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Direttore Gabriele Russo Russo Vicedirettori Danilo Bucciarelli e Giorgio Astrei Caporedattore Daniele Rodolico Mensile redatto dagli studenti del Liceo Classico “Leoniano” FONDATO DA MARCO CECILI E FRANCESCO CARLETTI www.giornaleathenaeum.com Anno V Numero 1 - Gennaio 2011 Anniversario importante per il giornale, fondato nel gennaio 2007 Quattro anni insieme! Il neo-vicedirettore e il caporedattore ricostruiscono il percorso fatto finora Via Rotabile S. Francesco - 03012 Anagni (FR) Via Aldo Moro, 415 - 03100 Frosinone Daniele Rodolico Anno V. Se ne farà una ragione il raccoglitore già stracarico in cui conservo i numeri finora pubblicati, da quelli antece- denti alla mia iscrizione a scuola, regalatimi da Marco Cecili e Gabriele Russo Russo per i miei quindici anni, a quelli usciti dopo la mia iscri- zione al Leoniano. A volte mi chiedo come sarà rileggerli tra qualche anno. Si impregne- ranno del colore della carta in- vecchiata? Di nostalgia? O peggio, di rimpianto? Di una cosa sono sicuro: restituiranno l’entusiasmo di questi anni. Faranno sorridere. Quando mi iscrissi al Leoniano, tra le cose che più mi colpirono vi fu proprio Athenaeum. Mi colpì come tra le righe vi si po- tesse leggere quello che ricer- cavo nella scuola che avrei dovuto frequentare: un connu- bio di entusiasmo, volontà e allegria in un’atmosfera serena e positiva. Non so se i fonda- tori immaginassero con quale impeto il giornale si sarebbe integrato nel tessuto scola- stico, ma ora è palese con quanta eleganza e originalità si sia contraddistinto per arri- vare ad essere... (...) SEGUE A PAG.3 Torna la rubrica “Zabaione” A PAGINA 8 Torna sulle pagine di Athenaeum la rubrica del fondatore di Athe- naeum Francesco Car- letti. Il terrorista intoccabile di Gabriele Russo Russo Cesare Battisti resta in Bra- sile. E' arrivata lo scorso 31 dicembre la tanto attesa de- cisione del Presidente Lula che, con l'ultimo atto del proprio mandato, ha negato l'estradizione in Italia del terrorista. Una scelta nel- l'aria già da tempo, ma che in ogni caso è un vero “schiaffo” per il nostro Paese, difficile da accettare. Sono molte le ragioni del “no” dell'ex Presidente bra- siliano (dal 1° gennaio è in carica Dilma Roussef). La spiegazione ufficiale, data in pasto ai media, è che in Ita- lia Battisti sarebbe perse- guitato e rischierebbe la propria incolumità qualora venisse estradato; ma è evi- dente che dietro si celano altre motivazioni più pro- fonde, a cominciare dalla scarsa considerazione che ha il Brasile della Magistra- tura e del sistema carcerario italiano... Segue a pagina 6 Giorgio Astrei Chi non conosce il gioco di unire i puntini alzi la mano? Sì, sì, proprio unire i puntini, con i numeretti a fianco, ve- dendo la figura prender forma. Quando sei al mare sul lettino, con la settimana enigmistica e ti sono rimasti in bianco solo i cruciverba troppo difficili e il sudoku, non unisci i puntini? Possiamo intuire la figura che si andrà a formare, immagi- narla, capirla anche prima di iniziare, ma non possiamo es- serne mai sicuri al 100%. Per questo solo una volta finito di- ciamo: "Lo sapevo che era un cavallo!". Immagina ora un foglio enorme, infinito, con dei pun- tini che possono essere vicini e lontani e che tu ci sia dentro. Non avendo una visione dal- l'alto non puoi capire né im- maginare, o puoi farlo ma ne sarai ancora meno sicuro. Si formano tante figure; qualche puntino è da solo; qualche puntino invece è sbiadito; altri invece sono belli, forti e colle- gati con tanti altri. Ecco, il foglio è la vita (infi- nita), tu ci sei dentro e intorno a te ci sono tutte le cose che ti succedono... (...) SEGUE A PAG.3 LA ZANZARA di Marco Cecili Battisti resta in Brasile, e pochi giorni fa si è dichiarato un per- seguitato. Chi uccide è un crimi- nale, non nascondiamoci dietro termini politically correct, e deve pagare. Chi lo protegge è fuori da ogni concezione giuridica, morale ed etica. Possiamo confi- dare solamente nella giurispru- denza Brasiliana. A mio avviso, il 2 giugno non dovrebbero es- sere inviatati i rappresentanti dello Stato Brasiliano, ma già sono stato deluso.

Quattro anni insieme! - Athenaeum | Giornale on-line · sudoku,nonunisciipuntini? Possiamointuirelafigurache siandràaformare,immagi-narla,capirlaancheprimadi ... Anno V· Numero

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Direttore Gabriele Russo RussoVicedirettori Danilo Bucciarelli e Giorgio Astrei

Caporedattore Daniele Rodolico

Mensile redatto dagli studenti del Liceo Classico “Leoniano”

FONDATO DA MARCO CECILI E FRANCESCO CARLETTI

www.giornaleathenaeum.com

Anno V Numero 1 - Gennaio 2011

Anniversario importante per il giornale, fondato nel gennaio 2007

Qua t t r o a n n i i n s i eme !Il neo-vicedirettore e il caporedattore ricostruiscono il percorso fatto finora

Via Rotabile S. Francesco - 03012 Anagni (FR)Via Aldo Moro, 415 - 03100 Frosinone

Daniele RodolicoAnno V. Se ne farà una ragioneil raccoglitore già stracarico incui conservo i numeri finorapubblicati, da quelli antece-denti alla mia iscrizione ascuola, regalatimi da MarcoCecili e Gabriele Russo Russoper i miei quindici anni, aquelli usciti dopo la mia iscri-zione al Leoniano. A volte michiedo come sarà rileggerli traqualche anno. Si impregne-ranno del colore della carta in-vecchiata? Di nostalgia? Opeggio, di rimpianto? Di unacosa sono sicuro: restituirannol’entusiasmo di questi anni.Faranno sorridere.Quando mi iscrissi al Leoniano,tra le cose che più mi colpironovi fu proprio Athenaeum. Micolpì come tra le righe vi si po-tesse leggere quello che ricer-cavo nella scuola che avreidovuto frequentare: un connu-bio di entusiasmo, volontà eallegria in un’atmosfera serenae positiva. Non so se i fonda-tori immaginassero con qualeimpeto il giornale si sarebbeintegrato nel tessuto scola-stico, ma ora è palese conquanta eleganza e originalitàsi sia contraddistinto per arri-vare ad essere... (...)

SEGUE A PAG. 3

Torna la rubrica“Zabaione”A PAGINA 8

Torna sulle pagine diAthenaeum la rubricadel fondatore di Athe-naeum Francesco Car-letti.

Il terroristaintoccabiledi Gabriele Russo RussoCesare Battisti resta in Bra-sile. E' arrivata lo scorso 31dicembre la tanto attesa de-cisione del Presidente Lulache, con l'ultimo atto delproprio mandato, ha negatol'estradizione in Italia delterrorista. Una scelta nel-l'aria già da tempo, ma chein ogni caso è un vero“schiaffo” per il nostroPaese, difficile da accettare.Sono molte le ragioni del“no” dell'ex Presidente bra-siliano (dal 1° gennaio è incarica Dilma Roussef). Laspiegazione ufficiale, data inpasto ai media, è che in Ita-lia Battisti sarebbe perse-guitato e rischierebbe lapropria incolumità qualoravenisse estradato; ma è evi-dente che dietro si celanoaltre motivazioni più pro-fonde, a cominciare dallascarsa considerazione cheha il Brasile della Magistra-tura e del sistema carcerarioitaliano...

Segue a pagina 6

Giorgio AstreiChi non conosce il gioco diunire i puntini alzi la mano?Sì, sì, proprio unire i puntini,con i numeretti a fianco, ve-dendo la figura prender forma.Quando sei al mare sul lettino,con la settimana enigmistica eti sono rimasti in bianco solo icruciverba troppo difficili e ilsudoku, non unisci i puntini?Possiamo intuire la figura chesi andrà a formare, immagi-narla, capirla anche prima diiniziare, ma non possiamo es-serne mai sicuri al 100%. Perquesto solo una volta finito di-ciamo: "Lo sapevo che era uncavallo!".Immagina ora un foglioenorme, infinito, con dei pun-tini che possono essere vicinie lontani e che tu ci sia dentro.Non avendo una visione dal-l'alto non puoi capire né im-maginare, o puoi farlo ma nesarai ancora meno sicuro. Siformano tante figure; qualchepuntino è da solo; qualchepuntino invece è sbiadito; altriinvece sono belli, forti e colle-gati con tanti altri.Ecco, il foglio è la vita (infi-nita), tu ci sei dentro e intornoa te ci sono tutte le cose che tisuccedono... (...)

