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Carissimi aderenti ed amici, le visite dei membri di Come Noi nei luoghi dove si attuano i progetti sono essenziali per mantenere vivi i contatti, per incontrare le comunità, per verificare l’avanzamento, ma anche per la simpatia e la commozione suscitati dall’espe- rienza dell’incontro personale, che viene trasmessa nelle relazioni che i nostri amici fanno al loro ritorno. Nel bollettino trovate le relazioni delle visite in Rwanda (Annalisa e Franco Schiffo), in Senegal (Valentino De Vecchi) e in Uganda (Francesco Salvi e Giorgio Rabajoli), nonché la relazione di Lidia Urani, che risiede per lunghi periodi a Rio de Janeiro, per la favela di Vila Canoas. Abbiamo trovato particolarmente significativo ed emo- zionante l’incontro di Annalisa e Franco Schiffo a Butare con Monsignor Forissier che era stato per molti anni il referente di Come Noi per i centri professionali OCCAR, fondati da Ines Carignano, fino al genocidio del 1994 che distrusse tutto. E’ molto bello che Come Noi sia di nuovo in Rwanda e che Mons. Forissier prenda in parte a carico il progetto con l’in- vio di 4 suore. Riteniamo molto importante il successo di partecipazione delle donne musulmane al progetto “Torino la mia città”, come dalla relazione, ed il desiderio di estendere l’impegno ad altri due quartieri della città, per soddisfare l’aumento della richiesta di partecipare. Valentino De Vecchi ci comunica, tra i vari argomenti, l’inten- so programma di corsi pianificati per il 2012 in Senegal: quello sulla malaria reso itinerante, le malattie a trasmissione sessuale, la poligamia e la parità uomo/donna, l’educazione sessuale, la cultura della pace ed il dialogo interreligioso. Consideriamo molto importante che la scuola ed i genitori si autofinanzino per tenere altri corsi come la lotta contro l’inquinamento, i giovani e la droga ecc. a testimonianza dell’interesse e della validità dell’iniziativa. Giorgio Rabajoli e Francesco Salvi, appena tornati dal loro viaggio in Uganda, ci raccontano delle persone che per incontrarli hanno percorso 5 km. a piedi (la stessa distanza per andare al pozzo per l’acqua o alla scuola per i ragaz- zi), delle capanne dove vivono, dell’ambiente della savana. Ma soprattutto del lungo percorso da 20 anni di guerra, di campi di concentramento, di bambini soldati, ad una vita ancora molto dura ma di avvicinamento alla normalità, ricominciando a credere in sé stessi e, anche con l’aiuto di Come Noi, a cercare di lavorare e guadagnarsi da vivere. Lidia Urani che, ricordiamo, è stata duramente provata a breve distanza di tempo dai lutti per la morte dei genitori (Franco e Giuliana Urani, membri di Come Noi) e del fratel- lo Andrea, continua con coraggio e dedizione l’opera dei genitori a Vila Canoas con l’aiuto di Mauro Villone; nel notiziario trovate le azioni in corso. Consigliamo la lettura del libro di Charles Kenny “ Va un po’ meglio – Lo sviluppo globale e le strategie per migliorare il mondo” (ed. Bollati Boringhieri), brevemente recensito, per i segnali di speranza nel futuro di un mondo meno ingiusto e diseguale. Accenniamo infine alle risorse di Come Noi che, come (segue a pag. 2) Circolare interna per gli aderenti di COME NOI - Non in vendita COME NOI O.N.L.U.S - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale - C.F. 97546260015 Via F. Valentino, 18 - 10136 TORINO (Italia) - Tel./Fax: 011/356000 - c/c postale 29696101 - IBAN IT26.E07601.01000.000029696101 c/c bancario: Unicredit Banca - IBAN IT20.S02008.01107.000003911699 - www.comenoi.org [email protected] Spediz. in a.p. Art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Torino - N. 1/2012 Direttore Responsabile: G. Germano - Comitato Organizzatore: Amari-Ferrero, Balliano, Caciagli, Calarco, Carlevaris, Casassa G., Casassa Balosso, Cavallini, De Vecchi, Faccenda, Ferraris, Fornero, Garis, Germano, Milanese, Mollea, Petruzzelli, Peyron, Puccio, Rabajoli, Roggero, Rowinski, Salvi, Schiffo, Sibille,Tresso, Tuzii-Peyron, Urani - Autorizz. Trib. n. 3524 dell’11.4.1985 - Le opinioni esposte negli articoli firmati non impegnano la direzione, ma solo i singoli autori. aprile 2012 La prossima denuncia per i redditi 2011 (individuale o societaria) prevede nuovamente la possibilità di destinare il 5 per mille della propria imposta a sostegno delle ONLUS e del volontariato. E’ una opportunità in più per sostenere i progetti di COME NOI, apponendo una sem- plice firma nell’apposito riquadro e indicare il nostro codice fiscale 97546260015 Può anche essere una possibilità per coin- volgere amici e conoscenti e far conoscere COME NOI, allargando così il numero di persone che decidono di “inserire la voce Terzo Mondo nel proprio bilancio familiare” per contribuire ai nostri progetti. “Non voglio che la mia casa sia murata su tutti i lati e le mie finestre sbarrate. Voglio che le culture di tutti i paesi soffino attorno alla mia casa con la massima libertà possibile.” (Mahatma Gandhi) Quando si è visto una volta sola lo splendore della felicità sul viso di una persona che si ama, si sa che per un uomo non ci può essere altra vocazione che suscitare questa luce sui visi che lo circondano. A. Camus

Quando si è visto una volta sola lo splendore della ... · Quando si è visto una volta sola lo splendore della felicit ... Giorgio ci ha parlato di famiglie ... italiana ci ha donato

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Carissimi aderenti ed amici,le visite dei membri di Come Noi nei luoghi dove si attuano i progetti sono essenziali per mantenere vivi i contatti, per incontrare le comunità, per verificare l’avanzamento, ma anche per la simpatia e la commozione suscitati dall’espe-rienza dell’incontro personale, che viene trasmessa nelle relazioni che i nostri amici fanno al loro ritorno.Nel bollettino trovate le relazioni delle visite in Rwanda (Annalisa e Franco Schiffo), in Senegal (Valentino De Vecchi) e in Uganda (Francesco Salvi e Giorgio Rabajoli), nonché la relazione di Lidia Urani, che risiede per lunghi periodi a Rio de Janeiro, per la favela di Vila Canoas.Abbiamo trovato particolarmente significativo ed emo-zionante l’incontro di Annalisa e Franco Schiffo a Butare con Monsignor Forissier che era stato per molti anni il referente di Come Noi per i centri professionali OCCAR, fondati da Ines Carignano, fino al genocidio del 1994 che distrusse tutto.E’ molto bello che Come Noi sia di nuovo in Rwanda e che Mons. Forissier prenda in parte a carico il progetto con l’in-vio di 4 suore.Riteniamo molto importante il successo di partecipazione delle donne musulmane al progetto “Torino la mia città”, come dalla relazione, ed il desiderio di estendere l’impegno ad altri due quartieri della città, per soddisfare l’aumento della richiesta di partecipare.Valentino De Vecchi ci comunica, tra i vari argomenti, l’inten-so programma di corsi pianificati per il 2012 in Senegal: quello sulla malaria reso itinerante, le malattie a trasmissione

sessuale, la poligamia e la parità uomo/donna, l’educazione sessuale, la cultura della pace ed il dialogo interreligioso. Consideriamo molto importante che la scuola ed i genitori si autofinanzino per tenere altri corsi come la lotta contro l’inquinamento, i giovani e la droga ecc. a testimonianza dell’interesse e della validità dell’iniziativa.Giorgio Rabajoli e Francesco Salvi, appena tornati dal loro viaggio in Uganda, ci raccontano delle persone che per incontrarli hanno percorso 5 km. a piedi (la stessa distanza per andare al pozzo per l’acqua o alla scuola per i ragaz-zi), delle capanne dove vivono, dell’ambiente della savana. Ma soprattutto del lungo percorso da 20 anni di guerra, di campi di concentramento, di bambini soldati, ad una vita ancora molto dura ma di avvicinamento alla normalità, ricominciando a credere in sé stessi e, anche con l’aiuto di Come Noi, a cercare di lavorare e guadagnarsi da vivere.Lidia Urani che, ricordiamo, è stata duramente provata a breve distanza di tempo dai lutti per la morte dei genitori (Franco e Giuliana Urani, membri di Come Noi) e del fratel-lo Andrea, continua con coraggio e dedizione l’opera dei genitori a Vila Canoas con l’aiuto di Mauro Villone; nel notiziario trovate le azioni in corso.Consigliamo la lettura del libro di Charles Kenny “ Va un po’ meglio – Lo sviluppo globale e le strategie per migliorare il mondo” (ed. Bollati Boringhieri), brevemente recensito, per i segnali di speranza nel futuro di un mondo meno ingiusto e diseguale.Accenniamo infine alle risorse di Come Noi che, come

(segue a pag. 2)

Circolare interna per gli aderenti di COME NOI - Non in venditaCOME NOI O.N.L.U.S - Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale - C.F. 97546260015Via F. Valentino, 18 - 10136 TORINO (Italia) - Tel./Fax: 011/356000 - c/c postale 29696101 - IBAN IT26.E07601.01000.000029696101c/c bancario: Unicredit Banca - IBAN IT20.S02008.01107.000003911699 - www.comenoi.org [email protected] Spediz. in a.p. Art. 2 comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Torino - N. 1/2012

Direttore Responsabile: G. Germano - Comitato Organizzatore: Amari-Ferrero, Balliano, Caciagli, Calarco, Carlevaris, Casassa G., Casassa Balosso, Cavallini, De Vecchi, Faccenda, Ferraris, Fornero, Garis, Germano, Milanese, Mollea, Petruzzelli, Peyron, Puccio, Rabajoli, Roggero, Rowinski, Salvi, Schiffo, Sibille,Tresso, Tuzii-Peyron, Urani - Autorizz. Trib. n. 3524 dell’11.4.1985 - Le opinioni esposte negli articoli firmati non impegnano la direzione, ma solo i singoli autori.

aprile 2012

La prossima denuncia per i redditi 2011 (individuale o societaria) prevede nuovamente la possibilità di destinare il 5 per mille della propria imposta a sostegno delle ONLUS e del volontariato.E’ una opportunità in più per sostenere i progetti di COME NOI, apponendo una sem-plice firma nell’apposito riquadro e indicare il nostro codice fiscale 97546260015Può anche essere una possibilità per coin-volgere amici e conoscenti e far conoscere COME NOI, allargando così il numero di persone che decidono di “inserire la voce Terzo Mondo nel proprio bilancio familiare” per contribuire ai nostri progetti.

“Non voglio chela mia casa sia murata su tutti

i lati e le mie finestre

sbarrate.Voglio che le culture

di tutti i paesi soffino attorno

alla mia casa con la massima

libertà possibile.” (Mahatma Gandhi)

Quando si è visto una volta sola lo splendore della felicitàsul viso di una persona che si ama,si sa che per un uomo non ci può essere altra vocazioneche suscitare questa luce sui visi che lo circondano. A. Camus

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5 per mille ... GRAZIE!!!

