza si fecepiù visibile e sempre piùconsistente, tanto da coinvolgereun sempre maggior numero diitaliani che stimolò alla ribellionee alla lotta armata. Il movimento ebbe come collantel’anti-nazifascismo, l’opposizionealla dittatura e l’avversione allatremenda guerra in atto cosìtedesco-dipendente.Il movimento, nonostante lesofferenze, gli assassinii, irastrellamenti e le deportazionianche di massa, si affermò ecrebbe fino alla vittoria finale. Dopo la caduta del fascismo el’armistizio, la guerra diLiberazione divenne purtroppoguerra civile, la quale proseguiràanche oltre il 25 aprile 1945, fino

l’INCONTRO 7

MEMORIAVITA ASSOCIATIVA

a tutto il 1947 e il 1948: guerrafratricida di italiani contro altriitaliani, di amici di ieri diventatinemici di oggi dopo l’armistizio,fatto che produsse grandilacerazioni e lotta senza esclusionedi colpi. Il riandare con la memoria storicaai tempi in esame, è un po’ cometornare alle proprie radici, significarievocare e rivivere gli eventi ed irapporti umani di quel tempo. Sono trascorsi ormai settant’annidalla fine della Seconda GuerraMondiale e dalla liberazione dalnazifascismo, che tanta ferociahanno profuso, che tantedistruzioni e soprattutto tantimorti e mutilati hanno prodotto,un’ecatombe di sessanta milioni dimorti, quaranta milioni di mutilatie tre milioni di dispersi: furono icivili, era la prima volta nellastoria, ad avere la peggio per ilmaggior numero di morti e dimutilati, nel rapporto di otto ad unorispetto ai militari. Riemerge quel passato e lecondizioni terribili in cui ci trova-vamo e, nonostante sia trascorsotanto tempo, noi sopravvissuti,oltre la tragedia personale,ricordiamo con angoscia ledistruzioni atroci, ad opera diterribili ed indiscriminatibombardamenti aerei, veri e propriuragani di fuoco attuati spesso conbombe incendiarie e dirompentiche distruggevano le piazze, lestrade, i palazzi, e abbattevano lechiese, i teatri e costruzioni diincalcolabile valore storico-artisti-co; bombardamenti che lasciaronoi nostri paesi e le nostre città comefossero dei campi di battaglia,disseminati di macerie, calcinacci

e mozziconi di muri e a terramigliaia e migliaia di morti emutilati e le persone viveimpaurite e terrorizzate che nonriconoscevano più i luoghi disempre, che non ritrovavano più laloro casa e i loro cari: unaraccapricciante realtà che il quadrodi Picasso “Il bombardamento diGuernica” può solo tentare dimostrare e “L’urlo” di Munch ten-tare di esprimere quell’orrore. Nei momenti di tregua, migliaia emigliaia di bambini, come èaccaduto a tanti di noi,incontrarono e consumarono laloro personale tragedia per loscoppio di un ordigno esplosivo,che spesso aveva la forma di ungioco o di un oggetto attraentetrovato tra le macerie, in qualchecespuglio o a lato di un sentieromesso lì a bella posta da unincaricato di un “illuminatostratega militare” che, procurandodolore ed esasperazione, contava difare prima a vincere: bravi e graziesignori adulti! Si aveva fame, sete e bisogno ditutto e si soffriva per la mancanzaanche delle cose più elementari. Per la fame repressa e gli appetitiinsoddisfatti e non solo per questo,si era pronti e disponibili a tutto: lasopravvivenza era continuamentemessa in pericolo e si aveva unsospetto diffuso verso tutti e versotutto e tanto degrado morale epolitico e perduta la dignità dellepersone, la vita non aveva piùvalore, assente era ogni rapportoumano. In quei giorni bui della nostrastoria, specialmente dopo il 25luglio 1943, caduta del fascismo, edopo l’8 settembre 1943,

dichiarazione dell’armistizio,nello sbando generale e neldissolvimento delle istituzioni, apartire dal re che scappò aBrindisi e dai vertici militari che loseguirono o che si misero in salvo,decine e decine di migliaia didonne e di uomini, di ragazze e diragazzi obbedendo alla propriacoscienza e senza alcuna remora, sialzarono in piedi e si ribellarono e,per colline e montagne, per valli eper pianure, per paesi e per città,combatterono per far trionfare lalibertà, la democrazia e i diritti pertutti, sollecitati in ciò dalle proprieintime convinzioni o perchéavvertiti dall’ambiente familiare,dal rapporto con un insegnante oun amico o compagno di studi o dilavoro o per la lettura di un libro,di un giornale o di un manifestinoclandestini. “Abbiamo combattuto assieme perriconquistare la libertà per tutti, perchi c’era, per chi non c’era edanche per chi ci era contro” (Enri-co Boldrini). Anche per i resistenti cattolici “lalotta di liberazione era lostrumento per il riscatto morale epolitico del paese precipitato nellatragedia del fascismo e nella suaventennale dittatura”. Per i partigiani fu un onoreliberare l’Italia dai tedeschi e dalfascismo, per un riscatto morale epolitico della coscienza nazionalee per porre fine alla tremendaguerra in cui Mussolini con ilfascismo ed Hitler con il nazismoli avevano trascinati e per ridarealla nostra Nazione l’ onore e lastima che meritava. Proprio perché convintidell’assurdo della guerra e della