SEGUE A PAG. 3

LA ZANZARAdi Marco Cecili

Battisti resta in Brasile, e pochigiorni fa si è dichiarato un per-seguitato. Chi uccide è un crimi-nale, non nascondiamoci dietrotermini politically correct, e devepagare. Chi lo protegge è fuorida ogni concezione giuridica,morale ed etica. Possiamo confi-dare solamente nella giurispru-denza Brasiliana. A mio avviso, il2 giugno non dovrebbero es-sere inviatati i rappresentantidello Stato Brasiliano, ma giàsono stato deluso.

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2 Speciale Anniversario Gennaio 20112

Tutte leprimepagine del2010

Ripartiamo...dal P ro logoSiamo lieti di riproporvi il Prologo delnostro Direttore Onorario FrancescoCarletti, che costituisce ancora oggi “ilmanifesto” del giornale. L’editoriale ètratto dal primo numero di Athenaeum(gennaio 2007), che potete consultare,insieme a tutti gli altri, nel nostroarchivio on-line.

Ebbene no, il giornale scolastico non èdefunto, come qualcuno sperava. Que-sta sua latitanza, fino ad oggi, non èstata frutto della pigrizia degli stu-denti, è stata piuttosto un silenzio di ri-flessione,una “vacanza” in cui ritrovarele motivazioni, gli spunti (più o menogeniali) e soprattutto la volontà per ri-proporlo, come oggi lo vedete, più informa che mai. Quali motivazioni, do-manderete? Con molta umiltà deside-riamo che questo foglio diventi uncrogiolo di idee, pensieri, riflessioni,senza obbedire a troppi schemi, piut-tosto che sia originale, e soprattuttovostro, nostro! La nostra speranza in-somma è che, voi stimabili lettori estudenti, partecipiate personalmente,fornendoci le vostre notizie, i vostripensieri, i vostri versi, le vostre parole,perché il giornale sia un prodotto ditutti e perché nessuno possa dire,dopo averlo letto, “io avrei fatto di me-glio”. Proprio per questo abbiamo de-ciso, dopo molte discussioni al riguardo(per cui sono purtroppo state scartateinteressanti possibilità, quali ”Quat-tr’occhi sul mondo”, “la Voce”, “Dimo anostra” e altre trascurabili...) che il

nome del nostro giornale sarà Athena-eum. Un omaggio agli Schlegel, forse,ma anche l’idea che questo non sia unatediosa” rifatta” delle notizie dei quoti-diani, ma una pagina disponibile all’esi-genza di pensiero (e a chi ne ha) di noigiovani, che a volte sembriamo disinte-ressati e disincantati di fronte a ciò checi accade attorno (è solo un’impres-sione, giusto?). Ecco, anche noi siamoliberi di far sentire la nostra voce, discrivere ciò che pensiamo, sulla cro-naca, la scuola, la società, il costume,l’arte, la musica etc. Giornale, o gior-nalino... - as you like it - insomma, èda intendersi più come “giornale dibordo”, un taccuino di viaggio, in cuifermare le nostre osservazioni e le im-pressioni più svariate. Il nostro invito èdi dare sfogo al vostro criticismo -quello produttivo - e al vostro potere diragionare, e se ragionandovi sembrerà

di essere approdati a qualcosa di inte-ressante per qualcuno (ma non neces-sariamente…), bene, lasciate che trovispazio qui, perché non vadano persi inostri pensieri: ognuno ha pure ha il di-ritto di dire la sua, purché abbia qual-cosa di intelligente da dire! Vi sembreràcosa da poco, ma non lo è. Prendiamolapure con l’auto-ironia che ogni impresarichiede, ma vi preghiamo, buttatevisenza timidezza, siamo o no coprota-gonisti di questo istituto? Ebbene, que-sto è il vostro giornale. Fatene qualcosadi buono.La direzione ringrazia per il preziosocontributo il pregiatissimo presideL.Quattrocchi (del quale i ragazzi delterzo liceo hanno potuto di recente ap-prezzarele doti di didatta), i signoriprofessori, la signora Pasqualina, e ilDirettore della scuola. E tutti Voi.

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Speciale AnniversarioAnno V · Numero 1 3

Daniele Rodolico(segue dalla prima)...parte integrante della nostra realtà.Questo giornale, a differenza di moltialtri, non si trascina nel tempo, aggrap-pandosi per non crollare dal precipizio esopravvivere: è mosso da continua e rin-novata dedizione.Di solito, un anniversario come questo èoccasione di bilanci. Tuttavia, un tra-guardo deve essere sempre un punto dipartenza.Athenaeum deve continuare a crescere esvolgere quanto si è prefissato. Il giornalepermette di conoscersi meglio, affron-tando la scrittura in modo introspettivo,ma soprattutto per proporsi agli altri e ac-quisire consapevolezza del proprio conte-sto. Ciò presuppone impegno, costanza epassione. Mai nulla di più programmaticovi può essere del prologo del direttoreonorario Francesco Carletti. In ogni sin-golo sintagma è possibile individuare ilcardine per dare un apporto costruttivoalla scuola e, quindi, per se stessi e per glialtri. Si tratta di un debito ineluttabile.Ma cosa significa veramente Athenaeum(al di là del rimando agli Schlegel)? Athe-naeum riporta metaforicamente a tuttinoi e non è scontato dirlo. Quando di-ciamo che è il compleanno di Athenaeum,ci riferiamo a un anniversario (quattroanni di ininterrotta presenza sono un suc-cesso) che riguarda ciascuno di noi, peresserci messi in gioco o avere contribuitoalla crescita del giornale con spirito cri-tico.Ad oggi l’esigenza è quella di focalizzarsisul futuro e avere una prospettiva lungi-mirante. Athenaeum, in continuità con ipropri obiettivi, ovvero di “non essere unatediosa rifatta” delle notizie sui quotidiani,dovrà saper evitare la visione fuorviantedegli altri mass media e proporre sempreanalisi originali, precise ed equilibrate suquanto ci circonda. Il giornale riparte peraffrontare nuove sfide. Ci serviremo an-cora della tecnologia per seguire più co-stantemente le attività della scuola,costituire un punto di riferimento piùsaldo per gli studenti e abbracciare sem-pre idee innovative ed edificanti. Non sitratta di dover “stimolare” la riflessione oil dialogo: deve esservi un’educazione amonte che fa scaturire lo spirito di inizia-tiva nel collaborare attivamente al gior-nale e, in senso lato, alla scuola e a ciòche di speciale può fare per noi.Non indugio troppo sulla nobile storia delgiornale perché ritengo che oggi la sfidanon sia quella di rievocare il passato en-tusiasmo, diverso da quello odierno poi-ché segnato dai buoni propositi di unanuova esperienza. Senza questo impor-tante background non saremmo qui, ma

la dimostrazione che molti di noi hannoabbracciato Athenaeum anche senza averassistito alla sua fondazione è incorag-giante per comprendere quanto sia inne-gabilmente importante il ruolo delgiornale durante il tempo. Oggi ricer-chiamo un entusiasmo diverso, semprepropositivo, ma avendo consolidato lastruttura, adesso il punto di arrivo è so-prattutto sfruttare ancor meglio le possi-bilità che ci offre quello che abbiamocreato finora. Un giornale è uno stru-mento ben più potente di quanto si im-magini e la libertà di opinione che nederiva (sempre nei limiti di un’espres-sione moderata e inoffensiva) ha un va-lore incommensurabile poiché veicola lanostra gioia nel crescere.

tro anni. Anni di crescita e di risultati.Grazie al lavoro di alunni e professori.Grazie al lavoro della scuola.Il dizionario italiano definisce il gior-nale come "foglio stampato, pubblicatoquotidianamente o periodicamente,contenente notizie di attualità e arti-coli di varia natura". Questo con Athe-naeum ci sta. Più che un giornale veroe proprio, lo definirei un "diario dibordo". Un diario in cui tutti i passeg-geri possono partecipare e sono invi-tati a farlo; pagine da riempire; paroleda aggiungere; frasi da leggere e ri-cordare. I nostri articoli raccontano unanno vissuto insieme, unendo attualità

alla nostra realtà,tutto raccontatoda noi.Quante volte ri-vedete le vecchiefoto e sorridete opiangete? Quantevolte sentite unacanzone che vitrasporta inun'altra parte delmondo, non pre-cisamente loca-lizzata, senzatempo? Quantevolte rileggete un

tema, un saggio o un articolo che vi faandare indietro di qualche mese/anno?Unendo i "puntini" di Athenaeum la fi-gura che si va a formare è la nostra,fatta dalla scuola con i suoialunni/giornalisti. L'augurio è che sivengano a formare sempre nuovi"puntini" per allargare l'immagine evederne nascere altre.Tanti auguri Athenaeum.Tanti auguri a noi.

