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5/27/2018 quotidiano080-20140407-08-slidepdf.com http://slidepdf.com/reader/full/quotidiano080-2014-04-07-08 1/8 Spedizione inabbonamento postaleRoma, contocorrentepostale n.649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO  Non praevalebunt  Anno CLIV n. 80 (46.622) Città del Vaticano lunedì-martedì 7-8 aprile 2014 . y      (      7      H      A      3      J      1      *      Q      S      S      K      K      M      (      +       &      !       z      !       &      !       "      !       {      !  All’Angelus e durante la visita in una parrocchia romana Papa Francesco regala ai fedeli il Vangelo Parola tascabile In piazza San Pietro appello alla riconciliazione in Rwanda e invito a soccorrere gli africani vittime dell’eb ola Papa Francesco ha regalato ai fedeli che hanno partecipato all’Angelus di domenica 6 aprile in piazzaSan Pie- tro un piccolo Vangelo, raccoman- dando loro di portarlo sempre in ta- sca e di leggerlo ogni giorno. «È proprio Gesù che vi parla lì! È la parola di Gesù!» ha sottolineato. E Il gesuita Frans van der Lugt da cinquant’anni uomo di pace in Siria Sacerdote olandese assassinato a Homs D  AMASCO, 7. Il sacerdote gesuita olandese Frans van der Lugt è sta- to ucciso oggi a Homs, inSiria, a colpi di arma da fuoco. La notizia, data dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’organizzazione vi- cina all’opposizione, èstata confer- mata dalla curia provincialedeige- s ui ti . Pa dr e v an d er L ug t, u ni co europeo rimasto nella martoriata città siriana, è stato prelevato da uomini armati nella sua residenza e, dopo essere stato malmenato, è stato freddamente ucciso con due colpi alla testa. Il religioso settan- tacinquenne era conosciutissimo a Homs e in tutta la Siria, dove vive- va da quasi cinquant’anni. «Muore così un uomo di pace, che con grande coraggio ha voluto rimanere fedele in una situazione estremamente rischiosa e difficile a quel popolo siriano a cui aveva de- dicato da lungo tempo la sua vita e il suo servizio spirituale» ha dichia- rato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, il gesuita Federi- c o L om ba rd i. « Do ve i l p op ol o muore, muoiono con lui anche i suoi fedeli pastori» ha sottolineato padre Lombardi. «In questo mo- mento di grande dolore — ha ag- giunto — esprimiamo la nostra par- tecipazione nella preghiera, ma an- che grande gratitudine e fierezza per avere avuto un confratello così vicino ai più sofferenti nella testi- monianza dell’amore di Gesù fino alla fine». Dolore per la morte del religioso è stata espressa dalla Con- ferenza episcopale dei Paesi Bassi. Sui fronti di guerra siriani nel fi- ne settimana non si è registrata al- cuna tregua. Fonti sia governative sia dell’opposizione riferiscono di numerose vittime, anche nel centro della capitale Damasco, doveci so- no stati due mortie ottoferiti per colpi di mortaio dei ribelli caduti ieri sul teatro dell’Opera. Ad Homs almeno tredici ribelli sono stati uccisi nell’esplosione di un’au- tobomba che stavano preparando. Sabato c’erano stati quaranta mor- ti,in granparte civili,suivarifron- ti. Sempre sabato, l’Unicef, il fon- do dell’Onu per l’infanzia, ha rife- rito che nell’ultima settimana sono stati uccisi undici bambini. Nel frattempo, cruenti scontri scoppiati ieri in un campo in Gior- dania confermano la drammatica condizione dei profughi. Teatro dei disordini, che hanno provocato al- meno un morto e decine di feriti, compresi molti poliziotti giordani, è stato il campo di Zaatari, che ac- coglie circa 106.000 rifugiati, per numero la seconda concentrazione al mondo dopo quella di Dabaab, in Kenya. Diametralmente opposte sono le versioni dell’accaduto for- nite dalle autorità di Amman e dai r if ug ia ti . S ec on do il m in is tr o dell’Interno, Hussein Majali, le violenze, che hanno coinvolto cin- quemila residenti nel campo, sono incominciate dopo che gli agenti avevano arrestato un gruppo di profughi che cercavamo di lasciare illegalmente il campo stesso. Alcu- ni profughi avrebbero aperto il fuoco contro la polizia. I profughi hanno detto invece che a innescare i disordini è stato un poliziotto che ha maltrattato un bambino, denun- ciando simili comportamenti come prassi delle forze di sicurezza. Commemorazioni nel ventennale del genocidio in Rwanda L’insegnamento della memoria  La torcia accesa a ricordo delle vittime del genocidio (Reuters) N OSTRE I NFORMAZIONI Quasi cento persone uccise mentre Boko Haram è sospettato per il sequestro dei tre religiosi in Camerun Nigeria in balia dei gruppi armati Un’abitazione di Homs colpita da un proiettile di mortaio (Reuters) «in cambio di questo dono» ha chie- sto loro di fare «un atto di carità, un gesto di amore gratuito, una pre- ghiera per i nemici, una riconcilia- zione». Proprio di riconciliazione il Pon- tefice aveva parlato poco prima ri- cordando il ventesimo anniversario del genocidio perpetrato contro i tutsi in Rwanda nel 1994 e incorag- giando la popolazione del Paese a continuare «con determinazione e speranza» il processo di pacificazio- ne e di «ricostruzione umanae spiri- tuale». Il vescovo di Roma aveva anche parlato della drammatica si- t ua zi on e d el la Guinea e d i a lc un i Paesi confinanti colpiti dal virus dell’ebola e aveva auspicato per gli aquilani vittime del terremoto di cin- que anni fa un «cammino di risurre- zione» e di «ricostruzione materiale» fondato sulla solidarietà. La domenica di Francesco si è poi conclusa nella parrocchia romana di SanGregorio Magno,dove il Ponte- fice ha trascorso l’intero pomeriggio, celebrando la messa e incontrando le diverse realtà del quartiere. Anche ai fedeli della comunità della Magliana il Papa ha chiesto di portare sempre con loro un Vangelo da leggere quo- tidianamente. E li ha invitati a un esame di coscienza per togliere dal cuore «la pietra» del peccato e apri- re la propria anima al perdono di D io. P  AGINA 6  Ritrovamento di Gesù nelle fonti Una storia che conta OMANO PENNAA PAGINA 4  ABUJA, 7. Due massacri nelle ultime ore nel nord della Nigeria hanno da- to conferma di una sempre più dif- fusa violenza, sia legata ai contrasti fra etnie per il controllo delle fonti d’acqua e dei pascoli, sia di matrice terroristica. Un attacco sferrato ieri mattina da pastori nomadi di etnia fulani, di religione musulmana, ha provocato 79 morti nel villaggio di Galadima, nello Stato di Zamfara, abitato da agricoltori cristiani dell’et- nia hausa. L’assalto, secondo quanto riferito dalle autorità locali, è avve- nuto durante una riunione dei rap- presentanti delle comunità di villag- gi nello Stato di Zamfara. All’o rd ine del giorno della riunione c’era pro- prio il tema della sicurezza di fronte ai ripetuti attacchi armati e rapine. Nelle stesse ore, nello Stato nor- dorientale dello Yobe, diciassette abitanti del villaggio di Buna Gari sono stati uccisi in un’incursione di miliziani di Boko Haram, il gruppo di matrice fondamentalista islamica responsabile da oltre quattroanni di attacchi armati e attentati che hanno p ro vo ca to migliaia di v it ti me , i n maggioranza civili. Nel dare notizia dell’accaduto, il portavoce del gover- natorato locale, Abdullahi Bego, ha specificato che tra le vittime figura- no in prevalenza musulmani che si trovavano in preghiera in una mo- schea. Boko Haram è tra i sospettati an- che per il sequestro nel confinante Camerun, nella notte tra venerdì e sabato, di due sacerdoti italiani, don Giampaolo Marta e don Giananto- nio Allegri, entrambi della diocesi di Vicenza, e della suora canadese Gil- berte Bussier, di una congregazione anch’essa radicata in Veneto, le suo- re della Divina Volontà, che hanno la casa madre a Bassano del Grappa. Il rapimento dei tre religiosi è av- venuto nella diocesi di Maroua-Mo- kolo, nella parte settentrionale del Camerun incuneata tra Ciad e ap- punto Nigeria. Rastrellamenti a tap- peto sono in corso in tutta la zona di frontiera, dove sono stati rafforza- ti i controlli, nel tentativo di trovare i tre sequestrati o almeno di ottenere informazioni sulla loro sorte. Ad ali- mentare i sospetti su Boko Haram contribuisce un analogo episodio av- venuto in novembre, quando sempre in quell’area del Camerun fu seque- strato un sacerdote francese, Geor- ges Vandenbeusch, rilasciato dopo un mese. In quel caso, però, il rapi- mento era stato subito rivendicato dal gruppo armato nigeriano, mentre in questa circostanza non ci sono staterivendicazioni né richieste di ri- scatto. Le prime frammentarie noti- zie diffuse sabato sul rapimento dei tre religiosi facevano comunque pen- sare anche alla possibile responsabi- litàdi milizie ribelli locali che di re- cente avevano annunciato azioni di ritorsione contro il sequestro di un loro arsenale da parte della polizia. Sulla vicenda, sia le autorità locali sia il ministero degli Esteri italiano hanno chiesto il silenzio stampa. Il Santo Padre ha ricevuto que- sta mattina in udienza: Sua Eminenza Reverendissi- ma il Signor Cardinale Fernan- do Filoni, Prefetto della Con- gregazione per l’Evangelizza- zione dei Popoli; le Loro Eccellenze Reveren- dissime i Monsignori: — Francis Assisi Chullikatt,  Arcivescovo titolare di Ostra, Osservatore Permanente presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York e presso l’Organizzazione degli Stati  Americani; — Jude Thaddaeus Ruwa’ichi,  Arcivescovo di Mwanza (Tanza- nia), Amministratore Apostolico di Shinyanga, in visita «ad limi- na Apostolorum»; — Josaphat Louis Lebulu, Ar- civescovo di Arusha (Tanzania), in visita «ad limina Apostolo- rum»; — Renatus Leonard Nkwan- de, Vescovo di Bunda (Tanza- nia), in visita «ad limina Apo- stolorum»; D am ia n D en is D a ll u, Ve - scovo di Geita (Tanzania), in visita «ad limina Apostolo- rum»; — Almachius Vincent Rwe- yongeza, Vescovo di Kayanga (Tanzania), in visita «ad limina  Apostolorum»; — Michael George Mabuga Msonganzila, Vescovo diMuso- ma (Tanzania), in visita «ad li- mina Apostolorum»; — Severine Niwemugizi, Ve- scovo di Rulenge-Ngara (Tan- zania), in visita «ad limina  Apostolorum»; — Beatus Kinyaiya, Vescovo di Mbulu (Tanzania), in visita «ad limina Apostolorum»; — Isaac Amani Massawe, Ve- scovo di Moshi (Tanzania), in visita «ad limina Apostolo- rum»; — Rogath Fundimoya Kima- ryo, Vescovo di Same (Tanza- nia), in visita «ad limina Apo- stolorum». KIGALI, 7. Raggiungerà oggi il sa- crario di Gisozi, nella capitale rwandese Kigali, la torcia che negli ultimi tre mesi ha attraversato tutto il Paese per ricordare le vittime del genocidio di vent’anni fa, incomin- c ia to i l 7 a pr il e 1 99 4, s ub it o d op o l’uccisione dei Presidenti rwandese,  Juvénal Habyarimana, e burundese, Cyprien Ntaryamira, nell’abbatti- mento del loro aereo che stava at- terrando a Kigali. La torciasi chiama Kwibuka (ri- cordando, in lingua locale). Così come «Ricordare, unire, rinnovare» si leggenel manifesto delle comme- morazioni delle vittime di uno dei maggiori orrori della storia, che provocò oltre ottocentomila morti accertati, in stragrande maggioran- za tutsi, ma anche hutu moderati, e poi due milioni di profughi, in que- sto caso quasi tutti della maggio- ranza hutu uscita sconfitta dalla guerra civile. Le cerimonie incominciano oggi a Kigali — dove è giunto tra gli al- tri il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon — e andranno avanti per cento giorni, quanti furono, vent’anni fa, quelli che videro truci- dare centinaia di migliaia di donne e di uomini, di vecchi e di bambini. Ricordare, appunto, ma anche rinnovare e unire un Paese ancora lacerato al suo interno e spesso in contrasto con la comunità interna- zionale. Da parte sua, con la pre- senza a Kigali, Ban Ki-moon vuole e deve testimoniare la volontàinter- nazionale di non ripetere mai più la sostanziale sottovalutazione mostra- ta all’epoca su quanto stava acca- dendo. Eppure, fin dall’inizio, non erano mancati i moniti e gli appelli acco- rati delle coscienze più vigili, primi fra tutti quelli di Giovanni Paolo II, che della tragedia rwandese parlò continuamente in quei mesi. Già nel gennaio di quell’anno, nel di- scorso al Corpo diplomatico presso la Santa Sede, il Papa aveva ammo- nito sui pericoli incombenti sul Rwanda. E al Regina Caeli del 10 aprile, al primo scatenarsi delle vio- l en ze , f ec e « ap pe llo a tutti i re- sponsabili, anche della comunità in- ternazionale, perché non desistano dalcercare ognivia che possaporre argine a tanta distruzione e morte».  Il Papa ne conferma la missione Per il futuro dello Ior P  AGINA 7 Visita «ad limina» dei vescovi della Tanzania Imperativo missionario P  AGINA 7

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Osservatore Romano, italiano

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  • Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia 1,00 Copia arretrata 2,00

    LOSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

    Unicuique suum

    POLITICO RELIGIOSO

    Non praevalebunt

    Anno CLIV n. 80 (46.622) Citt del Vaticano luned-marted 7-8 aprile 2014

    .

