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CHE lt!OUARDANO LA $1'01UA DI r_rH,IF..J ST E E DB' WALSEB l'UBBLICA'rI A PROPOSITO DELL 1 OPEllA : ''Memorie Gcmulugh·hc lldlcl. stirpe Walsc c-Mcl s e pù\ parlicolar111cn te clc'i Conti tli Collorcdu per il Cav. G. B. di Crollalanza "' La storia della illnstrc famiglia de' Collorcdo fu con g rande amore pr omossa dal Co nte Pietro di Colloredo -.Mels, con molta dil igenza intra pr esa, e compita ùal cavaliere Gian Bat tista di Crollalanzn. E l' opera è degna di molt,i lode ; poiché se alla storia in g·enerale è utili s.s imo il lavoro clcl genealogis ta, questo lavoro di s na nat ura no n fac il e diventa difficilissimo e quasi irnpossib ìl e, se i di scendenti delle famiglie a ragione dette "storiche,, non si curano cli fo rnire lo notizie e i documenti che spesse volte da loro soltan to si possono ottenere. Ma in qnesta opera lo storico ccl il patrizio a nda rono a gara nel!a diligenza e nella cortesia, e tanto nuig·gi ore grntitudinc loro deve la scienza quanto è più notevole 1 1 argomento a cui rivol sero le loro cur e. I Colloredo, discendenti da un ramo dcli' ant ichissi ma fa mi g lia iivevn de' \Valsee, ebbero tanta parte in prima nella storia del Friuli, qnindi nella st oria. d'Europa, che ben meritavano una

r rH,IF..J STE E DB' WALSEB · Kandler in nna nota al Coclicc Diplomatico Istriano. 1 "Nel secolo XI ( cosi il Kandler) cominciano le Plebanic pe,· l' agTo rusticale, però senza

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  • CHE lt!OUARDANO LA $1'01UA DI

    r_rH,IF..J STE E DB' WALSEB

    l'UBBLICA'rI A PROPOSITO DELL1

    OPEllA :

    ''Memorie Gcmulugh·hc lldlcl. stirpe W alscc-Mcl s e pù\ parlicolar111cn te clc'i Conti tli Collorcdu per il Cav. G. B. di Crollalanza"'

    La storia della illnstrc famiglia de' Collorcdo fu con grande amore promossa dal Conte Pietro di Colloredo-.Mels, con molta dil igenza intrapresa, e compita ùal cavaliere Gian Battista di Crollalanzn. E l' opera è degna di molt,i lode ; poiché se alla storia in g·enerale è utilis.s imo il lavoro clcl genealogista, questo lavoro di s na natura non facile diventa difficiliss imo e quasi irnpossibìle, se i di scendenti delle famiglie a ragione dette "storiche,, non si curano cli fo rnire lo notizie e i documenti che spesse volte da loro soltanto si possono ottenere. Ma in qnesta opera lo storico ccl il patrizio andarono a gara nel!a diligenza e nella cortesia , e tanto nuig·giore grntitudinc loro deve la scienza quanto è più notevole 11 argomento a cui rivolsero le loro cure.

    I Colloredo, discendenti da un ramo dcli' antichissima famiglia iivevn de' \Valsee, ebbero tanta parte in prima nella storia del Friuli, qnindi nella storia. d'Europa, che ben meritavano una

  • 54

    particolareggiata monog-ralia. Da Giovanni e da .t5imone di Collo-rcclo, capitaui dcli,- "Fc,lelc unione,, nel 18k:t e nel l:>S,\ a Girolamo di Francesco Guutacaro generale 1lcgli eserciti alleati nel 1S1-!i non v' ha qnnsi periodo di storia nel qua.le non si rmnmcnti qualche distiuto personaggio di cnsa. Collorcdo. kci Colloreclo combatterono a Lepanto, e tre vi lasciaron la Yita; Nicolò cli Reginaldo si distinse alla battag·lia di l'ricdbcrg (179G) · Rodolfo, il pii1 celebre rampollo del ramo di Asquino, allievo, poscia emnlo del Wallcnstein , ebbe parte gloriosa nella lJattagfot cli Llitzeu dove riportò sette ferite, e nel 1G48 divise col principe cli Cauti le fatiche e la g·loria della celebre difesa cli Prnga dalle armi svedesi.