Giorgio Astrei(segue dalla prima)... i puntini. A volte non capiamo per-ché quel puntino debba andare propriolà, perché non poteva essere spostatoo non esistere per niente. Scordan-doci, però, che noi non abbiamo la vi-suale dall'alto, noi ci siamo dentro.Non riusciamo a collegare tutto bene,o a immaginare, e ahimè non ci sononeanche i numeretti (o noi non li ve-diamo). Steve Jobs, capo e fondatoredella Apple, ha iniziato il suo discorsoai neo-laureati di Stanford, parlandoproprio di questo "stupido" gioco: "Nonè possibile unire i puntini guardandoavanti; potete solo unirliguardandovi all'indietro.Così, dovete aver fiduciache in qualche modo,nel futuro, i puntini sipotranno unire. Dovetecredere in qualcosa: ilvostro ombelico, il de-stino, la vita, il karma,qualsiasi cosa. Questotipo di approccio non miha mai lasciato a piedi einvece ha sempre fattola differenza nella miavita."Beh, penso che ora i punti Athenaeumpossa iniziarli ad unire, o almeno im-maginare, se non esser consapevole,di ciò che è ed è diventato. Un giornalescolastico senza pretese siderali, conl'idea trainante di permettere a tutti glialunni di poter scrivere i propri pen-sieri, i propri interessi, raccontare eraccontarsi. Per questo sono nate duerubriche ("Ho visto un posto che mipiace..."; "Per voce sola"), che valoriz-zano la scrittura, i contenuti e il puro esemplice parlare di sé.Athenaeum questo mese compie quat-

Athenaeum è lo specchio di quella partedi noi relativa al nostro stare con gli altri,uno spazio libero al nostro modo di ve-dere le cose e al confronto, indipendenteda condizionamenti esterni o, più magi-stralmente, come avrebbe detto France-sco Carletti, “un crogiolo di idee”.Fotografa ogni istante di questi anni nonsolo per immortalarli e restituirceli, maper renderci protagonisti delle nostre vite!Il giornale non è l’addizione del lavoro disingoli: è il riflesso di tutto ciò che ci cir-conda e il mezzo per partecipare attiva-mente alla realizzazione di quello che ciriguarda da vicino. Passione per questogiornale che esprime noi stessi equivale ainvestire sulla nostra capacità di realiz-zare quanto desideriamo.

D a l G e n n a i o 2 0 0 7 t a n t i c amb i ame n t i , m a s emp r e c o n l o s t e s s o s p i r i t o

Athenaeum, quattro anni insieme!F i n o a d o g g i 4 1 n u m e r i , 7 7 “ c o r a g g i o s i ” c o l l a b o r a t o r i , 4 2 0 p a g i n e

La prima storica Redazione diAthenaeum

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4 Scuola Gennaio 2011

Teatroall’open-dayGiulia GeraciFare teatro non significa solamente sa-lire su un palco e far finta di essere qual-cun altro: fare teatro significa lasciarsialle spalle la vita di tuttii giorni, comprendere unpersonaggio, vivere glistessi stati d'animo chevengono descritti inun'opera, provare quel-l'amore sconfinato, queldolore lacerante, quellafelicità che è capacequasi di farti sentireubriaco!Fare teatro non è facile! Coordinare imovimenti, saper trasmettere emozioni

al pubblico, è senza dubbio la cosa piùdifficile di tutte."Sogno di una notte di mezz'estate" èl'opera che il I liceo ha scelto di scoprireinsieme ad un regista professionista,Milco Paravani, che proprio nel giorno

dell'Open Day ci haspiegato, attraversosemplici giochi dimimo, come sia im-portate ogni singologesto, anche il piùpiccolo. Come ancheuno sguardo possanascondere emozioniprofonde. Ogni gestodeve essere ampliato

a teatro perchè non si parla di televi-sione, no, a teatro tutti devono capire,ma soprattutto, riscoprire i movimenti

del corpo, ogni parte che lo compone el'importanza dei gesti che quotidiana-mente diamo per scontati.Potremmo quasi dire che fare teatro èuna forma di amor proprio. Quanti di noidanno importanza ad un passo? Quantisi soffermano a pensare alla bellezza diallungare una mano per prendere un og-getto? Purtroppo la quotidianità e la suafrenesia soffocano la possibilità di cono-scersi meglio, a teatro non ci sono limitidi tempo al punto che ogni istante puòsembrare eterno!Detto questo non saprei come spiegarviquest'avventura se non consigliandovi diprendervi un tempo che sia solamentevostro nella giornata e magari di andarea teatro perché, almeno a mio avviso, nevale veramente la pena!

Risulta vincitore della IV edizione del concorso “Il Pre-sepe nella Scuola” la classe V Ginnasiale: “Il Presepevivente risulta essere stato contestualizzato medianteun’attiva realizzazione che ha dimostrato l’unanimecollaborazione del gruppo classe”. Il voto assegnato èstato di 8,5.Menzione per la miglior spiegazione: I LiceoMenzione per la miglior realizzazione: II MediaMenzione per l’originalità: IV ginnasio

Classifica Finale1) V Ginnasio2) IV Ginnasio3) I Liceo4) II MediaPer l’edizione integrale delgiudizio della commissionee il video del presepe vin-cente, potete consultare lanostra pagina su Face-book o il nostro sito!

“Il Presepe nella Scuola” 2010

V Ginnasio

IV Ginnasio

I Liceo

II Media

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5ScuolaAnno V · Numero 1 5Scuola

Un ’ “ in te rv i s ta ” d i I l a r i a a l f ra te l l o Dav ide su l l a sua nuova esper i enza

Alla scoperta dei Collegi del Mondo UnitoLa descrizione delle attività svolte e della vita all ’ interno del College di Duino

Ilaria CultreraDurante le vacanze di Natale, ho avutomodo di parlare con mio fratello Davidedell’esperienza che sta vivendo presso iCollegi del Mondo Unito. Ecco quello chemi ha raccontato.Come hai conosciuto il Collegio?Ho letto per la prima volta dei Collegi delMondo Unito qualche anno fa, in un libroscritto dall’astrofisica Margherita Hackinsieme a Eda Gjergo, ex-studentessadel mio collegio. Da quel momento, hocominciato a in-teressarmi almovimento e misono informatosulle selezioni.Come ci sei ar-rivato?Il processo di se-lezione mi èsembrato lun-ghissimo! A di-cembre del mioprimo liceo èuscito il Bando diconcorso, a feb-braio ho fatto domanda, e poi ho parte-cipato a due fasi di selezione, unaregionale, a Roma, ed una nazionale, inCollegio. Le selezioni puntano a trovarecandidati coscienti della loro scelta eadatti alla vita in Collegio e d’accordocon gli ideali UWC (United World Col-lege). Non viene valutata solo la prepa-razione scolastica, ma anche (esoprattutto) la personalità e gli interessidei candidati.