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    AllAngelus e durante la visita in una parrocchia romana Papa Francesco regala ai fedeli il Vangelo

    Parola tascabileIn piazza San Pietro appello alla riconciliazione in Rwanda e invito a soccorrere gli africani vittime delleb ola

    Papa Francesco ha regalato ai fedeliche hanno partecipato allAngelus didomenica 6 aprile in piazza San Pie-tro un piccolo Vangelo, raccoman-dando loro di portarlo sempre in ta-sca e di leggerlo ogni giorno. proprio Ges che vi parla l! laparola di Ges! ha sottolineato. E

    Il gesuita Frans van der Lugt da cinquantanni uomo di pace in Siria

    Sacerdote olandeseassassinato a Homs

    DA M A S C O, 7. Il sacerdote gesuitaolandese Frans van der Lugt sta-to ucciso oggi a Homs, in Siria, acolpi di arma da fuoco. La notizia,data dallOsservatorio siriano per idiritti umani, unorganizzazione vi-cina allopposizione, stata confer-mata dalla curia provinciale dei ge-suiti. Padre van der Lugt, unicoeuropeo rimasto nella martoriatacitt siriana, stato prelevato dauomini armati nella sua residenzae, dopo essere stato malmenato, stato freddamente ucciso con duecolpi alla testa. Il religioso settan-tacinquenne era conosciutissimo aHoms e in tutta la Siria, dove vive-va da quasi cinquantanni.

    Muore cos un uomo di pace,che con grande coraggio ha volutorimanere fedele in una situazioneestremamente rischiosa e difficile aquel popolo siriano a cui aveva de-dicato da lungo tempo la sua vita eil suo servizio spirituale ha dichia-rato il direttore della Sala Stampadella Santa Sede, il gesuita Federi-co Lombardi. Dove il popolomuore, muoiono con lui anche isuoi fedeli pastori ha sottolineatopadre Lombardi. In questo mo-mento di grande dolore ha ag-giunto esprimiamo la nostra par-tecipazione nella preghiera, ma an-che grande gratitudine e fierezzaper avere avuto un confratello cosvicino ai pi sofferenti nella testi-monianza dellamore di Ges finoalla fine. Dolore per la morte delreligioso stata espressa dalla Con-ferenza episcopale dei Paesi Bassi.

    Sui fronti di guerra siriani nel fi-ne settimana non si registrata al-cuna tregua. Fonti sia governativesia dellopposizione riferiscono dinumerose vittime, anche nel centrodella capitale Damasco, dove ci so-no stati due morti e otto feriti percolpi di mortaio dei ribelli cadutiieri sul teatro dellOpera. Ad

    Homs almeno tredici ribelli sonostati uccisi nellesplosione di unau-tobomba che stavano preparando.Sabato cerano stati quaranta mor-ti, in gran parte civili, sui vari fron-ti. Sempre sabato, lUnicef, il fon-do dellOnu per linfanzia, ha rife-rito che nellultima settimana sonostati uccisi undici bambini.

    Nel frattempo, cruenti scontriscoppiati ieri in un campo in Gior-dania confermano la drammaticacondizione dei profughi. Teatro deidisordini, che hanno provocato al-meno un morto e decine di feriti,compresi molti poliziotti giordani, stato il campo di Zaatari, che ac-coglie circa 106.000 rifugiati, pernumero la seconda concentrazioneal mondo dopo quella di Dabaab,in Kenya. Diametralmente oppostesono le versioni dellaccaduto for-nite dalle autorit di Amman e dairifugiati. Secondo il ministrodellInterno, Hussein Majali, leviolenze, che hanno coinvolto cin-quemila residenti nel campo, sonoincominciate dopo che gli agentiavevano arrestato un gruppo diprofughi che cercavamo di lasciareillegalmente il campo stesso. Alcu-ni profughi avrebbero aperto ilfuoco contro la polizia. I profughihanno detto invece che a innescarei disordini stato un poliziotto cheha maltrattato un bambino, denun-ciando simili comportamenti comeprassi delle forze di sicurezza.

    Commemorazioni nel ventennale del genocidio in Rwanda

    Linsegnamento della memoria

    La torcia accesa a ricordo delle vittime del genocidio (Reuters)

    NOSTRE INFORMAZIONI

    Quasi cento persone uccise mentre Boko Haram sospettato per il sequestro dei tre religiosi in Camerun

    Nigeria in balia dei gruppi armati

    Unabitazione di Homs colpita da un proiettile di mortaio (Reuters)

    in cambio di questo dono ha chie-sto loro di fare un atto di carit, ungesto di amore gratuito, una pre-ghiera per i nemici, una riconcilia-zione.

    Proprio di riconciliazione il Pon-tefice aveva parlato poco prima ri-cordando il ventesimo anniversario

    del genocidio perpetrato contro itutsi in Rwanda nel 1994 e incorag-giando la popolazione del Paese acontinuare con determinazione esperanza il processo di pacificazio-ne e di ricostruzione umana e spiri-tuale. Il vescovo di Roma avevaanche parlato della drammatica si-

    tuazione della Guinea e di alcuniPaesi confinanti colpiti dal virusdellebola e aveva auspicato per gliaquilani vittime del terremoto di cin-que anni fa un cammino di risurre-zione e di ricostruzione materialefondato sulla solidariet.

    La domenica di Francesco si poiconclusa nella parrocchia romana diSan Gregorio Magno, dove il Ponte-fice ha trascorso lintero pomeriggio,celebrando la messa e incontrando lediverse realt del quartiere. Anche aifedeli della comunit della Maglianail Papa ha chiesto di portare semprecon loro un Vangelo da leggere quo-tidianamente. E li ha invitati a unesame di coscienza per togliere dalcuore la pietra del peccato e apri-re la propria anima al perdono diD io.

    PAGINA 6

    Ritrovamento di Ges nelle fonti

    Una storiache conta

    ROMANO PENNA A PA G I N A 4

    ABUJA, 7. Due massacri nelle ultimeore nel nord della Nigeria hanno da-to conferma di una sempre pi dif-fusa violenza, sia legata ai contrastifra etnie per il controllo delle fontidacqua e dei pascoli, sia di matriceterroristica. Un attacco sferrato ierimattina da pastori nomadi di etniafulani, di religione musulmana, haprovocato 79 morti nel villaggio diGaladima, nello Stato di Zamfara,abitato da agricoltori cristiani dellet-nia hausa. Lassalto, secondo quantoriferito dalle autorit locali, avve-nuto durante una riunione dei rap-presentanti delle comunit di villag-gi nello Stato di Zamfara. Allo rd i n edel giorno della riunione cera pro-prio il tema della sicurezza di fronteai ripetuti attacchi armati e rapine.

    Nelle stesse ore, nello Stato nor-dorientale dello Yobe, diciassetteabitanti del villaggio di Buna Garisono stati uccisi in unincursione dimiliziani di Boko Haram, il gruppodi matrice fondamentalista islamicaresponsabile da oltre quattro anni diattacchi armati e attentati che hannoprovocato migliaia di vittime, inmaggioranza civili. Nel dare notiziadellaccaduto, il portavoce del gover-natorato locale, Abdullahi Bego, haspecificato che tra le vittime figura-no in prevalenza musulmani che sitrovavano in preghiera in una mo-schea.

    Boko Haram tra i sospettati an-che per il sequestro nel confinanteCamerun, nella notte tra venerd esabato, di due sacerdoti italiani, donGiampaolo Marta e don Giananto-nio Allegri, entrambi della diocesi diVicenza, e della suora canadese Gil-berte Bussier, di una congregazioneanchessa radicata in Veneto, le suo-re della Divina Volont, che hannola casa madre a Bassano del Grappa.

    Il rapimento dei tre religiosi av-venuto nella diocesi di Maroua-Mo-

    kolo, nella parte settentrionale delCamerun incuneata tra Ciad e ap-punto Nigeria. Rastrellamenti a tap-peto sono in corso in tutta la zonadi frontiera, dove sono stati rafforza-ti i controlli, nel tentativo di trovarei tre sequestrati o almeno di ottenereinformazioni sulla loro sorte. Ad ali-mentare i sospetti su Boko Haramcontribuisce un analogo episodio av-

    venuto in novembre, quando semprein quellarea del Camerun fu seque-strato un sacerdote francese, Geor-ges Vandenbeusch, rilasciato dopoun mese. In quel caso, per, il rapi-mento era stato subito rivendicatodal gruppo armato nigeriano, mentrein questa circostanza non ci sonostate rivendicazioni n richieste di ri-scatto. Le prime frammentarie noti-

    zie diffuse sabato sul rapimento deitre religiosi facevano comunque pen-sare anche alla possibile responsabi-lit di milizie ribelli locali che di re-cente avevano annunciato azioni diritorsione contro il sequestro di unloro arsenale da parte della polizia.Sulla vicenda, sia le autorit localisia il ministero degli Esteri italianohanno chiesto il silenzio stampa.

    Il Santo Padre ha ricevuto que-sta mattina in udienza:

    Sua Eminenza Reverendissi-ma il Signor Cardinale Fernan-do Filoni, Prefetto della Con-gregazione per lEvangelizza-zione dei Popoli;

    le Loro Eccellenze Reveren-dissime i Monsignori:

    Francis Assisi Chullikatt,Arcivescovo titolare di Ostra,Osservatore Permanente pressolOrganizzazione delle NazioniUnite a New York e pressolOrganizzazione degli StatiAmericani;

    Jude Thaddaeus Ruwaichi,Arcivescovo di Mwanza (Tanza-nia), Amministratore Apostolicodi Shinyanga, in visita ad limi-na Apostolorum;

    Josaphat Louis Lebulu, Ar-civescovo di Arusha (Tanzania),in visita ad limina Apostolo-ru m ;

    Renatus Leonard Nkwan-de, Vescovo di Bunda (Tanza-nia), in visita ad limina Apo-s t o l o ru m ;

    Damian Denis Dallu, Ve-scovo di Geita (Tanzania), invisita ad limina Apostolo-ru m ;

    Almachius Vincent Rwe-yongeza, Vescovo di Kayanga(Tanzania), in visita ad liminaAp ostolorum;

    Michael George MabugaMsonganzila, Vescovo di Muso-ma (Tanzania), in visita ad li-mina Apostolorum;

    Severine Niwemugizi, Ve-scovo di Rulenge-Ngara (Tan-zania), in visita ad liminaAp ostolorum;

    Beatus Kinyaiya, Vescovodi Mbulu (Tanzania), in visitaad limina Apostolorum;

    Isaac Amani Massawe, Ve-scovo di Moshi (Tanzania), invisita ad limina Apostolo-ru m ;

    Rogath Fundimoya Kima-ryo, Vescovo di Same (Tanza-nia), in visita ad limina Apo-s t o l o ru m .

    KIGALI, 7. Raggiunger oggi il sa-crario di Gisozi, nella capitalerwandese Kigali, la torcia che negliultimi tre mesi ha attraversato tuttoil Paese per ricordare le vittime delgenocidio di ventanni fa, incomin-ciato il 7 aprile 1994, subito dopoluccisione dei Presidenti rwandese,Juvnal Habyarimana, e burundese,Cyprien Ntaryamira, nellabbatti-mento del loro aereo che stava at-terrando a Kigali.

    La torcia si chiama Kwibuka (ri-cordando, in lingua locale). Coscome Ricordare, unire, rinnovaresi legge nel manifesto delle comme-morazioni delle vittime di uno deimaggiori orrori della storia, cheprovoc oltre ottocentomila mortiaccertati, in stragrande maggioran-za tutsi, ma anche hutu moderati, epoi due milioni di profughi, in que-sto caso quasi tutti della maggio-ranza hutu uscita sconfitta dallaguerra civile.

    Le cerimonie incominciano oggia Kigali dove giunto tra gli al-tri il Segretario generale dellO nu,Ban Ki-moon e andranno avantiper cento giorni, quanti furono,ventanni fa, quelli che videro truci-dare centinaia di migliaia di donnee di uomini, di vecchi e di bambini.

    Ricordare, appunto, ma ancherinnovare e unire un Paese ancoralacerato al suo interno e spesso incontrasto con la comunit interna-zionale. Da parte sua, con la pre-senza a Kigali, Ban Ki-moon vuole

    e deve testimoniare la volont inter-nazionale di non ripetere mai pi lasostanziale sottovalutazione mostra-ta allepoca su quanto stava acca-dendo.

    Eppure, fin dallinizio, non eranomancati i moniti e gli appelli acco-rati delle coscienze pi vigili, primifra tutti quelli di Giovanni Paolo II,che della tragedia rwandese parlcontinuamente in quei mesi. Gi

    nel gennaio di quellanno, nel di-scorso al Corpo diplomatico pressola Santa Sede, il Papa aveva ammo-nito sui pericoli incombenti sulRwanda. E al Regina Caeli del 10aprile, al primo scatenarsi delle vio-lenze, fece appello a tutti i re-sponsabili, anche della comunit in-ternazionale, perch non desistanodal cercare ogni via che possa porreargine a tanta distruzione e morte.

    Il Papa ne conferma la missione

    Per il futurodello Ior

    PAGINA 7

    Visita ad liminadei vescovi della Tanzania

    Imp erativomissionario

    PAGINA 7

  • LOSSERVATORE ROMANOpagina 2 luned-marted 7-8 aprile 2014

    LOSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

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    in VenezuelaKI E V, 7. Il presidente ucraino ad in-terim, Olexander Turchinov, ha can-cellato il suo viaggio in Lituania econvocato a Kiev una riunione diemergenza dei vertici della sicurezzain seguito allescalation di protestefilo-russe a Donetsk, Lugansk eKharkiv. In queste tre cittdellUcraina orientale, manifestantihanno occupato edifici pubblici echiesto un referendum per diventareindip endenti.