    Kè hi storia de' Colloredo s' intesse cli fasti militari soltan to. Tra, cardinali, gli .arcivescovi e i molti prelati nscitì tli questa ~asa. va lodato per pietù e beucficeuza Girolamo Colloredo arcivescovo di Salisburgo; come tra le donne di queste-, illustre famig·lia lasciò perenne ricordo di se per benefiche istituzioni la principcssii Maria Antonia )Iontecuccoli nata Collorcdo. E per bellezza e virti1 meritò amore e ca rmi la Taddea Colloreclo amata e pianta dal cavaliere Ciro t1i Pers 1 affezioua,to congìnnto di cp..1el1

    1 Ermes Colloredo che fu poeta valente, sia che poetasse nel vernacolo del Friuli o nella comune ling·ua cl' Italia.

    Nè tacerò cli alcuni di famiglia Colloredo-Mels eh' ebbero più stretta attinenza con l' Istria: Mattia cli l\fcls fn canonico di l\Iuggia nel 1232 quando fu imposto perpetuo silenzio al capitolo mug·gisano che pretendeva partecipare alla elez ione del vescovo di 'fri este. 1 Clizoio cli Mels fu presente nel 1258 all'arbitrato del patriarca Gregorio di Montelongo nelle contese frn Parcnzo e Montana. ' Enrico di ilfels assistette come testimonio qnmulo Enrico, piranese, fu investito del feudo patriarehino di Lupo-gliano, 3 e nel 1267 prestò in nome del patriarca Gregorio

    1 Ve

  • 55

    giuramento cli soccorrere il conte di Gorizia quando questi fosse minacci.ito da qnc' di Capodistria. ' Nel 1308 i Mels fanno lega con Trieste e alcune tet'l'e del Friuli per proteggere il patriarca Otto bono de' Razzi dalle molestie di Riizar

  • e secondo noi a, ragione 11 Hop f non arcol se nell 1 albero genea-logico de1 ,Yalsec l' Ugoue, D ninate. l / al)atc Bini 1 d;'i tleg-li nltìmi Duina. ti l' alùcro segnante:

    Giorgio 13JJ 1339 13-10 1341

    I Ugone 1:)82

    I

    Ugoli no -r 1395 ("?) Caterina in Rod~lfo di Walsee

    E dello stesso avviso si dimostra Pietro K,rncller iu parecch ie

    opere sue. Tntti i documenti cla noi Yecluti portano il nome di questo

    Ugone di Dniuo, semplicemente, senza aggiungergli mai il nom e gentilizio de' ,va.lsec. Nel maggio del 1394 vivono ancora ((pupill i cli Dnino,,, cle' quali Rodolfo di Walsce è "curatore,,'; e nel 1399 appena, vale a dire dopo la morte infel ice clell' ultimo Dninatc Ugolino, figl io cli Ug·one, Rodolfo di Walsec domanda ed ottiene dal duca Guglielmo il diritto di agginngere all1 arme de' VValsoe l' arme e il cimiero de' Duina.ti, arme e cim iero ura.tti vacanti per la morte ora avvenuta di Ugolino cli Ugo, il quale Ugolino fn zio cli Rodolfo, . 3

    Roclol fo di Walsee fu, come abl,iam detto, capitano di Trieste nel 139-1 e nel l 395, ma non sog·giornava in città, tencm\ovi in

    1 La genealogia dcll' abate D in i fu cortesemente comunicata dal chiar. sig. An t onio Dr. J o ppi a Pie t ro Kandl e r, che la pnhhlicò in S('gnito ,~ 1.m documento dc1P a. 1314 nel C'oll. Di1J. lr;trùmo. La genealogia non è pèrò compl eta; cfr. per esempio il documento 1;;tampato nello stesso Oo ll. Di11l. l st1·fono alP a. 1365.

    -i Vcùi il documento citato dal principe E. M. L ic haowsky, ne lla sua Gcschichte des flau,.'ìC-'ì Ha 1JSÙ1,rg, Parte V11, pag. DX, doc. 2103c_

    3 Vedi il documento citato dal princi pe Lich n owsk y, o. c., Parte va., pag. XXXV, Doc. 354.

  • suo iuogo nn vicccapitano di nome Micxc, della nobile famiglia de' \Y eixcnstcin.

    Da Rodolfo fu incomincif,ta quella serie di confli tti spesso sang ninos i tra il Capitolo di Trieste dall' una parte, difeso dal vescovo e clal Comune, e tra' signori di "\i\Talsee dall'altra, domi-natori de' Carsi, che s' arrogavano il diri tto di creare parrochi nelle pievanie di.,.giurisdizionc capitolare.

    Di che natura fo ssero qneHte pievanie spiega dottamente il Kandler in nna nota al Coclicc Diplomatico I striano. 1

    "Nel secolo XI ( cosi il Kandler) cominciano le Plebanic pe,· l' agTo rusticale, però senza battistero, almeno non necessariamente connesso al plebanato, poco stante naturalmente annesso al ple-ùanato. I plebani erano delegati dal Vescovo nnico pastore, unico parroco1 erano da lui dati, da lui rimossi, partecipavano a. quota delle decime, alla plebe era nnito cimi terio; soggetti al plebano erano i cappellani, rcgionarì, pur questi, amovibili , ed era.no i chierici del pievano, come i canonici erano del Vescovo. Intorno al 1152 si mostrano i plebani quali bcnefiziati stabili, che intorno 1200 banno battistero. Il plebanato nel Comune dominante è del Capitolo, di tutti e di cadauno, tutti sono comparochi ; nel 1221 segue l' asseg-nazione di tutte le cappelle entro r agro urbano al Capitolo. Poco stante comincia r aggiudicazione al Capitolo delle pievanie ncll'ag-..o rustico, 1247 Cossana, 1406 Slavina data all'Ar-cidiacono. I Walsee venuti al dominio laico della Karsia fi no dal 1395 reclarnava.no le chiese di Cossana, 'fernova, Scnosochia.1 Tomai, Ielsanc, ex jure territorialitatis, che Trieste Ecclesiastica ripudiava,,.

