3
Arcidiocesi Brindisi-Ostuni Seminario Arcivescovile “Benedetto XVI” Brindisi, 7 aprile 2013 Ai Rev.mi Parroci e ai responsabili dei Gruppi Ministranti Movimento Ministranti Carissimi, nella ricorrenza del 50° anniversario della Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni, ci prepariamo a vivere il RADUNO DIOCESANO DEI MINISTRANTI Coloriamo la vita con la SperanzaGiovedì 25 APRILE 2013 Seminario, ore 9:30 - 16:00 Favoriamo quanto più possibile la presenza dei ministranti per aiutarli a gustare la bellezza del servizio che offrono nelle nostre parrocchie e a riscoprirsi parte della grande famiglia della diocesi. Alle ore 11.30 è prevista la S. Messa presieduta dall’Arcivescovo durante la quale ci sarà la rinnovazione delle promesse del Ministrante. Insieme ai giovani seminaristi saremo lieti di accogliere i nostri amici ministranti per trascorrere con loro una giornata di festa e di amicizia! NOTE : - Si prega di comunicare in anticipo il numero dei partecipanti; - Ricordare ai ragazzi di portare il camice liturgico, il pranzo a sacco, le scarpe e il necessario per giocare a calcetto.

RADUNO DIOCESANO DEI MINISTRANTI Coloriamo la vita con … · di preghiera per le Vocazioni, ... Seminario Arcivescovile “Benedetto XVI”, ... amico. Perché essere ministranti

Embed Size (px)

Citation preview

Arcidiocesi Brindisi-Ostuni Seminario Arcivescovile “Benedetto XVI”

Brindisi, 7 aprile 2013

Ai Rev.mi Parroci e ai responsabili dei Gruppi Ministranti

Movimento Ministranti

Carissimi, nella ricorrenza del 50° anniversario della Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni, ci prepariamo a vivere il

RADUNO DIOCESANO DEI MINISTRANTI

“Coloriamo la vita con la Speranza”

Giovedì 25 APRILE 2013 Seminario, ore 9:30 - 16:00

Favoriamo quanto più possibile la presenza dei ministranti

per aiutarli a gustare la bellezza del servizio che offrono nelle nostre parrocchie e a riscoprirsi parte della grande famiglia della diocesi.

Alle ore 11.30 è prevista la S. Messa presieduta dall’Arcivescovo durante la quale ci sarà la rinnovazione delle promesse del Ministrante.

Insieme ai giovani seminaristi saremo lieti di accogliere i nostri amici ministranti per trascorrere con loro una giornata di festa e di amicizia!

NOTE: - Si prega di comunicare in anticipo il numero dei partecipanti; - Ricordare ai ragazzi di portare il camice liturgico, il pranzo a sacco, le scarpe e il

necessario per giocare a calcetto.

Centro Diocesano Vocazioni

Seminario Arcivescovile “Benedetto XVI”

50°

Anniversario delle Giornate Mondiali di Preghiera per le Vocazioni

Le Vocazioni a servizio della Speranza Pagina dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni

Quest’anno, nella IV Domenica di Pasqua, si celebrano i 50 anni delle Giornate Mondiali di Preghiera per le Vocazioni. Vogliamo valorizzare tale evento con una serie di appuntamenti vocazionali:

Venerdì 19 aprile 2013

Cattedrale di Brindisi, ore 19.00 Progetta con Dio …abita il futuro

Veglia Vocazionale Diocesana presieduta dall’Arcivescovo Mons. Domenico Caliandro

Sabato

20 aprile 2013 Seminario Arcivescovile “Benedetto XVI”, ore 16.00 – 19.00

Le Vocazioni segno della Speranza fondata sulla Fede Convegno Diocesano dell’Opera Vocazioni Ecclesiastiche (O.V.E.)

Domenica

21 aprile 2013 Animazione e sensibilizzazione in tutte le Parrocchie per la

50ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Giovedì 25 aprile 2013

Seminario Arcivescovile “Benedetto XVI”, ore 9.30-16.00 Coloriamo la vita con la Speranza

Raduno Diocesano dei Ministranti (MO.MI.)