    A Lugansk, i manifestanti hannoissato la bandiera russa allesternodelledificio dei servizi di sicurezza esi sono impossessati delle armi cu-stodite nellarmeria. Lo sostiene lapolizia locale citata dalle agenzie.Negli scontri sono rimaste ferite ottopersone: sette insorti e un poliziotto.

    Secondo i media locali, i filo-russichiedono anche la liberazione diquindici loro compagni arrestati neigiorni scorsi in unoperazione di po-lizia.

    Anche a Donetsk gli insorti hannooccupato la sede dei servizi segretied eretto barricate con filo spinato epneumatici, dopo che ieri circa due-cento manifestanti si erano impos-sessati del palazzo della Regionechiedendo che venga indetto un re-ferendum simile a quello della Cri-mea che ha portato la penisolaallannessione con la Russia. AKharkiv, diverse decine di personehanno fatto irruzione ieri nella sededel Governo regionale e hanno issa-to bandiere russe alle finestre, maoggi sono state sgomberate, secondoquanto affermano fonti di Kiev.

    Ed polemica sullatteggiamentodelle forze dellordine, che nonavrebbero opposto resistenza e si sa-rebbero rifiutate di usare la forza ab-bandonando ledificio dopo il blitzdegli insorti. Una manifestazione afavore di Mosca si svolta anche aOdessa, importante citt portuale erussofona dellUcraina meridionale.

    Putin e Ianukovich hanno ordi-nato e pagato lultima ondata di di-sordine separatista nellest del Pae-se, ha detto ieri il ministro dellIn-terno di Kiev, Arsen Avakov, che og-gi volato a Kharkiv. Dal canto suo,il primo vicepremier, Vitaly Ya re m a , partito per Donetsk. E oggi il pre-mier ucraino, Arseniy Yatsenyuk, haaccusato la Russia di far crescere latensione e i disordini nellest delPaese per s m e m b r a re lUcraina.C un piano di destabilizzazione,un piano di forze straniere per vali-care i confini e impadronirsi del ter-ritorio del Paese, ma noi non lo per-metteremo, ha detto il premier du-rante una riunione di Governo.

    Nel frattempo, Vitaly Churkin, ilrappresentante permanente dellaRussia presso le Nazioni Unite, du-rante unintervista con lemittenterussa Ntv, ha dichiarato che li n g re s -so della Crimea nella Federazionerussa un nuovo evento geopoliti-co riconosciuto, de jure o de facto,

    da un gran numero di Paesi. Il di-plomatico, come riporta lagenziaAgi, ha respinto lidea di una nuovaguerra fredda tra Mosca e lO cci-dente, pur ammettendo un certo raf-freddamento nei rapporti, che asuo dire non , comunque, desti-nato a durare a lungo.

    Manifestanti filo-russi a Donetsk (Afp)

    CARACAS, 7. Unit della polizia an-tisommossa venezuelana e dellaguardia nazionale bolivariana sonointervenute ieri nella zona di ElCafetal, a est della capitale Cara-cas, per disperdere nuove manife-stazioni antigovernative. Secondofonti dellopposizione, vi sono statidue feriti e numerose persone sonostate soccorse perch intossicate daigas lacrimogeni. Citati dalle agen-zie di stampa internazionali, gliabitanti della zona hanno riferitoche allalba di ieri numerosi repartidelle forze di sicurezza sono arriva-ti nella zona di El Cafetal per al-lontanare i manifestanti che aveva-no eretto barricate lungo alcunestrade. Lopposizione al Governodel presidente Nicols Maduroaveva convocato per ieri tre corteicon destinazione piazza Altamira,bastione della protesta antigoverna-tiva.

    Resta dunque critica la situazio-ne in Venezuela dove le tensionitra Governo e opposizione non ac-cennano a placarsi. Dallinizio del-le proteste, a febbraio, causate so-prattutto dalla crisi economica chesta attraversando il Paese, sonomorte almeno 39 persone. Nei gior-ni scorsi, a conferma dei perdurantidisordini a Caracas, gruppi di uo-mini armati avevano fatto irruzione

    nel campus dellUniversit centrale(Ucv) e aggredito studenti che sistavano riunendo per una manife-stazione di protesta. Cecilia Carlo-ta Mrquez, rettore dellUcv, hachiesto al presidente Maduro ditenere al guinzaglio i gruppi ir-regolari, entrati in azione propriomentre il capo dello Stato annun-ciava, in un discorso televisivo a re-ti unificate, la creazione di un or-ganismo per la protezione dei dirit-ti umani. Il Governo sa chi sonogli autori dellassalto perch sonostati denunciati, ma continuano adagire nellimpunit ha affermato ilrettore dellU c v.

    Affermazione dellestrema destra

    Orbn vince le legislativein Ungheria

    Richieste dasilo aumentate del settanta per cento in un anno

    Germaniameta di rifugiati

    Met delle famiglieg re c h e

    vive con menodi 800 euro al mese

    ATENE, 7. Nel 2012, circa la metdelle famiglie greche ha dovutosopravvivere con meno di otto-cento euro al mese. quanto ri-sulta dagli ultimi dati resi notidallufficio delle Imposte, pubbli-cati oggi dal quotidiano atenieseKathimerini, in base ai quali2.751.856 contribuenti con co-niugi e figli a carico hanno di-chiarato nel 2012 un reddito an-nuo inferiore ai 9.500 euro. Ri-spetto allanno prima, le famigliecon un reddito annuo inferiore ai9.000 euro sono aumentate di207.743 unit.

    Queste cifre sono ora allesamedellapposita Commissione parla-mentare, che dovr decidere inmerito alla distribuzione del pac-chetto di aiuti sociali per 450 mi-lioni di euro destinati dal Gover-no di Atene alle famiglie pi col-pite dalla crisi economica.

    Una donna siriana con i documenti per lingresso in Germania (LaPresse/Ap)

    Per presunti legami con narcotrafficanti messicani

    Arrestato il vicegovernatore del Michoacn

    Pianoper la sicurezzaa Buenos Aires

    BUENOS AIRES, 7. Il governatoredella provincia di Buenos Aires,Daniel Scioli, ha firmato nellagiornata di sabato un piano iemergenza per combattere linsi-curezza nella regione. Il pianocomprende un pacchetto di mi-sure di emergenza anti-criminali-t e prevede, per i prossimi do-dici mesi, il dispiegamento dicinquemila agenti. Durante unaconferenza stampa, Scioli ha an-nunciato lo sblocco di seicentomilioni di pesos (oltre cinquan-tatr milioni di euro) per finan-ziare dotazioni speciali per leforze dellordine e la creazionedi otto centri di reclusione. Nel-lo stesso tempo il governatoreha promesso un disegno di leg-ge per istituire dieci procurespeciali per il narcotraffico e au-spicato un dibattito sulle que-stioni legate alla delinquenzaminorile. Il piano annunciato daScioli segnalano le agenzie distampa internazionali arrivadopo numerosi tentativi di lin-ciaggio e giustizia sommaria daparte di cittadini comuni controcriminali, o presunti tali. Tenta-tivi che hanno scosso lopinionepubblica del Paese.

    Elettoil capo dello Statodella Costa Rica

    SAN JOS, 7. Vittoria schiaccian-te per il centrista LuisGuillermo Sols, candidato delPartito di azione cittadina, nelsecondo turno, ieri, delle elezio-ni presidenziali in Costa Rica.Sols si infatti aggiudicato il77,69 per cento dei voti. Il can-didato del partito di centro-sini-stra al Governo, Johnny Araya,si era ritirato dal ballottaggiodopo che i sondaggi avevanodata per certa la sua sconfitta.Sols ha fatto cos il pieno dipreferenze, raccogliendo un nu-mero record di voti (oltre un mi-lione). Il ritiro di un candidatodal ballottaggio delle presiden-ziali non contemplato dallaCostituzione e il secondo turnosi dovuto comunque tenere.Nonostante labbandono, Araya del Partito di liberazione na-zionale ha ottenuto il 21 percento dei consensi. Alta lasten-sione alle urne, attorno al 43 percento degli aventi diritto.

    Davanti ai suoi sostenitori, ilpresidente eletto ha chiesto ilsostegno di tutti i partiti in Par-lamento per attuare i necessaricambiamenti. La cerimonia diinsediamento alla presidenza diSols stata programmata per ilprossimo 8 maggio a San Jos.

    BE R L I N O, 7. La Germania si confer-ma meta dei rifugiati, e il numerodei profughi nel 2013 rispetto allan-no precedente salito di circa unquarto, a 32.533. Ne d notizia DerSpiegel che cita dati della poliziafederale. Sempre pi migranti, scriveil settimanale, si affidano a bande ditrafficanti senza scrupoli, rimanen-done spesso vittime. La polizia tede-sca ha infatti arrestato lanno scorso1.535 presunti trafficanti, vale a direil settanta per cento in pi rispettoallanno precedente. La maggiorparte dei profughi arrivata dallaSiria (3.258), dalla Russia (3.453) edallAfghanistan (2.638). Nel 2013 lerichieste dasilo sono aumentate, ri-spetto al 2012, di circa il 70 per cen-to. Sulla questione dellimmigrazio-ne ha posto di nuovo laccento ilcommissario europeo per gli Affariinterni, Cecilia Malstrm, che, attra-verso un portavoce ha sottolineatocome non si debba creare lasp ettati-va che sia la Commissione Ue olUnione europea a prendere la si-tuazione in mano. Questo compitospetta agli Stati membri, nel rispet-to del principio delle competenze.Nello stesso tempo il portavoce hasottolineato che la presenza di Fron-tex (lagenzia che monitora le fron-tiere esterne dellUnione europea)nel Mediterraneo si vada sempre pip otenziando.

    Russia Unitap erde

    a Novosibirsk

    MOSCA, 7. Il partito putinianoRussia Unita perde il sindaco diNovosibirsk, terza citt russa con1,5 milioni di abitanti e capoluogodel distretto federale siberiano: avincere le elezioni stato infatti ilcandidato comunista AnatoliLokot, con il 43,75 per cento deivoti contro il 39,57 per cento diVladimir Znatkov, candidato diRussia Unita. Lokot ha potutocontare sul sostegno del deputatodopposizione Ili Ponomariov,uno dei leader della protesta dipiazza contro Putin, che ha ritira-to la propria candidatura a favoredellesponente comunista.

    BU D A P E S T, 7. Netta vittoria elettoralein Ungheria per il premier, ViktorOrbn. A spoglio quasi ultimato, ilpartito di centro-destra Fidesz da-to al 46 per cento dei consensi, che grazie alla nuova legge elettorale permetter al primo ministro diavere una maggioranza di due terzinel Parlamento (133 o 134 deputatisu un totale di 199).

    Lopposizione di sinistra, riunitanellAlleanza democratica, ha inveceottenuto il 25 per cento dei voti, unrisultato piuttosto modesto, mentre1si afferma lestrema destra xenofobadel partito Jobbik, con oltre il 20per cento dei consensi.

    Incerta la situazione per il partitoverde Politica diversa, che rischia difinire sotto il quorum e non essererappresentato in Parlamento.

    Laffluenza alle urne, malgrado gliappelli rivolti, soprattutto dallopp o-sizione, stata pi bassa dellultimavolta, assestandosi attorno al 62 percento degli aventi diritto al voto.

    Orbn, ringraziando gli elettoriper la vittoria di Fidesz, ha detto:Le polemiche degli anni passati so-no chiuse definitivamente. I cittadinihanno dato ragione e giustificazioneal Fidesz, lUngheria unita.

    Gordon Bajnai, a nome dellopp o-sizione (socialisti, centristi, liberali,democratici, e una parte dei verdi),ha espresso la sua delusione per il ri-sultato. LAlleanza non ha saputorispondere alle aspettative di quelliche volevano un cambiamento. Ab-biamo fallito, ma dobbiamo conti-nuare a lavorare per un Paese demo-cratico, europeo e solidale.

    La giornata di ieri stata segnatada caos e proteste, a causa della de-cisione dellufficio elettorale di pro-lungare, di unora, le operazioni divoto per via delle lunghe file presen-ti in alcuni seggi dopo le 19. A

    quellora, per, sono stati diffusi idati dei primi exit poll con il para-dosso che, da una parte, proseguiva-no le operazioni di voto, e, dallal-tra, era cominciato lo spoglio delleschede. La circostanza ha provocatocontestazioni e minacce di ricorsi daparte di alcuni partiti.

    CITT DEL ME S S I C O, 7. Jess ReynaGarcia, numero due del Governodello Stato di Michoacn, nel cen-tro-ovest del Messico, stato arre-stato nella giornata di sabato, su or-dine della Procura federale, a causadei suoi presunti legami con i ca-valieri templari, come viene chia-mata la banda di narcotrafficantiche negli ultimi mesi ha scatenatouna massiccia ondata di violenzenella regione. Secondo quanto ha ri-ferito la stampa messicana, linchie-sta su Reyna Garcia concentratasoprattutto sul periodo da aprilea ottobre dellanno scorso in cui

    stato governatore ad interim di Mi-choacn, in sostituzione del titolaredella carica, Fausto Vallejo Figue-roa, impossibilitato a ricoprire ilruolo per motivi di salute.

    durante questi mesi, riferiscelagenzia Ansa, che aumentata laviolenza nello Stato di Michoacn,e sono nati i gruppi di autodife-sa, vale a dire milizie cittadine chehanno occupato una decina di co-muni dello Stato, affrontando i nar-cotrafficanti. Da quando il presiden-te del Messico, Enrique Pea Nieto,ha inviato a Michoacn un rappre-sentante del Governo federale, Al-

    fredo Castillo, le forze di sicurezzahanno catturato quattro dei presuntiboss dei Cavalieri Templari, e ar-restato due dirigenti dei gruppi diautodifesa nonch lex tesorieredellamministrazione locale, Hum-berto Surez, accusato di malversa-zione di fondi pubblici. Intanto leautorit statunitensi hanno annun-ciato che sono stati scoperti in Cali-fornia, vicino a San Diego, due tun-nel di collegamento fra gli StatiUniti e il Messico destinati al traffi-co di droga e al passaggio di mi-granti.