In questo numero:- Carissimi aderenti e amici... - di Antonio Puccio- Di nuovo festa insieme – di Marilena e Gianni Balliano- “L’uomo che ti somiglia” di René PhilombeAppunti di viaggio: - Senegal – di Valentino De Vecchi - Rwanda – di Annalisa e Franco Schiffo - Uganda: “Di mezza capra in mezza capra...” – di Francesco Salvi - Uganda: Liberi pensieri dall’aeroporto di Kampala – di G. RabajoliNotizie da e sui progetti: - Eritrea – di Cristina Peyron e Francesco Tresso - Qualche notizia dal Mozambico – il gruppo Mozambico - Un aiuto ai bambini dell’Ethiopia – di Pinin Germano - Brasile – di Franca e Piero Caciagli - MEIC: Torino la mia città – di Maria Adele RoggeroNotizie da amici e riflessioni: - Colombia: notizie da P. Franco Nascimbene - Adozioni a distanza in India – di Cristina Peyron - Due scuole insieme – di Marilena Giolitti - Vita alla Para Ti – di Lidia Urani e Mauro Villone- Un’altra dolorosa notizia... - Abbiamo letto: Un libro interessante... – di Antonio Puccio- Info...News...- Lutti- Ringraziamenti

DI NUOVO FESTA INSIEME!

(segue da pag. 1)

sapete, derivano totalmente dai contributi degli aderenti e dalle scelte degli stessi per il 5 per mille.Nel periodo agosto 2011-marzo 2012 sono pervenuti contributi ordinari per i progetti (esclusi quindi quelli per le sponsorizzazioni e per il 5 per mille) significativamente minori rispetto a quelli dell’anno scorso (inferiori di circa il 30%) e la situazione è ulteriormente aggravata da mancati contributi straordinari. Poiché la maggior parte delle offerte perviene in questo periodo, siamo quindi molto lontani dal raggiungere lo stesso livello dell’anno pre-cedente.Certamente incide la difficile situazione economi-ca che tocca un po’ tutti, ma dobbiamo mantene-re gli impegni presi con le persone che localmente contano sulle nostre risorse. Si tenga presen-te che i progetti di Come Noi danno un valore aggiunto locale elevato a costi ridotti: per esempio in Rwanda, con € 0,50 si danno ai ragazzi i due pasti giornalieri.Siamo certi che coglierete questo appello e farete uno sforzo per sostenere le attività di Come Noi con la vostra generosità.

Antonio Puccio

www.comenoi.org [email protected]

E’ stata ancora una volta una bella festa, il 45° Natale di Come Noi. Eravamo tanti, grandi e pic-cini, “vecchi” e nuovi, ed è stata ancora una volta una ragione di grande soddisfazione per noi rivedere i volti di coloro che ci sostengono.Nell’assemblea in teatro, dopo aver ringraziato il Presidente uscente Franco Sibille, il nuovo Presidente Antonio Puccio ha dato la parola ai responsabi-li dei progetti che nell’anno 2011-2012 hanno fatto visita in loco: Annalisa e Franco Schiffo per il Rwanda, Valentino De Vecchi per il Senegal, Giorgio Rabajoli per l’Uganda. Annalisa e Franco hanno proiettato un’intervista a P. Patrice del Rwanda, che ci ha raccontato dei

suoi 87 ragazzi (nel frattempo diventa-ti 120!), della fatica per riuscire a dare loro un pasto al giorno, della speran-za di costruire un panificio per autofi-nanziarsi e non dover più camminare quattro ore per procurarsi il pane, e di altro ancora... E’ stato particolar-mente coinvolgente e c’è sembrato di averlo lì con noi, come fino all’ultimo abbiamo sperato.Valentino ci ha portato, con un curio-so filmato, nel vivo dell’esperienza delle donne senegalesi che lavora-no alla preparazione dei loro batik: gesti sapienti, sorrisi, volti, emozioni di donne così lontane ed improvvisa-mente, invece, così vicine! Giorgio ci ha parlato di famiglie ugandesi contente perché, grazie ai

progetti “come Noi”, riescono a pagare i medicinali per l’anziano, a ricostruire la loro casa o a pa-gare le tasse annuali per manda-re i figli a scuola... Ascoltarlo ha suscitato in noi emozioni che da sole bastano a ripagarci dell’im-pegno svolto! Quest’ anno abbiamo curato par-ticolarmente il coinvolgimento dei bambini, riproponendo una vecchia tradizione: l’apertura dei salvadanai. Come lo scorso anno, i bambini sono stati inizialmente intrattenuti dal burattinaio con lo

spettacolo dei burattini, canti e giochi d’ogni tipo...Poi ci siamo tutti, adulti e bambini, radunati intorno ad un tavolo per l’al-legro rito dell’apertura. Ogni salva-danaio svuotato è stato salutato con “ola” e applausi, anche degli adulti,

I CARTELLONI DEI PROGETTI

I BAMBINI SVUOTANO I SALVADANAIIL BAR DELLA FESTA

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APPUNTI DI VIAGGIO

SENEGAL•

Come Noi procedono bene e, come sempre, il corso sulla malaria, reso itinerante, è stato ancora più inci-sivo. E’ proseguita la distribuzione di zan-zariere medicate, primo passo con-creto contro il paludismo, e di medici-nali anche semplici, tipo aspirine, da somministrare soprattutto ai bambini ai primi sintomi della malaria. Procedono bene anche gli altri cor-si programmati, alcuni già eseguiti come Le malattie a trasmissione ses-suale (febbraio 2012), La poligamia e la parità uomo/donna (marzo 2012-attualmente in corso). Gli altri “Edu-cazione sessuale, Cultura della pace e dialogo interreligioso” saranno ese-guiti nei mesi successivi e il nostro rappresentante locale Ibou Diouf ci fornirà come sempre una dettagliata e documentata descrizione di quanto fatto.Oltre a questi progetti, come previsto, presso la Biblioteca si sono tenuti an-che ulteriori corsi finanziati diretta-mente dalla scuola e dai genitori, tipo: La lotta contro l’inquinamento (febbraio 2012) I cambiamenti clima-tici (marzo 2012) I giovani e la droga (Aprile 1012); anche di questi Ibou ci fornirà un dettagliato resoconto.Il negozio del batik procede bene... mi dicevano le donne che nei prossi-mi mesi vorrebbero andare nelle case, soprattutto quelle dei tubab (bianchi) con i loro prodotti per venderli diretta-mente e credo sia una buona iniziati-va. E’ un progetto che ormai cammina con le proprie forze e questo ritengo sia molto positivo.Durante il mio soggiorno ho verifica-to la possibilita’ di intraprendere un nuovo progetto per avviare una sala informatica e un corso per l’utilizzo

dei computer visto che un’importante azienda italiana ci ha donato dei computer dismessi.Ho preso contatti con autorità scolastiche e politiche locali, direttore, sindaco ecc e con au-torità centrali...ispettori generali per la scuola, perché questo corso se possibile abbia un rico-noscimento ufficiale ed una collaborazione an-

SENEGAL

Sono stato in Senegal nel dicembre 2011 e ho trovato un Senegal più ef-ficiente.A differenza dei miei precedenti viag-gi, l’acqua e la luce durante tutto il periodo del mio soggiorno non sono mai mancate ed anche i prezzi degli alimenti base, riso e pesce, non sono aumentati evitando maggiori proble-mi alla popolazione locale. La benzina invece continua purtroppo ad aumen-tare. Questi dati in parte positivi erano do-vuti al periodo pre-elezioni che si sa-rebbero tenute in febbraio.Ora però, sarà necessario attendere l’esito finale delle elezioni presiden-ziali che in prima battuta non hanno dato alcun esito definitivo: infatti si va al ballottaggio per stabilire chi tra i due contendenti, l’attuale Presidente in carica Abdulaye Wade che ha avu-to il 34,81% dei voti o il suo ex-primo ministro Macky Sall col 26,58% dei voti avuti nel primo turno, riuscirà il 25 marzo 2012 a diventare il nuovo capo dello stato.Ci auguriamo che il nuovo Presiden-te, chiunque sarà, inauguri una nuo-va stagione di riforme sociali di cui il Paese ha tanto bisogno.Posso dire con gioia che i corsi di

che economica da parte delle isti-tuzioni.Quest’ultima parte è stata la più fati-cosa perché gli spostamenti e le atte-se hanno tempi lunghi, ma i contatti sono stati avviati .In concreto è stato nominato un re-sponsabile tecnico all’interno del col-legio che si prenderà cura, con l’au-silio d’altri professori, di redigere un progetto dettagliato per presentarci questo corso che dovrebbe essere modulato in due anni e aperto a tutta la popolazione.Sono molto fiducioso e credo molto in questo eventuale nuovo progetto perché penso che per loro possa es-sere un’ottima opportunità di miglio-ramento.

Valentino De Vecchi

SENEGAL: IL NEGOZIO DI BATIK

L’uomo che ti somiglia

Ho bussato alla tua porta Ho bussato al tuo cuore Per avere un letto Per avere calore Perché mi respingi? Aprimi fratello!...

Perché domandarmi Se sono Africano Se sono Americano Se sono Asiatico Se sono Europeo? Aprimi fratello!...

Perchè domandarmi La lunghezza del mio naso Lo spessore della mia bocca Il colore della mia pelle E il nome del mio Dio! Aprimi fratello!...

Non sono nero Non sono rosso Non sono giallo Ma non sono che un uomo Aprimi fratello!...

Aprimi la tua porta Aprimi il tuo cuore Perché sono un uomo L’uomo di tutti i tempi L’uomo di tutti i cieli L’uomo che ti somiglia.

René Philombe

che intorno al tavolo hanno fatto il tifo. I bambini hanno infine conse-gnato con orgoglio il cesto pieno di soldini risparmiati al Presidente.Il pomeriggio è proseguito con il tra-dizionale momento di festa, durante il quale i partecipanti hanno potuto prendere visione dei cartelloni dei progetti, acquistare le torte ( ome sempre numerose e d’ottima quali-tà), chiacchierare e fare merenda. Era presente il banco dell’artigianato del Rwanda, che ha nuovamente incon-

trato i gusti dei presenti realizzando molte vendite.A volte temiamo che la proposta di riunirci per fare festa e raccontarvi il lavoro svolto nell’anno possa non destare più lo stesso interesse, ma quest’anno ci sembra che l’incontro sia stato gradito più che mai e la par-tecipazione calorosa e attenta di tutti ci ha dato nuova motivazione e gran soddisfazione.Arrivederci, dunque, l’anno prossimo.

Marilena e Gianni BallianoI BIMBI ORGOGLIOSI DEL LAVORO SVOLTO

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RWANDA•

RWANDA

Il 16 gennaio alle 19.30 siamo sbarcati a Kigali dove ad attenderci c’era don Patrice che ci ha detto: ”Domani an-diamo a Butare per incontrare Mon-signor Forissier”. Sì, proprio quel Mons. Forissier che, a cavallo tra gli anni ‘80 e ’90, era il referente di Come Noi per il progetto di una scuola pro-fessionale, tragicamente interrotto a causa del genocidio del 1994.

