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150° DELL’UNITÀ D’ITALIA l patria indipendente l 26 giugno 2011 Giovane cannoniere della Repubblica, alla cinta Aureliana. Litografia da una fotografia dell’epoca. Dal 1849 al 1948 un filo rosso ideale significativo Garibaldi, Mazzini, Saffi e i combattenti che lottarono contro i francesi e il “Papa re” volevano una “nazione del popolo”, unita, giusta e democratica. In regalo per i lettori il fac-simile dell’importante documento approvato sotto le cannonate Quella della Repubblica Romana ispirò la nostra Costituzione

Quella della Repubblica Romana ispirò la nostra Costituzione · Sono straordinarie e non certo casuali le somiglianze tra la Costituzione della Repubblica Romana del 1849, quella

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Giovane cannoniere della Repubblica, alla cinta Aureliana. Litografia da una fotografia dell’epoca.

Dal 1849 al 1948 un filo rosso ideale significativo

Garibaldi, Mazzini, Saffi e i combattenti che lottarono contro i francesi e il “Papa re” volevano una “nazione del popolo”,

unita, giusta e democratica.In regalo per i lettori il fac-simile dell’importante documento

approvato sotto le cannonate

Quella della Repubblica Romanaispirò la nostra Costituzione

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S ono straordinarie e non certo casuali le somiglianze tra la Costituzione della Repubblica Romana del1849, quella di Mazzini, Garibaldi, Armellini e Saffi e quella dell’Italia repubblicana che tutti noiconosciamo, entrata in vigore il 1° gennaio del 1948, quando il Paese era ancora accasciato sulle ferite

della guerra. Vogliamo ricordarlo ora, in occasione dei 150 anni dell’unità nazionale. È chiaro che molti deipadri costituenti – che avevano concluso i loro dibattiti, i loro scontri politici e le polemiche – prima che laCostituente dicesse il suo “sì” il 22 dicembre del 1947, sicuramente avevano riletto con grande attenzione ledelibere e le carte degli eroici difensori di quella piccola repubblica che aveva resistito per oltre un mese alletruppe del generale francese Oudinot, mandato a Roma per riportare sul trono temporale il “Papa re” Pio IX. Inquelle carte e in quella Costituzione c’erano le speranze di quelle centinaia e centinaia di cittadini che erano

morti sul Gianicolo perdifendere l’indipendenza diuna “piccola Patria” cherappresentava tutti coloro che,anche a costo della vita,volevano l’Italia una eindipendente. Non si possonoancora una volta non ricordarequei giorni di guerra e le oredella fine, senza una grandecommozione. Si è commossoanche Claudio Fracassi nel suonotissimo e bellissimo librointitolato “La meravigliosastoria della Repubblica deibriganti”.Ed è per questo cheriprendiamo proprio da quellibro notizie e particolari.

L’assemblea Costituente del 1849 era composta da centouno deputati eletti a suffragio universale che si eranoriuniti, sotto i continui bombardamenti francesi, in Campidoglio, nel Palazzo di Propaganda Fide e in altre sedioccasionali, per centotrentrasei sedute pubbliche e sette a porte chiuse. Gli eletti dal popolo erano ancorariuniti in Campidoglio per approvare proprio gli ultimi articoli della Costituzione, quando le prime compagnie disoldati francesi entravano inRoma. Tutti i parlamentari,come se niente fosseaccaduto, si erano ritrovatisulla piazza del Campidoglio eun paio di segretari si eranoalternati nella lettura di tuttala Costituzione finalmenteapprovata, mentre migliaia dipersone ascoltavano insilenzio. Alla fine, gli eletti dalpopolo avevano apposto laloro firma nell’ultima paginadella carta costituzionale e poiconferito la cittadinanzaromana a tutti gli italiani,“stranieri”, che avevanocombattuto per la Repubblica.Subito dopo avevano ancorastabilito che, quindici di loro,

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Il Casino dei Quattro Venti distrutto a cannonate dai francesi. All’interno vi si svolsero terribilicombattimenti all’arma bianca tra invasori e difensori di Roma.

Giuseppe Garibaldi nei giorni della RepubblicaRomana.