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violenza, quei giovani vollero, nelrispetto dei caduti e dei mutilati,che nella futura CostituzioneRepubblicana, all’art. 11, ci fossela norma-principio “L’Italia ripudiala guerra come strumento di offesaalla libertà degli altri popoli e comemezzo di risoluzione dellecontroversie internazionali”. Essi combatterono perché lasocietà fosse libera, democratica,con cittadini effettivamente ugualie in pace e perchè figurasseronella Costituzione i diritti civili,sociali, economici e politici,lasciando alle generazioni futurel’onore e l’onere di migliorarli e diusufruirne nella misura in cuifossero capaci di salvaguardarli efarli valere.Parimenti, “migliaia e migliaia diragazze e di ragazzi, quando eratutto perduto, si schierarono dallaparte della Repubblica di Salò” cona capo Mussolini, strumentale alvolere e ai disegni di Hitler. Continuava l’On. Violante nel suodiscorso di insediamento allaPresidenza della camera deiDeputati nel 1996, “sappiamo chetanti lo fecero in buona fede, perpaura, per quieto vivere, perdebolezza perché sprovveduti operché ipnotizzati dal mito dell’iodella razza eletta o dal concettoomertoso dell’onore checostringeva al rispetto della paroladata nei confronti di chi la paroladata non l’aveva mai mantenuta” oper l’indottrinamento o per ilpatologico, malinteso amor patriofascista. Sostiene Tina Anselmi: “Nonabbiamo mai legittimato le pagine,e sappiamo che ci sono state, in cuila Resistenza sembrava assorbire

sentimenti di odio e di vendetta,ma questa non è stata la cultura deipartigiani, essi hanno combattutoper la libertà, con la ferma volontàche diventasse un patrimonio ditutti”. Ai tentativi sempre più ricorrenti,di revisionismo storico dellaResistenza e di rivalutazione dellaRepubblica di Salò, fino a dubitaredella stessa esistenza deipartigiani, e in modo così aperto eben determinato, con appropriatecampagne di denigrazione, non sipuò che rispondere con un “No”senza se e senza ma. Opponiamocia questo degrado politico, laResistenza è un nostro valorefondamentale e senza la Resistenzanon ci sarebbe stata nessunaguerra di liberazione: L’Italiasarebbe stata diversa esicuramente peggiore. Se è scontato che la ricerca dellaverità non debba mai finire e che sipossono scoprire nuovi fatti, ipolitici non possono stravolgere lastoria. A comprendere noi ci stiamo, manon si possono tuttavia capire néaccettare per una pacificazione, leragioni di chi uccise donne, vecchie bambini o chi commise stragi,orrendi delitti o si impegnò alavorare attivamente per i tedeschio chi lo fece per calcolo o pertrarne un utile personale, né pos-siamo mutare il giudizio di fondosul fascismo e neppure metteresullo stesso piano coloro checombatterono per la libertà e lademocrazia e coloro che scelserodi stare dalla parte della dittatura diMussolini e di Hitler. Entrambi, come ha sostenuto ilPresidente emerito Ciampi “Se

possono essere considerati ugualisul piano umano, non possonocertamente esserlo sul pianopolitico”. “E’ vero che si devono rispetto emisericordia ai morti, ma chesignifica che i morti sono tuttiuguali?”Tina Anselmi continua: “Ai vividobbiamo dire che i ragazzi che inquei giorni bui scelsero laRepubblica Sociale Italiana, simisero al servizio di Hitler, traden-do così la patria”. La Resistenza non si regge sullegrida di lesa maestà per le critiche,né il suo valore intrinseco e le sueinnumerevoli pagine eroiche sonocompromesse dalla efferatezza disingole azioni combattute in suonome.Contro coloro che la infangaronocon incitamenti alla violenza, conconnivenze o con colpevoliassenze, valorizziamo la purezzadei valori che avevano animato laResistenza e i partigiani autenticinelle cui giovani mani si misero lesperanze del futuro. La Resistenza è stata sorretta daideali così alti e puri che nonpossiamo lasciarla infangare daatti che la disonorano: se è laStoria con la S maiuscola che deveprevalere, il 25 aprile è soprattuttogiorno di gioia; come si è espressoil Presidente Emerito Ciampi: “Il25 aprile è giorno di festa per tuttie non si tocca, né si può revisiona-re e, con la Resistenza,rappresenta un patrimonio divalori comuni da indicare aigiovani”; per l’ex Presidente dellaRegione Emilia Romagna, VascoErrani: “Il 25 aprile è un giorno difesta e tale deve rimanere e non