Domenica 28 aprile 2013

Animazione e sensibilizzazione in tutte le Parrocchie per la Giornata Diocesana del Seminario

Speciale Ministranti6 8 aprile 2012 Speciale Ministranti 78 aprile 2012

Ministranti, ovvero al servizio del Re dei re ad ogni età

Mi chiamo Gianluca Solazzo, ho 17 anni e frequento l’Istituto “Majorana” di Brindisi. Frequento il quar-to superiore e faccio parte del gruppo ministranti

della parrocchia San Vito martire da 9 anni. Essere mini-stranti, per me, significa rispondere ad una chiamata d’amo-re che Dio rivolge ad alcuni. Proprio perché chiamati da una Persona speciale, così come facciamo nei confronti di coloro che amiamo, abbiamo il piacere di rispondere SI a questo “caro amico”.

Per me essere ministrante significa servire Dio 365 giorni all’anno, testimoniandolo anche al di fuori della parrocchia e invitando anche gli altri a raccogliere un po’ del suo Amore. Un ministrante si deve far riconoscere da piccoli ed essenzia-li gesti d’amore, soprattutto nei confronti di coloro che non la pensano come noi.

Come giovane devo parte della mia formazione al gruppo ministranti, un percorso che mi accompagna in ogni situa-zione della mia vita, anche nell’età difficile che quasi ho ter-minato di attraversare.

“Io non mi vergogno del Vangelo” è questo che voglio dire a coloro che, a causa di amicizie non sempre sane, non hanno posto la loro fiducia in Dio.

Gianluca Solazzo

Mi chiamo Pietro Danese e ho 18 anni. Frequento l’ultimo anno presso l’Istituto Alberghiero di Brin-disi e sono, finalmente, all’ultimo anno. Faccio

parte del gruppo Ministranti della Parrocchia San Vito mar-tire da circa 10 anni. Nel mio percorso di crescita umana e spirituale ho sempre voluto approfondire il mio rapporto con Dio, infatti, ad un certo punto ho anche fatto parte del Grup-po “Samuel” e del Gruppo “Germoglio”. Il mio dedicare parte del tempo a Dio, l’ho trovato nell’essere ministrante che, per me, significa essergli fedele, manifestando la gioia di essere al suo servizio anche all’esterno della parrocchia. Voglio af-fermare che cerco di testimoniare il servizio a Dio anche in luoghi apparentemente “laici”. Non ho mai provato vergogna di dire di essere ministrante, anche a scuola o in palestra, sono fiero di essere a “servizio del Re dei re”. Voglio conclu-dere invitando i giovani, proprio come Samuele nel Tempio, a fare l’esperienza di un servizio disinteressato nei confronti di Dio e in Lui gioire nel servire la l’intera Comunità.

Pietro Danese

Foto di gruppo con l’Arcivescovo al Raduno diocesano dei Ministranti 2011

Essere ministranti oggi è diverso rispetto al passato. Essere mini-stranti oggi significa partecipare

attivamente alle celebrazioni, aiutare ad “arricchire” quei momenti di co-munione e di gioia, donare un po’ del nostro tempo alla comunità parroc-chiale, con generosità ed impegno; se lo stile è quello dell’amore allora al primo posto non c’è la quantità ma la qualità del servizio. Non conta ciò che si fa o non si fa, ma lo spirito con cui si fa. Un po’ come in una squadra di calcio ognuno occupa un posto e da il meglio di sé perché la squadra possa festeggiare un successo. Così nel gruppo ministranti ognuno fa la sua parte, allenandosi sempre di più a crescere nell’amicizia con Dio e nel servizio, contribuendo a rendere la comunità luogo di festa. Non impor-ta il ruolo che si occupa, ma avere la certezza che nulla è piccolo di ciò che è fatto per amore, soprattutto quan-do, compiendo il proprio dovere, non è vanto o occasione per ricevere una ricompensa, ma bellezza di offrire un servizio a Dio e ai fratelli di comunità.

Se c’è questo spirito di servizio allo-ra non si scade nell’esibizionismo, ma c’è la certezza che anche la presenza è crescita personale e segno per gli altri, che sono aiutati a vivere meglio

la liturgia; la radice della crescita è la Parola di Dio.

Partendo dalla Parola e dal servizio svolto in chiesa, i ministranti illumi-nano le giornate, con la luce della gioia che nasce dal mettersi in gioco subito e con il sorriso di chi veramen-te ha incontrato un tesoro, un vero amico. Perché essere ministranti oggi, significa anche, e soprattutto, essere amici di Gesù, seguendo i suoi passi, e forti della sua vicinanza, essere capa-ci di testimoniare la sua amicizia agli altri, già a partire da quel semplice maneggiare gli oggetti del culto (can-delieri o turibolo), o semplicemente, indossando la tunica, che ricorda la veste bianca del nostro battesimo.