    Fino ,, che durò la prosapia de' Dninati, questi, a quanto appare da' llocnmenti conosciuti, riconobbero il dirit to de' Capi-tolari e del Vescovo, e s'accontentarono di raccomandare umil-mente alla elezione del Capitolo que' pievani che proteggevano.

    1 Cod. D-ipl. I striano all ' n.. 1448

  • 58

    Di che prove larghissime ci offrono i documenti del tempo. 1

    In una lettera. a ' canonici tr iestini Ugone li "prega istantemente perchè vogliano intimargli con lettera se il chierica.lo di S. Pietro di Dorneck (Ternava) appartenga al capitolo o a l vescovo,, . 11 Con altra lettera Ugone prega il capitolo di condonare il quartcsc dovuto per Ternava dal capitano di Prem, Ulrico di Arcns perch. 3

    Un altra rnlta egli ''intercede e pregn. i CapitolMi a voler essere gra.zios-i a Giovanni vicario cli Cossana, non aggravandolo con accrescimenti di censo, ma. aveudogli riguardo; percliè senza l' agricoltnra. ed altri suoi lavori il vicario non potrebbe perse-verare in quella pieve, desolata da. un incendio; tanto pill che il vicario vorrebbe fabbricarvi una buona casa, oltre alla dote ,lella chiesa, come se si trattasse di cosa sua propria,/1 Questo sacerdo te medesimo il Dninate raccomanda con altra lettera. alla indulgenza de1 canonici per i censi da lui dovuti , pregandoli cl i voler fare con ciò ::cosa grata e condegna alla sua amicizian . 5 E nel 1386 Ugone di Duina "prega col maggior rispetto che può" i canonici di Trieste "perchè loro piaccia e vogliano promuovere e confer-ma.re Pietro suo cappellano a vicario della ch iesa di Povira; "usandomi in ciòn scrive il Duina.te "a mia preghiera e per amor mio compiacenza singolare,,. :;

    Dopo la morte di Ug·one, Rodolfo di Walsce tenne politica differente; e già nel 1395 venne a grave confli tto col Capitolo e col Vescovo triestino.

    "Nell'anno 1395 (nana l'Ireneo della Croce ') fn promosso al Capitaniate della nostra Città Rodolfo cle Valsa marisciale della

    1 Di aver potuto vedere questi documenti io elevo b. massima ri cono-scenza alla gentilezza dell 1 illustrissimo e molto reverendo Mons ignor Giovanni Sincicli, archivista del R.01° Capitolo di Trieste.

    i Vedi tra Documenti il n. I. 3 Vedi tra Documenti il n. UI. 4 Vedi tra' Documenti il n. II. ~ Vedi tra Documenti il n. IV. ,; Vedi t ra' Documenti il n. V. ~ Pa.rte seconda deW llistorfo di 'J.'rieste raccolta. clal P. F. Ir e n (i o

    ù e I I a Croce cannel-i tcmo scalzo, Manoscritto antografo rlell' Arc!1ivio !\funi-

  • 59

    Corte Ausl riaca, e Capitanio di tutto il Carso, soggetto di gran conditione, il quale per ht morte del P ievano di Ternoua, conferi quel Beneficio uacantc a D. Giacomo Lukrich Sacerc1ote della Diocesi · di Costanza, il che presentito da monsig. Henrico V escono di '11r ieste, subit o senza dimora, scomunicò il prefato Sacerdote Lukrich , come intruso contro il divieto de' Ca.noni da. Persona Laicale in Beneficio Ecclesiastico, con ampia dichiarazione, e protesta per se, e suoi Successori al sig·. de Valsa, che per verun modo, ragione od auttorità possa egli pretendere di presentare a' Bcuefizij Ecclesiastici, mentre da.' Vescovi suoi predecessori sempre la suddetta Piene, e tutte le altre Chiese della Diocesi di Trieste, furono prouistc dc Ministri idonei, e sofficienti di propria auttorità, e indipendente da chi sia. Per la qual cosa il prefato Sacerdote Giacomo fè solenne renoncia nelle mani del V escono cieli' accen-nata Piene di 'l'ernoua l' anno 1395 alli 22 d'ottobre. Indi assolto dall' incorsa scomunica, P istesso ì\fonsig. Vescouo gli conferi nuonamente l' accennata pieue di Ternana,, .