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può essere piegato ai fini di parte,una data che unisce, una data nondi pochi ma di tutti”.Dal canto nostro, noi nellericorrenze solenni come in questadel 25 aprile, ribadiamo alto, fortee sicuro il nostro “No” a qualsiasiguerra, violenza e intolleranza: noiche alla guerra abbiamo pagato unprezzo altissimo, vorremmo che lenostre persone fossero sempre unapagina aperta e di facile e chiaralettura; mostrando quali siano glieffetti della guerra vorremmo, apartire dai giovani, dai politici edagli amministratori, contribuiread educare tutti alla pace qualevalore irrinunciabile. Speriamo che il sacrificio deicaduti e nostro non venga maivanificato e reso inutile o trasfor-mato in una beffa da uomini stolti,sempre più piccoli e sempre menouomini.Noi chiediamo ai potenti che ilnostro grido di giustizia e di pacenon venga spento dal fragore deiloro missili o mortificato dalle loropolitiche e che tragedie come lanostra non colpiscano nessunadulto o, come eravamo noisettant’anni fa, nessun bambino eche nessuno Stato abbia armadidella vergogna da nascondere. Dopo il 25 aprile 1945, invece dirispettare ad imperitura memoria il“Mai più guerra” che alto e chiarofu pronunciato, convinti del benedi una pace duratura, a guerrafinita, purtroppo l’aria restò saturadi rancori, di recriminazioni, di odiinsanabili e di voglia di una “resadei conti” che per il fanatismopolitico e di classe ed altremotivazioni personali biasimevoli,veleni potentissimi e assurde faide

frutto della follìa umana, continuòa produrre vittime e dolori. In questa cosiddetta “secondaguerra civile”, vennero uccisi da 15a 50mila italiani, 19.801 perl’Istituto Milanese della Storiadella Repubblica Sociale Italiana:sono, tuttavia, dati che peccano perdifetto per i tanti “desaparecidos”scomparsi nell’anonimato. Fu una guerra aspra e dura, coneccidi e migliaia di assassinii egiustizie sommarie: essereinnocenti non era per nulla unagaranzia sufficiente. Eppure, in certi ambienti, questaseconda guerra civile viene negatao considerata una mistificazionedella destra, per il PCI e l’ANPI,una calunnia o una bestemmia. Precisa Tina Anselmi: “Chi parla,per camminare insieme, dipacificazione, bisogna che nonimbrogli le carte e abbia ilcoraggio della verità. Non sipossono cancellare le differenze,né si può stravolgere il passato.Proprio per questo, non si puòchiedere di onorare i caduti diqualunque idea politica essifossero”. È vero che tutti erano nati ecresciuti nello stesso climapolitico e che tutti avevano dirittodi sbagliare, ma “i partigianistavano dalla parte giusta e irepubblichini dalla parte sbaglia-ta”: i partigiani seppero ravvedersied ebbero il coraggio di fare lascelta decisiva per il riscatto dellacoscienza nazionale. Se l’uno fa la scelta giusta e l’altroquella sbagliata, se l’uno la pensanel modo vincente e l’altro lapensa nel modo perdente,possiamo poi porli sullo stesso

piano, valutarli e onorarli nellostesso modo quando sempre edovunque all’uno si riservano ilpremio e l’alloro e all’altro sichiede un po’ di riservatezza? È un fatto, gli schieramenti nonerano entrambi dalla parte giusta,né avevano lo stesso peso morale eognuno dei combattenti sapevabene perché e contro chicombatteva e diverse erano leragioni per le quali sacrificavano laloro vita: volerli porre sullo stessopiano significa stravolgere estrumentalizzare la storia. Ai “Ma perché” e ai “Come mai”non c’è spesso risposta, in ognicaso occorre riandare alla realtà eal clima di allora per tentare dicapire la stessa atrocità della “resadei conti” e “le tante vittime,uomini e donne, colpevoli einnocenti, vinti e vincitori chevolevano fare giustizia e, a volte,commisero ingiustizia con deirisentimenti e dei rendicontipersonali pesanti come pietre”. In quei giorni di Caino, continuaGianpaolo Pansa, “Ci fu chi perse epagò, a volte pagò il giusto prezzo,a volte pagò troppo e a voltetroppo poco”. Anche per Pietro Fassino “Lepagine tragiche del dopoguerra, levendette, le esecuzioni sommarieche vi furono si spiegano solo perl’estrema asprezza di quellastagione”. Al di là della misura, è un fatto chei partigiani veri furonodanneggiati dai repubblichinidoppiogiochisti che si eranoinfiltrati e dai moltissimi partigianidella venticinquesima ora chenumerosissimi (si pensi che ilnumero dei partigiani quasi