  • LOSSERVATORE ROMANOluned-marted 7-8 aprile 2014 pagina 3

    Fermi i colloqui di pace

    Nulla di fattoal nuovo incontro

    tra israelianie palestinesi

    TEL AV I V, 7. Si concluso con unnulla di fatto lincontro di ieri tranegoziatori israeliani e palestinesi,con la mediazione dellemissariostatunitense per il Vicino Oriente,Martin Indyk. Lo stallo nei col-loqui di pace promossi dallam-ministrazione Obama, dunque,prosegue. Lo ha confermato an-che il primo ministro israeliano,Benjamin Netanyahu, su twitter.In due messaggi il premier hascritto: Con mio dispiacere, pri-ma di accettare di proseguire i ne-goziati, la leadership palestineseha accelerato la richiesta unilate-rale di accedere a 15 trattati inter-nazionali. E poi: Prima di ac-cedere ad un quadro per prose-guire i negoziati, Abu Mazen hadichiarato di rifiutare di discuteresul riconoscimento di Israele co-me Stato nazionale del popoloebraico.

    Il negoziato tra le due parti, fa-ticosamente ripreso lestate scorsa, in stallo per il doppio scogliodel mancato rilascio del quarto eultimo gruppo di detenuti da par-te di Israele e per la successiva ri-chiesta del presidente palestinesedi adesione a 15 organizzazionidelle Nazioni Unite e ad altri or-ganismi internazionali. Richiesta,peraltro, gi depositata al Palazzodi Vetro dellO nu.

    D ellimpasse nei colloqui di pa-ce si parler mercoled durante unvertice straordinario dei ministridegli Esteri della Lega araba.

    Almeno venticinque morti ad Assuan

    Violenti scontri tra clan rivalinel sud dellEgitto

    IL CA I R O, 7. di almeno altri due morti il bilancio dinuovi scontri tra clan tribali scoppiati ad Assuan, nelsud dellEgitto, dopo londata di violenze che nei giorniscorsi ha provocato ventitr vittime, tra le quali unabambina e alcune donne. Lo ha riferito oggi il quotidia-no Al Ahram, precisando che nei nuovi incidenti sisono registrati anche sedici feriti. Gli scontri sono scop-piati mercoled tra il clan arabo dei Bani Helal e gli ap-partenenti alla trib nubiana di Daboudiya.

    Allorigine della faida ha precisato il giornale egi-ziano le molestie subite da una ragazza e alcune scrit-te offensive apparse sul muro di una scuola. Non chia-ro per quale tra le due fazioni abbia la responsabilitdi aver scatenato le violenze. I tentativi di mediazione

    sono finora tutti falliti, malgrado sabato il primo mini-stro ad interim, Ibrahim Mahlab, e il ministro dellInter-no, Mohamed Ibrahim, si siano recati ad Assuan percercare di trovare una soluzione. Testimoni hanno riferi-to allagenzia Ansa di una vera e propria battaglia conraffiche di mitragliatrice, case date alle fiamme e scenedi efferata violenza. Inoltre sempre secondo le stessefonti lassenza di un adeguato dispiegamento di forzedellordine mentre esplodevano gli incidenti avrebbe no-tevolmente peggiorato la situazione. A causa della spira-le di violenza che ha insanguinato una regione ruralemolto povera del Paese sono stati interrotti i collega-menti ferroviari tra Il Cairo e Assuan e sono state chiusescuole e universit.

    Raggiunto un accordo tra il Governo e i ribelli

    Riaprono in Libiadue terminal petroliferi

    TRIPOLI, 7. Il Governo libico haconfermato di aver raggiunto unaccordo con i ribelli della Cirenaicaper la riapertura dei due porti eterminal petroliferi di Zueitina eHariga, bloccati dallo scorso lu-glio. Restano invece nelle mani deiribelli Ras Lanuf e Es Sider (Sidra)per la cui riapertura i miliziani ri-tengono siano necessari altri collo-qui.

    Secondo le autorit di Tripoliper la riattivazione di Ras Lanuf eEs Sider ci sar infatti bisogno di

    ulteriori negoziati, che potrebberoprotrarsi anche per un mese. I ri-belli continuano a chiedere una piampia autonomia dal Governo cen-trale (sul modello di quella esisten-te dallindipendenza del 1961 finoalla conquista del potere da partedi Muammar Gheddafi) e unamaggiore quota del ricavato dellavendita di petrolio. I negoziati era-no iniziati mercoled a Brega tra iribelli e rappresentanti del Gover-no di Tripoli, anche se questulti-mo aveva specificato di essersi affi-dato alla mediazione di alcuni capitrib locali.

    A rimuovere lo stallo registratonelle settimane scorse ha contribui-to lassalto, due settimane fa nelMar Mediterraneo, dei Navy Sealsamericani a una petroliera, la Mor-ning Glory che aveva caricato greg-gio da Es Sider. Petroliera conse-gnata alla fine dai soldati statuni-tensi a Tripoli ponendo fine a ognivelleit degli indipendentisti di po-ter vendere liberamente il greggiodella Cirenaica e cos riuscire astaccarsi di fatto da Tripoli. Lunedil Governo aveva liberato tre ribelliarrestati sulla nave dagli americaniproprio come gesto di buona vo-lont.

    Dal canto loro, i ribelli hannoannunciato che i due terminal diZueitina e Hariga sono stati giriaperti ieri sera. In base allaccor-do il Governo pagher alle milizieguidate da Ibrahim Jathran, for-malmente il comandante della poli-zia che avrebbe dovuto proteggeregli stessi porti che dallo scorso lu-glio controllano, gli stipendi arre-trati e soprattutto far cadere tuttele accuse contro di loro. quantosi legge nellaccordo firmato dalministero della Giustizia libico edal capo delle milizie.

    I due terminal di Zueitina e Ha-riga possono arrivare a una capaci-t di carico e quindi di esportazio-ne di duecentomila barili al giorno,raddoppiando quasi la quota gior-naliera che Tripoli riesce attual-mente a piazzare sul mercato. Pri-ma della crisi i barili immessi sulmercato erano oltre un milione emezzo. Nei nove mesi di blocco lecasse di Tripoli hanno perso oltre14 miliardi di dollari, secondo unastima del presidente del Congressogenerale nazionale (Parlamento),Nuri Abu Sahmein.

    Nel frattempo, unazione di di-sobbedienza civile che ha paraliz-zato la citt di Bengasi iniziataieri per protestare contro i ripetutiepisodi di violenza che si verificanoquotidianamente nella seconda cit-t libica e per chiedere le dimissio-ni del Congresso generale naziona-le che ha sede a Tripoli. Lazione stata indetta da alcune organizza-zioni della societ civile secondocui lo sciopero potrebbe durare al-cuni giorni. Molti negozi hannochiuso i battenti mentre laerop ortodi Bengasi stato bloccato.

    La comunit internazionale loda il coraggio degli afghani recatisi alle urne per le presidenziali

    Ombre di brogli sul voto di Kabul

    Un seggio di Kabul

    Esplosionenella capitaledel Bahrein

    MANAMA, 7. Unesplosione av-venuta a Manama, capitale delBahrein, dove ieri si tenuto ilGran premio di Formula 1. Lapolizia che aveva rafforzato lemisure di sicurezza ha bloccatole strade intorno allarea in cui avvenuta la deflagrazione, vicinoa un edificio del Governo nelquartiere Adliya, e alcuni testimo-ni hanno detto di aver visto alme-no unauto in fiamme. Non sonostate segnalate vittime.

    Nel Paese del Golfo persico latensione tra sciiti e sunniti non si mai assopita del tutto dal 2011,quando i primi maggioranzanel Bahrein e che rivendicano unamonarchia costituzionale hannocominciato a manifestare controla dinastia sunnita degli Al Khali-fa. La principale formazionedellopposizione sciita, Al Wefaq,nel prendere le distanze dagli attidi violenza aveva invitato i suoisostenitori a manifestare pacifica-mente durante levento sportivo.Ma un altro gruppo dellopp osi-zione, pi radicale, aveva lanciatoun appello con lo slogan impe-diamo il Gran premio di Formula1 macchiato di sangue.

    Maratonaelettorale al via

    in India

    NEW DELHI, 7. Si aperta og-gi in India la maratona eletto-rale (che si concluder il 12maggio) in occasione delle le-gislative. Si tratta di un ap-puntamento molto importanteper la storia del Paese poichdalle urne potrebbe uscire unresponso che metta fine al-legemonia del Partito del con-gresso I, al potere negli ultimidieci anni. Secondo gli ultimisondaggi, infatti, potrebberoavere la meglio i nazionalitstihindu del Bharatiya JanataParty (Bjp), che presentanocome candidato a primo mini-stro Narendra Modi, attualecapo dello Stato del Gujarat.

    Sono pi di ottocento mi-lioni gli elettori (circa centomilioni voteranno per la primavolta) che da oggi si recano al-le urne: sono attive oltre unmilione e mezzo di macchineelettroniche nei pi dei nove-centomila seggi allestiti. pre-visto che i risultati ufficiali sa-ranno comunicati il 16 mag-gio.

    Il lungo percorso elettoralesi articoler in nove tappe: laprima si tiene in due Stati delnord-est, nellAssam e nel Tri-pura. Come nelle precedentielezioni il voto sar elettroni-co, ma per la prima volta nellelegislative gli elettori avrannoa disposizione un tasto per di-chiarare il proprio astensio-nismo.

    Ban Ki-moon teme un genocidionella Repubblica Centroafricana

    Il segretario alla Difesa statunitense ribadisce limpegno per la sicurezza del Giappone

    Chuck Hagel in Estremo Oriente

    Il capo del Pentagono accolto a Tokyo (Reuters)

    KABUL, 7. Sul voto per le presiden-ziali in Afghanistan grava lombradei brogli. Mentre sembra sia statoallontanato lo spettro di massicceviolenze minacciate, alla vigilia, daitalebani. Vi sono stati scontri fra imiliziani e gli agenti di polizia, e ilbilancio di 176 talebani uccisi: trale vittime si contano poi dodici po-liziotti e quattro civili. Insomma so-no state scongiurate, almeno finora,le temute stragi che i miliziani ave-vano promesso con lobiettivo dicolpire quanti si sarebbero recati alleurne.

    Ma laltro timore, ovvero quellodi possibili brogli, pare sia fondato:sono state infatti presentate 1.300denunce. Citato dal quotidianoKhaama Press, il portavoce dellacommissione indipendente per i re-clami elettorali (Iecc), NaderMohseni, ha detto che la maggio-ranza delle denunce sono giunte viatelefono e ha poi ricordato che ne-cessaria la presenza di prove video ofotografiche. Il tempo utile per pre-sentare i ricorsi allIecc scade questasera. I ricorsi riguardano il mancato

    accesso ai seggi, la mancanza dischede, lesistenza di schede false. stata anche denunciata lindebitapressione esercitata dai leader politi-ci locali sugli aventi diritto al voto.Zalmai Rassoul, uno degli otto can-didati alla successione di HamidKarzai, ha dichiarato che un presi-dente che fosse frutto di manovrelosche non sarebbe accettato dagli

    afghani. Nello stesso tempo Ras-soul, che in passato aveva ricopertola carica di ministro degli Esteri, hatenuto a sottolineare che il voto stato un successo considerandoche sono stati tanti gli afghani chesi sono recati alle urne a dispettodelle pesanti intimidazioni da partedei talebani.

    Che latteso appuntamento eletto-rale sia stato un successo stato evi-denziato anche dalla comunit inter-nazionale. Gli Stati Uniti attra-verso il presidente Barack Obama eil segretario di Stato, John Kerry hanno elogiato il coraggio delpopolo afghano, dimostrato inunoccasione molto importante per

    la storia democratica del Paese. Dalcanto suo la Cina ha invitato i di-versi protagonisti della scena politi-ca afghana a favorire un dialogo chepermetta di raggiungere unintesaampia e inclusiva. Mentre lIndiaha sottolineato che con il voto gliafghani hanno sconfitto le intimi-dazioni dei terroristi. I risultati delvoto dovrebbero essere comunicatifra tre settimane. Se nessun candi-dato otterr il cinquanta per centodei voti al primo turno, si svolger,a data da destinarsi, un ballottaggiotra i due meglio piazzati. Sempresabato si votato per il rinnovo di34 consigli provinciali: tra i 2.713candidati figurano 308 donne.

    TO KY O, 7. Chuck Hagel, il capo delPentagono, rassicura Tokyo: gli StatiUniti sono impegnati a proteggere ilGiappone. Un impegno alla sicurez-za che Hagel conferma rafforzandoil dispiegamento navale americano inGiappone con linvio di altre duenavi anti-missili entro il 2017.