    Magg'iori notizie reca la bolla stessa. 1 Enrico de Wilclenstein, vescovo di Trieste, era vennto a conoscere per relazione di Micxe viceeapitano di Trieste, e per lettere dello stesso Rodolfo di Walsee capitano, che Rodolfo pretendendo al patronato della chiesa di S. Pietro di Dorneck aveva di pi'opria ,rntori tà conferito la detta chiesi, ad un intruso chiamato prè Giacomo di Bertoldo Lukrich della diocesi di Costanza, cappellano del Walsee, e con eguale abnso aveva data quella chiesa a nn nipote e atti-nente

  • GO

    scomnuicato. Dopo tli c1ic il Lukrich alla !ÌHC cc

  • spedirono alli 17 dinersi l1L1omeni armati soprn quella g·iurisdi-zione, ,1ua i fatti prigioni alquanti snoi s nddif.i , ritornarono con essi, e molti mobili alla Citti,, sopra qual fatto determinas i nel Co nsiglio non douersi res ti tuire cos' alcuna, prima che li prig ion i ri ttenuti in Duina non fo ssero rilasciati, e posti in libertà,, .

    In fatti il di 16 Agosto 1418, i Giudici del Comune, unita-mente alla consulta dc1 "buoni uomini ,, aggiun ti a' Giudici per aiutarli in qne' tempi minacciosi col consiglio e con l' opera, rife-r iscono al maggior Consig·lio e.l i aver mandato una comitiva di armati sul territorio del Walsee, di avervi fatti prigioni de' s udditi e messo a preda quel territorio. Su di che il maggior Cons iglio approvò il fatto, e comandò a' Giudici e a' dett i 11 bnoni uomini ., di perseverare ucll' incominciato, fin o a che i cittadini di Trieste presi dal Wal see non fossero tut ti liberati. E proibirono : ness uno osi "1normorare nè contraddire a' suddetti giudici e buoni uomini su ciò che in tal proposito fecero e fanno,,. 1 A procacciarsi poi il danaro necessario a tale impresa davasi fa coltà a' Giudici di p rcntlere dalle quattrocento alle cinquecento lire dal Fontego : ' dclibcrnzionc notevolissima poichè a questa cassa del grano il Comune non ricorreva se non per gravi necessiti!.

    A questo non istettc neg-hittoso il Walsee, che dell'accaduto mosse lagnanza al duca Ernesto, principe di casa. d'Austria, al quale dopo molte lotte co' fratelli erano toccate in sorte queste terre. E la parola di un Walsee era potente. I ''' a lsee era.n venuti con gli Absburgo nelle terre austriache, e li avevano fedelmente scrviti 1 avendone in compenso i ricchi fend i, i piit alti onori di eorte1 e la. piena. fiducia de

    1 sovraui. :Ma le guerre fratr icide dei pri ncipi trassero an che i VValsee nella lotta, e siccome fautori cli Alberto V si trovarono a combattere il dt1ca Ernesto con acerba g uerra; in che ap parve e la potenza straordinaria de' VVa.lsec e la tenacità e fo rza di Ernesto, soprannominato il Ferreo . L' impera tore Sig·is-rnondo aveva tentato di metter pace tra' Walsee e il duca Ernesto, però era, riescito soltanto a negoziare una tregua, che fu di nome;

    1 VcJ i tro/ Documenti il 11. VII, 1 Vedi tra.' Document i il sopraccita lo.

  • 62

    e appena. nel 14 17 i \Valsee vennero ad accordo col

  • 63

    il duca citava il Comune a ma ndare "un sindaco e procuratoren per la prnss ima fes ta di San Michelc. 1 Gli ambasciatori inviati molto tempo si trattennero a lla corte del duca, con molta spesa del Comune che, per gli stipendì degli ambasciatori suoi e per ricevere onore -volmente l'ambasceria che il duca mandava a Trieste per esaminar sopra luogo la ques tione cìc' confini, rimetteva a' Giudici l'obbligo che avevano di edifi care una log·gia. a prò dc' mcrcada.nti che veniva.no in Trieste; e questo "per le g ran spese che tale venuta poteva cagionare alla Comnnitùn.'l

    1 Vedi t ra1 Documenti i! n. XT. 1 Vedi trn' Documenti il n. XL

    Le spese clic il comune ::weva per c1uestc amhasccric si ril evano Ja' quaderni dc' Camerari, ne' qnali troviamo notizie delle seguenti legazioni mandate a Duina e al duca d'Austria, lcgn.zioui clrn nella massima 1rnrte s i riferi scono agli affari de1 Vfalsee.

    1421, 2G Agosto - Jl camcraro da lire 4 e soldi 10 cli piccoli a Ser Pietro de' Giuliani che nndò a Dnino in servizio del Comune, e a coloro che i\'i lo tragittaro no con In, loro barca.