Raccontaci del Collegio...Il mio Collegio si trova a Duino (Trieste),ed è il primo dei 13 Collegi a essereaperto in uno Stato di lingua non inglese.E’ stato fondato nel 1982, per essere unpunto d’incontro tra le culture latina, ger-manica e slava (che convivono storica-mente in quella zona) e un modello diinterculturalità e apertura mentale in unaregione a metà tra i blocchi occidentale eorientale della guerra fredda. Tutta la fi-losofia, le attività e il programma accade-

mico si basanosul modello edu-cativo creato dalpedagogo tede-sco Kurt Hahn.Come ti trovi?E’ stato difficileambientarsi?Di sicuro è unambiente piùaperto di quellodi questascuola... La vitain collegio èmolto intensa,

perchè unisce ad un intenso programmaaccademico (“IB”, International Baccalau-reate) diverse attività extra-accademiche,conferenze, iniziative culturali, artisctichee di volontariato, Inoltre, il mio Collegio èrinomato per la Scuola Superiore di Mu-sica da Camera del Trio di Trieste, che èospitata all’interno della struttura. Comeaveva profetizzato la mia professoressa diItaliano, i primi tempi in Collegio ci avreb-bero dato l’impressione di essere “in unfrullatore”: decine di attività, tantissimi

incontri di presentazione, e soprattutto200 nuove persone da conoscere! Pianpiano ci si abitua allo stile di vita in Colle-gio, si diventa capaci di trovare i proprispazi e i propri tempi.Quali attività extra si possono/de-vono fare? E tu quale fai?In aggiunta al programma scolastico, ildiploma IB prevede un programma CAS:“Creativity, Action & Service”. Ogni stu-dente deve praticare un’attività creativa,una sportiva e una di volontariato.Perso-nalmente, io faccio kayak marino, cantosolistico e faccio parte di un gruppo di ra-gazzi che fanno visita agli anziani in unoospizio. Inoltre, frequento un corso di Ma-tematica Avanzata, e diversi corsi di lin-gua organizzati dagli studenti stessi.Infine, collaboro allo sviluppo dei progettiS.E.E.D (Student Engagement throughEducation for Developement), iniziativeestive (esclusivamente studentesche) ascopo di volontariato. Tra le attività cisono molti sport (al chiuso e all’aperto,marini e di montagna), attività creative(Giornalismo, Scrittura creativa, Teatro,Musica, Caffè Filosofico, Astronomia,Gruppo Amnesty International, Sustaina-bility group, Ceramiche, ecc...).Quante nazionalità ci sono?Nel nostro Collegio ci sono ragazzi da piùdi 80 Paesi, ma nell’intero movimentoUWC vengono selezionati studenti da piùdi 100 nazioni.In che lingua comunichi con i tuoicompagni?La “lingua franca” del Collegio è l’inglese,ma ognuno comunica con i propri compa-gni nella lingua che risulta più facile (per-sonalmente uso un po’ lo Spagnolo, eanche l’Italiano, a volte). Nonostantepossa sembrare invalicabile, l’uso quoti-diano e continuo della lingua inglese è unostacolo che si supera facilmente!PER SAPERNE DI PIÚ...UWC: www.uwc.orgUWCAD: www.uwcad.itCommissione italiana: www.it.uwc.org

Nataleediplomi,lascuola infestaDanilo BucciarelliLa consegna dei diplomi si è svolta que-st’anno in pieno clima natalizio. Il ri-tardo rispetto al periodotradizionale dell’Inaugurazionedell’Anno Scolastico ha per-messo di creare un momentodavvero particolare, in cui do-centi, studenti e genitori sisono riuniti per salutarsi primadelle vacanze.Infatti la mattina del 22 dicembrescorso, dopo la messa presieduta dalVescovo che ha segnato l’inaugurazioneliturgica delle festività Natalizie, lascuola si è incontrata per i consueti ritidi inaugurazione dell’anno scolastico.Dopo la prolusione del direttore don An-tonio Castagnacci e l’intervento dellaVice-Preside, tramite un excursus multi-

mediale, sono state presentate tutte leattività svolte l’anno scorso, i concorsi ele iniziative cui il nostro Istituto ha ade-rito.Oltre ciò, alcune classi come da tradi-zione si sono esibite in canti e danze,che hanno preparato gli animi ai festeg-giamenti in onore dei diplomati e li-

cenziati e degli altri ragazziche hanno conseguitoqualche particolare titolo.L’atmosfera natalizia haavvolto questi momenti diagape fraterna e di condivi-sione, rendendoli veramente

speciali.La nostra scuola sempre attenta allapersona dell’alunno è riuscita anche loscorso anno a proporre molteplici inizia-tive e realizzarne la maggior parte. Que-ste hanno permesso di valorizzarealcune qualità intellettive ed umane.Inoltre, è sempre bello rivedere gli ex-

Fotoa pag. 11 compagni, ormai studenti universitari, einsieme a loro ripercorrere attraverso lefoto di “Un anno insieme” (il video rea-lizzato ormai per il sesto anno consecu-tivo!) tutte le tappe del precedente annoscolastico!Nel pomeriggio poi molti studenti sisono recati a Roma, dove hanno assi-stito alla rappresentazione teatrale de“Le allegre comari di Windsor” di Sha-kespeare.

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6 Attualità Gennaio 2011

I l t e r r o r i s t a , c o n d a n n a t o p e r q u a t t r o om i c i d i , n o n t o r n e r à i n I t a l i a

Il Brasile nega l’estradizione di BattistiD e l u s i o n e p e r l a d e c i s i o n e d e l l ’ o r m a i e x - P r e s i d e n t e L u l a d a S i l v a

Gabriele Russo Russo(segue dalla prima)Non bisogna dimenticare poi che Battisti haconquistato la simpatia e l'appoggio di unnumero notevole fra intellettuali e politici,sia per la sua ideologia politica sia per lavisione distorta che l'opinione pubblica in-ternazionale – come è risultato evidentenegli ultimi tempi – ha della storia recentedel nostro Paese. La mancata concessionedell'amnistia per gli omicidi commessi negli“anni di piombo” sarebbe, secondo molti il-lustri pensatori, accaniti sostenitori delladottrina Mitterrand, un'ulteriore prova del-l'arretratezza del nostro Paese dal punto divista giuridico rispetto agli standard inter-nazionali.La verità è che, se Battisti, pur essendostato condannato per quattro omicidi com-messi tra il '78 e il '79, non sta ancorascontando la pena, la “colpa” è della disin-formazione presente sia in Italia che al-l'estero. Molti sostengono di conoscere lasua vicenda, ma pochissimi sanno comeeffettivamente si sono svolti i fatti. E cosìun terrorista rischia di restare impunito...Battisti, nato a Sermoneta, in provincia diLatina, nel 1954, ha scelto la via dell'ille-galità sin da ragazzo. Viene arrestato per laprima volta a 18 anni per rapina, e finiscein carcere per lo stesso reato altre duevolte negli anni seguenti. In cella stringeamicizia con Arrigo Cavallina, che lo fa en-trare nei PAC (Proletari Armati per il Co-munismo), un gruppo armato di estremasinistra attivo in Lombardia e Veneto. Inbreve tempo Battisti conquista un ruolo diprimo piano nell'organizzazione, parteci-pando a numerose azioni armate. Vienecondannato, grazie a diverse testimo-nianze (la più importante è quella del pen-

tito Mutti, che i difensori di Battisti dichia-rano inattendibile, sebbene confermata daaltre fonti), per quattro omicidi. Il terrori-sta di Sermoneta spara personalmente almaresciallo della Polizia Penitenziaria San-toro, all'agente dellaDIGOS Campagna e almacellaio venezianoLino Sabbadin. Que-st'ultimo, come il gio-ielliere milanesePierluigi Torregiani,aveva “osato” difen-dersi con le armi dai ra-pinatori ed entrambidovevano essere puniti.Così i PAC organizzanodue azioni armate perlo stesso giorno, a Venezia e Milano. Comedetto, Battisti uccide Sabbadin, ma vienecondannato come co-ideatore e co-orga-nizzatore anche per l'omicidio di Torregiani.Oggi un punto-chiave su cui insistono i so-stenitori di Battisti è proprio l'impossibilitàdi aver ucciso due persone lo stessogiorno, alla stessa ora, una a Milano (Tor-regiani) e una a Venezia (Sabbadin). E' ladimostrazione che non conoscono i fatti nésanno quali sono le accuse rivolte dai giu-dici al terrorista.Nel '79 Battisti viene arrestato, ma già nel'81 un commando irrompe nel carcere diFrosinone e lo libera. Il terrorista si rifugiaallora in Francia, dove in virtù della dottrinaMitterrand viene respinta la richiesta diestradizione (1991). Battisti si dedica al-lora alla letteratura, ottenendo un discretosuccesso fra gli intellettuali di sinistra. Nel2004 l'Italia presenta una nuova richiestadi estradizione, che viene accettata da Chi-rac e dalla Cassazione francese. Ma Batti-sti appena in tempo scappa in Brasile, dove

viene riconosciuto come rifugiato politico eaccolto come un grande scrittore e intellet-tuale, invece che da terrorista quale è. Ilresto appartiene alla recente attualità...La storia rocambolesca di Cesare Battisti è

dunque la prova dicome la disinforma-zione e l'adesioneincondizionata aduna ideologia pos-sano capovolgere ifatti e fare di un ter-rorista, pluriomicida,un eroe in fuga dagiudici che lo perse-guitano, da un Paesegovernato ancora

dal fascismo (è quanto affermano diversiintellettuali brasiliani). C'è poi chi, pur ri-conoscendo la colpevolezza di Battisti, so-stiene che sia “inumano” riportarlo incarcere, perché divenuto un “uomo nuovo”,uno scrittore di gialli di successo. E dov'èallora il rispetto per le vittime e le loro fa-miglie, che da decenni chiedono giustizia?Non vendetta... “semplicemente” giustizia.Nelle ultime settimane sono stati numero-sissimi gli appelli e le manifestazioni svol-tesi nel nostro Paese per protestare controla decisione del Brasile. Probabilmente cisiamo ricordati troppo tardi di far sentire lanostra voce in merito all'estradizione diBattisti; a questo punto non ci resta chesperare in un nuovo esame del caso daparte dei giudici brasiliani. Per chi fosse in-teressato, consiglio il volume del giornali-sta Giuseppe Cruciani, dal titolo “Gliamici del terrorista. Chi protegge Ce-sare Battisti”, che, oltre a raccontare neldettaglio la vicenda dell'uomo di Sermo-neta, analizza le posizioni dei suoi sosteni-tori, italiani, francesi e brasiliani. Un libroda leggere assolutamente, per non com-mettere gli stessi errori di chi ancora oggiritiene che un pluriomicida non debbascontare la propria pena.