Il fatto più sorprendente è che Mons. Forissier da diversi anni ha fondato una Congregazione, “Il tempio del-l’amore”, composta da un migliaio di suore, preti e laici sparsi in molte lo-calità del paese e suddivisi in piccole comunità, che hanno come scopo il servizio a chi ha più bisogno. Quando don Patrice ha saputo dell’esistenza di questa realtà, ha chiesto a Mons. Forissier di poter avere una comunità presso il Centro e la Scuola di Nyaga-tare che lo supportasse nella gestione dell’opera.

Detto fatto, dal 10 marzo una comu-nità di quattro suore della Congre-gazione si è trasferita a Nyagatare, per iniziare il servizio presso il Cen-tro e la Scuola: una suora è laureata in Scienze Sociali, un’altra è infermiera diplomata e le altre due seguiranno i laboratori di taglio, cucito e maglieria. Così, come per incanto, Mons. Foris-sier riprende la collaborazione con Come Noi in un progetto di scuola professionale, quasi a ricongiungere un cerchio che sembrava interrotto definitivamente.

Nei giorni successivi siamo stati a Nyagatare, dove abbiamo assistito ad altri due fatti significativi: il primo è che un’équipe della televisione di Stato rwandese ha girato un servi-zio sul Centro e sulla Scuola, che poi è stato trasmesso dal telegior-nale nazionale. Il secondo è che, siccome le autorità territoriali di Nyagatare hanno con-cordato con don Patrice di inviargli dei ragazzi usciti dal carcere per la rieducazione, una delegazione del-la Fondazione DI.DE’ (Dignitè en Détension) di Ginevra, ha visitato il Centro ed ha garantito la presenza, ogni martedì, di uno psicologo rwan-dese sia per l’aiuto ai ragazzi che per la formazione degli educatori. Questa presenza è già in atto da alcune set-timane. Tutto ciò sta a dimostrare quanto im-portante stia diventando per il Rwan-da l’opera di don Patrice e quanto Come Noi possa essere orgogliosa di aver contribuito e di continuare a contribuire alla sua esistenza.

La cisterna di 73 metri cubi, intera-mente finanziata da Come Noi, è sta-ta ultimata e, grazie alle piogge del-le ultime settimane, si è riempita. E’ stata attivata una pompa elettrica grazie alla quale l’intera struttura ne usufruisce facendo risparmiare note-volmente sulla bolletta dell’acqua che supererebbe i duecento euro il mese.Con i soldi raccolti in Italia tra otto-

bre e novembre 2011, Patrice ha fat-to costruire una cucina accanto alla sala polivalente, che consentirà la preparazione dei pasti per i ragazzi e gli educatori che attualmente avviene all’aperto al riparo di un semplice te-lone.

UN PO’ DI NUMERI:- Il Centro e la Scuola sono attual-mente frequentati da 126 giovani, 67 ragazze e 59 ragazzi.- I ragazzi ospitati nel Centro sono 27, dai 5 ai 19 anni.- 16 ragazze dai 14 ai 21 anni sono ospitate in tre case-famiglia.- 51 ragazze e 32 ragazzi di famiglie poverissime, frequentano la scuola come esterni.- Vi sono 10 fra educatori ed inse-gnanti oltre alle quattro suore di Mons. Forissier.- Ragazze, ragazzi educatori, inse-gnanti e le quattro suore fruiscono di 61.302 pasti l’anno, per un costo di � 30.651 l’anno (€ 0,50 a pasto).- Per gli stipendi di educatori, inse-gnanti e suore si spendono annual-mente € 14.800 e per le spese gene-rali (luce, acqua, materiali di consumo, manutenzione) la cifra non è inferiore a €12.000 l’anno.Il totale dei costi annui è di € 58.687: i ragazzi, essendo poverissimi, non pagano alcuna retta e lo stato non dà, al momento, nessun contributo. Gli unici introiti provengono dalla vendita delle divise scolastiche, che in Rwan-da sono obbligatorie, confezionate nel laboratorio di taglio e cucito e dal-la vendita di alcuni prodotti artigianali confezionati nello stesso laborato-rio. Con questi introiti si paga il 50% dell’affitto delle tre case. Adesso si è aggiunto il risparmio sulle bollette del-l’acqua derivante dall’uso dell’acqua piovana.Non resta che la PROVVIDENZA, nel-la quale don Patrice ha un’assoluta fiducia.

PROGETTO CHAMPIGNONS:Nel Centro delle vedove ed orfane di Byumba c’è stato un avvicendamen-to: soeur Odette è stata trasferita in Congo ed è stata sostituita da soeur Aldegonde della stessa Congrega-zione. Durante il nostro soggiorno a Byumba, soeur Aldegonde ci ha invi-tati a cena, così abbiamo potuto gu-stare gli champignons che sono vera-

RWANDA: MONS. FORISSIER CON ANNALISA

RWANDA: RAGAZZA MADRE CHE FREQUENTA IL NEGOZIO PER PARRUCCHIERI

RWANDA: LA CISTERNA

RWANDA: LA CUCINA IN COSTRUZIONE

RWANDA: ALCUNI RAGAZZI DEL LABORATORIO DI SALDATURA

RWANDA: DON PATRICE PARLA AI RAGAZZI E ALLE RAGAZZE NELLA SALA POLIVALENTE

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mente ottimi.La coltivazione procede con buo-ni risultati e le rappresentanti delle vedove, che erano a cena con noi, ci

hanno manifestato tutta la loro soddisfa-zione e la gratitudine a Come Noi per aver reso possibile tutto ciò. Riescono ormai a finanziare gran parte dell’assistenza sanitaria per loro e per i loro figli ed inol-tre vengono pagate le spese scolastiche per un buon numero di ragazzi e ragazze. Altra bella notizia è che le vedove han-no costituito una cooperativa per la coltivazione degli

champignons che è entrata a far par-te dell’associazione nazionale delle cooperative che effettuano tale colti-vazione.

RWANDA : LE RAGAZZE DELLE CASE-FAMIGLIA RIUNITE AL CENTRO ALLE 8 DEL MATTINO PRIMA DI ANDARE A SCUOLA

Nei 28 giorni di permanenza in Rwan-da abbiamo visitato ben 11 delle 17 parrocchie della Diocesi dove svol-giamo attività di Pastorale Familiare ed abbiamo constatato che l’energia elettrica sta raggiungendo ormai gran parte del territorio (anche se la cor-rente va e viene), le scuole stanno fa-ticosamente cercando di raggiungere un livello accettabile e c’è una grande volontà, da parte della popolazione, di migliorare le proprie condizioni di vita dal punto di vista familiare, so-ciale ed economico. Ne è prova la grande quantità di progetti con cui siamo tornati in Italia ma che, al con-trario d’alcuni anni fa, sono finalizzati al raggiungimento in breve tempo di un’autonomia gestionale tipica di un popolo che vuole essere prota-gonista del proprio avvenire.

Annalisa e Franco Schiffo

UGANDA•

UGANDA

DI MEZZA CAPRA IN MEZZA CAPRA...

Quali cambiamenti stimola il pro-getto? Quali è possibile aspettarsi?

Certamente l’aiuto concreto ad una popolazione stremata da 20 anni di guerra che ha ormai vissuto gli ultimi episodi di violenza nel 2008. Ma un piccolo episodio ci può aiutare ad esplorare questa domanda più in profondità: siamo nella zona di Alwo-ropii, ci sono circa 230 persone e il tema è la valutazione di questi ulti-mi mesi. I 37 gruppi del progetto hanno avuto dei cambiamenti interni che hanno portato a ridefinire il numero dei mem-bri che oggi varia da 40 a 60. Quindi i fondi distribuiti per l’acquisto delle ca-pre sono stati proporzionati al numero dei membri. Decisione dei loro «otela» cioè dei leaders.

Tutto perfetto, ma nella pratica la cosa si complica, in particolare su 2 que-stioni: come si fa a definire chi sono i membri attivi o passivi e quindi quelli che hanno diritto a ricevere

i fondi per l’acquisto delle capre? Alcuni scompaiono quando c’è da lavorare per ricomparire solo quando ci si deve dividere la torta. Questo di-sturba molto i membri attivi che affit-tano dei campi per coltivarli insieme, che si autotassano, che si aiutano in caso di malattia, che si incontrano per discutere su come risparmiare dena-ro e su come utilizzare con profitto i risparmi, che organizzano i turni per l’uso dell’aratro e la gestione dei buoi di proprietà comune. La seconda questione è che i sol-di così calcolati pro capite non sono sufficienti a comprare una capra, ma solo mezza a testa. La riunione è sotto il mango di fian-co alla cappella a forma di capanna africana, quella lunga, col tetto bas-so fatto di paglia. Sono le più belle, ma la gente preferisce quelle col tetto di lamiera. Idem per le case, quelle nuove, chi può le fa in mattoni cotti e lamiera. Un pò perchè è più occiden-tale, è uno status symbol, un pò per-chè è più alta, ma soprattutto perchè è più sicura. Poco fa hanno trovato 3 bimbi carbonizzati dentro una capan-na bruciata. Di solito fanno il fuoco

per cucinare all’aper-to, ma quando piove lo fanno all’interno. Dopo averlo acceso e aver cucinato, i loro genitori sono andati nei campi, probabil-mente i bimbi hanno giocato col fuoco che ha immediatamente bruciato il soffitto di paglia. Questo pare succeda spesso, op-pure è il vento dei vari fuochi che la gente appicca per pulire i campi dopo la stagio-ne secca solo perchè è più comodo. Comunque siamo ad Alworopii e si alza Ali-

ce Kyokus e si lamenta del fatto che i soldi bastano solo per mezza ca-pra. Chiede a noi musungu di risolve-re il deficit. Come rispondiamo? La dinamica è sempre la stessa: c’ è un problema e si chiede la soluzione a chi è più forte. Se ci pensi sono molti anni che è così: prima era il re, poi il bianco coloniz-zatore, poi il dittatore di turno, il capo dei ribelli, il soldato bianco buono che porta gli aiuti umanitari, il bianco del progetto che porta i fondi. Tutti infi-nitamente più potenti di me povero contadino ignorante che vivo nella capanna. Ovvio chiedere la soluzione a lui. Il potere è sempre lontano e fuo-

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viene un’idea: “Mettiamole insieme perché io so che da intere e in gregge si riproducono”. Ha usato le sue competenze e le ha condivise. Il gruppo organizza dei turni e si attivano per la custodia.

Dopo qualche tempo si ritrovano con una capra a testa. Senza soluzioni dal-l’esterno, ma utilizzando forza, competenza, capa-cità interna. Sono cresciuti come grup-po e possono applicare lo stesso modo per altre so-luzioni. Che tipo di gruppo volete essere? Chi può de-cidere che gruppo sarete? Voi che gruppo decidete di essere? In ultimo: che aiu-to pensate di aver bisogno per sviluppare il secondo tipo di soluzione? Risul-tato è che indicano come prioritaria la formazione di gruppi come sostegno al processo di cambia-mento più profondo.