    Una decisione quella annunciataa Tokyo dal segretario alle Difesastatunitense in risposta alle azioniprovocatorie e destabilizzanti diPyongyang ma che guarda anchealla Cina, esortata a rispettare i Paesivicini. Non si pu andare in giroper il mondo e ridefinire i confini,violare lintegrit territoriale e la so-vranit dei Paesi con la forza e linti-midazione, sia che questo accada inpiccole isole del Pacifico sia in gran-di Paesi europei. Chi ha grande po-tere ha grandi responsabilit. E laCina ha un grande potere ha affer-mato Hagel, che dopo Tokyo giun-to a Pechino nella sua prima visitaufficiale in Cina da quando segre-tario alla Difesa. Gli Stati Uniti han-no un impegno completo e assolutoper la sicurezza del Giappone haaggiunto Hagel.

    La decisione di rafforzare la pre-senza navale americana in Giappone,portando complessivamente a sette lenavi anti-missili, legata anche al

    lancio effettuato due settimane fadalla Corea del Nord di due missiliin grado di raggiungere il Giappone.Il test, il primo negli ultimi quattroanni di missili a medio raggio, sta-to eseguito nel corso di alcune eser-citazioni militari da parte del regimedi Pyongyang. E proprio la Corea

    del Nord sar con ogni probabilit alcentro dei colloqui di Hagel con idirigenti di Pechino. La Cina infat-ti tradizionale alleata di Pyongyang,anche se recentemente si mostrataapertamente critica nei confronti del-le iniziative militari intraprese dal re-gine nordocoreano.

    BANGUI, 7. Il Segretario generaledellOnu, Ban Ki-moon, prima diarrivare oggi in Rwanda per le com-memorazioni delle vittime del geno-cidio di ventanni fa, ha fatto tappaieri a sorpresa nella capitale centroa-fricana Bangui, dove non ha nasco-sto i timori per il possibile ripetersidi unanaloga, spaventosa tragedia. responsabilit di tutti in quantoleader assicurarsi che non dovremomai commemorare un tale anniversa-rio nella Repubblica Centroafrica-na, ha detto Ban Ki- moon alle au-torit di transizione di un Paese cheda tempo ritiene sullorlo del bara-tro, facendo riferimento appunto alRwanda. Non ripetete gli errori delpassato, non dimenticate di impara-re la lezione, ha detto ancora BanKi-moon alla presidente ad interimCatherine Samba-Panza e agli altriesponenti di Governo e Parlamento,chiedendo loro di compiere ogni

    sforzo per avviare un processo poli-tico di riconciliazione e pace civile.

    Il Segretario generale dellOnu, inparticolare, ha puntato lattenzionesul fatto che musulmani e cristianisono esposti a pericoli mortali soloper lappartenenza a una comunit oa un credo. C il rischio, ha detto,di unaltra epurazione etnico-reli-giosa che, se si guardano i fatti diquesti ultimi mesi, sembra gi essereuna dolorosa e insanguinata realt.

    Analoghi timori ha espresso ieri ilministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian, responsabiledelloperazione militare Salgaris av-viata lo scorso dicembre a Bangui.Le Drian ha ammesso di avere sot-tostimato la violenza dei milizianidella maggioranza cristiana, chehanno compiuto contro la minoran-za musulmana gli stessi atroci crimi-ni dei quali si erano rese responsabi-li le bande armate islamiche dallini-zio del 2013.

  • LOSSERVATORE ROMANOpagina 4 luned-marted 7-8 aprile 2014

    Ritrovamento di Ges nelle fonti

    Una storia che conta

    Un convegno sulla diplomazia pontificia

    La difficile arte dellequilibrio

    di ROMANO PENNA

    Ogni illuminista dovreb-be convenire sullovviaconstatazione che, senon loggetto della fe-de cristiana, certamen-te il dato stesso della fede in Ges,dichiarata dalle prime comunitpost-pasquali, altrettanto storicaquanto lo fu la vita di lui. Questafede potr anche essere giudicata in-debita e sproporzionata, magari unasovrastruttura, ma non solo essa ap-partiene comunque allo zoccolo du-ro della storia, bens soprattutto essava spiegata, tanto pi perch segueappena a mezza ruota, e non di pi,alla fine tragica di quel Nazareno.La spiegazione della fede pasqualenon consiste solo negli incontri conil Risorto/Risuscitato, che in realtrisultano essere stati solo la scintillache fece scoppiare lincendio. Quellascintilla semplicemente si innestsulla conoscenza del Ges terreno,su ci che egli aveva rappresentatodi nuovo e di grande agli occhi deisuoi discepoli. Con quella concretaconoscenza la nuova fede si coniuginscindibilmente, anzi essa rimandainequivocabilmente alla dimensionestorica di lui, per non dire che fu lastessa fede in lui a permettere il suorecupero storico quasi fosse necessa-rio credere per vedere.

    La risalita dalla fede pasquale alGes terreno, pur tacendo sullormaiabusato discorso circa i criteri di sto-ricit, deve tenere conto di fattoridiversi.

    Il primo consiste semplice-mente nel constatare che a in-teressarsi di Ges, della suavicenda e della sua personastorica, sono stati soltanto isuoi discepoli, cio dei cre-denti in lui. In effetti, il datosempre sorprendente per unamentalit cosiddetta laica, che la coltivazione e la tra-smissione della memoria delGes storico non avvenne aldi fuori di una genuina,sia pure variegata fedenella sua identit di uomofuori del comune. E que-sta constatazione non riducibile a un semplicetruismo, come qualcu-no vorrebbe, o, se lo inquanto dato indiscutibile,bisogna almeno chiedersiperch i primi documentisu Ges siano prodotti difede e in pi quale sia ilsenso di questo fatto. secondario constatare chequesta fede ebbe formula-zioni diverse. Ma avrpure un suo significato ilfatto che stata appuntola fede ad assicurare Ges

    alla storia, dato che nessuno che nonfosse stato suo discepolo si interessminimamente a lui e tantomeno atramandarne la memoria. Questofatto, a volte etichettato come nonneutrale o di parte, costituisce inrealt il dato pi sorprendente equanto mai sintomatico. Infatti, nonErode, non Caifa, non Pilato, e purenessuno dei farisei o degli scribi che

    ebbero spesso a che fare e discuterecon lui lo ritennero degno di atten-zione n narrativa n teoretica. Sepoi si riuscisse a dimostrare che lamotivazione di questa congiura delsilenzio fosse materiata di motivi po-lemici, il dato sarebbe ancora pi in-t e re s s a n t e .

    Comunque, linterrogativo inevita-bile che ci si deve porre questo:come mai un ebreo davvero m a rg i -nale nel mondo mediterraneo deltempo, cio del tutto ignorato fuori

    di Israele, proveniente da un vil-laggio come Nazaret, da cui a

    quanto pare non veniva nientedi buono (cfr. Giovanni, 1, 46), passato poi al centro dellat-tenzione? Certo questo inte-resse fu esclusivo di quelli delsuo gruppo, i quali, nonostan-te la ignominiosa fuga del pri-mo momento, giunsero inopi-natamente a proclamarlo per-sino Kyrios.

    Evidentemente essi avevanoconservato di lui una me-moria viva, che fu poi at-tivata e stratificata in va-rie tradizioni orali primadi sedimentarsi nei diversiscritti (canonici e apocri-fi). Proprio il motivo del-la memoria dei discepoli,fondato sulla teoria dellamemoria collettiva o so-cial memory theory, statoparticolarmente sottoli-neato da vari studi.

    Un secondo punto diforza consiste nel prende-re atto che nessun perso-naggio israelitico del I se-colo godette di una docu-mentazione tanto precocee tanto copiosa come

    quella che riguarda Ges di Nazaret.I nomi da paragonare, a parte alcuniomonimi come Yehoshua ben Hana-nyah, sono essenzialmente quelli divari Maestri, e cio il qumranianoma anonimo Maestro di Giustizia,r.Hillel (con il suo discordanter.Shammai), r.Hanina ben Dosa,r.Gamaliele il Vecchio, e r.Yochananben Zakkai, per non dire poi del purcelebre r.Aqib.

    Anzitutto va considerato il fatto ins, poich se volessimo confrontaretutti questi personaggi con Ges diNazaret (propriamente Yehoshuaben Yosef, Ges figlio di Giusep-pe, come del resto egli chiamatonel Quarto vangelo: cfr. Giovanni, 1,45; 6, 48), dovremmo notare alcunedifferenze quanto mai eloquenti. Laprima che lantichit e labb ondan-za della documentazione sul Nazare-no, non hanno confronti con quellamolto pi scarsa sui vari Maestri ap-pena elencati sopra, la cui menzioneperaltro si trova solo nella tardivaletteratura rabbinica non anterioreallanno 200. La seconda differenzariguarda la forma dellinteresse perle varie figure menzionate: mentre aGes di Nazaret riservato un inte-resse narrativo che concerne la suavicenda storico-terrena in quanto ta-le, i Maestri ebrei vengono menzio-nati nella Mishn e nel Talmud solonellambito dellinterpretazione diun passo della Tor, alla cui premi-nenza perci sono letteralmente pie-gati. In terzo luogo il Nazareno,bench nei Vangeli venga spessochiamato Rabbi e bench goda diuna documentazione senza pari, non stato computato dal rabbinismonella serie dei Maestri, cio dei gran-di dottori di Israele, e le due (forsetre) menzioni che abbiamo di lui nelTalmd non lo riguardano come

    La ricercadi Ratzinger

    I Vangeli: storia e cristologia. La ricercadi Joseph Ratzinger - Benedetto XVI. iltitolo dei due volumi editi dallaLibreria editrice vaticana (da noianticipati nelle edizioni del 24, 25 e 30ottobre 2013) e presentati l8 aprilepresso il Pontificio Istituto Biblico.Anticipiamo stralci di un intervento.Alla presentazione prender parte ancheil cardinale Camillo Ruini che nella suarelazione si concentra su due contributi,quello di John Meier sulla figura diGes e sulla valutazione storica delleparabole, e quello di Tobias Nicklassulla storia di Ges nel vangelo diM a rc o .

    Si svolge il 7 e l8 aprile allcole fran-aise de Rome il convegno Projet Dic-tionnaire et Histoire de la Diplomatie duSaint-Siege.

    di PHILIPPE LEVILLAIN

    La diplomazia senza le armi la mu-sica senza gli strumenti. Lo ha dettoBismarck, che utilizz fragorosamentele sue armi per far udire la musica uni-taria del Secondo Reich. Ma lo stessoBismarck scrisse nelle sue Memorie chea un certo punto pens di fare appelloa Pio IX per negoziare con la Franciauna pace solida allindomani della ca-duta del Secondo Impero e della pro-clamazione di una Repubblica ribelle auna sconfitta umiliante.

    Eppure il papato, in sonno militaredopo la celebre battaglia di Lepanto,dove le galee pontificie avevano impo-sto la vittoria di Cristo, aveva appenaperso la capitale della cristianit e ilPapa si era appena dichiarato pri-gioniero nei palazzi apostolici del Vati-cano.

    Il cancelliere tedesco riconosceva allaSanta Sede il potere di eseguire unamusica di mediazione dove Leone XIIIsarebbe stato un punto di riferimento elo strumento di un prestigio di autoritmorale nel concerto europeo. Comeprova il ruolo da lui svolto nel 1885 persanare il conflitto tra la Germania e laSpagna a proposito delle Isole Caroli-ne. Il paradosso volle che la Santa Se-

    de svolse il ruolo di arbitro sulla scenainternazionale e intervenne in politicaestera mentre il suo magistero riguarda-va, dopo Lepanto, e come era giustoche fosse, lesercizio della diplomazia abilit di creare un equilibrio tra partirivali nellambito ecclesiastico.

    La Storia insegna ancora che, con unp o di diplomazia, Leone X avrebb eevitato lo scisma luterano (1517). Maquella del tempo presente prova ancheche la diplomazia di Benedetto XVInon riuscita a mettere fine allo scismalefebvriano.

    Nello stesso ordine di idee, Benedet-to XV non riusc a fermare la primaguerra mondiale con la sua nota del 1agosto 1917, come accadde con Pio XIIcon i suoi interventi nel 1939. Ma nel1962 Giovanni XXIII fu chiamato in aiu-to nellaffare dei missili di CubadallUnione sovietica, che non volevaperdere la faccia di fronte alla fermezzadegli Stati Uniti.

    La diplomazia della Santa Sede pas-sa per essere la migliore del mondo,per la trama delle sue reti, il rispettodel segreto e la qualit delle sue infor-mazioni. Dispone di agenti propri(nunzi, delegati apostolici e incaricatidi affari ufficiali) e di intermediari uffi-

    ciosi (congregazioni religiose e laici).La politica estera che tenuta a seguire un affare di Chiesa e non di territori.Essa difende i suoi connazionali (isuoi fedeli) in tutte le culture. Ma af-ferma anche le sue posizioni sui dirittidelle persone al di l dei diritti delluo-mo. moderna perch costruttiva edequa, pur avendo delle preferenze. dinamica.

    Questo quadro, quasi idilliaco, unacomposizione di storia della sua mis-sione evangelica. La composizione diquesto terzo grande (mile Poulat) stata lenta e travagliata, da GregorioMagno a Benedetto XVI.

    Sottoposta ai raggi X, la diplomaziadella Santa Sede, dallinizio del XVI se-colo, al centro della grande impresacondotta dal giovane storico Olivier Si-bre, e intitolata Dictionnaire et Histoirede la Diplomatie du Saint-Sige, ospitedellcole franaise de Rome il 7 e l8aprile. Essendo ogni dizionario per suanatura alfabetico, il lavoro che que-ste due giornate contribuiranno a im-postare tra partner scientifici implicala combinazione e lintreccio della pro-sopografia con le istituzioni, gli stru-menti dinfluenza, lidentificazione del-le intenzioni, dei successi e dei falli-

    menti, su uno sfondo politico e religio-so che mostra la complessit di unamissione di pace e dirradiamento attra-verso il suo stesso esempio.