Dagli USA all’Italia,strage di uccelliEmanuele RossiQuesto nuovo anno non poteva iniziarepeggio per i nostri amici volatili. Infatti apartire dagli Stati Uniti, passando per laSvezia e arrivando, dunque, in Italia si èdiffusa una strana moria di uccelli. Lamattina del primo giorno del 2011, i pas-santi delle strade dell’Arkansas si sono ri-trovati un tappeto di uccelli morti. Mentresi cercava di capire il motivo di questamoria, la stessa situazione si è verificatain Svezia e in Italia, a Faenza. Purtroppoancora non si è giunti ad una conclusionesulle cause di queste morti.Infatti molte sono le teorie degli studiosi,anche se la più affermata è quella della“strage di capodanno”, cioè una morteprovocata da un trauma dovuto ai fuochid’artificio. Molti invece affermano che gli

uccelli possano essere stati colpiti da unatempesta di grandine ad alta quota, o chela causa sia uno squilibrio digestivo pereccesso di un particolare tipo di cibo, le-gato ad un momento sfavorevole dellecondizione atmosferiche. Dall’aeroportointernazionale di Tampa si è diffusa invecela teoria secondo cui la moria sarebbe do-vuta alla stessa causa, per cui l’aeroportoè stato costretto a chiudere le piste di at-terraggio, cioè che la massa magnetica alPolo Nord della Terra sta oscillando più ra-pidamente di quanto avviene di solito. «IlPolo Nord magnetico si è spostato dal Ca-nada verso la Russia di circa 40 miglia(64,3 km, ndr), ad una velocità più altadel solito» affermano i portavoce delloscalo. Infatti il Polo Nord geografico è unpunto convenzionale fisso stabilito sullemappe, mentre quello magnetico è incontinuo spostamento fra il Canada e laSiberia. Alcune autopsie effettuate suicorpi dei volatili hanno rilevato che il lorostomaco era vuoto (e questo smentisce

l’ipotesi dell’avvelenamento) e che lamorte è precedente all’impatto al suolo.Purtroppo non si può fare a meno di pen-sare che probabilmente in questa cata-strofe ci sia la mano dell’uomo. L’uomoinfatti non si rende conto del tesoro chesta maneggiando e ha completamente di-menticato quanto sia importante l’equili-brio: mangiare i cibi nella quantità giusta,dedicare il tempo necessario al riposo esoprattutto vivere in armonia con i luoghiche ci ospitano. L’uomo già da tempo haspezzato questo equilibrio, alterandol'ecosistema che ci circonda con l'introdu-zione di una forma di esistenza che il pia-neta ancora non è riuscito ametabolizzare, che porta con sé cambia-menti inevitabili, spesso, non in positivo.È ora di cambiare.

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7CulturaAnno V · Numero 1 7

Entriamo ufficialmente nell ’anno del centocinquantesimo anniversario dell ’Unità

Garibaldi, l ’ icona del RisorgimentoA l l a s c o p e r t a d e l g e n e r a l e c h e c o n q u i s t ò i l R e g n o d e l l e D u e S i c i l i eMarco CeciliEntriamo ufficialmente nell’anno del cento-cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Ita-lia.Potrà sembrare strano, ma i personaggi checelebriamo oggi sono stati osteggiati emolto spesso condannati dall’Autorità sa-bauda (che è stata la promotrice dell’unifi-cazione). La storia che più mi ha fattoriflettere è quella del più importante Eroedel Risorgimento: Giuseppe Garibaldi.Pep-pino, come era chiamato, nacque a Nizzanel 1807. All’epoca Nizza faceva parte delRegno di Sardegna, ma successivamente,per accordi militari tra Cavour e NapoleoneIII, la città costiera fu ceduta alla Francia.Questo fatto fece infuriare Garibaldi con ilConte, e la leggenda vuole che lo stessoPeppino dicesse di esser nato italiano, mache sarebbe morto francese.Pur essendo finda giovane affascinato da Mazzini, continuòa condurre la Sua vita da marinaio anchenei primi anni di vita in Brasile (nel quale sirifugiò dopo aver partecipato ad azioni in-surrezionali), dove successivamente iniziò afarsi notare per le Sue doti militari. Qui in-contrò Anita, alla quale fu vicino fino allamorte. Dopo essere tornato in Italia ed avercombattuto nella I guerra d’Indipendenza ea difesa della Repubblica Romana, dovetteassistere alla morte della moglie, che sep-pellì vicino Ravenna, durante la fuga daRoma (la salma fu successivamente trasfe-rita a Nizza e poi a Roma).Dopo altre avventure, arriviamo a narrareforse una delle più eroiche spedizioni dellastoria italiana: quella dei Mille. I 1089 vo-lontari (dei quali il più giovane aveva undicianni e il più anziano settanta!) salparononella notte del 6 maggio 1860 da Quarto,nei pressi di Genova, con due navi, il “Pie-monte” e il “Lombardo”, ed arrivarono aMarsala l’11 maggio. Già a Salemi (che an-cora oggi si fregia del titolo di “Prima Capi-tale d’Italia) ci furono i primi festeggiamentiper i garibaldini e spuntarono i primi trico-lori. Garibaldi arrivò a Palermo con 3000uomini, mentre a difenderla erano in18.000. Ma l’astuzia di Peppino e l’incom-

petenza dei generali Borbonici (che bom-bardarono la città per creare confusione,ma questo fece perdere loro l’appoggio deipalermitani), fu decisiva per laconquista della città. Riuscì apassare lo Stretto issando suuna nave la bandiera statuni-tense, e conquistò Reggio Cala-bria senza combattere, poichémolti generali si fecero corrom-pere. Il governo del Regno delleDue Sicilie si dimise, e France-sco II non trovò nessuno per lasostituzione. Lo stesso Re capìche non c’era più niente da farequando un farmacista stava to-gliendo lo stemma borbonico.Garibaldi entrato a Napoli reseomaggio a San Gennaro, parte-cipò alla festa di Piedigrotta edentrò al teatro San Carlo inneg-giando al Re Vittorio EmanueleII. Il generale e il Re sì incon-trarono nei pressi di Teano (ancora oggi ipaesi di Vairano e Caianello rivendicanol’onore di aver ospitato l’incontro). Alla vistadel Re Garibaldi, che indossava il ponchosulla storica camicia rossa, si tolse il cap-pello e disse “Saluto il primo Re d’Italia”, econsegnò al Sovrano le terre conquistate. Ilgenerale successivamente declinò l’invitoper un pranzo e preferì mangiare con i suoiuomini, rifiutò onori e denaro, e si imbarcòdal molo di Napoli per Caprera. Lì rimasepochissimo e tornò a viaggiare. Voleva con-quistare Roma. Voleva risalire dalla Cala-bria, e qui dei bersaglieri, quindi sabaudi, glispararono alla coscia destra (la pallottola fu

estratta solo anni dopo dal medico perso-nale di Napoleone III). Ormai il grande Ge-nerale era scomodo ai palazzi della politica.Andò a Londra, dove fu accolto da mezzomilione di persone, e nella III guerra d’Indi-pendenza salvò l’onore nazionale riportandoalcune vittorie importanti e arrivando fino alTrentino. Roma fu presa senza il Suo con-tributo, cosa che lo rattristò molto. Ma con-tinuò a girovagare e a combattere (andòaddirittura in Francia a difendere invano lanuova Repubblica dai Prussiani).A Caprera, in età avanzata, non disdegnò ipiaceri della carne ed ebbe tre figli (oltre aivari già avuti in passato, alcuni dei quali