....da sudditi, schiavi o vittime delle violenze degli eserciti... ad attivatori di cambiamento... Molto con calma e con il loro modo. Di mezza capra in mezza capra.

Francesco Salvi

ri da me. Analisi a parte ora bisogna rispondere in un modo coerente allo scopo del progetto. Bisogna sdram-matizzare, quindi iniziamo con una storia.Musungu: «Dove è nato Gesù?»Loro: «A Betlemme»Musungu: «...e dove si trova Betlemme?»Loro: «nel nord Africa»Musungu: «...gli studiosi di-cono che in quei tempi in quella terra c’erano più neri che bianchi, quindi è più probabile che Gesù fosse nero. Ora voi state chieden-do ad un bianco di moltipli-care capre come Gesù fece con pane e pesci. È meglio che chiediate ad un nero.Si ride insieme, ma resta il problema e quindi la storia deve continuare. Si continua ad inventare».Musungu: ci sono 2 tipi di gruppi, il primo è fatto di gente triste perchè non ha soldi sufficienti per acqui-stare l’altra mezza capra. Si scervella-no ognuno per capire se gli conviene comprare la mezza davanti o quella dietro (disegno le 2 mezze capre sulla lavagna mentre loro ridono e discuto-no su quale convenga comprare, io procedo). Stanno fermi, zitti e tristi.

Aspettano che torni il musungu per esporre le loro richieste. C’è poi un secondo tipo di gruppo che è composto da gente felice, fanno festa insieme ed ognuno porta la sua mezza capra. Condividono le

informazioni: “Ah tu hai comprato la mezza davanti, io invece quella die-tro”. Alcuni bimbi nel casino della fe-sta giocano con le mezze capre che, spintonate fanno fatica a stare in pie-di e si appoggiano l’una all’altra. Un membro del gruppo le guarda e gli

LIBERI PENSIERI DALL’AEROPORTO DI KAMPALA...

Pensiero 1 Nelle Assemblee dei gruppi a Mi-nakulu, i membri di Note Ber si ve-stono come per i matrimoni di paese degli anni 60.Le donne anziane sono le più belle, con vestiti elaborati e coloratissimi, di finta seta. Le giovani hanno tessuti stampati colorati e continuamente al-lattano bambini nudi che estraggono dal telo con cui li trasportano sulla schiena.I giovani hanno la camicia bianca o la maglietta più bella, quella del Chelsea, e il più “gaggio” ha un paio di occhiali improbabili.Ma chi sono in realtà queste per-sone che vengono per un incontro facendo 5 chilometri a piedi, per un progetto che sulla singola persona impatta per pochi euro all’anno? Ven-gono con le loro aspettative, esprimo-no dubbi e richieste che a noi spesso non sembrano coerenti con i principi del progetto.Con pazienza Francesco riporta la discussione nella direzione giusta, usando esempi e domande aperte, a

cui l’assemblea risponde, riaprendo la discussione.Ma abbiamo diritto a sentirci delu-si perchè il discorso è da riprendere ogni volta?Chi sono queste per-sone? Stasera abbiamo ripor-tato a casa alcuni team leader, ripercorrendo al crepuscolo e poi al buio le strade fatte nella pri-ma giornata di safari (cosi i preti chiamano la loro giornata in giro per le cappelle). Abbiamo fatto 4 incontri e per-corso più di 100 km di pista.

Siamo in un am-biente simile alla Savana, con po-chi alberi isolati, giganteschi. Per il resto acacie, arbusti e terra rossa. Siamo al termine della sta-gione secca e di verde c’è poco.La strada è una pista qualsiasi, discreta, poi ne-gli avvallamenti diventa un di-sastro. Gente a piedi, bici sovrac-cariche, rarissime

moto-taxi.I membri di Note Ber vivono in ca-panne di 3 metri di diametro, fatte di mattoni crudi, con i tetto tradizionale

UGANDA•

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7di paglia. Solitamente ogni abitazione è costituita da 2-3 di queste capan-ne che danno su uno spiazzo di terra battuta, spazzata alla perfezione. C è una capanna deposito, c’é una co-struzione di legni contorti per far sec-care qualche prodotto agricolo. Intor-no ci sono i campi. Oggi si riconosce appena il terreno, che sarà coltivato, dalla savana.

Ci sono due capre, qualche galletto, se sono benestanti un paio di banani contorti. La presenza di piante plu-riennali che impiegano qualche anno a dare frutto è un segno di stabilità nuovo, significativo.Il pozzo è vicino, solo qualche chi-lometro. La scuola, se riescono a mandarci qualche figlio, è anche lei a qualche chilometro, non più di 10.Questa sera, passando in macchina, si vede solo il profilo della capan-na, illuminato dal fuoco con cui stanno preparando la cena.Penso alla pioggia torrenziale che ha inaugurato la stagione delle piogge, che ieri sera batteva sul tetto ondulato della parrocchia, a Minakulu. Sul tetto di paglia dove-va fare un altro effetto.Penso che la vita è davvero molto dura, senza considerare la salute e l’eredità della guerra. Penso che i principi del progetto, che guarda-no lontano nel tempo, non devono essere facili da capire e seguire. Il che non muta il nostro indirizzo, ma la nostra comprensione e condivi-sione del quadro di insieme.

Pensiero 2Nel 2006, quando siamo venuti in Uganda la prima volta, la situazione era proprio diversa.Ci ritorno a 3 anni dall’ultima volta, quando c’ era anche Massimo (Cle-mente, ndr).Il Ponte sul Nilo tracciava il confine con la guerriglia, nel 2006. Questa era ormai rintanata verso il confi-ne, ma tutto il Nord era ancora terra dell’esercito. Su quel confine invali-cabile, c’erano moltissimi soldati, la retroguardia dell’esercito di occupa-zione, in piena attività. Le popolazioni del Nord erano accusate dal Governo centrale di essere a fianco dei ribelli. Salendo verso Gulu, lungo la strada si susseguivano i campi IDC (Internal Displaced Camp, ndr) dove venivano obbligati a vivere i Lango e gli Acioli. Erano degli agglomerati inumani, che raggiungevano le 50.000 persone. Tra un campo e l’altro, la campagna ab-

bandonata. Chiunque veniva trovato di notte fuori dai campi era conside-rato un ribelle.Arrivati a Gulu venimmo ospitati al La-cor Hospital, una struttura fondata da Italiani. A sera fummo spettatori incre-duli dell’arrivo dei bambini che scap-pavano dai campi per paura di essere rapiti e trasformati in bambini soldati. Centinaia di bambini (erano migliaia nei momenti di maggior rischio) tra-scinavano una misera coperta e un fagotto e si accampavano sotto le tende di Medicins sans Frontières o nei sotterranei dell’Ospedale.Sono passati 5-6 anni e sembra un’eternità. Le persone che hanno vissuto nei Campi di Concentramento per oltre 15 anni ora popolano il co-siddetto bush e hanno ricominciato a vivere di agricoltura.Pare un soffio: 5 anni di vita!. Se guardo indietro alla mia, mi sembra che non sia successo nulla. Invece queste persone hanno dovuto impa-rare di nuovo a vivere in famiglia sen-za vedere la moglie e le figlie prede dei militari, a rispettarsi, a credere e rispettare delle regole. Imparare a credere in se stessi, a lottare per gua-dagnarsi da vivere e a non lottare per accaparrarsi gli aiuti scaricati dai ca-

mion delle Agenzie ONU.Quando chiedemmo al Vescovo di Lira, Mons.Giuseppe Franzelli, cosa si potesse fare, lui ci indirizzò da Pa-dre George e ai suoi 36 gruppi di Mi-nakulu: più di mille capi famiglia! Cosa poteva fare una piccola associazione come Come Noi per un numero così elevato di persone?

Il percorso verso l’autosufficienza partiva in questo caso da zero e quin-di a fianco di questo obiettivo, ve ne era uno più impellente e cioè dare un sostegno a un numero elevato di per-sone affinché il fare parte di un Grup-po li aiutasse nel difficile percorso di ritorno alla normalità. E il nome che l’assemblea si diede, NOTE BER (che significa l’Unità è bene) ne è il mani-festo.Oggi possiamo ritenerci soddisfatti: i gruppi a Minakulu contano più di 1400 capifamiglia. Pur nelle difficol-tà per il cambio del parroco e per il boicottaggio operato da quest’ultimo (oggi per fortuna allontanato) i gruppi sono vivi e più attivi.Non tutti hanno la stessa maturità, non ovunque si registra uno spirito di collaborazione ottimale, ma i Gruppi ci sono e costituiscono, a detta del di-rettore della Caritas Padre George, un legame forte che segue solo al senso di appartenenza della famiglia e del clan e che precede quello religioso e di cittadinanza.In questi quattro anni Come Noi e’ stata al loro fianco e ha reso dispo-nibili sementi, capre, coppie di buoi e aratri, che hanno reso un poco più facile il riprendere le attività agricole.

Oltre a questo abbiamo fornito al-cuni momenti di informazione per ovicoltura e tecniche di aratura.Fin dall’ inizio, il progetto Note Ber ha avuto una durata definita e condivisa con i membri dei grup-pi.Ora che il termine si avvicina, la domanda ricorrente nelle as-semblee è: cosa succederà l’anno prossimo quando i bian-chi se ne andranno via? Per far sì che tutti i gruppi resista-no in questo anno che viene, noi riteniamo che dovremmo spinge-re l’acceleratore sulla formazione,

cercando nel contempo di coinvolgere altri attori locali (quali il Distretto, che ha già fornito personale per la forma-zione per l’allevamento delle capre) e con la Caritas, in modo da accompa-gnare il progetto alla sua conclusione, integrandolo con le strutture sociali esistenti.

Giorgio Rabajoli

RINGRAZIAMENTI

Un Grazie “anticipato” a tutti coloro che indicheranno Come Noi Onlus (C.F. 97546260015) nella scelta per il 5 per mille nella prossima denuncia dei red-diti. Questo contributo è per noi una risorsa molto importante per poter continuare i nostri progetti e l’impegno verso le persone più bisognose.

Grazie! Alla Signora Sandra Terzi che ci ha devoluto il rica-vato di un torneo di bridge, lo

scorso mese di dicembre. Queste iniziative sono sempre molto gra-dite e ringraziamo quanti colgono l’occasione di incontri amichevoli e rilassanti per condividere le loro “vincite” a sostegno dei nostri progetti.

Grazie! A Mitzi e Luigi Millia per aver invitato amici e parenti a festeggiare la nascita e il battesi-mo della loro piccola Chiara, con un “regalo” ai progetti di Come Noi. Grazie e felicitazioni!

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NOTIZIE DA E SUI PROGETTI

ERITREA.: IL RITO DELLA "BUNA"

ERITREA•

ERITREA APRILE 2012

E’ stata approvata l’iniziativa di realiz-zare un pozzo a Walele, un villaggio di circa 2.000 abitanti non lontano da Barentù, capoluogo del Gash Barka: siamo nel bassopiano occidentale dell’Eritrea, in una zona vicina ai con-fini con Ethiopia e Sudan.