    Due termini governano lesito delprogetto: confronto e dialogo. Entram-bi definiscono cesure, o meglio divari,che dipendono da un modo di narrareilluminato dalle mentalit degli esecu-tori, dei negoziatori e dei grandi prin-cipi di una teologia dellordine nellapace.

    Una simile enciclop edia era sortanegli anni Cinquanta del secolo scorso,in piena guerra fredda, era stata pro-gettata da monsignor Paolo Savino,presidente della Pontificia Accademiaecclesiastica, sostenuto da monsignorPaolo Antonio Berloco, segretario dellanunziatura apostolica a Madrid.

    Aveva ottenuto il sostegno di monsi-gnor Montini, allora pro-segretario diStato. Ma la carriera di questultimola lasci allo stato di progetto. auspi-cabile che, ripresa su pi vasta scala ealla luce dei fondi di archivi vaticani oistituzionali, limpresa proposta da Oli-vier Sibre, attraverso lesame di questamitica diplomazia pontificia, trovi ilsuccesso che merita.

    Maestro (forse con leccezione diuna). come se ci fosse stata unaspecie di damnatio memoriae, a pre-scindere semmai dalle tardive e deni-granti Toledt Yeshu. Solo a partiredagli anni Venti del XX secolo daparte ebraica (prima della cosiddettaterza ricerca sul Ges storico) si iniziato a recuperare lidentit giu-daica di Ges. Comunque, di nessunaltro in Israele, come per Ges diNazaret, si mai cercato di narrarecos ampiamente la vita (almenoquella pubblica) e ancor meno lamorte, tanto pi che questa era statao b b ro b r i o s a .

    Queste considerazioni costituisco-no inevitabilmente un argomentomolto forte per rendersi conto dellastraordinariet di quel Ges, che no-nostante sia stato cos defilato daigrandi dIsraele suscit, gi nel seco-lo I (per non parlare della successivaW i rk u n g s g e s c h i c h t e ), un interesse nonverificabile per nessun altro suo con-nazionale. Perci, come si dice in sa-na filosofia, se ogni effetto deve ave-re una causa proporzionata, leffettoavuto da Ges, anche solo giudicatosul piano oggettivo della documen-tazione che letteralmente incompa-rabile (pur senza tirare in causa lasuccessiva forte fede cristologica),deve avere una causa omogenea e

    Nessun personaggio israeliticodel I secolo ha godutodi una documentazione tanto precocee tanto ampia come quellache riguarda il Nazareno

    cio essa stessa ineguagliabile. so-lo la persona del Ges storico cheha suscitato quella sorta di interesse,e ci segno evidente della sua per-sonale straordinariet. Sicch giu-sto dire che la percezione che Gessuscit di s parte di colui che Ge-s era.

    Probabilmente aveva ragione lan-tico apocrifo Vangelo di Filippo (da-tabile al secolo III): Yeshua non si rivelato cos come era in realt, masi rivelato a seconda della capacitdi coloro che vogliono vederLo. Egli lo Stesso per tutti, ma apparegrande ai grandi, piccolo ai piccoli,

    agli angeli apparecome un angelo,agli uomini comeun uomo () Haquindi reso i suoidiscepoli grandi af-finch fossero capa-ci di vederlo nellaSua grandezza.

    Resta la necessitaffascinante dellim-presa di una ricerca,

    che non ha paragoni per altri perso-naggi dellantichit, e che pu co-munque approdare a ritrovare alme-no i tratti essenziali, sia pur com-plessi, di quella figura. In ogni casoresta vero che quel Ges, tutta l t roche chiuso nel suo passato, comenon succede per nessun altro, restavivo nelle comunit di coloro che atuttoggi si professano suoi discepolie in lui riconoscono nientemeno chela ragione della propria vita.

    Ci che conta dunque non unasua evaporazione nel mito, ma contala storia che egli porta con s: nonla storia come dimensione comune atutti gli uomini, ma semplicemente eprecisamente la personale storia sua.

    Francesco Guardi, Pio VI in visita a Venezia,(particolare, 1782 circa)

    La citt di Nazaret(Istanbul, chiesa di Kahri Djami,

    mosaico, XIV secolo, particolare)

    Il Salvatore (Monte Sinai, monastero di Santa Caterina, VI secolo)

  • LOSSERVATORE ROMANOluned-marted 7-8 aprile 2014 pagina 5

    Simposio a Betlemme sui viaggi di Paolo VI e Francesco in Terra Santa

    Artefici di riconciliazione

    AllUrbaniana un convegno su Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II

    Due Papiper lAfrica

    Messa a Santa Marta

    Il perdono in una carezzaDio perdona non con un decretoma con una carezza. E con la mi-sericordia Ges va anche oltre lalegge e perdona accarezzando le fe-rite dei nostri peccati. A questagrande tenerezza divina Papa Fran-cesco ha dedicato lomelia dellamessa celebrata luned 7 aprile nellacappella della Casa Santa Marta.

    Le letture di oggi ha spiegatoil Pontefice ci parlano delladulte-rio, che insieme alla bestemmia eallidolatria era considerato unpeccato gravissimo nella legge diMos, punito con la pena dimorte per lapidazione. Ladulterio,infatti, va contro limmagine diDio, la fedelt di Dio, perch ilmatrimonio il simbolo, e ancheuna realt umana, del rapporto fe-dele di Dio col suo popolo. Cosquando si rovina il matrimoniocon un adulterio, si sporca questorapporto tra Dio e il popolo.Allepoca era considerato un pec-cato grave perch si sporcavaproprio il simbolo della relazionetra Dio e il popolo, della fedelt diD io.

    Nel passo evangelico propostonella liturgia (Giovanni, 8, 1-11), cheracconta la storia della donna adul-tera, incontriamo Ges, era sedutol, tra tanta gente, e faceva il cate-chista, insegnava. Poi si avvicina-rono gli scribi e i farisei con unadonna che portavano avanti, forsecon le mani legate, possiamo imma-

    ginare. E cos la posero in mezzoe laccusarono: ecco unadultera!.La loro una accusa pubblica. E,racconta il Vangelo, fecero a Gesla domanda: Cosa dobbiamo farecon questa donna? Tu ci parli dibont ma Mos ci ha detto chedobbiamo ucciderla!. Essi diceva-no questo ha notato il Pontefice per metterlo alla prova, per avereil motivo di accusarlo. Infatti seGes diceva: s, avanti alla lapida-zione, avevano lopportunit di di-re alla gente: Ma questo il vostromaestro tanto buono, guarda cosaha fatto a questa povera donna!.Se invece Ges diceva: no, pove-retta, perdonarla!, ecco che poteva-no accusarlo di non compiere lalegge.

    Il loro unico obiettivo era mette-re proprio alla prova e tendere unatrappola a Ges. A loro non im-portava la donna; non importavanogli adulteri. Anzi, forse alcuni diloro erano adulteri.

    Da parte sua, nonostante ci fossetanta gente intorno, Ges volevarimanere solo con la donna, volevaparlare al cuore della donna: lacosa pi importante per Ges. Eil popolo se nera andato lenta-mente dopo aver sentito le sue pa-role: Chi di voi senza peccatogetti per primo la pietra contro dilei.

    Il Vangelo con una certa ironia ha commentato il vescovo di Ro-ma dice che tutti se ne andarono,uno per uno, cominciando dai pianziani: si vede che nella banca delcielo avevano un bel conto correntecontro di loro!. Ecco allora il mo-mento di Ges confessore. Restasolo con la donna, che rimane lin mezzo. Intanto Ges era chi-nato e scriveva col dito sulla polveredella terra. Alcuni esegeti diconoche Ges scriveva i peccati di questiscribi e farisei. Forse una immagi-nazione. Poi si alz e guard ladonna, che era piena di vergogna,e le disse: Donna, dove sono? Nes-suno ti ha condannata? Siamo soli,tu e io. Tu davanti a Dio. Senza ac-cuse, senza chiacchiere: tu e Dio.

    La donna non si proclama vittimadi una falsa accusa, non si difen-de affermando: Io non ho com-messo adulterio. No, lei riconosceil suo peccato e a Ges risponde:Nessuno, Signore, mi ha condan-nata. A sua volta Ges le dice:Neanche io ti condanno, va edora in poi non peccare pi, pernon passare un brutto momento,per non passare tanta vergogna, pernon offendere Dio, per non sporca-re il bel rapporto tra Dio e il suop op olo.

    Dunque Ges perdona. Ma quic qualcosa di pi del perdono.Perch come confessore Ges va ol-tre la legge. Infatti la legge dice-va che lei doveva essere punita.

    Oltretutto Ges era puro e potevagettare per primo la pietra. Maegli va oltre. Non le dice: non peccato ladulterio. Ma non la con-danna con la legge. Proprio que-sto il mistero della misericordia diGes.

    Cos Ges per fare misericor-dia va oltre la legge che coman-dava la lapidazione. Tanto che di-ce alla donna di andare in pace.La misericordia ha spiegato ilPapa qualcosa di difficile da ca-pire: non cancella i peccati, percha cancellare i peccati il perdonodi Dio. Ma la misericordia ilmodo come perdona Dio. PerchGes poteva dire: ma io ti perdo-no, vai! Come ha detto a quel para-litico: i tuoi peccati sono perdona-ti!. In questa situazione Ges vaoltre e consiglia alla donna dinon peccare pi. E qui si vedelatteggiamento misericordioso diGes: difende il peccatore dai nemi-ci, difende il peccatore da una con-danna giusta.

    Questo, ha aggiunto il Pontefice,vale anche per noi. E ha afferma-to: Quanti di noi forse meritereb-bero una condanna! E sarebbe an-che giusta. Ma lui perdona!. Co-me? Con questa misericordia chenon cancella il peccato: il perdo-no di Dio che lo cancella, mentrela misericordia va oltre. comeil cielo: noi guardiamo il cielo, tantestelle, ma quando viene il sole almattino, con tanta luce, le stelle nonsi vedono. E cos la misericor-dia di Dio: una grande luce di amo-re, di tenerezza. Perch Dio per-dona non con un decreto, ma conuna carezza. Lo fa carezzando lenostre ferite di peccato perch lui coinvolto nel perdono, coinvoltonella nostra salvezza.

    Con questo stile, ha concluso Pa-pa Francesco, Ges fa il confesso-re. Non umilia la donna adultera,non le dice: cosa hai fatto, quandolhai fatto, come lhai fatto e con chilhai fatto!. Le dice invece di an-dare e di non peccare pi: grandela misericordia di Dio, grande lamisericordia di Ges: perdonarci ac-carezzando ci.

    BETLEMME, 7. Papa Paolo VI ci hafatto vivere grandi segni dei tempi.Il primo di questi segni fu lapp elloalla misericordia e al perdono. Lanostra epoca ha bisogno di personefeconde come lo fu Paolo VI, capacidi agire quotidianamente per la ri-conciliazione. Lo ha detto il pa-triarca di Gerusalemme dei Latini,Fouad Twal, intervenuto nei giorniscorsi al simposio organizzato a Be-tlemme da Al-Liqa, centro di studireligiosi e del patrimonio in TerraSanta e intitolato Cinquantannidopo la visita di Paolo VI: la visitadi Papa Francesco in Terra Santa.Twal ha ricordato che lo scopo prin-cipale di questo viaggio apostolico(in programma dal 24 al 26 maggio)sar la commemorazione dello stori-co incontro fra Papa Montini e ilpatriarca di Costantinopoli, Atena-gora: Francesco e Bartolomeo rin-noveranno quellabbraccio fraterno.La Terra Santa ha aggiunto il pa-triarca di Gerusalemme dei Latini sempre desiderosa di quel chePaolo VI esclam nel suo interventoalle Nazioni Unite il 4 ottobre 1965:Mai pi la guerra. Perch con laguerra nessuno guadagna e tuttiperdono. Questo lo stesso ap-pello che Papa Francesco ha lancia-to per impedire la guerra in Siria.Egli ha ripreso le medesime paroledi Paolo VI. S, il nostro mondo e lanostra regione hanno ancora biso-gno quotidiano di amore, giustizia ericonciliazione fra i popoli e soprat-tutto nei cuori.

    Al simposio si legge in una sin-tesi diffusa sul sito in rete del pa-triarcato di Gerusalemme dei Latini intervenuto anche il mufti diBetlemme, Abd Al-Majeed Ata, cheha reso testimonianza della gioiacon la quale il Governo e il popolopalestinesi attendono la visita di Pa-pa Francesco e ha ricordato i viaggidi Giovanni Paolo II e di BenedettoXVI, sottolineando le relazioni frater-

    ne e i sentimenti di unit condivisida musulmani e cristiani in Palesti-na. Dal canto suo il delegato apo-stolico in Gerusalemme e Palestina,arcivescovo Giuseppe Lazzarotto, haposto laccento sullaspetto ecumeni-co del pellegrinaggio in Terra Santa,mettendo in evidenza che il Pontefi-ce si recher a Betlemme e a Geru-salemme per pregare per la pace nelmondo intero. Padre Rafiq Khoury,sacerdote del patriarcato, ha parlatoinvece delle circostanze storiche checaratterizzarono la visita di Paolo VI,nel 1964, periodo politicamente as-sai delicato, soprattutto a livellomondiale con gli inizi della guerraf re d d a . Inoltre, ha spiegato, inquellepoca i media erano meno pre-senti rispetto a oggi e si limitavanoa una semplice trasmissione deifatti.