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quadruplicò nel solo mese diaprile) uscirono dalle buie cantinedelle varie città per saltare sulcarro dei vincitori. Furono essi ad improvvisarsigiustizieri senza processi e senzaleggi e così c’era chi la legge nonera in grado di farla rispettare e chila legge se la faceva ad uso econsumo proprio.Questa giustizia di parte portò aduccidere tanto i responsabili digravi fatti quanto l’anonimosemplice iscritto al Partito Fascistao alla Repubblica di Salò. La guerra civile fece perdere lacapacità di distinguere, ci si abituòad uccidere per ucciderecompiendo ogni sorta di follia: sicommisero omicidi molto spesso“privati”, senza alcunalegittimazione, si fecero delitti eviolenze ingiustificabili. Questi repubblichini doppiogiochisti e questi partigiani-teppi-sti osteggiavano zelo e ferocia perfarsi apprezzare dai dirigentipartigiani o di partito che, percalcolo (avendo più iscritti,pensavano di avere un maggiorpeso nel momento della spartizionedel potere) o per incapacità, nonvollero o non seppero scoprire,impedire o controllare con l’effettocerto di danneggiare i partigianiveri e stravolgerne l’immagine. Si arrivò a costruire un PCIillegale che emarginava e ricattavachi non voleva una seconda guerracivile. Il PCI, mentre moltiplicava gliiscritti, non seppe liberarsi dal“cancro degli assassini” presenti alsuo interno. La mia Regione, l’Emilia-Roma-gna e la mia città, Bologna, non si

risparmiarono questo tremendocalvario di migliaia di violenze e divittime che procurarono evidenticrepe, grosse scosse e sussulti didifficile metabolizzazioneregistrati dal sismografo umano. Provvidenziali furono l’invio aModena da De Gasperi di trecentopoliziotti in sostituzione di quellipartigiani e l’alt di Togliattipronunciato a Reggio Emilia concui definì “gli omicidi, unamacchia che bisognava cancellare”e che rimosse i dirigenti del partitoche non avevano saputo prevederee prevenire la frangiarivoluzionaria con l’idea dellaspallata al sistema. “I partigiani che hanno disonoratoil nostro nome, insozzando einfangando la memoria dei compa-gni caduti che hanno tradito, ipartigiani, brigatisti neri, debbonoessere arrestati e imprigionati”(Osvaldo Salvarani). “Poco potè per la mancanza dimezzi contro i fermi arbitrari,contro le percosse durante gliinterrogatori, contro leperquisizioni di stile fascista,contro l’indisciplina, contro chinon riusciva a sganciarsi dairisentimenti e tornaconti persona-li” (partigiano Giorgio Agosti,Questore di Torino). “Continuano ad accadere fatti cosìmostruosi e barbari che hannogenerato sgomento e grandeamarezza nell’animo di chi halottato e sofferto illudendosi diavere annientato col fascismo ognimale ma purtroppo dobbiamoconstatare che non soltanto inazifascisti erano belve inumane”(CLN di Modena, 12/07/1945). “Ricordiamo certo la Resistenza,

ma anche le sue zone d’ombra e lesue decise aberrazioni” (PresidenteG. Napolitano nel suo primomessaggio al Parlamento).“Drammatici episodi di violenza ecriminalità infangano gli idealidella Resistenza” (Amiasi). “La legalità va ripristinata senzaalcun ritardo” (Ferruccio Parri). Riccardo Lombardi, Prefetto diMilano, il 30 aprile 1945 vietò difarsi giustizia da soli e lefucilazioni arbitrarie. Il Generale Trabucchi, capo dellaResistenza in Piemonte: “Aipartigiani-soldato si sono aggiuntii partigiani-folla dell’ultimomomento che travolsero il buonnome dei partigiani veri: entrònella formazione la rottamaglia diavventurieri, di disertori, diapprofittatori, gente che avevaqualcosa da far dimenticare,qualcosa da occultare o da farsiperdonare”.Si arrivò ad uccidere anche deipartigiani, quelli che non eranodisponibili per la rivoluzione osemplicemente per rivalità o diidee politiche diverse (eccidio diPorzus). Ad un partigiano che al giudicerimbeccava: “Ci condannateperché siamo partigiani”, ilPresidente rispondeva: “Lei non èun partigiano, lei è un criminale”. Eppure, mentre non ce n’eraaffatto bisogno, malgrado tuttoc’era chi sentiva la necessità diincendiare gli animi, come GiorgioAmendola che su L’Unità del29/04/1945 scriveva: “La pietà l’èmorta, i morti debbono esserevendicati, i criminali debbonoessere eliminati, la peste fascistadeve essere annientata, il coltellodeve essere affondato nella piaga e

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tutto il marcio deve esseretagliato”.Arrampicarsi sugli specchi pernegare o per giustificare tuttiquesti fatti sembrerebbe esseredavvero difficile. Si capisce perché i sopravvissuti simantengono così ancorati a quelle“rovine fumanti” e non abbianodimenticato ferite così profonde esempre lì per riprendere asanguinare.Poiché, tuttavia, è assurdoprotrarre all’infinito questa realtà emantenere vive le braci sotto lacenere, per superare le antiche epersistenti contrapposizioni,spegnere i focolai di intolleranza emettere in faretra le frecce affilatesempre pronte a ferire, invece diricordare tutto o, addirittura,incoraggiare le vecchie lacerazionie soffiare sul fuoco, a volte èpreferibile dimenticare un poco percontribuire, con la medicinadell’oblìo, a far pace.In ogni caso, noi confidiamo neigiovani, figli e nipoti dei primiattori: in un dibattito-dialogo, essichiariranno i dubbi e capiranno lescelte ideologiche di allora eindividueranno le responsabilitàcon una generosità di rapporti eintenti che sicuramente sortirannopace e comprensione, spazzandovia la nuvolaglia che ancorapersiste. Le ragazze e i ragazzi sonomaggiormente contrari alsettarismo e meno legati a farvalere il proprio io; più aperti aldialogo con tutti e fra tutti, essisono più per una vita in comune,che desiderano responsabilmentecostruire, specialmente in tempo dicrisi, per un presente e per unfuturo in pace.