morti) da una ragazzaastigiana, badante dei ni-poti. Si scoprì che l’Eroedei due mondi era povero:consigli comunali raccol-sero fondi, Palermo Gliconcesse un vitalizio e ilgoverno Gli assegnò unacospicua pensione, accet-tata solamente quando alGoverno venne elettoAgostino Depretis (checombatté nei Mille), uomodi sinistra, infatti il Gene-rale aveva idee politichesempre più radicali, tantoda essere tra i promotoridella Prima InternazionaleSocialista. L’ultima avven-tura fu un durissimo viag-

gio verso Palermo, dove fu invitato aifesteggiamenti per il sesto centenario deiVespri Siciliani. Era malato e stanco, ma lafolla lo salutò con un entusiasmo straordi-nario. Tornò a Caprera e morì. Era il 2 giu-gno 1882, e aveva settantacinque annisplendidamente vissuti.Perdonatemi per la lunghezza, per un arti-colo di giornale, e per la brevità, come ri-tratto storico, ma non potevamo festeggiarei 150 anni dell’Unità d’Italia, senza parlare diGaribaldi, che incarna il Risorgimento ed èstato e rimane, forse, l’unico vero Eroe dellaNostra Patria. Tanti Auguri Italia.

Cari lettori, Athenaeum vuole festeg-giare ancora meglio il centocinquante-simo anniversario dell’Unità d’Italia.Ogni pagina infatti cambierà il coloredella fascia superiore, che diventerà untricolore per tutto l’anno!Anche la rubrica “Athenaeum consiglia”conterrà libri che riguardano l’Unità, af-finché si possa approfondire la Nostrastoria, e questi anniversari devono farcivenire la voglia di conoscere ancora me-glio il nostro passato.Ricordiamo che chiunque può inviaredegli approfondimenti sul tema del-l’Unità. L’invito è anche rivolto ai do-centi di Storia della scuola.

Il 17 marzo diventa Festa Nazio-nale. Il Regno d’Italia infatti nacque il17 marzo del 1861 e, lo stesso giorno,il Parlamento proclamò Vittorio Ema-nuele II di Savoia primo re d’Italia. Lescuole e gli uffici resteranno chiusi perlasciare spazio alle Celebrazioni, masolo per quest’anno, che è quello dellaricorrenza.

Yo hablo EspañolGrazia CacioloLo spagnolo può sembrare una lingua pocoimportante, ma non lo è affatto. Alcune per-sone pensano che basti aggiungere una “s”alla fine delle parole e che non ci sia bisognodi studiarlo perché banale e semplice da ca-pire, ma in realtà le cose non sono propriocosì, anche se è una lingua indoeuropea chederiva dal latino e quindi abbastanza simileall’italiano. L'importanza dello spagnolo è cre-sciuta notevolmente negli ultimi anni. Se-condo l’UNESCO, entro il 2050 si calcola cheil 25%della popolazione degli Stati Uniti par-lerà spagnolo. Se prendiamo in considera-zione questi dati, non sorprende il fatto che

milioni di studenti stiano scegliendo di stu-diare la lingua spagnola invece di altre lingueconsiderate tradizionalmente più importanticome il francese o il tedesco. Quindi studiarelo spagnolo è diventato importante perché èla terza lingua più parlata del mondo, dopo ilcinese e l’inglese, ed è la seconda in terminidi personemadrelingua. Lo spagnolo è la lin-gua ufficiale in 22 paesi ed è parlata da 503milioni di persone (l’inglese da 501 milioni),solamente negli Stati Uniti d’America lo par-lano 35 milioni di persone. Inoltre la culturaispanica continua ad esercitare una forte in-fluenza sull’architettura, l’arte e la letteraturamondiale. Chi non conosce il "Don Chisciottedella Mancia" di Cervantes o i quadri di Pi-casso?

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8 Rubriche Gennaio 2011

Amica Luna““EE ssee llaa LLuunnaa ppootteessssee ppaarrllaarree??””

Cara Amica Luna,ti scrivo per chiederti un consiglio. Sono un ragazzo molto ti-mido, che va d'accordo con tutti; è solo che a volte mi sentocome se in fondo il mio parere non servisse a nulla, come setutti sappiano fare ogni cosa meglio di me. Insomma, a voltevorrei sparire, tanto nessuno se ne accorgerebbe... So che ilmio ragionamento è sbagliato, ma che cosa dovrei fare se-condo te?Grazie!

Anonimo

Caro amico,Vorrei risponderti più che con le parole, con un'immagine, chepossa arrivarti subito al cuore. Immagina una bella giornata diprimavera, il prato fio-rito, il cielo azzurro, ilsole... immagina di tro-varti in mezzo a quelgiardino e di vederetanti fiori diversi: sicu-ramente la semplicità diuna margherita non tisembrerà meno incan-tevole della maestosità di una rosa e se quel giardino man-casse anche di una sola di quelle margherite non sarebbe lostesso. Non so se hai capito dove volevo arrivare, ma speroche queste parole possano aver soffiato nel tuo cuore, por-tandoti il vento primaverile di quel giardino fiorito.Se ti senti come una margherita o anche come un semplice filod'erba, ricorda che l'importante è essere sempre il meglio diquello che sei, perché quando il sole un giorno asciugherà larugiada che ora ti tiene chiuso in te stesso, anche tu sbocce-rai e sarai il fiore più bello di tutto il giardino, il tuo giardino,la tua Vita. Lasciala fiorire giorno dopo giorno, petalo dopopetalo e vedrai che nel tuo cuore sarà sempre primavera.

La tua amica Luna ♥

Potete consegnare i Vostri messaggi per Amica Lunaalla Direzione, oppure se preferite che rimanganoanonimi, tramite il nostro sito web, all’indirizzo:www.giornaleathenaeum.com/luna

Athenaeum consiglia......il libro del mese

Nel centocinquantenario dell'unitàd'Italia, Bruno Vespa ripercorre quasidue secoli di vita italiana - dai primivagiti del Risorgimento alle ultimeconvulsioni dello scontro traBerlusconi e Fini - componendo unaffresco in cui gli uomini e le donneche hanno fatto (e stanno facendo) ilnostro paese escono dal Pantheondella storia per raccontare le lorovicende politiche e private. Il numerodelle pagine non deve spaventare,poiché la lettura è molto piacevole escorrevole.

Titolo Il cuore e la spadaAutore Bruno VespaEditore Mondadori, 2010Collana I libri di Bruno VespaPagine XV-846Prezzo € 22,00

Si consiglia di visitare il blog

http://150litaliacanta.wordpress.com

curato dalla Prof.ssa Alessandroni.Siete tutti invitati a inviare scritti e a

commentare! Accorrete numerosi.

ZabaioneNachklaenge aus dem TheaterFrancesco CarlettiSentirsi morti su una seggiola, senza nessuna proiezione,solo vittime impreparate dell’energia, solo l’anima fragile,inutile, blu, scossa, presa per i gomiti e sbattuta come un’in-degna! E alla fine dell’onda non ritrovarsi più, mirare il ri-flesso d’un corpo squartato, di una nuda, di una belva, di unagonizzante, di un fanciullo!Un vento caldo è inaspettato se per terra brilla ancora ilghiaccio e se dove sei caduto ancora duole, e sembra ne-gare l’inverno, sembra mettergli un infante addormentatonelle fauci spalancate e voraci! E smuove la coltre dei sensi,d’un corpo già scosso di dentro, già urlante come le frondedenudate!Percepire allora, d’un tratto, l’illusione dello spazio, deisuoni, del bordo della fontana che mi tiene e sul quale sono,come una foglia, adagiato; della mole nera della cattedraleche si staglia solenne e diabolica nel cielo, fissa, dietro loschermo mobile di rami angosciati, di nubi che senza pacenavigano il cielo! Della luna che vortica in un cumulo fumosolatteo e allucinato!Dilaniato! Straniato! Stracciato! Smembrato! Sventrato! Ilvelo dell’apparire fatto a brandelli, il falso io sbranato!Cosa è bene e cosa è male, ora? Cosa è vero, cosa non lo è?Cos’è che, dietro le sembianze e i gesti del sacro, ringhia, sidibatte, piange, freme, mugola, implora, si tormenta? Cosarende uno tutto questo, cosa fa amabile il morirne?Straziato, battuto, ridotto a niente! E questo nulla, questonulla senza forza, senza parola, senza volontà, dio, è cosìvivo, la sua faccia livida sorride, gli occhi azzurri sono miele,sono neri come il Reno!