    Al seminario di Betlemme hannoinoltre partecipato padre Rifaat Ba-der, direttore del centro cattolico distudi e formazione per i media inGiordania (che pubblicher un librosul viaggio di Francesco con contri-buti del re giordano Abdallah II edel presidente palestinese MahmoudAbbas), e padre Jamal Kader, rettoredel seminario di Beit Jala, il qualeha sottolineato limportanza della vi-sita da un punto di vista ecclesiale,ecumenico e religioso.

    Al-Liqa un centro di studi e ri-cerche religiosi e culturali sul patri-monio del popolo palestinese, cri-stiano e musulmano in Terra Santa.Listituto lavora per il dialogo tra lefedi. I differenti programmi che pro-pone hanno come obiettivi di favori-re gli incontri tra membri di religio-ni diverse, promuovere la carit tra ifigli dello stesso popolo, operare perla comprensione tra musulmani ecristiani in Terra Santa e far s chele due comunit convivano fraterna-mente nonostante le diversit cultu-rali e religiose.

    Tracciare un profilo dellattuale si-tuazione culturale e della realizza-zione del concilio Vaticano II nelcontinente africano. lobiettivo delconvegno La Chiesa in Africa dalconcilio Vaticano II al terzo millen-nio. Omaggio dellAfrica ai PapiGiovanni XXIII e Giovanni PaoloII, che si svolger nei giorni 24 e25 aprile alla Pontificia UniversitUrbaniana. Ne hanno parlato du-rante la conferenza stampa, svoltasiquesta mattina, luned 7 aprile, nellaSala stampa della Santa Sede, la rc i -vescovo Barthlemy Adoukonou emonsignor Melchor Jos Snchezde Toca y Alameda, rispettivamentesegretario e sotto-segretario delPontificio Consiglio della Cultura,

    larcivescovo Emery Kabongo Ka-nundowi, arcivescovo-vescovo eme-rito di Luebo, e Martin Nkafu, do-cente presso la Pontificia UniversitLateranense.

    Il convegno, ha detto monsignorAdoukonou, unoccasione per ri-flettere sul periodo storico nel qualei vari Paesi africani hanno raggiuntolindipendenza. Si parler, quindi,del panafricanismo e della ngritude,cos come dei valori che hanno ispi-rato questi movimenti. Lincontro promosso dal Simposio delle Confe-renze episcopali dAfrica e del Ma-dagascar (Sceam) in collaborazionecol dicastero della cultura vedrla partecipazione di vescovi, sacer-doti, teologi, studiosi e personalit

    dellAfrica. Verranno riproposti gliinsegnamenti di Papa Roncalli e diPapa Wojtya sullAfrica. Cos sarricordato quanto Giovanni XXIII hafatto per il continente, in particolarelaccoglienza riservata, durante leprime fasi del concilio Vaticano II, aesponenti del mondo della cultura eintellettuali africani riuniti, e la crea-zione, nel marzo 1960, del primocardinale dellAfrica, il tanzanianoLaurean Rugambwa. Quanto al ma-gistero di Giovanni Paolo II, la rc i -vescovo Adoukonou ha sottolineatocome il Pontefice polacco abbia in-vitato pi volte a riflettere sulla sto-ria e sul rapporto tra Africa ed Eu-ropa. Da ricordare, tra laltro, la suarichiesta di perdono nel 1985 in Ca-merun e a Gore in Senegal, da do-ve partivano le navi cariche di schia-vi africani.

    Un ricordo personale della visitadi Papa Wojtya nellisola di Gore venuto dallarcivescovo KabongoKanundowi, allepoca nella segrete-ria particolare di Giovanni Paolo II.Monsignor Snchez de Toca y Ala-meda ha poi spiegato il ruolo delPontificio Consiglio nella promozio-ne del convegno, sottolineando co-me il Vaticano II abbia compiutouna svolta radicale in un duplicesenso: lapertura vera e tangibilealluniversalit della Chiesa e lap er-tura al mondo della cultura, vistanon pi come minaccia o pericolo,ma come risorsa. A questo proposi-to, il sotto-segretario ha detto che ilVangelo arricchisce ed eleva le cul-ture, e ha ricordato la fondazionedel Pontificio Consiglio da parte diGiovanni Paolo II, il 20 maggio1982. Il testo ispiratore del dicastero stato proprio la costituzione conci-liare Gaudium et spes, alla cui stesu-ra partecip Karol Wojtya, aquellepoca pastore a Cracovia. Duegli obiettivi che egli individu per ilnuovo organismo: levangelizzazionedella cultura e la promozione cultu-rale.Giovanni Paolo II a Gore nel 1992

  • LOSSERVATORE ROMANOpagina 6 luned-marted 7-8 aprile 2014

    Messa celebrata da Papa Francesco nella parrocchia romana di San Gregorio Magno

    Lodore dellanima

    AllAngelus il Pontefice dona ai fedeli un piccolo Vangelo raccomandandone la lettura quotidiana

    Parola tascabile

    Alla Magliana tra difficolt e speranze

    Un invito a togliere dal cuore lapietra del peccato per aprirsi alperdono di Dio stato rivolto daPapa Francesco ai fedeli dellaparrocchia romana di San GregorioMagno alla Magliana, dove si recato nel pomeriggio di domenica 6aprile. Di seguito lomelia pronunciatadurante la messa.

    Le tre Letture di oggi ci parlano diRisurrezione, ci parlano di vita.Quella bella promessa del Signore:Ecco, io apro i vostri sepolcri, vifaccio uscire dalle vostre tombe(Ez 37, 12), la promessa del Si-gnore che ha la vita e ha la forza didare vita, perch quelli che sonomorti possano riprendere la vita. Laseconda Lettura ci dice che noi sia-mo sotto lo Spirito Santo e Cristoin noi, il suo Spirito, ci risusciter.

    taccata al peccato. E la Quaresima un po per questo. Perch tuttinoi, che siamo peccatori, non finia-mo attaccati al peccato, ma possia-mo sentire quello che Ges ha det-to a Lazzaro: Grid a gran voce:Lazzaro, vieni fuori! (Gv 11, 43).

    Oggi vi invito a pensare un atti-mo, in silenzio, qui: dove la mianecrosi dentro? Dove la partemorta della mia anima? Dove lamia tomba? Pensate, un minutino,tutti in silenzio. Pensiamo: qual quella parte del cuore che si pucorrompere, perch sono attaccatoai peccati o al peccato o a qualchepeccato? E togliere la pietra, toglie-re la pietra della vergogna e lasciareche il Signore ci dica, come ha det-to a Lazzaro: Vieni fuori!. Perchtutta la nostra anima sia guarita, sia

    risorta per lamore di Ges, per laforza di Ges. Lui capace di per-donarci. Tutti ne abbiamo bisogno!Tutti. Tutti siamo peccatori, madobbiamo stare attenti a non diven-tare corrotti! Peccatori lo siamo, maLui ci perdona. Sentiamo quellavoce di Ges che, con la potenza diDio, ci dice: Vieni fuori! Esci daquella tomba che hai dentro. Esci.Io ti do la vita, io ti faccio felice, ioti benedico, io ti voglio per me.

    Il Signore oggi, in questa dome-nica, nella quale si parla tanto dellaRisurrezione, dia a tutti noi la gra-zia di risorgere dai nostri peccati, diuscire dalle nostre tombe; con lavoce di Ges che ci chiama, andarefuori, andare da Lui.

    E unaltra cosa: nella quinta do-menica di Quaresima, quelli che si

    Come aveva fatto al mattino con ifedeli allAngelus in piazza San Pie-tro, Papa Francesco ha donato copiedel Vangelo tascabili anche alla Ma-gliana, dove si recato domenicapomeriggio. In visita pastorale allacomunit di San Gregorio Magno, ilvescovo di Roma ha ricevuto incambio una borsa nera piena di mes-saggi di affetto, simile a quella cheegli porta sempre con s. Quandoimpugner quel manico gli ha det-to il parroco don Renzo Chiesa siricordi che cos noi ci sentiamo con-dotti da lei: con quella mano sicurae salda di padre premuroso.

    E proprio il clima festoso di in-contro tra un padre e i suoi figli hacaratterizzato le quattro ore trascorsedal Pontefice in questo quartiere po-polare. Che per un giorno si scrol-lato di dosso limmagine stereotipatadi frontiera pericolosa, per offrire ilsuo volto pi autentico: quello diuna realt abitata da gente che faticaogni giorno per tirare avanti, ma lofa con dignit ed capace di grandislanci. Anche grazie a una parroc-chia davvero in prima linea sul terri-torio. Lo hanno testimoniato le mi-gliaia di persone radunatesi nei pres-si della chiesa di piazza Certaldo:molte scese in strada, altre rimasteaffacciate alle finestre e ai terrazzidei palazzi circostanti per seguire lavisita attraverso i maxischermi. E ap-pese alle ringhiere dei balconi, len-zuola colorate e bandiere, insieme atanti striscioni.

    Giunto in automobile verso le15.45, Papa Francesco stato accoltosul sagrato dal cardinale vicario Val-lini, dal vescovo Selvadagi, ausiliareper il settore ovest, dal reggente del-la prefettura della Casa pontificia,monsignor Sapienza, dal parroco edai suoi collaboratori. Dalla balco-nata sopraelevata che d su piazzaFabrizio De Andr, ha ricevuto ilbenvenuto dalle scuole del quartiere.Linsegnante di religione Lucia Ca-ravona gli ha presentato il piccoloDario, alunno di terza elementare,

    che sta attraversando un momentodelicato della sua giovane vita haspiegato e ha bisogno della suacarezza. E subito il Pontefice lo haaccontentato.

    Successivamente, nel campo spor-tivo della parrocchia si intrattenutocon i ragazzi del catechismo di pri-ma comunione e di cresima. Unamamma, Laura, gli ha assicuratopreghiere speciali per il suo mini-stero, chiedendo di mettere nelcalice della messa tutte le famiglie,specie quelle che hanno particolarebisogno dellamore di Dio. statapoi Sara, nove anni, a salutarlo,mentre i coetanei liberavano in volopalloncini bianchi. Contengono ha detto le nostre speranze, i no-stri desideri, le nostre preghiere.Quindi gli scout del gruppo Roma123 hanno portato sul palchetto ungirasole di cartone che racchiudevaimpegni di bont, perdono e genero-sit. Infine Letizia, undicenne, hamostrato un cartellone raffiguranteuna barca con la scritta Guidaci inquesto mare di speranza. Per noi chespesso ci sentiamo agitati ha com-mentato bello sapere che c unmarinaio esperto, capace di condurcifuori della tempesta. Da parte suaPapa Francesco ha sottolineato comea volte non sia facile avere speranza,specie a causa di malattie, mancanzadi lavoro e altri problemi. E intes-sendo un breve dialogo con i ragaz-zini ha chiesto: Senza speranza sipu vivere bene? La risposta sta-ta un no corale, perch la spe-ranza mai delude hanno ribaditotutti insieme.

    Prima di entrare nei locali parroc-chiali, Francesco ha voluto salutarele persone assiepate dietro le tran-senne. Tra cori da stadio e lunghiapplausi ha stretto mani, dispensatosorrisi, carezze, abbracci, baci. Unavolta allinterno sono iniziati gli in-contri con le realt pi difficili chegravitano attorno a San GregorioMagno. Nel salone delloratorio si chinato sulle sofferenze di disabili e

    ammalati. Li ha presentati PaolaFanzini, presidente dellasso ciazioneLa lampada dei desideri molto at-tiva sul territorio: Un sogno diven-tato realt lha cos descritta perch tanti di noi potessero avereuna casa accogliente dove essereamati. E il Pontefice ha ringraziatoquanti offrono nella preghiera per laChiesa le proprie sofferenze. Perch,ha sottolineato, siamo stati redentida Ges con la croce. E quandoviene la croce della malattia, noi as-somigliamo a Ges. Ha anche asse-gnato loro un compito: pregare perchi ha lanima vuota e ripone la spe-ranza nei soldi e nel potere. Infineha chiesto la preghiera del popolo diDio, dei malati e dei bambini in par-ticolare, perch senza di essa il Pa-pa un poveraccio, non pu fareniente.

    Nel teatro parrocchiale, doveranoad attenderlo ex tossicodipendenti,detenuti, immigrati e vittime dellatratta sessuale, ha improvvisato il di-scorso pi significativo. A nome del-le cooperative La Prora e Maglia-na 80 e delliniziativa Sabato in fa-miglia, Germana ha ricordato comela comunit di San Gregorio Magnosia sempre stata sensibile agli ultimi.E Papa Francesco ha sintetizzato lasua risposta in quattro parole: fragi-lit, marginalit, scarto e salita. IlSignore ama la nostra debolezza,ha affermato, chiarendo che il po-sto migliore per trovare il Signorenon la chiesa, ma la propria de-bolezza. Ha ribadito che Ges venuto nei margini per trovare chinon contava niente. Ha ripetuto chesoffre per la cultura dello scarto: Siammazzano i bambini nel grembodella mamma, e si scartano gli an-ziani, perch si pensa che non ser-vano, mentre sono la memoria,sono la saggezza di un popolo.Oggi, soprattutto, si scartano i gio-vani, ha detto citando drammatichestatistiche sulla disoccupazione gio-vanile in Europa, dove ci sono 75milioni di persone sotto i 25 annisenza lavoro. Noi non vogliamo es-sere materiale di scarto ha detto.Commentando infine lultima dellequattro parole, salita, ha rimarcatoche si tratta di una parola bella, madifficile: Sarebbe meglio andare indiscesa. pi comodo. Ha com-mentato. Per la vita fatta di salite,e ha citato in proposito un canto de-gli alpini per il quale nellarte di sa-lire limportante non non cadere,ma non restare a terra.