I giovani hanno bisogno di unità,di condivisione, di un impegno ditutti per una civile e prosperaconvivenza. Lasciamo ai giovani, anzi incorag-giamo i giovani, più generosi eindipendenti dei contrapposti econfliggenti attori di allora, asuperare le conflittualità dure amorire. Lasciamo loro la gioia dellacondivisione del 25 aprile, datasimbolo per una ripresa chenecessita di armonia ecollaborazione, contrari aimonologhi e ad un dialogo“chiacchierata” o ad un buonismovuoto che non vanno a costruirenulla, ma un dialogo-condivisione,un dialogo-partecipazione propriodi quella cittadinanza attiva chetutti auspichiamo, non quindi peresprimere rancori o per rivalersi, igiovani sono per un dialogoslegato dalle nostalgie che creanoghetti e non condivisione, madialogo con rispetto e disponibilitàanche all’ascolto per la ricercadella verità. Saranno i giovani a fare ciò che ipadri e i nonni non sono staticapaci di fare perché troppo legatia vicende personali. Siamo certi che i giovani noncancelleranno le differenze, néstravolgeranno il passato, nètaceranno di certe responsabilitàcolpose o dolose e con un francodibattito, scavando, confrontando,comprendendo, talvolta giustifi-cando, troveranno equilibraterisposte ai “ma perché” e ai “comemai” irrisolti e finora dribblati. I giovani riusciranno a mettere unapietra sul passato, a trovare lasperata concordia e a correggere la

deformazione negli atteggiamentiespressa fin qui e così sconfiggerel’ hybris (tracotanza orgogliosa chenell’antica Grecia gli dèigiustamente punivano), tracotanzaalla quale in troppi si sonoabbandonati e, così, approdare eritrovarci in una memoriacondivisa, riconoscendo allaResistenza il merito di avercicondotto alla fine della guerra, allafine della monarchia, alla finedello Statuto Albertino, alla finedella discriminazione tra uomini edonne, alla nascita dellaRepubblica e all’emanazione diuna nuova Costituzione imperniatasui valori antifascisti e fondativi dilibertà, democrazia, solidarietà,uguaglianza effettiva e al ripudiodella guerra, quindi alla pace. Non volerlo significa mantenere invita il voler fare i conti con ilpassato, restare ostaggi di queiterribili, turbolenti e lacerantimomenti e cedere così allairrazionalità dell’esaltazione odella demonizzazione.

Nelle fotografie:Partigiani nelle piazze e mentresfilano lungo le strade nell’aprile1945

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Inizialmente, l’emigrazione versol’Europa, verso l’Italia avevacarattere saltuario e individuale.Successivamente, è proseguitafacendosi, via via, sempre piùampia e sistematica.Negli stati mediterraneidell’Africa sono sorte appositeorganizzazioni con lo scopo difornire, per chi volesse emigrare, leimbarcazioni ed i piloti necessariper l’attraversata. Piloti che sapevano mimetizzarsi etornare alla base per ripetere ilviaggio. Per non far scoprire e arrestare ipiloti, si sono messe a dare alcuneistruzioni agli emigranti e a farpartire le imbarcazioni con sempremaggior precarietà e rischio di nonfarcela, rimaneva per il salvataggiola speranza di venire intercettatiper poter essere aiutati ad arrivaree la conoscenza di appropriatinumeri telefonici era provviden-ziale. Se gli affondamenti delleimbarcazioni e le morti collettiveconseguenti, anche eclatanti, nonsono mancate ed il Mediterraneo èdiventato fredda tomba pertantissimi, gli arrivi si sono fattiinsostenibili, vuoi per il numero,vuoi per il rischio salute e per glieventuali carichi penali dellepersone, certe telefonate tra l’unae l’altra sponda sono serviteegregiamente al bisogno.Ultimamente si è giunti ad

imbarcare anche sotto la minacciadi un kalashnikov un numeroincredibile di persone, tra le qualinascondere un possibile terrorista,allo scopo di metterci sempre piùin difficoltà, diventava sempre piùfacile. È andato costituendosi un vero eproprio racket, un’intesamalavitosa tra chi deveraggruppare alla partenza e chideve provvedere a trasferire: nonmancano complicità di certi Stati odi certe navi commerciali perfavorire quest’emigrazione eavvicinare alla meta-Italia gliemigranti, un traffico vergognosoprogrammato e realizzato a spesedegli emigranti, sia economica-mente che in umiliazioni e perditadi ogni dignità e spesso della vita.Il buonismo ricorrente epropagandato non è in grado difronteggiare e di risolvere ilproblema, addirittura diventapericoloso o un’aggravanteallorché si fa stimolo di questo tur-pe e disumano traffico. Le cause di quest’emigrazione, chesi fa sempre più di massa, sono letante instabilità politiche e socialiche portano ad espatriare e allaricerca di un asilo politico, maaltrettanto e più spesso, la causa èla secolare speculazione, gli abusie gli sfruttamenti del Nord sul Suddel mondo, del 20% sull’80%della popolazione mondiale, deipochi che soffrono e muoiono per