    1423, 4 Lnglio . - 11 came1·aro da l in~ 4

  • G4

    Nel 1424 finalmente il dnca pronunciò nna scntenz:t che ci rivela qn,inte e qnali fossero le differenze frn' Triestini ed il Walscc. Il capitano di Duina per parte cli Raimperto di Walsee aveva fatto abbattere e di strug·gcrc una forca. tla.1 Triestini pos ta.

    t.123) 29 Settembre. - Il cruneraro dn. ducati 12 tl' oro per nn cavallo clic dovrà portare Scr Bonomo amhasciato1·c al dnca sopraddetto.

    Il camcrnro ridncc in margine del suo qnadcrno i dncati n lire, com1rn-tauclo 1-1 ducati cPoro a lil'C 79 e soldi lG , e 12 ducati e mczzo a lire 21 e soldi 5; dal qnal conputo appare che il ducato d'oro conispondeva allora a

    • lire 5 e 14 soldi di piccoli.

    14241 22 Ottobre. - Il camernro da soldi 50 di piccoli a Giol'gio pescatorn e a due suoi cOmpagni che andarono eon un battello a Dnino in serv izio del comune.

    1424-, 22 Ottobre. - 11 cameraro da 6 lire di piccoli a Ser Nicolò dc' Baianli che fu per due giorni in se1Tizio del Comune a Duino e a Ras110.

    1421, 22 Ottobre. - Il camcrnro da li1·e 3 e soldi 16 cli 1Jiccoli a certo Giorgio che insieme a tre compagni fu a Daino in sen·izio del Comune·

    1426, 15 Marzo. - Il cameraro cla li1·e G e so ldi 10

  • in terreno che il Walsec pretendeva appartenere al castello di Dnino. Del serio conflitto le parti si compromisero nel duca Ernesto che mandò suoi mmci ad esaminare i luoghi disputati. I mmci vldero "i documenti scritti secondo l'usanza del paese,, e donde appare che già ab antico vi furono cliscordic per quelle terre, le quali "secondo qne' documenti da noi stessi veduti , (cosi il duca Ernesto nella sentenza) appartengono a' Triestini". Per il contrario il Walsee non portò dimostrazione alcuna., e addusse soltanto alcuni uomini snoi che attestassero come a memoria loro quel terreno apparteneva n Duino. Su di che il duca sentenzia che fu e debba essere de' Triestini. Il duca risolve altresi nella stessa sentenza una questione di confine tra il Comune ed il W:ilsee per ht villa di Prosecco, ed a ltre differenze tra il Comune e alcuni priva.ti, soggetti a quel signore; dividendo tra' contendenti il torto e ht ragione. 1

    Ma le querele rinnovaronsi di li a cinque anni (nel 1429), e per sopperire alle spese di una nuova ambasciata al duca ne' fatt i de' VVal scc, il maggior consiglio deliberava che quando i Giudici in carica non potessero soddisfare al dispendio, fossero tenuti a. farlo i loro successori. 1

    Le più g-ravi contese erano appunto sulle confinazioni, contese .spesso rinascenti , con funesto seguito di fatti d,arme, e cbe non sempre risolte ,i favore del nostro Comune lo ridussero poi allo stato presente tanto minore dell1 antica sua. ampiezza.

    142G, 2B Agosto. - Item marchi XLVI da.cli a scr bonomo lo qual fo imbasedor al nostro grazioso signor a dì dit.

    1426, 27 l)ettcmbre. - Il cameraro da soldi 50 a ser Argentino degli Argento inviato del Comune a Dnino.

    1426, 27 Settembre. - Il camernro da soldi 20 a '!'ristano che fn col predetto ser Argentino.

    142G, 27 Scttembrn. - Il cameraro da lire 4. e soldi 8 a Giusto Trina, ad Antonio de Vdsingoi (?), a Cristoforo 8acho e a Zanino, che tra.gittarono i suddetti ambasciatori.

    1 La sentenza clel duca fu pubblicata da Pietro Kancller nel Codice

    Di1;lomatico I striano all ' a. 14.24. ·i Yrdi tra' Documenti il n. XlV.

  • DOCUMENTI.

    I.

    Dalla lettera originale dell'Archivio Capitolare di Trieste.

    Duino 1355, la domenica seguente alla festa llell' Ascensione.

    Honestis et probis dominis, Canonicis Tergestinis et tocius Capituli ibidem Hertuidus de lweizznel quidquid poterit servicii et honoris, Rogo vos instanter ut intimetis michi in literis vestris, utrum Ciericatum sancti Petri in Dornek, pertineat ad canonicatnm vel ad episcopatum. Et quidquid in hoc ..... . michi rescribere vclitis.

    Datum in Duyno, 1iroxima die dominico. (sic) post festum Assensionis domini L°. quinto.