a cura di Francesco Carletti

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9RubricheAnno V · Numero 1

vare quella sensazione. Tra una chiac-chiera e una carezza ha inizio la "seduta diMusicArTerapia". Il suo strumento? Deicampanelli. Campanellini per essere pre-cisi, tipo sonagli. Delicatamente nel pugno di Lucrezia, econ dei ritmi, dolcemente, faceva in modoche quei campanelli suonassero a tempo.Lucrezia non riesce a sentire il suo fisico,non può muoversi; è immobile, la suaespressione, i suoi occhi lo sono, il suosguardo... tutto fermo. Contemporanea-mente estremamente intenso.La madre è entrata nella stanza cantandoe seguendo il ritmo dell'esercizio. I cam-panelli, erano riusciti a coinvolgere tutti.Né strumenti, né spartiti o direttori d'or-chestra, ma credetemi, era un concerto.Lei continuava a guardarci, guardava icampanelli, la mamma, Raimondo, tuttaquella Forza di Vita che la circondava: unospettacolo indescrivibile. La musica è il loro mezzo di comunica-zione. Parole, urla, abbracci e lacrime:tutto musica. Amore, forza, energia, alle-gria, coraggio, speranza. Vita.Risveglia dolcemente coloro che non pos-sono fare altro che dormire e dà una spe-ranza a tutti quelli che non hanno idea delperché succedano cose così tristi. La musica non risponde ai perché, ma dàla forza di affrontarli e di andare avanti.

PPPPeeeerrrr vvvvoooocccceeee ssssoooollllaaaa............ Da sempreGiulia RossiPartimmo verso le sei. Il sole, ancora unpo’ nascosto dietro ai lontani monti neri,andava a poco a poco sfumando il cielosulle colline, sui prati, sui tetti delle case,su noi. Con uno zaino pieno di cianfrusa-glie e il cuore colmo di gioia, chiudevamoalle nostre spalle un capitolo della nostravita; rimanevano ancora tante paginebianche da riempire e il nostro cuore inquel pullman che sfrecciava sull’asfaltoruvido, aveva già cominciato a scrivere.Seguivo con gli occhi la linea bianca sullaautostrada che in alcuni punti diventavatratteggiata e pensai alla vita: essa èfatta di momenti che si susseguono inin-terrottamente nel tranquillo fluire del-l’umanità. Poi d’un tratto sembra chetutto stia per precipitare, che non si è piùsicuri di nulla… ma poi continua a scor-rere indisturbata, proprio come quellastriscia bianca. Pensai dopo che forse,anche sulla strada della nostra vita ,c’èuna linea da seguire e il difficile non ètanto seguirla, quanto trovarla.Essendo così assorta nei miei ragiona-menti contorti, non mi ero accorta che ilsole era già alto nel cielo. Le mie amichedormivano ancora, raggomitolate sui se-dili e così anch’io, cullata dalla brezzadella neve di dicembre e avvolta in unacoperta di caldi sogni, mi addormentai.Improvvisamente il mio sedile divenneuna candida nuvola dispersa nell’ im-mensità del cielo che volava sulle ali leg-gere del vento. Vidi gli alberi, le case, lestrade come minuscoli puntini. Ma c’era

qualcosa di più grande: due punti chesulla terra sembravano così lontani, vistida lassù erano vicinissimi. “Che bello”pensai “oltre alla distanza che divide, cen’è anche una capace di unire”.E così volavo sempre più in alto, fino asfiorare quell’immensità di cui mi sentivoparte. Fu in quel momento che il ventosoffiò nel mio cuore ed improvvisamentetutte le mie domande trovarono una ri-sposta. In quel profondo silenzio che vi-veva parallelo alla confusione del mondosottostante, una voce, dopo avermi chia-mato per nome, mi parlò. Prima che po-tessi domandare chi fosse, mi aveva giàrisposto. “Non è la prima volta che tiparlo” disse “ti ho parlato tante voltecome adesso, ma solo ora tu riesci adascoltarmi. Per te la prima parola che hosussurrato nel tuo cuore è stata sedicianni fa, quando venivi alla luce. Ma in re-altà ti parlo da sempre e ti conosco dasempre. Ti parlo quando la mattina sve-glio il sole dietro le montagne e dipingol’argento dell’aurora, quando ricamo confili dorati la bellezza del tramonto,quando accendo le stelle nel cielo e co-loro lo spicchio della luna per evitare chela notte ti faccia paura; ti parlo quandoappendo i frutti sugli alberi e tiro su i filid’erba, quando muovo le foglie tra i ramicon la brezza del mio respiro. Ti parloquando illumino i banchi di scuola con unraggio di sole, quando bagno i prati e lemontagne con le gocce di pioggia; tiparlo quando le onde del mare si infran-gono sugli scogli e quando il vento ti ac-carezza i capelli… è così che parlo

Ho visto un posto che mi piace...a cura di Francesca Astrei

all’uomo, ma l’uomo non mi ascolta; è untutt’uno con i prodotti e le situazioni enon fa più attrito con nulla; non riesce adascoltare il silenzio fuori e dentro di lui,perché quel silenzio è coperto dal rumoredel mondo…un mondo fatto di odio, diguerre, di dolore, dove solo pochi rie-scono a riscoprire le tante bellezze cherestano nascoste. Ho creato l’uomo e gliho permesso di scegliere tra il bene e ilmale, ma qualsiasi scelta egli abbia fatto,non l’ho mai lasciato solo. Gli ho donatoun paio di occhi per ammirare tutte lemeraviglie esistenti e un paio di mani peraiutare gli altri. Cercando poi tra tutti iluoghi del mondo che avevo creato, diuno soltanto feci la mia casa: il cuore del-l’uomo. Ma molti ancora mi tengono nel-l’angolino più piccolo e buio, molti altriinvece non mi vedono nemmeno. Eppuresono lì…da sempre”.Mentre la voce mi parlava in questomodo mi condusse su una strada. La ri-conobbi. Era quella su cui viaggiavo unmomento prima e lì, accanto al pullmanrovesciato, il mio corpo giaceva quasiprivo di vita. La voce mi disse di espri-mere un ultimo desiderio prima di tor-nare ad essere una cosa sola conquell’immensità di cui da sempre facevoparte; allora chiesi se potevo tornare unattimo indietro per raccontare a tutti labellissima esperienza che avevo appenavissuto. Ma la voce mi rispose che nonera possibile perché sulla terra non avreitrovato le parole. E fu così che il segretomistero della vita si svelò in tutta la suasemplice bellezza mentre disperdeva imiei giorni come soffi nel vento. Da lì fuifelice…peccato che non potei mai raccon-tarlo a nessuno.

sono incuriosita e, dopo qualche chiac-chiera, mi ha invitato ad andare con lui,quel pomeriggio stesso, a trovare una ra-gazza di Fiuggi in coma da due anni acausa di un incidente stradale."Ma che sto facendo? mi sto presentandoa casa di una ragazza che non ho mai co-nosciuto, oltretutto in coma... ""Va, vedi, osserva, studia, e impara. Capi-sci."Un attimo. Senza che avessi avuto iltempo di capire ciò che stava accadendo,mi sono ritrovata davanti ad una poltrona,con una ragazza piena di tubi. Dorme.Dorme da due anni.Così faccio conoscenza con la madre. Laprima delle sorprese che si sono susse-guite. Una donna meravigliosa, piena dienergie. Mi ha guardato, ci siamo presen-tate. "Che bello sapere che Lucrezia fa an-cora nuove amicizie". Una delle prime coseche mi ha detto. Lo zio del mio amico si era avvicinato allaragazza e dopo averle preso la mano iniziaa parlarle, a scherzare, a coccolarla con unamore che non avevo mai visto in vitamia. Può sembrare strano, ma in quel mo-mento è come se anche io avessi volutoun pò di quell'affetto, anche io volevo pro-

Oggi ripensandoci mi rendo conto che lavita è fatta così: un insieme di inspiegabilieventi tristi, per il quale noi non possiamofare assolutamente niente; ma anchequalche attimo di bellezza dove il tempo,le circostanze, sembrano assumere un an-damento diverso. Sembra quasi che le note musicali forminouna "parentesi temporale", come se met-tessimo pausa al film, dando inizio a unpiccolo cortometraggio. Un luogo lontanoe magnifico nel nostro stesso paesino. Unsempre nel mai.Tutto aveva assunto le sembianze di unnormale venerdì pomeriggio. Chi l'avrebbedetto che sarebbe stato il concentrato diore più intense della mia vita. Ero andataa trovare un mio amico. C'erano vari pa-renti, uno dei quali (uno zio) mi ha colpitoin particolar modo. Con il suo modo di faresereno e sorridente abbiamo iniziato aconfrontarci, intraprendendo un discorsopiù importante di quanto credessi nel mo-mento in cui parlavo.Pratica la “MusicArTerapia”. Attraverso lamusica e l'arte riesce a comunicare conquelle persone che a noi, "ignoranti", sem-brano non poter dire mai più niente. Mi

