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Quando l'America scoprì i sassi

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Gli Usa che guardavano a Matera.

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la legge ZaNaRDelli e il RisaNameNto Dei sassi

Nascita Della legge

I Sassi di Matera, oggi attrazione turistica, erano due rioni malsa-ni attraversati da due fossi localmente detti graviglioni, o grabiglioni, o gran valloni: il Barisano e il Caveoso. Erano due affluenti del torren-te Gravina che con l’urbanizzazione dei Sassi si erano trasformati in due fogne a cielo aperto. Dopo lo storico viaggio del Presidente del Consiglio Zanardelli in Basilicata nel settembre 1902, dopo l’istruttoria tecnica sulla Basilicata e il progetto di legge redatto nel gennaio 1903 da Eugenio Saint Just de Teulada, ingegnere capo del Genio Civile di Cagliari,1 dopo la presentazione del disegno di legge governativo nel giugno 1903, dopo le proposte di modifica della commissione parla-mentare all’uopo nominata2 del febbraio 1904, dopo ulteriori modifi-che introdotte in sede di discussione parlamentare, fu approvata la leg-ge 31 marzo 1904 n. 140 (legge Zanardelli) con la quale furono stabiliti provvedimenti speciali a favore della provincia di Basilicata.

Detta legge stanziò, tra l’altro, 10 milioni di lire ripartiti in 18 eser-cizi finanziari, e cioè tra l’esercizio finanziario 1906-07 e l’esercizio fi-nanziario 1922-23, per interventi sui centri abitati. A tal fine la tabella E annessa alla legge elenca 99 comuni, su 125 quanti erano all’epoca, sud-divisi in quattro gruppi:

1 Ricordiamo infatti che la prima legge speciale per regioni fu la legge per la Sardegna del 2 agosto 1897.

2 Facevano parte della commissione i deputati Lacava, presidente, Abignen-te, segretario, Grippo, De Nava, Bonardi, Palberti, Rizzetti, Gianturco e Torraca, relatore. Una copia degli atti parlamentari del 2 febbraio 1904 con la relazione della commissione si trova presso la biblioteca provinciale di Matera (op. luc. A 164). I dieci parlamentari lucani eletti nel 1904 erano i seguenti: Dagosto Fran-cesco (Brienza), Fortunato Giustino (Melfi), Grippo Pasquale (Potenza), Lacava Pietro (Corleto Perticara), Mango Camillo (Lagonegro), Materi Francesco Paolo (Tricarico), Mendaia Vincenzo (Chiaromonte), Nitti Francesco Saverio (Muro Lucano), Santoliquido Rocco (Acerenza), Torraca Michele (Matera). Emanuele Gianturco era stato eletto a Napoli (Vedi F. Barbagallo, Stato, Parlamento e lotte politico-sociali nel mezzogiorno 1900-1914, Guida editori, Napoli 1980, tab. III).

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Il graviglione Barisano in una cartolina illustrata del 1909 (ed. Calculli).

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Il graviglione Caveoso in una cartolina illustrata del 1909 (ed. Calculli).

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- quelli pei quali occorrono opere di risanamento dell’abitato, con-solidamento di frane e fornitura di acqua potabile, e sono Campomag-giore e Matera;

- quelli pei quali occorre il solo consolidamento di frane, e sono 33;- quelli che richiedono solamente acqua potabile, e sono 18;- quelli che richiedono a un tempo acqua potabile e consolidamen-

to di frane, e sono 46.A norma dell’art. 87 della legge fu creato un apposito organo, il

Commissariato Civile, a capo del quale fu posto l’allora ingegnere capo del Genio Civile di Potenza Giuseppe Gatti, nominato con R.D. 10/08/1904, e successivamente il prefetto di Potenza in carica, ai sensi dell’art. 24 della legge 9 luglio 1908 n. 445. Il Commissariato Civile co-minciò a funzionare il sedici ottobre 1905.