Il villaggio non ha un pozzo vicino e per rifornirsi d’acqua la gente deve percorrere diversi chilometri serven-dosi degli animali o portandola sulle proprie spalle; il tragitto è faticoso, e si è costretti a percorrere lo stesso trat-to più volte al giorno per soddisfare le necessità di tutta la famiglia. Questo compito gravoso è tradizionalmente affidato alle donne e sono spesso le bambine a farsene carico insieme alle loro mamme. Negli ultimi anni inoltre il Gash-Barka è stato fortemente dan-neggiato dalla continua siccità e dalle disastrose conseguenze del conflitto con l’Ethiopia, che ha portato nel bas-sopiano un elevato numero di profu-ghi. Il progetto riguarda la realizzazione di un pozzo comunitario per risolve-re il problema dell’accesso all’acqua potabile per le numerose famiglie di Walele. Il pozzo potrà essere attrez-zato con una pompa a manovellismo manuale, salvo che si riesca a racco-gliere un importo più cospicuo che consenta l’installazione di una elet-tropompa alimentata ad energia so-lare: simili realizzazioni sono già state testate con successo in altri villaggi della zona dal nostro partner locale, l’Eparchia (la Diocesi) di Barentù, gui-data da Mons. Thomas Osman.

In Eritrea l’accesso all’acqua potabi-le è garantito solamente a meno del 30% della popolazione e spesso la gente si vede costretta ad attingere acqua anche dai pozzi a cielo aperto con tutti i problemi sanitari che ne de-rivano, in termini di diffusione di ma-lattie (molti i casi di mortalità infantile per semplici infezioni intestinali) cau-sate dall’acqua non depurata. Nel frattempo proseguono i nostri pro-getti con le 2 associazioni di donne a Mendefera (progetto Tesfa - corsi di tessitura di scialli con telai tradiziona-li) e a Barentù (progetto Naitena - pro-duzione di capi di sartoria e cesterie da vendere ei mercati di zona).

CENA ERITREA Il 1° aprile scorso è stata organizzata una cena eritrea alla Casa del quar-tiere di San Salvario di Torino, per far conoscere il progetto “Un pozzo per Walele” e raccogliere qualche fondo. Grazie a un’equipe di bravissi-me cuoche, la signora Ababa e le sue figlie, di origini eritree e cresciute ad

Addis Abeba, abbiamo gustato suc-culenti piatti rimpinzandoci di ingera, una specie di grossa crêpe grigia di teff (cereale simile al miglio) un po’ spugnosa, dal forte gusto acidulo che si spegne sotto le vampate piccanti dello zighinì. Lo zighinì è uno spezzatino di carne tagliata a pezzetti e cotta con cipolla,

aglio, pomodoro e berberè, ottenuto da una miscela di spezie tra cui pepe-roncino, zenzero, chiodo di garofano, coriandolo, pimento. Ottima la partecipazione, con oltre 80 commensali, molti dei quali si approc-ciavano per la prima volta alle attività di Come Noi, tra cui anche numerosi soci di FormEduca, associazione to-rinese che si occupa di migliorare la vita dei cittadini attraverso iniziative culturali ed educative.

In tutto sono stati raccolti oltre 2.100 Euro, che, al netto delle spese, corri-spondono a quasi 1.500 Euro: un otti-mo inizio per il nostro pozzo! A fine cena, cerimonia rituale del caf-fé, detta “buna”, nella quale i chicchi verdi di caffé vengono dapprima to-stati appena bagnati con dell’acqua, quindi, dopo aver fatto annusare a tutti l’aroma della tostatura, vengono tritati in un mortaio per poi preparare il caffé con la jebena, una particolare caffettiera di terracotta.

Un grazie di cuore alle fantastiche cuoche della famiglia Seyoum, ai ra-gazzi-camerieri scout e alla San Sal-vario Onlus che gestisce le attività della Casa del Quartiere.

Cristina Peyron e Francesco Tresso

ERITREA. IL VILLAGGIO DI WALELE

ERITREA: SI CARICA L'ACQUA DA UN POZZO IN UN AMBIENTE MALSANO

ERITREA: L'ACQUA CHE SI PRENDE DAI POZZI È SPESSO MOLTO TORBIDA

ERITREA.: ABABA E LE SUE FIGLIE

UNA TAVOLATA DELLA CENA PER L'ERITREA

ERITREA: LUNGHE FILE PER RIEMPIRE LE PROPRIE TANICHE

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MOZAMBICO

Qualche notizia dal Mozambico

Il sostegno al villaggio di Kankhom-ba va avanti, nonostante le tante diffi-coltà incontrate durante il percorso.

Il Magis (referente locale di Come Noi), avendo portato a termine il suo progetto sulla coltivazione del caju, ha chiuso, ormai da qualche mese, il suo ufficio a Maputo. In questo momen-to d’empasse ci stanno supportando direttamente i Gesuiti nella gestione amministrativa del progetto. Chus Matia, che è la persona che è in contatto con noi, sta lavorando con passione e grande attenzione e per questo le siamo davvero grati. Le ulti-

me notizie che Chus ci ha dato sono confortanti. A scuola ci sono circa 900 bambini e 16 insegnanti e ogni giorno le due cuoche preparano un piatto di polen-tina dolce per sfamare tutti i bambini. Siccome le iscrizioni sono aperte fino a fine marzo, ipotizziamo che gli alun-ni aumentino ancora.

Anche i dati del Posto di Salute sono interessanti in quanto ogni mese l’in-fermiere polivalente riesce a visitare circa 700 pazienti fra adulti e bam-bini, ai quali somministra i farmaci necessari per curare principalmente

casi di malaria, anemia, dissenteria, otite etc.Inoltre, con l’aiuto dell’ospedale di Boane, si riesce a tenere dei corsi d’informazione e prevenzione su HIV, diarrea e tubercolosi. La partecipazio-ne è molto elevata: circa 70-80 perso-ne a corso.

Sapere che ogni giorno in un villaggio in Africa succede questo anche gra-zie a noi è una piccola gioia che con-dividiamo con tutti voi anche in vista delle prossime festività.

Il gruppo Mozambico

MOZAMBICO:BIMBI DI KANKHOMBA

MOZAMBICOL'ALLEGRIA DEI RAGAZZI DELLA SCUOLA

MOZAMBICO - IL PRESIDIO SANITARIO

BRASILE•

BRASILE

Le attività dei nostri amici del Brasi-le proseguono regolarmente, sia nei progetti agricoli che nelle azioni edu-cative. Il CET, a Cachoeira de Pajeù, e la Fondazione Bertolusso, a Corral de Dentro, hanno riaperto dopo le va-canze estive (Dicembre-Febbraio!). Ci scrive don Sergio Stroppiana: “Il CET ha circa 120 bambini e molte richieste che non possiamo soddisfa-re per mancanza di spazio. La Fonda-zione ne ha meno, ma siamo già vicini al centinaio. Siccome siamo nei primi giorni e le scuole non hanno ancora definito bene gli orari, probabilmente le presenze cresceranno ancora. La scuola pubblica aveva creato un dopo-scuola, ma non funziona più. Quindi molti ritornano da noi”.Anche dalla Casa Come Noi, di Ouro Verde, le notizie sono buone, nella norma: Casa Come Noi, come sempre, non chiude neanche per le vacanze estive, perché i bambini, molti in età prescolare, non sapreb-bero dove andare.Le numerose attività e associazioni

agricole, promosse ed iniziate negli anni scorsi da don Sergio con l’aiu-to di Come Noi, vanno avanti. Scri-ve sempre don Sergio: “AgriCAP (Cachoeira de Pajeù) e Sumidoro (nei dintorni di Corral de Dentro, una delle prime comunità finanziate da Come Noi-NdR) vanno bene, i contadini hanno fatto un buon raccolto di miglio

BRASILE: LA FARINHEIRA DI MARISTELA

(mais) e fagioli, la farina (di mandioca) è fatta per tutto l'anno”. Ma anche la “farinheira” di Mariste-la, dalla travagliata storia, e quella nuova di Ouro Verde, nel terreno dell’ACOP, funzionano bene. Subito dopo la pubblicazione dell’ultimo bol-lettino sono arrivate le foto della pri-ma farina finalmente prodotta a Ma-ristela! Così finalmente anche per la comunità di Maristela può essere red-ditizio utilizzare i campi per coltivare la mandioca: speriamo che questo sia un ulteriore nostro piccolo contri-buto a rallentare la vendita dei terreni a chi li utilizza per la coltivazione del-l’eucalipto, causa d’impoverimento e, in prospettiva, di desertificazione del terreno.

Franca e Piero Caciagli

BRASILE: LA FARINA DI MANDIOCA PRODOTTA DAI CONTADINI

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dalle cosiddette educatrici pari (signo-re maghrebine che abbiamo prepara-to per condurre i gruppi). Si è parlato di argomenti molto personali come il viaggio migratorio, essere donne in terra di migrazione, i rapporti con i mariti, l’educazione dei figli... Le don-ne hanno provato la gioia di potersi fi-

nalmente esprimere sui loro vissuti personali, sui loro progetti, sui loro desideri, sulle loro difficoltà... Grande è la sofferenza di sentirsi guardate con diffiden-za quando entrano nei negozi o quando sal-gono sui mezzi pubblici con i loro bambini: tut-te vorrebbero poter la-vorare per avere un po’ d’indipendenza econo-mica e poter mandare degli aiuti alle famiglie nei paesi d’origine, ma la scarsa conoscenza

della lingua italiana e la cura dei bam-bini sono spesso impedimenti insor-montabili. Nonostante le fatiche e la scarsità di mezzi, emerge tuttavia una gran vitalità e il desiderio di diventare au-tonome e di integrarsi pienamente.Da marzo a maggio il percorso prose-gue con le lezioni d’educazione civica per conoscere l’Italia, Torino, le rego-

TORINO•

TORINO LA MIA CITTA’

Ed eccoci giunti anche quest’anno al tragitto finale del percorso. Nelle tre sedi il numero di signore frequentanti i corsi d’alfabetizzazione sono 280 (su 305 iscritte). Quest’anno c’è stato un boom d’iscrizioni tanto che abbiamo dovuto lasciare in lista d’attesa più di 80 nominativi. In Barriera di Milano abbiamo dovuto chiedere ospitalità per tre gruppi di lavoro alla sede del Gruppo Abele a fianco della Bibliote-ca Civica Primo Levi, dove non c’era-no sale sufficienti per tutte.Il passa-parola funziona, le signore che hanno seguito i corsi l’anno scor-so, quest’anno hanno portato amiche e vicine di casa; tutte sentono come urgente e importante imparare la lingua e conoscere la nostra socie-tà per sentirsi a casa qui in Italia.