    Lultimo incontro stato con lefamiglie: coppie che celebrano nozzedargento o doro, mamme in attesae bambini appena battezzati, fidan-zati che si preparano al matrimonio.Sentendo i neonati piangere, il Papaha commentato: bella questa mu-sica! Ma non tanto bella alle 2 oalle 3 di notte, perch il giorno dopodobbiamo andare a lavoro! Ma viringrazio di portare i bambini a rice-vere il battesimo in parrocchia, an-che se poi tanti fino alla prima co-munione non si fanno pi vivi. E in-vece importante mantenere il rap-porto. Questo non significa che tuttii giorni dovete andare in parroc-chia, ha precisato, ma mantenere icontatti, non allontanarsi troppo.Cos la comunit cresce.

    Dopo aver salutato i ministranti ei sacerdoti della prefettura che han-no concelebrato, il Papa ha anche vi-sitato la Casa della carit, che ospitaanziani indigenti proprio tra le muradella parrocchia. Le suore che la ge-stiscono gli hanno presentato Rosi-na, novantottenne allettata. Infine,la confessione di cinque fedeli hapreceduto la messa della quinta do-menica di Quaresima. Nel saluto fi-nale don Renzo ha parlato del re-cente pellegrinaggio compiuto inTerra Santa, dove ha pregato nellachiesa del Primato di Pietro, assicu-rando al Papa il sostegno, laffetto,la preghiera della Magliana per con-tinuare il suo difficile e splendidocammino di padre. E il vescovo diRoma ha ringraziato, affacciandosidi nuovo dal sagrato dopo aversmesso i paramenti, per un ultimosaluto prima del rientro in Vaticano.(gianluca biccini)

    E la terza Lettura, il Van-gelo, abbiamo visto comeGes ha dato la vita aLazzaro. Lazzaro, che eramorto, tornato allavita.

    Semplicemente vogliodire una cosa piccola pic-cola. Tutti noi abbiamodentro alcune zone, alcu-ne parti del nostro cuoreche non sono vive, chesono un po morte; e al-cuni hanno tante partidel cuore morte, una veranecrosi spirituale! E noiquando abbiamo questasituazione ce ne accorgia-mo, abbiamo voglia diuscirne, ma non possia-mo. Soltanto il potere diGes, il potere di Ges capace di aiutarci aduscire da queste zonemorte del cuore, questetombe di peccato, chetutti noi abbiamo. Tuttisiamo peccatori! Ma senoi siamo molto attaccatia questi sepolcri e li cu-stodiamo dentro di noi enon vogliamo che tutto ilnostro cuore risorga allavita, diventiamo corrottie la nostra anima inco-mincia a dare, come diceMarta, cattivo odore(Gv 11, 39), lodore diquella persona che at-

    preparavano al Battesimonella Chiesa, ricevevanola Parola di Dio. Anchequesta comunit oggi, fa-r lo stesso gesto. Ed iovorrei darvi il Vangelo;che voi portiate il Vange-lo a casa. Questo Vange-lo un Vangelo tascabileda portare sempre connoi, per leggere un po-chino un brano; aprirlocos e leggere qualcosadel Vangelo, quando de-vo fare una coda o quan-do sono sul bus; maquando sono comodo nelbus, perch se non sonocomodo, devo stare at-tento alle tasche! Leggeresempre un pezzettino delVangelo. Ci far tantobene, ci far tanto bene!Un po tutti i giorni. un regalo, che vi ho por-tato per tutta la vostracomunit, perch cos,oggi, quinta domenica diPasqua, riceviate la Paro-la di Dio ed anche, cos,possiate sentire la voce diGes che vi dice: Escifuori! Vieni! Vieni fuo-ri!, e prepararvi allanotte di Pasqua.

    Non c alcun limite alla misericordia di Dio:lo ha ricordato domenica 6 aprile PapaFrancesco ai fedeli che hanno partecipatoallAngelus in piazza San Pietro.

    Cari fratelli e sorelle, buongiorno!Il Vangelo di questa quinta domenica di Qua-resima ci narra la risurrezione di Lazzaro. ilculmine dei segni prodigiosi compiuti daGes: un gesto troppo grande, troppo chia-ramente divino per essere tollerato dai sommisacerdoti, i quali, saputo il fatto, presero ladecisione di uccidere Ges (cfr. Gv 11, 53).

    Lazzaro era morto gi da tre giorni, quan-do giunse Ges; e alle sorelle Marta e MariaEgli disse parole che si sono impresse persempre nella memoria della comunit cristia-na. Dice cos Ges: Io sono la risurrezione ela vita; chi crede in me, anche se muore, vi-vr; chiunque vive e crede in me, non moririn eterno (Gv 11, 25). Su questa Parola delSignore noi crediamo che la vita di chi credein Ges e segue il suo comandamento, dopola morte sar trasformata in una vita nuova,piena e immortale. Come Ges risorto conil proprio corpo, ma non ritornato ad unavita terrena, cos noi risorgeremo con i nostricorpi che saranno trasfigurati in corpi glorio-si. Lui ci aspetta presso il Padre, e la forzadello Spirito Santo, che ha risuscitato Lui, ri-susciter anche chi unito a Lui.

    Dinanzi alla tomba sigillata dellamico Laz-zaro, Ges grid a gran voce: Lazzaro, vie-ni fuori!. E il morto usc, i piedi e le manilegati con bende, e il viso avvolto da un suda-rio (vv. 43-44). Questo grido perentorio ri-volto ad ogni uomo, perch tutti siamo segna-ti dalla morte, tutti noi; la voce di Coluiche il padrone della vita e vuole che tuttilabbiano in abbondanza (Gv 10, 10). Cri-sto non si rassegna ai sepolcri che ci siamocostruiti con le nostre scelte di male e di mor-te, con i nostri sbagli, con i nostri peccati.Lui non si rassegna a questo! Lui ci invita,quasi ci ordina, di uscire dalla tomba in cui i

    nostri peccati ci hanno sprofondato. Ci chia-ma insistentemente ad uscire dal buio dellaprigione in cui ci siamo rinchiusi, acconten-tandoci di una vita falsa, egoistica, mediocre.Vieni fuori!, ci dice, Vieni fuori!. unb ellinvito alla vera libert, a lasciarci afferrareda queste parole di Ges che oggi ripete aciascuno di noi. Un invito a lasciarci liberaredalle b ende, dalle bende dellorgoglio. Per-ch lorgoglio ci fa schiavi, schiavi di noi stes-si, schiavi di tanti idoli, di tante cose. La no-stra risurrezione incomincia da qui: quandodecidiamo di obbedire a questo comando diGes uscendo alla luce, alla vita; quando dal-la nostra faccia cadono le maschere tantevolte noi siamo mascherati dal peccato, le ma-schere devono cadere! e noi ritroviamo ilcoraggio del nostro volto originale, creato aimmagine e somiglianza di Dio.

    Il gesto di Ges che risuscita Lazzaro mo-stra fin dove pu arrivare la forza della Graziadi Dio, e dunque fin dove pu arrivare la no-stra conversione, il nostro cambiamento. Masentite bene: non c alcun limite alla miseri-cordia divina offerta a tutti! Non c alcun li-mite alla misericordia divina offerta a tutti! ri-cordatevi bene questa frase. E possiamo dirlainsieme tutti: Non c alcun limite alla miseri-cordia divina offerta a tutti. Diciamolo insie-me: Non c alcun limite alla misericordia di-vina offerta a tutti. Il Signore sempre pron-to a sollevare la pietra tombale dei nostri pec-cati, che ci separa da Lui, la luce dei viventi.

    Al termine della preghiera marianail Pontefice ha ricordato il ventesimo anniversariodel genocidio in Rwanda.

    Cari fratelli e sorelle,si terr domani in Rwanda la commemorazio-ne del XX anniversario dellinizio del genoci-dio perpetrato contro i Tutsi nel 1994. In que-sta circostanza desidero esprimere la mia pa-terna vicinanza al popolo ruandese, incorag-giandolo a continuare, con determinazione e

    speranza, il processo di riconciliazione che hagi manifestato i suoi frutti, e limpegno di ri-costruzione umana e spirituale del Paese. Atutti dico: Non abbiate paura! Sulla rocciadel Vangelo costruite la vostra societ,nellamore e nella concordia, perch solo cossi genera una pace duratura! Invoco su tuttala cara Nazione ruandese la materna protezio-ne di Nostra Signora di Kibeho. Ricordo conaffetto i Vescovi ruandesi che sono stati qui,in Vaticano, la settimana scorsa. E tutti voiinvito, adesso, a pregare la Madonna, NostraSignora di Kibeho.

    Dopo aver recitato unAve Maria e salutatoalcuni gruppi di fedeli presenti allAn g e l u s ,il Papa ha ricordato il quinto anniversario delterremoto dellAquila e il drammadelle popolazioni colpite dal virus dellebola.

    Saluto tutti i pellegrini presenti, in partico-lare i partecipanti al Congresso del Movimen-to di Impegno Educativo dellAzione Cattoli-ca Italiana. Investire sulleducazione significainvestire in speranza!

    Saluto i fedeli di Madrid e di Menorca;quelli della Diocesi di Concordia-Pordenone;il gruppo brasiliano Fraternidade e trfico hu-mano; gli studenti del Canada, dellAustralia,del Belgio e quelli di Cartagena-Murcia; glialpini di Como e di Roma.

    Saluto i gruppi di ragazzi che hanno rice-vuto o si preparano alla Cresima, i giovani divarie parrocchie e i numerosi studenti.

    Sono passati esattamente cinque anni dalterremoto che ha colpito LAquila e il suo ter-ritorio. In questo momento vogliamo unirci aquella comunit che ha tanto sofferto, che an-cora soffre, lotta e spera, con tanta fiducia inDio e nella Madonna. Preghiamo per tutte levittime: che vivano per sempre nella pace delSignore. E preghiamo per il cammino di ri-surrezione del popolo aquilano: la solidariete la rinascita spirituale siano la forza della ri-costruzione materiale.

    Preghiamo anche per le vittime del virusEbola che si sviluppato in Guinea e nei Pae-si confinanti. Il Signore sostenga gli sforzi percombattere questo inizio di epidemia e per as-sicurare cura e assistenza a tutti i bisognosi.

    Infine il Santo Padre ha annunciato con questeparole il dono del Vangelo tascabile ai fedelipresenti in piazza.

    Ed ora vorrei fare un gesto semplice pervoi. Nelle scorse domeniche ho suggerito atutti voi di procurarsi un piccolo Vangelo, daportare con s durante la giornata, per poter-lo leggere spesso. Poi ho ripensato allanticatradizione della Chiesa, durante la Quaresi-ma, di consegnare il Vangelo ai catecumeni, acoloro che si preparano al Battesimo. Alloraoggi voglio offrire a voi che siete in Piazza ma come segno per tutti un Vangelo tasca-bile [mostra il libretto]. Vi sar distribuitogratuitamente. Ci sono i posti in piazza perquesta distribuzione. Io li vedo l, l, l,... Av-vicinatevi ai posti e prendete il Vangelo. Pren-detelo, portatelo con voi, e leggetelo ognigiorno: proprio Ges che vi parla l! laParola di Ges: questa la Parola di Ges!

    E come Lui vi dico: gratuitamente avete ri-cevuto, gratuitamente date, date il messaggiodel Vangelo! Ma forse qualcuno di voi noncrede che questo sia gratuito. Ma quanto co-sta? Quanto devo pagare, Padre?. Facciamouna cosa: in cambio di questo dono, fate unatto di carit, un gesto di amore gratuito, unapreghiera per i nemici, una riconciliazione,qualcosa...

    Oggi si pu leggere il Vangelo anche contanti strumenti tecnologici. Si pu portare cons la Bibbia intera in un telefonino, in un ta-blet. Limportante leggere la Parola di Dio,con tutti i mezzi, ma leggere la Parola di Dio: Ges che ci parli l! E accoglierla con cuoreaperto. Allora il buon seme porta frutto!

    Vi auguro buona domenica e buon pranzo!A r r i v e d e rc i !

  • LOSSERVATORE ROMANOluned-marted 7-8 aprile 2014 pagina 7

    Il Papa ne conferma la missione

    Per il futurodello Ior

    Visita ad limina dei vescovi della Tanzania

    Imperativo missionarioLimpegno a mantenere e adalimentare limperativo missionarioche mosse i primi evangelizzatori dellaTanzania stato raccomandato dalPontefice nel discorso rivolto ai presulidel Paese africano, ricevuti stamattina,luned 7 aprile, in occasione dellavisita ad limina Apostolorum.Diamo una nostra traduzione deldiscorso in lingua inglese consegnatodal Papa.

    Cari Fratelli Vescovi,Vi porgo un cordiale benvenuto fra-terno in occasione della vostra visitaad limina Apostolorum, che unop-portunit per rafforzare i vincoli dicomunione tra la Chiesa in Tanzaniae la Sede di Pietro. Ringrazio la rc i -vescovo Ngalalekumtwa per le pre-murose parole pronunciate a nomevostro, come anche dei sacerdoti, deireligiosi e delle religiose e di tutti ifedeli laici nel vostro Paese. Vi chie-do di volerli assicurare delle miepreghiere e della mia vicinanza spiri-tuale.

    La Chiesa in Tanzania benedet-ta da tanti doni per i quali dobbia-mo tutti rendere grazie a Dio. Pen-so, in primo luogo, alli m p re s s i o n a n -te storia dellopera missionaria intutta la regione. Arrivando con ildesiderio di far conoscere e amareil nome che al di sopra di ognialtro nome (Fil 2, 9), questi evan-gelizzatori, ricolmi dello Spirito,hanno gettato solide fondamentaper la Chiesa, che hanno ispirato legenerazioni successive nei loro sforzidi proclamare il Vangelo e di edifi-care il Corpo di Cristo. Anche oggi,lapproccio missionario deve esse