A norma dell’art. 94 della legge il Ministero dei LL.PP. doveva com-pilare un “piano regolatore di massima”, cioè un cronoprogramma di esecuzione che doveva specificare il riparto della somma stanziata fra le diverse opere e fra i diversi comuni, nonchè l’ordine di esecuzione delle opere nel tempo in relazione agli stanziamenti disponibili e alla loro importanza e urgenza.

Il Genio Civile cominciò con il compilare un piano preliminare con l’indicazione dei lavori da eseguire. Detto piano per il risanamento di Matera prevedeva le seguenti opere:

1) sventramento dei rioni più malsani, con la demolizione delle case inabitabili per mancanza di aria e di luce e per umidità permanente, e co-struzione di nuovi rioni in località più adatta, per trasferirvi la parte della popolazione, specialmente operai, che deve sgombrare dalle dette case;

2) copertura e rivestimento in muratura dei due fossi Barisano e Ca-veoso, funzionanti da collettori e fogne principali, nelle quali sbocche-rebbero altre fogne secondarie;

3) formazione di buone strade rotabili sulla copertura dei due fos-si Barisano e Caveoso, e prolungamento delle stesse strade sino a quel-le che attraversano la parte alta della città a fine di dare un accesso alla parte bassa della città stessa, ora chiusa e impraticabile. L’apertura di tali strade concorrerà efficacemente allo sventramento suddetto e nel tempo stesso sarà di grande giovamento ai servizi pubblici e privati.3

3 Così testualmente si esprime la relazione al progetto 11/10/1906 n. 776 redatto dal Genio Civile per la costruzione di una strada di acecsso dalla parte alta della città di Matera al rione Barisano (vedi in Archivio di Stato Matera, d’ora in avanti ASM, Genio Civile 1° vers. B. 608 f. 6207).

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In sede di stesura del piano regolatore però, cioè in sede di ripar-tizione della somma stanziata dalla legge tra i vari lavori, al risana-mento dell’abitato di Matera fu assegnata la somma complessiva di £ 671.400,00 che prevedeva le seguenti opere:4

1) costruzione di due collettori coperti praticabili lungo i tratti dei fossi Barisano e Caveoso attraversanti l’abitato, con cunicoli laterali per raccogliere le acque meteoriche e di rifiuto delle zone circostanti;

2) formazione di una strada al di sopra di ciascuno dei detti colletto-ri, con opportuni raccordi con le vie e piazzette latistanti;

3) prolungamento delle strade stesse sino alla parte alta dell’abita-to in modo da aprire l’accesso al rotabile sino ai detti rioni che ne era-no entrambi sprovvisti;

4) chiusura di grotte e demolizione di case inabitabili per mancan-za di aria e di luce, e per umidità permanente e sistemazione delle aree risultanti.

Per la costruzione di case operaie in località opportune, in numero di vani pari a quello degli ambienti soppressi, che ritenevasi di 200, oc-correva una presunta spesa aggiuntiva di £ 260.000.

Il piano regolatore fu compilato dal Genio Civile di Potenza con data 5/3/1906 e fu trasmesso al Ministero dei LL. PP. accompagnato da una accurata relazione a firma dell’ing. Gatti. Fu approvato dalla Com-missione Centrale Consultiva prevista dall’art. 92 della legge con voto del 18 maggio 1906.5

Al risanamento di Matera furono assegnate £ 671.400,00.6

Il Commissariato Civile doveva attenersi al piano regolatore ma po-teva proporre modificazioni al programma lasciando però invariata la somma totale degli stanziamenti fissati dalla legge.

Cominciò quindi l’attuazione della legge.

4 ASM, Genio Civile 1° vers., busta 992 f. 785, relazione del progetto della strada di accesso al rione Caveoso della città di Matera datata novembre 1926.

5 Vedi in atti parlamentari, seduta del 9 febbraio 1907, la relazione sulla ese-cuzione della legge presentata dal ministro dei Lavori Pubblici Emanuele Gian-turco. Una copia degli atti parlamentari del 9/2/1907 contenente la relazione si trova all’Archivio di Stato di Potenza, Gabinetto Prefettura, busta 314 fascicolo 1. Emanuele Granturco, come è noto, era nativo di Avigliano e morì il 10 no-vembre 1907 stroncato da un tumore alla gola all’età di soli cinquanta anni.