Scegliendo di indossare la veste del servizio, anche noi ministranti, come Maria che all’angelo disse: “Avvenga per me secondo la tua parola.”, dicia-mo il nostro sì al Signore, scegliamo liberamente di essergli amici e con-tribuiamo alla bellezza della litur-gia, “fonte e culmine” della vita della Chiesa e luogo in cui il Signore oggi si incarna e celebra la Pasqua per noi.

Essere ministranti oggi, però, non è facile: si è presi e attratti da cose in-vitanti e divertenti: giocare a calcio o svegliarsi tardi la domenica mattina. Le celebrazioni, invece, fanno cresce-

re e rafforzare la relazione con Gesù e ci aiutano ad amare gli altri e a vivere in comunione, costruendo una storia diversa, come Gesù l’ha pensata.

Per questo far parte di un gruppo di ministranti oggi non significa solo ap-prendere nozioni sul servizio, ma vuol dire anche consolidare la relazione nata col nostro battesimo… e perché no, anche giocare, divertirsi e crescere insieme.

I ministranti della Parrocchia M. SS. Annunziata di Ostuni

Dire di essere chierichetto per molti genitori e nonni vuol dire diventare sacerdote, forse per-ché un tempo tutto era più semplice. Il chieri-

chetto veniva vestito come un piccolo prete, suonava il campanello alla consacrazione e portava il turibolo con l’incenso, cosicché , in futuro, si sarebbe potuto innamo-rare dell’abito talare.

Adesso tutto è cambiato. Innanzitutto il nome: chie-richetto è in teoria una parola del passato, finita con il Concilio Vaticano II. Ora i vecchi chierichetti si chiama-no ministranti, dal latino “ministrans”, ossia colui che serve. Non più un prete in miniatura ma un giovane che partecipa attivamente alla liturgia con l’obiettivo prin-cipale di diventare un buon cristiano e figlio di Dio che poi, volendo, potrà pensare alla vita consacrata.

Il gruppo di Locorotondo è ben radicato e ricco: infatti ogni anno alle adesioni rispondono circa 25 - 30 ragazzi di età compresa dai 9 ai 18 anni. Centro del servizio di ogni ministrante è il servizio attorno all’altare del Signo-re; oltre a questo appuntamento fondamentale, il nostro gruppo si ritrova una volta a settimana per la formazione e il dialogo fraterno di una eventuale scelta di vita. Non mancano, tuttavia, momenti di fraternità e condivisione, come ad esempio le uscite fuori porta, alcune escursioni e raduni. Negli ultimi anni siamo molto cambiati: infatti abbiamo creato anche un sito internet (www.ministran-tiloco.blogspot.com), un profilo su facebook e non solo.

Tutto questo per riuscire a rimanere in contatto con tut-ti i ministranti d’Italia, del mondo e in modo particolare della nostra Diocesi.

Giancarlo Carbotti

Spesso mi ritrovo a pensare: che vita triste sarebbe se non fosse donata, applicata, impegnata o magari, in questi tempi dove l’economia regna sovrana, investi-

ta!?Riportando una testimonianza personale, non posso nega-re che la mia chiamata a diventare ministrante si sia pre-sentata in un periodo in cui cercavo di dare un senso alle mie giornate, inconsapevolmente.

Una voce, fatta di incontri, di persone, di sensazioni, mi attraeva, ieri come oggi, come nessuna altra voce. Non ero uno di quei ragazzi astri nascenti del calcio, o un baby-fe-nomeno. Ho sempre avuto un carattere a tratti scontroso. Ma fui spiazzato dall’amore che chiama! Quando frequen-tavo le elementari nasceva in me la voglia di accostarmi a questa nuova ed intrigante avventura.

Non molto tempo fa le nostre parrocchie godevano di un “plus-valore” non indifferente: persone che senza allonta-narsi dalla parrocchia di appartenenza avevano scelto di dedicarsi completamente alla testimonianza del Vangelo!

Fu proprio grazie alla voce potente, decisa, ma dolcissima e calda di una signorina, allora responsabile dei ministran-ti, che mi innamorai di una nuova esperienza. Fu la signo-rina Giuseppina Siciliano, venuta a mancare cinque anni fa, ad accogliermi. Un carattere disarmante, a causa della sincerità e della limpidezza. Si sa! Ci s’innamora presto delle persone che dedicano la propria vita a grandi ideali.