Giuseppe Mazzini, uno dei triumviri della Re-pubblica.

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in qualunque parte d’Italia o del mondo si fossero ritrovati, avrebbero potuto riunire di nuovo l’assemblea edeliberare. Dopo, tutti, erano scesi lentamente verso la città, sempre con la fascia tricolore a tracolla, sospintidai soldati francesi. In quelle stesse ore, Goffredo Mameli stava morendo in ospedale, divorato dalla cancrenaper una ferita avuta al Casino del Vascello a fianco di Garibaldi. Altre decine di feriti, invece, attendevanoaiuto sistemati alla meglio nei posti più incredibili. Nessuno della Repubblica aveva trattato con i francesi o siera arreso. Non Garibaldi, nemmeno Mazzini e neanche gli uomini dell’assemblea Costituente. La Repubblica,insomma, era caduta senza arrendersi.Furono, comunque, ore drammatiche e terribili che meriterebbero di essere raccontate fin nei minimiparticolari. Proviamo a riprendere ancora altre notizie e testimonianze dal libro di Fracassi.Mentre al Campidoglio i parlamentari venivano cacciati, il generale Oudinot, a cavallo e scortato dalle truppe,entrava in città per via del Corso, sperando ancora di incontrare una qualche delegazione che si presentasseper firmare la resa, ma non si fece avanti nessuno. Lungo la strada c’erano soltanto migliaia di persone insilenzio. Gli abitanti dei palazzi chiudevano le finestre e da una di queste, dove era stato esposto, cadde untricolore. Oudinot salì col cavallo sopra alla bandiera, in segno di sfregio. Ne nacque un terribile parapigliasedato a stento dalle baionette dei soldati francesi. Da un angolo partirono grandi applausi, (ma) non eranoper il generale, ma per il deputato Cernuschi che si era vestito tutto di nero e con la fascia tricolore a tracollastava sfilando in mezzo ai francesi, seguito da un gruppo di patrioti. Tanti i testimoni che hanno raccontatoquella occupazione della città. Il generale francese, ad un certo momento, era stato applaudito soltanto da unsacerdote sbucato da un portone. Dopo pochi minuti, l’uomo con la tonaca, era sparito sommerso da una follainfuriata. Più tardi, in Piazza San Pietro, Garibaldi avrebbe radunato coloro che intendevano seguirlo percontinuare a combattere. Furono in quattromila ad accodarsi allo stato maggiore del generale, più una decinadi carri carichi di feriti. Il resto è noto. Il “Papa re” rientrò a Roma e la sua “giustizia” comminò centinaia dianni di galera ai combattenti della Repubblica. Persino i cimiteri con le spoglie dei caduti sugli spalti delGianicolo, vennero distrutti e i corpi trafugati o dispersi.

Nella zona del Gianicolo si combatte in difesa della Repubblica. Ovunque si vedono garibaldini che accorrono. Si tratta di una nota “foto-pittura” dell’epoca.

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Era questo il clima nei giorni in cui nacque la Costituzione della Repubblica Romana, un documento laico,modernissimo, democratico che affidava tutto il potere al popolo che parlava, per la prima volta, di giustiziasociale, di libertà, di uguaglianza tra tutti i cittadini, a prescindere dalla loro provenienza sociale e dal lorocredo religioso. Basta pensare all’articolo uno che dice: “La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolodello Stato romano è costituito in Repubblica democratica”. E l’articolo sette che afferma: “Dalla credenzareligiosa non dipende l’esercizio dei diritti civili e politici”.Tanto e tantissime cose in comune con la Costituzione della nostra Repubblica, entrata in vigore il 1° gennaiodel 1948. Addirittura Meuccio Ruini, presidente del Senato, membro dei primi governi del dopoguerra e uomopolitico Dc, in una vecchia intervista rilasciata nei giorni della Costituente, aveva detto: “Formulare oggi unaCostituzione è compito assai grave. Dopo le meteore di quelle improvvisate nella scia della rivoluzionefrancese e delle altre del Risorgimento, concesse dai sovrani – tranne una luminosa eccezione, la Costituzioneromana di Mazzini, alla quale noi ci vogliamo idealmente ricongiungere – è la prima volta nella sua storia chetutto il popolo italiano, riunito in Stato nazionale, si dà direttamente e democraticamente la propriaCostituzione”.Ecco perché, in un periodo in cui gli attacchi alla nostra Costituzione repubblicana sono continui, insidiosi epericolosissimi, abbiamo deciso di regalare ai nostri lettori il fac-simile integrale del testo della Costituzionedella Repubblica Romana.Leggete compagni e amici, confrontate e continuate a difendere la Carta fondamentale della Repubblica, comehanno sempre fatto i vecchi partigiani e i democratici, dal dopoguerra e fino ai nostri giorni.La Costituzione della Repubblica Romana fu, in gran parte, opera di Giovanni Pennacchi eletto a rappresentarePerugia all’Assemblea Costituente. Fu lui a salvare, dopo la fine della Repubblica, carte e documenti. Regalòpoi la “sua” Costituzione al Comune della capitale umbra che la conserva presso la Biblioteca comunaleAugusta.Noi l’abbiamo riprodotta da “Capitolium – Rivista di Roma”, numero monografico del maggio 1968.