    Indirizzo : Honestis et pro bis dominis Canonicis Tergesti, et tocius Capituli ibidem.

  • 68

    Il.

    Dal la lettera origiuale i:onscnata IJclF A. rch i\"io Cnpitolare

  • 69

    III.

    Dalla lettera origiu

  • 70

    de Coschano Suplico vestram amicitiam ut habcatis vohis pre-clictnm dominnm Iohannem recommcndatmn in omnibus uegoc iis suis in hoc facitis a.e demoustrabitis michi gra-t.am a.e coudingna.m amici tiam si vobis non satis fecit ad determiuatllm ternpns prelcu-dadis (?) quod non potuit aliud nisi de frnctiblls ecclesie.

    Hngo de Dnyno tamquam vester amicus.

    Imliritzu: Reverendo Domino domino Nykolao ve civitatis Tergestine ncc non ... . . Canonicis.

    V.

    Decano

    Dalla lettera originale conservata nell ' Archivio Capitoll\ rc lli Trieste.

    Lubi,rna. 1386, 20 Giugno.

    Venerabiles amici carissimi. Dominum Petrum presbiternm Cappellannm meum presentium oblatione vobis plurimum rcco-rnendo. Rogans omni a ffectu quo possum, qua tcnus supervcnto festa Sancii Georgii , ipsurn ad vica1fatum Ecclesie in ponira, promovere pro aliis cl ad certos aunos ibidem confirrnare placcai et velitis meis preci bus et amore, Hactnri mihi in boe cornplacentiam singnlarem, pro quo, me, ad qnelibel vestra heneplacita propen-sius astringetis prornplnm et paralnm. Datum laibaci XX Jnnii Anno LXXXsexto.

    Hugo de duyno Carniole Marchie ac Tergesti Capilaneus.

    biàirino: Venerabilibus viris, Dominis, decano ac toti Capitulo Ecclesie Tergestine amicis predilectis.

  • 71

    VI.

    Dalla lettera originale conservata nelP Archivio Capitolare di Trieste.

    Vienna 1401, il Sabato dopo In. festa del SS. Sacramento.

    Serviciis amicalibns cnm ea qna decet reverencia semper premissis domini mei predilecti. Ad vestram vcnict dominus Gerharclns Cappellanus mcus in Prem exhibitor prcsencium Ratione ecclesie in Cossan prout ipso referente plenius percipietis presen-ciam supplico vobis qnatenus eundem Intuitu suornm serviciorum omnibus suis in negociis generosius exaudire ac ipsum ad eandem ecclesiaro in vesti re veli tis in hoc micbi non moclicam complacen• ciam ostcndetis qnam erg-a vos cupio tlerscrvire (sfo) Datnm " rieune In dic SaLato post festum Corporis Xpi Anno domini etc. qua-dringentesimo primo.

    Rudolfus de Walssee Illnstris principis ùucis Wilbelmi ducis Austrie etc. Magister Curie.

    1,idit-izzo: Honorabilibus in Xpo dilectis domino Episcopo necnou Capitulo Ecclesie Tergesti ne dominis suis predilectis.'

    1 Di scrittnra clel secolo XVII si legge: 11del signore Rudolpho di Valse

    che raccoml\ncla un suo capcllano per la pieve di Cossana, e vedi le lettern del

    R,tno Ennea Silvio,,.

  • VII.

    Val codice detto T.iba Rc(ormationnm, esistente nc!P Ard1irio Di11lomatit:o Triestino - foL lSb .

    Trieste 141S1 16 Agosto.

    Die sex todecimo mensis Angusti Tergesti in Palacio Comnnis in mniori Cousilio more solito congregato, fac ta proposta per dominos jndices super facto murmnrationis al iqnorum qui mur-murant et obloqnuntur contra dictos Dominos j ndices et clictos decem bonos viros de eo qnod misenmt certam comitivam bominmn armatornm super Teritorinm ill ins dc Valse, et illi c ceperunt a liquos subclitos clicti de Valse et clerobaverunt aliqnas res super dicto T eritorio, Positoqnc partito ad pissides cum balotis Consultnm captum et firmat nrn fnit qnod dicti domini j uclices et dicti decem borri viri debeant perseverare in facto inccpto et providere a c facere secundum quocl eis mel in s videbitnr usque quo nostri cives et homines relaxabnntnr de carceribus. E t quod subcliti clicti de Valse qui capti fu erunt per nostros nullo modo debeant relaxari nisi primo nostri fucrint relaxati. Insuper Consultum et ortatum fuit quocl nullus debeat murmnrare nec obloqui contra dictos dominos judices et dictos decem bonos viros de eo quod feceru nt et facient in factis predictis.