il superfluo sui molti che soffronoe muoiono per la mancanza delnecessario: l’eldorado dei paesiricchi costituisce l’ineliminabilecalamita che, inesorabile, attira chivuole giustamente continuare avivere o a vivere in condizionimigliori e le tv e internet sono igrandi veicoli di sollecitazione e afar gridare un basta allosfruttamento o a far reagire, anchecon violenza, a questadisuguaglianza in atto. Ciò che accade ha radici lontane,lontanissime che richiedono unripensamento sugli egoismi che sisono manifestati fin qui,occorrerebbe che la si smettesse disfruttare e approfittare dei piùpoveri e dei più deboli, apprestan-do più corretti ed equilibratirapporti nelle relazionieconomiche, sociali e politiche,riequilibrando la distribuzione delreddito e dei consumi. Subito, se si vuole arginare,occorre impegnarsi trasferendoaiuti perché gli stati del TerzoMondo si possano sviluppare inproprio onde dissuadere: sefacciamo trovare nel proprio paeseun minimo per una vita dignitosa,certamente non si emigra. Intanto, smettiamola di comprare edi consumare i prodotti dellemultinazionali che sfruttano edabusano, noi non-compratori, noinon-consumatori, saremo lemilioni di formiche che vinconol’elefante multinazionale, ilpigmeo che vince, è già accaduto,il Golia di turno.Si faccia in modo di regolarel’economia ed il libero mercatomondiale in modo da evitare diproteggere i propri imprenditori

di Alfonso Stefanelli

Di guerra non vorremmoneppure sentirne parlare

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con aiuti più o meno mascherati oimponendo dazi di rincaro per leimportazioni dai paesi del TerzoMondo. Impariamo a negare il nostro votoa chi ci vuole coinvolgeretrascinandoci in interventi militariper la pace e la democrazia,quando di pace e di democrazianon hanno proprio nulla, solol’interesse e, spesso, nemmenonostro. L’Italia ha confini-grovieratransitati impunemente da tuttisenza alcun accertamento dellasalute e dei carichi penaliattraverso i quali troppi transitanofacilmente, accogliamo indiscrimi-natamente tutti e, poi, liammassiamo ad annichilirsi incentri di raccolta fino ad arrivarealla sollevazione o alla fuga o,incredibile a dirsi, come ha fatto direcente il Prefetto di Treviso che,dopo avere identificato,fotografato e sfamato 39emigranti, tra i quali 10 minorenni,li ha accompagnati alla stazione eha detto loro di disperdersi. È l’emergenza che si fa regola:centri di accoglienza predispostiper la sosta di qualche giorno chediventano centri per la sosta dimesi, vuoi per gli afflussistraordinari, vuoi per le difficoltàeconomiche e sociali cheimpediscono l’opportuna integra-zione per una ricostruzione dellavita di questi emigranti; si sa: se adun afflusso non si accompagna unpari deflusso, l’ingorgo èinevitabile.Quest’emigrazione epocale nonpuò che essere un problemaeuropeo, spetta all’Europa farsenecarico assegnando ai suoi membri

le quote di emigranti, fissandoregole uniformi per i centri con ladistinzione degli emigranti-fami-glia, emigranti solo donne,emigranti minorenni soli.L’Europa non può lasciare ilproblema all’Italia e, al suointerno, alla Sicilia.Ieri, 2011, abbiamo partecipatoalla “bravata” per distruggereGheddafi senza pensare néorganizzare il “dopo” (sembraproprio che si sia intervenuti soloper rimuovere l’Italia dallaposizione privilegiata che aveva),oggi con tante tribù l’una control’altra armate, sembra prevalga ungruppo fondamentalista eterrorista, l’ISIS, che si permette disgozzare sul mare 21 egizianicopti e mandare a dire all’Italia cheè a sud di Roma ed è pronta adissare la bandiera nera sulColosseo e su S. Pietro. Se c’è chi non dice e non fa per lapaura che venga chiuso ilrubinetto del petrolio e del gas, c’èchi appoggia questo gruppo, c’èchi spera di mettersi a capodell’Islam, c’è chi soffia sul fuoco;in Italia si tira fuori “Tripoli bel sold’amore”, la “quarta sponda”, che“non c’è tempo da perdere”, che“la guerra è inevitabile”, che“siamo pronti a capeggiare”, che“abbiamo 5mila soldati da inviaresubito”, che “l’Italia va allaguerra” e “affondiamoli prima chepartano” ed altre amenità a riprovadel fatto che gli italiani sonomasochisti, pronti a farsi del male.Meno male che c’è chi suggeriscedi “gettare acqua sul fuoco”, che“occorrono non le armi ma ladiplomazia”, che dice “noall’indifferenza ma anche