Wladimiro Settimelli

Il Casino Savorelli, quartier generale di Garibaldi. L’artiglieria francese, comandata dal generale Oudinot, lo ridusse, come si vede nella foto,ad un cumulo di macerie.

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Chiarezza, modernità delle disposizioni, totale senso della libertà e della democrazia, laicità, sensodel dovere e del bene pubblico, libertà assoluta di stampa, di credo politico e religioso. Basta rileggersi l’articolo uno della Costituzione della Repubblica Romana del 1849, per averechiara tutta l’impostazione della nuova carta fondamentale dello Stato. Ecco tutti gli articoli della Costituzione del 1849, ossia della Repubblica di Garibaldi, Mazzini,Armellini e Saffi, la Repubblica del popolano Ciceruacchio e di tutti i caduti sugli spalti del Gianicolo in difesa della libertà dei popoli e del principio di indipendenza e di sovranità nei confronti delle truppe francesi che sostennero e riportarono al potere temporale Papa Pio IX.

VI - La più equa distribuzionepossibile degli interessi locali,in armonia con l’interesse po-litico dello Stato, è la normadel riparto territoriale della Re-pubblica.

VII - Dalla credenza religiosanon dipende l’esercizio dei di-ritti civili e politici.

VIII - Il Capo della Chiesa cat-tolica avrà dalla Repubblicatutte le guarentigie necessarieper l’esercizio indipendente delpotere spirituale.

TITOLO IDEI DOVERI E DEI DIRITTI

DEI CITTADINI

ART. 1 - Sono cittadini dellaRepubblica: gli originari dellaRepubblica; coloro che hannoacquistato la cittadinanza pereffetto delle leggi precedenti;gli altri italiani con il domiciliodi sei mesi; gli stranieri con il

PRINCIPII FONDAMENTALI

I - La sovranità è per dirittoeterno nel popolo. Il popolodello Stato romano è costitui-to in Repubblica democratica.

II - Il regime democratico haper regola la eguaglianza, lalibertà, la fraternità. Non rico-nosce titoli di nobiltà né privi-legi di nascita o casta.

III - La Repubblica con le leggie con le istituzioni promuove ilmiglioramento delle condizio-ni morali e materiali di tutti icittadini.

IV - La Repubblica riguardatutti i popoli come fratelli, ri-spetta ogni nazionalità, propu-gna l’italiana.

V - I municipi hanno tuttiuguali diritti: la loro indipen-denza non è limitata che dalleleggi di utilità generale delloStato.

domicilio di dieci anni; i natu-ralizzati con decreto del poterelegislativo.ART. 2 - Si perde la cittadinan-za: per naturalizzazione, o perdimora in paese straniero conanimo di non più tornarvi; perl’abbandono della patria in ca-so di guerra, o quando è di-chiarata in pericolo; per accet-tazione di titoli conferiti dallostraniero; per accettazione digradi o cariche e per serviziomilitare presso lo straniero,senza autorizzazione del go-verno della Repubblica: l’auto-rizzazione è sempre presuntaquando si combatte per la li-bertà di un popolo; per con-danna giudiziale.ART. 3 - Le persone e le pro-prietà sono inviolabili. ART. 4 - Nessuno può esserearrestato che in flagrante delit-to o per mandato di giudici; néessere distolto dai suoi giudicinaturali.Nessuna corte o commissioneeccezionale può istituirsi sottoqualsivoglia titolo o nome.Nessuno può essere carceratoper debiti.