    Item facta proposta per dictos dominos judices super facto accipiendi de fonteco Comnnis usque qnadringentas vel qningentas libras parvorum si fuerit opportnnnm pro faciendo expensas neces-sarias in factis predictis, Positoqne partito ad pissides cum balotis, Consultum captum et fi rmatum fui t quod dicti domini ju,lices possint de denariis dicti fouteci accipere si fnerit opportunum pro dictis expensis faciendis usqne ad dictam summam. Qui denarii sic percepii debeant restituì iu dicto font eco de pagis chtcii districtus T ergesti et salinarum Comunis positarum extrn januap1 Riburgi.

  • 73

    VIII.

    Dal snprnddetto lihrn delle R1'.(ormagfoni - fol. 2.14 ,

    Trieste 1411\ 2!) Scttembrr.

    Reformationcs Captc et firmate in maiori Consilio Ciuitatis tergesti MCCCCXVIIIJ Indictione XTJ, clic penultimo mensis Septcm bri s de Regirninc Septcrnbris.

    Millesimo Inclictione et die suprndictis Tergesti in palatio novo cornnnis Maiori Consilio congrega. tò rnore solito et nel sonnm Campane etc. fact" fuernnt proposita infrascripta per domin os Nicolaum de Acldam Antonium Burlum qnondam Ser Christofori et

    Nicolaurn de Baia.rdis honoraùiles jndices Cin ita.t.is rrcrgesti In dicto Maiori Consilio, cnm deliberatione Consilii Q.uadragentorum. Quarnrn proposita rnm tenor ta lis est vidclicet.

    In margù1e : Super facto art iculonnn

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    nostram e:s:cnsa.tioncm et l)lcnnm respousnm unicniqne articnlo dicti domini Volsie et snormn snbtlictornm eonqnercntium dc

    Terg·estinis nt plenarie possit et sciat respontlel'c super dictis articulis dieta domino volsh\

    IX.

    Dal sopraddetto libro delle Rifonnr1g1·oni - fol. 251i_

    Trieste 14201 17 Gennaio.

    In margine: Provisio capta super facto literarum domini nostri, in

    qnibus mandatnr quocl illnc mittamns nostrnm procura~

    torem in festa sancti georgii.

    ifillesimo et Indictione snpradictis Tergesti. In Palatio novo comnnis in maiori Consilio congregato ut morì,-, est ad sonmn

    campane factisque infrascriptis proposìtis in dieta rnaiori consilio

    per supradictos judices positoque partito ad pissides cnrn ba.Jntis, primo super facto unius litere que venit a domino nostro in qua

    mandatur et precipitur nobis quod mittatnr nnns legiptimus

    procnrator ad dominum nostrum qui ha.beat responderc domino

    Ramperto de Valse snper qnerrellis quas foci! de nobis domino nostro, et qui sit pienissime inforrnatns de nostris juribns et quod dictns procurator debeat se presentasse (sic) domino nostro in festa sancti georgii proxime futuri etc. Secnndo etiam facta proposita per antedictos dominos judices qualiter deliberate sunt duo banche becharie tergesti una pro trecentis libris parvornm, et alia pro dncentis, et quod tertia usqne unne non potnit deliberari etc. Item qualiter dominus capitaneus ipsis dominis judicibus notificavi! quasdarn novitates que sonant in contractis nostris que secrete sunt et snh secreto teneri oportet pro meliori revercntia

    domini nostri, et qnod super his secrete provi

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    clicti domini judices non habent tantam auctoritatem quod ipsi possint providcre et ideo quod super predictis consuleretm quic-quid fiendum csset pro utilitate comunis tergesti. Post longas consultationes per multos consiliarios factas captum consultum detcrminatum et firmatnm fnit in dicto maiori consilio per maio-rcm partem clicti consilii, Quod prcfati domini judiees una cum duoclecim bonis hominibns tergestinis per ipsos eligendis de quibus voluerint lrnbeant autor itatem et plenum arbitriun1 proyicJencli et faei endi omne id et to tum qnocl ipsis dominis judicibns et clictis XII hominibus eleet.is viclebitur faeiendum et proviclendum super facto lit.ere dom ini nostri et super facto dieta.rum uovitatnm quas notificavit clominus Capitanens noster Tergesti. Et qnocl quiquicl deliberabitur et cleterminabitur in preclictis per c\ictos clomiuos judices una cum clictis XII hominibus eligeudis sii ratum et firmum ita et qucm ad mo,lum factum et firmatmn esset per maius cousilium tergesti et pleuam obtiueat firmilatem.

    X.

    Dal sopraddetto libro delle Rifonncigioni - · fol. 28•.

    Trieste 1120, 2 GiugHo.

    lH -margiu,c: Snpr:r facto ambassiatorum mittendornm ad dominnm.