all’isterismo”, che “occorre calmae riflettere e, poi, riflettere ancora”e che “in caso di in malauguratointervento, occorre che primavenga valutato, discusso eapprovato dal Parlamento: si vedràpoi quando, come, con chi e perche cosa intervenire”. Si sa anche che in Libia ci sonoanche dei moderati e filooccidentali che non vedono l’ora disalvare l’unità del proprio paese eripristinare la pace. Perché, allora, non adoperarsi inproprio e/o assieme ad altri perfornire ogni possibile aiuto e,contemporaneamente, screditaregli avversari con una appropriatapropaganda ed isolarli sul pianoeconomico e commerciale? Perché non offrirsi per unaricostruzione e per una ripresa incondizioni più vantaggiose per ilibici (Enrico Mattei docet) alprezzo della cessazione del turpecommercio umano verso l’Europae verso l’Italia, per la quale la Libiaha una posizione di centralità? Infine, perché non utilizzare, anzi,perché non sollecitare lamediazione del prof. Prodi, tral’altro richiesta e gradita da tantipaesi? Noi ciechi di guerra, che allaguerra, come abbiamo stampatosulle carni da oltre 70 anni,abbiamo pagato un prezzoaltissimo, di guerra non vorremmoneppure sentirne parlare, noivogliamo la Pace e di pace nonsiamo stanchi, anzi ringraziamo ipadri della nostra Costituzione cheall’art. 11 sanziona “l’Italia ripudiala guerra”.

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AMICI CHE CI LASCIANO

L’addio di Valerio ha provocatoin me un certo vuoto e sento un

groppo allo stomaco e un bruciore ingola e mi invade una certa solitudineche si fa tristezza quando il pensierova, oltre che a Valerio, alle tanteassenze.Mi vengono in mente i tantispezzoni di pareri e consigli dati altermine di una telefonata o in unincontro e, poi, gli incoraggiamentie le espressioni di stima.Anche se sul nostro piano religiosoc’è la promessa e l’impegno, comein natura, di una primavera dirinascita che costituisce la speranzae il sogno che si faranno realtà, difronte alla morte ci facciamo piccolipiccoli, quasi dei bambini impauritied è forse per questo che oggi si fadi tutto per rimuoverla.Tu Valerio, specialmente per noi piùgiovani, laureati in legge, sei statoun punto di riferimento: cisentivamo stimolati e incoraggiatidal tuo successo professionale.Valerio professore, Valerio avvocatoesperto e cultore del diritto difamiglia, Valerio organizzatore diconvegni giuridici, Valerio avvocatodei maghi e lui stesso, non l’avrestimai detto, era un mago anche sesolo per gli amici, mi precisava permodestia.Valerio un socio estimatoredell’A.I.C.G. e un grossocontribuente per le iniziativepro-mutilatini e ciechi di guerra delTerzo Mondo; Valerio era amantedelle cose belle e dei viaggi, era

U n r i c o r d o p e rVa l e r i o C a p p e l l o

di Alfonso Stefanelli

effetti indotti della minorazionevisiva, sino ad accettarla come unafatale, particolarità personale. Sin da piccolo, l'amico Damiano siè distinto nelle attività manuali, incollegio, nel laboratorio difalegnameria e d'intreccio, poinella sua attività di centralinistatelefonico, presso l'ospedaleSant'Annunziata di Taranto.Ma mi piace ricordarlo, soprattuttoper il suo rigoroso senso deldovere e scrupolosa correttezza neirapporti interpersonali, col suocarattere mite e riservato, semprelaborioso e sereno, pronto aconcreti gesti di generosità: egli èstato l'amico su cui poter semprecontare. Infatti, ogni qual volta, viè stata l'occasione di una iniziativadi solidarietà verso l'associazioneo verso un amico in difficoltà,Damiano vi ha sempre aderito congenerosa prontezza. Alle solenni e commoventiesequie, scandite dalle note del"silenzio" della banda civica,hanno partecipato, insieme allerappresentanze associativedell'AICG ed UICI, tanti amicicompaesani, che, evidentemente,negli anni, hanno avuto modo diconoscere da vicino il nostro buonDamiano, ed apprezzarne lequalità morali ed umane. Anche nello strazio perl'imminente trapasso, Damiano havoluto compiere ancora un gesto diconcreta solidarietà sociale: haraccomandato alla sua caraConsiglia di devolvere letradizionali offerte funerarieall'Associazione Tumori.Ai figli Antonio, Gaetano,Roberto, Marilena e famiglie, inparticolare alla gentile signoraCosma, voglio esprimere, colconsiglio ed i tanti amici di