La straordinaria e modernissima Costituzione del 1849

“democrazia, libertà, giustizia,uguaglianza, laicità, diritti e doveri …”

LA COSTITUZIONE ROMANA(1 luglio 1849)

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ART. 5 - Le pene di morte o diconfisca sono proscritte.

ART. 6 - Il domicilio è sacro:non è permesso entrarvi chenei casi e nei modi determina-ti dalla legge.

ART. 7 - La manifestazione delpensiero è libera: la legge nepunisce l’abuso senza alcunacensura preventiva.

ART. 8 - L’insegnamento è li-bero.

Le condizioni di moralità e dicapacità, per chi intende pro-fessarlo, sono determinate dal-la legge.

ART. 9 - Il segreto delle lettereè inviolabile.

ART. 10 - Il diritto di petizionepuò esercitarsi individualmen-te e collettivamente.

ART. 11 - L’associazione sen-z’armi e senza scopo di delittoè libera.

ART. 12 - Tutti i cittadini appar-tengono alla Guardia naziona-le nei modi e con le eccezionifissate dalla legge.

ART. 13 - Nessuno può essereastretto a perdere la proprietàdelle cose se non in causapubblica, previa giusta inden-nità.

ART. 14 - La legge determinale spese della Repubblica e ilmodo di contribuirvi.

Nessuna tassa può essere im-posta se non per legge né per-cetta per tempo maggiore diquello dalla legge determinato.

TITOLO IIDELL’ORDINAMENTO

POLITICO

ART. 15 - Ogni potere vienedal popolo. Si esercita dall’as-semblea, dal consolato, dal-l’ordine giudiziario.

TITOLO IIIDELL’ASSEMBLEA

ART. 16 - L’assemblea è costi-tuita da rappresentanti del po-polo.

ART. 17 - Ogni cittadino chegode i diritti civili e politici, a21 anni è elettore, a 25 eleggi-bile.

ART. 18 - Non può essere rap-presentante del popolo unpubblico funzionario nomina-to dai consoli o dai ministri.

ART. 19 - Il numero dei rappre-sentanti è determinato in pro-porzione di ogni 20.000 abi-tanti.

ART. 20 - I comizi generali siradunano ogni tre anni il 21aprile.

Il popolo vi elegge i suoi rap-presentanti con voto universa-le, diretto e pubblico.

ART. 21 - L’assemblea si riuni-sce il 15 maggio successiva-mente all’elezione.Si rinnova ogni tre anni.

ART. 22 - L’assemblea si riuni-sce in Roma, ove non determi-ni altrimenti, e dispone dellaforza armata di cui crederàaver bisogno.

ART. 23 - L’assemblea è indis-solubile e permanente, salvo ildiritto di aggiornarsi per queltempo che crederà. Nell’inter-vallo può essere convocata adurgenza sull’invito del presi-dente coi segretari, di 30membri o del consolato.

ART. 24 - Non è legale se nonriunisce la metà più uno deisuoi rappresentanti.Il numero qualunque de’ pre-senti decreta i provvedimentiper richiamare gli assenti.

ART. 25 - Le sedute dell’as-semblea sono pubbliche.Può costituirsi in comitato se-greto.

ART. 26 - I rappresentanti delpopolo sono inviolabili per leloro opinioni emesse nell’as-semblea, restando interdettaqualunque inquisizione.

ART. 27 - Ogni arresto o inqui-sizione contro un rappresen-tante è vietato senza il per-messo dell’assemblea, salvo ilcaso di delitto flagrante.Nel caso dell’arresto in fla-granza di delitto, l’assemblea,che ne sarà immediatamenteinformata, determina la conti-nuazione o cessazione del pro-cesso.Questa disposizione si applicaal caso in cui un cittadino car-cerato sia nominato rappre-sentante.