“Instancabile operaia del Vangelo”, questa è la pericope più adatta ad un animo resosi piccolo agli occhi degli altri per essere grande agli occhi di Dio. Mi volle bene da subi-to, e questo non lo seppe fare nessun allenatore di calcio, né alcun maestro di arti marziali. Una donna, che nel suo piccolo e nel suo quotidiano declinava il Vangelo a stile di vita, mi fece sentire accolto, amato, un miracolo agli oc-chi del Signore. Mai avevo provato un’emozione così, e col cuore di un bambino, gonfio di amore, non ci misi molto a comprendere che sarebbe stato amore per sempre.

Io e Gesù: tre metri sopra il cielo, un amore che va oltre, i miei limiti le mie difficoltà;

A. X S. (Amici per Sempre!).Certe figure carismatiche all’interno delle nostre parroc-

chie stanno cominciando a venir meno. Comprendo la difficoltà di trovare persone che dedichino la propria esi-stenza alla testimonianza vera del Vangelo. Oramai i tempi corrono, fuggono, è diminuito il tempo per poter pensare a se stessi, figuriamoci a Dio!

In ogni comunità parrocchiale ogni uomo dovrebbe sen-

tirsi amato e accolto come per la prima volta. Perché nes-suno può amarci come Lui, e dovremmo faro capire alla gente, con gesti anche concreti. L’Amore è contagioso, va di cuore in cuore.

Io sono un semplice studente universitario, animatore del gruppo dei ministranti della mia parrocchia (Immacolata Concezione) e cerco di portare avanti la stessa filosofia: far sentire i ragazzi accolti, amati, un miracolo agli occhi del Signore. È questo il tesoro che ho ricevuto. È questo il talento che, non devo sotterrare, ma far moltiplicare, co-sicché quando i ragazzi saranno che curo saranno grandi possano far sentire i ragazzi che saranno: accolti, amati, un miracolo agli occhi del Signore.

Il mio ruolo, soprattutto quest’anno in cui il tema è: “ac-cendi il dono” (tratto da un sussidio per i ministranti per l’anno 2011/2012), è quello di valorizzare al meglio le po-tenzialità recondite in ogni ministrante perché possano essere, ognuno nel proprio particolare carisma, un valore aggiunto nella nostra comunità. Far sviluppare le poten-zialità dei singoli è, in realtà, il miglior modo per far sentire accolto il prossimo. Che non solo avrà modo di sentirsi uti-le per gli altri, ma anche di valorizzare se stesso per qual-cosa di bello e di buono!

Essere animatore dei ministranti è una vocazione affine e a certi tratti differente da quella del catechista perché si è chiamati a condividere momenti vari. La preghiera, lo stu-dio, il gioco, e tante altre attività sono trampolini di lancio su cui un buon animatore deve saper far spiccare lo stile di vita cristiano, uno stile gioioso!

Abbiamo raggiunto un numero notevole di ministranti quest’anno, nonostante le difficoltà la mia arma in più è il rapporto confidenziale, ma rispettoso, con i miei ragazzi. Sono per loro come un fratello maggiore e cerco di tenere sempre vivi i rapporti con le varie famiglie. In questo modo posso meglio comprendere le difficoltà dei ragazzi affida-tomi, e allo stesso tempo le proprie potenzialità.

Voglio trasmettere la gioia che io per primo ho nel servire il Signore! Si! Io per primo! I ragazzi si accorgono di quanto io ci tenga o meno a ciò che insegno loro, come tutti i bam-bini sono ottimi osservatori!

Da qui allora l’impegno ad essere costante nella testimo-nianza del Vangelo, per esprimere un servizio che parte dall’altare per raggiungere tutti gli ambiti della vita e del quotidiano.

Marco Prete

«S ono un ragazzo di dodici anni e sono molto curioso sulle cose che riguardano

Gesù e la Chiesa». «Per me è il secondo anno di frequenza del gruppo dei mi-nistranti. È un’esperienza sicuramente positiva sia dal punto di vista formativo che sociale».

Così iniziano a raccontare alcuni membri del gruppo dei ministranti del-la Chiesa Madre S. Maria Assunta in Salice la loro esperienza di servizio in parrocchia.

Il gruppo che attualmente è presente si è formato un paio di anni fa, grazie all’impegno delle catechiste; queste, su suggerimento del parroco don Car-mine Canoci, hanno proposto ad alcu-ni ragazzi più sensibili un cammino di discernimento, costituendo un gruppo di simpatizzanti che, incontro dopo in-contro, hanno maturato il desiderio di stare più vicini al parroco e nella sua persona a Gesù. Fondamentale in que-sto percorso è stato l’aiuto di suor Mary K. delle Missionarie dell’Incarnazione. Alcuni di quei ragazzi hanno scelto con gioia di servire all’altare e oggi il gruppo conta dodici ministranti (dalla quinta elementare alla seconda media). Sono accolti nel gruppo i ragazzi che abbiano fatto la Prima Comunione.