Il 22 Ottobre 2014, stroncato daun male incurabile, è venutomeno il compianto cavaliereCosma Damiano di AvetranaTaranto, di anni 77, componente,sin dalla prima ora, del consiglioInterregionale AICG Puglia-Basili-cata. Insieme ai colleghi Ardito,De Filippo e Gagliardi, hocondiviso con Damiano l'esperien-za scolastica e collegiale, pressol'istituto Antonacci di Lecce, dal1946 al 1953. Eravamo poco più che bambini,nel travaglio socio-politico delprimo dopoguerra. Ricordo, in particolare quei primianni di collegio, indelebilmentecaratterizzati dalla penuria di cibo,e da tanto, tanto freddo, in queglistanzoni con finestre fatiscenti,senza alcuna, sia pur minima fontedi calore.Ma nonostante le divise di tela,l'assurda cultura dei calzoni corti,il cibo da sopravvivenza, lacocente nostalgia per la famiglialontana, quei bambini, - compliceuna provvida dose d'inconsapevo-lezza, insieme alla loropropensione per la solidarietà edamicizia - hanno saputougualmente apprezzare appieno lavita, nella libertà e gioia del gioco,nel calore dell'affetto deicompagni. In quel gruppo di amici, unitianche nella comune minorazioneed esperienza collegiale, ci è statocertamente più agevole superarealmeno i precondizionamenti ed

I n r i c o r d odell'amico DamianoCosma

di Luigi Racanelli

quest'associazione, sentimenti diprofonda solidarietà ed indelebileaffetto.

l’INCONTRO 15

AMICI CHE CI LASCIANO

Anno XXXIII • n.1 •Gennaio/Aprile 2015

Direttore: Grande Ufficiale Italo FrioniDirettore responsabile non-profit: Luca Giarrusso

Redazione:Via Castelfidardo, 8 • 00185 RomaTel. 06/483460 • Fax 06/4820449www.aiciechiguerra.it

Comitato di redazioneAttilio Princiotto, Franco Valerio

Progetto grafico e impaginazione:Monia Bartolucci e Maria Luisa Badiani

Finito di stampare:nel mese di Maggio 2015 dalla Tipografia Abilgraph srl Via Pietro Ottoboni, 11 • 00159 Roma

C/C Postale n. 78747003

C/C Bancario n. 923 Credito Valtellinese Ag.22IBAN: IT 88 N 05216 03222 000000000923

Quadrimestrale dell’Associazione Italiana Ciechi di Guerra • Onlus

L’INCONTRO

Amici che ci lascianoLa Presidenza esprime profondo cordoglio e vicinanza ai familiari.

- Consiglio Interregionale Puglia-BasilicataNicola Marinotti deceduto a Matera il 24/02/2015 all’età di 80 anni

- Consiglio Interregionale Nord-ItaliaCelso Petrossi deceduto a Attimis (UD) il 07/02/2015 all’età di 82 anni

- Consiglio Regionale SardegnaFrancesco Ghisu deceduto a Nuoro il 23/02/2015 all’età di 74 anni

- Consiglio Regionale SiciliaTeresa Grasso (ved. Calvagno) deceduta a Randazzo il 12/02/2015 all’età di 84 anniGiosué Reitano deceduto a Biancavilla (CT) il 16/03/2015 all’età di 84 anniBenedetto Marino deceduto a Marsala il 20/04/2015 all’età di 86 anni

- Consiglio Regionale Emilia RomagnaLuciano Bellei deceduto a Bomporto (MO) il 21/03/2015 all’età di 85 anniValerio Cappello deceduto a Bologna il 17/04/2015 all’età di 87 anniMaria Bruna Magnani in Baschieri, deceduta a Sasso marconi (BO) il 24/04/2015 all’età di 89 anni

- Consiglio Regionale CampaniaGiovanni Capo Remo deceduto a Napoli il 19/04/2015 all’età di 90 anni

persona conviviale e costruttore diamicizie.Valerio, un ragazzo partigiano cheha meritato la Medagliad’Argento, Valerio amante dellasua famiglia a cui eraattaccatissimo.Valerio, me lo ha detto tante volte,amava l’indipendenza e l’autono-mia e per questa libertà personalepreferiva pagare anche un prezzoalto di scivoloni, di ruzzoloni e dicapitomboli.Valerio era tutto questo e molto dipiù per chi lo conosceva bene e gliera stato vicino.Valerio, mi e ci mancherai: da me eda tutti noi un abbraccio e un“Dormi in pace” e ai tuoi cari, allasig.ra Angela in particolare, lenostre più sentite condoglianze.Con amicizia.

SOGGIORNO INVERNALE A VILLABASSA

Anche quest'anno il Consiglio Interregionale Nord-Italia dell'Associazione Italiana Ciechi diGuerra ha organizzato il soggiorno invernale presso l'Hotel Bachmann a Villabassa. Eravamo in pochi ma non è mancata la consueta sfida a scopone scientifico..... e chi potevaessere il vincitore? Il bravissimo Presidente Antonio Rampazzo in coppia con Gino Verzola,un premio è stato comunque conferito a tutti i partecipanti. Anche il pranzo comunitario è stato un momento di divertimento con regali a tutti icommensali da Antonio e un dono per Linda, ospitale, come sempre.A sorpresa l'arrivo di Pasquale e Bianca! Grazie a tutti per la compagnia e per aver condiviso momenti piacevoli e sereni.

MARISA BROGGIO