ART. 28 - Ciascun rappresen-tante del popolo riceve un in-dennizzo cui non può rinun-ciare.

ART. 29 - L’assemblea ha il po-tere legislativo: decide dellapace, della guerra, dei trattati.

Il popolano Ciceruacchio (Angelo Brunetti),fucilato con il figlioletto dagli austriaci. Pio IX, l’ultimo “Papa re”.

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ART. 30 - La proposta sulleleggi appartiene ai rappresen-tanti del consolato.ART. 31 - Nessuna proposta haforza se non dopo adottatacon due deliberazioni prese al-l’intervallo non minore di ottogiorni, salvo all’assemblea ab-breviarlo in caso di urgenza.ART. 32 - Le leggi adottate dal-l’assemblea vengono senza ri-tardo promulgate dal consola-to in nome di Dio e del popolo.Se il consolato indugia, il pre-sidente dell’assemblea fa lapromulgazione.

TITOLO IVDEL CONSOLATO E DEL MINISTERO

ART. 33 - Tre sono i consoli.Vengono nominati dall’assem-blea a maggioranza di due ter-zi di suffragi.Debbono essere cittadini dellaRepubblica e dell’età di 30 an-ni compiuti.ART. 34 - L’ufficio de’ consolidura tre anni. Ogni anno unode’ consoli esce d’ufficio.Le due prime volte decide lasorte fra i tre primi eletti.Niun console può essere ri-eletto se non dopo tre annidacché uscì di carica.ART. 35 - Vi sono sette ministridi nomina del consolato: 1°degli affari interni; 2° degli af-fari esteri; 3° di guerra e mari-na; 4° di finanza; 5° di grazia egiustizia; 6° di agricoltura,commercio, industria e lavoripubblici; 7° del culto, istruzio-ne pubblica, belle arti e benefi-cenza.ART. 36 - Ai consoli sono com-messe l’esecuzione delle leggie le relazioni internazionali.ART. 37 - Ai consoli spetta lanomina e revocazione di que-gli impieghi che la legge nonriserva ad altra autorità: maogni nomina e revocazionedeve essere fatta in consigliodei ministri.ART. 38 - Gli atti de’ consoli,fin che non sieno contrasse-gnati dal ministro incaricato

dell’esecuzione, restano senzaeffetto. Basta la sola firma de’consoli per la nomina e revo-cazione de’ ministri.

ART. 39 - Ogni anno, e a qua-lunque richiesta dell’assem-blea, i consoli espongono lostato degli affari della Repub-blica.

ART. 40 - I ministri hanno il di-ritto di parlare all’assembleasugli affari che li riguardano.

ART. 41 - I consoli risiedononel loco ove si convoca l’as-semblea né possono esciredal territorio della Repubblicasenza una risoluzione dell’as-semblea, sotto pena di deca-denza.

ART. 42 - Sono alloggiati aspese della Repubblica e cia-scuno riceve un appuntamen-to di scudi 3.600 all’anno.

ART. 43 - I consoli e i ministrisono responsabili.

ART. 44 - I consoli e i ministripossono essere posti in istatod’accusa dall’assemblea sullaproposta di dieci rappresen-tanti.La dimanda deve essere dis-cussa come una legge.

ART. 45 - Ammessa l’accusa, ilconsole è sospeso dalle suefunzioni; se assoluto, ritornaall’esercizio delle sue funzioni;se condannato, l’assembleapassa a nuova elezione.

TITOLO VDEL CONSIGLIO DI STATO

ART. 46 - Vi è un consiglio distato, composto di quindiciconsiglieri nominati dall’as-semblea.ART. 47 - Esso deve essereconsultato da’ consoli e da’ministri sulle leggi da propor-si, sui regolamenti e sulle ordi-nanze esecutive: può esserlosulle relazioni politiche.ART. 48 - Esso emana quei re-golamenti pei quali l’assem-blea gli ha dato una specialedelegazione. Le altre funzionisono determinate da una leg-ge particolare.