Per un certo periodo è stato possibile

curare degli incontri infrasettimanali (mezz’ora prima del catechismo) dove mediante il gioco hanno imparato a co-noscersi tra di loro, a pregare insieme davanti a Gesù Eucaristia, e a diventare più familiari con la liturgia.

«Il primo anno io e i miei amici abbia-mo imparato i nomi di tutti gli oggetti sacri che ci sono in chiesa, soprattutto quelli che avremmo dovuto usare noi. Il secondo anno abbiamo cominciato a servire le celebrazioni più importanti e quest’anno serviamo ormai tutte le do-meniche e qualche volta anche durante la settimana» compendia uno di loro. Quest’anno gli incontri sono fissati al termine della messa domenicale, e alle volte vi partecipano anche i genitori, la cui presenza e collaborazione è fonda-mentale per la vita del gruppo.

Momenti importanti per la crescita del gruppo sono stati gli incontri in-terparrocchiali tenuti dagli educatori del seminario diocesano, i raduni an-nuali per la Giornata dei Ministranti e quest’anno le giornate del Gruppo Sa-muel alle quali buona parte dei ragazzi ha partecipato con gioia.

«Mi piace recarmi una volta al mese al seminario di Brindisi, dove don Ales-sandro ci fa scoprire tante cose nuove su Gesù... si svolgono anche tante attività con i ministranti delle altre parrocchie

della diocesi... » racconta Alessandro. Stefano aggiunge: «... i vari incontri mi arricchiscono interiormente e mi piace partecipare e condividere insieme agli altri i momenti di canto e di preghiera. Naturalmente, quando insieme ci ritro-viamo a Brindisi, mi piace anche stare con gli altri nei momenti di svago e non solo per riflettere e pregare, ma anche per giocare e divertirci».

L’esperienza del servizio liturgico sta contribuendo alla crescita di questi piccoli della nostra comunità cristiana, come ad esempio racconta Federico: «Mi piace fare il ministrante, o come dicono alcuni il “chierichetto”, perché è un’esperienza molto bella e che ti da l’opportunità di fare nuove conoscenze. In questo cammino ho imparato molte cose come, ad esempio, essere gentile con tutti, non per avere qualcosa in cam-bio... ma perché provo gioia a fare tutto ciò.»

Come educatori alla fede non possia-mo che augurarci che ogni gruppo di ministranti possa vivere la gioia di esse-re amici di Gesù: «Voi siete miei amici...Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri» (Gv 15,14-17).

Antonio D’Amone e il gruppo Ministranti

Domenichespeciali

La Domenica è un giorno speciale che dedico al Si-

gnore. Partecipo alla Santa Messa e collabo-ro con tutti i ministranti e con il sacerdote allo svolgimento della cele-brazione eucaristica.

Prepariamo l’Offertorio con i fratelli ministranti, ad ognuno viene affi-dato un compito per lo svolgimento della Santa Messa. Durante la ce-lebrazione della Messa formiamo un solo corpo con Gesù Cristo nostro fratello che, per mezzo dell’Eucaristia, fortifica il nostro cuore e la nostra anima per affrontare una nuova settimana di lavo-ro o di studio.

Nel mio piccolo, cerco di aiutare i fratelli più bisognosi, sono disponi-bile nella comunità a cui appartengo, nel lavoro e nella famiglia.

Ogni giorno ringrazio il Signore Dio, Gesù Cristo e lo Spirito Santo per il dono della vita.

Prego per i fratelli bi-sognosi e per la mia fa-miglia. Prego per la mia comunità e per tutte le comunità del mondo. Prego per il Papa Bene-detto XVI, per i sacerdo-ti, per i vescovi e per la Santa Chiesa di cui fac-cio parte insieme a tutti i miei fratelli e sorelle.

Pino Mattia

ostuni� Oggi e diverso rispetto al passato perchè...

Consolidare una relazione nata col BattesimosAn vi�to dei� normAnni� Risposte a quelle domande di senso

Un servizio fatto per passione e per amore

sAli�ce sAlenti�no Seguendo un’ottica tutta particolare

Ministranti, per servire come Gesù

bri�ndi�si� A pensarci bene

Una chiamata di amorelocorotondo Risonanze

Ora è tutto diverso