Per fortuna quest’anno al gruppo di lavoro si sono aggregate nuove vo-lontarie ben preparate ed entusiaste. In tal modo abbiamo potuto suddivi-dere le nostre allieve in gruppi e sot-togruppi secondo il loro livello.A gennaio poi si sono aggregate due nuove tirocinanti della Facoltà di lingue: sono marocchine d’origine, giunte in Italia da piccoline, stanno per conseguire la laurea ...ma non hanno ancora la nazionalità italiana (assurdi-tà della nostra legislazione!!!). Molto utile la loro presenza come esempio d’integrazione perfettamente riuscita.A fine febbraio abbiamo concluso la prima parte del percorso d’educazio-ne alla cittadinanza a cui hanno par-tecipato le 130 signore che si stanno preparando per conseguire a giu-gno la licenza media presso i Centri Territoriali Permanenti.E’ stata un’esperienza interessantissi-ma per loro e per noi: infatti quest’an-no abbiamo alternato gli incontri con le esperte con conversazioni guidate

le di convivenza. Quest’anno appro-fondiamo in modo particolare il tema della libertà religiosa e dei diritti uma-ni che stanno alla base della nostra costituzione e per far questo abbiamo preparato delle apposite dispense.

Aprile e maggio saranno anche i mesi delle visite alla città. Faremo il giro della città utilizzando il tram n. 16 (ov-viamente a piccoli gruppi!): visiteremo la Chiesa di San Lorenzo e la Conso-lata con una guida che spiegherà il loro valore storico e affettivo per i to-rinesi. Visiteremo Palazzo Madama e il Museo del Cinema con la salita alla Mole Antonelliana.“Grazie maestre, ci aiutate a vivere meglio e ad imparare tante cose. Vogliamo continuare con voi per diventare sempre più amiche.” Così ci ha scritto Leila in una letterina alla fine di un incontro.Questo è anche il nostro grande desi-derio...anzi il progetto per il 2012-2013 è di poter estendere ancora il no-stro impegno allargandoci ad altri

due quartieri (San Donato e Borgo Vittoria) dove tante sono le famiglie d’immigrati nordafricani e mancano le iniziative per le donne con bambini. Per dar gambe al progetto però ci vogliono i fondi e per il momento non abbiamo certezze sui futuri finanziamenti. Nonostan-te le difficoltà, comunque, ce la metteremo tutta per continuare a costruire pon-ti di convivenza pacifica fra popoli e culture.

Maria Adele Roggero

MEIC: LE EDUCATRICI PARI (PEER)

MEIC: LAVORO DI GRUPPO

MEIC: IN VIA MORETTA LE DONNE INCONTRANO LA PSICOLOGA

MEIC: CIBI MAROCCHINI ALL'INAUGURAZIONE

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ETHIOPIA•

UN AIUTO AI BAMBINI DELL’ETHIOPIA

Dopo tanti mesi di silenzio, finalmen-te ci sono giunte notizie da Suor Car-la Rita. E’ stata una gioia ricevere una sua e-mail, in risposta alle nostre. Solo recentemente le suore sono riu-scite a collegarsi con internet e leg-gere i nostri numerosi messaggi.Suor Carla Rita è ancora in attesa di avviare la nuova missione di cui ci aveva parlato nell’incontro di ottobre. Pertanto continua ad occuparsi del

Centro di carità attiguo alla Parrocchia di Wolkite, in cui convergono circa 170 indigeni bisognosi di assistenza e di accoglien-za quotidiana amichevole.Al momento, non potendo occuparsi di scuole mater-ne come in passato, aiuta le sue consorelle di Addis Abeba nella gestione di tre scuole per i poveri: una per bimbi figli di lebbrosi e altre due alla periferia del-la capitale.Ci hanno inviato il loro pro-getto, nella speranza che Come Noi possa aderirvi. Ci chiedono un aiuto per poter offrire un bicchiere di latte e un po’ pane al giorno, per 5 giorni

la settimana per un anno, a 350 bambini delle scuole d’infanzia: “Santa Maria” in Makanissa, “Nuova Speran-za” nel villaggio dei lebbrosi di Kore e “Pier Paolo” nel villaggio di Furi. La somma necessaria è di 112.000 Birr, corrispondenti a circa 5.000 Euro.Speriamo di poter raccoglie-re qualche aiuto, magari in occasione di qualche batte-simo o altre ricorrenze fami-liari, e poter aderire a questo piccolo progetto per i bimbi

ethiopi, come già lo scorso anno era-vamo riusciti ad aiutare i bambini di Gambo.

Pinin Germano

Lettera diPadre Franco Nascimbene

Condividiamo con voi la lette-ra ricevuta dal nostro amico P. Franco Nascimbene, missiona-rio comboniano, che vive lavo-rando con i poveri di Tumaco in Colombia. Volentieri leggiamo le notizie su quella difficile realtà e sul suo impegno, sempre attenti a rispondere ad eventuali necessità.

Carissimi,da circa due mesi sono tornato a Tumaco, in Colombia con un viag-gio di circa 15 ore di aereo, fino a Bogotà e poi un’altra trentina di ore di bus, per giungere alla città dove viviamo noi nella zona più a sud del pacifico colombiano.Mi porto dall’Italia un ricordo molto bello, di tanti amici e parenti incon-trati, di tanti incontri con gruppi di persone interessate a conoscere un poco il nostro lavoro in Colombia. Mi sono sentito accolto da tanta gente con molto affetto e sono par-tito carico di voglia di ricominciare a spendermi in questo angolino di Colombia in cui sono stato inviato.Dopo qualche giorno per riabituarmi ad una vita un po’ meno comoda e con un altro stile e ritmo di attività, rieccomi in corsa con tanti progetti e voglia di lottare.I miei clienti di latte di soia mi hanno aspettato e il mio lavoro mattutino è ripreso senza difficoltà.

Avevo lasciato, al partire, cinque comunità di adulti. Tornando, dopo tre mesi, ho ritrovato tre delle comu-nità, che hanno continuato normal-mente a riunirsi e a portare avanti le loro attività, una che si è ridotta ai minimi termini e un’altra che è morta durante la mia assenza.Ho ripreso così a camminare con loro. La comunità morta per il momento non mi sembra che abbia possibilità di resurrezione. Quella ridotta ai minimi termini sto cercan-do di rimetterla in cammino.Una di quelle che ha continuato a camminare normalmente, ha deciso un mese fa di tentare di formare una piccola impresa comunitaria, dopo una riflessione fatta sulla man-canza di lavoro che colpisce molti di loro. Hanno messo in comune un euro per partecipante e lunedì scorso hanno comprato una cinquantina di banane verdi per estrarne farina di banane da vendere. Lunedì stesso le hanno sbucciate, tagliate a fette fini e messe al sole. Da due giorni sono ormai ben secche e oggi pomeriggio ci sarà la macinata per ottenere la farina e poi ogni membro del gruppo si porterà via la sua parte di farina da vendere.Per il momento il gruppo si fa pre-stare un macinino per macinare le banane, ma si spera che con i primi guadagni si possa comprarne uno che sia di propietà dell’impresa.Se la vendita della prima produzio-ne funziona, vedremo come conti-nuare l’attività.Con quella stessa comunità, sabato scorso ho celebrato la Messa in casa di Fuor, uno dei membri della stessa a cui da poco hanno ucciso un figlio già ventenne.Un mese e mezzo fa nel settore più povero del quartiere mi hanno detto che vi erano molti bambini da bat-tezzare. Ho fatto un giretto e ne ho viste 15 famiglie interessate. Ho allo-ra fatto loro la proposta di fare una

serie d’incontri, lì nello stesso set-tore, in vista di un grande battesimo comunitario per il giorno di Pasqua.Ci stiamo riunendo il venerdì alle 16 e abbiamo già fatto sette setti-mane d’incontri. Mi sembra che ci sia un gruppetto di persone che ha voglia di continuare. Così alla fine della riunione di ieri ho proposto che scegliessero fra loro due animatori perchè cominciassero a preparar-si e perchè il gruppo non dipenda sempre dalla mia presenza. Hanno scelto due giovani mamme che da mercoledì prossimo cominceranno a partecipare agli incontri settimanali degli animatori.Stiamo intanto preparando la setti-mana santa. E’ soprattutto il venerdì santo il giorno in cui la gente parte-cipa con maggiore fervore, sentendo nella sofferenza di Gesù una presen-za di Dio, vicino a loro.Ad ogni comunità gli si affida la pre-parazione di due stazioni della via crucis, perchè tutti possano manife-stare in quell’occasione ciò che vivo-no e sentono in quel giorno.Il mio compagno Josè Luis continua la sua attività con i giovani. Durante la mia assenza è nato un terzo grup-po giovanile, quest’ultimo a preva-lenza maschile, che si chiama “ I futbollisti di Gesù” Si sono riuniti a partire dalla passione per il calcio ed ogni settimana hanno il loro momen-to di riflessione. Ogni venerdì ha cominciato anche un’attività di cineforum per i giovani.La salute va bene ed ho già perso quei dieci chiletti che avevo messo su in Italia.Statemi bene e non perdete l’oc-casione che ci offrono questi ultimi giorni di Quaresima per dare qualche cambio sostanziale alla vostra vita perchè la festa della Resurrezione che si avvicina possa essere per tutti un’esperienza personale di una vita nuova che sta nascendo in noi.Buona Pasqua.

Franco Nascimbene

NOTIZIE DA AMICI E RIFLESSIONI

COLOMBIA

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INDIA

ADOZIONI A DISTANZAIN INDIA

E’ ormai passato un anno da quando ho preso in carico i 4 istituti dell’India. Ormai conosco quasi tutti gli spon-sors per aver avuto con loro scambi telefonici o via mail...prego chi non l’avesse ancora fatto di mandarmi la propria mail o cellulare per facilitare i contatti.Le notizie sono buone, i 4 istituti di cui mi occupo sono precisi nelle no-tizie dei bimbi e nelle comunicazioni, il ritardo nelle letterina di Natale e Pa-squa è “fisiologico”... ma in linea di massima riusciamo a comunicare e a scambiarci le notizie in modo rapido e chiaro. Confermo che abbiamo dovuto la-sciare Marlapalle proprio per un grave difetto di comunicazione: c’erano pro-blemi linguistici e di connessione in-ternet e diventava troppo difficile riu-scire a capirci e a seguire i bambini.La “regola” che ci siamo dati è co-munque quella di continuare ovun-que possibile a seguire i bambini/e fino alla loro maggior età o autono-mia, mantenendo un dialogo aperto

con tutti gli sponsors e invitandoli a continuare a sostenere i progetti di Come Noi anche quando la loro “mis-sione” con un bambino/ragazzo spe-cifico viene completata. Sto chiedendo ai direttori degli istituti di mandarmi un pò di notizie sulle loro attività quotidiane e sulla loro gior-nata tipo dei bimbi...spero nel pros-simo notiziario di raccontare qualche particolare di vita dei vari istituti che vi aiuti ad immaginare i vostri bimbi sul posto...per esempio al Nalla Ayan Convent ed al Mount Carmel Convent le suore mi scrivono sempre che fa

molto freddo ed è una cosa che di so-lito non si pensa dell’India. Abbiamo ricevuto praticamente tutti i versamenti nonostante il periodo di grande crisi e per questo vi ringra-ziamo, consci dello sforzo fatto. La possibilità di studiare è la cosa mi-gliore che possiamo fare per aiuta-re questi ragazzi indiani ad uscire dalla condizione d’indigenza, in cui sono nati.Grazie a tutti