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10 Sport Gennaio 2011

A 4 5 a n n i d i d i s t a n z a , i n e r a z z u r r i c o n q u i s t a n o i l M o n d i a l e p e r C l u b

L’Inter di Benitez sul tetto del mondoQu i n t o t i t o l o d e l 2 0 1 0 , m a M o r a t t i c amb i a a l l e n a t o r e : e c c o L e o n a r d o

Viviana AstaziUn mese fa, su queste pagine, parlavamodel disastroso inizio di stagione dell’Interguidata da Benitez: risultati incostanti,polemiche a non finire, tensioni dentro efuori dal campo… A circa trenta giorni didistanza qualcosa è cambiato. I neraz-zurri hanno rialzato la testa e con grandestile hanno affrontato la più importantecompetizione dell’ormai trascorso 2010:il Mondiale per Club. A settembre il successo interista apparivasemplicemente scontato. Eppure il de-butto in campionato ha segnato il ridi-mensionamento di una squadraapparentemente imbattibile, tanto cheproprio due settimane prima del torneointercontinentale alcuni credevano che lavittoria non sarebbe arrivata. Si ipotiz-zava già il trionfo dei Brasiliani dell’Inter-nacional, chehanno però de-luso ogni aspetta-tiva, perdendo insemifinale controil Mazembe cam-pione d’Africa. Per i Milanesi latrasferta ad AbuDhabi è stata lamigliore del 2010:la vittoria per 3-0riportata sul Se-ongnam, squadra coreana rappresen-tante l’Asia, ha visto protagonistiStankovic, che ha firmato il vantaggio,capitan Zanetti e Milito, simbolo dellapassata stagione. Un successo che ha ca-ricato l’ambiente nerazzurro, proiettan-dolo verso la finale del 17 dicembre.E proprio questa data rimarrà a lungo im-pressa nelle menti e nei cuori di tutti i ti-fosi: il giorno della consacrazione, ilgiorno in cui è stata scritta la storia delclub.

Ore 18.05, stadio Mohammed Bin Zayed:la partita comincia. All’Inter basta menodi un quarto d’ora per passare in vantag-gio: Pandev, lanciato da Eto’o, batte ilportiere avversario Kidiaba; quattro mi-nuti dopo, al diciassettesimo, Zanettiprova a servire ancora Pandev, ma lapalla raggiunge Eto’o: è il raddoppio. Il resto del primo tempo vede assoluti pa-droni del campo i nerazzurri, che con Mi-lito sprecano diverse occasioni perchiudere definitivamente il match. At-torno alla metà del secondo parziale ilMazembe prova a reagire, ma senza ri-sultati: all’ottantesimo ci pensa il giovaneBiabiany ad archiviare il risultato. Esplode la festa interista; chissà quantepersone, incollate al televisore, avrannotremato per l’infortunio dello sfortunatoSneijder, che non ha potuto partecipare

alla finale; chissàquante sarannosaltate in piedi aigoal dei loro idoli.Quanto sarà stataforte l’emozionenel vedere il Capi-tano alzare laCoppa sognataper 45 anni? Pur-troppo il tutto èstato “rovinato”dalle dichiarazioni

di uno stressato Benitez che dopo la con-quista dell’ennesimo trofeo stagionale èscoppiato in conferenza stampa, quandoha ripetuto nuovamente di aver bisognodi nuovi giocatori per colmare le lacunenei vari reparti. Immediata la replica delPresidente Moratti, il quale prima ha cer-cato di mantenere il controllo, poi ha eso-nerato il tecnico sostituendolo con l’exrossonero Leonardo. Decisione molto cri-ticata, ma che forse si rivelerà la miglioretra tutte: il futuro dei nerazzurri, in cam-

pionato affamati di vittorie, ora dipendeda una bandiera milanista. Intanto la pre-sentazione è stata delle più dolci: la Be-fana ha infatti donato all’Inter il nettosuccesso per 3-1 sul Napoli con la dop-pietta di un rigenerato Thiago Motta e diCambiasso. La rete del momentaneo pa-reggio partenopeo è stata segnata da Pa-zienza. Già si parla di “Leonardo degnosuccessore di Mourinho”, mentre Benitezè finito nel dimenticatoio: è certamentepresto per fare paragoni tra i tre allena-tori; non ci resta che guardare.

Squadra P.ti G V N PMilan 44 21 13 5 3Napoli 40 21 12 4 5Roma 38 21 11 5 5Lazio 37 21 11 4 6Inter 35 20 10 5 5Juventus 35 21 9 8 4Palermo 34 21 10 4 7Udinese 33 21 10 3 8Sampdoria 27 20 6 9 5Cagliari 26 21 7 5 9Fiorentina 25 20 6 7 7Parma 25 21 6 7 8Bologna (-3) 25 21 7 7 7Genoa 24 20 6 6 8ChievoVerona 24 21 5 9 7Catania 22 21 5 7 9Lecce 20 21 5 5 11Cesena 19 21 5 4 12Brescia 18 21 5 3 13Bari 14 21 3 5 13

La Serie A dopo 21 giornate

C.League; Prel.; Europa L.; Retrocessione

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Cerimonia di Consegna dei Diplomi- 22 dicembre 2010 -

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Cruciverba

Redazione www.giornaleathenaeum.comDIRETTOREGabriele Russo RussoVICEDIRETTORI CAPOREDATTOREDanilo Bucciarelli e Giorgio Astrei Daniele RodolicoFONDATORI E DIRETTORI ONORARIMarco Cecili, Francesco Carletti

COLLABORATORI DI REDAZIONESara Ciaralli, Ilaria Cultrera, Virginia Quattrocchi, Anna Lucia Russo RussoGrazia Caciolo, Marco Fantini, Viviana Astazi, Matteo Tasca, Giorgio Astrei,Andrea Paris, Emanuele Rossi, Prof.ssa Claudia Fantini.Giornale chiuso in Redazione il 24/01/2011

Perla di saggezza“Eppure ogni uomo uccide ciò ch'egli ama, e tutti losappiamo: gli uni uccidono con uno sguardo di odio, gli altricon delle parole carezzevoli, il vigliacco con un bacio, l'eroecon una spada!”

Oscar Wilde, The Ballad of Reading Gaol (1898)

20/02 Samanta Faiocco 16

27/02 Irene Erculei 16

28/02 Erika Pagliocca 15

29/02 Maria Vittoria Bigliardo 15

ORIZZONTALI: 1. Como - 3. C'èanche quella "al tesoro" - 7.Contrassegni per autovetture - 12.Indemoniata - 14. Fischio acuto -15. Puliti -16. Ornamento per icapelli - 20. Il primo pronome - 21.Luogo di ricerca - 23. Starnazza -25. Bei fiori caratteristici dell'Olanda- 26. Insegnante in breve - 27. Lacittà con la "Ghirlandina" (sigla) -28. Breve... motto - 29. Il fioredell'oblio - 30. Imprecisa,indeterminata - 32. Ricevette il

"Decalogo" - 33. Ingannato... dagliamici -34. Recano messaggi... - 36.Vocali in più - 38. Ovest Nord-Ovest- 39. Dottore in breve - 40. Nevesenza pari - 41. Ha i minuti contati!- 42. Il diffondersi del morbo.VERTICALI: 1. Palazzo con piùproprietari - 2. "Spinto" allafrancese - 3. Classe sociale - 4.Divinità nordiche - 5. Iniz. dellaSpaak - 6. Profondi solchi dierosione - 7. Capitale albanese - 8.Si confezionano in sartoria - 9.

Nome d'uomo -10. Famoso, celebre,rinomato -11. Idrogeno e Ossigeno- 13. Gabbia per polli - 14. Bizzarra- 17. Si acquista con l'esperienza...- 18. Addormentato, calmato -19.Consumato... dal dubbio - 21. Moltosporco - 22. Non esterni - 24. Indicacompagnia - 25. Insetti simili allemosche - 28. Albero da frutto - 29.Specialità atletica - 31. Dote senzapari - 32. L'attore Dillon - 34.L'attore Chaney - 35. Nome d'uomo- 37. Città della Caldea - 39. Laprima nota.