6 ASM, Genio Civile 1° vers. Busta 617 f. 6236, nota del Commissariato Civile del 6 giugno 1908 n. 5424.

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Il graviglione Barisano nella mappa catastale del 1875.

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Il graviglione Caveoso nella mappa catastale del 1875.

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Scorcio del sasso Barisano in una foto ottocentesca del fotografo M. Bovi di Napoli ripresa dal recinto Annunziata Vecchia. Sullo sfondo il castello Tramontano, oggi coperto dall’edificio della Banca d’Italia, molto più alto dell’edificio preesistente, il convento di S. Francesco.

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Il “palombaro tondo” in una foto dei primi del '900. I “palombari” erano grosse cisterne dove la popolazione poteva recarsi ad attingere acqua.

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costRuZioNe Della stRaDa Di accesso Da NoRD

Con data 11/10/1906 n. 776 il Genio Civile di Potenza progettò una strada rotabile di accesso al Barisano da nord dell’importo totale di £ 100.000,00 di cui £ 44.840 per lavori e £ 55.160 per espropriazioni.7

La strada era chiaramente propedeutica ai lavori di copertura del fosso Barisano e fu appaltata all’impresa Perrone Francesco Paolo che

7 ASM, Genio Civile 1° vers., busta 608 f. 6207 relazione del progetto della strada di accesso al rione Caveoso della città di Matera datata 11 ottobre 1926.

Progetto della “strada di accesso da nord” (attuale via Daddozio) redatto a cura del Commissario Civile nel 1907. Il disegno illustra anche il particolare del tratto terminale e dello sbocco alla Gravina del graviglione Barisano.

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la costruì negli anni 1908-09. Senonchè nel 1910 si verificò una frana e il crollo di talune grotte accanto alla nuova strada, che perciò minaccia-va rovina. Il Genio Civile si affrettò a progettare un adeguato muro di sostegno lungo metri 16 e alto metri 12 che fu appaltato d’urgenza. I la-vori furono eseguiti dall’impresa Fragasso Giovanni nello stesso anno 1910 con un importo finale di £ 6.625,75.8

8 ASM, Genio Civile 1° vers. Busta 620 f. 6387, stato finale dell’impresa Fra-gasso Giovanni del 20 ottobre 1911.

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In alto, il Sasso Barisano in una cartolina del 1920 (ed. Riccardi). In primo piano la “via di accesso da nord” progettata dal CommissariatoCivile nel 1907.

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Planimetria del muro di sotegno a valle della strada datata 27 maggio 1910.

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coPeRtuRa Del gRaviglioNe BaRisaNo

Con data 11/12/1911 n. 3720 il Genio Civile di Potenza progettò la costruzione di una fogna coperta alta metri 2,90 lungo il fosso Barisano e la costruzione di una strada lastricata rotabile sovrastante, dallo sboc-co alla Gravina fino a m. 250 circa verso monte, con innesto a metà del suo percorso con la strada di accesso da nord di cui si è parlato. I lavori furono eseguiti tra il 1913 e il 1915 dall’impresa Benedetti Giuseppe con un importo complessivo liquidato di £ 138.442,65. Furono anche spese circa £ 3.000,00 per espropriazioni.9

Lungo il graviglione vi erano parecchi canali laterali di acque plu-viali e di rifiuto che avevano lo sbocco nel graviglione stesso, canali che venivano utilizzati dagli abitanti della zona anche per lo scarico delle deiezioni umane. Il comune di Matera con deliberazione del consiglio n. 50 del 8 maggio 1914 fece voti affinché tutti gli esistenti canali di sca-rico, pubblici e privati, venissero immessi nel collettore che si stava co-struendo. Taluni di questi canali sono rimasti in uso fino agli anni ’50 (vedi foto a pag. 150).

9 ASM, Genio Civile 1° vers. busta 608 f. 6206 e Archivio di Stato Potenza, Commissariato Civile, buste 1302 e 1303.

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Particolare del tratto terminale di monte del graviglione Barisano nella mappa catastale del 1875