Cristina [email protected]

INDIA: LE BAMBINE DEL NALLA AYAN CONVENT

DUE SCUOLE INSIEME

Due scuole primarie, quella di Kankhomba e quella di Cascine Vica, continuano a rimanere unite nel nome della solidarietà. Anche per l’anno scolastico 2011-2012 è stata rinnovata la scelta di aiuto da parte dei bambini, docenti, personale e ge-nitori della scuola P. Neruda nel co-mune di Rivoli al progetto di sostegno alla refezione dei bambini del villaggio di Kamkhomba in Mozambico. L’educazione alla giustizia mondia-le e allo spirito di condivisione sono un punto fondamentale del “Piano di Offerta Educativa” di questa scuola;

i docenti con convinzio-ne insegnano agli alunni che la solidarietà non è solo un gesto di superfi-ciale “carità”, ma un’at-tenzione costante ed un impegno che coin-volge tutta la persona. Sono sostenuti in que-st’obiettivo dal Comitato di Plesso, composto di genitori sensibili di tutte e cinque le classi.Quest’anno si sono pro-curati delle borse di tela per sostituire le buste di plastica e fare così una

spesa più “ecologica”: i bambini le hanno poi persona-lizzate dipingendole a mano una per una e le hanno messe “in vendi-ta” ad offerta libera.Le mamme del Comi-tato e le collaboratrici hanno gestito lo stand di vendita, arricchito di depliant ed immagi-ni di Kankhomba e di “Come Noi”: i genitori hanno risposto con le offerte ed il loro inte-resse.

Il ricavato del grande impegno e la-voro di bambini, insegnanti e genitori sarà devoluto per la refezione della scuola di Kankhomba che è frequen-tata da più di mille bambini.A fine anno scolastico ci ritroveremo ancora insieme per ricevere la somma ricavata e per festeggiare un lavoro svolto con tanto impegno con imma-gini, canti e... merendine.Ancora una volta grazie a tutta la scuola Neruda, non solo per le offer-te ma anche per la convinzione e la costanza dei loro ideali educativi.

Marilena GiolittiI LAVORI DEI BAMBINI PER LA SCUOLA DI KANKHOMBA

IL BANCHETTO DI COME NOI ALLA SCUOLA NERUDA

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VITA ALLA PARA TI

Carissimi amici e sostenitori di Come Noi. Da quest’anno finalmente la Pre-fettura di Rio dà un grande aiuto, al quale prima provvedevamo noi, for-nendo libri, quaderni, uniformi e ma-teriali vari ai bambini, oltre alla borsa scuola e borsa famiglia, ispirati al mo-dello Para Ti, collaudato negli anni e per il quale possiamo proprio ringra-ziare il vostro fondamentale appog-gio. Mentre da parte nostra abbiamo aperto agli adolescenti e quindi ad alcune attività parteciperanno anche ragazzi fino ai 18 anni d’età.

Abbiamo deciso di cambiare moda-lità di gestione delle padrinizzazioni per ottimizzare il processo di raccolta fondi e dedicarci maggiormente a se-guire i bambini del centro e le attività sociali correlate, nonché ampliare le attività di relazioni esterne curando i contatti personali e il canale internet. I padrini che sostengono un bambino diventeranno Padrini di tutti i bambini del centro Para Ti, dove noi con il no-stro staff seguiamo quotidianamente tutti e dove si svolgono tutte le attività sociali. Chi lo desidera potrà venire a trovare i bambini e il gruppo quando vorrà e sarà informato dell’andamen-to dei progetti. Al nostro rientro in Italia intendiamo prendere contatto telefonico con tut-ti quelli di cui conosciamo il numero e realizzare presentazioni a Torino e anche in altre città italiane, dove pos-sibile. Il vostro sostegno continua ad essere quello fondamentale e contiamo sul vostro appoggio per continuare l’at-tività, nonostante abbiamo passato un 2011 terribile, dovuto alla morte di Giuliana, André e Juracy, nostra vali-da collaboratrice. Continuare a man-tenere vivo il centro è il nostro ob-biettivo principale e missione di vita ed è necessario il vostro sostegno, trattandosi di un’attività tutt’altro che semplice. Senza il vostro aiuto, il centro rischierebbe di chiudere.L’ambiente nel quale operiamo richie-de continua attenzione e prevenzione

su bambini e adolescenti che rischia-no seriamente l’ingresso nei mercati della droga, della microdelinquenza, dell’accattonaggio e della prostitu-zione, sempre più spietati e violenti. È aumentata la diffusione di alcool e droghe devastanti a prezzi bassissi-mi, così come la violenza, e i bambini scomparsi in Brasile ogni anno sono 40.000.Le attività del Centro Para Ti sono: doposcuola, centro informatico, ate-lier di pittura creativa, laboratori su riciclaggio rifiuti, orticoltura, tricot, fo-tografia e giornalismo, danza, teatro, attività sportive, ludoteca, prevenzio-ne con sostegno di psicologi e di tutto

lo staff, distribuzio-ne merende, pre-venzione salute in collaborazione con il centro di salute, sostegno scolasti-co. Quest’anno abbia-mo avuto una do-nazione per cinque borse di studio. La nostra valida colla-boratrice Tatiana si è iscritta all’univer-sità serale al corso di laurea in Risorse Umane.Siamo arrivati a Rio alla fine di dicem-

bre 2011. Era appena mancato André Urani, il fratello di Lidia. La Prefettura di Rio ha costruito una scuola media all’avanguardia nei sistemi d’insegna-mento per adolescenti, intitolata ad André Urani, economista di grande rilievo e fortemente impegnato nei temi dell’educazione e della disegua-glianza.Abbiamo subito ripreso i lavori di sviluppo di Para Ti che ci han-no impegnato enormemente. In pri-mo luogo abbiamo terminato i lavori d’ampliamento degli spazi destinati al gioco per i bambini e per altre attivi-tà sociali in programma. Le terrazze “Giuliana Urani” e “André Urani” sono già operative, con 150 mq in più. Sono state ristrutturate un’aula e la cucina comunitaria. Nel frattempo sono iniziati i lavori di ristrutturazione di uno degli edi-fici di Para Ti per ricavare ulteriori 6 stanze destinate all’affitto a studen-ti e turisti respon-sabili. Obbiettivo dell’operazione è quello di rendere, con tali entrate, il centro Para Ti maggiormente au-tonomo nel tempo. Un tour operator di Torino e uno di Milano hanno dato la loro disponibilità a realizzare un ac-

cordo con noi per diffondere i servizi turistici di Guest House Para Ti e i no-stri tour di turismo responsabile in Rio e dintorni.Nel frattempo abbiamo dato avvio ad un nuovo laboratorio, Casa di Giò, grazie al sostegno di “Stampe-ria”, un’azienda torinese che produce colori e materiali vari per il bricolage. Stamperia fornirà i materiali per alcuni laboratori creativi e darà un sostegno finanziario per uno studio sul recupe-ro e il riciclo di materiali di rifiuto in Brasile. Lo studio sarà pubblicato in un libro e una mostra. Con tali meto-dologie lavoreranno molto gli adole-scenti insieme ai nostri artigiani. Il centro Para Ti è sempre più visitato da viaggiatori, responsabili e sensibi-li, provenienti da tutto il mondo e, in particolare, la direzione (ovvero i sot-toscritti) ha accolto due affezionati del Centro i quali hanno portato un’offer-ta del gruppo Croce d’Oro di Prato. Loro intenzione è raccogliere fondi per il centro durante attività sportive e culturali in Toscana.Abbiamo altresì ricevuto la visita di una delegazione dell’associazione umanitaria GUS (gruppo umana so-lidarietà) di Macerata. Nella settimana dal 2 al 9 marzo si è concretizzato un progetto su cui si la-vorava da alcune settimane. Melody Gardot, un’importante cantante di jazz non ancora conosciuta in Italia, ma molto nota negli Stati Uniti e una vera star in Francia, stava cercando a Rio idee e location per girare il suo nuovo video. Si è innamorata del pro-getto Para Ti e ha deciso di realizzarlo proprio da noi.Lo staff della produzione ha acquista-to, con la consulenza di Lidia, che è esperta nel colore, le vernici per ridi-pingere parte degli spazi della favela.Inoltre è stata data una donazione al-l’associazione degli abitanti della fa-vela e al centro Para Ti per acquistare strumenti musicali per i bambini. Il laboratorio di musica si affiancherà ad altri che partiranno a breve. Per la realizzazione del video per quattro giorni consecutivi tra preparativi, pit-tura delle case, graffiti, mosaici, siste-mazione di piantine e fiori, bandiere e tessuti, sono state ridipinte una piazza

I BAMBINI GIOCANO NEI NUOVI SPAZI

I LAVORI PER I NUOVI SPAZI

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e sei abitazioni. Le riprese sono state effettuate sia sulla vita quotidiana del-la favela, con i bambini che giocano, sia su balli e danze fatte tutti insieme.A breve avranno inizio a Para Ti i labo-ratori realizzati in collaborazione con Stamperia e un laboratorio di gior-nalismo e fotogiornalismo tenuto da Mauro e Lidia.Purtroppo la nostra amata amica e collaboratrice Juracy, da 30 anni con Para Ti e la famiglia Urani, ci ha la-sciati improvvisamente per un arresto cardiaco. Juracy si occupava, oltre che della gestione della casa, dell’or-to del centro Para Ti, che ora sarà a lei dedicato e con il quale continueranno le attività con l’aiuto d’altri volontari.Continuiamo ad avere richieste di vo-lontari soprattutto dall’Italia, ma an-che da altre parti del mondo, e a tale scopo stiamo redigendo un regola-mento molto preciso per selezionare molto seriamente eventuali candidati.

I PREPARATIVI PER IL VIDEO

SI GIRA IL VIDEO

LA PIAZZA RIDIPINTA

I volontari devono presentare carat-teristiche utili a darci concretamente una mano in un ambiente difficilissi-mo e delicato. Una psicologa brasi-liana di San Paolo In questi giorni sta iniziando le attività di sostegno. Abbiamo avuto una donazione dalla Norvegia in denaro e un’altra dall’Au-stralia sotto forma di zainetti scolasti-ci con il marchio Para Ti stampato so-pra. Casa San Conrado, la Pousada (albergo) del nostro vicino e collabo-ratore Stan de Bayser, a breve inizierà a devolvere il 3% dei propri introiti a Para Ti.Seguiamo sempre con attenzione la comunicazione sul web con il gruppo Para Ti su Facebook e con la ristruttu-razione del sito che è in atto. Il nuovo sito sarà pronto entro fine Aprile.Nel mese di maggio prevediamo una presentazione ufficiale in data da definire in un negozio del centro di Torino, dove ci saranno una proie-zione, una mostra e vendita d’arti-gianato per raccolta fondi.Per concludere informiamo che abbia-mo in preparazione il Madeinfavela Festival che prevede quattro giorni di performance artistiche a Para Ti e Vila Canoas. Sono previste mostre, concerti nei nuovi spazi, esposizione d’istallazioni per strada, eventi gastro-nomici, danza, proiezioni e teatro. Il festival avrà luogo a settembre in con-comitanza con ArtRio.Vi ringraziamo enormemente per tut-to il sostegno fondamentale che ci avete dato in questi anni e che han-no permesso il fiorire di tutte queste attività per bambini e ragazzi. Attività meravigliose, ma anche e soprattutto necessarie in un mondo disagiato con ancora molte più difficoltà di quanto si possa immaginare. Confidiamo nel fatto che il vostro prezioso e fonda-mentale aiuto non venga meno. Gra-zie e un grande abbraccio a tutti.