TITOLO VIDEL POTERE GIUDIZIARIO

ART. 49 - I giudici nell’eserciziodelle loro funzioni non dipen-dono da altro potere dello sta-to.ART. 50 - Nominati dai consolie in consiglio dei ministri, so-no inamovibili; non possonoessere promossi né traslocatiche con proprio consenso, nésospesi, degradati o destituitise non dopo regolare proce-dura e sentenza.ART. 51 - Per le contese civili,vi è una magistratura di pace.ART. 52 - La giustizia è ammi-nistrata in nome del popolo

Donne della Repubblica Romana si esercitano alla marcia e all’uso delle armi.

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pubblicamente; ma il tribuna-le, a causa di moralità, può or-dinare che la discussione siafatta a porte chiuse.

ART. 53 - Nelle cause crimina-li, al popolo appartiene il giu-dizio del fatto, ai tribunali l’ap-plicazione della legge. La isti-tuzione dei giudici del fatto èdeterminata da legge relativa.

ART. 54 - Vi è un pubblico mi-nistero presso i tribunali dellaRepubblica.

ART. 55 - Un tribunale supre-mo di giustizia giudica senza che siavi luogo a gravame, i

consoli ed i ministri messi inistato d’accusa. Il tribunale su-premo si compone del presi-dente, di quattro giudici piùanziani della cassazione e digiudici del fatto tratti a sortedalle liste annuali, tre per cia-scuna provincia.L’assemblea designa il magi-strato che deve esercitare lefunzioni di pubblico ministeropresso il tribunale supremo.È d’uopo della maggioranza didue terzi di suffragi per la con-danna.

TITOLO VIIDELLA FORZA PUBBLICA

ART. 56 - L’ammontare dellaforza stipendiata di terra e dimare è determinato da unalegge e solo per una leggepuò essere aumentato o dimi-nuito.

ART. 57 - L’esercito si formaper arruolamento volontario enel modo che la legge deter-mina.

ART. 58 - Nessuna truppa stra-niera può essere assoldata néintrodotta nel territorio della

Repubblica senza decreto del-l’assemblea.ART. 59 - I generali sono nomi-nati dall’assemblea sulla pro-posta del consolato.ART. 60 - La distribuzione deicorpi di linea e la forza delleinterne guarnigioni sono de-terminati dall’assemblea; népossono subire variazione otraslocamento, anche momen-taneo, senza di lei consenso.ART. 61 - Nella Guardia nazio-nale ogni grado è conferitoper elezione.

ART. 62 - Alla Guardia nazio-nale è affidato principalmenteil mantenimento dell’ordineinterno e della costituzione.

TITOLO VIIIDELLA REVISIONE

DELLA COSTITUZIONE

ART. 63 - Qualunque riformadi costituzione può essere so-lo domandata nell’ultimo an-no della legislatura da un terzoalmeno dei rappresentanti.ART. 64 - L’assemblea deliberaper due volte sulla domanda

con l’intervallo di duemesi. Opinando l’as-semblea per la riformaalla maggioranza di dueterzi, vengono convoca-ti i comizi generali ondeeleggere i rappresen-tanti per la costituente,in ragione di uno ogni15.000 abitanti.ART. 65 - L’assembleadi revisione è ancoraassemblea legislativaper tutto il tempo in cuisiede, da non eccederei tre mesi.

DISPOSIZIONITRANSITORIE

ART. 66 - Le operazionidella costituente attualesaranno specialmentedirette alla formazionedella legge elettorale edelle altre leggi organi-che necessarie all’attua-

zione della costituzione.ART. 67 - Con l’apertura del-l’assemblea legislativa, cessail mandato della costituente.ART. 68 - Le leggi e i regola-menti esistenti saranno in vi-gore in quanto non si oppon-gano alla costituzione e finchénon siano abrogati.ART. 69 - Tutti gli attuali im-piegati hanno bisogno di con-ferma.

Votata all’unanimitàDal Campidoglio il 1° luglio 1849

Ponte Milvio nei giorni della Repubblica Romana. Gli assediati lo hanno fatto saltare per impedire aifrancesi di traversare il Tevere.