    Millesimo lndictiouo dic et loco suprascriptis et in dieta Maiori Consilio congregato ut proximc dictnm fnit supra, facta qne proposita per snpradictos dominos jncliccs 'l'ergesti. Super facto Ser Rantnlfi de Baiardis et Ser hominis boni Belli honora-bilium ambassiatorum electonun et mìttendornm ad dominmn nostrnm super facto qucrellarum porrectan1m pro parte domini

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    Hcmperti dc Val se ad prc

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    me Petrnm de Monticulis de Saxolo publicum notarium et canzel-larinrn tergesti, 8cripto notatum est in presentiam dictorum ambassiatornm.

    XL

    Dal sopr:uldetto libro delle Rifonnagfon-i - fol. 35a_

    Trieste 1422 1 2G Gennaio.

    In -mar9ine: Provisio facta et capta super litcris dom ini nostri super facto qnercllarum domini dc Valse etc.

    Millesimo quadringentesimo vigesimo seeundo. Indictione f1 uintadecima die vigesimo sexto mensis januarii , tergesti in palatio nono corn unis in rnaiori Consilio more solito ad sonum campane et voce preconia congregato, facta pro11osita per Spectabiles et EgTegios viros domlnos Argentinnm de argento hominem bonum l,elli et pctrnm de l uliano honorabiles judices Civitatis tergesti cum Consilio et determinatione Consilii rog"tornm quali tcr venerat una !itera gra.t iosissimi domini nostri Arnesti dei gratia Incli ti Archi-ducis A ustrie, In qua li tera prefatns dominus noster precipiebat comunitati quocl deberet mittere snos ambassiatores et ydoneos procuratores ad prelibatum domin um nostrum causa respondendi domino Remperto de Valse et subditis eins super facto confi nium et querellarum per ipsum dominum Rempertnm et suos porrecta-rum contra co mnni tatem. Quare Consiliarii dicti maiori s consilii debcren t consulcrc dictis dominis judicibus de modo tenendo in pre

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    antedicti una cnm clccem honis viris dc clicto maiori cunsilio cligendis haberent snper prcdictis onmibus plenam et liberam potestatem et arbitrinm proYidendi et dctenninandi et rleliberandi quidquid ipsis rn elins videùitnr pro utilitatc comnnis et quod qnidqnid per ip sos Ycl rnaiorcm partern ipsornm lletcrrnina.tnm proYisnm et dcliberatum fuerit in prcdietis et circa predicta sit ita firmnm et ratnm qnem ad rnodum esset factnrn et captnm per maiorcm partem

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    lJitur da.nclum ambassiatoribus et Sindicis comnnis in ipso termino

    mittcndis quam de videndo et cxaminando scripturas mittendas super hoc. Pos itoqne partito ad pissidcs cum balotis, post longam consultationem captum consultum et firm atum fuit quod anledicti domini jmlices tergesti et eorum successores una. curo sex bonis

    vi ris dc dicto Consilio per ipsos eligeudis habeant et habere deheant plenam et integram autoritatem et liberum mandatnm providendi et dc tcrminandi in predictis cl circa predieta quidqniù ipsis melins vidcbitur, in omnibu s et per omnia qnemadmodum

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    in penmu statntorum tergesti s i tales expcnsas facerent, cnm amba.ssiatorcs. comnuis qui missi fncnmt ad dominnm nostrnm gratiosnm dominmn Arnestum inclitnm archidncem anstrie pro differenti is confininm et domini de Valse nondnm vcnissent nee venturi forent tam cito ut spernbatnr et diccretnr quod Ambas-siatores prelibati domini nostri hnc venturi esseni ad vic\endnm cl ictas differeutias et sic ipsis honorem fi eri oporteret, propter qne t.imebant maximas ex.pensas posse et debere comunitati occnrrere. Unde ipsis dorninis j ncli ci bns per clictos cons iliarios clicti maioris Consilii taliter consnli super predictis dcbeut quocl ipsi non c\cbc-rent cadere ad aliqnam peuam si nitra debitnm expendcrent et qnidqnid melins videretur pro ntilitatc comnnis etc. posito partito ad pissides cum ballotis, post lougam consulta tionem super pre-dictis habitam Captnm consultum firmatum et cletcnninatum fuit per maiorem partem consiliariorum dicti maioris consilii, quocl clicti domini jnrlices impune possint et debeant facere cxp ler i dictam lobiam et qno cl sit in eins discreptione de honoranclo clictos ambassiatores quando venient et qnod si non haberent tot rlena.ri os qni snpplerent accipere cleberent de denari is font ici comnnis, cum hoc qnoc\ post modum per seqnens regimen incontinenti qunm citins potel'it c\icti clenarii restitni debeant in ipso Fontico tot qnocl accipientur, et hoc non obstantc ali qno statuto in contrarinrn loquente.

    XIV.

    Dal sopraddetto libro delle R-ifonnagioni - fol. GGa.

    Tries te 1428, IG Aprile.

    In niargine: Determinati o facta pro ex pensa facta pro

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    supra more solito congregato facta proposita per a.nterlictos dom inos judices cnm