Lidia Urani e Mauro Villone

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UN’ALTRA DOLOROSA NOTIZIADALLA FAMIGLIA URANI

Lo scorso 14 dicembre Lidia Urani ci inviò il seguente triste messaggio:“CON GRANDE CORAGGIO E AMO-RE PER LA VITA, ANDREA HA RAG-GIUNTO I SUOI CARI GENITORI. UN ABBRACCIO. LIDIA”Troppo poco tempo è passato dalla scomparsa dei suoi genitori e nostri carissimi amici, Franco e Giuliana Urani, perché la notizia non assuma una tristezza particolare.Andrea Urani è mancato dopo ol-tre due anni di sofferenze e lascia un profondo dolore in tutti coloro che lo hanno conosciuto, soprattutto a Rio de Janeiro dove viveva. Lascia di sé un ricordo intenso: economista di grande rilievo, fortemente impegnato nei temi dell’educazione e della disu-guaglianza, ha sempre sostenuto con

convinzione l’opera della famiglia. In suo ricordo la Prefettura di Rio ha costruito una scuola media all’avan-guardia nei sistemi d’insegnamento per adolescenti e anche Vila Canoas lo ricorderà con una piazzetta che in favela porta il suo nome.Noi lo ricordiamo a voi tutti con un’im-magine scattata nel 2008 da Franca e Piero Caciagli in momenti felici.La sofferenza di Lidia che, in pochi anni, ha perso entrambi i genitori e l’unico fratello, è stata ulteriormente aggravata dall’improvvisa scomparsa di Juracy, preziosa collaboratrice in tutte le attività della Para Ti.Siamo uniti con affetto e riconoscen-za a Lidia, così duramente provata e pure così tenace nel continuare ciò che la sua “grande” famiglia ha fon-dato. Ringraziamo tutti coloro che hanno voluto partecipare al lutto di Lidia con un’offerta a sostegno delle sue inizia-tive a Vila Canoas.

A VILA CANOAS DA SINISTRA: GIULIANA URANI, FRANCA CACIAGLI; ALL'ALTRO TAVOLO: TOMAS URANI (IL FIGLIO MAGGIORE DI ANDREA URANI); DON CARLO CARLEVARIS; ANDREA URANI; FRANCO URANI

“Il 2 gennaio 2012 è mancata Margherita Bresciano Valperga, da decenni sostenitrice appassio-nata di Come Noi. Già molto malata non ha voluto mancare all’ultimo incontro di fine novembre 2011, perché nell’attivi-tà della nostra associazione sen-tiva una particolare sintonia con la sua idea di aiuto ai più pove-ri, ossia non solo come elemo-sina, ma come riscatto di donne e uomini “in piedi” e sempre più artefici del proprio futuro. Il vuoto

che lascia ai suoi cari ed ai suoi amici, è sicuramente riempito dalla sua maggior pienezza di vita faccia a faccia col Padre”. Sono le poche belle parole che il marito, Carlo Valperga, ha voluto scriverci. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno fatto pervenire delle offerte in suo ricordo.

- Dopo alcuni mesi di sofferenza, accompagnata dalle cure affettuo-se dei figli, è mancata Anna Volta

vedova Mazza, amica di lunga data di molti di noi e aderente di Come Noi da tempo immemora-bile. L’abbiamo ricordata insieme ai suoi familiari in un momento di preghiera lo scorso 12 febbraio.

- Partecipiamo al dolore dei familiari per la scomparsa della Signora Paola Callegarin, avve-nuta lo scorso 6 febbraio a Torino. Da molti anni sosteneva le nostre iniziative a Rio.

LUTTI

ANDREA URANIE JURACYALLA PARA TI

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C. Kenny dove si sposta l’ottica dal PIL ad alcuni indica-tori della qualità del-la vita: la riduzione della mortalità infan-tile, l’allungamento della vita, l’istruzio-ne, l’accesso all’ informazione, ecc. che presentano in-vece una forte con-vergenza rispetto ai livelli dei paesi più ricchi...Leggendo il solo andamento del PIL pro-capite nel lun-

go termine 1960/1999 infatti, si re-sta scoraggiati dal fatto che, mentre quello dell’Africa sub-sahariana è au-mentato nel periodo da $ 477 a $ 561, quello dei paesi ricchi è aumentato da $ 13.000 a $ 31.000, o, in modo an-cora più scioccante, che se l’abitan-te rurale medio dello Zambia godrà nella sua vita di un reddito totale di $ 10.000, il residente medio di New York City avrà un reddito complessivo di 4,5 milioni di dollari. Ci sembra dif-ficile ridurre tale divergenza in modo significativo.Tuttavia l’autore registra alcuni in-dici della qualità della vita che vedono una forte riduzione delle disuguaglianze tra paesi ricchi e paesi poveri: ad esempio che il tasso di sopravvivenza dei bambini mino-ri di 5 anni nell’Africa sub-sahariana è oggi cresciuto rispetto al 1960 dal

Un libro interessante fa il punto sulla situazione africana

“Va già meglio - Lo sviluppo globale e le strategie per migliorare il mondo” - di Charles Kenny - Ed. Bollati Boringhieri.

Il libro di Charles Kenny è l’occasione per riprendere il tema “Quale futuro per l’Africa sub-sahariana” oggetto del-le riflessioni di E. Fantini alla giornata di Come Noi del 24/9/2011, sintetizzate nel precedente bollettino.Il tema aveva evidenziato che, a fron-te della nota positiva di crescita del 5% annuo in tale zona negli ultimi 10 anni, (con sei - i Nuovi Leoni Africani - delle dieci economie mondiali, che nell’ultimo decennio sono cresciute più rapidamente) per altro verso si sono accentuate le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza.Il recente rapporto della Banca Mon-diale sulla povertà conferma la cre-scita: “La popolazione del sub-sahara - che vive con meno di $ 1,25 il gior-no - è scesa dal 56,5% nel 1991 al 47,5% nel 2008, ma di fronte all’esi-guità estrema di tale reddito si resta perplessi sulla reale entità del mi-glioramento”. Una maggiore speranza viene leggen-do il recente testo “Va già meglio” di

INFO ... NEWS ... INFO ... NEWS ... INFO ... NEWS ... INFO ... NEWS ... Per informazioni, comunicazioni, chiarimenti o ragguagli potete contattarci, scrivendoci a [email protected] oppure lasciando un messaggio presso la nostra sede (011 356000)

ABBIAMO LETTO...73% all’85%, miglioramento che. in percentuale ed in termini assoluti, è stato ben più elevato di quello dei paesi ad alto reddito. Così pure nello stesso periodo, nonostante le difficili condizioni economiche e l’epidemia di AIDS, si assiste in Africa ad un au-mento netto delle aspettative di vita di ben 10 anni.Anche i tassi di alfabetizzazione nella regione sub-sahariana sono più che raddoppiati in 30 anni passando dal 28% del 1970 al 61% del 2000, con inoltre un forte avvicinamento nell’ac-cesso all’istruzione tra maschi e fem-mine.E’ chiaro che il miglioramento del red-dito incide sulla qualità della vita, ma i beni come salute di base ed educa-zione primaria non costano molto ed un modesto aumento di reddito può dare origine a significativi migliora-menti della qualità della vita. Lo studio conclude che “insieme ai governi, le organizzazioni della società civile sono state la chiave che ha permesso di estendere a più persone maggiori opportunità d’istruzione, di migliorare l’accesso alle infrastrutture e di offrire a molti un’opportunità medico-sanitaria di base”. Questo ci conforta perché, a fianco dei progetti agricoli per migliorare le condizioni economiche, molti proget-ti di Come Noi sono anche educativi, hanno un Centro di salute, prevedono corsi di prevenzione sanitaria per la malaria o l’AIDS, nonché distribuzio-ne di medicinali, zanzariere ecc., che ci hanno reso quindi attori, anche se piccoli, di tali convergenze.

Antonio Puccio

• Aiutateci a farci conoscere! I membri del Comitato Promotore

sono sempre disponibili a incontra-re gli alunni di scuole di ogni gene-re, associazioni, gruppi parrocchiali per presentare Come Noi e sensibi-lizzare giovani e adulti sui problemi dei paesi in via di sviluppo e sulle finalità dei nostri progetti.

• Allarghiamo i nostri contatti. Siamo sempre disponibili a inviare

questo notiziario a tutti coloro che sono interessati ai nostri proget-ti e iniziative, nella speranza che ci sostengano anche con qualche donazione o nella scelta del 5 per mille.

Comunicateci l’indirizzo postale dei vostri amici scrivendoci all’indirizzo sopra indicato.

• Indirizzi per il recapito del notiziario Per favore segnalateci gli eventuali

cambi di indirizzo o di intestazione. Purtroppo i versamenti effettuati

a mezzo bonifico bancario sono spesso privi di indirizzo del ver-sante.

Vi preghiamo di precisare sempre alla banca la necessità di riportare il vostro indirizzo nei dati del ver-sante o di comunicarceli per e-mail, soprattutto nel caso di bonifici tele-matici. Grazie.

• Codici IBAN Vi ricordiamo gli identificativi dei

conti correnti di COME NOI, riporta-ti sul frontespizio del bollettino, che secondo l’attuale normativa, sono obbligatori per eseguire i bonifici:

Unicredit Banca – IBAN IT20.S02008.01107.000003911699

Conto Corrente Postale – IBAN IT26.E07601.01000.000029696101

• Deducibilità fiscale Tutte le offerte a COME NOI Onlus,

effettuate con versamento sul conto corrente postale o con bonifico bancario, sono fiscalmente dedu-

cibili ai sensi del D.L. 35/05 - Legge 80/05 nella misura del 10% del red-dito con un massimo di 70.000 Euro (si suggerisce di usare il rigo E26/3 sul Mod.730 o sul Mod.UNICO). Chi avesse bisogno di una ricevuta fiscale formale, in caso di smarri-mento o insufficienza della docu-mentazione, ci contatti.

• Offerte in occasione di eventi familiari

A chi desidera proporre ad amici e parenti una sottoscrizione a nostro favore in occasione di eventi fami-liari (battesimi, anniversari, matri-moni, ecc.) possiamo far avere del materiale illustrativo delle nostre attività, anche riferite a particolari progetti (es. aiutare i bambini di...). Contattateci.

• Sito web Vi invitiamo a visitare il nostro sito

www.comenoi.org e farci avere le vostre impressioni e suggerimenti!